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Carl Marx nasce a Treviri, in Renania, zona del sud ovest della Prussia nel 1818.

È un filosofo tedesco di origini ebraiche, nato da una famiglia che poi si convertì al
cristianesimo.
Iniziò gli studi Bon di diritto e giurisprudenza, ma poi il padre lo fece trasferire poiché
secondo lui seguiva troppa la vita universitaria.
A Berlino cambia indirizzo e si dedica alla filosofia.
Legge tutte le opere di HEGEL, durante un periodo di malattia. Rimase molto convinto e si
laureerà con una tesi dove confronterà le due fisiche materialistiche di Epicuro con quella
di Democrito.
Finita l'università, principalmente si conosce come un giornalista politico, poi come
studioso di economica e di sociologia.
Il primo giornale dove scrive si chiama "gazzetta renare": venne chiuse perché combatteva
contro la censura e la libertà della parola e iniziò una serie di peregrinazione in Europa, ma
viene sempre cacciato da un posto all'altro.

Il primo posto dopo va è Parigi, ambiente importante dove conosce i teorici del socialismo
e del comunismo e conosce anche Engels con cui scrive "il manifesto del partito
comunista".
Figura molto importante, che lo aiuterà con dei problemi economici e con dei problemi
familiari, poiché lui si sposò con una donna appartenente ad una famiglia nobile.

Dopo essere stato a Parigi va in Belgio e li pure per richiesta del governo prussiano viene
cacciato, torna quindi a Parigi, poi va a Colonia, torna di nuovo a Parigi e finalmente si
trasferisce a Londra: dove trascorre gli anni più duri economicamente (per mangiare
impegnava i suoi vestiti).
Anni dove lui lavoro su quelli che vengono considerati i "libri blu" = indagini sulle condizioni
del proletariato: studi fondamentali per la stesura del capitale.

Un evento importante è la partecipazione del 1864 alla "prima internazionale" : lui era un
rivoluzionaria, quindi non lo entusiasmò molto.
"la comune di Parigi" nel 1871: evento storico che invece lo interessò molto.

Nel 1883 muore. Ha vissuto una vita brutta dal punto di vista materiale, però il pensiero di
Marx condizionerà il pensiero politico per molto tempo.

Opera importante è "il capitale" : Il primo volume venne pubblicato da lui nel 1867, gli altri
due sono usciti dopo la sua morte, grazie al suo amico Engels che ritrovò e sistemò i suoi
appunti.

IL PENSIERO DI MARX
1. La filosofia ha un nuovo compito: la "mondanizzazione": quello di osservare la realtà
per come essa è realmente e impegnarsi nel risolvere i problemi per cambiarla e
modificarla.
"i filosofi si dono limitati a interpretare il mondo in modo diversi, si tratta ora di
trasformarlo" tesi su Feuerbach 1845.
La filosofia deve essere l'effettivo cambiamento della realtà.

Fino ad ora per la maggior parte dei filosofi aveva uno scopo teoretico e conoscitivo della
realtà:
Con Hegel abbiamo visto che aveva come ruolo quello di comprendere e prendere atto di
come lo spirito di manifesta.
I Schopenhauer e Kierkegaard lo scopo era di concentrarsi sulla vita del l'uomo. Ma anche
qui di fondo vi è un ruolo teoretico, anche se poi la loro filosofia ha lo scopo di parlare della
vita concreta degli uomini, mettendo in luce le vie per superare il dolore e l'angoscia.
In Feuerbach aveva il ruolo di trasformare la teologia in antropologia, di smascherare
quella che è l'alienazione religiosa.

