Sei sulla pagina 1di 212

leonardia

2
Direttore
Francesco Zanotti
CSE Crescendo S.r.l., Milano, Italia

Coordinamento Scientifico
Gianfranco Minati
Associazione Italiana per la Ricerca sui Sistemi (A.I.R.S.)
Politecnico di Milano, Italia

Comitato scientifico
Luciano Martinoli
CSE Crescendo S.r.l., Milano, Italia
Tuomo Rautakivi
« International Journal of Public and Private Management »
Burapha University, Thailand
Giuseppe Vitiello
Dipartimento di Fisica “Eduard Renato Caianiello”, Università degli Studi di Salerno
leonardia

I pensieri elevati devono avere un linguaggio elevato


Aristofane

Obiettivo della collana è quello di pubblicare opere che utilizzino tutte le forme del
pensiero per capire le dinamiche di evoluzione autonoma dei sistemi umani al fine
di poter “governare non direttivamente” l’emergere di un nuovo sviluppo “non
equivalente”, tra gli infiniti percorsi di sviluppo possibile, giudicato socialmente
etico ed estetico.
Leonardia perché Leonardo Da Vinci è stato il precursore di quasi tutte le
forme di pensiero che sono state sviluppate nel corso dei secoli successivi: dal
pensiero classico a quello “non riduzionistico”. Le tematiche principali possono
essere strutturate su due filoni strettamente intrecciati: le “fonti” e gli “impieghi”.
Per “fonti” intendiamo tutti quei modelli e metafore che sono nati dalle diverse
aree di conoscenza e che costituiscono la materia prima per comprendere le dina-
miche di evoluzione autonoma dei sistemi umani e trovare il modo di governarle
non direttivamente.
Le fonti fondamentali sono:
— le scienze “hard”: la fisica e la matematica;
— la biologia, l’evoluzione e le neuroscienze;
— le scienze umane;
— la complessità e la scienza dei sistemi;
— la filosofia e l’estetica come categoria di sintesi;
— le religioni come “software” sociale.
Un libro di “fonti” non dovrebbe contenere solo sintesi delle singole aree di
conoscenza, ma dovrebbe presentare i “modi” di pensare che sono stati sviluppati in
queste aree di conoscenza e illustrare come essi possono contribuire a comprendere
i processi di evoluzione autonoma dei sistemi umani e individuare modalità di
governo non direttivo verso un nuovo sviluppo etico ed estetico.
Per “impieghi” intendiamo tutti i sistemi umani che compongono una società
e per i quali è necessario attivare nuovi processi di auto evoluzione “governata
non direttivamente” in modo da arrivare a costruire nuovi contesti economici,
sociali, istituzionali e naturali a partire da un “fondo” di ”vuoti” ricchissimi, proprio
utilizzando le nuove forme di pensiero “raccontate” nelle fonti.
Gli impieghi, cioè, i sistemi umani sono:
— sistemi tecnologici e virtuali;
— attori e sistemi economici micro (le imprese manifatturiere, distributive finan-
ziarie, ecc.) e macro;
— attori e sistemi sociali;
— attori e sistemi politico–istituzionali–normativi;
— sistemi psichici, biologici ed ecologici;
— sistemi urbani e infrastrutturali.
In sintesi, il rapporto fonti–impieghi è “circolare”, non è lineare. Non si procede
solo dalle fonti verso gli “impieghi”. Vale anche il percorso inverso: gli impieghi
possono suggerire la scoperta di nuove “fonti” cioè nuovi modelli e nuove metafore
del conoscere.
Luigi Sertorio
Erika Renda
La mappa del denaro
Dalla biosfera alla finanza globale e ritorno

Prefazione di
Giulietto Chiesa
Aracne editrice

www.aracneeditrice.it
info@aracneeditrice.it

Copyright © MMXVIII
Gioacchino Onorati editore S.r.l. – unipersonale

www.gioacchinoonoratieditore.it
info@gioacchinoonoratieditore.it

via Vittorio Veneto, 20


00020 Canterano (RM)
(06) 45551463

isbn 978-88-255-1417-9

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,


di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopie


senza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: aprile 2018


Indice

 Prefazione
di Giulietto Chiesa

17 Introduzione

21 Capitolo I
'DGRYHYLHQHO¶HQHUJLD"
1.1. La dinamica del mondo organico, 21 ± 1.2. La dinamica del mondo inorganico, 22
± 1.3. Conclusione, 24

25 Capitolo II
Sfera inorganica e biosfera
2.1. Premessa, 25 ± 2.2. Concetto di dinamica aperta autoconsistente, 28 ± 2.3. Com-
plessità e morfologia, 35

39 Capitolo III
Realtà, mappa, teoria
3.1. Mappa, rappresentazione della realtà, 39 ± 3.2. Le mappe della realtà sociale, 43

45 Capitolo IV
/¶XRPRLOLQJXDJJLHOHSURWHVL
4.1. Premessa generale sulla potenza additiva, 45 ± /¶DQDORJLD45 ± 4.3. La specie
umana anomala, 49 ± 4.4. La scienza e la storia delle protesi, 50 ± 4.5. Commenti sulla
demografia, 53

65 Capitolo V
/DVSHFLHXPDQDQHOO¶HUDDJULFROD
5.1. Il concetto di limite naturale, 66 ± 5.2. Realtà sociale naturale, 69 ± 5.3. Realtà
uomo ௅ biosfera, 70 ± 5.4. Era pre-motori, 71 ± 5.5. Mercato ± rotte navali, 72

75 Capitolo VI
/¶HUDGHLPRWRUL
/¶HYROX]LRQHSDUDOOHOD*XHUUDHWHFQRORJLD 77 ± 6.2. Transizione da Natura a
motore, 78 ± 6.3. Era GHOO¶HQHUJLDIRVVLOH, 79 ± 6.4. La transizione, 82 ± 6.5. Banca e


6 Indice

delocalizzazione, 85 ± 6.6. La punizione della Natura, 86 ± 6.7. Il destino della mi-


niera, 88 ± 6.8. Produttori ± operai ± consumatori, 95 ± 6.9. Bilanci nel sistema di
riferimento del produttore, 96 ± 6.10. Era del petrolio, 98 ± 6.11. Era nucleare, 103 ±
6.12. Era spaziale, 104

109 Capitolo VII


Energia, macchine, denaro
7.1. Premessa. Uomo e macchina, 109 ± ,OGHQDURQHOO¶HUDDJULFRODHQHOO¶HUDLQ
dustriale, 110 ± 7.3. Motori e produzione, 113 ± 7.4. Sistemi complessi, 121 ± 7.5.
Economia, 121 ± 7.6. Cronologia, 124

129 Capitolo VIII


Il concetto di rete
8.1. La rete vivente sulla Terra, 129 ± 8.2. Le molte specie, 131 ± 8.3. Solidarietà e
mafia, 132 ± 8.4. I motori e la giostra, 133 ± 8.5. La Terra più o meno grande, 134 ±
8.6. Specie onnivore, ࣨ elementi, 135 ± 8.7. Specie umana, ࣨ elementi, 136 ± 8.8.
Osservazioni sulla violazione della reciprocità, 138

141 Capitolo IX
Un esempio di rete
9.1. Cosa misura il denaro, 141 ± 9.2. Analisi di una rete, 142 ± 9.3. Banca ± mappa ±
rete, 149 ± 9.4. Guerra per la proprietà, 153 ± 9.5. La finanza astratta, 154 ± 9.6. Bit-
coin, 156

159 Capitolo X
Prospettive
10.1. La prevedibilità, 159 ± 10.2. La previsione riferita alla specie umana, 163 ± 10.3.
Capivano?, 166 ± 10.4. la mappa della globalizzazione, 167 ± 10.5. La guida intuitiva
individuale, la previsione collettiva e la scienza, 169

173 Capitolo XI
Ciclo, non ciclo
11.1. Ciclo, 173 ± 11.2. Non ciclo, 173

179 Capitolo XII


Il futuro
12.1. Premessa. Armi e denaro, 179 ± 12.2. La rete intelligente, 180

183 Capitolo XIII


Appartenenza e proprietà
13.1. Premessa: Natura, Nazione, Tecnologia, 183 ± 13.2. Il finanziamento della tec-
nologia, 185 ± /¶LQWHOOLJHQ]DGLVSHFLH189 ± 13.4/¶DOWHUQDWLYD192
Indice 7

193 %LEOLRJUD¿D

195 Indice delle figure

197 Indice delle immagini

199 Indice delle tabelle

201 Indice dei nomi

203 Indice degli argomenti


Prefazione

di Giulietto Chiesa1

Considero questo libro come un evento eccezionale per la storia del


pensiero umano. Penso che, se vivessimo in una mappa diversa da que-
sta, in cui viviamo, la sua apparizione sarebbe salutata con entusiasmo
collettivo, come una festa del sapere, perfino come una liberazione,
FRPHXQDSDOLQJHQHVLFRQFHWWXDOHFRPHO¶LQL]LRGLXQDPXWD]LRQHDQ
tropologica.
Chi non ha ancora affrontato la sua lettura potrà pensare che io esa-
geri, ma sono certo che, alla fine, comprenderà il senso del mio giudi-
zio, sicuramente fuori del comune.
A me queste pagine í FKHKRDYXWRO¶RQRUHGLOHJJHUHLQDQWHSULPD
in virtù della frequentazione con Luigi Sertorio, che la sorte mi ha con-
sentito í KDQQRIDWWRYHQLUHDOODPHQWHXQ¶DOWUDOHWWXUDDOWUHWWDQWRVWL
molante, quella di Ernesto Balducci, /¶HWjGHOWUDPRQWR. La mutazione
antropologica, di cui Balducci parlava come di una speranza e di una
necessità, era o avrebbe dovuto essere il punto di approdo di una rifles-
sione collHWWLYD GHOO¶XPDQLWj GL IURQWH D un ostacolo insuperabile.
4XHOORGHOO¶HPHUJHUHGLXQDFULVLFKHQRQDYUHEEHSRWXWRHVVHUHDIIURQ
tata mediante gli strumenti cognitivi così come erano venuti a formarsi
í e a arenarsi í di fronte a un salto qualitativo della complessità.
Solo una vera e propria mutazione antropologica, pensava Balducci,
avrebbe potuto affrontare, al necessario livello, la soluzione di questioni
cruciali che avrebbero investito simultaneamente tutte le discipline del
sapere. E non soltanto. La complessità della crisi avrebbe imposto, per
HVVHUHSULPDDQFRUDFKHULVROWDFRPSUHVDXQDGLYHUVDLGHDGHOO¶LQGL
viduo, del suo rapporto con la Natura, cioè con se stesso; delle relazioni

1
Giornalista, scrittore, politico. È stato corrispondente da Mosca per venti anni, dal 1980 al
2000. Europarlamentare dal 2004 al 2009. Ha ricevuto nel 2002 il Premio Nazionale Cultura
della Pace. Nel 2010 ha creato il movimento politico Alternativa. Dal 2014 è direttore di
www.pandoratv.it.

9
10 Prefazione

WUDODSUHVHQ]DGHOO¶Uomo contemporaneo HODYLWDGHOO¶HFRVLVWHPDHGL


questo con lo spazio, il cosmo; del significato e della storia delle aggre-
gazioni umane; delle forme della politica. E praticamente di tutte le at-
tuali conoscenze umane e delle loro interconnessioni.
Solo un altro Uomo avrebbe potuto essere educato, anzi educare se
VWHVVRDXQ¶DOWUDYLWDLQFRPSDUDELOHFRQODQRVWUDDWWXDOH3RLFKpJOL
appariva evidente che questa nostra vita sarebbe stato impossibile man-
tenerla nel contesto delORVSUHFRGHOODYLROHQ]DGHOO¶HJRLVPRGHOGL
sordine, della sopraffazione, della guerra che essa sta producendo. In
altri termini Ernesto Balducci vedeva come inevitabile il tramonto di
questa civiltà. Essendo credente, e ottimista, tentava una descrizione
possibile di questo passaggio. Era un filosofo, non un fisico, non uno
scienziato in senso stretto, ma aveva visto lontano. Aveva egli stesso
percepito il significato della complessità.
Luigi Sertorio affronta la stessa questione da fisico, anzi da ecofi-
sico, ma al tempo stesso da epistemologo, da storico, da filosofo e da
umanista, da biologo, da economista, e da tanti altri punti di vista. Vede
anche lui il tramonto inesorabile di questa fase della vicenda umana. E
ne tenta il calcolo guardando da più SDUWLO¶RJJHWWR GHOOD VXD ULFHUFD
Che í DYROHUVLQWHWL]]DUHDOO¶HVWUHPRí qO¶DQDOLVLGHOciclo e della sua
radicale, insostenibile contraddizione rispetto al non-ciclo.
(G q TXL DPLR DYYLVR FKH O¶$XWRUH LPSRVWD XQD YLsione radical-
mente nuova della prospettiva che si affaccia. Una prospettiva che esi-
ste nel tempo breve, ma che in un tempo lungo (la cui lunghezza di-
pende da molte variabili singole e variamente influenzantisi) svanisce e
si annulla. Per lo meno se ci si riferisce alla prospettiva della specie
umana. Quella del cosmo è qui fuori discussione, poiché su di esso noi
uomini, al momento, non siamo in condizioni di influire. Aggiungerei
di mio, en passant, solo questa notazione: ³per fortuna´, perché, come
ha detto Steven Hawking, la stupidità XPDQDqO¶XQLFDFRVDLQILQLWDFKH
esista. 0DqODSURVSHWWLYDGHOODVSHFLHíHGHOOD9LWDíqLQYHFHLQGL
scussione, eccome!
©/¶HUDWHFQRORJLFDHQHUJLYRUDDOLPHQWDWDGDULVHUYDIRVVLOHqGHVWL
nata a finire», scrive Sertorio nel capitolo intitolato appunto Prospet-
tive. Perché? Perché «cLzFKHQRQIDFLFORWHQGHSUHVWRRWDUGLDOO¶LP
mobilità». La sentenza finale è di una icasticità impressionante:
©/¶HTXD]LRQH3,/ (QHUJLDqO¶HTXD]LRQHGHOODFDGXFLWjRGHOODIROOLDª
(QRLYLYLDPRDOO¶LQWHUQRGL«costruzioni etiche, politiche, economiche»
FKHSHQFRODQRVXOO¶RUORGHOODIROOLDSURSULRSHUFKpHVFOXGRQROD1DWXUD
Prefazione 11

dai loro calcoli. Cioè non abbiamo capito (e non siamo attualmente in
grado di capire fino in fondo, o di capire del tutto) che tutte le costru-
zioni di cui sopra saranno spazzate via nella fase in cui comincerà a
WHUPLQDUHLO©WUDQVLHQWHDQRPDORDFXLO¶XRPRVLqDGDWWDWRGHIRUPDQ
dosi mentalmente».
&RVDKDGHWHUPLQDWRO¶LQL]LRGLTXHVWRtransiente anomalo"/¶LQYHQ
zione dei motori alimentati da energia fossile, che, a sua volta, da quel
PRPHQWRLQDYDQWLKDGHWHUPLQDWRWXWWDODVWRULDGHOO¶XRPR/RVFRSR
del libro, citando ancora OHSDUROHGHOO¶$XWRUHq©VSLHJDUHFRVDYXRO
dire transiente e cosa è il non anomalo». Ma í ed è una messa in guardia
fondamentale í «qui non si emettono verità assiomatiche»; qui si ra-
giona tenendo presente il «ULFKLDPRDOO¶XPLOWj», cioè si deve ragionare
lasciando da parte tutte le centralità in cui, come pregiudizi, siamo im-
prigionati: DFRPLQFLDUHGDOODFHQWUDOLWjGHOO¶8RPRrispetto alla Natura.
Una centralità del tutto arbitrariamente definita, insensata, presuntuosa,
fonte di catastrofe.
Quando il transiente sarà terminato (questione che così formulata è
insoddisfacente, poiché stiamo trattando di processi estremamente com-
plessi, che avranno fasi imprevedibili e, mentre è possibile individuare,
FRPH V¶q GHWWR O¶LQL]LR GHO WUDQVLHQWH, risulta impossibile prevedere
come, in che forma e quando esso finirà), non sarà la fine della dinamica
della superficie terrestre, ma ³semplicemente´ O¶LQL]LRGLXQDQXRYDHUD
Noi ci troviamo adesso nella fase in cui si comincia a capire cosa signi-
fica transiente, e in questo consiste la straordinaria importanza di questo
libro. Scientifica, ma io direi anche politica.
/¶DXWRUHQHqSHUIHWWDPHnte consapevole e, in diversi momenti della
descrizione della Mappa, lo dimostra. Come quando scrive queste righe:
«Ci sono uomini sciocchi e uomini saggi che camminano verso il fu-
WXUR)RUVHPROWLVFLRFFKLHSRFKLVDJJLqFUXFLDOHYHGHUHVHF¶qXQPL[
ottimale per guidare la specie umana nella transizione verso la conti-
nuazione della vita». Tuttavia «nei testi di economia e nei testi delle
leggi dello Stato, la Natura compare unicamente come oggetto esterno».
Noi siamo abituati a esaminare i diritti e a cRQVLGHUDUHO¶HWLFD©DOO¶LQ
terno di un dominio rigorosamente antropocentrico», e non contem-
SOLDPR©O¶LQWHUD]LRQHGHOO¶XRPRFRQODVIHUDLQRUJDQLFDHFRQODELR
sfera, nemmeno quando tale interazione è [divenuta] mastodontica, gra-
vissima». Una cecità che rischia di divenire stupidità suicida.
Si trova in questo nodo, a mio avviso, uno dei momenti topici della
riflessione di questo libro, quando Luigi Sertorio tocca la questione
12 Prefazione

della sopravvivenza della specie, anzi della vita in generale. È vero, in-
fatti, che la dinamica della superficie terrestre continuerebbe anche
VHQ]D O¶URPR PD VH VL DIIURQWD O¶HVDPH GHOOD prospettiva che lo in-
cluda, allora è indispensabile fare i conti, letteralmente, con la dinamica
del mondo organico. Gli organismi viventi í VFULYHO¶$XWRUHí «si ag-
gregano in morfologie collettive speciali che non hanno analogo
QHOO¶XQLYHUVRLQRUJDQLFR4XHVWHPRUIRORJLHGLQDPLFKHVRQRSRUWDWULFL
GHOO¶intelligenza della biosfera /¶HQWLWj GL TXHVWD LQWHOOLJHQ]D QRQ q
quantificabile con i mezzLGHOO¶LQWHOOLJHQ]DDUWLILFLDOHGLJLWDOH(VVDFRQ
tiene il concetto di autoconsistenza finalistica, che supera il concetto di
feedback, costruzione matematica che compare nella teoria del con-
trollo deterministico. Le due cose sono diverse perché la vita dell¶RUJD
nismo non è riducibile agli ingredienti che compaiono in qualsivoglia
problema deterministico e che possono essere prodotti in laboratorio».
Questi conti O¶8RPRGHO;;,VHFRORQRQqDQFRUDFDSDFHGLIDUOLH
dovrebbe cominciare a farli, poiché è venuto il tempo in cui la loro ne-
cessità emerge ormai imponente. Al contrario la nostra organizzazione
VRFLDOHQRQULHVFHQHPPHQRDGDWWXDUHO¶HOHPHQWDUH principio di pre-
cauzione, che ci permetterebbe almeno di evitare di avventurarci su
strade che non sappiamo dove conducono. Ahinoi! ©O¶HFRILVLFDqGRW
WULQDFROWLYDWDLQGXHRWUHXQLYHUVLWjG¶DYDQJXDUGLD1RQEDVWDª
Si aprono questioni che Gregory Bateson propose con raffinata ele-
ganza e una certa dose di understatement: ha la scienza «il diritto di dire
se certe tecniche debbano essere impiegate?» Ovvero: possiamo affi-
dare a scienziati iper-specializzati (e cioè incapaci di cogliere la com-
plessità), o a Accademie fossilizzate e pigre non meno che miopi, il
compito di scegliere VHFRQVHQWLUHDOO¶XPDQLWjGLSURcedere su strade il
cui sbocco non è noto? Domanda che í di fronte alle mostruose accele-
UD]LRQL LQ FRUVR GDOOD URERWLFD DOO¶LUUHVLVWLELOH QDQR-incontrollabilità,
DOOD YHUWLJLQH GHOO¶LQWHOOLJHQ]D DUWLILFLDOH FKH q RUPDL DUULYDWD ROWUH OD
VRJOLDGHOO¶DXWR-aSSUHQGLPHQWRFLRqGHOO¶DXWRVYLOXSSRWXWWHLQWHUIHUL
scono nei processi naturali, li modificano e li stravolgono imponendo
tempi innaturaliFLRq³WXUEDQRO¶XQLYHUVR´í dovrebbe, a rigore di lo-
gica, imporre una risposta negativa. 0HQWUHO¶8RPRFRQWHPSRUDQHo è
sempre più angosciosamente simile al personaggio di quella barzelletta
americana che racconta di un signore che, caduto per caso da un gratta-
cielo di 300 piani (ma con il cellulare in mano), risponde a una chiamata
mentre si trova a passare, in caduta libera, davanti al 200-esimo piano.
«Come stai?», gli chiede un amico. E lui risponde: «So far, so good».
Prefazione 13

