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ECONOMIA DELLE AZIENDE E DEI MERCATI INTERNAZIONALI Prof.

Angelo Miglietta e
Mingardi
angelo.miglietta@iulm.it – ricevimento da concordare per mail, alle 10.30 del Martedì
info: anna.nelayeva@gmail.com
Esame diviso in due parti:  Miglietta) 1 domanda aperta – fino a pag. 77  Mingardi) 1
domanda aperta, abbiamo 30-35 minuti. Orario di ricevimento mercoledì alle ore 17,
iulm2, secondo
piano. Esempi di domanda: - Cosa sono i costi di transazione? In che relazione sono costi
di transazione e globalizzazione? - In che sensa, secondo Deirdre McCloskey, la cultura è
il motore dei cambiamenti economici? Argomenta. - Le piccole imprese hanno più o
meno difficoltà delle gradi ad operare nell’economia globale? Argomenta. - Commenta
questa citazione. “Il problema economico nasce non appena scopi diversi entrano in
concorrenza
l’uno con l’altro per assicurarsi l’uso delle risosrse disponibili” (F. A. Hayek). RIGHE
ILLIMITATE
 Mercoledì 6 Marzo – seminario in auditorium con Direttore Banca d'Italia, Salvatore
Rossi, ore 17.00: ci sarà una domanda in più che ci darà +0 o +2 punti all'esame.
Media aritmetica dei due voti e orale nel caso che però FA MEDIA ARITMETICA.
LEZIONI PROFESSORE ANGELO MIGLIETTA – Martedì
L'economia è: soldi, denaro, merce che qualcuno produce perché qualcuno compra
(importanti sono il tema di produzione, ma soprattutto di scambio, attorno al quale gira
tutto) Il denaro è utilizzato per gli scambi. Il denaro differito sono i risparmi, che posso
prestare a qualcuno consentendogli di fare delle cose che altrimenti non potrebbe fare.
Prima prestare denaro e la globalizzazione erano considerati il male della società, ma
intorno al 1330-1400 i francescani si resero conto dell'importanza de risparmio del
risparmio. Bonaventura fu il primo a pensare e capire che i soldi potevano essere
prestati.
Economia: Allocare (collocare) risorse scarse in modo da renderle capaci di soddisfare il
maggiore bisogno, potenzialmente infinito, comprendendo però che non possiamo
soddisfarli tutti. L'economia studia le regole che consentono di porre le risorse scarse a
nostro vantaggio, ossia regole che ci fanno sfruttare al meglio queste risorse. Lo
capirono dei filosofi in Scozia (economia è una branca della filosofia), in particolare in
signor Adam Smith, che spiegava questi modi di sfruttare un oggetto in termini di
“economicamente buono” (termine kantiano).
Ma l'economia è importante anche per il carattere sociale e politico che porta con sé.
Quel principio basato sullo scambio che consente di sfruttare al meglio le risorse
disponibili porta dentro di sé il principio dell'Occidente e del mondo: la libertà. La
libertà è stato un termine scarso fino all'Illuminismo ('700), la libertà è stata motivata
dallo scambio già presente dal 1400/1500, con la nascita del borgo (e borghesi), della
città, del mercato. Questi scambi avevano intrinseco il germe della libertà, quindi parte
tutto da lì. La libertà è il valore della società capitalistica odierna.
L'economia si è sviluppata in due modi diversi:
1.Economia politica (economics): che si occupa dei comportamenti di un insieme di
persone, più o meno grande. Sono comportamenti rispetto agli scambi, in termini di
prezzo (quanto costa) e di quantità. L'economia politica studia gli scambi identificati da
prezzo e qualità.
2.Economia aziendale o manageriale (business administration): che si preoccupa di
come svolgere al meglio i processi produttivi. Studia come consentire alle organizzazioni
di produrre nel modo migliore possibile, non solo in termini di risorse scarse ma di beni e
servizi. Al giorno d'oggi l'economia non è solo produzione di beni ma anche produzione di
servizi.
Gli economisti si organizzano in due modi, coloro che, nel loro linguaggio, si occupano
di: Microeconomia→ branca che si occupa degli aggregati specifici (ossia i mercati) e di
come essi amministrano un bene unico. Quindi si occupa di un mercato specifico (es.
mercato dell'automobile con rispettivi guadagni e perdite eccetera all'interno di quel
mercato). Marcoeconomia → branca di origine europea (anche si pensa sia americano,
ma invece è Vienna, in Austria: la Scuola di Vienna ha sviluppato le basi dell'economia: i
due grandi economisti sono Van Mises e Von Hayek) che si occupa della relazione tra i
mercati, quindi in base a lavoratori, risparmiatori. Lo storico che se n'è interessato,
insieme a Marx, è Kaynes, che fu ministro del tesoro. Kaynes scrive un libro “La teoria
della moneta” che pone le basi per guardare in modo diverso gli aggregati, non in base
a uno specifico bene ma in generale, quindi la macroeconomia, interessandosi a
risparmiatori e lavoratori. Non fra gli attori di un singolo mercato, ma guardava ai macro
aggregati. E' importante mantenere la capacità critica della contingenza.
CONCETTI FONDAMENTALI DI AZIENDA E DI IMPRESA Concetto di organizzazione →
insieme di cose e persone, che se non sono organizzate si chiama “accolta”, ma se
organizzate prende il nome di organizzazione, quindi persone e cose che sono
riconoscibili non per il fatto di essere insieme, ma per il fatto di fare le cose insieme. Se
poi si organizzano per il conseguimento di un obiettivo qualsiasi si parla di istituto. →
Istituto: è un insieme di persone, beni e risorse organizzati per il conseguimento di un
obiettivo. E' sviluppato dalla panieristica tedesca. L'obiettivo può essere qualsiasi, ma
quando l'obiettivo è specifico si parla di impresa. → Impresa: è un istituto con finalità
economiche, cioè dirette alla produzione di beni e di servizi per lo scambio. Le imprese
sono le entità destinate a svolgere un'attività economica di produzione o di scambio di
beni e servizi Si distinguono imprese for profit e non profit, a seconda della ricerca di
lucro.
La finalità di tipo economico delle imprese → finalità di produrre beni e servizi per il
loro scambio, con lo scopo di guadagnare (for profit), non con lo scopo di guadagnare
(non profit). Un’impresa si distingue da un istituto (es. Iulm è un istituto, a differenza
dello IED, che è un’impresa) → per la finalità: economica per la prima, non economica
per la seconda. N.B. La componente culturale è importante. Teorico → rappresenta una
concettualizzazione logico-ideale → non esiste in pratica → Weber.
Teoretico→partendo dalla concettualizzazione logico-ideale ne sviluppano molte altre
completamente distaccate. Economia → ha perso il suo valore scientifico ed è diventata
teoretica  inadeguatezza della scientificità dell’economia. Dal punto di vista
scientifico, una disciplina è definita tale quando? Epistemologia → branca delle filosofia
che si occupa del metodo con cui la ricerca scientifica svolge le sue funzioni → “Scienza
della scienza”. Epistemologo → si preoccupa di capire qual è il metodo corretto da
usare per far progredire una disciplina → il più importante Popper. La società aperta e i
suoi nemici → libro da leggere Principio di falsificazione → principio per il quale un
approccio di ricerca è rilevante solo se esso può essere falsificato. La ricerca scientifica
→ è una ricerca continua che cerca di smentire ciò che sappiamo. Economia → è diverso
→ “I numeri sono come le persone, a furia di torturali dicono qualcosa” → non è una
disciplina scientificamente provata, ma una “lotta” continua di opinioni e punti di vista.
Il cigno nero → altro libro da leggere Fondatori dell’economia politica → Genovese
(1755 → prima cattedra di economia) e Gian Battista Vico (teoria dei corsi e ricorsi
storici, la storia si ripresenta in corsi e ricorsi continui, ma non si presenta mai allo
stesso modo) → a Napoli. Smith l’ha resa nota e ha ripreso “la mano invisibile” di Vico
CONCETTO DI AZIENDA: AZIENDA → dal latino “Agenda”, da “Ago” = “Fare”: vuol dire
letteralmente = “Le cose da fare” → Azienda = rappresenta le cose che devono essere
fatte → qualsiasi istituto per poter funzionare ha bisogno di intrattenere dei rapporti di
tipo economico nell’ambiente in cui opera. Esempio → Quindi anche se lo Iulm non ha
finalità economiche, deve scambiare dei servizi. N.B. Ogni istituto deve avere all’interno
della sua organizzazione una componente preordinata per la gestione dei rapporti di tipo
economico nell’ambiente in cui opera. Azienda = ordinamento economico di un istituto.
Un ordinamento → è un insieme di persone e cose dell’istituto, che si occupano degli
scambi di beni e servizi che bisogna avere per raggiungere l’obiettivo. N.B. Tutto ciò che
esiste come organizzazione ha una componente di tipo economico, non come finalità,
ma per perseguire la sua finalità.
Differenza tra azienda e impresa: Non vi è identità tra il concetto di azienda e quello di
impresa, in quanto mentre la prima indica un’entità economica volta al soddisfacimento
dei bisogni umani, la seconda rappresenta l’insieme dei fattori organizzati
dall’imprenditore per la produzione di beni e servizi allo scopo di perseguire lucro.
Un’attività ha carattere imprenditoriale quando ha l’obiettivo di conseguire la
remunerazione dei fattori produttivi.
L’ impresa di produzione sostiene i costi per acquistare i fattori produttivi e produrre i
beni e servizi da immettere sul mercato allo scopo di conseguire ricavi, che devono
essere sufficienti a remunerare tutti i costi necessari per la produzione dei beni e dei
servizi, producendo così sistematicamente ricchezza.
 L’impresa → non è detto che abbia tutta un’organizzazione di persone e cose dedicata
agli scambi.