2. Critica a Hegel:
-critica al sistema speculativo e il metodo.
Mente Hegel considera lo stato come idea generale, da cui deriva ogni singoli individuo;
Marx sostiene l'opposto, cioè che lo Stato derivi dai rapporti concreti tra gli individui che lo
compongono.
Quindi prima vi è l'uomo e poi il pensiero in Marx, e non che l'essere deriva dall'idea come
in Hegel.
L'individuo scompare nelle istituzioni (concetto simile ad Hegel), però quello che cambia è
la forma di governo, lo stile che ha uno stato, quello che è lo stato storicamente viene
condizionato da quello che sono gli uomini oggi, uomini legati alle condizioni materiali.

- Critica anche il misticismo logico: rapporto tra le cose reali e il concetto. Per Hegel prima
c'è il concetto di frutta e poi concretamente la mela, la fragola ect.
Marx dice invece che prima ci sono la mela, la fragole ect e poi l'idea della frutta.

- Di Hegel apprezza Marx l'importanza alla storia: come un processo in continua


evoluzione.

- Dialettica, anche Marx riprende il concetto di dialettica di Hegel, poiché parla di sintesi,
cioè del momento conciliante, che supera due tesi contrapposte fra di loro, ma mantiene
entrambe le condizioni.
Quando Hegel parla di dialettica si ferma sulle idee, invece quando Marx parla di dialettica
la rivede nella storia, dove la sintesi diventa qualcosa di nuovo, non riprende niente dalla
tesi e dall'antitesi.
CRITICA ALLA SINISTRA HELEGIANA:
È il maggior esponente insieme a Feuerbach, ma la critica poiché la reputa poco
rivoluzionaria, è vero che erano progressisti, ma la loro era una teoria, una rivoluzione solo
pensata e non messa in pratica: "utopistica".
"L'arma della critica non può sostituire la critica delle armi" = bisogna anche cambiare
qualcosa e non solo pensarlo.

CRITICA A FEUERBACH:
Apprezza la rivalutazione dell'uomo esaltandone l'aspetto sensibile e materiale, però
ancora è un uomo astratto, perché poco radicato nella società e nella storia, cioè
Feuerbach da poco importanza alle condizioni dell'uomo, lo vede come qualcosa di
razionale e sensibile, ma viene meni la dimensione storica, non prende atto nella società e
nella storia.

- Critica il capitalismo perché crede che loro lo hanno assolutizzato, lo hanno considerato
l'unico modo naturale di distribuire la ricchezza. Invece secondo Marx deve essere
superato per cambiare la storia.

ALIENAZIONE
Alienazione religiosa in Feuerbach e in Hegel.

Alienazione significa estraneazione, un distacco radicale.


In Feuerbach l'uomo tirava fuori di sé la propria coscienza, non riconoscendola e
l'attribuiva a Dio, come se l'uomo fosse privato della sua essenza inconsapevolmente.

In Marx l'alienazione è l'espropriazione del frutto del proprio lavoro: in generale è che nel
sistema capitalistico, nell'economia capitalista l'operaio viene privato da ciò che produce.
- Il lavoro è l'atto attraverso cui l'uomo rende oggettive le proprie idee nella materia ed è
necessario affinché l'individuo possa riconoscere sé stesso.
Nel momento in cui l'uomo viene privato del suo prodotto viene impoverito e privato della
sua essenza.
Nel sistema capitalistico infatti l'uomo viene incaricato solo di portare a termine una
piccola azione necessario nell'intero processo della realizzazione dell'oggetto.

ALIENAZIONE rispetto tre concetti:

Quindi rispetto se stesso: perché viene impoverito della sua essenza e gli vengono
sottratte le proprie abilità e capacità, poiché sostituiti prima alla gestione delle macchine e
poi dalle macchine stesse.
Rispetto agli altri: non si relazione con gli altri operai, poiché concentrato sul suo compito
e dal suo superiore, che non lo considera un uomo, ma come mezzo di produzione
attraverso il quale ottiene il suo prodotto finale.

Rispetto all'oggetto: perché non sa niente di esso, non è il suo ma del suo superiore.

Quando Marx parla dell'alienazione sta analizzando la condizione dell'operaio, del


proletario, che è anche esplicitata nel "manifesto del partito comunista".