È una storiella comica irresistibile che Luigi Sertorio mi ha raccon-


WDWRSURSULRLQXQRGHLJLRUQLLQFXLVWDYRVFULYHQGRTXHVWHULJKHDOO¶LQL
zio delO¶aprile 2017, mentre tutti i caQDOLWHOHYLVLYLDQQXQFLDYDQRO¶³im-
PLQHQWH´ERPEDUGDPHQWRDPHULFDQRVXOOD&RUHDGHO1RUGHO¶DSSHQD
DYYHQXWRERPEDUGDPHQWRFRQOD³PDGUHGLWXWWHOHERPEH´FRQYHQ]LR
nali su una improbabile serie di grotte afghane. Viviamo - dice Sertorio
- QHOOD©IDVHWHUPLQDOHGHOO¶HUDWHFQRORJLFDHQHUJLYRUDTXHOODLQFXLOD
SHUFHQWXDOHGHOODSRSROD]LRQHXPDQDFKHYLYHQHOO¶DVVHQ]DGLDQVLDGL
conoscenza ha raggiunto il massimo della storia». Ma le grandi masse
umane non possono avere nessuna ansia di conoscenza essendo state
FRDUWDWDPHQWHWHQXWHDOO¶RVFXURGLRJQLSRVVLELOHDOWHUQDWLYD(VVHVRQR
prigioniere di Matrix, così come lo sono le Accademie scientifiche, così
come lo è la grande massa degli scienziati, sempre più composta di in-
dividui che conoscono a meraviglia il loro centimetro quadrato di zolla
di sapere, ma che non conoscono nulla del prato in cui quella zolla si
trova. Viviamo tutti come se fossimo sdraiati a terra con il viso immerso
QHOO¶HUEDÊRYYLRFKHVHUHVWLDPRLQTXHVWe condizioni, penseremo che
LOPRQGRFKHFLFLUFRQGDVLDIDWWRGLILOLG¶HUED3HUFDSLUHGREELDPR
DO]DUHODWHVWD9HGUHPRLOSUDWRHSRLLOFLHOR0DLILOLG¶HUEDFKHFL
LPSHGLVFRQRGLYHGHUHLOPRQGRVRQRO¶HTXLYDOHQWHGHLlinguaggi di cui
la storia ci KDGRWDWRTXHOOLGHOOD5HOLJLRQHGHOOR6WDWRHGHOO¶(FRQR
mia. «È evidente í scrive Sertorio í che questi linguaggi dovranno es-
sere profondamente rinnovati». «/DYLROD]LRQHGHLFLFOLQDWXUDOLGHY¶HV
sere azione da proibire (Religione)ª4XLO¶$XWRUHULVSRQGHGXQTXHne-
gativamente, anche lui come me, alla domanda di Bateson: non si può
concedere alla scienza e alla tecnica di violare i cicli naturali. È un pec-
FDWRFRQWUROD1DWXUDHFRQWURO¶8RPR'HYHHVVHUHYLHWDWR E, se sa-
remo ragionevoli, lo vieteremo. Bisogna solo stabilire come si arriva a
questa decisione e come sceglieremo chi questa decisione dovrà pren-
dere a nome di tutti.
Ma ci sono altre due innovazioni da compiere. La seconda suona
FRVu ©/¶DFFHVVR DOOD ELRVIHUD GHY¶HVVHUH Xn diritto (Stato)». Dunque
ogni idea di proprietà della biosfera GHY¶HVVHUHEDQGLWDFRPHXQGHOLWWR
La terza dice che «Il flusso solare non può essere proprietà privata.
(Economia)». Sembra di entrare nella fantascienza, e invece siamo già
nella cronaca, solo che non lo vediamo. E non lo vediamo non perché
VLDPRFLHFKLPDSHUFKpFHORQDVFRQGRQRL³SURSULHWDULXQLYHUVDOL´FKH
VRQRDQFKHFRORURFKHFRQWUROODQRO¶LQIRUPD]LRQHHODFRPXQLFD]LRQH.
I processi di privatizzazione stanno investendo tutte le attività umane.
14 Prefazione

Già oggi, dicono le statistiche, la proprietà dei beni esistenti sul e nel
SLDQHWDqSUHURJDWLYDGLXQFHQWLQDLRGLSHUVRQH(O¶HVDXULPHQWRGHOOH
risorse energetiche non rinnovabili (che è inevitabile in tempi ormai
umani) spinge i proprietari universali a indirizzare la ricerca delle mo-
GDOLWj GL XQ XVR SULYDWR GHOO¶XQLFR IOXVVR HQHUJHWLFR SUDWLFDPHQWH
eterno: quello dei fotoni che giungono sulla Terra dal Sole. Nella
Mappa del Denaro ciò è razionale, ma produrrebbe una violazione del
diritto al libero accesso alla biosfera. E sarebbe una vera e propria be-
stemmia, disumana e anti-umana, perché violerebbe tutti i cicli naturali.
Sarebbe lo sterminio dei molti da parte dei pochi, in prima istanza, e la
follia suicidaria come conclusione finale.
Le masse sono come i personaggi dei war games sui nostri computer
í prendo a esempio pratico il rinomato Grand Theft Auto í che si muo-
YRQRGHQWURXQDPDSSDDQFK¶HVVDGLVHJQDWDFRQWXWWLLSLpiccoli par-
ticolari per renderla assolutamente realistica. È una mappa che non con-
duce da nessuna parte e che permette di arrivare soltanto fino ai suoi
FRQILQL8QSR¶FRPHTXHOODLQFXLYLYHYDVHQ]DVDSHUOR7UXPDQ%XU
bank, fino a che la sua barchetta andrà a sbattere contro la parete del
contenitore. Ecco: la Mappa del denaro è il war game in cui viviamo.
( TXL OD SDUROD ³ZDU´ JXHUUD q SHUIHWWDPHQWH DSSURSULDWD SHUFKp LQ
quella mappa ci può essere solo guerra. In quella Mappa è possibile
YHGHUH LQUHDOWjQHPPHQRTXHVWR LOLQJRWWLG¶RURFKHVLDFFXPXODQR
nei forziHULFHQWUDOLPDQRQVLSRWUjPDLFDSLUHFRPHPDLO¶LQWHURVSD]LR
GLVHJQDWRSHUQRLQRQFRQWHPSOLO¶LPPHQVDPDVVDGLVFDUWLHGLULILXWL
che sta soffocando il mondo reale.
La Mappa del denaro è ormai quella della finanza astratta, che è di-
segnata dalla Banca. Che ha costreWWRDOO¶REEHGLHQ]DORStato. Che si è
arreso dopo essere stato soverchiato, corrotto, comprato. La Banca ha
quindi scritto le leggi dello Stato, trasformando in legge la rapina che
HVVDFRPSLH(FRQWHPSRUDQHDPHQWHKDIRUPDWRHDUPDWRO¶HVercito dei
suoi esegeti (gli economisti), dei suoi soldati (il mainstream), dei suoi
poliziotti (i servizi segreti). E la società ha perduto il controllo sulla
dinamica del denaro, cioè ha perduto ogni democrazia, mentre «la fi-
QDQ]DDVWUDWWD>«@FRUURGHLQ modo oscuro e imprevedibile la struttura
della vita collettiva».
È questo un altro dei momenti alti, politici, che conseguono dal ra-
gionamento innovativo proposto, in questo libro fondamentale, da Luigi
6HUWRULR2FFRUUHUHLPSRVWDUHULVFULYHUHLOUDFFRQWRGHOO¶HFRVLVWHPD(
Prefazione 15

questo può essere fatto solo partendo dalla complessità che intravve-
diamo. Bisogna guardare avanti, sempre che ve ne sia ancora il tempo,
e sempre che ve ne siano le forze intellettuali capaci di farlo, per co-
VWUXLUHXQ¶altra teoria. In politica siamo ancora tutti í VFULYHO¶$XWRUH
con una certa ironia í ai tempi di Marx, che fu colui che descrisse «il
WUDQVLHQWHGHOPRWRUHQHOODVWRULDHYROXWLYDGHOODVSHFLHXPDQD>«@3R
chi dei concetti formulati da Marx e penetrati nel pensiero di tutti gli
HFRQRPLVWL GHO WHPSR SUHVHQWH VDUDQQR XWLOL]]DELOL QHOO¶era post-fos-
sile».
Per cancellare la Mappa del denaro, che imprigiona il genere umano,
la vita, e li costringe a una somma-zero mortale, occorre costruire un
movimento cosciente di popoli, di masse umane. Impresa che richiede,
LQSULPROXRJRXQ¶altra teoria. Il compito politico e scientifico del pre-
sente è creare questa teoria.

Aprile 2017
Introduzione

Per una piccola quantità di denaro Giuda tradì Gesù. Il re Carlo V pagò
molto di più per sostenere la spedizione dei lanzichenecchi che saccheg-
giarono Roma nel 1527. Il progetto della basilica di San Pietro non sa-
rebbe partito senza il flusso di denaro delle indulgenze. La fioritura dei
SULPLJUDWWDFLHOLGL&KLFDJRODQDVFLWDGHOO¶DUFKLWHWWXUDDPHULFDQDSDU
WLYDGDOODERQDQ]DHFRQRPLFDGHO0LGGOH:HVWDOODILQHGHOO¶2WWRFHQWR
Questa stessa bonanza si trasformò in crisi nel 1929. Il più grande inve-
stimento GLGHQDURGLWXWWDODVWRULDGHOO¶XPDQLWjDYYHQQHQHOGHFHQQLR
1930-40 con la produzione bellica che portò alla Seconda guerra mon-
diale/¶HYROX]LRQHGHOODGLQDPLFDHFRQRPLFDDPHULFDQDGRSROD Se-
conda guerra mondiale è stata così rapida che la quantità di dollari
emessi dalla banca centrale superava il vincolo vigente che lega il nu-
mero scritto sulle monete al numero di grammi di oro contenuti nella
riserva. Questa corrispondenza fra denaro cartaceo e valore materiale di
riferimento oggettivo fu annullata, per quanto riguarda il dollaro, per
autorità della Stato durante la presidenza Nixon. Dal 1971 non esiste
più il vincolo denaro ± oro, e la presente crisi economica è descritta con
numeri e algoritmi che alcuni citano con il rispetto che si ha per le cose
amate, altri con paura e odio. Amore, odio, sacralità antichissima: forse
dobbiamo dire che Dio aveva bisogno dei trenta denari di Giuda per
FRQFOXGHUHLOSURSULRVDFULILFLRXPDQRFRPHGHWWDJOLDWDPHQWHO¶HYDQ
gelista ci racconta?
Tutti questi esempi sono eventi diversissimi, eterogenei, che però
hanno in comune la presenza del denaro. Il denaro ha due facce: è attore,
è compartecipe del fare e del disfare umano; è conoscenza, è utilizzato
infatti come descrizione della realtà.
Cosa vuol dire descrizione? Per il mondo inorganico la descrizione
è la fisica. Per il mondo organico la descrizione è la biologia. Il cosmo
sembra immobile, ma non lo è, e la descrizione della sua evoluzione si
perfeziona continuamente. La conoscenza scientifica fornisce una
mappa della realtà esterna.

17
18 Introduzione

/HYLFHQGHXPDQHOHYHGLDPRGDOO¶LQWHUQRQHVLDPRDWWRUL± spetta-
tori. Quindi la descrizione delle vicende umane è una miscela di agire e
capire, non è pura costruzione formale. La descrizione che O¶XRPRID
della realtà umana è una mappa interattiva. Il fare modifica la mappa e
la mappa modifica il fare. Esistono molte mappe interattive della dina-
PLFDVRFLDOHSHUFKpOHVSHFLDOL]]D]LRQLGHOO¶HVSULPHUVLGHOO¶XRPRVRQR
molteplici. Spesso le specializzazioni sono estreme e le relative espres-
VLRQL LQFRPSUHQVLELOL 1H VHJXH FKH O¶XRPR FRPXQH QRGR GHOOD UHWH
della collettività, è limitato ad essere interfaccia fra strumenti dei quali
QRQFRQRVFHTXDVLQXOODQRQqLOSURWDJRQLVWDSRUWDWRUHG¶LQIRUPD]LRQH
ma qualcosa di simile a un veicolatore passivo. Ci chiediamo allora se
esiste una intelligenza collettiva, oppure se la collettività funziona solo
come un insieme statistico. In altre parole come si connettono il capire
GHOO¶LQGLYLGXRHLOFDSLUHGHOODFROlettività.
La descrizione della società data dal denaro è molto potente, ossia
può pilotare imprese enormi, quindi è importante capire se la mappa del
denaro è una descrizione fedele della realtà. A questo punto entra il bi-
nomio descrizione ± teoria. Esempio di partenza: quando vedi una scia
nel cielo vuol dire che ci sono gli alieni. È una teoria molto diffusa.
Osservazione insufficiente, teoria affrettata. Andiamo avanti. Le
scienze della Natura, fisica, chimica, biologia, cercano di delimitare
bene il dominio di fenomeni di cui si occupano e questo è importantis-
simo per procedere con rigore. Il più importante strumento di lavoro è
la visione, la ricerca di struttura. Nella direzione del piccolo possiamo
FLWDUHODULVRQDQ]DPDJQHWLFDLQELRORJLDHO¶DFFHOHratore di particelle in
fisica, discendenti del microscopio. Nella direzione del grande le sta-
zioni spaziali che misurano fotoni di altissima o di bassissima energia,
discendenti del telescopio usato brillantemente nel Seicento da Galileo.
La teoria fronteggia descrizioni perennemente nuove, sempre più com-
plicate nel piccolo e nel grande.
La scienza del denaro fa la sua prima apparizione quando le banche
erano riserve ben protette di cose preziose, cioè di lunga durata, e di ben
definito valore di scambio. Perché ben definito? Perché le cose preziose
erano manufatti per i quali era precisabile la qualità e la quantità del
ODYRURGHOO¶XRPR4XHVWDqO¶HUDGHOODpecunia olet. La Natura, fisica
FKLPLFDHELRORJLFDHUDSUHVHQWHGLIDWWR$OSDVVDUHGHLVHFROLF¶qOD
moneta metallica simbolo che non oletFRPHGLFHYDO¶LPSHUDWRUH9H
VSDVLDQR /¶Lmperatore romano doveva, per volere divino, essere ga-
rante che la moneta simbolo avesse un ben preciso corrispondente nel
Introduzione 19

possesso della terra di riferimento, che per alcuni secoli dopo Augusto
IX O¶DUHD DIULFDQD LQGR HXURSHD LQFOXGHQWH LO 0HGLWHUUDQHR 4Xando i
PHUFHQDULFDSLVFRQRFKHTXHVWDFRUUHOD]LRQHQRQF¶qLQYHFHGLGLIHQ
GHUHO¶LPSHURVLLPSRVVHVVDQRGHOOHWHUUHVXVFDODSLSLFFROD6LULGH
finisce la moneta e si va avanti. Si attraversa il Medioevo e il Rinasci-
PHQWRHVLDUULYDDOO¶HUDGHLPRWRUL Compare la sorgente di energia fos-
sile, la terra non può più essere riferimento sufficiente, decade il ruolo
GHO5HÊQHFHVVDULRFKHYHQJDIXRUL0DU[SHUODLFL]]DUHO¶HFRQRPLD(
lui lo fa escludendo assiomaticamente tutta la Natura dalla sua costru-
zione WHRULFDULJRURVDHDXWRQRPD,OULVXOWDWRqO¶LPSLDQWRWHRULFRGHOOD
scienza economica contemporanea, volontariamente disgiunta dalla
realtà naturale.
Segue da queste osservazioni che il dialogo scientifico fra fisici ed
economisti è impossibile. Ed è per TXHVWRFKHTXLVLSDUODGL³PDSSDGHO
GHQDUR´HQRQGL³HFRQRPLD´
È sensato escludere la Natura dalle costruzioni etiche, politiche, eco-
nomiche? No, è sbagliatissimo. Dobbiamo capire che tutto ciò che av-
YLHQHQHOODVWRULDGHOO¶XRPRGRSRO¶LQYHQ]LRQHGHLmotori alimentati da
HQHUJLDIRVVLOHqXQWUDQVLHQWHDQRPDORDFXLO¶XRPRVLqDGDWWDWRGHIRU
mandosi mentalmente. Scopo di questo libro è spiegare cosa vuol dire
transiente e cosa è il non anomalo. La struttura delle pagine che seguono
è quella di appunti per una serie di lezioni universitarie, non un testo di
verità rivelate.
,OFDSLWRORqXQULFKLDPRDOO¶XPLOWj&DSLUHFKHO¶XRPRDSSDUWLHQH
alla Terra, la Terra al sistema solare che nasce dalla storia del cosmo.
Il capitolo 2 tratteggia un problema bello e difficilissimo che la ri-
cerca scientifica sta affrontando: il clima e la biosfera terrestre.
Il capitolo 3 è un duro richiamo metodologico: qui non si emettono
verità assiomatiche ma si cerca di lavorare nel dominio della descri-
zione, la mappa perennemente perfezionabile.
Il capitolo 4 affronta il problema cruciale della specie umana, quello
di acquisire protesi al proprio agire.
,OFDSLWRORFHUFDGLGHILQLUHO¶HUDDJULFRODFLRqODVWRULDGHOO¶XRPR
SHUWXWWRLOWHPSRLQFXLXQSR¶SHUVDJJH]]DXQSR¶SHUFRVWUL]LRQH
seguiva le vie della Natura. La parola biosfera non esisteva ancora.
Il capitolo 6 è il più difficile da digerire. Fa vedere come la libertà
GDOODIDWLFDFRQWDGLQDqVFKLDYLWGHOO¶XRPRDOPRWRUHGLVRFFXSD]LRQH
guerra.
20 Introduzione