 L’azienda → non ha un obiettivo preciso, ma è atto a far progredire e far raggiungere
le finalità delle imprese. (vedere meglio)
In inglese questa distinzione non è esiste meramente. Concetto di scambio → concetto
basilare dell’economia  perché se avviene in condizioni di libertà, nessuno lo fa perché
è obbligato, è un modo attraverso il quale le due parti si trovano su un livello di
soddisfazione superiore. Esempio → Prof. che ha rinunciato a un euro e venti per
l’acqua e il caffè e anche se ha dovuto a rinunciare a quei soldi ne aveva voglia e ora sta
meglio. N.B. Dietro l’egoismo personale e dell’egoismo di più persone c’è un
miglioramento di benessere per chiunque partecipi a questo gioco di scambio. N.B.
Principio fondante dell’Occidente è la libertà, che viene “ritrovato” con lo scambio. La
sfida antitetica con il capitalismo  è anticapitalistico e anti-mercato, limitandone la
libertà, anche di scambio → l’islamismo → limita la libertà di qualsiasi tipo. Perché
occorre lo scambio? Lo scambio è fondato sul bisogno ed è l’egoismo a generare il
bisogno e abbiamo un bisogno perché non siamo soddisfatti delle risorse che abbiamo.
L’economia → studia le regole in cui si realizza la locazione delle risorse scarse, in modo
che esse possano soddisfare il più alto livello di bisogni → quindi non rende felici, ma
rende meno infelici. (vedere meglio) Una decisione politica è di tipo ottimo, quando
porta benefici a tutte le parti coinvolte → “ottimo paretiano” (vedere internet).
Il bisogno può configurarsi un varie modalità. Questa necessità di individuare
caratteristiche diverse ha molte influenze sul management, particolarmente il marketing
→ prendere delle decisioni diverse a seconda del tipo di bisogno che pensa la sua
azienda deve soddisfare. All'interno dell'economia manageriale è una parte ed è quella
branca del management che si occupa dei rapporti con i clienti attraverso la
considerazione di 4 aspetti: le 4 P: 1.analisi e distinzione delle caratteristiche del
PRODOTTO (o servizio); 2.analisi e definizione del corretto PREZZO che il prodotto può
avere; 3.il modo come deve essere comunicato questo prodotto: PUBBLICITA'; 4.canale
distributivo, la scelta del modo come far arrivare questo prodotto: PLACEMENT; La
natura del bisogno che si cerca di soddisfare regola la coordinazione di queste 4 P.
L'impostazione di chi si forma al management si sta rivelando sempre più inadeguata
perché ormai sono richieste materie diverse dall'economia: psicologia, sociologia e
antropologia → fondamentali per l'economia. Questo è uno dei motivi per cui oggi il
management è spesso inadeguato, perché mancano una serie di tattiche determinanti
per avere successo.
È azienda il complesso di beni materiali e immateriali organizzati da un soggetto per la
produzione di beni o l’erogazione di servizi destinati al soddisfacimento dei bisogni
umani. L’analisi dei bisogni rappresenta la base di ogni teoria economica rivolta allo
studio delle attitudini e delle propensioni alla produzione e al consumo dei soggetti
economici. I bisogni umani sono organizzati in una gerarchia, dai più impellenti ai meno
impellenti.
Secondo Maslow i bisogno possono essere classificati in ragione di diverse categorie in
un piramide (dal basso):
1.Bisogni connessi all’esigenza di sentirsi realizzato. Questa esigenza è per arrivare
all'armonia, alla serenità che sono diverse dalla felicità, quando siamo innamorati siamo
felici ma non in armonia. Tutto ciò afferisce alla sfera del vero lusso, ossia a ciò che
facciamo per noi stessi, non dedicandosi a cose che non si vogliono fare, cogliere lo
scorrimento del tempo nella sua lentezza. Il tempo per i greci è chronos: tempo che
mangia; kairos: il fluire del tempo, l'ordine del tempo. (self-actualization: living to the
higher potential); 2.Bisogni di essere apprezzato nell’ambiente nel quale si vive e di
status. Bisogno di essere considerati nel proprio posto di lavoro, di prendere un bel voto,
una soddisfazione personale. Questi sono legati a prodotti di lusso (lo
status). Oggi gli influencer sono quelli che si occupano di queste cose (esteem: acquire
the skills to lead to honor and esteem); 3.Bisogni di avere relazioni interpersonali,
amicizie, lavorare in team. Caratteristica più sofisticata, in base alla sociologia e
psicologia nelle organizzazioni. C'è la necessità di sentirsi parte di un gruppo per l'essere
umano, la peggior punizione è essere esclusi dal gruppo (prima esilio, ostracismo), tocca
dal punto di vista economico più che l'attività, i servizi. I social hanno costituito
un'esplosione della capacità di interrelazione personale (love and belonging: achieving
deeper relationships); 4.Bisogni connessi alla sicurezza, esistenza di regole e norme che
regolamentino il contesto sociale. Trovano una sua manifestazione nella costruzione
della casa, un ambito che è “tuo” e riservato (safety: home, sweet home); 5.Bisogni
primari, fisiologici: di nutrizione e di coprirsi dalle intemperie, reddito per soddisfare i
bisogni minimali (physiological needs: food, water, sleep);
Decidere se andare ai Caraibi per moda o a Firenze per piacere personale è la
differenza tra 3° e 1° bisogno.
Il bisogno evolve come concetto di benessere che può cambiare a seconda del tip di
target. Poiché i bisogno sono diversi nella fascia della vita, una delle attività
fondamentali del marketing è la cosiddetta segmentazione del mercato cioè partendo
dalla collettività estrarre all'interno di quella collettività un insieme di persone che
presentano caratteristiche più specifiche e più omogenee tra loro.
Ogni tipologia di soggetto ha l’esigenza di soddisfare un insieme più o meno articolato
di bisogni e agisce nel sistema economico per massimizzare il proprio benessere. Il
concetto di benessere deve essere inteso in senso ampio per comprendere non solo il
benessere materiale, conseguibile tramite la ricchezza, ma anche la qualità della vita:
oggi le grandi imprese devono avere anche degli psicologi: globalizzazione. Grazie agli
strumenti della digitalizzazione si tende poi a individuare dei meccanismi che creino
community che spingano le persone a relazionarsi tra loro poiché costituisce un
elemento di aumento di presa di consapevolezza del bisogno e quindi diventa una
collettività di consumo più importante. Condividere una passione creando una
community (esempio quando andiamo allo stadio siamo più coinvolti di quando siamo a
casa).
IMPRESA L’impresa è un’entità durevole, destinata a perdurare nel tempo. E' un
soggetto che si mette in mezzo tra uno che vende e uno che compra l'impresa nel
mettersi in mezzo riesce a definire un modello organizzativo sui beni scambiati, che
rende lo scambio fra i soggetti disintermediati (venditore di luppolo e bevitore di birra)
molto più efficiente. La ragione di esistenza dell'impresa in una società di libero
mercato è spiegata dalla sua capacità di disntermediare, di aggiungere un'organizzazione
tra soggetti di scambio che li rende molto meglio fruibili in particolare all'acquirente, di
aggiungere qualità agli scambi disintermediabili. Questo fenomeno è relativamente
recente nella storia, solo a partire dal 1700: si chiama rivoluzione industriale, basato
sulla parcellizzazione del lavoro, quando le persone hanno smesso di lavorare per
soddisfare i bisogni e hanno iniziato a lavorare per soddisfare il bisogno degli altri.
L’impresa si pone rispetto all’ambiente in un rapporto osmotico → scambio intimo che
avviene lentamente, avviene per contaminazione, un rapporto di scambio perché
vengono prese le risorse da un produttore e ci mettono di suo l'organizzazione per fare
un prodotto di vendita che pur essendo fatto dei prodotti comprati è completamente
diverso (dal luppolo si arriva alla birra). Innalzamento del livello dello scambio.
L'impresa aggiunge valore alla società perchè tramite il processo di trasformazione
rende lo scambio più efficace ed esigente. Se l'impresa non è più in grado di questo
lavoro sta distruggendo benessere e quindi deve chiudere perchè non ci sono più scambi
efficaci.
L’impresa è un sistema in quanto “i fatti aziendali sono legati gli uni agli altri da leggi di
natura” e “la gestione aziendale è data da una catena di operazioni, ognuna delle quali
condiziona tutte le altre, che sono compiute nello stesso tempo e che saranno compiute
in avvenire, così come è condizionata da quelle che furono compiute nello stesso tempo
e che saranno compiute in futuro”.
Non vi è identità tra il concetto di azienda e quello di impresa, in quanto mentre la
prima indica un’entità economica volta al soddisfacimento dei bisogni umani, la seconda
rappresenta l’insieme dei fattori organizzati dall’imprenditore per la produzione di beni
e servizi allo scopo di perseguire lucro.
Un’attività ha carattere imprenditoriale quando ha l’obiettivo di conseguire la
remunerazione dei fattori produttivi.
Le imprese a è finalizzata alla creazione e alla distribuzione di valore. In base
all’oggetto della loro attività possono essere distinte:
Imprese di erogazione: la famiglia, le associazioni private e in parte, la pubblica
amministrazione. Tali aziende erogano e consumano beni e servizi; Imprese di
produzione: aziende che acquistano e producono beni e servizi; sono quelle che
studiamo noi. L’ impresa di produzione sostiene i costi per acquistare i fattori produttivi
e produrre i beni e servizi da immettere sul mercato allo scopo di conseguire ricavi, che
devono essere sufficienti a remunerare tutti i costi necessari per la produzione dei beni
e dei servizi, producendo così sistematicamente ricchezza. L’impresa di produzione o
semplicemente impresa è finalizzata alla produzione e alla distribuzione di ricchezza,
attraverso la produzione di beni e servizi e il conseguente perseguimento del fine di
lucro a vantaggio dei suoi stakeholders, intendendosi con tale termine i portatori di
interesse nell’azienda; imprese composte pubbliche: lo stato, la regione, la provincia,
il comune, le aziende sanitarie locali. L’impresa pubblica è volta al soddisfacimento dei
bisogni della collettività; imprese non profit: organizzazioni economiche volte
all’erogazione di beni e servizi in favore di categorie svantaggiate o per finalità di
pubblico interesse. L’impresa non profit è finalizzata a fornire beni e servizi a soggetti
socialmente svantaggiati o per interessi pubblici. L’impresa mutualistica è preordinata
a fornire beni, servizi o lavoro direttamente ai propri soci in modo più vantaggioso
rispetto alle condizioni che gli stessi si vedrebbero praticare nel mercato. Esempio il
medico della mutua: mettendo dei contributi c'era un medico per i soci della
cooperativa
Quando un'impresa fa profitto nel rispetto delle regole sta facendo una buona cosa.
