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FRANCESCO AQUECI

Capitalismo
e cognizione
sociale

UNIVERSITÀ
Indice

p. 7 Premessa
11 Capicolo 1

L'arbirrariera della mence


1.1. Un campo di forze conrrapposte, 13
1.2 .Segno e merce, 16
1.3. Omologia linguistica, 21
1-4- Omologia economica, 23
1.5. Legge del valore e alienazione sociale, 30
1.6. Ruolo comunicazionale e neurralità del sistema eco-
nomico, 34
1.7. Metamorfosi della merce, 36
1.8. Riferimento e finalismo, 37

41 Capicolo 2
Oncologia della realra sociale capiraliscica. Noce a par-
cire dall'o11Cologia dell'essere sociale di Gyorgy Lukacs
2.1. Il corporeo-economico, 50
2.2. Genesi, 54
2.3. Teleologia, 57
2.4 . Essenza e fenomeno, 59
2.5. Struttura e so\-rastruttura, 63
2.6. OggettiYazione e alienazione, 67
2.7. Estraneazione, 72
2.8. Oltre l'esrr:meazione, 86
p. 91 Capitolo 3
L'ironia della genesi. Modelli alcernativi del conflicto co-
municacivo
3.1. Il modello elitistico, 95
3.2. Il modello cooperatorio, 100
3.3. Genesi e norma, 103

105 Capitolo 4
Cacegorie dd/a cognizione sociale
4.1. Categorie, 110
4.2. Linguaggio, 114
4.3- Lavoro, 115
4.4. Globalizzazione, 116
4.5. Privatizzazione, 119
4.6. Televisione, 121
4.7. Socia!, 128
4.8. Prospettiva, 130

133 Capitolo 5
La religione della merce
5.1. La reificazione come permanenza transitoria, 134
5.2. Reificazione e simbolizzazione, 138
5.3- Merce e numen, 140
5-4- Il valore come numen, 143
5.5. Il culto dell'uomo astratto, 146
5.6. La duplice reificazione, 152
5.7. Excursus: Marx e \Veber, 154
5.8. Per una giustizia di transizione, 157

161 Conclusioni
169 Bibliografia
173 Indice dei nomi
Premessa

Le :m:ilisi r:iccolrc in qucsro libro vcrrono incorno :ill'csscrc


soci:ilc come soggcrro fìn:ilisrico che opcr:i nclb srori:i. li
fìn:ilismo può essere un processo mccc:inico scnz:i coscicn-
z:i dello scopo, il fìumc che scorre verso b foce, oppure un
processo che incorpor:i conoscenze, si:ino esse irriflesse (b
migr:izionc di uno srormo di uccelli) o riflesse (b n:ivig:izio-
nc govcrn:ir:i d:i un:i bussob). Per i primi si p:irb di processi
rclcom:irici, per i secondi di processi rclconomici'. Coloro i
quali concepiscono b socicd come un:i semplice csrcnsionc
dclb n:irur:i c:ir:irrcrizz:ino come processi rclcom:irici an-
che funzioni come il linguaggio o il bvoro. A r:ili processi
conrr:ippongono l':igirc logico, in cui cioè vi è d:i parre del
soggcrro cons:ipcvolczz:i dei fìni e dei mezzi :ieri :i raggiun-
gerli'. Simili concezioni occulr:ino il farro che l'agire logico
non è un:i semplice csrcnsionc delb conoscenza m:i si b:is:i
su un disr:icco conrcmpbrivo in cui processi di per sé so-
ciali vengono invcsriri delb srcss:i ncccssirà mccc:inic:i dei

1. E. Mayr, L'unicirà ddla biologia (2004), Cortina, Milano, 200;, pp. ;2 ss.
2. V. Pareto, Traaato di sociologiagrnaak (1,16), Utct, Torino 1,ss, ,·oli. 4,
voi. I, §§ 151-52.
6 Premessa

processi relcom:irici. Nel dominio del bvoro ciò h:i come


conseguenza che i rapporti di produzione si ergono davanti
:ii produttori come cose esterne cd estranee. Nella soci cd si-
gnorile, raie rcifìc:izionc poggiava sulla dicotomia rr:i l'agire
non logico produttivo dello schiavo e quello logico conrcm-
pbrivo del padrone, il quale in forza del suo potere assoluto
porcv:i appropriarsi dell'intero prodotto del bvoro. Nella
socicr:i c:ipir:ilistic:i, b libcrt:i formale del s:ibri:ito, :ipp:i-
rcntcmcntc libero di vendere b propria forza bvoro, in rc:il-
r:i costretto :i mcrcifìc:irc il proprio bisogno di sopr:ivvivcn-
z:i, h:i comportato l':iccorp:imcnto dell'agire non logico con
l'agire razionale rispetto :ilio scopo, facendo emergere l'agire
razionale rispetto :il valore, che nella socicr:i signorile si pre-
sentava nelb veste di una morale rcgobt:i d:i miti rcligiosi3.
O!.!cst:t riformulazione, che h:i fìss:ito in sfere autonome l'a-
gire abitudinario e quello affettivo•, h:i esteso l':ittcggi:imcn-
to contemplativo anche :il s:ibri:ito, m:i in forma p:ir:idoss:i-
le. C:ipit:tlist:t e s:ibri:ito sono stati infatti :iccomun:iti d:ill:i
fìn:ilir:i logico-strumentale del piano imprenditoriale, m:t
mentre il primo h:i ereditato l':ittcggi:imcnto contemplativo
del signore grazie :il quale continua :id appropriarsi del plu-
svalore, il s:ibri:ito è stato inc:itcn:ito :ill:i contemplazione
cstr:ini:it:t delb fìn:ilit:i del proprio bvoro dissolta nel flusso
dei meccanismi qu:intit:ttivi5. Di conseguenza, l'agire razio-
nale rispetto :il valore, che nella socicr:i signorile pcrm:incv:i
nelb quiete mitologica del non logico, nella socict:i c:ipi-
t:ilistic:t è st:tto elevato :i coscienza morale logica, b quale

3. M. Wcber, Economia, soderà (1922), Edizioni di Comunicò, Milano 1974,


Yoll. 2, Yol. I, pp. 21-23.
4. Ibùkm.
;. G. Lulcics,Scoria uosci,nzadi class, (192)), Mond~dori, 1'-•iìlano 1973, p. 116.
Premessa

però risultando irrazionale rispetto allo scopo è prccipit:it:i


nell'inquietudine e nell'angoscia. ~esce moderne dissocia-
zioni oncologiche si approfondiscono :il giorno d'oggi con b
sempre pili strctt:i connessione tra il processo di valorizza-
zione del capitale e il potenziamento tecnico del fìn:ilismo.
Infatti, processi quali l':iutom:izionc, b virtu:ilizz:izionc, b
celcprcscnz:i consentono :il capitale di riprodursi facendo :i
meno del s:ibri:ito il quale, divenuto inutile :ilio scopo, può
essere espulso dai rapporti di produzione che ritornano così
:ilio schema precedente del rapporto era padrone e schiavo,
bddovc però lo schiavo è b macchina non pili umana. Sul
sistema produttivo viene così :i gr:ivit:irc una massa non pili
sociale di spettatori estraniati in cerca di un riscatto che
potrà essere assicurato solo da un agire collettivo rivolto :ilb
totalità soci:ile6, il quale però sarà sfìd:ito :i ogni passo dal
potenziamento dell'individuo che l'uso individualistico del-
lo sviluppo tecnico consente. La "selezione :ircifìci:ilen che da
cale sviluppo conseguirà s:ir:i perciò segnata da un conflitto
adattivo per decidere se perpetuare il modello competiti-
vo dominante oppure far prevalere un sistema coopcr:itorio
adeguato :ilb forma di vita che da cale lotta scaturirà.

li primo capitolo di questo libro è sost:inzialmcncc inedito


poiché deriva d:ilb complcrn riscrittura, che b variazione del
titolo intende scgn:ibrc, dell'articolo L'arbicrarierà della merce
apparso su «Il pensiero economico italiano}. I restanti capi-
toli invece, in alcuni punti rimaneggiati per evirare ripetizio-
ni e introdurre delle legature, e in qualche caso leggermente

6. M, cap. I.
7. A. XVII, n. 2 , 200~, pp. 129-158.
10 Premessa

v:1ri:1ti nei titoli :11 fìnc di renderli pili perspicui, ri prendono


nell'ordine i seguenti saggi usciti tr:1 il 2011 e il 2014 in rivi-
ste online e, nel C:ISO dell'ultimo capitolo, :I st:1mp:1: Lo srazio
per un piede. QJ.!escioni di oncologia sociale, ,<1 llumin:1zioni» ; L'i-
ronia della genesi. Modelli a/remativi del conflitto comunicativo,
«Rivista it:1li:1n:1 di fìlosofì:1 del linguaggio>/; Per una cricica
10
del modo di produzione comunirario, «Agon» ; La religione del-
la merce, «Critica m:1rxist:1»". Tucri vertono intorno :11 tcm:1
delb cognizione soci:ilc, ind:1g:1c:1 d:1 varie :ingobcurc e con
diversi :ipprofondimcnti, nel suo nesso con b rc:1lt:1 soci:ilc
b cui comprensione or:1, forse molto pili che negli :inni in
cui quei bvori sono stati rcd:icri, non può prescindere d:11 suo
c:1r:1crcrc di rc:1lt:1 soci:ilc c:1pit:1listic:1.

Ringrazio l'amico e collega Antonino Laganà per l'insostituibile aiu-


to nella preparazione di quest'opera per la scampa. Dedico il libro
alla memoria dei miei genitori.

8. N. 18, ottobre-dicembre 2011, pp. 90-146, http://www.ri-;stailluminazio


ni.it/.
9. Vol 6, n . 3, 2012, pp. 16-24, http://www.rifl.unical.it/indcx.php/rifl.
10. N. 15, ottobre-dicembre 2017, pp. 49-83, http://portalc.unimc.it/2gon/
fascicoli/fascicoli-u-20/fascicolo-15/.
11. Nn. 3-4, maggio-agosto 2014, pp. 83-,2.
Capitolo l

L'arbitrarietà della mente

Nel cognitivismo contcmpor:mco, che nelle sue v:iric sfum:i-


turc r:iccoglic e :tpprofondiscc l'eredità dell'empi rismo cl:issi-
co, b cognizione è conccpit:t come tm:t serie di :ibilit:1 leg:itc
:ilb motorict:1, :ill:i percezione, :ilb conosccnz:i e :ilb mcmo-
ri:t, che consentono :ill'individuo di r:ipport:irsi con oggetti,
eventi e persone delb rc:iltà cstcrn:t. T:ile r:tpporto, però, è
tutt':iltro che diretto e immcdi:ito. Ad esempio, le ricerche
psicogenetiche di Pi:igct (1896-1980) cvidcnzi:tno che per un
lungo tr:itto il b:imbino cntifìc:i d:iti di coscicnz:i e r:ipporti
soci:ili, t:tnto d:t considcr:irc le regole mor:ili come fatti ester-
ni indipendenti che si impongono obblig:itori:imcntc qu:ili
che si:ino le circosr:inzc in cui il soggetto si viene :i rrov:irc'.
Non p:trc perciò che l:t cognizione poss:t essere considcr:i-
t:t semplicemente come un insieme di "univcrs:ili" che poi si
invcr:ino indifrèrcnrcmcntc in qucll:i o quell':iltr:i "form:i di
vit:tn. Al contr:irio, esistono st:idi di pensiero in cui domi-
n:irc, coopcr:irc, :agire e r:ipprcscnr:irsi il proprio :agire, con-
cepire pcrm:incntcmcntc l'oggetto, imit:irc, comprendere le

,. J. Piaget, Il giudizio morale nel bambino (,~µ), Giuntì-B:arbèra, Firenze


•~72, p. 87.
12 Capitalismo e cognizione sociale

proprie intenzioni cd essere c:ip:icc di :tttcnzionc congiunt:i


sino :i comprendere l'intcnzion:ilid :ilcrui, con le rispettive
:ibilicà comporc:imcnc:ili, sono funzion:ili e dcccrmin:mofor-
mc di rc:ilcà provvisorie benché reali che il soggetto supcr:i :il
fìnc di pervenire :i un:i rc:ild pit1 :idcgu:it:i e concrolbbilc.
~esci c:ir:ittcri di rcifìc:izionc, tr:isform:izionc e fìn:ilismo
:ittu:ilizz:ito d:ill':ittivicà del soggetto si ritrov:ino nelb cogni-
zione soci:ilc così come :in:ilizz:ic:i d:i M:irx (1818-1883) nelle
sue considcr:izioni sul c:ir:ittcrc rcifìc:ito delb merce nelb
società c:ipit:ilistic:i, qu:indo moscr:i che i r:ipporti soci:ili tr:i
produttori priv:iti si crist:illizz:ino in v:ilori di sc:imbio :issu-
2
mcndo b fìssit:i tipic:i dei fotti esterni :ill:i coscicnz:1 • Af-
fronteremo perciò il nesso tr:i cognizione e rc:ild soci:ilc non
in m:tnicr:i indcccrmin:it:i, m:i :issumcndo come csscnzi:ilc il
suo c:ir:ittcrc c:ipic:ilistico, riprendendo :i c:il fìnc le :in:ilisi
dello stesso M:irx sul v:ilorc come sost:inz:i delb merce. Al
fìnc però di sottr:irrc il problcm:i del v:ilorc :ilb pur:i discus-
sione cconomic:i :idottcrcmo :ilcuni :iccorgimcnti. Il primo
s:irà di individu:irc un oggetto del mondo soci:ilc con cui
comp:ir:irc i v:ilori di sc:imbio. E t:ilc oggetto s:irà costituito
d:ii v:ilori linguistici così come :in:ilizz:iti d:ii due m:iggiori
esponenti delb modcrn:i riflessione scmiotic:i, Fcrdin:ind dc
S:iussurc ( 1857-1913) e Ch:irlcs S:indcrs Pcircc ( 1839-1914), il
che ci consentirà di mettere in cvidcnz:i b funzione 011tolo-
gic:1 gcncr:ilc del v:ilorc. Il secondo :iccorgimcnto consisterà

2. K. !'-·fa.IX, Il capiralc, Yol. I, cap. I, pp. 153-154. Il capiralc consta di uc YO-


lumi, nu solo il primo fu edito cWl'autorc nel 1867. Gli alrri due Yo!umi furono
pubblicati posrumi, rispettivamente nel 1885 e nel 18!M, da Fricdrich Engcls,
amico e sodale di Marx. La traduiionc italiana cui hccio riferimento è quella a
cura di A Macchioro e B. M~ apparsa presso Utct rispcttÌ\'amcntc nel 1,74 (I
Yol.), nel 1,ao (II Yol.) e nel 1,87 (III Yol.).
l, Larbitrarietà della mente

nel riconsiderare il nesso era valore e :ilicn:izionc sociale alla


luce delle odierne cr:isform:izioni delb merce. In r:il modo,
apparirà chiaro il limite di alcune proposte volte :i for fron-
te :il c:ir:ittcrc rcifìc:iro della realtà sociale c:ipir:ilisric:i cd
emergerà b necessità di riv:ilur:irc il fìn:ilismo dell'azione,
senza perciò cadere nel determinismo.

1.1. Un campo di forze contrapposte

Poste queste premesse, possiamo cnrr:irc in argomento os-


servando che nelb scienza economica odierna non solo ci si
disinrcrcss:i delle interazioni che possono porcare :i un su-
pcr:imcnro delle rcifìc:izioni generare dall'agire economico,
ma si rivendica nei loro confronti una sorra di indifferenza
cognitiva, bsci:indo che sia b semplice perizia nel mano-
vrarle per ciò che sono :i prendere il posto di una coscienza
criric:i ricoscrutriv:i. Ciò si vede bene nel modo srilizz:iro
con cui b merce denaro è conccpir:i nelb teoria della mo-
neta di Milcon Fricdm:in (1912-2006), epigono fra i maggiori
del marginalismo, il parad igma economico che domina in-
contr:isr:iro da quando, alla fìnc dcll'Ocroccnro, fu sc:ilz:ir:i
l'economia poliric:t che Ad:im Smirh (1723-1790) e D:ivid
Rie:irdo (1772-1823) avevano cdifìc:iro con le loro opere La
ricchezza delle nazioni ( 1776) e Principi dell'economia politica e
dell'imposra (1817) e che Marx aveva p:iss:iro :il vaglio di una
vasca cricic:i culmin:it:t nel Capitale (1867). Per Fricdm:in,
b monct:t è una delle rance possibili attività nelle quali i
risparmiatori possono detenere b loro ricchezza. Rispetto
alla domanda di moneta da parre degli attori economici, b
scienza economica non ha pili il compito di mostrare cosa
14 Capit1llismo e cognizione soci1lle

si nasconde dietro questa forma di merce, cosl come si prc-


fìggcva criticamente Marx, m:i deve limit:irsi :id :issumcrb
come un fatto in sé concluso, di cui scoprire le regole che ne
pcrmctt:ino b m:inipobzionc cconomic:imcntc piit rcdditi-
zi:i3. L:i monct:i, dunque, conccpit:i come uno strumento ben
riuscito e ottimizz:ibile che rinvi:i :illc tre menti che, secon-
do Fricdm:in, opcr:ino nel sistcm:i economico, ovvero quelb
limit:ita dei govcrn:inti, quelb spont:inc:i e impcrson:ile del
mcrc:ito, e qucll:i :ircifìci:ile e illimit:it:i di un:i ristrctt:i ccr-
chi:i di individui, gli scicnzi:iti economici, i qu:ili gr:izic :i un
s:ipcrc in gr:ido di "cs:iurircn l'oggetto, possono guid:irc con i
loro "consiglt le menti limit:itc di chi govcrn:i. Ora, poiché
b poliric:i h:i le sue ferree leggi del consenso, i "consiglt che
Fricdm:in e i suoi emuli h:inno el:irgito in questi decenni
non s:ircbbcro st:iti presi in considerazione da chi governa
se non fossero stati sostenuti da una potente corrente socia-
le favorevole alb cosiddetta "libertà di mcrc:iro", il cui con-
rcnuro consiste nelb rcndcnza che il giov:inc Marx, nclb su:i
dissezione delb moderna "società civilen, aveva individuato
nel principio del godimento o capacira di fruire•, che si attu:i
con lo «sfrenato movimento materiale e spirituale» 5 con cui
il capirale inccssanrcmcnrc rivoluziona le condizioni di vira,
costringendo fìnalmcnrc gli uomini a considerare «con oc-
chi liberi da ogni illusione i loro rapporti reeiproci,,6, Con
qucsre formubzioni, M:irx, d:i un bro, mcttev:i in evidcnz:i

3. M. Fricdm2n, M,codo, consumo < mon<tu, il Mulino, Bologru. 1556.


4. K. Mux, Critica d,//a filosofia h,gdiana dd diriao pubblico (1841-43), in K.
l'-iux, Op<r< filosofich< gio,1anili, Editori Riuniti, Roma 1571', p. 95.
5. K. !'I.far.<, Qi!csrionc ,braica (1844), in K. Mux, F. Engds, Op<r< sc,lc,, Edi-
tori Riuniti, Roma 1574', p. 95.
6. K. Mux, F. Engcls, Manifcsco d,l parrico comunisca (1848), in K. Mux, F.
Engcls, Op<r< mir<, cit., p. 255.
1. L\irbit:rarierà della mente

b funzione che l'economia veniva sempre pit1 assumendo nel


complesso dclb mente sociale, quale suo "corpo :ill:irg:ico" e
"p:ircc :ippcciciv:i"; d:ill':ilcro, incic:iv:i :i un:i "presa di coscien-
za" di cale livcl lo "motorio" che sarebbe ri m:isco "cieco" se su
di esso non si fossero clcv:icc le funzioni più complesse dclb
cognizione sociale. O!!esc:i visione morfogenetica unic:iri:i si
è persa quando si è cominci:ico :i concr:ipporrc scobscie:i-
mcnce b "scruccur:i m:iccri:ile" :ilb "sovr:iscruccur:i culcur:ile".
li privilegi:imcnto, :illor:i, che crovi:imo in Friedm:in dclb
"sfrcn:icczz:i" del mcrc:ito, il cui vobno è b moneta assunta
nella su:i cicca posicivic:i, è un:i sorca di marxismo scobsci-
co con il segno di classe rovesciato, che funge d:i strumento
ideologico per chi intende ridurre b "società civile" proprio
:il suo soscr:ito :ippccicivo-mocorio, nclb convinzione che
esso si:i, appunto, il "vero corso naturale delle cose". O!!c-
sco risvolto è sc:ico messo incisiv:imcnce in evidenza quando
le misure economiche "consigli:icc" d:i Fricdm:in e d:ii suoi
seguaci :ii governanti di diversi paesi nel corso degli ultimi
decenni sono sc:icc comp:ir:icc con le pratiche mediche che
utilizzano l'elettroshock per curare b mente individuale :if-
fccc:i d:i dcccrmin:icc p:icologic psichiatriche;. Rispetto :illc
ere menti di Fricdm:in, qucsc:i comp:ir:izionc ne fa emerge-
re un':ilcr:i, occulc:ic:i d:i Fricdm:in m:i ben presence come
suo bersaglio, e cioè b mente collccciv:i incesa non come un
accumulo inerte di usi e costumi m:i come un:i diffèrcnzi:i-
zionc dell'organismo socio-cognitivo con cui il "movimento"
economico è irrcggimcnc:ico in istituti e norme, prodotti
essi stessi legittimi del processo morfogenetico. Or:i, è pro-
prio l'unic:iriccà di c:ile processo che Fricdm:in combatte,

7. N. Klcin, Shock ,conomy, Rizzoli, J>.·iilano 2007.


Capitalismo e cognizione sociale

poiché b vede come un imp:iccio p:irologico per il "libero


mcrc:iro", ovvero per quelb "p:irrc :1ppcririv:1" che si vuole
cselusiv:imcnrc privilegi:ire. Di qui b predilezione per quei
momcnri in cui, d:1 un colpo di sr:iro :1 un:1 c:1r:1srrofc n:1-
rur:ile, b mcnrc collettiv:1 è ridorr:1 :1 rabula rasa. Lo shock
che dcriv:1, infarcì, d:1 quegli :ivvcnimcnri c:1r:1srrofìci è colro
come l'occ:isionc propizi:1 per l':1cccrr:1zionc del nuovo ordi-
ne progcrr:iro d:igli scicnzi:iri economici, b cui r:izion:ilir:i è
g:1r:1nrir:1 d:ilb su:1 supposr:1 corrispondcnz:1 con b prcsunr:i
n:irur:ilir:i dello "sfrcn:iro movimento". Come si può vede-
re d:1 qucsr:i breve p:inor:imic:i, b cognizione soci:ile con-
rempor:ine:i :ipp:irc come un c:impo di forze conrr:ipposre.
D:i un beo, b spinr:1 delb "socicr:i civile", co:1diuv:1r:1 d:ilb
scicnz:1 economic:1 :ipologeric:1, volr:1 :1 r idur b :il solo livello
:ipperirivo; d:ill':ilrro, l'opposizione di qu:inri lott:ino per s:1l-
v:1gu:1rd:1re l'unir:iricr!i delb morfogenesi. Per comprendere
i possibili sviluppi di r:ile conrr:ipposizionc, dobbi:imo es:i-
min:irc più d:i vicino il funzion:imcnro e le rr:isform:izioni
di quelb fìgur:i che riflette in sé meglio di ogni :ilrr:1 b ten-
sione delle forze contr:ipposte, b merce.

1.2. Segno e merce

Nel corso del Novecento, b produzione del m:irchio h:i


:issunto un'import:inz:i sempre pitt gr:indc rispetto :ill'og-
gctto m:itcri:ile cui si :ipplic:i, c:ilehé missione dell'imprcs:i
è divcnut:i quelb di produrre segni pitt che oggetti. M:i b
n:icur:i scmiotic:i dclb merce non si è cerco impost:i con il
brand. In un p:isso dei Lineamenci di filosofia del diritto che
M:irx cit:i nel Capitale, gi!i Hcgel poncv:i che, «se si con-
1. L'arbitrarietà della mente

sidcr:t il concetto di v:ilorc, b cos:t stcss:t è ritcnut:t sol-


t:tnto come segno, cd css:i v:ilc non in qu:into se stcss:i, m:i
8
in qu:into ciò che v:ilc» • L:i merce s:ircbbc dunque un se-
gno oggeccualc, poiché in qu:into oggetto percepibile rinvi:i
:i qu:ilcos:i di sensibilmente sovr:iscnsibilc, il suo v:ilorc. li
v:ilorc come espressione del bvoro cr:i gi:i :ipp:irso presso i
richi:im:iti Ad:im Smith e D:ivid Ric:irdo, m:i è con M:irx
che il mondo font:ism:itico del v:ilorc :icquist:t b su:i prc-
gn:inz:i ontologic:i, in p:irticobrc con il concetto di «bvoro
soci:ilc :iscr:itto». Per M:irx, vi sono due livelli nel bvoro,
il soscr:ito m:itcri:ilc sensibile degli oggetti d'uso e il pi:tno
:iscr:itto sensibilmente sovr:iscnsibilc del v:ilorc che rende
t:ili oggetti d'uso sc:imbi:ibili. È solo :il secondo livello che
si può :tttribuirc il c:ir:tttcrc di soci:ilit:i. Prim:t e fuori dello
sc:imbio, c'è solo priv:itczz:i, e solo con un flusso continuo
e rcgobrc di sc:imbi il soci:ilc :icquist:t quelb consistcn-
z:i di sistcm:i in cui prodotti del bvoro discgu:ili possono
essere ugu:igli:tti e quindi sc:imbi:tti qu:ili dispendio di
bvoro um:ino cgu:ilc :istr:ttto9. Or:t, ciò che bisogn:i met-
tere in cvidcnz:i è il c:ir:tttcrc duplice di t:tlc opcr:izionc
di cgu:igli:tmcnto. L:i prim:t è che css:i non è un:i fìnzionc
0
:in:ilitic:i del riccrc:itorc' m:i un'opcr:izionc che gli uomini,
i qu:ili d:i sempre h:inno intuito l'import:inz:i del c:ilcolo
del tempo di l:ivoro", compiono ncll:i rc:ilt:t dello sc:imbio
cffcttiv:imcntc benché incons:ipcvolmcntc". L:i sccond:i è

8. G.W.F. Hcgcl, Lineamtnri di filosofia àd dirin:o (1821), Latcrza, Bari 1,13, p.


323 (. Laccrza, Bari 1,74, p. 36,), cit. in K. Mane, Il capicalt, I, Il, p. 171, nota b.
9. K. Mane, Il capicalt, cit., I, I, p. 151.
10. L. Colletti, Iàtologia t socitcà, Latcrza, Bari 1969, p. 113.
11. K. Mane,!/ capicalt, cit., I, I, p. 149.
12. h;, p. 152.
Capitalismo e cognizione sociale

che le diverse proporzioni in cui generi diversi di bvoro


vengono ridotti :i bvoro um:ino egu:ilc :istr:itto si consolid:i
solo :ittr:iverso il rc:ile :iffcrm:irsi di t:ili proporzioni come
gr:indezze di v:ilore e poiché t:ili gr:indczze v:iri:ino per loro
conto di continuo, indipendentemente d:ilb volont:i, d:ill:i
prescienz:i e d:ill':izione dei permut:inti, :igli occhi di costo-
ro sembr:ino dcriv:itc d:ilb rr:idizionc, t:ilehé il movimento
soci:ile degli sc:imbi cui d:inno vit:i i permur:inti :issume b
form:i di un movimento di cose che gli stessi permut:in-
ti non controlbno m:i subiscono'3. L'opcr:izionc soggettiv:i
di egu:igli:imento è dunque funzion:ilc :ilb re:ilr:i oggcttiv:i
del bvoro soci:ile :isrr:itto che, nelb re:ilt:i sroric:i modcrn:i,
specie dove si è più compiut:imcntc :iffcrm:it:114, è il mezzo
15
reale per crc:ire b ricchczz:1 • <.~csto cgu:igli:imento delle
forze bvor:itivc che, scp:ir:itc d:igli individui concreti cui
quelle forze :ipp:irtcngono, si cntifìc:i in un:i c:itcgori:i :i essi
cstcrn:i cd cstr:inc:i, confìgur:i :illor:i un:i condizione di b-
voro :ilicn:ito, cioè scp:ir:ito o cstr:ini:iro dagli individui che
6
Io crog:ino' . ,v
"1 :i su questo nesso torneremo p1u · • :iv:int1.· e·10'
che or:i dobbi:imo chi:irirc è il funzionamento del sistema
:isrr:itto m:i reale che, nclb continuit:i storic:imcntc dctcr-
min:it:i di mente e rc:ilt:i, tr:isform:i l'oggetto d'uso sensibile
nell'oggetto di sc:imbio sensibilmente sovrasensibile, ovvc-

13. hi, pp. u8 e 153.


14. «Un cak scaco di cose ha il suo massimo sviluppo nella più moderna
forma d'esistenza della sociccà borghese - gli Scaci Unici. Qi!i dunque l'ascra-
zionc della caccgoria "lavoro", "lavoro in generale", lavoro sans phrasc, il punco
di pancnza dell'economia moderna, diventa per la prima ,·olta vera» (K. Marx,
Incroduziont alla critica de/l'economia po/irica, in appendice a K. Marx, Per la cri•
rica de/l'tconomia po/irica, Newton Compcon, Roma 1,i2, p . 250).
15. Ibidem.
16. K. l'-.farx, Per la critica dell'tconomia po/irica, cit., p. 41; K. Marx, Scritti
inediti di economia po/irica, Editori Riuniti, Roma ,,63, p. 44.
1. L'arbitrarietà della mente

ro nelb merce. °-!!i si pone un problcm:i che non è solo


scmiorico ma più gcncralmcnrc onrologico. Abbiamo gi:i
visro dalla cirazionc di Marx ciò che della merce pensava
Hcgcl. E Marx srcsso sembra aderire per un arri mo a quc-
sr:i concezione quando osserva che «ogni merce sarebbe un
segno perché, come valore, non è che un involucro marc-
rialc di bvoro umano speso nel produrlo,>';. Turravia, egli
ha spicgaro poco prima che non è così che funziona l'ope-
razione che rrasforma un oggcrro d'uso in un valore pronro
per lo scambio. Gli uomini, infarri, afferma Marx, «non ri-
feriscono l'uno all'alrro, come valori, i prodorri del proprio
bvoro perché qucsri conrino per essi come puri involucri
maceria/i di lavoro umano omogcnco»'6. Al conrrario, essi in
modo sponranco e i rriflcsso «eguagliano l'uno all'alrro come
bvoro umano i loro pur diversi bvori in quanro eguagliano
l'uno all'alrro nello scambio, come valori, i propri prodorci
crcrogcnci»'9• La priorir:i quindi non è dcll'oggcrro che, poi,
si riferisce :i un v:ilorc, ma è del valore che, prima dello scam-
bio, deve gi:i essere cosriruiro se vuole svolgere b su:i fun -
zione di mcdi:izionc che rende sc:imbi:ibilc l'oggcrro. M:irx
si porrebbe ferm:irc a qucsra messa a punro che roglic di
mezzo una fuorvianrc an:ilogia, quelb rra il segno come cri-
chcrr:i del b cosa (farro scmiorico) e b merce come ericher-
ra di una ccrra quanrit:i di bvoro umano eguale :isrrarco
(farro economico), ma egli prosegue nelb comp:ir:izionc af-
fermando che «b dcrcrminazionc degli oggcrri d'uso come
valori è un prodorro soci:i lc dei pcrmuranri 11011 meno del

17. K. Marx, Il C4firal,, cic., I, II, p. 171.


18. K. Marx, Il capirai,, cic., I, I, p. 152.
1~. Ibidmi.
20 Capitalismo e cognizione sociale

20
li11guaggio» Dunque, da un beo, b merce non è un segno,

e ciò avviene quando si pretende che lo scambio economico


consista ncll'attaccarc sugli oggetti dei carrellini che rinvia-
no a una qualche t1uantit:1 di bvoro umano eguale ascratto
di cui una qualche tradizione fissa i I valore; dall'altro, b
crasformazionc degli oggetti in valori è una prassi sociale
analoga a quella linguistica, e ciò avviene quando si sostiene
che lo scambio economico consiste nello scambi:trc oggetti
che l'operazione di cguagliamcnto resa possibile dalb cate-
goria del lavoro sociale astratto trasforma in valor i. Ora, è
evidente che queste due affermazioni costituiscono la pars
descruens e b pars coscruens di un'unica concezione del segno
che Marx usa curisticamcntc per av:mzarc nella sua analisi
della merce. Nella prima affermazione, infatti, è chiaro che
egli ha in mente b nozione di segno come qualeosa che per
convenzione rinvia a qualeos'altro. E del rifiuto di questa
antica concezione fornisce chiaramcntc il morivo quando
invita a considerare il fatto che, se si ritiene che la merce
funziona come un segno che rinvia a qualeos':iltro, :1llor:1 si
è poi costretti :id :immettere che il valore dcll:1 merce è un:1
convenzione sc:1bilizz:1t:1 d:1 un:1 qu:ilehe abitudine soci:ile
21
che volt:1 per volt:1 interviene cr:1 venditore e :1cquirente •
Nell:1 seconda :1fferm:1zione egli evidentemente h:1 in mente
un :ilcro tipo di segno che funzion:1 in m:1nier:1 omologa :illo
sc:imbio di merci come sistem:1 di valori, m:1 sul qu:ile non
dice niente di più. Come possiamo chi:irire quest:1 fug:ice
m:1 profonda intuizione di M:irx con b qu:ile egli intende
illustrare b novic!i del suo metodo di :1n:1lisi della merce?

20. K. Mane, Il capiralc , cit., I, I, p. 152, corsivo dell'autore.


21. K. Mane, Il capitale, cic., I, II, p. 172, corsivo dell'autore.
1. Larbitrarierà della mrnte 21

1.3. Ontologia linguistica

È evidence che cucc:1 b questione ruot:1 :ittorno :il concetto


semiotico di arbicrarierà. L':1rbitr:1riet:1 del segno h:1 un:1 su:1
stori:1 dclb qu:ilc M:irx non h:1 potuto vedere il c:ipicolo che
s:ircbbc inizi:ito un cinqu:intcnnio dopo le sue riflessioni,
con b tcori:1 del v:ilorc linguistico di S:iussurc. In qucst:i tc-
ori:1, l':irbitr:iricc:i come convcnzion:ilit:i, che M:irx rigctt:i
nel momento in cui contcst:1 l':1n:1logi:1 tr:i il segno ctichctt:i
delb cos:1 e b merce ctichccc:1 del v:ilorc-bvoro, è supcr:1t:1 e
inglob:it:i nell':irbitr:irict:i come diflèrcnzi:ilic:i. li segno cioè
è :irbitr:irio non per convenzione 111:1 perché il suo v:ilorc
risult:1 d:ill'csscrc differente e sc:1mbi:1bilc con cucci gli :ilcri
segni del sistcm:1:

una parola può essere scambiata con qualche cosa di diver -


so: un'idea; inoltre, può venir confrontata con qualche cosa
di egual natura: un'altra parola. Il suo valore non è dunque
fissato fintantoché ci si limita a constatare che può esser
"scambiata" con questo o quel concetto, vale a dire che ha
questa o quella significazione; occorre ancora confrontarla
con i valori similari, con le altre parole, che le sono opponi-
bili. Il suo contenuto non è veramente determinato che dal
concorso di ciò che esiste al di fuori. Facendo parte di un
sistema, una parola è rivestita non soltanto di una signifi-
cazione, ma anche e soprattutto d'un valore, che è tutt'altra
cosa."'

22. F. dc s~ussurc, Corso di linguistica g,n,ra/, (1916), Laccrz:i., B2.Ii 19io,


p. 140.
22 Capitalismo e cognizione sociale

S:rnssurc non si nasconde il carattere «misccrioso» del


facco che b lingua si rifcrisc:1 alle cncid cxcra-linguiscichc
non con carrellini che a esse rinviano ma cramicc le diverse
"proporzioni" o valori che il pensiero, l'cquivalencc del b-
voro nel lingu:1ggio, ricagli:1 nclb m:1ccria del signifìcancc e
del signifìcaco'3. Richiam:1ndosi proprio :1 ciò che accade in
cconomi:1 egli :1llora chiarisce che:

anche fuori dalla lingua tutti i valori sembr:i.no retti da questo


principio paradossale. Essi sono sempre costituiti: 1. da una
cosa dissimile suscettibile d'esser scambiara con quella di cui
si deve determinare il valore; 2. d:1. cose simili che si possono
confrontare con quella di cui è in causa il valore. ~esti due
fattori sono necessari per l'esistenza d'un valore. Così per de-
terminare che cosa vale un pezzo da cinque franchi, bisogna
sapere: 1. che lo si può scambiare con una determinata qu:i.n-
tità di una cosa diversa, per esempio con del pane; 2. che lo si
può confrontare con un valore similare del medesimo sistema,
per esempio un pezzo da un &:i.neo, o con una moneta di un
altro sistema (un dollaro, ecc.)...

Diftèrcnza e scambiabilicà sono dunque b legge univer-


sale del valore che vige in qualsi:lsi campo si inscalli, sia esso
il sistema linguistico (langue) che il sistema delle merci, ge-
nerando quelle unid arbitrarie che rendono "dicibile" si:1 b
brurn rcalcà cxtralinguistica che il marxiano sostrato natu-
rale degli oggetti d'uso. li mistero, :1llora, deriva dalb "novi-
d categoriale" che l'arbitrarietà come diftèrcnza e scambia-

23. hi, p. 137.


24. lvi, p. 40.
1. L'arbitrarietà della mente

bilic!i r:ipprcscnt:i ontologic:imcntc rispetto :ill':irbitr:irict!i


come convenzione. °-!!i si :iffcrm:iva bensì b priorità del
2
sistcm:i linguistico sull'individuo >, m:i il segno veniva an-
cora concepito come l'unione d'un certo suono con un certo
concetto, come se si potesse cominciare con i termini e co-
26
stntirc il sistema facendone b somma • Con l':irbitraricc!i
come diffcrcnz:i e sc:imbiabilit!i il segno diviene invece com-
plccamcncc immocivaco, cioè senza :ilcun «agg:incio nacura-
2 2
lc» nelb rc:ilt:1 ; e b priorità va alb «coc:ilic:i solidalc» s non
piLt in qu:inco convenzione che lcgittim:i una nomcncbcura
ma come sistema che genera valori.

1.4. Ontologia economica

È difficile non :ivvcrcirc l'affìnic:i di queste acquisizioni on-


cologiche saussurianc con quanto abbiamo visco emergere
dall'analisi marxiana degli scambi di merci. Lo scambio eco-
nomico non è una nomcnclacura linguistica e il sistema eco-
nomico non è una cocalic:i :iddiciva. Esso invece è un siste-
ma di valori b cui unica ragion d'essere è b possibilic!i che
continui a generare valori. Senza di essi , infocci, g li oggetti
che sorgono continuamente nel soscraco nacuralc dei biso-
gni sono economicamente "indicibi lt cioè non scambiabili.
La risposta alla nostra domanda, quale sia b concezione del
segno che Marx intravede quando afferma che «b dctcrmi-
n:izionc degli oggetti d'uso come v:ilori è un loro prodotto

25. M , p. 138.
26. lbidan.
27. F. dc Saussurc, Corso di linguiscùag,naak, cic., p. 87.
28. h>i, p. 138.
Capicalismo e cognizione sociale

soci:ilc non meno del linguaggio», cominci:i dunque :i precis:ir-


si in un:i direzione che non può non inccgr:ire b novit:t del
segno s:iussuri:ino. Ci resc:i però d:i moscr:ire se e come cffcc-
civ:imcncc M:irx :in:ilizz:i b merce in termini di sc:imbi:ibi-
lit:t e differenz:i che, come :ibbi:tmo visco in S:iussurc, scm-
br:ino costituire b legge univcrs:ilc del v:ilore. Se un:i c:ilc
:in:ilisi esiste, :illor:i l':illusionc :il lingu:iggio come «prodotto
soci:ilc» omologo :ilio sc:imbio di merci non pocr~ che essere
l'intuizione di un lingu:iggio s:iussuri:in:imcnce inceso. E in
effetti M:i rx nelb su:i :in:ilisi :inzicutto p:ircc d:ill':iffcrm:izio-
nc del c:ir:iccerc non sosc:incivo m:i rebzion:ilc delb merce:

In antitesi diretta con la rozza oggetcività sensibile dei corpi


delle merci, nella loro oggettività di valore non entra neppure
un atomo di materia naturale. Giratela e rigiratela quanto vi
pare, una merce singola, in quanto cosa di valore, rimarrà in:if..
ferrahile. Ma, se ricorcliarno che le merci possiedono oggettività
di valore solo in quanto espressiorù della stessa unità sociale, il
lavoro umano, e che perciò la loro oggettività di valore è pura-
mente sociale, risulta anche evidente che essa può manifestarsi
unicamente nel rapporto sociale di merce e merce."'

Dunque, come il segno :irbicr:irio-differenzi:ile, :inche


b merce non h:i in comune neppure un :icomo con b m:i-
ceri:t n:icur:ilc dell'oggetto cui si r iferisce. T:inco :irbicr:irio
l'uno, qu:inco :irbicr:iri:i l':ilcr:i, nel senso di complec:imence
immocivati rispetto :il soscr:ico n:icur:ilc cui si riferiscono:
segno e segno, merce e merce. Non seguiremo or:i in cucci
i suoi p:ircicol:iri l':in:ilisi delb merce che M:irx oper:i, d:il-

29. K. Mane, Il capirai,, cic., I, I, pp. 121-22.


1. L'arbitrarietà della mente

b forma valore singola alb forma valore totale sino alla


30
forma dcnaro . Mi limiterò a mettere in evidenza i punti
dell'analisi in cui emerge piLt chi:lramcntc b legge generale
del valore. Così è quando Marx, dopo avere spiegato l'«ar-
cano» dell'equivalenza di venti braccia di tcb con un abito,
ddìncndo b prima merce «forma valore rcbtiva» e b se-
conda «forma valore equivalente», e dopo avere precisato
che entrambe queste forme di valore sono tanto momenti
correlativi, quanto estremi che si escludono, arriva poi alla
conclusione che:

la merce cela mene in luce il proprio essere \•alore col facco che
l'abito, senza assumere una forma valore diversa dalla propria
forma corporea, le equivale. La cela dunque esprime, in realtà,
il proprio essere valore nel facco che l'abito è immediacamcn-
ce scambiabile con essa. La forma equivaleme di una merce è
quindi la forma della sua immediai:a scambia bi/ira con altra merce.3'

In altri termini, così come il «mistero» del segno non


si risolve attaccando agli oggetti carrellini su cui è serino
il nome st:ibilito d:i un:i qu:ilehc convenzione, bensì sc:im-
bi:indo cose dissimili (idc:i per p:irob) e cquip:ir:indo cose
simili (p:irob con p:irob), così pure l'«:ircano» dclb mer-
ce non si chi:iriscc :ittacc:indo :illc merci c:irrcllini su cui è
serino il prezzo convenuto in un:i qu:ilehc rrans:izionc st:i-
bilizz:ita dalb consuetudine, bensì scambi:indo cose dissi -
mili (tcb per :ibito) e cquip:ir:indo cose simili (le qu:intit:1 di
bvoro sociale :istr:ino). Marx continu:i :incor:i:

30. Ivi, pp 121-48.


31. lvi, p. 131.
Capitalismo e cognizione sociale

La forma valore semplice di una merce è contenuta nel suo


rapporto di valore con una merce di genece diverso, o nel suo
rapporto di scambio con la stessa. Il valore della merce A è
espresso qualitativamente pec mezzo dell'immediata scambia-
bilità della merce B con la merce A; quantitativamente, per
mezzo della scambiabilità di una data quantità della merce B
con la quantità data della merce A. In altri termini: il valore
di una merce è espresso in modo autonomo mediante la sua
rappresentazione come "valore di scambio". Ciò che si è detto,
usando il lingw.ggio corrente, all'inizio di questo capitolo: che
cioè la merce è valore d'uso e valore di scambio, era, a voler es-
sere precisi, inesatto. La merce è valore d'uso, ovvero oggetto
d'uso, e "valore". Essa si manifesta come quella duplicità che è,
non appena il suo valore possieda una propria forma fenome-
nica distinta dalla sua forma naturale, cioè la forma del valore
di scambio; e non la possiede mai considecata isolatamente,
ma sempre e soltanto nel rapporto di valore o di scambio con
una seconda merce di genece diverso?

