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CRITICISMO

Si critica la ragione stessa, riconoscendo i limiti per poter


fondare i principi. Si critica la meta sica come scienza. Si
supera il dualismo empiristi e razionalisti, la conoscenza
non deriva dall’esperienza, ma è la mente che incasella la
conoscenza con delle strutture a priori, tuttavia la
conoscenza può essere solo tratta se le categorie sono
applicate alla conoscenza, altrimenti funzionano a vuoto.

ROMANTICISMO (nato a ne XVIII, di uso XIX)

Dalla comunità attorno alla rivista Athenaeum a Jena.


Tematizza il sentimento recuperando religione e tradizioni
popolari per come l’uomo si concilia con l’in nito.
Romanticismo positivo (conciliare nito e in nito) e negativo
(riconoscere l’inconciliabilità nito e in nito).

Hegel vede il movimento tra nito e in nito in un processo


dialettico razionale, appiattisce l’in nito nell’idea
(panlogicismo). Schelling usa un processo dialettico
drammatico, appiattisce l’in nito nell’intuizione
(panpsichismo).

STORICISMO
Indirizzo loso co che si sviluppa nella cultura romantica
tedesca. Tratta della verità e della ragione secondo una
logica di sviluppo progressivo storico.

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IDEALISMO TEDESCO ( ne XVIII, inizio XIX)

Nasce con Fichte, una risposta alla rivoluzione francese


(contro l’emarginazione della chiesa e della loso a). Non si
tollerano i limiti posti alla conoscenza e alla libertà da Kant,
tutta la realtà è condizionata al soggetto, non c’è una realtà
esterna, si vuole conciliare nito e in nito. Assoluto non è
trascendente come in Kant, ma immanente.

FICHTE (1762-1814)

Partire dalla coscienza per fondare il criticismo (“dottrina


della scienza”). L’io si autopone, è un atto, è il pensiero che
genera l’essere. Pensare richiede un contenuto, si pone un
non-io (che è parte dell’io assoluto). È necessaria una
sintesi, entrano in dialogo io e non-io, si scoprono
molteplici io-empirici contro i non-io. Le categorie non
uniscono il molteplice ma moltiplicano l’io. L’io assoluto
progressivamente si riappropria del non-io, la verità è un
ne da raggiungere (romanticismo).

SCHELLING (1775-1854)

L’io è tutto (panpsichismo), ma non consapevole, la natura


che è inconsapevole (spirito inconscio) ma per gradi arriva
all’uomo (parte conscia dello spirito) che è consapevole e
porta il cosmo a divenire consapevole di sé. La
consapevolezza più alta avviene con l’arte e l’estetica.

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HEGEL (1770-1831)

Idealismo tedesco: da Kant a Hegel. Attraversa due


rivoluzioni (rivoluzione francese, idealismo tedesco), motivo
per cui bisogna ri ettere sulla storia e il modo in cui deve
approcciarsi la loso a. Testi importanti: Fenomenologia
dello spirito, Enciclopedia delle scienze loso che in
compendio, Lineamenti di loso a del diritto.

La nottola di Minerva: la loso a non guarda al dover


essere ma alla razionalità della realtà (il reale è pura
razionalità), la storia prosegue con scissioni che portate
all’estremo producono un cambiamento, una sintesi.

Superare il formalismo di Kant (accusato di aver spostato il


legalismo dall’esterno all’interno), l’ortodossia con l’amore,
come etica pratica. Gesù si oppone al legalismo ebraico,
pone qualcosa oltre alla pura obbedienza formale, l’amore
presuppone una uni cazione che supera queste
opposizioni. Si prospetta però una conciliazione più
e cace nella loso a.

Posizione polemica: Kant e Fichte non hanno considerato


degnamente la natura, bisogna porre prima l’universale, la
ragione è una sola. ll popolo è l’etica, viene prima del
singolo com’era nella società greca, l’etica è la totalità, la
morale è singola e di minore importanza.

“Fenomenologia dello spirito”

A ronta il percorso della coscienza verso l’assoluto in un


processo dialettico. Lo spirito è il processo, il modo
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attraverso cui si fa esperienza del mondo umano, l’assoluto
è il sapere desunto dal processo di acquisizione, il vero è
l’intero. Il sapere ha carattere scienti co, sistematico,
discorsivo, non c’è immediatezza, che è intensa come unità
indi erenziata. Il processo dialettico prosegue per
negazione determinata.

- Coscienza (tesi). La coscienza si pone in opposizione


con il suo oggetto, poi scoprirà che non c’è un oggetto
altro. Certezza sensibile (incontro immediato con
l’oggetto, costruire un sapere su ciò è impossibile),
percezione (si uni cano le percezioni sensibili in un io
legislatore), intelletto (l’io struttura la realtà, rivela le leggi
da porre nella natura).

- Autocoscienza (antitesi). Risolta l’opposizione


dell’oggetto negando l’oggetto, si pone ora il problema
del soggetto e della relazione con gli altri soggetti, dal
piano solo della conoscenza si passa anche a quello
dell’agire e della pratica. Parte dalla genesi della società
1. servo e padrone (dal con itto al riconoscimento di
dominio e dominato), 2. stoicismo e scetticismo
(distacco, libertà astratta, negazione della realtà
esteriore), 3. coscienza infelice ( gura religiosa, la
coscienza viene cercata su di un altro piano, nella
trascendenza);

- Ragione (sintesi). Fallito il tentativo di cercare l’assoluto


nel trascendente lo si cerca nella scissione stessa, nella
ragione che l’ha prodotta. Nell’autocoscienza si cerca
un’indipendenza ma ora la ragione la cerca in tutto, la
coscienza permea ogni realtà superando il soggettivismo
a cui si erano fermati Kant e Fichte. 1. Ragione
osservativa: ragione nella natura e nella psicologia, ma
l’unità io-mondo non è data bensì si realizza nella storia.
2. Ragione attiva: ragione storica ma vissuta ancora
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individualmente (ricerca la propria felicità, ricerca la
felicità altrui, cerca in ne di incarnare la virtù, ma il bene
rimane astratto e si scontra con la realtà, la totalità). 3.
Individualità in sé e per sé: dopo aver fallito la ricerca di
una virtù universale si passa al concreto della ragione a.
a ragione riguarda i ruoli, le azioni concreti nella vita
animale e nel ruolo nella famiglia, b. si cercano poi le
leggi concrete che valgano per tutti, ma siccome si
pensa ancora all’individuo fallisce il tentativo, c. si
prosegue nel ri ettere sulle leggi e si cerca l’origine delle
leggi, che non può provenire dall’individuo. L’individualità
fallisce, la ragione non è qualcosa di astratto,
trascendente o intesa come facoltà mentale, ma il
risultato di tutte le relazioni, le azioni intrecciate degli
uomini.

- Spirito. Insieme delle relazioni umane, una ragione che si


fa collettiva e storica 1. spirito soggettivo (interiorità, idea
dell’uomo), 2. oggettivo (uomo nelle istituzioni, diritto
astratto che si storicizza, si oppone la soggettività, il
soggetto morale diventa la società), 3. assoluto (la
ragione torna a sé, con l’intuizione, la rappresentazione, il
concetto).

“Enciclopedia delle scienze loso che in compendio”

Dialettica della ragione che è in sé, poi esce da sé e torna


in sé.

Logica. Approfondita in “scienza della logica”, tratta della


ragione che non si è ancora alienata. È meta sica, la
struttura essenziale del discorso. L’essere da puro si da
nelle sue determinazioni, si da come contenuto che può
essere conosciuto, si autoconosce come concetto. La
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logica non è solo formale, uni ca il reale come in Kant ma
Hegel va poi oltre il soggettivismo. Distinta in: dottrina
dell’essere (senza determinazioni, sintesi di essere e nulla è
il divenire), dottrina dell’essenza (essere si ripiega su di sé
per determinarsi, negazione determinata), dottrina del
concetto (essere e pensiero vengono a coincidere, il
concetto non è strumento formale, non è un sapere
qualcosa è un sapere in sé).

Filoso a della natura. La ragione si aliena dalla logica,


esce da sé nella natura. C’è una scissione tra razionalità e
natura, razionalità che però poi viene riconosciuta nella
natura stessa. La scienza della natura si divide in
meccanica, sica e nella sica organica emerge lo studio
della coscienza.