Chi c'è dietro all'impresa? (ossia istituti con finalità economica, for profit - NOI CI
OCCUPIAMO SOLO DI QUELLE) Si definisce soggetto economico quell’individuo o gruppo,
che assume le decisioni strategiche dell’impresa e di fatto la governa e la controlla.
Sono in grado di prendere le decisioni relative alle scelte più importanti dell'impresa,
ossia le scelte strategiche. Scelta di gestione → Concerne l'insieme delle attività
operative che bisogna svolgere perché l'impresa faccia il suo lavoro, ossia il paradigma
acquisto-produzione-vendita di prodotti (aggiunge valore allo scambio perché si mette in
mezzo a produttori e consumatori: mano invisibile di Adam Smith). Il termine gestione,
in inglese “management” “to manage” vuol dire “fare” nel senso di “to make” in latino
“egere”: è ciò che deve essere fatto nella concretezza. Scelta di strategia → riguarda
delle scelte che tipicamente sono di medio e lungo termine, ossia influenzano nel
medio- lungo termine l'attività dell'impresa e che tipicamente concernono il suo
posizionamento, ossia il modo in cui si pone rispetto ai suoi competitors. Capire quali
sono le scelte dell'impresa per capire quali sono i suoi competitors: il tipo di
prodotto/servizio da produrre, il prezzo che si può fissare, il modo in cui deve essere
comunicato questo prodotto e il tipo di canale distributivo che conviene utilizzato per
vendere il proprio prodotto o servizio (le 4 P del marketing). Concerne anche il tipo di
decisione di investimento che l'impresa deve fare, e l'investimento è compare un certo
macchinario che ha un costo molto rilevante per fare un'attività che negli anni dia
risultati. Sono decisioni che se le sbagli causano moltissimi problemi.
Il soggetto economico (decisore) può essere di due tipi: –Privato → imprenditore
(Ricchezza delle Nazioni di Smith): lo fa per i suoi egoismo personale, vole guadagnare e
fare profitto. Non lo fa per motivazioni di generosità o filantropiche. –Pubblico → Lo
Stato: dietro a tutti i fallimenti economici e ambientali del nostro paese ci sono le
decisioni dello Stato. Quando lo Stato fa l'imprenditore perchè smette di fare il suo
lavoro e fa un lavoro che dovrebbe essere svolto dal mercato. Il fatto che gli
imprenditori privati non possono permettersi di sprecare denaro è una cosa molto bella a
livello economico perchè il capitale (o risorsa economica) non viene usato per attività
che non danno eguale ritorno economico (Mano invisibile di Smith).
EFFICIENZA: quando dato un certo livello di output, è minima la quantità di input
necessaria. Si può misurare a livello fisico (peso) o livello economico (costi e ricavi). Per
esempio una centrale elettrica è efficiente perchè, sul piano fisico, riesce a produrre
TOT kilowatt/ora consumando poco gas. Non è detto che un'attività sia efficiente sia sul
piano fisico che su quello economico ed è qui che interviene lo Stato: fissare le regole,
farle rispettare, e garantire la pace e l'equilibrio sociale anche attraverso la
redistribuzione della ricchezza. Se invece si occupa di ciò che abbiamo detto prima, lo
spingiamo a occuparsi di cose che non gli concernono.
EFFICACIA: capacità di soddisfare il bisogno di qualcuno, utilizzando meno risorse
possibili (input e apprezzamento dell'output, quanto quell'output è capace di soddisfare
il bisogno)
Burocrazia è la parte dello Stato che si occupa di produrre beni e servizi, quindi lo Stato
libera e svolge la funzione che non deve rivolgere tramite la burocrazia, che non è
certamente efficiente, rispetta delle regole tipicamente non intelligenti, ed essa è
anche non efficace.
Quindi, oltre a gestione, strategia e tattica (lo vedremo più avanti) e governo, o
governance, ossia l'insieme di decisioni o di
persone che sovrintendono o definiscono il modo come vengono prese le decisioni
strategiche da parte di qualcuno e controllano che vengano effettivamente rispettate le
indicazioni date dal soggetto economico. Il soggetto economico rappresenta il soggetto
che prende le decisioni fondamentali per la creazione, l’individuazione dell’indirizzo
generale fino ad arrivare all’estinzione dell’impresa.
Quali sono le regole che si definiscono per portare avanti l'impresa? Sono regole
giuridiche, per la governance. Da qui il soggetto economico può diventare soggetto
giuridico, cioè colui al quale fanno capo i diritti e gli obblighi derivanti dall’esistenza
dell’azienda e dalle sue attività. Hanno il diritto di esercitare le decisioni del soggetto
economico. Sia le persone fisiche sia quelle giuridiche possono rivestire la qualifica di
soggetto giuridico. Elemento distintivo della personalità giuridica risulta essere una
dotazione patrimoniale destinata al perseguimento degli scopi. Impresa a controllo
privato o controllo diretto è quell'impresa in cui c'è identità tra soggetto economico e
soggetto giuridico, e tra soggetto economico e soggetto che attua le strategie
dell'impresa. Nel caso in cui c'è una separazione tra soggetto economico e manager, che
si occupa delle stretegie, l'impresa viene chiamata public company, un fenomeno che si
è evoluto naturalmente nell'800, da due giuristi Pearl e Means. I veri protagonisti della
società diventano i manager.
A seconda della forma giuridica dell’impresa si avrà pertanto:
1.l’imprenditore individuale → Nell’impresa individuale la persona fisica è
contemporaneamente soggetto giuridico e soggetto economico, in quanto ha la piena
capacità giuridica ed esercita l’indirizzo strategico e il potere decisionale. Il patrimonio
dell’impresa è indistinto da quello personale dell’imprenditore. Nel caso del fallimento
dell’imprenditore individuale, l’incapienza del patrimonio obbliga lo stesso imprenditore
a far fronte alle obbligazioni con il proprio patrimonio personale. Le società si formano
quando ci sono soci:
2.le società di persone → Nelle società di persone il soggetto giuridico è la società e il
soggetto economico è normalmente rappresentato dai soci amministratori che vi
operano. Sono tipiche delle imprese più piccole, quelli che mettono il capitale sono
anche quelli che vi lavorano: se la società va male non fallisce soltanto l'impresa ma ne
devono rispondere anche i soci: i soci rispondono dei debiti sociali anche con il proprio
patrimonio personale. Si dice che i soci hanno responsabilità illimitata. Questo tipo di
società fa rischiare il patrimonio a tutti, invece la società ad accomandita semplice è
una società in cui alcuni soci, chiamati accomandatari, rispondono illimitatamente con il
loro patrimonio ma ci sono altri soci, gli accomandanti, perdono solo il capitale dato e
non debiti.
3.le società e gli altri enti → Nelle società di capitali il soggetto giuridico è la società e
il soggetto economico è rappresentato dai soci che hanno il potere di decidere in
assemblea fornendo l’indirizzo strategico. Al crescere della complessità aziendale si
realizza la dicotomia tra soggetto giuridico e soggetto economico. Al crescere della
dimensione aziendale si assiste alla separazione tra la proprietà dei soci e il governo
dell’impresa, affidato al manager. Sono la SRL, SPA e SAPA (società per accomandita per
azioni) → tratto comune: i soci rischiano soltanto la quota del loro capitale messa nel
capitale della loro società. Esiste una separazione tra patrimonio personale e della
società.
Il termine ricchezza in questo ambito ha un contenuto più alto. Viene visto in due modi
diversi, due concetti: 1)Creano maggior valore, trasformano i costi → il bene prodotto
dalle imprese deve essere maggiore dei mezzi e modi per creare quel bene. I monopoli
non piacciono perché l'impresa monopolista può alzare i prezzi a suoi piacimento.
2)Teoria di creazione del valore azionario → colore che sono genericamente soci
dell'impresa, che mettono del denaro all'interno dell'impresa, difficilmente possono
essere rimborsati di questo denaro La società si declina in “utile”. I soci
mettono/investono del denaro che contiene un'elevata parte di rischio: sono chiamati
INVESTIMENTI IN CAPITALE DI RISCHIO perchè non possono essere dati indietro e
l'impresa non si impegna, nel caso, a restituire in modo preciso. Ogni impresa ha bisogno
di avere un po' di capitale di rischio che consente all'impresa di fare i primi investimenti
senza preoccuparsi, è come un cuscinetto. Lo faranno soltanto perchè accettano di
prendere quel rischio per godere poi degli utili generati dall'impresa nella sua attività: la
remunerazione dei capitali di rischio è generata dagli utili prodotti dall'impresa.
La ricchezza in due termini: per la società con beni e servizi, l'altra ricchezza è
generata dallo scambio e dall'utile, destinato alla remunerazione ideale del capitale di
rischio.
Le società hanno: 1)un'assemblea di azionisti (si riunisce una volta l'anno) e dicono
quanto degli utili di una società può essere restituito ai propri soci e di accettare il
bilancio
2)il consiglio di amministrazione: fatto dalle persone chiamate ad amministrare la
società, chi li nomina i consiglieri? L'assemblea degli azionisti, che quindi non si occupa
direttamente di amministrare ma li sceglie. Il compito è di gestire l'impresa in modo che
produca ricchezza.
Economia e finanza sono state giudicate secondo parametri del rendimento, del
capitale, dell’interesse. Oggi si sta diffondendo una nuova cultura che mira a
considerare anche gli aspetti legati all’etica: l’investitore non aspira solo alla
speculazione, ma punta su attività che rispondano a requisiti di responsabilità sociale e
ambientale, in una visione sinergica tra economia ed etica. Al valore della ricchezza, la
quale rimane sempre uno degli elementi fondamentali del mercato, deve essere
aggiunta anche la felicità, che è un concetto diverso dal benessere.