Il capitolo 7 afIURQWDLOWHPDGHOO¶HFRQRPLDPRWRULVWLFDLOVRPPRYL
mento europeo e nordamericano SDUWLWRQHOO¶2WWRFHQWR,OYDORUHQRQq
O¶XRPR O¶HFRQRPLD QRQ q VFLHQ]D VRFLDOH 2YYHUR OR q VWDWD SHU XQ
breve periodo iniziale che ha illuso tutti.
Il capitolo 8 cerca di GDUH GHOOH LQGLFD]LRQL SHU FDSLUH O¶DQRPDOLD
della produzione motoristica, unidirezionale e non a rete.
,OFDSLWRORSDUWHGDOO¶DQDOLVLGLXQDGLQDPLFDHFRQRPLFDFRQPR
GHOORDHOHPHQWLHPRVWUDFKHqGHVWLQDWDDOO¶HVWLQ]LRQH/DGLQDPLFD
del denaro opera su reti nazionali o multinazionali includenti molti mi-
lioni di nodi. Questo modello a 7 nodi va capito come esempio e sarebbe
ovviamente bene generalizzarlo onde applicarlo a paesi reali. Si vede
come i termini transiente e anomalo sono congiunti. Si continua con
O¶HVSRVL]LRQH GL DOFXQL IDWWL SDOHVL FKH SHUz LO SHQVLHUR FRUUHQWH QRQ
vede.
,OFDSLWRORFHUFDGLSDVVDUHGDOODGHQXQFLDGHOO¶HUURUHDOO¶LQGLFD
zione di prospettive per il futuro. Prima domanda: cosa vuol dire futuro?
Il capitolo 11 è dedicato al concetto scientifico di ciclo.
,OFDSLWRORGLFHFKHLOIXWXURF¶qHSHURUDqXQSURJHWWRGLULFHUFD
/¶XOWLPR FDSLWROR Appartenenza e Proprietà, è dedicato al lettore
che fa fatica a capire le formule e il linguaggio tecnico del testo, e desi-
dera avere una sintesi del libro espressa con un diretto riferimento ai
problemi del presente.
Capitolo I

'DGRYHYLHQHO¶HQHUJLD"

La dinamica della specie umana esiste nel contesto cosmologico.


4XLQGLGREELDPRSDUWLUHFRQODGRPDQGD³GDGRYHYLHQHO¶HQHUJLD"´

1.1. La dinamica del mondo inorganico

Il concetto di permanenza per un sistema complesso inorganico.


Noi esseri umani siamo circondati da energia. La vediamo, la luce
del Sole, la sentiamo, come calore o mancanza di calore, la percepiamo,
come peso che ci lega alla Terra, come il terremoto, come i venti o le
EXIHUH7XWWRFLzDSSDUWLHQHDOO¶universo inorganico sul quale si pos-
VRQRIDUHPLVXUHVSHULPHQWDOLHFRVWUXLUHWHRULHIRUPDOL/¶XQLYHUVRQRQ
qXQSXQWRHQRQqORVSD]LRLQILQLWRDOO¶RSSRVWRRVSLWDPRUIROogie e
movimenti. Questa dinamica è connessa nello spazio e nel tempo ed è
JRYHUQDWDGDOOHLQWHUD]LRQLIRQGDPHQWDOL/DJUDYLWjqO¶LQWHUD]LRQHSL
GHEROHHSHUYDGHWXWWRORVSD]LRO¶HOHWWURPDJQHWLVPRWHQGHDOHJDUHOH
masse localmente in forma di atomi e molecole, con le loro mutue inte-
UD]LRQLHFRPXQLFDFRQO¶HVWHUQRHPHWWHQGRIRWRQL6XVFDODSLSLFFROD
O¶LQWHUD]LRQHIRUWHJRYHUQDVWDWLOHJDWLHUHD]LRQLQXFOHDUL/¶HVWHUQRqLO
cosmo che contiene morfologie globali estremamente complesse e sem-
bra essere in continua espansione, a partire da un momento iniziale di
FXLVLSXzSDUODUHLSRWHWLFDPHQWH&HUWDPHQWHO¶HVSDQVLRQHFRVPLFDLP
plica qualcosa che si contrappone alla caratteristica della forza gravita-
zionale, che è attrattiva. In una certa fase primordiale sono comparse le
interazioni forti ed elettromagnetiche e si sono formati i nuclei leggeri.
/¶DWWUD]LRQH JUDYLWD]LRQDOH FRQWLQXDQGR OD VWRULD GHOO¶XQLYHUVR KD
creato eventi di caduta in forma di stelle, dinamica che avverrà ancora
per un certo tempo, ma non avverrà più nel futuro lontano. Il tempo
cosmico primordiale è definito dal linguaggio della termodinamica,
QHOO¶HUDVWHOODUHqGHILQLWRGDXQOLQJXDJJLRPLVWRLQFXLSUHGRPLQDOD

21
22 La mappa del denaro

gravità: è il tempo del moto delle galassie. Su scala più piccola, il tempo
riguarda quei complicati sistemi confinati e attivi che sono le stelle, un
gioco complesso di reazioni nucleari esotermiche tenute assieme e con-
trollate dalla gravità. La durata della vita delle stelle, la loro luminosità,
la loro massa, sono coVHFRUUHODWH6XVFDODDQFRUDSLSLFFRODF¶qOD
dinamica di molecole, atomi e nuclei e qui entra il principio di indeter-
minazione, da cui derivano le misure più precise in possesso della fisica.
/¶HVWUHPDSUHFLVLRQHGHULYDGDOIDWWRFKHODFRVWDQWHGL3ODnck, che de-
ILQLVFHO¶LQGHWHUPLQD]LRQHqODFRVDSLSLFFRODFKHVLFRQRVFD/HVWHOOH
PDFLQDQRDOORURLQWHUQRPHFFDQLVPLFRPSOLFDWLIUDFXLF¶qODSURGX
zione di nuclei pesanti, e poi con una dinamica di esplosione eiettano
tutto questo materiale. I prodotti di eiezione di varie stelle possono, in
certe circostanze, per effetto della gravità, riformare per caduta locale
la morfologia di nuove stelle dotate di corredo planetario. Nel caso par-
ticolare del sistema solare la massa dei pianeti, fatti di nuclei pesanti, è
SLFFROLVVLPDULVSHWWRDOODPDVVDGHOVROHLQFXLSUHGRPLQDO¶LGURJHQR
6H O¶HVSDQVLRQH FRVPLFD q OHQWD VL SRWUDQQR IRUPDUH QHO IXWXUR FRUSL
GRWDWLGLQXFOHLSHVDQWL6HO¶HVSDQVLRQHqYHORFHDOORUDODFRPSRVL]LRQH
percentuale cosmica resterà con predominanza di nuclei leggeri distri-
buiti in modo rarefatto e non più in grado di formare stelle per caduta
JUDYLWD]LRQDOH 1HOO¶HUD FRVPRORJLFD SUHVHQWH OD PDWHULD QHOOH VXH
forme collettive appare in varie forme che dipendono dalla quantità dei
compRQHQWLHFRQVHJXHQWHPHQWHGDOFRPSDWWDPHQWRFDXVDWRGDOO¶DWWUD
zione gravitazionale. I parametri collettivi significativi sono le variabili
termodinamiche temperatura, pressione e densità. Il valore di queste va-
riabili è determinato dalla quantità della massa in gioco e quindi dalla
forza di gravità che compatta. Per valori bassi della temperatura ci sono
atomi neutri, e la materia appare nelle forme di solido, liquido, gas. Per
valori più alti lo stato collettivo è plasma atomico, cioè nuclei, elettroni
e IRWRQL3HUYDORULDQFRUDSLDOWLF¶qLOSODVPDDGURQLFRFLRqSDUWLFHOOH
elementari sub nucleari.

1.2. La dinamica del mondo organico

Il concetto di permanenza della biosfera.


La comparsa dei pianeti nella storia cosmologica è cruciale, perché
una combinazione opportuna di stella ± pianeta può realizzare le condi-
zioni spazio-temporali compatibili con le interazioni fotone ± molecola,
I. 'DGRYHYLHQHO¶HQHUJLD" 23

e molecola ± molecola, tipici del dominio di energie che caratterizzano


le reazioni della chimica organica. Queste condizioni sono estrema-
mente stringenti, e sono realizzate per la coppia Sole ± Terra, e così
appare la vita, il mondo organico realizzato nel sistema complesso bio-
sfera. La parola sfera sta a ricordare che le condizioni di interazione
fotone-pianeta adatte a ospitare e nutrire la vita sono limitate ad uno
strato superficiale appunto di forma sferica nel quale i valori di tempe-
UDWXUDSUHVVLRQHHGHQVLWjVRQRTXHOOLJLXVWL/¶LQSXWGHLIRWRQLVRODUL
VXOOD7HUUDqDEEDVWDQ]DEHQGHILQLWR6HVLDVVXPHFKHO¶HPLVVLone di
fotoni dalla superficie del Sole sia approssimativamente costante, che
la traiettoria della Terra intorno al Sole sia approssimativamente circo-
ODUHHFKHO¶LQFOLQD]LRQHGHOO¶DVVHGLURWD]LRQHGHOOD7HUUDULVSHWWRDO
SLDQRGHOO¶RUELWDVLDDSSURVVLPDWLYDPHQWHILVVDQHULVXOWDFKHO¶LQSXW
dei fotoni solari è bi-SHULRGLFRO¶DQQRHLOJLRUQRPRGXODWLFRQOHVWD
gioni. La risposta della dinamica inorganica superficiale, che implica la
FURVWDULJLGDLOPDUHHO¶DWPRVIHUDqGLVVLSDWLYDHIRU]DWDGD TXHVto
input bi periodico, e dunque ciclica. Similmente la dinamica della bio-
sfera è necessariamente ciclica. Si noti che le due dinamiche, inorganica
e organica sono accoppiate, e il sistema congiunto, che può essere chia-
PDWRHFRVIHUDqDQFK¶HVVRFLFOLFR,Q conclusione per capire la biosfera,
la vita, è stato necessario risalire alla cosmologia, e alla storia molto
complicata della formazione di piattaforme spazio temporali di perma-
nenza, le stelle e i pianeti. Trovata la permanenza si può incominciare
a parlare della vita.
Nella composizione della biosfera abbiamo alla base le macromole-
cole che non sono aggregate in solido, liquido, gas, ma sono strutturate
in sistemi estremamente complessi, gli organismi viventi. Gli organismi
viventi a loro volta si aggregano in morfologie collettive speciali, che
QRQKDQQRDQDORJRQHOO¶XQLYHUVRLQRUJDQLFR4XHVWHPRUIRORJLHGLQD
PLFKHVRQRSRUWDWULFLGHOO¶intelligenza della biosfera. /¶HQWLWjGLTXHVWD
LQWHOOLJHQ]DQRQqTXDQWLILFDELOHFRQLPH]]LGHOO¶LQWHOOLJHQ]DDUWLILFLale
digitale. Essa contiene il concetto di autoconsistenza finalistica, che su-
pera il concetto di feedback, costruzione matematica che compare nella
teoria del controllo deterministico. Le due cose sono diverse perché la
YLWDGHOO¶RUJDQLVPRQRQqULGXFLELOe agli ingredienti che compaiono in
qualsivoglia problema deterministico e che possono essere prodotti in
laboratorio.
Tutti gli organismi viventi hanno bisogno di energia per sussistere.
Inoltre, tutti gli organismi viventi hanno una durata di vita limitata.
24 La mappa del denaro

/¶LQVLHPHGLWXWWLJOLRUJDQLVPLYLYHQWLODELRVIHUDqLOPD[L-orga-
nismo dotato di vita permanente, dove la parola permanente significa
GLQDPLFDFLFOLFDDOLPHQWDWDGDOO¶HQHUJLDSURYHQLHQWHGDO6ROH&LzFKH
QRQIDFLFORWHQGHSUHVWRRWDUGLDOO¶LPPRbilità.
I fotoni erogati dal Sole alimentano le reazioni fotochimiche che
creano le molecole organiche costitutive degli organismi vegetali, e da
lì parte la catena trofica degli erbivori e carnivori che formano la com-
plessa dinamica della biosfera. I singoli organismi fotosintetici, il primo
anello della catena trofica, assumono molecole inorganiche (H O e
CO GDOODGLQDPLFDGHOODVIHUDLQRUJDQLFD JOLRFHDQLHO¶DWPRVIHUD SL
fotoni di origine solare, avviene la fotosintesi, e in tal modo si nutrono;
questo è il metabolismo vegetale. Gli animali erbivori e carnivori hanno
un metabolismo basato su reazioni termochimiche. Per tutti gli organi-
smi viventi esiste una relazione fra massa (kg), energia sostenente il
metabolismo (watt) e vita media (secondi). Inoltre per tutti gli organi-
smi viventi esiste una vitalità energetica esterna, espressa in watt, è ciò
FKHFLIDGLUHFKHO¶RUJDQLVPRqYLYRRVVLDKDODIRU]DSHUQXWULUVLHSHU
interagire con la rete di tutti gli altri organismi costituenti la biosfera.
In generale si può dire che le reazioni chimiche che caratterizzano il
PHWDEROLVPRVRQRGLULGX]LRQHPHQWUHTXHOOHGHOO¶HQHUJLDHVWHUQDVRQR
di ossidazione. La chimica sa attribuire a queste categorie di reazioni
delle energie tipiche.1

1.3. Conclusione

/¶XQLYHUVRLQRUJDQLFRKDODVXDRULJLQHHVSLHJD]LRQHQHOO¶DWWRGLIRU
mazione iniziale, il cosiddetto big bang. Il mondo organico terrestre è
un fenomeno di persistenza azionato dal flusso dei fotoni solari. Quindi
bisogna partire dalla cosmologia per arrivare alla vita. La scienza oggi
FDSLVFHFLzFKHO¶LQWXL]LRQHGHOODSRHVLDDYHYDSHUFHSLWRGDVHPSUH,Q
fine compare la specie umana, che è anomala perché ha linguaggi e in-
terazioni eterogenee. Si arroga destini privilegiati senza sapere perché.

1
SERTORIO L. e RENDA E., 2UELWH HYLWDQHOO¶8QLYHUVR , Aracne Editrice, Roma 2012.
Capitolo II

Sfera inorganica e biosfera

2.1. Premessa

6HSUHQGLDPRXQPDSSDPRQGRWHUUHVWUHGLXQPHWURGLUDJJLRO¶(YHUHVW
sarebbe alto poco più di un millimetro, la fossa delle Marianne sarebbe
profonda meno di due millimetri, un pallone sonda stratosferico sali-
rebbe a sette millimetri. Un satellite geostazionario starebbe lì a sei me-
tri e mezzo dal centro del mappamondo, mentre un satellite GPS gire-
rebbe su un cerchio di quattro metri di raggio. Lo strato esterno sferico
sede dei moti atmosferici e oceanici, la sfera inorganica, sarebbe spesso
meno di due centimetri. Lo strato sferico occupato dagli organismi vi-
venti, la biosfera, che include uccelli in volo e pesci di profondità, sa-
rebbe spesso meno di mezzo millimetro.
Abbiamo una teoria generale dei moti fluidi sulla sfera inorganica?
Sappiamo che è una dinamica forzata dal flusso dei fotoni solari en-
tranti, che termalizzano cedendo energia alle molecole del pianeta, e
altri fotoni lasciano la Terra eiettati nel vuoto esterno in modo tale che
la temperatura media resta costante. È un sistema aperto forzato in equi-
librio dinamico. Ma poi sono troppe le cose che dovremmo sapere
prima di partire con le equazioni. Per esempio, come girerebbero i venti
HOHFRUUHQWLPDULQHVHO¶DVVHGLURWD]LRQHWHUUHVWre fosse perpendicolare
DOSLDQRGHOO¶RUELWDHODGXUDWDGHOJLRUQRIRVVHGLGRGLFLRUH"1RQFL
VDUHEEHUROHVWDJLRQLHO¶XQLWjGLWHPSRGLGRGLFLRUHVDUHEEHLOULIHUL
mento base per tutti i fenomeni inorganici. Domanda interessante, senza
risposta.
Abbiamo una teoria generale della dinamica della biosfera? In questa
strana Terra delle dodici ore non ci sarebbe nessuno degli alberi e degli
animali che conosciamo. E cosa ci sarebbe? Nessuna risposta. Restiamo
sulla Terra come essa è. I fotoni che lasciano la Terra e si indirizzano
YHUVRLO&RVPRVRQRLSRUWDWRULGHOO¶LQIRUPD]LRQHVXFLzFKHVXFFHGH
TXDJJL /¶LSRWHWLFR RVVHUYDWRUH FHUWDPHQWH ORQWDQLVVLPR YRUUHEEH

25
26 La mappa del denaro

decifrare informazioni che noi stessi stentiamo a capire. Osserverebbe


che i fotoni emessi dalla Terra non portano il messaggio di una superfi-
cie che emette secondo la legge di corpo nero a temperatura uniforme.
6HO¶RVVHUYDWRUHDYHVVHXQFDQQRFFKLDOHFDSDFHGLIDUHXQDVFDQVLRQH
spaziale molto precisa, e uno spettroscopio, osserverebbe una mappa di
frequenze dotata di infinita complessità. Se fa paragoni con i fotoni che
DUULYDQRGDWXWWHOHDOWUHSDUWLGHOO¶8QLYHUVRFRQFOXGHFKHKDRVVHUYDWR
la complessità massima, quella della vita.
4XHVWHRVVHUYD]LRQLVHUYRQRDLQIRQGHUHXQSR¶GLXPLOWjVFLHQWLIica
DOOHWWRUHFKHIRVVHDELWXDWRDOO¶DVVLRPDWLFDGLDOWUHIRUPHGHOVDSHUH
Negli ultimi decenni la fisica e la biologia hanno fatto grandi pro-
gressi nella comprensione dei sistemi complessi quali appunto, quasi
per definizione, sono la sfera inorganica terrestre e la biosfera terrestre.
,SDVVLGHOFDSLUHVRQRTXHVWL'DWRFKHO¶LQSXWGHLIRWRQLVRODULqSHULR
dico, e lo è in quel certo ben preciso modo che è implicato dalla dina-
mica astronomica della coppia Sole-Terra, le misure che si riescono a
fare sul mondo inorganico e sul mondo organico devono essere prima
di tutto accoppiate e cicliche. Inoltre le osservazioni sulla dinamica del
moto complesso, dalla potenza del vento alla potenza del metabolismo
GLXQDEDOHQDGHYRQRDQGDUHG¶DFFRUGRFRQOHOHJJLGella chimica inor-
ganica e della chimica organica che si riferiscono ai componenti ele-
mentari. Un riassunto di queste conoscenze è dato nella Figura 2.1 che
segue.