Filoso a dello spirito. La conoscenza dello spirito è la più


concreta, verità in sé e per sé, è autocoscienza e ha a che
fare con il mondo degli uomini nella dimensione razionale
della cultura, della storia, della società, tutto ciò che va oltre
la natura. Lo spirito ritorna a sé come soggetto, oggetto e
assoluto.

- Spirito soggettivo. Passaggio dallo stato naturale alla


coscienza dell’uomo, dalle forme psichiche più
elementari a quelle più complesse e poi ci sarà il
superamento della dimensione individuale. Antropologia
(anima come in Aristotele cioè principio vivi cante),
Fenomenologia (ripresa della “Fenomenologia dello
spirito”, triade coscienza-autocoscienza-ragione),
Psicologia (razionalizzazione della coscienza,
universalizzazione del sé, dalle forme conoscitive si
passa alle manifestazioni sentimentali in ordine di
universalizzazione, in ne con la felicità viene la libertà
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dagli elementi esterni e può manifestarsi la volontà libera
che può realizzarsi oltre la dimensione individuale).

- Spirito oggettivo. L’uomo è nel mondo, realizza la


propria libertà connettendosi con gli altri, mediante
regole e rapporti, lo spirito scopre che la libertà supera
l’uomo ed è nell’insieme di rapporti, cioè l’eticità. Diritto-
astratto: riguarda un soggetto astratto a cui imputare
doveri e diritti; si passa dall’eticità greca,
all’individualismo cristiano, poi conciliazione delle
modernità; si divide in proprietà (esprimere possesso),
contratto (concetto di privato, riconoscimento degli altri
della proprietà), illecito e delitto (diritti negati vanno
ripristinati, perché tutti si riconoscano nella pena il diritto
dev’essere universale e non particolare come la
vendetta). Moralità: non si parla più di persona astratta
ma di soggetto con interiorità; l’uomo diventa legislatore
del bene, ma è un bene particolare, inoltre si pone in
con itto l’essere con il dover essere, un dovere astratto.
Eticità: si concretizza la morale, l’io non può essere
arbitro della morale, la ragione è nelle istituzioni;
l’individuo è visto in relazione e nei ruoli, i doveri non
sono astratti; famiglia (ruolo naturale, a ettivo, giuridico),
società civile (le famiglie si incontrano tra di loro,
momento negativo in preparazione dello stato, questa è
staccata da famiglia e stato, organizzazione del lavoro,
c’è un cittadino ma ancora astratto), stato
(razionalizzazione della corporazione, stato tutela i ruoli,
ma è anche autoconservazione, universalizzando la
struttura, una struttura organicistica che regola e fa da
fondamento). Prima i ruoli più naturali della famiglia, più
famiglie fanno una società, dalla corporazione allo stato,
dallo stato interno a quello esterno, poi la storia mondo
(non si giudica ciò che avverrà, i con itti si valutano per
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come sono avvenuti, struttura cronologica, progresso
che non c’è nella natura, l’individuo è solo il ruolo che ha
nella storia).

- Spirito assoluto. Autocomprensione dello spirito


attraverso tre modi: Arte (immediatezza; arte simbolica;
arte classica come perfezione umana ma supera con
tragedia, comicità, satira; arte romantica, privilegia il
contenuto, esplora l’interiorità, ma incontra limiti
espressivi), religione (rappresentazione, rappresentazione
di dio all’uomo, aspetti mitologici, razionalità maggiore,
superiorità della religione protestante), loso a (concetto,
l’assoluto si riconosce nel linguaggio razionale che gli
appartiene, loso a come insieme degli elementi logici
parte delle opinioni nel corso della storia).

In uenza su Marx

Per Hegel la storia, lo spirito guida l’uomo, Marx è


materialista invece crede che sia il lavoro a guidare il
processo e la storia la fa l’economia. Hegel non da valore
alla materia se non per il signi cato che acquisisce per
l’uomo e per lo spirito. La comprensione delle realtà è la
realtà, tra l’esistente e lo spirito però ci può essere una
distanza, un’alienazione, che dev’essere colmata in una
sintesi. Allo stesso modo Marx parla di alienazione come di
uno stato in cui il lavoratore è sfruttato e necessità di
riconciliarsi con il suo potere, con la sua realizzazione. Idea
in Hegel dell’emancipazione del servo che lavorando da
forma a sé stesso, evolve (il lavoro comunque serve alla
realizzazione dello spirito), anticipa emancipazione del
lavoratore di Marx (in Marx non c’è un’evoluzione dello
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spirito attraverso il processo dialettico, nel primo Marx c’è
un’evoluzione con il recupero di uno stato originale, nel
secondo Marx non c’è un’essenza del lavoratore, c’è la
struttura). Hegel ha elaborato il concetto di società civile,
autonomia da famiglia e stato, Marx aumenta questa
autonomia e ne fa scienza.

La dialettica in Marx è materiale, non è guidata dalla logica,


dall’idea, sono le forze economiche, i sistemi produttivi, i
cambiamenti sociali ad essere centrali (prima erano visti
come secondari).

DESTRA E SINISTRA HEGELIANA

De nizione di David Strauss (1835) in “Vita di Gesù,


esaminata criticamente”, di sinistra. Strauss spoglia la
religione del mito (mito è ciò che non concorda con le leggi
della natura, discordanza di fonti, incompatibili livelli
culturali con l’epoca). Attorno all’interpretazione di “ciò che
è razionale è reale [..]” si dividono invece sulla questione
politica, rivoluzionaria.

Sinistra
1. Religione: ritengono che la religione cristiana non si
presti alla ragione, è da ricondursi al mito.

2. Politica: idea progressista, si presuppone una


razionalizzazione delle realtà che prevede un
superamento dello stato prussiano.

Destra
1. La destra invece legittima la religione cristiana al limite
migliorandola.

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2. Politica: Conservatori, l’hegelismo giusti ca lo stato
prussiano, come massima realizzazione dello stato.

FEUERBACH (1804-1872)

Educazione religiosa, studia Hegel.

Riduzione della teologia all’antropologia.


Religione come proiezione (alienazione in Hegel) fuori di sé
dall’essenza dell’uomo (l’essenza dell’uomo è superiore
all’uomo empirico). Da già per scontato che non ci sia nulla
di vero nella religione, il livello di intuizione è visto come
nzione.

“Filoso a e cristianesimo” - Dibattito loso a e religione,


in Hegel non c’è ostilità verso la religione, la loso a si basa
sul pensiero, la religione sull’animo, possono entrare in
contrasto quando si usano metodi dell’una per interpretare
l’altra.

“Per la critica della loso a hegeliana” - Filoso a


astratta, più interessata alla successione (tempo) che alla
coesistenza (spazio). Se la loso a è il concetto di
un’epoca (in Hegel la loso a è la forma concettuale di
un’epoca) allora la loso a hegeliana è una loso a
particolare riferita alla sua epoca, frutto del suo tempo, a
meno di non raggiungere l’assoluto, ma allora il tempo
dovrebbe fermarsi. La loso a di Hegel si limita a
descrivere la razionalità di un processo e quindi la giusti ca,
invece l’unica loso a è libertà di pensiero ed è capace di
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mettere in dubbio anche sé stessa. Passaggio da una
loso a critica ad una genetico-critica.

“Essenza del cristianesimo” - Con la loso a non si può


parlare di religione nei termini irrazionali, ma ricercare la
natura e l’origine dei vari aspetti. La religione può essere
compresa solo a partire dall’uomo, si riconduce quindi la
teologia all’antropologia. Esplica la storia dell’origine del
cristianesimo. Viene delineata l’essenza dell’uomo (già
a rontata in Hegel) come insieme delle caratteristiche
essenziale che permangono nell’uomo nelle diverse
epoche. Per Feuerbach la religione distingue uomo da
animale, c’è di erenza con la religione tradizionale, per
Feuerbach nella religione c’è coscienza dell’in nito, cioè
riportare al nito, che riguarda l’essenza dell’uomo, nella
religione tradizione l’in nito è posto fuori dall’uomo. La
religione è un momento infantile, pre loso co, la loso a
può rintracciare le caratteristiche umane proiettate nel
divino che possono essere riguadagnate. Vengono elencate
diverse caratteristiche divine che possono essere
disalienate: ragione, perfezione morale, bisogno di
riconciliarsi con sé, divisione io-tu, potere sulla natura,
immortalità, etc.