Si parla di responsabilità sociale di impresa (RSI o in inglese CSR, Corporate Social
Responsibility). Investire nella responsabilità sociale rappresenta un vero e proprio
vantaggio competitivo per l’azienda, tale approccio ne migliora l’immagine non solo
presso gli stakeholders, ma in generale nella società e nell’immaginario di tutti coloro
che a vario titolo vi entrano in contatto. La produzione di ricchezza non può essere
intesa solo in termini di ammontare dei dividendi erogati agli azionisti, ma deve anche
preoccuparsi di evitare comportamenti che abbiano ripercussioni negative sull’ambiente
circostante, ponendo in essere attività volte ad accrescere il benessere sociale.
L’attenzione verso il comportamento etico dell’impresa è alla base anche della riforma
del 2001 in materia di responsabilità penale amministrativa delle persone giuridiche,
delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica.
La legge richiede l’adozione di un modello di organizzazione, gestione e controllo che,
individuate le potenziali aree di rischio presenti nella società, sia volto, attraverso la
fissazione di regole di condotta e specifici protocolli organizzativi, tecnologici e fisici, a
prevenire la commissione di reati. Il codice etico rappresenta un documento nel quale
l’impresa enuncia i principi di conduzione degli affari e delle attività aziendali.
L’azienda comprende beni materiali, immateriali, relazioni contrattuali rivolte verso
l’interno e verso l’esterno, organizzati in senso funzionale per l’esercizio di un’impresa.
Perché si abbia impresa è necessario che l’attività sia svolta in maniera organizzata e
che questa sia ricollegabile a un dato obiettivo inerente l’attitudine a conseguire la
remunerazione di fattori produttivi. L’organizzazione dell’attività economica costituisce
un requisito indispensabile nell’impresa rappresentando, sotto il profilo giuridico,
l’attività di coordinamento dei fattori della produzione.
Nell’ordinamento giuridico italiano sono disciplinate le seguenti forme di società: •Le
società di persone, quali le società in accomandita semplice (S.a.s.) e le società in nome
collettivo (S.n.c.); •Le società di capitali, quali le società in accomandita per azioni
(S.a.p.a), le società per azioni (S.p.A.) e le società a responsabilità limitata (S.r.l.) → Le
società di capitali sono caratterizzate da: i. una organizzazione che consenta la
tendenziale separazione dei poteri all’interno della società e la loro allocazione in capo
a organi funzionalmente distinti; ii. una struttura potenzialmente aperta della
compagine sociale; iii. un sistema di regole gestionali imperniato sull’esistenza di
mantenere un patrimonio netto positivo al fine di garantire in ogni momento la
soddisfazione dei creditori sociali. •Le società cooperative.
La scelta organizzativa è fondamentale per il perdurare e per lo sviluppo dell'azienda, in
quanto la struttura deve essere adeguata agli obiettivi e alle finalità perseguite nel
lungo periodo. Nel consiglio di amministrazione: 1.Cherman: presidente
2.L'amministratore delegato (CEO): capo delle attività operativo 3.un altro membro:
colui che è responsabile della tenuta dei conti, che si occupa dei rapporti con le banche
e gli imprenditori: Chief Financial Officer. Non è necessario che sia un membro. Ma di
solito è anche consigliere. A volte non c'è il CEO ma un direttore generale. I consiglieri
di amministrazione quando sono insediati devono agire in base al benessere della
società, non in base a chi li ha nominati.
Il consiglio sindacale è fatto per controllare che i consiglieri si comportino in modo
giusto. Sotto la società c'è la sua organizzazione: l'organizzazione della società prevede
una struttura organizzativa.
MODELLI ORGANIZZATIVI La scelta del modello organizzativo deve essere subordinata
alle strategie del soggetto economico, all’ambiente generale e specifico entro cui
l’impresa intende operare, al sistema di risorse materiali e immateriali a disposizione
dell’imprenditore. → Non esiste una formula organizzativa ideale, ma la scelta del
modello deve essere incardinata nel complesso delle decisioni strategiche operate dal
soggetto economico.
L’ambiente generale è un insieme di condizioni e di fenomeni esterni di varia natura,
che influenzano significativamente la struttura e la dinamica di tutti i soggetti che si
trovano a operare in quel contesto.
L’ambiente specifico rappresenta il contesto formato dall’insieme di soggetti,
individuali e complessi, che interagiscono con l’impresa. L’azienda è costituita da
elementi tra loro eterogenei sistematicamente coordinati in quanto si fonda su: - il
sistema delle risorse umane; - il sistema dei beni; - il sistema delle operazioni.
Il primo passo è rappresentato dalle decisioni sulla dotazione di risorse umane da
impiegare nell’azienda e sulla creazione del sistema di attribuzione dei compiti e delle
mansioni: colui che si occupa di ciò è chiamato MANSIONARIO. L’attribuzione dei compiti
e delle mansioni è finalizzata ad individuare il più opportuno sistema di combinazioni
delle risorse umane nell’ambito di rapporti di coordinamento e subordinazione. La
sistemazione dei ruoli deve consentire che persone che operano in comparti diversi
possano interagire assicurando il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Il sistema
organizzativo deve sapersi adeguare ai mutamenti e ai cambiamenti che possono
provenire sia dall’ambiente circostante sia dall’ambiente interno.
La struttura organizzativa diventa un unicum rispetto a tutte le altre realtà aziendali. Il
sistema di relazioni e quindi il modello organizzativo nella sua concreta operatività sono
fortemente caratterizzati dal fattore umano. Si ravvisa spesso una discrasia applicativa
tra la struttura organizzativa disegnata e quella concretamente attuata nella vita
aziendale.
L’impresa deve essere supportata da un sistema di organizzazione, gestione e controllo
che, opportunamente tarato sulla realtà aziendale in termini di dimensione, struttura,
attività e settore di operatività, possa: •individuare le aree di rischio; •prevedere
specifici protocolli diretti a garantire che il processo decisionale e la sua relativa
attuazione siano condotti in maniera da evitare reati; •garantire che le risorse aziendali
siano impiegate correttamente  prevedere un sistema disciplinare che sanzioni
internamente eventuali comportamenti illeciti. La comunicazione all’esterno del proprio
codice etico rappresenta un elemento per rassicurare coloro che, a vario titolo, hanno
rapporti con l’ente. Tutti coloro che partecipano al sistema azienda devono rispettare
gli impegni e le responsabilità cui sono chiamati. Esistono strutture organizzative
elementari e strutture organizzative complesse e articolate, caratterizzate dalla
separazione tra proprietà e management e dalla coesistenza di molteplici obiettivi e
intendimenti strategici. Con il crescere della complessità, il sistema organizzativo deve
essere codificato, in particolare nelle realtà economiche più grandi la complessità
gestionale richiede l’organizzazione preventiva dei rapporti tra le risorse umane.
Non esiste un organigramma codificato, ma la struttura organizzativa è il frutto di un
sistema voluto dall’imprenditore e accettato dallo staff.
STRUTTURA ELEMENTARE La struttura elementare è LA STRUTTURA PIU' TIPICA, ed è
tipicamente gerarchica e si fonda spesso sul carisma dell’imprenditore. Il potere
organizzativo è concentrato nelle mani del vertice aziendale, che costituisce sia l’organo
istituzionale (il soggetto giuridico) sia l’organo strategico (il soggetto economico). Il
sistema organizzativo elementare è caratterizzato dall’informalità e dall’agilità
operativa in presenza di costi di organizzazione ridotti. es.
STRUTTURA FUNZIONALE L’azienda è organizzata secondo aree funzionali (ricerca e
sviluppo, marketing e vendite, produzione, amministrazione e finanza, auditing, ecc..)
Nel modello funzionale l’organizzazione del lavoro prevede la suddivisione dei compiti e
delle mansioni in base alle funzioni; le funzioni aziendali rappresentano il criterio di
suddivisione dei processi lavorativi e l’attribuzione dei compiti è fondata sulle
competenze delle risorse attribuite a ciascuna funzione. La struttura funzionale può
prevedere le seguenti funzioni: i.funzione approvvigionamenti, dedicata alla gestione
degli acquisti; ii.funzione della produzione, che si occupa del ciclo produttivo dei beni
e/o servizi oggetto dell’attività; iii.funzione delle vendite, in cui vengono svolte le
attività di distribuzione e vendita del prodotto/servizio; iv.funzione del personale, per
la gestione delle risorse umane, in particolare selezione, formazione e valutazione del
personale. Si possono aggiungere altre funzioni, quali: ricerca e sviluppo, l’auditing, la
finanza e la gestione della tesoreria, il marketing. Non è infrequente che il modello
funzionale sia utilizzato in aziende mono-business.
Ogni direzione è specializzata in una singola area con obiettivi particolari. Le decisioni
strategiche provengono dal vertice, rappresentato dalla direzione generale. Il
coordinamento è verticale, dall’alto verso il basso, e orizzontale tra le varie funzioni. Se
l’azienda assume dimensioni elevate il criterio della suddivisione per funzione può
essere applicato più volte ai diversi livelli, in tal caso l’organigramma è detto
multifunzionale. Il modello funzionale consente la specializzazione del personale, che
acquisisce competenze e professionalità con elevati rendimenti operativi.
Un altro vantaggio è rappresentato dalla capacità della struttura funzionale di dare
origine ad economie di scala e di apprendimento, occorre distinguere fra: sfruttamento
dei costi fissi, economie di scale, di scopo e di esperienza. •L’ottimizzazione dello
sfruttamento dei costi fissi si raggiunge con la massimizzazione della quantità produttiva
sostenibile per un dato stock di investimento. •La valorizzazione delle economie di scala
si persegue con l’ottimizzazione della combinazione fra gli investimenti fissi
intercorrelati dall’impresa. Non è direttamente collegata alla crescita delle quantità.