A. Caso ideale: pianeta completamente riflettente.


Supponiamo che i fotoni incidenti sul pianeta siano provenienti da
una stella e abbiano una distribuzione di frequenze data dalla legge di
Planck. Supponiamo che la superficie del pianeta sia perfettamente ri-
flettente. Supponiamo infine che lo spazio cosmico sia a temperatura
zero. Ogni fotone incidente è riflesso in una direzione ben definita e
conserva la propria frequenza. Il bilancio è Φ = Φ 1RQF¶qGH
grado termico. È un sistema aperto con condizione al contorno ben de-
finita.1
B. Caso ideale: pianete rigido nero, assorbimento ed emissione perfetta.
Fotoni incidenti con la distribuzione di Planck. Il pianeta è rappre-
sentato da una crosta di spessore dato, avente una data conducibilità

1 Il corpo perfettamente riflettente per qualunque frequenza dei fotoni incidenti è una astrazione
teorica, non esiste in natura.
II. Sfera inorganica e biosfera 27

A B
Pianeta totalmente riflettente Pianeta rigido nero

Φ =Φ

Φ =Φ emissione di corpo nero


Potenza cicli di conduzione
C =Φ

Terra

albedo
riflessione

Φ emissione di corpo nero


filtrato (colori)

Figura 2.1. Bilanci di fotoni.

termica, e interagente con la radiazione incidente secondo la legge di


equilibrio di corpo nero. Il trasporto di calore lungo la crosta è ben de-
finito e la riemissione di fotoni segue sempre la legge di corpo nero.
Con queste specificazioni il problema è espresso da una equazione alle
derivate parziali con ben definite condizioni al contorno, ed è risolubile
analiticamente.2
C. Caso reale: la Terra dotata di biosfera.
Il bilancio è fra fotoni entranti e uscenti dato che la sorgente endo-
gena è trascurabile, come nei casi ideali A e B.
Le condizioni al contorno per i fotoni entranti e uscenti non sono
un dato del problema. Infatti le superfici riflettenti e le superfici emit-
tenti sono componenti dinamiche del sistema stesso. Il problema delle
condizioni al contorno non è ben posto, occorre esprimere una condi-
zione additiva, per esempio in forma variazionale. Lo stato stazionario

2 Il corpo perfettamente emittente secondo la legge di Planck per qualunque frequenza dei fotoni

è una astrazione teorica, non esiste in natura. Nella presente era cosmologica tutte le osserva-
zioni sperimentali, dalle galassie ai fiorellini, mostrano strutture, cioè morfologie dinamiche. E
WDOLPRUIRORJLHDORURYROWDVRQRIUXWWRGHOO¶HYROX]LRQHFRVPRORJLFDche intreccia gravitazione
e dinamica quantistica.
28 La mappa del denaro

Φ =Φ q IUXWWR GL XQ ³SULQFLSLR GL DXWRFRQVLVWHQ]D´ FKH QRQ q


mai stato formulato.3

Sfera inorganica
Φ = Φ + + =Φ (1)

= potenza cicli fluidi, = potenza cicli di conduzione, ha tanti


valori. Possiamo indicare con il valor medio.
I valori realizzati dalla sfera inorganica per i tre addendi della (1)
HVSULPRQROD³DXWRFRQVLVWHQ]DLQRUJDQLFD´.

Sfera inorganica più biosfera


Φ = Φ + + + =Φ (2)

2.2. Concetto di dinamica aperta autoconsistente

Con riferimento alla Figura 2.2 il bilancio di flusso al contorno dato dal
OLPLWHVXSHULRUHGHOO¶DWPRVIHUDq
100 = (6 + 20 + 4) + 6 + 38 + 26

,OELODQFLRGHJOLVFDPELWHUPLFLSHUO¶DWPRVIHUDq
(16 + 4) + 14 + 6 + 24 = 64

In questi due bilanci gli addendi fra parenWHVLVRQRIRWRQL³FDOGL´


Il bilancio alla superficie mare-terra è:
50 = 20 + 6 + 24

3
Tuttavia sono state proposte delle ipotesi interessantissime nel lavoro: GORSHKOV V.G. e MA-
KARIEVA A.M. (2002), Greenhouse Effect Dependence on Atmospheric Concentrations of
Greenhouse Substances and The Nature of Climate Stability on Earth, Atmospheric Chemistry
and Physics Discussions, 2(2), 289-337.
II. Sfera inorganica e biosfera 29

Figura 2.2. La Terra come sistema aperto. I numeri che compaiono in questa
figura sono valori medi spaziali e temporali.
Bilanci di radiazione entrante e uscente dalla Terra. Le frecce nella figura si
riferiscono a fotoni. La freccia con indice 100 rappresenta la potenza dei fotoni
entranti, le altre indicano le potenze percentuali dei fotoni uscenti e i numeri
corrispondenti hanno come somma 100 perché lo schema rappresenta lo stato
stazionario.
,IRWRQLLQWHUDJLVFRQRFRQOHVLQJROHPROHFROHGHOO¶DWPRVIHUDGHJOLRFHDQLH
della crosta solida secondo le leggi della meccanica quantistica che governa
sia le interazioni in cui non sono modificati i legami molecolari sia le reazioni
fotochimiche. Nel primo caso si hanno le interazioni elastiche e le interazioni
anelastiche nelle quali varia la frequenza del fotone a cui corrisponde una va-
ULD]LRQHGHOO¶HQHUJLDFLQHWLFDGHOODPROHFROD2JQLIRWRQHDUULYDGDOORVSD]LR
esterno e riparte verso lo spazio HVWHUQR$OO¶RSSRVWROHPROHFROHUHVWDQROHJDWH
gravitazionalmente al pianeta Terra. Lo stato di moto collettivo delle molecole
forma dei cicli e i fotoni emessi sono portatori di questa informazione dinamica
che caratterizza lo stato termodinamico di non equilibrio della collettività delle
PROHFROH /¶RVVHUYD]LRQH GHL IRWRQL HPHVVL SXzSHUWDQWRIRUQLUH XQD PDSSD
punto per punto e per tutte le frequenze dei cicli dinamici delle molecole ter-
UHVWUL4XHVWRFLIDFDSLUHFKHO¶RVVHUYDWRUHSULYLOHJLDWRSHUORVtudio del clima
qO¶RVVHUYDWRUHHVWHUQR3HUTXDQWRULJXDUGDLOWUDVSRUWRWHUPLFRGHLIRWRQLQHO
gas atmosferico le molecole protagoniste sono H2 O e CO2 . Queste molecole
sono anche le protagoniste della dinamica fotosintetica della biosfera. Questa
oVVHUYD]LRQHFLIDFDSLUHFRPHPDLO¶LQWHUD]LRQHIUDODELRVIHUDHODVIHUDLQRU
ganica, pur essendo piccola in unità di potenza (la biosfera cattura lo 0,5% del
flusso solare incidente al suolo), abbia un effetto di feedback presumibilmente
importante sulla dinamica congiunta.
FONTE: OORT A.H. e PEIXOTO J.P., Physics of Climate, AIP, New York 1992.
30 La mappa del denaro

Questi numeri sono il risultato di conoscenze fondamentali di mec-


canica quantistica nucleare e molecolare, più osservazioni sperimentali
che hanno implicato collaborazioni internazionali molto importanti.
Sono un risultato che era impensabile per la fisica e la tecnologia della
ILQHGHOO¶2WWRFHQWR,OGDWRSLSUHFLVRqLOIOXVVRHQWUDWH/DGLQDPLFD
dettagliata dei cicli sfugge ancora a una trattazione teorica rigorosa per-
ché il problema è del tipo forzato autoconsistente.

$XWRFRQVLVWHQ]D၉YLQFROR၉FRQWUROOR

(albedo)
Il flusso (albedo) non è un
dato ma dipende dalla dinamica.
CICLO
(dato) Ciclo inorganico = autoconsistente

Dinamica del clima inorganico

Sfera inorganica
sono flussi di
molecole inorganiche, non dati
BIOSFERA ma dipendono dalla dinamica
fotosintesi stessa

Ciclo biosfera = autoconsistente

Dinamica della biosfera accoppiata alla sfera inorganica

BIOSFERA
Varie specie interagenti fra loro

Ciclo specie = autoconsistente

'LQDPLFDGHOO¶LQVLHPHGHOOHVSHFLH

Uomo
Figura 2.3. Il comportamento della specie umana è autoconsistente?
II. Sfera inorganica e biosfera 31

Questo concetto non è mai stato formulato rigorosamente; possiamo


fare un passo avanti con un esempio. Se il pianeta fosse semplicemente
una sfera solida dotata di conduzione termica e interazione con la radia-
zione del tipo corpo nero di Planck-Einstein, la potenza circolante nei
cicli sarebbe uguale alla potenza entrante a sua volta uguale alla potenza
uscente. La presenza di interazioni più complicate fra i fotoni e le mo-
lecole partecipanti ai moti fluidi influenza la comunicazione di potenza
da parte dei fotoni entranti al sistema dinamico. Ossia il termine di input
è a sua volta dipendente dalla soluzione della dinamica. In senso astratto
questo problema non è poi così sconvolgente: nel pilotaggio di una
astronave si combinano le forze di campo di gravitazione, per esempio
Sole-Terra, e le forze di spinta dei razzi guida. Però il risultato è una
traiettoria voluta da un progetto esterno. Nel caso della dinamica auto-
FRQVLVWHQWHQRQF¶qLOSLORWDHVWHUQRWXWWDYLDODVROX]LRQHF¶qqPLVXUD
bile, ma difficilmente prevedibile.
7XWWLJOLRUJDQLVPLVRQRLQHTXLOLEULRWHUPLFRFRQO¶DPELHQWHILVLFR
cioè con la sfera inorganica.
Le interazioni nella rete degli organismi sono tratteggiate nella ca-
tena trofica (Figura 2.4):
Φ = + + =Φ (3)
Equazione fra valori medi.
Ogni organismo nasce e muore e rilascia un flusso di molecole nella
sfera inorganica a .
I rapporti e sono determinati dalla dinamica delle
potenze esterne e che permettono a erbivori e carni-
YRULGLDFFHGHUHDOO¶DOLmentazione.
,YDORULUHDOL]]DWLGDOODELRVIHUDSHULWUHDGGHQGLGHOO¶HTXD]LRQH  
HVSULPRQROD³DXWRFRQVLVWHQ]DRUJDQLFD´
La biosfera è formata da milioni di specie distribuite sulla superficie
GHOODVIHUD/¶LQWHUD]LRQHIUDWXWWLTXHVWLRUJDQLVPLqGLuna complessità
tale che sfugge a una descrizione rigorosa. Nel diagramma che segue,
Figura 2.4, si evidenzia solo la catena di trasmissione di potenza secondo
lo schema trofico di alimentazione: fotoni ± vegetali ± erbivori ± carni-
vori ± batteri. Dal mondo inorganico arriva sulla macchina della biosfera
il flusso entrante dei fotoni solari, poi ci sono i flussi di molecole inorga-
niche che entrano ed escono in continuazione dagli organismi viventi che
32 La mappa del denaro

sono fatti di macromolecole organiche. Tutti gli organismi viventi fun-


zionano a cicli, e i cicli più importanti sono quelli che originano la dina-
PLFDGLSRWHQ]DPHWDEROLVPRHSRWHQ]DHVWHUQD/¶LQWHUIDFFLDinput è il
motore di Calvin che comunica la potenza dei fotoni alle macromolecole
creandole. Il ciclo di Krebs alimenta il metabolismo e la potenza esterna.
Sono processi complicatissimi4. Nel grafico evidenziamo solamente il
concetto di interazione a catena, cosa che ci permette di capire il funzio-
namento della dinamica della biosfera come ciclo. Inoltre il diagramma
mostra che il ciclo della biosfera implica che formi anche ciclo lo scam-
bio di molecole inorganiche fra biosfera e sfera inorganica. Questo è di
nuovo un problema di autoconsistenza, anzi è il problema più complesso
che si offre alla ricerca scientifica oggi.
3HUGDUHXQ¶LGHDGHOODGLIILFROWjGHOODWUDWWD]LRQHJHQHUDOHFRQVLGH
ULDPRVRODPHQWHXQSUREOHPDSDUWLFRODUH/¶HOHPHQWRWURILFRHUELYRUR
utilizzando la propria potenza esterna nutre il proprio metabolismo at-
WLQJHQGR SRWHQ]D GDOO¶LQWHUIDFFLD YHUGH /¶LQWHUIDFFLD YHUGH QDVFH H
PXRUHGLPRUWHQDWXUDOHSLPRUWHSHUQXWULPHQWRGHOO¶HOHPHQWRWURILFR
erbivoro. Analogo discorso per la coppia erbivoro ± carnivoro. Come si
UDJJLXQJHO¶HTXLOLEULRGHOFLFORJOREDOH"4XHVWHGRPDQGHVRQRLPSRU
tantissime peUFKp SL DYDQWL VWXGLHUHPR O¶LQWHUD]LRQH GHOOD VSHFLH
umana con la dinamica congiunta di biosfera e sfera inorganica e ve-
GUHPRFRPHVLDGLIILFLOHGHILQLUHO¶DQRPDOLDGHOO¶XRPR
Oggi si pensa che i primi passi della vita sulla terra siano stati fatti
da batteri mangiatori di molecole semplici, localizzati in insediamenti
piccoli, là dove ci sono forti scambi termici. Questo avviene forse quat-
tro miliardi di anni fa. Più tardi, forse tre miliardi e mezzo di anni fa,
compare il fenomeno della fotosintesi, meccanismo che pone alcuni or-
ganismi privilegiati direttamente in contatto con la fonte di energia mas-
sima disponibile su un pianeta, cioè il flusso solare (o stellare, in ge-
nere). Il flusso solare è diecimila volte più potente del flusso geotermico
(per la Terra). Dunque un insieme di organismi capaci di utilizzare la
fotosintesi come motore, è vincente. È così che gli organismi fotosinte-
tici, i vegetali, invadono la Terra. Plausibilmente la potenza della bio-
sfera, che è pilotata dagli organismi fotosintetici, è la massima possi-
bile. È fra un centesimo e un millesimo della potenza del flusso solare

4
DULBECCO R., The Design of Life, Yale University Press, New Haven 1987 (trad. it. Il progetto
della vita, Cde, Milano 1989).
SUPPAN P., Chemistry and Light, The Royal Society of Chemistry, Cambridge 1994.
II. Sfera inorganica e biosfera 33

LQFLGHQWH DOO¶HVWUHPLWj HVWHUQD GHOO¶DWPRVIHUD WHUUHVWUH , fotoni solari


dopo varie interazioni giungono finalmente al sottile strato occupato
dalla biosfera marina e dalla biosfera giacente sulla crosta solida. Qui
vogliamo osservare che la potenza di questo flusso è molto maggiore
Φ = , ⃗, = , ⃗, =Φ

Fotosintesi Erbivori Carnivori Batteri X


X
L D
EAH
C
EA+
G
G G G

Wint Wint Wint

K K K
W W W

Decay

X 1&D.6L0J36$O«
G IOXVVRGLPDVVD ]XFFKHURFHOOXORVDSURWHLQH«
W = potenza meccanica esterna
C = ciclo di Calvin
K = ciclo di Krebs
EA = accettore di elettrone
EAH DFFHWWRUHOHJDWRDOO¶LGURJHQR
L = light
D = dark (cioè circa alla temperatura ≈ 300 K
= 5800 K è la temperatura spettroscopica dei fotoni diluiti entranti

