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livello individuale (persone),


Si interessa ad attori economici e è una disciplina storica che racconta le vicende dal punto di
vista economico, di attori che consideriamo nella loro accezione economica.
Con essa si deve intendere non solo la narrazione dei fatti economici, ma anche la storia di
uomini e di istituzioni oltre che delle strette e spesso inestricabili relazioni tra istituzioni e

Uno storico economico non si limita a raccontare e a fornire una cronologia dei fatti
economici avvenuti nel passato. Quello che Cipolla voleva dire è che la storia economica è
una disciplina per definizione pluridisciplinare: ci interessiamo di storia, economia, società,
rapporti personali. Spesso le vicissitudini storiche hanno a che fare anche con al politica la
società.
Per essere giustificatamente considerata opera di storia economica una ricerca deve
rispondere ad una problematica di tipo economico cioè, in prima approssimazione a una

1) cosa produce
2) come produce

Deve far uso degli strumenti concettuali, delle categorie analitiche e del tipo di logica

variabili, tutti gli elementi, tutti i fattori in giovo. E non solo le variabili ed i fattori

La storia economica si interessa a delle questioni economiche, ma non crede sia sufficiente
usare solo teorie economiche per rispondere ai quesiti che pone alla storia. Quindi inserisce
nel proprio ragionamento la storia politica e sociale.

spiegano una parte dello sviluppo storico.

Distinguiamo 3 tipi di approcci nella storia economica; gli storici economici si possono
approcciare al passato in 3 modi diversi:

Approccio micro-economico: lo storico economico si interessa a dell'unità


(individui, ovvero gli imprenditori, o delle unità più allargati come delle
imprese/multinazionali). Chi analizza gli imprenditori e le imprese lo fa
usando un approccio micro-economico (si guarda alle unità più piccole

Approccio meso-economico: lo storico economico si interessa alla storia di


intere industrie (siderurgia/industria chimica). È una via di mezzo tra
micro-economico e macro-economico

Approccio macro-economico: si focalizza su stati, su paesi e sul globo.

tto micro, meso o macro comporta approcci, domande e risposte


diversi.
Esempi di approcci macro-economici:

1. Quali sono le dinamiche storiche che hanno fatto sì che alcuni paesi sono
ricchi e altri poveri? (domanda tipica tra 1960-2000 alla quale gli storici
hanno cercato di dare una risposta)
2.
3. Quali sono le cause storiche che determinano la disuguaglianza e come si può
ridurre? (domanda odierna, research question tipica di Thomas Piketty, autore di
Capital
Mentre inizialmente ci si focalizzava sul primo quesito, ad oggi ci si concentra sul secondo.
La differenza tra i due quesiti è che la disuguaglianza può essere interna allo stato. Per molti
anni gli storici credevano che il problema dello sviluppo economico fosse legato al grado
complessivo di sviluppo del paese in cui si viveva. In base al paese si poteva capire il destino
economico delle persone. Ma così come ci sono poveri nei paesi ricchi, ci sono ricchi nei
paesi poveri. La disuguaglianza, quindi, non è riconducibile solo al paese; ci si è accorti che
la disuguaglianza era presente tra individui, ceti, professioni regioni del medesimo paese.
La storia serve a capire il presente; guardando alla storia possiamo capire come si è arrivati
ad un determinato è punto, capendo le dinamiche, le cause e i nessi.

- Huizinga

spesso partono domande che - Cipolla


La stoia economica si è sviluppata negli ultimi decenni come una disciplina fondamentale per
capire una serie di dinamiche che contribuiscono a creare la società contemporanea da un
punto di vista socio-economico.
Negli scorsi decenni, ha prevalso una ricostruzione storico-economica con al suo centro
categorie concettuali come:

La modernizzazione

Lo sviluppo economico

La globalizzazione

L'economia di mercato o le sue alternative

Capitalismo
Il termine capitale/capitalismo è stato adottato da pensatori ed economisti, sia avversi al
capitalismo (Marx), sia coloro che vedevano nel capitalismo qualcosa di positivo
(Schumpeter).
La parola capitale non è stata, in realtà, inventata da Marx ma è un termine che proviene dalla
rea
capitale
specifico nei confronti del denaro. Secondo il loro pensiero il denaro diviene capitale, quando
si trasforma in un fattore di produzione: quando viene utilizzato per investire.

Adam Smith e Ricardo (il capitale come un fattore di produzione assiema a terra
e lavoro)

Karl capitalismo e il
capitale contribuissero a mercificare il tutto e trasformare i rapporti personale e
generare fenomeni di dominazione di un ceto su un altro. (critica al capitalismo e
alla
Max una forza e
un fattore di trasformazione storica molto importante, che ha contribuito a
modernizzare le società contemporanee (creare stato, economia e società
moderna)

Joseph Schumpeter vedeva il capitale come ciò che rende possibile i sogni
degli imprenditori. Un imprenditore che vuole produrre e creare qualcosa, ha
bisogno di trovare un capitale per crearlo. Il capitale è ciò che rende possibile
era iniziativa e innovazione il capitale)

Karl capitalismo: può


con interventi stati e anche se non
vi è un mercato libero. Anche in uno stato socialista, vi possono essere delle
forme alternative di capitalismo. Vi è, quindi, una dialettica tra libero mercato e
stato.
capitalismo
oggi sta assumendo un carattere generale, condiviso e federativo.
Diamo al capitalismo una definizione operativa, una definizione che ci aiuta a capire le
dinamiche e non ci imprigiona.
Secondo Kocka, il capitalismo è un sistema economico che si caratterizza per tre criteri
principali:

4. Il capitalismo si basa sulla proprietà privata e sulle decisioni


private: i paesi, le imprese e le persone dispongono delle proprie
proprietà e prendono decisioni sulla base che queste proprietà sono loro. I
risultati, siano essi perdite oppure guadagni, dipendono da chi ha preso queste
decisioni.
5.
6. Nel capitalismo, la coordinazione economica avviene attraverso il
mercato. economico.
Nel mercato ci può essere competizione, cooperazione. Nel mercato si scambia, il

diverso da altre forme storiche di mercato (baratto) perché, come afferma


Kocka, si passa attraverso la mercificazione (termine preso da Marx) delle cose
e dei fattori scambiati nel mercato. Nel mercato capitalistico si può attribuire un
prezzo a tutto (merci, lavoro).
7.

8. Nel capitalismo, il capitale è centrale: il capitale è considerare il denaro


non solo come mezzo di scambio, ma come un investimento. Il denaro ha un
valore proprio, è una risorsa. Il desiderio di coloro che vivono in un sistema
capitalistico è quello di accrescere sempre di più i propri soldi. Quando si inizia
a considerare i soldi, non più come un mezzo di scambio, ma anche come un
investimento, non si parla più di denaro ma di capitale

Uno dei suoi quesiti principali era capire dove e come era nato il capitalismo. Braudel si
guarda indietro nel tempo e scorge la nascita del capitalismo nel Medioevo. Il primo nucleo
dal quale si è sviluppato il moderno capitalismo, va rintracciato nel Medioevo. Secondo lo
storico, nel Medioevo i
medievale. Solo una piccola frazione della società medievale poteva essere ricondotta alle
dinamiche e a comportamenti del capitalismo. Secondo Braudel, la società medievale era
divisa in 3 categorie
Braudel, rintracciando alcuni elementi della storia del capitalismo nella lunga durata, ad
esempio, distingue il capitalismo dal mercato. Dal tardo medioevo in poi, ci sono tre livelli di
attività economica:

9. La vita materiale: il 95% delle persone della società medievale aveva una
condotta economica non riconducibile al capitalismo. La condotta economica
producono e
il surplus è qualcosa di marginale. La loro vita non era regolata dal denaro, le persone
non avevano bisogno di soldi. La moneta circolante non veniva usata.
10.
11. Il mercato
Braudel, esisteva un mercato: chi viveva in città era quasi obbligato a
scambiare prodotti. Il mercato cittadino era caratterizzato da scambi commerciali, sia
in termini di baratto che monetari. Le persone usava il denaro come scambio.
Secondo Braudel, neanche questo mercato era il nucleo originale del capitalismo: i
soldi erano usati per scambio, non per accumulare o per investire.
12.
13. Il contro-mercato secondo Braudel, il capitalismo è nato in quelli che lui
definisce , in quello che Braudel chiama il
- economica (grandi
mercanti, banchieri), che avevano possibilità di accedere a mercato globale,
caratterizzato da poche transazioni ma proficue. Questo rappresentava la base del
loro arricchimento.

non è nato nei mercati cittadini ma in grandissimi mercati globali. Secondo Braudel, il
- nel lunghissimo periodo, si è sviluppato il capitalismo.
Un contesto in cui il potere politico ed economico si sorreggevano e giustificavano a vicenda,
creando connessioni economiche globali fatte di commerci di prodotti di élite, transazione
finanziare colossali e guerre.

assomigliava al libero mercato. Il mercato nel quale questi commercianti si arricchivano era
estremamente regolato e controllato da questa élite economica, e aveva relazioni e legami
profondi e diretti con il potere politico. Il potere politico, negli anni dello sviluppo iniziale
capitalistico, garantiva supporto a questo ceto capitalistico.
Un allievo di Braudel, Giovanni Arrighi, si interroga nuovamente (come aveva fatto Braudel)

Secondo Arrighi, gli speculari del primo capitalismo non sono uguali, vi è una classe
specifica diversa. Questi capitalisti che rassomigliano di più al capitalismo moderno erano i
banchieri e mercanti genovesi. Nella repubblica di Genova il potere economico e politico era

La repubblica era una cosa


emergono comportamenti capitalistici chiari, ma quando il potere politico e economico si
separano, seguendo vie distinte. Ciò non significa che questi due poteri non si influenzavano
tro. Non significa che il potere economico non sia in grado di influire sul potere
politico. Né che le scelte in campo economico non possano derivare da visione di natura
politica.
Giovanni Arrighi rintraccia nei banchieri genovesi del 23° secolo (e non i mercanti veneziani

formale.
Arringhi, infatti, pensa che il capitalis
distingue da quello medievale e moderno proprio per questa scissione tra chi governa

La diffusione del capitalismo, cioè la sua diffusione dai paini alti a quelli bassi, che
determinò una progressiva estensione del capitalismo a tutte le sfere della vita privata e
collettiva. Il fenomeno che contribuì a plasmare questa diffusione capillare del capitalismo è

dustrializzazione a trasferire in tutta la società


questo tipo di organizzazione economica, contribuendo a sua volta a modificare la società,
nel suo complesso.

Anche se la nascita del capitalismo è rintracciabile indietro nei secoli, la dinamica che

diffusione di questo modello economico in tutte le compagini della società, fino a diventare il
modello economico principale.
Da un punto di vista metodologico, è importante interpretare il cambiamento. Un'importante

Institutions, Institutional Change and Economic Performance


interno di tutti i sistemi economici esistono due tipi di categorie. Per North, ci sono le
istituzioni e le organizzazioni.
Le istituzioni regole del gioco
gioco diverse e specifiche per quel determinato
regole del gioco
codici) e anche le regole non scritte (modificazioni che si sono portate avanti nel tempo
seguendo logiche non riconducibili a regole scritte). Secondo Douglass North queste leggi
non scritte sono cambiate dalle organizzazioni.
Le organizzazioni sono secondo North gli attori economici. Le organizzazioni possono essere
imprese, stati, governi. Secondo North tra le organizzazioni e le istituzioni vi è una
dialettica. Le organizzazioni più forti capiscono meglio le regole del gioco e sono in grado di
plasmare e modificare le regole del gioco (se in una partita un campione gioca in modo molto
fisico, gli altri giocatori inizieranno a giocare nello stesso modo, adattandosi).

pubbliche (governo, senato, unione europea). Per North, però, è il contrario: gli organi del
governo sono organizzazioni (assembramenti di persone). All'interno delle organizzazioni ci
sono degli attori economici (imprese, sindacati, cooperative, chiese, scuole). Le
organizzazioni, quindi, si adattano alle regole e allo stesso modo plasmano le regole per
renderle più simili ai propri scopi. In questa dialettica tra organizzazioni che perseguono
scopi individuali e che cercano di giocare alle regole imposte dalle istituzioni, che le
istituzioni si modificano nel tempo. Le regole del gioco cambiano a causa della dialettica tra
organizzazioni ed istituzioni e dei fattori storico-sociali
Il cambiamento è il risultato del rapporto tra istituzioni e organizzazioni: le organizzazioni
più performanti sono quelle che meglio si adattano alle istituzioni. A loro volta, le istituzioni
sono plasmate dalle organizzazioni emergenti, che sono in grado di imporre le proprie
«regole».

h del termine.
Un processo di lungo periodo, ma non lunghissimo, che tra le sue origini nella rivoluzione
industriale (XVIII secolo), che a sua volta a dinamiche di più lungo periodo
che arriva fino

oa
generalizzare il capitalismo.

1 capitolo
LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE INGLESE

circa il 90-95% della popolazione europea viveva nelle campagne

Auto-produzione, auto-consumo, sussistenza (surplus e scambi limitati), 90%


circa

Assenza della moneta e scambi molto limitati

Esposizione a crisi e problema demografico (pestilenze)

complesso, erano prevalentemente di tipo agrario. Era una società in cui non esisteva il
concetto di crescita economica, né di crescita demografica (la popolazione era più o meno
stabile, come la ricchezza prodotta dalla popolazione stessa).
Viene chiamata società agraria poiché circa il 90-95% della popolazione europea viveva nelle
-consumo, auto-
produzione e alla sussistenza. Solo una piccolissima percentuale di ciò che veniva prodotto
diveniva og -consumo. Quel poco che
-consumo, era avviato verso gli scambi ma si trattava di
stanza.
La moneta non era molto usata, poiché ciò che veniva prodotto veniva usato e gli scambi si
basavano sul baratto.
-consumo, la mancanza di scambi e la
prossimità delle relazioni economiche e commerciali, era estremamente fragile ed esposta al
-consumo e non vi
sono scambi commerciali, se il raccolto un anno andava male era un problema (carestie).
Inoltre la bilancia tra forza lavoro e risorse agricole si cui si sostentavano spesso creava dei
conflitti. (se vi sono poche risorse, si fanno meno figli; con meno figli, ci sono meno braccia

que
Malthus era un economista del 18° secolo che affermava che quando le risorse sono
insufficienti si ha un calo demografico (carestie, morti, pestilenze).
la società urbana

Circa il 5-10% della popolazione


Organizzazione in corporazioni, che regolano produzione, scambi, valori

Rigidità

Scambi locali, corto raggio (9% scambio di prossimità) - Ruolo


amministrativo delle città e delle sue istituzioni

25% della popolazione viveva nelle città), circa il 5-10% della popolazione europea viveva in
città. L'economia cittadina/urbana era quindi minoritaria.
solitamente era organizzata e regolata da delle istituzioni (col tempo
scomparse), chiamate corporazioni. Esse regolavano la produzione di beni, gli scambi, i

maestri potevano produrre un servizio, quanti apprendisti dovevano esserci dietro al maestro.
come doveva essere fornito il prodotto, il numero ed il prezzo.
Questa economia aveva delle fortissime rigidità ed era caratterizzata dalla mancanza di
one tecnologica.

perpetuare un sapere specifico: per diventare produttore si doveva passare per anni di
te.

macchine, il lavoro del maestro sarebbe compromesso.


È quindi un mondo cittadino, ma non è alimentato da meccanismi di forte crescita economica.
Si tratta di un mond
rispetto a quella agricola, ma si trattavano di commerci locali, a corto raggio.
Le città ricoprivano un ruolo importante dal punto di vista amministrativo e normativo, anche
per la campagna: le città erano il centro politico quindi le regole che valevano per la
compagna, venivano stabilite in città.
Globalizzazione

delle sacche di capitalismo internazionale e globale che ha progressivamente creato quello


sistema mondo
globale, interconnessa e cosmopolita.
Oltre alla 99% della popolazione che viveva di sussistenza, baratti o scambi a breve raggio, il

integrato di scambi commerciali e beni di lusso (spezie, oro, argento), a lunga distanza (Cina,

scambi globali.
ve aree extra-europee in questi scambi. L'integrazione di

vasti territori avviene attraverso la creazione di imperi coloniali.


La rivoluzione industriale ha progressivamente modificato le città (viene modificata

industriale non ha, però, modificato le grandi potenze del tempo (Spagna, Portogallo), ma si è
sviluppata in Ing
risorse di lusso.
La rivoluzione industriale

(1884), per definire la

Secondo Toynbee è una frattura (per questo «rivoluzione») epocale caratterizzata da:

Rapida urbanizzazione

Accumulazione di capitale

Crescita della produttività agricola

Crescita dei redditi e della ricchezza


Il concetto di rivoluzione industriale è un concetto controverso ed è molto criticato da molti
studiosi odierni. La rivoluzione industriale racchiude un lasso di tempo di circa 140-150 anni,
non è un processo repentino (come la rivoluzione francese). Tuttavia, la portata rivoluzionaria
della rivoluzione industriale è autentica. Il mondo è stato modificato in maniera irreversibile.
Per lungo tempo g

Inghilterra e diffusosi successivamente in tutta Europa. Altri storici odierni tendono a non

Il termi
Toynbee. Lo storico ha parlato di rivoluzione industriale, identificando una lunga transizione
a società inglesi.
Toynbee la chiama rivoluzione perché l'Inghilterra è stata modificata radicalmente da questo
processo. Secondo Toynbee, la frattura epocale è stata caratterizzata da una rapida
cita della produttività agricola e
da una crescita dei redditi e della ricchezza.
Le idee di Toynbee sono verosimili ma non sono state confermate però dagli studi storici:
olazione si
è arricchita durante la rivoluzione industriale. Toynbee cerca di presentare ed evidenziare gli

mondo precedente e quello successivo.


I fattori della frattura epocale si tradussero una trasformazione generalizzata della economia,
della tecnologia, della società e della cultura nel suo insieme.
Altri storici

sé alcun valore scient


mutamento economico».
Elementi a favore di questa idea.

La crescita non fu rapida, ma graduale. Come molti processi economici,


anche la rivoluzione industriale ebbe bisogno di un processo di lunga
maturazione.

Nella stessa Inghilterra, si riscontrano persistenze di forti squilibri regionali e


settoriali. Il vapore non fu subito diffuso ovunque, né le strutture sociali pre-
industriali (sussistenza etc.) spazzate via immediatamente. Non tutta
l'Inghilterra si è industrializzata, solo poche città inglesi sono diventate centri
industriali

Non si può pensare alla rivoluzione industriale come fenomeno


1 diorigine interno)
«endogeno»: ruolo del commercio estero e delle dinamiche commerciali
e coloniali di più lungo periodo.

Ci fu una pauperizzazione e la nascita del «proletariato» urbano, che non diffuse


né ricchezza, né determino un aumento del reddito. Non fu un momento di
prosperità per tutti.
Alcuni elementi che sono alla base della rivoluzione industriale non furono avviati nel 1760
ma sono collegate a dinamiche che risalgono a molto prima. Esse sono ad esempio una
internazionale, sia per quanto riguarda le risorse che i mercati. Non si può pensare alla

dinamiche commerciali e coloniali di più lungo periodo. L'Inghilterra era inserita in quel
sistema mondo e ne ha tratto dei benefici maggiori rispetto ad altre potenze. Lo sbocco della
produzione industriale inglese non era risolto nel mercato inglese. In Inghilterra la presenza
di persone povere, non furono trasformate subito in consumatori. L'Inghilterra ha sorretto il
suo sviluppo economico grazie a reti commerciali pregresse,
David Landes ha suggerito che la rivoluzione industriale non è una rivoluzione nel senso

mondo non fu più lo stesso. Con la rivoluzione industriale per la prima volta la società e

favore dello sviluppo economico.


Il prometeo
liberato: la rivoluzione industriale in Europa dal 1750 ad oggi, 1978
La rivoluzione industriale non è una rivoluzione, nel senso «politico» (come la rivoluzione
francese, o russa). Tuttavia: Fu «simile, nei suoi effetti al gesto compiuto da Eva allorché

fu «la più fondamentale trasformazione della vita umana in tutta la storia uni

dei cambiamenti anche al di fuori del mondo del lavoro che hanno influito per modificare
1 2 3
completamente la società nella struttura economica, sociale, culturale e intellettuali. Per
ndivise, i
comportamenti e le relazioni inter-personali. Durante la rivoluzione industriale non nacque

società industriale).


La rivoluzione industriale ha significato dei cambiamenti industriali (dal punto di vista
produttivo), ma anche economici.
Uno dei cambiamenti economici introdotto dalla rivoluzione industriale è nascita della
crescita economica moderna. Il mondo precedente alla rivoluzione industriale era un mondo
privo di crescita o con una crescita minima, in cui quel poco che cresceva in economia,
veniva eliminato da crisi. Con la rivoluzione industriale, da un punto di vista macro-
economico, il Regno Unito inizia a crescere. Il PIL misura la crescita economica moderna.

ma:
da un punto di vista macro-economico, Il PIL (prodotto interno lordo - il
lavoro complessivo di tutti i beni e servizi prod di un paese in un
anno) pro-capite registrò una crescita continua molto graduale, ma continua
(stime tra 0,2% e 0,5%). ((Si parla di macro-economia perché si parla a livello
di stato (Inghilterra).))
Il PIL pro-capite inglese, secondo i

-
capite inizia a crescere in maniera sostanziale solo dopo la fine della rivoluzione industriale.

produrre e i nuovi rapporti di produzione che creano le basi della crescita economica
moderna.

I
Può sembrare una crescita lenta e graduale, ma dietro questo dato generale, si celano crescite

aree che diventano rapidamente industriali altre meno. Vi sono settori che si industrializzano
rapidamente (settore tessile, del ferro, del carbone, del vapore), tutto il resto non
necessariamente diventa industria.
ascesa sociale di classe →
imprenditori industriali ( vs nobiltà terriera)
idem per
.

• nuova

La crescita dello 0,2-0,5 % significa che quel poco di produzione interessato dalle tecnologie
della rivoluzione industriale è in grado di produrre un effetto macro-economico evidente. Se
misuriamo la crescita dei settori industriali il dato sarà probabilmente maggiore dello 0,2-0,5:

Inghilterra crebbe, applicando per prima nuove tecnologie e migliorandole


progressivamente (da qui la gradualità della crescita). Il Regno Unito ha, infatti applicato

successivamente sono state migliorate e standardizzate e applicate a sempre più settori e

di lungo

tecnologie e parti di produzione è evidente da subito e pian piano si generalizza e si diffonde.


ungo periodo è diventato il paese più
sviluppato economicamente. Secondo le stime sul PIL pro-capite in Europa e Regno Unito
del 1820 su base 100, nel 1500 gli inglesi stavano peggio a molte nazioni (Svezia, Italia,
Paesi Bassi). Nel 1700 iniziarono a stare meglio rispetto ad altre nazioni (Italia). Dal 1750 in

paesi che non si industrializzano (Russia e Polonia) mantengono un livello stanziario, altri
paesi che si industrializzano (Belgio, Paesi Bassi, Francia) aumentano il PIL, ma non

Cambiamento tecnologico
Spesso la tecnologia è considerata dagli storici, che hanno studiato la rivoluzione industriale,
come uno dei capi-saldi che hanno creato e avviato il processo della rivoluzione industriale.
Durante la rivoluzione industriale si hanno nuove invenzioni, nuove tecnologie, nuovi
pr
tecnologico, la cosa più importante è che queste innovazioni toccano tecnologie che possiamo
. Il carbone o il
vapore possono essere usati per un gran numero di produzioni. Una volta applicate queste

Le invenzioni più importanti sono:

La macchina a vapore: quella Watt del 1776, che in realtà è il


perfezionamento della macchina di Newcomen. La macchina a vapore può
essere applicata ad un gran numero di ambiti (locomozione, motore per industrie,
etc...).

La macchina per filare e tessere il cotone: il settore tessile uno dei più
importanti settori in cui avvengono processi tecnologici, per due motivi. Il primo è la
generalizzazione di una nuova tecnologia che progressivamente automatizza
ed introduce le macchine nella produzione tessile. Secondariamente, la rivoluzione
un nuovo tessuto, non utilizzato abitualmente nel
la lana)
( prima si usava
Il cotone è importante perché cambia le abitudini vestiarie delle
persone. Il cotone si lava facilmente, i tessuti di cotone avevano un prezzo
basso, il cotone contribuisce a aumentare igiene e si adatta alla vita cittadina.

La nascita della siderurgia moderna e le varie migliorie per


la produzione (a partire dal coke, anziché dalla legna):
fino a quel momento era complicato produrre ferro e acciaio di buona qualità. La
macchina a vapore e il carbone consento la creazione di una moderna industria
del ferro. Nei secoli precedenti il ferro si creava con il carbone di legna, il
qualità. L'Inghilterra ha
sovrabbondanza di carbone e miniere di ferro di ottima qualità.

meccanica grazie a ferro, acciaio,


carbone e vapore: La domanda di ferro per
Inghilterra si inizialmente
erano di legno, successivamente grazie alla domanda e offerta di questi prodotti
siderurgici, si iniziano a creare in ferro (più preformanti)
Abbiamo un paradigma tecnologico fondato da tre tecnologie principali connesse tra loro:
carbone, vapore e ferro.

energetica in Inghilterra durante la rivoluzione industriale. All'inizio (1760) il vapore era una
erodere]
1ª transiti
ti a Nel 1800, una volta avviato il processo di rivoluzione industriale,

L'estrazione di carbone cresce però

ione di carbone vi è un cambiamento strutturale delle

dovevano scavare per trovare carbone.


Cambiamento economico-industriale
La rivoluzione industriale segna:

la creazione e la generalizzazione in Gran Bretagna del sistema di fabbrica

la fine del lavoro a domicilio nelle campagne (POS) e della sua specifica
organizzazione industriale

la fine del lavoro delle gilde (o corporazioni) artigiane (basate su maestri e


apprendisti)

la fabbrica come nuova tipologia di organizzazione della produzione,


basata sulla divisione del lavoro e nascita del concetto di

prodotti standardizzati
Da un punto di vista micro-economico, la rivoluzione industriale modifica completamente
organizzazione del lavoro creando il lavoro di fabbrica. La
rivoluzione industriale modifica i rapporti di produzione, fa nascere la fabbrica moderna
e mette fine a quelle che erano le organizzazioni tipiche del lavoro preindustriale. Pone,
infatti, fine alle corporazioni e a un sistema produttivo, diffuso soprattutto in Inghilterra, il
putting out system era una specie di
ibridazione tra economia di mercato ed economia agricola.
Il putting out system era un sistema che prevedeva che un mercante imprenditore portasse

tessevano queste materie. Producevano tessuti per conto di questo mercante. Nonostante il
putting out system introduceva aspetti di mercato nelle campagne (contadini partecipavano al
POS per avere un surplus), la vita dei contadini dipendeva comunque dal lavoro della
campagna e ad esso tutto andava subordinato (anche il POS). NB: con il putting out system i
contadini non erano ancora proletariato, continuavano a dipendere dal lavoro delle
campagne.
-ind
di fabbrica (in persone che dipendeva dal salario e non più dalla campagna per sopravvivere)
è un cambiamento sociale epocale, che sconvolge i rapporti sociali.
Da un punto di vista produttivo e di organizzazione del lavoro, le corporazioni non erano

innovazione tecnologica: ciò che conta è la qualità). Per i lavoratori del putting out system ciò
che contava era ricevere il compenso quando il mercante imprenditore reclamava la merce. Il
mercante imprenditore non aveva però alcun controllo sullo standard, la produttività e la
maniera in cui veniva eseguito. Il sistema di fabbrica invece standardizza il prodotto: non

macchina. La macchina è controllata da chi possiede la fabbrica. Una volta creata la fabbrica,
nasce a migliorare la tecnologia (macchine che producono sempre di più e
meglio).
Adam Smith nel suoscopo
libro (1776) in cui descrive il significato di
produzione produrre prodotti nel
minor tempo possibile
-
r →
+

aumento della produttività grazie al sistema di fabbrica e al sistema di divisione del lavoro. (il
lavoro viene diviso in più mansione, a ciascun lavoratore è assegnato una specifica mansione,
di conseguenza aumento la produttività)
Una volta creata la fabbrica, il passo successivo è generalizzare un sistema per cui tutti i
produttiva viene collegata ad una medesima fonte di calore.
Nel sistema di fabbrica tutto è collegato, il prodotto del lavoro non dipende più dalle abilità,

e dalla produzione.
Cambiamento sociale: urbanizzazione e proletariato urbano

Rapida urbanizzazione e creazione delle città industriali: dalla campagna alla


città

Trasformazione della struttura sociale inglese, con il passaggio da


agricola ad una industriale

Creazione del proletariato industriale: auto-sussistenza e auto-consumo v.


salario e mercato/consumi

Progressiva mercificazione delle relazioni, che ruppero il cerchio della sussistenza e


crearono una nuova sociologia del mercato
Il sistema di fabbrica significa accentrare molte persone, che prima vivevano nelle campagne,
in nuovi conglomerati urbani. Nascono e si sviluppano vere e proprie città industriali, che

proletariato. Questo è il fenomeno di inurbamento: la nascita di nuove città che ospitano


fabbriche e operai. = Manchester , Birmingham, 4Wpool, -

La struttura sociale inglese con il tempo si modi

(ognuno si produceva il cibo), ora il cibo va comprato ed entra quindi nei meccanismi di
tutti incubi alle
scambio di mercato. Prima il risultato del lavoro erano i prodotti della terra, ora è il salario =

dallo lavare
fan .

(che deve fare i conti con abitazione, vestiti, cibo). Nelle nuove città industriali si pk scorso
moltiplicano gli scambi moderni. Si creano presupposti per mercificare ogni scambio e

industriale ha esteso il mercato, i consumi basati su scambi monetari e la domanda della


moneta come mezzo di pagamento. Ciò significa che campagne devono produrre anche per le
città, le campagne dovevano diventare parte del gioco degli scambi (devono sfamare non solo
i contadini, ma anche le città).
Struttura occupazione in Inghilterra e Galles tra il 1710 e il 1871, è stata fortemente
influenzata dalla rivoluzione industriale.
Precedentemente al 1700, si stima che il 60% della popolazione inglese lavorasse nel settore

della popolazione si occupava del settore terziario. Progressivamente il settore primario si


dovuto alla mercificazione degli scambi

riduce, il settore secondario aumenta e cresce il terziario. Il settore terziario include anche il
ore secondario cresce,
cresce anche il terziario e che il primario non viene eliminato del tutto. Questo dato è
comunque basso rispetto agli altri paesi, e può essere considerato come un fattore di lunga
durata
Cambiamenti sociali: la demografia

Transizione demografica: il passaggio da un regime demografico antico (alta


-industriale) ad un
regime demografico moderno (bassa natalità e bassa mortalità, tipico delle società
contemporanee).
La transizione t
calo progressivo della mortalità).
Un altro cambiamento sociale portato dalla rivoluzione industriale riguarda la demografia.
L'Europa preindustriale, dal punto di vista demografico, er

mortalità molto alti).


Durante la rivoluzione industriale, inizia la transazione demografica: viene cambiato il
regime demografico.
Il regime demografico antico e pre-industriale era caratterizzato da una situazione di alta
mortalità e alta natalità (si fanno tanti figli di cui solo 1/2 arrivano a età adulta). La
popolazione di conseguenza non cresce. Il regime demografico moderno è caratterizzato,
invece, da una bassa natalità e una bassa mortalità (poche nascite, poche morti).
Durante transizione demografica
alta natalità e una bassa mortalità (si
continua a fare tanti figli ma ne muoiono meno). Ciò si traduce in un aumento della

Cambiamenti intellettuali, culturali e politici:

Sapere utile e legate tra scienza e industria: il caso degli ingegneri

Creazione di una cultura/società cittadina, con consumi e cultura materiale


basata sul commercio. Abbassamento dei prezzi (anche alimentari). Non
più solo mercato = lusso

Il proletariato e la povertà. Le «workhouse» e la legge sui poveri (1834)

Il predominio militare, oltre che navale (antecedente), inglese che culminò con
le guerre napoleoniche (1803-1815)

Nascita della moderna economica politica (Hume, poi Smith, Malthus e


Ricardo) come leve. «La ricchezza delle nazioni» come scopo di questa
disciplina
Dal punto di vista della politica, la rivoluzione industriale ha significato un cambiamento
molto importante. In Inghilterra grazie all'industria nasce un nuovo tipo di sapere pratico: si
petto per molti anni non nasce la nuova
ze tecnicheimparata

professione sul campo
che può aiutare a

la scienza e la tecnica viene intesa in chiave utilitaristica. Si assiste ad uno sviluppo di


ingeneri che hanno un approccio utilitaristico verso la tecnica.
Da un punto di vista culturale e sociale, si espande il mercato. Si crea una prima società dei
consumi, anche grazie ad abbassamento costi dei prodotti che si possono acquistare (lana-
cotone). Uno degli aspetti importanti della rivoluzione industriale è che la creazione di nuove
città e nuove forme abitative hanno coinciso in Inghilterra con un aumento della povertà: chi
prima poteva vivere di sussistenza, si trasferiva in città andando a vivere in sobborghi poco
salubri e viveva di vagabondaggio. I sobborghi creano problemi di igiene e di criminalità

ha creato delle leggi per limitare i problemi sociali legati all'inurbamento rapido e le
work house, posti in cui i vagabondi venivano rinchiusi con la forza, successivamente le work
house organizzavo loro inserimento nella fabbrica. -
s
se Oliver Twist (Dickens )
.

Da un punto di vista politico, la rivoluzione industriale inglese significa il predomino militare


superiorità tecnica
dell'Inghilterra, oltre a quello navale. Inghilterra sconfisse Napoleone (il più grande militare e
generale della storia) poiché aveva una potenza militare da contrapporre a quella di

Con rivoluzione industriale nasce inoltre la moderna economia politica: nascono sistemi di
pensiero economico che ragionano e propongono delle teorie per spiegare lo sviluppo
economico di La ricchezza delle nazioni
↳ teoria econ ,
classica

Il fattore agricolo di lunga durata.


alla iv. uid
precedente
'

La «rivoluzione» agricola (nuove culture, rotazioni, bonifiche):

che aumentò la produttività della terra, rompendo il vincolo della sussistenza e


mercato urbano.

Aumento della produttività agricola, con il calo progressivo della parte della
popolazione impegnata nel settore primario (cioè agricolo)

le enclosures (recinzioni) che scardinarono le consuetudini legate


comune della terra, gli open fields (la terra smise progressivamente di essere di
tutti); - Agricoltura commerciale come nuovo modo di produzione

Aumento della popolazione, senza aumento dei prezzi agricoli, ma anzi un loro
calo. Meglio nutriti e salari relativamente più bassi

La rivoluzione industriale fu un processo molto lungo, a sua volta creato da processi

Il primo è il fattore agricolo: la rivoluzione industriale è stata resa possibile da una precedente

niche e vaste bonifiche che allargarono il territorio


coltivabile. Tutto ciò aumento la produttività agricola: improvvisamente la campagna inglese,

sussistenza. Maggiore produttività significa produzione di surplus agricolo che significa


possibilità di vedere questo surplus alle crescenti città, interessate dalla rivoluzione
industriale. Quando la rivoluzione agricola si incrocia con la rivoluzione industriale, la
pos

più provviste. Ciò presupponeva lo spostamento delle persone dalla campagna alle citta, dal
settore primario a quello secondario. Diminuisce quindi la popolazione agricola, aumenta
tuttavia la produzione alimentare, ciò rende possibile un surplus di manodopera e di cibo
gna inglese progressivamente si
-sussistenza tipica della società industriale e

grossa rivoluzione istituzionale, ovvero le enclosures. Esse sono la privatizzazione degli spazi
pubblici e della campagna inglese. Nel corso del 18° secolo la campagna inglese fu

chi non ne possedeva la terra per coltivare o raccogliere risorse, e i campi furono trasformati
in aziende agricole. Ciò fu una delle cause principali che incoraggiarono il trasferimento delle
persone dalla campagna alla città. Le enclosures privarono le persone di spazi comuni, terre
coltivabili e sostentamento che nei secoli preindustriali erano gratuiti e riservati a tutti. Le
enclosures favorirono da un lato la nascita di aziende agricole, ma anche la migrazione dalla
campagna alla città. Le persone senza sostentamento si riversarono nelle città, diventando

della produttività e produzione agricola. Questo aumento infatti non si tradusse nella trappola
Malthusiana, né in un aumento del costo della vita (se aumenta la domanda di pane,
solitamente aumenta anche il suo costo). Cibo a poco prezzo significava però anche salari
molto bassi.

Il fattore politico/sociale di lunga durata: enclosures, industriosità e proto-industria

Problema
capitalismo si sviluppò prima nelle comunità rurali e
a.

Ruolo proto-industrializzazione),
derivata dal putting out system. Dibattito sulla creazione della fabbrica (putting
out, proto industria, industria).

Importanza del potere politico (atti di navigazione e protezionismo,


imperialismo) - Rivoluzione industriosa (Jan van der Vries), come
desiderio, che diventa domanda di prodotti (anche coloniali, come
caffè, tea, etc.): produzione per il mercato e incipit alla trasformazione
socioeconomica
Acca

Le enclosures vengono considerate uno dei principali agenti del cambiamento, soprattutto
per Marx. Se

in

presupponeva un trasferimento delle ricchezze prima dalla collettività a pochi capitalisti


attraverso le enclosures, e poi dai pochi capitalisti agricoli al capitalismo industriale. Gli
storici odierni criticano questa tesi: Landes spiega la rivoluzione industriale senza

sociale le enclosures scardinarono alcuni principi della società inglese e favorirono

Molti storici individuano nel POS un fattore di cambiamento: alcune interpretazioni storiche
circa la nascita della fabbrica moderna credono che il moderno sistema di fabbrica e la proto-
industria (il sistema precedente al sistema di fabbrica: accentrare i lavoratori in un unico
capanno) avesse a che fare con i punti deboli del POS (inefficienza per la standardizzazione
prenditore). Gli storici, che hanno
cercato di capire le dinamiche cha hanno portato alla creazione del sistema di fabbrica,

successivamente si sono focalizzati sul prob


imprenditori avevano iniziato a pensare a un accentramento della produzione diverso per una
migliore organizzazione.
Molti storici credono che la situazione politica e geo- uto un

imperiale, a capo di un crescente impero coloniale gestito da atti di navigazione (monopolio


(i grandi commercianti
inglesi erano protetti dal potere politico).
Lo storico inglese Jan van der Vries si è focalizzato sul rapporto tra

otteneva prodotti
zucchero). Ciò suscitato nella popolazione inglese dei bisogni e desideri di consumare e ha

quale acquistare questo tipo di merci (per imitare i nobili e borghesi)


La popolazione inglese ha progressivamente accettato di diventare parte integrante del POS,
della proto- di
monetarizzazione della vita inglese è stato spinto dal desiderio di beni coloniali, che hanno
creato una rivoluzione industriosa.
NB; abbiamo due teorie completamente opposte: Marx afferma che il cambiamento sociale è
za alle enclosures, mentre Van der Vries afferma che ci
siano stati degli incentivi sviluppati dai nuovi desideri dell'Inghilterra.

l fattore commerciale di lunga durata: Imp./Exp. e imperialismo

Gran Bretagna come grande potenza imperiale e coloniale, che ha «superato»


(Portogallo e Spagna) e scontro
con Olanda e Francia Ruolo centrale dello stato «fiscale-militare», come
grande attore del processo di accumulazione e espansione commerciale

Tesi di Landes: a differenza di Spagna e Portogallo, la Gran Bretagna non


aveva ricchezze (oro e argento) con cui coltivare gli agi della classe
dirigente.

Tesi di Adam Smith, che Landes riprende: le colonie (molto più popolose e
culturalmente «moderne») rappresentavano:

o
o Una fonte importante per approvvigionare la nascente industria
(cotone)
o
o Sbocco per la produzione industriale inglese
o

I mercati esteri erano comunque decisivi nella fase iniziale


fosse sorretta da
una crescita endogena del mercato è sostanzialmente sbagliata. in particolare,
nuovo mondo come riserva di terra per le popolazioni e sbocco per le merci

Durante la rivoluzione industraile ha progressivamente gli altri imperi coloniali concorrenti


(Spagna, Portogallo, Olan
da un punto di vista commerciale ed economico più efficiente rispetto agli altri imperi. Ciò ha
→ Tesi

politico più efficiente poiché ha trovato degli incentivi. Questi incentivi sono la mancanza
nelle colonie inglesi di oro e argento, a differenza della Spagna e Portogallo che hanno
trovato ingenti ricchezze nelle loro colonie, facendoli adagiare sugli allori. Ciò si tradusse nel

alle potenze coloniali che cercavano di fornire l

stimolo imprenditoriale: la classe dirigente inglese non si adagiò, ma al contrario, approfittò


degli imperi co

Le colonie inglesi, dato che avevano risorse diverse dal comune, diventarono per l'Inghilterra
delle colonie di popolamento e furono inoltre inserite nella messa in valore internazionale

molte persone si trasferivano dall'U.K. agli USA.).


rcare di mettere a

iniziano ad essere abitate da molti inglesi; questi cercano di mettere a frutto gli spazi

metalli preziosi). Quindi crearono attività economiche che potevano essere collegate con la
madrepatria. Le colonie
colonie inglesi diventarono, quindi, un importante fonte di approvvigionamento (cotone).
Grazie alle colonie di popolamento, le persone che non trovano un livello di vita
soddisfacente in Inghilterra (a causa delle enclosures, inurbamento, crisi sociali derivate
ilizzano le colonie come valvola di sfogo. Si creano i
presupposti per una transizione sociale pacifica. Inoltre le persone che vanno a vivere in
queste colonie, da un punto di vista della produzione di beni, restano dipendenti dalla
produzione industriale inglese. Tra colonie ed Inghilterra si instaura questo tipo di rapporto:
le colonie forniscono le materie prime e acquistano i beni industriali.
Sia per Landes che per Adam Smith, le colonie rappresentano uno sbocco commerciale
importante per la prima industrializzazione (consumano parte della produzione industriale
inglese). Le colonie garantirono degli sbocchi prima che si sviluppasse il mercato nazionale
inglese. Le colonie importavano tutto dalla madrepatria.
Significato del
commerciale, che è la differenza tra quello che uno stato esporta e quello che importa. Se uno
stato importa più di quello che esporta, la bilancia commerciale è passiva. Nel 17° secolo le

passiva (importava più di quello che esportava). Nel 18° secolo la situazione cambia: si ha
una bilancia commerciale positiva (si esporta più di quello che import
-
l'Inghilterra assume progressivamente un ruolo centrale nei commerci internazionali.
L'Inghilterra diviene un grande mediatore che importa anche beni che provengo al di fuori del
suo impero coloniale, ri-esportandole altrove.
Un altro dato importante è l'aumento progressivo del peso delle importazioni delle materie
i di beni industriali o
-esporta con un alto

cotone grezzo per esportarlo filato (che vale molto di più).

Il fattore infrastrutturale di lunga durata. I trasporti

Una dinamica di intensificazione dei trasporti (da principio usando la via fluviale),
poi via ferrovia che consentirono il fiorire dei mercati urbani interconnessi e a
loro volta crearono nuovi mercati (in entrata e uscita)

Favorendo gli approvvigionamenti alimentari di masse di lavoratori crescenti

Favorendo gli approvvigionamenti di carbone (energia chiave) nelle industrie


in localizzazioni non necessariamente vicine ai coalfields.

Ruolo simile nel trasporto marittimo (UK come economia insulare)

Si innesta su una preesistenza rete commerciale globale e coloniale, che ha


diffuso anche nuovi prodotti e creato nuovi bisogni.
Il fattore infrastrutturale è un altro fattore di lunga durata importante che ha reso possibile la

possedeva una buona integrazione del territorio nazionale attraverso una rete di trasporti
efficiente, le quali furono soppiantati dalla creazione della ferrovia. Le infrastrutture sono

inglese in una società ed economia di mercato. È fisicamente possibile trasportare merci e


beni, attraverso sistemi efficienti. Ciò fa sì che i mercati urbani possano essere collegati
facilmente con i porti atlantici (dai quali si riceve le materie prime), sia dai siti di produzione
di materi prime nazionali, sia da siti dove si producono beni non necessari alla popolazione
cittadina.

masse di lavoratori crescenti. Grazie a questa rete di transporti il carbone viene trasportato
facilmente in
commerciale e coloniale.
Il fattore energetico di lunga durata.

Il carbone e gli incentivi ad una «coal economy».

Il Regno Unito possedeva dei vantaggi naturali (le cosiddette «dotazioni


di fattori produttivi») decisivi: il carbone

Importanza per innescare innovazioni «a cascata»: come sostituto a basso costo


e alta resa del legno che era la base della metallurgia

Rapida crescita della popolazione, urbanizzazione etc. non avrebbero


fonte
energetica.

Infatti applicazioni a tutto tondo (industrie a base di bollitura, saponifici,


zuccherifici, cartiere, vetrerie, mattonaie, lavorazione non ferrosi).
Il carbone, il fattore energetico, può essere considerato un fattore di lunga durata che spiega il
motivo per cui la rivoluzione industraile è avvenuta in Inghilterra. Il carbone rappresenta per
-incentivo alla creazione del sistema di fabbrica per diverse ragioni.
ttima
qualità e si trovava in abbondanza. Possedere una fonte energetica a basso costo e più
efficiente delle tradizionali fonti energetiche ha fatto scaturire in Inghilterra una dinamica di
innovazioni a cascata, che ha fatto sì che il carbone si diffondesse e venisse usato in un
maggior numero di applicazioni. (Sostituire il legno con il carbone è un fattore necessario per

era impossibile soddisfare i bisogni energetici di una popolazione con il legno. Un territorio
relativamente piccolo come l'Inghilterra non aveva foreste sufficienti per produrre ferro,
calore e basi energetiche a partire dalla legna, ma il carbone sì. Anche quando il carbone ha
iniziato ad esaurir
del carbone, ha cominciato ad estrarlo dal sottosuolo. Il basso costo del carbone e la sua
ottima qualità hanno fatto sì che il carbone venisse utilizzato non solo nelle industrie dove era
necessario (metallurgica), ma divento la base di tutte le produzioni che utilizzavano fonti

((Ovviament
tecnologiche (pompe))
(2011).