•Le economie di scopo si conseguono se è possibile estrarre da una fase di un processo
produttivo anche benefici per una produzione diversa. •Le economie di esperienza
dipendono dalla quantità di produzione cumulata nel tempo.
Un’impostazione rigidamente basata sulla ripartizione dei compiti per funzione, non
consente alle risorse di avere una
visione d’insieme dei processi aziendali con conseguenti rallentamenti nello sviluppo e
nei rendimenti, soprattutto laddove non è efficacemente realizzato il coordinamento tra
le funzioni. Inoltre, l’attribuzione di obiettivi per funzione rischia di cerare tensioni tra
le diverse aree funzionali. Uno svantaggio del modello funzionale è nella difficoltà di
attuare una precisa responsabilizzazione sui rendimenti. es.
STRUTTURA DIVISIONALE La struttura divisionale prevede la creazione di unità
operative, ciascuna dedicata a uno specifico business, quale la creazione di un prodotto
o di una linea di prodotto.
Le unità di business o business unit sono dotate di proprie risorse e possono prevedere al
loro interno tutte le aree funzionali necessarie per il proprio ciclo produttivo. Tale
modello è adottato in aziende pluri-business, caratterizzate da grandi dimensioni e
spesso operanti anche in diverse arre geografiche o addirittura in diversi paesi. La
struttura divisionale permette di gestire le aziende di grandi dimensioni anche se vi è il
rischio che si crei la duplicazione di alcune funzioni. Per questi motivi tale modello è
particolarmente costoso sia in termini di gestione sia di funzionalità.
Il modello divisionale prevede al primo livello la ripartizione secondi divisioni, mentre
all’interno di ogni divisione l’organizzazione si fonda sulle aree funzionali. Le direzioni
divisionali dipendono strategicamente dalla direzione generale e non hanno rapporti con
le altre divisioni. Le divisioni sono supportate da organi di staff per funzioni generali
quali: l’amministrazione, il controllo, la ricerca e sviluppo, la finanza; in tal caso, il
coordinamento è attuato attraverso la direzione generale. Alle divisioni sono attribuiti
obiettivi e budget, per poter controllare la risultabilità e l’efficienza in un’ottica
unitaria. es.
STRUTTURA A MATRICE Per modello matriciale si intende un sistema organizzativo che
racchiude in sé la struttura funzionale e quella divisionale. Le relazioni sono orientate in
due direzioni: -una orizzontale, in base alle divisioni; -una verticale, in base alle
funzioni.
Si adotta quando la società è molto complessa e ci troviamo di fronte a un
multibusiness. Ognuna di questa attività viene organizzata come se fosse una divisione.
Tutte le direzioni, sia di funzione sia di prodotto, dipendono dalla direzione generale
che ne esercita il coordinamento, il controllo e ne definisce strategie ed obiettivi.
Questa struttura viene normalmente utilizzata in realtà aziendali di grandissime
dimensioni, in quanto consente la gestione di tante aree di business diverse, la
specializzazione del personale con il risultato di migliorare l’efficienza e l’efficacia
nell’allocazione delle risorse aziendali. La struttura a matrice può presentare problemi
in termini di organizzazione gerarchica, in quanto ciascun soggetto è di fatto sottoposto
sia a una direzione funzionale sia a una direzione divisionale, con la possibilità che
insorgano conflitti. es.
Una volta adottato il modello organizzativo e incardinate le risorse umane a ogni livello
secondo un sistema codificato di mansioni, poteri e responsabilità, l’efficienza del
sistema si fonda sul rispetto delle procedure e sull’impostazione si un’attività di
informativa e di reporting efficace, sistematica, regolare e tempestiva. Reporting è il
complesso sistematico delle informazioni gestionali, economiche, finanziarie e
metodologiche che pervengono alla direzione generale da tutte le unità (funzionali o
divisionali) dell’azienda. Il reporting deve: informare sistematicamente e in maniera
chiara; essere effettuato con frequenza prestabilita e cadenza sull’esistenze della
complessità e delle criticità che la realtà aziendale deve fronteggiare; essere
tempestivo per rispettare l’esistenza di applicare con anticipo dei correttivi. → Il
reporting è dunque uno strumento direzionale fondamentale, in quanto consente a
coloro che devono attuare le politiche gestionali, di individuare con tempestività
eventuali criticità che possono rendere inattuabili i programmi prefissati o che possono
addirittura compromettere l’esistenza stessa dell’impresa.
Impresa → come singola identità Insieme di imprese e società in un unico “gruppo” →
formazione di gruppi di imprese → fenomeno per la prima volta verificatosi negli USA
con il nome di “CORPORATION” → società che ne detiene altre (es. in Italia = Poste
Italiane S.p.A., l’Enel, Telecom). Fenomeno normalissimo e che rappresenta la normale
evoluzione delle imprese. I gruppi si possono formare in 2 modi: •O per associazione,
che però lascia le varie società indipendenti → crescita esterna •Sviluppa nuove aree di
attività e poi e separa ma le controlla tramite un’unica → emerge dall’interno →
nascita o per conferimento o per vendita di qualche società.
All’interno di un gruppo di società → 2 tipi di rapporti: •Tra società madre e società
“olding” → DI CONTROLLO → la società A che controlla la B è in grado di esercitare la
maggioranza del diritto di voto all’assemblea e può quindi decidere la governance
(decide chi è l’amministratore delegato e come gestire il consiglio di amministrazione).
Non è necessario che il controllante detenga il 51% dei voti in assemblea → perché se
una società è quotata difficilmente tutti i soci intervengono in assemblea (a volte
qualcuno è azionista e non va in assemblea a votare, perché l’interesse e guadagnare e
basta). In questi casi la somma delle quote basse può arrivare anche al 60% quindi non è
necessario. Il concetto di controllo non è riferibile solo alla maggioranza di voti in
assemblea (maggioranza assoluta o relativa), ma anche quando una società, pur essendo
autonoma da un’altra società, dipende completamente da un’altra società per lo
svolgimento della sua attività → es. Pirelli; Outsourcing (es. call-center) indica il
processo con cui un’impresa affida a un fornitore esterno la gestione operativa di una o
più funzioni in precedenza svolte all’interno dell’organizzazione. Tale processo implica
un coinvolgimento strategico del fornitore di servizi di outsourcing nei piani di sviluppo
dell’impresa cliente. → si preferisce acquisire dall’esterno e non dall’interno → es.
Coca Cola → le
imprese fanno sempre meno cose materiali, ma mettono “l’intelligenza” di mettere
insieme le varie componenti, le strategie ecc.., stessa cosa vale per la Apple: impresa di
servizi e non più produttore. Parcellizzazione del lavoro → rende ogni parte produttiva
di un prodotto più efficace ed efficiente. Problema → tema che richiede una soluzione.
Problematica → situazione di bisogno che nasce dalla convergenza di più problemi
specifici. Intelligere → vedere internet N.B. Non bastano le conoscenze in sé e per sé,
ma serve la capacità di trasformare le varie informazioni/conoscenze in intelligenza →
problem solving → la capacità di applicare/mettere in pratica le varie conoscenze.
•DI COLLEGAMENTO → la partecipazione detenuta dalla società che collega a quella
collegata non esercita il controllo, ma esercita dei condizionamenti  una società
subisce, quindi, l’influenza non dominante di un’altra società.
Conflitti di interessi → quando un soggetto di un’azienda, che si trova in ruoli di rilievo,
ha degli interessi nel far prendere delle decisioni a un’altra società, che, però, non
rispecchia gli interessi della società, ma di qualcun altro.
Blue Chip → società che vale di più in borsa: la più importante negli USA → Apple →
mille miliardi di dollari. (Amazon, Google, Facebook: sono tutte società Blu Chip e hanno
un’altra caratteristica → sono andati oltre l’informatica → sono tutte start-up).
L’impresa se sta in piedi crea ricchezza, crea valore, crea valore aggiunto. Un paese con
tante imprese, crea tanta ricchezza e tutti sono più ricchi.
Favorire l’impresa è la cosa migliore per favorire la crescita di un paese. •Per far
prosperare le imprese, e di conseguenza il paese, sono necessarie le infrastrutture di
ogni tipo, che spesso mancano → una delle principali cause in Italia. •Prima causa della
“distruzione” delle imprese italiane → lo Stato → devastante macchina da guerra. •La
giustizia è un pilastro fondamentale  ma anche questo in Italia non funziona, dal punto
di vista civile, in primis.
Senza queste 3 cose non è possibile cambiare-migliorare un paese. Si potrebbe partire
imponendo delle leggi e farle rispettare.
CORRELAZIONE → due parti correlate devono rispettare la possibilità che tra di loro ci
possa essere un conflitto di interesse nel fare operazioni economiche. Esempio → Tom
Ford → stilista Gucci, in conflitto di interessi perché azionista. Il gruppo di imprese è
costituito da un complesso di imprese che hanno tra loro vincoli di natura partecipativi
e/o contrattuale e che, seppur dotate ciascuna di una propria personalità e autonomia
giuridica, sul piano strategico rispondono a un unico soggetto economico.
BENEFICIO PRIVATO DEL CONTROLLO → capacità di ricavare il guadagno maggiore da
parte di un azionista di controllo, rispetto a una società, rispetto alla sua quota
azionaria di controllo. I risultati di un gruppo non si possono misurare solo attraverso la
visione dei risultati del capogruppo. BILANCIO CONSOLIDATO → misurazione dei risultati
di un gruppo e si costruisce aggregando tutti i risultati di bilancio delle società che sono
parte del gruppo e quindi controllate dal gruppo → si fa una somma ragionata  si
mettono insieme i dati, ma poi vengono apportate delle modifiche, non è un semplice
“assemblaggio”. Varie tecniche di gestione di un’impresa  oltre a fare un gruppo e
assicurarsi il giusto funzionamento del gruppo, bisogna trovare le motivazioni per cui si è
deciso di mettere insieme un gruppo.