La scambiabilid è dunque funzione dclb relazione («m:ii


considcr:it:i isobt:imcntc») e dclb diffcrcnz:i («sempre e sol-
t:into nel r:ipporto di valore o di sc:imbio con un:i second:i
merce di genere diverso»). Rett:i d:i quest:i legge, b merce
:illora può d:ir luogo :i quell:i che M:irx chi:im:i b «c:iten:i»
infìnit:i e regobre delle diverse espressioni di valore di mer-
ci, risolvibili ci:iscun:i in tutte le :ilcre:

A seconda che la merce A entri in un rapporto di valore con


questo o quel genece di merci, nascono diverse espressioni
1. L~rbitrarietà della mente

semplici di valore di quell'unica e medesima merce: il numero


delle sue possibili espressioni di valore non è limitato che dal
numero dei generi di merci da essa differenti. O!:!,indi, la sua
espressione isolata di valore si com•erte nella serie continua-
mente prolungabile delle sue diverse espressioni semplici di
valore.n

La catena nella quale un'e~ione di valore si salda all'altra


può essere continuamente prolungata con ogni nuovo genere
di merci apparso in luce che fornisca il materiale ad una nuo-
va espressione di valore. In secondo luogo, essa costituisce un
mosaico variopinto di espressioni di valore diverse e discor-
dami. Se infine, come è necessario che accada, il valore rela-
tivo di ogni merce ~;ene espresso in questa forma dispiegata,
la forma valore relativa di ogni merce si risolve in una serie
interminabile di espressioni di valore, diversa dalla forma va-
lore relativa di ogni altra.34

O ra, questa «catena» illimitata di equazioni di valori di


merci appare in cucco omologa alb scmiosi come processo
di risoluzione potenzialmente illimitata di ciascun segno
in ciascun altro che un contemporaneo di Marx, cioè l'altro
grande esponente della semiotica moderna, Charlcs Sandcrs
Pcircc, così descrive:

Il significato di una rappresentazione non può essere altro


che una rappresentazione. Di fatto esso non è altro che la
rappresentazione in sé, concepita come spogliata delle sue

33. M, p. 138.
34. M, pp. 140-41.
Capitalismo e cognizione sociale

vesti meno rilevami. Ma queste vesti non possono essere


eliminate del cucco: sono solo sostituite da qualcosa di più
diafano. Così si ha una infinita regressione. Infine, l'imcr-
prccamc non è altro che un'altra rappresentazione a cui la
torcia della verità viene affidata: e come rappresentazione
ha a sua volca il proprio interpretante. Ed ceco così un'altra
serie infinita. 3s

Come si vede, per us:irc le p:irole di M:irx, l'oggccco del


segno è qui inceso non come un :iggrcg:ico di :icomi di m:icc-
ri:i n:icur:ile, m:i come un:i «r:ipprcscnc:izionc», in p:ircicobrc
come un:i r:ipprcscnc:izionc «spogli:ic:i delle sue vcsci meno ri-
lev:inci» ovvero, porremmo dire, lavoro cognirìvo sociale asrrar-
ro. In qu:inco c:ile, css:i è un:i forma valore relativa linguiscic:i
che può essere sc:imbi:ic:i con qu:ilsi:isi :ilcr:i r:ipprcscnc:izionc.
Or:i,sccondo Pcircc, il din:imismo delbforma valore linguisrica
o r:ipprcscnc:izionc dipende d:ill:i n:icur:i delb noscr:i mcncc,
govcrn:ic:i d:il principio delb concinuirà vìvenre che ci ricon-
36
ncccc :ill':irmoni:i del cosmo • E ciò che chi:imi:imo m:iccri:1,
dice Pcircc cvoc:indo l':ibicudinc di M:irx, non è :ilcro che
«mcncc irrigidic:i d:igli :ibici»3; - b conform:izionc :issunc:1 d:i
un:i pi:lnc:i, l':ilvco sc:iv:ico d:1 un corso d':icqu:i, il segno sccs-
so: «mi scmbr:i che b funzione csscnzi:ilc di un segno si:i di

35- Ch.S. Pcircc, Collcccd Papcrs, Harvard Univcrsicy Prcss, Cambridge


(Mass.) 1931-1958, ,·oli. I-VIII in 5 comi, a cura di Ch. Hanshome, P. Wciss,
A. Burks, § 1.339, u. ic. in U. Eco, Trattato di semiotica grncrak, Bompiani, Mila-
no 1975, p. 102. Una traduzione kggcrmcnce differente ma più inceressance dal
punto di ,;sca incerprecaci\•o per l'aeecncomesso sull'idea di sc=bio in U. Eco,
Segno, !sedi, Milano 1973, p. 136.
36. Ch.S. Peirce, 0,/lccud Papcrs, cic., § 6.153 (Ch.S. Peiree, ~re, Bompiani,
l'-iilano 2003, p. 1118).
37. lvi,§ 6.158 (Ch.S. Pcircc,~c, cic., p. 1119).
1. L'arbitrarietà della mente

rendere cffìcicnri relazioni incffìcicnri [stabilendo] un abito


o rcgob generale secondo b quale esse all'occasionc entreran-
no in azionc» 38. Dunque, le rapprcscnrazioni che formano b
«carcna» semiotica illimitata dei segni sono, giusto il renni-
ne marxiano, «cristalli» di mente, ovvero di bvoro cognitivo
sociale astratto, irrigiditi dagli abiti linguistici, così come b
rcb, il vestito, il tè, il caffè, il grano, l'oro, il ferro, ccc. che
formano b «carcna» illimitata di equazioni di valori di merci
sono «cristalli» di bvoro produttivo sociale asrratto irrigiditi
dall'abiro dello sc:unbio:

Consideriamo ora il residuo dei prodotti del lavoro. Non ne


è rimasto che h stessa oggettività spettrale, una pura e sem-
plice gelatina di hvoro umano indifferenziato, cioè dispen-
dio di forza hvoro umana senza riguardo alla forma in cui
è stata spesa. Ormai, queste cose rappresentano soltanto il
fatto che nella loro produzione si è spesa forza hvoro umana;
che vi è accumulato del hvoro umano. Come cristalli di que-
sta sostanza sociale a tutte comune, essi sono valori - valori
di merci.jj

E se questa infìnira proccssualid è possibile è proprio


perché, sappiamo ormai d:i S:iussurc, b lingua non è un:i
nomcncbrur:i di crichcrrc riferire :i oggetti in sé conclusi,
m:i un sistema di valori che grazie alb sc:imbi:ibilir~ e :ilb
diffèrcnz:i, le stesse che M:irx rinrr:icci:i nel sisrcm:i delle
merci, può produrre un'infìnid di forme rispetto :il sosrr:i-
ro di :iromi di m:ircri:i n:irur:ilc d:i cui si ricavano gli oggetti.

38. hi, §§ 5.4~2 e 8.332 (Ch.S. Pcircc, Opere, cit., pp. 275 e 1~1).
3~- K. Mon:, Il capiralc, cit., I, I, p. 111.
Capitalismo e cognizione sociale

1.5. Legge del valore e alienazione sociale

In conclusione, b convcrgcnz:1 cr:1 l':1n:1lisi m:1rxi:1n:1 dcl-


b merce e l':1n:1lisi del segno dei due princip:1li csponcn-
ci dclb scmiocic:1 modcrn:1 rende pbusibilc l'ipoccsi che,
qu:1ndo M:1rx :1ffcrm:1 che «b dcccrmin:1zionc degli oggcrri
d'uso come v:1lori è un prodocco soci:1le 11011 meno del /in-
g11aggio», egli h:1 in mcncc il segno :1rbicr:1rio-diffcrcnzi:1le
di S:1ussurc di qu:1lehc decennio :1pprcsso. L:1 su:1 :illusio-
ne è b cr:1cci:1 dcll'inruizionc che se si vuole p:1r:1gon:1rc il
lingu:1ggio :11 sisccm:1 delle merci non ci si può fcrm:1rc :11
convcnzion:1lismo linguiscico, m:1 bisogn:1 spingersi olcrc
verso un:1 concezione del lingu:1ggio come sisccm:1 di v:1lori
diffcrcnzi:1li. In :1lcrc p:1role, c:1nco M:1rx qu:1nco S:1ussurc
r:1gion:1no in ccrmini di v:1lori che sono c:1li dcncro un si-
sccm:i di differenze cd cquiv:ilenzc. M:i M:irx. qu:mdo b
su:i riflessione sfoci:i nel dominio scmiocico, si crov:i :inco-
r:i :1llc prese con un conccrro di segno che proprio S:1ussurc
sc:ilzcr:i :iv:mz:indo con c:iccgoric simili :i quelle che M:1rx
h:i sbozz:ico ncll'cconomi:i policic:i. In qucsco décalage, vc-
di:11110 M:irx locc:1rc concro un:i vcncr:ind:i concezione che,
se :idorr:ic:i, lo :ivrcbbc porr:ico fuori scr:id:i. e lo vcdi:imo
invece prcfìgur:irc un:i concezione che s:ir:i picn:imcnrc
csplicic:ic:i solo qu:indo si :ivrà lo sccsso :iv:inz:imcnco on-
cologico cui M:irx perviene con b su:i cricic:i dcll'cconomi:i
policic:i. ~esce :incicip:izioni e successive csplicic:izioni
non sono però un gioco cpisccmologico interno :i un:i ri-
flessione scicncifìc:i fuori d:il ccmpo, m:i operazioni rese
possibili d:il reale sviluppo oncologico moderno in cui con
l':iffcnn:izionc del sisccm:i di merci il v:ilorc :irbicr:irio-dif-
fcrcnzi:ile diviene integralmente b scrurrur:i astratta 111:1 re-
1. L'arbitrarietà della mente 31

aie dcll:i rc:iltà soci:ilc. L:i continuità di mente e cosmo di


Pcircc, non :i c:iso conccpit:i nclb rc:iltà storic:i in cui si :if-
fcrm:i pit1 compiut:imcntc lo sc:imbio di mcrci 40 , è dunque
b concezione mitologic:i dell'arbitrarietà della mence qu:ilc
port:ito storico dcll'cpoc:i modcrn:i. Non è pit1 solo il segno,
infotti, :i essere ridotto :i r:ipprcscnt:izionc in sé, spogli:it:i
delle sue vesti meno rilcv:inti, pensiero sociale ascracco, m:i
con 1:i merce è tutt:i b rc:iltà :i essere domin:it:i d:i forme
v:ilorc rcl:itivc, lavoro sociale asc.racco. Per questo stesso fot-
to, però, t:ilc cpoc:i è :inchc l'cpoc:i dcll':ilicn:izionc soci:ilc.
Ncll':in:ilisi di M:irx l':ilicn:izionc soci:ilc è :ilicn:izionc del
bvoro e :ilicn:izionc dclb merce. Nel bvoro l':ilicn:izionc è
d:it:i d:ill:i scp:ir:izionc dclb forz:i l:ivoro d:ii soggetti empi-
rici che b crog:ino e d:ill:i su:i cntifìcazionc qu:ilc bvoro so-
ci:ilc :istr:itto in cui il sistcm:i con i suoi propri movimenti
rit:igli:i le differenti "proporzioni" di v:ilori. Nclb merce è
d:it:i d:il sistcm:i di valori che proprio per b su:i indipcn-
dcnz:i d:ii concreti produttori :issumc per essi b fissità di
un:i form:i n:itur:ilc dcll:i vit:i soci:ilc che li domin:i come
cos:i :i essi cstcrn:i cd csrr:inc:i:

Le forme che imprimono il suggello di merci :ii prodotti del


hvoro e quindi sono presupposte 2.lh circol:uione delle mer-
ci, possiedono h nssid. di forme n:itur:Ùi dell:1 vira sociale
prim:1 2.ncor:1 che gli uomini cerchino di rendersi ngione non
del c:ir:ittere storico di queste forme, che 2.nzi considerano già
come immutabili, m:1 del loro concenuto.''

40. Cfr. nota 4 .


41. K. Mane, Il capirai,, cir., I, II, p. 154.
32 Capitalismo e cognizione sociale

Il comegno purameme atomistico degli uomini nel loro pro-


cesso di produzione sociale, e quindi la forma di cosa - indi-
pendeme dal loro conrrollo e dal loro agire coscienti come
individui - assunta dai loro propri rapporti di produzione, si
rivelano in primo luogo nel fatto che i prodoui del loro la\"oro
assumono generalmeme la forma delle merci.42

Un:i rc:ild rcifìc:it:i, dunque, b cui oscurid richiede di


essere rischi:ir:it:i :irrcst:indo b regressione infìnit:i delle for-
me di v:ilorc. P:ir:idoss:ilmcntc, t:ilc compito è cvidcnzi:ito
non solo d:il pensiero rivoluzion:irio m:irxi:ino m:i :inchc
d:ilb riflessione scmiologic:i "borghese». In S:iussurc, infot-
ti, è presente b cons:ipcvolczz:i dcll':ilicn:izionc del segno in
qu:inro sistcm:i di v:ilori esterno cd csrr:inco :ii p:irbnti:

La lingua (...] è il prodotto che l'individuo regisrra passiva-


mente; non implica mai premeditazione (...] è la parre sociale
del linguaggio, esterna all'individuo, che da solo non può né
crearla né modifìcarla.•3

Soltanto il fatto sociale può creare un sistema linguistico. La


collettività è necessaria per stabilire dei valori la cui unica
ragione d'essere è nell'uso e nel consenso generale; l'individuo
da solo è incapace di fissarne alcuno...

Riguardo alla società umarn. che è chiamato a usarlo, il segno


non è affatto libero ma imposto, senza che questa massa sociale

42. hi, p. 174.


43- F. dc Saussurc, Corso di linguistica grnaak, cic., pp. 23-24.
44. hi, p. 138.
1. L'arbitrarietà della mente 33

sia consultata e come se esso non potesse essere sostituito da


nessW1 altro.•'

E sebbene egli non tr:1gg:1 d:1 ciò conseguenze politiche,


rutt:1vi:1 si intcrrog:1 sul supcr:imcnto di t:ile form:1 di :1lic-
n:1zionc linguistic:1, come qu:indo si chiede perché non si
può rifìut:irc l'imposizione del segno :1 diffcrcnz:1 di qu:into
invece si può fare con b legge:

La lingua non è libera, a causa del principio di continuità e di


solidarietà ininterrotta con le epoche precedenti.•'

Ma perché è Wl'eredità? Perché non si potrebbe cambiare


niente di questa eredità? Noi vediamo altre cose ereditate dai
secoli precedenti: ad esempio, le leggi. Non si è obbligati a
non cambiare le leggi.•1

Dunque, dire è :1licn:1rsi nel segno m:1 esistono :iltrc


forme di soci:ilicà linguisric:1, come le leggi, in cui è pos-
sibile rr:imirc un discorso comune e rcgobro conrrolbrc i
prodotti delb propri:1 soci:ilicà. Turr:1vi:1, proprio b criric:1
dell'cconomi:1 poliric:1 mosrr:1 che b legge univcrs:1lizz:1 nel-
8
b sovr:1srrurcur:1 gli interessi di chi domin:1 nelb srrurcur:1' .
P:1r:1doss:1lmcnrc dunque il segno, in cui si :1licn:1no indiffc-
renremenre cucci, consente di ricerc:irc un:1 sede discorsiv:1

45. F. dc Saussurc, La lingua t l'optraddhnulligtnza. Diu laioni del cerzo corso


di lingui.srica gtntrald1910-19u), in «Forme di ,-;u.•,11, 2005, p. 16~.
46. lvi, p. 172.
47. h"i, p. 169.
48. L. Collccci, Laicni di filosofia polirica, Ruhbctùno, So,·cria 1'.-iannclli 2017,
p.79.
34 Capitalismo e cognizione sociale

dove dal conflitto delle parei può emergere una denotazione


che superi b falsa universalizzazione, a parco però che sia
ancorata nelb struttura produttiva. Una riflessione in r:il
senso è quelb in cui alla teoria economica viene asscgnato
un «ruolo comunicativo» 49, come nclb non pit1 recente ma
sempre arruale sintesi critica proposta da Piero $raffa (1898-
1983) tra paradigma marginalista cd cconomi:t politica elas-
sica;0, che ora esamineremo brevemente dal punto di vista
ontologico che è il nostro.

1.6. Ruolo comunicazionale e neutralità del sistema


economico

li paradigma marginalista si cararrcrizza per il tcntativo di


spiegare il profìrro facendo a meno del valore e b ragione è
chiara: l'infìnita regressione delle forme di valore si converte
in una paradossale cr:isparcnz:i del sisccm:i. Di rappresen-
tazione in r:ipprcscntazionc, lo spettro del valore evidenzia
sempre pit1 l'espropriazione dei produccori e prcpara b loro
presa di coscicnz:i. Bisogn:i offusc:irlo e ridurre b mente so-
ciale :i un:i presunta nacur:ilid che ne occulti il c:irattcrc
storic:imcntc immotiv:ito. Scnz:i uscire d:il dominio del-
b ccoria economica, b tcori:i di Sraff.-i mir:i :i sm:ischcr:irc
qucst:i operazione idcologic:i scnz:i perdere però b spettrale
tr:isp:ircnz:i del sistema cui b critica dell'economia politica
cr:i pervenuta. A t:ilc scopo, Sr:iff.-i r:ipprcscnc:i il sistema

49. A Sen, Sraffa, Witcgmscrin , Gramsci (2003), in G. Vaco, G. Schirru,


Srudi gramsciani nd mondo 2000-2005, il Mulino, Bologru 2ooi, p. 45.
50. P. Sraffa, Produziom: di maci a mazo di maci, Einaudi, Torino 1960. Su
qucsco punro, cfr. anche F. .Aqucci, Ancora Gramsci, .Aracnc, Roma 2020, cap. III.
1. Larbitrarierà della mrnte 35

economico come un insieme di qu:rnrid dare di merci pro-


dotte e consumare, espresso da un sistema di equazioni d:i
cui si possono ricavare come incognite i prezzi delle merci,
senza dover fare riferimento :il valore in esse incorporato.
Un diverso insieme di merci produrr:i un diverso insieme di
prezzi, ovvero una corrispondente diversa struttura dell'e-
conomia, poiché queste qu:inrid dare, da cui si ricava b
dcrcrmin:izionc dei prezzi, sono il riflesso di decisioni ba-
sare su qualche principio sociale, politico, etico, come :id
esempio l:i decisione di produrre armi invece che grano, o
b decisione di produrre grano con o senza fertilizzanti chi-
mici. In questo modo, non esistono pili merci poiché dietro
b merce non c'è pili un rapporto sociale rcifìc:iro m:i solo
un rapporto tecnologico che recepisce un input sociale. L:i
conseguenza di una raie soluzione è duplice. D:i un beo, l':i-
licn:izionc, da effetto inconrrolbro di un rapporto sociale
rcifìc:iro, è resa una funzione strutturale del rapporto tec-
nologico necessario :i produrre merci ormai trasparenti, sal-
vo il calcolo economico qu:intit:itivo necessario :i conoscere
b composizione recnologic:i del sisrem:i. Dall'altro, b sede
dove dibattere sull'input d:i dare :il sistema :icquist:i un rilie-
vo fondamenr:ile, poiché è lì che b teoria economica può de-
terminare, cioè formalizzare m:irem:iric:imenre, un insieme
di forti :inziché un altro da cui derivare sistemi :ilrern:irivi
di produzione e distribuzione del reddito. Turr:ivi:i, il "ruolo
comunic:irivo" che b teoria economica viene così ad :issume-
re, se da un lato ripristina il primato della mente collerriv:i
che il marginalismo, specie nelle sue odierne propaggini,
cerca di annientare con i suoi "consigli" :ilb mente limirar:i
dei governanti, dall'altro impone di chiedersi se questa rra-
sp:irenz:i delle merci ottenur:i espungendo discorsivamente
Capitalismo e cognizione sociale

il v:ilorc può essere farr:i v:ilerc :ilb luce delle odierne rr:i-
sform:izioni delb merce. In :ilcri rcrmini, c'è d:i chiedersi se
è possibile un dib:irrico polirico in cui, non solo gli :irrori
soci:ili poss:ino :iffì-onr:irsi con cgu:ili possibilid di succes-
so, m:i :inchc che pcrmcrr:i loro di :issumcrc l'cscr:incirà del
sisrcm:i di merci come un d:iro funzion:ile :il p:iri di gu:inro
:icc:idc nel sisrcm:i dei segni.

1.7. Metamorfosi della merce

All'inizio :ibbi:imo visco che b merce è un segno oggecwale,


cioè un oggcrro in se srcsso segno perché reso cconomic:i-
mcnrc sc:imbi:ibile d:il gioco di differenze e opposizioni con
:ilcri segni oggcrru:ili consimili. Abbi:imo dcrro :inchc che b
produzione del m:irchio h:i :issunro un'imporr:inz:i crcsccnrc
gu:indo b pubblicir:i d:i elcmcnro :iggiunrivo è divcnur:i un
fa ero "interno" :il prodorco, releg:indo in secondo pi:ino b
produzione dcll'oggcrro cui il m:irchio si :ipplic:i;'_ Così. i
segni oggerru:ili, scriv:inic, bmp:idc, sc:irpe, sono srnri in-
glob:ici nei segni-merci con i gu:ili li si denomin:i, scriv:ini:i
"Aulenri", bmp:id:i "Tizio", sc:irpe "Nike". A mcr:i dell'Oc-
roccnro, M:irx pocev:i :i r:igionc sostenere che non c:imbi:iv:i
nulb se i bisogni soddisfarci d:ilb merce origin:iv:ino nello
scom:ico o nelb fonc:isi:i;,. M:i con il logo, che cr:isform:i l':ic-
guirencc in consum:icorc, b fonc:isi:i prende il sopr:ivvcnco
sullo scom:ico. L:i merce, perciò, d:i segno oggecwale prodorro
d:il font:ism:i del v:ilorc si cr:isform:i in simbolo merce, un:i ul-

51. N. Kkin, No logo, Baldini & Cascoldi, :Milano 2000.


52. K. Man:, Il capirai,, cic., I, I, p. 107.
1. L'arbitrarietà della mente 37

rcriorc determinazione :itt:i :i soddisfare b fanr:isi:i pit1 che


il bisogno. M:i le metamorfosi delb merce non sono fìnirc.
Esiste infarti il simbolo merce falso, il falso brand prodot-
to nei gironi infernali di bvoro schiavistico e di crc:irivi-
t:l cspropri:ir:i delb cosiddetta "economia c:in:igli:1";3_ Ciò
che cr:i un margine rispetto :i un centro diviene :illor:i un
margine diffuso che ingloba e dccl:iss:i il centro originario,
erodendo b norma sociale che fa della merce un simbolo
rr:imirc un isterico gioco di "fìnziont rr:i chi cerca di violare
l~'csclusivo" :icquisr:indo i "falsi" sempre pit1 indistinguibili
d:ii "veri" e chi :il conrr:irio, negando il marchio, mira :i deli-
mitarlo nel rcnr:irivo di restituire all'oggetto b su:i funzione
distintiva;• _

1.8. Riferimento e finalismo

Le metamorfosi della merce sopra :icccnn:itc indicano che


b merce non solo non è divenuta tr:isp:ircntc m:i si è fatta
doppiamente op:ic:i. Il plusbvoro necessario :i produrre il
segno oggettuale e il simbolo merce è stato occultato nel
sottosuolo infernale delle delocalizzazioni produttive e in
pseudo-forme di :irtigi:in:ito :imm:int:irc di prestigio di sta-
tus. Il sistema piuttosto che divenire neutro e trasparente,
così come richiesto d:il "ruolo comunicazionale" che b rc-
ori:i dovrebbe assumere per ncutr:ilizz:irc il fanr:ism:i del
valore, avvolge gli individui in un supplemento di :ilicn:i-

53- R. Sa,~ano, Gomorra, Mondadori, Milano 2006; L. Napoleoni, Economia


canaglia, il Saggiatore, Milano 2008.
54. G. Scibili a, ~rioni eriche nd/'ambico ddlacomunicazione pubblicitaria, in
A. F:ibris, a cura di, Guida ali, eriche ddla comunicazione, Ecs, Pisa 2004, pp. 85-~8.
Capicalismo e cognizione sociale

zionc che ncll:i su:i pcrifcri:i, sempre pili indistinguibile d:il


centro, c:incelb il confìnc legale dell'ordine esistente. In t:ili
condizioni, il dibattito politico è ben lontano dall'essere
quell'ist:inz:i met:ilinguistic:i accessibile :i tutti, in gr:ido di
pensare b d:itità del sistema e le possibili v:iri:izioni del suo
contenuto. Su di esso pes:ino restrizioni cognitive e pr:ig-
m:itiche che eludono i dettami dei modelli normativi ide:ili,
m:i pili profondamente incide b perdurante riduzione delb
cognizione sociale :i conosccnz:i strumentale che cstr:ini:i il
soggetto d:ii prodotti delb su:i pr:issi. C'è st:ito un momen-
to in cui t:ile reifìc:izione scmbr:iv:i dovesse essere super:i-
t:i nelb "società borghese" :i opcr:i del "prolet:iri:ito", gr:izic
:i un:i "pres:i di coscienza" che avrebbe dovuto sciogliere il
rapporto tr:i il soggetto e l'oggetto nel divenire immanente
:ilb tot:ilit:i soci:ile 55• L:i merce giunt:i :il gr:ido di feticcio
folsifìc:ito mostr:i che b fluidifìc:izionc dei rapporti oggct-
tu:ili che dovcv:i essere b chi:ivc di volr:i per ricomporre il
soggetto con l'oggetto si è tr:isform:it:i nello strumento con
cui il sisrcm:i delle merci h:i esteso e inrcnsifìc:iro b su:i og-
gcttu:ilir:i csrr:ini:ir:i. li folso divenire si è rivel:iro pili for-
re delb prcs:i di coscienza e b priv:irizz:izionc delb mente
pcrscguir:i d:il c:ipir:ilismo "globale" fo regredire b "socicr:i
civile" :il suo srr:iro ferino. Nelb riflessione rcoric:i, questo
b:ilzo :ill'indictro si tr:isfìgur:i in un n:irur:ilismo cognitivo
che :ittr:ivcrs:i due fosi. Nelb prim:i, il novero delle "scien-
ze um:inc" si :idcgu:i :il riduzionismo, suggcll:iro d:il trionfo
delb sociobiologi:i :ilb fìnc degli :inni Sctt:inr:i del secolo
scorso, che m:ignifìc:i l'individuo sociale "egoistico" gcncci-
c:imcnrc dcccrmin:iro. In r:il senso, emblematico è il Col-

55. G. Lulcics, Scoria t coscitnza di classt, cic.


1. L'arbitrarietà della mente

6
loquio di Roy:iumont, svoltosi :1 Parigi nel 1979; , dove, :il
di là delle posizioni soggcccivc dei singoli :irrori, l':icc:icco
concentrico :il "cosrruccivismo" d i Pi:igct d:1 parre della so-
ciobiologia, delb linguistica gcncr:1rivo-rr:1sform:1zion:1le,
delb rcroric:1 e dcll':1nrropologi:1 cognitiva, nonché delb
biologi:l ortodossa ncod:1rwini:1n:1, chiarisce che anche una
raie forma sfum:1r:1 di "di:ileccic:1" non sarà pit1 :immessa.
Nelb seconda fase, che fìoriscc nei due decenni in izi:ili del
XXI secolo, si impone invece un riduzionismo "neurale" o
"corporeo" o "motorio", in cui d:1 parte di una varietà di ap-
procci e discipline cognitive, ecologiche cd evoluzionistiche
si ricerca nella natura una norma erica d:1 opporre :ilb c:itc-
n:i infìnir:1 del valore, di cui si avverte confusamente il peso
m:i senza pit1 una conoscenza critica dei suoi meccanismi. li
risultato è un umanitarismo inc:ip:icc di sfìd:irc il modello
n:itur:ile delb dominanza che b forma di vita c:1pit:1lisric:1
ipostatizza nel suo eterno presence. D':ilrr:i parte, b stessa
impotenza c:1r:1cccrizz:1 l'opposta concezione culrur:ilistic:1
delb poliric:i come campo di infìniti signifìc:inri vuoti;7.
Infarri, lo sbriciobmcnro dell'ontologia sociale :1 favore di
un:i langue politica continu:imcntc c:ingi:intc che con i suoi
conflitti semantici dovrebbe :issicur:irc un uso :iltcrn:irivo
delle reti, fìniscc per favorire b sofìsric:i digir:ile funzion:ilc
:il pcrpcru:irsi delb forma di vit:i di merce. Inoltre, se si ri-
duce b conrr:iddizionc rr:i c:ipir:ilc e lavoro :i un cffccco delle

56. Cenere Roy:i.umom pour une scicncc dc l'hommc, Thcorics du langa;c,


Thcorics dc l'apprcntissagc le dlbat attrc fcan Piaga tt Noam Chomsky organisc u
rccucilli par M. Piaculli Palmarini, l:ditions du Seui!, Pms 1~7~ (Jaca Boole, Milano
1~~1).
57. E. u.clau., La ragione populista (2005), Bari, Laccrzo., 2008, in cui si pro-
pone un'imaprctuionc dcll'cgononia di Gramsci nei termini di una politica
"stIUtcuralis tic a".
Capitalismo e cognizione sociale

cquiv:ilenzc e delle differenze discorsive del conflitto politi-


co, allora l'illusione di poter determinare i signifìc:inti di t:ile
conflitto con b politica "strutcuralistica" dell'egemonia-langue
fìniscc con l'elcv:irc il v:ilorc :ilb sob ontologi:i possibile.
Così come, dunque, :ill'umanitarismo nacuralistico si tratta
di opporre b riprcs:i delb conosccnz:i critica, così pure alla
fuga infìnita dei signifìc:inti si cratt:i di sostituire b rcald
del riferimento, riaffcrm:indo l'esistenza delle essenze socia-
li e vincendo il timore del fìnalismo. Rifìutarc il fìn:ilismo è
rinunci:irc all'csscnza dell'essere sociale, b capacid di porsi
scopi. Ma tali scopi non possono che essere posti scicntifì-
camcntc. li fìnalismo è perciò una tendenza oggettiva che
resta tale se un'azione consapevole non b trac fuori dalb
sua btcnza. Ora, lungi dall'essere un :ircaismo mctafìsico, la
rcifìcazionc è un'analisi oggettiva della rcald c:ipitalistica il
cui superamento è un fìnc che unifìca teoria e pr:issi. Offu-
scata in passato d:i errori e in:idcguacczzc, c:ile oggcttivid si
impone oggi con una t:ile evidenza da costituire il punto di
p:irccnz:i di una rigenerata azione politica.
Capitolo 2

Ontologia della realtà sociale


capitalistica
Note a partire dall'ontologia dell'essere sociale
d i Gyorgy Lukacs

Sono passaci decenni da quando b nv1sca americana


«Forbcs» si proclamava orgogliosamcncc «scrumcnco capi-
caliscico» 1 • Ma ora che b crisi morde, e nel cuore sccsso del
capicalismo gli ideali socialisci cornano ad avere una qualche
audience', i guru della comunicazione consigliano di evira-
re l'uso di quel ccrminc: meglio "libere~ cconomican o "libero
mcrcacon3• Sarebbe quindi una doverosa operazione scicn-
cifìca, ca neo pit1 in oncologia sociale, un approccio fìlosofìco
alla socicd sviluppatosi in qucsc'ulcimo decennio, qualifì-
carc come capitalistica l'odierna reale~ sociale, anche per-
ché i sociologi non mancano di farlo, soccolincando come il
capitalismo non è solo un modo di produzione economica,
ma anche un processo scorico, una cultura, un sistema poli-

1. E. Hobsbawm, Come cambiare il mondo. Pachi riscoprire /'udirà dd mar.,.i-


smo, Rizzoli, Mil:ano 2011, pp. 416 e 464, nota 3-
2. I. Gjcrgji, Mai dire capiralismo!, http://w-.,,-..•.ilfauo<piotidfano.it/2012/01/
01/dirc-capita.lismo/18o853/. Secondo i dati di una ricerca del Pcw Rcscarch
Ccnccr, pubblicati a.Ila fìncdi dicembre del 2011, il 4~% dcigio,·a.ni arncrica.ni tra
i 18 ci z~ :anni è: "f:an• del soci:ùismo, mcnac solt:anto il 43% si dichiara conaario.
3- I. Gjcrgji, ,Wai dire capitalismo!, cit. , dove Ycngono riportate le dicci racco-
m:andazioni di Frank Lunu, esperto di comunicazione politica, ai membri del
partito rcpubblic:ano.
Capitalismo e cognizione sociale

cico e un modo di vira•. Insomma, il c:ipic:ilismo è b re:ilc:i.


Str:in:imence, però, gli oncologi preferiscono p:irbrc gcncri-
c:imcncc di oncologia della rc:ilc:i sociale. Prendiamo il co-
struttivismo sociale di John R. Sc:irle, massimo esponente
di questo campo di scudi, che, in una delle sue prime opere
sull':irgomcnco, si rifà all'esempio di una linea di pietre che
marca un confìnc per illustrare cosa sia un oggetto soci:ile5.
Per Sc:irlc, lo srare per qualcosa (l:i pietra che sra per il con-
fìnc) è ciò che trasforma b pietra in un oggetto sociale 6,
poiché b pietra è inccrprcc:ic:i da un «dispositivo simbolico
esterno» del tipo "~esca è b mia propricc!tì, condiviso
d:ilb men cc sociale collccciv:i. Sforcun:ic:imcncc, le cose sono
pit1 complesse di quanto Sc:irlc non le faccia apparire. Pres-
so i Romani, :id esempio, il confìnc non era gcncr:ico d:ilb
simbolizzazione come funzione :iscr:icc:i gi:i bella e form:ic:i,
ma piuttosto d:ilb rcifìc:izionc per b quale il soggetto so-
ciale si sentiva :iucorizz:ico d:ill'csisccnz:i di un numen, il dio
Tcrminus, :i porre b fìb di pietre che scava per il confìnc,
che sarebbe staro possibile m:inccncrc grazie :ilb protezione
di quel numen :i sua volta incons:ipcvolmcncc gcncr:ico d:ilb
mente sociale di cui quel soggetto faceva pare/. Per dirla
con i termini di Sc:irlc, il dispositivo simbolico esterno non
era l'cnunci:ico "~esca è b mi:i propricc:i", qu:inco piuccosco
"~esco confìnc nasce gr:izic :i Terminus che ne è il protet-
tore", e tutta b formula cr:i pres:i :i c:irico da un soggetto che

4. W. Sttccck, Huw co scwly concanporary capiralism?, in «.-'.rchh·cs Euro-


pécnncs dc Sociologie•, c. LIII, 2012, n. 1, pp. 1-28.
;. JR. Scarlc, Menu, linguaggio, sociera (1,,8), Conina, lvlilano 2000, p. 163-
6. M,p. 162.
i · M,p. 163.
8. G. Piccaluga, Tmninus. I segni di confine nella rdigwne romana, Edizioni
ddl'.Atcnco, Roma 1~74.
2. Ontologia della rea/ca sociale capitaliscica 43

rcifìcava il funzionamento dclb propria mente, attribuendo


intenzioni a un mondo di oggetti e cose inanimatc. La sim-
bolizzazione, insomma, era incapsubta nclb rcifìcazionc, e
si può ipotizzare che, data b comune radice di diritto e reli-
gionc9, solo in seguito, quando b religione btina si spense,
questa prassi rcifìcantc si stilizzò in qualeosa che può essere
reso dallo schema simbolico funzionale di cui parb $car-
ie. Evidentemente, allora, nel modo di presentare le cose di
Scarlc c'è un hysceron proceron, un porre per primo ciò che
è ultimo. Di solito, però, l'obiezione che si fa :l chi difende
i diritti delb genesi, è che b na1-razionc delle origini non
cambia nulla all:1 spiegazione concctruale del fotto norma-
tivo. Ma, a parre che, come vedremo nel corso di questo ca-
pitolo, b genesi non è una narrazionc, se non si ricostruisce
b fìliazionc genetica che porta dal pensiero spontaneo rcifì-
c:mtc allo schcm:i simbolico :istratto, non solo non si riesce
:i sapere d:i dove viene l'asrrazionc simbolica, m:i sopr:ittut-
ro non si comprende :i qu:ile rcalc:i sociale si rifer isce. Un:i
rc:ilc:i che :ipp:irc chi:ir:imcncc, se :ibb:indoni:imo b gcncric:i
espressione "rc:ilc:i soci:ile" e rcincroduci:imo b concrccczz:i
scoric:i, cioè quelb "rc:ilc:i soci:ile c:ipic:iliscic:i" che invece si
ccrc:i in cucci i modi di tener fuori d:il discorso. L:i formub
di Sc:irlc, in facci, che pretende :i un:i funzion:i lic:i univcrs:ile,
si riferisce in effetti :i un:i rc:ilc:i soci:ile rcifìc:ic:i, in cui cioè
non dei generici oggetti m:i le merci, l'«cnormc r:iccolc:i»
10
di oggetti tipici delb rc:ilc:i c:ipic:iliscic:i , r:ipprcscnc:ino b
rcifìc:izionc di r:ipporci soci:ili cr:i persone. "Q!;!csc:i è b mi:i

~- t Bcm·cnistc, Vocabolario dclk isriruzioni indocuropt< (1~6~). Einaudi, To-


rino 1~j6-2001, Yoll. 2 (!, 1~j6; II, 2001); A Schia,·onc, Ius. L'ini'<IIZion< d,1 diriao
in Occidcnt<, Einaudi, Torino 2005.
10. K. Manc,!lcapiral,, cit., l, p. 1oj.
44 Capitalismo e cognizione sociale

propricr!t" esprime infatti non il farro scmi-n:irur:ilc dcll'oc-


cup:izionc di un suolo o il farro assoluto di un r:ipporro di
signoria e servirti, bensì presuppone il farro onnibrcr:ilcdel-
lo scambio, nel quale qualcun :ilcro può dire lo stesso di un:i
c:1s:1 e qualcun :ilcro :incor:i di un:i somma di denaro, e così
vi:t :ill'infìniro per tutte quelle cose differenti m:isc:imbi:ibili
rr:i di loro, grazie :il v:ilorc-bvoro che incorporano. L:i rcrr:i,
b c:is:i, e ancor pit1 il denaro, sono dunque oggetti in cui si
rcifìc:ino rapporti sociali cr:i soggetti, e in ciò sono analoghi
:ii m1mi11a del mondo brino, presentandosi però nelle vesti
anonime e infìnitc dello scambio economico, anche se or:i
con il brand sono corn:ici :id avere nomi influenti e riverici.
O r:i, riconoscere qucsc:i rc:ilc!i non è irrilcv:incc, sopr:iccucco
se si cir:ino conseguenze etiche e politiche dalle premesse
oncologiche, come fa Sc:irlc in un:i su:i opcr:i successiva, in
cui si ripropone b scp:ir:izionc cr:i b sfcr:i priv:ic:i e b sfc-
11
r:i pubblic:i come fond:imcnco della policic:1 , e si giudic:i
«profond:imcnrc irrcspons:ibilc» b Dichi:ir:izionc universa-
le dei diritti dell'uomo, d:il momento che i suoi estensori
non :ivrcbbcro suflÌcicnccmcnrc riflettuto sulla connessione
logica cr:i obblighi e diritti". Q!i non si può non ricord:irc
che M:irx in quella scp:ir:izionc vcdcv:i il porr:ico pit1 genui-
no dell':ilicn:izionc c:ipic:iliscic:i e, come s:ippi:imo, dcfìniv:i
b socicc~ civile, ovvero b sfcr:i priv:ir:i di Sc:irlc, il regno
dello sfrcn:iro movimento, della fruizione e del godimento13•
Sarebbe fargli corto pcns:irc che Sc:irlc ignori queste tesi,
m:i cerro egli ritiene, non dico di non discuterle, m:i ncm-

11. J.R. Scarlc, Cmu, il mando sociale (2010), Cortina, Milano 2010, p. 226.
12. lvi, p. 243.
13. K. Mane, Critica ddla filosofia h,gdiana dd dinao pubblico, cit., p. ,;, e
Sulla qucsriont ebraica, cit., p. ,,.
2. Ontologia della realcà sociale capitalistica 45

meno di citarle, e ritiene suffìcicncc assegnare alle funzioni


di status il compito di sterilizzare i desideri quali possibili
moventi dcll'azionc14 • Il soggetto delb sua realtà sociale sarà
così un giudizioso cittadino che non si bsccrà andare allo
sfrenato godimento m:1 che, prima di agire, fornirà sempre
b ragione del suo comporcamcnco. Ne viene fuori alb fìnc
un prosaico kancismochc, come b natura nella fìsica prc-ga-
lileiana, aborrisce il vuoto istituzionale, proprio quello che,
secondo Scarlc, condanna i di ricci umani universali a essere
poco pili di un elenco di politiche sociali dcsidcr:1bili 15. Lad-
dove si vede come b teoria che fa sfoggio di rigore logico,
diviene un:1 cctr:igon:i difesa dello status quo, al punto d:i
misconoscere in un'idcologi:1 per quanto :1mbigu:1 come i
diritti umani universali b funzione di stimolo per b sfera
privata :i creare nuove istituzioni che, pur in una logica di
omogeneizzazione rcifìcancc, li possano :iccu:irc.
Torn:mdo :il fìlo del discorso oncologico, per Sc:irlc, ciò
che esiste socialmente, d:ilb propriec:i privata :il denaro :ii
diritti umani universali, esiste :iccr:ivcrso il riconoscimento
e l':iccccc:izionc collettiva. M:i il fa eco è che noi diamo il no-
stro consenso :i realtà "false", come gli unicorni, le streghe e
b realtà rcifìc:ic:i del denaro e delb merce. E se gli unicor-
ni sono un innocuo parco delb nostra fanc:isi:i , le streghe e
b realtà c:ipicalistic:t reifìcat:t sono delle "false" rcalc:i così
vere, da dar luogo :i veri roghi e :id ancor più veri sfruc-
c:imcnci e appropriazioni di plusvalore. li problema, allora,
non è solo che noi diamo il consenso, m:i come si forma
quelb "falsa" rc:ild. In altri termini, l'oncologia di Sc:irlc è

14. J.R. Scarlc, Crear( il mondo sociall, cic., p. 222.


15. lvi, p. 245.
Capitalismo e cognizione sociale

un'oncologi:1 crc:1zionisc:1, il cui dio è il consenso soci:ile che


:1sscgn:1 funzioni di sc:icus. M:1 se si vuole s:ipcrc come è focc:1
b rc:ild, indipcndcnccmcncc d:1 chi b crc:1, bisogn:1 p:1ss:1rc
d:ille opcr:izioni del soggetto :illc strutture dell'oggetto.
Sensibile :1 qucsc:1 csigcnz:1 scmbr:1 essere M:iurizio Fcr-
r:iris che, con b su:1 documcnc:ilicà, h:1 ccrc:ico di cr:irsi fuori
d:ille secche dell'inccnzion:ilicà collecciv:1 di Sc:irle. Fcrr:iris
infocci rilev:1 come, per Sc:irle, l'inccnzion:ilicà collccciv:1
si:1 un primitivo biologico, e :1 ciò oppone un:1 scqucnz:1
gcnccic:1 di ~fìgurc dello spirito» che v:1 d:1ll:1 indiscinzionc
origin:1ri:1 :1ll'inccnzion:1licà individu:ile di tipo c:irccsi:tno,
:1ll'inccnzion:1licà collccriv:1 mcdi:1c:1 d:ille molteplici forme
16
di concr:icto soci:1le • Per Fcrr:iris, dunque, nelb rc:ilcà so-
ci:ile cffccciv:1 gli individui sono già d:ici e c'è qucsc:1 csi -
gcnz:1 cmpiric:1 di r:1ccord:1rli. R:1ccord:1rli come"? Actr:ivcr-
so il documento, che «v:1 concepito come b reificazione di
1
:ieri soci:1li» ' , bddovc un :irto soci:ile è un comporc:imcnco
che h:1 un'intenzione, un'espressione e un:1 iscrizionc's. Gli
individui dunque si r:1ccord:1no cr:1 di loro, esceriorizzando,
reificando le loro intenzioni. M:1 in che cos:1 consiste qucsc:1
rcifìc:izionc e, sopr:iccucco, :1 qu:ilc rc:ilcà soci:ile si riferisce·!
Lo :1bbi:1mo visco, b scqucnz:1 gcnccic:1 :1ll:1 fìnc delb qu:1-
le rinvcni:imo b rc:ilcà soci:ile compiuc:imcncc form:1c:1 v:1
d:1ll:1 indiscinzionc origin:1ri:1 :1ll'inccnzion:1lit:1 del sogget-
to c:1rccsi:1no sino :1ll'inccnzion:1lit:1 collccciv:1 del concr:icco
soci:ile. L'csigcnz:1 di r:iccordo svolc:1 d:11 documento si rife-
risce, dunq ue, compiuc:imcncc :ilb ccrz:1 fìgur:1 di qucsc:1 fe-

16. M. Fcrraris, Documcnralirà, Laccrza, Bari-Roma 2009, p. 163.


17. h;, p. 281, corsivo dell'autore.
18. h;, pp. 185-187.
2. Oncologia della rea/ca sociale capiralistica 47

nomenologi:i dello spirito, dove gli individui sono gi!i belli


e form:iti, e costruiscono istituzioni positive. Q!:ili si:ino
queste istituzioni, Ferr:iris lo dice sempre con nonch:ibnce,
facendo ricorso :i lunghi elenchi: riti, convenzioni soci:ili,
r:ipporti di p:irenteb e di potere, leggi, religioni, m:i :inchc
fìlm , ristor:inti, :igenzie di vi:iggio - elenchi in cui sfum:i il
tempo e lo sp:izio: può rr:itt:irsi del b Mesopot:imi:i di dic-
cimib :inni fa come delle socier!i democr:itiche dell'odier-
no :issolutismo c:ipit:ilistico. Q!est:i v:ighezz:i però un poco
si riduce, e b cos:i non mcr:ivigli:i, qu:indo Fcrr:iris, con-
front:indosi con Sc:irle, tr:itt:t di un esempio p:tr:idigm:itico
di documento, di :ittribuzione di funzione, direbbe Sc:ir-
lc, qu:il è il dcn:iro, dove, egli not:i, «nel corso di :iccumuli
e sc:imbi si è imposto l'uso di m:irc:itori che sono evoluti
come moncr:i, sino a d:irc o rigine :il concerto di dcn:iro» 19•
Noto e11 passanr che sia Sc:irlc che Fcrr:iris non fanno m:ii
cenno alb discussione storico-generica condort:i d:i M:irx
sulb funzione che il dcn:iro svolge nelb circobzionc del-
le merci e sulb su:i rr:isformazionc in c:ipir:ilc nella rc:il-
r!i sociale c:ipit:ilisric:i. Sottolineo solo il fotto che Fcrr:iris
p:irb di «concetto di dcn:iro». Per lui, infatti, «b moncr:i è
0
un concreto, il dcn:iro un astratto»' • P:irc di sentir parbrc
Fricdm:in. Ma proscgui:imo. I processi di simbolizzazione,
dunque, con i quali prende corpo b rcifìcazionc, generano
l':isrratto, che è b realtà sociale manifcsrara dai documenti.
Ma nel caso del denaro che, quale «pura forma fe11ome11ica di
rapporti umani cebri dietro le sue spalle»", acquista b sua

1~. lvi, p. 268.