Stimolo per tecnologie labour-saving fondamentale creato dal mix di salari


alti e costo energico basso.
In altri paesi, la macchina a vapore non avrebbe avuto la stessa diffusione, o per il costo alto
del carbone, o per il costo basso della manodopera (no incentivi).

successivamente, con ulteriori innovazioni in termini di resa energetica, il carbone


diviene poi utilizzabile anche in contesti di manodopera a basso costo.
Come si vedrà, negli Usa il costo del lavoro sarà ancora maggiore, dando vita a forme di
meccanizzazione ancora più importanti.
La tesi di Robert Allen ha messo in relazione il carbone con la struttura sociale, salariale e
reddituale della popolazione inglese durante la rivoluzione industraile. Lo storico affermò che
I salari alti /costo energetico basso)
ha senso mettere in campo delle strategie di labour-saving. Una fonte energetica comune può
consentire di risparmiare sulla manodopera. I salari inglesi anche se non erano alti, comparati
al reddito medio di altre nazioni in Europa, erano abbastanza elevati. Il carbone quindi
rappresenta un incentivo per la creazione di macchine solo dove i salari sono abbastanza
elevati da avere bisogno di sostituire la manodopera con i macchinari. Laddove i salari sono
bassi sarà più efficiente e meno costoso ricorrere alla forza umana.
Secondo Allen, la macchina a vapore in un altro paese non avrebbe avuto lo stesso impatto
perché non ci sarebbero stati gli stessi incentivi ad utilizzare una macchina a vapore al posto
della manodopera. Secondo Allen, questa teoria è valida solo per la prima fase

alla concezione di potere «sfruttare» la natura. Bacon, Newton, la Royal Society


I cambiamenti infatti non furono solo economici e sociali, ma anche culturali e intellettuali
(Ashton)
Tesi di Joel Mokyr: la progressiva formazione di un sapere pratico, orientato verso la
meccanica,

Tesi di Max Weber: lo spirito protestante e sostrato religioso (da comparare con Sombart,
Tawney, e con Marx) ↳ idee orientate / progresso
v

Tesi
dei
brevetti, incentivi e ricompense):

Alla radice delle interpretazioni sul ruolo della «imprenditorialità» come fattore economico
importante.

Secondo capitolo: il processo di industrializzazione europea ed extra-europea.


La storiografia economica si è a lungo interrogata

First mover e late comparata - I


modelli di sviluppo: affinità e divergenze rispetto a quello inglese.

Alcuni in
che modo sono legati e slegati al caso europeo

Interconnessioni nello sviluppo europeo o una «conquista pacifica». Quindi non


semplicemente un trasferimento dal centro alla periferia, ma una diffusione
pluri-centrica
Il processo di industrializzazione ha un aspetto globale, che ha permeato altre società e paesi.

produzione. Il processo nelle società avviene in maniera diversa, seguendo logiche diverse,
con fattori diversi e con peculiarità specifiche. La storiografia economica nel cercare di capire

artificiale tra il first mover late comers. Da


un lato adotteremo un approccio classico (da paese a paese), il processo di industrializzazione
è però un processo planetario, globale ed interconnesso. Quando si parla di sviluppo
economico e industrializzazione, dobbiamo tenere in considerazione le interconnessioni tra i
vari paesi. Non possiamo considerare i paesi come luoghi isolati e privi di legami gli uni con
o e in modo discontinui in diversi
territori, anche senza che vi fossero contatti diretti.

Il problema storico della «arretratezza» come chiave per capire i modelli di sviluppo
industriale dei paesi.
Inghilterra: sviluppo economico nella gradualità del lungo periodo e seguendo
imprenditori etc.
(cf. cap. 1)

Prob.

Rostow: economia tradizionale fase take-off


diffusa società di massa.

Visione superata da Gerschenkron. Le caratteristiche dei processi di


industrializzazione degli altri paesi (G. analizza casi molto disparati,
dal grado di arretratezza che ha
preceduto lo sviluppo economico:

o Determinando la velocità di sviluppo e di industrializzazione (i


paesi più arretrati hanno tassi di crescita più intensi). Fattori
quantitativi
o

o Determinando «fattori sostitutivi» rispetto al modello originario


inglese basato sulla gradualità della trasformazione. Fattori
qualitativi
o
o Che
Fattori istituzionali
o

Quando parliamo di sviluppo comparato, ovvero il tentativo di cercare di descrivere i paesi

storici economici è quello di arretratezza economica


rec
sviluppo economico e far sì che un paese non ancora sviluppato industrialmente recuperasse
ratezza hanno
seguito due filoni di pensiero (rostow o Gerschenkron).
Rostow
incline a considerare il modello inglese come applicabile agli altri casi. Non, però, nella
lunga
necessari dei prerequisiti
poteva

sviluppasse. Una volta che un paese era in grado di creare questi prerequisiti assisterà ad un
take off. Dopo aver creato i prerequisiti, il paese decollerà verso uno sviluppo economico che
porterà risultati simili a quelli inglesi. Rostow aveva una visione positiva del modello inglese
e del processo inglese come possibile modello per gli altri paesi.
Alexander Gerschernkron che

paesi, ma cercare di capire le caratteristiche storiche che creavano diversi approcci

avuto nel suo processo di industrializzazione dipendessero dal grado di arretratezza di


ogni paese. A seconda del loro grado di arretratezza relativa, i paesi dovevano mettere in
campo delle strategie di sviluppo diverse. Più il paese è arretrato, più veloce ed efficaci
dovranno essere le sue strategie: i paesi più arretrati hanno tassi di crescita più intensi.
, il grado di arretratezza determina la velocità.
Gerschernkron credeva che un paese si sviluppasse attraverso quelli che chiamava
sostitutivi
mia inglese sono irripetibili, quindi ogni paese cerca di accelerare il suo
sviluppo, mettendo in campo dei fattori propri che si adattino alla sua società e che
consentano la fase di decollo. Il modello inglese non è più considerato un modello vero e
proprio: è utilizzato come modello per scorgere le differenze degli altri paesi e i fattori
considerazioni quantitative (velocità dello
sviluppo) e considerazioni qualitative (i fattori sostitutivi) e istituzionali (ostacoli)
I fattori sostitutivi, istituzionali, i fattori che sono messi in campo da ogni singolo paese

titutivi, gli ostacoli dello


sviluppo economico vengono superati.

«
solo quando lo sviluppo industriale poté iniziare su larga scala, la tensione tra la situazione

divenne abbastanza potente da abbattere gli ostacoli e sprigionare le energie destinate a


realizzare il progresso industriale» Gerschernkron

Questo esclude le dinamiche e i fattori di lunga durata e fa leva sui


cosiddetti «fattori sostitutivi»: Banche, Stato e Ideologia. Ovvero, fattori che
intensificano il ritmo dello sviluppo e differenziano la struttura della produzione
industriale.

Detto questo, per Gerschenkron esiste un «take-off» o decollo vero e proprio.


Fatto discutibile.

sostituivi rompono questa logica, creando gli incentivi.


I fattori sostitutivi sono principalmente 3:

14. Le banche di investimento: un tipo specifico cdi banche, che Gerschernkron


chiama le banche miste,
Gerschernkron afferma che in alcuni paesi si sviluppano banche di
nuovo tipo che sono in grado di supportare lo sviluppo industriale.
15.
16. Lo Stato: ovvero le politiche statali che hanno creato degli incentivi.
17.
18. L'ideologia:
qualcosa di positivo: uno scopo e non un mezzo.
Questi fattori hanno intensificato il ritmo dello sviluppo industriale: hanno quindi giocato sui
fattori quantitativi, hanno consentito ritmi di sviluppo più sostenuto. Dall'altro lato hanno
determinato i modelli nazionali di industrializzazione: non tutti i paesi hanno avuto delle
dinamiche e dei risultati, in termini di industrializzazione, simili. Questi fattori hanno quindi
influenzato la struttura industriale.
Gerschernkron era convinto di poter comunque individuare una fase di decollo, a seguito di
questi fattori sostitutivi.

Il vantaggio tecnologico dei late comers rispetto ai first movers: subito in grande, subito

Fenomeno di accumulazione di stock di innovazioni, senza la gradualità della Rivoluzione


industriale. Possibilità di importare tecnologia come fattore decisivo, ma anche le difficoltà
attuative.
Necessità di:
Capitali per avviare un processo di sviluppo «in grande» per grado di
innovazione e per dimensione

Manodopera
quella urbana.
Qui entrano in ballo i «fattori sostitutivi».
Gerschernkron parte dal problema della tecnologia: nel processo della rivoluzione industriale
inglese la tecnologia ha svolto un ruolo estremamente importante sia per quanto riguarda i
fattori energetici, per l'organizzazione della produzione di fabbrica, per prodotti e per la
transizione da una società agricola a una società alla società industriale. Le innovazioni della
rivoluzione industriale hanno impiegato decenni prima di diffondersi e trovare una forma
ottimale. (Tra la macchina di Newcomen (macchina non efficiente) e la macchina di Watt
(cominciava ad essere efficiente) sono passati decenni. Successivamente la macchina di Watt
ha raggiunto delle performance energetiche decenti dopo del tempo).
Secondo Gerschernkron, i late comers non dovevano cominciare dalle basi e reinventare
tutto. I late comers, paesi che si sono sviluppati dopo l'Inghilterra, hanno il vantaggio di poter
cominciare il processo di industrializzazione con la disponibilità della tecnologia più
efficiente. La tecnologia inglese e le fabbriche inglesi sono arrivate a dimensioni produttive e
a criteri di efficienza in maniera lenta e graduale. Un paese che, però, si industrializza
successivamente (late comers) non deve necessariamente cominciare la piccola fabbrica (per
poi progressivamente ingrandirla). Può cominciare a sfruttare immediatamente le economie
di scala di una tecnologia e produrre immediatamente in grande. In un paese sottosviluppato
un impresario costruisce la stessa industria presente in un paese sviluppato perché il criterio
di efficienza economica impone una dimensione ottimale indipendentemente dal luogo.
Un late comer ha un vantaggio di utilizzare immediatamente la tecnologia più avanzata,
senza ripercorrere tutti gli errori e le prove della prima industrializzazione. Inoltre un late
comer lo deve fare velocemente, senza seguire un processo graduale. Questo perché la
tecnologia può essere importata, si diffonde e si trasferisce.
Tuttavia per un paese arretrato ci sono delle difficoltà: nonostante questi due vantaggi (la
possibilità di avere una tecnologia avanzata ed evitare i bisogno di capitali,
necessari per costruire un'industria grande, sviluppata e tecnologicamente avanzata. Non
bastano i piccoli capitali o l'imprenditorialità di Landes (qualcuno che attirato dagli incentivi,
dal piccolo arriva il grande). Servono i capitali gli investimenti per costruire delle imprese
grandi, per utilizzare una tecnologia all'avanguardia e per dare vita a un processo di
industrializzazione tardiva, che non può permettersi il lusso di andare avanti in maniera
progressiva.
Secondariamente, secondo Gerschernkron c'è bisogno della classe operaia, ovvero
manodopera. Non si può aspettare che l'industrializzazione crei progressivamente
l'urbanizzazione e nemmeno a una transizione di lungo periodo come quella inglese, durata
secoli. È necessario accelerare tutto, quindi, c'è bisogno di strumenti finanziari nuovi, di un
potere politico ideologia che
supporti questo tipo di scelta. Secondo Gerschernkron, in questo caso entrano in campo i
fattori sostitutivi come leva fondamentale per avviare il processo di industrializzazione
tardivo.

La banca e il finanziamento industriale

-industriale). Ruolo della

In un paese relativamente arretrato, invece, le necessità di capitali per avviare

avuto bisogno di strutture finanziarie adeguate.


Il ruolo della banca mista

Associare
quella a lungo termine degli investimenti industriali

Nuove banche (esempio francese del Crédit Mobilier) nel finanziamento

Fenomeno «performativo» anche nei confronti della vecchia finanza


commerciale (I Rothschild)

Diffusione nei diversi paesi europei del modello di banca mista che «unirono
attività a
breve termine della banche commerciali». Germania, Italia, Austria, Belgio,
Svizzera.

Il primo fattore sostitutivo è la banca e il suo ruolo nel finanziamento industriale. Quello
inglese è un caso di un'industrializzazione senza banche. L'Inghilterra è diventata un paese
ondra stessa, capitale
finanziaria dell'800, non svolgeva alcun tipo di ruolo nel finanziamento industriale. Era raro
che un imprenditore inglese utilizzasse le banche di Londra per sviluppare propri
investimenti: usavano i propri capitali propri, dando vita a piccole imprese che
progressivamente si sviluppavano. Londra serviva soprattutto il commercio internazionale e
striale ha
fatto sì che nascesse una nuova organizzazione, la banca mista. Ovvero, una banca in grado
di aiutare l'industria a svilupparsi. Si chiama mista perché è di nuovo tipo e compie
contemporaneamente due tipi di attività: l'attività a breve termine, tipica di tutti gli istituti
bancari, associata alle attività di lungo termine del finanziamento industriale. (Le banche
commerciali tipiche fanno operazioni a breve termine (6 mesi, 1-2 anni). Nei vari paesi
europei in Francia, Belgio, Germania sono nate delle banche che facevano entrambe le
operazioni: operazioni a breve termine e operazioni a lungo termine (dei prestiti, un
investimento industriale diretto). I conti correnti servivano proprio per fare massa e per
raccogliere i capitali che poi la banca impiegava lungo termine. Queste banche giocavano su
questa asincronia che esiste tra le operazioni a breve e le operazioni a lungo termine per
mantenere in equilibrio la loro attività di investimento industriale. Tutti i soldi che venivano
depositati sui conti correnti, venivano impiegati dalla banca per compiere investimenti
industriali. Il primo esempio di questo tipo di banca è il credit mobilier, un'istituzione

difficile far combaciare gli impieghi a corto termine con gli impieghi a lungo termine e
quando i correntisti richiedevano i loro soldi, le banche non si trovavano più con i capitali per
le operazioni a lungo termine e si creavano i crack.
La fragilità delle prime banche miste è stata superata aumentando i centri di raccolta: una
delle prime banche di finanziamento industriale moderna raccoglieva a raccogliere molto
capitale grazie a tanti sportelli, che convogliava nel finanziamento industriale.
Quando nascono queste banche miste, il finanziamento industriale proposto dalle banche
miste ha un effetto performativo nei sistemi finanziari. Anche le vecchie banche
commerciali, comandate da dinastie imprenditoriali e dai grandi capitalisti dell'epoca,
progressivamente hanno cominciato a fare operazioni di investimento industriale e ad
interessarsi alla crescita industraile.
Il modello della banca mista si diffonde in quasi tutti i paesi europei al di fuori
dell'Inghilterra: dove c'è un problema strategia economica ed industriale, la soluzione
finanziaria è quella di creare delle banche miste.

Il ruolo dello stato

alizzazione. Lo stato, invece, può

Con le riforme agrarie (abolizione della servitù della gleba ad esempio, come base
per la creazione della manodopera moderna)
Con creare un
mercato nazionale, esempio dello Zollverein tedesco del 1834, ma anche delle
infrastrutture francesi).
Si può aggiungere allo schema di Gerschenkron:

Ruolo paese. Caso della


Francia e del «Code minier» del 1810

Ruolo tecniche
specifiche (casi delle Ecoles degli ingegneri francesi o della riforma
Humboldtiana prussiana)

Il ruolo dello stato è il secondo fattore sostitutivo


si è svolto quasi in assenza dell'intervento statale. La politica e le istituzioni politiche inglesi
erano inclini al liberismo e al non intervento. L'Inghilterra non ha dato vita a istituzioni
specifiche per l'industria; infatti in Inghilterra i fattori di lungo periodo, che hanno che fare
con la politica e la società, hanno lavorato in autonomia, Secondo Gerschernkron, invece,

dell'industrializzazione, un fattore sostitutivo. Con delle politiche specifiche, degli interventi


specifici ha aiutato a mettere in atto delle strategie, ha pensato agli incentivi ed ha adottato
misure con lo scopo di aiutare il processo di industrializzazione.
Gli incentivi possono essere indiretti, come ad esempio, una riforma agraria, che elimina il
servaggio della gleba (libera i contadini dall'essere ancorati alla propria terra). Ciò consente
loro di diventare operai e creare i prerequisiti per la creazione di manodopera industriale. Gli
Stati possono mettere in atto delle riforme istituzionali sul mercato, creando un mercato
nazionale, aiutare l'integrazione economica del paese e creare delle infrastrutture specifiche.

e un'integrazione commerciale nazionale che era pre-esistente all'industria. In Francia, prima

Alcuni stati non esistevano ancora come stati ufficiali (Germania, Italia), in molti casi erano
province o unità politiche separate.
Per questo motivo, il mercato di fabbrica che è insita in un territorio poco più grande di una
provincia, non ha possibilità di svilupparsi senza un mercato nazionale. I late comers si sono
posti il problema di come creare il mercato nazionale e le infrastrutture. Lo stato ha finanziato
la costruzione di infrastrutture: i canali in Francia (che hanno reso il mercato nazionale più
unificato), le strade, le ferrovie. Lo Stato ha promosso anche riforme istituzionali, come il
Zollverein. In Germania, prima dell'unificazione, questa riforma ha unificato il mercato degli
Stati tedeschi, unificando la moneta, eliminando i dazi doganali interni e creando quindi un
mercato tedesco (prima che esistesse lo stato tedesco).
Oltre alle riforme istituzionali e agli investimenti infrastrutturali di cui parla
Gerschernkron, vi sono altri modi con cui uno stato può intervenire per aiutare a
creare dei fattori, utili per incentivare il processo di industrializzazione. Ad esempio, in
Francia, late comer e paese in cui lo stato svolge un ruolo importante nella nel processo di
Code Minier

non è la strategia militare, ma è la potenza industriale inglese e la potenza dei cannoni inglesi.
La Francia doveva quindi rendere più efficiente il materiale strategico principale per
l'industria e per le armi, ovvero il carbone e il ferro (tutte le risorse del sottosuolo). Viene
creato il Code Minier, che stabilisce che tutte le risorse del sottosuolo sono di proprietà dello
Stato, ma verranno concesse a dei privati per sfruttarle razionalmente. Nascono, da qui, le
principali compagnie ed imprese minerario-siderurgiche francesi. Il ruolo dello Stato è quindi
vigilare affinché le risorse non vadano sprecate (le risorse non sono private, sono dello Stato).
Per cui, con il Code Minier si creano le concessioni, un corpo di ingegneri di stato che deve
sorvegliare ogni miniera affinché gli imprenditori svolgano bene il proprio lavoro e crea delle
scuole pubbliche che formano gli ingegneri. Perciò, lo Stato cerca di creare una classe

cosa succede in Germania).


In paesi come la Francia e la Germania, la creazione di una classe di ingeneri che possa
incentivare il processo di industrializzazione viene affrontata a spese dello Stato. In
Inghilterra, invece, non esistono scuole di ingeneri, essi si formavano in campo (lavorando).

dello Stato non era necessario grazie alla lunga transizione, etc..

Le banche e lo stato da sole non bastano a spiegare


europea. In parte, sono i livelli di arretratezza che rendono inutili o inattuabili questi primi
due fattori sostitutivi (es. Russia zarista).

Es. Saint Simon (1760-1825) nel caso della Francia (e non solo).
«industrialista», come religione della «vera nobiltà»

Es. Frederich List (1789-1846) nel caso della Germania (e non solo).

ideologia: le banche e lo stato da sole non bastano a spiegare il


azione europea. Per immaginare una banca e uno Stato che
considerino l'industria come una priorità, c'è bisogno di un'ideologia industrialista, come
afferma Gerschernkron. Un'ideologia che è in grado di rompere le resistenze della vecchia
classe politica non-industriale. Nei suoi studi, Gerschenkron nota che la Russia, nonostante

in altri
ndustrializzazione ed hanno creato
un consenso verso le politiche di industrializzazione.
Gerschenkron individua 2 ideologie principali:

1. ideologia di Saint Simon: (aristocratico francese che vedeva solo gli


aspetti positivi

miglioramento, modernizzazione e crescita della società francese. Saint Simon


aveva creato una setta, professando idee pro-industria. Dentro questa setta, hanno
vissuto persone che nei decenni successivi diventarono figure di spicco nella
politica ed economia
strumenti
finanzi delle attività positive in sé.
positivo per sé.

2. ideologia di Frederich List: in Germania List fu uno dei primi ad aver parlato di

politica tedesca, le idee sui

Esempio di «incentivo ideologico» o di ideologia come «fattore sostitutivo»

feudalismo finisce solo con lo sviluppo industriale del paese.


In Inghilterra: R

forzi.

preindustriale
Ruolo dei saint-simoniani:
-

ndustria.
- Tra i saint-
francese di metà XIX secolo (Chevalier, i Pereire, De Lesseps, etc.)
Lezione 21/10/21 sesta lezione
Il «big spurt» o «take off»
- Un ulteriore concetto Gerschenkorn è quello di «big spurt», ripreso dal concetto di
Rostow di «Take off» e da Kutznez, secondo cui il processo di industrializzazione è
passato attraverso una fase di crescita intensa.
- ea del sud anni
1950) e secondo Kutznez è anticipato da una fase intensa di investimenti e
accumulazione che incide nella disuguaglianza (poi assottigliata durante il pieno
sviluppo).
- Gerschenkron lo collocava dopo una fase di sviluppo di «fattori sostitutivi» che
sprigionava una dialettica tra sfide e risposte.
- Questo concetto è meno utile e più controverso, in quanto si individua difficilmente il
«take off» o «big spurt» industriale su scala nazionale. Però il problema, non è solo
quello del «decollo» nazionale (quindi la fase iniziale), ma i modelli di sviluppo
nazionali e sovra/infra nazionali

sviluppo economico si sono interrogati per lungo tempo sul problema del decollo, ovvero il
-
-
do di rapida crescita che
successivamente viene convertito in industria. L'interpretazione di Kutznez è molto simile a
quella di Rostow. Gerschenkron affermava che un paese era pronto ad industrializzarsi
quando aveva preparato i suoi fattori sostitutivi,

discusso a lungo da generazioni di storici, che studiarono analisi del PIL e si accorsero di
diversi aspetti.
Le successive generazioni di storici capirono che ogni paese aveva diversi ritmi di crescita,

In altri
paesi la crescita è stata più regionale e settoriale (nel PIL, indicatore macro-economico,
tutto ciò è nascosto).
Gli storici, inoltre, capirono che era necessario capire che il processo internazionale europeo
di industrializzazione, che ha avuto dei risvolti regionali e territoriali forti, deve essere
osservato tenendo presente i fattori e le dinamiche sovra-nazionali e non come un processo
che ha portato risultati uguali in ogni paese.
Manodopera, salari e consumi
- vvenne in contesti che, in modo diverso dal caso
inglese, non esprimevano livelli salariali equiparabili, nè un mercato interno che
garantisse uno sbocco alla produzione industriale.
- In maniera diversa rispetto al caso inglese, molti dei paesi «late comers» o inseguitori,
non avevano neanche le colonie come riserva di terra, prodotti e mercati.
- Infine, le dotazioni naturali diverse (cf. approccio di Robert Allen), mescolate a livelli
salariali più bassi, non rendevano necessariamente evidente il vantaggio di adottare
tecnologie «labour saving».
- In generale, molti fattori di lungo periodo spiegano in buona parte le diverse vie

Dal punto di vista della manodopera, dei salari e dei consumi, in Inghilterra uno dei principali
cambiamenti introdotti dalla rivoluzione industriale è il cambio radicale della struttura sociale
del paese, che crea il proletariato, il mercato e delle strategie generalizzate di labour saving, a
loro volta appo

Molti paesi si sono industrializzati anche se la manodopera costava molto meno rispetto a

paragonabile a quello inglese (con manodopera pagata poco difficile sviluppare mercato
interno). Molti paesi si sono industrializzati con dotazioni naturali completamente diverse da
quelle inglesi. L'Italia per esempio è senza carbone, altri paesi come la Francia ed il Belgio,

Osservare il processo di industrializzazione da un punto di vista internazionale, ci consente di


capire molte dinamiche dello sviluppo economico, che guardate da un punto di vista
nazionale si perderebbero. La rivoluzione industriale rappresenta dei paradigmi tecnologici
che hanno plasmato lo sviluppo economico nel suo complesso. Il paradigma del carbone, del

paradigma si è sviluppato in Inghilterra, è stato diffuso come modello altrove.


Le diverse dotazioni, i diversi punto di partenza e le diverse strutture produttive e sociali dei
vari paesi, hanno dato come risultato degli indicatori macro-economici diversi da un caso
cettuale unica, che

industrie in tutto il mondo sono simili, così come le tecnologie usate, ma la struttura della
società in cui le industrie si sviluppano cambia da paese a paese, e restano ancorate a
dinamiche di lungo periodo (dotazioni naturali).
La crescita del PIL in Europa (1800-1913)
È stato posto a 100 la situazione del 1800, ciò permette di misurare quanto è cresciuto il PIL
a un andamento di crescita abbastanza sostenuto lungo

della 1° guerra mondiale il PIL europeo è sei volte maggiore di quello del 1800. Dal punto di
vista annuale vi -
capite è analoga, anche se la crescita è meno rapida. Questa tabella mostra che lo sviluppo
rra
precedentemente si era sviluppata dello 0,5). Il PIL è un indicatore estremamente generale,
dietro a queste crescite vi sono forti differenze settoriali, regionali e territoriali. Il PIL include
zone che non si sviluppano e altre zone che crescono rapidamente. Il risultato macro-
economico che evidenzia una crescita sostenuta nasconde crescite nazionali diverse.
Popolazione europea, 1800-
La popolazione, altro indicatore importante per capire la transazione tra regimi demografici
antichi e moderni. Uno dei fattori che ha plasmato la società inglese è la possibilità di crescita
demografica e la rottura della trappola Malthusiana. Dal punto di vista della popolazione,
one raddoppia. Alcuni paesi hanno
crescite importanti, altri paesi non hanno crescite sostenute (l'Irlanda per sottosviluppo
industriale e per carestie non ha uno sviluppo demografico). In altri paesi vi è un grande
sviluppo demografico, senza sviluppo industriale vero e proprio (la Russia triplica i suoi
abitanti senza un processo di industrializzazione del paese).
Reddito pro capite (UK = 100) e tasso di crescita (medio annuo)
Usando come base 100 la situazione di un cittadino inglese del 1820, si è misurato il reddito
pro-capite della popolazione di altri paesi.
Nel 1820, quando il processo di industrializzazione europea è ai suoi inizi, vi sono paesi in
-capite è di 62, poco più
della
leggermente migliore. Il reddito pro-capite del Giappone e della Russia invece è
estremamente basso (40 e 43). 50 anni dopo la situazione si modifica, molti paesi hanno
avuto un buon grado di industrializzazione e che hanno dato vita a sviluppo economico. Il
Belgio, ad esempio, arriva a 81; gli USA arrivano a 75. Ci sono altri paesi che, nonostante
-capite che è più basso di quello del 1820. Ciò

-capite più importante


zzazione non ha coinciso con un aumento
generalizzato del reddito pro-capite (la manodopera a basso costo). Nel 1913 gli Stati Uniti

e migliori condizioni di vita. In Russia, ad esempio, nel 1913 il reddito pro-capite è un terzo
di quello inglese, in Italia solo la metà.
Ciò significa che alla fine di questi 100 anni di sviluppo economico vi sono paesi in cui il
reddito pro-capite è cresciuto più di altri e ha sortito effetti macro-economici più visibili. Le
strutture sociali sono completamente diverse; nonostante ci sia stato un fenomeno di
industrializzazione, il risultato è completamente diverso.
PIL e settori economici
Comparando vari paesi europei e gli Stati Uniti, possiamo notare quanta parte del PIL è

dell'agricoltura e il terziario in ogni paese, sia dal punto di vista del PIL che della
popolazione.

popolazione occupata dal settore primario, si passa dal 40% al 9% per quanto riguarda il PIL
e dal 23% al 10% per la popolazione. Ciò significa che il modello di sviluppo inglese ha

ari incentivando
In Francia, invece, non vi è questa grande transizione dal primario a secondario. Il settore
primario cala in termini di PIL, ma non così tanto per quanto riguarda la popolazione attiva
nel primario. Ciò significa che la Francia continua ad essere agricola, la sua struttura
produttiva ha avviato dei processi di industrializzazione ma se

La Germania è una via di mezzo tra il modello francese ed inglese: il PIL prodotto

del terziario rimane alterato.

italiana attiva nel primario. Si ha un piccolo aumento per il secondario ed il terziario.

isvolti
commerciali e di consumo più pronunciati di altro. Gli Stati Unito è il primo paese che si
affaccia alla società dei consumi di massa. Dal punto di vista della popolazione, vi è un calo
drastico della popolazione attiva nel primario senza, però, che la parte di PIL venga

Ci sono processi disviluppo che assomigliano ad un sottosviluppo (caso italiano) ed altri


terziario.
Quale modello per lo sviluppo economico europeo?
-
industrializzano simultaneamente).
- Ma con forti differenze al suo interno (il cosiddetto «dualismo» o «divario
regionale»).
-
possibile tipologia interpretativa regionale può fornire più informazioni di quanto si
evince da più ampi aggregati nazionali», Sidney Pollard, 1981, p. 6.
- Distinguere quindi fra un dato macro-economico nazionale e un dato regionale,
costituito da territori «sovranazionali» (o regionali) che si industrializzano seguendo
dinamiche comuni.

europea vi sono vaste aree di sottosviluppo, non interessate dalla modernità.

stati, che si sviluppano seguono pattern simili ed avendo dotazioni naturali simili ed altre che
rimangono arretrate. Quindi per quanto riguarda lo sviluppo di un paese, dietro ai dati macro-
economici complessivi di un paese, è necessario considerare il divario. Lo sviluppo è quindi
differenziato, regionalizzato e con forti dualismi.
vista dello sviluppo regionale. Pollard scrisse paragonando
nteri. Pollard credeva
che il processo di industrializzazione andava analizzato gradando all'Europa come una serie
di regione diverse e non guardano i paesi. Secondo Pollard era più semplice comparare le
zone minerarie dello stesso tipo appartenenti a diversi paesi, invece di paragonare con due
paesi come entità amministrative separate. Nonostante le considerazioni sul grado e le
modalità di sviluppo, esiste il problema del dualismo e di uno sviluppo sbilanciato.
Pov Gerschenkron e Pollard
- Gerschenkron contesto internazionale come sfondo del processo di
industrializzazione.
- S. Pollard Politiche nazionali e contesto regionale che si influenzano mutualmente.
- Però in un'ottica che Pollard definisce di «differenziale della contemporaneità», che
influiscono a creare varie versioni del capitalismo industriale e che assegnano quindi
una diversa importanza relativa a industrie specifiche.
-
meno rilevante per la Russ -Ungarico.
- A tecnologie uguali, corrispondono fasi di sviluppo e significati diversi, rispetto ai
sistemi nazionali e regionali
Anche Gerschenkron si interessa al panorama internazionale, comparando i vari paesi,
cercando di capire le dinamiche di sviluppo economico internazionale. Gerschenkron fornisce
delle idee per caprie le politiche attivate dai singoli paesi che hanno avviato il processo di
industrializzazione. Pollard si interessa il problema del regionalismo nello sviluppo
economico cercando di spiegare che i risultati in termini di sviluppo economico ed
industrializzazione sono influenzati da dinamiche di tipo nazionale e regionale. Entrambi
questi contesti si influenzano a vicenda. Ciò significa che in termini di sviluppo e politiche

erno di un singolo paese ha


influenzato la politica nazionale di industrializzazione, determinando quello che Pollard
definisce un differenziale della contemporaneità. In un unico paese vi sono città industriale

paese: in un paese agricolo, poco sviluppato e arretrato dal punto di vista delle istituzioni,
costruire una fabbrica o una ferrovia non è sufficiente per lo sviluppo economico (vedi caso
Russo).

riguarda il carbon-coke. Il carbone è la fonte energetica per antonomasia della prima


l carbone ha coinciso con il processo di
industrializzazione inglese. Il processo di industrializzazione europea queste tecnologie non
ha rappresentato un appeal uguale in tutti i paesi. In mancanza di carbone o in presenza di
altre fonti più economiche, il processo di industrializzazione è simile. La differenza sta

fabbrica, adattata però al contesto e alle risorse del paese in cui si trova. Il fenomeno di
industrializzazione, nel caso inglese ha significato la creazione di una coal economy. In altri
paesi vi è stata una copresenza di diverse tecnologie.
Lezione 22/10/21
Una componente importante della nuova rivoluzione fu il puddellaggio della siderurgia, nel

convertitore Bessemer, che supera il puddellaggio. Questo consente di recuperare molta


energia e produrre un acciaio migliore di quello del puddellaggio, standa
Belgio
- Grande dotazione naturale (Coke). Parte dei «Paesi neri».
-
John Cockerill, imprenditore inglese che emigra in Belgio).
- Altri nuclei di industrializzazione leggera (Wallonia), imperniati sul tessile e su
importante industria laniera (Verviers) e cotoniera (Gand).
- Il Belgio è un caso tipo di «uniformazione» al modello inglese (similarità do risorse
naturale, tradizione marittimo commerciale e proto-industria nelle Fiandre).
- Con estensioni progressive: importante il vetro (base coke), meccanica e cantieristica

(Solvay, creta nel 1862). Inoltre: «fattori sostitutivi» importanti (Société Générale de
Belgique, struttura finanziaria innovativa creata negli anni 1820).
- Ma con caratteristiche di «Piccolo paese»: poca popolazione, necessità importare

Il Belgio ha delle dotazioni naturali ottimali per avviare il processo di industrializzazione


seguendo le tecnologie generaliste della rivoluzione industriale. Il Belgio un cosiddetto paese
nero: possiede enormi quantità di risorse carboniliche nel sottosuolo. La moderna siderurgia

Le dotazioni naturali di carbone hanno fatto sviluppare solo la siderurgia, ma anche altre

costruzione di macchinari e prodotti destinati al consumo durevole. Il Belgio è un paese che


turali sia per le industrie che si
sviluppano. Inoltre anche il Belgio vi era i POS e la pro-industria, che hanno aiutato la

Belgio era ben collegato con altri p


Il Belgio possiede anche delle particolarità che lo rendono diverso dall'Inghilterra: il Belgio
non si accontenta di questo nucleo di industria, ma progressivamente a partire dal carbone
cominciano a svilupparsi una serie di industrie che sono direttamente o indirettamente
collegate a questa fonte energetica. In Belgio, per esempio, fioriscono imprese vetrarie, che
producono vetro, cristallo, lastre e bottiglie. Quest'ultime sono industrie che associano la
necessità di avere una fonte energetica a basso costo (carbone). Il vetro però non veniva
prodotto in maniera meccanica, serviva una manodopera a basso costo. In Belgio fioriscono
mprontante industria
chimica, che produce prodotti chimici ottenuti a partire dal carbone. In Belgio, nonostante le
resa possibile soprattutto perché si sviluppa uno dei fattori sostitutivi, ovvero la banca mista.
In Belgio, essendo un piccolo paese, non può svilupparsi una domanda interna sufficiente
tanto da consumare quello che viene prodotto. Il Belgio è una di quelle strutture produttive
che dipendono prevalentemente sul mercato di esportazione. Quest'ultimo è per certi paesi
(come il Belgio) di vitale importanza. Il Belgio infatti sviluppa mercati di esportazione,
competitività internazionale e la necessità di tenere i prezzi dei suoi prodotti bassi (anche
manodopera) per potere essere competitivi nel mercato internazionale.

Francia
- Perdurare gli interessi agrari e del settore primario e scarsità di «spirito
imprenditoriale» [Landes [1946]. Confutato da Barjot (Patrons du 2° empire).
Persistenza artigianato e «industrie naturali».

- Ma importanti eccezioni:
Schneider a Le Creusot per carbone e acciaio.
imprese tessili, cotone, lana e seta (Rubaix e Lione) e meccanico (anche
regione parigina oltre a Peugeot) e nuove industrie (Michelin).

- Ed esempi di fattori sostituitivi:


Nel lungo periodo dirigismo statale e ruolo dello stato (Manufactures royales:
es. Saint Gobain 1665): il colbertismo.

Banche san-simoniane del 2° impero (Crédit Mobilier dei fratelli Perèire) poi
riprese da banche più moderne come la Crédit Lyonnais.
- Situazione nazionale che non rappresenta il fiorire di un vasto mercato interno, ma un
grande mercato concentrato a Parigi. Imprese industriali generalmente di piccola
taglia, che seguono la traiettoria tecnologica inglese (dove possibile).
Il caso francese è molto interessante: uno degli aspetti interessanti è il fatto che la Francia è

dal settore agrario. Chi ha analizzato processo economico francese ha sempre sottolineato il
grado di relativa arretratezza della Francia. Sembrava essere un paese in cui

cese (Patrons du 2°
empire), in cui ha dimostrato la nascita e lo sviluppo di un tessuto industriale moderno e
variegato.
La Francia, a differenza del Belgio, ha una superfice molto vasta. In alcune regioni ha delle
dotazioni naturali ottimali, come il car

caratterizzata dalla copresenza di diversi settori e industrie


Ci sono dei poli in Francia che fanno da background alla costituzione delle imprese tipiche
della rivoluzione industriale, come la costruzione di importanti imprese siderurgiche nelle
regioni carboniliche. In Francia si sviluppano imprese tessili, seguendo

la Peugeot.
In Francia giocano diversi fattori sostitutivi:
1. Il ruolo dello stato: lo stato in Francia gioca un ruolo importante. Da un lato perché

cercare di controllare e condizionare il più possibile il commercio internazionale

produzione di vetro (per evitare di importarlo da Venezia).


-industriali. Nel
corso del 1800, però, lo Stato francese non si limita a seguire il modello inglese (vigilando
di investimenti ed iniziative
che hanno un impatto diretto sul processo di industrializzazione. Lo Stato promuove la
costruzione di ferrovie, fino a creare un boom ferroviario negli anni 40-
Stato crea infrastrutture importanti, come i canali navigabili per trasportare le materie prime
nel territorio. Creando canali interni, si collegano i bacini carboniferi del centro del paese al

Lo Sato investe anche nella formazione, creando una classe di ingeneri. Il governo francese

e fornita dallo stato.


Un altro importante fattore sostitutivo in Francia è il fattore ideologico: le idee di Saint
Simon trovano un grande consenso nella classe dei banchieri francesi. La credit Mobilier è
creata da due fratelli saintsimoniani, così come molte banche che partecipano
sposano questa ideologia.

artigianato determina che, dal punto di vista urbanistico, in Francia si ha solo una grande
metropoli, che coincide con il mercato nazionale. I beni di consumo trovano sbocco
soprattutto nella capitale. Il resto della Francia, dominato da attività agricola, non rappresenta
un mercato e degli sbocchi soddisfacenti. In Francia, si creano comunque delle città operaie
in cui, però, non si sviluppa la società dei consumi: gli operari non si possono permettere
consumo di prodotti al di fuori della sussistenza. La classe borghese e cittadina, che converge
a Parigi, invece può permettersi di consumare più beni. Vi è quindi un forte dualismo in
Francia: vi sono città moderne, che vedono il fiorire di forme moderne di consumo ed
economia, ma la maggior parte del territorio della Francia riamane agraria e legata a una
società pre-consumistica. La Francia è caratterizzata da una contraddizione: da un lato è un
paese vasto, ma il mercato interno è limitato (per la quantità di merci da commerciare). Ciò fa
sì che le imprese francesi restino di taglie piccole e non si orientano verso mercati esteri.
Germania
- Paese favorito per le «dotazioni naturali» ma sfavorito per alcune di tipo istituzionale
(frammentazione politica).
- Per questo: ruolo centrale dello Zollverein (1834) e poi unificazione politica 1871.
-
attiva partecipazione dello Stato nella creazione di un mercato nazionale.
Stretto rapporto tra banche e imprese (ruolo propulsivo della banca mista). R.
Hilfering Das Finanz Kapital, 1911.
Stretto rapporto tra scienza e industria (Murmann co-evoluzione).
- Settori chiave: Ferrovia, siderurgia, carbone, metallurgia e grande meccanica prima,

cap. 4).
- Crescita industriale sostenuta: del 3% nel corso degli anni 1870-1880. Simbolo della
Krupp, fondata nel 1811 Concentrazione industriale, imprese sotto cartelli (Konzerne,
Kartell, Interessengemeinschaft) ruolo delle banche), legame forte tra scienza e
industria. Industrializzazione non nei beni di consumo, ma nei «beni strumentali» e di

La Germania è favorita per le sue dotazioni naturali (carbone, ferro). La Germania, però,
sfavorita per la sua conformazione istituzionale politica: non
è un paese unificato, ma vi sono stati separati. Per questo il nazionalismo tedesco, nel creare
aria (Zollverein), ha svolto un ruolo importante per fare in
-
paese già unificato. Il e della politica hanno avuto un ruolo importante,
poi sfociata
inglese, la Germania si discosta dal modello inglese. Lo Stato tedesco partecipa con
ricerca e
sviluppo, protezione doganale). Tra i fattori sostitutivi tedeschi non vi è solo lo Stato, ma
anche la presenza della banca mista, che si occupa dell'investimento industriale. In
Germania vi sono molte banche miste che si specializzano settorialmente

le banche produce un effetto specifico del capitalismo tedesco: il Finzan Kapital (così
definito da Hilfering). Il capitalismo finanziario è il connubio tra le banche e le imprese
industriali. Le banche hanno un ruolo importante nel finanziamento industriale, che in
Germania diventarono le azioniste di riferimento delle grandi imprese industriali. Le banche
non si limitavano a finanziare le imprese, ma in parte le possedevano ed erano i loro più
grandi azionisti, dettavano la strategia produttiva. I banchieri tedeschi erano inclini allo

tipo di settori che si sviluppano in Germania. Gli investimenti nell'istruzione e nella ricerca
pubblica crea, quello che Murmann (economista), una co-evoluzione tra scienza e industria.

nelle università (finanziate dallo stato).


In Germania si sviluppano quindi i tipici settori della rivoluzione industriale inglese
(siderurgia, metallurgia e la meccanica pesante), inoltre si sviluppa la carbo-chimica (chimica
a partire dal carbone). La carbo-chimica è la base della moderna industria chimica. Nella
Hoechst. Queste imprese si sviluppano in Germania perché vi sono ingeneri chimici che si
formano nelle università e che con le loro competenze aiutano le imprese chimiche nascenti.
-meccanica, che vede la nascita di imprese

finanzia
miste e agli investimenti, è uno dei paesi che ha la crescita economica maggiore in Europa.
La Germania è caratterizzata la cartellizzazione delle imprese: vi sono delle imprese che non
competono nel mercato nazionale, attraverso i cartelli (accordi che limitano la concorrenza)

tedesche riuscivano ad esportare con facilità nei mercati internazionali. La Germania si


sviluppa principalmente in beni di investimento durevoli ed industriali.

Russia e Impero Austro-ungarico


- Forti freni istituzionali e regione largamente contadina e agricola per la Russia
(servitù della gleba, abolita nel 1861).
-
profondamente arretato.
- Esempio delle ferrovie: volute dallo Zar in Russia, entro il 1915 la Russia possedeva
uropa in km, ma lacunoso e che

nel 1914, il 90% delle miniere, il 40% della metallurgia, il 50% della chimica).
- Reddito pro-capite bassissimo, analfabetismo, e freni istituzionali. Stato come fattore
sostitutivo, ma non sufficiente, anzi «aggravante»:
modernizzazione basata sugli investimenti pubblici tassazione
Domanda pubblica, che non stimolò forze imprenditoriali
- In definitiva: sforzo enorme, ruolo decisivo dello stato, ma ricadute molto modeste,
mancanza dello sviluppo di uno spirito imprenditoriale
-ungarico e russo hanno diverse caratteristiche in comune: questi due paesi
non si sviluppano industrialmente nel corso del 1800 poiché hanno dei forti freni istituzionali.
Questi paesi hanno, inoltre, una popolazione prevalentemente contadine che vive di
-ungarico sono arretrati
dal punto di vista produttivo, sociale, istituzionale e dei diritti civili.
-ungarico vi sono alcune regioni che grazie ad alcune dotazioni naturali
(carbone, minerali ed altre materie prime), hanno comunque uno sviluppo industriale. In
Boemi si sviluppano industrie meccaniche e vetrarie, ma è une delle poche eccezioni in un
impero che resta sostanzialmente arretrato.
Lo sviluppo economico russo di questo periodo è caratterizzato dal tentativo da parte dello
stato di agire come un fattore sostitutivo. Infatti, la politica economica dello Zar cerca di

di
costruzione delle ferrovie (che ha successo dato che ha una vasta rete ferroviaria), la Russia
non riesce ad avviare il processo di industrializzazione, a causa della vastità del territorio e
insensatezza imprenditoriale di questo tipo di infrastrutture. Le ferrovie non sono costruite
per collegare mercati e non seguivano nessuna logica economica. In Russia, inoltre,
mancavano scuole, conoscenze e competenze. Lo Stato russo avvio un processo di
investimento attraverso capitali esteri: lo Zar invita diversi imprenditori esteri a investire nel
paese. Questi investimenti ed incentivi vengono neutralizzati dalla struttura sociale della
Russia, che resta arretrata, non monetarizzata, contadina. Nel caso della Russia queste azioni
statali creano un circolo vizioso: lo Stato per portare avanti gli investimenti, si indebita,
Il ruolo dello Stato, invece di svolgere il ruolo di fattore sostitutivo, ha determinato un
affossamento delle forze economiche russe.
Italia
- Forte dualismo (Cafagna): Nord e Sud.
- Attività proto-industriali tessili, poi divenute in alcuni casi attività industriali di primo
piano, anche nella seta (non solo cotone e lana). Conteso agricolo e settore primario
come non calante. Divisioni politiche, come concause del dualismo.
- Assenza di carbone e di industria pesante. Salvo eccezioni nel «triangolo industriale»
(Ansaldo, Fiat, ma anche industrie nuove, come Pirelli).
-
1882). Cf. Bonelli.
- Altro fattore sostitutivo: le banche miste (Credito mobiliare 1863), poi Banca generale
(1870), infine Banca Commerciale Italiana (Comit, oggi Intesa) e Credito Italiano
(Credit, oggi Unicredit)
o divario tra il Nord,
industrializzato e il Sud, sostanzialmente arrestato. Vi sono importanti attività proto-

processo di industrializzazione. Questo è dovu


unitario, che impedisce la creazione di un mercato nazionale. L'Italia è sfavorita anche dal
punto di vista delle dotazioni naturali, non c'è carbone o minerali. Nonostante ciò vi sono
alcune città ed industrie, nel triangolo industriale, che si sviluppano soprattutto in produzione
meccaniche e siderurgiche (Fiat, Pirelli). Gerschenkron, analizzando il caso italiano, nota che

politiche nazionali, infatti, hanno permesso lo sviluppo di industrie pesanti, di base, che
altrimenti non si sarebbero sviluppate. Un esempio è la Terni, impresa siderurgica, finanziata
stato sia per gli
investimenti che per la domanda. Il resto della attività produttive del triangolo industriale
italiano poggiava su un altro fattore sostitutivo, ovvero la banca mista. Anche in Italia si
sviluppano delle banche miste, seguendo il modello francese (come il Credito Immobiliare,
rimpiazzato da imprese bancarie (Credito Italiano, UniCredit). Queste banche si sono
-
più progredite del triangolo industriale e gli investimenti per le imprese.
Le politiche statali hanno favorito lo sviluppo delle imprese del triangolo industriale, ma
hanno ingrandito il divario regionale.