-all'uomo gli viene impedito di realizzarsi nel lavoro, infatti spesso quando smettono di
lavorare si sentono inutili, poiché non hanno più nell'attività lavorativa ciò per cui si
potevano realizzare.

"Feticismo delle merci"= contano le merci e non gli uomini

Come si può venire fuori da tutto questo? Bisognerebbe attuare una rivoluzione
economica, ribaltando il fondamento stesso dell'alienazione, cioè togliere la proprietà
privata dei mezzi di produzione dalle mani degli imprenditori capitalisti.
Collegamento a Storia.

MATERIALISMO DIALETTICO
Recuperiamo Hegel anche qui.

Studiando sia Democrito e Epicuro entra a conoscenza del loro Materialismo: sono filosofi
che riducevano tutti in atomo e eliminavano la realtà spirituale: gli elementi fondamentali
sono materia e movimento.

Ma lui parla di materialismo storico: l'uomo fin dalla sua origine, deve soddisfare quelli
che sono i suoi bisogni per sopravvivere, a partire da quelli primari (mangiare, dissetarsi
ect).
Ora l'uomo per soddisfare i suoi bisogni lavora affinandosi alle proprie competenze, allo
stesso tempo sviluppa nuove abilità, ed è così che la storia va avanti "progredendo".
L'essenza dell'uomo è data dal lavoro, si afferma e si riconosce su ciò che produce e come
lo produce.
La storia quindi ha una base economica basato sul lavoro.

Le forze produttive hanno uno sviluppo molto veloce rispetto ai rapporti di produzione,
quindi non si adeguano più, ostacolandole. Ecco che si creano rivoluzioni.

Es. gli uomini le macchine nel sistema capitalistico.


Chi gestisce i mezzi e i metodi secondo le proprie abilità? L'imprenditore
Che succede però nell'età del capitalismo? Inizia a capire che le sue condizioni, non sono
condizioni di vita agiate, ecco che va in crisi il rapporto tra lavoratore e capitalista (è
concetto di Servo/padrone adeguato alla filosofia di Marx).

La storia è essa stessa DIALETTICA: nel senso che la storia va avanti poiché ci sono dei
momenti di crisi, ribaltati da momenti di rivoluzioni.
Dialettica Hegeliana: dove vi è un'opposizione segue un momento di unione. Ma il
movimento è radicale in Marx. Mentre nella sintesi di Hegel, c'è si lo scontro, il
superamento ma non radicalmente.

Lui definisce le TAPPE DELLA STORIA, facendo un'analisi storica ("manifesto del partito
comunista" libro di Marx):

1. La comunità primitiva: dove non esiste la proprietà privata.


2. La società asiatica: che possiede un' organizzazione fondata sull'idea che la terra era di
tutti.
3. Società antica: vi è la proprietà privata dove a lavorare sono gli schiavi.
4. Società feudale: dove le proprietà sono accentrate nelle mani dei grandi proprietari
terrieri (I baroni).
5. Società borghese: classe molto rivoluzionaria, inconsapevolmente creò però i
presupposti del suo fallimento, creando la classe del proletariato.
6. Socialismo e Comunismo: Il comunismo come lo pensava Marx non si realizza, per lui
però non era un'utopia, ma un fondamento realistico., "mondanizzazione della filosofia" =
infatti lui credeva che il comunismo si potesse realizzare, definendolo un movimento
"reale".

Secondo Marx la storia è condizionata dai rapporti economici e materiali.


Ma questi cambiamenti nella storia sono necessari per progredire.

Qual è il problema della Borghesia? La borghesia è sempre vista come una classe
rivoluzionaria, uno dei pilastri, ma anche colei che "ha preparato le armi per la loro morte,
preparando anche gli uomini".

STORIA COME LOTTA DI CLASSI: tra Borghesia e proletariato.