I gruppi nascono in 2 gruppi diversi: •per acquisizione esterna •per gemmazione interna
Il problema sussiste quando il risultato del gruppo è maggiore rispetto alla somma dei
risultati delle singole società se fossero gestite separatamente  in sostanza va trovato
se c’è un valore in più nello stare insieme → esistono sinergie tra diverse società,
quando queste insieme generano più valore rispetto a se fossero separate. ESEMPIO: La
SINERGIA → 1+1 =3
SINERGIE DI 2 TIPI: •DI COSTO → quando attraverso l’aggregazione, e solo grazie ad
essa, è possibile ridurre i costi. [La voce di costo più elevata in banca sono le persone]
Le aggregazioni, anche se implicano dei tagli, non sono distruttive, non riducono i posti
di lavoro, ma eliminano un problema per dare la possibilità di migliorare la situazione,
riducendo i costi, e creare successivamente maggiore ricchezze, più posti di lavoro
ecc…, anche perché il cattivo funzionamento non risolto è solo peggiore.
•DI RICAVO → quando comprando un concorrente si riesce a vendere ai clienti del
concorrente un prodotto che ai propri clienti non si riusciva a vendere → cross-selling →
aumentare la capacità di vendita solo grazie al contatto con i clienti di qualcun altro.
Tipi di acquisto: •Acquisto di un concorrente → integrazione orizzontale → per
conseguire dei benefici al livello di risparmio di costi. Anche l’integrazione orizzontale
ha dei rischi → tirare fuori i risparmi di costo è facile sulla carta e si rischia di
distruggere il valore del marchio concorrente associato, perché si perde l’identità del
prodotto acquistato, che creerebbe un conseguente calo/ una perdita. •Acquisto di un
fornitore → integrazione verticale → perché quello che vende lui è raro e particolare e
lo voglio solo per me → più sconsigliata, perché aumento la rigidità di un gruppo, cioè se
sei molto integrato verticalmente hai la fabbrica, il negozio, il fornitore, quindi se hai
un crollo del mercato, crolla tutta la filiale → aumento del rischio dell’impresa
•Acquisto di un cliente → integrazione verticale → per trovare sinergie di ricavo, per
fare più cross-selling. N.B. Il marchio è importante perché assicura un veicolo di
clientela Più equilibrata la crescita interna di quella esterna.
GRUPPI DI IMPRESE Nelle moderne economie, è sempre più frequente che un’impresa sia
incaricata in un contesto ambientale più complesso e abbia rapporti di partecipazione e
di interessenza con altri soggetti imprenditoriali. Sono considerate società controllate:
1.Le società in cui un’altra società dispone della maggioranza dei voti esercitabili
nell’assemblea ordinaria; 2.Le società in cui un’altra società dispone di voti sufficienti
per esercitare un’influenza dominante nell’assemblea ordinaria; 3.Le società che sono
sotto influenza dominante di un’altra società in virtù di particolari vincoli contrattuali
con essa. Sono considerate società collegate quelle sulle quali un’altra società esercita
una influenza notevole. L’influenza si presume quando nell’assemblea ordinaria può
essere esercitato almeno 1/5 dei voti ovvero un 1/10 se la società ha azioni quotate in
mercati regolamentati.
Le parti possono definirsi correlate se due società, una delle quali abbia la capacità di
controllare o di esercitare un’influenza notevole sull’assunzione di decisioni operative e
finanziarie dell’altra.
Il gruppo di imprese è costituito da un complesso di imprese che hanno tra loro vincoli
di natura partecipativa e/o contrattuale e che, seppur dotate ciascuna di una propria
personalità e autonomia giuridica, sul piano strategico rispondono a un unico soggetto
economico.
Partecipazioni dirette di controllo e collegamento:
Partecipazioni indirette di controllo e collegamento:
Partecipazioni mista di controllo:
Partecipazioni mista di collegamento:
La scelta del soggetto economico di costituire un gruppo risponde a esigenze
strategiche, quali: •il consolidamento delle posizioni aziendali rispetto alla concorrenza
con l’acquisizione di imprese operanti in settori affini o congiunti; •la creazione di
strutture di maggiori dimensioni per raggiungere vantaggi competitivi; •l’ingresso in
nuovi mercati o settori di business; •l’internazionalizzazione e/o la penetrazione di
nuove aree geografiche; •la necessità di riorganizzare un’azienda operante in tanti
diversi settori, parcellizzando in altrettante società le relative aree di business e
assicurando così maggiore snellezza e la riduzione dei costi di gestione
In tutte le imprese che partecipano al gruppo risulta necessario: •che vi sia la
condivisione delle strategie e delle politiche a tutti i livelli; •le informazioni e i dati
circolino correttamente;
•la standardizzazione dei sistemi di rilevazione e monitoraggio consenta di effettuare
comparazioni; •l’esercizio del controllo sull’andamento economico, finanziario e
patrimoniale garantisca l’efficiente allocazione delle risorse; •l’irrigidimento della
struttura, comportando esigenze di coordinamento, di comunicazione e di controllo tra
le varie aziende; •evitare l’incremento dei costi di gestione; •la creazione di un’attività
di circolazione delle informazioni e di reporting molto complessa. Si definisce verticale
quel processo strategico di sviluppo realizzato tramite l’acquisizione da parte di
un’impresa di altri enti economici collocati a monte e/o a valle del proprio processo
produttivo. I processi di integrazione verticale possono essere determinati dall’esistenza
di: •conseguire vantaggi competitivi nell’acquisizione dei fattori della produzione per
aggirare eventuali barriere tecnologiche o commerciali all’entrata; •proteggersi dalla
concorrenza, creando barriere che inibiscano l’acquisizione da parte di altre società di
know how; •coordinare il processo produttivo nel suo complesso soprattutto laddove si
sia in presenza di cicli ad alta specializzazione; •controllare l’acquisizione degli input
quando questi siano scarsi; •controllare la qualità degli input che sono impiegati nel
processo produttivo. Il processo di integrazione verticale presuppone la scelta tra make
or buy, ossia la decisione tra quali attività svolgere all’interno del gruppo e quali
affidare in outsourcing. Gli svantaggi dell’integrazione verticale sono rappresentati
dall’elevata onerosità e burocratizzazione che si generano in strutture organizzative di
grandi dimensioni.
Si definisce orizzontale la strategia di sviluppo mediante la quale le attività di
un’impresa sono applicate attraverso l’integrazione o l’acquisizione di imprese operanti
nello stesso settore allo scopo di beneficiare di vantaggi competitivi in termini di:
•economie di scala; •ampliamento della quota di mercato; •acquisizione di attività o
linee di prodotto simili; •sfruttamento di sinergie tra prodotti o linee di prodotto;
•complementarietà o sussidiarietà delle attività. Sia nel caso di integrazione verticale
sia in quella orizzontale, la maggiore rischiosità è rappresentata dall’incapacità delle
strutture a fronteggiare le esigenze di cambiamento e di adeguarsi alle mutate
condizioni ambientali soprattutto in situazioni, quali quelle attuali, di incertezza e
turbolenza del mercato globale. Valide e più flessibili alternative alla creazione di
Gruppi possono essere rappresentate da: •Le strategie di outsourcing; •Gli accordi e le
alleanze strategiche tra imprese.
LE STRATEGIA DI OUTSOURCING Il processo di esternalizzazione (outsourcing)
rappresenta uno strumento di contenimento dei costi per le piccole e medie imprese. In
particolare la politica di outsourcing viene molto spesso attuata nelle seguenti aree
funzionali: i.assistenza post vendita, in inglese CRM ossia Customer Relationship
Management, tramite postazioni di call center affidate ad aziende esterne (riduzione dei
costi del personale); ii.amministrazione e contabilità, mediante l’affidamento a
professionisti o a centri specializzati esterni (riduzione dei costi amministrativi);
iii.produzione, per l’esigenza di fruire di tecnologie diverse rispetto a quelle
normalmente utilizzate.
ACCORDI E ALLEANZE TRA IMPRESE Rapporti tra società → più gruppi → ricerca di
sinergie Hostis → nemico contro cui si combatte Inimicus → nemico da combattere (il
fine è eliminarlo) Rivalis → la cui esistenza si pone in competizione con te no
competizione! Si accordi! Filiera → Organizzazione, spesso non codificata (meta-
organizzazione, (oltre), di 2o livello), rappresentata dall'insieme delle imprese che
devono collaborare tra loro per poter sopravvivere (strategie di tipo verticale).
Allegati: -collaborazioni in verticale (filiera) - distretti industriali → una meta-
organizzazione tra imprese concorrenti tra loro
Gli accordi tra imprese possono essere definiti come quella vasta gamma di intese, in
base alle quali due o più imprese
convengono di instaurare tra loro relazioni durature nel medio lungo periodo. Gli
accordi possono costituire un’alternativa a fenomeni di integrazione e di costruzione di
gruppi in un’ottica di mantenimento dell’agilità e di contenimento dei costi. Consentono
di fronteggiare la complessità e i cambiamenti della tecnologia e del mercato di
riferimento. In particolare, quando: •il soggetto economico valuta che l’outsourcing
consente la realizzazione di un vantaggio competitivo maggiore rispetto
all’internalizzazione; •l’esigenza di partecipare a gare d’appalto pubbliche o tender;
•l’internazionalizzazione dell’impresa attraverso accordi con aziende locali; •lo sviluppo
di progetti ad altissima specializzazione, che necessitano di ingenti investimenti. Le
alleanze strategiche possono essere orizzontali, quando l’accordo ha per oggetto la
collaborazione tra imprese che operano nello stesso settore, oppure verticali, quando
l’accordo interessa aziende che operano in diverse fasi dello stesso ciclo produttivo. La
cooperazione tra imprese può rispondere a esigenze di carattere tecnico, commerciale o
finanziario.
ALLIANCES: value network
Business is a complex mix of both competition and cooperation. A new venture
possesses valuable novelty and innovation that will attract the attention of suppliers,
customers, competitors, and complementors, acting ad a value network. All the
participant are connected and participate in this network of activity. All the members of
the value network are connected together in the higher education value network. The
university must cooperate with its suppliers, customers, competitors and
complementors.