20. hi, p. 17~.
21. K. 1'-•fa.rx, Il c,,piralt, cit., I , p. 171.
Capitalismo e cognizione sociale

picn:i csistcnz:i nclb rc:ild soci:ilc c:ipit:ilistic:i, l':iscr:itto


non è un :istr:itto qu:ilsi:isi, m:i un :iscr:itto rcific:ito, cioè il
«feticcio»", b divinid :inonim:i e infinit:i socco b cui prote-
zione, come i btini faccv:ino con il dio Tcrminus per i loro
confini, tutti i giorni sc:imbi:imo monete e b:inconotc, poco
import:i se concrete o vircu:ili. Or:i, qucsc:i rc:ilt~ soci:ilc
rcific:it:i non scmbr:i :ivcrc :ilcun posto ncll:i scqucnz:i gc-
nctic:1 di "figure dello spirito" che Fcrr:iris oppone :1 Sc:irlc
per confut:irc b su:1 inccnzion:ilit~ collcttiv:1, e :incor meno
scmbr:1 :ivcrnc b rcific:izionc, inccs:1 non come processo di
simbolizz:izionc, m:i come rcific:izionc di r:ipporti um:ini.
Pcrvcni:imo così :ilio stesso punto in cui ci :1vcv:1 condotto
Sc:irlc, solo che :inziché un'ontologi:i costruttivisc:1 in cui
un:1 men cc collccciv:1 :1sscgn:1 funzioni di sc:icus :1 un cumulo
di oggetti cscr:inci, :1bbi:1mo un'oncologi:1 rc:1list:1 in cui gli
oggccci, concreti o :1scr:1tti che si:ino, d:11 mo mc neo che qu:11-
cuno li mette :il mondo, divcnc:ino cscr:inci :ii soggccci che li
producono. Cerco, Fcrr:iris non m:inc:i di rilcv:irc che gli og-
getti, conquisc:1c:1 b loro :iuconomi:1 d:ii soggccci, sc:inno :il
mondo in m:inicr:1 «dur:1, ingombr:incc, t:iglicncc, e :1 volte
2
dr:1mm:1cic:1» 3, m:1, se un dr:1mm:1 è, :ilb fine però i soggetti
finiscono per :1cquict:1rsi in un sisccm:1 di rcbzioni prevedi-
bili, in cui, «con poche cose», :igcnzic di vi:lggio, riscor:inci,
film , giusto un :ilcro piccolo elenco, si può «c:1ctur:1rc» il
loro comporc:1mcnco 24 • È b rc:1lt:1 dclb m:inipobzionc, ne
rip:irlcrcmo nel corso di questo c:ipicolo, :ilb qu:ilc però
Fcrr:iris gu:1rd:1, per dirb con il pocc:1, con l'ironico dist:icco

22. h;, p. 174.


23. M. Fcmu:is, Documairalicà, cic., p. 139.
24. h~, p. 356.
2. Ontologia della rea/ca sociale capitalistica 49

delle «buone cose di pessimo gusto», opponendole tutt:wi:i


l'unicit~ dell'individuo, che si m:inifcst:i nello stile: si:imo
unici, nclb misur:i in cui bsci:imo b nostr:i fìrm:i sui nostri
piccoli misfatti quotidi:tni, con i qu:ili ci discosti:imo d:ill:i
noios:i virtLI domin:intc.
In conclusione, per vie differenti, il conscnsu:ilismo di Sc-
:irle e l'individu:ilismo di Fcrr:iris :irriv:ino :ilio stesso punto,
un':iccctt:izionc dell'esistente che ci port:i foori d:ilb stori:i.
Vivi:imo nell'età dcll':issolutismo c:ipit:ilistico, m:i loro ci p:ir-
bno di un:i "rc:iltà soci:ile gcncr:ilen che è l'ordine costituito,
:il qu:ilc :idcgu:irsi, come ci chiede con pcs:intc c:idcnz:i Sc:irlc,
o d:il qu:ile "sc:irt:irc", come ci prospctt:i con mond:in:i leggc-
rczz:i Fcrr:iris. Se non vogli:imo rcst:irc intr:ippobti in qucst:i
fols:i :iltcrn:itiv:i, b rc:iltà d:i cui dobbi:imo p:irtirc, invece, è
b rc:ild soci:ile c:ipit:ilistic:i, con le sue merci che quotidi:in:i-
mcntc ci signorcggi:tno, t:into qu:into le divinità brine signo-
rcggi:iv:ino b mente soci:ile rom:in:i. E un'omologi:t :idcgu:it:i
:i t:ilc rc:iltà non può che essere un:i critic:i del b "religione
delle merci", intcs:i come delucid:izionc di mccc:inismi cogni-
tivi che non esistono in un:i form:i ncutr:i e gcncr:ile, m:i come
strutture di un concreto processo logico e storico. Procedere-
mo in qucst:i critic:i tenendo come punto di riferimento un
:tutore che del confronto con b rc:ild soci:ilc c:ipit:ilistic:i h:i
fotto il folerodcll:i su:i opcr:i, cioè Gyorgy Luk:\cs (1885-1971),
come mostr:i b v:ist:i ind:iginc ontologic:i intorno :ill'csscrc
soci:ilc che condusse sino :i poco tempo prim:i dclb su:i mor-
te, :ivvcnut:i :ill'inizio degli :inni sctt:int:i del secolo scorso, e
che vide b luce solo postum:12'. Nel rcviv:il ontologico dcll'ul-

25. G. Lulcics, Oncclogia ddl'csscrc sociale, Editori Riuniti, Roma •~76 (voi. I)
e 1~81 (voi.
II, in 2 tomi). D'oro. in poi, quest'opera suà ciuu con 1'2hbrC\;azione
Capitalismo e cognizione sociale

rimo decennio, Luk:ks è rim:isro fr:1 gli eselusi 6, forse perché


2

b su:1 rcorizz:izionc cr:1 così "compromcss:1" con le lotte poli-


tiche del secolo scorso. M:1 il p:1r:1dosso è che :ii suoi diffidenti
comp:igni di srr:1d:1 quelb rcorizz:izionc :1pp:1rvc già troppo
:1cc:1dcmic:1. Or:1 che quei fronti politici si sono sciolti, e b
discussione :1cc:1dcmic:1 rischi:\ l'Arc:1di:1, quelb compromis-
sione è l':ispctto che dà :ilb su:1 :1n:1lisi prospcrriv:1 sroric:1 e
profondid :1n:1liric:1. S:ilvo qu:ilchc c:iso in cui si imporrà un:1
ricostruzione conccrru:ilc, non procederemo :1 un'esegesi del
suo resto 111:1, pur nel rispetto del d:iro fìlologico, privilegere-
mo un di:llogo libero, in cui ci s:irà posro per inrcgr:izioni e
confronti critici, 111:1 sempre :ivcndo di mir:1 non b rcori:1111:1
i I suo oggetto, b rc:ild soci:ile c:1pir:1lisric:1.

2.1. Il corporeo-economico

In qucsr:1 rc:ild non gencric:imcnrc "gcncr:ile" m:1 concrc-


r:1mcnrc "rcifìc:1r:1", b prima fìgura che inconrri:lmo non è
il generico comportamento, corpi che nel chiuso delb loro
compiuta individualid tracciano confìni o producono do-
cumenti, ma, secondo b formub di Marx che già conoscia-
mo, lo sfrenato movimento delb socicd civile, cioè il corpo
albrgaro dell'economia, nel quale si possono distinguere tre
livelli: il livello fìsico, quello corporeo e quello ideale.
li livello fìsico coincide con b vir:i srcss:i degli individui.
Nei modi di produzione piLt antichi, e :ii margini delb realt:t

Onr., seguita dal nwncro romano, indicante il ,·olwne, da uno o due asterischi,
indicanti i tomi del Il ,·olwnc, e da nwncri ar2hi indicanti la p:igina.
26. M. Fcn:uis (a cw-a di), Storia ddl'cmtologia, Bompiani, !vfilano 2ooS, p. 26.
2. Oncologia della rea/ca sociale capitalistica

soci:ilc c:ipir:ilisric:i, r:ilc livello è ncrro e imm:incnrc, come


mosrr:i con dr:imm:iric:i cvidcnz:i il m:inifcsr:irsi improvviso
di un:i c:ircsri:i. Nelb rc:ilrà soci:ilc c:ipir:ilisric:i picn:imcn-
rc sr:ibilir:i, esso è pil1 sfum:iro e rcmoro, m:i b:isr:ino delle
misure di ":iusrcrirà", come i "rickcr" sulle :in:ilisi mediche,
per farlo riemergere immcdi:ir:imcnrc: l'equilibrio m:icroc-
conomico s:irà forse risr:ibiliro, m:i :ilcunc p:irologic che ri-
chiedono prevenzione e moniror:iggio cosr:inrc s:ir:inno pili
diffìcilmcnrc cur:ibili.
II livello corporeo è l':ispcrro csrcrno dello sfrcn:iro movi-
mcnro. Le movimcnr:izioni giorn:ilicrc dei conr:iincr c:irichi
di merci, m:i :inchc i flussi periodici di b:irconi srip:iri di
mcrcc-bvoro, ne sono un indice :il rcmpo srcsso eloqucnrc
e tr:igico, :inchc perché spesso mcrci-oggcrro e mcrcc-bvoro
vi:iggi:ino scomod:imcntc :issicmc, come nel c:iso, uno fr:i i
r:inti, di Eri As:in Amin, un giov:inc curdo che rischi:i di
morire :isfìssi:iro in un tir che lo tr:isporr:i cbndcstin:imcnrc
d:ill:i Grcci:i :ilb Gcrm:ini:i, :ill:i riccrc:i, come dice d:il !erro
d'ospcd:ilc dov'è fìniro ricovcr:iro, di «un bvoro, uno qu:il-
si:isi, non import:i. B:isr:i che mi di:i d:i vivere e un po' di
rispctro. Rispcrro per mc srcsso» •;_
li livello idc:ilc è lo scopo interno che rende lo sfrcn:iro
movimcnro inrclligcnrc. Non :i c:iso Eri As:in Amin ccrc:i
un bvoro. lnfatri, b m:inifcst:izionc pili tipic:i di qucsr:i in-
relligcnz:i corporco-motori:i è il bvoro, che però nelb rc:ilrà
soci:ilc c:ipir:ilisric:i non è fìn:ilizz:iro :il rispcrro che gli in-
dividui riccrc:ino per se stessi, m:i :ill':iccumubzionc infìnir:i
come bvoro :isrr:irro, cioè come c:ipir:ilc. In qucsr:i vcsrc,
il bvoro conscnrc di muoversi sfrcn:it:imcntc, pur rcst:indo

2ì- «la Repubblica», primo settembre 2002, p. 3.


52 Capitalismo e cognizione sociale

immobili. È ciò che :icc:idc nelle ist:int:incc rr:ins:izioni fì-


n:inzi:iric che i computer delle borse mondi:ili movimcnt:i-
no quotidi:in:imcnrc.
O!!cst:t scomposizione in differenti livelli rende evidente
il farro che il corporeo-economico non è un:i cicc:i strut-
mr:i m:itcri:ile, m:i sin d:i subito un din:imismo simbolico
pobrizz:ito :irrorno :i un signifìc:ito e :i un signifìc:intc, se
con questi termini intcndi:imo il rc:ilc e l'imm:igin:irio delb
produzione cconomic:i. Ad esempio, in un periodo di dcfb-
zionc i debiti sono rc:ilmcntc debiti e il c:ipit:ile cost:i rc:il-
mcntc quel che cost:i, cosl come un:i siepe è un:i siepe e non
un:i mct:ifor:1 degli intcrmin:tti sp:izi. In un periodo di infb-
zionc, invece, debiti e costi sono fughe del signifìc:intc, :1t-
tr:1vcrso cui il corporeo-economico si sorrr:ic :ilb costrizio-
ne del rc:ile. Turt:ivi:1, b:tst:1 gu:1rd:1rc :1 quel che :icc:tdc nei
"mcrc:ttt, che per il pensiero economico domin:tntc sono il
luogo dcll'cffìcicnz:i, per rendersi conto che l':1dcgu:1mcnto
:il rc:ile e l'csplor:izionc del possibile non sono oper:izioni di
lll1:I innocente cognizione, come nel poct:t o nel b:imbino,
111:1 strumenti per sostenere le "illusiont con cui si :tlimcn-
t:1 l'infìnit:t v:1lorizz:1zionc del v:ilore: le c:isc crescer:inno
:ill'infìnito, tutti possono compr:irc ciò che vogliono scnz:t
bisogno di p:1g:1rc'5. Ncll'cpoc:1 dcll':issolutismo c:1pit:1listi-
co, ciò che imporr:i, :tllor:t, è b vuot:1 poesi:i delb velocità
degli sc:imbi, t:tnto pitl frenetici, qu:into pitl virm:ili. Come
spieg:i W:trrcn Buftèrc :ii suoi :izionisti, «prim:1 che il con-
tr:irro si:1 onor:ito, le conrrop:irri registr:ino profìtti e per-
dite - spesso di enorme entità - nei loro bibnci scnz:1 che
un singolo centesimo p:issi di m:ino. L:1 v:iriet:i dei contr:irri

28. J.-P. Ficoussi, inccr.;sca a «la Repubblica», 4 agosto 2011, p. 4.


2. Ontolcgia della rea/ca sociale capitalistica 53

derivati rrov:i un limite solo nell'imm:igin:izionc dell'uomo


29
(o r:ilvolt:i, :i qu:into p:irc, del folle)» . Dunque, come :im-
mette uno dei suoi maggiori demiurghi, b rc:ild sociale c:1-
pir:ilisric:1 non è un libro scritto in lingu:i m:ircm:iric:i come
vorrebbero le dottrine, m:i è piuttosto un p:irro dell'imm:i-
gin:izionc, se non delb folli:i. O!!csro non vuo l dire che css:i
non si:i rc:ile. Si c:ilcob che ogni curo di plusv:ilcnz:i gcncr:i-
t:i virru:ilmcnrc nell':irrivid spccubriv:i h:i effetti rc:ili sulle
c:ip:icit:t di investimento e di distribuzione del reddito per
circ:i un 30%30• All:i fine, dunque, c'è chi si arricchisce e chi si
impoverisce. Pur nondimeno, questo pcs:inrc effetto di re-
altà è il risult:ito di ttn'imm:igin:izionc, :ii limiti del delirio,
che, d:i un beo, incit:i :il gioco infinito del significante: rutti,
:inchc chi non può d:irc g:ir:inzic, deve poter ottenere un
mutuo subprimc con cui comprarsi un:i c:is:i; d:ill':ilrro, con
"manovre" e "t:igli" ccrc:i di rit:igli:irc nel significato b quot:i
vicppii'.1 crescente di rc:ile ncccss:iri:i :i rip:ig:irc le "illusioni".
M:i come spiegano gli spcci:ilisti, «in seguito :ill':idozionc di
misure dr:iconi:inc, si può crc:irc :inchc un :iv:inzo prima-
rio, m:i se in contcmpor:inc:i :iumcnt:i l'onere del debito e
quindi b spcs:i per interessi, lo sforzo per ridurre il deficit
di bibncio può essere del tutto v:inific:iro,l. Il meccanismo
spccubrivo del c:ipir:ilismo :issoluro finisce cosl per crc:irc
quell'immensa m:iss:i d'essere rcific:it:i che è il "debito", un:i
divinit:i che :ilimcnt:i b propri:t rcific:izionc incidendo sul
livello fisico del corporeo-economico: «non è pili un:i mi-

2,.W. Buffett, R,pcrc annua/, agli azionisti, cit. in Wikipedia, Yoce "Credit
default swap".
30. Collettivo Uni>lomade, Uni\"etsitàdi Pa,;a, Il diri1toalla bancarorraeom,
conrropcure 6nanziario, «il nunifesto•, primo settembre 2011, p. 15.
31. Ibid'an.
54 Capitalismo e cognizione sociale

n:icci:i, m:i un d:ito di fotto. L:i Roche h:i confcrm:ito di :ivcr


già interrotto d:i qu:ilehc mese b fornirur:i di form:ici :id
:ileuni ospcd:ili pubblici greci che, nonost:intc i numerosi
solleciti, non s:ild:iv:ino le loro fotturc»:12. C'è chi per sottr:ir-
si :i qucsr:i spir:ilc disrruttiv:i prcdic:i b "crcscit:i", produrre
di pili per rip:ig:irc debiti e interessi, e chi semplicemente
vuole :ibb:ittcrc b divinità rcifìc:it:i, procedere :1ll:1 b:inc:1-
rott:1. Ncll'un:i come nell':iltr:i soluzione c'è il presupposto
che ci si:i un:i rc:iltà "r:izion:ilc" in cui rifugi:irsi, per sfuggi-
re :il mccc:inismo spccubtivo fuori conrrollo. M:i i fautori
rispcttiv:imcntc delb crcscit:i e dcll:i b:inc:irott:i scmbr:ino
dimcntic:irc che il mccc:inismo spccubtivo è un:i dirctt:i fì-
li:izionc delb v:ilorizz:izionc del v:ilorc, uscendo d:il qu:ilc
si rischi:i semplicemente di piomb:irc nell'irrc:ilrà. Così, l'c-
sp:insionc infìnit:i delb rc:ilrà soci:ilc c:ipit:ilistic:i si rovescia
in un'occlusione fobic:i, nelb qu:ilc lo sfrcn:ito movimento
del corporeo-economico oscill:i in pcrm:incnz:i tr:i un rc:ilc
rcifìc:ito e un delirio simbolico.

2.2. Genesi

Nel 18 brumaio, M:irx sostiene che l':iffèrm:izionc univcrs:ilc


dei diritti dell'uomo è un"'illusionc" con b qu:ilc le el:issi
borghesi dissimubrono :i se stesse il contenuto p:irricobrc
del proprio :igirc, cioè lo sfrcn:ito movimento produttivo33.
Viene cnunci:it:i così un:i concezione secondo b qu:ilc b

32. R. Villa, Gm:ùi: niente soldi, niente cure, in «Scicnzainrccc•, 21 sccccmbrc


2011, hcrp://www.scicnzainrccc.it/.
33. K. Marx, J/ :8 bromaio di Luigi Bonaparte (1852), in K. 1'-·farx, F. Engds,
Opere scelte, cit., p. 48,.
2. Ontologia della rea/ca socia/e capita/iscica 55

scrutcur:i cconomic:i è mcdi:it:i ncll:i sovr:iscruttur:i d:ilb


coscicnz:i, essendo b scruttur:i e b sovr:iscruttur:i rc:ilrà dif-
ferent i nel complesso dell'essere soci:ile. Amput:it:i del suo
contenuto ontologico, qucst:i concezione è st:it:i v:iri:imcntc
distort:i e fr:iintcs:i. D:i un bto, infatti, se ne ricrov:i un:i c:i-
ric:icur:i in un:i corrente di pensiero che, d:i P:ircto :i Miglio,
ri:ittu:ilizz:i un:i lettur:i foscoli:in:i di M:ichi:ivclli, secondo
b qu:ilc principi qu:ili b libertà, l'ugu:igli:inz:i, 1:i p:icc, sono
le "fronde", ovvero le "non-rc:iltà" o "finzioni", sotto le qu:ili
si n:iscondc lo scettro effettivo del potere. D:ill':iltro, fa d:i
b:isc :i un certo economicismo m:irxist:i e non m:irxist:i, per
il qu:ile b struttur:i cconomic:i costituisce b "rc:iltà" cffctti-
v:i, rispetto :illc "non-rc:iltà" o "finzioni" dcll:i sovr:istruttu-
r:i, conccpit:i come subordin:it:i e sccond:iri:i. Tutt:ivi:i, :ib-
bi:imo visto che nclb rc:ilrà soci:ile c:ipit:ilistic:i i "mcrc:iti"
sono :i loro volt:i dei gcncr:itori di "illusioni", che :ilimcnt:ino
lo sfrcn:ito movimento dell'individuo dcll:i società civile. L:i
prctcs:i "rc:ild" dclb struttur:i cconomic:i è, dunque, brg:i-
mcntc infiltr:ir:i di clementi che sono "non rc:ili", :ilrrctt:in-
to qu:inro lo sono le "illusioni" dclb sovr:iscrurcur:i poliric:i.
L:i concezione, :illor:i, che l:i struttur:i si:i b b:isc "rc:ile" che
subordin:i :i sé b sovr:istruttur:i "non rc:ile", qu:indo non è
un c:ittivo determinismo, è solo un:i rcific:izionc del corpo-
reo-economico, che si :imm:int:i di rc:ilismo politico. Se si
:issumc, invece, nclb su:i porr:ir:i ontologic:i b concezione
di M:irx circ:i b coscicnz:i come fattore di mcdi:izionc cr:i
scrurcur:i e sovr:istruttur:i, il problem:i divcnr:i quello di
:in:ilizz:irc il nesso generico tr:i queste due rc:ild e le "leggi"
secondo le qu:ili esso si svolge. E, dunque, prclimin:irmcntc,
cos:i vuol dire genesi? L:i voce di dizion:irio ci dice che genesi
= gr. yiv~cnç, (d:i y~w®l, gcncr:irc, produrre), principio, ori-
Capitalismo e cognizione sociale

ginc, generazione, nascita, creazione. Non bisogna intendere


origine come il racconco fìlogcnctico e storico di come l'uo-
mo diventa essere sociale. Un simile racconto presuppone di
sapere gi:1 cos'è la categoria di genesi, altrimenti resta una
collezione di fotti pit1 o meno ordinata cronologicamente.
Bisogna piuttosto intendere genesi come l'essenza che cerca
la sua forma. La genesi come potenza creatrice. Ricostruire la
genesi signifìca, allora, ricostruire un passato mai morto, ma
sempre attivo. Passato e presente sono contemporanei, e la
genesi è la struttura in movimento:

La genesi in senso omologico fa luce appunto su quelle legali-


tà in seguito alle quali la dinamica di un complesso dell'essere
assume un carattere qualitativamente nuovo, che non neces-
sari=ente resta limitato a un semplice spost=ento delle
proporzioni ecc. (come spesso avviene nella realtà), ma può
condurre alla nascita di legalità del tutto nuove.34

La struttura nacuralmcncc si conserva in termini cscrc-


mamcncc generali e astrat ti, poiché conccnuco e forma su-
biscono di continuo delle modifìcazioni qualicacivc';. Un
esempio pregnante è quello degli stadi psicogenetici, che
non sono classi di fenomeni poste dall'osscrv:icorc, ma "fì-
gurc" della cognizione al cui divenire presiede lo schema on-
cologico della scracifìcazionc e della novid categoriale. Ciò
non signifìca che il movimento della struttura è il mondo
illusorio dei fenomeni rispetto all'essenza vera della strut-
tura. 1 fenomeni (il movimento) hanno la loro piena realtà,

34. G. Luk.:ics, Onc., I, p. 138.


35. G. Luk.:ics, Ont, II**, p. 351.
2. Oncologia della realtà sociale capitalistica 57

:iltrcct:mto qu:into l'csscnz:i (l:i strutrnr:i). 11 presente senso-


rio-motorio di un corpo che si muove nello sp:izio non è il-
lusione rispccto :il p:iss:ito del suo DNA. E, :in:ilog:imcntc, il
presente corporeo-motorio dello sfrcn:ito movimento dclb
socict:1 civile, non è un'illusione rispccto :il momento "for-
m:ilc» del c:ipit:ilc 36. DNA e momento "form:ilc" del c:ipit:ilc
sono, dunque, essenze contcmpor:incc di rc:ild fenomeniche
rc:ili. Solo che - questo il punto d:i rib:idirc - rispetto :i quc-
st:i contcmpor:rncicà dcll'csscnz:i, è proprio dell'essere che
d:i esso si st:icchino scr:iti, qu:ili gradi derenninaci dell'essere3i.
li din:imismo generico è questo movimento per cui d:ill'csscrc
si st:icc:ino gr:idi, scr:iti, st:idi, d:indo luogo :il mondo dei fe-
nomeni, b cui produzione, d':ilcr:i p:ircc, costituisce l'essenza
dell'essenza 38, cioè b su:i funzione. Di qui b conclusione che
csscnz:i e fenomeno sono sovr:iordin:itc :ilb genesi, e b ge-
nesi è il loro movimento effettivo.

2.3. Teleologia

Dire che b genesi è l'csscnz:i che ccrc:i b su:i form:i, non si-
gnifìc:i però dire che b genesi è un:i tclcologi:i oggeuiva, ov-
vero il compimento di qu:ilcos:i di prcform:ito. Se bgcncsi
fosse un processo tclcom:itico 39, non :ivrchbc senso p:irbrc
di libere~ dell'essere soci:ilc. Non c'è libere~ nel rcspir:irc,
mentre c'è libcrt:1 nel condurre un colloquio. Bisogn:i :il-

36. K. Mane, Il capirai<: libro I, capitolo VI indico, u NuO\'a Italia, Firenze


1969, p. 54.
3i· G. Luk.:ics,Onr., II*"",p. 4il.
38. Ibidem.
39. E. 1'12.)T, L'unicità Jdla biologia, cit., pp. 52 ss.
Capitalismo e cognizione sociale

lor:i porre che il movimento delb genesi è una telcologi:i


soggettiva, un processo tcleonomico 40 posto in essere da un
soggetto la cui essenza è il perseguimento di scopi. Si può
definire, allora, b genesi come b posizione di decisioni alcer-
nacive da parte del soggetto. OJ:!cst:i struttura si riscontra
in ogni comporc:imcnto del soggetto, che non dipenda da
determinismi spontanei e necessari, come nelb respirazio-
ne, ma che si:i il risultato di posizioni volontarie e libere,
come nel colloquio:

E che tale struttura sia valida in tutti i campi in cui compaio-


no posizioni teleologiche, ciascuno può verificarlo guardmdo
un qualsiasi colloquio: da principio si può anche avere un in-
tento generale che si vuol perseguire mcdimtc tale colloquio,
ma ogni frase pronunciata, il suo effetto o la sua mancanza di
effetto, la replica e magari il silenzio dell'interlocutore, ccc.
danno luogo per forza di cose a una serie di nuove decisioni
alternative. (... ) Con ciò abbiamo già delineato nei suoi tratti
più elementari il "fenomeno originario" della libertà nell'esse-
re sociale degli uomini. Cioè a dire: tutti i momenti del pro-
cesso della vita socio-umana, quando non hanno un carattere
biologico totalmente spontaneo-necessario (respirare), sono
risultati causali di posizioni e non semplici anelli di catene
causali.•'

Senza le decisioni alternative, le leggi del colloquio di cui


parlano sia Pi:igct che H:ibcrm:is (cocrcnz:i, non contraddi-
zione, p:iric:i di accesso alle risorse discorsive) restano una

40. hi, p. 54 ss.


41. G. Lulcics, Ont, II**, p. 351.
2. Onrologia della rea/ca sociale capitalistica

mccc:mica inerte. E, d'altra parre, senza le decisioni alrcrna-


rivc, b volontà di intendere di cui parb Calogero, resta un
fondamento su cui non può innalzarsi l'cdifìcio etico. Turra-
vi:l, nel suo avanzare di cappa in cappa, b struttura generica
delle decisioni alrcrnarivc non deve essere incesa come una
macchina dcrcrminisric:i. Infatti, d:i un beo, ogni singob
posizione origina dall'unirà di essenza e fenomeno"'', e su ciò
si b:is:i b libertà del soggetto; d:111':ilrro, l'essenza sorge in-
dipcndcnrcmcnrc dalle fìn:ilirà consapevoli contenute negli
:irti relcologici 43 , e in ciò sr:i l'oggcrrivirà del reale. Per rcst:t-
rc all'esempio del colloquio, esso è sempre condotto dal sog-
getto nelb concrcrczz:i delb situazione, degli interlocutori
e degli argomenti. M:i in raie e r:il altro colloquio si realizza
un dctcrmin:ito assetto delb realtà, che deriva d:i preceden-
ti colloqui e che ne prepara :ilrri. In conclusione, l'«csscnz:i
oggettiva» prodorr:i dalle singole decisioni :ilrcrn:irivc è il
modo con il quale il soggetto si :ipprossim:i :ill'«csscnz:i rea-
le», b quale, :i sua volta, non pitt "cosa in sén impcncrr:ibile,
si «inc:irn:i» nelle posizioni :ilrcrn:irivc del mondo fenome-
nico, con le quali giunge :ilb sua piena rc:ilrà 44 •

2.4. Essenza e fenomeno

O!:!csro circolo di produttività del soggetto e di d:irirà


dell'oggetto non si riferisce :i una «realtà in gcncr:ilc»"';, qua-
le dottrina gnoseologica :istr:itt:i, m:i :i una «realtà storica

42. M , p. 4i4-
43- Ibidem.
44. G. Lulcics, Onr., II**, pp. 4i4-75·
45. M , p. 4i5·
60 Capitalismo e cognizione sociale

46
concrct:1» , ovvero :i 11 :i rc:i Ic:i' soc1:1
· Ie c:ip1c:1
· 11scic:i.
· . In qucsc:i
rc:ilcà, infarcì, le decisioni :ilccrn:icivc non sono generiche
opcr:izioni tecniche che d:inno luogo :i m:inufacci, o pr:ig-
m:icichc che d:inno luogo :i com:indi, o conoscici ve che d:in-
no luogo :i nozioni. Sono invece b sinccsi di qucscc e :ilcrc
opcr:izioni, "messe :i profìcco" d:il c:ipic:ile. Come dice il pro-
c:igonisc:i di Gioe/ii sacri, «io :ivcvo un problem:i, :ivcvo un:i
scclc:i d:i fare , e :ivcvo preso un:i decisione. Avevo deciso, e
per qucsco Chocc:i B:idriy:i e gli :ilcri mi :ivcv:ino scguic0>>';.
Or:i, b decisione di G:incsh G:iicondc, piccolo bdruncolo
che, muovendo gucrr:i :ilb g:ing:ivvcrs:iri:i, :isccndc :ii gr:indi
cr:iffìci di Mumb:ii, un:i delle "ciccà dell'oro" del nuovo c:ipi-
c:ilismo che sc:i subcncr:indo :il vecchio c:ipic:ilismo ccncr:i-
le, è un:i di qucscc decisioni sincccichc, omogcncizz:ir:1 d:ilb
riccrc:i del profìcco. Con b su:i decisione, infacci, G:iicondc
:inzirucco rib:idiscc un:i rc:ilcà in cui b m:iggior p:irrc degli
uomini è cspropri:ic:i dclb su:i sccss:i cosciruzionc oncologi-
c:1: « L:i m:1ggior p:ircc degli uomini vuole essere com:1nd:1c:i,
e sono pochissimi quelli che s:inno com:ind:irc. !... ] ~clii
che non s:inno decidere sono come ccr:i molle nelle m:ini di
48
chi lo s:i farc» . In secondo luogo, egli porrà, :i un ccmpo,
occcncrc il com:indo, :ivvi:irc i suoi business, con cui "mcccc-
rc :i profìcco" le sue molccplici c:ip:icirà, d:ilb coscruzionc di
nuovi qu:ircicri per gli inurb:iri :ii v:isri cr:iffìci di drog:i v:i-
luc:i e :irmi, e infìnc scongcbrc b promcss:i di vic:i conccnut:1
nel c:ipir:ilc: «Er:ino i soldi quello che volevo, soldi d:i :iffcr-
r:irc e cenere in c:isc:i, soldi in c:isc:i. Volevo m:izzcccc spesse

46. Ibìdan.
47. V. Clund:ra, Giochi sacri (2006), Mond;i.dori, Milano 2008', p. 145.
48. Ibidem.
2. Ontologia della rea/ca sociale capitalistica

di b:mconotc, spesse :ibb:ist:inz:i per compr:irc sc:itole d':ir-


gcnto, gaddas soffici e copri letti rossi e gir:idischi e bagni pu-
liti e :imorc, banconote nuove di zccc:i e :icquist:irc fìduci:i e
sicurczz:i e vit:i» 49 • Q!csto tipo di decisioni mette in cvidcn-
z:i :inchc il fatto che, nclb rc:iltà sociale c:ipitalistic:i, le de-
cisioni :iltcrn:itivc non incontr:ino immcdi:it:imcntc l':iltro,
m:i debbono p:issarc d:i una struttur:i di com:indo che rcleg:i
b reciprocità in llll:t cornice di mor:ilismo. C crt:imcntc. il
com:indo non è st:ito invcnt:ito d:il c:ipit:ile, :inzi lo precede.
È questo che consente :i G:iitondc, m:i :inchc :ii teorici del
rc:ilismo politico, di prcscnt:irc b divisione tr:i i pochi che
com:ind:ino e b m:iggior parre che è com:ind:it:i. come un
fatto di n:irur:i. M:i ciò che 1:i rc:ild soci:ile c:ipir:ilistic:i fo.
è di spcrson:ilizz:irc b fìgur:i del com:indo e di fondcrb con
b potcnz:i del dcn:iro: tutti vi possono :icccdcrc. Di qui il
prolifcr:irc di queste decisioni :ilrcrn:icivc, di cui si :ilimcnt:i
il motore immobile del c:ipir:ile, d:indo luogo :i un:i plur:ilità
di essenze, che non sono tipi idc:ili, m:i tot:ilid concrete: l'u-
nifìc:izionc del genere um:ino sotto b spint:i uniform:itricc
del c:ipit:ilc, il diffèrcnte sviluppo dei c:ipit:ilismi n:izion:ili
nel vecchio mondo occident:ile, lo svi luppo inegu:ile tr:i c:i-
pir:ilismo centr:ile e le periferie d:i esso stesso prodotte, lo
sviluppo "n:itur:ile" dell'Oriente sino-:isi:icico contr:ipposto
:i quello "inn:itur:ile" o "recrogr:ido" del c:ipit:ilismo cenrr:i-
le50. T:ili essenze non sono però il fondo perm:inence di for-
me sovr:isrrurcur:ili c:iduche. Esse piurcosto si m:inifcsr:ino
come fenomeni si:i strurcur:ili, che sovr:isrrucrur:ili. Q!:indo
nell:i sfcr:i dell:i produzione sorgono le cl:issi borghesi e

4~- h;, P· 85.


;o. G. Arrighi, A.dam Smith a P,chino, Fdcrindli, Mil:ino 2007.
Capitalismo e cognizione sociale

movimenti opcr:ii, questi ultimi non danno vira immcdi:i-


r:imcnrc :ilb sovr:isrrurrur:i dei p:irriri, m:i si organizzano in
forme sindacali o coopcr:irivc. È poi questo elemento spon-
t:inc:imcntc "ideale" che, come si vede ncll':in:ilisi di Gramsci
del differente sviluppo dei vecchi paesi c:ipir:ilisrici ccnrr:ili,
consente il passaggio dal momento economico-corporativo
dclb strurrur:i :il momento egemonico della sovr:istrurru-
r:i. Q!csto nesso ontologico permette anche di distinguere
nella sovr:iscrucrur:i fenomeni come !'"illusione ideologica"
e il "progetto". In una visione che mira :i spezzare l'unid
ontologica dell'essere sociale, queste posizioni cclcologichc
vengono poste sullo stesso piano e discinte solo dal posto
che il soggetto occupa nclb locc:i ideologica. Così, d:i una
posizione "ccrz:i", che pretende di basarsi su una presunta
ncucr:ilid "scicncifìc:i", i diritti dell'uomo sono "progetto"
per le classi borghesi, m:i "i llusionc ideologica" per iI pro-
lec:iri:ico, secondo il quale servono solo :i dissimubrc :illc
classi borghesi stesse il conccnuco p:ircicobrc del loro agi-
re;•_ E, :i parei invcrcicc, il "progccco" soci:ilisc:i di riscatto
dcll'um:inid per le classi borghesi è una richicsc:i m:ischc-
r:ic:i di concessioni e privilegi d:i cui si è esclusi. M:i ciò che
permette di venire fuori d:i qucsc:i eristica che sbriciob b
consisccnz:i dell'essere sociale e b sua progressione oncolo-
gica, è b pcrm:incnz:i o il dissolversi del conccnuco p:ircico-
brc dell'agire dei soggccci in gioco. Se l'illusione borghese h:i
d:ico vic:i :i di ricci um:ini universali d:i cui l'inccr:i um:inid,
nel suo cammino uni fìc:rncc, non può pii, recedere, pcn:i b
messa in discussione dello stesso criterio dcfìnicorio dcll'i-
dcncit:1 um:in:i, allora non si è cr:icc:ico di un'illusione m:i

51. G. Lulcics, Onr., Il**, p. 470.


2. Ontologia della realrà sociale capitalistica

dcll'cffcccivo compiersi dell'essenza. E lo stesso si potrà dire


per la progettualità comunista, nella misura in cui ha posto
all'ordine del giorno il riconoscimento del fatto sociale della
cooperazione e della produzione rette dal controllo razio-
nale, rispetto all'illusione di una spontanea razionalità dei
"mcrcatt, cioè dello sfrenato movimento della società civile.
La conclusione che dobbiamo trarre, perciò, è che essenza e
fenomeno sono sovraordinati non solo alla genesi, che forni-
sce loro il movimento, ma anche alla struttura e alla sovra-
scrutrura. I nfatci, come abbiamo visco nel caso emblemati-
co della politica, essenza e fenomeno sono la matrice delle
sue diffèrcnci forme, poiché la distribuiscono, per così dire,
lungo l'asse dalla srrurtura alla sovrasrrurrura, arrribucndo
a ciascun momento la sua compiuta realtà fenomenica, ma
legandoli in un nesso di implicazione generica che trova il
suo fondamento nell'essenza.

2.5. Struttura e sovrastruttura

Dunque, la sovrascruccura non è il semplice riflesso della


scrurrura, come per ranro rcmpo si è scolasricamcncc sosrc-
nuco, distorcendo e ossificando formulazioni di Marx. Lo
stesso Marx suggerì che i conflirci della scrurcura vengono
combatruci nella sovrascrurrura con i mezzi dell'ideologia.
Dobbiamo scavare pitt a fondo in questa formula che, se si
ricnc conro dcll'imposrazionc generica del pensiero di Marx,
non esprime solo un rapporto funzionale era le due realtà,
ma rimanda a una «contraddizione di basc»5' dello sviluppo

52. lvi, p. 476.


Capitalismo e cognizione sociale

dell'essere soci:ile, che :1bbi:1mo già cominci:ito :1 intr:ivcdcrc.


M:irx faccv:1 riferimento :1ll'cconomi:1, dove lo sviluppo del-
le forze produttive comporrn lo sc:1rdin:1mcnto dei r:ipporti
di produzione, m:1 si può :inchc fare riferimento :il c:impo
omologo delb psicogenesi, dove lo sviluppo delb cognizione
richiede b tr:1sform:1zionc dei r:ipporti mor:ili di rispetto.
Or:1, ciò che l'uno e l':iltro c:impo mostr:ino è che non c'è
un'csscnz:1 scruttur:ile che si riflette nell:1 sovr:1scruttur:1 fe-
nomcnic:1, m:1 c'è un'unic:1 csscnz:1 che, gr:izic :il din:imismo
genetico delle posizioni :1ltcrn:1tivc del soggetto, si dist:1cc:1
per gr:idi d:ill'csscrc, d:indo luogo :ille "figure" sempre pili
vere, rc:ili, dctcrmin:itc del mondo fenomenico. Si pensi :il
rc:ile del b:imbino, dove in origine le posizioni :1ltcrn:1tivc
concernono princip:ilmcntc b motorictà, e come d:1 questo
mondo, in cui v:ilc sopr:ittutto il criterio dcll'cffìc:1ci:1 pili
elcmcnt:irc, si dist:1cc:1no per gr:idi nozioni che tendono
sempre pili :ilb precisione dei r:ipporti, sino :1ll'cmcrgcnz:1
dclb verità intcrsoggccciv:1 delle r:ipprcscnt:izioni. Or:1,quc-
sto dist:1cc:1rsi per gr:idi non è il lento srotobrsi di un n:istro
già inciso, m:1 :ippunto un:1 «contr:iddizionc di b:isc», nel
senso che il nuovo per :1ffcrm:1rsi deve costituirsi in princi-
pio logico che sopprime il vecchio, conscrv:indonc però l'cs-
scnzi:ile per ricostruirlo origin:ilmcntc su un pi:ino nuovo e
pili brgo. In qucst:1 str:itifìc:izionc gcnctic:1 si possono indi-
vidu:irc delle leggi che, mucu:indo il termine d:ilb psicoge-
nesi, possi:imo chi:1m:1rc leggi dclb "prcs:1 di coscicnz:1", d:11
momento che è il soggetto :i farsene c:irico con il suo com-
port:imcnto. L:1 prim:1 di queste leggi dice che cio che eprimo
e
sul pia11odell'a:zio11e ulcimo sul piano della presa di coscienza. L:1
second:1, che è un:1 specifìc:izione logic:1 dell:1 prim:1, dice che
la presa di coscicn:za euna ricosrru:zionc e quindi una coscru:zione
2. Onrologia della realra sociale capicaliscica

originale che si sovrappone alle coscruzioni dovuce all'azione. In


qua neo raie, è necessariamence in rirardo sull'activira propriamen-
te decra. In c:tmpo psicogenetico, come h:i mosrr:ito Pi:tget53,
un esempio di quest:i legge è l'emergenz:i delb nozione di
bene posteriormente :i quelb di dovere, pur essendo il bene,
inteso come bisogno di reciproco :iffetto, b prim:i condizio-
ne delb vit:t mor:ile. M:i t:ile bisogno incontr:i subito l'ost:i-
colo delb costrizione dell':idulto nei confronti dell'infante,
che dà luogo :i quelb v:istissim:i form:izione second:iri:i che è
il re:ilismo mor:ile con l':inness:t nozione di dovere. li dovere
quindi si presenta come b prima nozione morale, m:t quest:t
"usurp:izione" cess:t nel momento in cui b riflessione mor:ile
"prende eoscienz:t" del comporr:imenro che l'espericnz:i dei
contr:isti e delb coll:ibor:tzione h:i reso orm:ti cooper:itorio.
È :i questo punto che l'origin:irio bisogno di reciproco :if-
fcrro, sin':illor:t sovr:ist:tto d:ilb domin:tnte mor:ile verbale
del dovere, può form:ilizz:irsi nelb nozione morale di bene,
inteso come reciprocit:t tr:t individui :iutonomi. Nelb re:ild
soci:ile, l':in:ilogo è ciò che h:i mostrato M:irx 54 qu:indo h:i
descritto l'uomo non :incor:t soci:ilizz:ito che rcifìc:i b forz:i
soci:tle, ovvero b forz:t produttiv:t deriv:inte d:ilb cooper:t-
zione dei diversi individui, nelb fìgur:i delb potenz:i poli-
tic:t, oggerriv:it:t nei corpi politici e burocr:itici. Anche qui,
dunque, :ill'origin:irio bisogno reciproco si sovr:ippone b
form:izione second:iri:t del com:indo politico. M:t lo svilup-
po delle forze produttive, cioè l'esercizio delb cooper:izione
che increment:t il potenzi:ile um:ino dei soggetti che coope-
r:tno, ovvero b loro essenz:t, port:t :ilb "pres:t di coscienz:t"

53- J. Pi~ct, I/giudizio moral, n,I bambino, cic., p. 143.


54. K. Mane, L'ideologia cciùsca (1845-46), Editori Riuniti, Roma 1972, p. 24.
66 Capitalismo e cognizione sociale

dell'ideale delb cooperazione che, da fatco naturale cd estra-


neo, diviene b base volontaria del "regno dei fìnt proprio
degli individui autonomi.
~esco modo di sviluppo delb cognizione sociale cscm-
plifìc:i anche b seconda delle leggi della presa di coscienza
che abbiamo indic:ico. Come abbiamo visto, nclb strut-
tura il fare coopcr:itorio si manifesta scoric:imcntc come
spontaneismo mucu:ilistico e sindacale. Esso, quindi, viene
prima, rispetto :il momcnco delb ricostruzione egemonica
che, come :iccivic:i cosciente di p:ircico, nelb sovr:iscruccu-
r:i appare in rìrardo sull':iccivicà sponc:inc:i delb scruccur:i. È
qucsco décalage che ha fa eco scorrere fìumi d'inchiostro sulb
coscienza che :ilb classe non può che venire d:ill'csccrno. In
rc:ilcà, si è cr:icc:ico dclb distorsione dogm:icic:i di un farro
sociogcnccico, spinta :il punto da sopprimere b spont:incic:i
delb scruccur:i'>, come accadde nel secolo scorso, nei regimi
del cosiddccco "socialismo reale". ~esci errori hanno ina-
ridito b possibilic:i stessa delb presa di coscienza e hanno
conscncico :ilio sfrcn:ico movimento, dopo una locc:i fr:icrici-
d:i risoltasi in un vero e proprio suicidio dcll'Occidcntc, di
prcscnc:irsi come l'unica r:izion:ilic:i in campo. La classe, ov-
vero quella "maggior parte degli uomini" che, per b sua col-
locazione nclb sfera produttiva, non aveva nulla da perdere,
e poteva quindi farsi carico dcll'intcr:i umanità nelb lotta
contro la rcifìc:izionc 56, è così regredita :il momento corpo-
rativo dclb struttura, ristagnando in una nuova subalternità
intrecciata di clementi arcaici e ipcrmodcrni, qu:ili l'idcn-

;;. E. Hobsba"'Il'l, Com, cambia" il mondo. Pachi riscoprir, l'a,diai dd mar-


xismo, cit., p. 40~.
56. G. Lulcics, Sro,ia, coscknza di clam, cic., p. 232.
2. Ontologia della ,·ealra sociale capitalistica

rità crnic:i e il consumo. Nel mentre :iv:inz:iv:i cnigm:irico


il modello di sviluppo "n:irur:ile» del complesso sino-:isi:iri-
co, l'unico pi:ino sopr:ivvissuro di un'csscnz:i priv:it:t del suo
din:imismo ontologico è sr:iro guello di un:i mor:ile dell'in-
dividuo sciss:i rr:i il culto dell'intenzione e l'oggettività del
comporr:imcnro. Eric:i dell'intenzione cd cric:i delb rcspon-
s:ibilir!t, dconrologismo e conscgucnzi:tlismo, distinzioni del
tutto :irrifìci:ili d:il punto di visr:i ontologico, sono divcnr:i-
rc cosl le "formule~ di :ilrrcrr:inri fronti conrr:ipposri, il cui
terreno di scontro è il livello fìsico del n:isccrc, del vivere e
del morire. È rutto l'essere soci:ile, :illor:i, che, d:ilb sidcr:ile
:ilrczz:i delle dispute bioetiche, :ipp:irc ridotto :il livello pit1
elcmcnr:irc del corporeo-economico, dove norme svuor:irc
di ogni contenuto ontologico ccrc:ino inv:1110 di contenere
le pulsioni biologiche prim:iric.