Stati Uniti
- Distacco profondo dal caso inglese, ma non per fattori sostitutivi: American System
of Manufacturing
- Teoria di Habakkuk: maggiore standardizzazione e strategie di labour saving causate
da:
o Scarsezza manodopera
o Vasto territorio
o Salari industriali più alti ancora di quelli inglesi.
- Con ricadute profonde sul mercato e sulla struttura delle imprese (big business).
Guerra di secessione (1860) come svolta chiave per la storia industriale americana
Settori di alta meccanizzazione (Armi, Macchine agricole, macchine da cucire,
serrature, pentole etc.).
- Strategie di «dimensione e diversificazione», ma orientare sui beni di consumo e sul
mercato nazionale.
Gli Stati Uniti hanno un modello di industrializzazione molto diverso dal caso originario
inglese. Il modello americano si discosta fortemente dal caso inglese e si distingue, non tanto
per i suoi specifici fattori sostitutivi (come la Germania, Francia e Belgio), ma per il fatto che

hanno una caratteristica tecnologica, organizzativa e produttiva estremamente diversa da

fa

nuovo tipo di produzione (American system of manufacturing), che è industriale, ma


fortemente diverso dal tipo di industrializzazione che si sviluppa in Inghilterra e negli altri
paesi.

chiama inglese poiché in Inghilterra vista la mancanza di standardizzazione i bulloni avevano


misure sempre diverse). (chiave americana ha numeri e non può modificare la apertura).

industria americana.
In America si sviluppa
che ha un altor grado di standardizzazione, in tutti i settori (finestre, vestiti, etc..). Oltre

motivi specifici, esplorati dallo storico economico, Habakkuk.


Secondo questo economista, il tipo di società, di economia e territorio americano ha favorito
un tipo di industrializzazione basato su una forte standardizzazione dei prodotti e una
profonda me
della manodopera. Secondo Habakkuk, le ragioni di questa differente tipo di
industrializzazione si rintracciano sulle caratteristiche geografiche, demografiche e storiche
degli Stati Uniti. Innanzitutto, L'America era caratterizzata da una scarsità di manodopera

era difficile trovare una manodopera specializzata in grado di favorire lo sviluppo industriale,
basato su delle competenze semi-artigianali. Secondariamente, gli Stati Uniti sono un
territorio molto vasto e sono caratterizzati da un processo di colonizzazione e urbanizzazione
rapido. In questo contesto di estensione geografica, è difficile immaginare di avere
-standardizzata. Negi Stati Uniti i salari, in ambito industriale, erano più
elevati rispetto ad altre parti del mondo, per due motivi principali: la scarsezza della
manodopera (molta richiesta, poca offerta, salari alti), inoltre il West fornisce una valvola di
sfogo alle ambizioni (libertà di movimento). Se i salari delle città non erano adeguati, le
persone lasciavano le città per cercare fortuna al West (se imprenditore proponeva salari
troppo bassi, per un am

delle imprese si perseguono dinamiche e strategie di standardizzazione e meccanizzazione e


si usino le macchine anche per risparmiare sui costi della manodopera, più alti rispetto ad altri
paesi. La situazione storico-politica e geografica degli USA ha creato delle condizioni
o a quelle inglesi o
europee.
Le imprese americane sono più grandi e si sviluppano più rapidamente, guardando a un
mercato nazionale (il vasto territorio americano fa sì che gli USA non siano mercati di
prossimità, ma siano mercati più vasti). La popolazione, guadagnando maggiormente, ha più

si sviluppano dei mercati che si possono definire semi-consumistici. In Europa, invece, un


operaio, a causa dei salari bassi e questioni sociali-politiche, è incentivato a consumare meno.
Un fattore importante nel processo della meccanizzazione e standardizzazione è stato giocato
dalla guerra di secessione, combattuta tra nordesi e sudisti. Gli Stati Uniti sono un paese
caratterizzato da una forte dualità, quando scoppia la guerra di secessione. Da una parte vi è

industrie moderne (siderurgia, industria meccanica). Gli anni della guerra civile danno una
forte spinta alla domanda interna per armamenti, per questo le industrie si sviluppano

La guerra civile americana

altri.

tecnologiche e standardizzazioni, che hanno delle ricadute al di fuori del settore delle armi.
Dalle armi, queste automazioni e standardizzazioni vengono applicate anche da chi produce
macchinari agricoli, macchine da cucire e beni di largo consumo. Ciò fa in modo che gli USA

larghi consumi (anche al di fuori della sussistenza). I coloni quando partono verso il West
hanno bisogno di tutto, non possono contare su artigiani in loco. Appena riescono a creare
una città di colonizzazione, una delle prime attività aperte è un bazar che venda di tutto.
Giappone
Rottura profonda dopo la «restaurazione Meji» 1868 (dopo il periodo dello shogunato
Tokugawa):
-
- poi apertura e ritorno (per quello: restaurazione) del potere imperiale:
o importazione massiccia di tecnologia estera
o invio di giovani in formazione in Europa.
Imprenditorialità nel lungo periodo (fine del feudalesimo nel XVIII secolo).
Industrializzazione attraverso lo stato e le famiglie «nobili» che sono alla base di forme

Il caso del Giappone mostra un'altra modalità di industrializzazione, in cui lo Stato gioca un
ruolo importante. Il governo Giapponese riesce ad evitare alcuni errori, compiuti in Russia

che lo fanno apparire un paese con caratteristiche proprie e diverse dagli altri paesi.
Nel caso del Giappone, l
industrializzazione, è rappresentato dalla restaurazione Meji. Per due secoli in Giappone

(17-18° secolo) aveva coinciso con la pacificazione del territorio nazionale (fine dei conflitti
tra signori della guerra per il possesso del potere politico) e con la chiusura del Giappone da
e autosufficiente, privo

concomitanza di aprire il Giappone al commercio, alla novità alla tecnologia e al sapere


europeo. Negli ambienti economici giapponesi si percepisce il bisogno di recuperare il ritardo
(rispetto al resto del mondo). Aprirsi commercialmente è concepito come un modo per
recuperare velocemente il ritardo. Oltre a importare beni, il Giappone incentiva i giovani
giapponesi a viaggiare in Europa per formarsi e recepire le moderne tecniche europee,
pagando borse di studio.
to da
delle forze economiche preesistenti in Giappone. Il Giappone era un paese chiuso, ma a
differenza della Russia, non era arretrato dal punto di vista dei diritti civile ed economici
della popolazione. In Giappone il feudalesimo era stato abolito nel 17° secolo (100 anni

paese ed era stata sancita la proprietà privata sulle terre ei surplus agricoli. Ciò aveva portato
nella società giapponese alla creazione nel lungo periodo uno spirito di imprenditorialità,
legato al fatto che se un imprenditore produceva di più, questo surplus non veniva dato allo

aumento di produzione aumento della ricchezza delle persone. 200


anni dopo la fine del feudalesimo in Giappone, vi erano delle famiglie, arricchite nel settore
agricolo nei secoli precedenti, diventano i protagonisti del processo di industrializzazione. I
partner esteri che vogliono investire nel Giappone erano obbligati a passare da queste
famiglie di ricchi ex-agricoli o mercanti per investire in Giappone. Il Giappone si apre ma
non in modo iper-regolare e deregolamentata, per fare affari in Giappone era necessario
trovare dei partner giapponesi (queste famiglie). Le ricche famiglie giapponesi possedevano
varie industrie chiamate zaibatsu (Mitsubishi). Queste famiglie avevano accumulato tanta
ricchezza che possedevano addirittura delle istituzioni finanziare (banche), al centro di
attività economiche.
La presenza di queste famiglie di ricchi imprenditori giapponesi ha fatto in modo che il
Giappone non finisse come la Russia, che si basava solo sule capacità estere, ma si
appoggiava anche su delle forze autoctone (famiglie) che lavoravano insieme a quelle estere.

- Le logiche della globalizzazione ottocentesca: i vantaggi (non per tutti) del libero
scambio e il problema
la globalizzazione ottocentesca.
-
- La Grande Divergenza. Industrializzazione e globalizzazione come base del divario
economico globale.
Il terzo capitolo si focalizza sulla globalizzazione ottocentesca, fino ad ora si è parlato dei
singoli casi nazionali e le loro modalità di industrializzazione e sviluppo economico in
maniera comparata.
balizzato, prima della globalizzazione attuale,

anche maggiori di quelle attuali; nonostante la tecnologia oggi abbiamo limitazioni nel
movimento delle persone (visti).

gioco, che vennero sposate da molti paesi, che concepivano la libertà nello spostamento delle
persone, merci i capitali come la miglior tipologia di organizzazione.

Il modello di globalizzazione del 19° secolo


- Karl Polanyi, La Grande Trasformazione, 1944.
- Prima del 1914 e in maniera crescente da metà del 19°
globale era plasmata su un ordinamento liberale i cui paesi partecipanti erano «able to
remain independent of single governments, [but] in touch with all; independent of the
central banks, even of the Bank of England, [but] closely connected with them».
-
1. laissez-faire (libero scambio)
2. Gold Standard
3. Haute finance
in

-
quella della Stato, che comincia a svolgere un ruolo economico in tutti gli stati (anche negli
USA e in UK dove non aveva avuto un ruolo fondamentale precedentemente). Polanyl

i integrazione economica.

in cui tutti i paesi erano autonomi ed indipendenti, ma interconnessi e legati gli uni agli altri.
Polanyl descrive la globalizzazione ottocentesca come un insieme di attori formalmente
indipendenti, ma grazie all'integrazione economica interconnessi tra loro. Per far sì che il

ità di 3 pilastri, su cui si posava istituzione economica (1°


globalizzazione ottocentesca).
Il primo pilastro è il libero scambio, il secondo è il gold standard (sistema monetario), ed
alta finanza. La globalizzazione ottocentesca, secondo Polanyl, si basava dunque su

un sistema monetario internazionale che consentiva di avere un mezzo di pagamento


di finanzieri, banchieri centrali e privati,
che cooperavano tenendo insieme i vari centri finanziari internazionali.
I capisaldi della globalizzazione liberale ottocentesca
1. Adesione dei paesi più forte industrialmente (UK) al libero scambio. Punto di svolta,
1846 abolizione delle Corn Laws e accento sulla specializzazione industriale a scapito

2. Adesione degli altri paesi alle regole gioco commerciali. Punto di svolta, 1860 il
trattato commerciale Cobden Chevalier e la clausola della «most favoured nation»
MFN.
3. Adesione progressiva degli altri paesi alle regole del gioco monetarie e finanziarie. Il
sistema della parità aurea, o «Gold Standard», creato dalla Bank of England nel 1819
hilterra ha aderito durante il
periodo di industrializzazione, ma che ha raggiunto la sua massima applicazione verso la

inglese si orienta verso il libero mercato e libero scambio: vennero abolite tutte le protezioni
doganali che fino a quel momento avevano salvaguardato la produzione agricola inglese.
L'Inghilterra decide di non proteggere più la sua agricoltura e di rifornirsi dai mercati
internazionali, dove le risorse costavano meno, per sfamare la crescente classe di lavoratori

importando le risorse alimentari di cui ha bisogno (import). Gli economisti liberali credono
che non tutti i paesi debbano produrre tutto, ma devono produrre solo quello che riesce loro
meglio e che producano un buon mercato. Secondo questa logica ogni paese deve produrre ed
esportare i prodotti che produrre meglio, a minor costo e a miglior qualità. Il libero mercato
in Inghilterra avvantaggia la classe industriale, poiché importando risorse alimentari a minor
lavoratrice (cibo costa meno, con lo stesso
salario industriale si spende meno). Ciò ha aiutato lo sviluppo di un mercato nazionale più
vasto, poiché gli operai acquistano prodotti oltre a quelli del sostentamento.
-

firma un trattato commerciale con la Francia (trattato commerciale Cobden-Chevalier) che

aderisce al libero scambio. Questo è il primo trattato commerciale che contiene la clausola
vi può essere discriminazione
commerciale tra un paese e un altro. Ciò significa che se la Francia protegge la sua industria
siderurgica con tariffe del 10%, la stessa tariffa varrà anche per tutti gli altri paesi (non può
aumentarla). Se un nuovo trattato prevede una tariffa più bassa, automaticamente si abbassa
per tutti gli altri paesi. Questa clausola fa in modoc he la condizione più favorevole venga
applicata a tutti i paesi con i quali vi è un accordo commerciale. Questa clausola è importante
poiché, successivamente a questo accordo commerciale, viene inclusa in tutti i trattati firmati
da Inghilterra e Francia. Gli effetti indiretti di questa clausola furono molto importanti: ogni
volta che si firmava un nuovo trattato commerciali, quelli vecchi si allineavano al libero

(Inghilterra fa accordo perché in posizione favorita, Francia perché produzione agricola


importante e facilmente esportabile e per la credenza che la competitività stimolasse

Il secondo caposaldo è il gold standard è importante perché aderire ad un sistema monetario


significa utilizzare un mezzo di pagamento specifico (oro per transazioni internazionali), ma
anche aderire a una serie di regole del gioco monetarie e finanziare. Si chiama gold standard
la base di tutti i valori di tutte le monete nazionali. Tutte le monete nazionali
cambio fisso
e non può

moneta ha un valore fisso espresso in oro, significa che ogni merce o servizio proveniente da
ogni sistema nazionale economico, può essere comparato molto facilmente, Inoltre il loro
valore è espresso in maniera chiara nel mercato globale e si possono confrontare
rapidamente. Il gold standard è un sistema creato dalla Bank of England e nella seconda

Le origini del Gold Standard


- Nel lungo periodo, i sistemi monetari sono praticamente tutti «bimetallici», cioè
basati su oro e argento.
- La base del bimetallismo è data dalla garanzia del valore delle monete garantito dal

(politiche «mercantiliste»).
-
base delle grandi transazioni (ne serve di meno per via del valore maggiore), mentre

- Guerre napoleoniche, sospensione della convertibilità > corso forzoso.


- 1819 ripristino della convertibilità e vittoria della corrente «bullionista» (Ricardo) ,
-scambista per quanto riguardava anche il movimento dei
metalli preziosi.
I sistemi monetari internazionali precedenti bi-metallici

problema dei sistemi monetari, precedenti al gold


standard, era rappresentato dal fatto che il valore della moneta nazionale non contava nelle
transazioni, ciò che contava era il contenuto del metallo prezioso, contenuti nelle monete.

libero scambio, tutti i paesi adottavano elle politiche per evitare che questi metalli uscissero

internazionali, ma anche la base delle monete usate nelle economie nazionali. Verso la fine
del 18° secolo
diviene la moneta maggioritaria, per una questione intrinseca al proprio valore. Tuttavia, per
immaginare un sistema monometallico puro sono necessarie le guerre napoleoniche in

moneta nazionale, il contenuto dei metalli preziosi e il loro utilizzo nei mercati internazionali.
Dopo questi eventi la Bank Of England sposa le teorie di Ricardo che vedono la necessità di
abbandonare il bi-
nazionale espressa in oro. Qui nasce la moneta fiduciaria, ovvero la possibilità di creare
monete che esprimono un valore in oro senza contenerlo.
Concepire un sistema economico monetario di questo tipo significa un salto qualitativo
rispetto a quelle che sono le regole del gioco internazionali. Le caratteristiche del gold
standard, definite nel 1819 dalla Bank Of England seguendo le indicazioni di Ricardo, sono:
1. L'oro deve essere alla base di tutte le monete nazionali: il valore delle monete deve
andare espresso in base a una parità
2. La parità deve essere fissa, altrimenti nessuno si sarebbe fidato di una banconota
fiduciaria se il valo
3. Favorire un grado di integrazione commerciale elevato
internazionale. Un sistema così fatto, consenta alle economie nazionali di inserirsi

Questo legame avviene attraverso la bilancia dei pagamenti: con il gold standard si sviluppa

e controllare i prezzi nell'economia nazionale.

Le caratteristiche del «gold standard»:


- Oro come base (standard) del valore delle valute nazionali.
-
valore fisso tra tutte le monete nazionali aderenti.
-
internazionale.
- che si esprime attraverso la bilancia dei pagamenti: se entra o esce oro in un sistema
monetario, si avranno delle ri
automatico della bilancia dei pagamenti).
-
Hume (1750), ripresa poi da Ricardo (che impone le sue visioni nel 1819).
-

Il gold standard è il primo sistema monetario internazionale degno di essere definito tale

diversi paesi, che cooperano seguendo regole simili.


Vi sono alcune regole che caratterizzano il gold standard:
Innanzitutto, l'oro sta alla base del valore di tutte le valute nazionali. Tutte le valute

Il gold standard è basato su cambi fissi, ogni moneta ha un valore espresso in oro che rimane
inalterato. Se tutte le monete che aderiscono al gold standard hanno un valore fisso, allora
tutte le monete sono misurabili tra loro. Si può stabilire il valore relativo di una merce
prodotta in diversi paesi. Anche se è espressa in valute diverse, è possibile effettuare un

prezzi interni di un paese siano in relazione alla sua


posizione internazionale.
Il livello dei prezzi collegato alla
situazione della bilancia dei pagamenti di un paese. Se in un sistema monetario basato su
oro, entra o esce più oro del previsto, la base monetaria del paese sarà maggiore o minore.
Questo può dare vita a inflazione o deflazione. Una maggiore/minore entrata/uscita di ore in

diretta circa il livello dei prezzi al suo interno.


In

bilancia commerciale (somma dei beni che importa meno la somma dei beni che esporta).
Le partite invisibili (anche dette partite finanziarie: entrate e uscite di natura finanziari come
prestiti, servizi), insieme alla bilancia commerciale, costituiscono la bilancia dei
pagamenti.

formulata da David Hume (1750) e ripresa da Ricardo, quando ha immaginato un sistema

pagamenti di un paese (quin

specifico.
Questa teoria è riassunta nella formula: massa monetaria x velocità di circolazione = prezzi x
numero di transazioni.
esportazione di beni, dovuta
principalmente alla competitività dei prezzi (prezzi bassi) che consente di esportare le merci
facilmente, fa sì che entri oro (principale mezzo di pagamento internazionale). Con
entrata oro nel sistema nazionale, aumenta la massa monetaria
riserve monetarie, si ha una tendenza inflazionistica. Aumentano quindi i prezzi

di competitività. A questo punto, anziché esportare, il paese inizierà ad importare da paesi


importazione uscita di oro dal paese per pagare le
diminuisce la massa monetaria e i prezzi a loro volta
diminuiscono. Si ritorna al punto di partenza.

interno, espresso dai prezzi interni, è costantemente legato ai flussi in entrata/uscita di oro di
un sistema monetario nazionale nel contesto internazionale.
La bilancia dei pagamenti è uno strumento importante di economia politica per i governi nel
re la posizione internazionale di un paese. Essa non dipende

strettamente legato alla situazione della bilancia dei pagamenti.


Al variare dei prezzi la posizione di un paese, da importatore o esportatore, potrebbe variare.
Se i prezzi aumentano in un paese, in un contesto di libero mercato, i cittadini possono
comprare nei mercati internazionale se conviene.

politici, che sottintendono la sua adozione:


1. libera circolazione dei capitali e delle merci.
I paesi non devono prendere iniziative per accumulare «troppo» oro.
La protezione doganale è inutile (e dannosa), perché il sistema è efficiente se
lasciato libero.
Tutti i paesi possono trarre vantaggi dal commercio estero se aderiscono al
sistema.
2. Accettazione del sistema dei «cambi fissi».
3. Accettazione delle regole del gioco: cioè difesa del «cambio» come priorità delle
politiche monetarie.
Trilemma di Obstfeld-Taylor: solo due dei tre macro-obiettivi di questo sistema sono
perseguibili assieme.
Chi aderisce al gold standard, aderisce a una regola monetaria, ma anche a una serie di altre

il sistema monetario internazionale.


Il primo postulato che Hume e Ricardo sposano è la teoria del riequilibrio automatico
della bilancia dei pagamenti perché è uno strumento teorico che vede come modello
economico ideale uno Stato che non interviene per regolare
Stato deve adottare una politica finanziare il più liberale possibile affinché questo sistema
funzioni correttamente.

aderisce ai principi della libera circolazione dei capitali e delle merci. Quindi aderire al
gold standard, mantenendo politiche mercantiliste è inutile. La protezione doganale ed il
limitare le entrate e uscite di oro sono dannose e controproducenti perché impediscono al

delle merci significa che i governi non devono prendere iniziativa per accumulare troppo oro.
del paese. La protezione
doganale dunque è inutile e dannosa perché allunga il ciclo di riequilibrio.

aumentare le esportazioni e ridurre al minimo le importazioni per avere dei benefici. Il gold

che fa meglio e importando a coti inferiori quello che non produce. Il gold standard quindi
ia, in cui ogni paese ha dei vantaggi partecipando

soli. Questo sistema monetario funziona se il paese che lo adotta, adotta anche una politica
liberale, il siste
adottando politiche di svalutazione). Se un paese non mantiene una di queste regole, la sua
moneta non avrebbe più un cambio in oro e non avrebbe più una credibilità internazionale.
Il trilemma di Obstfeld-Taylor è una teoria ideata da due economisti (Obstfeld e Taylor)
che hanno studiato le problematiche del gold standard e di altri sistemi monetarie
internazionali.
Secondo il trilemma, quando un paese aderisce a un sistema monetario internazionale, può
perseguire liberamente solo 2 dei 3 obbiettivi macro-economici complessivi (perde quindi
parte della sua autonomia). Un paese che aderisce al gold standard, non può perseguire più di
2 tra i 3 obbiettivi alla volta. Il terzo dipenderà dal sistema internazionale. Nel caso del gold
standard i cambi fissi non possono essere modificati, quindi i paesi possono perseguire solo la

ad un sistema monetario internazionale e alle sue regole, difficilmente uno stato ha la piena
autonomia delle sue politiche monetarie.
Non solo automatismi.
Il Gold standard per funzionare ha bisogno:
-
cambio ad esempio, per attirare oro o fare uscirne se il meccanismo si inceppa, ma
anche settlements annuali).
- Cooperazione delle banche centrali, ma anche loro formale indipendenza,

- Adesione politica agli obiettivi economici (politiche monetarie e fiscali «sane»).


Cambi fissi ad esempio richiedono politiche economiche specifiche.
- Libero scambio, cioè che il gioco di import e export di beni non sia falsato, come la
libera circolazione dei capitali non sia ostacolata
Nonostante gli economisti abbiano descritto questo funzionamento come legato ad
automatismi, delle equazioni ricondotti ad un processo logico-matematico, il gold standard in
realtà si è sviluppato e ha funzionato correttamente perché si è situato in un contesto di

Il gold standard ha funzionato fino al 1914 perché nell'economia internazionale, vi era

industrialmente di altri (Inghilterra). La Bank Of England che gestisce il sistema monetario

svolto il ruolo informale di controllore del sistema. La Bank Of England da sola però non

centrale europea di oggi. Il suo incarico era infatti informale, e derivava dal fatto che era la
banca al centro del sistema finanziario. La sua giurisdizione non era come quella della banca
di una
cooperazione tra banchieri e la Bank Of England affinché venga gestito il flusso monetario
internazionale e che i tassi dei cambi non vengano alterati.
I sistemi che aderiscono al gold standard aderiscono agli obbiettivi economici: devono avere
libertà nei movimenti di capitali, preservare il tasso fisso, avere delle politiche fiscali che

queste economie di poter partecipare ai benefici del sistema economico internazionale


(attirare investimenti, diventa debitore credibile: ad un paese che non riesce a mantenere il
cambio fisso vengono difficilmente prestati soldi).
Cronologia e alternative al «Gold Standard»
1865: Unione monetaria latina (bi-metallico, centrata su Parigi), monete interscambiabili,
parità moneta da 25 Franchi in oro = 1 sterlina.
Francia, Belgio, Italia e Spagna Austria-Ungheria (1867), Grecia (1868).
Adesione al «gold standard»:
1871: Germania
1874: Danimarca, Olanda, Norvegia, Svezia
1878: fine bimetallismo
1886: Giappone
1892: Austria-Ungheria
1896: India
1895-1897: Russia
1900: Stati Uniti
Fino alla metà del 1800, vi era un grande
-metallico, basato sulle riserve in oro e
argento, fu creato nel 1865 per arginare la potenza finanziaria inglese e aveva come centro
Parigi. Basandosi su una circolazione argentifera, si aveva la certezza di avere delle monete

latina. Il problema di questo sistema è che le monete non sono fiduciarie, ma sono basate sul

ire dagli anni

sistema.

gold standard, che era più stabile.


Ricadute positive del «Gold Standard»
- Tasso di inflazione estremamente moderato, nonostante la crescita economica.
- Fortificazione delle finanze statali (buone pratiche).
- Sistema «più solido» del bimetallismo, che comporta delle tensioni continue sul
valore relativo tra oro e argento, dando vita a speculazioni e a difficoltà di mantenere
il sistema di parità relativa.
- Sistema più solido perché poggia le sue basi sulla capacità di coordinazione della
.
- Era questa che compiva operazioni di bilanciamento macro-economico generale,

controbilanciato da un aumento del tasso di sconto, mentre ad un aumento delle


riserve doveva essere controbilanciato da una diminuzione del tasso

conseguenza è la garanzia di un tasso di inflazione moderato. Per lo sviluppo economico,

Gli stati che adottano il gold standard fortificano le finanze e il loro grado di conoscenza
delle proprie economie. Gli stati che aderiscono al gold standard sono finanziariamente più
forti e credibili. Il gold standard è un sistema più affidabile e solido del bi-metallismo ed è
un sistema con al centro la Bank Of England che sorveglia e coordina le economie
internazionali.
NB: La bilancia dei pagamenti non può essere negativa, ma è in disequilibrio (deve dare oro
ad un altro stato).

- Innovazioni tecnologiche decisive (telegrafo, 1837; primo telegrafo transatlantico,


1856, ufficio internazionale del telegrafo, 1869).
- Estensione sempre più capillare delle ferrovie. Applicazione del vapore alla
navigazione.
- Nuove infrastrutture (Canale di Suez, 1869; poi canale di Panama, 1914 (1880)).
- Esplosione nel volume commercio merci: 25 volte tra 1800 e 1913.

innovazione tecnologiche e infrastrutturali, con


di moderni sistemi di trasporto che hanno contribuito a rendere il mondo più
connesso.
Vi sono innovazioni dal punto di vista delle comunicazioni (telegrafo, primo telegrafo
transatlantico, ufficio internazionale del telegrafo). Il telegrafo viene inventato nel 1837, nel
1856 viene creato il primo telegrafo transatlantico che connetteva Londra agli USA. Nel 1869

strumento molto potente poiché permetteva di trasferire informazioni per il globo in poche
ore. A partire dagli anni 60- rete ferroviaria internazionale cresce
enormemente. L'Europa è coperta da ferrovie: non vi sono più solo ferrovie principali che
collegano le capitali, ma le singole economie nazionali sono coperte anche da reti secondarie.
Ciò permette di trasferire le merci con in modo più capillare e veloce in tutto il territorio
nazionale. Vengono costruite anche due grandi infrastrutture globali poiché aiutano
canale di Suez fu aperto nel 1869 (infrastruttura sansimoniana)
e a partire dal 1880 si inizia la costruzione del canale di Panama.
Tutte queste innovazioni hanno portato a uno sviluppo esponenziale del commercio, che è
cresciuto 25 volte tanto.
Accordi commerciali (MFN):
- tra 1840 e 1860 tra Olanda, Scandinavia, Portogallo, Svizzera, economie
relativamente piccole.
- 1860: Francia. Idee di Michel Chevalier (le idee che spinsero la Francia erano molto
diverse da quelle che avevano spinto la GB ad optare per il libero scambio classe
industriale saint-simoniana?).
- In FR tagli doganali non così importanti per il reddito, ma comunque accompagnati ad

- Da lì in poi, MFN anche tra Italia, Zollverein, FR e GB nei loro accordi bilaterali, con
riduzioni fino al 1879. Terrieri prussiani (che volevano esportare) incontrano così le
classi urbane (che volevano una riduzione dei prezzi agricoli).
- In questi anni, la Germania (gli stati tedeschi prima del 1871) è ancora essenzialmente
agricola, esporta grani in UK. Dazi sui tessili importanti, ma comunque importa dalla
UK.
L'integrazione commerciale assume un'importanza centrale. A partire dal 1860 (quando

che prevede trattamenti non discriminatori negli accordi commerciali tra i vari paesi. Anche

Tra il 1840-
laborazione di
un quadro commerciale libero-scambista e privo di discriminazioni, si ha nel 1860 con la
firma del trattato franco-inglese commerciale (trattato Cobden-Chevalier). La Francia
stipula questo trattato e ciò ha un effetto dirompente su tutte le altre economie (anche gli altri
paesi europei iniziano a stipulare trattai simili). La clausola della MFN viene inserita in tutti i
trattati favorevoli al libero scambio. Anche la Germania si allinea a questa tendenza con la

Riassumendo:
Gold standard, libero scambio e MNF: regola del gioco (alla «North»). UK come
organizzazione leader a livello globale.
Importanza delle «infrastrutture finanziarie e commerciali».
Fine della mentalità mercantilista per aderire al libero scambio, come
motore dello sviluppo industriale.
via necessaria per «partecipare» alla prima globalizzazione.
Tuttavia:
finalità e modalità diverse nella partecipazione al commercio internazionale.
Ambivalenza tra industrializzazione e libero mercato e esiti diversi nella
partecipazione alle regole del gioco.
Da qui, ripensamento del libero mercato stesso (cf. prossimi capitoli)
Sono molto importanti le infrastrutture commerciali, finisce la mentalità mercantilistica,
secondo la quale lo stato deve controllare le entrate e uscite
A questa struttura estremamente sofisticata, partecipano paesi con gradi di sviluppo
radicalmente diversi.

La posizione internazionale di un paese può essere divisa in due categorie:


1.
2. Partite finanziarie o invisibili: investimenti (in uscita), i profitti sugli investimenti (in
entrata), le rimesse degli immigrati, assicurazioni, donazioni, prestiti del debito
pubblico dei paesi esteri (in uscita), i profitti e i ripagamenti di questi prestiti (in
entrata).

mercati ed è un paese con una posizione commerciale talmente preponderante che ha i

Gran Bretagna ha nel commercio mondiale nel 1850 è circa un quinto del totale. Tuttavia la

integrale,
che risiede nella bilancia dei pagamenti dell'Inghilterra.
Bilancia dei pagamenti UK specifica:
- Negli anni 1850, bilancia commerciale deficitaria (cioè, importazioni maggiori
rispetto alle esportazioni). Importa materie prime ed esporta manufatti.
- Questo «deficit» era compensato dalle transazioni «invisibili», cioè di natura
commerciale e finanziaria (profitti ottenuti dai trasporti, assicurazioni, interessi sugli
investimenti esteri).
- UK: struttura commerciale estera diversificata, senza «dipendenze significative».
Nota bene:
- La bilancia dei pagamenti è sempre in pareggio. Non vuol dire che è in «equilibrio».
Se una bilancia dei pagamenti non può essere in deficit, essa può essere in squilibrio
quando crediti o debiti non previsti.
- Allor

di interventi di aggiustamento
io mondiale del 1850, negli
bilancia commerciale deficitaria. In Inghilterra, una volta
che è avvenuto il processo di rivoluzione industriale, che il tessuto produttivo economico si è
industrializzato e

cotone, lino, mais ed esporta i prodotti rielaborati da queste materie prime).

questo sistema economico perché, a livello della bilancia dei pagamenti (bilancia
commerciale + partite invisibili), il deficit commerciale è riequilibrato dalle posizioni di

profitti finanziari generati dal commercio, da altri commerci che gli inglesi gestiscono anche

libertà dello scambio, sulla possibilità di muovere liberamente merci e capitali perché ha

commerciale e produttivo dell'economia globale, ma diviene anche la capitale finanziaria


dell'economia internazionale. Il deficit commerciale che ha non è particolarmente grave
perché vi sono tanti paesi dai quali importano e molti altri con i quali esportano. Non vi è una
dipendenza radicale nei confronti di un paese/merce specifico.
Questo fa in modo che il deficit commerciale non sia gravoso e che a fronte di ciò

paese fi
La bilancia commerciale può essere in passivo o in attivo: ci può essere un surplus (paesi
esportano più di quello che importano) o un deficit. Il deficit può essere strutturale, non è
necessario che un paese vada in pari nella bilancia commerciale.
Un paese, per mantenere un bilancio statale solido, il sistema del gold standard, la parità
aurea, deve vigilare affinché la bilancia dei pagamenti (somma partite visibili e invisibili) sia
equilibrata. La bilancia dei pagamenti è sempre in pareggio, per definizione essa è sempre
uguale a 0. Non vi possono essere deficit o surplus perché ogni surplus o deficit deve essere
ricompensato da crediti o debiti. Il problema della bilancia dei pagamenti sono le spese

riesce a gestire l
Nel caso inglese non vi è squilibrio poiché il deficit della bilancia commerciale è bilanciato

Inghilterra e altri paesi


La Gran Bretagna ha tutto da guadagnare dal sistema liberale:
- Importa derrate alimentari a basso costo e materie prime industriali.
- Esporta prodotti industriali ad alto valore aggiunti.
- Partecipa attivamente
commerciante (imp. dei noli e assicurazioni).
Mentre gli altri paesi hanno ragioni diverse e può partecipare al sistema liberale come:
- Esportatore: di beni industriali, di beni agricoli o di capitali.
- Importatore di beni industriali, di beni agricoli o di capitali
Distinguiamo ora anche tra modalità di partecipazione: partecipazione volontaria, semi-
volontaria e «imperiali».
omia globale, dalla

esportando capitali. ggio netto (importano materie prime a


basso costo ed esportano ciò che fanno meglio, investono e forniscono capitali), la situazione
cambia per i paesi con un livello di sviluppo economico ed industriale diverso da quello
inglese.
Il resto dei paesi partecipa a questa regola del gioco attraverso due modalità: come
esportatore (di beni industriali, agricoli o capitali) o come importatore.
La partecipazione alla globalizzazione da parte del resto dei paesi avviene seguendo
modalità suddivise in:
- Partecipazione volontarie: un paese aderisce volontariamente al libero scambio.
- Partecipazione semivolontarie: un paese non è obbligato ma non può sottrarsi.
- imperiale
Nella second

Gli scambi volontari


Paesi europei:
- Francia, desiderio industriale, ma sostanzialmente esportatore di beni agricoli
(soprattutto verso UK) e di capitali. Ruolo finanziario (es. i Pereire oppure i
Rothschild di Parigi).
-
seguito con industria e commercio. Esempi di investimenti esteri: Siemens (1858 in
UK). Esempi di intermediari commerciali: Merton (di Francoforte -
Metallgesellschaft), Hirsch (Aron Hirsch und Sohne), e gli altri commercianti
tedeschi.
- Russia: esportazione grano, ma importazione tecnologia e capitali.
Paesi non europei:
- Canada, partecipazione al commercio internazionale con le materie prime e grano
(Manitoba).
-
- Lagos (attuale Nigeria): cotone e (poi) olio di palma (1860).

La Francia decide volontariamente di far parte del libero scambio, svolge un ruolo centrale

internazionale può favorire la sua industria agricola (grano, carne, lana). La Francia non
esporta solo materie prime agricola, ma emerge come esportatore di capitali. Parigi diviene

nobiltà francese. Molte banche svolgono un importante ruolo da finanziatori internazionali.


La Germania
simili a quelle francesi: per le derrate alimentari). In seguito la Germania partecipa
attivamente al commercio este
commerciali. Le produzioni chimiche ed elettromeccaniche tedesco trovano nei mercati esteri
degli sbocchi importanti. In Germania vi sono anche investimenti esteri molto importanti
(Siemens investe in Inghilterra). La Germania, grazie alla sua forza industriale, ha una
posizione importante nel commercio internazionale: vengono importate in Germania materie
i. Gli
attori tedeschi riescono, infatti, a costruire delle reti commerciali autonome, ovvero degli
intermediari commerciali.
La Russia
emerge come esportatore di grano, grazie alla costruzione di infrastrutture ferroviarie. La
mediari
russi. L'intermediazione commerciale è nelle mani di imprese estere. In Russia manca la
tecnologia e i capitali. Per questo motivo un paese arretrato, agricolo e sottosviluppato come
la Russia decide di adottare il libero scambio, arrivando ad adottare il gold standard.
Anche paesi extra-europei decidono di partecipare alla globalizzazione ottocentesca: il
Canada
si sviluppa enormemente. Il
Canada diviene un paese sempre più interconnessa (per canali e ferrovia), esportando
prevalentemente grano.
La Tailandia, nonostante sia un paese sottosviluppato, svolge un grande ruolo da esportatore
di riso. Il riso tailandese inizia ad essere esportato in tutto il mondo tramite intermediari

internazionale.
Nigeria inizia ad esportare molte materie prime attraverso intermediari europei verso
l'Europa e gli Stati Uniti. Esporta principalmente cotone e olio di palma.

Scambi semi-volontari
Gli scambi semi-volontari sono fatti da paesi politamente indipendenti ed autonomi, ma che
in realtà sono spinti a partecipare a questo scambio. Gli scambi semi-volontari sono

America Latina che hanno una contraddizione interna: da una parte acquisiscono
l commercio
internazionale avviene in segmenti produttivi molto limitati e in attività economiche

di piantagione, organizzate da imprese proveniente dal nord del mondo. Questi paesi non

inserzione viene organizzata da paesi esteri. Sono gli altri paesi che li spingono ad adottare il
libero scambio. Ci sono innovazioni tecnologiche che aiutano la messa in valore di questi

produzione di carne (Angus). In questo territorio inizia un allevamento importante, vengono


create delle innovazioni tecnologiche come congelatori le navi a motore per il trasporto di
queste materie. (carne in Argentina, guano in Peru). Il Peru emerge come esportatore di
guano. In Perù i sono isole ricoperte di escrementi di gabbiano, importante fertilizzante per

europea, viene organizzato da intermediari inglese.


Il loro contribuito all'economia internazionale è dato solo dalle materie prime, non vi è un
altro tipo di beneficio con il commercio internazionale. Esportare queste materie non si
traduce nella creazione di industrializzazione, la modernità tecnologica importata in questi
paesi è finalizzata solo al perfezionamento dello sfruttamento di queste risorse. Anche le
ferrovie create in questi territori collegano solo una miniera alle coste, non servono a creare
mercati interni.

Imperialismo
Collegata alle dinamiche di investimento estero e della predominanza di alcune piazze

globale), pone i paesi in un contesto di crescente rivalità e ostilità. In questa logica di


competizione, nasce la nuova colonizzazione nei confronti dei paesi africani e asiatici da

nuovi territ
perché sono obbligati in quanto colonie. La differenza tra una colonia e uno stato

colonizzatore. Il termine imperialismo e la motivazione che hanno spinto i paesi europei a


perseguire dinamiche coloniali, sono stati spesso collegati a dinamiche di natura finanziaria.

competizione per investire nei vari paesi riduceva il livello dei profitti che gli attori
commerciali potevano ottenere. Competendo tra loro, i prezzi si abbassano; inoltre man mano
che la globalizzazione avanzava, non vi erano più aree dove investire.
Secondo la teoria di Hodson, il capitale è alla ricerca di zone vergini (dove non è ancora
arrivata la globalizzazione) perché garantiscono tassi di interesse maggiore.
Globalizzazione ottocentesca.
-
- Globalizzazione e liberismo: una globalizzazione che poggia sul liberalismo come
ideologia e come istituzione economica.
- Il mercato globale come istituzione: come le diverse organizzazioni (D. North) vi
risposero?
- La nascita di «one market» cioè di un mercato sostanzialmente unificato e
convergente. Globalizzazione e convergenza/divergenza?
- Libertà e concorrenza. Ragioni commerciali di lungo periodo del «declino» inglese.
- In seguito, questa fase sarà ribaltata da:
Seconda rivoluzione industriale (cap. 4 del corso).
Crisi di fine secolo (cap. 5 del corso).
Sepolta dalla deglobalizzazione del periodo tra le due guerre mondiali.

movimento). Non tutti i paesi però partecipano liberamente alla globalizzazione. Il mercato
globale è una regola del gioco northoriana, poiché ridefinisce le modalità operative con le
quali i paesi compiono azioni economiche. Queste interconnessioni finanziarie e commerciali

convergenti su scala planetaria. Prima della globalizzazione ottocentesca i prezzi erano


definiti su base regionale (erano definiti da attori vicini ai luoghi di produzione).

prezzi: nascono dei prezzi mondiali per le materie prime

Divergenze e convergenze
- E
rappresentate dalla «globalizzazione liberale ottocentesca».
- Radici della Grande Divergenza nel XV-XVI secolo (rivoluzione commerciale e
colonie), incremento durante il XVII e XVIII secolo (rivoluzione scientifica e
illuminismo), tuttavia:
- I livelli di vita, di consumo, le istituzioni commerciali etc. si rassomigliano tra Europa
e Asia (esempi dello Yangzi). Fino al XIX secolo.
- Poi, rapida accelerazione nel XIX secolo: industria, tecnologia e capitalismo in
Europa e Usa. La crescita economica moderna si interseca indissolubilmente

- Fuori Europa, sviluppo non effettuato. «Europa» che diverge da Cina, India, mondo
isla
- Attenzione: quale Europa? Non tutta, solo le parti più industrializzate (cf. casi
nazionali).
Il tema della grande divergenza è stato sviluppato da storici americani; agli inizi degli anni
2000
ha costruito questo tipo di economia ottenendo tutti i vantaggi, mentre altre aree non sono
riuscite. Il dibatto storico sulla grande divergenza vuole stabilire quali siano le cause per cui
le economie che fino al700 si rassomigliavano abbiano poi preso strade diverse.
Kenneth Pomeranz ha argomentato che negli studi storici antecedenti si tendeva a credere che
la grande divergenza tra Europa/ Nord America e Asia avessero delle radici di lunga durata

rivoluzione scientifica e industriale, in altri paesi no.


Pomeranz analizzando il PIL pro-capite e complessivo di questi paesi, notò che fino al 1800

amplifica, diventando una divergenza incolmabile. Secondo Pomeranz, la causa di ciò era

Pensiero di Pomeranz
-
cause della «Grande Divergenza»: «Mid-eighteenth century Chinese almost certainly
consumed more sugar than Europeans, and people in the Lower Yangzi core may
have produced as much cloth per capita in 1750 as Britons did in 1800, Nortwestern
Europe became able, in the century after 1870, to specialize in manufact
an umprecedented degree and to make its spectacular population growth during this
period an asset »
- Anche tenuto conto delle ragioni dello scambio:

Trattato di Nanchino (1842) che apre i porti cinesi e stabilisce protettorati.


Deficit commerciale, partecipazione ineguale allo scambio: la Cina non è

produttività in generale (il problema di Needham, ripreso poi da Mokyr).


-capite
apri a quello degli inglesi, secondo Pomeranz intorno al 1850 la situazione cambia: alcuni
paesi iniziano a legarsi radialmente alla globalizzazione, altri paesi ne rimangono esclusi. Il

internazionale non-volontari ed imperiale. La Cina è un paese che è stato obbligato da diverse


guerre ad aprire i propri porti e partecipare al commercio internazionale. Alla fine del 600 la

concessioni estere (territori sotto il controllo di potenze occidnetali).

undicesima lezione
Terzo capitolo: la seconda rivoluzione industriale e la grande impresa
Argomenti:
- La seconda rivoluzione industriale
- La nascita del big business e il modello americano
- Altri casi nazionali
a

quindi, messo in discussione da due competitors, internazionali USA e Germania, ed ha


alterato gli equilibri economici, industriali e produttivi nazionali.

Non u
Ma piuttosto:
- Nuovi paradigmi tecnologici
(relazione tra scienza e industria più stringente).
- Nuovi paradigmi produttivi/organizzativi. Nascita del «big business» e del
management moderno.
- Nuove potenze industriali e nuovi equilibri internazionali. USA, Germania e la

Che si innestarono nelle tecnologie precedenti, non le soppiantarono. Importante: co-presenza


di tecnologie delle varie rivoluzioni industriali.
In un contesto sottogiacente di integrazione dei mercati (capitali, merci e forza lavoro).

rivoluzioni industriali. Questi economisti vedono queste rivoluzioni come processi separati
nettamente, che creano dei mondi completamente nuovi. Questa è una visione semplicistica,
poiché nessuna rivoluzione ha avuto l'impatto della prima. È utile riflettere sulle ondate
successive di grandi innovazioni ed è utile riflettere sui concetti della seconda rivoluzione
industriale perché queste rivoluzioni industriali, soprattutto al secondo, rappresentano delle
trasformazioni e degli incentivi al cambiamento importanti dal punto di vista tecnologico.
Attraverso queste innovazioni cambiano i paradigmi tecnologici: non viene creata una nuova

dei nuovi paradigmi. L'elettricità diventa un paradigma che subentra al carbone, il petrolio
rappresenta un altro paradigma tecnologico che
su risorse diverse rispetto al carbone. Inoltre, entrano in scena nuovi materiali. La nuova
industria che nasce dalla seconda rivoluzione industriale e le sue tecnologie (elettricità,
chimica e petrolio) ha un legame e delle necessità diverse dal punto di vista scientifico. Oltre
ad avere nuovi paradigmi tecnologici, ha dei nuovi paradigmi scientifici.
Questi nuovi paradigmi tecnologici, per il fatto che rappresentavano dei livelli di complessità
maggiore rispetto alle tecnologie della prima rivoluzione industriale, hanno bisogno di nuovi
paradigmi produttivi e organizzativi. C'è il bisogno di gestione della manodopera e delle
capitalismo manageriale, nelle imprese vi
è la necessità di competenze specifiche da parte dei manager. Il capitalismo manageriale è
anche chiamato big business, imprese di taglia maggiore.
La seconda rivoluzione industriale modifica radicalmente anche gli equilibri economici

Queste trasformazioni (cambio paradigmi scientifici, organizzativi e i rapporti internazionali)

vecchie industrie e tecnologie vengono tuttavia influenzate dalla seconda rivoluzione


industriale, dal punto di vista organizzativo o tecnologico. Le ondate successive di nuove
tecnologie e paradigmi non sostituiscono completamente quelle vecchie. Con le ondate
successive si ha una copresenza di vecchio e nuovo.
La seconda rivoluzione industriale avviene in un periodo di forte integrazione dei mercati, in

mercati. Una delle caratteristiche della seconda rivoluzione industriale è proprio il fatto che è
un momento di estensione delle imprese, di innovazione tecnologica, che avviene in un
contesto di globalizzazione ed integrazione dei mercati. I capitali, le merci e la forza lavoro in
questo periodo storico si muovono con grande facilità.
Innovazioni
- Innovazioni a cascata, che generano cicli degli affari (Joseph A. Schumpeter),
caratterizzati da crescita economica, «distruzione creatrice», e cicli «lunghi» (già
studiati e noti dagli studi di Kondratiev ad esempio).

di vista produttivo o scientifico. Progressivamente alcuni imprenditori iniziarono a pensare


elettricità è una tecnologia
generalista, ha delle possibili ricadute in tante altre applicazioni: illuminare, sorgente di

parte di un nuovo sistema tecnologico che progressivamente ha sostituito il sistema


tecnologico carbone-ferro-vapore, che rappresentava il centro delle tecnologie generaliste
della prima rivoluzione industriale.
di tecniche che
sono interdipendenti le une dalle altre e hanno coerenza tra loro (si appoggiano le une sulle

icabili in altre industrie.