Quando è che si può parlare di rivoluzione?? Per avere una rivoluzione bisogna realizzare i
presupporti oggettivi = operari che vivono in condizioni precarie.
Presupposti soggettivi = prendere coscienza che non sei solo tu a vivere in tali condizioni,
ma di essere un'intera classe sociale a soffrire .

Cosa possono fare i proletari?


La loro protesta non sarà mai efficace perché i loro pensieri non sono uguali, non vanno
tutti verso la stessa direzioni, considerati come una "massa incoerente e dispersa" .
Ma nel tempo si organizzano creando associazioni, sommosse, avente come risultato
l'aumento della solidarietà. Grazie alla quale si arriva ad una vera e propria "dittatura del
proletariato" che sfocia in una rivoluzione popolare.

Che tipo di rivoluzione è? violenta e armata.


Ce lo dice Engels, in uno scritto del 1847 che si chiama "principi del comunismo": dove vi è
uno schema da cui ci si è basati per scrivere l'opera di Marx nel 1848 "il manifesto del
partito comunista".
Nella prima parte ci sono tutte domande, alle quali Engels risponde, la più importante è :
-si può fare una rivoluzione in via pacificamente?
Sarebbe l'ideale e auspicabile che tutto avvenne per via pacifica poiché i comunisti
sarebbero gli ultimi ad opporsi, essendo contro la violenza e prendere le armi ha
solamente conseguenze dannose per l'umanità, dice Engels.

Questa rivoluzione quindi potrebbe essere violenta e armata, non solamente pacifica… a
che cosa porterà?
-ad una prima fase del comunismo, chiamata SOCIALISMO: in cui ci sarà una dittatura del
ploretariato.
=Il ploretariato toglierà le armi ai capitalisti, il potere e i mezzi di produzione passeranno
nelle loro mani.
L'economia resta sempre capitalistica, con l'unica differenza che i mezzi di produzione non
sono più in mano ai capitalisti, poiché ora "quello che erano dei pochi, ora è di molti".

Cosa cambia? L'attenzione nei confronti dei lavoratori: stipendi proporzionali alle ore
lavorative, alle competenze, alle specializzazioni, maggior attenzione riguardo agli infortuni
attraverso la formazioni di assicurazioni ect.

Il capitalismo si fonda sulla proprietà privata, vale anche per i mezzi (macchina per il
lavoro) di produzione. Ma ad un certo punto nasce la necessità di compensare le macchine
che io non posseggo, comprandole dda altri capitalisti: ecco che nasce il MERCATO e quindi
anche la concorrenza tra di loro.

Perché non cambia niente nella prima fase del comunismo? Perché la logica resta quella
capitalistica, solo che l'aspetto che ha portato alla dittatura del ploretariato, è la gestione
dei mezzi di produzione che passò ai lavoratoti e non più in mano ai capitalisti e ai datori
di lavoro.

SECONDA FASE: SOCIETA' COMUNISTA


Per Marx il suo programma basato sul comunismo non è un utopia, è reale, infatti lui non
ne parla come se fosse un "idea guida", un ideale da seguire, ma come un ideale da
realizzare.

Cosa cambia? Nel socialismo i mezzi appartiene ai molti, agli imprenditori. Qui non esiste
più la società privata e di conseguenza svanisce la divisione in classi sociali, perché non è
più il lavoro che contraddistingue ogni uomo.

Il motto del comunismo è " a ognuno secondo le sue capacità, a ognuno i propri bisogni"
= significa che ognuno nel comunismo da tutto quello che può secondo le proprie abilità,
doti e conoscenze e prende tutto quello di cui ha bisogno.
(non è più tutto standardizzato e imposto dagli imprenditori) quello che ho a cuore è il
rispetto della persona, della sua dignità e di quello che è.
Non si viene definiti per il lavoro che si fa, ma per quello si è.

cos'è il comunismo? Una società dove non ci sarà più la divisione in classi sociali, non più
le proprietà private e di conseguenza si dimostrerà l'inutilità dello STATO. Quindi non ci
sarà più un potere che si impone su popolo, ma la politica viene intesa come un
"organizzazione".

