Sei sulla pagina 1di 5

Alla morte i discepoli si scindono in destra (conservatori, vecchi) e sinistra (superare, giovani) hegeliana.

La grande divisione è data dalla religione e dalla politica. Religione e filosofia hanno lo stesso contenuto: la
destra afferma che la filosofia deve difendere la religione, manifestazione della ragione, contradditorio con
l’idea hegeliana. La sinistra usa le armi della filosofia per criticare la religione, la analizzano e ne mostrano
l’inconsistenza. La filosofia è razionalità che deve mostrare la non razionalità della religione, ha una valenza
critica di mutamento, deve cambiare la realtà. Strauss scrive la celeberrima Vita di Gesù: analisi critica dei
testi sacri, afferma che nei contenuti dei vangeli ci sono storia (eventi), filosofia (unione finito infinito) e
mito (aspettative culturali che un certo popolo desidera ed effetti che suscita il Cristo). Per lui la filosofia è
una inadeguata comprensione della realtà.
Tre idee di Dio: l’uomo è cosciente di sé stesso, come individuo, fragile e finito, come specie, potente e
infinito, l’uomo proietta al di fuori di sé qualità che non possiede; quindi, crea questa proiezione illusoria di
qualità umane, Dio. L’uomo vive la sua vita nella diatriba tra volere e potere, mentre se proiettiamo questa
diatriba ad un livello superiore creiamo un Dio che può tutto, che può e vuole tutto. Infine, si può affermare
che l’uomo è dipendente dalla natura, che gli permette di sopravvivere; quindi, egli crede negli elementi
della natura.
L’alienazione per Hegel è il momento in cui la ragione si smarrisce ed esce da sé nel mondo della storia
umana, processo dialettico e spirituale, poiché nel terzo momento ritorna in sé arricchita. In Feuerbach
vediamo che il processo di alienazione si restringe al campo religioso, smarrimento dell’uomo rispetto alle
sue qualità, cedendole a Dio. Pertanto, è un processo naturale religioso, dove l’uomo diventa servo della
proiezione delle qualità assolute di Dio.
L’uomo crea Dio: onnipotente, onnisciente, amore infinito, che sono le assolutizzazioni delle tre qualità
dell’uomo, volere, pensare, sentire. Le qualità nell’individuo sono imperfette limitate, nella specie sono
perfette e illimitate. Nell’individuo il volere non è il potere, non può esaudire la sua volontà, ma questa
frustrazione si colma con il pensare ad un’assolutizzazione. L’uomo si aliena, perde le sue essenze. Tramite
questo processo il nuovo oggetto rappresenta per il soggetto un ostacolo. Solo diventando atea l’uomo riesce
a recuperare le sue qualità, per riconoscerle nell’umanità (assenza di aufhebung).
La prassi (praxis) per Marx è ogni forma di attività umana, teorica o pratica; è un'attività produttiva
concreta che modifica l'oggetto del suo stesso produrre. ... Verità, realtà e potere infatti secondo lui sono
decidibili solo nella prassi, poiché ogni teoria deve essere corroborata dalle pratiche.
La modernità è scissione. Per il greco non esiste la scissione tra io privato e io pubblico, quando era con gli
altri era libero, si sentiva sé stesso. Con la modernità abbiamo società civile e stato. Nella società le forze
attive sono quelle economiche, guidate dall’egoismo, che viene messo a servizio del tutto nello stato. Per
Marx esiste la società civile, ma lo stato come entità organica no. È una costruzione arbitrale nel quale si
esprimono gli interessi della classe dominante. La proprietà privata forma la disuguaglianza reale. La libertà
individuale è un altro fautore di disuguaglianza. Quindi sono disuguaglianza economiche. Lo stato non può
sanare ciò. L’io privato esiste, l’io pubblico è un sogno.
Marx economista. Analizza l’economia borghese: da bravo hegeliano afferma che la borghesia erra quando
assolutizza un mezzo di produzione (capitalismo). Non vedono la grande contraddizione di questo metodo:
mette da una parte i mezzi di produzione, solo per i borghesi, mentre i proletari, non avendo capitale né
mezzi di produzione, devono vendere il proprio lavoro. Per Marx l’essenza dell’uomo è il lavoro, ma se
l’uomo deve dare via il proprio lavoro, perde la propria essenza, quindi parte un processo di alienazione.
1. È alienato rispetto al prodotto: l’operaio produce ma il suo prodotto non gli appartiene.
2. È alienato rispetto alla propria attività: l’attività deve avere un fine, ma nella sua azione non capisce
se ha uno scopo o un fine.
3. È alienato nei confronti della propria essenza: l’uomo si realizza in quella che fa, quindi se togli
l’essenza all’uomo perde identità.
4. È alienato rispetto all’altro: l’interlocutore dell’operaio è il capitalista, che lo considera venditore
senza un’identità precisa, manca di termine dialettico.
Per superare l’alienazione subentra la rivoluzione: il proletario deve distruggere le condizioni di lavoro che
lo alienano, partendo dal baluardo del capitalismo, la proprietà privata.
Denaro (capitalista) – merce (operaio) – denaro (capitalista)
Ideologia tedesca. Passaggio da umanismo a materialismo: si pone in contrasto con gli esponenti con la
sinistra hegeliana, da cui proveniva. Cosa muove il mondo? Cerca di fondare una visione scientifica che
possa spiegare la storia e il movimento del genere umano.
Umanità = individui associati che lottano per la sopravvivenza. Mangiare, bere, essere protetti,
abbigliamento… bisogni primari che devono essere soddisfatti, tra essi c’è il lavoro. Questa è la dinamica
materialistica-storica che evolve il progresso del genere umano. È una dimensione economica, dialettica
bisogno soddisfacimento.
Marx coglie la struttura dell’economia.
1. Forze produttive: mezzi (aratro), uomini (servi), conoscenze (agricoltura).
2. Rapporti di produzione o proprietà: chi possiede i mezzi, chi trae vantaggio dall’economia
(feudatari)