Questi diversi paradigmi tecnologici, e la loro generalizzazione, nel corso della storia
si sviluppino a cascata una serie di
innovazioni, tecniche e industrie connesse, con nuovi bisogni, domande, produzione e
necessità. Ogni singolo paradigma tecnologico contribuisce allo sviluppo degli affari che crea
crescita economica. Joseph Schumpeter parlava di cicli di affari, decenni di crescita intensa.
collegata a queste innovazioni
Schumpeter
- Nuovi sistemi tecnologici che creano nuove opportunità, ulteriori innovazioni a
cascata e maggiori performances, ma che non eliminano completamente le tecnologie
«mature» (del sistema tecnologico precedente).
- Ci sono innovazioni di rottura (radicali) e incrementali (migliorie).
- 5 Innovazioni di rottura secondo Schumpeter:
1. Di prodotto.
2. Di processo.
3. Si approvvigionamento (materia prima)
4. Commerciale
5. Organizzativa
La crescita economica legata alle nuove innovazioni e ai nuovi paradigmi tecnologici non

lavori, tecnologie e tecniche vengono eliminati. Proprio per questo, secondo Schumpeter,
nello sviluppo economico non vi è una crescita lineare e continua. La nascita, lo sviluppo e la

I nuovi sistemi tecnologici creno nuove opportunità, ulteriori innovazioni a cascata, la


possibilità alle industrie vecchie di ammodernarsi, mettono in crisi le vecchie tecnologie che
progressivamente spariscono.
onomia come una serie di
ondate di nuove tecnologie generaliste, caratterizzate da paradigmi tecnologici diversi. La
prima ondata coincide con la prima industrializzazione inglese, basata sul tessile e sul ferro.
Una seconda ondata basata sulla generalizzazione di acciaio e sul ferro. Successivamente

Ogni ondata consente, quindi, uno sviluppo economico per certi settori e delle opportunità
per certe industrie, ma al tempo stesso determina una crisi per altre industrie. Secondo la
visione di Schumpeter una nuova tecnologia si estende, determina una fase di crescita, si
stabilizza e a questa subentra una nuova tecnologia e un nuovo. Schumpeter attraverso questo

sono crisi nei sistemi industriali e produttivi. Quindi Schumpeter diede una spiegazione
tecnologica a cicli già noti come cicli di Kondratiev, matematico russo che aveva scoperto

Schumpeter afferma che nella storia dell'economia vi sono dei cicli economici, o cicli
che sono plasmati dalla nascita, lo sviluppo e il declino delle nuove tecnologie, che
vengono successivamente superate dal ciclo successivo (che vede una nuova tecnologia fare
lo stesso percorso).
cnologica adotta una definizione

(Thomas Edison, ad esempio, era un imprenditore inventore schumpeteriano perché


immaginava applicazioni economiche alle sue invenzioni, contribuendo a creare industrie.)
one del prodotto (creazione di un nuovo
prodotto). Per Schumpeter esistono 5 diversi tipi di innovazioni che caratterizzano le attività
di un imprenditore innovatore.
1. Innovazione del prodotto: un imprenditore crea un prodotto che prima non esisteva
(radio).
2. Innovazione di processo
modo per produrlo (nuovi forni elettrici per creare acciaio).
3. Innovazione di approvvigionamento: si produce lo stesso prodotto a partire da una
materia prima nuova e diversa (più economica).
4. Innovazione commerciale: un prodotto, viene creato con lo stesso processo e materie
prime, ma viene trovato un nuovo utilizzo/sbocco commerciale che lo trasforma.
(coca cola: medicinale-bevanda).
5. Innovazione organizzativa: nuova organizzazione della produzione (Ford)
Le innovazioni schumpeteriane possono essere collegare a diverse azioni imprenditoriali e
incentivi che fanno capire il processo di diffusione delle innovazioni: le innovazioni
generaliste e i paradigmi tecnologiche rappresentano degli incentivi a creare altre tecniche,
innovazioni, filiali innovative e alle opportunità che creano questi cicli economici.
Schumpeter fa anche una distinzione tra innovazioni di rottura e innovazioni incrementali.
Le cinque innovazioni precedenti sono di rottura poiché creano delle cose completamente
nuove. Le innovazioni incrementali sono, invece, migliorie. (Innovazione di rottura:
invenzione della radio; innovazione incrementale: miglioria della radio, radio trasportabile)
Le innovazioni
- Convertitore Bessemer (1856) e Siemens/Martin (1856) - Coloranti sintetici
(1857) - Dinamite (1867) - Plastica (celluloide 1869) - Industria elettrica (1879-
1882) - Telefono (1876) - Navi frigorifero (1876) - Bicicletta (1876) -
Procedimento acciaio Gilchrist Thomas (1878) - Fonografo (1877) e cinematografo
(1895) - Automobile (1884-1885) - Alluminio (1886), poi produzione elettrolitica
cloro, carburo, acciaio - Petrolio, sua distillazione e raffinazione (1859-1892
Standard Oil) - Costruzione di grattacieli (1884) - Pneumatici (1887) - Aspirina
(1897) - Radio (1901) - Model T Ford (1908)

sono state superate altre fanno ancora parte della quotidianità.


Vi sono moltissime innovazioni in campo siderurgico, come i convertitori come il Bessemer

All'inizio del
Vennero inventanti i coloranti sintetici (prima di allora solo coloranti naturali),
strie chimiche. Venne

elettro-meccanica che consente di produrre elettricità; nascono i produttori di turbine e di cavi


elettricità. Vennero creati il telefono, le navi

19° secolo, negli Stati Uniti si inizia ad estrarre petrolio in modo sistematico e usarlo per due

a dei
grattacieli, possibile grazie alle innovazioni siderurgiche. Vennero inventati i pneumatici (con
le innovazioni vi è necessità di nuovi prodotti legati ad esse), la radio e il primo modello della
Ford.
Esempio di tecnologia della seconda rivoluzione industriale:
- -Siemens,
applicazione corrente (forni Héroult, Stassano etc.) e successivi sviluppi.
- Nuovi sviluppi: siderurgia da «rottane» che modifica il problema strutturale del

- Nascita della cosiddetta «houille blanche» (carbone bianco) -, che


cambia la geografia produttive e viene usata come base per:
Siderurgia (acciaio)
nuova metallurgia (alluminio, etc.)
Chimica e elettrochimica (carburi, etc.)

numero di altre tecnologie, prodotti e tecniche. Molti prodotti che venivano prodotti da altre
fonti energetiche, a partire dagli anni 80-
elettrico). L'elettricità apre le porte alla moderna elettrometallurgia (applicazioni di forni
elettrici), che non rappresenta una mera curiosità scientifica. L'elettricità consente lo sviluppo

plicato ad applicazione
performanti (acciaio per navi/grattacieli). L'elettricità apre la porta alla moderna industria elle
leghe dei metalli, attraverso il forno elettrico si possono dosare le leghe. Nascono diverse
qualità di acciaio, applicabili a speci

creazione di industrie basate sul riciclo (rottami di acciaio, fusi e riutilizzati). Immaginare
delle produzioni industriali siderurgici e metallurgici consente di modificare le necessità in

carbone: un paese con una scarsa dotazione di carbone difficilmente av

carbone (base tecnologica del 19° secolo), che avvantaggiava i paesi con grosse dotazioni di
carbone (Inghilterra), ma consente lo sviluppo di industrie siderurgiche e metallurgiche anche
in paesi privi di dotazioni di carbone.
modifica completamente la competitività dei paesi e garantisce opportunità di sviluppo

L
La nascita del Big Business americano
- Attenzione: il nuovo paradigma non sostituisce in toto il vecchio: il «dualismo» (cf.
Amatori, Colli, etc. cap. 7. p. 88), oppure «differenziale della contemporaneità» (Cf.
Pollard):
- Carbone, siderurgia etc. continuano ad esistere (compresenza delle rivoluzioni
industriali) e anzi vengono interessati da una penetrazione delle nuove tecnologie e
delle innovazioni tecnologico-produttive.
- Settori vecchi (tessile etc. ad esempio) crescono di taglia, sono caratterizzati da
crescite e da meccanizzazioni successive, ma restano ad alta intensità di
manodopera.
«
comportò u
possibile ottenere una riduzione significativa dei costi unitari al crescere dei volumi prodotti
(economie di scala) e un vantaggio incomparabile per gli impianti di maggiori dimensioni
rispetto ai piccoli»

business, nasce con la 2° rivoluzione industriale per motivi legati a dinamiche di tipo
tecnologico e per la rivoluzione manageriale nella gestione delle imprese.
Il modello per la riforma manageriale e per il big business sono gli Stati Uniti, poiché una
serie di dinamiche hanno favorito delle dinamiche manageriale e perché negli USA viene
lo sviluppo di
imprese più ampie.
Con la seconda rivoluzione industriale le vecchie tecnologie non vengono sostituite del tutto.
Vi è la copresenza simultanea di vecchie e nuove tecnologie nel panorama produttivo. Le

e il petrolio. I l carbone e la siderurgia continuano ad esistere e sono interessate da alcuni


aspetti centrali della seconda rivoluzione industriale, come ad esempio la rivoluzione
manageriale e la nuova organizzazione delle imprese. Inoltre, in altri casi, anche loro sono

industriali.
Il nuovo paradigma organizzativo
- «Le economie di scala sono soltanto tecnologiche, mentre quelle di flusso sono
organizzative; esse dipendono dalla conoscenze, dalla capacità, dal lavoro di gruppo,

processi tecnologici» Chandler


La rivoluzione manageriale è un fenomeno che interessa soprattutto le nuove tecnologie e le
industrie pesanti perché sono settori produttivi in cui si verificano dei nuovi fenomeni
economici, che non si sviluppavano in settori industriali specifici della prima rivoluzione
industriale o della pro-industria.
Questi fenomeni sono le economie di scala
pesante, che applica le nuove tecnologie, sono interessati dal
scale, che consente un abbassamento progressivo dei costi di produzione a mano a mano che
cresce la produzione stessa.

aumenta la produzione, ma i costi unitari restano invariati. Nelle nuove tecnologie e

da quel momento hanno dei costi unitari minori. La taglia di efficienza minima è il limite al
di sopra del quale il costo unitario della produzione inizia ad abbassarsi. È quindi la quantità

Ciò accade perché in questo tipo di industrie, vi sono degli investimenti fissi, in macchinari,
tecnologia e spazi fisici, che sono indipendenti dal volume di produzione. Con queste
nuove tecnologie non è possibile avviare piccole imprese, si parte da grandi organizzazioni
(con i benefici delle economie di scala).
seconda rivoluzione industriale, in cui
si iniziano a creare le grandi fabbriche, è accompagnato da una profonda rivoluzione nella
storia del pensiero economico.

ro valore complessivo.
Secondo questi economisti, il valore di un oggetto non è uguale ad un altro. Secondo la teoria
classica, quella di Smith e Ricardo, il costo di un oggetto era dato dal tempo di lavoro per
crealo. Jevons, Walras e Menger affermavano, invece, che il valore delle cose non
dipendeva dal costo di produzione, ma anche dalla loro utilità, che cambiava a seconda del

economisti anche il costo di produzione variava ed affermavano che il valore delle cose fosse

con la pubblicazione dei libri di questi economisti, i manager delle imprese possedevano delle
armi matematiche per calcolare quanto investire, prima di creare una fabbrica. Ciò significa

con competenze per programmare gli investimenti, i costi di produzioni e i prezzi dei prodotti
sul mercato.
Nel mondo industriale si possono verificare delle diseconomie di scala, se il manager non è
in grado di capire la taglia di efficienza minima e programmare gli investimenti per il
conseguimento della taglia di
trovare a investire avendo costi unitari di produzione maggiori.

aumento del numero di lavoratori, del numero di materie prime necessarie per la produzione,
e della produzione. Accanto alle economie di scala si generano quelle che Chandler chiamava
economie di flusso: la nuova grande fabbrica non ha solo bisogno di una gestione più
complessa di gestione, ma le nuove imprese hanno anche bisogno i una coordinazione strema
tra tutte le sue componenti: merci e persone. Questa coordinazione era sconosciuta nelle

si sfruttano al meglio le economie di scala.


Alfred Chandler, attraverso queste generalizzazioni e lo studio sistematico delle grandi

credeva che la grande impresa americana avesse avuto questo successo e fosse divenuta un

triplice investimento iniziale.


Il primo investimento è in economie di scala (produzione di grande taglio che conseguano il
taglio di efficienza minima), in integrazione verticale che consente di creare le economie di

secondo investimento è in marketing e diversificazione: in marketing perché per un'impresa


non è sufficiente produrre una grande quantità di merci, deve anche saperle vedere. In
diversificazione perché le aziende devono assecondare la domanda quindi iniziano a produrre
una serie di prodotti per accontentare un numero crescente di consumatori. Il terzo
investimento, in concomitanza ai primi due, è in un management moderno, ovvero creare
delle gerarchie manageriali che consentano di gestire le economie di scala, di flusso e le
complessità della grande industria.
Chandler afferma che tutte le imprese di grande successo sono il risultato di un triplice

grande impresa nella quale sono confluiti questi simultanei investimenti. Chandler afferma
che i first mover, hanno avuto un grande vantaggio poiché sono le prime imprese comparse

sempre di più.
Vi è quindi un nuovo rapporto tra e il suo mercato:
industria Assume un ruolo specifico la clientela e la società di massa. L'impresa è

di nuovi legami con il mercato: ha bisogno di feedback, pubblicità per promuovere i prodotti
e agenti sul territorio che facciano da catena di trasmissione tra clientela, mercato e impresa.
La grande impresa è accompagnata, soprattutto negli Stati Uniti, da grandi trasformazioni
sociali, legate alla creazione della moderna società di massa/dei consumi. Si passa da

e su rapporti complessi con i consumatori. Questi rapporti permettono di creare strategie di


diversificazione, di programmare meglio gli investimenti e di aiutare lo sviluppo delle
imprese. Un primo aspetto importante della grande industria è, quindi, il consumo.
Secondo aspetto specifico importante per la nuova industria: la grande industria ha bisogno,
per sviluppare nuovi prodotti, mettere a frutto nuove tecnologie e portare avanti una crescita
continua, di una nuova mansione: la ricerca e sviluppo. Nella grande impresa non vi sono
più imprenditori inventore che fanno piccole invenzioni, ma ha bisogno di un gran numero di
laboratori scientifici di ricerca, scienziati e ingeneri con competenze scientifiche e tecniche,
in teorie sul management moderno, che passano sotto il nome

i
lavoratori. L'uomo diviene ingranaggio di una macchina, il suo compito diviene alienante e
ripetitivo. Per Taylor gli operai non devono pensare, ma solo obbedire agli ordini.

organizzazione industriale.
Secondo Chandler verso la fine del 19° secolo tutte le più grandi imprese americane hanno
fatto il triplice investimento, strutturandosi come imprese gestite in modo efficacie dal punto
di vista del management moderno. Una volta arrivate a questa grande taglia, il capitalismo
americano è cresciuto ulteriormente, dando vita ad organizzazione ancora più complesse.
-funzionali) le imprese talmente grandi che
vengono organizzate per se - -divisionali) tutte le
imprese talmente complesse che si riorganizzano in divisioni, le ultime sono esse stesse delle
grandi imprese. Le imprese americane, in questa fase storia, non possono essere definite
multinazionali perché il big business americano, in questo periodo, raramente si affaccia

(per popolazione, territorio e guadagni), per cui non vi è la necessità di rivo


sono focalizzate quindi nel territorio nazionale (con alcune eccezioni).
Chandler afferma che le imprese dopo essere state multi-funzionali e multi-divisionali, negli

rispetto a questo tipo di organizzazione industriale. È necessario concepire il mercato


americano di questo periodo come un mercato unico per i suoi sviluppi demografici,
reddituali e geografici: è un mercato vasto e profittevole, in cui queste strategie e questi
fenomeni di crescita sono semplici grazie alla domanda e alla cultura, che supporta questo
ragionamento. La situazione cambio se il big business si sviluppa in un paese senza la stessa
domanda interna.
Big business. Opportunità e vincoli
- Emerge negli USA, che diventa il modello internazionale per le «large
corporations».
- Emerge in maniera spuria in Germania (vedremo tra poco), soprattutto in relazione
industria pesante.
- Non emerge in maniera diffusa in UK. Ci sono casi di imprese manageriali (Dunlop,
Pilkington, Courtaulds), ma non si generalizzano.
- Importante: le opportunità della Seconda rivoluzione industriale non vennero colte
nella stessa maniera dai tre paesi più avanzati a livello internazionale.
Chandler presenta gli Stati Uniti come il modello per il big business manageriale, il big
business emerge anche in Germania ma in modo diverso rispetto al modello chandleriano. Il
big business tedesco, infatti, non poggia sul mercato di massa e sulla società dei consumi, ma
sui beni industriali. In Inghilterra, nonostante sia il capostipite della prima rivoluzione
industriale, non esprime un capitalismo manageriale degno di nota. Vi sono alcune grandi
imprese manageriali, ma sono eccezioni rispetto al panorama inglese.
Infatti, come ogni processo economico le tecnologie della seconda rivoluzione industriale (la
rivoluzione manageriale, la crescita esponenziale della produzione aziendale) sono delle
opportunità che vengono colte in modo diverso a seconda del contesto in cui vengono
i contesto dello stesso tipo di
organizzazione produttiva e sociale. Alcuni paesi sono più disposti ad accogliere queste
opportunità, altri lo fanno in parte, alcuni non lo fanno, a seconda della classe
imprenditoriale, delle condizioni macro-economiche de
paesi, la grandezza di un paese e i livelli salariali.
Il big business americano: Prerequisiti del suo sviluppo specifici
- Meccanizzazione con Standardizzazione
manifacturing (cf. tesi di Habbakkuk).
- Reddito pro-capite e salari industriali più elevati.
- Mercato nazionale / geografia e demografia specifica.
- Il West: fattore della migrazione interna su standardizzazione, housing cost e salari.
Che alimenta una nuova spinta alla ricerca scientifica
R&D e alla creazione di prodotti sempre più complessi.
istruzione: MIT, Harvard etc. formazione non pubblica, ma promossa
industria.
Ruolo della guerra civile americana.
-
- Modifica gli equilibri economici nazionali (Nord industriale v. Sud agricolo).
- Attenzione: dopo il 1860, il modello economico americano fu contraddistinto da un
crescente protezionismo.
Gli Stati Uniti raccolgono gli incentivi della seconda rivoluzione industriale poiché
dispongono di prerequisiti specif
(american system of manufacturing); ci sono redditi pro-capite e salari più alti, ciò permette
alle persone di consumare beni al di fuori della sussistenza. Il mercato americano è vasto e in
estensione, che diviene la meta principale per le migrazioni internazionali. L'alto livello di
salari è permesso grazie al fatto che il West era una valvola di sfogo delle popolazioni
cittadini, insoddisfatte per i salari bassi. Tutti questi prerequisiti favoriscono la creazione di
una società di massa.
La società americana struttura un sistema educativo nazionale non democratico, ma che cerca
di assecondare le necessità di ricerca e sviluppo delle grandi imprese americane. In questo
periodo negli Stati Uniti si sviluppano scuole tecnico-scientifiche manageriarli (Harvard) che
sono promosse dalla grande industria (paga professori, borse di studio), per far insegnare
materie utili per lo sviluppo delle industrie.
Il mercato americano è esteso, popolato da persone con buoni guadagni e con buoni centri di
scambio, ma è caratterizzato da protezionismo. Le grandi imprese hanno un vasto mercato in
cui si muovono come padroni, per un impeditore straniero esportare negli Stati Uniti è
difficile.
I fattori/caratteristiche del big business americano
- Settore trainante: le ferrovie
esempio precoce di big business (Andrew Carnegie).
finanziamento specifico: azioni e obbligazioni nel mercato nazionale e
internazionale.
- Ruolo della JP Morgan, Lehmann Bros, Goldman Sachs,
Merril Lynch, Rockefeller, Mellon).
- Sistema di finanziamento «market oriented» anziché bank oriented però (differenza
con le banche miste europee).
- Emerge Wall street come potente leva finanziaria della big corporation (differenza
con la City).
- Capitalismo competitivo: prima legge anti-trust della storia, Sherman Act 1890
(seguito da altre leggi)
Il capitalismo americane che si sviluppa con la seconda rivoluzione industriale e con i big
business è un modello basato su una relazione specifica con il mondo finanziario. Insieme al

diverso dalle banche miste (prestano soldi alle imprese, divenendo proprietari). Il ruolo delle
prese, ma di favorire la loro

mista: bank oriented) perché le banche sono intermediare, dato che esistono investitori visto il
reddito maggiore della popolazione che li porta a fare investimenti finanziari. Negli Stati
Uniti la classe media si sviluppa velocemente, ciò permette loro di comprare azioni

centri finanziari intern


delle azioni americane.
Negli Stati Uniti nasce la prima lega anti-trust per evitare gli abusi legati dal potere del big

Negli Stati Uniti il settore principale in cui si sviluppa la rivoluzione manageriale (imprese
gestite in maniere moderna ed efficiente) sono le ferrovie (settore relativamente vecchio).
Secondo Chandler il primo settore nella quale vi è un management moderno sono le ferrovie
poiché hanno esempi di primi grandi manager che perseguono politiche di espansione. Un
famoso esempio è Andrew Carnegie, manager americano che dirigeva una delle principali
imprese ferroviari americane e portò avanti le sue politiche manageriali anche dopo la

Le ferrovie sono importante perché era estremamente difficile negli Stati Uniti immaginare
ferroviaria era
necessaria la coalizzazione tra più persone, forme di finanziamento e molti capitali. Inoltre,
per questioni tecnico-geografico-scientifiche, una linea ferroviaria statunitense comporta
centinaia di chilometri e su un unico binario. Per qu
questo tipo deve essere gestita in modo efficiente in modo da evitare incidenti.
La connotazione geografica, tecnologica e finanziaria specifica delle ferrovie, le rendono
negli Stati Uniti, il settore pioniere della rivoluzione manageriale. Il caso di Carnegie
dimostra che queste competenze specifiche, una volta adattate ad un settore, si sono diffuse in
altri.
Big business e casi nazionali: Germania e UK
Il paragone tra il caso americano e i casi tedesco e inglese è analizzato da Chandler nel suo

le analogie tra questi casi. Inoltre, vi sono diversi aspetti interessanti da analizzare nel caso
ra. Nonostante l'Inghilterra sia stata il paese pioniere della

che invece coglie molte delle opportunità della seconda rivoluzione industriale dando vita ad
un modello di capitalismo diverso da quello americano.

Per Chandler
- Stati Uniti Capitalismo manageriale competitivo.
- Germania Capitalismo manageriale cooperativo (o non competitivo)
- Gran Bretagna Capitalismo non manageriale o famigliare
Secondo Alfred Chandler, gli Stati Uniti rappresentavano un modello per quanto riguarda il
capitalismo manageriale. Il modello statunitense è capitalismo
manageriale competitivo

regola del gioco basata sulla concorrenza. Quindi il caso statunitense, oltre ad essere un
modello di capitalismo manageriale è anche caratterizzato dalla competizione.
Secondo Chandler, la Germania era un caso di capitalismo manageriale cooperativo (e
non competitivo). Chandler credeva che la Germania non avesse raggiunto la compiutezza
del modello americano perché in Germania le regole del gioco erano diverse. In Germania
nivano favoriti
altri tipi di approcci come la cooperazione (quindi le imprese cooperavano tra loro attraverso
accordi e cartelli). Per questo motivo secondo Chandler il capitalismo tedesco era meno
definito e meno sviluppato di quello statunitense, proprio per la mancanza di istituzioni
tedesche che spingessero la concorrenza tra le imprese.
Secondo Chandler, la Inghilterra rimane ferma ad un capitalismo familiare e non si
sviluppano imprese manageriali degne di nota o un capitalismo manageriale.
Altri approcci
- Finanza e finanziamento industriale.
- Mercati di riferimento (nazionale/estero).
- Innovazione tecnologica e ricerca.
-

contesto micro-economico e i modelli organizzazioni delle imprese. Si possono adottare altri


approcci. Si possono, per esempio analizzare le cause e le dinamiche in termini di

gestione industriale delle imprese. Un'altra dinamica da analizzare sono i mercati di


riferimento. Nel caso degli Stati Uniti il mercato di riferimento era quello nazionale: le
imprese americane si sviluppano contando su un vasto mercato di massa. A seconda del
mercato di riferimento vi sono diverse strutture e strategie che i paesi adottano.
Un'altra dinamica importante che differenzia lo sviluppo

(liberista, interventista) influiscono molto. questi quattro fattori rivelano il mancato sviluppo
manageriale di vari paesi, per mancanza di opportunità. Ciò significa che l'industria si
sviluppa su basi diverse.

Grande Industria Inglese


- Esempi notevoli, come Dunlop, Pilkington o Courtaulds, che offrono spunti per
pensare alla nascita di una «corporate economy» (Cf. Leslie Hannah).
- Ma in generale si concentra in beni di largo consumo e prodotti che non
richiedevano tecnologie troppo sofisticate.
- Importanza della famiglia: capitalismo famigliare (A. Chandler) / personale e non
manageriale (o affiancata da una limitata gerarchia manageriale).
- Importanza relativamente scarsa educazione «industriale»: mancano managers
e tecnici con formazione specifica (cf. cap. 2).
- Sistema di finanziamento industriale non imperniato sulla City: centro finanziario
globale, ma inglese e le sue necessità.

imprese manageriali. Alcuni esempi notevoli sono il caso della Dunlop, impresa che passò

Pilkington, impresa vetraria concorrente di


Saint Gobain che produce vetro di ottima qualità in Inghilterra. Ha dato vita ad un processo di

artificiali ed
esempio di grande impresa inglese manageriale, inserita nella seconda rivoluzione industriale.
Quindi in Inghilterra, anche se non molte, esistono esempi di imprese manageriali, che
rappresentano casi importanti di corporate economy. Le imprese non sono familiari, ma sono

consumo della prima rivoluzione industriale o in produzioni che non richiedono tecnologie
sviluppate (siderurgia o meccanica). La struttura delle imprese inglesi resta ancorata a un
capitalismo familiare, ovvero imprese di piccola-media taglia, prive di dinamiche di sviluppo
gerarchie manageriali al suo interno.
finanziamento industriale. Ciò è paradossale poiché Londra è il centro finanziario e
monetario mondiale. Tuttavia Londra non si occupa di finanziamento industriale e gli attori
economici della City di Londra non hanno nessun ruolo nella nascente industria inglese e non
colgono le opportunità di investimenti nei settori

UK
- Una leadership finanziaria internazionale, ma con la perdita progressiva della
leadership industriale.
- UK: Benessere, modernizzazione, crescita urbana come freno, anziché ulteriore
stimolo, rispetto alla crescita industriale del paese.
- «Svantaggi del pioniere» (o dibattito sul declino inglese):
La concentrazione della popolazione inglese (a differenza della dispersione
americana) non impose il miglioramento di un impianto distributivo già
efficace.
Struttura molto più «ineguale» della società inglese (T. Piketty, cf. intro)
Il vantaggio acquisiti in settori chiave non si tradussero in ulteriori fenomeni
di crescita.
Capitalismo famigliare e la legge delle tre generazioni (o la legge dei
Buddembruck) - La stessa finanza e il ruolo del commercio estero (reti
finanziarie) non furono alla base di crescita industriale nei settori nuovi della
Seconda rivoluzione industriale ma determinarono un progressivo declino
industriale a vantaggio dei profitti finanziari/commercial

Londra è la capitale mondiale della finanza che tuttavia non investe

imprese manageriali, rimanendo ferma alle tecnologie della prima rivoluzione industriale.
Questo avviene per diversi motivi: innanzitutto, vi è una grossa disuguaglianza intera. Nella

poi vi sono molti proletari che guadagnano poco. I mercati urbani, per quanto diffusi e
sviluppati, non rappresentano però mercati di sbocco per le produzioni di economia di scala

in marketing e commercializzazione (a differenza del mercato americano). L'Inghilterra ha


a

uzione industriale per


cause demografiche, sociali e culturali. La struttura familiare delle imprese inglese
comportava un grosso problema nella transizione generazionale: la mancanza di manager,
portava al problema della successione patrimoniale, affrontando la legge dei Buddembruck.
(legge di Buddembrock: nonno in grado di creare impresa, padre pur non essendo visionario

unzione di manager salariati che sarebbero però


La finanza è caratterizzata da un disinteresse verso e non aiuta lo sviluppo della
grande impresa perché ciò che traina la crescita economica inglese è focalizzata in profitti di
natura finanziaria e commerciale dei profitti inglese.
Inghilterra
- La City non era interessata ai bassi profitti industriali. «Exit strategy» o «gentlemanly
e connaturata alla
struttura della bilancia dei pagamenti (deficit della bilancia commerciale).
- Mancanza di un mercato unitario comparabile a quello Usa per i beni comuni, ma
grande mercato per i beni durevoli.
- Mercati esteri? Ancora decisivo: UK esportava merci per il 30% del PIL, ma
concentrandosi nei settori della prima rivoluzione industriale (Ferro, filati di cotone e
carbone).
- In un contesto in cui il vantaggio tecnologico inglese era finito. Carbone, tessili e
ferro anche in altri paesi (imp. ad es. tecnologia Gilchrist-Thomas/Martin per

-
company» (M. Wilkins).
I finanziari di Londra, vista la loro posizione centrale nel sistema economico internazionale,

capitali, e quelli che gestiscono, in settori che garantiscono loro delle remunerazioni
cio della finanza inglese sostenevano
exit strategy

competitività internazionale le
settore meno redditizio. Di conseguenza, i finanzieri inglese erano sempre meno interessati ad

parte dei finanzieri. La struttura specifica della bilancia dei pagamenti inglese gioca un ruolo

finanziari internazionali. Il sistema finanziari inglese, senza queste operazioni internazionali,


sarebbe in squilibrio.
In Inghilterra non mercato vasto e unitario, dall'Inghilterra passano molti dei mercati

della seconda rivoluzione industriale, l'Inghilterra si trova ad esportare dei prodotti non più

cotone, nell'acciaio e nel ferro, prodotti che a fine 800 producono tanti altri paesi. (cotone

perché poco competitiva, ma coglieva opportunità di investimento estero. Un esempio p il


Rio Tinto, percepito come opportunità di investimento da parte della City di Londra ed
interessante dal punto di vista della seconda rivoluzione industriale, ma comunque non si

svincolato dalla produzione inglese. Q

integrata tra i due paesi, sono investimenti puramente finanziari fatto un altro paese, che non
vengono integrati nel sistema produttivo del paese di partenza.
Quindi, il caso inglese era caratterizzato da una forte disuguaglianza interna, dalla mancanza
di un vasto mercato internazionale e dal disinteresse della finanza inglese. Questo disinteresse
fa in modo che non si creino i presupposti per la creazione di una grande impresa
diversificata.
Il big business alla tedesca
- Concentrata in settori di investimento e/o ad altro contenuto tecnologico (siderurgia,
chimica e meccanica, elettromeccanica pesante), che richiedevano:
stesa e competente gerarchia manageriale
grandi investimenti
Intensa attività di R&D.
Ma non necessariamente una strategia orientata al consumo e al mercato
(B2B).
- Caratteristica specifica del modello tedesco: il «Finanzkapital» (R. Hilferding 1910) e
il ruolo della banca mista: proprietà e gestione della grande impresa tedesca. Banche
come Deutsche Bank, Berliner HandelsGesellschaft, Dresdner Bank, Commerzbank.
- Le banche universali tedesche sono alla base del fenomeno di crescita del big
business alla tedesca, non solo come «fattore sostitutivo» ma anche come fattore
performativo
La Germania è caratterizzata da un capitalismo manageriale, vista la presenza di imprese
gestite in maniera manageriale, soprattutto nei settori con un forte contenuto tecnologico
(chimica, meccanica, elettro-meccanica). Questi settori per svilupparsi hanno bisogno di

à di ricerca e sviluppo. Tuttavia, nel


caso tedesco il capitalismo manageriale si sviluppa principalmente in settori che non sono
orientati al consumo (come negli Stati Uniti). La strategia delle imprese tedesche non è
quella di arrivare al largo pubblico, ma sono settori che sviluppano delle attività commerciali

integrazione verticale. Il capitalismo industriale manageriale tedesco


si sviluppa così per ragioni finanziarie, tecnologiche, societarie e istituzionali. Innanzitutto, in
Germania si sviluppa la grande impresa, che rischia in settori innovativi, perché ha alle spalle

delle imprese, divenendone in parte proprietari e gestori. Inoltre grandi banche tedesche si
specializzano in settori industriali altamente innovativi (Deutsche Bank, Commerzbank).
Ruolo delle banche tedesche
- Banche al centro del sistema, ma non come intermediari. Come proprietari
«azionisti» capaci di influenzare le scelte strategiche delle imprese.
- Fenomeni manageriali, caratterizzati da un forte:
Interlocking directorates. Gli uomini delle banche erano in quasi tutti i

formalmente correnti fra loro.


Alta cartellizzazione (Kartell, Konzern) , non sanzionata dal potere pubblico,
ma anzi aiutata, alla base del capitalismo manageriale «cooperativo» o
«organizzato». Es. AEG (1887), Emil e Walter Ratenau.
Mercati esteri centrali: esportazione di beni industriali, alta competitività

Mercato nazionale controllato, con mercato estero di conquista.


Diversa posizione della bilancia dei pagamenti: Germania come paese ancora
a
All'interno delle banche tedesche vi sono banchieri che, a differenza degli inglesi, hanno delle
competenze per capire meglio le opportunità di investimento nei settori innovativi (elettricità
e chimica pesante). La banca in Germania non svolge solo il ruolo di intermediario (come
negli Stati Uniti), le banche tedesche sono proprietarie ed azionistiche e influenzano le scelte
strategiche delle imprese. In Germania si sviluppano fenomeni chiamati dagli economisti
interlocking directorates
mettendo come direttore la stessa persona. Il risultato è la collaborazione tra le aziende, per
questo motivo in Germania vi è un forte fenomeno di cartellizzazione, legato ad un aspetto

sviluppo non porti ad un prodotto commercializzabile. Per cui il finanziamento si rivelerebbe


inutile. Per ridurre le perdite legate al rischio le imprese cooperano e si organizzano il lavoro

Il capitalismo tedesco si basava su eccellenze tecnologiche e su beni competitivi dal punto di


vista della qualità, che trovavano sbocchi nei mercati esteri. La crescita economica industriale
tedesca si poggia sulla possibilità di esportare i beni industriali. I cartelli servono a con
trollare il mercato nazionale, a ridurre la pressione in un mercato limitato, spingendo le
imprese tedesche ad essere più competitive nel mercato internazionale. La Germania per la
sua struttura macro-economica, nonostante abbia una forza finanziaria, non ha un sistema

la Germania non ha bisogno di importare beni

Sistema educativo tedesco


- Il sistema industriale tedesco era sostenuto da un sistema educativo efficace.
- Sistema efficiente per il sistema industriale, basato sulle:
Technische Hochschulen (Ingegneri) per la tecnologia.
Handels-Hoschschulen (managers) per economia, diritto etc.

- Nel caso della tecnologia, esempio dei coloranti. Invenzione inglese (Perkin 1867),
ma sfruttato a pieno dalla Germania (Cf. Murmann), dove si ha co-evoluzione tra:
Imprese (fenomeni di crescita, simile alle moderne start-up).
Tecnologia (fondamenti scientifici per la grande industria).
- Quindi: ancora stato come fattore sostituivo, che aiuta lo sviluppo assumendosi

laboratori universitari sono chiamati a svolgere per la industria)


In Germania vi è un forte sostegno statale verso un sistema educativo efficacie, che vada
incontro ai bisogni di conoscenze industriali delle imprese tedesche. La Germania vede la
Technische Hochschulen
servono a diffondere il capitalismo manageriale tecnologico tedesco. Il quadro educativo
prevede anche la creazione di altri tipi di istituti superiori che servo a formare persone con
Handels- Anche le
università, come abbaiamo visto, formano dei ricercatori industriali.
Il succes

sistema industriale tedesco in relazione con i coloranti, il successo tedesco nel settore dei
coloranti è dato dalla coalizzazione di imprese, di tecnologia, e di istituzione (che hanno
aiutato lo sviluppo). A mano a mano che si sviluppano le imprese vi sono ingeneri e
istituzioni che creano dei dialoghi tra università, ricerca ed imprese, che aiutano lo sviluppo
di grandi imprese. Secondo questa linea interpretativa lo Stato svolge un ruolo importante: è
un fattore sostitutivo chiave e si assume il compito di diffondere una cultura tecnologica e un

Quindi nonostante sia un paese con un piccolo mercato, la Germania per la sua natura

nuovi equilibri internazionali


Belle Époque

capitalismo liberale 800 (integrazione dei mercati e il fiorire globalizzazione economica).


dall'altro era caratterizzato da dinamiche e avvenimenti negativi. La competizione
internazionale cresce e come conseguenza i paesi adottano politiche di protezionismo,
omia liberale. È un periodo

aveva ancora mai sperimentato.


Il «modello inglese» di globalizzazione contestato, ma non distrutto.
-
«Belle époque» al suo apogeo:
Aumento complessivo del mercato globale per manufatti.
Diversificazione, cioè cambiamento della sua composizione.
Competitività: cambiano le quote dei paesi in ogni singolo mercato.
- Tuttavia, ci sono tre contraddizioni principali.
- Aspetto politico. La svolta protezionista dei late comers (Germania, Stati Uniti, ma
anche Italia e altri).
- La fine della crescita ininterrotta e le crisi cicliche, come risultato della crescente
integrazione dei mercati.
- Esistenza dello scambio non libero (imperialismo e fenomeni coloniali) e di politiche
imperiali che accompagnano il processo di integrazione dei mercati (Congresso di
Berlino 1884).

non completamente distrutto dato che valgono ancora i principi di integrazione economica.
Diversi stati, per la loro crescita economica o per visioni diplomatiche diverse, propongono
delle alternative a questo modello liberale. Il modello liberale aveva garantito il fiorire della

mercati e della globalizzazione. Vi è un aumento complessivo dei mercati globali per tutti i
manufatti, una diversificazione dei mercati (quindi le merci scambiate a livello globale sono
sempre di più) e in questo quadro di crescita del commercio, delle merci e diversificazione
dei prodotti scambiati, la leadership del commercio internazionale inglese viene contestata

sempre meno evidente, mentre molti paesi come la Germania e gli USA emergono come
superpotenze.
In questo quadro definito dal capitalismo liberale inglese, vi sono tuttavia 3 principali
contraddizioni. La prima contraddizione è di natura è politico-economica: I paesi che
contendono il primato commerciale e industriale dell'Inghilterra traggono benefici dalla
globalizzazione, ma allo stesso tempo adottano politiche economiche protezioniste (quindi
diverse da quelle inglese), basate sulla protezione industria nazionale e non più sul libero
commercio. Gli Stati Uniti e la Germania adottarono politiche fortemente protezioniste,
nonostante la loro partecipazione nel commercio internazionale. Quindi c'è un mercato
globale ma diversi paesi non sposano più i principi liberarli del mercato, alterando le regole

crescita di altri paesi, vengono imposte delle regole diverse. Nonostante sia un'economia
liberale e votata la libero scambio, sempre più paesi adottano politiche protezioniste. La
seconda contraddizione riguarda è di natura economica:
forte integrazione dei mercati, in cui il volume delle merci scambiate aumenta, ma non vi è
una crescita economica ininterrotta. Questo periodo è caratterizzato da crisi cicliche
ricorrenti
industriali e commerciali. La terza contraddizione imperialismo.
Q

liberi sono sempre più liberi di integrarsi, ma una serie di territori (Africa e Asia) vengono

integrato, ma una grande parte di questo mercato partecipa su basi non libere al mercato.
Globalizzazione e deglobalizzazione
- Ma attenzione: globalizzazione contestata non significa «deglobalizzazione»: «dopo il
1880 si afferma una politicizzazione della globalizzazione: le società che ora
come politica mondiale, ossia in funzione della potenza nazionale. Ben presto

deglobalizzazione economica e nello stesso tempo di crisi e di guerre mondiali»

anche periodi di deglobalizzazione, soprattutto dopo al prima guerra mondiale. La fine


quindi, la fine della globalizzazione ma solo un suo ripensamento.

sono il presupposto dalla prima guerra mondiale, della deglobalizzazione.


«Belle époque» (1880-1914)
- Termine «Belle époque» coniato dopo la Prima guerra mondiale per descrivere il
contesto del «prima», come migliore.
- Caratterizzata infatti da una grande integrazione economica, una massima libertà
nei movimenti di persone, beni e capitali e da crescita.
- Quella della fine del XIX secolo è una «Società planetaria» (Fumian, 2003).
Esempio, nel 1884 vennero adottate le odierne zone di fusoorario, basato sul
meridiano di Greenwich, dapprima da parte di 25 paesi, poi diffuso
internazionalmente entro il 1913.
- Inoltre, è un periodo di pace: assenza sostanziale di guerre (ultima guerra è quella
Franco-Prussiano, conclusa con la pace di Sedan 1870). Cfr. con il periodo
successivo: due guerre mondiali in 30 anni
La belle époque è il periodo che va dal 1880 allo scoppio della prima guerra mondiale. Non è
un termine scientifico, ma veniva largamente usato dopo la prima guerra mondiale per
descrivere un periodo passato roseo, florido e positivo (dal punto di vista di chi ha vissuto la
guerra). L
Quella della belle époque era una società globale e planetaria, in cui le distanze e gli
approcci, le informazioni e la cultura non sono mai stati così elevati. In questa società si
pongono le basi ad una serie di standard che aiutano a percepire diversamente lo spazio e il
tempo (fusorario). Nonostante gli scontri per il potere internazionale, quello della belle
époque è un periodo di relativa pace: non ci sono conflitti militari importanti. Dopo la fine
della guerra franco-prussiana, si vede un periodo di pace globale, con momenti di tensione
(a differenza degli anni successivi con due guerre mondiali).
L'economia internazionale di questo periodo, anche se nel complesso è un periodo di
crescita, è caratterizzata da una serie di crisi cicliche e ricorrenti. Sono crisi economiche
globali che si sviluppano in una parte del mondo integrato per diffondersi in tutto il resto del
mercato e i centri finanziari, con ripercussioni che toccano tutti i paesi che partecipano

paesi ad adottare politiche per proteggere le industrie e i cittadini (mettendo in discussione le


logiche dei mercati precedenti). Le crisi sono di un tipo diverso rispetto a quelle del periodo
pre-
localizzate e caratterizzate dalla scarsità di alimenti (cattivo raccolto locale, crisi locale,
scorso cibo, prezzi aumentano, rivolte). Le crisi di fine 800 sono di tipo industriale, si
mercato.
Realtà
- caratterizzata da un serie di crisi
economiche, che spingono molti paesi a mettere in discussione i fondamenti della
globalizzazione ottocentesca.
- Alcune crisi di tipo «nuovo», rispetto alla crisi economiche di Ancien régime,
caratterizzate da episodi legati a crisi alimentari, con ripercussioni locali.
- Crisi «industriali»:
1857
1866 l mondo.
1873 la «grande depressione». Crisi di borsa, che si estende rapidamente

mercati in Europa. Una sovrapproduzione di gramo negli Stati Uniti del 1857 fa abbassare i
prezzi agricoli di tutto il mondo e i redditi agricoli degli agricoltori. Diminuendo i redditi,
diminuisce anche il consumo; questo tocca anche il consumo dei beni industriali.

americana, vi è una scarsezza di coton


crisi generalizzata per tutti i produttori di cotone. Queste crisi dimostrano che i mercati e i
settori sono integrati e per questo motivo le crisi si diffondono velocemente passando da
diversi settori.
perché per circa 20 anni i prezzi mondiali
delle materie prime e di altri prodotti industriali rimasero molto bassi. Questa crisi, a
differenza delle prime due (da agricoltura a industria), è nata come una crisi finanziaria. La
causa scatenante della crisi fu la guerra franco-prussiana. Dopo la sconfitta della Francia, la
Germania ha richiesto alla Francia riparazioni di guerra. L'integrazione finanziaria
internazionale ha permesso che una crisi legata ad una situazione finanziaria tra due paesi, si
trasformasse in una crisi generalizzata. La grande depressione termina nel 1894-96.
Altre crisi
1890
1907 Crisi del Trust Knickerboker (da Wall Street al resto del mondo, passando
dai centri finanziari internazionali).
1914 Crisi di Borsa. Il Gold standard sarebbe finito senza lo scoppio della Guerra?
(De Cecco, 1974).
La crisi del 1890 è chiamata la crisi di Baring, dinastia finanziaria inglese che investiva
soprattutto in Argentina, che si trovano coinvolti in una crisi agraria e finanziaria argentina.
Una banca fallisce e visti i legami con la City e le economie internazionali, la crisi si propaga
eriche
che dopo crisi diminuiscono).

newyorkese fallisce. Visti i suoi legami


borsa di New York si trasferisce alle altre borse. Questa crisi ha ripercussioni in molti centri
finanziari dove si bloccano gli investimenti.
Nel 1914, alla vigilia della prima guerra mondiale, vi è una crisi di borsa a Londra. La Bank
of England cerca di porre rimedio alternando il tasso di interesse che adottava. La situazione
non cambia e la prima guerra mondiale peggiora la situazione. Marcello De Cecco affermò
che se la prima guerra mondiale non fosse scoppiata, sarebbe finito il gold standard a causa
della gravità di una crisi al centro del sistema (Bank of England era ritenuto il centro più
stabile). Questo periodo è caratterizzato da una forte integrazione commerciale e crescita del

si propagano nel sistema internazionale.

1. Finanza problema del contagio nelle crisi internazionali, dalla periferia al centro,

2. Integrazione crescente dei mercati delle merci «one price» e trasmissione delle

Problemi crescenti per le «staple economies».