"alla vecchia società borghese subentra un'associazione dove nessuno possiede niente, e
ognuno prende e dà a secondo delle proprie possibilità. Di fondo si ha il rispetto altrui. "

Il comunismo Marx non lo tratta in maniera completa, la sua descrizione è trasversale alla
sua opera: cioè non elabora una vera e propria opera peròlui lo considera assolutamente
reale.

RAPPORTO TRA STRUTTURA E SOVRASTRUTTURA


"non è la coscienza che determina la vita, ma la vita che determina la coscienza"=non
possiamo dire che sono le idee a condizionare la vita degli uomini, non è il pensiero da cui
scaturisce l'essere: è la vita che condiziona la coscienza.
È la struttura che determina la sovrastruttura.
Questo rapporto tra essere e pensiero, tra condizioni materiali e ideologie, c'è il rapporto
di Marx tra struttura e sovrastruttura:

Infatti secondo Marx la struttura è l’economia, le condizioni materiali, il modo di


produzione: che consiste nel il rapporto tra la produzione e le forze produttive (cioè i
mezzi di produzione o le persone che producono).

In base alle condizioni materiali noi avrei strutture diverse, infatti perché abbiamo un certo
tipo di politica? Perché è condizionata dall’economia, dalle strutture materiali. Lo stesso
funzione per l’arte, la filosofia, la religione.
Il modo in cui l’uomo soddisfa i propri bisogni, condizionano la sovra-struttura che è lo
spazio della coscienza: che sarebbe il prodotto sociale e delle idee: cioè le ideologie delle
classi che prevalgono.
=arte, filosofia, etica, morale, tutta la produzione culturale dell'uomo.

Però allo stesso modo Marx ci dice che c'è un circolo virtuoso: se dai rapporti di
produzione nasce le strutture, si sviluppano di conseguenza determinate idee, allo stesso
modo tali idee vanno a condizionare la vita dell'uomo che si comporterà di conseguenza
applicando nuovi metodi di produzione, rivoluzionando di nuovo le strutture.

IL CAPITALE - opera
Essendo un esperto di Storia, gli studi di Marx rispecchiano questa materia e troveremo lo
studio di svariate vicende storiche, ma anche studi di economia passata e attuale.

Perché fa uno studio approfondito del capitalismo?


Per capire cos'è che non funziona nel capitalismo, cioè quali sono gli aspetti negativi
nell'epoca in cui sta vivendo.
=infatti il capitale sarà uno studio dettagliato e scientifico del capitalismo perché il suo
scopo è smascherare la condizione reale del capitalismo, al fine di prendere coscienza del
vero motivo per cui serve la necessità di una rivoluzione contro il capitalismo.

Il capitalismo si basa sulla proprietà privata, sui mezzi di produzione appartenenti ai pochi,
ai borghesi, agli imprenditori.
Di conseguenza i prodotti non appartengono a tutti e vengono inseriti nel mercato.
Idea anche attuale secondo la quale in una società per acquistare un prodotto, facendolo
diventare di proprietà propria bisogna acquistarlo.
Quindi i prodotti diventano merce.

Ploretariato: per definizione significa "non appartenente di nulla".


Egli sono uomini che vengono la propria capacità di lavorare perché non possiedono nulla
e cosa succede alla merce?
"Feticismo delle merce": la merce acquista valore in sé, in un sistema capitalistico,
indipendentemente dagli uomini che l'hanno prodotto.
Certo se vi è una sovrapproduzione, il prezzo della merce scende.

VALORE D'USO DELLA MERCE


Il valore della merce si basa sulle funzionalità e sull'utilità che offre.
Il problema è che il valore d'uso è soggettivo, cioè dipende da prodotto a prodotto.
Invece dice Marx che esiste un valore di scambio: che vale per tutti prodotti e che ci
permette di scambiarli anche se sono diversi dal punto di vita del valore.