È presente inoltre la sovrastruttura, determinata da chi detiene i mezzi di produzione, il potere.


1. Cultura: poemi cavallereschi
2. Forma statale: feudalesimo
3. Religione: cattolicesimo

Le forze produttive vanno più in fretta rispetto ai rapporti di produzione; quindi, diventano più antiquate e
sorge la borghesia, che con la Rivoluzione francese riesce a scalzare la nobiltà dal potere politico.
Per la cultura nasce il romanzo borghese, poi lo stato liberale, poi protestantesimo, deismo...

Tutto quello che esce dall’economia capitalista è merce, in essa è presente un lavoro, che conferisce valore
alle merci. Ogni merce ha due valori: valore d’uso, lo scopo per il quale questa merce funziona, ma molto
più importante è il valore di scambio, ha a che fare con la quantità di lavoro socialmente necessario per
produrla. Una certa merce varia nei diversi periodi storici.

Positivismo= atmosfera culturale che attraversa l’Occidente durante l’Ottocento. Il primo a nominarlo è Saint
Simon, esalta la scienza e rifiuta l’approccio metafisico. Quindi è figlio dei successi scientifici del XIX
secolo.

IL CAPITALE
Scritto a Londra. Si dedica allo studio dell'economia capitalilsta. Il capitale è un ingente somma di denaro
che deve essere investita per produrre più denaro. L'economia è una manifestazione storico di come può
essere l'economia in contrapposizione con l'idea borghese del capitalismo come unica soluzione economica. I
difetti del capitalismo sono lo sfruttamento e il depauperamento dell'ambiente. Il capitalismo ha ridotto tutto
alla dimensione del profitto.
Il concetto centrale dell'economia è la merce. "voi siete nel bosco raaccogliete una mela, quella non è merce.
Al supermercato la mela è merce". Perchè dietro alla mela del supermercato c'è il lavoro.
Ogni merce ha 2 valori, il valore d'uso (il fine della merce), e molto più importante il valore di scambio (ha a
che fare con la quantità di lavoro socialmente necessario per produrla (valore che assume in quel momento)).
Il lavoro conferisce valore alle merci. Lo aveva detto anche Adam Smith. E' socialmente necessario perchè in
tempi storici diversi si impiega una diversa quantità di lavoro. Il capitalismo una volta soddisfatti i bisogni
primari crea dei nuovi bisogni(esempio dei brand i capi firmati).
Marx avverte di non cadere nel feticismo delle merci. Noi non dobbiamo apprezzare le merci perchè sono
quelle che sono, ma dobbiamo apprezzarle per il lavoro che ci è messo dentro. E' il lavoro a dare valore non
la merce in se.
Nell'economia capitalista diventa merce anche il lavoro. Il lavoro viene messo sul mercato dall'operaio come
merce. Che valore d'uso ha il lavoro? Attribuire valore alle cose.
Quale è il valore di scambio del lavoro? E' la quantita di lavoro socialmente necessario a produrlo. Il lavoro
essendo diventato merce ha le caratteristiche di tutte le merci.
Per produrre la merce lavoro si deve garantire che l'operaio viva. Quello che si da all'operaio è ciò che gli è
necessario a continuare a produrre. Disparità fra valore d'uso e di scambio. Ciò che il l'operaio produce e non
gli viene pagato è il plus lavoro che diventa PLUS VALORE. DMD' capiamo quindi da dove viene '(che è il
più denaro). Il plusvalore diventa profitto.
Del plus valore si può anche calcolare il saggio. Se prendo 100 e pago gli operai 80, 20 è il plus valore
assoluto, 80 è il capitale variabile. (plusvaloreassoluto/capitalevariabile)=saggio plusvalore.
Ma in una fabbrica ci sono anche i macchinari, le spese di produzione, che influiscono sul profitto. Per
calcolare il vero profitto del capitalista quindi il saggio profitto
Plusvalore/(CapitaleVariabile+CapitaleCostante). Il capitale costante sono le spese per le macchine
manutenzione etc., sono spese che vengono fatte ma che non portano nessun utile. Le macchine quindi non
producono niente. Il saggio di profitto è ovviamente inferiore al saggio plusvalore. Il capitalista per tenere