Problemi minori per sviluppi bilanciati e diversificati (prob. Delle politiche
industriali).
3. Integrazione monetaria gold standard (cf. lezione 3) e diffusione capillare del
contagio, con Bank of England che svolge il compito del «pompiere» in casi di crisi.
4. I flus
internazionali.

periodo è altamente integrata. La finanza, in tempi normali, è una grande leva per gli
investimenti e la crescita economica. In caso di crisi la finanza diventa il veicolo di diffusione
del contagio. L'integrazione dei mercati significa sia il movimento fisico delle merci, ma
anche la diffusione delle informazioni sui prezzi a livello globale. In tempi positivi consente

diffusione capillare di informazioni sui prezzi delle merci. In tempi di crisi la velocità con cui
si trasmettono le informazioni e le dinamiche generate in mercati lontani, portano alla
diffusione di informazioni negative, che possono deprimere i prezzi ed avere conseguenze
negative su tutto il sistema economico internazionale. Durante la globalizzazione i prezzi non
vengono decisi dove le merci venivano prodotte, ma venivano decisi nelle capitali finanziarie
dove ci sono le borse merci e si negoziano i prezzi a livello globale i prezzi correnti per le
merci. Questo tipo di integrazione dei mercati presenta molti lati negativi. In generale, per

paese produttore di una merce interessata da una depressione del prezzo, le conseguenze sono
maggiori. Le staple economy
largamente toccate da queste crisi. Le crisi mostrano che le economie che sono molto
specializzate, soprattutto nelle materie prime (tanto da essere considerate staple economy),
sono particolarmente fragili ed esposte alle fluttuazioni cicliche del mercato. Allo stesso
tempo, le crisi dimostrano che paesi con economie diversificate, meno specializzate e meno
dipendenti da una singola merce hanno meno possibilità di essere esposte alle crisi. Quindi le
conseguenze delle crisi variano da paese a paese. Il problema di avere una produzione
industriale e agricola diversificata, però, non riguarda solo le dotazioni naturali, ma anche le
politiche industriale.
re problema: la presenza di una moneta unica
come metodo di pagamento (oro) e avendo dei sistemi monetari del gold standard, che ha
regole uguali per tutti, permette la diffusione rapida delle crisi. Durante le crisi la Bank of
England è chiamata ad interv
potere discrezionale di intervenire. Quando la Bank of England interviene, tutelerà
principalmente i mercati inglesi; il potere discrezionale ha una forte connotazione nazionale.
(non vi sono regole scritte su come Inghilterra interviene, le dinamiche vengono decise a
Londra e non in un dibattito internazionale). Solitamente interviene modificando il tasso di
interesse della BOE, che influenza tutti gli altri tassi di interesse.
I flussi migratori globali sono collegati alle crisi ricorrenti. Le migrazioni sono la risposta più
frequente alle crisi, i flussi migratori hanno solitamente ragioni economiche dietro ad essi ed
zionale. Ai momenti
di crisi, corrispondono a flussi migratori più intensi. I flussi migratori consentono di
migliorare non solo la situazione delle persone che vivono, ma anche della situazione
economica dei paesi di arrivo e di partenza. Quindi, i flussi migratori rappresentano un fattore
macro-economico importante, che ha effetti diretti e indiretti nelle economie.
I flussi migratori della belle époque
- I flussi migratori globali.
- Molti paesi esportando
manodopera.
- Come avviene la migrazione? In maniera sostanzialmente libera e non regolata (non
significa non controllata). Liberi di muoversi ma gli Stati controllano
- Assenza del passaporto e dei permessi di soggiorno, solo ispezioni e riconoscimenti.
-
-
I flussi migratori sono globali ed interessano le persone da tutto il mondo. Le migrazioni sono

Nell'economia capitalistica la manodopera è una merce. I paesi che possono contribuire

renza di oggi, la migrazione


ottocentesca avviene seguendo logiche libere e non regolate. Le persone sono libere di
muoversi; non ci sono quote predefinite o leggi che limitano le migrazioni, non esistono i
a di ogni paese, prevalentemente di natura
era legato alla necessita di manodopera per lo sviluppo economico, industriale e agrario.
Sia in entrata che in uscita, la manodopera è percepita come una merce e segue delle logiche
utilitaristiche. Nell'economia globale la manodopera, come altre merci, si muove liberalmente
(non viene accettata solo per deficit fisici).
I flussi migratori, lordo Europa, Russia compresa (in milioni)

numero raddoppia, arrivando a quasi 3 milioni di persone. Dal 1870 al 1880 si superano i 3
milioni di persone. Dal 1880 al 1890 si muovono quasi 8 milioni di persone, negli anni 90, il

1915 si riduce a 6.7. Queste sono stime poiché dato che le migrazioni erano libere non vi
sono dati affidabili per partenze o arrivi.
Esportare manodopera. Una logica macro-economica
- Impatto sulle economie di partenza:
Creazione di «partite invisibili» della bilancia dei pagamenti.

Aumento salari e/o condizioni di vita.


Increme
- Impatti sul «host country»:
Riduzione costi di produzione.
Aumento popolazione (laddove manca colonie di popolamento).
Creazione di legami commerciali e finanziari nuovi.
- Volere manodopera maschile v. famiglie intere. Quali sono i vantaggi/svantaggi
economici nei due casi?
Le immigrazioni hanno un impatto economia di partenza e di arrivo. Il paese di
partenza solitamente beneficia della creazione di partite invisibili, ovvero rimesse degli
immigrati. La moneta forte che transita verso questi paesi, può essere usata da questi paesi
accesso a
riserve di oro o monete aumentare i salari o
il tenero di vita poiché i soldi ricevuti creano più domanda, consumo e lo sviluppo

Nei paesi di arrivo spesso vi è una riduzione dei costi di produzione, gli immigrati
vengono impiegati per mansioni poco specializzate e per settori industriali produttivi con
un'alta internista di manodopera. Ciò consente di aumentare la competitività di queste
produzioni nazionali. Nei paesi dove manca popolazione, paesi in forte espansione
demografica, importare persone significa contribuire a un popolamento più rapido della
crescita demografica normale. Infine, i paesi che accolgono manodopera, possono creare dei
legami commerciali e finanziari nuovi con altri paesi.
Ci sono due tipologie di migraz
alla configurazione della migrazione, si hanno diversi vantaggi o degli svantaggi per paese di
partenza e arrivo. Se tutta la famiglia parte, nel paese di partenza non vi saranno rimesse. Dal
punto di vista del paese di arrivo, tutta la famiglia significa un aumento del consumo ma allo
stesso tempo un aumento del costo di assistenza sanitaria.

Ancora sulla manodopera, sulle migrazioni e sul commercio internazionale


- The «odd couple»: è stata evitata una specie di «race to the bottom» per gli standard
di vita dei lavoratori durante le fasi della globalizzazione ottocentesca.
- Non perché la globalizzazione aumenta di per sé gli standard di vita, ma perché UK
ha spinto i governi ad adottare clausole sul lavoro.
- Esempio:
Abolizione del lavoro schiavista (dove non era ancora stato abolito 1807 UK
e poi il resto del mondo) oppure regolamentazione del lavoro minorile e
femminile.
Legame tra MNF clauses, accordi commerciali e leggi su lavoro minorile e
femminile.
Fair trade league (UK, 1881)
-
fattore
del lavoro e il costo del lavoro entrano nelle dinamiche della competitività dei paesi. A mano
erci di un paese dipenderà
anche dal fattore del lavoro. La manodopera che costa meno, sarà più competitiva. Il costo
della manodopera dipende da diversi fattori, come i costi della vita (fattore oggettivo) e una
serie di fattori legislativi e istituzional
possibilità di non pagare il lavoro degli schiavi. Nei paesi privi di regolamentazione del
lavoro minorile o femminile, il lavoro è sottopagato. Quindi, fino a che questi lavori non
venivano regolamentati, vi era la possibilità di ricorrere a un lavoro sottopagato che
comportava costi della manodopera bassi.
La situazione della prima industrializzazione inglese è stata arginata da regolamentazioni,
lotte sindacali e leggi che hanno migliorato le condizioni dei lavoratori (quindi costo della
manodopera inglese aumenta). Con il processo di progressiva integrazione dei mercati, la
manodopera dei paesi con una maggiore tutela dei lavoratori risentiva della concorrenza della
manodopera sottopagata, quindi economica, degli altri paesi.
Michael Huberman cercò di capire il funzionamento del mercato del lavoro e la diffusione dei
diritti dei lavoratori a livello internazionale nel corso della prima industrializzazione.
Huberman notò che, differentemente da ciò che avviene oggi, durante la prima

l'apertura del mercato non ha spinto i paesi ad abbassare gli standard lavorativi e i diritti dei
lavoratori. Infatti, A mano a mano che
mercati, per preservare la competitività della sua industria, obbligava i paesi che volevano

seguendo il modello in
Inghilterra poi in tutto il mondo. (così come le regolamentazioni sul lavoro femminile e
minorile). A mano a mano che i paesi partecipavano alla globalizzazione internazionale
modificavano le leggi sul lavoro. Huberman scopre che tutti i trattati commerciali
(includevano anche MFN) che l'Inghilterra firma a partire dagli anni 1860 erano

femminil

Protezionismo e imperialismo
- Contraddizioni o
-
internazionale della Belle époque.
- Sono un ripensamento parziale delle regole del gioco «liberale», ma non una loro
antitesi.
- Anzi, gli stati continuano ad accettare queste regole, ma ci giocano in un modo
diverso.
- In parte, colonialismo e protezionismo sono conseguenza del gioco economico
internazionale perché:

Sono legati al libero


internazionale.

industriali europee, che vogliono proteggere le loro economia dalla crescente competizione e
la volontà di avere una maggiore fetta delle risorse mondiali.

che si era esteso dal 1860 in poi. L'imperialismo, o il neo-colonialismo ovvero la nascita e lo
sviluppo di nuovi imperi coloniali da parte delle potenze industriali europee. L'economia del
periodo della bella époque è caratterizzata da una crescente competizione, che ha
conseguenze economici, industriali, produttivi e geo-politici e spingono i governi a
proteggere le proprie industrie e a competere per avere una fetta crescente delle risorse

globale. Il protezionismo è contrario al libero mercato e crea barriere dove prima il sistema

lo sviluppo del protezionismo non avviene in correlazione alla fine della globalizzazione. Il
ionale. Anzi, ogni stato che
erige barriere protezionistiche, cercando di proteggere la propria industria, crede di sfruttare

alla abolizione del commercio internazionale e alla distruzione della globalizzazione. I paesi
che adottano questo ripensamento politico vogliono sfruttare al meglio le opportunità della

competizione). Lo ste
coloniale paesi, prima indipendenti, non significa eliminare la globalizzazione dell'economia,

verranno obbligate su base non volontaria a partecipare alla globalizzazione ottocentesca. Il


protezionismo e il colonialismo sono la conseguenza della globalizzazione europea, perché
sono conseguenza del processo di industrializzazione e quanto legati
azionalizzazione finanziaria, che ha accompagnato al globalizzazione ottocentesca.
Commercio internazionale
- Aumento del commercio mondiale anche
durante la Grande depressione
e dopo le svolte protezionistiche/imperiali.
- In un contesto di calo dei prezzi (cf. grafico prezzi), che sono anzi collegati

- Solamente la Grande Guerra (e i decenni successivi) segna un calo significativo del


commercio (cf. cap. 6 lezioni).
- Protezion
- Anzi, arrivano in una fase acuta di integrazione dei mercati, senza comprometterla
-
tariffe doganali e leggi protezionistich

continua la sua crescita, come nei decenni precedenti caratterizzati dal libero mercato. Il
blocco totale della cre

dei mercati. Anche nel periodo della Grande Depressione, caratterizzato da un calo
complessivo dei prezzi, il commercio internazionale continua tuttavia a crescere. È quando i

proteggere i prezzi nazionali. Il commercio internazionale da un lato è una forza dirompente,

crea una tale concorrenza che svilisce i prezzi. Il protezionismo è quindi figlio della
globalizzazione poiché il commercio è deregolamentato e le crisi non sono bloccate. Ciò

Il protezionismo.
- Crescita della competizione internazionale, anche come conseguenza
ania diventano esportatori anche
di beni «inglesi»).
- Risposta crescente alla depressione del 1873 e a quelle successive.
- Parentesi. Non è la sola risposta: esempio dei cartelli industriali (Prodotti chimici,
Zinco, Piombo, Vetro, Ferro, Alluminio, Tubi e Rotaie).
- Complessivamente: Nuove alleanze a livello nazionale tra «blocchi agrari e
industriali» o ricomposizione dei pesi relativi nei singoli paesi.
- Non tutti i paesi possono optare per politiche nazionaliste/protezioniste. Economie
diversificate, ragioni dello scambio, vincoli esterni
Il protezionismo è figlio del commercio internazionale ed è conseguenza del fatto che.

l'Inghilterra era

sono in grado di produrre dei prodotti che antecedentemente erano tipicamente inglesi.
Il protezionismo è la risposta al calo dei prezzi a causa delle crisi economiche internazionali.

ttori privati. Verso la fine del


secolo si sviluppano i primi cartelli industriali, accordi tra imprese formalmente indipendenti
e in paesi diversi (principalmente legate a prodotti innovativi o tecnologici). Nella maggior
parte dei paesi che adottano le misure protezionistiche, avvien una rimodulazione degli
interessi economici interni ai diversi paesi. Ad esempio, solitamente le classi agrarie è

crisi degli ann -


materie prime come il grano, fanno sì che anche i gruppi agrari cominciano a chiedere
protezione (conseguenza del one-
in
(tariffe doganali per alzare i prezzi nazionali). Per alcuni paesi la guerraha significato una
distruzione di risorse (debiti, prestiti, inflazione), per altri ha rappresentato un grande
investimento.
Non tutti i paesi, però, possono adottare facilmente delle politiche nazionalistiche e
protezionistiche in campo economico. Solo i paesi con sviluppo diversificato e una scarsa
specializzazione possono trarre vantaggio dal protezionismo. I vantaggi tratti dal
protezionismo dipendono da molti fattori, come la diversificazione della propria produzione,
il grado di autonomia di un paese nel commercio internazionale e da vincoli esterni (strutture
bilancia dei pagamenti). L'Inghilterra, ad esempio, non potrebbe adottare il protezionismo,
poiché dipende dal mercato estero per quanto riguarda le derrate alimentari.
Altre dinamiche importanti:
- «Dimensione» e risorse del paese (problema delle dotazioni naturali) che era valido
anche nella fase di avvio.
- Nuovo: problema dello sviluppo bilanciato
Un paese senza agricoltura, dovrà continuare ad importare derrate. Esempio:
UK
Un paese privo di industria, dovrà continuare a importare tecnologia e/o
manufatti: Esempio Canada, India, Paesi latino-americani.
Nel nuovo contesto industrializzato, si conseguono sviluppi più bilanciati se
un paese importa ed esporta un vasto ventaglio di prodotti, diversificando la
propria bilancia commerciale

Ci sono delle dinamiche di lungo corso che ci fanno analizzare in modo dialettico il problema
del protezionismo. Un paese può proteggere la propria industria, ma non tutti lo possono fare
in maniera adegua e non sempre ciò si traduce in stimoli alla crescita. Le dinamiche
importanti sono:
- La dimensione di un paese: un paese vasto ha solitamente più risorse. Se si pongono
nterno del
paese.
-
il problema dello sviluppo bilanciato. Uno sviluppo economico che non ha dato vita
paese senza
agricoltura (solo 8% PIL inglese deriva da agricoltura e pastorizia), quindi deve
importare derrate alimentari indipendentemente dalla politica tariffaria adottata.
ne
industriale e finanziaria. Non riesce a adottare facilmente il protezionismo, infatti fino
allo scoppio della prima guerra mondiale non adotta il protezionismo.
Foreman-Peck, 1995
«La conseguente instabilità dei profitti ricavabili dalle esportazioni ha limitato ulteriormente
la possibilità che avevano questi paesi [America Latina e altre staple economies] di
svilupparsi, riducendone la capacità di importare beni strumentali».
Con le crisi internazionali, le staple economies e i paesi latinoamericani sono particolarmente
fragili in quanto non si sono sviluppati industrialmente fino a quel momento e hanno
partecipato solo con le materie prime, ma hanno anche pochi capitali per impotare tecnologia
e perseguire uno sviluppo.

Esempi significativi, che si discostano dal modello «liberale»


Stati Uniti:
si discostano dal «modello» liberale:
o 1856 - tariffe prossime al libero scambio, partecipazione al commercio estero.

o 1857 - tariffe si alzano legame con la crisi.


o 1861 - Tariffe Morrill, dazi ad valorem.
o 1865 - aumenti significativi, svolta protezionista (cons. Guerra Civile).
o 1890s tariffe McKingley e poi Dingley (protezionismo generalizzato)
Gli Stati Uniti sono il paese che più si discosta dalle regole del gioco liberiste. Nel 19° secolo

dovuto al triplice investimento, demografia, Wall Street, finanza e West, ma anche a politiche
protezioniste.
politicamente comandavano gli stati agrari del sud che riuscivano ad influenzare politiche
doganali del libero mercato, per proteggere i loro interessi agrari (partecipare a
globalizzazione).
Con la crisi del 1857 (crisi del grano) si alzano le tariffe doganali. Nel 1861, durante la
dazi ad valorem
dal valore delle merci.
Con i dazi ad valorem si esprime una percentuale del valore, quindi il dazio segue il valore
delle merci. A seconda di quanto costava una merce, gli USA applicavano un determinato
dazio. Con la fine della guerra civile, e la vittoria degli stati del nord, il protezionismo si

tariffe McKingley e Dingley che creano un protezionismo generalizzato: non più su alcuni
prodotti strategici, ma su tutta la produzione americana.
Germania:
- 1879 Dazi di Bismarck, moderati negli anni 1880, alti negli anni 1890. Agricoltura e
industria.
La Germania segue la strada statunitense e nel 1879 crea i primi dazi protezionisti, che

Francia:
- 1878, tariffe sul grano e protezione degli interessi agrari.
- 1881, Poi protezione anche prodotti industriali (guerre tariffarie)
In Francia vengono adottati dei dazi prima per i prodotti agrari, vista la preponderanza

Italia:
- 1886-1889, dazi doganali e guerra doganale contro la Francia

di guerre t
Francia iniziano guerre per il rialzo il dazio specifico.
Svizzera:
- 1892, tariffe in risposta anti-francese e anti-italiana.
Anche la Svizzera, nonostante la sua piccola dimensione, le poche risorse e il ridotto mercato

Quindi, le regole del gioco nazionali in Europa cambiano. Sia i paesi che hanno dei vantaggi
netti (Germania) che quelli che ne hanno meno () cominciano ad adottare delle tariffe
doganali protezionistiche.

Verso la fine del 19° secolo le regolo del gioco del commercio internazionale stavano
mutando. Anche se lo schema complessivo era sempre la globalizzazione e il libero scambio,
era accettato che un paese adottasse politiche protezionistiche. Persino i paesi che avevano
poco da guadagnare dal protezionismo, come la Svizzera, decisero di adottare politiche
protezionistiche. L'Inghilterra, invece, partecipava al gioco del libero scambio senza

attraverso politiche doganali per proteggere le industrie o gli interessi nazionali.


Conseguenze del protezionismo (teoriche)
- Industrializzazione e diversificazione produttiva su basi artificiali (da un punto di
vista della competitività e dei fattori naturali).
- Sostituzione di importazioni anche dove non ci sono vantaggi.
- Ma spin off per alcuni settori: produzione nazionale e importazione come
complementari.
- Grandi differenze a seconda del grado di protezione.
- Due contro-esempi:
Germania largamente positivo (ma mettere in legame coi cartelli).
Negli Usa complessivamente positivo ma non così necessario (bilanciato da
anti-trust).

ione produttiva su
basi artificiali. Il protezionismo, introducendo livelli di protezione, rende ciò che
precedentemente non era naturalmente competitivo, competitivo. Un paese che ha dotazioni
rtazione che riducono il vantaggio
la competitività naturali. Es: produrre acciaio in Italia, vista la mancanza di miniere di
carbone, costa più che in posti in cui vi sono miniere di carbone. Con il protezionismo
base nazionale (anche se non è un prodotto
competitivo). Le basi sulle quali si sviluppano alcune industrie grazie al protezionismo sono
artificiali e la competitività dura solo se si mantiene la protezione.
Un'altra conseguenza teorica delle politiche protezioniste è che il protezionismo può
incentivare i paesi a sostituire le importazioni, anche dove non ci sono vantaggi reali/anche se

Dal punto di vista teorico, si è notato che il protezionismo non porta alla chiusura completa,
deglobalizzazione o autarchia (autosufficienza). Alcuni economisti ritenevano che il
protezionismo rappresentasse uno stimolo per alcuni settori. Un paese anche se protezionista
continua a essere comme
estere. Il protezionismo potrebbe accompagnare lo sviluppo di alcuni settori. La scelta tra
protezionismo e liberismo dipende, oltre che da ulteriori politiche dello Stato, dal grado di
protezioni che si adotta e dal paese che lo adotta (grado moderata: positiva per paesi che
hanno già basi di sviluppo tecnologico. Grado alto in paesi privi di sviluppo economico e
industriale negativo e non basta per sviluppare industria).
Ci sono diversi gradi, applicazioni e risultati del protezionismo nei diversi casi nazionali: per
la Germania rappresenta uno stimolo per migliorare la competitività
nazionale (sviluppo tecnologico, grandi imprese, sistema finanziario efficiente quindi di
protezionismo positivo).
Per gli Stati Uniti
avevano dinamiche di crescita e sviluppo e un mercato specifico di riferimento che stava già
assicurando sviluppi importati. Gli Stati Unitivi avevano già un alto grado di
standardizzazione, dei salari elevati, un mercato vasto. Quindi il protezionismo non fu una
misura necessaria allo sviluppo economico americano. Il modello di sviluppo degli Stati
Uniti è stato plasmato dagli Anti-trust (difesa precoce nei confronti dei consumatori e della
concorrenza tra piccole e grandi imprese). Le critiche al protezionismo, soprattutto quello
americano, erano compensate dalle leggi anti-trust.
L'Inghilterra, invece rimane liberale e non adotta leggi protezionistiche fino al periodo

rivoluzione industriale.
- Fase coloniale come derivata dalla accresciuta rivalità tra i paesi industriali.
- Territori sconfinati che attraverso il colonialismo cominciano a partecipare ad un
commercio internazionale «non libero» o «vincolato» con il sistema internazionale.
- Le giustificazioni politiche: necessità, spazio vita
missione civilizzatrice.
- Ragioni economiche: «exit strategy» o «rifugio» del «gentlemany capitalism», come
opportunità di investimento, materie prime, risorse, integrazione di nuove aree nella
propria sfera monetaria.
- Imperialismo di Hobson: tasso di interesse decrescente e nuovi spazi desiderosi di
capitale

globale oltre la fine della prima guerra mondiale, è la colonizzazione che in questo periodo
coincide con ciò che viene chiamato lo scramble africano, ovvero la corsa per ottenere
territori del continente africano da parte delle potenze europee.
Il colonialismo tardo ottocentesco si differenzia per una serie di fattori, uno dei quali è il
contesto di rivalità crescente che in questa fase storica esiste nell'economia e politica
internazionale. Ostern Mamen afferma che la globalizzazione di fine 800 diviene sempre più
politicizzata: i paesi portano avanti politiche industriali volte allo sviluppo della propria

linea con lo sviluppo di questa politica di potenza: avere un vasto impero coloniale con
materie prime è un fattore importante in questo contesto di rivalità tra i paesi industrializzati.
Per i paesi che vengono colonizzati, il colonialismo rappresenta la partecipazione forzata al
processo di industrializzazione e sviluppo economico mondiale. Territori vergini, mai inseriti
nel commercio internazionale e nella produzione industriale diventano parte delle commodity
chain. L'invasione dei territori africani da parte delle potenze industriali era giustificata da
retoriche di superiorità e di missione di civilizzazione alle popolazioni africani. (fardello

Le colonie rappresentano delle opportunità di crescita per i paesi industrializzati vi sono


diverse ragioni economiche.
L'imperialismo corrisponde alla dinamica del Regno Unito che vedeva la necessità di trovare
opportunità di investimento remunerative per i capitali inglese (in questo caso per i capitali

profitto delle imprese. I capitali si indirizzavano verso territori che promettevano un tasso di
profitto più elevato. Le colonie erano investimenti rischiosi ma altamente remunerativi. La
colonia rappresenta quindi una grande opportunità di investimento, nella quale confluiscono i
capitali per la creazione di infrastrutture, industrie, porti e città. Le imprese nazionali trovano,
quindi, opportunità di crescita.

consumi. Una colonia fa parte della zona di influenza monetaria di un paese, ciò significa che
il commerciò con la propria colonia è diverso dal commercio internazionale standard. Per
acquistare dei beni/risorse o investire in una colonia, si inserisce la colonia nella sfera
monetaria del colonizzatore e non si passa per i meccanismi del commercio internazionale
(nelle colonie inglesi: sterlina). Avere una colonia significa allargare la bilancia commerciale

internazionali.
Dietro il colonialismo ottocentesco vi sono ragioni di natura politica, finanziaria, monetaria,
che ci fanno capire che è un colonialismo industriale (industria europea ha bisogno di materie
prime e concorrenza fa in modo che avere colonia significa avere vantaggio).
Colonialismo ottocentesco
- Un nuovo tipo di dominio coloniale e le sue relazioni con il potere politico.
- Esempio del Cameroon: Da colonia di impresa (Woerman, Jantzen & Thormählen,
olio di palma) a colonia tedesca 1884.
- Distinzione del livello politico ed economico.
- Politico: lo stato amministra la legge, giustizia, rende possibile diffondere il sistema
economico e politico capitalistico in aree e zone che non ne erano coinvolte.
- Economico: le imprese si interessano solo alla produzione e al commercio, senza che
detengano il potere politico delle regioni dove operano.
- Quale legame tra imperialismo, industrializzazione e imprese «multinazionali»
- tipo indiretto
Il capitalismo ottocentesco propone inoltre un nuovo tipo di rapporto tra il potere politico e

grandi opportunità economiche e industriali, fu perpetrato dagli stati coloniali e non dalle

Le imprese gestivano i territori coloniali. Il colonialismo tardo ottocentesco vede una forte
implicazione degli stati coloniali: il colonizzatore gestisce le colonie e non le imprese. Il

istrazione della giustizia e finanza erano troppo elevati (caso Germania-Camerun:


patto tra re locali, impresa e successivamente Bismark per controllo Cameroon). Il
colonialismo ha forti ragioni economiche alla basa, ma viene perpetuato dagli stati politici e
non solo dagli interessi economici. Il legame tra interessi economici e colonialismo è più

Stati. Gli Stati applicano alle colonie le leggi commerciali, istituzionali e le consuetudini
affinché i nuovi territori siano inclusi nel gioco economico e giuridico del loro paese.
Il caso della Germania e del Cameroon ha un forte impatto nella storia delle colonie. Il patto
fu sancito nel 1874, poco prima del Congresso di Berlino al quale parteciparono diverse
potenze coloniali che partecipavano allo scramble americano. Durante il congresso furono
imposte delle regole sulla gestione della conquista del territorio africano, spartendosi il
continente.
Nel moderno colonialismo industriale ottocentesco vi è una distinzione tra colonizzazione
politica (applicazione di regole, leggi e amministrazione con il fine di includere territori
colonizzazione economica, che serve alle
imprese per poter fare investimenti. Le imprese sono autonome dal potere politico, ma
riescono ad influenzarlo (Cameroon: impresa costruisce colonia e poi la dà allo stato).
Effetto dello scramble africano
- Non solo le potenze industriali classiche:
Anche Belgio (congo)
Italia e paesi minori

- Fasi: tra anni 1860 e 1880 crescita degli imperi (Francia e UK), poi «scramble» con il
congresso di Berlino (1884-5). Possesso se concomitante ad amministrazione.
- Modelli:
Inderect rule (UK).
Direct rule (FR e D).
Nuovo regno: Congo Belga.
- Differenza con le colonizzazioni precedenti: Fine delle «charted companies» che
detenevano Sia potere economico che amministrazione coloniale
Nel 1880, 4 anni prima del Congresso di Berlino, vi erano diverse aree africane libere. Alla
vigilia della prima guerra mondiale, nel 1913, tutto il continente fa parte di imperi coloniali.

alia. Il colonialismo è un fenomeno globale e non solo


africano. Il Giappone inizia a colonizzare la Corea.
Il colonialismo è composto da diverse fasi: tra il 1869 e 1880 cresce in modo disordinato:
vera fase dello scramble, chi arriva prima conquista maggiormente. Successivamente si crea
una divisione con il Congresso di Berlino.
Vi sono diversi modelli politici di colonizzazione:
-
imposte.
-
applicato dai funzionari francesi e tedeschi.
- Caso Belga: il Congo belga non è una colonia, ma un nuovo regno. Il Belgio e il
Congo hanno lo stesso re ma con differenze nelle norme.
A differenza delle colonizzazioni precedenti, durante il colonialismo ottocentesco non
esistono più le charted economy, ma le colonie sono amministrazioni statali con nome diverse
ma lo stesso principio.
19/11/21
Capitolo
La prima guerra mondiale ha rappresentato uno sconvolgimento umano, politico, militare ed

Un conflitto mondiale
- Il centro del conflitto è in Europa
- Ma coinvolge anche
Giappone
Russia
Grecia
Stati Uniti
- I teatri di guerra non sono pienamente globali, ma hanno compagni coloniali molto
importanti.
La grande guerra è la prima guerra mondiale. Dietro al termine
considerazioni: alcuni paesi hanno una partecipazione diversa al conflitto tra loro. La diversa

e alla geografia specifica della guerr


questa guerra viene combattuta principalmente in Europa, con degli episodi in Asia. Non c
sono solo potenze europee che combatto in questo conflitto, vi sono anche il Giappone, gli
Stati Uniti e l
Vi sono paesi che hanno ruoli marginali entrando tardivamente nel conflitto, come la Grecia.
I teatri di guerra, come le trincee e gli scontri militari, sono concentrati in Europa. Vi sono
anche delle guerre combattute in estremo oriente, ma i paesi più colpiti dagli scontri sono
quelli europei. Nonostante ciò, tutto il mondo però partecipa al conflitto, perché in Europa si
confrontano degli imperi coloniali, quindi il fronte interno di ogni singolo paese include
anche le sue colonie. Per esempio, dal punto di vista economico e militare non partecipa solo

È una guerra pienamente globale poiché avviene dopo il periodo di globalizzazione e


colonizzazione: i paesi che combattono questo scontro sono potenze industriali, imperiali,
coloniali e integrate al di fuori dei propri confini.
Una guerra «industriale»
- ma combattuta da paesi con gradi di industrializzazione (e una preparazione) molto
diversi.
-
- ma attraverso un ruolo inedito di organizzatore e di coordinatore da parte:
Degli stati prima
Di organizzazioni inter-governamentali.
- Una guerra «economica»?
Relazione tra mercato e produzione alterata dalla guerra stessa.

competitività internazionale.
Modifiche profonde al panorama commerciale e produttivo.
Spin-off tecnologici molto importanti
La prima guerra mondiale è una guerra industriale, in quanto il paese più potente è colui che
ha le armi tecnologicamente più avanzate, con cui arma i soldati, l'industria più forte, chi ha
più risorse. Tuttavia è una guerra combattuta da schieramenti, che hanno gradi di
industrializzazione molto diversi tra loro (Germania-Grecia). Dal punto di vista della
produzione, questa guerra ha un punto di partenza nel grado di sviluppo industriale dei paesi

erano in via di sviluppo ed altri en erano privi. La guerra è, da una parte, il risultato del grado
di sviluppo anteriore, però durante la guerra si hanno una serie di nuovi investimenti, crescite
accelerate e politiche industriali che modificheranno il grado di sviluppo precedente. La

Rispetto al periodo precedente gli stati svolgono un ruolo nuovo. L'economia industriale di

si assumono

per vincere. Ciò viene fatto a livello nazionale (i governi metto in campo enti gestori
-governamentale (livello di alleanze). Questo
nuovo ruolo dello stato (committente, organizzatore e produttore) altera le logiche

competizione e della concorrenza e le logiche liberali.


Dal punto di vista degli investimenti, le industrie non investono assecondando la domanda
militare. I paesi investono su industrie competitive, ma in industrie necessarie (anche se non
ia globale, ma sono
vincolate agli imperativi militari dei governi: chiamate a portare avanti delle strategie e delle
logiche di investimento.
panorama commerciale. I pattern commerciali che
esistevano prima della prima guerra mondiale vengono modificati. Prima della guerra vigeva
la globalizzazione e il gold standard. Durante la guerra si commercia solo con i paesi alleati,
così come i beni coloniali si scambiano solo con gli alleati. Quindi la guerra interrompe la
gl
di svantaggio, in quanto privato di tutte le materie prime che costituivano la base
con la
fine della guerra, i nuovi canali commerciali, le nuove risorse e le nuove economie

La prima guerra mondiale è una guerra industriale in quanto ha molti spin-off tecnologici.
(aerei metallici con velocità maggiore).

- Industrie e investimenti
- Patterns del commercio e della produzione
- Fine della globalizzazione ottocentesca. Fu ricostruita o emendata?
- Fine del predominio inglese, ma senza un immediato nuovo leader egemonico
mondiale (USA).
- Leadership industriale acquista anche grazie alla guerra (posizione specifica degli
USA durante il conflitto).
- Leadership finanziaria in corso di acquisizione ma senza giuocate un ruolo simile alla
City nel dopoguerra. Problema dei debiti di guerra
Essendo una guerra industriale, vengono profondamente modificate le industrie e gli
investimenti degli stati che partecipano al conflitto (e non solo: si applica anche ai paesi
scandinavi che non combattono direttamente ma vendono prodotti). Vengono modificati
patterns nel commercio e nella produzione. Da un lato la globalizzazione ottocentesca
sembrerebbe spazzata via dalla prima guerra mondiale, soprattutto se si considerano i
capisaldi della globalizzazione ottocentesca (liberalizzazione, finanza internazionale basata
su Londra, ruolo Inghilterra).
Una delle conseguenze principali della prima guerra mondiale è la fine della potenza inglese
sul resto del mondo. Nonostante avessero già un grado di industrializzazione importante e
stessero diventando il primo paese industriale al mondo, durante la prima guerra mondiale gli
Stati Uniti distaccano tutti gli altri paesi.
Essere leader produttivo e industriale non significa che gli Stati Uniti siano in grado di

der in grado di sostituire

La mancanza di assunzione dell'onere di far funzionare il sistema nel dopoguerra da parte


degli USA, è dato dal fatto che gli Stati Uniti guadagnano la loro leadership industriale e
finanziaria durante la guerra in modo repentino. Ciò non permette agli Stati Uniti il tempo di
ema finanziario internazionale. Uno dei problemi principali della
prima guerra mondiale è la particolare partecipazione degli Stari Uniti al conflitto. Gli Stati
uropa,
diventano un arsenale degli altri paesi belligeranti. Tutto ciò che i paesi non riescono a
produrre, li acquistano dagli Stati Uniti. La prima guerra mondiale rappresenta quindi la
omia chiusa con
protezionismo). Quindi cambia repentinamente la posizione internazionale degli Stati Uniti.
Durante la prima guerra mondiale il paese che guadagna maggiormente dal conflitto sono gli
USA, paese già industrialmente avanzato. La guerra per gli USA rappresenta una possibilità
per un ulteriore sviluppo economico e industriale. Da ciò consegue il ruolo inedito della
finanza americana: questi commerci ed esportazioni fanno emergere gli Stai Uniti come
prestatori internazionali, come un paese creditore. Gli Stai Uniti sembrano avere tutti i

della leadership internazionale vi è un problema finanziario, ovvero i debiti di guerra. Gli


Stati Uniti, essendo i creditori di tutto il sistema economico, faranno le spese dei debiti di
guerra.
Impatti della Grande Guerra
- Uno degli impatti più profondi della Grande guerra fu la «dislocazione»
economico/industriale/produttiva/di risorse che generò.
- Questa dislocazione fu possibile perché la Grande Guerra fu un «backlash»
(contraccolpo) per la globalizzazione liberale ottocentesca.
- Che ne generò a sua volta altri:
1929 (2° Backlash), grande depressione e fine della «restaurazione»
-1914
1939 (3° backlash), Seconda Guerra mondiale.
- Harold James: Globalizzazione non è un processo inarrestabile e ineluttabile.
Secondo Harold James, la globalizzazione, essendo una creazione inglese con applicazioni
globali, non è finita con la prima guerra mondiale. La prima guerra mondiale ha creato i
presupposti affinché essa fosse distrutta, poiché la guerra ha dato via a dislocazioni
alternando la produzione e il commercio mondiale. Quello che funzionava nella
globalizzazione ottocentesca fu profondamente alterato dalla guerra. Tuttavia, la prima
guerra mondiale fu solo un contraccolpo della globalizzazione. Dopo la prima guerra
mondiale furono messe in atto misure e politiche per ristabilire il gold standard, ristabilire la
secondo
contraccolpo, la crisi del 29
ottocentesca. L'economia internazionale degli ann
ulteriore guerra che Harald considera il terzo contraccolpo alla globalizzazione.
Secondo Harald James la globalizzazione non è un processo inarrestabile ed ineluttabile e si
inserisce nelle trasformazioni storici in modo non lineare. Il mondo conoscerà una

prima alla seconda guerra mondiale è considerata da James come la distruzione progressiva
della globalizzazione che avviene in 3 tappe: la prima guerra mondiale, la grande depressione
e la seconda guerramondiale.

principale, non dovevano fare concessioni al resto del mondo (dopo la prima guerra mondiale
iale e finanziaria che,
di sua volontà, non si assume però il ruolo di essere leader del sistema economico. Durante la
guerra i paesi mantengono il protezionismo e sono vincolati alle alleanze di guerraper i
commerci. Gli Stati Uniti però esportano (importando seguire alleanze).
24/11/21
Riconfigurare la produzione durante la grande Guerra negli Imperi centrali
- Il caso tedesco e il suo ruolo i in un contesto di fortissimo divario regionale.
- Il problema delle materie prime e lo spostamento dei rifornimenti verso est (impero
Austro-Ungarico e dal 1918 ex-impero Russo) e anche verso ovest (Belgio e nord
Francia).
- Riorganizzazione sin dal principio attraverso il Piano Von Mollendorf (dirigente
Aeg), agosto 1914, creazione del Kriegsrohstoffabteilung: razionare materie prima,
gestirle centralmente e assegnarle alle varie imprese.
- Kriegsrohsoffabteilung, gestito da Walter Rathenau (Presidente Aeg).
- Sedimentazione della guerra, nuovo piano organico: 1915, Piano Hindenburg e
istituzione del Kriegsamt, che fissava i programmi produttivi. Politica economica di
guerra.
-
ottomano, essi combattono nello stesso schieramento. Questo schieramento dal punto di vista
politico ha alcune similitudini, ci sono due imperi sovrannazionali (impero austro-ungarico e
Ottomano), inoltre la Germania è una federazione di stati (quindi simile). Tuttavia, dal punto
di vista economico sono paesi con grandi differenze. La Germania fa parte della parte più

-ungarico ha solo delle sacche di industrializzazione, gli altri


paesi non hanno una moderna produzione industriale. Questo è uno schieramento
caratterizzato da un forte divario regionale al suo interno. Quindi è la Germania che porta
avanti la maggior parte dell'industria bellica, gli altri paesi contribuiscono con derrate
alimentari, soldati e materie prime

imprese elettro-chimiche ed elettro-chimiche avevano degli sbocchi internazionali, ma si


basavano sulle importazioni di materie prime, metalli e minerali da resto del mondo. Con la

alleati. Viene vietato al rame, stagno e gomma provenienti da zone di influenza inglese di
essere importata in Germania. Allo scoppio della guerra vi è una trasformazione repentina
delle fonti di approvvigionamento della Germania. Non potendo più importare dagli imperi
o, mettendo in

austro-ungarico, non in chiave industriale come fonti di materie prime per la Germania. non
avendo un grado sviluppato di industrializzazione questi paesi entrano nell'economia globale

parte di questi paesi non fiorisce opportunità di industrializzarsi, ma crea dipendenze


economiche.
Un'altra strategia tedesca è il tentativo di sfondare il territorio alleato verso zone
industrializzate per inglobare le industrie. Alcuni esempi di questa strategia sono
l tentativo di occupare il Nord della Francia (miniere di carbone e

guerra di logoramento e il tentativo di inglobare le risorse altrui finisce. Per la Germania la

di guerra spinge lo stato tedesco a farsi promotore di una pianificazione industriale


erra, orientando le
materie prime, le risorse e gli scambi in funzione delle alleanze politiche e militari della

imperi centrali. Nell'agosto del 1914 la Germania idea il piano Von Mollendorf , creando

che gestisce le materie prime e le distribuisce alle imprese coinvolte nel piano di produzione
militare. Ciò rappresenta una grande deroga al principio di libertà del mercato, in quanto non

diviene un grande attore e pianificatore per le materie prime. In Germania ciò avviene poiché
vi è un grande problema di materie prime e deve convertire velocemente la sua produzione a

Walter Rathenau (presidente della Aeg). Quindi lo stato organizza il razionamento delle
materie prime, ma lo affida ad un imprenditore privato per garantire una razionalità
economica. Quando la guerra si trasforma in guerradi trincea, la guerra si sedimenta e la

crea
(obbligando le imprese a seguire quantità precise). Quindi in questa politica economica di
parte
della politica militare statale.
Walter Rathenau, 1867-1922
- Industriale, figlio di Emil, Presidente di Aeg e di altre imprese elettromeccaniche
tedesche e svizzere.
- Die neue Wirtschaft, 1918. La nuova economia della condivisione delle ricchiezze
generate dalla grande impresa.
-
collettivo della nazione.
- Favorevole alla Co-gestione con lavoratori e sindacati e alla loro partecipazione ai
dividendi.
- Favorevole al ruolo dello stato come «regolatore» o armonizzatore.
-
passeggero, ma duraturo.
- Dopo la guerra: eredità importante, mantenimento di imprese pubbliche, sotto la
VIAG (Vereinigte Industrieunternehmungen AG)
Walter Rathenau, che verrà assassinato nel 1922 da un socialista tedesco, durante la guerra

non è solo accumulare profitto privato, ma hanno anche il compito sociale di garantire il
benessere del proprio paese. Secondo Rathenau lo Stato e le imprese avrebbero dovuto
cooperare anche dopo la fine
semplici organismi privati ma hanno a che fare con il bene pubblica. Rathenau propone

partecipazione dei sin

organizzatore della produzione industriale tedesca durante il conflitto, alla fine della guerra
diviene ministro per la ricostruzione industriale per la Germania (doveva immaginare
passaggio tra economia di guerra e di pace). La sua visione era quella di mantenere un
legame tra Stato ed impresa privata.
Nonostante fu assassinato, alcune attività economiche, frutto di investimento e accelerazione
produttiva durante il periodo bellico, dopo la prima guerra mondiale vengono riorganizzate
attraverso delle imprese statali. Fino a quel momento le imprese in Germania erano private,
ma uno dei grandi lasciti della prima guerramondiale è la creazione di imprese pubbliche
(possedute dallo stato). Dopo la prima guerra mondiale alcune imprese considerate
strategiche per lo stato tedesco saranno gestite da una holding di stato, VIAG. Tutto ciò che è
economicamente performante ridiventa privato, ciò che è necessario anche se non
economicamente performante passerà nelle mani dello stato.
La Grande guerra nei paesi Alleati
- I diversi casi nazionali in contesto, sempre con profondi squilibri regionali ma
con un grande impero coloniale.
al quale appartenevano stati complessivamente più industriali.
che estese la coalizione ad altre potenze industriali (Usa) o a emerging
countries (Giappone).
- Problema istituzionale: in Germania, presenza dello stato anche prima della guerra.
- Situazione profondamente diversa e particolarmente interessante in UK: come
-
Lo schieramento dei paesi alleati include la Francia Inghilterra, il Belgio e la Russia. La
fazione comprende, quindi, un paese altamente industrializzato (UK), che nonostante stia
perdendo la leadership industriale internazionale rimane una potenza finanziaria, la Francia
(paese con sviluppo tardivo), il Belgio e la Russia (priva di sviluppo industriale, produttivo ed
economico degno di nota). Il quadro produttivo è caratterizzato da un forte divario produttivo
e livelli diversi di sviluppo economico, se compariamo Russia e UK.
Questa coalizione, nel corso del conflitto, ved Stati Uniti,
la Grecia e il Giappone (che portarono nuove risorse, soldati e materie prime). I paesi alleati
non si fermano solo ai confini nazionali europei, da un punto di vista produttivo questi paesi
contano su un vasto impero coloniale. Non hanno bisogno di creare economie alternative e
flussi di materie prime alternative (come gli imperi centrali). Nei paesi alleati durante il
ome in
Germania (razionamento delle materie), poiché sono paesi che hanno potuto continuare anche
durante la guerra a perseguire i paini produttivi già consolidati. Tuttavia, il paradosso dei
primi mesi della guerra: da una parte vi sono gli Imperi centrali, dove spicca la Germania che

dimostra efficacia produttiva elevat

tradussero in disorganizzazione e crisi.

necessità oggettiva,
Alleati: dalle organizzazioni nazionali al quella collegiale
- UK. Pianificazione centrale: dal 1915 il Ministry of Munition, gestito da Llyod
George.
- Francia. Dal 1915 Sous-
militaire
ministro (e Louis Loucheur sottosegretario)
- Italia. Dal 1915, Sotto-segretariato per le Armi e munizioni, gestito dal gen.
Alfredo Dallolio.
- Usa. Dal 1917, War Industries Board, coordinato da Bernard Baruch.
- Dal dicembre 1916, gestione degli approvvigionamenti centralizzato nel Inter-Allied
Munitions Committee che svolgeva opera di coordinamento, poi implementato
dallo Inter-allied munition board (o council).
I paesi alleati portano avanti una pianificazione nazionale a cui si aggiunge una
pianificazione internazionale (inter-alleata). Ciò non fu necessario negli imperi centrali,
perché la Germania supportava praticamente tutto lo sforzo bellico con la sua industria. Per i
paesi alleati le molte industrie dei diversi paesi avevano bisogno di un ulteriore grado di
coordinazione, dato dal comitato inter-alleato. Quando la guerra diventa sedimentaria, per
poter razionalizzare al meglio la produzione militare, i paesi che partecipano alla guerra
seguono il modello tedesco creando uffici di pianificazione centrale. In Inghilterra viene
creato il Ministry of Munition, gestito da Llyod George. In Francia nel 1915 viene creato un

Successivamente questo sottosegretariato fu trasformato come in Inghilterra in un ministero


separato, con più poteri e una maggiore capacità di pianificazione, e fu gestito da Loucheur
(imprenditore corrispondete francese di Rathenau). In Italia il generale Dallolio diventò il
gestore della macchina produttiva bellica italiana. Negli Stati Uniti Baruch, imprenditore, fu
incaricato di gestire lo sforzo militare americano.
25/11/21
Quindi, anche nei paesi alleati per rendere la macchina bellica produttiva più efficacie
progressivamente si passa verso un controllo ministeriale e governativo, in cui lo Stato si
sostituisce al mercato come fattore di allocazione delle materie prime e delle produzioni. Ciò
avviene in tutti gli stati: in Germania in modo precoce, negli stati alleati quando la guerra
diventa guerra sedimentaria.
A differenza di ciò che avviene negli imperi centrali (in cui la Germania svolge un ruolo di
coordinatrice nello sforzo bellico), nei paesi alleati si pone il problema della coordinazione
inter-alleata, di come fare sì che i singoli enti nazionali si coordinino tra loro. Le economie
industriale coloniali avanzate che partecipavano nello sforzo bellico nello stesso fronte
alleato hanno approfondito il loro commercio internazionale (con gli USA). Durante il
conflitto iniziò ad esserci la necessità di organizzare lo sforzo militare da un punto di vista
sopra- Inter-Allied Munitions Commitee. Successivamente
questo organismo sovrannazionale diviene più stabile diventando nel 1916 l'Inter-Allied
Munitions Board. Questo è uno strumento importante in quanto è uno dei primi tentativi di
creare uno strumento di governo sovrannazionale. L'Inter-Allied Munitions Board aveva il
compito di allocare le risorse, armonizzare le richieste dei beni da parte dei governi alleati. Il
motivo per istituzione di questo board è che la domanda improvvisa di beni industriali e
agricoli, la trasformazione dalla produzione civile a quella militare, la sostituzione del
lleato per accaparrarsi le risorse
americane per sostenere lo sforzo bellico creò un grande problema di inflazione bellica.
A partire dal 1915 (quando la guerra si sedimenta) vi è un drastico aumento dei prezzi di tutte
le merci. Questa tendenza è frutto degli squilibri del mercato militare. La domanda militare

disorganizzato produce questo tipo di tendenze. L'inter-Allied Munitions Board serviva per
controllare i prezzi, i flussi e le allocazioni delle merci.
Il livello di esportazione degli Stati Uniti prima della guerra non era enorme e si indirizzava

divengono un paese esportatore e commercia in modo privilegiato verso i paesi alleati,


principalmente in Inghilterra (esportazioni aumentano di 4 volte) e in Francia (si moltiplicano

perché è verso loro che hanno le principali partnership economiche e finanziarie. Gli stati
-Allied Munitions

Finanziamento pubblico della guerra e il problema del debito nei paesi alleati.
- Dissoluzione sistema monetario internazionale.
- Concause della crescita Americana: finanziare il debito come «spesa» in UK e come
«investimento» negli Usa.
- Alterazione profonda dei sistemi classici di finanziamento nazionale e internazionale:
Esplosione del debito (fine convertibilità).

extra).
Finanziamento diretto (tassazione o emissione carta moneta) v. finanziamento
indiretto (prestiti).
Prestiti: gli Usa diventano finanziatori (prima sono le banche, poi il tesoro
direttamente).
- Problema economico centrale: i prestiti sono in dollari (moneta internazionale, che
altera il commercio e approfondisce le trasformazioni in atto).
- Problema politico: i debiti si pagheranno con le riparazioni (attesa che spinge

Con il 1914 finisce il sistema internazionale monetario: non esiste più il gold standard, le

moneta. Per vincere la guerra ogni paese inizia a stampare soldi, aumentare il debito
pubblico, chiedere prestiti e finanziamenti, non rispettando le regole monetarie del periodo
precedente. I paesi non sono più vincolati dalle regole precedenti. L'aumento della massa
inflazione.
Oltre alla fine del gold standard, si altera il ruolo rispettivo nel sistema internazionale del
Regno Unito e gli Stati Uniti. Precedentemente il centro del sistema e il principale paese
creditore era il Regno Unito, con lo scoppio della guerra Londra perde la sua posizione
enta dipendente dalle esportazioni americane e dai loro prestiti. Al
contrario, gli Stati Uniti invece diventano il centro del sistema poiché vendono merci,
incrementano la loro bilancia commerciale e prestano capitali ai paesi belligeranti.
Vi è quindi un nuovo centro finanziario, dover però non funziona il gold standard e il libero

bisogno di capitali e merci che sono disposti a far aumentare il loro debito pubblico. Con

le classi salariate.
Dal punto di vista del meccanismo del finanziamento, gli Stati durante la prima
guerramondiale scelgono due strade per finanziare la spesa militare: il finanziamento diretto
o indiretto. Attraverso il finanziamento diretto: gli stati aumentano le tasse per avere
cartamoneta. durante la prima guerra mondiale
nascono i primi sistema di tassazione moderna (si tassano le persone per avere risorse per la
guerra). Con il finanziamento indiretto lo Stato richiede prestiti ad altri paesi o ai cittadini. I

bisogni economici crescenti. Si crea la tassazione moderna, si richiedono prestiti dai cittadini
o si ricorre a prestiti internazionali. Per quanto riguarda i prestiti gli Stati Uniti emergono
come prestatore internazionale.
Riguardo il finanziamento pubblico degli stati alleati, emerge un problema
monetario/economico centrale: durante la prima guerra mondiale, per il nuovo ruolo degli
economia
internazionale non più basata
internazionale del periodo precedente), ma sul dollaro (uno Stato nazionale doveva avere
dollari per comprare le merci, li aveva attraverso prestiti dalle banche americane. Ciò è il
risultato della mancanza di un sistema monetario internazionale: se ci fosse stato un sistema
economico, si sarebbero convertite monete).
Dietro al problema industriale produttivo e monetario della guerra, vi è un problema
politico-economico r vincere la guerra e la promessa di
ripagarli con un interesse, vi è la convinzione di guadagnare molto dalla guerra e di ottenere
delle riparazioni belliche. I paesi vincitori esigeranno che i propri debiti nazionali siano
pagati da chi ha perso.
Il finanziamento della guerra negli imperi.
- Un esempio precoce di accordi bilaterali: compensazioni monetarie e riduzione
liquidità. Grande sforzo, ma senza un finanziatore di ultima istanza come nel campo
Alleato (gli USA).
- Spesa sostenuta da:
Leva fiscale e la crescita del debito pubblico (circa il 13% del totale).
Con prestiti speciali di guerra.
Con aumento di circolazione monetaria
-
monetaria molto fragile.
- Problema politico: gli imperi centrali perdono la guerra.