2.6. Oggettivazione e alienazione

Dungue, b re:iltà delb srrurrur:i e delb sovr:isrrmrur:i è un


porr:iro dell'essenz:i e delb su:i genesi. OJ:!esr:i è b spicg:izio-
ne del farro che l'essere soci:ile non perm:ine nelb murezz:i
del suo comporr:imenro oggettivo, m:i rende invece :il mo-
mento ide:ile. Dici:imo, :illor:i, che l'essere soci:ile si m:inifc-
sr:i in due direzioni distinte m:i connesse, l'oggettiv:izione
dell'oggetto e l':ilien:izione (Enrausserung) del soggetto. L'og-
gettiv:izione h:i b solidità di un fatto oggettivo, l':ilien:izionc
b vobrilità di un:i fanr:isi:i soggerriv:i, m:i non per guesro il
farro è vero e b fonr:isi:i fols:i. Per r:inro tempo, è sr:iro vero
che il sole gir:isse :ittorno :ilb rcrr:i, e che il sole si:i un:i divi-
nità è un:i fanr:isi:i del rutto vcr:i per chi ci crede. Turr:ivi:i se
66 Capicalismo e cognizione sociale

si vogliono evirare pericolose blefariti, è bene cenere conto


del farro che il sole è un astro e che dopo Copernico nessu-
no pit1 sostiene che gira attorno alla terra. Dunque, mentre
l'alienazione è il mondo dei simulacri che viaggiano a una
velocità superiore a quella degli aromi che compongono la
solida scorza delle oggettivazioni, l'oggettivazione, con i I suo
carattere di necessità, rappresenta una sorra di giudizio di
ultima istanza per le infìnirc esplorazioni del possibile in
cui si getta l'alienazione, e ciò può fare pensare a una sorra
di costrizione con cui la verità si impone. Ma cnrifìcarc e
pcrsonifìcarc questo farro, parlando di una violenza della
verità, e di un potere che impone la verità, è una rcifìca-
zionc in cui, con le migliori intenzioni, è incorso quel va-
riegato corso di pensiero che ha contcst:tto il reale a favore
del primato delle interpretazioni. Ccrramcnrc, dietro molte
verità c'è il potere, dal momento che la credenza nella verità
del dio Sole può servire a legittimare un sistema nonnari-
vo, e la scissione dell'atomo è stata una verità della fìsica
ampiamente sosrcnur:i dal potere. Ma rutto ciò concerne la
funzione sociale della verità, che attenga all'oggettivazione
o all'alienazione. Tralasciamo dunque questa annosa dispu-
ta era realisti e antircalisti, che oggi rivive nell'industria dei
vecchi e dei nuovi mcdi:t, e concentriamoci sul meccani-
smo oncologico dell'oggettivazione e dell'alienazione. L'og-
gettivazione non è solo il farro, così come l'alienazione non
è solo la fantasia erratica. L'oggettivazione è la dura realtà
(una rara del mutuo scaduta), il comportamento (falsifìcarc
un bilancio), la parola da cui non si può pit1 tornare indie-
tro (una promessa imprudente), le conseguenze delle nostre
azioni (l'inesorabile cftèrro di un proiettile esploso contro
qualcuno). L'alienazione è il rapporto sociale (un ufficiale
2. Oncologia della realrà sociale capitalistica

giudiziario che pignora i mobili), il discorso (una norma che


depenalizza il folso in bibncio), b parola mobile (b pro-
messa rciccraca), b spiegazione delle nostre azioni (il colpo
è partito involoncariamcncc). In sintesi, se l'oggettivazione
costruisce, l'alienazione dissolve, ma non per distruggere,
bensì per ricreare. Al di qua di ogni criterio del bene e del
male, l':ilicn:izionc è l':iuco-movimcnco dell'essere, che porc:i
:id :illonc:in:irc, :i porre fuori di sé, qu:ileos:i che di per sé
:ipp:ircicnc :ill'csscrc. Un:i promcss:i è un focco oggettivo, m:i
css:i è c:ilc perché è sc:ic:i colc:i d:ill'csscrc, e il focro che si:i
un:i promcss:i imprudente è un indice di qucsr:i co-csscnzi:i-
lir:i con l'essere. L':ilicn:izionc, dunque, h:i un:i ron:ilir:i cmo-
riv:i, m:i qu:indo b ron:ilir:i cmoriv:i prcv:ile, si r:iggel:i nel
suo opposto, l'idcnrir:i, che si esprime nel monologo delle
formule oggcrriv:itc: "el:indcstino", "cxcr:icomunit:irio", "bin-
go-bongo". Alb fìnc, l'idcnrit:i impoverisce l'oggcttiv:izionc,
sino :ill:i pcrdir:i di cont:itto con b rc:ilt:i: «Ci sono non po-
chi tr:idcr che bvor:ino in Bors:i fotti di coc:iin:i, che si scp:i-
r:ino complet:imcntc d:ilb rc:ilr:i in cui :igiscono» 57 • Come si
vede, qui l':ilicn:izionc fagocit:i l'oggcttiv:izionc, che divcnt:i
un:i polvere di oggetti d:i in:ibrc per i suoi effetti cuforiz-
z:inri: cr:ins:izioni fìn:inzi:iric :id :ilrissim:i frcqucnz:i non pitt
per csplor:irc il possibile, m:i per :ispir:irc :ill'impossibilc. E
quel che è tipico dcll':ilicn:izionc, cioè il rispccchi:imcnto
delb mente :ilcrui, si rovcsci:i in un nichilismo discruccivo
delb cognizione :ilrrui: «!nei rese cui sono st:iti sottoposti
nel corso dclb riccrc:i, i rradcr], invece di bvor:irc in modo
oggettivo e sobrio per un profìcco pit1 :ileo, h:inno solc:inco

57. J. Attali, inccrvcnco a un dibattito sulla droga a San Patrignano, «la Re-
pubblica•, 11 ottobre 200,, p. 2~.
Capitalismo e cognizione sociale

ccrc:ito di ottenere pii'.1 dei loro :ivvcrs:iri. E pcrd:inncggi:irli


·S
h:inno speso molte energie»' .
Noti:imo che il rispccchi:imcnto delb mente :iltrui non
è un'imit:izionc p:issiv:i, m:i b supposizione che l'intcriorit!t
:iltrui si:i :in:ilog:i :i quclb del soggetto. M:i come mostr:i b
psicogenesi, qucst:i supposizione non è immcdi:tt:i, poiché
:ill'inizio il soggetto si r:iffìgur:i l'intcriorit!t :ilrrui :ittr:ivcr-
so le proprie rcifìc:izioni, e il rispccchi:imcnto risult:i d:i
un:i progrcssiv:i mcss:i :i fuoco. Proictt:ito nelb sociogcnc-
si, questo d:ito psicogenetico è ccntr:ile nelb rc:ilt!t soci:ile
c:ipit:ilistic:i, poiché qui il rispccchi:tmcnto tr:i le menti è
sistcm:itic:imcntc mcdi:tto d:ille rcifìc:izioni, prime fr:i tutte
le rcifìc:izioni di merci. ~csto fotto h:i un:i profond:i in-
flucnz:1 sull':iuto-rispccchi:imcnto, cioè su quel movimento
interno dell':ilicn:izionc che :rnticip:i il giudizio :iltrui, og-
gcttiv:indosi nell:i norm:i. Ncll:i vit:t quotidi:tn:t, che b rc:il-
t:l soci:ile c:ipit:ilistic:i h:1 crcdit:ito d:illc epoche precedenti,
l':ilicn:izionc prcdomin:i come pregiudizio, nelb misur:i in
cui le decisioni vengono prese non in riferimento :1ll:1 giu-
stczz:i in sé di un'oggcttiv:izionc, m:i in qu:into si inseriscono
nel sistcm:i di :ilicn:izioni, cioè di credenze, :ibitudini, v:ilori
preesistenti. M:i ciò che è specifico delb rc:iltà soci:ile c:1-
pit:ilistic:t è il modo in cui vengono coordin:itc le prese di
posizione dei singoli con le tendenze gcncr:ili collettive. In
questo c:iso le :1licn:1zioni servono :1ll'individuo come un:1
:1uto-confcrm:1, d:11 momento che egli idcntifìc:1 l':1uto-:1p-
prov:1zionc in esse contcnut:1 con uno str:tto soci:ile che l'in-

58. E. Burchi a, I crada? Piu spùmci dtgli psicopatici. Un gruppo di srudiosisvizu-


ri: gli opacori di Borsa moscrano prtoccupanciu:nda,u alla discruziont, in «Corriere
della ser:,;o, 26 se«cmbre 2011, anicolo reperibile online.
2. Ontolcgia della rea/ca sociale capiraliscica

dividuo stesso :ipprov:/9 . È qucst:l b b:isc ontologic:1 delb


distinzione, che b rc::ilr:1 soci:ile c::ipit::ilistic::1, colleg::indob
::ilb p:issionc cgoistic:1, h:1 cretto :i base delb socicr:1 civi-
lc 60 e su cui si inncst::i il fenomeno tutto ::ittualc delb m::ir-
ca o brando logo, una ::ilicnazionc che si dibta :il punto, da
imporre un::i vcr::i e propri::i rimozione delle oggcttiv::izioni
produttive (le "deloc::ilizz::izioni'')6'. Inoltre, l'::ilicn::izionc e
l'oggettiv::izione sono ::inehe spesso in un::i speciale contr::id-
dizione, qu::indo in uno stesso individuo l'esibita r::izionalit~
delb prassi corporeo-economica convive con b ricere::i di
misteriose re::ilr:1 immaginarie,come nel caso del tycoon tut-
to immerso nelb strumcnt::ilir:1 delb vit::i economic::i e poli-
tic::i, che si fo costruire ville e mausolei ispi r::iti :i simbologie
di esoteriche religioni sobr/'. Proprio queste fìgure così
r::ipprcscnt:ltive dello st::idio di sviluppo ::itru::ile dell'essere
sociale, permettono di comprendere l'estensione che può
r::iggiungerc l'::ilicn::izione, e il suo rr::imut::irsi in qu::ileos::i che
::issoggctt::i colui che b produce. D::il brand ::ilb fìn::inz::i delle
frenetiche tr::ins::izioni ::ille imprese offshore, m::i ::inchc d::ille
fìlicrc di cellule st::imin::ili sino ::ilb scqucnzi::izionc e ripro-
duzione ::irtifìci::ile del genom::i, per non p::irbre delb sem-
pre piLt sofìstic::it::i chirurgi::i cstctic::i sino ::ilb produzione di
org::ini ::irtihci::ili del corpo um::ino, compreso il downlo::id
delb mente, b tcndenz::i di fondo è di sciogliere i vincoli
delle oggcttiv::izioni nel Ausso ininterrotto delle ::ilicn::izioni.

51· G. Lulcies, Onr., II"", p. 421.


60. J. Dunn, Il mito degli uguali. La lunga scoria della democrazia (2005), Egea,
Milano 2oo6, p. 138.
61. N. Kkin, No logo, cit.
62. P. Gomez, Il Cavaliere del Santo Sepolcro, in «L'Espresso», 11 novembre
2004. Qi!i la realù supera la fantasia artistica, se si pensa al mausoleo che si fa
erigere il co-procagonista di Cb-a una 1-dra in .-\mtrica.
72 Capitalismo e cognizione sociale

L'individuo si presenta, così, come un pbsmatorc sovrano di


ruttc le cose, di fronte alla cui volontà non c'è nessun mondo
dell'essere che resti indipendente. Al tempo stesso, però, tale
flusso continuo si eleva a potenza sovrana di cui il soggetto
:ipp:uc impotente :i dctcrmin:irc il corso e gli obiettivi. Si
rc:ilizz:i così il contrasto tra «una onnipotenza :istratta e una
• 63
concrct:i impotenza» .

2.7. Estraneazione

L:imcnt:i il poct:i: «li v:iso è un dio. Il cesto per sct:icci:irc il


gr:ino / è un dio. L:i pietra / sulb strad:i è un/ dio. li pettine
è un / dio. L:i cord:i dell':irco è pure un / dio. È un dio b /
t:izza col beccuccio // Dei, dei, sono così t:inti / che non ri-
6
m:inc sp:izio / per un piede» •. Ncll:i su:i sfacci:it:i pcdcstrit:1,
il piede è il residuo rim:isto inc:istr:ito nelle infìnitc rcifìc:i-
zioni con le qu:ili l':ilicn:izionc sollcv:i l'essere oltre b rc:iltà
fìsic:i e org:inic:i: Ann:i, :i sette :inni, è convint:i che le regole
possono essere infr:intc solo d:i un :idulto dotato di muscoli,
sui quali proietta l'idc:i di :irbitriochc ha concepito rcifìc:in-
d o b propri:i stcss:i forz:i muscobrc6;. L':ilicn:izionc e b rci-
fìcazionc sono dunque due momenti intim:imcntc collcg:iti
delb cognizione soci:ilc, b cui tr:iicttoria però non s:ircbbc
completa senza considcr:irc il movimento di ritorno dell':i-
licn:izionc sull'essere soci:ilc. L':ilicn:izionc, infatti, se d:i un

GJ G. Lulcics, Onr., II*", p. 43'1·


64. Basavanna, poeta indiano del Sud dell'India, acch·o nel XII secolo, cit.
in D. Shulman, \tìva, nd mondo d,gli spirici ddl'Jndia, in «451•, n. i, giugno
2011, p. 23.
65. Ossc,vazionc raccolta cbll'auco,c.
2. Ontologia della rea/ca sociale capitaliscica 73

bto è lo sbncio crc:itorc che sollcv:i l'uomo d:ilb singobrit:1


biologic:i :1ll'individu:ilit:1 soci:ilc, d:ill':iltro in t:ilc sbncio
può cs:iurirsi prim:i delb mct:i, come :icc:idc nelb m:iggior
p:irrc degli st:iti di fatto, bsci:indo l'uomo in un:i condizione
di escraneazione. Nel suo signifìc:ito pili gcncr:ilc, l'cstr:inc:i-
zionc (Encfremdung) è l':issoggctt:imcnto dell'essere d:i p:irtc
di qu:ilcos:i che proviene d:1 fuori, e che è str:iniero :ill'cssc-
rc66. In questo senso, nell':intic:i G rcci:i, l'cstr:inc:izionc cr:i b
p:izzi:i m:ind:it:i d:igli dei che rcndcv:i lcttcr:ilmcntc l'uomo
un ":iltro» rispetto :i se stesso6'. Allor:i, se l':ilien:izionc è il
momento proiettivo delb cognizione soci:ilc, l'cstr:inc:izio-
nc, in qu:into ritorno cstr:inco :11 soggetto di qu:ilcos:1 d:i lui
prodotto, è il movimento complcmenc:ire e opposto, e b
rcifìc:izionc è b c:1tcgori:1 mcdi:itricc di questo doppio mo-
vimento che, nelb rc:1lt:1 soci:ilc c:1pit:1listic:1, sotto form:1
di rcifìc:izioni di merci, occup:1 lo stesso posto delle infìnitc
rcifìc:izioni divine bment:itc d:11 poct:i.
Noti:imo qui, per inciso, che dopo quest:i ridefìnizione del
concetto di :ilicn:izionc, corrcbto con quello di oggcttiv:izio-
ne, l'errore di Hegel divent:i non piLt quello di :ivere idenrifì-
c:ito :ilicn:izionc con oggcttiv:izionc, bensì cstr:inc:izionc con
63
oggettiv:izione . M:i ciò che ci interess:i sottoline:ire è che
l'estr:ine:izione non è solo un fenomeno dclb re:ilt:1 soci:ilc
c:ipit:ilistic:i, :inzi, si può dire che l'inter:i stori:i dcll'um:ini-
t:I è stori:i dcll'cstr:inc:izionc69. Infatti, è tr:imitc cstr:inc:izio-

66. Frand, (1) • Pmon, di, aus ,in,m anda, Land srammc • pcrsoru che pro-
,;cnc da un altro paese; Frrntdt (2) • Land fan aus Hrimac • Paese lontano dalla
propria patria, dal proprio Paese natio.
6;. G. Lulcics, Onc, II*", p. 712.
68. hi, p. 601.
69. lvi, p. 568.
74 Capitalismo e cognizione sociale

ni di cstr:mc:izioni che si compie l'evoluzione mor:ilc. Così,


nel m:itrimonio monog:imico delb polis grcc:i, b donn:i è
un:i sort:i di schi:iv:i domcstic:i: b su:i cstr:inc:izionc coincide
0
con l'cstr:inc:izionc di chi b domin:i; • L'csigcnz:i, :illor:i, di un
contatto pii'.1 :iutcntico tra i sessi, porta all'eterismo, cioè all:i
donn:i che, per rc:ilizz:irc i v:ilori delb propri:i individu:ilirà,
si prostituisce. In :iltri termini, il v:ilorc delb dignità um:in:i
si fa brgo supcr:indo l'csrr:inc:izionc del b schi:ivitù domcstic:i
con l'cstr:inc:izionc delb prostituzione dell'ctèr:ii'_ M:i posto
questo c:irarrcrc storico e proccssu:ilc dell'csrr:inc:izionc, in
che consiste b "p:izzi:i" che, nelb rc:ilrà soci:ilc c:ipit:ilistic:i,
rende l'uomo cstr:inco :i se stesso? Come e :i che cos:i l'uomo
è :isscrvito·? Tr:ii:imo qu:ilchc esempio d:i quelli infìniti offerti
d:illc cronache quotidi:inc.
li villaggio escraniaro. Il m:ig:izzino di T:iobao, il gig:incc
cinese dell'c-shopping, è nei box, nei g:ir:igc e negli sc:inti-
n:iti delle c:isc di Qingy:inliu, nelb regione dello Zhcji:ing,
mezza giorn:it:i sotto Shangh:ii, un vilbggio di 1500 cont:i-
dini, p:iss:ici in pochi :inni d:ilb ciotob di riso :ilb fonc:i-
sm:igori:i delle merci. Tutti in proprio, ma tutti connessi, di
giorno ricevono gli ordini :il computer, e a metà pomeriggio
corrono d:i uno sc:iff.1lc :ill'alrro, alb riccrc:i del prodotto
giusto, che ccncin:iia di furgoni in :irccsa provvederanno poi
a conscgn:irc. Solo :ill':ilb:i, cr:i sc:icoli e c:irroni,si concedono
un breve p:isto, nell':ictcs:i di ricominci:irc. /\ "T:iob:io Vil-
bgc" si divcnt:i ricchi in qu:ilchc sctcim:in:i, m:i non esiste
un negozio rc:ilc, un ristorante, o un cincm:i. Solo i milioni
di oggetti dcstin:iti a ll'c-commcrcc. Una famigli:i custodisce

7°- h;, P· 578.


71. M, pp 590-591.
2. Ontologia della realcà sociale capitalistica 75

borse, un':iltr:t gioe:ittoli, un':iltr:t :iliment:tri, un':ilcr:i telefo-


nini, un':iltr:t detersivi e così vi:i. Alle sedici, qu:indo :iprc il
gr:inde m:ig:izzino degli :iffori elettronici, le str:idc si svuot:i-
no, e cominci:t l'csistcnz:t sottcrr:inc:i di questi ben rcmunc-
r:tti s:iccrdoti dello sc:imbio di merce.
Il ricmo escraniaco. Nelb giorn:tt:t delb tut:t blu di Pomi-
gli:tno sono 25.200 i secondi ncccss:iri per ripetere 350 volte
b stcss:i opcr:izionc che, dunque, non può dur:irc meno di
72 secondi. Perché così dice b mccric:t, le regole che d:inno
il ritmo :ilb linc:i e che dunque st:ibiliscono l'intcnsid di b-
voro dei singoli opcr:ti. Tutci devono, incvic:ibilmcncc, muo-
versi :ilio sccsso ricmo,seeondo il sisccm:i Ergo-U:is, scudi:iro
d:il professore gi:tpponcsc H:ijimc Y:im:ishin:i, :id:icc:indo
:ilb Fi:ic i decc:imi del World cbss m:inufaeruring. Con il
Wem tutti i pezzi sono pili vicini :ilb posc:izionc. Prim:t do-
vevi fare qu:iccro p:issi per :ind:ire :i prenderli, or:i è suffì-
cicnte un:i corsione del busco. Con Ergo-U:is, che considcr:i
per b prim:t volc:i gli effetti dello sforzo fìsico sui ccmpi
di esecuzione, un'opcr:izionc pilt facicos:i viene prcmi:it:i
con un m:iggior ccmpo di esecuzione. Si chi:tm:ino ufarrori
di m:iggior:izionc": d:ill'1% :il 13% :i sccond:i delb facic:i ri-
chicst:i. Orm:ii, però, le opcr:izioni sono qu:isi cucce :ill'1%. li
risult:ito è che il siscem:i Ergo-U:is, unico :ill:i r:izion:ilizz:i-
zione dcll':imbicnce di bvoro incrodorro con il World cbss
m:inufoccuring, è in gr:ido di produrre 280.000 :iuto :ill':inno
con un:i sob linc:i. O!!:isi un':iuco :il minuro 73.

72. G. Visetti, Tra i campi ddla Cina il ptust-magazzino ddlo shopping onlint.
"Villaggio Taobao" è il piu gramlt -u.>tb-mucaco al mondo, in «la Repubblica,,, 3 oc-
tobrc 2010, .P· 21.
73. I.a fabbrica cht non sprtca un minuto. Così nasu l'opuawa ciclo continuo, in
«la Repubblica,,, Il dossier, 16 giugno 2010.
Capitalismo e cognizione sociale

I sencimenci estraniati. Ogni giorno, negli storc di Wal-Mart,


b più importante catena distributiva degli Usa, gli impiega-
ti, poco dopo le nove, quando ancora nel magazzino aperto
24 ore su 24 soltanto pochi clienti si aggirano tra gli scaffali,
si danno :1ppunt:1mcnto in uno dei reparti e, all'improvviso,
rivolti verso il responsabile di reparto, all'unisono gridano
"Buongiorno~, battono le mani due volte, pestano i piedi in
terra due volte e compiono altri gesti in coordinazione. Inizia
così un meeting di una decina di minuti che si svolge tre vol-
te :il giorno, all'inizio di ogni turno, in ogni W:1l-M:1rt delb
nazione. Sono 12.600 meeting che si svolgono in 4.200 grandi
m:1g:1zzini, durante i quali i commessi e i dipendenti esprimo-
no elogi :id :1lt:1 voce e si lodano :1 vicenda, per aver compiuto
il miracolo di sistemare sugli sc:iffoli migli:1i:1 di confezioni
durante b notte. È questa logistica che fo di W:1l-M:1rt un
leader di settore: in media, durante un turno, un responsabile
di reparto fo 9.000 passi, ovvero otto chilometri, un :1utist:1
dei camion W:1l-M:1rt m:1cin:1 oltre 161.000 chilometri l'an-
no, quattro giri delb Terra, e i dipendenti che riempiono gli
scaffali nel turno di notte aprono e sistemano mcdi:imcntc b
merce contenuta in 5.200 sc:itolonl•.
La razionalità escraniara. L':issistcntc :1mministr:1tivo, co-
stretto dalle decurtazioni del suo s:ibrio :1 rinunciare non solo
:il superfluo, m:1 anche alle necessità delb quotidianità che
inc:1lz:1, e che or:1, dopo :inni di prcc:1ri:1co nelb scuob, deve
recarsi :1ll'uffìcio di colloc:imcnco per compibrc il modulo di
disoccup:izionc, nel fìrm:irc quelle carte pensa «alle richieste
di p:1g:1mcnto per quelle :ittivid giornaliere che norm:ilmcn-

74. S. Roscnbloom, "Io, infilcracancl cuore scgrcrodi \Val-Man>; in «la Repub-


blica», 21 dicembre 2009, p. 36.
2. Oncologia della rea/ca sociale capiralistica 77

re si svolgono: consumo cncrgcrico, sm:ilrimcnro dei rifìuri e


qu:1nr':1lrro», e :il farro che «qucsrc richicsrc sono conrr:iddi-
srinrc d:1 un:1 r:1zion:1lir:1 che si confìgur:1 in Lm:1 d:1r:1 di sc:1-
dcnz:1 che non si può, scmpliccmcnrc, mcrrcrc d:1 p:irrc»;;.
~csri esempi, che porremmo facilmcnrc molriplic:irc -
b:isri pcns:irc :1 quelle oggcrriv:izioni, d:illc disc:irichc :illc
"gr:indi opere~, che b minor:1nz:1 org:1nizz:1r:1 del com:indo
produrrivo impone come cose estranee :1ll:1 m:1ggior:1nz:1 di-
sorg:1nizz:1r:1 delb vir:1 quotidi:1n:1 - indic:ino chi:1r:1mcnrc
che ciò che nelb csrr:1nc:1zionc delb rc:ild soci:ilc c:ipit:ili-
stic:i si impone come cos:1 :issolut:imcntc nuov:1 nelb stori:i
è il fatto ontologico delb priorid delb sfcr:i cconomic:i su
6
ogni :ilcro :ispctto dell'essere soci:ilci • Come :ibbi:imo visto
d:ii nostri esempi, qucst:i rc:ild si estende come un:i tot:ilid
:issolut:i, sopr:ittutto or:i che b vccchi:i soggettività dei p:icsi
c:ipit:ilistici ccntr:ili è sc:ih::it:i d:1ll:1 rinnov:it:i soggcttivid
mcrc:itistic:i dell'Oriente sino-:isi:iticor,, in cui l'csrr:inc:izio-
nc non solo si riproduce :i un:i sc:ib più gr:indci6, m:i si corn-
bin:i con forme di csrr:inc:izionc pitt :intichc. Si è ritenuto
che l'cstr:inc:izionc, proprio perché :ittingc l'individuo e b
vit:i quotidi:in:ii9, sping:i :i fare i conti con le sue srrutmrcao,
81
non solo :istr:itt:imcntc, m:i tr:imitc decisioni pr:itichc con
cui vengono poste le premesse per quel processo rc:ilc che è

75. S. Rizzo, Lavorai-o a scuola non mi hanno confermato, in «la Repubblica»,


edizione di Palermo, 3 scncmbrc 2011, Lccccrc & commenti, p. IX.
76. G. Lulcics, Onr., II**, p. 608.
77. G. Arrighi,Mam Smirh a Pechino, cic.
78. Wci Xiaoping, Rahinking China~Economic Traruformacwn, Globa!Scholar-
ly Publications, New York 2010.
7':J· G. Lulcics, Onr., II**, p. 566.
8o. lvi, pp. 612-16.
81. M , p. 568.
Capitalismo e cognizione sociale

8
b genericità '. Vedremo come questi :issunti gcncr:ili si vc-
rifìc:ino nell'cstr:inc:izionc :ittu:ile. Prelimin:irmcntc, però, è
necessario un chiarimento circa il processo reale delb gene-
ricità. La genericità, anzitutto, si manifcst:i come proprietà
naturale dell'uomo che, in qu:into essere sociale, è un ente
naturale generico, cioè un ente oggettivo tra altri enti ogget-
tivi, il cui tratto spccifìco rispetto alle altre specie naturali
è di essere il generale-comune di tutte le cosc81. La generici-
tà, o genericità in-sé, è quindi un dato di fatto, che diventa
universalità, o genericità per-sé, nel momento in cui l'uomo,
prendendo coscienza di essere il generale-comune di tutte le
cose, si decentra da se stesso, elevando all'universalità tutti
gli altri esseri. Ora, questo processo di decentramento, che
ha un c:irattcrc oggettivo· e non te 11 · 8• , e' una tcn dcnza
co og1co
imm:mcntc dell'essere socialcSs, che si :ili menta dell'antago-
nismo tra sviluppo delle cap:icità dell'individuo e sviluppo
del l'individuo come totalità. Le cap:icità sono funzioni delb
produzione materiale e il loro sviluppo dà luogo alle prime
spontanee sintesi individuali: l'abile spccubtorc, il moralist:i
intransigente, l'uomo ossifìcato dalla routine burocratic:i,
86
l'arrivista zcbntc, il tiranno domestico, ccc. Nelb loro rigi-
dità estrani:ita, questi caratteri costituiscono b base d'essere
delle oggcttiv:izioni sociali, tradizione, diritto, morale, che
l'alienazione trascende incessantemente in direzione dell'in-
dividuo come rotalit:i 8;. L'estraneazione, allora, va compresa

82. h;, p. 581.


83, Su questo punto, tengo conco di G. Lukacs, Onr., II**, pp. 445 ss., ma
anche di L. Colle cci, Il manismo < Hcgcl, Lucrza, B2ri 1,73', pp. 382 ss. e 388 ss.
84. G. Lukacs, Onr., II**, p. 582.
85. M, pp. 5,4-600.
86. h;, p. 589.
87. h~, P· 589.
2. Ontologia della rea/ca sociale capitalistica 79

dentro una matrice i cui poli sono l'oggettivazione e l'aliena-


zione, cd è una sorta di quale che modub il comportamento
sociale. In quanto tale, essa è privata, ma poiché le sue strut-
ture sono collettive, è un quale oggettivo.
In parcicobrc, nclb realtà sociale capitalistica essa si
86
presenta come ostacolo alb non-parcicobrità dell'uomo , e
il terreno in cui l'essere sociale inconcra tale ostacolo è l'ide-
ologia, nclb forma della manipobzionc89 o, come si preferi-
sce dire con un termine pili politologico, delb spolicitizza-
zionc. In sé, l'ideologia non è una particobrc modalità
dell'essere, una verità "speciale" concrapposta alla verità "re-
ale", anzi, rispetto a qucst'ultima può essere del cucco falsa:
il sole è un ascro ma, con buona pace di chi crede che b ve-
rità si:i un fatto di consenso, è falso che si:i una divinità.
L'importanza dell'ideologia sta però nella funzione che svol-
ge di dirimere i conflicci sociali 90: che il sole sia una divinità
è falso, m:i può servire :i legiccim:irc un sistema di com:indi.
Ncll'idcologi:i, che b vecchia impostazione cconomicistic:i
collocav:i nella sovr:iscruccura, un posto ccncrale occup:i il
di ricco. M:i come il lingu:iggio, il diritto è "distribuito" lun-
go l':issc che v:i d:ille oggccciv:izioni :illc :ilicn:izioni e sorge
d:il pili gcncr:ile svolgimento del processo delb genericità
pcr-sé9'. Esso, infatti, se serve :i st:ibilizz:irc b genericità in-
sé, contiene sempre un'intenzione verso b genericità per-sé,
cioè verso il compiersi dell'individuo come tot:ilità, e quindi
verso b fuoriuscit:i d:ill'cscr:inc:izionc. Rispccco :ilb mor:ile,
in esso si è voluto sottolinc:irc il c:ir:ittcrc implic:itivo, che

88. hi, p. 586.


89. hi, pp. 434, 542, 548.
90. hi, pp. 44 5 ss.
91. Ivi, pp. 603-
Capitalismo e cognizione sociale

oggettiv,uione
(s\'iluppo delle capacità dell'indMduo
in corrispondenza con lo sviluppo
delle forze produttive)

gc:ncricicà in-sé genericità per-sé

alienazione
(5'-iluppo dell'individuo
come totalità in corrispondenza p:uticolaricà universalità
con lo 5'iluppo
dei rapporti di produzione)

ne farebbe un sistema logico-formale, ma il diritto non è


una conoscenza (cos'è l'uccidere un proprio simile), ma un
sistema simbolico a valenza pragmatica (fìssare un tipo par-
ticobrc di uccisione e sanzionarlo). La prevalenza delb di-
mensione pragmatica non signifìca tutt:ivi:i che il diritto è
Lm:i maschcratur:i di interessi particobri, né un riflesso del-
la struttura nelb sovrastruttura. Proprio perché dipende
d:il pili gcncr:ile sviluppo della cognizione sociale, il diritto
è un:i "fìnzioncnontologic:imcntc necessaria e da qucst:1 pic-
nczz:i ontologic:i trac la su:i cogcnza pragm:itic:i. D':iltra
p:ircc, mentre costume e mor:ile sono spont:inci, il diritto,
che li presuppone a titolo di prccostruito culturale, è posto
rispetto a essi. Su questo fotto sorge lo strato dei giuristi,
che è molto pili organizzato dello strato degli specialisti del-
la morale o del costume. Oltre al legisbtivo e all'esecutivo,
esiste in fotti un terzo potere dello Stato che è il giudiziario,
ma non esiste il potere morale dello Stato, salvo che nella
caricatura dello Stato etico, e la stessa Chiesa svolge un ruo-
2. Oncologia della rea/ca sociale capitalistica

lo morale, m:i sempre in rifèrimcnto :ii riti e :ii culci che


:imminisrr:i. Or:i, l'esistenza di uno srr:ito, ovvero di un cor-
po burocratico, è l'indice di un:i rcifìc:izionc, ovvero di un:i
dissociazione del fenomeno d:ill'csscnz:i: b vit:i reale di ven-
ta b:iss:i vit:i reale, e b forma giuridica un:i potcnz:1 "spiri-
cu:ilc"92. D:i utile "fìnzionc", cioè d:i mobile strumento di
rcgobzionc dei conflitti, il diritto diventa :illor:i un feticcio,
ovvero ideologia come fals:1 coscicnz:i, potenza rcifìc:it:i che
signoreggia chi l'h:i posto. OJ:!cst:i "idcologizz:izionc" del di-
ritto, cioè questa dissociazione di fenomeno cd essenza che
lo isob d:il dinamismo delb cognizione, è :ilb b:isc del con-
rr:isto crescente rr:i diritto e politica che segna l'epoca
dell':issolurismo c:1pir:1lisrico. Assieme :ill'cconomi:1, dove
domina ormai b signoria dei "mcrc:iri", il diritto è uno dei
campi in cui il potere sovrano dello Stato è sr:ito sopr:iv:in-
z:iro. B:isri pensare :ill:i Corre penale inrcrn:izion:ilc dell'Aj:i,
che persegue gli uomini di governo per i crimini contro il
diritto um:inir:irio di cui si m:icchi:ino nell'esercizio del loro
potere. Si è sempre sortolinc:ir:i b problcm:iricit:i di questo
tipo di giurisdizione, poiché spesso ciò che per b norma
:isrr:itt:i è un crimine, ncll:1 rc:ilrà storica è un processo che
giunge :i termine, nel quale qualcuno h:i perso e qualcuno h:i
vinco. E il giudizio, :illor:i, non è contro un colpevole, m:i
contro un vinco. OJ:!csr:i :1srr:1rrczz:1 del diritto, che lo rende
facilmente m:inipobbilc, ris:ilr:i :incor:i d i pit1 in cconomi:i,
dove b "b:iss:i vit:i" della "corruzione" è b questione ccnrr:ilc
della rc:ilrà sociale c:ipit:ilistic:i, come mostrano non solo b
vicenda politica it:ili:in:i che, d:i :il meno un trentennio, ruo-
ta attorno :ilb "questione morale" e :i "M:ini pulite", m:i :in-
Capitalismo e cognizione sociale

che le el:issifìchc che, di :inno in :inno, org:inizz:izioni come


Tr:insp:ircncy lnrcrn:irion:il sribno dei p:icsi più corrotti, in
cui cioè è pili frequente l'uso delle "mazzcrrcn per :iggir:irc
norme e rcgobmcnri che osr:icobno lo sfrcn:iro movimento
corporeo-economico. E il fotto che vi sia un pili o un meno
di "corruzione" mosrr:i che il problem:i, che pure si ccrc:i di
arginare promuovendo "concorrcnzan e "competizione", esi-
ste. La "questione moralen, allora, ha poco a che vedere con
b morale, e molto pili con una dissociazione oncologica rr:i
csscnz:i e fenomeno, vira e norma, che si rcifìc:i ncll:i "r:in-
gcnrcn. In una rc:ilrà in cui tutto è denaro, si porrebbe pen-
sare che b "tangente" :ittrac in quanto denaro, auri sacra fa-
mes. M:i negli :inni essa è diventata case, bcncfìc, favori
sessuali e persino piccoli lavoretti c:is:ilinghi, dalb rip:ira-
zionc del rubinetto che sgocciob :ill':icquisto di un aspira-
polvcrc9J. Cerco, c'è b necessità di dcpisc:irc le indagini giu-
diziarie, fottesi vi:i via pilt stringenti, m:i c'è :inchc una
struttura profond:i reifìc:incc che genera b "m:izzctt:i", b
quale, come cucci i sintomi, si cr:ivcscc in mille modi. E come
il corpo è il cc:icro dei dolori dell'anim:i, così b rc:ild soci:i-
le c:ipic:ilistic:i prcscnt:i tutti i sintomi di un:i dissoci:izionc
oncologic:i che si può cmblem:icic:imcncc sintetizzare nclb
fr:isc che il cycoon, divenuto presidente del consiglio, rivol-
ge :ii magisrr:ici che, in uno dei suoi c:inci processi, gli fanno
presence b gravid del qu:idro indizi:irio a suo carico: "Forse
b voscr:i professione e rutto quello che :ivccc visco in questi
:inni vi h:i port:tco :i perdere i conc:itti con b rcalcà"9'. C'è,

93- F. Sarzanini, "Caparra po- la ca.sa di Scajola~ I rtgali ddla nuova lism An,-
mon,, in «Corriere della sera», 25 maggio 2011, articolo reperibile online.
94. L. Faizo, "Vo~ fuori dal mondo• disst Silvio a Borrtlli, in «la Repubblica-,
31 maggio 1995, p. 9.
2. Ontolcgia della rea/ca sociale capitalistica

infatti, in questa frase, l'urgenza delb vir:i reale, di un:i vir:i


reale ":ibb:iss:ir:i" però :il rr:icor:intc srr:iporcrc dello sfrenato
movimento corporeo-economico; m:i c'è anche, in quelb
frase, proferita d:i colui :il quale l'inversione del sintomo :is-
scgn:i csopic:imcnrc il ruolo di vittima, lo svelarsi di un:i
posizione "ideologica" degli :ipp:ir:iri giudiziari, che rrov:i b
su:i piena espressione nel famoso incir:imenro di un procu-
ratore :i "resistere, resistere, rcsisrcrc•'9\ contro ogni :irr:icco
:ill:i propria "potenza" spirituale. Ciò che v:i perduro, :illor:i,
in questa dissociazione onrologic:i che rende r:into pili iera-
tico il diritto, quanto più "in basso" prccipit:i b vit:i, è l'i-
sc:inz:i di un:i giustizia senza specialisti, in cui ciascuno,
c:ipo fr:i i c:ipi di quel "regno dei fìni" cui rende un:i vir:i
"clev:it:i", può essere chi:im:ito :id essere giudice nelle c:iusc
:ilrrui, senza incorrere nell'ipocrita ri provazione "borghese"
di "non farsi gli :iffori propri". Certo, questo ideale di una
giustizia come mobile rcgobzionc di conflitti fr:i individui
autonomi :ipp:irc ancora troppo oneroso per b mente soci:i-
le. M:i se ciò :icc:idc, è :inchc perché b rcalt:1 sociale c:ipit:i-
listica si rivela sempre pili un ostacolo evolutivo :ill:i produ-
zione dell'individuo autonomo. Non c'è bisogno di
richi:im:irc in tutti i suoi dettagli l'analisi hcgeli:in:i del rap-
porto servo-padrone per capire che fìgurc come il "precario"
o, peggio, il "elandcstino" sono l'indice di un cieco godimen-
to che rifìur:i l:i coscienza prodotta d:i chi opera. /\llor:i, in
questo mondo senza verità, in cui il padrone, estraniato in
quanto esterno cd estraneo :ill'csscrc che domina 96 , è senza

95. Borrclli: resistere allapcrdiaz del senso del diriao, ;n «Corriere della sera,,, 12
gennaio 2002, anicolo rcpcrìbìlc online.
96. M , p. 578.
Capitalismo e cognizione sociale

coscienza di sé e il servo non sa a chi dare b coscienza pro-


dotta dal suo operare incsscnzialen, si affermano quell'onni-
potenza astratta e quella concreta impotenza, cui gi:i ac-
cennavamo, come negazione del conflitto. Le formule
ideologiche con cui cale negazione si esprime sono di dispa-
rat:t provenienza culturale, dalla socict:i compassionevole
del conservatorismo americano alla terza via del progressi-
smo britannico, dall'economia dclb fclicit:i di un cerco ne-
o-illuminismo continentale, canto bico guanto confcssio-
n:i le, :il principio di sussid i:irict:i cristi a no-cu ropco, si no
:illa socict:i :irmonios:i delb nuova soggcttivit:i mcrcacistic:1
sino-oricnc:ile. In tutte queste formule, il richiamo :ilb
pict:i e all':imorc cr:i govcrn:inti e governati, si pensi :i certi
slog:in dcll':ingusco m:i p:ir:idigm:itico cc:itrino it:ili:ino,
"d:il p:icsc che :imo" :i "l'amore vince sempre sull'odio" sino
:il grottesco "p:irtito dell':imorc", m:i :inchc il privilegi:i-
mcnco dei mondi in sé conchiusi, che :icconscncono sde-
gnosi :ill'inccrvcnto esterno solo dove le proprie forze non
:irriv:ino, cvoc:1110 un:i "socict:i :i b locchi", dove l'individuo
è s:ilvo solo se :incor:ito nelb rr:im:i del gi!i noto. Non mcr:1-
vigli:1, poi, che d:i gucst:i vischiosit:i sorg:ino, d:i un beo, un
nuovo p:ircrn:ilismo che ccrc:i di comp:irr:irc le r:intc citt:i-
delle di un:i socict:i p:irccllizz:it:i e, d:ill':ilcro, b percezione
csrr:ini:it:i di un:i socicr!i che, di volr:i in volc:i, è st:it:i dcfì-
nir:i "sccol:irc", "complcss:i", "liguid:i". Al di lii di qucsrc di-
verse connot:izioni, rcsr:i il fatto di un:i incompiurczz:i co-
gnitiv:i del soggcrro che, dopo :ivcrc inrravisro gli
inrcrmin:iti sp:izi :ipcrri d:illo sfrcn:ito movimento nel suo

97. G.\'\1F. Hegcl, Fcnomtnologia ddlo spirico (18o7), La Nuova Italia, Firenze
•~74, voli. 2, voi. 1, p. 160.
2. Ontologia della rea/ca socia/e capita/iscica

tumultuoso procedere, :irrcrr:i timoroso e riccrc:i padri che


mimano b c:irn:ilit!t dclb madre. Di qui il c:ir:ittcrc "amore-
vole" del nuovo p:itcrn:ilismo, fra le cui m:tnifcst:tzioni pit1
sintomatiche c'è l'imposizione di imm:igini pubblicitarie :id
:ilt:i intensità crotic:t, inintcrrott:imcntc proposte d:ii di-
spby seriali delle st:izioni fcrrovi:tric, degli :icrcoporti, dei
centri commerciali, m:t anche d:i quelli mini:iturizz:iti e :i
port:it:t di touch delle cabine aeree e persino dei taxi delle
rc:ilt!t urbane pit1 sofìstic:itc,s, e che nella locale m:i ipcrbo-
lic:t rc:ilt:1 soci:ile it:tli:tn:t, :i un certo punto, d:i imm:itcri:ili
alienazioni televisive, si oggcttivizz:ino nel corpo cstr:ini:tto
delle "veline", :irruobtc :i legioni per il vaudeville compulsi-
vo del "bung:1-bung:1". In questa forscsc:t "fine della stori:t"
dove, essendo st:tto tolto d:il conflitto, l'essere soci:ile non s:t
più che decisioni :iltcrn:ttivc prendere, viene promoss:t :illo-
r:t b priv:itczz:t o, per dirb con l'antico termine di Fr:incc-
sco Guicci:irdini, il "p:irticubrc", che non è però il ritiro
ncll:i quiete di un immoto privilegio, m:t, :il contrario, è l'in-
citamento :illo sfrcn:irsi oggcttivizz:intc dello sfren:ito mo-
vimento, che finisce per colonizzare l':ilicn:izionc, esrr:ini:in-
dosi dunque indcfinit:tmentc, come mostr:t l'incontroll:it:t
potenza dei frenetici algoritmi fin:inzi:tri :il servizio dcll'in-
fìnit:t :tuto-v:ilorizz:izionc del v:ilorc. L:t contro-focci:t, infi-
ne, dell'es:ilt:izionc del "p:trticubrc" così inteso è b legitti-
m:izionc delle pr:ttichc sociali, d:i quelle di un m:in:igcr :t
quelle di un pubblicitario, d:il tr:idcr :ill'uomo di televisio-
ne, sino :i quelle clownesche del divo sportivo, in qu:into
c:tp:tci di essere immcdi:tt:tmcntc cftìcicnti rispetto :il con-
testo d:ito, scnz:t così dover rr:isccndcrc rispetto :ill:t generi-

98. :!'.•f. Funuroli, Parigi, New York, rirorno (2009), Addphi, Milano 2011.
86 Capitalismo e cognizione sociale

eic:i in-sé dclb "eoseienz:1 profcssion:ile". L'enormità degli


"ing:iggi", dei "bcncfìr" e delle "stock oprion" scmbr:1 :1llor:1 il
rrionfo dcll':ividirà, come se l'um:inirà fosse prccipir:1r:1
:ill'indicrro nell'elenco mcdiocv:ile dei vizi c:1pir:1li, 111:1 in
effetti ciò che si m:1nifcsr:1 è l'idolo del vuoto dovere, misu-
r:iro d:1 un successo economico esteriore r:inro pit1 gr:inde,
qu:inro pit1 gr:indc è b vor:iginc interiore che quel vuoto
dovere :iprc ncll'csscrcsoci:1lc. Perciò, rimozione del conflir-
ro, promozione del "p:irricubre" cd esrr:1nc:1zionc del dove-
re sono gli strumenti dcll:1 m:inipobzionc o spoliricizz:izio-
nc ererr:1 :1 sisrcm:1. Un sisrem:1 che, :inche per il venire meno
di ogni stimolo :il controllo oncologico, r:ipprcscnr:iro pur
discorr:uncnre d:1 quelle che nel Novecento furono le "rivo-
luzioni prolcc:iric", :1pp:1rc indecidibile, nel senso logico-lin-
guistico di questo termine, scnz:i cioè :ileun livello mer:ilin-
guisrico ultimo che poss:i c:ilcobrnc il senso glob:ile.