MARX (1818-1883)

Nato in Renania, di famiglia ebraica, convertito protestante,


studia giurisprudenza e loso a a Bonn (dove conosce i
giovani Hegeliani) e Berlino. Dopo aver incontrato Friedrich
Engels inizia studi di economia e politica. Filosofo,
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rivoluzionario, sociologo, economista, attivista. Marx
cambia il modo di fare loso a.

Testi importanti: Di erenza tra la loso a della natura di


Democrito e di Epicuro (cambiamento prodotto a partire
dalla struttura atomica, così l’economia costituisce la
struttura), Critica alla loso a hegeliana del diritto pubblico
(categorie arbitrarie e giusti cazione stato prussiano,
anticipazione dell’ideologia), Manoscritti economico-
loso ci (ispirazione e critica di studi economici, alienazione
e limiti del capitalismo), Tesi di Feuerbach (critica a F.,
manca attività pratica, 11a tesi Feuerbach), Ideologia
tedesca (ideologia e materialismo storico), Manifesto del
partito comunista (critica socialismo utopico, lotta
borghesia e proletari), Il Capitale (critica al capitalismo,
feticismo delle cose e accumulo, critica alle categorie
economiche, i rapporti tra persone che vengono scambiati
per cose, valore-lavoro e calcolo del plusvalore che spiega
la disparità).

“I loso hanno sempre interpretato il mondo in modi


diversi: quel che conta è cambiarlo” (11a delle “Tesi di
Feuerbach”). Rovescia il rapporto teoria e prassi. La
contemplazione disinteressata non è possibile perché il
sapere è sempre connesso a rapporti di potere. Esercita
una critica sociale piuttosto che teorica. Serve una critica
del pensiero, una critica della realtà (anche con altre
discipline all’infuori della loso a), per poi agire e
modi carla. Quindi nuova teorizzazione (Capitale) e
organizzazione di un sistema politico (Manifesto). Marx ha
ducia nella possibilità di emancipare l’uomo, che sia
possibile un uomo più libero e razionale. La ri essione
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sull’uomo secondo alcuni apre ad una rivisitazione della
natura umana.

“Di erenza tra la loso a della natura di Democrito e di


Epicuro” (tesi di laurea). Materialismo e clinamen di
Epicuro: possibilità negli atomi di conformarsi
di erentemente, con gurazione contingente infrangendo
determinismo di Democrito. Marx riporterà tutto alla
struttura materiale (economica), così come tutto può essere
riportato alla struttura atomica. Nella loso a di Hegel si è
mostrata una scissione tra un sistema materiale e la sfera
politico-sociale che va colmata, così come la scissione tra
loso a e mondo. Nel testo propone una soluzione che si
avvicina maggiormente alla sinistra hegeliana.

“Critica della loso a hegeliana del diritto pubblico” -


Inversione soggetto-oggetto come nella teologia. I prodotti
dell’uomo diventano emanazione dello spirito invece che
essere concettualizzate nell’idea di spirito. Le categorie in
realtà sono tratte da materiali scelti arbitrariamente come
per lo stato prussiano. Hegel descrive lo stato prussiano e
poi lo descrive come essenza dello stato. Questa inversione
verrà poi descritta meglio quando Marx parla di ideologia.

Periodo giovanile - Marx ricerca gli ambiti in cui l’uomo non


è emancipato, comincia a parlare del gruppo più
problematico, il proletariato. Teoria volontaristica, il
soggetto prende coscienza della classe. Esiste ancora il
soggetto come in Hegel ma è una visione antropologica
(caratteristiche che ha e dovrebbe avere l’uomo).

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“Manoscritti economico- loso ci” - Concetti delineati già
in “Lineamenti di una critica dell’economia politica” (di
Engels). In questo testo esprime una critica al capitalismo,
alle sue contraddizioni. Prende spunto dagli economisti
Smith e Ricardo. Per Ricardo esistono forme con ittuali di
accumulo e distribuzione della ricchezza, con conseguente
ingiustizia sociale. Smith elogia la divisione del lavoro,
deduce il valore di un bene in base alla quantità di lavoro
svolto. Marx è contro gli economisti che normalizzano
l’alienazione, che giusti cano lo sfruttamento. A ronta
salario, rendita, pro tto, proprietà privata, denaro, divisione
del lavoro. Tema dell’alienazione: l’uomo è un animale che
si realizza nel lavoro, il lavoro realizza l’uomo e trasforma la
natura e la società, se l’uomo è alienato questo processo si
interrompe, ripristinando la crescita degli individui alienati
ne potrà giovare tutta l’umanità. Emancipazione con
l’abolizione della proprietà, così dal capitalismo si passerà
al comunismo.

“Tesi di Feuerbach” - Prende le distanze da Feuerbach.


Mancanza di attività pratico-critica in Feuerbach, inoltre più
che un’essenza individuale gli uomini hanno una
caratteristica relazionale e un ruolo essenziale nella società.

“Ideologia tedesca” - Critica dell’ideologia e materialismo


storico.

- Ideologia. L’ideologia viene posta come universale e


sottratta al mutamento della storia, ma rappresenta un
intento di conservazione del potere e un elemento di
distrazione. La loso a non è imparziale, serve a
legittimare i saperi vigenti a metterli al sicuro da critiche.
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La loso a di Hegel non è solo contemplativa, ma
giusti ca i rapporti di potere. Siccome Marx parte da
rapporti materiali non ritiene che la sua teoria sia
ideologica. Caratteristiche: rendere necessario e naturale
ciò che è contingente (es. stato prussiano in Hegel),
rendere universale ciò che è particolare, distrarre,
funzione consolatoria. Serve rimettere la visione del
mondo su fondamenti materiali (viene prima la vita e poi
la coscienza) e dal punto di vista di chi è sfruttato (i veri
soggetti della storia).

- Materialismo storico. Scienza della storia come


strumento per la loso a, trovare i temi essenziali, i
soggetti, le relazioni che determinano la storia, diviso in
struttura (luogo delle forze produttive e riproduttive,
cambiamenti avvengono per tecnologie e conoscenze
scienti che) e sovrastruttura (ideologie che non hanno
storia, proprietà risultanti della produzione materiale e
che possono ostacolare il processo storico). Il
cambiamento nella struttura si ha quando cambia il
rapporto tra forze produttive (mezzi scienti ci ed
economici) e rapporti di produzione (rapporti proprietari-
lavoratori) entro la limitatezza delle risorse naturali.
Quando la crescita si interrompe serve un cambiamento
tecnologico o nei rapporti.

“Manifesto del partito Comunista” - Redatto su incarico


della Lega dei comunisti. Polemica socialismo utopico
(termine introdotto da Marx) perché non scienti co e
riformista (vuole migliorare il capitalismo, non bisognerebbe
puntare a migliorare la condizione degli operai perché si
ritarda la rivoluzione) anziché rivoluzionario. Ci sono sempre
state lotte tra classi, in quest’epoca la lotta è fra borghesi e
proletari (prima c’è stata la rivoluzione della borghesia che è
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stata anche positiva e ha portato uno sviluppo delle forze
produttive). La crisi del sistema borghese, il problema della
sovrapproduzione, dello sfruttamento dei lavoratori
giungerà alla ne per queste stesse contraddizioni,
giungerà inevitabilmente all’abolizione della proprietà
privata. Fallimento rivoluzione del ’48, Marx espulso da
Bruxelles.

Periodo adulto - Strutturalista, i cambiamenti avvengono


quando si modi ca la struttura per tensioni economiche
decisive. Non esiste più un soggetto, non c’è un lavoratore
che deve acquisire una coscienza di classe. Esiste un
con itto tra forze produttive e rapporti di produzione, la
rivoluzione sarà l’evolversi naturale. Il lavoro produce un
surplus oltre i bisogni del lavoratore, questo plus valore
viene però sottratto dal capitalista.

“Capitale” - Critica l’ideologia capitalistica, il senso


comune, la sua giusti cazione scienti ca. La confronta con
gli studi di economia politica rivelando l’inganno, le
incongruenze, gli sfruttamenti, il capitalismo non è
uguaglianza e libertà ma schiavitù e sfruttamento. Confuta
le categorie economiche ritenute universali, il valore della
merce non è un valore d’uso, non è valore di scambio è
determinato dalla quantità di lavoro. Feticismo delle cose,
accumulo immane. Categorie come salario, denaro, pro tto
non sono cose ma rapporti tra persone. Usa la dottrina del
valore-lavoro per calcolare come il capitalista tragga
pro tto dallo scarto tra come viene pagata la forza lavoro e
quanto sforzo viene attuato, il plusvalore è quindi la
quantità di lavoro non retribuita che non viene restituita al
lavoratore e spiega la disparità di ricchezza nel mondo.