Per i paesi perdenti questo scenario è più drammatico perché negli imperi centrali accadono
dinamiche simili con due principali differenze. Il ruolo degli Stati Uniti negli imperi centrali
viene giocato dalla Germania. La Germania è colpita direttamente dalla guerra ed inoltre deve
importare materie prime. Quindi, a differenza degli Stati Uniti, che investe nella guerra, usa
le risorse nello sforzo bellico. La Germania organizza il mercato interno creando degli scambi
bilaterali, a differenza dal finanziare o istituisce delle camere di compensazione per

ò che non veniva incluso nelle camere


di compensazione. Il fronte degli imperi centrali non ha però un finanziatore equiparabile agli
Stati Uniti. Quindi, negli imperi centrali la spesa militare viene sostenuta dalle altre
metodologie di finanziamento: dal

lo sforzo bellico è sostenuto da una politica monetaria molto fragile. In Germania, senza i
prestatori, i costi della guerra è ricaduto sui cittadini tedeschi.
Vi è anche un problema politico negli imperi centrali è che perdendo la guerra non possono
chiedere i soldi dei loro debiti, se non ai propri cittadini (con tasse, inflazione e debito
pubblico)
Il livello di spesa pubblica sul PIL toccherà il 60% per lo sforzo bellico, al 50% dalla Francia
e al 40% dal Regno Unito.

Conseguenze economiche e politiche della guerra


- Un nuovo colosso economico, quello americano, che non si assume la guida

- Perché? Ruolo diverso tra UK e USA, tra City e New York:


Posizione di bilancia dei pagamenti: Esportatore di capitali il primo, di merci
il secondo (e quindi importatore di capitali).
Posizione di politica economica: Liberale il primo, protezionista il secondo.
-
monetaria internazionale.
- Il Gold standard infatti non era stabile di per sé, ma era reso stabile dagli interventi
della Bank of England e dal suo potere discrezionale (cf. lezione 3) Versailles, 1919
Le conseguenze economiche della Bank of England e dal suo potere discrezionale.
Il mondo dopo la prima guerra mondiale è caratterizzato da uno sconvolgimento geo-politico,
legato alle modificazioni finanziarie, industriali e commerciale. Il mondo dopo la prima
guerra mondiale è distrutto e devastato, ma è caratterizzato dalla presenza di una potenza, che
durante il conflitto ha consolidato il suo primato industriale e ad assumere un primato
finanziario. Tutti i paesi che hanno partecipato alla guerra, direttamente (alleati) o
indirettamente devono dei soldi agli Stati Uniti. Gli alleati (UK) devono dei soldi agli Stati
Uniti, e li richiedono dai pagamenti di guerra dalla Germania. Gli Stati Uniti, nonostante
siano al centro del nuovo sistema economico internazionale, non assumono lo stesso ruolo
Inghilterra nel periodo precedente e non diventano i custodi del sistema monetario.
Le ragioni economiche di questa mancanza assunzione della guida derivano da una posizione
economica diversa da Stati Uniti e Regno Unito. La posizione di Wall Street nel sistema
economico internazionale non è paragonabile a quella della City di Londra nel periodo

Uniti sono esportatori di merci e sono una potenza industriale. Esportando merci importano
(non esportano) capitali. Quindi questi due paesi hanno una struttura economica
profondamente diversa. Gli Stati Uniti hanno anche una struttura politico-istituzionale
a è un paese liberale, non ha adottato politiche protezionistiche. Gli Stati
Uniti, invece, era un paese protezionistico, dava più importanza al benessere nazionale
rispetto al funzionamento del sistema internazionale. Gli Stati Uniti, quindi, non avevano la

Le conseguenze economiche della Pace (Keynes 1919):


- Responsabilità piena della Germania (amputazioni territoriali, privazioni, divieti).
- Riparazioni
1868-1930): 132 milioni di marchi «oro» (cioè non inflazionati) occupazione Ruhr
1923.
- poi aperti a compensazioni in natura. Ma anche peggio!
- Cause di futuri squilibri del sistema economico internazionale:
solo una Germania «dopata» poteva ripagare.
Il benessere degli altri paesi dipendeva da quello tedesco
Il ruolo degli Stati Uniti è derivato dai problemi economici, finanziari e politici scatenati
durante il conflitto. Se tutto il sistema si basava sulla volontà di punire la Germania e sulla
volontà di beneficenza degli Stati Uniti (non avvenuta), è un sistema molto fragile. Il quadro
geo-politico diplomatico fu aggravato dal modo in cui venne gestita la pace. Quando le
potenze si riunirono per i trattati di pace a Versailles, le decisioni prese si basavano sulla
credenza che tutta la responsabilità della guerra era della Germania. Alla Germania fu
imposta una pace molto dura alla Germani: furono tolte l'Alsazia e la Lorenza, furono imposti
divieti di produzioni e riparazioni di guerra. Viste la grandezza delle riparazioni di guerra, fu
richiesto alla Germania di pagare con le proprie risorse, in mancanza di oro.
Queste misure per Keynes, esponente della delegazione inglese, le cause dei futuri mali

era appeso alla capacità di pagamento della Germania. L'unico modo affinché il sistema di
pace funzionasse sarebbe stata quella di garantire uno sviluppo economico e industriale alla
Germania. Solo una Germania dopata avrebbe potuto ripagare i debiti. Per ripagare i debiti la
Germania avrebbe dovuto creare un surplus, una ricchezza extra, ma con le imposizioni della
pace ciò veniva negato. Keynes inoltre notò che il pagamento attraverso le risorse tedesche
avrebbero prodotto seri problemi e squilibri nel mercato (invasione risorse Germania, ciò
influisce i produttori nazionali di altri paesi). La tenuta del sistema dipendeva sul benessere
della Germania e non sulla volontà di punirla. Se la Germania non poteva crescere a causa di
tutte le limitazioni imposte, non si sarebbe mai costruiti un equilibrio politico ed economico
ati, poggiavano la
loro credibilità politica sulla credenza che la Germania avrebbe ripagato le spese.
26/11/21
Il nuovo sistema economico internazionale degli anni 1920
- Un mondo diviso in due (o più): Russia (URSS) v. Occidente. Causa di squilibri:
investimenti in Russia confiscati, debiti non riparati e separazione con il resto del
mondo.
-
debitori a creditori).
- Modificazione profonda degli equilibri commerciali.

ottocentesco, non esiste più un mercato planetario ottocentesco. Per la prima volta, dopo
ce dal sistema degli scambi internazionali.
La Russia optando per il sistema socialista-comunista non è più un attore internazionale, è

merci russe, importanti per la globalizzazione tardo ottocentesca (grano russo). La Russia era
anche una terra di investimento per le potenze europee (vi erano imprese francese, inglesi e
tedesche), questi investimenti con la rivoluzione di ottobre furono confiscati. Lenin rifiutò di
pagare i debiti che lo Zar aveva contratto. Dal punto di vista politico e economico, la
rivoluzione di ottobre ha avuto degli effetti importanti per la finanza, il commercio e gli
investimenti. Infatti, la Russia era una terra di conquista per gli investitori internazionali, ma
con al rivoluzione di ottobre perdono tutti i loro investimenti. L'impatto della rivoluzione
russa e le politiche di Lenin e Stalin influiscono molto a livello internazionale.
Secondariamente, il baricentro economico globale divengono gli Stati Uniti: negli anni 20
sono il paese che produce maggiormente e che ha aumentato la capacità produttiva. I nuovi

nella direzione degli investimenti si traducono con delle profonde modifiche negli equilibri
commerciali. Prima della grande guerra l'Europa concretava il 43% della produzione
mondiale, dopo la prima guerra mondiale l'Europa produce solo il 34%. Gli stati uniti
passano dal 20 al 32%. Negli Stati Uniti si produce quanto in tutta Europa.

Conseguenze della guerra sugli assetti internazionali


- Fine di valute «affidabili» del sistema monetario internazionale del Gold Standard.
- Blocchi navali, commerciali, protezionismo e modificazioni nei patterns del
commercio internazionale. Prob. riallocazione.
- Alcuni settori sovra-dimensionati e profondi squilibri:
Industrie pesanti e legate alla guerra.
Anche agricoltura (sia per morti, 17 guerra +18 spagnola milioni) che per
dislocazioni.
- Fine migrazioni e libertà dei movimenti di persone (oltre che di merci e capitali)
- Fine sistema finanziario: i prestatori del periodo pre-1914 diventano debitori.
- NONOSTANTE ciò, politiche post-
- Anche se con nuove istituzioni: League of Nation (1918) e International Chamber of
Commerce e League Of Nations (1919)

standard funzionavano perché cucite addosso al contesto specifico della liberalizzazione degli

conseguenza anche il sistema monetario internazionale (GS) non esiste più. All'interno di
ogni paese che ha partecipato alla guerra si hanno profondi problemi di equilibri produttivi,
dovuti alla natura industriale ed economica della prima guerra montale. Nella maggior parte
dei paesi tutte le industrie
appaiono sovradimensionate. Le imprese hanno dovuto investire per assecondare la
domanda militare, hanno doluto aumentare la produzione e sostituire le importazioni. Dopo la
guerra le scelte di investimento, legate alla pianificazione militare di ogni stato, portano a
delle produzioni squilibrate rispetto alla domanda civile. Quando finisce la guerra e la
domanda militare è difficile trovare gli sbocchi per questa capacità produttiva. Ciò non è
anche al settore agricolo
sovradimensionata per diverse ragioni. Anzitutto per i morti causati dalla guerra e

drastica riduzione delle coltivazioni. I paesi europei avevano compensato questa mancanza
con le importazioni di derrate alimentari dagli Stati Uniti. Gli USA durante la prima guerra
mondiale hanno accresciuto al loro produttività agricola. Quando la guerr
ricomincia a coltivare terreni e ciò porta a una sovrapproduzione agricola degli Stati Uniti.
Anche i mercati agricoli hanno delle forti dislocazioni e squilibri.
Dopo 5 anni di conflitto sparisce il concetto di libertà di movimento delle persone. Le
migrazioni finiscono, così come il cosmopolitismo del periodo precedente. Ogni paese,
soprattutto quelli che importavano manodopera, adottando dei controlli stingenti e delle quote
di immigrazione (imponendo un limite di persone che entrano). Negli Stati Uniti si vieta

Anche il movimento delle merci e dei capitali viene impedito poiché durante la guerra il
protezionismo aumenta.
La guerra porta anche alla fine del sistema finanziario internazionale: i paesi che erano
prestatori di capitale prima della guerra, dopo il conflitto divengono paesi indebitati (Francia
e UK).
Dopo la fine del conflitto, il principio ispiratore delle politiche internazionali post-belliche fu
il tentativo di ricostruire il mondo che esisteva precedentemente. Fu, infatti, pianificata la
ricostruzione del Gold Standard, l'abolizione del protezionismo e la ricreazione della
globalizzazione ottocentesca.
Nel periodo post-bellico nascono le prime organizzazioni internazionali multilaterali:
nascono due organizzazioni, pensate per aiutare il ritorno alla normalità. La League of Nation
creata nel 1918, alla quale partecipano tutti gli stati tranne gli Stati Uniti e la Germania (fino
1926), il cui scopo era facilitare il ritorno alla normalità politica e diplomatica. Dal punto di

era quello di aiutare la riduzione delle tariffe doganali, e la fine delle discriminazioni
commerciali legate al protezionismo e alla guerra. Non vede una partecipazione nazionale,

Disordini monetari nel periodo post-bellico


- Monete svalutate (inflazione) e problema della competitività internazionale.
- Caso Germania. Iperinflazione e assalto ai mercati internazionali:

Emissione eccessiva di carta moneta (problemi sociali/politici).


Nuova moneta, ancorata a prestito internazionale e piano Dawes 1924 (fine
autonomia monetaria).
Accordi di Locarno (1925) e Germania ammessa alla LoN (1926).
- Senza questo piano, sistema internazionale a rischio. Conseguenza però la fine

- Problema politico v. problema economico.


-
europea.
- Tentativo di ridurre i livelli tariffari e ritornare alla libertà economica pre-1914.
Tuttavia, tentativo destinato a fallire.
caratterizzati da una serie di disordini monetari ed economici, che
di guerra a quella di pace per molti paesi significò dei disordini monetari: le monete non
avevano più il loro valore corrispettivo e vi era un forte problema di debito pubblico. Il paese
che ne risentì maggiormente fu la Germania, poiché per i debiti di guerra, per il sistema di
colpita
iperinflazione. Lo stato non riusciva porre freno alla svalutazione della moneta
nazionale poiché debiti erano estesi e la massa monetaria era larga. Il caso della Germania è
uno dei primi casi di iperinflazione.
dei problemi nazionali in Germania, produce anche squilibri
forti nel commercio internazionale. La svalutazione della moneta interna significa che le

espresso in una moneta nazionale costa poco, lo si può esportare in modo facile. Durante il

1921 gli Stati Uniti si trovarono invasi da prodotti che, nonostante il forte protezionismo,
continuavano ad essere competitivi contro i prodotti americani. Nel 1921 gli Stati Uniti

costo dalla Germania. In questa legge viene vietato a un produttore estero di vendere a un
prezzo che è inferiore al costo di produzione nazionale. il malessere economico e
commerciale della Germania influisce anche a livello internazionale, con sconvolgimenti
ermania viene aiutata attraverso
il piano Dawes, ovvero dei prestiti internazionali, che però priva la Germania di ogni tipo di
autonomia monetaria. La base monetaria della Germania viene decisa al di fuori dei suoi
awes, che ristabilizza la moneta tedesca, arrivano
dei patti politici. Con gli accordi di Locarno la Germania viene reinserita nel contesto
diplomatico internazionale e vengono riaperte le ambasciate tedesche all'estero. Nel 1926
viene inserita nella Leagu
doganali e a ridurre il protezionismo e a fidarsi al libero mercato. Fino alla fine degli anni 20
le politiche doganali furono mantenute protezioniste, nonostante la camera del commercio
internazionale, la lega delle nazioni e la normalizzazione commerciale e monetaria tedesca.
Anche se politicamente guardavano al libero scambio, nella realtà nessun paese adottò
politiche liberali. La lega delle nazioni nel 1927 si fece promotrice del paino Loucheur che
aveva proposto un mercato unico europeo, senza protezioni doganali, per consentire

Gold Standard Exchange


- Parallelamente Gold Standard Exchange / Gold Exchange Standard: 1922 Conferenza
di Genova per il GSE e 1925 Sterlina ritorna convertibile alla parità prebellica.
- GSE: parità prebellica della Sterlina e avvio ripristino delle parità (a volte più basse),

convertibili.
- Ma la Sterlina non può sorreggere il sistema, almeno non senza la cooperazione
internazionale e senza la cooperazione degli Stati Uniti.
- Squilibri economici/produttivi/commerciali, come grave impedimento al meccanismo.
I flussi finanziari non
- Svalutazione/inflazione aumento esportazioni accumulo oro/sterline anziché
auto-equilibramento (imp. Per USA e Francia Franc Poincaré). I cosiddetti «Gold
fetters».
- Rivalutazione/deflazione aumento importazioni squilibri bilancia dei pagamenti
protezione (imp. Per Italia, «quota 90», accompagnata dalle leggi antisindacali)
Nonostante le difficoltà industriali e commerciali, dal punto di vista monetario, fu fatto un
grande tentativi per ricostruire una moneta di scambio internazionale e trovare un sostituto al
Gold Standard Exchange
attraverso diverse conferenze monetarie internazionali fino al 1925.
Il Gold Standard Exchange era basato sulla convertibilità della sola sterlina (e non tutte le
monete). Tutte le altre monete si potevano convertire in sterline. Venne quindi posta la
). Venne scelta la
sterlina e non il dollaro come tentativo di ricreare il mondo precedente. La difficoltà del Gold
Standard Exchange era che anche se le monete non erano più convertibili direttamente in oro,
ma in sterlina. Nel 1925 fu deciso che le monete dovevano tornare al loro valore monetario

debiti pubblici, la banca centrale per aumentare il valore della propria moneta doveva
acquistare sterline o aumentare le riserve auree. La volontà di recuperare oro e sterline rovina
la cooperazione internazionale.
In un sistema con al centro la sterlina (il cui valore è creato in modo fittizio dalla corona
inglese), gli Stati Uniti assistono senza intervenire, tutti i paesi competono tra loro per
ottenere le parità auree ottenendo gli effetti contrari. (molti paesi svalutano moneta, per
esportare, prendere oro e riportare in equilibrio la bilancia dei pagamenti come la Francia). In
Italia si adottò la politica della quota 90 che stabilì un valore alto e delle politiche
deflazionistiche che misero in crisi le industrie nazionali, rendendole meno competitive a
livello internazionale. Questa politica aveva il fine di attirare gli investimenti in Italia, la
rivalutazione a quota 90 fu accompagnata da investimenti americani.
Il recupero e la crescita economica degli anni 1920
- Ruolo di spin-off (Clive Trebilcock, 1978)) tecnologico enorme della guerra:
Nuovi prodotti.
Nuove produzioni.
Nuovi mercati.
Nuove dimensioni (economie di scala e di flusso ancora più grandi).
Fenomeni di crescita tecnologica accelerati.
Mantenimento delle politiche di innovazione pubblica e di spesa militare a

state»).
La guerra ha, però, un aspetto positivo rappresentato da ciò che Trebilcock aveva definito gli
spin
molti nuovi prodotti, merci, produzioni, mercati e tecnologie. Durante la prima guerra
io/metallo.
Queste nuove tecnologie, prodotti e materiali durante il periodo post-bellico hanno una
riconversione e nuovi utilizzi.
Oltre alle nuove produzioni, vi sono anche nuove dimensioni: durante la prima guerra
mondiale la grande impresa americana americano raggiunge di produttività e produzione
elevati. Le stesse imprese europee, caratterizzate da mercati ridotti, con la guerra ebbero la
possibilità di aumentare la loro capacità produttiva, portando avanti produzioni in scala. Con
la guerra ci furono fenomeni di crescita accelerati e la guerra rappresentò delle opportunità

Ogni stato conservò una parte di spesa m

PIL pro-capite di un paese nel 1913,


Una grande parte di paesi nel 1922 aveva un PIL pro-capite inferiore a quello del 1013, ciò
conferma la distruzione della guerra e delle politiche del postguerra. Una volta terminata la
guerra e la riconversione militare, i paesi sono riusciti a recuperare il livello produttivo
comparabile a quello del 1913, solo nel 1922/26/29.

Crescita del PIL pro-capite in Europa e USA durante il periodo delle 2 guerre
Il periodo tra le due guerre esprime dei livelli di crescita ba

Capitolo 7: La Crisi degli anni 1930 e la Seconda Guerra mondiale

Il doppio paradosso di Polanyi


«The introduction of free market, far from doing away with the need of control, regulation,

another. While laissez-faire economy was the product of deliberate state action, subsequent
restrictions on laissez-faire started in a spontaneous way. Laissez-faire was planned;
planning was not» Polanyi 1944.
La seconda guerra mondiale da un punto di vista economico, politico e diplomatico fu il
risultato di una serie di eventi che si svilupparono a seguito del crollo della borsa di Wall

eliminata dalla Grande Depressione. La conseguenza della crisi econo


mettere il punto definitivo al tentativo di cercare di ricostruire la globalizzazione
La bilancia dei pagamenti non è mai in deficit, è sempre in pari. Può essere in equilibrio o
disequilibrio (necessità ricerca di risorse finanziare extra o uscita inaspettata massa
monetaria).
01/12/21

02/12/21

economica internazionale era l'idea che risparmio e investimenti sono due forme di capitale
diverso e che lo Stato deve inserirsi nel sistema economico per favorire una riattivazione
degli investimenti. Facendo ciò, lo Stato diviene lui stesso un investitore. Lo Stato gioca un
ruolo che Keynes definisce moltiplicatore: i soldi spesi dallo Stato, vengono rimessi in

conseguenza anche gli investimenti. Un capitale investito dallo stato genera nuovi
investimenti (ci sarà una sorta di moltiplicazione degli investimenti).
le politiche dei paesi che andremo a vedere non sono politiche di derivazione strettamente
keynesiana, sono politiche dettate da scopi e finalità contrarie alle politiche di Keynes. Altra
cosa importante è che anche se oggi si tende a definire le politiche di Keynes come politiche
di sinistra (lotta alle disuguaglianze e ridistribuzione del reddito). Negli anni '30 le cose sono
diverse, il pensiero di Keynes va interpretato come un tentativo per salvare il capitalismo

ome il pianificatore

capitalistica, ma di natura fascista o nazista, che si basa su concetti profondamente diversi da


quelli della ridistribuzione del debito o la riattivazione del consumo. Keynes è un liberale,
anti-socialista e anti-fascista.
Politiche anti-crisi degli anni 1930
-
1933 US fuori dal Gold Standard, sospensione convertibilità e iniezione di
liquidità nel sistema.
- Contestualmente, interventi:
Regolatorio ma riforma del sistema (Glass-Steagall act) e creazione del
SEC(SEA).
Industriale: RFC (acquisto assets industriali) e poi NRA.
Infrastrutture: TVA.
Agricolo AAA F.D.
- Riforme incostituzionali.

Franklin Roosevelt nel 1933, propone una visione politico-economica diversa rispetto a
quella del predecessore. Questa visione politica viene New Deal

predecessore. Le politiche non ortodosse di Roosevelt sono sul piano monetario: una delle
abolizione della convertibilità del dollaro, quindi

iniettare nuova liquidità nel sistema, non curandosi della parità monetaria del dollaro.
Roosevelt adotta una politica di critica verso il sistema monetario internazionale.
Roosevelt porta avanti una serie di riforme in vari settori
intervento importante fu una riforma regolatoria del sistema finanziario degli Stati Uniti,
-Steagall che separa banca di investimento a banche di
tà di mescolare
queste due attività. Una delle cause di corto periodo della bolla speculativa e del crack di

riforma legislativa fu la creazione di uno degli organismi di controllo del mercato


azionario più importanti e che diventò un modello per la supervisione dei mercati azionari di
oggi, ovvero la Security Exchange Commition, istituita attraverso il Security Exchange Act.
La Security Exchange Commition sorveglia i mercati azionari ed include una commissione
che può decidere di sospendere la borsa se le quotazioni sono troppo basse per evitare crisi
acute.
Dal punto di vista industriale istituzione specifica la RFC, per
cercare di porre dei rimedi immediati al caos del crack del crollo della borsa. La RFC venne
creata per acquistare titoli azionari e sostenere le imprese rovinate dalla crisi.
Quest'istituzione cercava di alleviare una delle principali conseguenze dopo il crack
borsistico di Wall Street, ovvero la mancanza di fiducia nei confronti del sistema borsistico.
Lo Stato pensò di intervenire attraverso degli investimenti diretti, attraverso il NRA.
Roosevelt, in un paese in cui lo Stato aveva un ruolo minimo, immagina uno stato
interventista che interviene attraverso strumenti regolatori e finanziari direttamente

Uno dei principali esempi di intervento dello Stato è la creazione di board finanziate dallo
stato che forniscono finanziamenti a infrastrutture considerate strategiche. Un esempio è la

Tennessee, colpita dalla crisi economica internazionale. Un ultimo intervento dello Stato per
porre rimedio agli eccessi e agli squilibri del mercato è la creazione di una cassa agricola
attraverso la AAA (Agricultural Adjustment Act), in cui lo stato interveniva per regolare i
prezzi agricoli. Quest'ultimi erano caduti per la crisi internazionale e l'incapacità di assorbire

prezzi delle derrate agricole e regolarli. Queste riforme hanno portato gli Stati Uniti da essere
un paese in cui lo Stato ha

riforme abolite). Attraverso queste misure lo Stato interveniva per cercare di creare dei redditi
alternativi. Lo Stato attivò un sistema di spesa pubblica importante e capillare in cui cercava

ne era sprovvisto.
Una delle politiche interventistiche dello stato americano fu quello di pagare gli americani
giovani a fare reportage per caprie cosa stava avvenendo nelle campagne americane. Lo stato
usa la leva finanziaria per finanziare opere sociali e strategiche, per lo sviluppo del paese per
cercare di riattivare il mercato (e non sostituirsi ad esso).
un paese vasto, con una grande macchina produttiva e industriale, autosufficiente dal punto di
vista agricolo. Gli Stati Uniti non hanno bisogno di partecipare al commercio internazionale.

iniziarono ad applicare delle politiche di chiusura commerciale. Negli Stati Uniti fu sancita
cui si favoriva la scelta dei prodotti americani, anziché quelli

massa monetaria/liquidità. Il presidente ha potuto perseguire questo progetto grazie al

La distruzione dell'integrazione dei mercati internazionali non significa assenza del


commercio estero. Il commercio estero si basa su principi diversi rispetto a quelli
ati: con
una moneta internazionale si poteva misurare il valore delle merci e tutti i paesi che
aderivamo a questa moneta potevano commerciare facilmente. Dopo la crisi internazionale, il
sistema multilaterale diviene bilaterale: i paesi che devono importare qualcosa si trovano un
partner. Gli scambi tra paesi, quindi, continuano ad esistere senza che ciò passi

Spesa a debito per il riarmo o il «keynesismo militare» (termine improprio).


- Svolta nazista e presa al potere di Hilter (1933).
- Politica monetaria: spesa pubblica, indebitamento crescente.
- Come è possibile? Con la fine del sistema monetario internazionale.
- Autarchia: non come scelta politica (quella è la narrazione), ma come necessità.
carta moneta senza controllo è essere svincolati

- Crescita basata sul riarmo: non solo spesa per la Wehrmacht (dal 4% del bilancio

guerra.
- Ra

compensati da sistemi di clearing bilaterali.


- Esportare in cambio di valuta forte: Bond-Geschäfte ad esempio.
-
sviluppati

scoppio della seconda guerra mondiale. La Germania usciva fortemente indebitato dagli anni

il paese. Le politiche naziste e le politiche di Hitler e Schacht (ministro delle finanze e

termine è incorretto. Si usa questa indicazione poiché sono politiche che in modo simile agli
Stati Uniti facevano leva sulla capacità dello Stato di intervenire direttamente nell'economia.
A differenza dagli Stati Uniti e delle politiche di Keynes, la spesa pubblica tedesca e
statale della Germania in economia fu orientato verso delle politiche di
riarmo.
Lo sviluppo economico tedesco non era basato sulla domanda civile, la ridistribuzione del

economica orientata alla creazione di un vasto arsenale con cui combattere una guerra. Le
politiche tedesche hanno portato aumento della spesa pubblica
centrale tedesca come finanziatore intervento statale portò il paese
verso un indebitamento crescente. La posizione industriale della Germania e la sua capacità
di applicare politiche eterodosse monetarie si basano su dinamiche simili a quelle degli Stati
Uniti: un paese può adottare politiche autonome di tipo monetario, se esce dal sistema di
pagamenti internazionali.

diversa da quella degli Stati Uniti. Per far aumentare rapidamente la spessa pubblica e
investire liberamente nel riarmo, il paese se mantiene
va incontro a svalutazione, inflazione e tensioni della bilancia dei pagamenti. Nel caso
tedesco la tensione fu evitata adozione di politiche autarchiche. Iniziano delle
politiche di creazione di sostituti alle materie importate. La scelta autarchica era orientata alla
riconfigurazione dell'intervento dello stato in economia. Se un paese non partecipa al sistema
internazionale dei pagamenti e non ha controllo del valore della propria moneta, diviene
diffici
La scelta autarchica della Germania non porta alla completa distruzione del commercio con

si possono eliminare. Lo stato però regola i flussi economici internazionali, dando

materie prime e che durante la prima guerra mondiale avevano sostenuto lo sforzo militare
tedesco, e che durante il periodo hitleriano divengono partner commerciali importanti. (La
Germania cede macchinari in cambio di materie prime). Questa rappresenta applicazione in
chiave tedesca del commercio bilaterale. Un paese commercia non verso dove conviene, ma
commercia in termini di scambio bilaterale.
Vi sono dei beni che non sono inclusi nella zona di influenza tedesca e devono essere pagate
con delle monete forti, di cui la Germania è scarsa. In questo caso Schacht ha ideato dei
sistemi di investimento statale per consentire alle imprese tedesche di fare delle esportazioni
a basso costo, ovvero i Bond-Geschäfte
Un'impresa tedesca che voleva esportare in zona sterlina, veniva finanziata dallo stato poiché
con le sterline ottenute, la Germania poteva comprare risorse e beni. Il commercio

scambi bilaterali.
La crescita della Germania è basata sul riarmo, la maggior parte dei fondi messi a

Italia
-
-
(1931), insufficienti a risanare i gravi squilibri della bilancia dei pagamenti.
- 1933: IRI e lo stato diventa proprietario delle industrie pesanti (ad esempio, la Terni)
e nazionalizzazione delle principali banche «miste» italiane (BCI, CI, BR).
- 1934: «annus horrobilis» della bilancia dei pagamenti italiana, cominciano la svolta
autarchica forzata e le politiche imperiali.
- Di solito, si considera la fase autarchica come post- ae

via rispetto alla situazione monetaria (quindi: politiche monetarie ortodosse o no?).
Accompagnata dalla legge bancaria del 1936: forte specializzazione del credito e
co

facilità.
In Italia le scelte sono autarchiche e legate alle politiche di riarmo e espansione militare e
imperiale, con un vincolo ulteriore rispetto alla Germania. Le politiche autarchiche si
scontrano maggiormente con la necessità cronica dell'Italia di importare beni, capitali e
prodotti necessari per la sua industria. L'Italia dopo la crisi internazionale a partire dal 1932,
visto che è ben inserita negli scambi internazionali come importatore di merci e capitali, si

Lo Stato decide di creare delle istituzioni di intervent


situazione. La prima istituzione è (istituto mobiliare italiano), che serve per acquistare
azioni industriali alle banche italiane indebitate. Nel 1933 viene creata una seconda
IRI (Istituto per la ricostruzione industriale): lo Sato decide di diventare
proprietario di industrie pesanti. Le principali banche vengono nazionalizzate. L'Italia era un
paese fragile ed esposto alla crisi monetaria e dei mercati.

possono essere prodotti in Italia. L'autarchia italiana si sviluppa diversamente dal caso
am
internazionale, ma stando dentro al sistema internazionale non riesce più a tenere in equilibrio
la bilancia dei pagamenti (non esporta più merci o manodopera e mancanza oro). Per
salvaguardare le risorse auree e la propria moneta l'Italia decide di adottare delle politiche
autarchiche.
Regno unito
- Fine del Gold Standard 1931
- Conferenza imperiale di Ottowa 1932 e sistema delle preferenze imperiali (import e
export prossimo al libero scambio nel Commonwealth, fortemente ostacolato fuori).
-
militare:
- 1936: politiche di riarmo. Sovvenzioni alle imprese di guerra, in particolare
rimo Spitfires 1936 e produzione in serie).
- Politiche monetarie non ortodosse (Morgenatu Norman), perché basate sulla
possono ricondurre a
un piano autarchico e pianificatore dello stato. L'Inghilterra è la principale responsabile della

sistema economico internazionale dei pagamenti. A questo è seguito una riflessione politica

imperiale. Con la conferenza di Ottawa nel 1932 si decide di adottare un protezionismo alto
per le merci estere e creare delle preferenze imperiali. L'Inghilterra ha mantenuto il libero

protezionismo. L'Inghilterra ha adottato delle politiche keynesiane di riarmo importanti: gran

nglesi sono eterodosse poiché

stampa cartamoneta liberamente.


03/12/21
I Bond-geschaft rappresentano dei meccanismi di inserzione economia tedesca nei mercati

misure autarchiche di sostituzione delle importazioni: tutto ciò che può essere prodotto

importazioni, al tempo stesso la Germania cerca di sopperire le materie prime di cui ha


bisogno e che non trova nel territorio nazionale attraverso un sistema di accordi bilaterali e

zona aurea e della zona sterlina, per cui certi tipi di importazione non si possono vietare. In
ste politiche cerca di incentivare delle
esportazioni di beni tedeschi in queste zone monetarie specifiche attraverso finanziamenti ad
hoc. Lo stato si assume di coprire parte dei costi di esportazione di queste merci verso zone
sterlina e aure perché le esportazioni vengono pagate in sterline ed oro, usati dalla Germania
per riacquistare beni in zone sterlina ed oro.
Giappone
- Mentre anni 1920s caratterizzati da esportazioni (grazie a politiche di
inflazione/svalutazione competitiva). Poi ripristino della parità aurea, 1930
(ortodossia monetaria).
- Politiche autarchiche dal 1931 in poi. Sviluppo industriale favorito dallo stato.
Legami tra Stato e gli Zaibatsu:
Industria pesante.
Industria elettrica ed elettromeccanica.
Industrie all'alta intensità di tecnologia (aviazione)
- Fine adesione al GSE 1931. Tentativo di ancorarsi all'americano effimero, perché non
ci sono ragioni di scambio tra gli Usa del new deal e il Giappone. Verso autarchie e
spesa pubblica/militare.
- Espansioni militari e ruolo delle imprese di stato: 1931-32 in Manciuria (attuale
Korea) e uscita del Giappone dalla LoN 1936 invasione della Cina.

rientra nel commercio internazionale, ricreare il sistema dei pagamenti internazionali.


Quando arriva la crisi il Giappone adotta delle politiche ortodosse dal punto di vista

domanda pubblica legata al riarmo (non politiche keynesiane di assistenza al consumo, ma


politiche orientate verso industrie pesanti e militari). Negli anni il Giappone riadotta il GSE,
tenta di recuperare la propria parità aurea, partecipa alla Lega delle Nazioni e cerca di
sfruttare il momento di integrazione dei mercati della seconda metà degli anni 20 per
esportare e attirare il più possibile i capitali. Ripristina la sua parità aurea, poi con la crisi il
industrializzazione

prime). La politica statele giapponese fu quella di favorire le industrie pesanti e avrebbero


potuto influire nello sviluppo industriale e tecnologico del Giappone in un contesto di

grandi imprese che si occupano di ogni cosa (zaibatsu). Lo stato in questa situazione sostiene
e aiuta, attraverso finanziamenti e politiche di estensione della spesa pubblica, i produttori

appoggiare a queste grandi entità private imprenditoriali). Quando scoppia la crisi


internazionale, per queste politiche di forte spesa pubblica e di intervento dello stato

attivare degli scambi bilaterali con gli Stati Uniti. Il Giappone prova ad ancorare la sua

Giappone era un paese che, grazie al rientro del GSE e alle politiche di apertura e ritorno

tra il Giappone e gli USA è impossibile da effettuare su basi bilaterali: il Giappone avrebbe
dovuto importare materie con un elevato grado di tecnologia, gli Stati Uniti non avevano

trans-pacifica viene eliminata dalle ragioni dello scambio tar i due paesi. Nel frattempo gli
Stati Uniti escono dal GSE, il Giappone riorienta la sua politica industriale e commerciale

agli Stati
nazionale. Nel 1931 il Giappone invade la Manciuria (attuale Corea), dove il Giappone trova
vasione

importanza. Nel 1936 lancia una grande operazione militare e tenta di invadere la Cina.
Contemporaneamente il Giappone adotta delle politiche di investimento pubblico e di crescita
dell'economia nazionale sulla spesa militare e la costruzione di prodotti necessari alla guerra.
Unione sovietica
- Rivoluzione 1917 (fine ingerenza/legami estera e fine del modello di sviluppo basato
sugli interessi esteri e zar. Diverse fasi:
Anni di forte carestia, guerre intestine, disorganizzazione sociale e produttiva
1918- 1921 (comunismo di guerra). In un contesto in cui lo stato accentra tutto

NEP, 1921-1928 (teorico Bucharin), ripristino pa


mercato.
Dal 1928 Stalinismo. Collettivismo agrario (Kolchoz e fine della NEP e dei
Kulaki) Piani quinquennali, come industrializzazione forzata da parte dello
stato. Pianificazione centralizzata e trasformazione progressiva della società e

contesto autarchico (o quasi).

importare ed esportare per questioni monetarie. La c


Sovietica è il risultato delle politiche economiche ed industriali interne del regime comunista
(non risultato di crisi internazionale).
gime

rivoluzione russa ha significato il recidere i ponti con le politiche di sviluppo russe adottate
ar era caratterizzata da un discreto
intervento statale, accompagnato da un tentativo di recupero da attuare attraverso gli

i mercati internazionali per attirare investimenti investitori, imprese e tecnologie. Tutto ciò
non colmò il divario, legato soprattutto al grado di arretratezza sociale e istituzionale della
Russia.

ancorato solo sulle logiche nazionali. Questo percorso passa per diverse fasi:
1. Dal 1918-1921: la fase iniziale è chiamata la fase del comunismo di guerra. L'unione
Sovietica esce dalla guerra, gestisce la transizione dalla guerra alla pace cercando di
modificare velocemente e in chiave collettivista la transizione verso il socialismo. Ciò
è accompagnato da guerre civili tra diverse fazioni. In questa fase lo Stato bolscevico

produzioni. Ciò si traduce in 3 di crisi economica, social e produttiva. La


disorganizzazione della produzione porta a gravi carestie che causano milioni di
morti.
2. 1921-1928
sovietica vira verso una visione più addolcita del comunismo, ovvero la NEP, la
nuova economia politica. Questo tipo di economia fu ideata da Bucharin, all0interno
vengono inseriti degli elementi di economia di mercato: la proprietà privata piccola
viene re-introdotta, si creano delle economie di mercato cittadini, i contadini vengono
autorizzati a coltivare le loro terre. Ciò serve a guidare il paese fuori dalle carestie
post-belliche e ripristinare la situazione sociale ed economica. Lo sviluppo della NEP,
nonostante riesca a ovviare ad alcuni problemi immediati, non riesce a proporre uno
sviluppo industriale profondo, rompendo le resistenze storiche, istituzionali ed
economiche che avevano impedito alla Russia di industrializzarsi.
3. Nel 1928: Stalin che aveva sostituito Lenin, decide di cambiare la politica economica
del paese, mettendo in atto una pianificazione industriale, volata a trasformare

anni dello stalinismo sono gli anni del piano quinquennale, che prevedeva la
vista industriale vengono avviate politiche coordi
quinquennali (ogni 5 anni lo Sato poneva degli obbiettivi da raggiungere in termini di
produzione sviluppo economico). Tutto veniva pianificato e attuato da parte dello
stato, che era il proprietario di tutti i mezzi. (Germani: piano quadriennale nazista
basato su linee guida date dallo STATO a imprese PRIVATE. Nei piani quinquennali

industrializzazione forzata della Russia, in pochi anni realtà agricole e


sottosviluppate si trasformano in realtà moderne industriali. L'industria non è il
mezzo, ma il fine delle politiche sovietiche.
In Russia i piani quinquennali funzionano in quanto è un paese isolato dal punto di vista
commerciale e monetario (non rientra nel GS, ha il rublo, gli scambi internazionali sono
difficili da attuare).
Alcune considerazioni generali e di comparazione.
- Autarchia come fase, non come libera scelta. Distinguere logiche economiche da
propaganda.
- Sistemi chiusi v. sistemi aperti.
- Cooperazione v. politiche di potenza e egemonia/imperialismo.
- Bilateralismo v. multilateralismo.
- Globalizzazione v. deglobalizzazione.
- Ruolo dello stato: organizzatore, imprenditore o controllore.
- el GSE se ci fu la crisi?