2.8. Oltre l'estraneazione

Dunque, nell'età dcll':1ssolurismo c:1pic:1lisrico, b m:inipob-


zionc, in qu:inro rcndcnz:1 :1 cenere fermo l'uomo nelb su:i
p:irricobrirà, è il governo csrr:ini:iro dcll'esrr:inc:izionc. A
lungo, dur:inre rutto il periodo cosr:inrini:ino, prim:i che in
Occidcnrc sorgesse il c:ipir:ilismo e b rcndcnz:i in esso insir:i
:i unifìc:irc il genere um:ino, b m:inipobzionc è st:ir:i mono-
polio delb Chics:i. Non c'è bisogno qui di richi:im:irc come
b religione, succedendo :ill:i rcifìc:izionc m:igic:i, manipoli 1:i
sper:inz:i del riuscire e il timore dell'insuccesso, qu:ili senti-
menti leg:iri :il d:iro oncologico di fondo del l'azione um:in:i,
cioè l'inc:ileobbilirà delle serie c:ius:ili messe in moro d:ilb
2. Oncologia della realtà sociale capitalistica

posizione tcleologic:199 . Né c'è bisogno di richi:im:irc come in


p:irticobrc il cristianesimo, offrendo un appoggio trascen-
dente :il superamento delb cstcriorir:i mccc:inic:i della vit:i
morale dell'uomo antico greco-romano, :ibbi:i prodotto b
nuova rcifìc:izionc globale del pccc:iro originale e delb s:il-
100
vczz:i :i opera del s:icrifìcio del fìglio di Dio • B:isrcrà dire
che, con b fìnc del periodo cosr:inrini:ino, e il passaggio del
fondamento delb m:inipobzionc delb vira quotidiana d:ilb
Chiesa :ilio Sr:iro bico-c:1pir:1lisrico, si apre un v:isro campo
di regolazione delb prassi in cui b Chiesa appare in rir:irdo,
rispetto :ilb "salvezza" che b m:inipobzionc bico-c:1pir:1li-
sric:1 assicura all'uomo, grazie :i strumenti come il consumo
0
di prcsrigio e l'"imm:iginc"' '. A qucsr:i concorrenza, b Chie-
sa, quale vecchia fonrc di gcncricir:i in-sé, h:i risposro con un
":immodcrn:imcnto" rcologico 102 che h:i preso b forma dr:im-
m:itic:i delle scissioni prorcsr:inri. È :icc:iduro così che b for-
za virale delb religione scrr:iri:1, inconrr:mdo b m:inipob-
zionc, si sia rr:1sform:1r:1 essa srcss:i in :igcnrc dello sfrcn:iro
movimcnro, come vide Wcbcr individuando nel prorcsr:in-
rcsimo lo spirito del c:ipir:ilismo. M:i b Chiesa anche, con
un moro di rcligiosir:i scrr:iri:i ''d:ill':ilro", si pensi :ii Concili,
da quello di Tremo :il V:itic:ino 11 , h:i conrr:iddcrro qucsro
:idcgu:imcnro mimcrico, promuovendo un rinnov:imcnro
espressivo non solo di rici e culri, m:i :inchc ecologico, d:ii
compromessi tra Chics:i e scienza :ilb dottrin:i soci:ile, :ilbr-
g:ir:isi poi, con le questioni "bioetiche", :i dottrin:i ":intropo-
logic:i". P:ir:idoss:ilmcntc, però, t:ilc :ilbrg:imcnto h:i fìnito

99. G. Luk.i.cs, Onr., 11**, pp. 706-707; 710-711.


100. M , pp. 712.-li-
101. lvi, pp. 693-,5, 78o.
102. lvi, pp. 722-23-
88 Capit1llismo e cognizione soci1lle

con l'indebolire b prcs:i dcll:i Chics:i sull:i vic:i quocidi:in:i,


le cui scelte :ipp:iiono dcccrmin:icc pili d:ii v:ilori soei:ili
(l:ivoro, crisi cconomic:i, welforc), che d:i quelli cosiddetti
10
non ncgozi:ibili i. Su questi ultimi, infocci, si m:inifcsc:ino
concr:isci profondi, leg:ici :ill:i genesi del crisci:incsimo, che
10
mettono :i rcpcnc:iglio l'csisccnz:i sccss:i delb Chics:1 • . Nel
complesso, dunque, b Chics:i è rim:isc:i in mezzo :il gu:ido,
impcdic:i d:il c:ir:icccrc proprio dcll:i religiosic:i sccc:iri:i di
pervenire :i un:i picn:i gcncricic:i per-sé. E qu:inco :igli :ilcri
monoteismi storici, l'lsbm :ipp:irc :inch'csso dibni:ico cr:i le
esigenze di un :immodcrn:imcnco, modelbco sulb r iform:i
proccsc:incc curopc:i"'5, e le pulsioni sccc:iric leg:icc :i proget-
ti di rin:iseic:i policic:i di micologici c:iliff.1ci. E l'cbr:iismo,
che con b coscicuzionc dello Sc:ico sionisc:i scmbr:iv:i :ivcr
crov:ico b formub per dissolversi in un:i religiosic:i sccobrc,
vede rin:isccrc tendenze inccgr:iliscc che si :ippropri:ino di
100
quello stesso Sc:ico • Or:i, questi contr:isti, se d:i un beo fon-
no :ipp:irirc impossibile l':immodcrn:imcnco dei sentimenti
religiosi, d:il momento che l':ipcrcur:i delb religione :il "fu-
turo" comporc:i b su:i soppressione, cioè b "morte di Dio"'07,
d:ill':ilcro r:ipprcscnt:ino in qu:ilehc modo il p:iss:ico. Infat-
ti, è vero che il "suicidio dcll:i religione~, porc:indo :ill:i luce

103. M. Politi, Catrolici, ma un po' laici, in «Il fatto ~ocidi:mo», 22 no,·cm-


brc 2011, p . 18.
104. F. .Aqucd, Freud, Pareto, Lacan, la qutscione cacrolica, in «Critic.a marxi-
sta», 5, scttcmbrc-otcobrc 2010, pp. 33-3,,ora in Id., Riarch, mnioeriche, .Aracnc,
Roma 2013, parte Il, cap. I.
105. T. Rmud:m, La riforma radicak. Islam, etica, liba-azione, Rizzoli, l\·iil:mo
200,.
106. F. .Aqucci, Rompa, lo specchio. Mrnu socialu tradizioni rdigws,, in «Cri-
tica marxisca», 5, scncmbrc-otcobrc 2008, pp. 35-41, ora in Id., Rica-eh, st'lllioeci-
ch,, dc., par cc 11, cap. Ili.
107- G. Luldcs, Onr., II**, pp. 724-25.
2. Onrologia della rea/ca sociale capitalistica

l':mrircsi rr:i l'uomo come creazione di Dio e l'uomo come


prodotto dcll:i su:i srcss:i :ittivir!i'oS, pone le b:isi per il sorge-
re di quclb coscienza delb proccssu:ilir!i onrologic:i che può
109
condurre :il (dcfìnicivo) supcr:imcnro dcll'csrr:inc:izionc .
M:i b "ragione bic:i" del vecchio c:ipir:ilismo ccntr:ile che,
sorr:i sulle ceneri di Dio, si prcfìggcv:i con l'individuo :iuro-
nomo un simile progr:imm:i, non è m:ii divenuta vcr:imcnrc
senso comune di m:iss:i. In questo vuoto, :illor:i, sc"in b:isso"
proliferano riti e culri, "in :ileo" si profìb un:i nuov:i r:izio-
n:ilir!i globale che, incorporando le conoscenze dei rinnovati
approcci n:itur:ilisrici e spcrimcnr:ili :il sosrr:ito biologico e
neuronale dell'essere sociale, fonde insieme b sc:imbi:ibilir!i
dclb merce con b prcvcdibilic:i del comporc:imcnro, apren-
do sp:izi impensati :ilb m:inipobzionc, che porr!i p:iss:irc
d:igli :ile:irori sondaggi sulle opinioni politiche e le propen-
sioni di consumo del secolo scorso :ilb dircrr:i prevenzione
di comporr:imcnri giudicaci "dcvi:inri" sino :ilb progr:im-
m:izionc dei corredi generici. L'c d del c:ipir:ilismo :issoluro,
:illor:i, :ipp:irc come l'cr!i delb n:irur:ilizz:izionc dell'uomo,
m:i non nel senso di un progr:imm:i scicnrifìco, b cui :im-
biguir!i pcr:ilrro dovrebbe essere pilt :irrcnr:imcnrc v:igli:ir:i
d:i un:i fìlosofì:i non pilt divis:i rr:i idiotismi "contincnr:ili"
e cspcr:inro ":in:ilirico", qu:inro piuttosto di un progetto
politico che rinchiude dcfìniriv:imcnrc l'essere soci:ilc nel
simubcro di soci:ilir:i funzionale :illo sfrenato movimento
dclb socict:i civile. Alle prime :ivvis:iglic di questo comp:itto
sistcm:i conformistico, di fronte :il follimcnro dei progetti
:ilrcrn:icivi, ci si è richi:im:iti :il porcnzi:ile innov:irorc delb

108. {\."Ì, p. 717.


109. hi, p. 797.
Capitalismo e cognizione sociale

110
c:itcgori:i delb prospecciva insit:i nelb vic:i quotidi:in:1 • È il
ccm:i del "nuovo inizion, che sinor:i è sc:ito dcelin:ico sopr:ic-
tutto come riccrc:i di un:i genericità plurale, cioè b mobili-
c:izionc dell'essere soci:ilc non solo nelb su:i dcccrmin:izionc
di el:issc, ess:i sccss:i un'cscr:inc:izionc, come vide lo stesso
M:irx'", m:i in tutte le :ilcrc dcccrmin:izioni: donne, studen-
ti, migr:inci, omosscssu:ili, ccc. ~csc:i univcrs:ilicà plur:ilc,
però, si è rivcbc:i facilmente :iggir:ibilc d:il momento che,
d:i un beo, i I c:ipic:ilismo :issoluco, csp:indcndosi glob:ilmcn-
tc, concinu:i :i riprodurre b dcccrmin:izionc cscr:ini:tt:1 delb
cbssc; d:1ll':1lcro, gli ":iss:ilci" scoordin:iti che i singoli plurali
bnci:1110 :i ond:icc, vengono respinti facilmente d:il com-
p:ttto sisccm:i conformistico. Si ripropone perciò l'ostico
problcm:i dcll'org:inizz:izionc che, per evit:trc b burocr:itiz-
z:izionc del p:iss:ito, :indrcbbe :1ffronc:1co con un:i m:iggiore
cons:ipevolczz:i d:1 p:irtc dei soggetti in gioco dei processi
di sviluppo dell'essere soci:ilc. L'oncologi:1 delb rc:ild soci:ilc
c:1pir:1lisric:1 sbocc:i cosl in un:i riform:i delb poliric:i che,
cvidcnrcmcncc, non può essere solo un compito specubrivo.

110. hi, p. 797.


111. K. Man:, L'ideologia tedesca, cic., p. 54.
Capitolo 3

L'ironia della genesi


Modelli alternativi del conflitto comun icativo

K:mt :iffcr m:w:i che pratico è tutto ciò che è possibile per
mezzo della libere~'. E Aristotele, dal canto suo, poneva
che l'uomo è un animale politico dotato di linguaggio con
il quale pondera l'utile e il nocivo, il giusto e l'ingiusto'. Si
può c:ir:ittcrizz:irc b comunicazione, allora, come b libera
deliberazione in comune nella situazione d:it:i. Uno stru-
mento adattivo che produce la "nuova n:itur:in dclb stori:i,
mai :il sicuro dalle forze preponderanti della "natura pri-
ma", ma i cui periodi, fosi e stadi non sono cbssifìc:izioni di
comodo, bensì c:itcgoric rc:ili. Un esempio di ciò è offerto
d:ill'ontogcncsi, in cui gli st:idi sono i momenti di un:1 mor-
fogenesi dot:it:1 di un:1 inccrn:1 ncccssid, b qu:ile si impone
:ill'osscrv:itorc, limic:indonc l':irbitrio nel r:1ggrupp:1mcnto
dei fenomeni . T:ile successione è ccrc:1mcncc pili difficile d:1
ricostruire nclb fìlogcncsi e nclb stori:1, m:1 ciò è dovuto si:1
:illo st:ico rcbciv:imcntc pili primitivo delle conoscenze, si:1
:il fatto che b fìss:izionc di livelli e st:idi di sviluppo d~ luogo
:1 indebiti giudizi di v:ilorc. Pur con queste diffìcolcà, un:1

1. I. Kant, Critica d,//a ragion pura (1781), Latcrza, Bari 1~75, p. Go,.
2. .Aristotele, Politica, 1253a 15-25, Latcrza, Bari 1,83, pp. G-7.
Capitalismo e cognizione sociale

ontologi:i gcnctic:i che, d:ill'inorg:inico :ill'org:inico :il soci:i-


lc, srnbilisc:i b successione re:ile delle determin:izioni stori-
che, :ipp:irc :iss:ii promettente nello studio delb cognizione
e delb comunic:izionc, per sottr:irsi :il rischio non solo del
riduzionismo n:irur:ilistico, m:i :inche di un re:ilismo stiliz-
z:ito, che sfoci:i in un culrnr:ilismo scnz:i n:itur:i.
A p:irtirc d:i questi :issunri, non p:irlcremo gcncric:imcnre
di costruzione delb rc:ilrà soci:ile m:i, come :ibbi:imo st:ibilito
nel primo c:ipitolo, :issumcrcmo b più circost:inzi:irn nozione
di "rc:ilr!i soci:ilc c:ipit:ilistic:i". Ess:i consente di intcgr:irc nelb
riAcssionc i dib:ittiti quotidi:ini, dove più evidente è b richic-
st:i :id:ittiv:i di scelte :iltcrn:itivc. Signifìc:itivc in questo senso
sono le discussioni sulb mcritocr:izi:i, che :ivvcngono :ii più dif-
ferenti livelli, d:il pi:ino teorico :i quello più immcdi:it:imcntc
politico, e nei pit1 diversi contesti, d:ilb riccrc:i soci:ilc inrcrn:i-
zion:ilc :illc prese di posizione nei singoli ambiti n:izion:ili. In
It:ili:i, t:ili discussioni, benché più t:irdivc, non sono meno vive
che in :ilrri p:icsi, cd esse si :iccomp:ign:ino :i conAitti e provve-
dimenti che riguard:ino l'istruzione nei suoi v:iri gr:idi, b riccr-
c:i, il mondo delle professioni e, più in gcncr:ilc, l'intcr:i conce-
zione storica e :itru:ilc dcll:i vit:i soci:ilc. Un :irticolo3, :ipp:irso
qualche tempo fa in un supplemento culturale che si propone
come l':ittcnto monitore in tale genere di discussioni, riassume
bene quest'ultimo :ispctto. In sintesi, in esso si sostiene che:

1. in lt:ili:i, un:i socict!i mcritocr:itica non è m:ii potut:i


n:isccrc perché è mancat:i una "riform:i cognitiva" degli
italiani;

3. G. Corbdlini, Capirali=rt il merito, in «Domenicale dd Sole 24 Ore», ,,


luglio 2012, p. 23-
3- L'ironia della gemsi 93

2. l:i socict:1 mcritocr:itic:i è b sociccà del mcrc:ito, dell'i-


struzione, delb legge, dell'individuo :iutonomo, delb
r:izion:il it:1;
3- scudi teorici come quelli sulb smarc fraction clieo1y, un
:ipproccio cmpirico-dcscriccivo d:illc evidenti :imbizioni
ideologiche, mostr:ino che le socicc!i in cui il 5% delb
popobzionc eccelle in questi :imbiti prcmi:ino il merito;
4. b riform:i cognitiv:i consiste in quell'ctic:i delb rc-
spons:ibilit~ individu:ile che, incrodocc:i in p:iss:ito
d:1ll:1 Riform:i proccsc:incc in :ileuni p:icsi europei, die-
de vic:i :ilb modcrn:i sociccà c:ipic:iliscico-borghcsc;
5. l'invcscimcnco in istruzione e culcur:i, c:ir:icccriscichc
di un:i sociccà rccc:i d:ill'ccic:1 delb rcspons:ib ilic!i in-
dividu:ile, può condurre :i sc:ibilirc in lc:ili:i b mcrico-
cr:izi:i sinor:i m:inc:incc.

Come si vede, in questo dispositivo :irgomcnc:icivo vengo-


no incrccci:icc e rifuse in m:inicr:i pitto meno cons:ipcvole resi
storiche e teoriche di diffcrcnccdcriv:1zionc. Anzicucco, b mo-
dcrn:i socicc!i c:ipic:iliscico-borghcsc che, secondo b noc:i resi
di M:ix Wcbcr, s:ircbbc sc:ic:i origin:ic:i d:ill'ccic:1 proccsc:incc,
viene a priori idcnrifìc:ic:1 con quei p:icsi che b smarc fraccion
clieo1y c:ir:icccrizz:i come p:icsi mcritocr:icici. In secondo luo-
go, b ccori:i delle élite, cnunci:it:i d:i P:ircco sul presupposto
di un fond:imcnco non logico dei cicli soci:ili, viene rovcsci:lc:i
in un:i ccori:i r:izion:iliscic:i, qu:il è :ippunro b smarr fraction
clieo1y, in cui si :issumc che rcspons:ibilir~ mor:ilc, :iuronomi:i
dell'individuo, istruzione e culrur:i g:ir:inriscono un :issccco
4
soci:ile fond:ico su «civic vircucs :ind bourgcois v:ilucs» • Or:i,

4. H. Rindennann, M. Saila, J. Thompson, The impaa of smarr frat:tions, cogni-


Capitalismo e cognizione sociale

c'è un cerro :iccordo sul fa eco che le :ittu:ili socicc:i cosiddcccc


"mcricocr:icichc", ben lonc:inc d:ill'csscrc b rc:ilizz:izionc del
modello wcbcri:ino delb sociec:i c:ipit:ilistico-borghcsc, deri-
vino propriod:ilb su:i crisi. Infatti, come b pelle di un:i muc:i,
b socicc:i borghese è sc:it:i ":ibb:indon:ic:i" d:il modo di produ-
zione capiraliscico con cui scoric:imcntc cr:i n:ic:i e i valori di
c:ilc socicc:i, d:ilb rcspons:ibilid mor:ile :ill':iuconomi:i dell'in-
dividuo, d:ill'istruzionc :ilb culcur:i, sono "dcc:iduci" rispetto
:il loro momento "cbssico". Essi, quindi, benché :iffcrm:ici e
rccbm:ici :i gr:in voce, si sovr:ippongono scnz:i effetto :i pr:ici-
chc che scmbr:ino :ind:irc nel senso opposto di un:i rin:icur:i-
lizz:izionc dcll:i socicd, intendendo con ciò b ncg:izionc del
p:itco soci:ile hobbcsi:ino qu:ile fond:imcnco politico dcll'ctic:i
"borghese" delb rcspons:ibilid 5. Ciò pone il problcm:i di un:i
pit1 :ittcnt:i considcr:izionc del modello elitistico che, rifor-
mubto r:izion:ilistic:imcntc, viene riproposto d:i teorie come
b smarc fraccion rlieo1y e d:ii dib:ittiti politici quotidi:ini che :i
teorie simili si richi:im:ino. Infatti, nclb su:i origin:iri:i enun-
ci:izione, b tcori:i p:ireti:in:i delle élite è l'es:itto opposco di
un:i concezione "omogene:i", non solo delb modern:i socied
borghese, m:i :inche, e :i m:iggior r:igione, dcll':ittu:ile "re:ild
soei:ile c:ipic:ilistic:i". Ess:i mostr:i che quest:i re:ild, b re:ilc:i
degli "interessi economici", impost:isi defìnitiv:imence con b
Rivoluzione fr:incese, è c:ir:itterizz:it:i d:i un:i "scissione" che b

cii'C abiliryof policicians anJ a..'CTagc compcccncc ofpcopks on socialdci'Clopmcnc, «Tal-


enc OC\·dopmcnt & Excdlcncc•, voi. ,, n. ,, p. 4, http://www.iratde.org/jourrw/
issucs/68-issuc-2~L
; . Il significato corrente di questa espressione, che indicagcncricamcncc il
rispetto dei propri doveri, non coincide con la distinzione wcberiana era etica
della responsabilità cd etica della com;nzionc, che si riferisce a due di,•crsi at-
tcggiamcnci etici, quello conscquenzialista e quello deontologico. Ma in questo
contesto p<>ssiamo tralasciare questi aspetti.
3. L'ironia della genesi 95

fa oscill:irc concinu:imence cr:i un ciclo cognitivo "fìdeiscico"


e un ciclo cognitivo "sceccico". Un:i "riform:i" di c:ile re:ild,
:illor:i, dovrebbe rigu:ird:ire non c:inco b "mente" r:izion:ilisci-
c:imence inces:i degli :irrori soci:tli m:i b scruccur:i scess:i dclb
re:ild. In :ilcri termini, b ceori:t delle élite di P:ireco :ivrebbe
un:i porc:ic:i oncologic:i, che le successive riformubzioni di-
sperdono :ippunc:indosi sugli :iscr:itti fenomeni di pensiero.
O!!esco risvolto oncologico, d':ilcro e:inco, s:irebbe canto più
signifìc:icivo, in qu:inco deriv:ince d:i un :ipproccio non pro-
gr:imm:icicamencc "critico" :ilb re:ild "c:ipit:tlistico-borghcse",
se si esclude b delusione che l':iucore prov:iv:i per l':ibdic:izio-
ne delle élite borghesi :i quelle che egli ricenev:i le loro respon-
sabilid di eom:indo. Sullo sfondo di queste resi, :illor:i, :in:iliz-
zeremo il modo in cui il conflitto comunic:icivo si confìgur:i
:i second:i che si resti sul terreno cliciscico, esemplifìc:ico d:ilb
ceori:i delle m:inifcsc:izioni discorsive che P:ireco enunci:i nel
suo Tractaco di sociologia generale, oppure ci si sposti su quello
cooper:icorio, per il qu:ile ci rifaremo :ill:i teoria dcll'esprcs-
sivid di Gr:imsci rinvenibile nel ~aderno 29 dei suoi scritti
c:ircer:iri. li riferimento :i queste due teorie non :iwerrà con
un intento esegetico 111:1 mir:indo :i cr:icceggi:irc liber:imcnte
dei modelli gener:ili.

3.1. Il modello elitistico

li modello clitiscico si presenta come ltn:t scienz:i n:icur:ile


dclb società. Se, per Aristotele, l'uomo è un :inim:ile politi-
co dot:ito di li ngu:iggio, per l'elitismo, l'uomo è inn:inzicucco
un :inim:ile, ovvero un pool di istinti, st:iti menc:ili, schemi
comport:imenc:ili genecic:imente decermin:iti. In questo mo-
Capitalismo e cognizione sociale

dello, che cosciruiscc perciò un:i delle prime e pili coerenti


espressioni del n:irur:ilismo conccmpor:inco, bisogna distin-
guere due grandi blocchi, b cognizione sociale e b comu-
nicazione. L:i b:isc m:iccri:ile delb cognizione sociale è d:ic:i
dalle élite, le classi sociali che si formano in b:isc :il "merito",
cioè :ill'cccellenz:i con cui gli individui cscrcic:ino le :ibilic~
che b n:irur:t loro :isscgn:i. li merito :i voi cc è un':ucribuzionc
sociale, m:i il pili delle volte è un:i sorca di ":iccr:iccorc" spon-
c:inco rispetto :ilb m:iss:i degli individui. Fr:t ruccc le :ibili-
d, b pili imporc:incc è quelb del com:rndo che, secondo un
modulo politico di m:icricc m:ichi:ivelli:in:i, si esercita con
b forz:t o con l':isruzi:t. L:t distinzione fond:imcnc:ile è per-
ciò quelb cr:t l'élite dei governanti e b m:iss:i dei governaci,
che scanno l'una di fronte :ill':ilcr:i come "nazioni forestiere".
Q!csc:i incomponibile oscilid produce un moto d:ill'uno
:ill':ilcro scr:ico, che :issicur:i pcriodic:imcncc b "circobzionc"
delb cbssc elccc:i di governo, ovvero il ricambio del "cer-
vello" sociale, di cui, :ippunco, le élite cosciruircbbcro un:i
sorca d i ncocorcccci:i. In c:ile organo, p:ircicobrc imporc:inz:i
rivestono quelli che porremmo chi:im:irc l'emisfero verba-
le e l'emisfero ideo-motorio. L'emisfero verbale si m:tnifc-
sc:i con discorsi generaci d:ilb combinazione di ere moduli,
un :ipp:ir:ito neuro-cognitivo che incorpora b conoscenza
gr:imm:icic:ilc sponc:inc:i, il bisogno di m:t nifcsc:irc con :itti
esterni gli st:iti interni, il bisogno di sviluppi logici. T:ili
discorsi, b cui produzione è spcci:ilmcncc dcm:ind:ic:i :igli
"incellettu:ili", in qu:inco "produttori di r:igion:imcnct cci-
ci e politici, rivestono b funzione di forni re spicg:izioni ad
hoc dei fotti bruci prodotti d:ill'cmisfcro ideo-motorio, com-
posto d:i due clementi che sorgono genecic:imencc, sebbene
con dei décalages e dei successivi "spost:tmcnci" su un:i stessa
3. L'ironia della genesi

b:isc cogniciv:i "rcifìc:ic:i',6, e cioè l'elemento religioso-mor:i-


le, nel senso beino di riti e culti (re/igio) fìss:ici d:il costume
(mos)i, e l'elemento corporeo-economico, inceso come agire
scrumcnc:ile fìn:ilizz:ico :illo sc:imbio. Il cervello sociale ope-
ra dunque come un cervello diviso (splic brain), in cui l'emi-
sfero vcrb:ile :iccribuiscc :irbicr:iri:imcncc cause imm:igin:i ric
:ii comporc:imcnci dipendenti dall'emisfero ideo-motorio.
OJ:!cst:i :irbicr:iricc:i è t:inco maggiore, quanto pili gr:indc è
b disc:inz:i era b base idco-motori:i e b "vernice verbale".
In un movimento corporeo fìn:ilizz:ico :ilb predazione, o
in uno sguardo d'odio, cale distanza è incsisccncc o mini-
ma. M:i nell'ingiunzione "Pentitevi!" essa :iumcnc:i, e ancora
pili grande diventa nelb teoria della prcdcscin:izionc. O ra,
le manifestazioni di stati mcnc:ili, di cui consistono queste
spiegazioni pili o meno arbitrarie, sono descrivibili in ere
8
clementi pili semplici, i residui, le derivazioni e le dcriv:icc •
Le derivare sono gli infiniti "tcstr rinvenibili :il livello su-
perficiale della comunicazione. I residui, di numero finito,
coscicuiscono il livello opcr:itorio-scm:incico delb comu-
nicazione. Le derivazioni, infine, sono le tecniche propri:i-
mcncc discorsive che rr:isform:ino i residui del fondo della
comunicazione nelle derivate della forma. Gli attori della
comunicazione sono pcrc:inco porc:icori di una "compcccn-
z:i" testuale (residui+ derivazioni), che si manifesta ncllx'ese-
cuzione" delle derivate. Dei molteplici operatori di base di

G. K. M=, Il capirai,, cic., I, I, § 4 .


7. l:. Bcns-cniscc, Vocabolario dcli, istituzioni indoeuropee (,,6,), cic., s-ol. 11,
pp. 485 ss.; A. Schia,·onc, lus. L'invenzione d,l diriao in Occidrncc, cic., pp. 65 ss.
8. V. Parcco, Traa-.aco di socwlogia gmeralc, cic., li, §§ 850, 879; F. Aqucci, L,
funzwni d,l linguaggw secondo Parcco, P. l.ang, Banc-Frankfu.rc/M.-)kw York-Paris
·~•, pp. 30 ss.
Capicalismo e cognizione sociale

quesc:1 competenza testuale, per i nostri scopi prendi:imo


in eonsiderazione solo questi quaccro, il residuo del bisogno
di :ipprovazione alcrui del proprio comporcamenco, quel-
lo dell'incegric!i dell'individuo, il residuo dell"'iscinco delle
combin:iziont e, infìne, quello degli "aggregaci persistenti".
li residuo dell'approvazione altrui del proprio comporta-
mento è l'ancicipazione del giudizio altrui circa i propri :itti,
che provoca b vergogna o il compi:icimenco. La eomunic:1-
zione è perciò b m:inifcscazione esterna di una r:ippresenc:i-
zione incern:1, i cui contenuti sono l'onore e b repuc:izione.
L'incegric:i dell'individuo è b percezione delb conformi e/i :1
uno sc:ico di cose. Giusto è ciò che è conforme all'equilibrio,
ingiusto ciò che lo :ilcera. ~:indo si percepisce un'alterazio-
ne, si apre il conflitto era l'equilibrio in atto e il nuovo equi-
librio, che si m:1nifcsc:1 con il "contrasto dei discorsi", che
può essere "locale", quando b reintegrazione è possibile con
spicg:izioni mec:ilinguisciche, o "glob:ile", qu:indo anche b
spiegazione metalinguistica fallisce. L'equivoco è l'esempio
pili semplice di rcincegr:izione possibile cr:imice una spiega-
zione metalinguistica, 111:1 qu:indo colui che sarà un nuovo
c:ipo religioso, concr:ivvenendo a cucce le usanze linguistiche
vigenti, us:1 b parob "tempio" per indic:ire il proprio corpo,
b rcincegr:izione è evidentemente impossibile e il contrasto
insan:ibile. lnizi:i cosl un "nuovo ciclo di signifìc:ici". L:1 vira
soci:ile scorre perciò regobrmente in lunghi periodi in cui il
conflitto è brente s:ilvo concr:isti "loc:ili", m:i d'improvviso
come un'inondazione esso può :iccingere il tutto soci:ile d:in-
do origine :1 un:1 "nuov:1" regobrit:i.
~:into :igli a Ieri due oper:itori, l'istinto delle combin:izio-
ni e b persistenz:1 degli :iggregati, essi :igiscono sull:1 form:1
dei contenuti delb comunic:izione. Mentre le combin:izioni
3. L'ironia della genesi 99

producono le novità, gli :iggrcg:ui persistenti le st:ibilizz:ino.


Si possono produrre infìnitc formule vcrb:ili :issoci:itc :id :il-
trctt:inci gesti, m:i solo b formula Corpus Chrisci combin:it:i
con l'ostensione dcll'osti:i produce il rito dcll:i mcss:i c:ittoli-
c:i. Le combin:izioni e gli :iggrcg:iti persistenti sono l':ispctto
opcr:itorio dell'elemento corporeo-economico e dell'elemen-
to rcligioso-mor:ilc. Un fìumc, :id esempio, non è solo fonte
di sopr:ivvivcnz:i, :ittorno :i cui prolifcr:ino i comporc:imcnci
strumcnt:ili, m:i :inchc un:i divinità d:i :idor:irc, per b qu:i-
lc vengono fìss:iti riti tr:im:ind:ici d:il culto e nomi dot:ici di
:iutorit:i. Combin:irc e :iggrcg:irc non sono però forme di
pensiero in cui il secondo "inibisce" il primo producendo :iu-
toing:inno rispetto :i un:i "rc:ild oggcttiv:i" (se/f-deceprion), m:i
sono piuttosto "m:inipobzioni fìsico-culcur:ili,iJ che gcncr:ino
"rc:ild oggettive" :iltcrn:icivc. Si :ivr:inno così il ciclo "scettico"
(combin:izioni + momento cconomico-scrumcnc:1lc + scettici-
smo+ :iscuzi:i) e il ciclo "fìdcistico" (:iggrcg:ici persistenti+ mo-
mento rcligioso-mor:ilc + fìdcismo + forz:i), che costituiscono
0
:ilcrctr:inti "domini nozion:ili'~ per gli :irgomcnci del consen-
so e per quelli dcll':iutorid.
L'esito dcll'impost:izionc clitiscic:i è dunque che non c'è
un'unic:i rc:ild "oggcttiv:i", m:i un:i rc:ild soci:ilc "disforic:i"
entro cui oscilb il rutto soci:ilc. Tutt:ivi:i, b prctcs:i dclb
concezione clicistic:i è che b disfori:i si:i un d:ito n:icur:ilc
immcdi:iro. M:i con il c:icci:icorc p:irricobrmcncc :ibilc, che
h:i :iccumubto un gr:in numero di prede, se d:i un beo ci si
r:illcgr:i, d:ill':ilcro si ironizz:i sul suo comporr:imcnco: "Che

9. A. Culioli, Pcrur un, linguis~u, d, l'énonciation, ,. I, Opbati= ,e uprisrn-


cations, Ophris, Paris 1990, p. 50.
10. M,p.86.
100 Capitalismo e cognizione sociale

inutile mucchio di pelle e oss:1!''" . Nell'equilibrio o rigi n:i rio,


dunque, b p:irob umobile» st:1bilizz:1 il corporeo-economico
e impedisce b pobrizzazionc dell'élite. L:1 d isfori:1 invece è
l'esito delb "scissione" di tale equilibrio che l'elitismo ri muo-
ve. L:1 m:inifcstazionc allora non può che essere un oggetto
"estraniato» rispetto al soggetto. Essa è una "formazione di
compromesso" che oscill:1 tra b rigidid delle formule ierati-
che e i simubcri del consenso.

3.2. Il modello cooperatorio

li modello coopcr:itorio che, come abbiamo detto, illuscrc-


rcmo a p:irtirc dall:1 teoria gr:imsciana dell'csprcssivid rin-
venibile nel Q!aderno 29, si contrappone :1 quello elitistico
nel rifìuto delb pretesa n:1rnralistic:1 e nell'assunzione delb
genesi. La "scissione" origin:1ri:1 è ricompresa infatti nel ri-
conoscimento delb "privatczz:1" che d:1 css:1 dcriv:1. Così, si
:immette che ognuno h:1 b su:1 "gr:1mm:1tic:1" e il suo "lin-
gu:iggio priv:ito", quei suoni «che nessun :ilrro comprende,
m:1 che io sembro capire»". E si :immette :inchc che vi è comu-
nic:izionc solo se le p:irole circol:ino tr:1 due menti cstr:incc
l'un:1 :1ll':1lrr:1. L:1 comunic:izionc è dunque immcdi:it:imcntc
pubblic:1 perché soci:1lizz:1 menti priv:itc. M:1 :inchc lo sc:im-
bio di merci è immcdi:1t:1mcntc pubblico d:11momento che
soci:1lizz:1 produttori priv:iti. Soci:ilità dello sc:imbio econo-
mico e socialid dello sc:imbio linguistico possiedono allora,

11. K. Flanncrv, J. !-,,b rcus, Thc Crlaiion of Incqualicy, H:irvard Unh·crsicy


Prcss, Cambridge (Mass.)-London, 2012, pp. 24 e 33.
12. L. Wiccgcnsccin, Ricerche filosojìchc (,,53), Einaudi, Torino ,,74, § 26,.
3- L'ironia della genesi 101

come :ibbi:imo già visco in prcccdcnz:i, lo stesso c:ir:icccrc di


rc:ilcà rcifìc:ic:i che incombe sui locutori come cos:i csccrn:i
cd cscr:inc:i. OJ:!csc:i rc:ilcà ":ilicn:ic:i" però non è un d:ico n:i-
cur:ilc immcdi:ico. Al concr:irio, css:i è un momento di un
processo che, d:ill:i ''disgrcg:izionc" dei lingu:iggi priv:ici, può
pervenire :ill'omogcncic:i di un:i "nuov:i volontà linguiscic:i
collccciv:i" dove b m:inifcsc:izionc poss:i sciogliersi nclb ri-
crov:ic:i mobilic:i csprcssiv:i. L'csigcnz:i del "p:icco linguistico"
impone però che l'espressività non si risolv:i nclb sfrcn:ic:i
fonc:isi:i individu:ilc come :icc:idc nello sfrcn:ico movimento
economico, m:i vcng:i inccs:i come "disciplin:i :ilb scoricic:i
del lingu:iggio" volc:i :i "modifìc:irc dcccrmin:ici :ispccci della
civilc:i", cioè fìn:ilizzac:i all'insc:iur:izionc dcll:i "nuov:i cgc-
moni:i". L':icquisizionc di qucsc:i disciplin:i comporc:i, :illor:i,
d:i un beo, il riconosci mento dcll'csisccnz:i delb "gr:imm:ici-
c:i norm:iciv:i" su cui si regge lx'cgcmonia in :icco", d:ill':ilcro,
un:i concezione del lingu:iggio come processo produttivo di
"nuovi equilibri".
OJ:!:inco :il primo punto, esso richiede non solo b rico-
gnizione delle v:iric forme di "conformismo linguistico" m:i
sopr:iccucco l'individu:izionc del r:ipporco soci:ilc su cui c:ilc
conformismo si fond:i . Esistono infatti :i livello sponc:inco
diverse "gr:imm:icichc normative" che si formano premen-
do sulb "priv:icczz:i" csprcssiv:i con dom:indc del tipo "cos:i
h:ii voluto dire?", "spicg:ici meglio", m:i :inchc con c:iric:icu-
rc e prese in giro. OJ:!csco conformismo spont:inco però è
"sconnesso, discontinuo". Esso divcnt:i omogeneo qu:indo,
gr:izic :ilb funzione "mcdi:icricc" degli "intcllcccu:ili", si in-
st:iur:i quel "r:ipporco pcd:igogico" di cui consiste l'cgcmoni:i
in :icco: m:icscro e :illicvo, inccllctcu:ili e non inccllctcu:ili ,
govcrn:inti e govcrn:iti, élite e scgu:ici, dirigenti e diretti.
102 Capitalismo e cognizione sociale

~cst:i socialità "pcd:igogic:in assume sociologic:imcntc va-


rie forme, d:ilb gr:imm:itic:i norm:itiv:i scritta "per le scuo-
len, con il suo elemento di "rigidità :iutorit:iri:i perentoria",
:ilb gr:imm:itic:i normativa scritta "per le così dette persone
colte", che valorizzerà l'elemento del "persuadere~, :ilbgr:im-
m:itic:i normativa non scritta che, cs:ilt:indo lo spontanei-
smo espressivo, esclude di facto d:ill':ipprcndimcnro b m:iss:i
dei locutori invischi:indoli nclb unibrcr:ilit:i del r:ipporro
pedagogico.
Arriviamo così :ill':ilrro punto, cioè :ilb concezione del
lingu:iggio come processo produrrivo di "nuovi equilibri".
Nel modello clirisrico, gli :irrori dclb comunicazione sono
portatori di un:i dor:izionc n:irur:ile, b compcrcnz:i "rcsru:i-
le" dei residui e delle derivazioni. ~i. invece, come ope-
rai srr:ipp:iri :ilb "libcrr:t :irrigi:in:i e messi :ilb c:ircn:i di
monr:iggio, devono :ipprcndere un:i recnie:i produrriv:i. M:i
così come il bvoro industriale "r:iylorizz:iron, così pure b
gr:imm:iric:i norm:iriv:i, se :ipprcs:i pcrfctt:imcnrc nel suo
:iurom:irismo, libera il pensiero. Esso infarti non essendo
pitt impcgn:iro :i conrrolbrc l':ipp:ir:iro ncuromuscobrc im-
plicato in ciascuna di r:ili :irrività, può libr:irsi :ill'csprcssio-
nc di "rutto ciò che si vuole". L':ipprcndimcnro :illor:i è b
prcmcss:i dcll':illcnc:imcnto del r:ipporto gcr:irchico. Infatri,
se lo sponr:incismo espressivo è b ncg:izionc dcll':ipprcndi-
mcnto che rinforz:i l'unibrcr:ilità del r:ipporro pedagogico,
l':ipprcndimcnro dclb rccnic:i linguistic:i è lo strumento per
dissolvere il r:ipporro pcd:igogico e liberare l'espressività che
esso i rrcggi mcnt:i.
Allora, se b m:inifcsr:izionc è un :isscmbbggio di moduli
cognitivi :i livello dclb singob mente individu:ile, l'espressi-
vità è un nesso soci:ile distribuito in :ipp:ir:iti corporei sog-
3. L'ironia della genesi 103

gcttivi. In css:i infatti si s:ild:ino tre clementi: l':iutom:itismo


dcll':ipp:ir:ito ncuromuscobrc, i contenuti culrur:ili delle
p:irticobri situ:izioni comunic:itivc, b lotr:i per b rr:isfor-
m:izionc del r:ipporto pcd:igogico. "Disciplin:i :ill:i storicit:t
del lingu:iggio" signifìc:i dunque :iuto-imposizionc dei vin-
coli ncurocognitivi, culrur:ili e soei:ili dclb comunic:izionc,
:il fìnc di :innull:irc b fìssit:i dei ruoli del r:ipporro pcd:igo-
gico e di pervenire :ill'csprcssivit:i intcgr:ilc delb "nuov:i cgc-
moni:i". Così. se b m:inifcst:izionc è b m:ischcr:i cstcrn:i di
uno st:ito interno, l'csprcssivid intcgr:ilc dissolve b mcss:i in
sccn:i in cui b fìnzionc è l'incvit:ibilc rcgob ctic:i e fa delb
riccrc:i collcttiv:i dell:i vcrid un criterio :id:ittivo.

3.3. Genesi e norma

Dunque, come nel modello elitistico, :inchc in quello coo-


pcr:icorio c'è b percezione dcll':ilrcr:izionc dell'equilibrio in
:itro, che si rr:iducc ncll'csigcnz:i di "modifìc:irc dctcrmin:iti
:ispctti delb civild". L:i rivcndic:izionc dcll'csprcssivid però
coglie :ill:i rcintcgr:izionc il c:ir:ittcrc di cielicid disforic:i.
Infatti, b "nuov:i cgcmoni:i", benché si:i un:i fìli:izionc de-
gli st:idi precedenti, è un:i costruzione origin:ilc rispetto :i
ciò che b precede. Ciò pone diffèrcntcmcntc il problcm:i
dcll':irbirr:iricd delb spicg:izionc vcrb:ilc rispetto :ilb b:isc
idco-motori:i ("vernice logic:i") e quello connesso dcll'oscill:i-
zionc cielic:i dei domini nozion:ili dcll':iutorid e del consen-
so. S:ippi:imo che, nel modello clitistico, t:into l':irbitr:irict:i,
qu:into b disfori:i sono visti come d:iti di fatto n:irur:ili, irre-
versibili qu:into lo è il t:iglio del "corpo c:illoso" nell':imbito
delle p:icologic, m:i b considcr:izionc delb genesi rinvcni-
Capitalismo e cognizione sociale

bile nel modello cooper:itorio mostr:i che nclb cognizione


soci:ile il "cervello diviso" è b reifìe:izione di un momento
dclb stess:i genesi che occult:i b storicità dei décalages co-
gnitivi. Come mostr:ino infatti le ricerche sociogenetiche,
l':irbitr:irietà dclb spieg:izione è un:i funzione del tempo
cognitivo. Ess:i diminuisce e si :innulb qu:indo le m:itur:i-
zioni ncuro-soci:ili incorpor:ino b riflessione nelle strutture
dcll':izione. Di conseguenz:i, :inche i domini nozion:ili non
sono pili retti d:1ll:1 ciclicità disforic:i, m:i si c:ir:itterizz:ino
come le "figure" di un:i di:ilettic:i socio-cognitiv:i :il cui :ipice
norm:i univers:ile e :igire cooper:itorio coincidono13. Il con-
senso :illor:i non è pili un simubcro delb forz:i m:i un:i deli-
ber:izione collettiv:i :ittu:it:i per mezzo delb libertà espres-
siv:i, in cui gli "intellettu:ili" non sono pili gli oper:itori del
"cervello diviso" m:i un:i funzione soci:ile diffus:i che presie-
de :ilb "pres:i di coscienz:i", ovvero :i quell':iuto-imposizione
del com:indo d:i cui deriv:i il super:imento del "r:ipporto pe-
d:igogico". Così, se nel modello elitistico il conflitto dà luogo
:i rivoluzioni periodiche che sotto fogge nuove ipost:itizz:ino
il medesimo "blocco" soci:ile, in quello cooper:itorio dà luo-
go :i novità effettive funzion:ili :ilb "mobilità" propri:i delb
ricerc:i :id:ittiv:i. Perciò, se nel modello elitistico il conflitto
è ciclic:imente sospeso, perché incomponibile e distruttivo,
in quello cooper:itorio è perm:inentemente :immesso, per-
ché componibile e costruttivo.