G = growth (metabolismo) Decay = morte o decadimento


Wint = potenza interna (ossidazione)
entra nel metabolismo
Figura 2.4. Ciclo della biosfera semplificata come catena trofica. distribu-
zione spettrale e dipendenza spazio ± temporale ben definita. distribuzione
spettrale e dipendenza spazio ± temporale enormemente complessa.
34 La mappa del denaro

della potenza media del flusso geotermico. Oltre a essere potente, il


flusso solare è uniforme e costante, proprietà essenziali per sostenere la
continuità evolutiva della biosfera stessa. La fotosintesi minimizza il
rischio di estinzioni totali proprio perché è un fenomeno globale e ben
distribuito.
/¶DEERQGDQ]DGLYLWDIRWRVLQWHWLFDVLLQFDQDODQHOOD³FDWHQDWURILFD´
formata da erbivori e carnivori, infine la catena si chiude nel ritmo della
morte di tutti gli organismi, i quali nel passo finale sono mangiati dai
batteri, che così realizzano l'interfaccia di tipo ossidativo, restituendo
alla Terra acqua e anidride carbonica, permettendo di continuare il ciclo
generale della vita che avviene pertanto senza residui sulla Terra. (Nel
OLQJXDJJLR GHOOD FKLPLFD WHRULFD OD IRWRVLQWHVL q ³ULGX]LRQH´ LO SDVVR
ILQDOHGHOODFDWHQDq³RVVLGD]LRQH´O¶LQVLHPHGHLGXHIDFLFOR 4XHVWR
incidentalmente fa capire il perché i batteri mangiatori di molecole sem-
plici siano venuti per primi: per permettere che la catena della fotosin-
tesi si chiudesse in ciclo.
/¶HYROX]LRQH GHJOL DQLPDOL HUELYRUL H FDUQLYRUL q GXQTXH D]LRQDWD
GDO PRWRUH SRVWR DOO¶LQWHUIDFcia fotosintetica che è in contatto diretto
coi fotoni solari e fornisce un potente flusso di molecole organiche com-
plesse al lavorio dei passi successivi della catena trofica. La specie
umana è un esito recentissimo (duecentomila anni) del lavoro compiuto
dal motore fotosintetico. Questa si chiama selezione verticale.
La biosfera è macchina fotochimica, completamente diversa dalla
sfera inorganica che è macchina fototermica. La biosfera globalmente
cattura una piccola parte del flusso dei fotoni incidenti. Le foglie riflet-
tono le frequenze del verde e catturano le frequenze nella zona del rosso
e del blu. I fotoni catturati non termalizzano ma creano molecole com-
plesse partendo da molecole inorganiche, principalmente H O dal suolo
e CO GDOO¶DULD6Lformano organismi viventi che hanno durate diver-
sissime, da ore a migliaia di anni. Globalmente le molecole inorganiche
entranti diventano organismi e ritornano allo stato inorganico. Nello
stato stazionario la massa totale della biosfera resta costante. La bio-
VIHUDQRQqGLVWULEXLWDXQLIRUPHPHQWHVXOODVXSHUILFLHWHUUHVWUHF¶qSL
ELRPDVVDQHOO¶HPLVIHUR1RUGFKHLQTXHOOR6XG/DCO è un gas che si
GLIIRQGHQHOO¶DWPRVIHUDWHUUHVWUHTXLQGLKDVHQVRGHILQLUHXQDSUHVHQ]D
percentuale media che varia nel FRUVRGHOO¶DQQR7XWWDYLDGDWRFKHOD
ELRVIHUDqSLDEERQGDQWHQHOO¶HPLVIHUR1RUGODCO è catturata dalla
fotosintesi in estate (e quindi la presenza percentuale è bassa) mentre
II. Sfera inorganica e biosfera 35

invece è rilasciata in inverno (e quindi la presenza percentuale è più


alta). Questa oscillazione è stata misurata. Sarebbe un ciclo che si man-
tiene stabile in assenza del contributo delle combustioni di fossili creato
GDOO¶XRPR
Il flusso totale di fotoni catturato dalla biosfera è molto difficile da
calcolare. Si può dire cKHqGHOO¶RUGLQHGHOGHOIOXVVRHQWUDQWH
sulla Terra ovvero 0,5% del flusso incidente al suolo. Dobbiamo tenere
conto che la distribuzione della biomassa sulla superficie terrestre, oltre
alla differenza fra gli emisferi Nord e Sud, è ulteriormente molto disu-
niforme. Passa dal valore zero nel deserto al valore massimo in una fo-
resta. Nel deserto il suolo riceve tutti i fotoni solari diretti. Nella foresta
il suolo riceve pochi fotoni solari diretti. Le foglie riflettono, catturano,
e infine in piccola SDUWHODVFLDQRSDVVDUH4XLQGLO¶LQWHUD]LRQHORFDOHIUD
biomassa e massa inorganica è variabilissima. Per esempio, O¶RVFLOOD
zione giornaliera della temperatura al suolo misurata nel deserto o nella
foresta, alla stessa latitudine, può differire di 10 o 20 K. Nella foresta la
temperatura cambia poco, nel deserto cambia molto.
Questa osservazione è estremamente importante. Infatti, dato che la
circolazione atmosferica globale è forzata dai disequilibri termici locali,
possiamo capire che la deforestazione locale incide sulla circolazione
atmosferica, cioè sulla dinamica del clima. Tale effetto non è prevedi-
bile analiticamente perché non esiste una formulazione matematica
della dinamica del clima.

2.3. Complessità e morfologia

La dinamica congiunta inorganica e organica forma una rete estrema-


mente complessa. La figura a fianco mostra un esempio di rete sferica
estremamente semplice.

OSSERVAZIONE. Un piano più essere coperto da un


numero qualsiasi di figure regolari ripetute (solo
triangoli equilateri o quadrati); la superficie sferica
al contrario non può essere ricoperta da un numero
qualsiasi di figure identiche con un numero di lati
maggiore di 2.
36 La mappa del denaro

In Figura 2.5 un esempio locale di interazione inorganico ௅ organico.


La morfologia di questa piccola porzione di vita marina è già infinita-
mente complessa.
La nostra conoscenza della realtà esterna si articola in descrizione e
teoria.

Figura 2.5. Il concetto di rete non è più sufficiente, deve entrare il concetto di
morfologie complesse.
FONTE: Barriera corallina Jackson Reef, Isola di Tiran, Egitto, foto di Erika Renda.

Il mondo inorganico Il mondo organico


(che implica una coppia
Stella ± pianeta)

Figura 2.6. Esempi di morfologie 1.


II. Sfera inorganica e biosfera 37

Il mondo inorganico Il mondo organico


Strutture complesse

3HUO¶LQGLYLGXRVWHOODUHHSHUO¶LQGLYLGXRRUJDQLFRYDOJRQROHOHJJLDOORmetriche.5

Dinamiche collettive

Queste immagini sono fisse ma in realtà descrivono una dinamica, che è oggetto
della:
FISICA BIOLOGIA

Figura 2.7. Esempi di morfologia 2.

5
WEST G.B. e BROWN J.H., The Origin of Allometric Scaling Laws in Biology from Genomes
to Ecosystems: Towards a Quantitative Unifying Theory of Biological Structure and Organiza-
tion, Journal of Experimental Biology, 208, 2005, p. 1575.
Capitolo III

Realtà, mappa, teoria

3.1. Mappa, rappresentazione della realtà

Vogliamo evitare di portare avanti la discussione usando schemi assio-


matici prima di tutto perché nel seguito parleremo di fenomeni che im-
plicano la società umana in maniera rapidamente mutevole, e poi per il
semplice fatto che la comprensione della dinamica della biosfera è solo
DJOLLQL]LHORFDOL]]DUHO¶XRPRLQTXHVWDGLQDPLFDqLPSUHVDGLIILFLOH
Conviene usare un linguaggio non assiomatico deduttivo, ma fenome-
nologico, cioè disposto a correggersi; e qui viene utile il concetto di
mappa, descrizione della realtà, e non teoria della realtà.
Il navigatore di piccolo cabotaggio ha come visuale il mare aperto,
poi un monte, una insenatura, uno scoglio, e memorizza queste imma-
gini per trovare la rotta del ritorno. La navigazione a lungo raggio ocea-
nica non ha più i riferimenti soggettivi e richiede una mappa. La mappa
degli oceani è un grande problema che si è accompagnato allo sviluppo
della geografia per molti secoli. È necessario definire i concetti di coor-
dinate e di metrica. Il passaggio dalla Terra piatta alla Terra sferica ha
implicato la definizione di riferimento geocentrico. Oggi la mappa della
superficie terrestre, necessaria per la navigazione aeronavale, è data da
triangolazioni satellitari. La mappa della navigazione extraterrestre, che
JXLGDXQ¶DVWURQDYHQHOGRPLQLRGHOVLVWHPDVRODUHHROWUHqXQUDIILQD
tissimo problema di gravitazione newtoniana. Il sistema di riferimento
è eliocentrico, e ciò che la mappa rappresenta è il campo gravitazionale
generato dal Sole e da tutti gli altri pianeti, che agisce nel punto di coor-
dinate x,y,z,t.
Il concetto di mappa, come si può capire, si estende a ogni problema
relativo a un dominio definibile e descrivibile con misure dotate di un
valore convenzionale, descrizione accettata da coloro che la scrivono e
la consultano. Qui si parla di descrizione di una realtà esterna.

39
40 La mappa del denaro

In fisica la parola mappa dinamica ha un significato ben preciso. Per


descrivere un sistema dinamico occorre definire il suo stato rappresen-
tativo e poi indicare come tale stato si evolve nel tempo. Se lo stato è
descritto da un insieme di punti in moto nello spazio la dinamica ci dice
come sarà lo stato ad un tempo immediatamente successivo. Il linguag-
gio della fisica ha concepito due classi di sistemi, chiusi e aperti.
La prima classe si specifica ulteriormente con il concetto di sistema
³DXWRQRPR FRQVHUYDWLYR´ TXDQGR OµHYROX]LRQH WHPSRUDOH dello stato
del sistema è esprimibile con operazioni che implicano solamente le
variabili che identificano lo stato stesso, non ci sono agenti esterni.
/¶HVHPSLRSHUIHWWRGLVLVWHPDGHWHUPLQLVWLFRDXWRQRPRqLOVLVWHPDIRU
mato da ܰ punti materiali interagenti con la forza di gravitazione new-
toniana; è il modello che rende felici i fisici. Questa evoluzione dello
stato rappresentativo si esprime dicendo che la dinamica, espressa da
equazioni differenziali, mappa lo stato in sé stesso per ogni istante pas-
sato o futuro del tempo. Dato lo stato e le equazioni del moto, è noto
tutto per sempre. Questa mappa dinamica conserva la densità delle
traiettorie dello stato e si vede che se il sistema è confinato il moto può
solo essere periodico.
I sistemi aperti sono quelli che descrivono la irreversibilità, o dissi-
pazione di energia, o crescita di entropia. Il termine forzante è una ero-
gazione di energia e ci sono tre esiti possibili: esplosione cioè espan-
sione senza limite, stato stazionario, andamento ciclico di espansione e
contrazione. È chiaro che il segreto sta nel capire il gioco fra dissipa-
zione e energia forzante. Definire bene lo stato e la sua dinamica è il
capire deterministico, fare una teoria. Poi sappiamo che le teorie non
sono eterne, la ricerca è continuo superamento di ciò che si era capito.
Il cosmo sembra essere del tipo espansione senza limite. Le stelle sono
del tipo con termine forzante endogeno e stato stazionario per un certo
tipico intervallo di tempo, la vita media. I pianeti associati ad una stella
hanno una dinamica endogena interna e una dinamica dello strato
esterno che è dissipativa e forzata dal flusso di fotoni provenienti dalla
stella stessa. I pianeti, così piccini, sono difficili da capire: essi possono
ospitare la vita. Sulla Terra ODYLWDF¶qSDUWHODGLQDPLFDGHOODELRVIHUD
si esce dalla fisica e si entra in un dominio di complessità infinita.
Vediamo allora che possiamo usare questo concetto per parlare della
semplice mappa di un alloggio, con relativi cambiamenti o ristruttura-
zioni, della mappa stradale di una città, che deve essere aggiornata una
YROWD RJQL WDQWR H TXL VL HQWUD QHOOD VWRULD HYROXWLYD GHOO¶XUEDQLVWLFD
III. Realtà, mappa, teoria 41

fino alla mappa della circolazione atmosferica che vorremmo consul-


tare per avere informazioni oggi, o fra dieci anni, se avessimo una teoria
dinamica del clima.
Generalizzando queste osservazioni si arriva a parlare in generale di
mappa e relativa dinamica come rappresentazione opportuna della
realtà: mappa fedele, rappresentazione veritiera, mappa infedele, rap-
presentazione inaffidabile.
La mappa è dunque per definizione strumento di conoscenza e di
guida di tipo non fisso ma perfezionabile, recettivo delle innovazioni.
È cosa alternativa alla conoscenza e alla guida dogmatica. Nella storia
GHOO¶XRPR Sossiamo trovare tanti esempi di teorie dogmatiche che si
contrappongono alle conoscenze intuitive soggettive. La legge dello
stato è di tipo dogmatico, e si adegua alla mutevolezza della realtà so-
ciale talora dopo transizioni violente. La religione è una costruzione
GRJPDWLFDPLVWLFDFKHFRQQHWWHO¶XRPRDXQDUHDOWjLQILQLWD,OGHQDUR
è uno strumento descrittivo basato sul concetto di misura numerica del
valore e quindi è misura di un aspetto importante della realtà. Le teorie
economicistiche partono da questa descrizione per fare un costrutto as-
VLRPDWLFR/¶DUWHqFRQRVFHQ]DLQWXLWLYD(LQILQHODVFLHQ]DqODFRQR
scenza non dogmatica ma perennemente perfettibile.
In conclusione occorre innanzitutto definire il concetto di realtà.

/DPDSSDJXLGDO¶RUJDQismo vivente nella sua interazione con questi


aspetti della realtà:

a) il mondo inorganico, oggetto di studio di fisica e chimica;


b) il mondo organico, oggetto di studio della biologia;
c) la socialità, oggetto sia di studio che di compartecipazione.

,QILQHF¶qla mappa introspettiva.

3.1.1. Esempi

Ogni specie vivente ha una mappa interattiva della realtà esterna. Ma


VRORO¶XRPRKDPDSSHVFULWWH/¶XRPRKDPROWLOLQJXDJJLHPROWHUDS
presentazioni. E molti usi perennemente mutevoli.
42 La mappa del denaro

Tabella 3.1. Tre tipi di mappe.


a) Realtà esterna inorganica
௅ Crosta terrestre
Strade, ferrovie, urbanistica
௅ Mare
Posizione della nave rispetto a coste e porti
Correnti marine e venti di superficie
௅ Aria
3RVL]LRQHGHOO¶DHUHRULVSHWWRDTXRWDHDHURSRUWL
Correnti atmosferiche a varie quote
௅ Spazio
3RVL]LRQHGHOO¶DVWURQDYHQHOVLVWHPDVRODUH
b) Realtà sociale ± Mappa interattiva
mappa mappa

1 2 3
società società
௅ Armi (tecnologia)
௅ Denaro (Economia)
௅ Politica (Stato)
௅ Fede religiosa (Chiesa)
««
c) Realtà interna ± Mappa interattiva
௅ Percezione di sé
௅ Dinamica farmacologica
««

Importante dilemma: percezione/socialità [vedere il tetraedro delle


rappresentazioni, Figura 3.1]

)UDODUHDOWjHODUDSSUHVHQWD]LRQHF¶qODVHPSOLILFD]LRQH

Tabella 3.2. Mappa e semplificazione


SPAZIO OGGETTO SPAZIO IMMAGINE
molti pixel pochi pixel
ESEMPIO
10
10 atomi di idrogeno messi in fila 1 metro
Distribuzione spazio-temporale di innu-
1 transazione di denaro
merevoli eventi
Innumerevoli interscambi fra cellule 1 radiografia
III. Realtà, mappa, teoria 43

3.2. Le mappe della realtà sociale

Il tetraedro delle rappresentazioni o mappe fondamentali.


Esempi di interazione:

a) /D%DQFDSUHVWDGHQDURDOOD7HFQRORJLDEHOOLFDFRQO¶DXWRUL]]D
]LRQHGHOOR6WDWRHO¶DSSURYD]LRQH(opposizione) della Chiesa.
b) Lo Stato impone una data produzione civile per ricompensare la
EDQFDLQYRFDQGRO¶(WLFDUHOLJLRVD
c) «

Figura 3.1. Le quattro strutture concettuali elaborate dalla specie umana.


Capitolo IV

/¶XRPRLOLQJXDJJLHOHSURWHVL

4.1. Premessa generale sulla potenza additiva

/¶XRPRKDXQPHWDEROLVPRDQDORJRDWXWWHOHDOWUHVSHFLHGLPDPPLIHUL
e ha una potenza esterna analoga, per quanto riguarda i valori medi.
Vedere le leggi allometriche1 che esprimono la potenza di metabolismo
in funzione della massa e la vita media in funzione della massa.
4XLILQLVFHO¶DQDORJLDIUDO¶XRPRHJOLDOWULPDPPLIHUL/DGLYHUVLWj
QDVFHFRQODPROWHSOLFLWjGHLOLQJXDJJLGHOO¶XRPROHVSHFLDOL]]D]LRQi
VRORSDU]LDOPHQWHLQWHUFRPXQLFDQWLSHUFXLO¶HVWULQVHFD]LRQHGHOODSR
tenza esterna si dirama in modi difficili da classificare a priori. Per ca-
SLUHFRPHLOIXQ]LRQDPHQWRGHOO¶XRPRVLGLVFRVWDGDOIXQ]LRQDPHQWRGL
tutti gli altri mammiferi incominciamo a descrivere le analogie.
3DUWLDPRGDOIXQ]LRQDPHQWRGHOO¶LQGLYLGXRSHUSRLSDVVDUHDOODUHWH
della società.

/¶DQDORJLD

Procediamo con questi tre passi: Individuo ± Famiglia ± Rete.

4.2.1. Individuo

/¶LQGLYLGXRXPDQRqXQRUJDQLVPRFRPSOHVVRGLFXi evidenziamo que-


ste caratteristiche generiche di funzionamento.

a) La durata della vita . È variabile per molte cause; un valore di


riferimento può essere 80 anni.
b) Il metabolismo .