un lato l'autarchia è un qualcosa che viene presentato come una scelta politica, in realtà
cro-economiche. La svolta autarchica avviene in
seguito alla frammentazione del commercio internazionale, le importazioni si sostituiscono
perché i paesi non hanno la valuta per pagarle. Le politiche autarchiche sono dei sistemi
parzialmente chiusi verso l
geografiche esterne ai sistemi nazionali. L'autarchia non significa l0eliminazione completa

di influenza, politiche imperiali e di annessione che possano estendere la geografia del paese.
Gli scambi avvengono anche attraverso il passaggio tra multilateralismo a bilateralismo.
no
chiusura, i controlli, la sostituzione delle importazioni. Lo Stato in questi paesi svolge un
ruolo nuovo, organizza e sovvenziona.
La Seconda Guerra Mondiale
- La seconda guerra mondiale.
- Esito delle politiche del riarmo degli anni 1930.
- Ma conseguenze dirompenti per gli equilibri economici, politici e geopolitici
internazionali.
- Su scala globale: per estensione geografica e impatto.
- Una guerra tecnologica, che sfociò in innovazioni e inedite capacità di morte.
- Una guerra tra potenze industriali, ma anche tra modelli di sviluppo
Dal punto di vista della storia economica, la seconda guerra mondiale è la conseguenza
diretta delle politiche imperiali, di domino e riarmo perpetuate nella seconda metà degli anni
ima è tecnologicamente più avanzata. La
seconda guerra mondiale ha avuto delle enormi conseguenze geo-politiche internazionali, che
hanno delle ricadute economiche molto importanti. È una guerra tra modelli di sviluppo e di
economia politica diversi (keynesismo militare della Germania vs attenzione a domanda
civile).
Conflitto mondiale
- Coinvolge quasi tutto il globo, anche i paesi neutrali.
- Due fasi e due modelli di sviluppo economico a confronto:
Quella iniziale, superiorità di chi aveva fatto «keynesismo militare» negli anni
1930 (fino a Stalingrado).
Quella dal 1942 in poi, con un progressivo rovesciamento:
Usa nel conflitto (marzo 1941 Lend-Lease Act, poi dichiarazione di
guerra dopo Pearl Harbor 7 dicembre 1941).
Italia insufficientemente preparata, mette in difficoltà la strategia
tedesca.
Errori tattico-militari: blitzkrieg realmente possibile? Guerra su due
fronti?
- 4 grandi regioni di commercio, investimenti e gestione delle risorse, con relativi
«entroterra»:
Anglosas
Europa centro-orientale (a geografia variabile).
Sovietico (chiuso, praticamente autarchico, salvo gli aiuti ricevuti dal Lend
Lease).
Orientale (Giappone, risorse e conflitto con Usa e paesi coloniali).
È un conflitto militare, coinvolge quasi tutto il globo anche i paesi neutrali in quanto
partecipano indirettamente alla guerra. Dal punto di vista dei combattimenti e del
coinvolgimento economico industriale si articola in due fasi distinte. In queste due fasi si
gioca lo scontro tra i diversi modelli di sviluppo. Il primo è determinato da una fase iniziale
(dal 1939-1942). In questa fase iniziale, la Germania riesce a sfondare la resistenza degli altri
paesi in quanto è il paese militarmente e tecnologicamente più avanzato del mondo. La
Germania per il suo modello di sviluppo economico che ha impostato negli anni 30 ad avere
la maggior massa di armi e tecnologia. Dal punto di vista del dibattito pubblico, tutto sembra
far capire che le dittature e i paesi che usano la spesa militare come leva di sviluppo
economico sono i paesi più forti nello scontro militare. Questa visione viene capovolta

dello stato nella conduzione della guerra. Già prima di entrare in geurra, gli USA cominciano
a giocare un ruolo importante come arsenale per gli altri paesi e concedono prestiti ai paesi
alleati (anche URSS) attraverso il Lend-Lease Act. Dopo il bombardamento di Pearl Harbor

mostra la superiorità industriale del paese e ribalta le sorti della guerra. L'inizio della guerra
coincide con la massima forza della Germania che aveva accumulato molte risorse militare
nel decennio precedente, e via a via le esaurisce. La seconda fase della guerra vede il dispiego
della forza industriale americana, che durante la seconda guerra mondiale ha uno sviluppo
economico considerevole. È una geurra che si caratterizza per una forte regionalizzazione
del commercio: la gestione del commercio militare si divide in 4 sotto-regioni, con dei paesi
che hanno degli entroterra. La regione anglosassone, che include gli USA, gli UK e l'America
latina. L'Europa centro-orientale che ha una geografia variabile ed è basata sulla capacità
della Germania di conquistare i territori, la Russia, grosso monoblocco autarchico e chiuso ed
il Giappone.
Gestione della guerra
- Una guerra tecnologica, amministrativa e industriale.
- Pianificazione come centrale in ogni paese. A differenza della Grande guerra, gli stati
entrano in guerra con un apparato burocratico già costituito.
- Rinuncia del mercato come fattori di allocazione delle risorse. Controllo dei prezzi,
delle produzioni e del commercio.
- Stato presenta anche negli Usa. Superare il divario originario tra Asse e paesi Alleati

importante. Alleanza tra stato e Big Science. Esempio: il progetto Manhattan (Stato
US + Università private + Scienziati fuoriusciti + imprese chimiche americane).
Dal punto di vista della gestione della guerra, vi è una grossa differenza tra la prima e la
seconda guerra mondiale. Durante la prima guerra mondiale i paesi imparano durante la
guerra ad amministrare la macchina pubblica per la conduzione economica della guerra.
Durante la seconda guerra mondiale tutti i paesi entrano in gioco con una macchina
amministrativa e una pianificazione militare già pianificata.
Il paese in cui si assiste a una trasformazione importante delle logiche economiche e
produttive sono gli Stati Uniti. Oltre ad entrare in guerra, negli USA lo Stato si assume un
ruolo inedito nella conduzione della geurra. Quando entrano in guerra sono poco preparati:

(politiche di Roosevelt si focalizzavano su domanda civile, no militare). Le imprese non


hanno davanti uno stato pianificatore, organizzatore e dittatoriale (come al Germania) per cui

non arriva la libera iniziativa e il mercato, arriva il governo che costruisce acciaierie ed
impianti industriali e rassicura le impres
lascia la gestione degli investimenti alle imprese privata (paga loro i nuovi impianti). Gli Stati
Uniti finanziano una spesa pubblica smisurata per tutte le industrie necessarie alla guerra, in
particolare nel Progetto Manhattan che porta alla creazione della bomba nucleare.
La produzione di aerei militare durante la 2° guerra mondiale è estremamente elevata per i
leati.

orientato nella spesa militare, oltre quello non può andare. Nel campo alleato si assiste a una
riconfigurazione progressiva della produzione civili in produzione militare che si traduce in
uno sviluppo produttivo e industriale importante.
09/12/21
Gli anni del miracolo economico e del Sistema di Bretton Woods
(1946-1973)
Lo sviluppo grazie alla cooperazione
- Decenni di forte crescita economica per alcuni paesi. «Il miracolo economico» o «les
trente glorieuses» in Europa.
- Le basi per lo sviluppo di economie asiatiche (Giappone, ma anche Hong Kong,
Taiwan, Corea del Sud).
- Le basi invece per la povertà e il mancato sviluppo per altre economie (Africa e alcuni
paesi latino-americani).
- Il sistema di Bretton Woods: una nuova istituzione economica/regole del gioco.
- Un approccio multilaterale (e non una ri-globalizzazione) su basi spesso regionali
-
Il secondo dopo guerra è stato caratterizzato da delle nuove regole del gioco internazionali,
il sistema di Bretton Woods
guerra mondiale, i paesi che stavano vincendo (USA e UK) si riunirono a Bretton Woods in
Canada. I delegati di queste nazioni discussero il futuro assetto economico del mondo dopo la
fine della guerra e misero a punto un sistema volto a evitare gli errori del passato. Questo
sistema coincise con un periodo di prosperità e crescita economica senza precedenti, sia da
un punto di vista quantitativo che qualitativo. Le società europee iniziarono a rassomigliano
alla società americana. In Europa arrivò il consumo, la società di massa e il benessere
economico.
Il benessere economico e le regole del gioco sono strettamente collegati: le regole del gioco
stabilite a Bretton Woods servivano ad applicare delle politiche per incentivare la crescita
economica, la piena occupazione e gettavano le basi per una cooperazione internazionale in
campo economico, sociale e politico. Queste regole cercarono di evitare i problemi
fuoriusciti dopo la prima guerra mondiale, come il nazionalismo economico,

di ricreare artificialmente il sistema liberale ottocentesco, come dopo la fine della prima
guerra mondiale. Si cerca di creare un nuovo sistema basato su nuovi principi, che in parte
coincidevano con le idee keynesiane e la credenza che lo Stato avesse il compito dello
sviluppo economico e il benessere dei cittadini.
Dal punto di vista europeo sono anni di crescita economica; dal punto di vista asiatico si
iniziano a gettare le basi per la crescita economica. Presentano, però, una forte ambiguità:
a situazione è
diversa. In Africa vi è un profondo periodo di decolonizzazione e di indipendenza politica,
che non ha però portato a una piena indipendenza economica e a un fiorire delle economie
nazionale dei paesi post- merica Latina la situazione è
diversa rispetto a quella europea.
Il sistema istituito a Bretton Woods da un punto di vista teorico cercava di reintegrare i

sistema di pagamenti globale. Tutto ciò non significava ricreare una globalizzazione come
quella ottocentesca. Da un lato gli scambi non si basavano su principi di libertà e
automatismo, gli stati partecipando a istituzioni comuni garantivano che il sistema
funzionasse. Non era più il mercato che si autoregolava perché era efficiente, erano gli stati
che con le loro politiche rendevano efficiente il sistema. Per questo non si parla di
nca

creazione di sottoinsiemi
regionali.
Questo approccio, anche se multilaterale (i diversi paesi partecipano insieme alle regole del
gioco), avviene in un contesto politico internazionale ben definito, ovvero quello della
Guerra Fredda
Uniti nella sfera occidentale e nella
integrazione economica, ma anche di spartizione geopolitica del mondo da parte di queste
due potenze.
Crescita annuale della produzione nei diversi paesi
paesi che, dal punto di vista della produzione
industriale, conoscono dei livelli di crescita sostenuta. La Germania Federale, paese

passa da una crescita del 1.3% a 5.6%. Il Giappone registra dei fenomeni di crescita del 9.5%

-
Più un paese è arretrato, più ha delle dinamiche di crescita rapide.

-economico del PIL a livello mondiale si registra una crescita molto


forte. Dietro ai dati macro-
Il sistema di Bretton Woods
- Un sistema multilaterale. Fine del «bilateralismo» nelle relazioni economiche
internazionali (degli anni 1930).
- Garantito da Istituzioni internazionali, che svolgono un ruolo di governance
economica internazionale:
FMI (Fondo Monetario Internazionale), 1944.
IBRD (International Bank for Reconstruction and Development), 1944.
ITO (International Trade Organization mai nato), poi sostituito nel 1948 dal
GATT (General Agreement on Trade and Tariffs) a seguito della Carta

- in cui ci sono
regole strette e permeanti e a cui gli stati e i governi partecipano attivamente.
La crescita economica è il frutto di politiche economiche specifiche a livello nazionale e
internazionale, decise durante la seconda guerra mondabile per cercare di evitare gli errori
della prima guerra mondiale e della ricostruzione dopo il primo conflitto mondiale.
Bretton Woods era di elaborare un sistema multilaterale, in cui tutti i paesi dovevano
partecipare su basi egalitarie alla creazione di istituzioni economiche che avevano il compito
di mantenere il governare economica internazionale.
Idea comune per garantire pace, prosperità e integrazione die mercati nel dopoguerra non si
doveva tornare a alla globalizzazione ottocentesca e agli scambi, ma un sistema orientato
verso la crescita, cooperazione poteva essere garantito solo con la presenza di organizzazione
internazionale che facevano da garanti del funzionamento del sistema economico
internazionale. A Bretton Woods pensarono a 3 organizzazioni specifiche, ognuna con uno
specifico compito. La prima era il fondo monetario internazionale, che ha come compito
sorvegliare le questioni relative alle monete, la parità delle monete e inerenti alla bilancia dei
pagamenti dei singoli stati. Fondo comune che in caso di squilibrio monetario interviene
prestando soldi o capitali. In caso di squilibri gravi, il fondo monetario internazionale
autorizza a svalutare una moneta. La differenza di vedute tra White e Keynes fu rispetto a
quale moneta usare. Entrambi credevano di basare sistema su cambi fissi, e il FMI doveva

oods fu IBRD: Prestava dei soldi a


basso interesse per fare politiche di sviluppo economico nei paesi sottosviluppati. La terza

controllare gli scambi di merci a livello globale evitando nuove guerre e discriminazioni
tariffarie. L'ITO non venne mai creata perché rappresentava una visione troppo stringente,
avrebbe dovuto controllare ogni merce a livello globale. Al suo posto fu creato il GATT, che
serviva ad armonizzare le . Erano previsti dei round in cui i paesi facevano e si accordavano
sul livello tariffario da raggiungere. Il mondo immaginato a Bretton Woods non rassomiglia a
quello immaginato a Versailles, in cui si voleva tornare al passato. Le regole fissate a Bretton

Venticinquesima lezione
Le organizzazioni di cui abbiamo parlato riflettono le idee di Douglass, secondo cui esistono
delle regole del gioco e delle organizzazioni che plasmano e vengono plasmate dalle regole

tà principali dietro alla creazione del sistema economico


interinazione sono due. Lo scopo della politica economica adottata dai governi deve essere
quello di favorire il pieno impiego e lo sviluppo economico internazionale. Il pieno impiego,
uno delle ide

miliare di questo sistema. Il sistema di Bretton Woods è basato sui cambi fissi, le monete
hanno un valore relativo le une con le altre fisso. Una sola moneta esprime un valore
convertibile in oro, ovvero il dollaro. Dal punto di vista monetario, il sistema di Bretton
Woods è simile al GSE, del periodo precedente: solo una moneta è convertibile che è quella

differenza del GES, questo sistema per non fallire poggia sulla cooperazione internazionale
(tutti gli stati si impegnano a rispettare le regole del gioco internazionale). A differenza del

lo spirito di cooperazione internazionale. Se vi sono squilibri, non sono i paesi singoli che
intervengono con politiche individualiste per correggere questi squilibri, ma è il FMI. Il FMI
ha due modi di agire: per squilibri lievi, compie iniezioni monetarie; per squilibri gravi,
stabilisce nuove parità (gestisce le rivalutazioni e svalutazioni). È impossibile il ripetersi di
-
La svalutazione impedisce che si sviluppino delle svalutazioni competitive (stati svalutano la

Impedisce anche che alcuni stati compiano delle politiche opposte, come tenere il valore della
moneta artificialmente alto per attirare degli investimenti (Italia con quota 90). Le politiche di
BW sono estremante egalitarie perché nessuno può mettere in atto politiche che alterino i
fattori di competitività relativa di un paese in questo contesto. Il garante della cooperazione
sono gli stati, i governi e le autorità politiche di ogni paese, chiamati a fare politiche di
sviluppo e redistribuzione (nascita moderna tassazione progressiva). Il sistema di Bretton
Woods si basa sul ruolo dello stato da controllore.
Questo periodo grazie a una nuova moneta internazionale, dei cambi certi e stabili e delle
regole del gioco uguali per tutti, fanno in modo che in questo periodo esploda il volume delle
esportazioni. I paesi riescono a esportare al commercio internazionale, con dei tassi di
crescita elevati.
Dopo la distruzione del mercato internazionale tra le due guerre, durante il periodo grazie alle
regole del gioco, il commercio internazionale ha u
garantita dalle questioni monetarie: si commercia facilmente con una moneta comune,
logiche comuni e la possibilità di misure il valore relativo delle merci appartenenti a diversi
paesi. Grazie al GATT, che attraverso i diversi round ha contribuito ad abbassare
progressivamente le tariffe doganali del commercio internazionale. Non si tratta di trattati
bilaterali, ma sono trattati commerciali globali fatto tra tutti i paesi che partecipano al GATT
e negoziano i livelli tariffari di molti prodotti. Nella storia del GATT vi sono due round di
particolare successo: il round di Ginevra che riduce del 26% la tariffa doganale. Il Kennedy
round, che dura per 3 anni, vede una riduzione del 38% delle tariffe doganali. Il Tokyo round
del 33%. Le tariffe doganali vengono progressivamente abbassate in modo coordinato. Tutti i
paesi si riuniscono e per negoziare la riduzione tariffaria di molte merci, decidendo di
stabilire dei livelli di protezioni doganale che valgono per tutti i paesi del sistema economico
internazionale.
Il problema della politica internazionale.
- Che genera rischi, ma anche opportunità di sviluppo.
- Sotto una leadership chiara: o meglio egemonia, quella degli Stati Uniti:
Monetario. Il dollaro al centro del sistema (voluto da White), su cui poggia la
stabilità (e il benessere) degli altri paesi (Keynes proponeva il Bancor,
riproposta poi Kaldor).

In un contesto di forte «scontro di civiltà» nella Guerra Fredda (con attività


«calde»:
Guerra di Korea (1950-1): USA con Corea del Sud
Crisi di Suez (1956): dietro Egitto URRS, dietro a NATO USA
Crisi di Cuba (1961): Cuba + URSS vs USA
Guerra del Vietnam (1962-1975):
Il sistema di Bretton Woods ha successo perché si sviluppa durante la Geurra Fredda, dove

come punto di riferimento del sistema (Keynes era contrario a ciò). Il secondo fattore che

europei a recuperare dopo la guerra. Il terzo fattore è la guerra fredda, periodo storico
costellato da tensioni che si traducevano con un impegno militare, economico e diplomatico
importante per gli USA.

-industriale": la guerra
fredda e gli scontri hanno permesso che emergesse negli USA e nei paesi che partecipavano
alla NATO un nuovo approccio alla spesa militare, la domanda civile e crescita industriale. I
paesi che si erano focalizzati sulla domanda militare, a scapito della domanda civile. Nel
contesto della guerra fredda
generalizzata ma tutti gli stati programmano in tempo delle spese militari, in ricerca e
sviluppo per garantire un progresso continuo delle tecnologie militari. Al tempo stesso
se militarmente forte, non deve solo avere tecnologie militari

- Rifiuto di ripetere degli «errori» post-1918 (nonostante il Piano Morgenthau sulla


deindustrializzazione tedesca).
- Ideazione del piano Marshall (1947-1951), da George Marshall.
- cui
non dispone, a causa di grandi distruzioni). Ricostruzione Rapida, industriale e
continentale (non nazionale).
- E di favorire:
Incremento della produzione industriale.

tero.
- Come? 13,5 Billions dollars (circa il 2% del PIL USA) sotto forma (principalmente)

(che restavano a disposizione dei governi locali).


- Innovazioni istituzionali. ERP OECE OCSE

Germania). L'approccio che prevalse dopo la fine della seconda guerra mondiale era

europei di entrare nel sistema monetario internazionale favorendo la produzione industriale.


Gli USA concessero capitali, con i quali i paesi europei acquistarono materie prime e
tecnologia dagli Stati Uniti. Non solo fu aiutata la ricostruzione, ma anche

gli USA concedevano aiuti all'Europa, ma lo fe


europea specifica che aveva in compito di redistribuire gli aiuti ai vari paesi europei. Il
vantaggio americano: se i paesi si sviluppavano e ridavano occupazione, si evitatavi lo
sprofondare in una situazione eco
socialiste. Senza questo aiuto le economie europee non avrebbero potuto aderire al sistema
internazionale, ma avrebbero proposto politiche anti-cooperative e individualiste come negli

.
- La nascita della «economia mista». Cioè impresa pubbliche e private.
- Nuovo ruolo dello stato: pianificatore, welfare e benessere
- Ridistribuzione della ricchezza e logiche keynesiane: spesa pubblica, tassazione e
ruolo «moltiplicatore» dello stato in settori considerati centrali per lo sviluppo.
- del processo di nazionalizzazione di
risorse e di industrie strategiche per lo sviluppo economico (Carbone e Elettricità, es.
Charbonnages de France, EDF)
- Germania (VIAG - Vereinigte Industrieunternehmungen AG) e Italia eredita dal
passato (IRI) ma con no
ENI (Mattei e strategie specifiche per il petrolio e gas naturale).
- Imprese pubbliche: da avanguardie dello sviluppo economico nel contesto keynesiano
a imprese inefficienti?
Dopo la seconda guerra mondiale lo Stato assume il ruolo di controllore, gestore e regolatore
dei mercati internazionali, ma anche quello di imprenditore e pianificatore nelle singole
economie europee. Le economie europee del periodo di Bretton Woods sono modelli di
economia mista, in cui alla libera iniziativa privata è affiancato nei settori strategici il ruolo
dello stato, che assume il controllo diretto di una serie di attività economiche.
Il compito dello stato è distribuire il welfare, aiutare lo sviluppo economico e diffondere il
benessere. In una serie di settori si riconosce che gli investimenti privati sono a volte
inefficienti, per cui lo stato interviene. Queste sono logiche keynesiane, in cui lo stato ha un
ruolo importante (investe, pianifica, distr
massimo sviluppo delle imprese pubbliche, imprese possedute direttamente dallo stato. Ci
sono dei paesi che adottano politiche di nazionalizzazione di interi settori: lo stato requisisce
ai privati interi settori produttivi (Francia e Inghilterra hanno nazionalizzato risorse,
infrastrutture e industrie). La creazione delle imprese pubbliche è basata sulla credenza dello
stato che i trasporti e le risorse sono beni pubblici. Lo sviluppo di queste risorse non deve
seguire le logiche economiche del mercato. Lo stato deve garantire attraverso gli investimenti
che tutti i settori che usano queste risorse possano svilupparsi grazie a questi interventi statali.
Il cammino europeo.
- 1951: Ceca. Carbone e acciaio (Francia, Germania, Belgio, Lussembrugo e Italia).
- 1957: Trattato di Roma, Mercato Unico Europeo, EEC.
- 6 paesi originari (Francia, Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo), poi
estensione ad altri.
- Importante: creazione di un mercato unico, come visione politica.
- Creazione anche della tariffa unica europea, con abbattimento progressivo delle tariffe
divenire e della costruzione progressiva (in effetti conclusa nel 1992, in un contesto
istituzionale completamente diverso, cfr. infra) Altra associazione multi paese: EFTA
(1960) da altri paesi (Austria, Danimarca, Norvegia, Portogallo, Svezia, Svizzera e
Regno Unito)
o di costruzione europea, ovvero il
cammino europeo, processo in cui si immagina una serie di istituzioni che dal punto di vista
commerciale, politico e diplomatico possano favorire un processo di integrazione
continentale, considerato importante per la pa

tecnologico legato alla gue


viene immaginata come cruciale per garantir e il ritorno alla pace. 6 anni dopo a questo

unitaria, con il Trattato di Roma viene istituito il mercato unico europeo. Il mercato unico

immagina che lo scopo del mercato unico europeo sia la creazione di un mercato continentale
senza tariffe doganali. Nel 1962 viene creata una direzione europea unica per la concorrenza
e vigilare che le imprese siano competitive. L'EFTA viene fondata a idee simili al trattato di
Roma, ma dai paesi del Nord Europa. L'idea è quella idi creare delle macro-organizzazioni

- Due
globalizzazione ottocentesca.
-
esempio).
- Una regionalizzazione del commercio alla Sovietica. Il Comecon
- Bulgaria, Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia, Romania, Urss, poi esteso a tutte le
repubbliche socialiste sovietiche.
- Funzioni: coordinamento tra pianificazione economica interna e commercio

- Imp. Formazione dei prezzi nelle economie pianificate come non legato a dinamiche
di mercato.
- Coordinazione particolarmente difficile, per scambi e per quantità. Nord-Sud. Le
nuove relazioni economiche
- blocchi della
guerra fredda, USA e URSS, sono due mondi separati che non possono commerciale. Oltre
alle difficoltà di ordine monetario e istituzionale, dopo la seconda guerra mondiale durante la

dei due spazi. Vi sono alcuni scambi, ma avvengono su basi bilaterali, negoziate e regolate

- - ione su base regionale. Il blocco sovietico


funziona come una macro-regione in cui il mercato viene regolamentato, gestito in modo
è esteso a tutte le repubbliche socialiste sovietiche.

fredda è capire se vi sono fenomeni di dipendenza, egemonia e sfruttamento da parte della


URSS nei confronti delle altre repubbliche. Anche in questo caso esistono differenze

processo di industrializzazione era stato avviato tra le due guerre con i paini quinquennali,
mentre gli altri paesi che divengono socialisti in seguito hanno gradi di industrializzazione
inferiore.
Le funzioni del Comecon sono il coordinamento tra la pianificazione economica interna di

parte dei diversi governi che adottano strategie di produzioni specifiche. Il Comecon serve a

gruppo sovietico. Vengono quindi gettate le basi per porre una coordinazione economica tra
le diverse economie pianificate, consentendo una commercializzazione di prodotti al loro
interno. Il coordinamento svolge un ruolo importante: mentre nel blocco occidentale, si tenta
di reintegrare i mercati. Nel caso del blocco sovietico, il mercato non esiste poiché nelle
economie socialiste il prezzo non viene deciso dal mercato, ma sono i paesi stessi che
decidono il prezzo delle merci. La coordinazione dei flussi di merci in entrata e uscita dei
diversi paesi assume un valore importante.
Nord-Sud.
- Le nuove relazioni economiche internazionali Indipendenza politica raggiunta in
diverse fasi (anni 1940, 1950, 1960 e 1970) Indipendenza pacifica, indipendenza
violenta La Francia, AEF e AOF e il momento «Eurafricano » Le colonie Inglese e il
momento imperiale del nuovo «Commonwealth» Da un mondo coloniale a quello

- -
sono lo studio di ciò che avviene nei paesi coloniali e ex-coloniali. Nel corso del secondo
dopoguerra si pongono delle relazioni economiche internazionali nei rapporti tra il Nord del
mondo (paesi colonialisti e sviluppati) e i paesi del Sud (meno sviluppati). Nel corso degli
-

altri in modo violento attraverso guerre civili e rivoluzioni. Le dinamiche politiche che
determinano la tipologia di indipendenza alla quale arrivano i paesi influenzano in seguito le
dinamiche alla vigilia della decolonizzazione e lo sviluppo successivo. Le colonie belga e
francesi sono gestite da entità come la AEF e la AOF, collegate alla madrepatria. Il Belgio e

europea. Le colonie sono considerante parte del processo di integrazione europea, con la
decolonizzazione questi paesi vengono tagliati fuori dal processo di costruzione europea.
Trovano un sostituto dalle relazioni tra i paesi africani ed europei, in nuove relazioni tarda
i decolonizzazione
politica (non diventano solo indipendenti dal pov politico dalla madrepatria), ma vengono
colonialisti hanno adottato politiche di sviluppo mirate nella creazione di infrastrutture e
messa al valore delle risorse coloniali per cercare di portare le materie prime di questi paesi al
mercato unico europeo. Finita la colonizzazione, queste economie vengono inserite nel
contesto della guerra fredda.

che non

di processi di industrializzazione e sviluppo economico. Ha significato che le risorse, prima

mercato integrato al quale questi paesi partecipano come fornitore di materie prime.
Il problema di questo tipo di relazione tra Nord e Sud, ovvero un Nord che acquista le materie
prime e da via a dei processi di investimento diretto per sfruttare le risorse e il Sud che può
solo offrire materie prime, è la nascita di rapporti tra Nord e Sud sbilanciati a favore di chi
controlla i mercati del Sud del mondo. Quest'ultimo sono alla merce delle grandi fluttuazioni
che esistono tra i prezzi delle materie prime. Questi paesi sono delle staple economies, le
esportazioni sono importanti per la bilancia dei pagamenti. L'abbassamento del costo dei
prodotti è drammatico per queste economie, queste economie subiscono le tenednze del
mercato.
La situazione della Bilancia Commerciale.
- Tesi di Bairoch: dinamiche di sviluppo Gerschenkroniane non possibili per il terzo
mondo, perché:
Ritardo troppo grande

Carenze strutturali e istituzionali

del Terzo Mondo come «risorsa» da parte di attori collocati nel «Nord»

economica
Ma anche organismi dediti allo sviluppo, come la Banca Mondiale,

economica, subi
esportazioni, le importazioni sono superiori. Esportano materie prime, il cui prezzo scende, e
devono importare prodotti industriali e sofisticati. Sono paesi sottosviluppati ma non hanno
messo in campo delle dinamiche di sviluppo attraverso dei fattori sostitutivi simili a quelli dei

i fattori sostitutivi non sono possibili per il terzo mondo perché il ritardo dei paesi del terzo
mondo rispetto al primo mondo è incommensurabile. Non solo è grande in termini di

conoscenze, competenze e le tecnologie. Questi paesi sono colonie da diversi decenni, senza
delle competenze necessarie per rendere un paese autonomo. Le politiche di sviluppo
economico si traducono in inefficienze, in quanto sono politiche artificiali e basate su
competenze specifiche. Bairoch individua un quarto fattore che blocca il processo di sviluppo
dei paesi del terzo mondo durante il periodo di Bretton Woods, ovvero il ruolo degli attori
economici che portano avanti le politiche di sviluppo. In questi anni nei paesi del terzo
mondo, agli stati coloniali si sostituiscono nuovi attori ovvero le imprese multinazionale. Una
ate da attori o
governi locali. Le imprese multinazionali investono e usano il paese con risorsa di materie
prime e prodotti per le produzioni industriali del Nord del mondo.
Bairoch individua una serie di ragioni istituzionali, politiche, di ritardo relativo e politiche

in indipendenza economica.
Le organizzazioni di Bretton Woods sono state inefficaci per gli investimenti e lo sviluppo
del sud del mondo, perché gli investimenti della banca mondiale erano controllati dai bisogni
delle multinazionali che investivano in questi paesi. Le stesse politiche di sviluppo portate
avanti dagli organismi di Bretton Woods non hanno dato ai paesi ex-coloniali degli strumenti
per portare avanti politiche di sviluppo industriale ed economico autonomo, ma hanno
approfondito le strategie di sviluppo da parte degli attori del nord del mondo.
Sviluppo bloccato o sviluppo impossibile?
- In alcuni paesi, sviluppo industriale e tecnologico durante il periodo di Bretton
Woods:
Giappone
Corea del Sud
- Alcuni paesi a sviluppo medio, pianificato, ma che non emergono in questa fase
Cina (grande balzo in avanti, 1958)
India (modello di economia mista)
- Paesi a sviluppo bloccato
Terzo mondo
Molte aree dell'America latina
Vi sono una serie di Paesi che nel periodo di Bretton Woods non diventano economie
centrali, ma gettano le basi per un futuro sviluppo economico. Il Giappone e la Corea del Sud
si gettano le basi per uno sviluppo economico e tecnologico importante. Il Giappone, paese
già industrializzato, durante la guerra è interessato da distruzioni. Viene occupato dagli USA
che intervengono dando impostazioni economiche e sociali (abolizione delle zaibatsu). Il
Giappone entra in una fase di acuto sviluppo tecnologico e industriale perché il governo porta

avanti politiche di intervento per creare grandi imprese, soprattutto attraverso investimenti

presupposti importanti allo sviluppo industriale.


Vi sono altri paesi che hanno uno sviluppo economico con tratti simili allo sviluppo

porta avanti una politica di industrializzazione e sviluppo economico massiccio. Questa fase
non si traduce in uno sviluppo economico immediato in quanto la Cina è arretrata e agricola.
Ma le politiche del grande salto in avanti rappresenta un periodo di incubazione per lo
he
da parte del governo. Lo Stato diventa possessore di una serie di imprese. Queste politiche
non portano a risultati immediati, ma gettano le basi per sviluppi successivi.
A.H. Amsden (2001)
- Processo di investimenti (develop. Finance), istituzioni, élites, trasferimento
tecnologie etc. risulta in un quadro non inscrivibile sempre nelle idee di
Gerschenkorn.
1. Staying behind (retroguardia rispetto al Sneaking up o soaring ahead)
Pakistan e Filippine
2. Stumbling back (retrocessione) alcuni paesi latinoamericani (Argentina
ad es.)
3. Sneaking up (silenziosa ascesa) Taiwan, Singapore, Hong Kong, Corea
del Sud.
4. Soaring Ahead (emergenti) (Brasile? Cile?)
La cosa che accomuna i paesi sottosviluppati è l'importante ruolo dello stato (Giappone, Cina,
India e paesi africani). Amsden analizza il processo di investimento da parte degli stati (le
istituzioni create, i processi di trasferimento tecnologico) e mostra che ci sono paesi in cui le
politiche statali hanno avviato processi di sviluppo economico. Lo studio evidenzia paesi

caratterizzati da un processo di sneaking up, un processo di silenziosa ascesa in cui i paesi


progressivamente aumentano il PIL pro-capite e danno vita a dinamiche di sviluppo
i
emergenti che hanno dinamiche di crescita importanti (Brasile).
l ruolo del governo giapponese nel finanziamento E del MITI (Ministero del commercio e

appoggia sulla presenza di grandi « Keiretzu », nuova forma aziendale che prende il posto
degli « Zaibatsu » pre-1945. Alla base del toyotismo: forma di gestione meno rigida, che

Uno degli aspetti fondamentali di questo approccio è dato dal ruolo che i governi hanno verso

sviluppo economico. Vi sono paesi in gradi di creare nuove istituzioni, ovvero le


Developmental Banks, che riescono a giocare un ruolo simile alle banche miste dell'Europa

Giappone
- Il ruolo del governo giapponese nel finanziamento
-
sviluppo industriale e crescita delle esportazioni.
- Che si appoggia sulla presenza di grandi «Keiretzu», nuova forma aziendale che
prende il posto degli «Zaibatsu» pre-1945.
- Alla base del toyotismo: forma di gestione meno rigida, che punta alla competitività
anche
Uno dei paesi che si incuba è il Giappone, economia già sviluppata in cui lo stato ha sempre
avuto un ruolo importante per lo sviluppo. Lo strumento principale usato dal governo
giapponese per adottare politiche industriali è il MITI, ministero del commercio e

dal mercato, bensì dal ministero stesso, portatore di una serie di politiche di integrazione.
Dopo il periodo di occupazione militare americana, non esistono più le zaibatsu. vengono

integrazione inferiore ma hanno un alto grado di concorrenza interna. Le imprese che


partecipano ai keiretsu sono spinte a competere tra loro per fornire prezzi competitivi. Si
passa da una situazione di controllo delle zaibatsu a una situazione di sana competizione.

Ventisettesima lezione
Cap. 9 La lunga crisi del sistema keynesiano e la fine del blocco sovietico
La lunga fine di Bretton Woods
- Coincide con la crisi del modello keynesiano di politica economica? In parte no:
keynesismo persiste alla fine di Bretton Woods. Dopo la sua fine, si pongono però le
basi per la fine dello stato keynesiano.
- Infatti, crisi economica torna, crescita bloccata, un fenomeno nuovo, la
«stagflazione». La spesa pubblica si trasforma in debito.
- Anche nelle economie socialiste, crisi del sistema e riforme impossibili e peso sullo
onomia globale.
- Fluttuazioni anziché stabilità nella crescita come nuove coordinate degli anni 1970,
1980 e 1990.
- Si pongono le basi della nuova globalizzazione (cfr. Prossimo capitolo), ma gli anni
1970, 1980 e 1990 sono anni transitori

sistema che si era costituito alla fine della seconda guerra mondiale e che aveva garantito
stabilità, crescita economica e benessere per una parte del mondo, comincia ad andare in
crisi. Parallelamente comincia a modificarsi anche una delle caratteristiche principali della
geopolitica internazionale di Bretton Woods, ovvero lo scontro tra Est e Ovest.

questa transizione non solo si mette fine al sistema di Bretton Woods, ma cambia radialmente
0 non solo non esistono più le

crede più di dover porre al centro il beness


emergeranno altre priorità.
pieno impiego, la stabilità monetaria, la crescita si ferma. Tutto ciò viene accompagnato da
un nuovo fenomeno, ovvero la stagflazione, una situazione economica in cui la crisi non è
causata dall'abbassamento dei prezzi (come al Grande depressione), ma è causata dalla
concomitanza di una stagnazione economica unita ad un processo di inflazione elevato. Negli
Nasce a livello globale un fenomeno
inflazionistico importante. Di fronte a questi problemi i governi rispondono con dottrine
keynesiane, espandendo la spesa pubblica, l'intervento pubblico e funzionando come
moltiplicatore. Queste soluzioni non risolvono -
pubblico si trasforma in debito pubblico.

blocco socialista. Questo periodo non rappresenta un periodo di crisi solo per il mondo
-
nuova economia ovvero la globalizzazione deregolamentata del mondo, caratterizzata
stati e la mancanza

diverse.
I punti deboli del sistema di Bretton Woods.
- Il doppio ruolo del Dollaro:
Mezzo di pagamento internazionale.
Riserva delle altre banche centrali.
- Questo significa che per espandere la liquidità complessiva del sistema economico
internazionale (necessaria alla crescita economica).
- Ciò in realtà comporta difficoltà tecniche e contraddizioni economiche che, nel caso
del dollaro, sono riassunte nel «dollar gap».
IL principale punto debole del sistema di Bretton Woods era la moneta Bretton Woods nel
1944 si era trovato un compromesso tra USA e Gran Bretagna, tra le idee di Keynes e di
White circa la scelta della moneta internazionale. Keynes proponeva una moneta sintetica,
White il dollaro. Nel sistema di Bretton Woods il dollaro ha un doppio ruolo: da un lato è il
mezzo di pagamento internazionale per antonomasia (viene usato in tutte le transazioni
internazionali). Nel sistema di Bretton Woods, essendo un GSE, il dollaro serve anche come
riserva per le altre banche centrali. Il dollaro viene conservato, come se fosse oro, delle
banche centrali perché la parità di cambio è garantita in dollaro. Ciò comporta un problema

in

Il dollaro non è solo una moneta internazionale, è anche la moneta degli Stati Uniti. Per
espandere la liquidità gli USA devono essere in grado di espandere anche la loro riserva

devono avere più oro. Per avere più oro, gli USA devono avere dei processi di crescita

che si sviluppa durante il periodo di Bretton Woods è la mancanza di dollaro. Gli USA non
sono mai riusciti ad espandere la loro liquidità fino a quanto era richiesto dal sistema
internazionale. I dollari richiesti erano sempre di più rispetto a quelli che la Federal Reserve
poteva stampare. Questo fenomeno è chiamato dollar gap e rappresenta il problema
principale che ha accompagnato questo sistema economico internazionale.
Il «dollar gap»
- Punto debole del sistema di Bretton Woods: il dollar gap è «la differenza tra quantità

sua convertibilità secondo i principi di Bretton Woods)».


- Emerge già nel corso degli anni 1940 (prima del Piano Marshall, che contribuisce ad
attenuare). Usa esportano, ma auto-sufficienti e non devono importare (quasi) niente.
- Allora per evitare squilibri della bilancia dei pagamenti, gli Usa devono esportare
capitali. Come? 1. Prestare capitali coi quali comprare merci (creando la cosiddetta

Il dollar gap può essere definito come la differenza tra quantità di dollari necessari

sistema di Bretton Woods sono definiti dalle riserve auree degli Stati Uniti. Il dollaro ha una
re dollari a seconda delle proprie
riserve auree. Il dollar gap sono un problema strutturale del sistema di Bretton Woods, sin

sufficienti. Una delle finalità laterali del piano Marshall era iniettare liquidità nel sistema.
Il dollar gap non è un problema facilmente risolvibili dagli USA proprio per la posizione

autosufficiente e talmente preformante dal punto di vista economico che sarebbero paesi
esportatori di prodotti industriali. Attraverso le esportazioni attiravano i dollari presenti nel
sistema e non riuscivano a farli uscire dal mercato nazionale per farli entrare nel sistema
internazionale. La bilancia dei pagamenti americana era attiva e quindi creava una situazione

la bilancia inglese era passiva).


Per evitare squilibri nella bilancia dei pagamenti è necessario importare capitali attraverso

riducono il DG)
tre crisi del Dollar-gap.
- Anni 1940: Il piano Marshall era servito anche a questo (crea la base monetaria per
equilibrare la bilancia dei pagamenti americani)
- -
Round (del Gatt) e della riduzione della spesa e del deficit pubblico americano.
- Anni 1970: tensione decisiva, abbandono del sistema da Parte di Nixon.

La prima crisi si ha negli : il piano Marshall serve come valvola di sfogo alla
mancanza dei dollari nel sistema. La seconda crisi della bilancia dei pagamenti americana e
di squilibrio del sistema sono gli anni Kennedy
con il boom economico internazionale e la richiesta di dollari da parte del sistema economico
internazionale. Si crea una delle tensioni principali rispetto al dollar gap. Kennedy si fa

frontier
multinazionali. McNamara ideatore della politica della nuova frontiera ipotizzò una riduzione
della spesa pubblica americana come un modo per arginare al problema del dollar gap. Il
problema del dollar gap riemerge agi inizi degli
continuare a portare avanti politiche monetarie per salvare un sistema, decise di porre fina al
problema della parità aurea del dollaro, stampando cartamoneta indipendentemente dalle
riserve auree americane.
Perché gli Usa smettono di sostenere la base monetaria del sistema di Bretton
Woods?
- -
Taylor, cfr. Lezione 3):
- «Quando una moneta nazionale di un paese è usata come base del sistema

interessi nazionali e internazionali di sistema»


- Per contenere il dollar gap, due opzioni nel quadro di BW:
O gli USA o forniscono liquidità al sistema, svalutando il dollaro
Ma così facendo ne riducono il valore e quindi la fiducia
(svalutazione), oltre a innescare una svalutazione di tutte le altre
monete a catena e inflazione. Questa è una scelta antisistema o
individualista.
Oppure, gli USA mantengono la convertibilità in oro, alzando il tasso

Ma così facendo generano una scarsità di valuta di riserva (che riduce


anche la capacità di esportare degli Usa) e una contrazione monetaria
interna (che blocca la crescita nazionale, la capacità di prestare a
privati e altri paesi).
Nixon ha affossato il sistema di Bretton Woods, ma ciò non significo la fine del dollaro come
centro del sistema economico internazionale. Ancora oggi si usa il dollaro perle transazioni
internazionali, ciò che finisce sono i cambi fissi e il GSE. Gli Stati Uniti continuarono ad
essere un paese dominante. Dopo la crisi del dollar gap non termina il predominio degli USA

la propria economia nazionale per continuare a far funzionare quel sistema o sacrificare il

Secondo il dilemma di Triffin, quando una moneta di un paese viene usata come base del
sistema internazionale a cambi fissi, all'interno del paese si genera una tensione tra interessi
nazionali e interessi internazionali del sistema. Uno stato la cui moneta è la base del sistema
economico internazionale non è libero di adottare delle politiche monetarie autonome e
indipendenti (perché ciò che fa ha ripercussioni internazionali).
Le alternative che gli USA avevano di fronte erano due: la prima è la riduzione del dollar gap
stampa di più, ma la moneta vale
meno). La moneta, usata come riserva monetaria dagli altri stati, vale meno e si creano
squilibri a tutto il sistema. Fornire liquidità al sistema si traduce in sfiducia verso la moneta,
svalutazione della moneta e inflazione (scelta antisistema che mina il sistema a tassi fissi).
L'alternativa è che gli USA devono mantenere la loro convertibilità in oro, alzando però il
loro tasso di interesse per evitare che gli investimenti affluiscano nel paese. Ciò si traduce in
un effe

si blocca la crescita interna. Il dilemma è quindi tra interesse nazionale e interesse


internazionale.
La scelta politica di Nixon
- Fine convertibilità dollaro agosto 1971 e svalutazione (dicembre 1971, accordi dello
Smithsonian tra i G10).
- erve

- Shock petrolifero (il primo, 1973, cfr infra) e aumento dei prezzi, avvio fase
fortemente inflazionistica.
-
fine parità e instabilità.
- Inflazione, instabilità, rallentamento crescita economica, aumento debito pubblico

- Rambouillet, 15 novembre 1975. G7. La nascita della nuova globalizzazione


(integrazione dei mercati, sistema di cambi variabili, deregolamentazione)
Nell'agosto del 1971 Nixon decide di interrompere la convertibilità del dollaro, che si traduce
in una svalutazione del dollaro immediato. Svalutando il dollaro, si svalutano anche le altre
monete. Viene convocato un G10 e allo Smithsonian si modificano tutte le parità monetarie
nei confronti del dollaro. Le conseguenze di questa operazione è un gold rush, una corsa
le
riserve in dollari con riserve in oro per garantire le proprie parità monetarie. Nella metà degli

economico internazionale, basato su cambi variabili.

1983 è la merce più improntante a livello globale, in quanto è la base di ogni mobilità, di
chimica. Il petrolio è una merce che nessun paese, ad eccezione di quelli
che lo hanno nel territorio, può evitare di importare. Quando si alza il prezzo del petrolio
inflazione
generalizzato di ogni cosa in quanto il petrolio serve per produrre o trasportare tutto. Vi è

Oltre ciò aumenta anche il costo energetico. Il petrolio è una merce che va importata in
dollari: la bilancia dei paesi si trovano in difficoltà per il costo alto del petrolio. Lo shock
petrolifero si innesta su problemi monetari pre-
tensioni monetarie e macro-economiche. I paesi decidono quindi decidono di abbandonare
Bretton Woods, un sistema diviene una specie di gabbia monetaria. Al sistema dei cambi
valore relativo. Dal periodo di grande stabilità del periodo precedente, si arriva a un periodo
di instabilità, in cui le autorità monetarie di ogni paese adottano politiche monetarie
autonome. Tutto ciò si innesta in un periodo di inflazione e la crisi petrolifera genera una crisi
economica generalizzata, causando una perdita di competitività dei paesi che non avevano il
petrolio. I paesi hanno tentando di investire nell'economia salvando imprese, posti di lavoro,
ione in cui non si
usciva dal problema della stagnazione. Gli investimenti pubblici, a differenza di ciò che
sosteneva Keynes, non si sono trasformati un fattore moltiplicatore, ma si sono trasformati in

Nel 1975 viene convocato il primo G7, convocato a Rambouillet in Francia, dove si sancisce

i
pensava che il mercato potesse favorire un aggiustamento automatico. Questa può essere

economiche e monetarie e una riduzione dei controlli doganali.