13. OJ:!esto è il modello sociogenerico csaapolabilc da J. Piagct, Il giudizio


morale nd bambino, cit., in cui però la cooper:izione è concepita ancora in modo
troppo semplice rispetto a come essa si concretizza nella realtà sociale capi-
talistica e alla necessità di ultaiori opcr:izioni per renderla effettivamente un
principio generatore di norme universali.
Capitolo 4

Categorie della cognizione sociale

«li dovere è pcs:mrc come un:i monr:ign:i, m:i b morte di un


sold:iro è leggcr:i come un:i pium:i». Così, nel Gi:ipponc di
fìnc secolo XIX, il Procbm:i impcri:ilc si rivolgcv:i :ii sold:iri,
p:ir:ifr:is:indo il verso Pulclirum et decorum esc pro pacria mori
con cui, ducmib :inni prim:i, il pocr:i brino, :ilb riccrc:i del
vero v:ilorc, celcbr:iv:i l'onore di un:1 morte cor:iggios:1. L:i
gucrr:i, il bvoro, il sesso, in gcncr:ile ogni pr:iric:i um:in:i,
è sempre :iccomp:ign:ir:i d:il discorso, ma questo rapporto
non è :irbirr:irio, poiché versi e sentenze come quelle so-
pr:icit:itc non avrebbero senso come prodotti priv:iri di un
singolo. Gli individui si riconoscono in essi, accertandoli o
contestandoli, in quanto membri di una collettività, b cui
stori:i, lingu:i, culmra, mcdi:i i loro cnunci:iti. I singoli atri
discorsivi sono dunque il prodotto di un:i langue e gli indi-
vidui st:inno in r:ipporro con essi in quanto membri di t:ile
rotali e~ storic:i, linguistica, culturale. Tutr:ivia, il contenuto
del verso Pulclirum ec decorum esc pro pacria mori e delb su:i
p:irafrasi giapponese, o di una scntcnz:i come Om ec labora,
suggerisce qu:ilcos:i di piLt circ:i questo rapporto di mcdi:i-
zionc. In tali prodotti, app:irc l'imm:iginc di opcr:izioni fon-
d:irc in gucrr:i, accettare b disciplina delle ore bvorativc)
Capitalismo e cognizione sociale

che gli individui compiono su un :unbicncc n:icur:ile e soci:i-


le d:ico,produccndo delle cr:isform:izioni (conquisc:irc, v:ilo-
rizz:irc), :il fìnc delb loro riproduzione. Il discorso è quindi
un discorso indiretto libero, in cui il pcs:incc fardello delb
m:icricc produttiv:i è fìlcr:ico d:illc imm:igini pcrform:icivc
dell'onore, delb dignit:t, del dovere.
D':ilcro c:inco, b prcscnz:i del discorso indic:i che si è gi:i
oltre b sogli:i dell:i pur:i riproduzione biologic:i, dove b co-
c:ilit:t soci:ile è :incor:1 l'insieme non di individui, m:i di sin-
gobrit:t doc:icc di un cerco numero di :ibilic:i. È solo qu:indo,
in risposc:i :ill':iccrcscimcnco riproduttivo, b produzione si
estende cd :ipprofondiscc, :i su:i volc:i scimobndo b ripro-
duzione, che i singoli si diffcrcnzi:ino in un polo opposto
:ill:i socict:1, coscicucndosi in individui isobci. Un proces-
so di :iscr:izionc soci:ile, dunque, che d:ill:i concrcc:i coc:ili-
c:i biologic:i conduce, d:i un beo, :ill:i socicc:i qu:ilc org:ino
:iscr:itto di mcdi:izionc dei r:ipporci soci:ili cr:i gli individui
e, d:ill':iltro, :igli individui :iscr:itt:imcntc isobti gli uni d:igli
:ilcri. L:i conscgucnz:i fond:imcnt:ile dell':ipp:irizionc dclb
produzione è l:i scissione dclb cot:ilit:i soci:ilc in un:i strut-
tur:i e in un:i sovr:istruttur:i. Gli uccelli con il loro c:into,
e tutte le :ilcrc specie :inim:ili con b loro voce, esprimono
in modo pcrfctt:imcntc :id:itt:ito le loro :iffezioni psichiche.
Essi gioc:ino, rispett:ino regole e h:inno :ispett:itive comuni
circ:i il eomport:imenco dei conspecifìci, :il punto che si :ir-
riv:i :i sostenere l'esistenz:i non solo di un:i mor:ile, m:i :inehe
di un:i politic:i :inim:ile. M:i tutte queste m:inifcst:izioni re-
st:ino sempre immedi:it:imente prossime :ill:i riproduzione
biologic:i, senz:i costituire un:i sovr:istruccur:1 :iuconom:i, in
cui le condizioni dcll':izione poss:ino riflettersi, per essere
ricostruite e v:iri:ite secondo un pi:ino logico.
4. Categorie della cognizione sociale 107

Srrurtur:1 e sovr:1srrurrur:1 non devono essere intese però


gcncricamcnrc, 111:1 come determinazioni storiche, incorpo-
rare in una cultura. È fuorviante indagare in asrracco nel-
le varie civilizzazioni i modi di produzione, ad esempio,
il modo di produzione antico o feudale. Ciò che imporra
non è canto b loro cbssifìcazionc, quanto b funzione di un
modo di produzione in una cultura e in un processo storico.
li feudalesimo europeo, per quanto comparabile con quello
giapponese, crac b sua pcculiarir/i dal rapporto che lo lega
con b formazione primitiva e con b formazione moderna
della civilrà curopc:i. Srruttur:i e sovr:isrruttura non devo-
no essere considerare dunque in maniera :ivuls:i dai contesti
storici e culturali, ma come articolazioni di una morfologia
che, pur con interferenze, attrazioni e conflitti reciproci
che ne influcnz:ino il corso, si sviluppa nelle differenti civi-
lizzazioni in modi di produzione unici e irriducibili gli uni
agli alrri. In qucst'ottic:i, è un dato di fotto che b civilizz:i-
zionc europeo-occidentale, con le sue radici greco-romane,
è b b:isc delb cultura mondiale, nel senso che è il luogo
dove per prima e pili profond:imcntc si è potuta sviluppare
b dialettica di struttura e sovrastruttura, b cui unicid è at-
testata dal rapporto che, tanto nell'antichità greco-romana,
quanto nelb modernità europea, b culrura "alra" egemone
istituisce nei confronti delb cultura "bassa" popolare. In
entrambi i c:isi, infatti, come rileva b pili recente fìlologia
classica che utilizza i metodi delb demo-etno-antropologi:1,
si ritrovano le stesse etichette critico-culturali, lo stesso les-
sico, lo stesso scetticismo razionalistico'. È ben vero che un
simile rapporto tra cultura "alta" e cultura "bass:1" caratce-

1. E. Ldli, Sud anl'ico, Bompiani, Milano 2016, pp. 10-11.


108 Capitalismo e cognizione sociale

rizza anche altre civilizzazioni, dove è riscontrabile una cer-


ta scp:1r:1zionc tra citt~ e c:1mp:1gn:1. M:1 i I sorgere del modo
di produzione di merci, benché ancora solo nclb forma li-
mit:1t:1 del modo di produzione schi:1vistico-mcrc:1ntile, è
un picco improvviso, b unovit~ c:1ccgori:1le" che genera non
solo l'immcns:1 "c:1mp:1gn:1" dei "subalterni", le cui vestigia si
rinvengono ancora :ii nostri giorni, m:1 anche e sopr:ittutto
le cbssi cconomic:imcntc sfruttate proprie di ci:iscun modo
di produzione (schi:ivi, servi dclb gleba, s:1l:1ri:1ti). Se i su-
b:iltcrni rilevano dunque dcll'unid che precede b scissione
producciv:1, i modi di produzione e le loro classi sono l':irti-
cobzionc storica di un corpo che ancora oggi si ricompone
in vita. Infatti, b scissione produttiva, nell'ininterrotto pro-
cedere con cui, d:ilb formazione :1ntic:1 :1 quclb sccond:1ri:1
:1 quclb modcrn:1, disgrcg:1 le sue stesse basi, non solo dis-
solve b forma di vit:1 "rcsidu:ile" dei subalterni, fìss:1t:1si in
un equilibrio b cui sccobrc pcrm:1ncnz:1 ne m:1schcr:1v:1 l'in-
tima prcc:iricd m:1, con cicli storici che progrcssiv:imcntc si
succedono, si libr:1, si:1 intcnsiv:imcntc che cstcnsiv:imcntc,
in un progetto glob:ilc di omogcncizz:izionc produttiva, in
cui ogni punto è un centro che gcncr:1 pcrifcri:1 e in cui b
sovr:1struttur:1, risplendente dcll'imm:iginc multicultur:ilc,
diviene il luogo di un sincretismo funzion:ilc :ilb tot:1liz-
z:1ncc struttur:1 onniccntric:1. Di qui, un:1 doppi:1 rc:izionc:
d:1 un beo, coloro che, :1ssccond:1ndo questo progetto, visto
come un:1 tcndcnz:1 oggccriv:1 irresistibile, chiedono :ilb co-
munid, :111:i tr:idizionc, :il dire "origin:iri", di sottometter-
si scnz:1 residui :il r:1zion:1lismo moderno universale, o per
port:irnc :1 termine b missione illuministica (H:1bcrm:1s) o
:ill'opposto per supcr:irlo di:1lecric:1mcntc in un integrale in-
dividualismo comunit:irio (Negri); d:1ll':1ltro, coloro che si
4. Catego1ic della cognizione sociale

oppongono :i c:ile progetto, o per s:ilv:igu:ird:irc l:i for ma di


vic:i comunic:iri:i "origin:iri:in (Dugin) o per pervenire :i un:i
integrazione comunic:iri:i immune d:il germe individuali-
stico (Prcvc). G li schicr:imcnci, dunque, sono chiari: d:i un
beo, l'opzione liberale che spinge per il suo compimento
integrale; d:ill':ilcro, 1:i suggestione comunic:iri:i, come recu-
pero e s:ilv:igu:irdia o come progetto e rilancio. In ciò, se
:ipp:irc chi:ir:i l:i richiesta liberale, il cui intento normati-
vo è però concinu:imcncc disatteso d:ill:i logica scrumcnc:ile
della tendenza glob:ilizz:icricc', :issai meno chiari :ipp:iiono
i progetti comunitari. L'individualismo comunic:ir io, conce-
pito per rovesciare il coc:ilizz:incc ordine imperiale, sembra
essere in:id:icco come b:isc di un nuovo potere coscicucncc,
preso com'è nella r icorsività infìnic:i di un:i r:izion:ilicà dcsi -
dcr:mcc del cucco omologa :ill:i vuoc:i ricorsività dell'ordine
imperiale che vuole sovvcrci rc3. E quanto :ill:i s:ilv:igu:irdi:i
della forma di vic:i cr:idizion:ile, l:i dcelin:izionc dcmoci-
co-comunit:iri:i di concetti priv:iciscici quali quelli di pro-
prietà, norma e obbligo, sembra essere solo l:i vcrnici:itur:i
ideologica di un sistema economico in cui l':irbicrio di St:i-
co si sostituisce :ill':irbitrio dei singoli della società civile•.
Rcsc:i l:i proposta dell'integrazione comunic:iri:i immune
d:11 germe individu:ilistico. M:1 è rc:i listico il progetto di un
"modo di produzione comunit:irion che, per non ripetere g li
errori del p:1ss:1to, s:ilvi del vecchio modo di produzione d i

2. F. Aqueei, Dall'a.>OCaZion, all',spr,ssivirà. T,ori, per rip<ruar< il conucco di


dibacrico pubblico, in «Politcia», XXXIV, l}l, 2018, pp. 89-104.
3. F. J\qucci, .tlnconio N,gn, ideologo balusconiano? .t\ccumulacori capicalisrici,
giudici, Impero, in «Politcia», XX, i3, 2004, pp. 1;3-185.
4. F. Aqueci, Tra Dugin , Hunringtcn. Episcemologia ddlo scontro di ci;;i(rà, in
«Politcia», XXXI, 11,, settembre 2015, pp. 10-23.
110 Capitalismo e cognizione sociale

merci org:mi qu:ili b socicc:i civile e lo St:ito, in cui poter


continu:irc :i custodire i L:iri dclb famigli:i, dclb religione
e dclb comunic:i n:izion:ilc? St:tto e socicc:i civile sono cle-
menti "ncutrt, cscr:ipobbili d:ilb tot:ilic!i di merci di cui
sono funzioni, oppure ncll'cpoc:i del c:ipit:ilismo :issoluto
subiscono modifìc:izioni t:ili, d:i renderli incomp:itibili con
il nuovo, :iuspic:ito "modo di produzione comunit:trio~? In
ciò che segue, si cercherà di rispondere :i queste dom:indc,
p:irrcndo d:i un breve schizzo storico-genetico delle c:itcgo-
ric dclb cognizione soci:ile e :in:ilizz:indo poi le mut:izioni
d:i esse subite ncll'odicrn:i rc:ilcà soci:ile.

4.1. Categorie

L:i cognizione soci:ile si :irticob in c:itcgoric :istr:iccc di cui


documenti, codici, istituzioni sono i prodotti concreti. Ciò
signifìc:i che b rc:ild sociale esiste non perché ci sono i
documenti, m:i perché le c:itcgoric, sorte d:ill:i pr:itic:i, nel
senso pi(1 :impio, d:ilb motorictà ritu:ile :ill'opcr:irc fìn:i-
listico del bvoro, gcncr:ino b rc:iltà sociale di cui i docu-
menti sono m:inifcst:izioni. Ad esempio, l'cdifìcio tc:icr:ile,
il p:ileo, b pbtc:i, b biglicttcri:i, b h:ill, ccc., sono prodotti
concreti dcll:i rc:ild soci:ile "concerto", scnz:i le qu:ili :inchc
il pi(1 br:ivo dei fbutisti non viene riconosciuto come t:ile,
come si vide nell'esperimento fatto d:i Severino G:izzello-
ni, nel 1978, nel corso dclb cr:ismissionc tclcvisiv:i Gulli-
ver, dove egli suon:iv:i con il solito virtuosismo il suo stru-
mento per le str:idc e le osterie dclb città di Alb:i, scnz:i
che nessuno lo riconoscesse o gli prcst:issc minim:imcntc
:ittcnzionc, come invece :ivvcnnc il giorno dopo, qu:indo si
4. Categoiie della cognizione sociale 111

esibì nel cc:irro dclb ciccà. M:i il focco imporr:incc è che b


rc:ilr:i soci:ile "conccrco", così pcrfccc:imcncc codifìc:ic:i, d:i
rendere invisibile l':irrc di G:izzclloni, qu:ilor:i le sue cr:iccc
documcnc:ili si:tno :isscnci, è gcncr:ic:i d:i soccosc:inci c:icc-
goric :iscr:iccc, :id esempio, un r:ipporro giuridico, per cui
l'cdifìcio è di propricr:i pubblic:i, o un r:ipporro economico,
per cui l'inc:isso del concerto v:i :ill:i socicc:i che org:iniz-
z:i il conccrco, o un r:ipporro cscccico, per cui il musicisc:i
deve condurre :ilb c:ic:irsi chi si predispone :id :issisccrc :ill:i
su:i esibizione, ccc. In questo senso si può p:irbrc di pro-
duccivira delle c:iccgoric in cui si :ircicob b mente soci:ile:
diritto, cconomi:i, :irrc, :illc qu:ili si possono :iggiungcrc b
lingu:i, b religione, b mor:ile, b policic:i. In :ilrri termini,
b productivira è un cri cerio che si difFcrcnzi:i c:inco d:ilb do-
cumcnc:ilir:i (Fcrr:iris), qu:inco d:ill'inccnzion:ilic:i (Sc:irle):
cnrr:imbi questi criteri presuppongono un'isc:inz:i csccrn:i
:ill:i cognizione soci:ile, che crc:i i documenti o che decide
che un documento h:i un:i c:ilc o c:il :ilcr:i funzione, m:1 b
cognizione soci:tle procede d:1 se sccss:1, secondo un mcc-
c:1nismo di rcgobzionc e :id:1cc:1mcnco. Torn:indo :illc sin-
gole c:1ccgoric, qui non porremo discutere :1n:ilicic:1mcncc
di ci:1scun:1 di esse. Accenneremo :1llc loro c:1r:1cccriscichc
gcncr:1li e, sopr:1ccucco, :ti loro r:ipporci reciproci, in fun-
zione dcll'unic:i dclb cognizione di cui sono :1rcicobzioni.
Esse sorgono e si diffcrcnzi:1no d:i un nucleo comune, b
cui spinc:1 gcnccic:i è :1ssicur:ic:1 d:1llc scelte :1lccrn:1civc dei
soggccci che :1giscono in sicu:1zioni storiche d:icc. L:1 genesi
è dunque un:1 mcc:1-c:iccgori:1 che :issicur:i l'unir:i e il movi-
mento dell'insieme c:1tcgori:1le, in rcbzionc :ti singoli con-
testi storico-soci:ili. Ycdi:imo un esempio. L:i n:1scit:1 dclb
politic:i :1 Rom:1 comportò un indebolimento dell'elemento
112 Capitalismo e cognizione sociale

religioso e un rafforzamento delb categoria giuridica. La


Roma arcaica era una comunità fondat:i sulle strutture di
p:ircntcb (pacres, p:itrizi:ito), in cui i pontefici custodiv:ino
il mos, il costume religioso e soci:ilc degli :intcn:iti, e in cui
l'esercito cr:i costituito d:illc b:indc gentilizie. Con b rifor-
m:i milit:irc, opcr:it:i nel VI secolo :i.C., in cpoc:i ccrusc:i,
d:i Scrvio T ullio, sesto re di Rom:i, qucst:i strutcur:i mut:i.
Adesso l'unic/i soci:ilc è b ccnturi:i, compost:i d:igli opliti,
figure in cui coincide il guerriero che comb:ittc, il cicc:idi-
no che p:irtccip:i :ill':isscmblc:i e il proprict:irio d i terre che
coltiv:i e produce. L:i dimensione pubblic:i, :illor:i, non è più
costituit:i d:illo sp:izio religioso, domin:ito d:il s:iccrdotc,
m:i d:i quello politico-milit:irc dell'esercito e dcll':isscmblc:i,
domin:ito d:ill'oplit:i, cioè d:il cicc:idino-proprict:irio-pro-
duccorc. Di concerto, :inchc l:i figur:i del s:iccrdotc, b cui
lcgiccimit:i cr:i :issicur:it:i d:ilb comunione con il divino,
sccm:i :i favore di un:i nuov:i figur:i in cui cont:i b conccn-
cr:izionc di s:ipcrc rcbtivo :ii r:ipporci soci:ili fomili:ir i e
p:icrimoni:ili. Sorge così il giurist:i, e b cognizione del ius
divcnt:t il prodotto di un s:ipcrc civile, che si costruisce :i
p:irtirc d:i modelli cmbrion:ili di rc:ilismo empirico e di
c:ilcolo dist ributivo. In questo esempio, l:1 religione :ipp:irc
come b c:itcgori:i più origin:iri:i rispetto :il diritto e :ilb po-
litic:i. Come :ittcst:i lo stesso signific:ito del termine, rdigio
signific:1 metodico esercizio del culto, osscrv:inz:1 cost:intc
e ritu:ilc di :ilcuni prccccci5• È degno di not:1 il fotto che,
nelb psicogenesi, l'infante m:inifcst:1 un:i prccocissim:1 mo-
torict:i, su cui si inst:1ur:1no i suoi ritu:ili priv:iti :id:itt:iti
:igli oggetti che si crov:1 :1 m:inipobrc. Estr:ipobndo questo

5. r. Ben..-cnisce, Vocabolarit> ddk iscituzùmi indoruropt, cic., ,·ol. II, p. 48,.


4. Categorie della cognizione sociale

d:uo, b religione, nelb sua accezione basibrc di rito e cul-


to, è b categoria originari:i della cognizione sociale, spc-
cifìcara dalle ajfordances mitologico-rituali dei parricobri
contesti storici. In questo senso, b religione, piLt che un
bisogno dello spirito, è un bisogno del corpo. Un bisogno
del corpo senziente e in movimento. li che spiega b sua
incstinguibilit:i. Un'analoga influenza dei contesti storici
è all'origine delb diversa spccifìcazionc del diritto e dell:i
morale. Nell'antica Roma, il ius è ciò che è conforme alb
prescrizione del rito religioso. Ma questa sindrome ritua-
listico-prescrittiva è propria anche dell'antico Israele. Nei
due contesti, però, ha esiti evolutivi diffèrcnti. Nell'antico
Israele, grazie alle trasformazioni linguistiche delb tradi-
zione profetica, di cui è emblematica b predicazione del
Cristo (b parob "tempio" che, da luogo del culto, passa a
signifìcarc il corpo divino del fìglio di Dio), b sindrome
ritualistico-prescrittiva cvolvcr!t verso l'cbborazionc etica,
dando luogo alb distinzione era morale farisaica dell'cstc-
riorit:i e nuova morale cristiana dcll'intcriorit:i. Nell'antica
Roma, invece, accanto alle sopravvivenze di una religione
repubblicana sempre più fossilizzata, si sviluppcr!t il ius, da
un primo stadio concreto di tipo cbssifìcatorio (la legge
isono mica delle Xl I Tavole), a un secondo stadio :istratto
di tipo implicarivo (enti giuridici rispccchi:inti relazioni
sociali), che richicdcr!t il ceto specialistico dei giuristi, qua-
le apparato burocratico dcll'autorit!t imperiale, fondata su
lilla legge di cui il ius è la dottrina che ne assicur:i il legame
con l'cquit:i narurale. In questa biforc:izionc del l:i morale e
del diritto da una comune base ritu:ilisrico-motori:i, svol-
ge un ruolo csscnzi:ile b carcgoria della lingua, incesa non
come ergon, ma come energeia. È il caso dell'esplosione sim-
114 Capitalismo e cognizione sociale

bolic:i dei termini del lingu:iggio religioso :i opcr:i di Cristo


ncll':intico lsr:ielc. M:i è il c:iso :inchc dcll:i funzione dcll:i
scrittur:i nel diritto rom:ino. C on l'introduzione delb legge
delle Xli T:ivole, incise su legno o su bronzo,si p:iss:i infatti
d:il ius :irc:ino, in cui ogni precetto è soggetto :111:1 m:inipo-
bzionc di remote consuetudini, :iffìd:itc :ilb mcmori:i di
un:i ccrchi:i in:icccssibilc di s:iccrdoti, :111:1 /ex uffici:ilmcntc
fìss:it:i in un testo scritto in gr:ido di rivolgersi :i tutti, sem-
pre, con un:i sob e idcntic:i voce. L:i lingu:i scritt:i opcr:i
dunque come b forbice ccllubrc di certi processi biologici,
che d:il complesso org:inico gcncr:i b c:itcgori:i giuridic:i,
favorendo il p:iss:iggio :i un'ontologi:i soci:ilc b:1s:1t:1 sul do-
cumento, qu:ile g:1r:1nzi:1 di cgu:1gli:1nz:1.

4.2. Linguaggio

Nel c:iso :ippcn:i visto, :ipp:irc evidente che b don11ncnt:1li-


d non è un prius ontologico, m:i un posteriore st:idio gene-
rico che richiede b diffcrcnzi:izionc delle c:itcgoric. Come
:ibbi:imo visto infatti :i proposito del diritto rom:ino, esso
sorge d:i un:i doppi:i scissione. L:i prim:i h:i luogo dentro b
sindrome ritu:ilistic:i dcll'cpoc:i :1rc:1ic:1, in cui, gr:izic :ilb gc-
ncr:ilizz:izionc insit:i nelb p:irob e nel gesto riru:ilc, il bro
vcrb:ilc e gcsru:ile prcv:ile sui contenuti m:itcri:ili di volr:i in
volt:i immcdi:it:imcntc implic:iri. L:i sccond:i h:i luogo gr:izic
:ill:i scrirrur:i, che fa p:iss:irc d:il ius :irc:ino rr:1m:1nd:1to or:il-
mcntc, :il ius pubblico delb legge scritt:i. Rispetto :ille :ilrrc
c:itcgoric, :illor:i, se b genesi :issicu r:i l'unir:i e il movimento,
b lingu:i come energeia, o lingu:iggio, è il mcdi:itorc morfo-
genetico dell'insieme c:itcgori:ilc.
4. Categorie della cognizione sociale 115

4.3. Lavoro

L'auto-movimento delle categorie, che costin1iscc b realtà so-


ciale, può sembrare un cattivo idealismo in cui scompare b
vita concreta degli individui. Ma che le categorie si muovano
sui circuiti sensorio-motori e sulle ajfordances appetitive degli
uomini, lo si è visco osservando nell'antica Roma il passag-
gio dalle bande gentilizie all'esercito oplita, in cui il guerriero
è anche il cittadino e il produttore. Ciò che, allora, sembra
l'auto-movimento delle categorie nel "ciclo» dello spirito, è
sempre l'adattamcnco cognitivo in risposta a un movimento
di assimibzionc dclb realtà che awienc altrove, come anco-
ra tma volta b differenziazione caccgoriale romana mostra
quando, all'avvio dell'Impero, il diritto, dalb ristretta società
concadina delle origini, si modclb sullo scambio di merci,
formalizzando b realtà entro istituti quali b compravendita,
6
b locazione, b società, il mandaco . L'esigenza è bensì sem-
pre la stessa, cioè l'csacca dcfìnizionc di una pracica sociale,
ma qui il ius non è pii'.1 b parob magico-rituale da riprodurre
fedelmente per suggclbrc un rapporto sociale ma, con i suoi
concetti astratti di locazione, deposito, colpa, responsabilità
concraccuale, è lo strumento che promana dallo scambio stes-
so, per essere messo :1 regime, quale effettivo scambio di mer-
ci. La cognizione si è dunque ad:1tcat:1 a domande nuove pro-
venienti d:illa mucac:1 :issimibzionc dclb rc:ilcà, nel p:1ss:1ggio
d:ill'cconomia di sussisccnz:1 a un embrione di cconomi:1 di
mercato. M:1 come av:inza qucsc:1 :issimibzionc·~ Nel mondo
grcco-rom:mo, un:t gr:indc mente sociale gr:iva su un corpo
gr:icile, l'economia schi:1viscic:1, che soffoc:1 b cognizione so-

6. A. Schia,·onc, Ius. L'inv,nzion, J,1 diritto in Oceidaw; cic., p. 21,.


116 Capitalismo e cognizione sociale

ci:ile, cui :i un cerro punto non impone pili scelte :ilrcrn:irivc,


provocando il crollo di quel mondo. M:i l'economia è anche il
corpo :ill:irg:iro della mente sociale, il suo livello sensorio-mo-
torio, la sua parte :ippcririv:i. OJ:!csro è qu:ileos:i di pili del
dire che l'economia è la struttura m:ircri:ilc su cui si elevano le
c:ircgoric pili :isrr:irrc del diritto e della morale. Evidenziando
il livello sensorio-motorio, l'economia occupa, nel complesso
della cognizione, lo stesso posto primario della religione. Non
è un caso che l'economia, differenziandosi gcncric:imcnrc,
subentri alle religioni naturali e produca il suo dio nascosto:
la merce. M:i la motoricd dell'economia è differente, poiché
comporta l'assimilazione appetitiva della rc:ild. Perciò, men-
tre la religione è una fìn:ilir!t senza scopo, l'economia è un
agire fìn:ilistico b:is:iro su quel comportamento intelligente
che è il lavoro, vivo o morto che sia. L'economia, dunque, è
cognizione inscritta negli schemi corporeo-motori del lavoro,
il quale :i sua volta è intelligenza sociale storicamente situ:ir:i,
anche quando l'intelligenza del lavoro è ncg:ir:i dalla distru-
zione di lavoro. In conclusione, se la genesi assicura l'unità e
il movimento e il linguaggio è il mediatore morfogenetico, il
lavoro lega l'insieme categoriale :ill':imbicnrc socio-n:itur:ile,
dando origine :il mondo della produzione. Come le :ilicn:i-
zioni e le oggettivazioni costicuiscono le due grandi leve della
mente individuale, così il linguaggio e il lavoro sono le due
forze motrici della cognizione sociale.

4.4. Globalizzazione

Le categorie che abbiamo visto sorgere dalla storia, con un


movimento inverso vanno ora vcrifìc:itc nella concretezza
4. Categorie della cognizione sociale 117

dcll'odicrn:i re:ilrà soci:ilc. Rip:irci:imo d:ill'cconomi:t. Si :if-


fèrm:i che :ilb su:i b:isc c'è b ccndcnz:i n:icur:ilc :ilio sc:im-
bio. M:i cos'è qucsr:i ccndcnz:i? Abbi:imo cvoc:ico l':ippcrico.
E l':ippccico, visco non impcrson:ilmcncc, d:il punto di visc:i
delb srruttur:i c:itcgori:ilc, m:i d:il punto di vist:i del sog-
getto, :ilrro non è che il desiderio. li primo desiderio è il
desiderio dcll':ilcro in qu:inro fattore di idcntifìc:izionc. Ci
si :iurodcfìniscc spccchi:indosi ncll':ilcro, che con b su:i im-
m:iginc oppone rcsisccnz:i. L':ilrro quindi limic:i, rende sc:ir-
si gli oggetti :iccr:ivcrso cui soddisfare l'infìnicà dei propri
desideri. Di qui, lo sc:imbio. 11 desiderio p:iss:i :iccr:ivcrso lo
sc:imbio, perché lo sc:imbio è il mezzo per r:iccord:irc i de-
sideri con b sc:irsità delle risorse prodoct:i d:ilb rcsistcnz:i
:iltrui. M:i sc:imbio di cos:i? Sc:imbio di prodotti del bvoro,
ovvero di merci, che sono v:ilori di bvoro. Scoric:imcntc, nel
suo sviluppo tecnico e soci:ilc (d:ill':ircigi:m:ito :ill'induscri:i,
d:ill:i città :ill:i c:imp:ign:i), il bvoro gcncr:i b società civi-
le, il luogo in cui gli individui perseguono priv:ic:imcntc gli
scopi del loro:id:icc:imcnco. Privaramence signifìc:i cr:imicc lo
sc:imbio di merci. Lo sc:imbio di merci quindi soci:ilizz:i i
bisogni di individui priv:ici, :in:ilog:imcncc :il lingu:iggio che
con i suoi segni soci:ilizz:i b cognizione di individui priv:ici.
Lo sc:imbio di merci può seguire un corso "n:icur:ilc" o "in-
n:itur:ilc";_ li corso ''n:icur:ilc" è un:i successione di equilibri,
d:ilb c:imp:ign:i/:igricolcur:i :ill:i città/m:inifattur:i :il com-
mercio interno e poi esecro. li corso "inn:icur:ilc" è invece b
subordin:izionc dello sviluppo sc:izion:irio delb c:imp:ign:i
:ilb produzione industri:ilc fìn:ilizz:it:i :il commercio estero.
li corso "n:itur:ilc" è fond:ito sul "quieto" comporc:imcnto in-

7. G. Arrighi, ...\Jam Smicha P,chino, cit., p. 71.


118 Capit1llismo e cognizione soci1lle

dusrrioso. li corso "inn:icur:ile~, invece, riducendo b c:imp:i-


8
gn:i :i un'appendice delb citr:i , è sin d:il suo esordio sfrenato
movimento che :issoggctt:i il mondo :ilb peculiare morfoge-
nesi delb glob:ilizz:izionc. L:i fase germinale di t:ile processo
è il p:iss:iggio d:ilb sottomissione formale :ilb sottomissio-
ne rc:ile del bvoro :il c:ipit:ile. O!.!:indo t:ile :issoggctt:imcn-
to è compiuto, inizi:i il processo di glob:ilizz:izionc vero e
proprio, scandito d:i cicli storici b cui successione :ivvicnc
secondo determinate rcgobrir!i strutturali: :iccumul:izionc
:ill'intcrno di un:i struttura sociale d:it:i, distruzione di t:ile
struttura, p:iss:iggio rr:imitc mediatori morfogenetici qu:ili
il credito o b b:inc:i-fìn:inz:i :i un nuovo processo di :iccu-
mubzionc in un:i struttura sociale pit1 :impi:i. O!.!csti corsi e
strutture non sono cicche forze fìsichc, m:i processi storici e
cultur:ili unici e irripetibili. li corso "inn:itur:ile" è :ill'origi-
nc dcll:i socict:1 civile cristi:ino-borghcsc, che d:il Settecento
sino :ii nostri giorni si è imposta come norm:i univcrs:ile.
Ess:i, rifìorcndo sul tronco :intico del mondo grcco-rom:ino,
:ill'inizio si è confront:it:i con il corso "n:itur:ile" dell'Oriente
sino-:isi:itico che, sino :i rutto il Settecento, b sopr:iv:inz:iv:i
per prospcrit:1 e org:inizz:izionc soci:ile. Sotto b spint:i del
suo stesso funzion:imcnto, h:i poi preso il sopr:ivvcnto, in-
ncsc:indo quel processo di conquiste esterne (coloni:ilismo
e impcri:ilismo) e di guerre intestine (rivoluzioni e guerre
mondi:ili) che :irriv:i sino :ii nostri giorni. Sino :i qu:indo il
corso "n:icur:ile", con le sue proprie c:ir:ittcristichc culcur:ili,
non è st:ito :itt:icc:ito e sopr:iv:inz:ito, il mondo è st:ito un
contenitore st:izion:irio riempito d:illc diverse civilizzazio-
ni. M:i l'csp:insionismo insito nel corso "inn:itur:ilc'' h:i d:ito
4. Categorie della cognizione sociale

luogo a un disequilibrio permanente in cui un'unica struttu-


ra ingloba progressivamente tutte le altre, producendo con-
cinuamcncc "scarti": i conc:idini, i paesi e le regioni soccosvi-
luppacc, il Sud del mondo, il locale. È questa b cocalicari:i
globalizzazione capitalistica odierna.

4.5. Privatizzazione

Storicamente, nel corso "naturale" del modo di produzio-


ne di merci, b cognizione sociale si differenzia era il "bene-
volo" comando imperiale e b "devota" sottomissione delb
campagna, con b burocrazia dei "mandarini" che surroga
b società civile. Il carattere "gelatinoso" di cale assetto co-
gnitivo si contrappone alb densità e alb frequenza degli
scambi delb società civile europeo-occidentale, vista come
base dal cui rovesciamento può derivare lo sviluppo inte-
grale delb cognizione um:in:i. M:i dopo l'Ottobre russo e il
'29 :imcric:ino, b società civile, dopo un periodo di "gucrr:i
di posizione", le cui opposte "trincee" cr:ino il welfarc occi-
dcnc:ile e b Russi:i soviccic:i, si sbnci:i in un:i nuov:i fase di
sfrenato movimento, b rivo luzione libcrisc:i di fine secolo
XX, che non solo cr:ivolgc, m:i fa propri i meccanismi delb
"concro-cgcmoni:i" concepiti per espugnare le sue "fortezze"
e "c:iscm:iccc". I produttori, che avrebbero dovuto essere gli
:irccfìci del rovcsci:imcnco, vengono cr:isform:iti in consu-
m:icori, cioè in clementi funzionali :ilio sfrenato movimen-
to. In qucst:i prop:ig:izionc mondiale, si:i csccnsiv:i che in-
ccnsiv:i, dclb società civile, il c:ir:icccrc"gel:icinoso", b sc:irs:i
densità e frequenza degli sc:imbi, b "disc:inz:i" cr:i governaci
e govcrn:inti del corso economico "n:icur:ile" sino-:isiatico,
120 Capitalismo e cognizione sociale

se in un primo momento scmbr:rno costituire un ostacolo


allo sviluppo, nel lungo periodo :ipp:iiono come un:i risorsa
per disciplinare lo sfrenato movimento. Il costo però è il
c:ir:ittcrc tutto politico della tor:ilid sociale, nel senso che
in css:i b società civile, già di per sé embrionale, è :issorbit:i
d:i un "comando" che non proviene d:i un:i coordinazione
interna, m:i d:i un:i imposizione esterna: il privato non fa
in tempo :i esistere, che già si impone b soci:ilir:i di un di-
scorso monologico enunciato d:ill':ilto, in cui gli individui
sono ridotti :i singoli "mutt, cioè ":igitt d:i contenuti ete-
ronomi. ~cst:i struttura, ovviamente, non è :issolut:imcntc
pcrv:isiv:i. L'impulso :i "uscir fuori'' d:ilb "priv:itczz:i" urge,
poiché b "base um:m:i" è b stessa tanto nell'individuo si-
no-orientale, quanto in quello curopco-occidcnt:ile. M:i nel
corso "n:itur:ile" questo impulso evolutivo rcst:i cmbrion:ile.
~:indo esso si m:inifcst:i con un:i ccrr:i energia, :icc:idono
contrasti tragici come b protesta di Ticn:inmcn del mag-
gio 1989. Il linguaggio dei diritti umani viene infatti scam-
biato per l'annuncio minaccioso dello sfrenato movimento,
che potrebbe insidiare il movimento appetitivo stimobto
d:ill':ilto (le modcrnizz:izioni di Dcng). L:i repressione, abo-
lendo il sintomo, riporta l'individuo :ilb dimensione pub-
blica, tipica del corso "n:itur:ilc", m:i di un pubblico il cui
contenuto è deciso dall'alto. Nel livello appetitivo-motorio
delb cognizione sociale, c'è dunque un:i permanente :inti-
nomi:i. Se esso è sti mobto d:ill':ilto, soffoca b cognizione
sociale. Se è bsci:ito allo sfrcn:ito movimento del privato, b
tiene in isc:icco. L:i soci:ilir:i che d:i esso deriva è infatti solo
un simubcro. L:i priv:itizz:izionc, :illor:i, non è solo b veste
fenomenica :issunt:i d:il capitalismo d:il 1980 :ii nostri giorni,
m:i è b convergenza tr:i lo stimolo d:ill':ilto del corso "n:itu-
4. Categorie della cognizione sociale 121

r:ile" e lo sfrcn:ito movimento del corso "inn:itur:ile", qu:ilc


tcnt:itivo di soluzione di t:ilc :intinomi:i, che non comporti
però b mcss:i in discussione dei presupposti economicistici
di cntr:imbi i corsi di svi luppo. L:i potcnz:i cognitiv:imcntc
cicc:i che consegue d:i t:ilc convcrgcnz:i si conccntr:i, :illor:i,
nello St:ito priv:itizz:ito.

4.6. Televisione

Nello St:ito priv:itizz:ito, o St:ito che come istituzione pub-


blic:i promuove b priv:itizz:izionc, l':iutorit:i ccntr:ile focili-
t:i lo sfrcn:ito movimento :i opcr:i di un network burocr:iti-
co-fìn:inzi:irio, i v:iri ministeri del tesoro, le b:inchc, le borse,
le :igcnzic di r:iting, le istituzioni intcrn:izion:ili, qu:ili il
Fondo monct:irio intcrn:izion:ilc, b B:inc:i mondi:ilc degli
investimenti, l'Org:inizz:izionc mondi:ile del commercio,
tutti org:inismi concrct:imcntc leg:iti fr:i loro d:ill:i circob-
zionc dello stesso pcrson:ile :imministr:itivo. T:ili istituzioni,
servendosi dell'unic:i funzione superstite dello St:ito, il suo
potere coercitivo, su m:ind:ito dello str:ito corporeo-econo-
mico, implcmcnt:ino misure "r:izion:ili", giustifìc:indole con
un s:ipcrc economico el:ibor:ito d:i università e :icc:idcmic :i
loro volt:i leg:itc :il network burocr:itico-fìn:inzi:irio. Circo-
st:inzc cccczion:ili, crc:itc :id :irte (colpi di st:ito, guerre, cri-
si economiche) o offèrtc d:il c:iso (c:it:istrofì n:itur:ili), servo-
no :i introdurre rcpcntin:imcntc t:ili misure, :inchc in modo
bruc:ilmcncc coercitivo. Dietro l'uomo inc:ippueci:ito di
Abu Gr:ihib o i desaparecidos :irgcncini, c'è non solo b viob-
zionc dei "diricci um:ini", m:i :inchc b violcnc:i regressione
dcll:i cognizione soci:ile :il livello corporeo-economico dello
122 Capitalismo e cognizione sociale

sfrcn:uo movimento. Per lo Stato priva rizzato, b cognizione


sociale è un prodotto patologico, se bsciarn al suo sponrn-
nco dinamismo mo rfogenetico, poiché essa esiste in quanto
esiste il capitalismo che b forgia in funzione di un determi-
nato habitat umano9. Infatti, nella misur:i in cui il c:ipit:ili-
smo v:i incontro :i cicliche fosi di sovr:ipproduzionc, b co-
gnizione soci:ile non può :ivcrc :ilcun :iutonomo sviluppo,
m:t deve essere pcriodic:tmcntc ri:tllinc:tt:t :illc esigenze :ic-
cumubtivc del c:tpir:ilc. Nel c:tpir:ilismo, dunque, b cogni-
zione soci:ile v:i incontro :i incvir:ibili, cicliche distruzioni,
di cui lo Sr:tto priv:trizz:iro è l':irccfìcc. <.1!:!csr:t "distruzione
crc:iriv:i" comporr:i b ncutr:tlizz:izionc delle due gr:indi leve
dclb cognizione soci:tle, il bvoro e il lingu:iggio. Il bvoro,
viene fotto "sp:irire" in v:iri modi: :ieeumubndolo negli :tll·
tom:ttismi inform:izion:ili; confìn:indolo nelle :iree di ~se:ir-
to" dclb glob:ilizz:izione, dove è ridotto :i condizione servi-
le, qu:indo non sehi:ivistie:i; sublim:indolo nel ciclo dclb
fìn:inz:i. Se il bvoro-v:ilore è il signifìe:ito e b merce è il si-
gnifìc:intc, b fìn:inz:i , con le sue merci che sono v:ilori di
v:ilori, è un:i fug:i infìnir:i di signifìc:inti. Ad esempio, nei
credits default swaps b merce che si vende è b protezione d:il
rischio di perdere i propri investimenti fìn:inzi:iri. M:i t:ile
rischio è crc:ito d:igli stessi opcr:itori fìn:inzi:iri speculando
:il rib:isso, favoriti in questo d:i governi che, ottcmpcr:indo
:ii dctt:imi dello St:ito priv:itizz:ito, non coordin:ino 1:i loro
:izionc per difendere, :id esempio, b posizione dcbitori:i di
uno di essi. Viene crc:it:i così :ircifìci:ilmentc l'inccrrczz:i in
chi h:i investito in quel debito, in modo poi d:i poter vende-
re b merce dcll:i protezione. Si crc:ino così "bolle" spccubti-
4. Categorie della cognizione sociale 123

ve, destin:ite, prim:i o poi, :id esplodere. In Americ:i, prim:i


del gr:inde defaulc del 2008, si eompr:iv:ino quote di e:ise :in-
eor:i d:i costruire, di cui poi si form:iv:i un merc:ico che li
:ipprezz:iv:i vertiginos:imente, sino :i che l:i "boll:i", m:ig:iri
perché qu:ilcuno pretendev:i il eontrov:ilore di un credito
orm:ii inesigibile, non è esplos:i, distruggendo il v:ilore di
quelle quote e bsci:indo invendute decine di c:ise inc:inco
costruite. O!:!i, il signifìc:ico si è ripreso i suoi diritti sull:i
fug:i verciginos:i del signifìc:ince, m:i ciò h:i coinciso con b
distruzione del suo v:ilore. L'oggetto rim:ine dunque lì iner-
te, priv:ito dclb su:i vesce di merce, che è l'unic:i che gli d:i
esiscenz:t soci:ile. Se il bvoro viene estr:itto e :iccumubco nei
sofì:w:irc e nei robot, oppure oeculc:ico "lonc:ino" :iffìnché b
su:i re:ild risulti invisibile, oppure sublim:ico in v:ilori che
esplodono periodic:imence nel ciclo dclb fìn:inz:i, il lin-
gu:iggio, d:il c:inco suo, viene m:inipobco in modo d:i rende-
re un:i pur:i fìnzione l'espressione pubblic:i di contenuti pri-
v:iri. E lo strumento csscnzi:ilc di r:ile svuor:imcnto è b
televisione. I contenuti priv:iti resi pubblici d:il lingu:iggio
non sono :ilrro che imm:igini mcdi:irc d:il segno, b cui fun-
zione è di sc:ibilizz:irlc per crc:ire un ordine cognitivo che è
lo specchio dell'ordine soci:ilc. M:i, come si vede ncll':irrc, le
imm:igini, prim:i di essere norm:ilizz:ite d:il segno, sono un
principio di crc:izione, uno st:impo interno su cui modclli:i-
mo il mondo esterno. Con le imm:igini crci:imo b re:ild. M:i
b re:ild, :inchc se spesso sembr:i "qu:ittro p:issi nel delirio",
non è c:10s e disordine. li problem:i dunque è come sorge
l'ordine, l'ordine dclb mente che crc:i l'ordine dclb rc:ild.
O!:!i occorre uscire fuori d:il puro mecc:inismo menc:ilc indi-
vidu:ile e :ill:irg:ire b visu:ile :ilb roc:ilid soci:ile. Abbi:imo
p:irbto di cognizione priv:it:i soci:ilizz:it:i d:il lingu:iggio. E
124 Capitalismo e cognizione sociale

:ibbi:imo detto che il luogo dclb priv:itczz:i è b socict:t civi-


le. D:i questo punto di vist:i, b socict:t e ivi le è mut:i, un c:ios
di immagini individuali inespresse. M:i css:i non proviene
d:il nulb, non è lì d:ill'ctcrnit:t. Al concr:irio, gli individui
priv:iti che b compongono sono emersi d:i un:i prim:i form:i
di soci:ilid in cui le imm:igini, poche, csscnzi:ili, :ippcn:i :ib-
bozz:itc, cr:ino comuni e gli individui stessi nc:inchc esiste-
vano. Semplicemente, non c'cr:i cognizione priv:it:t, m:i un
nugolo, uno stormo in cui ciascun singolo si riflcttcv:i negli
:iutom:itismi dcll':iltro. L:i socict:1 civile sorge d:ilb rottur:i
in mille pezzi di questo specchio n:irur:ile primordiale, in
cui il tutto riflette se stesso. Le imm:igini or:i sono infinite,
poiché ciascun fr:immcnto di specchio riflette in sé il tutto,
m:i scnz:i che il tutto csist:i piL1. L:i mutczz:i dclb socict:1
civile dipende dunque d:il venir meno di un:i rcgobzionc
n:itur:ile, cui css:i fo fronte cscogit:indo il lingu:iggio. È qui
che cntr:i in gioco ciò che i fìlosofì dclb politica chi:im:ino il
contr:itco, b socict:i politic:i, lo St:ito. In che modo'? Se b
socicd civile è lo specchio fr:inrum:ito in un:i infìnid di
frammenti, il linguaggio è lo specchio ricomposto, che solo
occulc:indo b genesi, come fo l'ontologi:i hcidcggcri:in:i, può
essere sc:imbi:ito per il tutto primordiale. In rc:ilt:i, il pro-
cesso è già :ind:ito molto :iv:inti, poiché i singoli individui
emersi d:ill'csplosionc dello stormo, cd cscr:inci orm:ii gli
uni :igli :ilcri, sono delle tot:ilit:i in sé concluse. Lo st:idio
psico:in:ilitico dello specchio, lungi dall'essere uno st:idio
primario, n:iscc d:i questo :iv:inz:ito bisogno di ricomposi-
zione. Q!i cncr:i in gioco il linguaggio. Entrare nello spec-
chio ricomposto del linguaggio, comporta il movimento di
fuoriuscire d:i sé e di :ilicn:irsi nel segno. Il linguaggio è, :il-
lor:i, lo specchio dcll':ilicn:izionc collcttiv:i, che consente :ii
4. Categorie della cognizione sociale

singoli divenuti individui cstr:mci di supcr:irc b rcciproc:1


cstr:rncit:i, m:1 :il prezzo di divenir :iltri rispccco :1 se stessi. È
qucst:i l'idc:izionc pubblic:i di contenuti discorsivi indivi-
du:ili. Non un:1 semplice contr:itt:izionc :irgomcnt:itiv:1, se-
condo un'idc:i scmplicistic:imcntc :itcmpor:ilc di dib:ittico
pubblico, m:i l':ilicn:izionc collccciv:i in un:i langue, in un co11-
cracco, in cui tr:imitc il segno si possono sc:imbi:irc imm:igini
priv:itc, così come tr:imitc b merce si possono sc:imbi:ire
prodotti di bvori priv:iti. Or:i, il luogo di quest:i :ilicn:izionc
collccciv:i, di qucst:i langue, di questo concratco, non è b n:i-
zione né b comunic:i loc:ile, :incor:i croppo vicine :ill:i priv:i-
tczz:i degli individui, m:i è, :ippunto, b sociec:i politica, ov-
vero lo St:ico come totalir:1 logic:i. La ror:ilic:i logica è b
ricomposizione della tor:ilir:i origin:iri:i, ma su un piano di
infÌnira porcnz:i e mobilità. La cor:ilic:i logica è b socicc:i
politic:1 o Sr:iro che sorcomcrre :i sé l'inrer:1 n:irura con le
infÌnirc :ibilic:i degli individui d:ilb cui riunione essa sorge,
trascendendoli in un:i unirà superiore che li rende i punti di
intersezione di infÌniri sc:imbi reciproci. Oggi, però, questo
Levi:ir:ino non bisogn:i pcns:irlo secondo gli :irr:irdari c:ino-
ni nor:irili delb documcnr:ilir:i: c:ircc, scriv:inic, ministeri,
g:izzcrrc uflÌci:ili er similia. Bisogn:i invece ccrc:irlo :ilrrovc,
in parricobrc nelle forme scinrill:inri dcll:i televisione. Si:1-
mo così rorn:iri :il punto, b televisione come strumento per
rendere llll:I fìnzionc l'espressione pubblic:1 di contenuti
priv:iti. Fr:i gli :1pp:1r:iri dello Sr:iro, oggi b televisione è l':ip-
p:ir:iro fond:imenr:ilc, quello che m:iggiormcnrc crc:1 con-
senso. E questo v:ile sopr:iccucco per l'lr:ili:1 dove, dopo l'in-
venzione del fascismo, :ill'inizio degli :inni Venti, :ill'inizio
degli :inni Nov:i nr:1 è sr:ir:i form:1lizz:1r:i un:1 nuov:i form:i di
governo, b videocr:izi:i. M:i perché b televisione è questo
Capitalismo e cognizione sociale

fondamentale apparato dello Stato'? Parti:tmo dal presuppo-


sto che b televisione non è tanto produzione di contenuti,
trasmissione di segnale, tecnologia delb ricezione e modello
di business, né ncws e traffico, sport e meteo, né serialità,
sport, t:ilk-show, rc:ility, t:ilent, inform:izionc, m:1 è inrrin-
scc:imcntc imm:iginc. Cerro, non è sempre st:lt:l immagine.
C'è st:lt:l infatti rutt:l un:1 fase in cui b televisione cr:1 p:irob
illusrr:1t:1, :inchc qu:indo, facendo spcrimcnt:izionc, si è in-
vcnt:ito il "flusso di imm:igini" scnz:1 commento. M:1 lì c'cr:1
:iddiritrura un:1 sublimazione delb televisione come p:irob,
come discorso r:1zion:1le, poiché il flusso non commcnt:ito,
"c:isu:ile" delle immagini, cr:1 un invito :ilio spctt:itorc :1 for-
mubrc, lui, il discorso intorno :1 quelle imm:igini. M:1 oggi
non è pili così e lo dimostr:1 il rifìuto e b m:1rgin:1lizz:1zionc
delb televisione "pcd:1gogic:1~ cdi qu:ilsi:isi forma di spcri-
mcnt:izionc telcvisiv:1 del genere sopr:1 richi:im:ito. Dunque,
oggi, b televisione è sopr:itrutto imm:iginc, nel senso di caos
di imm:igini, qu:isi b priv:1tczz:1 delb società civile squ:idcr-
n:lt:l in pubblico. B:isti pcns:irc :ilio z:ipping, non pili b frui-
zione del progr:1mm:1, m:i lo scorrere compulsivo rr:i pro-
gr:immi. Tucr:1vi:1, per qu:into qucst:1 riccrc:1 poss:1 essere
inccss:intc e c:isu:ile. lo z:ipping è sempre il p:1ss:1ggio d:i un
p:ilinscsto :1ll':ilrro. In rc:iltà, b televisione si regge sul p:1r:1-
dosso di un ordine ferreo, cscmplifìc:ito d:il p:ilinscsto, che
nei suoi contenuti deve offrire l'illusione di quel c:10s di im-
magini di cui è fucro il nostro mondo interno. Ecco perché
b televisione che :incor:i h:i più successo è b televisione gc-
ncr:ilist:i, perché con un contenuto ridotto :il minimo, agli
stereotipi, :1 ciò che è maggiormente :iccctt:ibile, offre b si-
mubzionc inintcrrott:i del c:ios interiore dell'individuo
muto, sorto dalb fr:1ntum:1zionc dello specchio origin:irio.
4. Categorie della cognizione sociale 127

li flusso di questo c:ios deve dur:irc sempre, di qui il p:inico


in quei momenti in cui l':innunci:irorc non s:i cos:i dire o
qu:indo rr:i un:i rr:ismissionc e l':ilrr:i lo schermo per qu:ilchc
isr:inrc si scurisce. Chi fa televisione, e h:i form:ilmcnrc rr:i-
sform:iro b televisione in :ipp:ir:iro di Sr:iro, questo lo s:i
molto bene. li problem:i è che, nel momento in cui, spec-
chiandosi nelb televisione, si crede di :ivcr inrr:ivisro il mcc-
c:inismo delb propri:i priv:irczz:i, in rc:ilr:i si è già st:iti in-
glob:iri nell'ordine occulto delb televisione, che è quello di
fornire l'illusione di un c:ios di imm:igini. L:i televisione rc-
:ilizz:i cosl un uscir fuori d:i sé, m:i solo rr:imirc b simubzio-
nc di questo uscir fuori. L:i televisione è :ilicn:izionc simub-
t:i, ovvero un contr:itto soci:ile fìttizio, l'illusione di uno
St:ito. Ecco perché, in lt:ili:i, un:i tr:ismissionc "critic:i" come
Blob d:i rrcnt':inni non riesce :i confut:irc b televisione, m:i
divcnt:i css:i stcss:i televisione. Blob frulb le imm:igini cre-
dendo d i sm:ischer:ire b "volg:irir:i" televisiv:i, il crasli, cioè il
fìnto e:ios delle imm:igini televisive, m:i siccome nell:i televi-
sione non c'è contenuto, m:i solo b simubzione del mecc:i-
nismo dell'uscir fuori, in re:ilt:i Blob fìnisce senz:i volerlo per
r:ippresent:ire :ill:i second:i potenz:i il c:ios simubto che è
proprio dell:1 televisione. In questo gioco infìnito di specchi,
b televisione è :1llor:1 l'ordine fond:ico sul null:1, un motore
che gir:1 infìnit:imenre :1 vuoto, un'infìnit:1 :1licn:1zione senz:1
oggettiv:izione. Con b televisione, si :1rriv:1 cosl :1ll0 stesso
punto del corso di sviluppo "n:1cur:1le". Lì si h:1 b soci:ilir:i di
un discorso monologico cnunci:ito d:1ll':1lto, in cui gli indivi-
d ui sono dei singoli "muri", ":igiti" d:1 un discorso concepito
:ilrrovc. ~i si h:1 1':1pp:1rcnz:1 di un discorso plurivoco, m:1
gli individui sono st:iti prelimin:irmcnrc resi "muri", cioè
svuot:iri e st:1nd:1rdizz:1ri, poiché il discorso che li ":igiscc" è
128 Capicalismo e cognizione sociale

il simulacro vuoto della plurivocic; solo :ipp:ircnccmcncc


prodotta d:i chi parla.