1
WEST G.B. e BROWN J.H., op. cit.

45
46 La mappa del denaro

Per vivere deve mangiare, cioè estrarre un flusso di materia orga-


nica dalla biosfera della quale fa parte. Questo flusso di materiale
organico viene trasformato in potenza di base e in potenza erogata
DOO¶HVWHUQR,OPHWDEROLVPRGLEDVHVLHVSULPHLQZDWW/¶XRPRq
predatore onnivoro, e mangia organismi sia vegetali che animali.
Un valore di riferimento per il metabolismo umano può essere 50
ZDWW,OPHWDEROLVPRGHOO¶LQGLYLGXRqIDWWRGLPROHFROHRUJDQLFKH
in ingresso, reazioni chimiche, e di altre molecole in uscita. Le
molecole in uscita sono a loro volta elaborate dal ciclo GHOOµHFR
sfera e dopo eventi complicatissimi, e con ritardi variabili, si ri-
presentano come molecole in ingresso per le reazioni fotosinteti-
che. (Vedere Figura 2.4).
c) La potenza esterna . Il singolo organismo non è isolato e im-
moto, ma si nutre e interagisce, e questo avviene perché è dotato
di potenza esterna, o attiva. La caratteristica fondamentale è di
HVVHUHIRUWHPHQWHYDULDELOHVLDQHOO¶LQWHUYDOORGLWHPSRGHOODYLWD
FKH QHOO¶LQWHUYDOOR GL WHPSR GHO JLRUQR 3HU XQ DGXOWR QRUPDOH
P (t)
((watt)
tt)
50

20 40 60 80 t (anni)
Figura 4.1. Il metabolismo ( ) è potenza che si trasferisce dalla biosfera al
singolo organismo. In figura un esempio di andamento di ( ) nella vita.
H 1000
(watt)
tt)

3
=1

8 16 24 t (ore)
Figura 4.2. /¶DWWLYLWjHVWHUQD ( ) è potenza erogata dal singolo organismo. In
figura un esempio di andamento di ( ) nel giorno.
IV. /¶XRPRLOLQJXDJJLHOHSURWHVL 47

O¶DWWLYLWjHVWHUQa può essere zero, durante il sonno o il riposo, o


può essere di 2 watt per alcune ore e può presentare picchi di 2000
watt per pochi secondi (un atleta sollevatore di pesi). Un valore
medio di riferimento può essere 1 watt. Come si vede la potenza
esterna (energia meccanica erogata) media è una piccola parte del
metabolismo (energia organica catturata).

ÊLPSRUWDQWHFDSLUHODUHOD]LRQHIUDO¶DWWLYLWjHVWHUQDLQGLYLGXDOH e
la potenza necessaria per estrarre dalla biosfera le molecole entranti
nel metabolismo . Il lavoro di estrazione, la nutrizione, può essere va-
ULDELOLVVLPRGLSHQGHQGRGDOOHFLUFRVWDQ]HHVWHUQHFLRqGDOO¶DPELHQWH
biologico circostante. Il cibo può essere raro in certe zone e in certi mo-
PHQWLGHOO¶DQQRRSSXUHIDFLOHGDHVWUDUre, in altre zone e altri momenti
GHOO¶DQQR
Consideriamo qui il caso di individui attivi e ambiente esterno varia-
bile nello spazio e nel tempo. Per le oscillazioni temporali una strategia
qO¶LEHUQD]LRQH3HUOHRVFLOOD]LRQLVSD]LDOLXQDVWUDWHJLDqODPLgrazione.
Ê FKLDUR FKH VLD O¶LEHUQD]LRQH FKH OD PLJUD]LRQH VL IDQQR LQ JUXSSR
sono strategie nelle quali tutti i membri del gruppo fanno la stessa cosa.
/DVSHFLHXPDQDYLRODO¶DQDORJLDFRQWXWWHOHDOWUHVSHFLHGLFDUQLYRUL
perché ha strategie di comportamento molto più complesse, che impli-
cano modi di riserva e modi di trasporto su una rete interattiva scono-
sciuta a tutte le altre specie viventi, più altri modi di esercitare la po-
tenza esterna in eccesso.

NOTA sul concetto di efficienza nel mondo inorganico e nel mondo organico.
1RQWXWWDODSRWHQ]DGHOO¶DWWLYLWjHVWHUQDqXWLOL]]DWDSHUODQXWUL]LRQH,OJLXVWR
rapporto fra cibo entrante (in watt) e lavoro per ottenerlo (in watt) è caratteri-
VWLFR SHU FLDVFXQD VSHFLH YLYHQWH HG q GHWHUPLQDWR GDOO¶HTXLOLbrio dinamico
WRWDOHGHOODELRVIHUDFLRqGDOO¶LQVLHPHGLWXWWHOHVSHFLH4XHVWD³HIILFLHQ]DGL
DOLPHQWD]LRQH JOREDOH´ q XQ FRQFHWWR GL DXWRFRQVLVWHQ]D ILQDOLVWLFD EHQ GL
verso dal concetto di efficienza deterministica che la fisica sa formulare con il
linguaggio della termodinamica e della fluidodinamica. La potenza dei moti
ciclici fluidi della sfera inorganica (il clima) è sostenuta dalla potenza entrante
del flusso dei fotoni solari intercettati dalla Terra. Il rapporto potenza dei cicli
/ potenza dei IRWRQLHQWUDQWLqO¶HIILFLHQ]DLQRUJDQLFDJOREDOHGHWHUPLQLVWLFDHG
qFRPSUHQVLELOHWHRULFDPHQWH/¶HIILFLHQ]DGHJOLVFDPELGLDOLPHQWD]LRQHGHOOD
ELRVIHUD DOO¶RSSRVWR QRQ q VWDWD DQFRUD FDSLWD H QHDQFKH IRUPXODWD WHRULFD
mente. Quello che possiamo dire è FKHO¶DXPHQWRQXPHULFRGHOODVSHFLHXPDQD
JURVVRODQDPHQWHYDOXWDWRQHOO¶DUFRGLWHPSRGHJOLXOWLPLGXHPLODDQQLQRQKD
48 La mappa del denaro

ULVFRQWURQHOOHDOWUHVSHFLHGLPDPPLIHUL4XHVWDDQRPDOLDqOHJDWDDOO¶HYROX
]LRQHGHOODWHFQRORJLDHTXLQGLDOO¶DFFHVVRDOFLERFRQSRWenze additive (ve-
dere in seguito il paragrafo La specie umana anomala) che superano i vincoli
GHOODSRWHQ]DHVWHUQDLQGLYLGXDOHHGqFHUWDPHQWHXQDYLROD]LRQHGHOO¶HTXLOL
EULRFKHJRYHUQDO¶HIILFLHQ]DGLDOLPHQWD]LRQHGHOODUHWHGHOODELRVIHUD

≤ è la parte della potenza esterna necessaria per estrarre dalla


biosfera la potenza di metabolismo . La potenza ( ) fluisce dalla
³ELRVIHUD± VLVWHPDJOREDOH´DOVLQJRORRUJDQLVPRQRQOLEHUDPHQWHPD
FRQOD³UHVLVWHQ]D´GLDFFHVVRVXSHUDWDXVDQGR . Questa è una forma
GL³DWWULWR´RVVLDODELRVIHUDQRQqXQVLVWHPDKDPLOWRQLDQRFRQVHUYD
tivo ma un sistema dissipativo aperto.
Qual è il giusto rapporto ?
Per la specie umana questo rapporto vale molto grossolanamente .
&RQO¶DFTuisizione di protesi alimentate da energia addizionale il rap-
porto diminuisce e questo è correlato alla crescita numerica della spe-
cie umana.

H (t)
((watt)
tt)
(t)
1

semina raccolto 1 anno t (settimane)


Figura 4.3. Un esempio di potenza esterna media giornaliera per una certa
DWWLYLWjDJULFRODQHOO¶DQQR

H (t)
((watt)
tt) (̅ t) in eccesso fascia dei
valori di
1

10 20 40 60 80 t (anni)
(̅ t) in difetto
dif (̅ t) in difetto

Figura 4.4. Andamento del valor medio giornaliero ( ) nella vita.


IV. /¶XRPRLOLQJXDJJLHOHSURWHVL 49

4.2.2. Famiglia

Consideriamo ora il caso di accessibilità esterna data e di efficienza indi-


viduale variabile. Variabile vuol dire i tre periodi: infanzia, capacità in-
sufficiente, età adulta, capacità in eccesso, vecchiaia, capacità insuffi-
ciente. È necessaria una rete interattiva collettiva. Il nucleo fondamentale
di questa rete è la famiglia. Il piccolo gruppo della famiglia assicura la
sopravvivenza di successive generazioni di individui. Questo è il primo
SDVVRFKHFROOHJDLOWHPSRWLSLFRGLYLWDGHOO¶LQGLYLGXRDOWHPSRSHUHQQH
FLRqODGXUDWDGHOODELRVIHUD6LSXzGLUHFKHODIDPLJOLD³GHYHFDSLUH´
cosa è la vita della biosfera. Se perde questa nozione la specie si estingue.
ÊFKLDURFKHOHVWUDWHJLHGLIDPLJOLDYDULDQRGDXQDVSHFLHDOO¶DOWUD

4.2.3. Rete

/DVWUDWHJLDGLIDPLJOLDLPSOLFDSRLO¶LQWHUD]LRQHIUDIDPLJOLHLOWXWWR
LQVHULWRQHOO¶DPELHQte esterno che è il portatore di due dati fondamen-
WDOLODSUHVHQ]DGLRUJDQLVPLDFFHVVLELOLSHUO¶DOLPHQWD]LRQHGHOPHWD
bolismo, dato rappresentato da una mappa biologica, e poi la struttura
geologica del territorio, dato rappresentato da una mappa geografica.
/¶XQLRQH GHOOH GXH PDSSH GHWHUPLQD OD UHWH GHOOH LQWHUD]LRQL GL XQD
certa collettività che vive e si muove appartenendo ad un certo territo-
rio. Come saranno posizionate le famiglie, con quale densità, dove sarà
opportuno addensarsi, come sarà necessario muoversi.
Fino a questo punto abbiamo considerato le proprietà dinamiche ge-
nerali che soddisfano alle leggi di analogia fra le varie specie viventi.

4.3. La specie umana anomala

A questo punto entra una osservazione cruciale. La specie umana si di-


versifica da tutte le altre specie di mammiferi perché ha la proprietà di
eterogeneità dei modi di estrinsecazione della potenza esterna. Questa
proprietà si esprime nelle interazioni individuo ± individuo e nelle inte-
razioni individuo ± ambiente.
La eterogeneità dei modi di estrinsecazione è legata alla varietà di
linguaggi e di protesi. Per tutte le altre specie viventi gli interscambi
sono ovviamente molteplici, ma omogenei dentro una stessa specie. La
dinamica di volo di un gruppo di uccelli, o di nuoto di un gruppo di
50 La mappa del denaro

pesci, è estremamente complessa ma è tipica di una data specie e quella


UHVWD ,QWHUVFDPELR RPRJHQHR LPSOLFD UHWH WLSLFD 3HU O¶XRPR QRQ q
FRVu*OLLQWHUVFDPELVRQRHWHURJHQHLHVLHYROYRQRFRQO¶DFTXLVL]LRQH
di sempre nuove protesi. Questa varietà è sconfinata. Un uomo fa lo
scalpellino, un altro sa suonare il violino, un altro si dedica a calcoli di
DOJHEUD/DYDULHWjGLTXHVWHDWWLYLWjVHSDUDXQLQGLYLGXRGDOO¶DOWURHLP
pone speciali morfologie di rete. Sono queste morfologie di rete che
distinguono la specie umana da tutte le altre.
/¶HVLVWHQ]DGLLQWHUVFDPELHWHURJHQHLLPSOLFDODIRUPXOD]LRQHGLUDS
presentazioni semplificatrici, che definiscano un certo grado di omoge-
neità logica. Queste sono le mappe fondamentali: la religione, lo stato,
O¶HFRQRPLD6RQRFRVWUX]LRQLGLOHJJLGLWLSRDVVLRPDWLFR6RSUDTXHVWR
triangolo conoscitivo dobbiamo mettere un quarto polo dei linguaggi:
la conoscenza scientifica. Proprietà di questo quarto polo è la non as-
siomaticità, sostituita dalla perfettibilità. Questa asserzione può farci
cadere in discussioni senza fine. Fermiamoci a questa dichiarazione di
Einstein del 19132:

Lo scienziato teorico non è da invidiare. Perché la Natura, o più esattamente


O¶HVSHULPHQWRqXQJLXGLFHLQHVRUDELOHHSRFREHQHYROo del suo lavoro. Non
GLFHPDL³6L´DXQDWHRULDQHLFDVLSLIDYRUHYROLULVSRQGH³)RUVH´QHOODVWUD
JUDQGHPDJJLRUDQ]DGHLFDVLGLFHVHPSOLFHPHQWH³1R´4XDQGRXQHVSHUL
PHQWRFRQFRUGDFRQXQDWHRULDSHUOD1DWXUDVLJQLILFD³)RUVH´VHQRQFRQ
corda, siJQLILFD³1R´3UREDELOPHQWHRJQLWHRULDXQJLRUQRRO¶DOWURVXELUjLO
VXR³1R´SHUTXDVLWXWWHFLzDYYLHQHVXELWRGRSRODIRUPXOD]LRQH

È chiaro che la perfettibilità della scienza può anche essere chiamata


evoluzione di conoscenza. Questa evoluzione porta a introdurre sempre
QXRYLVWUXPHQWLRVVLDSURWHVLDOO¶DJLUHHVWHUQRGHOO¶XRPR,OOLQJXDJJLR
della scienza è il principale portatore della violazione della legge di ana-
logia di comportamento fra la specie umana e le altre.

4.4. La scienza e la storia delle protesi

La storia delle protesi è complicatissima. Ci limitiamo a ricordare al-


cune tappe orientative. Circa cinquemila anni fa compare la metallur-
gia, strumenti dotati di forme e durezza e movimenti lontanissimi dal

2
EINSTEIN A., Il lato umano, Einaudi, Torino 1979.
IV. /¶XRPRLOLQJXDJJLHOHSURWHVL 51

fare delle mani, dei piedi, dei GHQWL/DPHWDOOXUJLDqFROOHJDWDDOO¶XVR


del calore di combustione e quindi si evolve, dalla combustione della
legna alla combustione del carbone. Poi arriva la chimica del petrolio,
e poi la fisica nucleare.
Le protesi, pur nella loro immensa varietà, si possono classificare in
categorie: possono essere di abilità individuale o di potenza additiva.

4.4.1. Abilità individuale

Il violino per suonare, il pennello per dipingere, la campana per comu-


QLFDUHDGLVWDQ]DO¶DUFRHOHIUHFFHODIDOFHODFDUUXFRla. In tutti questi
casi la potenza erogata viene dal singolo individuo.

OSSERVAZIONE. &RQ O¶DUFR VL KD FKH OD IUHFFLD DUULYD ORQWDQR H FRQ JUDQGH
YHORFLWjPDO¶HQHUJLDHURJDWDqVHPSUHTXHOODGHOOHEUDFFLDGHOO¶DUFLHUH&RQ
la falce si ottiene con un solo movimento il taglio di una certa quantità di erba
QRQIDWWLELOHDPDQROLEHUDPDO¶HQHUJLDqTXHOODGHOOHEUDFFLD&RQODFDUUXFROD
si solleva un peso ad una data altezza irraggiungibile alzando le mani ma
O¶HQHUJLDHURJDWDqTXHOODGHLPXVFROLGHOOHGXHEUDFFLD«

1. L¶arco 2. Il violino

4.4.2. Potenza additiva.

a) Organica.
/¶RULJLQHGHOO¶HQHUJLDYLHQHGDRUJDQLVPLYL
YHQWLO¶DUDWURWUDLQDWRGDOEXHLOFDUURGDLFD
YDOOLODVOLWWDGDLFDQL,QTXHVWLFDVLO¶LQSXW
originario è il flusso dei fotoni solari che, ar-
rivato sulla Terra, ha interagito con la mate-
ria nel modo delle reazioni chimiche di foto-
sintesi. Da questo segue che la potenza addi- 3. Il cavallo
tiva organica ha dei limiti ben precisi.
52 La mappa del denaro

b) Inorganica.
Nel caso inorganico ci sono due sotto casi.
í /¶HQHUJLDYLHQHGDLFLFOLIOXLGL
I cicli della circolazione atmosferica e della
circolazione marina e fluviale. È tutta quella
parte della tecnologia che segue dal teorema
GL%HUQRXOOL,QTXHVWLFDVLO¶LQSXWRULJLQDULRq
il flusso dei fotoni solari che, arrivato sulla
Terra, ha interagito per effetto fototermico.
Dalla definizione stessa di ciclo segue che la 4. La nave
potenza additiva dei cicli ha dei limiti ben pre-
FLVL3RVVLDPRDJJLXQJHUHO¶HQHUJLDGHOOHPDUHHHTXLO¶LQSXWRUL
ginario non è elettromagnetico ma gravitazionale.
Esempi: la nave a vHODLPXOLQLDYHQWRRDFDGXWDG¶DFTXD«
í /¶HQHUJLDQRQYLHQHGDLFLFOLIOXLGL
/¶LQSXWHVWHUQRDLFLFOLSXzHVVHUHGLRULJLQHVRODUHIRWRQLHQHX
trini, oppure terrestre, le riserve fossili molecolari di antica ori-
gine organica, cioè carbone e petrolio, oppure riserve fossili nu-
cleari, di ancora più lontana origine, ossia risalenti al processo
cosmologico di formazione del sistema solare. Per quanto ri-
JXDUGDO¶LQSXWGHLIRWRQLVRODULODWHFQRORJLDQDVFHGDOODPHFFD
QLFD TXDQWLVWLFD GHOO¶HIIHWWR IRWRHOHWWULFo, il fotovoltaico. Per
TXDQWRULJXDUGDO¶LQSXWGHOOHULVHUYHWHUUHVWULODWHFQRORJLDQDVFH
dalla termodinamica e in particolare dal teorema di Carnot.

OSSERVAZIONE. La termodinamica e la fisica nucleare hanno, fra le loro estrin-


secazioni tecnologiche, la produzione di motori termici. Questa tecnologia mo-
difica i cicli inorganici e i cicli organici della biosfera.

Al momento presente la fisica non sa immaginare altre forme di energia.

5. La centrale nucleare 6. I pannelli solari

Figura 4.5. 3URWHVLGDOO¶DUFR LPPDJLQH DOSDQQHOORVRODUH LPPDJLQH .


IV. /¶XRPRLOLQJXDJJLHOHSURWHVL 53

Tabella 4.1. Storia della potenza additiva, le tre ere.

1. Era agricola 2. Era del fossile 3. Ritorno al solare


í animali í motori termici fotovoltaico t
í cicli í combustibili
GHOO¶DWPRVIHUDD chimici
í carbone, í carbone
í petrolio
metallurgia fatta
tta
í combustibili
a mano nucleari (fusione,
fissione)
í metallurgia e
prodotti vari fatti
da motori

È importante capire questa separazione fra le forme della potenza


adGLWLYD 1HOODVWRULD HYROXWLYDGHOO¶XRPRTXHVWDFODVVLILFD]LRQH FRQ
cettuale appare come separazione fra ere. È una separazione che av-
viene per passi, ma questi passi sono giganti quando compaiono i mo-
WRULWHUPLFLIUDODILQHGHO6HWWHFHQWRHO¶LQL]LRGHOO¶Ottocento. Con la
FRPSDUVDGHLPRWRULF¶qXQUDSLGRSDVVDJJLRGDOODVWUXWWXUDVRFLDOHin
cui dominano le protesi del primo tipo, energia che viene da cicli, alla
struttura in cui dominano le protesi del secondo tipo, energia che non
viene da cicli. Il contributo delle protesi additive organiche o inorgani-
che cicliche non è qualsivoglia. Il contributo delle protesi additive non
cicliche può essere qualsivoglia.
Questa differenza ha effetti enormi sulla società umana, tanto che si
può parlare di transizione fra ere. Non esiste una descrizione assioma-
tica di questa transizione.