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SCHOPENHAEUR (1788-1860)

Rinuncia alla carriera commerciale, studia loso a a


Berlino, interessato inizialmente a Fichte, all’ombra della
popolarità di Hegel, successo dopo la rivoluzione del 1848.

“Il mondo come volontà e rappresentazione” - In questo


testo si vede come il punto di riferimento sia Kant. Per Kant
si può conoscere solo il fenomeno, rappresentazione di
qualcosa, e si da per scontato che esista qualcosa oltre.
Per Schopenhauer si può rappresentare meglio la cosa in
sé con l’arte rispetto che con la loso a. La cosa in sé può
essere pensata ma non conosciuta, la cosa in sé è volontà.

La volontà è inizio di una catena causale, la volontà non si


può dimostrare, fa parte della ragione, è noumeno. L’atto
della volontà è immediato, non è fenomeno eppure lo
percepisco. Ci sono condizioni ineliminabili nell’esistenza
umana, Schopenhauer cerca delle soluzioni per sottrarvisi,
con la contemplazione estetica, o con la compassione e
l’ascesi.

Critica chi fa derivare il soggetto dall’oggetto (materialisti


che sostengono l’esistenza assoluta della materia, invece la
coscienza è presente in ogni teorizzazione quindi questa è
presente n dall’inizio), ma critica anche chi fa derivare
l’oggetto dal soggetto (l’io in quanto condizione della
coscienza non è conoscibile in sé quindi non vi si può
applicare il principio di causalità). Fichte ha dimenticato
com’è cambiata la visione del principio di causalità con
Kant, il principio di causalità vale solo perché applicato dal
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soggetto al mondo dei fenomeni, i dati empirici sono
fenomeni collegati dal soggetto in modo non necessario,
senza una giusti cazione profonda che sia valida, questo è
il principio di ragion su ciente. Distingue questi
collegamenti ad opera del soggetto in quattro principi di
ragion su ciente che determinano quattro classi di oggetti:
divenire cioè causalità, si collegano gli eventi in cause ed
e etti; essere cioè ogni rappresentazione viene collocata
nello spazio; conoscere cioè ogni conclusione è collegata
ad una premessa, non si crea nulla ma si ssano le
intuizioni con il linguaggio in concetti; agire cioè ogni
azione deve avere una motivazione, se si presenta una
motivazione non può che seguire l’azione. Il mondo delle
rappresentazioni è tenuto insieme dai rapporti causali ma
che riconducono ad altro, la cosa in sé. Schopenhauer
vuole andare oltre l’illusione, arrivare all’essenza, l’unico
modo è guardare al corpo. I corpi e le azioni sono uguali in
tutti, ma ciò che cambia è la percezione intuitiva (non può
essere dimostrata) di essere soggetto nell’azione. Ogni
azione del corpo è determinata dalla volontà, quindi il corpo
è fenomeno della volontà, quindi la volontà è l’essenza
dell’uomo. Per analogia estende la volontà anche al resto
del mondo, chiama la volontà “cosa in sé”. Volontà e azione
però coincidono, è una visione monistica. In parte la
volontà, la cosa in sé è occultata dalla percezione di spazio
e tempo, ma essa è immutabile, inoltre è senza ragione (in
quanto non sottoposta al principio di ragione su ciente).
Nella natura la volontà vuole la vita e la conservazione.

Pessimismo - De nendo il noumeno come volontà ne


deriva una visione pessimistica di continuo cambiamento
(transeunte, anche il piacere presuppone il dolore), essere
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in contatto con la vita signi ca porsi obiettivi e non essere
mai soddisfatto, e senza obiettivi provare noia. Nella visione
morale di Schopenhauer riconosce che l’uomo è egoista in
quanto non concepisce che tutti sono distinti solo a livello
fenomenico, gli altri sembrano solo rappresentazioni e
l’uomo in quanto fenomeno della volontà cerca di a ermarsi
e mantenersi a scapito degli altri. Prima forma di liberazione
è l’arte, nella contemplazione estetica, senza obiettivi.
Forma de nitiva di distacco invece è la noluntas, negare il
desiderio come facevano i santi e gli asceti, nell’ascesi, la
castità e la compassione cioè sospendere gli interessi
egoistici per quelli universali, riconoscere che la distinzione
tra individui è solo fenomenica, così sapere di essere
un’unica cosa.

KIERKEGAARD (1813-1855)

Studia da pastore, chiesa protestante, padre autoritario (la


colpa del padre come maledizione sulla famiglia),
matrimonio fallito (inconciliabilità tra religione e l’istituzione
matrimonio), rapporto con ittuale con la chiesa protestante.

Autore non sistematico, scrive sotto pseudonimo nella


forma di epistole, confessioni, sermoni, dividendosi tra
scritti edi canti e opere loso che. Tra le opere: “Aut aut”,
“Diario del seduttore”, “Concetto dell’angoscia”, “Timore e
tremore”. Posti diversi personaggi in contrasto e
contraddizione, dalla contraddizione incolmabile si giunge
al salto della fede (che deve percorrere il lettore stesso).
Questo è anche un modo per parlare di religione che è
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irrazionale, non ci si può quindi basare sulla storia, sulla
loso a (specialmente quella hegeliana).

Critica alla religione - Padre protestante insegnamento della


religione come dramma, tormento, imperscrutabilità dei
disegni divini, messa alla prova fallimentare. Dopo la morte
del vescovo del padre, elogiato da molti, capisce che ha il
compito di criticare la chiesa, di mostrare come intendere e
vivere la fede cristiana. La religione è paradosso,
irrazionale, angoscia (ispira Heidegger), serve un salto non
giusti cabile razionalmente, non trovabile nella totalità, che
può riguardare solo il singolo in rapporto con la fede. Tema
individuale: rapporto del singolo con l’assoluto (scardina il
modello hegeliano, precursore dell’esistenzialismo), è
l’individuo a doversi salvare non l’umanità, il cristianesimo
così come la teoria hegeliana tendono a conciliare e ridurre
la drammaticità insita nella fede.

“Aut aut” - Dialogo fra seduttore (stadio estetico: desidera


il nuovo, si compiace della sua abilità di seduttore, ciclicità
e ripetizione senza crescita) e giudice (stadio etico:
regolarità con la legge, scegliere per de nire la propria
personalità, responsabilità, temporalità lineare e
consapevole del percorso scelto). Tra i due non c’è dialogo,
sono due punti di vista diversi, non sono dialettizzabili.

“Timore e tremore” - Superiorità della religione sull’etica,


come Abramo con dio. Abramo non può giusti carsi agli
altri in quanto non è una scelta razionale.

“Il concetto di angoscia” - Porsi della libertà dal divieto di


dio ad Adamo. Angoscia stato che precede la distinzione di
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bene e male. L’angoscia non può essere messa a tacere,
prepara alla fede.

“La malattia mortale” - la disperazione dell’uomo che crede


di fare a meno di dio, che non vuole essere sé stesso,
dialogo a due con l’altro, altro che è dio.

NIETZSCHE (1844-1900)

Dalla lologia (“La nascita della tragedia”) alla loso a.


Filosofo nella sua persona e nella forma (aforismi, metafore,
introspezione, poesia per l’inadeguatezza del linguaggio e
la frammentazione del reale). Testi importanti: La nascita
della tragedia, Considerazioni inattuali (Sull’utilità e il danno
della storia per la vita), Genealogia della morale, Gaia
scienza (genealogia applicata alla conoscenza), Così parlò
Zarathustra (genealogia applicata alla religione).

