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plusvalore
➢ Rapporto tra plusvalore e capitale variabile investito per esso:
capitale variabile
Ma il profitto non equivale al plusvalore, infatti bisogna contare il capitale costante investito. Il saggio del profitto è infatti sempre minore del saggio del
plusvalore, perché equivale a:
plusvalore
➢ Rapporto tra plusvalore e capitale variabile più il capitale costante investiti:
capitale variabilecapitale costante
poiché il capitalista insegue un sempre maggior profitto, al fine di raggiungerlo utilizza due metodi:
• Plusvalore assoluto: aumento del plusvalore per mezzo del pluslavoro; ha un risvolto negativo, dopo un certo numero di ore l'operaio è
meno produttivo.
• Plusvalore relativo: rendere più produttivo il lavoro facendo sì che l'operaio impieghi meno tempo per produrre la stessa quantità di
prodotti, e quindi possa sfruttare il tempo residuo per produrne altri. Questo si ottiene per mezzo di strumenti più efficienti; è dunque
fondamentale meccanizzare l'industria.
Tutto questo porta a cicliche crisi di sovrapproduzione a causa della sovrabbondanza di merci che il mercato non riesce più ad assorbire. Inoltre
questa corsa al rinnovamento tecnologico porta alla caduta tendenziale del saggio di profitto perché il capitale costante aumenta sempre di più.
Marx dà molta importanza a questo decadimento, perché è alla base del progressivo indebolimento del capitalismo.
La rivoluzione proletaria.
La rivoluzione secondo Marx partirà a causa delle contraddizioni interne del capitalismo. Essa consiste nel porre fine allo sfruttamento attraverso la
socializzazione dei mezzi di produzione. Marx però non descrive in maniera chiara come dovrà avvenire. Si svilupperà comunque in due momenti:
1. Acquisizione del controllo dei mezzi da parte dei proletari e progressiva socializzazione della proprietà privata (dittatura del proletariato).
2. Soppressione dello stato e, con esso, della proprietà privata: esso è infatti l'espressione politica della borghesia.
In questa maniera, dice Marx, l'uomo non vivrà più in funzione di rapporti di possesso e consumo; potrà finalmente diventare “Uomo totale”, con la
possibilità di sfruttare le proprie potenzialità relazionandosi con il mondo a secondo di come gli dice la sua indole.
Il comunismo, infatti, professerà l'uguaglianza sociale, ma tenendo conto delle differenze degli individui che dovranno poter esprimere sé stessi come
vuole il loro animo, unico fra tutti.