A partnership or alliance is an association of 2 or ore firms that agree to cooperate with
one another to achieve mutually compatible goals that would be difficult for each to
accomplish alone. Proactive firms take the initiative rather than react to events. All
alliances are based on some exchange of knowledge in addition to a flow of products,
capital, or technology. Alliance function best when mutual benefits and commitment are
clear to all parties. The new firm should consider developing an alliance when it lacks
the necessary assets that a complementor can provide. Alliances have a variety of
structures and are usually governed by a contract that delineates the roles and
responsibilities of each partner.
Un esempio di co-marketing di oggi: Fiat (panda) e Wind Esempio di joint venture a
livello internazionale → quando si va oltre la semplice vendita per l'esportazione. Sono
accordi con gli operatori locali per fare una serie di attività. Ci sonno vantaggi di
legittimazione, di conoscenza delle esigenze specifiche del mercato dove stai andando
Esempio di Merger → quando un'azienda se ne compra un'altra e se la incorpora.
Fare alleanze è la cosa più importante ma anche quella più difficile. E' importante fare
una manutenzione dell'allenza, per controllarla e rafforzarla continuamente (fare una
specie di “cultura dell'alleanza”).
La joint venture è una forma di cooperazione tra due o più società allo scopo di
realizzare uno specifico affare o un interesse economico, finanziario. La joint venture
rappresenta uno strumento molto utilizzato per l’internazionalizzazione e per l’ingresso
in nuovi mercati da parte delle piccole imprese, in quanto consente loro di realizzare
vantaggi competitivi derivanti dallo sfruttamento di sinergie con altri soggetti
imprenditoriali, magari con costi ridotti. La joint venture costituisce anche un veicolo
per lo sviluppo congiunto di determinati progetti che richiedono investimenti ingenti.
→ perchè viene fatta la joint venture? Perchè i costi di produzione sono molto più bassi
quindi ci sono vantaggi per tutti
Il consorzio è un contratto con il quale due o più imprese istituiscono un’organizzazione
comune per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese. Nel consorzio
prevale l’aspetto mutualistico e lo spirito associativo. L’associazione temporanea di
imprese è un accordo contrattuale finalizzato alla realizzazione di grandi opere e
appalti, pubblici e/ privati.
Il contratto di subfornitura prevede che l’esecuzione di alcune fasi del processo
produttivo sia demandata a economie terze.
LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA Efficienza è il rendimento fisico - tecnico dei processi
produttivo, ossia la relazione che intercorre tra risultati conseguiti e mezzi impiegati.
L’incremento del rendimento delle risorse impiegate in rapporto all’output viene
realizzato attraverso le cosiddette: •economie di scala → economia vuol dire risparmio,
produzione. Risparmi attraverso la scala, in senso di scale (in inglese), di rapporto, come
una carta geografica. Cosa sono le economie di scala, sono dei risparmi che posso
conseguire puntando ad una quantità di produzione che renda efficienti i rapporti tra le
linee di produzione: immaginiamo di essere un'azienda che produce profumo dalla
buccia d'arancia. Prima si spremono le arance per separare, e la macchina spremendo
produce 500kg di bucce, mentre la macchina che estrae l'essenza dalla buccia ne
consuma 200kg l'ora. Allora ne compro due cosi e fino a comprare tante da spremere e
estrarre l'essenza allo stesso modo. In questo modo ottimizzo, mettendo in rapporto
ottimale tra loro le macchine della prima fase (spremitrici) con quelle della seconda
fase (estrattrici). Ho applicato la legge del minimo comune multiplo. E' errato dire che
le economie si conseguono con l'aumento INTELLIGENTE della dimensione. Le economie
di scala dipendono dal rapporto ottimizzato delle quantità. Devo avere certe dimensioni
grandi ma con intelligenza, infatti quando diventi troppo grande entri in un campo che
viene chiamato diseconomia di scala. La dimensione occorre ma non deve essere unica a
sé, deve essere intelligente; •economie di scopo: si sfruttano al massimo (compagnie di
succhi che producono anche le bucce). Occorrono certe dimensioni esempio sono le
compagnie aeree; •economie di apprendimento. I risparmi si traducono sul piano
economico nella riduzione del costo medio unitario di prodotto e in un vantaggio
competitivo per l’azienda che realizza tali risparmi.
Finora abbiamo visto aspetti di governance, di gestione. Ogni impresa ha un ciclo:
acquistare → trasformare e quindi produrre → vendere. Sono una serie di attività
chiamate operazioni (operations). Ogni management ha l'obiettivo di rendere efficienti il
più possibile (gestione dell'impresa).
Nel gestire, l'impresa deve agire secondo principi di efficienza (anche legato alle
attività del processo produttivo) e di efficacia (tema più legato alla progettazione
strategica della gestione). L'efficienza richiede la capacità di avere un prodotto che sia
efficace e che vada sul mercato e chiede anche un certo livello dimensionale perchè
tramite esso si riesce ad avere una riduzione del costo intero di un prodotto.
Principi efficienti: 1.La capacità di sfruttare nel modo migliore possibile i costi fissi:
sono quei costi che l'impresa deve sostenere comunque a prescindere dalla quantità
prodotta (es. aula non piena grande, ma prof pagato uguale) 2.Capacitò produttiva:
massimo quantitativo di prodotto che posso fare dato un certo impianto produttivo
SCALE AND SCOPE
•Scalability refers to how big a firm can grow in various dimensions to provide more
service. Easily scalable ventures are attractive, while ventures that are difficult to grow
are less so. •Capacity is the ability to act or do something. A firm that can easily grow
its capacity is said to be readily scalable. •Working capital is a firm’s current assets
minus its current liabilities. •Managing a firm for scalability is important to its success.
•A scope of a firm is the range of products offered or distribution channels utilized. The
sharing of resources such as manufacturing facilities, distribution channels, and other
factors by multiple products or business units gives rise to economies of scope.
Efficacia rappresenta la capacità generale dell’impresa di raggiungere gli obiettivi
strategici programmati e di creare in tal modo le condizioni per poter perdurare nel
tempo e svilupparsi nel sistema economico in condizioni di autonomia e di efficienza.
L’efficacia non è un mero parametro economico e non può essere misurata
esclusivamente in ragione dei risultati economici conseguiti, ma deve essere intesa in
termini di creazione di valore per tutti coloro che interagiscono con
l’impresa stessa. Non esiste una relazione tra livello di efficienza e livello di efficacia
ma, trattandosi di concetti relativi, il perseguimento dell’uno, dell’altro o di entrambi
rientra nel processo di pianificazione strategica del soggetto economico. Nel breve e nel
medio periodo efficacia ed efficienza potrebbero presentarsi addirittura in una relazione
di trade off; mentre nel lungo termine le strategie aziendali dovrebbero assicurare il
rispetto di entrambe.
La finalità della pianificazione strategica è quella di classificare gli eventi secondo la
rispettiva probabilità di verificarsi e di correlare a essi le azioni necessarie per
assicurare la governabilità degli stessi eventi. Il processo di pianificazione strategica non
deve essere finalizzato ad “indovinare” gli eventi positivi che nel futuro si
verificheranno nel tentativo di evitare ogni evento negativo, ma deve assicurare
all’organizzazione la sopravvivenza e la flessibilità nell’adeguarsi al futuro. La
pianificazione è sicuramente volta a conseguire un determinato obiettivo primario che,
nel caso delle imprese, è identificabile nella sopravvivenza, nello sviluppo e nella
creazione di valore nell’ambito della missione aziendale. Nell’incertezza che
caratterizza il futuro, ciascuna impresa deve innanzitutto definire cosa è e cosa vuole
diventare.
La pianificazione strategica è il processo aziendale di definizione degli obiettivi e di
individuazione delle procedure e dei mezzi da impiegare per il loro relativo
raggiungimento. Si tratta del processo attuato dal soggetto economico quale massimo
organo volitivo dell’azienda. Non esiste una tecnica di pianificazione immutabile e
valevole nello spazio e nel tempo. Per riuscire ad ottenere elevate performance occorre
creare una relazione sinergica tra tre elementi: la strategia dell’impresa, la sua
struttura organizzativa, l’ambiente nel quale essa opera.
LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA: La dimensione  è molto importante per definire come
un’impresa può essere più competitiva di un’altra. La dimensione è una condizione
necessaria per la competitività, ma non è automatica e deve essere utilizzata con
intelligenza, cioè si devono sfruttare i costi fissi fin dove c’è “capienza”. ESEMPI DI
VANTAGGIO DI COSTO CONSEGUIBILE ATTRAVERSO LE QUANTITÀ: Primo esempio:
Sfruttamento dei costi fissi  maggiore è il numero di attività svolta, minore è il costo
fisso  costo fisso totale e numero di unità prodotte. Secondo esempio: Economia di
scala  modo in cui si incrociano i diversi costi fissi Terzo esempio: Economia di scopo o
sinergia di scopo  quando utilizzando un processo produttivo si riesce a produrre non
solo una determinata attività, ma anche uno scopo. Liberano tantissimo valore e sono
amiche dell’ambiente perché consentono di consumare minore energia per produrre un
prodotto e consentono di rigenerare l’energia stessa. Questo tipo di economia è
conseguibile solo grazie ad elevati livelli di quantità. Quarto esempio: attraverso solo la
quantità e non la quantità intelligente: l’economia di apprendimento, di conoscenza o di
esperienza  più volte si fa una cosa, meglio la si fa dopo un tot di volte. [Esempio: uso
della metro. Se si sceglie di prendere casa vicino alla metro che si usa di più, magari per
andare al lavoro, serve per risparmiare tempo e ottimizzare il tutto]. Questo tipo di
economia deriva dalla somma delle esperienze di produzione che si sono fatte. Questo
tipo di economia, inoltre, è la base per giustificare un altro fattore di miglioramento
della competitività di un’impresa  si concepisce meglio l’innovazione di un
prodotto/servizio, ci si accorge meglio e prima dei miglioramenti da apportare. Legge di
Moore  legge nata da una “legge” empirica afferma: “ogni due anni la velocità di
elaborazione dei chip raddoppia”. N.B. Il limite di un’innovazione che deriva solo
dall’esperienza è un’innovazione che manca di criticità e creatività, ma è solo
un’innovazione tecnologica. Il tema di ridurre i costi in maniera efficiente è
fondamentale e legata alla dimensione, fattore di competitività tra le imprese. Le
imprese oltre alla possibilità di essere più efficienti, quindi con costi più bassi, bisogna
produrre servizi più efficaci.