“La nascita della tragedia” - Tragedia greca nel ditirambo


dove è espresso il con itto apollineo (attori, ordine,
illusione, principio individuationis) e dionisiaco (coro, caos,
cosa in sé, volontà irrazionale). Da Dioniso di cui c’era una
profezia per cui avrebbe spodestato Zeus, Era lo smembra
e lo sparge, questo è il simbolo di come viene moltiplicata
la natura, l’apollineo è una costruzione che tenta di rendere
tollerabile la so erenza. Si susseguono varie forme, all’inizio
si cerca di trovare forme di tolleranza di violenza e
so erenza ma è accettato che non siano del tutto risolvibili
e che esiste oltre una natura indomabile e irrazionale, poi
però cresce l’apollineo: con gli dei greci che vivono
emozioni e con itti, ma via via ciò acquisisce dei caratteri
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estetici, Dioniso nel coro prima è solo evocato poi diventa
attore mascherato, nella tragedia attica compare l’eroe
tragico che cerca di a ermarsi contro la natura (Eschilo e
Sofocle il pubblico si identi ca con l’eroe, i personaggi che
sono individui con caratteristiche morali e non elementi
universali), Euripide porta lo spettatore a divenire giudice di
ciò che capita sul palco (tratta lo spettatore come fosse
razionale), Edipo che dimostra di conoscere il dilemma della
S nge svelando un segreto della realtà. Euripide, Socrate
credono nella razionalità, sono ottimisti della possibilità di
superare la so erenza, di controllare le cose, prevarrà
sempre di più l’uomo teoretico rispetto al dionisiaco, al
ruolo del coro. Recupero possibile con la musica (Wagner)
col recupero di un’immagine della natura caotica, non nel
pensiero ma nel mito composto di gesti, musica, linguaggio
poetico.

“Sull’utilità e il danno della storia per la vita” - Contenuto


nelle “Considerazioni inattuali” (risposta alle critiche a “La
nascita della tragedia”, descrizione della falsa cultura
tedesca astratta, super ciale e utilitaristica). Falsa cultura
storiogra ca tedesca che va superata: essendoci una
percezione della storia di un divenire che diventa un
divenuto, qualcosa di relativo, di superato che non permane
e non da forza all’agire, inoltre la storia è astratta, fossilizza
il suo oggetto che quindi copre il senso oscuro, mutevole,
impellente della vita. Persegue un atteggiamento anti-
storico (vivere il presente come gli animali), ma la storia
serve comunque per l’uomo se non rimane ssa e viene
trasformata e resa presente. Individua tre tipi di storia che
possono essere utili o dannose: storia monumentale
(ricercare modelli nel passato per il presente, ma le cause
possono essere diverse oggi e i modelli possono essere
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costruiti male da persone forti o da persone deboli), storia
antiquaria (trasmettere valori preservando reliquie del
passato, ci può essere una venerazione del passato che
può dare energia ai popoli deboli, ma anche impoverire se i
valori sono miseri, serve una storia critica quindi), Storia
critica (capace di dissolvere il passato, ma si rischia anche
di distruggere il presente, inventando un passato o creando
un’arti ciosità dannosa). Ognuna visione storica è limitata e
va corretta con la successiva.

Nietzsche si discosterà da Schopenhauer (per il


pessimismo negativo, categorie con cui descrivere il
dionisiaco, introducendo un nichilismo positivo) e da
Wagner (motivi personali, cambio di valori da tragici a
cristiani).

Periodo illuminista
Distacco da Schopenhauer e Wagner, serve superare la
conoscenza data dall’arte dell’oscuro del dionisiaco,
sintomo ancora di un infanzia fantasiosa dell’umanità, in
favore un’educazione virile da parte della scienza, del
positivismo. Non c’è ordine o ne nella natura se non le
leggi siche, così i valori possono anche essere ridotti a
elementi chimici e anatomici. Riconosce la base di impulsi
naturali egoistici, autoconservativi nell’uomo.

Ride nisce:

- Libero arbitrio. Sottoposto solo a necessità, l’uomo non


è responsabile delle proprie azioni);

- Coscienza. L’uomo non ha una trasparenza di sé stesso


(come per Cartesio), è solo un insieme di impulsi
corporali e la maggior parte delle attività del pensiero
sono inconsapevoli.

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Si avvia nel processo critico dei valori che lo porterà alla
genealogia della morale.

“Genealogia della morale” - Passaggio da una base


psicologica utilitaristica e dell’autoconservazione del
periodo illuminista alla visione di potenza (ancora in chiave
storica). Metodo genealogico applicato ai sentimenti
morali, del passato ed evoluzione linguistica. Il metodo
genealogico è una ricerca storica dei componenti “chimici”
essenziali, grezzi delle idee, dei sentimenti, dei valori,
prediligendo alla verità assoluta, la ricerca della verità,
facendone un metodo che si propone di mostrare una
storia umana nel suo complesso (non solo l’ideologia come
in Marx), fatta di errori, tentativi, incoerenze. Propone una
rivisitazione del concetto di bontà: buoni sono i guerrieri, i
forti, cattivi sono i deboli. Dal forte vengono
necessariamente sopra azione, distruzione, dominio ma è
un errore ritenere che ciò sia da attribuire ad un particolare
soggetto. I deboli ribaltano il sistema dei valori (la morale
degli schiavi), negando una certo tipo di forza, negando la
realtà, ponendo al comando dei soggetti che all’apparenza
sembrano deboli anch’essi, i sacerdoti. Occorre una
trasmutazione dei valori e un uomo superiore.

“Gaia scienza” - Applica il metodo genealogico anche ai


procedimenti conoscitivi. Messa in dubbio delle categorie
della scienza (sostanza, causa-e etto, principio di identità)
e della coscienza (l’io), sono approssimazioni fatte per
comodità ma in realtà esiste solo la visione soggettiva, non
ci sono fatti ma solo interpretazioni. L’arte si a anca alla
scienza, nasce un nuovo concetto di obiettività che è
rappresentata dall’insieme delle prospettive. Occorre che il
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pensare, la conoscenza si faccia con il continuo
sperimentare, serve avere il coraggio di errare, tentare,
assumere provvisorietà, ciò nello Zarathustra porterà a
ripensare la morale.

“Così parlo Zarathustra” - Testo visionario, esoterico.


Morale elitaria, Ubermensch: distruggere i valori (leone che
scon gge il drago), reggere il peso (cammello), innocenza
(fanciullo, nichilismo positivo).

Nella “Gaia scienza” e nel Zarathustra - Morte di dio:


genealogia applicata alla religione, ri uto di ogni
trascendenza; non c’è più un mondo vero, solo illusione,
provvisorietà e sperimentazione. Eterno ritorno: ssità del
presente, esiste senso solo nella linearità. Tutta la critica
delle loso a del mattino però è motivo di costruzione di
una nuova morale.

NEOKANTISMO
Seconda metà dell’800. Ripresa in Germania di Kant, in
particolare della dottrina della conoscenza scienti ca, sarà
fondamentale per la ripresa epistemologica del ‘900. C’è in
questo un ri uto della meta sica, ponendosi così in
alternativa all’idealismo, cercando una revisione del
positivismo (Kant viene ripreso per dare un’interpretazione
più coerente delle scienze) che non fosse dogmatica, e
opponendosi ad una visione siologica dello psicologismo.
L’inizio è considerato con lo scritto polemico di Liebmann
che ri utava le risposte alla cosa in sé dell’idealismo,
dell’empirismo, della posizione trascendentale di
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Schopenhauer. La loso a è intesa come teoria della
cultura umana (conoscenza, morale, arte). Nella scuola di
Magburgo i principi ricercati riguardano la logica (l’apriori
sono le idee platoniche) e vengono prese le distanze dallo
psicologismo, sensi e intelletto vengono intesi come uniti,
cominciano a partire dal pensiero e non si interrogano di
nulla fuori da questo. La cosa in sé per loro è il limite
conoscitivo dove si pone il pensiero di volta in volta.
Provarono poi anche ad applicare Kant all’estetica, all’etica
e al socialismo, interpretando il materialismo storico alla
luce di Kant. Indagarono il discorso scienti co in modo da
ricavare i principi della logica per la ricerca. 

Nella scuola di Baden si a ronta la distinzione kantiana tra


fatto e valore, si teorizza la loso a della cultura su basi
trascendentali (cercare i fondamenti logico-trascendentali
della cultura), l’oggetto della loso a non è l’essere ma il
dover essere e i valori eterni quali buono, bello, sacro, vero.
Il dover essere non serve solo all’ambito morale come nella
critica del giudizio ma anche alle scienze e alla cultura. Si
cercano dei valori universalmente validi negli aspetti
culturali e scienti ci.

FENOMENOLOGIA
Esistono fenomenologi che hanno lavorato alla teoria e altri
che l’hanno applicata. La fenomenologia riguarda i
fenomeni, il modo di interfacciassi agli oggetti, non la cosa
in sé. Partendo dallo psicologismo Husserl cerca le
condizioni di possibilità della logica e della matematica
arrivando a struttura un metodo fenomenologico per la
conoscenza.