4.7. Social

Abbiamo detto che il linguaggio è lo specchio dcll':ilicn:i-


zionc collccciv:i, che oggi si inc:irn:i nel Lcvi:ic:ino televisivo,
fatto non di carte, scrivanie, ministeri, gazzette uffìci:ili, m:i
di quel caos :ipp:ircncc di immagini, che si regge sull'ordine
ferreo del palinsesto. In quest'ordine ferreo, però, sembra
essersi :iperc:i un:i profonda crepa, nel momento in cui In-
ccrncc, grazie :i dispositivi di connessione sempre pitt poten-
ti, flessibili e individualizzaci, h:i incominciato :i inc:icc:irc
il monopolio televisivo dell'immagine. Agli inizi della co-
municazione digitale, i primi strumenti dedicaci alla comu-
nicazione personale e alla creazione di communicy furono
i blog, i cui pose potevano avere una lunghezza variabile e
comunque non p:ir:igon:ibile :i quella prevista dagli odierni
siti di microblog. Poi venne F:iccbook con i pose ridotti ri-
spetto :ii blog e, successivamente, Twicccr, con il suo limite
dei 140 c:iracccri. M:i si cr:i sempre nel regno delb scrittura.
L:i svolc:i è avvcnuca quando sono :ipp:irsi social network
come lnsc:igr:im, Flickr, Pinccrcsc, b:is:ici sulb condivisione
di scacci, gr:ifìci e prodotti di gr:ifìc:i facili d:i comprendere,
condividere e rielaborare. Se :i ciò si aggiunge il cedimen-
to delb televisione, che h:i cercato di inseguire b mobilic:i
delb rete con un'offerta televisiva :id hoc, come le serie tele-
visive proposte in scrc:iming d:i vecchi (Sky, HBO) e nuovi
network (Nccflix, Am:izon), si h:i l'idea dei r:iggrupp:imcnci
di individui sempre più popolosi che, rifuggendo d:ii media
4. Categmìe della cognizione sociale

tr:idizion:ili, si costruiscono un proprio p:ilinscsto composto


di miti, r:icconti, contenuti d:i seguire e :iggiorn:irc ist:intc
per ist:intc. Se b televisione, :illor:i, cr:i l'imm:iginc che im-
poncv:i un ordine imposto d:ill':ilto, i soci:il sono l'imm:iginc
che crc:i un ordine gcncr:ico d:ii comport:imcnci e d:illc rc-
bzioni spont:incc e immcdi:itc cr:i gli individui. L'illusione,
:inchc qui, è di un:i complet:i libcrc:i, con cui potere tccno-
logic:imcncc controlbrc b propri:i e l':ilcrui imm:iginc. M:i,
:incor pili che ncll:i cclevisionc, l'infìnico c:ios delb rete è in
cffccci disciplin:ico d:i influcnccr - :ictivisti, scmprcconncs-
si, persone di prestigio, cclebric:i, menti cosiddcccc :iccivc,
trcndscttcr, che qu:ili nuovi "inccllcttu:ili org:inici" crc:ino
m:issc di followcr, ci rc:i scelte di consumo, gusci :irtiscici,
opzioni policichc, che crov:ino un riscontro non solo nei mi-
lioni di likc. m:i :inchc nel p:iss:iggio d:111':ilicn:izionc virm:ilc
:i qucll:i rc:ile, come mostr:ino i c:isi, t:into diversi, qu:into
riconducibili :i un'unic:i logic:i, dei mcctup delb lnst:igr:i-
mcrs lt:ili:i, insieme di :issoci:izioni n:it:i nel 2011, con l'obiet-
tivo di fare community, promuovere b mobile photogr:iphy.
r:iccont:irc l'lt:ili:i, e del M5S, movimento politico presto
mut:itosi in p:irtito, n:ito nel 2007 e giunto poi :il governo
dcll'lt:ili:i. I soci:il port:ino dunque :illc estreme conseguenze
b tr:isform:izionc politic:i inizi:it:i d:ill'imm:iginc telcvisiv:i.
Se con b televisione lo St:ito rim:inc :incor:i scp:ir:ito d:ill:i
socict~ civile, dccc:indo :i css:i l'ordine cui conform:irsi, con
i soci:il b società civile si fa St:ito, nel momento stesso in
cui pretende di :ibolirlo. lnfacci, Internet è il luogo in cui
ci si rifogi:i per sfuggire :ilb coscrizione dell'ordine dctc:ito
d:ill':ilto, m:i le intcr:izioni promosse d:ii soci:il gcncr:ino :i
loro volc:i un ordine t:into più coscriccivo, qu:into pili spon-
t:inco e irriflesso.
130 Capitalismo e cognizione sociale

4.8. Prospettiva

La televisione, dunque, e ancor pili i socia I network, mostra-


no che il progetto di un "modo di produzione comunitarion,
che recuperi del vecchio modo di produzione di merci o r-
gani quali b socicr:i civile e lo Stato, è impossibile, poiché
Stato e socicd civile, ben lungi dall'essere clementi "neutri",
in cui poter custodire i Lari della famiglia, della religione e
dcll'idcntit~ nazionale, subiscono modificazioni tali, da ren-
derli incompatibili con il nuovo, auspicato "modo di produ-
zione comunitarion. Non solo non sono possibili uno Stato e
una socicd civile senza capitalismo, ma il capitalismo stes-
so modifica tali istituzioni, rendendole funzionali alb sua
forma pili estrema, il totalitarismo di merci o capitalismo
assoluto, dalle ambizioni prometeiche smisurate. I nfotti,
c'è da chiedersi se b forma di vita social-tclcvisiv:i centrata
sull'immagine non sia solo il precursore, semplice e rozzo, di
un'estraneazione che si annuncia in forme pili evolute e so-
fisti c:itc. Incombe infatti b prospettiva che, d:igli algoritmi
che governano i frenetici flussi fin:inzi:iri glob:ili e m:inipo-
bno inccss:intcmcntc le conoscenze in rete, :igli :iutomi ro-
botici e cybcrorg:inici, sino :1ll':1ncor:1 futuristico downlo:id
dclb mente biologic:1 in un supporto inform:itico, b cogni-
zione soci:ile nel suo insieme poss:1 venire :i rrov:irsi nclb
si ru:izionc del le cffì mere, insctti scnz:1 bocc:1, d:111':ipp:i r:ito
digerente rudimcnt:ile, che nel breve bsso di tempo dclb
loro vit:i, :ippcn:1 un'or:1, mostr:ino rutt:ivi:i di possedere :ibi-
lid sp:izi:ili t:ili, d:1 cvit:irc collisioni in volo con i conspeci-
fici. Ol:!i b n:1rur:1 :ipp:irc qu:isi come puro pensiero, un':ilic-
n:izionc d:inz:intc che per dist:inzi:irsi d:1 quel conccntr:ito
di signific:ito che è il gcnom:1 h:1 bisogno solo di un :ibbozzo
4. Categorie della cognizione sociale

di corpo. Ebbene, b cognizione sociale che si profìb ap-


pare come puro pensiero, che, all'opposto, proprio perché
ha emarginaro il corpo, si propaga in un'ctcrnid cognitiva
cstr:inc:i :i se stessa, in cui gli individui sono gli angeli, muti
e oziosi, di un:i condizione tr:msum:in:i fìn:ilmcntc non pii'.1
religiosa perché defìnitiv:imcntc incorporea. Certo, b pos-
sibilid opposta di rip:ir:ire, :iecresecrc e potenziare il corpo
con protesi cyberorg:iniche, sembra poter scongiur:ire que-
sto esito idc:iliscico dello scontro sccobrc cr:i il p:irtito delb
res cogitans e quello della res extensa. Lo sc:illo che ne può
derivare, però, se d:i un beo pcrpcrucrcbbc le venerande ca-
tego rie delb religione, del linguaggio e del bvoro, dall'altro
renderebbe più acuto il dis:igio di questo cstcnu:inte concr:i-
sto, che non è solo teorico, ma investe, come :ibbi:imo visto,
i presupposti mccc:inicistici cd economicistici dello svilup-
po delle categorie delb cognizione sociale. Rcst:1 dunque
il problema di un superamento pratico di t:ili presupposti,
affidato non :il volon tarismo etico di un improbabile "modo
di produzione comunitario", m:i :i referenti soci:ili e forze
politiche di nuovo intcrcss:itc :illc questioni strutturali di
giustizia, dalb cui soluzione può derivare un:i forma di vit:i
:iltcrn:itiv:i :i quella soci:il-tclevisiv:i.
Capitolo 5

La religione della merce

Dare un senso :1 tutte le cose e sentire l:1 propri:i individu:ili-


d :il centro di tutto è un bisogno umano che sponcanc:imcn-
cc trova soddisfazione nella religione'. M:1 l:1 religione non
è solo un modo di conoscenza o un principio etico. L:1 reli-
gione comporta anche un cerco funzionamento della mente
sociale, porcata :1 rcifìc:irc le proprie operazioni di pensie-
ro, a proictc:irlc fuori di sé e :1 porle in un luogo lonc:ino
cd estraneo. Consapevolezze, come vedremo, presenti :111:1
coscienza dell'uomo già in età :1ncic:1. L:1 religione, dunque,
non si esaurisce nella cr:isccndcnz:1 :issicur:ic:1 dalle religioni
storiche che, vedremo anche questo, sono una duplic:izionc
di una pitt profonda religiosid del reale. M:i che cosa vuol
dire che il reale è religioso? Entriamo così nel cuore della
questione, ovvero il c:ir:itcere religioso della re:ild sociale
c:tpic:ilistic:1, che è cosa divcrs:i d:ill'originc religiosa del ca-
pitalismo o d:i ll'esiscenz:1 di una re ligione c:ipic:ilistica. Non
si tr:itt:t infatti di determin:ire il r:ipporco causale cr:i una
determinata religione storica e il comportamento ccono-

1. G. Luldcs, Estttica (1963), Ein2udi, Torino 1970, voli. 2, voi. II, p. 1370.
Capitalismo e cognizione sociale

mico c:ipit:ilistico', né di ind:ig:irc i contenuti di coscienza


delb religione c:ipit:ilistic:13, bcnsl di mostr:irc che b rc:ilt:1
soci:ilc c:ipir:ilistic:i è strurrur:ilmcntc religiosa. ~cst:i è b
prospcrriv:i ontologica di M:irx, qu:indo nel Capirale tr:itt:i
delb rcifìc:izionc delb merce sull:i b:isc di tre presupposti,
b continuità di rc:ilt:1 imm:igin:iri:i e rc:ilrà m:itcri:ilc, l'uni-
rà proccssu:ilc del bto corporeo-motorio con il bto :istr:it-
ro-idc:itivo delb mcnrc soci:ilc, b n:irur:i storico-gcnctic:i
dell'essere soci:ilc. N:itu r:ilmcntc, b prospettiva ontologic:i
non elide quelb c:ius:ilc e quelb contcnutistic:i, con le qu:ili
h:i diversi punti di cont:itto, m:i in un certo senso è :i esse
sovr:iordin:ir:i, come si può evincere d:illc :irgomcnt:izioni di
M:irx che nei prossimi p:ir:igr:ifì ricostruirò.

5.1. La reificazione come permanenza transitoria

Come ho detto, :ilcuni c:ir:irrcri delb rcifìc:izionc sono gi~ :it-


tcst:iti in età :intic:i. Per i Rom:ini, infatti, religioso è «ciò che
in virtt1 di un:i ccrr:i sancciras si trov:i lontano e scp:ir:ito d:i
noi»•. M:mc:i :incor:i b coscienza dell':iuroproduzionc di ciò

2. M. Wcbcr, L'eru:a prousmnu e lo spirito dd capiralismo (1,04-1905), in M.


Wcbcr, Sociologia ddla rdigione (1,20), Comunità, Milano 1,82, Yoll. 2, Yol. I, pp.
17-194.
3. W. Bcnjamin, Capicalismo come rdigione (1,21), in W. Bcnjamin, Seriai
polirici, Editori imcrnaiionali riuniti, Roma 2011, pp. 83-8,, ripreso con una
tndU2ionc leggermente modificata ìn appendice a S. Fr2nchini, (a cura di), Il
capicalismo divino. Colloquio su denaro, consumo, a>U e disrrozione, Mimcsis, Milano
2011, pp. 119-125.
4. «Rcligioswn quod proptcr s2nctitatcm aliquam rcmorum ac scposicum a
nobis sic»: Masurio Sabino, 15. a.C.- metà I scc. d.C., giurcconsulta, apud.t\ulo
t
Gcllio, Roma, circau; dC. -circa 166 d.C., NocusAccicai: N ,, cit. in BcnYc-
nistc, Vocabolarioddk isriruzioni indoeuropee, cit., ,·ol. II, p. 488.
5. La religione della merce

che è lont:ino e scp:ir:ito, :inchc se i G reci, con Senofane, sono


cons:ipcvoli del c:ir:ittcrc :intropomorfìzz:intc del b rcligionc5.
O!!csti signifìc:iti si ricomporr:inno in un tutto in cpoc:i mo-
dcrn:i, con Fcucrb:ich ccrr:imcntc, m:i sopr:ittutto qu:indo si
trovcr:inno tr:icccdclb rcifìc:izionc :inchc in :iltri :imbiti dclb
cognizione soci:ile. L:i si ritroverà, :id esempio, nel lingu:ig-
gio, dove i segni vengono concepiti come gli clementi di un
sistcm:i fìsso cd esterno :il singolo locutore, il qu:ilc non h:i su
di esso :ileun controllo6. L:i si ritroverà ncll:i mente infanrilc,
in cui i segni linguistici e le regole mor:ili vengono concepi-
ti come cose esterne cd cstr:incc, fìssc e immut:ibill E b si
ritroverà nello sc:imbio economico, dove le merci :ipp:iiono
come forme soci:ili che possiedono b fìssità di forme naturali,
indipendenti d:il controllo e d:ill':igirc coscienti dei loro pro-
durtori8. Come si spicg:i questa massicci:i presenza dclb rei-
fìcazionc nclb cognizione sociale? O!!:ilc funzione svolge nel
suo sviluppo? Ciò che si può dire in prima :ipprossim:izionc è
che b reificazione è uno st:idio che succede :i forme di soci:ili-
d pitt :intichc. Nel linguaggio, rr:ic fuori dalla rcald del segno
arcano, proprio dei primi sr:idi di sviluppo sociale, quando i
grammarici-saccrdoti detengono ancora il monopolio dell'ar-
te del linguaggio e li si consulta rispcrrosamenre sull'uso dei
segni 9. Nclb mor:ile, cosriruisce b fase di mezzo rra il bisogno
originario di reciproco afferro e b presa di coscienza di r:ile

; . Srnofanc, 1;-16, in I prcsoaaeici. Framm,nci , uscimonianz, , Einaudi, Tori-


no 198o, I, p. 149.
6. F. dc Saussurc, La lingua , lbpua ddlìnulligrnza. Du, laioni d,l urzo corso di
linguistica gmeral,, cit., p. 169; F. dc Saussurc, Corso di linguistica gmeral,, cit., p. 138.
7. J. Piagcc, Il giudizio moral, nd bambino, cit.,p. 45.
8. K. Mtt<, Il capirai,, dc., I, p. 1;4 c p. 174.
9. M.M. Dcshpandc, Evolucion of th, norion of authority (Pramanya) in th,
paninian cradicion, «Hiscoirc, tpisccmologic, Langagc•, 20/1, 1998, pp. ;-28.
Capitalismo e cognizione sociale

rc:ild origin:iri:i, che si tr:iducc nelb nozione fìn:ilc di bene


0
mor:ilc' • Nel comport:imcnto economico, infìnc, libcr:i d:ii
modi di produzione cconomic:i in cui prcdomin:i il c:ir:irrc-
rc pcrson:ilc e p:irticobrc dei r:ipporti di bvoro, rispetto :ilb
succcssiv:i indipcndcnz:i e gcncr:ilid". L:i rcifìc:izionc è dun-
que b m:inc:inz:i d'essere che l'essere soci:ilc p:itiscc nel suo
proprio sviluppo. Ess:i è un:i form:i di rr:insizionc, un equili-
brio provvisorio, che però si prcscnt:i con i c:ir:irrcri :issoluti
delb st:ibilid e dclb pcrm:incnz:i. M:i qu:il è b funzione delb
rcittc:izionc'? Ycdi:imo in proposito come M:irx descrive b
rcittc:izionc di merce nel Capirale:

Da dove nasce, dunque, il carattere enigmatico del prodotto


del lavoro, non appena riveste la fom1a di merce? Evidente-
mente, da questa stessa form:a. [...] L'enigma della forma merce
consiste dunque semplicemente nel fatto che, a guisa di spec-
chio, essa rinvia agli uomini l'immagine dei caratteri sociali
del loro lavoro come caratteri oggettuali degli stessi prodot-
ti del lavoro, proprietà naturali sociali di questi oggetti; [... )
Grazie a questo quid pro quo, i prodotti del lavoro diventano
merci, cose sensibilmente sovrasensibili, o sociali."

Il valore trasforma ogni prodotto del lavoro in un geroglifi-


co sociale. In seguito, gli uomini cercano di decifrare il senso
di questo geroglifico, di penetrare l'arcano del loro prodotto
sociale. ' 3

10. J. Piagct, Ilgiudizio moralt nd bambino, cit.,p. 43-


11. K. Marx, Il capiralt, cic., I, pp. 155-56.
12. h;, I, pp. 4,-150.
13- h;, I, pp. 152.
5. La religione della merce

Le forme che imprimono il suggello di merci ai prodoui del


lavoro e quindi sono presupposte alla circolazione delle mer-
ci, possiedono la fissità di forme naturali della ,'ira sociale
prima ancora che gli uomini cerchino di rendersi ragione non
del carattere storico di queste forme, che anzi considerano già
come immutabili, ma del loro contenuto...

Noti:1mochc per M:1rx il soci:1lc è ciò che è sensibilmente


sovr:1scnsibilc («merci, cose sensibilmente sovr:1scnsibili, o
sociali»), un punto di cui terremo conto nel prosieguo. M:i,
int:into, cos:1 intende M:1rx con gucstc espressioni, merce
come gcroglifìco, feticcio misterioso cd cnigm:itico, fìssit~
di forme n:1tur:1li? Cos:i viene rcifìc:1to nelb rcifìc:1zionc di
merci"? M:irx fo spesso riferimento :ill'«:intichità cbssic:i»,
:illc «:intichc religioni n:itur:ili e popobri», per indic:irc l':in-
tcccdcntc immcdi:ito con cui p:ir:igon:irc b rcifìc:izionc di
merci. Per restringerci :1lb religione dei Rom:1ni, presso cui
:1bbi:1mo trov:1to :1ttcst:1to un cr:1tto import:1ntc del signifì-
c:1to di rcifìc:izionc, css:1 cr:1 costituit:i d:1 cntit:1 divinizzate,
un:i moltcplicit:1 di m1mina, d:i m1men, "potenza", "volontà",
"com:indo", "presenza", "desiderio", con i gu:ili rcifìc:iv:ino
eventi e processi n:itur:ili e sociali, che venivano pcrsonifì-
c:iti cntifìc:indo il nome di gu:ilchc loro aspetto saliente. Per
d:irc un'idea dclb pcrv:isivid di gucsto processo rcifìe:itorio,
b:isti pensare :i gu:inte divinit~ presiedevano :il solo momen-
to dclb n:iscit:i di un bambino: :il momento del p:irto, si
:illont:in:iv:1no d:ilb c:is:i le dcc Fluvion:i (che :ivcv:i impedito
per mesi il flusso mestruale) e Alcmon:i (d:1 a/ere, nutrire:
qucll:t che :ivcv:i :ilimcnt:ito il feto), e :i loro si sostituivano
Capitalismo e cognizione sociale

b dc:i Numcrics, che :1ccclcr:1v:1 il p:irto, Lucin:i, che port:iv:i


il b:imbino :111:1 luce, Yitumnus, gr:izic :il quale cominci:iv:i
b vit:i, Y:itic:inus, che :iiut:iv:i il ncon:ico :i cmcrrcrc il primo
v:igito, F:icu:i che lo incor:1ggi:1v:1 :1 p:irbrc, F:ibulinus, che
gli inscgn:w:i :1 pronunzi:irc b prim:i p:irob. E poi :incor:i
Rumin:i (d:i nona, m:immclb), b dc:i che protcggcv:i l':ill:it-
t:imcnto, e infìnc Potin:i (d:i porare, bere) cd Educ:i (d:i ede-
re, m:ingi:irc), che sovr:iintcndcv:ino :i queste due funziont 5.
Presso i Rom:ini, dunque, b rcifìc:izionc cr:i uno strumento
di :1n:1lisi dclb rc:ilrà, non come opcr:izionc intcllctcu:ilc,
bensì, possi:imo dire sulb scort:i di Marx, come strumento
di produzione di forme «sensibilmente sovr:isensibili, cioè
soci:ili». Con b rcifìc:izione, in :ilrri termini, eventi e pro-
cessi n:icur:ili e culcur:ili non erano solo percepiti, m:i :ic-
quist:iv:ino csistenz:i soci:ilc. L:1 reifìc:izione er:1 il modo di
produzione dclb re:ilrà soci:ilc. O!_!esto è un punto che, :ill:i
luce dell'odierno costrurrivismo soci:ile, in p:irticobrc nclb
inAucnte versione di John R. Se:irlc, di cui già ci si:imo occu-
p:iti in precedenz:i, richiede un :ipprofondimcnco ncccss:irio
:ii fìni dclb ricosrruzionc delle argomentazioni di M:irx che
qui sto proponendo.

5.2. Reificazione e simbolizzazione

Riprcndi:imo dunque l'esempio che fo Se:irlc di un:i linc:i di


pietre che m:irc:i un confìnc. Come s:ippi:imo, egli sostiene

1;. G. Durnc:zil, La rdigwn< romana arcaica (1,74), Rizzoli, Milano 2011', p.


46; E. Canu.rdla, Educa, Lucina< Fabulinus. Gli d<i amid d<i bambini, «Corriere
della Sera», 24 aprile 2010.
;. La ,-digione della merce

che ciò può :icc:idcrc grazie :ilb simbolizzazione, cioè :ilio


srare per che fa sì che un oggetto come b pietra scia per b
16
funzione di segnare un confinc • Losrare per è quindi ciò che
rr:isform:i b picrr:i in un oggetto sociale. Di questo processo,
Sc:irlc dà b seguente formub:

X equivale :i Y in C

dove X è b pietra, Y è il confine e C è il «disposi rivo simboli-


co esterno>> r:ipprcscnr:ibilc con l'cnunci:ito "O!!csr:i è b mi:i
proprietà"';_ Come :ibbi:imo già osscrv:iro, in questa formu-
bzionc di Sc:irlc c'è un'evidente inversione logica che iposr:i-
rizzz:i l'esito finale del processo generico. Infarti, se facciamo
riferimento :incor:i :ilb religione rom:in:i, l'csisrcm::i in css:i
del dio Tcrminus, preposto :ilb cusrodi:i dei confini delle
proprietà privare e del territorio dello St:ito, mostra che il
confine non è gcncr:ito d:ill:i simbolizzazione come funzione
:isrr:itt:t già belb e form:ir:i, bensì d:ill:i reificazione per b
qu:ilc il soggetto soci:ilc si sente :iutorizz:iro d:ill'esistcnz:i
di un numen :i porre b fib di pietre che sr:i per il confine,
che s:irà possibile m:intencre gr:izic :ill:i protezione di quel
numen :i su:i volt:i inconsapevolmente gener:uo d:ilb mente
16
collettiv:i di cui il soggetto fa p:irre • Si porrebbe obicrr:ire
che anche nell:i simbolizzazione il soggetto si sente :iuroriz-
z:iro d:il diritto :i porre che "O!!esr:i è b mi:i proprietà". M:i
solo :ibusiv:imenre si porrebbe considerare il diritto come b
proiezione ineons:ipevole di oper:izioni di pensiero di un:i

16. J.R. Scarlc, Mrnct, linguaggio, socimi, cit., p. 162.


17. h;, p. 163-
18. G. Picc:aluga, Tmninu.s. I stgni di confin,, ndla rtligiont romana, cit.
Capitalismo e cognizione sociale

collccrivid d:ir:i. L:i formub di Sc:irle, in effetti, tenendo


conto delb rcifìc:izionc rcligios:i, andrebbe cosl riformubr:i:

((X equivale :i Y in C) S) $

dove il dispositivo simbolico esterno è l'cnunci:iro "~csr:1


picrr:i è un confìnc per volere di Tcrminus", preso :i carico
d:i S, il singolo di un soggccro collccrivo che, rifacendoci :i
un:i nor:izionc di L:ic:in, possi:11110 indicare con un:i esse b:ir-
r:it:t ($), ovvero un soggetto collettivo che pone su di sé un:i
b:irr:i, cioè il comando di un:i entità s:inr:i, e perciò csrcrn:1
e lonr:1n:1. L:1 rcifìc:izionc, dunque, non è csorn:iriv:i rispetto
:ilb simbolizz:izionc, m:i è crc:iriv:i sin d:il suo esordio, poi-
ché è rr:imirc css:i che gli oggetti divengono sociali. Solo in
seguito quesr:i prassi reifìc:inrc si srilizz:i, riducendosi :ilio
schem:1 simbolico del diritto. M:1 se non ricosrrui:imo il pro-
cesso generico che porr:i d:il pensiero spontaneo rcifìc:inrc
:ilio schema simbolico :isrr:irro, non riusciamo :i sapere non
solo d:i dove viene b simbolizzazione, m:i sopr:irrurro :i
qu:ile re:ild inerisce. Un:i re:ilrà rutt':ilrro che evidente, d:il
momento che le rcifìc:izioni di merci che b popobno, ci si
presentano, :il p:iri dei 1111mina romani, con b fìssit:1 di for-
me n:irur:ili potenti e misteriose.

5.3. Merce e numen

li punto, infatti,è questo, l'omologi:i rr:i b divinità religiosa


e il feticcio delb merce. È M:irx stesso :i suggerirb, con un
procedimento :1rgomenr:1rivo che :1v:1nz:1 in due r:ippe. L:i
prim:i r:ipp:i è cosriruir:i d:i un':1n:1logi:1 per opposizione rr:1
5. La religione della merce

b rcifìcazionc di merci e il fenomeno delb vista; b secon-


da tappa, d:i un':in:ilogi:t per somiglianza tr:i b rcifìc:izionc di
merci e il fenomeno religioso. Ol!anto :1ll:1 prim:i t:tpp:i, ceco
il p:isso di M:irx:

Analogamente, l'impressione luminosa di una cosa sul nervo


ottico si rappresenta non come stimolo soggetti\•o dello stesso
nervo, ma come forma oggetti\•a di una cosa esistente al di
fuori dell'occhio. Senonché, nell'atto del vedere, la luce è re-
almente proiettata da una cosa, l'oggetto esterno, su un'altra,
l'occhio; è un rapporto fìsico tra cose fisiche; mentre la forma
merce, e il rapporto di \'alore fra i prodotti del lavoro in cui
essa si esprime, non hanno assolutamente nulla a che vedere
con la loro natura fìsica e coi rapporti materiali che ne discen-
dono: è solo il rapporto sociale ben determinato esistente fra
gli uomini che qui assume ai loro occhi la forma fantasmago-
rica di un rapporto fra cose.'1

In sost:inz:i, qui M:irx st:i sostenendo che esistono due li-


velli delb mente, quello percettivo e quello soci:ilc. Nel livel-
lo percettivo, gli oggetti gcncr:iti d:ilb mente sono costituiti
d:i r:ipporti fìsici tr:i cose fìsichc (b luce connette l':ilbcro
che vedo con qucll':iltra cos:i che è il mio occhio). Ol!csro li-
vello è studi:iro dalb psicologi:i con i suoi metodi osscrv:irivi
e spcrimcnr:ili. Nel livello soci:ilc, invece, gli oggetti sono
":irbirr:iri" rispetto alb rcald fìsic:i (b merce non h:i null:i
a che vedere con b su:i reale~ fìsic:i) e l'ing:inncvolc form:i
oggcttu:ilc che :issumono («rapporto fr:i cose») è in rc:ild b
rcifìcazionc di un rapporto soci:ilc esistente fr:i gli uomini.

•~- K. Man:, Il capicalc, cir., I, p. 150.


Capitalismo e cognizione sociale

Come o rm:ii s:ippi:imo, questo livello è studi:iro d:ilb criric:i


dell'cconomi:i poliric:i, ovvero d:ill'onrologi:i srorico-gcncti-
c:i. Vedremo nel prosieguo come si chi:iriscc questo c:ir:ir-
tcrc ":irbirr:irio" delb merce rispetto :ilb su:i rc:ilt:i fìsic:i.
lnt:inro, qu:inro :ilb sccond:i r:ipp:i dell':irgomcnr:izionc di
M:irx, ecco ciò che egli sostiene circ:i b somigli:inz:i tr:i b
rcifìc:izionc di merci e il fenomeno religioso:

Per trovare un':malogia a questo fenomeno [della reificazio-


ne di merci), dobbiamo rifugiarci nella regione nebulosa del
mondo religioso. ~ i prodotti della testa um:ma appaiono
come figure autonome, dotate di vita propria, che st:mno in
rapporto l'una con 1'21.tra e tutte insieme con gli uomini. Così
accade, nel mondo delle merci, anche ai prodotti della m:mo
um:ma. Questo io chiamo il feticismo che aderisce ai prodotti
del lavoro non appena sono prodotti come merci, e che quindi
è inseparabile dalla produzione di merci."°

Noti:imo che qui M:irx distingue rr:i i prodotti delb «rcst:i


um:in:i» e quelli delb «m:ino um:in:i». Con b rcifìc:izionc di
merci si p:iss:i, dunque, in modo processu:ilmenre unir:irio,
d:ilb re:ild imm:igin:iri:i dell:i «religione n:icur:ilc e popob-
re» :ilb re:ild m:iteri:ilc delb produzione economic:i, b qu:i-
lc però non per questo è pili "re:ilc" delb re:ild imm:igin:iri:i.
Come :ibbi:imo visto, infatti, b re:ild imm:igin:iri:i dei 1111-
mina brini costituisce :i rutti gli effetti b re:ild soci:ilc dei
Rom:ini, r:into che in ess:i, e solo in ess:i, si può n:iscerc, m:i
:inchc sr:ibilirc confìni, celebr:ire m:itrimoni, colriv:ire terre-
ni, e qu:int':iltro. A questo punto, due questioni lcg:ite l'un:i

20. lvi, p. 150.


5. La religione della merce 143

:ill':ilrra ci si p:irano davanri. La prima consisrc nello sr:ibili-


rc se b rcifìc:1zionc delb rcalrà immaginaria delb religione
e b rcifìc:izionc delb rcalrà marcriale delb produzione eco-
nomica dipendono cnrrambc dallo srcsso processo religioso
di creazione dclb rc:ilrà sociale, laddove per religioso in ren-
diamo il porre in un'aura di sancciras, cioè di lonrananza cd
csrrancirà, ciò che è un prodotro del soggctro. La seconda
questione consiste nello stabilire che cosa b mente sociale
rcifìca, che cosa trasforma in feticcio, riguardo :ii prodotti
delb mano umana.

5.4. Il valore come numen

Cominciamo da quest'ultima questione, rileggendo per in-


tero il passo del Capirale in cui Marx introduce il tema del
carattere enigmatico delb merce:

Da dove nasce, dunque, il carattere enigmatico del prodotto


del lavoro, non appena riveste la forma di merce? Evidente-
mente, da questa stessa forma. L'eguaglianza dei lavori umani
assume la forma materiale dell'eguale oggettività di valore dei
prodotti del lavoro; la misura del dispendio di forza lavoro
umana mediante la sua durata temporale assume la forma del-
la grandezza di valore dei prodotti del lavoro; infine, i rappor-
ti fra i produttori, nei quali le determinazioni sociali dei loro
lavori si attuano, assumono la forma di un rapporto sociale
fra i prodotti del lavoro. L'enigma della forma merce consiste
dunque semplicemente nel fatto che, a guisa di specchio, essa
rinvia agli uomini l'immagine dei caratteri sociali del loro la-
voro come caratteri oggettuali degli stessi prodotti del lavoro,
Capitalismo e cognizione sociale

proprietà naturali sociali di questi oggetti; quindi rinvia loro


anche l'immagine del rapporto sociale fra i produttori da un
lato e il lavoro complessivo dall'altro come rapporto sociale
fra oggetti, rapporto esistente al di fuori dei produttori me-
desimi. Grazie a questo quid fll'O quo, i prodotti del lavoro di-
ventano merci, cose sensibilmente sovrasensibili, o sociali."

E subico dopo, M:irx :iggiungc:

Gli oggetti d'uso in generale diventano merci solo perché


prodotti di lavori privati, eseguiti l'u110 indipendencemence dall'a~
tro. L'insieme di questi lavori privaci forma il lavoro sociale
complessivo. Dato che i produttori entrano socialmente in
contatto solo mediante lo scambio dei prodotti del loro la\·o-
ro, è anche solo all'interno di questo scambio che i caratteri
specificamente sociali dei loro lavori priYati si manifestano.
OvYero, è solo attraverso i rapporti in cui lo scambio pone
i prodotti del lavoro e, per il loro tramite, i produttori, che
i laYori privati si attuano veramente come articolazioni del
lavoro sociale complessivo. Perciò, ai produttori, i rapporci
sociali fra i loro lavori privati appaiono come quel che sono,
cioè non come rapporti immediatamente sociali fra persone
nei loro laYori medesimi, ma come rapporti materiali fra perso-
ne e rapporti sociali fra cose. Solo all'interno del loro scambio
i prodotti del la\·oro ricevono una oggettiYità di valore so-
cialmente eguale, distinta dalla loro oggettività d'uso sensi-
bilmente diYersa.""

21. M, pp. 149-150.


22. lvi, pp. 150-51.
5. La religione della merce

Come si vede, nclb rcifìc:izionc di merci, il nesso su cui


si insiste è quello cr:i bvoro e v:ilorc. Infatti, è cr:imitc il
v:ilorc che i bvori um:ini vengono oggcttiv:imcntc cgu:igli:iti
(rcifìc:izionc dclb ctcrogcncit:t dei bvori um:ini), è cr:imitc
il v:ilorc che viene misurato il tempo di bvoro (rcifìcazionc
del dispendio di forza bvoro) cd è ancora tramite il valore
che viene rcifìcato l'intero rapporto del soggetto con l'altro
soggetto richiesto dal lavoro. 11 valore, dunque, questa nuova
e pili ascratta catcgoria del pensiero soci:ile spontaneo, è il
numen anonimo che, insediatosi nel rapporto sociale fra i
produttori, presiede agli infìniti scambi di merci. Rifacen-
doci alla formub utilizzata sopr:t circa b rcifìcazionc del
rapporto di proprict:t istituibile tramite Tcrminus, porrem-
mo ora porre quanto segue:

(X equivale a Yin C., C 2, C 3, ... , CJ S, x S2 x S3 ... x Sn

dove l'oggetto X sra per il valore Y, ovvero per il bvoro socia-


le ascratto necessario a produrlo, in virtù del quale le infìni-
tc merci C,, C 2, Ci, ...• Cn circol:mo nella totalit:t degli infì-
niti sc:imbi di cui i soggetti S, x S, x ~ ... x Sn sono i singoli
nodi. Come si vede, rispetto :ilb formub dell:i rcifìc:izionc
rcligios:i «n:itur:ile e popobrc», qui i singoli si sono sciolti
d:il soggetto collettivo $ su cui pcs:iv:i il com:indo di lll1:l po-
tcnz:i cscr:inc:i e lont:in:i, e sono divenuti individui priv:iti.
Non c'è pili dunque un bordo che li cr:ittcng:i dentro b rc:il-
t ~ cstr:ini:it:i dcll:i s:intit:t. Con il loro sfrcn:ito movimento23,
invece, popobno uno sp:izio :ipcrto e infìnito. M:i qu:ili sono
i c:ir:ittcri di questo sp:izio'? Che tipo di :ipcrrur:i è, che in-

23. K. Marx, Sullaqutscion, ,braica, ci,., p. 99.


Capitalismo e cognizione sociale

fìnit:i è, qucst:i che i soggetti divenuti individui :iutonomi


possono percorrere? Un indizio import:intc ci viene d:il fat-
to che il dispositivo che intcrprct:i il r:ipporto cr:i l'oggetto e
b funzione di st:itus, non è un dispositivo linguistico, come
ncll:i formub di Sc:irlc, m:i un:i cos:i m:itcri:ilc che mcdi:i un
r:ipporto cr:i soggetti. Che rc:ild è qucst:i rc:ild fatt:i di cose
:ittr:ivcrso cui p:iss:ino i r:ipporti cr:i gli individui?

5.5. Il culto dell'uomo astratto

li modo migliore per rispondere :i qucst:i dom:ind:i è di fare


riferimento :i un:i rc:ild soci:ilc in cui i r:ipporti cr:i gli in-
dividui non sono mcdi:iti d:i cose. È qu:into fo M:irx con ciò
che oggi chi:imcrcmmo un esperimento mcnt:ilc:

Trasferiamoci ora dalla ridente isola di Robinson nel cupo


Medioevo europeo. O!:!i, invece dell'uomo indipendente, tro-
viamo tutti dipendenti - servi della gleba e latifondisti, vas-
salli e signori feu~i, laici e preti. La dipendenza personale
caratterizza i rapporti sociali della produzione materiale, tan-
to quanto le sfere di vita erette sulla loro base. Ma appunto
perché rapporti di dipendenza personale costituiscono il fon-
damento sociale dato, lavori e prodotti non hanno bisogno di
assumere una forma fantastica, diversa dalla loro realtà: en-
trano come servizi e prestazioni in natura nel meccanismo so-
ciale. La forma naturale del lavoro, la sua particolarità - non
la sua generalità, come sulla base della produzione di merci-,
è qui la sua forma immediatamente sociale. La corvée è misu-
rata mediante il tempo esattamente come il lavoro produtto-
re di merci, ma ogni sen•o della gleba sa che quella che spende
5. La religione della merce

al servizio del padrone è una qumtità data della propria forza


lavoro personale. La decima da fornire al prete è più chiara
che la benedizione del prete. Comunque si giudichino le ma-
schere con cui gli uomini si presentmo l'uno di fronte all'alcro
su questo palcoscenico, in ogni caso i rapporti sociali fra le
persone nei loro lavori appaiono quindi come loro propri rap-
porti personali, e non travestiti da rapporti sociali fra le cose,
fra i prodotti del lavoro. 24

Sempre con le p:irolc di M:irx, in modo differente inve-


ce funzion:i b rc:ilt!i soci:ilc domin:it:i d:il feticismo dclb
merce:

Q__uando io dico che l'abito, lo sti\,ale ecc., si riferiscono alla


tela come incarnazione generale di lavoro astrattamente
ummo, l'assurdità di questa espressione balu agli occhi. Ma,
qumdo i produttori di abiti, stivali ecc., riferiscono queste
merci alla tela - o all'oro e all'argento, il che non cambia nulla
alla questione - come equivalente generale, il rapporto fra i
loro lavori priYati e il lavoro sociale complessivo appare ad
essi appunto in questa forma assurda. Forme di questo genere
costituiscono precisamente le cacego1ie dell'economia borghe-
se. Esse sono forme di pensiero socialmente valide, quindi og-
gettive, per i rapporti di produzione propri di questo modo di
produzione sociale storicamente dato: la produzione di merci.•i

In :ilrri termini, nel suo processo di crc:izionc dclb rc:ilr!i


soci:ilc, il pensiero soci:ilc spontaneo procede secondo un:i

24. K. Mane, Il capirai,, cic., I, pp. 155-56.


25. h;, pp. 153-54.
Capitalismo e cognizione sociale

successione gcnccic:i che p:ircc d:1ll:1 rcifìc:izionc dei prodot-


ti delb ccsc:i dell'uomo e prosegue con b reifìc:izionc dei
prodotti delb su:i m:ino. Il din:imismo di questo processo
è :issicur:ico d:ill'unic:i proccssu:ilc che lcg:i il beo corporeo-
motorio e quello :iscr:icco-idc:icivo delb men cc soei:ilc. Sc:in-
do :ilb ricostruzione di M:irx, nelb prim:i c:ipp:i di questo
processo c:ilc r:ipporco è sovr:idcccrmin:ico d:il beo :iscr:ic-
co-idc:icivo:

Nei modi di produzione dell'antica /\sia, dell'amichid clas-


sica ecc., la trasformazione del prodotto in merce, e quindi
l'esistenza degli uomini come produttori di merci, recita una
parte subordinata, che però assume tanta più importanza,
quanto più le comunità entrano nello stadio del loro declino.
Veri e propri popoli mercantili non esistono che negli imer-
mundi del mondo amico, come gli dèi di Epicuro, o come gli
Ebrei nei pori della società polacca.''