La crisi economica degli anni 1970-1980 e le trasformazioni economiche globali nel
medio periodo.
- Situazione economica mondiale modificata profondamente da due grandi crisi
petrolifere:
-
(Cartello dei Paesi Esportatori di Petrolio).
- Frenata crescita, genera inflazione, che si mescola ai disordini monetari complessivi.
- Le economie occidentali conoscono alti tassi di disoccupazione e vedono
economia.
-

pubblico.
- Dinamica nuova: la stagflazione, inflazione associata a stagnazione economica, che
blocca le dinamiche keynesiane di sviluppo.
-

monetari per la fine di Bretton Woods. Il costo di un barile di petrolio aumenta di 5 volte dal
1972 al 1973. In 10 anni, con un secondo shock petrolifero, il costo aumenta di 10 volte.
accordo
intra-governamentale tra i paesi esportatori e produttori di petrolio, che decide di cambiare la
politica dei prezzi e delle concessioni del petrolio, imponendo un tariffario del petrolio
diverso. Per i paesi più sviluppati (europei), che devono importare più petrolio, questa
situazione causa uno stop alla crescita economica. Nelle economie occidentali ritorna la

imprese che falliscono. L'inflazione distrugge i profitti. A tutto ciò, gli stati europei
estendono il loro impegno in economia, con politiche di nazionalizzazioni. Lo stato interviene

dello stato era vista come un effetto moltiplicatore che


rilanciava gli investimenti. Con la stagflazione lo stato diviene assistenzialista, che mantiene
per mantenere artificialmente alto lo stato di occupazione.
Gli investimenti statali divengono debiti tramandati alle generazioni future. La causa
principale di questa situazione è che la stagflazione, fenomeno in cui vi è un alto tasso di
inflazione associato alla stagnazione economica, è una crisi nuova.
Dal punto di vista della struttura produttiva, Gli
hanno avviato un processo di disindustrializzazione, la produzione industriale a causa delle

La scuola di Chicago
Nascono nuovi approcci rispetto alla logica keynesiana: la «scuola di Chicago».
-
deficit spending), espansione moderata della base monetaria. Più aumenta la spesa
pubblica, più aumentano i tassi di interesse.
- La domanda (matrice keynesiana) non è più al centro di politiche di stimolo. Il pieno
impiego non è raggiungibile. Esiste un «tasso naturale» di disoccupazione.
- Politiche supply-side per controllare i prezzi attraverso la competizione, la riduzione
delle tasse e dei servizi.
- Liberalizzazioni, deregolamentazioni e privatizzazioni. Lo stato è considerato un
elemento di inefficienza nel sistema, il cui ruolo va ridotto e ridimensionato il più
possibile.
- Impatto
ispira le politiche monetarie ed economiche Usa degli anni di Raegan (1981-1989),
della Thatcher (1979-1991) e successivamente quelle dei paesi Europei (e non solo).
In questo periodo emergono le idee della scuola di Chicago, i cui membri sostenevano che il

crisi e la disoccupazione. Questi economisti credevano nel controllo assoluto nel controllo
dell'offerta monetaria (contro a stampa carta moneta). Le autorità monetarie devono

Secondo la scuola di Chicago il problema di queste politiche che incent

Uno stato deve garantire dei tassi di interesse bassi per rilanciare gli investimenti.
Secondo la scuola di Chicago la domanda non è posta al centro, gli stati non devono fare
-

competere, rilanciare i loro investimenti e di competere tra loro. Secondo questo tipo di idee,
attraverso la competizione il mercato è capace di abbassare i costi. Dal punto di vista di
Freeman il punto non è dare soldi alle persone per comprare le cose, ma abbassare i costi dei
prodotti per fare in modo che le persone possano comprarli con i loro soldi.

lasciare spazio al mercato. Per questi economista è necessario liberalizzare, privatizzare e


azione e lil pieno
impiego non sono la priorità del governo, il pieno impego è un obbiettivo non realizzabile ed
esiste uno stato di disoccupazione naturale.

vanguardia delle politiche neo-liberiste nell'economia internazionale. Margaret Thatcher


sale al governo inglese nel 1979 e propone una politica freemanianana, così come gli Stati
uniti di Reagan.
Gli Usa negli anni di Reagan (1981-1989) e quelli di Bush (1989-1993)
- Gli anni di Raegan sono anni di ritirata dello stato come regolatore e abbattimento
della pressione fiscale sui ceti più ricchi soprattutto. Taglio spesa pubblica in generale
(welfare), ma non per gli armamenti.
- Anni 1970: stagflazione con aumento della disoccupazione e calo dei profitti
(imprese) e stagnazione (salari) e forte disoccupazione (10% nel 1982)
- Anni 1980: nuova ricetta reaganiana. Parallela a politica di aumento del tasso

- Risultati: inflazione sotto controllo (imp. Per finanza e investitori), ma con crescita
molto rallentata e aumento disuguaglianze. Imp. Perché spinge verso la

ica e i semiconduttori).
- Anni 1990, epoca Bush (senior). Crescita economica basata sulle nuove tecnologie.
gli anni di Reagan per gli USA sono stati caratterizzati di ripensamenti di politiche fiscali,
monetarie ed economiche. Lo stato sui ritira da ente regolatore, Reagan si fece promotore di
un abbattimento della pressione fiscale, la cui finalità era la riduzione della spesa pubblica e
del welfare state. Secondo le logiche neo-liberali lo stato deve spendere il meno possibile. Gli
anni di Reagan furono caratterizzati da un fiorire economico. La ricetta reaganiana,

ricetta reaganiana fu la rivalutazione del dollaro, attraverso un aumento del tasso di interesse.
Avere una moneta forte in un contesto di aumento del prezzo delle materie prime ha
significato ridare competitività del sistema americano. Reagan riuscì a tenere l
sotto controllo, cosa importante per la finanza, il mercato e gli investitori. La struttura del
sistema americano aveva un ritmo meno sostenuto e aumentava le disuguaglianze nella
società. Dalla nuova forza finanziaria degli USA e di Wall Street si sono emerse due industrie

emerge dagli anni di Reagan è quello informatico. Aumentando i tassi di interesse, le


industrie a tecnologia standardizzata non può dare alti tassi di profitto. Un settore nuovo
basato su un alto livello di tecnologia, offre tassi di profitto elevati che attirano gli investitori.

gar
Evoluzione delle politiche europee.
- Disordini monetari degli anni 1970 come conseguenza de della fine del sistema di
BW (e delle politiche Usa).
- Ma aggravate dal fatto che la recessione concomitante portava gli stati ad aderire al
nuovo sistema perché garantiva possibilità di svalutazioni competitive.
- (svalutare la moneta, per incrementare la competitività, soprattutto da parte delle
economie più deboli. Ma con gravi conseguenze sul bilancio, perché costa
maggiormen
del debito).
- Fine anni 1970, emerge il Sistema Monetario Europeo nel 1979 (da cui deriveranno le
politiche di unificazione monetaria):
- Stabilità dei cambi definita in rapporto dolla
politiche deflazionistiche, per riportare ordine monetario.

caratterizzate da disordini monetari, fluttuazioni e tensioni nella bilancia dei pagamenti. La


fine di Bretton Woods significa un periodo di incertezza per le economie europee. In questo
contesto, di tensione nelle bilance dei pagamenti e crisi economica, i problemi legato
davanti alla tentazione di ricoprire a
politiche monetarie non ortodosse, ovvero le svalutazioni competitive. Per cercare di
esportare maggiormente avendo più dollari per importare, i paesi svalutano le monete. Chi
presta soldi a economia fragili, pione tassi di interesse alti. I paesi che stanno finanziando il
debito pubblico, pagano i loro investimenti a tassi di interesse molto alti. Le svalutazioni
competitive creano grandi problemi all'economia europea.
Per ovviare a questi problemi alla fine degli an
creare un sistema monetario europeo, per evitare tensioni tra le monete europee. Non si torna
a cambi fissi, ma si ha un sistema di cambi flessibili, in cui la flessibilità è ancorata al
rapporto relativo del valore tra marco e il dollaro. Il marco è la moneta europea più forte. Ciò
fa sic he anche in Europa si iniziano ad applicare politiche deflattive, volte a portare ordine
monetario al sistema.
- Il passaggio da un Europa «sociale» e come «mercato unico» nata ne
e delle politiche keynesiane si è dunque riorientata progressivamente in una unione
monetaria.
-
politiche comuni in termini di politiche deflattive, di controllo della spesa pubblica,
riduzione del debito.
- Il trattato di Maastricht 1992, a seguito del rapport di Jacques Delors (presidente della
commissione europea, 1985-1995), è un passaggio fondamentale nella svolta, che ha

- Il problema fondament
politiche monetarie comuni. Crisi valutarie, valutazioni e inflazioni tornarono a

- Il contesto internazionale è completamente nuovo:


sovietico, Europa come nuovo attore anche dopo la riunificazione tedesca.
L'Europa smette di essere un insieme di paesi che applicano politiche keynesiane e diventa
ECU, per i pagamenti tra i

coordinare le politiche deflattive. Si pongono le basi per la creazione del Trattato di


Maastricht. Non tutte i paesi rispettarono le regole monetarie dello SME, quindi dopo
Maastricht si iniziano a ideare politiche che sul lungo periodo hanno portato alla creazione

orientata sulla moneta e freemaniane avvi


Sovietica.
Privatizzazioni:
- In UK. Anni della Thatcher (1979-1991) come avanguardia Privatizzazioni Petrolio,
Telefono e Ferrovie. Finalità: creare introiti coi quale pagare lo sgravio fiscale.
- Francia: Politiche di Jacques Chirac (1986 in poi). Privatizzazioni di TV, Banche, e
successivamente chimica, metallurgia etc. Importate il «Golden Share» e continua il
controllo governativo.
- taliana che non aveva
cessato di crescere per tutti gli anni 1980.
- Est-

privatizzato. L'apripista fu l'Inghilterra della Thatcher. La finalità di queste privatizzazioni era


fare tassa, attraverso la vendita delle azioni delle imprese statali. Stessa situazione per la
Francia, che privatizza imprese pubbliche. Lo stato francese conserva la Golden Share, una
partecipazione di minoranza che ha diritto di veto su decisioni importanti. In Italia le

vengono adottate politiche di privatizzazione.


22/12/21
La sfida giapponese:
- Gli anni 1980 e i primi anni 1990.
- Ascesa del Giappone nel lungo periodo (politiche del MITI e riorganizzazione
industriale giapponese, toyotismo).
- Anni 1980: Giappone come principale beneficiario delle politiche monetarie di
Reagan. Dollaro forte, esportazioni, sop. verso gli Usa, e posizione forte dal punto di
vista finanziario (disavanzo della bilancia commerciale che viene investita negli
USA).
- Appetibili quindi reinvestimenti negli Usa: gruppi industriali americani controllati da
imprese giapponesi.
- Ma una forza «fragile», i «lost 1990s»:
Dipendenza geopolitica dagli Usa.
Crescita e bolle immobiliari (legate alle espansioni finanziarie di Tokyo) inizio
anni 1990.
Tentativi di riordino con politiche di aumento del costo del denaro (riduzione
liquidità), ma che si rilevarono negativi per gli investimenti industriali.
fenomeno di crescita economica e tecnologica
così elevato che ha reso il Giappone un potenziale sfidante della forza economica
Giappone porta a piena maturazione tutte le dinamiche avviate nel secondo dopoguerra (la

MITI, Ministero che univa delle politiche economiche interne con obbiettivi di commercio
- - pprofittato dello sviluppo di
giganti tecnologici giapponesi, ovvero i keiretsu, che hanno portato alla creazione di un
nuovo modello di impresa, considerato il modello più performante ed efficacie e che sembra

utto viene accelerato.

una minaccia per gli Stati Uniti non solo per le dinamiche interne di lungo periodo. La
crescita giapponese non è puramente endogena, ovvero legata a dinamiche interne, ma il
Giappone riesce a trattare benefici dalle politiche monetarie americane. Le politiche
monetarie di Reagan erano contrassegnate dal monetarismo, miravano a rivalutare il dollaro,
incentivare la finanza, alzare i tassi di interesse. Questa nuova configurazione dell'economia

Nella visione americana, importare materie prime a costo minore avrebbe potuto comportare
un vantaggio per gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti, oltre alle materie prime iniziarono ad
importare anche prodotti industriali, tecnologicamente avanzati. Gran parte di questi prodotti
erano giapponesi, grazie alla vicinanza geografica tra USA e Giappone e alla competitività e
l
bilaterale tra Stati Uniti e Giappone di crea un rapporto particolare: progressivamente il
Giappone comincia ad avere una bilancia commerciale attiva (il Giappone esporta più di
quello che importa). Questo disavanzo positivo della bilancia commerciale è espresso in
dollari perché il Giappone esporta soprattutto verso gli USA. Il Giappone ha delle riserve in
dollari, derivate da questo commercio, che sono in cerca di collocazione internazionale per il

non può essere solo incamerato ma deve trovare delle collocazioni estere). Questo disavanzo
commerciale si è tradotto come un flusso di investimenti dal Giappone agli Stati Uniti. Nel

secondo shock è stato l'acquisto di diversi palazzi a Manhattan.


Gli Stati Uniti erano sotto pressione a causa di questo accordo bilaterale con il Giappone. Il
Ministero della Difesa americano pone il veto su operazioni commerciali da parte di imprese
giapponesi che vo

trasformano in un nulla di fatto. Nel decennio successivo, infatti, il Giappone non riesce a
spiccare il volo e retrocede. Le ragioni sono di natura geopolitica, ovvero al Giappone non
era permesso prendere il pieno controllo di alcune attività statunitensi. All'epoca vi era ancora
la Guerra Fredda e il Giappone era dipendente dagli Stati Uniti quindi non può condurre
politiche economiche completamente autonome. Ciò si traduce nel tentativo da parte degli
USA di imporre delle politiche monetarie specifiche al Giappone. A ciò si affianca una
spiegazione per quanto riguarda il declino giapponese di una fragilità finanziaria interna.
Questo periodo di sviluppo economico rapido porta ad una crescita enorme del comparto
una serie di bolle speculative nel comparto immobiliare, che si traducono in crisi finanziarie.
Rispetto al rischio di bolle speculative nei mercati finanziari e immobiliari giapponese, il
governo risponde con una politica monetarista. Il governo giapponese cerca di adottare
politiche che tentano di ridurre la liquidità, la circolazione della moneta, riportare ordine nella

Quando la banca centrale giapponese alza i tassi di interesse per frenare la speculazione
immobiliare, ma anche le industrie (che hanno difficoltà a portare avanti investimenti e le
espansioni delle proprie attività). Il Giappone cresce troppo velocemente, unilateralmente
connotata nei confronti di un unico partner economico e commerciale, gli USA, che non può

Rentier States
- Una conseguenza degli stock petroliferi: I «Rentier States».
- Rendite di alcuni paesi (soprattutto della penisola araba) legate ai prezzi del petrolio.
- Forti esportatori globali, con posizioni attive, reinvestite nella finanza internazionale e
espresse in dollari, da dove il termine «petrodollari».
- Anticipazione: creazione di importanti «fondi sovrani» (strumenti di investimento
posseduti direttamente dagli Stati).
- Riserve valutarie à incremento fondi nvestimenti «sicuri» nel debito Usa (e altri) e
base per la diversificazione economica del paese.
- Esempi: Emirati Arabi, Qatar, Bahein, ma anche Norvegia (ma successivamente)

ovvero i paesi che vivono di rendita. I capitali che hanno reso possibile la creazione di
economie moderne e tecnologicamente all'avanguardia trovano il punto di avvia dagli shock
petroliferi e dalla modifica che hanno interessato i paesi produttori del petrolio. Con

del costo del petrolio. Rapidamente si sono


trovati con partite commerciali e nuovi pozioni attive, nei mercati globali, dove so o emersi
come attori importanti. Per via della modifica dei prezzi nel mercato globale del petrolio,
questi paesi emergono come grandi esportatori. Visto che il commercio globale del petrolio
avveniva in dollari, questi paesi avevano degli attivi della bilancia commerciale espressi in
dollari. Non solo erano esportatori, ma erano esportatori che potevano contare su una moneta
forte con cui compiere nuovi investimenti. I rentier state include prevalentemente stati della
penisola araba. Grazie alla particolare struttura di questi stati, in cui il potere politico ed
economico coincidono, il, petrolio è posseduta direttamente dallo stato. Gli attivi della
bilancia commerciali di questi paesi si traducono nella concertazione di ricchezze nelle mani
del potere politico di questi stati. Quest'ultimi iniziano ad agire come investitori
internazionali nel corso degli anni 80-90, dando vita al fondo sovrano. Il fondo sovrano è uno
strumento finanziaria detenuto dallo stato, che usa il disavanzo per compiere investimenti

prevalentemente in USA. I proventi in dollaro del petrolio vengono usati da questi paesi
anche per politiche di sviluppo industriale.

del petrolio nel Mar del Nord. La Norvegia decide di lasciare al controllo statale questa
risorsa. La Norvegia grazie a questa risorsa comincia ad accumulare benessere, usano di
proventi della bilancia commerciale attiva per creare un fondo sovrano per finanziamenti
esteri.
Ascesa e declino del blocco sovietico.
- Obi
economica.
-
guerra, che gettano le basi per uno sviluppo economico più bilanciato.
- Gli anni 1950 e 1960 sono un momento di rapida crescita e di sviluppo tecnologico,
cha ha coinciso con la fine dello stalinismo e con il periodo di Kruschev (1954-1964).

- La fase successiva (quella Breznev, 1964-1982) è invece di progressiva crisi e di


«stagnazione».

direzione di sviluppo diversa dal periodo precedente. Durante il periodo di Stalin, le politiche

a e a uno sviluppo

sistema socialista. Dopo Kruschev, gli anni del successore Breznev sono caratterizzati da crisi
e stagnazione.
Lavoro Unione Sovietica
-
di paesi periferici e lo sfruttamento delle risorse (petrolio e gas).
- E che viene armonizzato da prezzi fissi e da un sistema di clearing intersovietico
«Comecon, like the German-led Grossraumwirtschaft of the 1930s and early 1940s,
replaced market and money relations by trade in kind and a clearing system of
payment...similar to dom -7).
- Esistono comunque legami economici tra le due parti di mondo. Ma si creano le basi
per uno scambio ineguale: In particolare, URSS esporta materie prime (non
disponibili altrove) e importa macchinari e tecnologia.
- Problema tecnologico. Industrializzazione, ma con forte innovazione solo nei settori

Ci sono forti contraddizioni nel sistema sovietico: nonostante ci sia un boom economico
schev, questo miracolo economico non si traduce in uno sviluppo

partec
sovietica. All'interno del comecon si sviluppa principalmente la Russia, mentre gli altri paesi
hanno uno sviluppo economico arretrato. Negli anni 50-60 la Russia inizia ad adottare
politiche di sfruttamento delle proprie risorse, principalmente gas e petrolio. Il problema dello
come uno sviluppo integrato, ma non di mercato. Vi è una grossa pianificazione centrale da

iti ah alcune contraddizioni. Da un alto si

industriale, ci sono alcuni paesi che in questi anni pongono le basi per lo sfruttamento delle
materie prime e dell
è data dal fatto che il tipo di innovazione tecnologica ed investimenti industriali fatti

tec
comparto militare a quello civile questa innovazione tecnologica. L'URSS non è stato in
grado di creare il comparto militare-industraile come negli USA, in cui tra comparto militare

omparti industriali non legati alla guerra,

di materie prime (petrolio) verso pa


tecnologia. Altra possibilità era invitare dei tutori occidentali a costruire impianti nel proprio
paese, pagando in moneta forte. Ciò fa sì che dietro le dinamiche che cercano creare una
politica di industrializzazione diffusa, nascondono la creazione di una dinamica simile alle

esportazioni non avvengono ad un prezzo di mercato. All'URSS importa di esportare per


creare moneta forte.
Tentativi di riforma:-
- Fine anni 1960 e anni 1970 nuovi modelli di economica parzialmente di mercato in

- Il meccanismo NON di mercato dei regimi sovietici viene poi progressivamente


modificato dopo lo «shock » petrolifero Ma il «turning point» è il 1973 anche per

annually to the previous five-year average world price level. Oil prices, consequently,
followed the world market price increase, but were still cushioned from isudden
fluctuation » (Berend, p. 168) Ma anche: materie prime in generale, grano e
alimentari, esportare per ridurre il gap tecnologico
L'Urss comincia a dipendere sempre di più nei confronti dell'estero per quanto riguarda la
fornitura di tecnologia sofisticata. Diversi tentativi di riforma cominciano a farsi strada tra gli
anni 60-70, in cui la necessità di commercializzare porta i paesi satelliti a diventare possibili
partener commerciali con i paesi occidentali. Negli anni 70, con lo shock petrolifero e la
modifica dell'economia globale, per la Russia ha un effetto diverso. A causa della mancata
lle

Sovietica non esportava a prezzi di mercato, ma seguiva logiche non di mercato solo per
ottenere contro- prezzi del petrolio,

aumenta l'esportazione di prodotti, come il grano.


del

- Le riforme di Gorbachev (1985-1991): il «socialismo dal volto umano».


- Dal sistema della pianificazione centrale ad un sistema democratico e più libero
(anche nei consumi): combinazione ottimale del centralismo e del self-management.
- Calo crescita (anche demografica) vecchia tecnologia tentativi di attivare

falliscono tuttavia (raccolti molto magri, calo prezzo del petrolio), indipendentismo di
molte repubbliche satelliti
-

socialismo dal volto

sistema economico di pianificazione centrale a un sistema più orientato verso il mercato, il


consumo e una liberazione della produzione dalle din
combinare gli aspetti positivi della pianificazione introducendo elementi di management

a minano i tentativi di riforma. Emerge anche la


protesta da parte dei paesi partecipanti al Comecon. Gli anni di finiscono con la sua

12/01/22 ezione 30
Capitolo 10: La nuova globalizzazione
- Dopo la fine del blocco sovietico, la «Fine della storia?»
-
unico modello, quello della «democrazia liberale» (che Fukuyama identifica con la
«meta» di ogni popolo) e del «capitalismo».
-
specie di cronologia secondo F.).
- In realtà, dal punto di vista economico:
Persiste il problema delle «regole del gioco» del sistema capitalistico.

liberal-democratici sono i soli ad aver beneficiato della crescita economica


degli ultimi decenni.
Nuovi attori, non sempre democratici (e neanche «capitalistici»), hanno tratto
beneficio delle nuove regole del gioco internazionale.
- In economia, questa fase è stata caratterizzata dalla nuova globalizzazione o
«iperglobalizzazione», che è una fase nuova nello sviluppo economico.
politica al capitalismo e in modo provocatoria affermava che era finita la storia. In futuro la
storia avrebbe avuto solo una serie di avvenimenti e di date, che non porteranno più a

identificava la politica e la società con un unico modello, ovvero la democrazia liberale, che
si sarebbe imposto a tutto il mondo.
Non esiste un unico modello capitalistico, ma esistono delle regole del gioco che cambiano e
sono plasmate dagli attori nel gioco economico complessivo. Il capitalismo degl

gioco specifiche che fanno funzionare il sistema economico. Il problema non è

fosse più adatta alla democrazia liberale. Nonostante ciò, alcuni paesi con un sistema politico
diverso dalla democrazia liberale hanno ottenuto un grande successo economico durante la
nuova globalizzazione (Cina, paesi arabi, etc..).
Se guardiamo ai paesi liberaldemocratici (Europa e USA), vi è un relativo declino. Vi sono

nell'economia emersi nel nuovo contesto, che sono stati in grado di sfruttare regole del gioco
che sembravano plasmate sulle politiche del fronte liberaldemocratico. Il grande problema

USA anziché plasmare tutto i mondo verso i propri interessi economici, hanno invece creato
condizioni affinché emergessero altri paesi.
iperglobalizzazione
poiché è caratterizzata da un ritorno alla libertà economica su modello ottocentesco, ma
siamo di fronte a una globalizzazione ancora più vasta e pronunciata, le cui basi sono state

nuovo, più veloce ed integrato, anche grazie alle nuove tecnologie.


Caratteristiche della nuova globalizzazione:
- Aumento in termini assoluti del commercio internazionale (iperglobalizzazione).
- Nuovi patterns del commercio internazionale e degli investimenti (assi sud-sud che
emergono, assi sud-nord, oltre al mantenimento dei vecchi assi).
- Politiche neoliberali: stato minimo. Ma non ovunque!
-
- Emergono paesi «nuovi» (i Bric(s)), potenze nuove (la Cina), nuovi leaders
tecnologici (Corea del Sud)
Cronologia: dal 1994 in poi.
- Creazione del WTO, che prende il ruolo del Gatt nel processo di integrazione dei
mercati.
- Grande differenza: il Gatt trattava solo merci, il WTO anche i servizi e le proprietà
intellettuali. Con tendenza alla creazione di vaste aree di libero scambio: (non solo
Europa [cfr. lezione precedente], Nafta (1994 in poi) ma anche transatlantico
(esempio TTIP TPP).
- Metà anni 1990s: la disintegrazione del blocco sovietico (1992) e la sua progressiva

Viene definita iperglobalizzazione poiché abbiamo un aumento in termini assoluti di


commercio internazionale. Negli ultimi 30 anni il commercio internazionale è cresciuto ad un
ritmo mai verificato precedentemente nella storia del capitalismo. Questo è quindi un dato
puramente quantitativo. È una fase in cui, a differenze delle altre globalizzazioni e i momenti
in cu
economica e finanziaria seguono delle dinamiche diverse da quelle del passato. In
precedenza, i paesi del nord del mondo investivano in quelli a sud. Negli ultimi 30 anni si
sono create delle dinamiche nel commercio internazionale e negli investimenti che hanno
complicato il quadro. Accanto a questi fenomeni tipici di prodotti avanzati contro materie
prime (nord vs sud), oggi ci sono degli assi attraverso cui il commercio e gli investimenti si
- -
globalizzazione ha significato delle modifiche sostanziali ai paesi del sud del mondo. Un'altra
liberali e il fenomeno delle
privatizzazioni, della deregolamentazione e la riduzione ad osso a quelle che erano fino ad
allora le prerogative del governo. Ciò è vero per quanto riguarda l'Europa, ma non è vero per
altri paesi come la Cina e altri paesi emergenti, in cui lo stato non si ritira ma investe nella

esistita. La finanza ha sempre avuto un ruolo negli investimenti industriali, nella creazione e
nello svilu
anni 80-
punto di vista geo-politico iamati
emergenti o BRICS. Dal punto di vista militare e strategico, negli ultimi 30 anni al posto
della Russia è emersa una nuova superpotenza, ovvero la Cina. Altro fattore importante è la
presenza di nuovi leader tecnologici, ovvero paesi relativamente piccoli militarmente molto
significanti, non sono leader economici internazionali. Sono paesi che nonostante la loro
arretratezza relativa sono riusciti a recuperare e superare tecnologicamente i vecchi paesi
industriali (Corea del Sud). A differenza della
economica internazionale. La Russia durante la guerra fredda non partecipava al commercio
internazionale, la Cina invece è uno dei maggiori attori.
Al contrario di ciò che pensava Fukuyama, non sono state le democrazie liberali a trarre il
maggior profitto dalla globalizzazione, ma al contrario coloro che hanno tratto più profitti
sono stati i paesi che avevano un regime politico lontano da ciò.
Il 1994 può essere stabilita come data di inizio di questa epoca,
viene rinominato WTO (World Trade Organisation). Ciò rappresenta il punto di partenza per

finanziari. Il WTO non rappresenta un semplice cambio di nome; dietro a questo cambio, nel
WTO ci si interessa non più solo del commercio e della riduzione delle tariffe doganali. Lo

commercio e le proprietà intellettuali (brevetti, innovazione e tecnologia).


vaste e generalizzate di libero scambio. (Europa, Nafta e TTP). Questa nuova era ha a che
fare anche con la riconfigurazione della Russia e la Cina.

degli ultimi 30 anni.


Nell'economie nel mondo i mercati nazionali erano sempre meno importanti, divengono
sempre più importanti i mercati di esportazione, i mercati internazionali, che non sono
concentrate solo nel nord del mondo.
:
The] pattern of accumulation in which profit making occurs increasingly through
financial channels rather than through trade and commodity production (Krippner
2004: p. 14)
Financialization means the increasing role of financial motives, financial
markets, financial actors and financial institutions in the operation of the domestic
and international economies . (Epstein 2005: p. 3)
L'economia degli ultimi 30 anni non ha interessato solo il commercio fisico, quindi
bene, ma anche il ruolo dei beni e dei servizi
finanziari. La sociologa Krippner ha definito la finanziarizzazione come una dinamica di
accumulazione, in cui il profitto si realizza sempre di più attraverso dei canali finanziari,
anziché attraverso la produzione e il commercio di merci. Si fa più facilmente profitto con dei
beni puramente finanziari. Epstein ha definito la finanziarizzazione dell'economia come ruolo
crescente che hanno avuto i mercati finanziari, gli attori e le istituzioni finanziarie.
13/01/22 ezione trentuno
Nel 1947, nonostante la struttura specifica degli Stati Uniti (economia con un vasto mercato
azionario), solo il 10% del PIL degli USA proviene dai settori puramente finanziari. Il 26%
gnifica che dopo la fine della seconda guerra

manifatturiero nella generazione della rochezza americana cala drasticamente (esito delle
politiche di Nixon, Reagan, Bush e Clinton). Nel settore dei servizi finanziari accade

con settore manif

dollaro, abbiamo un rovesciamento fino ad arrivare agli anni della nuova globalizzazione
-2000) caratterizzati per gli USA da un comparto produttivo che rappresenta poco
più del 10% del PIL e i settori finanziari il 20%. Gli Stati Uniti generano sempre meno
ricchezza dal comparto produttivo, ma piuttosto dai settori terziari e finanziari. Per gli USA
ciò significa la chiusura di fabbriche, disinvestimenti nel settore industriale e manifatturiero,
aumento degli investimenti internazionali e delocalizzazioni.
La finanziarizzazione non porta però ad una riduzione della produzione a livello globale, nei
paesi del nord si produce meno, ma per produrre altrove. Questa tendenza porta da un lato
produzione verso altri territori, misurabile dagli investimenti esteri diretti (FDI). In una

investimenti estere totale: si passa


costi della manodopera più bassi e per la liberalizzazione dei mercati che aumenta la
competitività di alcuni paesi. Con la liberalizzazione dei mercati diviene più conveniente
produrre e importa

accumula una seri di piccoli investitori, gestisce questi risparmi investendoli in attività
finanziarie. Gli Hedge Funds non son uno strumento finanziario inventato con la nuova

rappresentavano un

aumentano. Se il mercato azionario è sempre esistito, la presenza di questi attori spersonifica


il rapporto tra persone e imprese. Non si tratta più di privati cittadini che acquistano azioni di

mercato finanziario. Le grandi imprese sono controllate dal punto di vista societario da questi
fondi, senza che essi compiano investimenti industriali alle imprese.
I nuovi attori della globalizzazione. La Cina
- Prima del 1978. Economia relativamente chiusa. Avvio delle riforme di Deng
Xiaoping: le politiche della «Porta aperta».
- Da economia socialista, centralizzata e pianificatrice, a progressiva liberalizzazione.
Ma senza che lo stato (e il Partito) abbandoni il potere economico.
- Riforme: Settore agricolo. Smantellamento delle zone comuni e creazione di imprese
e mercato semi-libero.
-
Bank of China For industry and Commerce, China Construction Bank, Agricultural
Bank of China.
- Settore industriale. Zone economiche speciali (ZES), per attirare investimenti esteri.
Ma senza lasciare loro il pieno controllo delle imprese (imp. Joint Ventures): alcuni
incentivati e altri evitati (ruolo dello stato nella creazione di cataloghi).
Il nuovo corso della Cina inizia leggermente prima la grande globalizzazione. Nel 1978 Deng
Xiaoping trasforma la Cina da un paese chiuso e arretrato, escluso dal commercio
internazionale, autarchico e socialista, in un paese che partecipa in modo proattivo

icata e

economico (stato possiede dei mezzi di produzione). Le riforme di Xiaoping hanno cercato di

riforme principali. Dal punto di vista agricolo, si sono introdotte riforme per creare elementi
ridotta per fare spazio a delle imprese agricole moderne ed efficienti. Con la creazione di un
mercato semi-libero: i nuovi attori potevano prendere decisioni produttive e di investimento
autonome come le imprese occidentali. Lo Stato in Cina continuava però a controllare i
-
mercato poiché lo stato continua a stabilire i mercati.
Xiaoping adotta una riforma anche in campo finanziario: da una situazione in cui lo Stato
investiva direttamente in economia, in quanto lo stato possedeva i mezzi di produzione, sono
create in Cina 4 banche di investi
and Commerce, China Construction Bank, Agricultural Bank of China). Vi sono 4 istituti
finanziari e bancari con grandi connotazioni settoriali, che sono statali. Vengono introdotti
degli elementi di efficienza economica controllate però dallo stato (compromesso tra
socialismo e sistema di investimento capitalista).
La terza riforma di Xiaoping riguarda il settore industriale: si sono create delle ZES, zone
economiche speciali, in cui si derogava al socialismo e alla proprietà statale delle imprese in
alcune zone speciali. Nelle ZES si prevede la possibilità di creare imprese possedute da
capitale straniero. La Cina socialista attraverso le ZES attira un gran numero di investitori
internazionali a produrre in Cina per sfruttare la competitività della manodopera a basso
costo. Questa apertura non significa che la Cina si è fatta invadere dagli investimenti esteri, le
politiche della Cina prevedevano un forte controllo su chi e come investiva. Il controllo su chi
investe prevedeva che un investitore straniero doveva sempre trovarsi un partner cinese
nazionale. Le imprese estere investono in Cina attraverso delle Joint Ventures, imprese
controllate da investitori esteri e locali. La liberalizzazione viene controllata e gestita dallo
Stato. Le ZES sono inoltre gestite in modoc he lo stato cinese avesse un controllo sulle
tecnologie e i settori importati. In un ZES non è libero di investire chiunque; anno per anno lo
Stato che scrive dei settori industriali che vuole attirare in Cina (lo stato impone le priorità di
investimento).

- Nuovo corso: «Economia socialista di mercato» del 1992.


- Trasformazione delle imprese di stato in società per azioni (o a rischio limitato che
entro il 1997: mantenimento di controllo diretto solo nei settori strategici, ma con
nuove dinamiche di espansione.
- Aperture al capitale estero (anche fuori ZES), ma sempre in regime di Joint Venture,
limite del 50% (recentemente
- 2002: Cina entra nel WTO.
- Crescita delle State Owned Enterprises più strategiche, portandole a gruppi di caratura
internazionale con forte ruolo di «guida».
- ese, il China Investment
Corporation, che a sua volta crea nuovi flussi finanziari (USA ma anche Africa)

ole il suo sistema politico ed


economico. Dopo la caduta dell'Unione Sovietica la Cina ha intrapreso ulteriori riforme

il governo cinese lancia la formula


economia socialista di mercato
lo Stato cinese, pur essendo socialista e controllando i
rapporti tra Cina e il resto del mondo, controllava solo i settori strategici (energia, trasporti e

potessero investire anche al di fuori delle ZES, mantenendo il principio delle Joint Ventures.

internazionali. Nel

Cina nel WTO modifica la posizione della Cina nel mercato internazionale, si ha un boom
nelle esportazioni, la Cina cresce a ritmi sostenuti. Ciò porta alla creazione di un fondo
sovrano, importante come attore globale, il China Investment Corporation, posseduta dallo
stato e finanziata dal disavanzo della bilancia commerciale cinese. La China Investment
Corporation compra obbligazioni, azioni e titoli di stato nel nord del mondo.
Riflessioni
- Queste politiche hanno progressivamente trasformato la Cina in una delle principali
«economic powerhouse» della globalizzazione.
-
- -how.
- Ruolo finanziario internazionale (in crescita?).
- Ma forte guida statale.
- Multi-polarità (forte diversificazione produttiva)
- Cina e sviluppo regionale
- Paese del Sud o del Nord

dello stato (minimo in UK, importante in Cina), la Cina ha permesso al crescita di altri paesi
(Tigri Asiatiche).
La Russia post-sovietica.
-
lineare, ma vero e proprio «shock» e regressione.
- Inflazione, disordini monetari e politiche di privatizzazione «selvagge».
- Privatizzazioni, non attraverso il mercato libero, ma col sistema dei «voucher» che

una nuova classe, quella degli «oligarchi».


-
deindustrializzazione del paese.
- «Le prospettive di per il futuro sono tetre. La classe media è stata spazzata via, è stato

la creazione di una democrazia con libertà significative, compresa quella di stampa,


appare estremamente fragile
La Russia ha abbracciato il campo produttivo capitalista, senza diventare però una
democrazia liberale. Secondariamente la Russia sovietica era un paese chiuso ma industriale.
Le politiche del regime socialista e dei vari leader del partito comunista sovietico, nel corso
degli anni erano accumunate da una centralità della produzione. Ad oggi la Russia è

comodities (metano, alluminio, carbone, ferro). Nella nuova globalizzazione la Russia ha


trovato delle opportunità per collocarsi come esportatore di materie prime, diventando quindi
una sorta di staple economy. Il volto economico della Russia si è profondamente trasformato.
I fattori che hanno plasmato questa trasformazione sono legati al tipo di transizione

caratterizzata da disordine e recessione, il PIL russo è calato drasticamente. La Russia, negli

legati alla shock therapy. All'interno di questo


periodo caratterizzato da inflazione e crisi economica, si è adottata veloce di privatizzazione:
tutte le imprese statali sovietiche sono state vendute sul mercato. Ciò ha portato a favorire un
nuovo gruppo
socialismo di impadronirsi di settori produttivi interessanti nel panorama sovietico.
Ai cittadini russi è stata data la possibilità di acquistare le azioni delle imprese russe

economica però i cittadini russi hanno venduto i voucher in cambio di pani. Chi faceva parte
della nomenklatura del sistema precedente, o aveva possibilità economiche o capacità
imprenditoriali, ha ottenuto questi voucher ottenendo le imprese più performanti russe.
14/01/22 ezione trentadue
Il periodo di Eltsin, il primo presidente non sovietico e non comunista, ha coinciso con un
periodo di rapida depauperazione e forte crisi per la Russia. Questa transizione era data dalla

mercato capitalistico ex-novo attraverso la mancanza di ogni tipo di transizione economica. Il


cambiamento è stato immaginato come attuabile in maniera repentina, ciò ha comportato dei

diffusa e lo smantellamento della presenza dello Stati nell'economia.


Nonostante la negatività di questo periodo, si ha la creazione di grandi gruppi che operano
soprattutto nelle materie prime e nel settore energetico che sono stati capaci di inserirsi
se nazionali. Il passaggio
tra stato e gli oligarchi è stato permesso attraverso il processo delle privatizzazioni. le
privatizzazioni in Russia hanno coinciso con lo smantellamento del socialismo (prima lo stato
era proprietario di tutti i mezzi di produzione). La privatizzazione ha significato lo
smantellamento di questo sistema e la vendita sul mercato le proprietà che prime erano dello
Stato. Chi ha gestito la transazione ha immaginato di sostituire allo stato i russi: i cittadini
russi furono forniti di voucher, con i quali avrebbero potuto comprare azioni di queste
imprese privatizzate. L'idea era quella di passare dalla proprietà statale alla proprietà diffusa,
immaginando di creare una moderna economia azionaria. Il risultato è stato diverso dalle
aspettative: i cittadini, al posto di usare i voucher non per comprare azioni, li hanno venduti

accedere a dei prestiti internazionali e una capacità imprenditoriale è riuscito a ottenere questi
voucher per poco denaro, creando un impero industriale. Nasce così la classe di pochi privati
oligarchi, che in alcuni casi appartenevano alla vecchia nomenklatura (cittadini già
privilegiati nel vecchio sistema sovietico).

integrazione economica e di liberalizzazione degli scambi (iperglobalizzazione), la Russia


poteva contare su veri e propri colossi e imprese di taglia importante che potevano sfruttare le

prime ed energia nell'economia internazionale. Ciò ha portato al progressivo smantellamento


della produzione industriale.
Gli anni di Eltsin sono stati caratterizzati da una forte crisi economica con un grande calo del
PIL; gli anni di Putin sono stati di progressivo recupero, trainato dalle dinamiche di
trasformazio
di materie prime. Il PIL cresce, ma nasconde un forte tasso di disuguaglianza interna.
Negli anni di Putin, anche gli anni di Medvedev, la Russia da un lato emerge come un attore
importante da esportatore. Al suo interno, però, il rapporto tra la classe di oligarchi e il potere
politico russo si è configurato nel tentativo di controllare strettamente gli oligarchi da parte
del potere politico. La Russia non è un paese competitivo, con libero mercato e la libera
competizione. È un paese che approfitta delle opportunità del mercato internazionale, in cui i
due beneficiari principali sono lo Stato e la classe degli oligarchi
I BRIC(S)
- I BRIC(S): Brasile, Russia, India, Cina e (Sud Africa).
-
67% (2000) al 70% del 2010.
- Caratteristiche dei BRIC:
Pil enorme (oltre 600 miliardi di $).
Popolazione vasta (oltre ai 100 milioni di persone).
Superfice vasta (oltre 2 milioni di km2).
Alti tassi di crescita (vedi grafico seguente).
Ruolo dello stato (anche se diverso)
- Organizzazione dei loro interessi Cooperazione finanziaria (NDBB, con sede a
Shanghai) sfida al FMI.
- (FMI che nel frattempo ha cambiato funzioni. Banca anziché fondo, che finanzia in
cambio di riforme strutturali, anche la WB ha cambiato forma)
L'acronimo BRICS è usato per riferirsi a paesi che hanno caratteristiche demo e geografiche
simili, ma poche caratteristiche economiche comuni. BRIC(S) è un acronimo per il Brasile,
Russia, India, Cina e poi aggiunto il Sud Africa.
Dal punto di vista economico, questi paesi sono accumunati dal loro essere emergenti, con un
mercato interno debole e non pienamente sviluppato (vero per India, meno vero per Cina).
Sono economie emergenti caratterizzate da fenomeni di crescita importanti negli ultimi 20
anni. Questi paesi vengono considerati come un blocco unitario in quanto il loro peso
gli ultimi 40 anni. Negli
Sono paesi con caratteristiche comuni: hanno un PIL enorme, una popolazione
estremamente vasta, hanno una superficie vasta (con tante risorse più o meno sfruttate),
hanno alti tassi di crescita economica. Inoltre in tutti questi paesi lo Stato ha giocato un
ruolo indirizzare il modello di crescita economica. Questi paesi non hanno

capacità di crescita economica sostenuta e continuativa negli anni e la partecipazione nel


commercio internazionale ha fatto in modo che questi paesi hanno progressivamente cercato
di federarsi
iniziato a costruire delle organizzazioni che possono promuovere una cooperazione tra
questi paesi per fare massa e inf
importante di questa cooperazione è stata la creazione nel 2016 del NDBB, organizzazione

monetario internazionale.
Il FMI era uno dei 3 pilastri di Bretton Woods, serviva per garantire la stabilità monetaria
internazionale e calmare i problemi della bilancia dei pagamenti dei diversi paesi. A partire
dalla fine di Bretton Woods, il FMI diviene qualcosa di diverso in seguito al cambiamento del

cambio di riforme economiche istituzionali che cercano di promuovere la liberalizzazione


ne degli asset pubblici e la deregolamentazione dei servizi.
Nonostante i BRICS siano paesi con notevoli aumenti del tasso di crescita, questi tassi di
crescita nascondono notevoli differenze economiche gli uni dagli altri. La Cina ha un
andamento stabile, con periodi di rallentamento. La Cina esporta tanti prodotti e materie
prime, quindi la sua economia non è dipendente da un singolo mercato/prodotto o materia
prima. La Cina ha avuto uno sviluppo diversificato e bilanciato e complessivamente
continuativo
Il Brasile ha una situazione diversa, è storicamente una staple economy (esposta materie
prime agricole) ed è esposta alle fluttuazioni cicliche del mercato. La Russia ha delle

nazionale è inferiore
rispetto agli altri BRICS.
Le Tigri asiatiche
- Altri modelli di capitalismo globale asiatico (le Tigri asiatiche).
- Corea del Sud. Forte sviluppo economico continuato, capace di cambiare le sorti del
paese Industrializzazione e innovazione, attraverso alleanza tra Stato e Chaebol (ad.
Es. Samsung, Kia).
- Da sviluppo nei settori «maturi», sviluppati sotto un regime di rigido protezionismo
(anni 1970 e 1980) a New Economy e liberalizzazioni:
A profitto dei grandi gruppi («Chabeol»).
Apertura internazionale caratterizzata da R&S.
- Taiwan: politiche economiche simili alla Corea, ma con componente importante
anche nel settore primario e minerari. Dagli anni 1990, si sviluppa la finanza (cfr.
infra).
- Singapore e Hong Kong: Città-stato o quasi, che mescolano apertura internazionale e
intervento di stato. Possibile per la posizione strategica, che attira traders, finanza etc.
-
crescita del paese socialista.
Nel corso degli anni 90 e 2000 emergono dei paesi che hanno un ruolo regionalmente

vengono chiamati Tigri Asiatiche, ovvero la Corea del Sud, Taiwan, Singapore e Hong
Kong.
L'economia più importante di questi paesi è la Corea del Sud, che ha avuto uno sviluppo
economico constante nel tempo ed è riuscito a modificare radicalmente la struttura sociale del
basata sulle industrie

profondamente radicato alle nuove tecnologie. La caratteristica del modello coreano è data da
un forte connubio tra politiche statale e Chaebol, che sono gruppi economici delle aziende
vaste e diversificate (simili agli Zaibatsu). Questi gruppi sono stati profondamente protetti e
supportati dalle politiche statali. Negli anni 60-70 questi gruppi sono riusciti a produrre per
imitazione in Corea dei pr
auto, radio, tv). Progressivamente questi gruppi hanno investito e dato inizio a un processo di

mutando

produttori avevano sviluppato competenze, prodotti e tecnologie che hanno permesso loro di
conquistare i mercati internazionali. Il modello coreano non rassomiglia al modello

paese al mondo

ensità tecnologiche ed
esprime prodotti molti avanzati.
Discorso diverso per il Taiwan, politicamente avversario della Cina. La fortuna del Taiwan
paradossalmente è stata la vicinanza con la Cina. Quando la Cina ha iniziato ad aprissi al
resto del mondo c
per le imprese occidentali che si sono interessate al mercato e alla produzione cinese. Taiwan
è emerso come un centro finanziario dai quali transitavano le imprese occidentali prima di
dirigersi verso il Cina.
Storicamente, Singapore e Hong Kong già dal 18° secolo giocavano un ruolo importante di
porto e di centro finanziario per i traffici globali. Singapore e Hong Kong hanno una
posizione strategica ancora più importante del Taiwan, poiché durante il 19° e il 20° secolo

di Hong Kong e Singapore passavano molte commodities prodotte in estremo oriente.


Quando la Cina si è progressivamente integrata nei mercati internazionali, queste due piccole
città-stato sono state colpite da un fermento finanziario, che ha portato molte imprese
occidentali a investire in questi paesi prima di investire in Cina.
I paesi sviluppati negli anni 1990 e 2000
- Globalizzazione e «de-industrializzazione».
- Un legame sostanzialmente nuovo. Legato alla:
crescita industriale produttiva di altre regioni (Cina e Brics in generale).

«produttiva».
In Europa, legato anche alle dinamiche di allargamento. Da Europa «zona
euro» a paesi di recente inclusione.

processi di politiche economiche che vanno vers


paesi (tranne la Germania) sono accumunati da una caratteristica, ovvero la globalizzazione
fenomeno di progressiva deindustrializzazione.
Alcuni paesi a seguito delle politiche economiche e delle riforme hanno favorito il fenomeno

manifatturiero a quello finanziario. La Germania ha avuto un cambio meno decisivo verso la


finanziarizzazione e ha conservato il ruolo di leder produttivo. La perdita di produzione
industriale, non significa che non esiste più la produzione industriale ma significa che la
ricchezza viene prodotta maggiormente in altri settori. Non significa perdita di ricchezza, ma
rappresenta lo spostamento dei settori dove si produce più ricchezza. I paesi che hanno avuto
più perdite dal punto di vista della produzione manufatturiera sono coloro che sono stati in
nifica che nell'economia
nazionale ci fosse una ristrutturazione produttiva, ma le attività produttive fossero riprodotte

non è dato dalla volontà del nord del mondo di favorire la finanzia, ma è anche il risultato
delle politiche dei paesi emergenti che hanno alterato al competitività produttiva di molti
paesi al Nord del mondo.

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