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Da Brentano. Studio empirico dei vissuti psichici. Per
Brentano la psicologia è la più importante tra le scienze
perché studia ciò che presuppongono le scienze:
osservazione, giudizio, volontà. Brentano appaia fenomeni
psichici e fenomeni sici, elenca i tipi di atti (per fare teorie
empiriche), per ogni percezione esterna esiste una
percezione interna che la precede e precede l’atto
conoscitivo anche, scopre che ciò che accomuna questi
fenomeni psichici è l’intenzionalità (teoria
dell’intenzionalità). Non esiste atto mentale senza oggetto.
Non c’è evidenza dei fatti psichici, perché quando focalizzo
la percezione cambio l’oggetto a cui mi riferisco, quindi c’è
sempre solo memoria, su cui applicare lo studio.

HUSSERL (1859-1938)

Studia matematica a Berlino, si laurea a Vienna. Legge


Brentano, recepisce la teoria dell’intenzionalità,
successivamente confuta lo psicologismo, capisce di
doversi riferire al soggetto, ricercando elementi teorici, puri.
Per evidenziare questi elementi deve applicare la riduzione.

Testi importanti: Filoso a dell’aritmetica, Ricerche logiche


(confutazione psicologismo, logica pura, intenzionalità,
intuizione eidetica, mettere da parte l’atteggiamento
naturale), Filoso a come scienza rigorosa (Riduzione
trascendentale, studio dell’intenzionalità ricavando iletico,
neosi, noema), Meditazioni cartesiane (radicalizzare il
solipsismo mettendo tra parentesi l’altro, intersoggettività
trascendentale).

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“Filoso a dell’aritmetica” - Da cosa derivano i concetti di
numero? Husserl crede inizialmente che ci sia un contenuto
intuitivo (fenomeni psichici) che viene prima da cui si
elaborano i concetti di numero e che ritiene essere la logica
(Frege gli da dello psicologista, se così fosse i numeri
sarebbero diversi da persona a persona).

“Ricerche logiche”

Confuta lo psicologismo, se la psicologia fosse a


fondamento della logica questa sarebbe mutevole oltre a
dipendere dall’esistenza della mente umana. Le verità
matematiche e logiche sono ideali, eterne, non empiriche.
L’esistenza della verità permette la conoscenza, non il
contrario. La psicologia inoltre ritiene che tutto sia
interpretabile alla luce di fenomeni psichici, ma allora come
può comprendere oggettivamente i fenomeni psichici
stessi? Anziché la psicologia bisogna usare la logica pura,
questa scienza deve indagare sulla verità e sull’essere,
serve indagare le categorie usate. Husserl cerca di fondare
la logica e la matematica, la logica pura. La loso a che
deve accertare le categorie della scienza (la loso a deve
chiarire i concetti in uso alla scienza). Per fondare la scienza
servono processi intuitivi, quelli deduttivi o induttivi (che si
basano sulla probabilità) fanno già parte del sistema. Serve
trovare la correlazione tra oggetto della conoscenza e
soggetto conoscitore, la logica pura che è un linguaggio tra
questi due, nel pensiero, un linguaggio che non può essere
dato, chiuso, ma va vissuto e realizzato costantemente.
Questo per poter rintracciare le fonti dei concetti delle leggi
logiche, per fare questo serve tornare alle cose stesse.
Serve mettere da parte l’atteggiamento naturale e
analizzare i fenomeni dal punto di vista dell’intenzionalità.

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Tra le intuizioni categoriali c’è l’intuizione eidetica, da
essenza: con una libera variazione delle caratteristiche di
un oggetto si può giungere all’essenza. È essenziale il
soggetto, quindi non riporta alle caratteristiche psichiche
(psicologismo), né al logicismo (leggi logiche in cui non si
considerano gli atti soggettivi attraverso cui si manifestano).

“Filoso a come scienza rigorosa”

La fenomenologia inizia solo se si mette tra parentesi


l’atteggiamento naturale. Il fatto è un pregiudizio del
pensiero scienti co e si cerca di naturalizzare anche altri
concetti come bene, verità, bello e la coscienza stessa. La
loso a non deve essere a rontata con metodo empirico,
non deve avere presupposti naturalistici, storici, ma deve
adattarsi agli oggetti studiati, cioè le idee. Della
fenomenologia si mostrano le prime de nizione in “Idee per
una fenomenologia pura e per una loso a
fenomenologica”.

Riduzioni e fenomenologia trascendentale. Si era fatta


già una riduzione con l’intuizione eidetica e ci si è avvicinati
a fare una scienza delle essenza ma bisogna ancora fare
epoché dell’atteggiamento naturale che vede le essenze
appartenenti ad oggetti ritenuti esistenti e indipendenti dalla
coscienza (metto tra parentesi ciò che è dubitabile). Con
questa riduzione (riduzione trascendentale) metto tra
parentesi tutte le credenze che si rivelano trascendenti (per
esempio l’aspettativa che una sedia osservata in un certo
momento avrà sicuramente altri lati osservabili e che sia
collocata in uno spazio tridimensionale), così si arriva alla
coscienza pura di ciò che non ulteriormente riducibile, ciò
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che non è dubitabile è il fenomeno, il fatto che ci sia una
percezione di qualcosa, tutto il resto sono anticipazioni e
abitudini. La coscienza è trascendentale in quanto rende
possibile la conoscenza del mondo. Studiando
l’intenzionalità si distinguono: Iletico (la materia
intenzionata), Noesi (atto di pensiero che da forma), Noema
(il contenuto, il senso ricavato). Da dati iletici uguali si
possono ottenere diversi noemata, come da dati iletici
diversi si può ottenere uno stesso neoemata.

“Meditazioni cartesiane”

Nella quinta meditazione a ronta la critica di solipsismo


(come può parlare di oggettività se studia solo dal proprio
punto di vista pur con l’applicazione di epochè). Nella
quinta meditazione radicalizza il solipsismo mettendo tra
parentesi ciò che è altro (cultura, signi cati sociali) per
ottenere ciò che è solo mio-proprio. Tutto è percepito senza
intenzionalità, solo il proprio corpo che è unito alla propria
coscienza (korpe e liebe). Tuttavia i corpi altrui non riesco a
percepirli solo come mera sicità. Attraverso
l’appresentazione (atto intenzionale attraverso il quale
rendo presente qualcosa che non è subito presente, ma è
una percezione che fa solo intuire la presenza di
qualcos’altro), per analogia con il proprio corpo si
percepisce che esiste l’altro e si sente di essere percepiti.
Si costituisce una comunità, una intersoggettività
trascendentale in cui sono coordinate le percezioni in un
signi cato comune, attraverso cui si costituisce il mondo.

SCUOLA DI FRANCOFORTE (anni ’20 e ‘30)


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Scuola neomarxista composta inizialmente da ebrei sorta
nell’università di Francoforte. Con l’avvento del nazismo si
spostarono a Ginevra, Parigi e in ne a New York. Si pone di
superare alcuni elementi rivoluzionari del marxismo, di porsi
nei confronti del fallimenti nel modello sovietico, di
rivalutare la teoria marxista con le nuove conoscenze
scienti che (psicanalisi e sociologia) e riprendendo la critica
Kantiana e il pensiero di Hegel. Elaborarono una “Teoria
critica della società” concentrandosi sul potere, sui
meccanismi con cui vengono manipolati i soggetti coinvolti
(bene ci e limitazioni), delle possibilità di emancipazione,
approfondendo il ruolo della sovrastruttura (critica
dell’industria culturale, di come perda i canoni educativi ed
estetici, l’arte non dovrebbe seguire logiche di mercato).