 Efficienza = rapporto tra output e input [vecchie slide]
 Efficacia= l’impresa non deve preoccuparsi solo del costo più basso, perché il costo è
fondamentale ma non è tutto, ma serve la capacità di creare/produrre un prodotto che
soddisfi pienamente il cliente.
Made in Italy = insieme dei prodotti riconosciuti di maggiore qualità se riconosciuti
come italiani e si basa su 4 eccellenze = le 4 A: automobili, abbigliamento,
arredamento, alimentare. Ora sono diventate le 3 F: fashion, forniture e food, che
diventano più competitivi nell’efficacia [L’Italia ha la capacità di unire il bello all’utile
nella produzione di molti prodotti]. N.B. Non basta il prodotto, serve l’efficacia, grazie
allo story-telling. Un’impresa deve essere, quindi, orientata all’efficienza e all’efficacia,
alla base della strategia di un’impresa. Economia di scarico e economia di
scopo/efficacia e efficienza  possibili domande
INNOVAZIONE, START-UP E INCUBATORE DI IMPRESA – ANNA DELAYEVA L’innovazione è
una novità, è una variabile che interviene nei processi già prestabiliti, per innovarli,
migliorarli, perché è il suo scopo. = ogni novità, mutamento, trasformazione che
modifichi radicalmente o provochi comunque un efficace svecchiamento in un
ordinamento politico o sociale, in un metodo di produzione, in una tecnica, anche in
particolari meccanismi o prodotti dell’industria (Treccani) → variabile condizionante (X)
L’innovazione può apparire come: • introduzione di un nuovo bene/prodotto •
introduzione di un nuovo processo/metodo di produzione • la riorganizzazione della
produzione, delle funzioni interne o della distribuzione – input intermedi nel processo •
l’organizzazione come configurazione d’impresa o le relazioni con gli stakeholders •
apertura di un nuovo mercato • la conquista di una nuova fonte di approvvigionamento
di materie prime e semilavorati • sostituzione del materiale con un altro alternativo e
meno costoso, mantenendo la stessa qualità del prodotto • miglioramenti degli
strumenti e/o degli metodi del fare l’innovazione
Dagli anni 50, si sviluppava un nuovo modello, piuttosto che un prodotto o un’idea.
Metà anni 60, prima si studiano le esigenze di mercato e poi si crea il prodotto e lo si
mette sul mercato. Anni 80 si parte dal design e poi si passa alla ricerca.
Startup ( o Start up) = piccola organizzazione costituita da uno o più individui raccolti in
un gruppo (team), che offrono al mercato un’idea innovativa da loro generata in risposta
alla percezione dei bisogni di un determinato settore. E’ impossibile definire con
esattezza le competenze e le caratteristiche necessarie per
raggiungere successo come amministratore di una startup.
 Crescita e affermazione  Vendita delle quote o exit
I fattori a favore
- cambiamenti nei processi produttivi (rivoluzione tecnologica, open innovation) →
causa/effetto - nuove figure professionali - crescente rilevanza della cura del cliente -
cultura del talento - lavoro a distanza - riduzione delle barriere all’ingresso sul mercato
- diffusione del concetto di imprenditoria digitale - sviluppo di ecosistemi
imprenditoriali
Caratteristiche: - crescita in tempi rapidi - business model ripetibile, scalabile e
profittevole - forte esposizione al rischio - alto grado di ammissibilità dell’errore -
elevata flessibilità
Particolare importanza - utilizzo dispositivi tecnologici - creatività - opinione dei
potenziali utenti nella definizione del prodotto - fattore umano e le caratteristiche
personali dei partecipanti
Tipologie attività IULM Innovation Lab:
- Lecture - Mentorship - Advising - Module Review e Pitch Training - Pitch Maraton -
Visita studio H-Farm - Demo Day (fine giugno)
VENTURE STRATEGY
1.Develop the vision and mission statements, and the business model → Il business è
segnato dal momento della fine, che sarebbe la vendita. Ma prima ci sono acquisto e
trasformazione e poi vendita, che l'azienda deve riuscire a organizzare in modo
coordinato; 2.Descrivere le nostre competenze specifiche, i suoi clienti e il suo
vantaggio competitivo→ bisogna capire chi sono i miei clienti, le spese, e questo è un
tema di cliente e dell'essenza del valore. Dobbiamo capire le nostre competenze
specifiche perchè la specificità ci permette di avere un vantaggio sulla concorrenza; 3.=
4.= 5.Descrivere l'industria e il contesto per l'azienda e la sua concorrenza → bisogna
avere anche un approccio prudente per capire quali sono le minacce, i rischi (oltre alle
opportunità avendo una visione ottimista) 6.identificare i fattori chiave per il successo
utilizzando iil “six forces model”
The formulation of a sound strategy is based on deep knowledge of the opportunity, the
industry, and its contest. In describing the opportunity as a vision, a sense of drama and
vitality emerges. With this vitality, the entrepreneur motivates the team and the
investors to share the vision, embrace the strategy, and act on it. Long-term planning is
very difficult due to dynamic nature of the competitive marketplace. It is difficult to
distinguish competitors from collaborators from suppliers. Those who focus on
continuously adjusting and aligning a firm’s strategy and capabilities will constantly
evolve from one strategic position to the next strategic position in response to changing
conditions.
La strategia è un piano, una serie di azioni che vengono applicati per raggiungere
determinati obiettivi. Il coordinamento è prendere delle decisioni e fare delle azioni che
siano tra loro coordinati e coerenti per far si di raggiungere gli obiettivi.
Valorizzare i punti di forza che l'impresa ha davanti a sé. Bisogna capire quali sono le
competences, ossia organizzare le risorse nel modo più efficace ed efficiente. Le risorse
più preziose sono le persone.
Un'impresa è più competitiva dei suoi concorrenti non perchè ha delle risorse, ma
perchè quelle risorse sono abituate a lavorare insieme e questo diventa un unicuum,
come una squadra di calcio.
Bisogna saper organizzare le risorse per farle diventare competenze.
Vision= ogni istituto nasce perchè intende raggiungere qualcosa. La visione è uno stato
(modalità di vita, di agire) per spiegare come ci si vorrebbe comportare (formare
un'èlite) Mission= insieme delle azioni da intraprendere per realizzare la visione (erogare
servizi per consentire la formazione di
quest'èlite)
Fare una strategia di un'impresa per un manager è la cosa più bella ma è molto difficile
perchè ci sono molti imprevisti. Fare un piano strategico è uno sforzo di immaginare una
visione e pensare a come agire per realizzarla. Alla base di una strategia di successo non
c'è solo un ragionamento solido ma ci vuole anche molta fortuna (essere nel posto giusto
al momento giusto). E' molto difficile per una persona realizzare sempre strategie di
successo, e soprattutto si impara più dagli errori che dai successi.
PRINCIPALI FASI DEL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE STRATEGICA 1.finalità dell'impresa =
vision and mission 2.politiche dell'azienda = legate all'idea di attuazione, come attuare
le finalità 3.obiettivi= raggiungere qualche punto intermedio 4.programma= è la
descrizione delle attività operative da fare, le to do things; il piano è diverso perchè è la
visione unitaria di tutto 5.monitoraggio e adeguamento per essere pronto a cambiare
continuamente se le cose non funzionano
LIVELLI DELLA PIANIFICAZIONE STRATEGICA:
1.pianificazione corporate → prendere delle decisioni in ordine rispetto a come metto
insieme diversi business. Ci si chiede qual è il motivo per cui ha senso mettere insieme,
affinchè la somme dei busiiness diversi aggiunga valore, liberi sinergie 2.pianificazione
di business → data da produzione: acquisto, produzione, vendita. Cioè definire
prodotto, mercato e tecnologia. 3.pianificazione funzionale → come le diverse funzioni
si adottano per raggiungere un successo, come faccio le politiche delle varie funzioni per
mettere in pratica una strategia.
CICLO DI VITA DEL PRODOTTO Si è dimostrato che nessun oggetto dura per sempre.
Attraverso l'asse delle ascisse (tempo) si nota che le vendite a un certo punto declinano,
solo con la revitalizzazione ci si può riprendere (es. il nuovo Dash).
Cash cow: prodotti verso fin di vita su cui non devi più investire. Bisogna essere capaci
di combinare il tutto.
La strategia di business non può prescindere dall’analisi del mercato di riferimento, in
termini di concorrenza. Dopo l’analisi strategica del mercato di riferimento, il
responsabile di business dovrà eseguire un’attenta valutazione interna per individuare
rischi e vantaggi, opportunità e debolezze dell’unità. La strategia funzionale compete ai
responsabili di funzione ed è finalizzata alla definizione di piani operativi nella cornice
delle previsioni delle strategie corporate e business.
LEZIONI PROFESSORE ALBERTO MINGARDI - Mercoledì
IL MERCATO L'economia è un modo per provare a capire il mondo, e dobbiamo
avvicinarci ad esso imparando a parlarne la lingua. Non è solo una questione di simboli,
formule ma anche di parole e lingua “in prosa”. “Tutti siamo ignoranti, solo su
argomenti diversi.” - Will Rogers (attore comico).
Von Hayek: “Si può affermare che la civiltà ha avuto inizio quando l'individuo, nel
perseguire i suoi fini, ha potuto utilizzare conoscenze maggiori di quelle da lui stesso
acquistate e quando, approfittando di una conoscenza che egli stesso non possedeva, è
potuto uscire dai confini della sua ignoranza”. I nostri fini: imparare (dagli altri) uscendo
dai confini della nostra ignoranza.
Economia = processo economico di una società moderna, stiamo parlando di ignoranza e
complessità. Modo in cui tutte le conoscenze vengono o no attirare per perseguire
determinati fini.

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