Come si calcola il valore di merci diverse?


Si calcola in base alle ore lavorative impiegate per la sua produzione.

Es. Se io scambio un prodotto con il denaro, esso deve coprire il numero delle ore
impiegate per produrre quell'oggetto.
Nel prezzo finale ci devono essere le spese dell'imprenditor: il costo del macchinario, dei
materiali, energia consumata, il guadagno.

È un'organizzazione differente dall'economica Pre-capitalistica, che era "MERCE DENARO


MERCE" = cioè si produce merce per avere denaro per produrre altre merce.
Perché ora nel sistema capitalista si ha "Denaro merce denaro +": cioè investendo denaro
si produce una merce, da cui si ricava un guadagno elevato .
= Marx vuole dimostrare che nel sistema capitalistico quel valore in più, da cui ha origine il
profitto, è dato sfruttamento del lavoro dell'operaio e che il capitalista guadagna in modo
esagerato.

La relazione del capitalismo è che un imprenditore che investe per produrre e per
guadagnare di più.
Qui non è un utile moderato, ma si ha un profitto enorme, allora ecco cosa vuole
smascherare Marx: questo guadagno extra che il capitalista ha ma che si basa sullo
sfruttamento dell'operaio stesso.

Perché viene sfruttato?? Perché viene retribuita solo la sua forza lavoro:
- Concetto di forza-lavoro: è la capacità di lavorare del proletario, non sono
assolutamente le sue competenze e le sue qualità lavorative.
Si parla di sfruttamento poiché non viene retribuita con una giusta somma di denaro, ma
viene pagata il minimo indispensabile, quanto basta per mantenerla, e produrre altra forza
lavoro.

La merce che acquista l’imprenditore ha un valore notevolmente alto rispetto ai costi di


produzione.
Ecco che si parla di “PLUSVALORE” , dove vi è un elevato profitto rispetto alla spesa
rispetto alla produzione stessa del prodotto.

Dallo sfruttamento dell'operaio si iniziando a disgregare gli equilibrio all'interno di questo


sistema e sarà questo il motivo per cui scoppierà una rivoluzione per poi arrivare ad una
società nuova , dove si elimina la proprietà private, per cui ciascuno prende e dà ciò che ha
bisogno , non esiste niente di proprio, tutto è dello stato.
ESTETICA IN MARX:

A) il valore sovrastrutturale dell'arte e la genesi storica della medesima: Rifiuto marxiano


di concepire l'arte come una presunta funzione universale ed eterna dell'uomo, come
"categoria universale dello spirito".
L'arte è un prodotto storico che sorge dall'attività degli uomini concreti e reali. Ci sta
ribadendo che l'arte è una sovrastruttura, condizionata dalla struttura, cioè da quello che
sono gli uomini e dal loro modo di soddisfare i bisogni.

Secondo l'ideologia marxiana, la genesi dell'arte è storica perché connessa con la graduale
educazione dei sensi: quindi l'arte non è affatto universale né eterna.
Perciò ogni uomo a maturato concezioni artistiche diverse: poiché gli uomini hanno bisogni
primari e secondari diversi.
Quindi ogni uomo utilizza l'arte in base al proprio bisogno quotidiano e secondi i propri
piaceri.
Dice Marx "la musica può risvegliare il senso musicale dell'uomo che abbia già sviluppato
un orecchio musicale ".

Quindi l'arte può variare storicamente, cioè nelle sue diverse manifestazioni, ma anche
rispetto al valore che le viene attribuito all'interno di una determinata società (antichità-
capitalismo)
Dice Marx "ogni società attribuisce all'arte un valore diverso".