HEIDEGGER (1889-1976)

Università di Friburgo, collabora con Husserl, poi ne è


successore, accusato di coinvolgimento nel
nazionalsocialismo poi dopo la guerra è limitato
nell’insegnamento. In uenze Brentano, neokantismo,
Husserl. Ricerca il senso dell’essere, lo fa tramite una
metodologia teorica della fenomenologia. Heidegger ricerca
strumenti concettuali per descrivere la quotidianità senza
snaturarla, e per esprimere le caratteristiche dell’esistenza
umana che permettano di analizzarla e descriverla. Applica
così un’ulteriore riduzione alla fenomenologia di Husserl
mettendo tra parentesi l’atteggiamento teoretico,
contemplativo. Introduce così un’ermeneutica, che può
andare oltre le cose e giungere ai signi cati pre-teoretici e
immergersi nel come dei fenomeni non in maniera
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distaccata. Successivamente sviluppa una teoria matura
studiando san Paolo (dimensione temporale originale),
Agostino (inquietudine nella costruzione del mondo) e
Aristotele (visione ontologica). Ricava i fenomeni
dell’essenza dell’uomo (non quelli derivati dalla riduzione di
Husserl) e poi successivamente cercherà il nesso tra
l’essere dell’uomo e l’essere in generale. Dà una lettura
ontologica della fenomenologia e una lettura
fenomenologica della storia dell’ontologia, riprendendo la
questione antica dell’essere e cercando una connessione
tra essere e tempo.

“Prolegomeni alla storia del concetto di tempo” -


Interpretazione ontologica della fenomenologia, toglie
l’elemento epistemologico. La fenomenologia è ben più
antica, forma di vita sorta nella Grecia antica. Dà una
diversa interpretazione a: intenzionalità (comprensione
dell’essere alla base di ogni esperienza), intuizione
categoriale (categorie non costruzioni mentali), Apriori
(eccedenza ontologica da portare alla luce).

“Essere e tempo” - Questione dell’essere: 1. connessione


tra essere e problema dell’esistenza umana (esserci), 2.
problematizzazione dell’ontologia nella storia attraverso il
metodo fenomenologico. 1. L’essere generale si pone come
un problema per un qualche ente, l’esserci. Comprendere
l’essere vuol dire porre il problema, non solo teoricamente
ma anche nella prassi, in ogni gesto umano. 2. Cerca un
nuovo paradigma dell’essere e dell’esserci superando la
visione antica di essere come sostanza, come presenza,
come semplice sussistenza, così come l’esserci che è stato
trattato come una cosa. Essere-nel-mondo: l’esserci è
sempre immerso nel mondo e può attuarsi in modo
autentico o inautentico, se parte da sé o dagli oggetti,
l’autenticità è presa di coscienza della nitudine, della
precarietà come mostra l’esserci-per-la-morte, l’angoscia,
questa esperienza autentica deve svelare il senso ultimo
dell’esistenza umana, il tempo (non in senso cronologico).

Svolta - Abbandono del progetto di Essere e tempo,


abbandona il concetto di trascendentale perché ancorato
alla soggettività, alla tradizione loso ca precedente, dove
comprendeva ancora l’essere a partire dall’esserci. Il senso
dell’essere viene tematizzato come dinamica storica, di
manifestazione della verità come evento, non più come
comprensione da parte dell’esserci (cerca di superare la
visione soggettiva anche introducendo un diverso
linguaggio). L’evento è caratterizzato da movimento,
dimensione, apertura e radura. La verità è intesa come
disvelamento, l’essere non è mai in una trasparenza
assoluta (che sarebbe un ritorno alla meta sica), c’è un
manifestarsi e un contemporaneo celarsi. L’uomo e l’essere
costituiscono l’evento, ma è un’analisi in senso storico.
L’uomo può aderire all’evento, vivere il disvelamento e
l’oblio no in fondo.

Tecnica e nichilismo - Tecnica nella dimensione dell’evento,


quindi non c’è idea di progresso o decadenza, e nemmeno
critica o possibilità di controllo, ma è un momento di
disvelamento dell’essere in quest’epoca. Comprenderla in
termini critici vorrebbe dire fare un’analisi tecnica della
tecnica. La tecnica è un paradigma interpretativo che
investe tutto, detto impianto.

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ESISTENZIALISMO (nasce ne ‘800, si a erma negli
anni ’20 e ’50)

Movimento culturale parigino, da Jean-Paul Sartre, che


prende le sue origini da Kierkegaard e Nietzsche. In
opposizione a razionalismo e positivismo, limiti
dell’individuo, della comprensione del mondo, per regolarità
o per coincidenza tra individuo e realtà. L’individuo è posto
nell’indecidibilità, nell’angoscia, la solitudine, è pensiero
della crisi (post seconda guerra mondiale). Prima
elaborazione in Germania: Barth, Jaspers, Heidegger.

ANTROPOLOGIA FILOSOFICA (anni ’20)


Esponenti: Marx Scheller (a monte e a valle delle scienze,
fenomenologia in termini esistenziali, l’uomo si pone la
domanda dell’essere, può fare la riduzione eidetica, etica
sul sentimento, si intenzionano dei valori fondamentali in
una gerarchia, gerarchia anche nei viventi per il distacco
dalla dimensione naturale), Arnold Gehlen (Ipotesi solo
funzionalistiche, confuta evoluzionismo, uomo carente, non
adatto, non specializzato, sopperisce con l’esonero,
creandosi un ambiente), Helmuth Plessner (l’uomo è fuori
asse, non si può percepire la totalità e nell’immediatezza),
poi anche Arendt e Sloterdijk.

Dopo Hegel il progetto di uni care il sapere e l’esperienza


umana, di creare un sistema diventa impossibile, diverse
scienze si occupano dell’uomo e la loso a non può più
prescindere. Nasce comunque l’esigenza di parlare
dell’uomo (ad esempio l’esistenzialismo tematizza
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l’esistenza). L’antropologia loso a acquisisce delle
peculiarità di studio.

L’antropologia loso a è a metà strada tra l’antropologia


tradizionale (sistemica e generale) e l’antropologia culturale
(scienti ca, empira, relativista), si occupa di sintetizzare,
mediare, integrare i risultati delle scienze attorno all’uomo
(Dilthey vuole sintetizzare i risultati delle scienze, Heidegger
ritiene che la loso a debba venire prima, si deve capire il
concetto di uomo prima di studiare le sue manifestazioni).
La teoria che trae è un teoria debole sulla natura umana
(non su presupposti meta sici) che può servire per costruire
idee universali della morale.

Serve una teoria di armonizzazione delle teorie scienti che,


si applica un metodo ermeneutico, si parte da una
precomprensione, elementi anche storici, concetti, metodi,
riconosciuta questa possiamo anche metterla in
discussione. É un’interpretazione quella che si fa, si
abbandona la questione della verità, c’è una circolarità tra
precompressione e messa in discussione, si decide il livello
di complessità e alcuni elementi possono rimanere fuori.

SCHELLER (1874-1928)

Fenomenologo, vuole indirizzare le scienze, lavorare


sull’ontologia, sui concetti da somministrare alla scienza,
inoltre S. fa anche una sintesi dei dati delle scienze, in
pratica è a monte e a valle. Autore che segue meno i dati
presi dalle scienze rispetto ai successori e fa più uso di
meta sica e teismo. Scheller applica la fenomenologia
all’antropologia. La capacità umana che lo distingue
dall’animale è di applicare il procedimento di riduzione
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eidetica, di idealizzazione. L’uomo è in grado di dire no alla
vita, di uscire dalla visione comune, quella della scienza,
dalla visione naturale delle cose. In Husserl era solo una
questione epistemologica, in Scheller come in Heidegger
diventa esistenziale.

Ha tre periodi, un primo spiritualista, poi incontra la


fenomenologia di Husserl, poi a ronta un progetto di
antropologia loso ca. L’elemento fondamentale dell’uomo
non è l’intelletto, ma lo spirito. L’uomo può passare da un
sapere strumentale ad uno meta sico (fare la riduzione
eidetica, cioè interrogarsi sull’essere, porsi la domanda sul
tutto, come dice Heidegger), è in rapporto con la totalità,
con ni e valori (l’animale non può dire no alla vita,
l’intelletto comune vede oggetti e parti, non la totalità).

Lichtung: in Scheller e Heidegger, il guardare alla fonte di


luci e ombre, ciò che le rende possibili, come il sole in
Platone.

Non tutti gli umani applicano la riduzione eidetica ma hanno


la potenzialità di poterlo fare, di poter dire no alla vita,
uscire da una situazione naturale. In Scheller l’elemento
intersoggettivo è costitutivo anziché derivato come in
Husserl (che faceva intendere la possibilità di un
solipsismo), è una simbiosi originaria similmente a Freud.