alto il saggio di profitto deve aumentare il plusvalore facendo produrre di più il lavoratore, allungando la
giornata di lavoro, di organizzare la produzione. Facendo così è però cresce il capitale costante. Per
alleggerirlo una soluzione è l'imperialismo grazie al quale si possono ottenere materie prime a basso prezzo.
Più di tanto però il denominatore non si può abbassare quindi si ha la caduta tendenziale del saggio di
profitto(primo problema del capitalismo).
Un altro problema sono le crisi di sovrapproduzione. Questa porta a crisi ricorrenti che portano alla
distruzione di prodotti, disoccupazione. Marx si aspettava che da li a poco il sistema capitalista sarebbe
collassato. Lo strappo è fra il lavoro sempre più sociale, mentre il capitale sempre più in poche mani. Lo
strappo porta alla dittatura del proletariato. Questa è però una dittatura dei molti sui pochi. La prima cosa che
avviene è la socializzazione dei mezzi di produzione.
La rivoluzione deve avvenire. Ragionamento deterministico.
Il proletariato instaura la dittatura del proletariato(dittatura dei molti su pochi). A seguito di una rivoluzione
la dinamica sfruttato sfruttatore non cambia. Ma per Marx questa dinamica dello sfruttamento(causata dalla
proprietà privata) verrà interrotta dal proletariato. Con la dittatura del proletariato si fa la socializzazzione dei
mezzi di produzione. Proprio come fece Lenin(tesi di aprile nazionalizzazione, accumulazione socialista).
Con la socializzazione dovrebbe in teoria sparire lo sfruttamento. Il potere lo ha in mano quindi lo stato.
Questo primo momento subito a seguito della rivoluzione viene definito da Marx comunismo rozzo. Lo stato
diventa lui un capitalista. Lo stato possiede i mezzi. Tutti sono operai e la ricchezza che viene prodotta dagli
operai viene gestita dallo stato(accumulazione socialista secondo Trotskij).
I problemi legati a questo comunismo rozzo : essendo lo stato l'unico capitalista e tutti gli altri operai, si
forma fra questi un'uniformità, un'omogeneità. Appiattamento. Cosa se ne fa dello stato borghese? Nulla.(lo
stato borghese si distrugge non si cambia).
Questo comunismo rozzo deve essere superato. Usa questo esempio del matrimonio. La società borghese che
è basata sul possesso e sullo sfruttamento, ha come simbolo corrispondente il matrimonio che è un rapporto
di possesso dove la moglie è proprietà del marito. Il comunismo rozzo rassomiglia alla prostituzione.
Nessuno dei due va bene. Si deve arrivare al comunismo maturo o realizzato dove i rapporti sono di piena
libertà e consapevolezza. Ogni uomo e donna e liberamente se stesso e si pone verso gli altri senza nessun
rapporto di possesso o sfruttamento.
Qua l'uomo si riappropria del proprio lavoro. Essendo che le macchine producono tutto il necessario=>
Ognuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo la sua necessità.

Per Marx il vero motore della realtà sono i processi economici. Ad esempio le idee dell'illuminismo che poi
guidarono la rivoluzione francese nacquero dalla formazione della borghesia.
Con la rivoluzione francese si passa dal feudalesimo al capitalismo. Le forze produttive sono le macchine il
capitale il proletario, il conoscere. La borghesia ha macchine e capitale. Così come nel medioevo la
borghesia era la contraddizione, i proletari sono la contraddizione del sistema capitalista. La forza di
produzione è sempre più colettiva mentre i rapporti di produzione sono sempre più privati. Il potere è in
mano a enti sempre più privati, mentre il lavoro è sempre più collettivo. Questo per Marx avrebbe dovuto
portare alla rottura dei rapporti di produzione con la abolizione della proprietà privata etc.
Per Marx la storia è storia di lotta di classe(padroni schiavi feudatari servi della gleba etc); o una delle due
classi vince oppure entrambe sprofondano facendone emergere di nuove.
Marx in questa polarizzazione non vede però il formarsi di un ceto medio.