O!!cst:i subordin:izionc del corporeo-motorio :ill':iscr:it-


co-idc:icivo è l'cffccco di ritorno del b:isso gr:ido di sviluppo
delb cognizione soci:ilc, se con questo termine inccndi:imo
il r:ipporco tr:i uomo e uomo e cr:i uomo e n:icur:i:

~egli amichi organismi sociali di produzione sono infinita-


mente più semplici e trasparenti dell'organismo borghese, ma
poggiano o sull'immaturità dell'individuo, che non ha ancora
spezzato il cordone ombelicale dei vincoli naturali di specie
con altri individui, o su rapporti immediati di signoria e ser-
vitù. Essi sono il frutto di un basso grado di evoluzione delle
5. La religione della merce

forze produttive del lavoro e della corrispondente limirarezza


dei rapporri umani enrro la cerchia del processo di produzio-
ne e riproduzione della vira mareriale, e quindi del processo
intercorrente fra uomo e uomo e fra uomo e narura.' 7

Infine, le :111tiche religioni naturali e popobri sono il ri-


flesso ideale di cale basso grado di sviluppo delb cognizione
sociale:

Quesra limirarezza reale si rispecchia idealmente nelle anti-


che religioni narurali e popolari. Il riflesso religioso del mon-
do reale può scomparire, in genere, solo quando i rapporti
della vira prarica quoridiana presenrino ogni giorno all'uomo
relazioni limpidamenre razionali col proprio simile e con la
:$
narura.

Q!i, come si vede, Marx fo due affermazioni. Con b pri-


ma, fìssa sul piano storico-genetico il rapporto di circobric:i
oncologica era prodotti delb cesta dell'uomo e prodotti delb
mano umana: «questa limicacczza reale si rispccchi:t ideal-
mente nelle antiche religioni nacurali e popobri». Con b se-
conda, enuclea il principio generale del "controllo raziona-
len, quale meta dello sviluppo genetico dell'essere sociale: «i/
riflesso religioso del mondo reale può scomparire, in genere,
solo quando i rapporti delb vica pratica quotidiana presen-
tino ogni giorno all'uomo relazioni limpidamente razionali
col proprio simile e con b natura». li riflesso religioso non è
dunque un rispecchiamento passivo. Nello stadio «nacurale
Capitalismo e cognizione sociale

e popobrc», il riflesso religioso è qu:isi uno specchio m:igico


che crc:i b rc:ilcà. È solo l'inccnsifìc:irsi del r:ipporro onco-
logico rr:i ccsc:i e m:ino dell'uomo che "spegne" lo specchio
e crc:i un:i rc:ilc:i i cui r:ipporci sono rurri sorro il conrrollo
di chi li produce. M:i prim:i che lo specchio si spcng:i del
cucco, esso m:ind:i :incor:i dei bagliori che ineriscono profon-
d:imcncc :il pensiero soci:ilc sponc:inco. Infacci, nello sc:idio
delb merce, successivo :i quello «n:icur:ilc e popobrc», il ro-
vcsci:imcnco del r:ipporro cr:i il corporco-mocorio e l':iscr:ic-
ro-idc:icivo, con b rcbciv:i subordin:izionc di qucsc'ultimo
:il primo, non conduce :i un mccc:inico cssicc:imcnco delb
rcifìc:izionc dcll:i rc:ilt:i imm:1gin:1ri:1, m:i provoc:i un:i su:i
rr:isform:izionc che M:irx cosl descrive:

Per una socied. di produttori di merci, il cui rapporto di pro-


duzione generalmence sociale consiste nel comportarsi verso
i loro prodotti come verso merci e quindi valori, e nel riferi-
re gli uni agli alrri, in questa forma materiale, i loro lavori
privati come eguale lavoro umano, il cristianesimo con il suo
culto dell'uomo asrrano - specialmence nel suo svolgimento
borghese, nel protestantesimo, deismo ecc. -, è la forma più
adeguata di religione.~

In :ilcri termini, mcncrc nelle società che precedono lo


sc:imbio di merci il pensiero soci:ilc spont:inco si rcifìc:1
nelb onnicomprcnsiv:i dimensione :1scr:1cco-idc:1tiv:1, ncll:i
società di merci c:ilc rcifìc:izionc si duplic:i in un:i dimen-
sione corporco-mocori:i, che :issoggccc:i quelb :1scr:1cro-idc-
:1tiv:1, rispecchiandosi in css:i. °-i:!csco "riflesso", però, non

2~. K. Man:, Il capicalc, cit., I, p. 157.


;. La religione della merce

è un riflesso qu:ilsi:isi m:i, benché in form:i "mirologic:i",


simbolcggi:i b struttur:i delb nuov:i rc:iltà m:itcri:ilc rcifì-
c:it:i. lnfotti, !'«uomo :istr:itto» del cristi:incsimo è l'indivi-
duo che, per il suo r:ipporco costituivo con Dio, :icquisiscc
quel «v:ilorc infÌnito» che lo rende :issolut:imcntc libcro 30. È
l'individuo che è «investito dcll'univcrs:ilc (o v:ilorc) prim:i
e indipendentemente d:ilb società :i venire,?'. lnsomm:i,
come per l'oggetto di v:ilorc rispetto :ill'oggctto d'uso, :inchc
per l'individuo il v:ilorc viene prima - prim:i dello sc:imbio,
prim:i del r:ipporto soci:ilc. M:i come possi:tmo c:ir:ittcriz-
z:irc ulteriormente il v:ilorc? li v:ilorc è il corrispettivo dclb
ricchczz:i prodott:i d:il bvoro, cioè d:i quel sistcm:i fìn:ili-
stico che è il corporeo-motorio, e b ricchczz:i è «l'univcr-
s:ilit:i dei bisogni, delle c:ip:icit!i. dei godimenti, delle forze
produttive ccc. degli individui, gcncr:ic:i nello sc:imbio uni-
vcrs:ilc»32. ~cst:i crc:itivit:i :issolut:i, simbolcggi:tt:i "mito-
logic:imcntc" d:ill'onnipotcnz:i del nuovo Dio monoteistico,
:il livello :iscr:itto-idc:itivo tr:isform:i un oggccco in merce
e il singolo in un individuo :iutonomo. li v:ilorc, dunque,
sorto d:il processo storico-genetico dello sc:imbio univcr-
s:ilc, ncll'cpoc:i delb modernità cristi:tno-borghcsc coloniz-
z:i l'intcr:i tot:ilit:i soci:ilc, :issoggccc:indob :illc stesse leggi
che, come s:ippi:tmo, un linguist:i come S:iussurc h:i messo
in cvidcnz:i nel sistcm:i dei v:ilori linguistici: diffcrcn z:i e
opposizione, cgu:1gli:1nz:1 e intcrsc:imbi:ibilic:i. L:i merce è

30. G.W.F. Hcgd, Encicl<>p(dia ddk scùnu filosofiche in compendio (1817), La-
tcrza, Bari 15756, ,·oli. 2, t. Il, p. 474.
31. G. Della Volpe, La libirra comunisra. Saggwdi una critica ddla ragion "pura•
pratica (1546), in G. Della Volpe, Opat, Editori Riuniti, Ro= 1572-73, Yoll. 6,
\'Ol. IV, p. 21.
32. !vbr.c, Linaimrnri fondamcnmli di critica dell'economia po/irica («Grundrisse;,)
(1857-1855), a . ic. di G. Backhaus, Einaudi, Torino 1576, ,·oli. 2, ,·ol. I, p. 466.
Capitalismo e cognizione sociale

dunque ":1rbirr:1ri:1" rispetto :ilb su:1 rc:ild fìsic:1 , perché


è un sistema di valori. Ma rispetto al sistcm:1 linguistico,
l'":irbirr:iricd" delb merce indica il farro storico-genetico
dclb rcifìc:izionc, farro non puramente funzionale, come
nel sistema dei segni, ma oncologico che, subentrando ai
r:ipporri personali e p:irticobri della soci:ilir:i prc-modcr-
n:i, rr:isform:i il singolo in individuo, rendendolo clcmcnro
di un rutto :iscr:itto. L:1 socicr:i crisci ano-borghese è dunque
il rutto :isrr:irro. E l':iscr:izionc del valore è il principio on-
cologico che succede :ilb "concrcrczz:i" dello sr:idio :inrc-
riorc, m:inifcsr:indosi "micologic:imcncc" nel culto crisri:ino
dell'uomo :isrr:icro. Il crisri:lncsimo, perciò, proprio perché
religione dell'individuo «:isrr:itto, solitario, prcsocialc» 33, è
b religione non dei deboli m:t dei lupi solitari che si :iv-
vcnrnr:ino in cerca di prede nello spazio sociale divenuto
infìnico.

5.6. La duplice reificazione

Dunque nelb socicc:i moderna, b religione come rcifìc:i-


zionc non solo non muore, ma si duplica, da un beo, nella
dimensione :iscr:icco-idc:iciv:i, d:ill':ilcro, in quella corporco-
mocori:l, emersa dalla rocrnra del recinto della sancciras. In
questo senso, allora, b rcifìc:izionc di merce diviene b nuo-
v:i condizione religios:i sccobrizz:ic:i dclb modernità c:ipi-
c:iliscic:i che, all:i coscicnz:i del soggetto, si presenta con il
c:ir:irrcrc di ncccssic:i proprio di un facto narnralc:

33. G. Odia Volpe, La libara comunisra. Saggio di una criticaddla ragion "pura•
pratica, cit., p. 21.
5. La religione della merce

Il fa.eco che il carattere specificamente sociale dei lavori priva-


ci reciprocamente indipendenti consista nella loro eguaglian-
za come lavoro umano, e assuma h forma del carattere di va-
lore dei prodotti del lavoro, appare canto definiti\'o a coloro
che sono irretiti nelle maglie dei rapporti della produzione
mercantile, quanto il fa.eco che la scomposizione scientifica
dell'aria nei suoi elementi lasci sussistere h forma gassosa
come forma di un corpo fisico.34

O!:!csco «miscico velo di ncbbi:i» che :ivvolgc gli individui


delb coc:ilidsoci:ile rcifìc:ie:t, dileguerebbe se ci fosse un «con-
crollo coscicncc, e conforme :id un pi:ino» delb produzione
corporco-mocori:1 3', se cioè, :ind:mdo olcrc b rcifìc:izionc che
irrcciscc in ogni su:i dimensione b cognizione soci:ile, si :irriv:is-
sc :i un:i sinccsi in gr:ido di congiungere, nelb cons:ipcvolezza
dello scopo, b cicca poccnza producciva del corporco-mocorio
e b micologica capacid rapprcscncaciva dell'ascracco-idcacivo.
Ma cale presa di coscienza richiede uno sviluppo che invesca
circobrmcncc l'incero organo della cognizione sociale:

perché ciò avvenga, si richiede una base materiale della so-


cied., o una serie di condizioni materiali di esistenza, che
sono a loro volta il prodotto organico di una lunga e tormen-
tata scoria di sviluppo)6

li fucuro delb cognizione sociale dipende dunque dall'c-


sico delb sua aucorcgobzionc, un processo «lungo e cormcn-

34. K. M=, 11 C'2fÌtal,, cic., I, p. 152.


35. h;, p. 158.
36. lbiifun.
Capitalismo e cognizione sociale

t:ito» che d:illo st:idio delb concrctczz:i e del n:irur:ilismo, :i


quello dell':istr:izionc e dello storicismo, :i quello delb rr:1-
sp:ircnz:1 e del controllo r:izion:ilc, è telcologic:imcntc volto
:ill':iffcrm:izionc dell'unit:t ontologic:i di coscicnz:i cd essere.

5.7. Excursus: Marx e Weber

Abbi:imo visto che, per b modcrn:i rc:ilt:t soci:ilc c:ipit:1-


listic:1, il culto cristi:ino dell'uomo :istr:itto è l:i form:i pili
:idcgu:it:i di religione idc:ilc. M:i :ibbi:imo visto anche che
per M:irx t:ilc culto è :idcgu:ito «nel protcsr:inrcsimo, dei-
smo ccc.» 3;. Con questo riferimento :il prorcsr:inrcsimo,
M:irx pone in nuce b posteriore resi di Wcbcr circ:i il nesso
rr:i l'etica prorcsr:inrc e lo spirito del c:ipir:ilismo. M:i com'è
svolto questo nesso d:1 Wcbcr? t inrcrcss:inrc cs:imin:irlo,
anche perché Wcbcr :1ll:1rg:1 b visuale :i religioni non occi-
dcnr:ili, in p:irricobrc :il confucianesimo. Per Wcbcr una re-
ligione r:ipprcscnr:i un cerro grado di r:1zion:1lizz:1zionc del
comporr:imcnro. ~:inro pili una religione si è disfatta delb
m:1gi:1, rnnro pili :ileo sarà il suo grado di r:1zion:1lizz:1zionc.
E qu:inro pit1 è :ileo il grado di unit:t sisrcm:iric:i rr:1 Dio e il
mondo, e d i conseguenza b relazione erica del soggetto con
il mondo, r:inro pili :ileo sarà il grado di r:izion:ilizz:izionc
delb religione srcss:1 38. Nel puritano b ricchezza è un mez-
zo di conferma delb gr:izi:i. Il c:ipir:ilismo puritano è dun-
que un':irisrocr:izi:i dello spiriro39, una congrega di teologi

3;. K. Mmc, Il capiralc, cic.,1, p. 15i.


38. M. Wcbcr, Sociologia ddla rdigionc, cit., ,·ol. I, p. 516.
35· M ,p. 115·
5. La religione della merce

dediti non :ilb spccubzionc :istr:itro-idc:itiv:i, m:i :i quelb


corporeo-motoria. Nel confuci:ino, invece, b ricchczz:i è
un fìnc in sé, il cui conseguimento dcriv:i d:i meriti o in-
40
fr:izioni signifìc:itive d:il punto di vist:i m:igico • li confu-
ci:ino, dunque, è :incor:i imp:iniato nelb m:igia e il gr:ido
di r:izion:ilizz:izionc del confuci:incsimo è inferiore :i quello
del protcst:intcsimo. Ciò spicg:i, secondo Wcber, perché il
confuci:incsimo non h:i gcncr:ito un:i modern:i società c:i-
pit:ilistic:i ••. L':iccento sulb r:izion:ilizz:izionc srn :i signifì-
c:irc, però, che \Vcbcr, più che :ilb genesi delb razion:ilirà
caleolistico-strument:ilc del capit:ilismo, è interessato al suo
fond:imento non logico. Infarri, in un'ortica di nascente so-
ciologia delb conoscenza, egli intende chiari re il nesso cau-
sale rr:i credenza religiosa e comporr:imcnto sociale. ~csto
nesso è spiegato in termini psicologici di ascesi e procra-
scin:imento dell'impulso a consumare. Osservazioni simili si
ritrovano già in Marx:

Agli albori storici del modo di produzione capitalistico - e


ogni parvrnu capitalistico percorre individualmente questo
stadio storico - predominano come passioni assolute l'im-
pulso ad arricchire e l'avarizia. Ma il progredire della pro-
duzione capitalistica non crea soltanto un mondo di godi-
menti: apre con la speculazione e il credito mille fonti di
arricchimento improvviso. A un certo livello di sviluppo, un
grado convenzionale di sperpero, che è nello stesso tempo
ostentazione di ricchezza e quindi mezzo di credito, diven-
ta addirittura, per quel «povero diavolo" di capitalista, una

40. M, p. 51;.
41. M, pp. 521-22.
Capitalismo e cognizione sociale

necessità del mestiere. Il lusso rientra nelle spese di nppre-


sent:mza del capitale. Non basta; diversamente dal tesau-
rizzatore, il capitalista non si arricchisce in proporzione al
suo lavoro e al suo non-consumo personali, ma nella misura
in cui sugge forza lavoro altrui e impone all'operaio di ri-
nunziare a tutte le gioie della vita. Perciò, sebbene la pro-
digalità del capitalista non abbia mai il carattere di buona
fede della prodigalità del signore feudale spendaccione, anzi
celi sempre un fondo della più sudicia :avarizia e del calcolo
più meschino, la sw. prodigalità cresce man mano che la sw.
accumulazione :aumenta, senza che l'una debba pregiudicare
l'altra. Nel nobile seno dell'individuo-capitalista, divampa
così nello stesso tempo un faustiano conflitto fra impulso
all'accumulazione e impulso al godimento•>;

Il culto del denaro ha il suo :ascetismo, la sua rinuncia e i suoi


sacrifici: 1a parsimonia e 1a frugalità, il disprezzo per i godi-
menti terreni, temporali e transitori; la caccia al tesoro eterno.
Di qui la connessione tra il puritanesimo inglese e anche il
protestantesimo olandese e il far denaro.• 3

Wcbcr, :il meno per qu:into rigu:ird:i // capirale, eonosce-


v:i queste osscrv:izioni? Non lo s:ippi:imo. ~cl che è certo,
però, è che M:irx vede nel c:ipit:ilismo non l'effetto cultu-
r:ilc di un movente non logico, m:i uno st:idio delb genesi
del controllo r:izion:ilc, di cui individu:i b dimensione fì-
logcnctic:i (gli «:ilbori storici del modo di produzione c:i-

42. K. Marx, JI capimle, cit., I, p. 7;~.


43, K. Marx, Lintamtnci fondamrnrali di critica ddl~conomia politica, cit., ,·ol.
I, P· ,73.
5. La religione della merce

pit:ilistico») c quclb ontogcnctic:i (b ric:ipitobzionc dclb


fìlogcncsi che ogni «parvenu c:ipit:ilistico» r:ipprcscnt:i).
Dunque, mentre per Wcbcr b corrcl:izionc rr:i religione
e c:ipit:ilismo è di tipo psicologico, per M:irx è di tipo on-
tologico. In Wcbcr, coscicnz:i e rc:ilrà rcst:ino scp:ir:itc e
b r:izion:ilir:i è un pri11s :itcmpor:ile. In M:irx, b rc:ilt~ è
il prodotto della spinta :ill':iutorcgobzionc cognitiva e b
razionalità emerge dalle spire dclb genesi. L:i differenza
tr:i confucianesimo e protcst:intcsimo non è dunque un
problema di differente ":iddomcstic:imcnto" delle passioni,
m:i un problema di sviluppo organico dclb cognizione so-
ciale. All':ipp:ircnz:i piLl :ipcrr:i, in rc:ilt~ b ccsi di Wcbcr è
piLt dogm:icic:i poiché, potremmo dire in termini m:irxi:ini,
in essa cucco è messo :i carico dclb sovr:iscruttur:i, ridotta
però :il rivcscimcnco culcur:ile di un insieme di moventi
psicologici irrazionali. Ci si crov:i così disarmaci di fron-
te all'esplosione economica cinese dcll'ulcimo crcnccnnio,
dove cvidcnccmcncc, pilt che una riforma mai :ivvcnuc:i
del sosrr:ico confuci:ino, vedi il follimcnco dclb Rivoluzio-
ne culcur:ile di Mao, h:inno potuto le modifìc:izioni delle
«condizioni m:iccri:ili di esistenza» con le quali b cogni-
44
zione soci:ile si svilupp:i in quclb pcculi:irc civilt~ •

5.8. Per una giustizia di transizione

Riprcndi:imo il fìlo del discorso c :ivvi:imoci :i conclude-


re. Abbi:imo visco che per M:irx b religione dclb merce è
un lungo e penoso interv:illo del processo che conduce :il

44. G . .Arrighi, Adam Smich a P,chino, cic.


Capicalismo e cognizione sociale

"controllo r:izion:ilc". Ess:i però, com'è tipico delle rcifìc:1-


zioni, si present:\ come un compimento dcfìnitivo. Anzi,
nell'cpoc:i ulteriore del consumo, b merce si ri:inim:i d:ill:i
su:i :inonim:i indistinzionc, ri:icquist:indo come i 1111mina
rom:ini il nome. li m:irchio, infocci, o logo, o brand, distin-
gue l'un:i merce d:ill':iltr:i: Nikc, Gucci, Coc:i-Cob, ccc., e
dà luogo :i dei riti (lo shopping), con i suoi s:iccrdoti (dive
e divi pubblicir:iri), i suoi luoghi di culto (i ceneri commcr-
ci:ili, in cui sempre pili spesso ci si rcc:i l:i domcnic:i), l:i su:i
tcologi:i (b pubblicità). L:i pubblicità, infotti, non è, come
pure si è sostenuto, «un:i cncielopcdi:i di foci le :icccsso, c:i-
p:ice di forci comprendere il signifìc:ito delle mcrci» 4 \ m:i
:issomigli:i di pit1 :i un:i tcologi:i popobrc che interpret:i
"mitologic:imente" il rito dello sc:imbio. S:ippi:imo che, per
M:irx, quest:i re:iltà gelifìc:it:i può fluidifìc:irsi «solo qu:in-
do i r:ipporci dell:i vit:i pr:itic:i quotidi:in:i presentino ogni
giorno :ill'uomo rel:izioni limpid:imente r:izion:ili col pro-
prio simile e con b n:itur:1» 46 . li controllo r:izion:ile, dun-
que, è il risulc:ito delb coordin:izione d:i p:irce del soggetto
del doppio r:ipporco con l'oggetto e con l':iltro soggetto, il
primo di n:itur:i fìn:ilistic:i, il secondo di n:itur:i di:ileccic:i.
Sinor:i, il motore di questo mecc:inismo è st:ito il bvoro.
Subordin:ito :il c:ipit:ile, esso increment:iv:i b potenz:i pro-
ducciv:i del «regno delb necessit໕;_ e tenev:i :iperto il p:is-
s:iggio :il «regno dell:i libertà» 48• L'odicrn:i dissoluzione del
l:ivoro, che si:i incorpor:ito in :iutom:itismi o sequescr:ito
nei contr:icci :i zero ore, sembr:i però prefìgur:ire un:i div:i-

4;. G. F:i.bris, La 5ocier.à posr<rt5cira, Egea, }-.,(il:mo2010 , p. i'J.


46. K. Mar.e, Il capirale, cic., I, p. 1;8.
4i· K. Marx, Il capitale, cic., III, p. 1011.
48. lvi, p. 1ou.
5. La religione della merce

ric:izionc tr:1 un soggetto :issoluto che :iccumub :ill'infìnito


ricchczz:1 e potere e un:1 moltitudine di singoli :idibiti per
pochi spiccioli :il culto dello sc:imbio. È quello che :1ctcst:1-
no cmpiric:imcntc le ricerche sulle crescenti discgu:igli:inzc
cconomichc'9, contro ogni illusione di un:1 possibile con-
cili:lzionc "dcmocr:1tic:1n tr:1 giustizi:1 e mcrc:ito 50. Il futuro
scmbr:1 essere quello, :1llor:1, di un:1 picrrifìc:izionc delb rc-
:ild religios:imcntc rcifìc:1c:1, il cui nuovo riflesso religioso
diverrebbe b scicnz:1, visc:1 come un:1 poccnz:1 incellectu:ile
in gr:ido con le sue sole opcr:izioni cccnologichc di cr:irrc
d:111:1 n:1cur:1 cucco qu:inco poss:1 servire :1ll'individuo, con-
ccpico non come membro di un:1 socicd d:11 cui sviluppo
dipende quello delle sue facold, m:1 come dirccc:1 csccnsio-
nc delb n:1cur:1 sccss:1. O!:!csco n:1rur:1lismo, che elide quel
c:ileolo policico del giusto e dell'ingiusco, già individu:ico
d:1 Ariscoccle come pcculi:irc c:1r:1cccriscic:1 delb specie
51
um:in:1 , non può che tr:1sform:1rc le scoperte delb scicn-
z:1, d:1lb cur:1 di m:ibctic sinor:1 morr:ili, :ilb produzione
di cibo buono e :1bbond:1ncc, :111:1 cosrruzionc di un:1 pitt
pcrfcct:1 vic:1 :1rcifìci:1lc, in promesse mcssi:inichc che per
ciò sccsso non possono risolvere il problem:1 soci:ilc dclb
distribuzione dei bcncfìci di qucscc scopcrcc. Si impone
perciò b ncccssicà di un:1 ''giuscizi:1 di tr:insizionc", su cui
poss:ino convergere b scicnz:1 sccss:1, con b su:1 sponc:1nc:1
voc:izionc "um:1nic:1ri:1n, b policic:1, con b riprcs:1 di quel
"diricto discgu:ilc" e di quclb "rip:irtizionc" non del consu-

49. T. Pikc,,:y, L, capirai au XXI• sièclc, tditions du SeuiI, Paris 2013.


;o. G. Berlinguer, V. Garr2fa, La mere< finalt. Saggi.o sulla comprav,ndira di
parei dd corpo umano, Baldini & Cas,oldi, Milano 1996, p. 189.
51. Aiistotclc, Politica, 1253a 15-20, cit., p. 6.
Capitalismo e cognizione sociale

mo m:i delb produzione gi:i intr:ivist:i d:i M:irx 5', e infìnc


le stesse religioni storiche, qu:indo :iffcrm:ino in modo non
curi:ilc il v:ilorc :issoluto delb pcrson:i. Un:i nuov:i :illc:in-
z:i, dunque, che ri:inimi il r:ipporto di:ilcttico del soggetto
con l':iltro soggetto, d:i cui solo può dcriv:irc b misur:i nel
r:ipporro con b n:itur:i.

52. K. Mane, Critica al programma di Gocha, (1875 hs,1]), in K. Mane, F. En-


gcls, ~ r , sulu, cic., pp. 961-62.
Conclusioni

li XXI secolo è giunco :il suo primo ventennio e ere neri fìu-
mi ne h:inno scgn:ito il corso, guerre fomc e pestilenze. Si è
:ipcrco con b sfìd:i di :ilcuni "religiosi" :ii potenti del mondo.
I "religiost, :itt:icc:iti scrupolos:imcntc :i un culto d:i loro
stessi :irbicr:iri:tmcncc fìss:ico, st:inno lì :icqu:itt:iti d:ilb not-
te dei tempi e il futuro che non si:i l':ipoc:ilissc dell'eterno
ritorno è loro precluso. L:i loro sfìd:i, :icrci us:ici come pro-
ietti li contro il sancra sanccorum dell'opulcnz:i, non poccv:i
perciò che essere inscns:ic:i, e h:i solo d:ico b scur:i :i un nuo-
vo ciclo di guerre in cui Sc:ici pitt potenti h:inno potuto :ic-
c rcsccrc b loro poccnz:i sopprimendo quelb di Sc:ici meno
potenti. Non si è fotto nessun progresso nel problcm:i vero
di una diminuzione reciproca di potenza come si cr:i inizia-
to :i forc verso b fìnc delb cosiddccc:i "gucrr:i frcdd:i", e b
gucrr:i gucrrcggi:it:i è dunque dibg:ic:i come il beo tenebro-
so delb produzione, crc:indo l'illusione di un p:ir:illclismo
cr:i r:ipporti di produzione e r:ipporti di distruzione stimo-
beo d:illc :icquisizioni cccnologichc'. È sc:ico un ulteriore :ib-

1. W. Strccclc, Engds sociologo tmpirico. T,cnologia, gum-a < cr,scira ddlo Sraro,
«Micromcga,,, 8/2020, pp. 215-230.
Conclusioni

b:iglio che h:i messo :i c:irico delb tccnic:t quel che è di pcr-
tincnz:i di un impcri:ilismo illimit:tto. L:t potcnz:i degli
St:tti che si sono comb:ittuti, infatti, se :i prim:t vist:t scmbr:i
divcnut:t gcncric:t potcnz:i, in rc:ilcà è sempre rim:ist:t dctcr-
min:tt:t d:i un imperio divenuto "glob:ile" proprio perché
sempre connesso strctt:imcntc :ill:i produzione monopolisti-
c:i e fìn:inzi:iri:t delb ricchczz:i: «monopoli, olig:irchi:t, tcn-
dcnz:i :il dominio :inziché :ilb libcrcà, sfrutt:imcnco di un
numero sempre m:iggiorc di n:izioni piccole e deboli per
opcr:i di un numero sempre m:iggiorc di n:izioni pitt ricche
o potenti: sono le c:ir:ittcristichc dcll'impcri:ilismo, che ne
fanno un c:ipit:ilismo p:ir:issit:trio e putrescente. Sempre pitt
nctt:t :ipp:irc b tcndcnz:i dell'impcri:ilismo :i form:irc lo
"St:tto rencier", lo St:tto usur:iio, b cui borghcsi:t vive cspor-
t:tndo c:ipit:ili e "t:igli:indo cedole",,2. Che cos:i è c:imbi:ito
rispetto :i questo qu:idro non sociologico m:i concrct:imcntc
politico tr:icci:ito d:i Lenin nel 1916? Nulb, se non che or:t
:inchc il prolct:iri:ito con i suoi fondi pensione è costretto :i
vivere ''t:igli:indo cedole". E ccrt:imcntc questo è possibile
gr:izic :ilb tccnologi:i, m:i non perché css:t è l'ipcr-potcnza
degli scopi che subordina a sé tutti gli altri scopi, ma perché
essa oggi pitt che mai è asscrvit:i :ilio scopo supremo del do-
minio e dello sfruttamento. Cosl, un esercito di semi-schiavi
occult:ito nel sottosuolo delle galere della produzione di
b:isc produce gli schi:tvi mccc:inici che sempre pitt consenti-
ranno a quelb stcrmin:tta m:iss:i di "spctt:itort di cui dice-
vamo nelb prcmcss:i, di "t:tgli:trc cedole" sempre pitt mise-
rande sotto l'occhiuto dominio di un'élite che, come in un

2. Vl. Lenin, L'impaialismo, fas, suprema dd capicalismo (1916), in Id., Opere


sc,lu, Editori Riuniti, Roma 1976, p. 668.
Conclusioni

osceno correo nuziale, progetta di rr:ismigr:irc in un :ilrro


pi:incr:i. È il compimento di un sisrcm:i di produzione che
producendo ricchczz:i crc:i fame - nome ri:issunrivo di rutt:i
l':in:iliric:i delb rc:ilc!t sociale c:ipir:ilisric:i che b cognizione
sociale d:i css:i gcncr:it:i non può e non vuole piLt compren-
dere. In qucst:i condizione di cstr:inc:izionc cognitiva e mo-
rale si è potuto produrre quindi il movimento tellurico del-
b crisi cconomic:i del 2007 scnz:i che il dominio e lo
sfruttamento ne venissero sc:ilfìti, :inzi, ncll':isscnz:i di :iltcr-
n:itiv:i che non fosse il delirio rel igioso, essi ne h:inno cr:itto
nuovo vigore. Inc:iston:ito nello sfondo :ilicn:ito di un:i pre-
tesa "n:itur:i m:itrign:i" scorreva int:into con un :ind:imcnto
carsico il fìumc nero delle pestilenze che cucci i "s:ilv:iti" rac-
colti nclb putrescente citr:idelb impcri:ilistic:i gu:ird:iv:ino
con occhio vitreo: :1 noi non c:ipitcr:i. Sino :1 qu:indo, :ilio
scocc:irc del ventennio, come uno spurgo impetuoso :1 lungo
m:ibmcntc t:1pp:1to, b pcstilenz:1 non è sgorg:1t:1 :il ccncro
del c:isrello, insozz:indo d i sé le splendenti verrine, i ruribn-
ti commerci, i frenetici spost:imcnri di tutte le sm:irc city
che non chiudono m:ii. Molti h:inno visto nel coron:ivirus il
scmbi:intc di un:1 gucrr:1, m:1 quel che non si è c hi:irito :1bb:1-
st:1nz:1 è che si cr:1tt:1 di un:1 gucrr:1 biologic:1 sc:1rcn:1t:1 non
d:1 un esercito str:inicro m:1 d:11 modo di produzione in :itro
che ne propizi:1 l' incub:izionc e b diffusione. Nei primi
vcnt':inni di questo secolo è b quinr:1 o scsr:1 gucrr:1 che t:ilc
modo di produzione sc:1tcn:1 contro il resto delb socicr:i3.
Vengono chi:1m:1tc p:indcmic, come se :ill'improvviso b n:1-

3. G. Ippolito, E. Gir:udi, C. Pulcinclli, !\Jalacm infmii~ rnurgtnti, hup://


www.ncccani.it/cncidopcdia/malattic-infctti,·c-cmcrgcnti_%28XXI-Scco-
lo%29/.
Conclusioni

tur:l irrompesse incontrolbt:l contro l'org:lnismo s:ino delb


socict:1, m:i in rc:llt:\ si tr:ltt:t di un:l n:ltur:l che quel modo di
produzione h:l :lsscrvito, tr:lsform:lndo l"'uomon d:l oculus
mundi :l vicolo cieco dell'evoluzione. Rispetto :id :litri ":ltt:lc-
chi esterni", come :id esempio l'cpidcmi:i delb sp:ignob del
1918-1920, b dilfcrcnz:l è che b dccclcr:lzionc delb riprodu-
zione del c:lpit:ilc si è enormemente :icccntu:it:i e sussiste
quindi b ncccssit:1 di un:l m:lggiorc :lttiv:lzionc dei fattori
che b contr:lstino. È b fìgur:l ben not:l delb c:ldut:l tenden-
ziale del saggio di profìtto, che non è un:i profezia m:i un:i
:intinomi:i del c:ipit:ilismo cui oggi si fa fronte con b "crcsci-
t:in support:it:i d:i bolle tecnologiche e fìn:inzi:iric t:into pilt
frenetiche, qu:111to pilt fragili. T:ili bolle h:inno bisogno
dell'intcgr:izionc globale, b qu:ile però con i suoi vertiginosi
scambi di merci e di individui :il servizio delle merci induce
le pandemie, le qu:ili dunque non sono b "n:irnr:i m:itrign:t
che si rivolta contro b socict:1 civilizz:it:i, bensì il prodotto
incvir:ibile dcll':issoggcrt:imcnto delb n:irnr:i :i opera del c:1-
pit:ilismo per poter scongiurare il proprio declino. li coro-
n:ivirus non è dunque un m:ilv:igio :igcntc esterno m:i un suo
fìglio legittimo che, in qu:into forz:i brut:i che ispira p:iur:i e
terrore, permetter:\ di cscrcit:irc sul tutto sociale un:i mag-
giore e pilt cffìc:lcc costrizione, funzionale :li modo di pro-
duzione che c:ius:i gli ":itt:icchi esterni". L:i fuoriuscita d:il
c:ipit:ilismcoron:ivirus non consister:\ perciò in un:i riduzio-
ne delle discgu:igli:inzc, in un :impli:imcnto dcll':irc:i del
consenso, in un:l m:iggiorc estensione dei r:ipporti sociali
non :ilicn:lti, come molti pensano. Al contr:irio, il c:lpit:ili-
smcoron:lvirus :icccntucr:\ il feticismo di t:ili rapporti e le
contr:lddizioni che ne dcrivcr:lnno s:ir:inno provvisori:l-
mcntc govcrn:ltc con ulteriori bolle fìn:inzi:iric e tecnologi-
Conclusioni

che in cui ricnrra, come già si può osservare, b srcssa produ-


zione dei vaccini prodorri da un nugolo di monopoli
farmaccurici in feroce lorra era di loro. La loro famelica vo-
racir:i è però ridicolizzara dalla maggiore capacir:i di quegli
Srari che le democrazie occidenrali addirano come "aurocra-
zie" di assicurare b salure e fìnanche il benessere delle loro
popobzioni. Benessere è il valore che nella sfìda del XXI
secolo dovrebbe legirrimare b democrazia risperro a cali
"aurocrazie", il nuovo campo avverso che ha preso il posro
degli "imperi del male" del secolo scorso. L'assunro di base è
che il mondo ha ormai un'unica cosriruzione economica, il
cui sviluppo ininccrrorro deve essere promosso dal gioco di
cooperazione e compcrizione le cui redini siano renure sal-
damcnrc in mano dall'Occidcnrc raccolro incorno alle sue
sroriche porcnzc capir:ilisrichc•. Il conflicco rigu:ird:i quindi
solo b sfera poliric:i, mcnrrc cucco il rcsro è fìss:iro per sem-
pre. O!:!:tnro si:i illusori:i qucsr:i resi è dimosrr:ico :inzicucco
d:1ll'inc:1p:1cid di cale cosciruzione economic:i di assicur:ire,
nel pieno dcll:i pit1 gr:indc epidemia dclb scoria modcrn:i,
non c:inco il benessere ma :inchc solo b salute dclb popob-
zione dell'Occidente capic:iliscieo, per non p:irl:irc di quelb
mondi:ile. L:t sfren:ic:i concorrcnz::i cr:i i monopoli farm:iceu-
cici cui prim:i si :1ccenn:1v:1 impedisce, infarti, l'occim:ile pro-
duzione e distribuzione di farm:tci e v:iccini, e anzi dà luogo
:id ::iccap:irr:imcnci che cvidcnzi:ino :incor pitt le riv:ilir:i e le

4. Qi!csto è q,.unto si legge in un recente Rapporto Carncgic (hccps://


c:uncgiccndowmcnt.org/2020/0'7/23/making-u.s.-forcign-policy-work-bct-
tcr-for-middlc:-class-pU0:82728), cui sembra ispirarsi il nuo,·o corso americano
dopo la presidenza Trump (hccps://www.,vhitchousc.gov/bricfing-room/spcc-
chcs-rcmarks/2021/02/1'7/rcmarks-by-prcsidcnt-bidcn-at-thc-2021-virtu2l-mu-
nich-sccuricv-confcrcncc/).
,
Conclusioni

divisioni interne del fronte occidcnr:ile. ln secondo luogo, b


form:i rurr:i poliric:i del conf1irro è rcs:i :il momento obbli-
g:irori:i d:i un:i dirr:irur:i fìn:inzi:iri:i mondi:ile b cui consc-
gucnz:i è b crcscir:i dei conrr:isri inrcrc:ipir:ilisrici, b polvc-
rizz:izionc del bvoro e b distruzione di quel cero medio che
dovrebbe essere b spin:i dors:ile delb dcmocr:izi:i fond:ir:i
sul benessere. Un:i siru:izionc rccnic:imcnrc "foscisr:in, che
non si rr:imur:i come negli :inni Trcnr:i del secolo scorso in
:ipcrr:i dirr:irur:i poliric:i solo perché il fascismo, sfrond:iro
dei suoi storici :iddobbi simbolici, pcrmc:i occulr:imcnrc
con b su:i csscnz:i :iurorir:iri:i un gioco p:irl:imcnr:irc :isfìrri-
co e corrotto. li risulr:iro di queste sorrr:izioni di volontà
popobrc, di un popolo per :ilrro :inncbbi:iro nelle sue c:ip:i-
cirà di scelr:i d:i decenni di ottundimento del conf1irro so-
ci:ile, è che b dcmocr:izi:i si rr:imur:i nel regime di quelb
ben conosciuta :in:irchi:i c:ipir:ilisric:i, :iggr:iv:ir:i or:i d:il fot-
to che le ":iurocr:izicn, ncll:i conringcnz:i dell':irru:ile p:indc-
mi:i, m:i in gcncr:ile come modello produttivo e tipo di org:i-
nizz:izionc soci:ile, non solo si rivel:ino più efficienti
nel l':issicur:irc qu:inro meno b s:ilurc :ille loro popobzioni,
m:i sono pili convenienti delb dcmocr:izi:i per le n:izioni :ii
m:irgini dello sviluppo c:ipir:ilisrico, che oggi si rivolgono :i
loro ncll:i lorr:i contro b p:indcmi:i, e dom:ini, chissà, :inchc
per il tipo di org:inizz:izionc soci:ile. Così, b legirrimid del-
1:i dcmocr:izi:i fr:in:i e le ":iurocr:izic" possono proporsi :il
mondo come nuove e benigne potenze egemoni. Purtroppo,
per il loro p:iss:iro che h:i ripreso il sopr:ivvcnro su ncg:izioni
rivoluzion:iric troppo "illuministiche", l'cgcmoni:i di r:ili
nuove potenze non porrà che rc:ilizz:irsi come un:i "fcud:iliz-
z:izionc" cconomic:i, poco imporr:i che prcnd:i l':ispcrro di
un insieme di "mondi :i p:irrc", cui :ispir:i l'cur:isi:itismo di
Conclusioni

una nuova Russia garante dclb "cradizionc"5, o di una "ar-


monia" mondiale, come vorrebbe il confucianesimo dell'am-
6
bigua Cina social-capicaliscica . Perciò, per evirare un cale
regresso, l'Occidente non può pensare di parlare al mondo
rcsrnurando un benessere gi:i spcrimcncaco nell'insostenibi-
le forma di vira dclb sua defunta cbsse media, ma piuccosco
traducendo fìnalmcncc in pratica b critica di quclb scruccu-
ra economica capitalistica che le "aucocrazic" non esitano a
fare propria in maniera reazionaria e che imprigiona l'Occi-
dente stesso rendendolo debole e inviso.

;. F..i\qucci, Tra Dugin e Huncingron. Episccmologia dello scontro di civi/cà, cit.


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Socioloj(ia della relij(ione (i920), Edizioni di Comunità, Milano 1962.
Indice dei nomi

Amin E.A., 51 Chornsky N., 39n


Anemone (Diego), 82n Colletti L., 1711, 33n, 76n
Aqueci F., 34n, 86n, 9711, 109n, Copernico N., 68
16711 Corbellini G., 92n
Aristotele, 91 e n, 95, 159 e n Culioli A., 99n
Arrighi G., 6m, 77n, 11711, 157n Cristo, 113, 114
Attali J., 69n
Aulo Cellio, 134n Della Volpe G., 15m, 152n
Deng ()Gaoping), 120
Backhaus G., 15m Deshpande M.M., 135n
Basav:mna, 72n Dugin A., 109 e n, 16711
Benjarnin \Y/., 134n Durnezil G., 138n
Benveniste É., 43n, 97n, 112n, Dunn J.,7m
134n
Berlinguer G., 159n Eco U., 26n
(Berlusconi) Silvio, 82n Engels F., 12n, 14n, 54n, 160n
Borrelli (Francesco Saverio),
82n,83 Fabris A., 37n
Buffett \v., 52, 53n Fabris G., 156n
Burchia E., 70n Fazzo L., 82n
Burks A., 26n Ferraris M., 46 e n, 47, 48 e n,
49, 50n, 111
Calogero G., 59 Feuerbach L., 135
Camarella E., 138n Fitoussi J.-P., 52n
Chandra V., 6on Flannery K., 100n
Indice dci nomi

Fr:mchini S., 134n Macchioro A., 12n


Freud S., 88n Maffì B., 12n
Friedman M., 13, 14 e n, 15, 47 Mao (Zedong), 157
Fumaroli M., 85n Marcus J., 100n
Marx K., 6, 12 e n, 13, 14 e n, 16,
Garrafa V., 159n 17 e n, 18n, 19 e n, 2oe n, 21,
Gazzelloni S., 110, 111 23, 24 e n, 25, 26, 27, 28, 29 e
Girardi E., 163n n, 30, 31 e n, 36 e n, 43n, 44 e
Gjergji I., 4m n, 47 e n, 5o, 54 e n, 55, 5711,
Gomez P., 7m 63, 64, 65 e n, 90 e n, 9711, 134,
Gramsci A., 34n, 39n, 62, 95 135D, 136 e n, 137,138,140,141
Guicciardini F., 85 e n, 142, 143, 144, 145n, 146,
147 e n, 148,149,150 e n, 15m,
Hahermas J., 58, 108 153n, 154 e n, 155, 156 e n , 157,
Harcshorne Ch., 28n 158 en, 16oe n
Hegd G. W. F., 16, 17n, 19, 73, Masurio Sabino, 134n,
84n, 15m Mayr E., 711, 57n
Hobsba'lv,n E., 4m, 66n Miglio G., 55
Huncington S. P., 109n, 16711
Napoleoni L., 37n
Negri A., 108, 109n

Kant I., 91 e n Pareto V., 7n, 55, 88n, 93, 95,


Klein N., 15n, 36n, 7m 97n
Peirce Ch. S., 12, 27, 28 e n, 29n,
Lacan J., 88n, 140 31
Laclau E., 39n Piaget J., 11 e n, 39 e n, 58, 65 e
Laganà A., 10 n, 104n, 135n, 136n
Lelli E., 10711 Piattelli P21marini M., 39n
Lenin V. I., 162 e n Picc21uga G., 42n, 139n
Luk:i.cs G., 5, 8n, 38n, 41, 49 e n, Piketcy T., 159n
50,56n,57n,58n,59n,62n, Politi M., 88n
66n,71n,72n,73n,7711,78n, Preve C., 109
87n, 88n, 133n Pulcinelli C., 163n
Luncz F., 4m
Ramadan T., 88n
Machiavelli N., 55 Ricardo D., 13, 17
Indice dei nomi

R.indermann H., 93n Yarnashina H., 75


R.izzo S., 77n
Rosenbloom S., 76n Zhang Boying, 167Il

Sailer M., 93n


Sarzanini F., 82n
Saussure F. de, 12, 21 e n, 22, 23n,
24, 29, 30, 32 e n, 33n, 135n,
151
Saviano R., 37Il
Scajola (Claudio), 82n
Schiavone A., 43n, 97n, 115TI
Schirru G., 34n
Shulm:m D., 72n
Scibilia G., 37Il
Searle J. R., 42 e n, 43, 44 e n, 45
e n, 46, 47, 48, 49, 111, 138,
139 e n, 140,146
Senofane, 135 e n
Servio Tullio, 112
Smith A., 13, 17
Sraffa P., 34 e n
Srrecck \V., 42n, 16m

Thompson J., 93n


Trump D., 165n

Vacca G., 34n


Villa R., 54n
Visetti G., 75n

\Veber M., 6, 8n, 87, 93, 134n,


154 e n, 155, 156, 157
\Vci Xiaoping, 77n
\Vciss P., 28n
\Vittgenstein L., 34n, 100n

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