In particolare Marx a proposito del sistema di produzione capitalista sostiene che "l'uomo
in preda alle preoccupazioni e al bisogno non ha sensi per il più bello tra gli spettacoli"
oppure "il trafficante vede soltanto il valore commerciale, ma non la bellezza e la natura
caratteristica del minerale".

"al posto di tutti i sensi fisici e spirituali è subentrata la semplice alienazione di tutti questi
sensi".
=alienazione che impedisce al lavoratore di fruire dell'arte e del bello.
(concetto di alienazione)
A tale proposito Marx sostiene che il comunismo sia la soluzione non solo all'enigma
storica, ma anche a quello estetico.

Secondo l'ideologia tedesca l'arte appartiene al piano sovrastrutturale: ossia a una delle
tante forme ideologiche tramite le quali gli uomini concepiscono e si rappresentano,
legittimandola, la realtà in cui vivono.

ARTE: non è autonoma ma è storicamente determinata e muta al mutare delle condizioni


strutturali.
Cioè l'arte si è evoluta, partendo dall'arte dai modi di produzione del mondo antico, a
quelli del mondo feudale, a quello capitalistico.
La base di queste tre diverse tipologie di produzione è il sistema economico.

Dice Marx: "al modo di produzione capitalistico corrisponde una specie di produzione
intellettuale diversa da quella corrispondente al modo di produzione medievale".

Esiste anche un'altra tipologia d'arte: il teatro, il cinema che smaschera la vera realtà:
"artisti impegnati".

B) i problemi e le contraddizioni che l'arte crea alla concezione materialistica della storia:
Un'opera d'arte non nasce mai autonomamente senza essere influenzata dall'ambiente
esterno, è sempre il frutto dell'intrecciarsi della dimensione sovrastrutturale e di quella
strutturale.
Pertanto non è possibile interpretare un'opera d'arte senza far riferimento a ciò che le è
intorno.
Vi è una storta di relazione tra lei e il mondo in cui è immersa.

Dice Marx: "non si può giudicare un uomo dall'idea che egli ha di sé stesso, allo stesso
modo non si può giudicare un'epoca dalla coscienza che essa ha di sé."

Secondo Marx i greci furono (fonte principale Hegel). Egli infatti sostiene che se noi
guardassimo alle opere greche è come se stiamo osservando alla giovinezza dell'umanità.

Tutte le fasi della produzione artistica sono in stretta connessione reciproca, come le
diverse fasi dello sviluppo di un unico individuo.
Per questo motivo, per esempio il Partenone ancora esercita su di noi un "fascino eterno" e
allo stesso tempo in noi riaffiora uno stadio destino a mai più tornare: come la stessa
nostalgia che prova un adulto per la propria giovinezza passata.
Trova anche qui Hegel come punto di riferimento (greci come una pienezza originaria e
armonica, in perfetto equilibrio con la natura poiché non ancora lacerata da scissioni) .

Però secondo Marx "un uomo non può tornare bambino" come "non si può sperare di
tornare alla fase storica dei greci".

Marx certamente sostiene che la concezione artistica è soggetta al flusso del progresso,
connessa con l'evoluzione storica e sociale, al passo con la storia.
L'uomo viene educato dall'arte del passato, i suoi sensi viene educato dalle forme
artistiche del passato, ecco perché io provo piacere nel guardare le opere passate.
Noi uomini del presente non potremmo mai apprezzare qualcosa a cui non siamo stati
educati dal punto di vista dei sensi, poiché quella determinata epoca non la potremo
conoscere.
C) il ruolo dell'arte nel modo di produzione capitalistico:
L'arte, in tutte le sue manifestazioni della sovrastruttura, svolge tendenzialmente un ruolo
ideologico di giustificazione dello STATUS QUO, in pieno accorso con i capisaldi della
"concezione materialistica della storica".

L'arte anziché legittimare la struttura, può opporle resistenza, smascherandone le


contraddizioni, vengono chiamati gli "artisti impegnati" = coloro che nelle sue opere
trasmettono messaggi personali, denunce alla società, persuasioni ect.