4.5. Commenti sulla demografia

4.5.1. La valutazione numerica

È sensato pensare che la valutazione della quantità di individui sia sem-


pre stata una curiosità tipica per ogni collettività. Un gruppo di leoni
vede un gruppo di bufali, se il gruppo dei bufali è grande non lo attacca,
se è opportunamente piccolo parte la strategia di attacco. Cosa succede
54 La mappa del denaro

QHOFHUYHOORGHOO¶DQLPDOHQRQORVDSSLDPRPDFKHDYYHQJDXQDYDOXWD
zione e un conseguente comportamento lo vediamo. Passiamo
DOO¶XRPR6LSDUWHGDXQDDQDORJLDFRQOHDOWUHVSHFLHYLYHQWL9DOXWDUH
intuitivamente la quantità di vegetazione, per regolare le proprie forze
di sfruttamento, valutare i branchi di animali, dato di partenza per pro-
JHWWLGLGLIHVDRGLFDFFLDHLQILQHGLFRQWUROOR9DOXWDUHO¶DPPRQWDUH
GLXQ¶DOWUDFROOHWWLYLWjXPDQDFRQODTXDOHVLYLHQHLQFRQWDWWRSHUHOD
borare comportamenti di difesa, o di attacco, o di collaborazione. Più
avanti nel tempo, quando una collettività si organizza in struttura con la
relativa morfologia interna è necessario sapere il numero dei membri
che in qualche modo sono classificati in sottogruppi di appartenenza
secondo regole di comportamento sinergico. Si può pensare che questi
tipi di classificazioni avvengano con la comparsa delle prime forme di
Stato. Gli uomini passano dalle stime di quantità intuitive al passo dei
censimenti numerici. Oggi gli studiosi cercano di fare valutazioni nu-
meriche dei fenomeni avvenuti nel passato usando noQO¶RVVHUYD]LRQH
diretta, ovviamente, ma elaborando costruzioni teoriche quantitative
che ricostruiscono una struttura ipotetica partendo da dati fossili data-
bili. È permesso avere moltissimi dubbi su tali ricostruzioni. Con lo svi-
luppo della matematica, che avviene in parallelo con lo sviluppo di
strutture sociali complesse, le valutazioni demografiche incominciano
a diventare credibili, anche se ovviamente limitate a certe collettività.
Strutture statali evolute portano a valutazioni numeriche complicate e
controllabili, strutture sociali non ancora arrivate alla complessità dello
Stato non hanno registrazioni contabili. Per fissare le idee, nel Cinque-
cento avvengono sbarchi di portoghesi in America latina. Abbiamo
stime della popolazione di Lisbona abbastanza credibili, ma sulla popo-
lazione dei nativi, in parte nomadi in parte stanziali, non si sa niente. Le
navi dei colonizzatori europei trasportano schiavi neri nelle stive, allo
sbarco si sa con precisione quanti sono sopravvissuti al viaggio e sono
vendXWL0DTXDOHIRVVHODSRSROD]LRQHG¶RULJLQHQRQqXQGDWRULQWUDF
ciabile. Queste sono osservazioni elementari ma importanti per quanto
segue.

4.5.2. Tecnologia e crescita demografica

/¶DFTXLVL]LRQHGLVWUXPHQWLPRGLILFDO¶LQWHUD]LRQHIUDLPHPEULGLXQD
FROOHWWLYLWjHO¶LQWHUD]LRQHGLTXHVWDFROOHWWLYLWjFRQDOWUHGRWDWHGLVWUX
PHQWLGLYHUVLHLQILQHPRGLILFDO¶LQWHUD]LRQHGHOOHYDULHFROOHWWLYLWjFRQ
IV. /¶XRPRLOLQJXDJJLHOHSURWHVL 55

la biosfera. Prendiamo per esempio il coltello: può servire per aggredire


un nemico, o per raccogliere cibo. Più in generale, gli strumenti modi-
ficano la struttura interna della vita collettiva in modo complicatissimo,
articolandosi nelle direzioni di benessere e prevaricazione. Una collet-
WLYLWjGRWDWDGLVWUXPHQWLDFFHGHDOODGLQDPLFDHVWHUQDGHOO¶HFRVLVWHma
LQPRGLQRQIDFLOPHQWHFRQIURQWDELOLFRQTXHOOLGLXQ¶DOWUDFROOHWWLYLWj
dotata di strumenti diversi. Gli interventi della tecnologia sul compor-
tamento delle collettività umane non sono descrivibili con semplici re-
lazioni di causa-effetto. Ricordiamo i legami complessi fra la tecnologia
e la dinamica del Denaro, le strutture dello Stato, e le intuizioni mistiche
ed etiche, e i dettami della Religione. Non è la tecnologia da sola che
VSLHJDODVWRULDGHOO¶XRPR
Il primo e più rozzo parametro che si può usare per descrivere la
VWRULDGHOO¶XRPRqLOFRQWHJJLRGHPRJUDILFR,OFRQWHJJLRGHOSUROLIHUDUH
include la memoria e la novità. La storia della demografia è inesorabil-
PHQWHOHJDWDDOODVWRULDGHOO¶LQWHOOLJHQ]DGLXQDVSHFLH2UDLOSDUDPHWUR

Figura 4.6. Grafico logaritmico della recente tendenza della popolazione mon-
diale.
FONTE: MURPHY T., The Real Population Problem, http://physics.ucsd.edu/do-
the-math/2013/09/the-real-population-problem/.
56 La mappa del denaro

demografico GL XQD QD]LRQH q LQ TXDOFKH PRGR PLVXUDELOH O¶LQWHOOL


JHQ]DGLXQDQD]LRQHqXQDFRVDPROWRSLFRPSOLFDWDSURYDXQSR¶D
dire cosa è. Peraltro il parametro demografico è importante perché è il
primo indice della differenza fra la specie umana e le altre. Nella storia
della biosfera, sulla scala del tempo di centinaia di milioni di anni,
SULPDGHOODFRPSDUVDGHOO¶XRPRO¶HTXLOLEULRIUDOHPROWLVVLPHVSHFLH
viventi è stato regolato da leggi finalistiche a noi ignote, ma certamente
³HVWHUQH´ DOOH PRYLPHQWD]Loni della tecnologia. Non abbiamo indizi
che nel passato della biosfera una certa specie sia straripata numerica-
mente rispetto a un equilibrio dinamico sconosciuto nel dettaglio, ma
conosciuto in generale tanto da permetterci di dire che la vita, cioè la
dinamica della biosfera, si è, appunto, preservata.
Osserviamo la Figura 4.6. Questo diagramma mostra una correla-
zione temporale fra il salto tecnologico localizzabile nel Settecento e la
crescita demografica globale. Il concetto di salto tecnologico è molto
complesso. Si può far partire da Galileo la svolta della scienza speri-
mentale separata da religione e filosofia assiomatica. In Italia la Chiesa
non favorisce lo sviluppo della ricerca scientifica, in altre nazioni euro-
SHH O¶DFFHWWD]LRQH GHO VHPH JDOLOHLano è maggiore. Lo sviluppo della
scienza non è certo un fenomeno uniforme fra le popolazioni umane su
tutta la Terra. Subito dopo Galileo compare Newton, e poi segue il cam-
PLQRGHOO¶RWWLFDQHOPLFURVFRSLFRGHOODPDWHULDLQRUJDQLFDHRUJDQLFD
e nel macrosFRSLFR GHOO¶DVWURQRPLD OD WHUPRGLQDPLFD OD FKLPLFD
O¶HOHWWURPDJQHWLVPRODPHFFDQLFDTXDQWLVWLFDILVLFDHELRILVLFDLQWUHF
ciate. Dalla scienza, che avanza secondo una certa logica, si dirama la
tecnologia, che avanza secondo impulsi di opportunità. La tecnologia
può essere la penicillina che evita la morte per infezione, e può essere
ODPHWDOOXUJLDGHLFDQQRQLGL1DSROHRQHLPRWRULDJULFROLO¶HOHWWULFLWj
che dà la luce e il riscaldamento per le città, la meccanica quantistica
che ci fa capire i legami molecolari e il modo di operare sul DNA, i
legami nucleari e il modo di costruire la bomba di Hiroshima. Ho citato
Galileo per ricordare il fatto che il seme della scienza moderna nasce in
Europa. Con un certo ritardo è esportato in USA verso la fine dell¶2W
WRFHQWROjGRYHSULPDF¶HUDLOYXRWRDWWHFFKLVFHLQ*LDSSRQHLQFRQGL
zioni diversissime, cioè su una antecedente cultura, diversa da quella
europea, e così via. La diramazione della tecnologia è anche complessa.
1HOODFXOODRULJLQDULDO¶(XURSDORVYiluppo tecnologico si esplicita in
JXHUUHLQWHUQHWHUUHVWULHQDYDOLIUDJOLVWDWLFRORQLDOLVWLQHOO¶2WWRFHQWR
IV. /¶XRPRLOLQJXDJJLHOHSURWHVL 57

Tabella 4.2. Stima della popolazione mondiale nel tempo (in milioni).
FONTE: Popolazione mondiale, Wikipedia. NOTA. Il Nord America comprende
gli stati: Canada, Stati Uniti, Groenlandia, Bermuda e Saint-Pierre e Miquelon.
L¶America Latina comprende gli stati dell'America Centrale, il Messico, i Ca-
raibi e il Sud America.
AMERICA NORD
ANNO MONDO AFRICA ASIA EUROPA OCEANIA
LATINA AMERICA
1000 310
1750 791 106 502 163 16 2 2
1800 978 107 635 203 24 7 2
1850 1262 111 809 276 38 26 2
1900 1650 133 947 408 74 82 6
1950 2519 221 1398 547 167 172 12,8
1955 2756 247 1542 575 191 187 14,3
1960 2982 277 1674 601 209 204 15,9
1965 3335 314 1899 634 250 219 17,6
1970 3692 357 2143 656 285 232 19,4
1975 4068 408 2397 675 322 243 21,5
1980 4435 469 2632 692 361 256 22,8
1985 4831 542 2887 706 401 269 24,7
1990 5263 622 3168 721 441 283 26,7
1995 5674 707 3430 727 481 299 28,9
2000 6070 796 3670 728 520 316 31,0
2005 6454 888 3917 725 558 332 32,9
2010 6972 1022 4252 732 580 351 35,6

&¶qXQDGLIIHUHQ]DVWRULFDFRQ86$H*LDSSRQHFKHIDQQRSUHYDOHQWH
PHQWH JXHUUH HVWHUQH &RQ OD FRPSDUVD GHOO¶DYLD]LRQH OD Seconda
guerra mondiale arriva a implicare continenti diversi. Altri paesi in ri-
tardo tecnologico subiscono la prevaricazione degli stati più avanzati
tecnologicamente. Queste osservazioni servono a mettere in guardia nel
discutere la correlazione fra lo sviluppo tecnologico e il parametro de-
PRJUDILFRFLRqO¶DVVHGHOWHPSR e la funzione ( ), popolazione to-
tale in funzione del tempo. Il valore globale ( ) è la somma di dati
distribuiti geograficamente e la distribuzione geografica a sua volta ha
XQDVWRULDFKHVLSXzFKLDPDUH³LQIRUPD]LRQHJHQHWLFDGHOOHSRSROD
]LRQL´8QDVHPSOLILFD]LRQHGHOODGLVtribuzione geografica è data nella
Tabella 4.2 e in Figura 4.7.
58 La mappa del denaro

Questi dati si riferiscono a un segmento temporale limitato, se si con-


VLGHUDODVWRULDHYROXWLYDGHOO¶XPDQLWjPDKDQQRLOSUHJLRGLLQFOXGHUHLO
periodo del salto tecnologico menzionato prima. Partire dal 1800 è abba-
stanza sensato in particolare per gli europei. È la conclusione della Rivo-
luzione francese con le costruzioni filosofiche e sociali ad essa connesse,
e gli squilibri fra le varie potenti nazioni europee arricchite dal coloniali-
smo. Qui certamente la tecnologia è protagonista. Si vede il passaggio
GDOODWHFQRORJLDGHOO¶HUDSUHFHGHQWHDJULFRODHFRORQLDOLVWDQHOODTXDOH
GRPLQDYDQRO¶HGLOL]LDHODQDYLJD]LRQHDYHODGLQDPLFKHDOHQWDHYROX
]LRQH1HOODPHWjGHOO¶2WWRFHQWRFRPSDUHOo sviluppo delle ferrovie che
stravolge la dinamica delle interazioni commerciali, e più tardi, inizio del
1RYHFHQWR OD PHFFDQL]]D]LRQH GHOO¶DJULFROWXUD 4XHVWH WDSSH WXWWDYLD
non sono applicabili in generale, ma entrano nella dinamica sociale in
modi molto diversi e con tempi diversi nelle sei aree che compaiono nella
Tabella 4.2. La suddivisione in sei aree è abbastanza sensata dal punto di
vista linguistico, politico, religioso, economico. Tale suddivisione viene
dal passato, quando la geografia del territorio separava. Oggi la globaliz-
zazione degli scambi informatici e motoristici tende a distruggere queste
differenze e identificazioni socio-geografiche.

Figura 4.7. Elaborazione grafica della Tabella 4.2.


IV. /¶XRPRLOLQJXDJJLHOHSURWHVL 59

Tabella 4.3. Crescita della popolazione dal 1800 al 2010. NOTA. Il valore 732
VL ULIHULVFH DOO¶(XURSD GHILQLWD GD FRQVLGHUD]LRQL VWRULFKH H JHRJUDILFKH 6H VL
SUHQGHODGHILQL]LRQHGL³(XURSDGHOO¶HXUR´LOGDWRqPLOLRQLQHO
FATTORE DI
CRESCITA
1022
AFRICA 9.5
107
4252
ASIA 6.7
635
732
EUROPA 3.6
203
AMERICA 580
24
LATINA 24
1776 Dichiarazione di Indi-
NORD AME- 351
50 pendenza
RICA 7 1787 Costituzione USA
35.6
OCEANIA 17.8
2

Le interazioni socio-geografiche sono state molto importanti nella


storia della specie umana perché portatrici del mix genetico3. Le guerre
DOO¶RSSRVWRVRQRSRUWDWULFLGLVFRQYROJLPHQWRGHOFRQFHWWRGLDSSDUWH
nenza. Viene dal passato della relazione uomo-territorio questo dato del
O¶$PHULFDGHO1RUGHUDTXDVLYXRWD PLOLRQL PHQWUHO¶$VLD 
milioni) conteneva il 63% di tutta la specie umana.
/D 7DEHOOD  PRVWUD FKH OD SRSROD]LRQH GHOO¶$IULFD GDO  DO
2010 cresce da 107 milioni a 1022 milioni, un fattore 9.5, e che la po-
polazione del Nord America cresce da 7 milioni a 351 milioni, un fat-
tore 50. Questo è un confronto fra due collettività diversissime. La po-
SROD]LRQHGHOO¶$PHULFDGHO1RUGqQDWDSHUHPLJUD]ione europea su un
dominio geografico occupato dai nativi pellerossa quasi totalmente eli-
minati, quindi sul nulla. Gli immigrati europei arrivano e poi prolifi-
FDQR,OSDHVHGLRULJLQHODVFLDO¶LPSURQWDGHOODWUDGL]LRQHPDLOQXPHUR
cresce poi sul territoULRDPHULFDQRRYYLDPHQWH/¶$IULFDDOO¶RSSRVWRq
una collettività che è la più antica portatrice della specie umana. È una
discrepanza storica enorme per cui questo confronto demografico ri-