L’etica di Scheller si basa sul sentimento, lo studia


fenomenologicamente rintracciando il correlato
intenzionale, il fenomeno intenzionato sono i valori, il
sentimento si rapporta con qualcosa che ha valore oppure
no. Scheller vuole fondare l’etica sul sentimento, esistono
dei valori fondamentali ed esiste una gerarchia di sentimenti
che si allacciano a questi, primo è l’amore/odio, secondo è
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la simpatia/antipatia (più soggettiva). L’amore è la riduzione
stessa.

Si succedono l’uomo cristiano (superiorità dell’uomo data


da dio), l’homo sapiens (fondato sulla razionalità), l’homo
senza dio (immanentismo, senza trascendenza), in ne
l’homo faber (con Scheller ritorna la trascendenza, ma
senza elementi personalistici come nel cristianesimo,
l’uomo crea il proprio mondo).

Scheller costituisce una successione tra piante, animali e


l’uomo attorno ai concetti di ri essione, di distacco dalla
dimensione naturale: estasi (delle piante, un guardare fuori),
istinto (ritmico, predeterminato, poco modi cabile),
abitudine (apprendimento con prove ed errori, modi ca non
cosciente ma neppure istintuale, ci avviciniamo alla
ri essività), intelligenza pratica (utilizzare oggetti in modi
inediti, di erenti, non si possiede ancora un’idea di
oggetto), intelligenza astrattiva (si trae un’essenza di
oggetto nelle sue diverse apparizioni), spiritualità, cioè il
poter mettere tra parentesi l’aspetto naturale,
l’autoconservazione, si può comprendere l’insieme, nella
scienza c’è questo tentativo ma è ancora limitata da un
atteggiamento naturale.

GHELEN (1904-1976)

Nasce in Germania, si forma in ambito neokantiano.


Compromissioni con il nazismo (si distacca per la questione
eugenetica). Ghelen costruisce un’antropologia loso ca
entro lo studio delle scienza (non usa ipotesi creazionistiche
o meta siche, e nemmeno biologiche, evoluzionistiche, ma
funzionalistiche, caratteristiche che emergono dalla
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struttura), cerca di confutare l’evoluzionismo in quanto
costruisce una linea continua tra animale e uomo. L’uomo
fa parte del disegno naturale, ma ne costituisce
un’eccezione. L’uomo è carente e sopperisce con l’esonero
(entlastung), il liberarsi di un fardello (ma anche escludere
alla consapevolezza) con capacità intellettuali e con
strumenti sici, sociali, culturali. L’uomo è carente in quanto
non specializzato (prematuro, senza organi specializzati,
senza habitat). L’uomo non è adatto ad alcun ambiente ed è
destinato a crearsi un mondo arti ciale modi cando questo
ambiente.

PLESSNER (1892-1985)

Studia fenomenologia, medicina, biologia.

Distinzione uomo-animale: eccentricità. Le piante non


hanno centro, interiorità, non hanno compiutezza; l’animale
ha un centro nei propri istinti, nel proprio collocamento
nell’ambiente; l’uomo è fuori centro, alla continua ricerca di
sé, fuori dal proprio ambiente. Questa eccentricità permette
la nascita della cultura, del progresso ma è anche un
problema per la divisione, la precarietà. Per Plesner non si
può percepire la totalità, si vede sempre una parte, e non
c’è immediatezza, tutto è sempre mediato, non c’è
autenticità possibile, solo c’è la possibilità di tendere
all’autenticità (come in “Essere e tempo”).

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HANNAH ARENDT (1906-1975)

Studia Aristotele, allieva di Heidegger e Jaspers, dopo


l’ascesa di Hitler scappa prima in Francia poi negli Stati
Uniti.

“Le origini del totalitarismo” - Nazismo e Stalinismo sono


entrambi totalitarismi. A di erenza di una dittatura dove c’è
uccisione degli oppositori politici, dove si abolisce la libertà
pubblica, qui c’è una dimensione oggettiva del nemico, c’è
abolizione della libertà anche privata (invade ogni aspetto,
c’è controllo, c’è manipolazione). Secondo la Arendt non ci
sono logiche necessariamente utilitaristiche.

“Vita activa” - Prima chiamato “La condizione umana”.


Parla della condizione umana, diversa dalla natura umana
ssa, inoltre non si riferisce alle scienze come i precedenti
autori, ma fa un’antropologia storica, cioè ogni epoca
storica dà forma ad una diversa condizione dell’uomo che
può essere studiata e confrontata. Analizza la storia dei
concetti di teoria e prassi, molte categorie della prassi sono
state assorbite dalla teoria, recupera così le de nizioni di
azione, fabbricazione (operare), lavoro. Recupera la
de nizione antica di politica, non come amministrazione o
persecuzione di un obiettivo, ma qualcosa che ha a che
fare con l’estetica e la libertà, è il gioco che è autotelico,
senza temporalità, senza giungere ad prodotto, un ne
esterno. La teoria é perseguita da un soggetto distaccato,
isolato, e con una visione del bene, unitaria del mondo (dio,
lo spirito), un teorizzare che si pone superiore all’agire.
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Arendt non rovescia il primato come in Marx o Nietzsche
che in realtà hanno lasciato immutato teoria e prassi, e in
questo si sono perse le categorie della prassi che lei
identi ca in azione (praxis), fabbricazione (poiesis), lavoro.
La tradizione ha confuso queste tre categorie che sono
diverse dal punto di vista fenomenologico. Nella
contemporaneità sono state confuse sfera pubblica e
privata, nell’antica Grecia il lavoro non era espressione di
libertà, la libertà era espressa fuori dalla vita privata (dove ci
sono i processi vitali), nella vita pubblica, con l’azione e il
discorso politico.

Arendt distingue in tre categorie, che possono


rappresentare diverse visioni del mondo. Ella non vuole
porre una visione sopra l’altra ma distinguerle.

- L'azione è un’attività umana libera, senza ne, può


continuare all’in nito, attraverso cui il soggetto in
relazione acquisisce identità, crea signi cato. L’azione
può essere distruttiva (come nei movimenti rivoluzionari)
ma anche costitutiva di valori, signi cati.

- La fabbricazione ha una temporalità precisa, l’homo


faber ha un’idea e con degli strumenti la mette in opera,
così Platone aveva applicato questo modello alla politica.

- Il lavoro è un’attività che non produce oggetti, ma


permette di perpetuare il ciclo vitale, si provvede al
sostentamento. Non si da forma al mondo (come
pensavano Hegel e Marx) è un attività ciclica, nel lavoro
si producono beni deperibili che vengono consumati
(lavori per mangiare, mangi per lavorare). Una società
basata sul lavoro vede tutto come consumabile, non
come strumento, e schiava di un ciclo senza più senso.

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SLOTERDIJK (1947, in vita)

Antropologo loso co, 70 anni, dopo i primi antropologi


torna a parlare di distinzione uomo-animale (e macchina).

Distinzione uomo-animale: si confronta con i progressi della


scienza (uomo-macchina), fa utilizzo di metafore perché il
passaggio uomo-animale non lo si può descrivere con
categorie loso che del tutto dimostrabili. Metafore come il
concetto di sfera servono a restituire una maggiore unità
dei concetti.

“Saggio sulle regole del parco umano” - Antropotecnica,


come l’uomo è prodotto in una determinata epoca.
Conosciamo l’umanesimo come dispositivo, un insieme di
narrazioni, regole, strutture che rendano possibile la
coesistenza. È preoccupato della ne dell’umanesimo, un
dispositivo si esaurisce quando niscono le sue capacità
espressive, dopo l’umanesimo ci sarà la schiuma.

Zattere: La distinzione uomo animale migliore secondo


Sloterdijk è nella lichtung, la capacità di vedere il mondo e
non solo gli oggetti (l’umanesimo è limitato perché parte da
una distinzione non chiara tra uomo-animale che si basa
sulla razionalità). S. studia il modo in cui è sorta questa
capacità. L’essere umano è prodotto da una condizione
protetta dalla tempesta, su di una zattera si crea un
incubatore di esseri umani, non ancora individui che
saranno creati dall’umanesimo.

L’ambiente protetto è permesso da una serie di


meccanismi: insulazione (organizzazione sociale e
protezione deboli), liberazione dei limiti corporei (lo
strumento permette di liberarsi dal contatto diretto con
l’ambiente, si percepisce un distacco e la possibilità di
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superare dei limiti), neotemia (uomini nascono non maturi e
vengono viziati, la serra che sarà poi cultura diventa un
sistema per la cura di sé), trasposizione (fragilità della sfera,
il rito serve a stabilizzare e ridurre il caos).

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