Secondo Marx il modo produttivo capitalistico, viene visto come "una realtà, morale o
fisica, divenuta valore venale, che viene portata al mercato per essere apprezzata al suo
giusto valore".
=cioè l'arte viene a configurarsi come una delle molteplici maniere in cui si valorizza il
capitale, dove lui stesso si serve del piacere estetico per valorizzarsi: mira ad assumere la
produzione artistica, per poi inglobarla nella produzione di merci che gli è propria.

Importante: Il capitale così facendo trasforma il "lavoro improduttivo" in un "lavoro


produttivo".
Il lavoro dell'artista sotto il capitale diventa "produttivo".
L'arte quindi diventa uno strumento nelle mai del capitale e del suo modo di auto-
valorizzazione, quindi viene considerata arte come lavoro produttivo solo quelle arti che
vanno ad aumentare il valore del capitale.
Quindi l'arte è dipendente al capitale.

Dice Marx: "nei confronti del pubblico l'attore è un'artista, ma nei confronti del suo
impresario l'attore è lavoratore produttivo" che non deve far altro se non utilizzare le
proprie doti artistiche per valorizzare il valore del capitale.

Dunque secondo Marx nell'epoca del capitalismo la produttività del capitalismo non si
misura sulla base della sua intellettualità e delle abilità nella produzione, al contrario, per
esempio uno scrittore è un lavoratore produttivo, non in quanto produce delle idee, ma in
quanto arricchisce l'editore che pubblica i suoi scritti, o in quanto è il lavoratore salariato di
un capitalista.
-lavoratore come "schiavo salariato".

Marx parla di "mercificazione dell'arte" = il valore dell'arte passa al secondi piano,


cedendo il posto al valore commerciale del capitale.
Secondo Marx nel mondo capitalistico, dove sembra che pure l'educazione dei sensi sia
maggiore rispetto alle epoche precedenti, non ci sia il posto per l'arte in quanto tale,
secondo il suo vero valore, intesa come fenomeno autonomo e svincolato da finalità
estrinseche.

D) la funzione che l'arte è destinata a svolgere nella società senza classi, nel "regno della
libertà":
No proprietà private: no classi sociali.
Marx ruota attorno il seguente ragionamento: "nel sistema capitalistico domina la
contrapposizione tra la massima divisione del lavoro, a differenza della totale assenza della
medesima nella società comunista".

Infatti nella futura società comunista il lavoratore non avrà più una sfera esclusiva, ma può
perfezionarsi in qualsiasi ramo a piacere. A differenza di quello che succedeva nel sistema
capitalistico, dove un individuo svolge pe tutta la vita una sola attività, che gli viene
imposta dal capitale.

Quindi Marx sottolinea questa antitesi tra le due società.

Inoltre nella società comunista, secondo Marx, si potrà sviluppare quello che per lui è
"l'individuo totalmente sviluppato" libero di praticare e alternando le varie attività
preferite. Svanirà la figura dello schiavo e del servo del capitale.

In questo modo, secondo Marx, l'uomo può finalmente recuperare la propria assenza di
"ente generico" = cioè di un ente geneticamente prefissato a dare vita a una sola forma di
oggettivazione sociale.

Solo quando finalmente si supererà l'alienazione, sarà finalmente possibile un'esperienza


estetica a 360 gradi, perché è solo in quel momento che i sensi dell'uomo potranno
finalmente svilupparsi pienamente ed in maniera illimitata.
Così tutti gli uomini potranno fruire dell'arte, allo stesso modo tutti potranno contribuire a
crearla.

Infine Marx non scrive un'opera specifica in cui parla e spiega il concetto dell'arte, ma si
tratta di tutte riflessioni sparse nelle sue opere.
Aspetto fondamentale:
- "vexata quastio" del rapporto tra struttura e sovrastruttura e del rapporto tra presente e
passato.

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