Individua nella storia dei periodi:


-comunismo primitivo : tutto era di tutti perchè nessuno aveva rivendicato la proprietà
-epoca asiatica : in cui la proprietà era collettiva
-epoca antica : dualismo padroni schiavi
-feudale : società feudale, ordini(bellatores...)
-borghese : capitalista
-futura società comunista : scaturisce
In questi periodi la proprietà diventa mano mano sempre più privata. Mentre per Hegel la processualità della
storia è ideale. Nella storia per lui si manifesta lo spirito oggettivo.
La processualità per Marx invece è reale e il soggetto non è lo spirito ma l'economia.
Per Hegel le contraddizioni(antitesi) sono ideali e necessarie(ciò che reale è razionale...), per Marx sono
reali(lo sfruttamento, l'alienazione..) non sono necessarie e devono essere superate.
In Marx l'aufhebung non esiste.
Gli ideologi della sinistra hegeliana pur avendo eseguito il ribaltamento dei rapporti di predicazione, pensano
che la soluzione sia ancora idealistica. Di fronte alla realtà aìl'ideologia la interpreta elabora delle soluzioni a
livello ideale ma rimane chiusa in una dimensione astratta. Anche Feuherbach fece un ragionamento del
genere, dicendo che ci si liberava dall'alienazione si attuava con la distruzione .... i problemi non si risolvono
con le idee ma con le azioni.

Appunti sul manifesto


Sempre le forze economiche muovono la realtà. Questa realtà è stata nascosta fino all'avvento della
borghesia che ha quindi affermato l'unica libertà, quella di commerciare. I rapporti che ci sono fra gli uomini
sono puramente di tipo economico. La borghesia mette davanti alla collettività la cruda realtà(sfruttamento
aperto senza vergogna, diretto, secco).
La borghesia è una classe estremamente dinamica. la prima cosa che fa è smascherare i vecchi valore
ponendo al centro i rapporti economici e l'interesse.
Il modo di produzione della borghesia ha scaatenato una serie di effetti che non possono essere controllate.
La dinamica dell'economia capitalista è inarrestabile.
Marx indivuduerà poi che il proletariato è la classe che deve fermare il capitalismo.
Sempre nel manifesto(in una parte che non abbiamo letto), critica quei socialismi nati prima dello scritto.
Esiste una frattura fatta dall'economia capitalista fra borghesia capitalista e lavoratori. Il proletario ha da
vendere il proprio lavoro. Il lavoro diventa merce. Il socialismo vuole risolvere questa frattura. Individua tre
socialismi
socialismo reazionario vuole risolvere tornando all'antico(ma non si può tornare indietro)
socialismo borghese vorrebbe sanare gli effetti deleteri del capitalismo, senza cancellarne i vantaggi.(però
per marx il capitalismo è sbagliato e da eliminare)
socialismo utopistico Owen industriale che voleva portare gli operai a un grado di coscienza maggiore. Il soc
utopistico comprende che la soluzione sta nell'emancipazione dell'operaio. Owen fu boicottato. Lo fecero
anche Olivetti e in un certo modo Mattei.
Il socialismo di Marx è il socialismo scientifico : Marx dice di essere l'unico ad aver capito le vere leggi della
realtà. Conoscenza scientifica delle leggi della realtà(leggi economiche). Inoltre solo Marx riconosce
l'importanza del proletariato come classe. Solo lui individua nel proletariato la classe guida della
rivoluzione(il soggetto della rivoluzione).

Destra e sinistra hegeliana. Partiamo dal concetto di aufhebung, che vuole dire superare conservando. Quindi
si divide in questi due concetti. I discepoli di Hegel si divisero fra questi:
chi si concentrò sul superare è la sinistra hegeliana o giovani hegeliani. Gli altri sono la destra hegeliana o
vecchi hegeliani.
La religione è uno degli ambiti in cui è più vivo questo scontro. Così anche la politica.
Nella religione e nella filosofia hegel dice che il contenuto è lo stesso. Per la destra hegeliana la filosofia
deve difendere la filosofia deve difendere la religione. La sinistra hegeliana dice che la filosofia supera la
religione. La filosofia quindi critica la ragione. La destra hegeliana non produce risultati di rilievo,
continuano con questo hegelismo dogmatico che non porta niente.
La sinistra vuole dimostrare l'inconsistenza della religione. Il primo è Strauss : scrive la "Vita di Cristo".
analizziandoil Contenuto delle religioni può essere storico. Può essere filosofia (unione finito infinito). Una
volta che abbiamo tolto ciò che è storia e ciò che è filosifia resta ciò che lui definisce mito.E' un racconto
immaginario totalmente irreale che esprime in generale le aspettative, il clima culturale, quello che desidera
un certo popolo o una certa comunità. Gli ebrei aspettavano il messia.
Religione e politica sono i due ambienti.

Potrebbero piacerti anche