3
Si consiglia la lettura di CAVALLI-SFORZA L., Gènes, peuples et langues: une histoire de la
diversité humaine, Éditions Odile Jacob, Paris 1996 (trad. it. Geni, popoli e lingue, Adelphi,
Milano 1996).
60 La mappa del denaro

chiede molta meditazione. Osserviamo inoltre che nello stesso inter-


YDOORGLWHPSRODSRSROD]LRQHGHOO¶(XURSDFUHVFHGDD VHPSUH
in milioni), un fattore 3.6.
,QRJQLFDVRO¶(XURSDFKHqODFXOODGHOOHFUHD]LRQLWHFQRORJLFKHq
ODFROOHWWLYLWjXPDQDFKHFUHVFHGLPHQR/DSRSROD]LRQHGHOO¶(XURSDq
antica (millenni) rispetto alla scala del tempo dei primi insediamenti
degli immigrati in America del Nord (secoli), quindi ha senso il con-
fronto fra popolazioni diverse ma provenienti da una storia antica: Eu-
ropa ± Africa ± Asia. Questo confronto non è comprensibile con dedu-
zioni veloci da assiomi teorici facili. Qui si vedrebbe che la tecnologia
riduce la crescita demografica rispetto alla non tecnologia, ma in tempi
diversi. Allora quali altre movimentazioni genetiche entrano in gioco?
I dati statistici sulle popolazioni nascondono una complessità che
sfugge al nostro capire.
/¶(XURSD QHO  HPHUJH GD XQD OXQJD VWRULD FRVu FRPH &LQD H
India e Giappone, queste tre aree hanno una densità di popolazione (per-
VRQHSHUFKLORPHWURTXDGUDWR HUHGLWDWDGDOO¶HUDDJULFRODTXLQdi in re-
lativa armonia con le risorse biologiche del territorio. Forse per un
breve intervallo di tempo, ordine di grandezza di tre o quattro genera-
zioni, avviene con una certa generalità questo fenomeno: lo sviluppo
della medicina allunga la vita, la meccDQL]]D]LRQHGHOO¶DJULFROWXUDDX
menta la produzione di cibo, la motorizzazione dei trasporti facilita gli
VFDPELF¶qEHQHVVHUHHFRVuODSRSROD]LRQHDXPHQWD4XHVWRqXQIH
nomeno transiente. Compaiono poi altri fenomeni di dinamica sociale
molto più difficili da capire. Europa e Giappone hanno una certa simi-
litudine nella dinamica di precoce transizione dal pensiero filosofico e
religioso allo sviluppo scientifico con le relative diramazioni tecnologi-
che. Per altri paesi ci furono dei ritardi variabili. Osserviamo che per
esempio un ritardo di due generazioni corrisponde a squilibri fra due
nazioni che si confrontano nella produzione militare e civile. Questa è
una distanza temporale importante che porta a eventi di prevaricazione.
Invece nel caso di due nazioni paragonabili per maturità scientifica pos-
VLDPRFRQVLGHUDUHTXHVWRWHPSRWLSLFREUHYHO¶DFTXLVL]LRQHGLFRPSH
tenze scientifiche e tecnologiche nuove in un campo specifico implica
XQLPSHJQRGLVWXGLRGDFLQTXHDGLHFLDQQLSRLF¶qLOWHPSRQHFHVVDULo
a mettere in opera dei processi produttivi. A questo punto le due nazioni
possono rivaleggiare avendo diversi equipaggiamenti tecnologici. Que-
VWRWLSRGLVTXLOLEULRDSSDUHQHOSHULRGRGHOO¶RWWRFHQWRTXDQGRHQWUDQR
in conflitto nazioni caratterizzate da analoghe condizioni di maturità
IV. /¶XRPRLOLQJXDJJLHOHSURWHVL 61

scientifica ma dotate di flotte o eserciti terrestri che hanno differenti


OLYHOOLGLDYDQ]DPHQWRQHOO¶LQQRYD]LRQHWHFQLFD&¶qXQDFHUWDVWUXWWXUD
tecnologica riconoscibile nelle guerre territoriali in Europa, le analogie
e differenze dette sopra, e una molto diversa struttura nelle conquiste
colonialistiche da parte delle nazioni dotate di flotte militari potenti che
SUHGRPLQDQRFRQIDFLOLWjVXSRSROD]LRQLGHILQLWH³DUUHWUDWH´
Vistosa violazione di questa dinamica degli squilibri dotati di tempi
WLSLFLSLRPHQRJUDQGLqLOIHQRPHQRGHOO¶DFTXLVL]LRQHGHOODWHFQROR
gia militare nucleare da parte degli Stati Uniti nel 1945: tempo due anni.
Acquisizione di potere militare enorme (una bomba nucleare è dieci-
mila volte più potente di una bomba classica) in un tempo brevissimo.
Questo ha creato una situazione che non è più la rivalità classica fra
nazioni, ma una improvvisa egemonia mondiale, nella seconda metà del
Novecento.
1HOO¶2WWRFHQWR H QHOOD SULPD PHWj GHO 1RYHFHQWR HQWUDQR Ln con-
IURQWROHQD]LRQLGLOLYHOORWHFQRORJLFRDYDQ]DWR/¶,QGLDHO¶$IULFDVRQR
regioni portatrici di storia antichissima, ma per cause molto complesse
KDQQRULWDUGLQHOO¶DFFHVVRDOODWHFQRORJLDULVSHWWRD(XURSDH*LDSSRQH
quindi attraversano un transiente di sottomissione colonialistica.
/¶DFFHVVRDOODWHFQRORJLDFUHDSHUXQFHUWRLQWHUYDOORGLWHPSRSR
tere, benessere, e aumento demografico, fenomeni che avvengono in
modo molto difforme geograficamente e temporalmente. I paesi antichi
per storia antropologica e radicati da tempo nel territorio, acquisendo la
novità tecnologica entrano nella fase di crescita demografica non in ma-
niera qualsivoglia, ma incontrando due tipi di vincoli: lo spazio fisico e
biologico della Natura, e la presenza degli stati coQILQDQWLDQFK¶HVVLLQ
fase di espansione. Questi vincoli sono ovviamente diversi per gli stati
del tipo isola o penisola, e per gli stati continentali.
ÊVHQVDWRGLYLGHUHO¶LQWHUYDOORGLWHPSRGHOVDOWRWHFQRORJLFRSRFR
più di due secoli, in due fasi.

Prima fase: dalla fine del Settecento alla prima metà del Novecento.
La tecnologia opera su scala locale e mette in guerra mo-
narchie dotate di privilegi nazionali radicati in identità
storiche diverse.
Seconda fase: la tecnologia diventa dinamica globale e si intreccia a
movimenti monetari anche globali.
62 La mappa del denaro

La separazione fra le due fasi è graduale e può essere posizionata


negli anni che vanno dalla comparsa improvvisa della bomba di Hiro-
VKLPD DOOR VJDQFLDPHQWR GHO GROODUR GDOO¶RUR 2YYLDPHQWH TXHVWD GL
stinzionHVLULIHULVFHDGLQDPLFKHFRPSOHVVHHGqEHQORQWDQDGDOO¶HVVHUH
una ricetta assiomatica.
&RPH ULIHULPHQWR GHOOD SULPD IDVH SRVVLDPRSUHQGHUHO¶(XURSDLO
Giappone, la Cina, che si avvicinano alla saturazione della crescita de-
mografica. La seconda fase vede nuove morfologie, fra le quali la cre-
VFLWDGHPRJUDILFDGHOO¶$IULFD&UHVFLWDFKHRIIUHODQRYLWjGLQRQHVVHUH
connessa al potere militare e produttivo nazionale. La globalizzazione
del denaro opera in modi inaspettati e molto diversi da quello che suc-
cHGHYDQHOO¶2WWRFHQWR
Per illustrare la stranezza della seconda fase consideriamo il con-
fronto Giappone ± Nigeria.
Giappone
/RVWDWRDWWXDOHqO¶HUHGHGLUHWWRGHOSDVVDWRULFFRGLFXOWXUD/DFUHVFLWD
è avvenuta nella prima fase detta sopra.
Area: 377.727 km
Popolazione: 127 milioni
Densità: 336.2 persone per km
PIL pro capite: 42,830 $
Aspettativa di vita: uomini 80.1 anni, donne 87. 1 anni
Tasso di fertilità (per donna): 1.4
Tasso di crescita: <0
Capitalismo, ricchezza elevatissima, livello di cure mediche eleva-
tissimo, vita media massima.
Nigeria
/RVWDWRDWWXDOHQRQqO¶HUHGHGLUHWWRGHOSDVVDWR&RPSOLFDWDGLVWULEX
zione di lingue, ecc.
Area: 923.768 km
Popolazione: 160 milioni
Densità: 184 persone per km
PIL pro capite: 1,640 $
Aspettativa di vita: uomini 51.7 anni, donne 53.4 anni
Tasso di fertilità (per donna): 5.5
Tasso di crescita: 2.55%
IV. /¶XRPRLOLQJXDJJLHOHSURWHVL 63

Clima tropicale, accesso al mare, densità di popolazione di poco mi-


nore di quella italiana (199.5). Colonia inglese nella prima metà del No-
vecento, stato indipendente nel 1960. Risorse minerarie: petrolio, car-
bone, stagno. La storia di sottomissione coloniale posiziona la Nigeria
nella seconda fase detta sopra.
Niente capitalismo, povertà, livello di cure mediche fra i valori mi-
nimi, vita media bassissima. Tasso di fertilità positivo, da posizionare
fra i valori più elevati sulla Terra.

Questo confronto fra Giappone e Nigeria ci aiuta a capire la profonda


diversità fra le due fasi di crescita demografica.

È evidente che la relazione fra lo sviluppo teFQRORJLFRO¶LQGXVWULD


lizzazione, il capitalismo e lo sviluppo demografico, è molto complessa.
Sembra che la crescita demografica squilibrata sia da porre in relazione
allo sviluppo tecnologico squilibrato che si esprime con una dinamica
del denaro squilibrata.
Nella prima metà del Novecento compaiono i primi segnali di gigan-
tismo dei processi di produzione e trasporto. Il gigantismo di produ-
]LRQHULJXDUGDO¶DOLPHQWD]LRQHODFDVDHO¶DXWRPRELOH,OPHWDEROLVPR
il riposo, e il movimento. Le città sono indotte a crescere. Tipici numeri:
nel Settecento grande città è mezzo milione di abitanti, oggi quindici
milioni. Analogo fattore di moltiplicazione deve coinvolgere ovvia-
mente la produzione di cibo e la capacità edilizia, cosa che appunto si
osserva. Analogo fattore di moltiplicazione si trova infine nella capacità
di carico dei mezzi terrestri e navali. I confini degli stati nazionali sono
ampiamente superati. Questi confini non sono solo geografia, ma anche
e soprattutto moneta. Parte appunto nella seconda metà del Novecento
la tendenza alla globalizzazione monetaria. Mentre il gigantismo della
produzione materiale ha dei vincoli nelle leggi della fisica e della bio-
logia, il gigantismo bancario è più flessibile e può accettare squilibri
LPSRUWDQWL/¶DFFRSSiamento di gigantismo produttivo e bancario au-
PHQWDLOIHQRPHQRGHOO¶HVRGD]LRQHVRFLDOHFLRqO¶HVFOXVLRQHGDOODGL
QDPLFDHFRQRPLFD4XHVWRqXQIHQRPHQRDQWLFRHVLVWHYDJLjQHOO¶DQ
WLFD5RPDHGHUDVRUJHQWHGLFULVLULFRUUHQWL2UDO¶HVRGD]LRQHqGLIIXVD
su scala terrestre. Esiste nelle periferie di Chicago o Los Angeles, sac-
che non piccole della ricca America del Nord, ed esiste nella intera po-
vera Nigeria. In Italia il bacino degli esodati aumenta rispetto alla élite
dei ricchi, ma non è portatore di crescita demografica, a differenza della
64 La mappa del denaro

1LJHULD/¶HVLVWHQ]DGHLFHQWULGLPD[LSURGX]LRQHHGLVWULEX]LRQHIDVu
che le comunità di esodati non si estinguono subito, anzi sopravvivono,
e nelle ex colonie momentaneamente crescono.
Naturalmente questa descrizione del disequilibrio legato al giganti-
smo produttivo non è una teoria assiomatica ma una osservazione feno-
menologica di processi complessi che appartengono ad una dinamica
transiente.
Sembra quindi importante indirizzare la ricerca sulla domanda: può
esistHUHXQR³VYLOXSSRWHFQRORJLFRHTXLOLEUDWR´"

NOTA sul concetto di esodazione è più profondo del concetto di disoccupa-


zione.
Non avere lavoro fa riferimento al diritto di avere lavoro. Quale lavoro? Chi lo
GjLOODYRUR"/¶LPSUHQGLWRUH"/¶LPSUHQGLWRUHqGXQque il portatore di un diritto
sacro?
(VVHUHHVRGDWRYXROGLUHHVVHUHDOO¶HVWHUQRGHOODGLQDPLFDVRFLDOH6HODGLQD
mica sociale è sana non si parla proprio di esodare né molti né pochi membri
GHOFRUSRFROOHWWLYR,PHPEULQRQ³ODYRUDQR´PD³SDUWHFLSDQR´ Ogni parte
del corpo serve alla vita. Se la dinamica sociale è malata esodare equivale ad
avere diarrea, o emorragia, o perdita di neuroni.
Quindi il diritto al lavoro è un concetto antropocentrico, che ha moltissime
forme diverse a seconda delle sempre diverse facce che assume la dinamica
GHOGHQDUR$OO¶RSSRVWRODVDOXWHdi una società è un concetto che pone in rela-
zione la dinamica della specie umana con la dinamica della biosfera. La bio-
VIHUDODYLWDSHUHQQHVLWXDO¶XRPRQHOFRQWHVWRGHO6ROHHGHOOD7HUUD5LWUR
viamo il pensiero dei più antichi filosofi e dei più moderni scienziati. Non i
calcolatori del PIL pro capite.

Letture consigliate
KAPITZA S.P., Global Population Blow-up and After: The Demographic
Revolution and Information Society, Global Marshall Plan Initiative,
Hamburg, 2006.
SMITH T.M. e SMITH R.L., Elementi di ecologia, ed. italiana trad 8° ed.
inglese a cura di OCCHIPINTI AMBROGI A. e MARCHINI A., Pearson,
Milano 2013.
MICHELI G.A., Demografie, McGraw Hill Italia, Milano 2011.
Capitolo V

/DVSHFLHXPDQDQHOO¶HUDDJULFROD

1HOODYRURDJULFRORF¶qXQOLPLWHEHQSUHFLVRSHUODSRWHQ]DGHOVLQJROR
animale e per il numero di animali che un uomo può governare. Nelle
QDYLDYHODF¶qXQOLPLWHSHUODVXSHUILFLHGLYHODFKHXQPDULQDLRSXz
gestire e per il numero dei marinai in azione sulla nave. Il primo limite
è determinante per capire la densità di distribuzione delle famiglie sul
territorio agricolo. Il secondROLPLWHqGHWHUPLQDQWHSHUFDSLUHO¶LQWHQ
sità dei traffici navali, la grandezza dei porti e delle città marinare.
1HOO¶HUD GHOOH ULVRUVH SXUDPHQWH RUJDQLFKH R LQRUJDQLFKH FLFOLFKH
sono rispettate le condizioni di obbedienza della collettività umana al
detWDWRGHOOHOHJJLGHOODELRVIHUD1RQSHUFKpO¶XRPROHDEELDFDSLWHPD
perché è costretto. Questa costrizione ha tuttavia risultati estremamente
LQWHUHVVDQWL8QDSULPDRVVHUYD]LRQHPROWRJHQHUDOHqTXHVWD/¶XRPR
sviluppa la tecnologia di nuove protesi quasi sempre con propositi di
offesa, e usa queste protesi immediatamente nelle guerre. La storia delle
JXHUUH QRQYDOHWWD FRPH VWRULD GL LGHRORJLHqXQ¶DOWUD FRVDq QHWWD
mente storia di novità tecnologiche. Tuttavia la costrizione della Natura
pone dei limiti al fare e al costruire, limiti che si diramano in due modi.
Nelle guerre antecedenti la comparsa dei motori, la costrizione della
Natura imponeva una velocità di eccidio limitata. Nei periodi di pace la
costrizione della Natura portava a risultati di bellezza. Oggi vediamo
TXHVWLOLPLWLHVSUHVVLQHOO¶HTXLOLEULRGHOO¶DUFKLWHWWXUDHGHOO¶XUEDQLVWLFD
FKHVLqSUHVHUYDWDQHLVHFROLDWHVWLPRQLDUHO¶DUPRQLDIUDSURJHWWRUHD
OL]]D]LRQHH1DWXUD1RQVRQRPRUIRORJLHEL]]DUUHPD³LVSLUDWH´GDXQD
guida potenWHO¶DFFRUGRFRQODYLWDUHFHSLWRGDLJUDQGLDUWLVWLHDQFKH
dai robusti artigiani.
,OOLQJXDJJLRGHOO¶DUWHqPROWRSLSRWHQWHGHOOLQJXDJJLRGHOO¶HFR
QRPLD SHU GHVFULYHUHOD WUDQVL]LRQH IUD LO WHPSR GHOO¶HUD DJULFROD H LO
WHPSRGHLPRWRULO¶HUDIRVVLOH.

65
66 La mappa del denaro

5.1. Il concetto di limite naturale

/¶LQSXWFKHDOLPHQWDLOPHWDEROLVPRGHJOLHVVHULXPDQLqGDWRGDJOLRU
JDQLVPLYLYHQWLGLVWULEXLWLVXOWHUULWRULRDFXLO¶XRPRDSSDUWLHQH/¶DF
FHVVRDOO¶DOLPHQWD]LRQHQRQqVRVWHQLELOHGDSDUWHGHOVLQJRORRUJDQL
smo. La famiglia realizza la struttura elementare che alimenta gli inter-
valli temporali di infanzia e vecchiaia. Il trasferimento di potenza dalla
biosfera al metabolismo individuale dipende dal luogo e dal tempo. La
dipendenza temporale è periodica, col ritmo delle stagioni. Ritmi di-
YHUVLFKHGLSHQGRQRGDOOHVSHFLHYHJHWDOLRDQLPDOLDOOHTXDOLO¶XRPR
RQQLYRURDFFHGH3HUHVHPSLRLQXQFHUWROXRJRF¶qLOWHPSRGHOODVH
mina, nel quale la potenza esterna è messa in opera, poi un intervallo di
quiete, poi il tempo del raccolto, poi un intervallo di quiete. Ovviamente
quiete relativa perché la vita giornaliera implica attività persistente
HVSOLFLWDWDLQYDULPRGL/DSHULRGLFLWjLPSOLFDO¶DFFXPXOR GHOJUDQR
GHOIRUPDJJLR /¶DFFXPXORDVXDYROWDLPSOLFDLOWrasporto, lo scam-
ELR6LDO¶DFFXPXORFKHLOWUDVSRUWRKDQQROLPLWLQDWXUDOLEHQGHILQLWL
Quale è il bacino spaziale e il ritmo temporale della comunità che inte-
ragisce nello scambio? Ci sono dei limiti per le distanze percorribili a
piedi o a cavallo, e dei limiti alle masse delle riserve (grano, vino, for-
PDJJLRILHQR« 4XHVWLOLPLWLRSHUDQRVXOODIRUPD]LRQHGHOODUHWHLQ
terattiva. Qui entra la dinamica del trasporto navale. Ricordiamo che
SHUODFLYLOWjPHGLWHUUDQHDO¶DJULFROWXUDHODQDYHVRQRDVSHWWLdella di-
namica coevi. Il trasporto navale implica masse trasportate maggiori di
quanto possa fare il cavallo e aspettative o ritardi temporali corrispon-
dentemente maggiori. Lo scambio a questo punto necessita del forma-
lismo del denaro. Le banche nascono, e hanno un ruolo particolarmente
importante nelle città marinare. La nave, oltre al formalismo bancario
SRUWDFRQVpXQ¶DOWUDQRYLWjLOFRQFHWWRGLLPSLHJDWRGLSHQGHQWH/DID
miglia agricola interagisce direttamente con la Natura, che è il datore di
lavoro e di ricchezza fondamentale. Per il funzionamento della nave oc-
corre il sistema equipaggio più comandante. Il marinaio è un dipen-
dente, assoggettato ad una disciplina nominale. (Il sistema comandante
± GLSHQGHQWH GLYHQWHUj SRL XQ¶DOWUD FRVD QHO PHFFDQLVPR industriale
GHOO¶HUDGHLPRWRUL 1HOO¶HUDGHLFLFOLODGLQDPLFDQDYDOHKDGHLOLPLWL
SUHFLVL/DGLQDPLFDEDQFDULDqDQFK¶HVVDGHOLPLWDWD/¶LQVLHPHGHOOH
rotte navali e dei relativi trasporti deriva dal teorema di Bernoulli e dalla
potenza esterna del marinaio, non è certo qualsivoglia. La vela inter-
FHWWDXQDFHUWDSHUFHQWXDOHGHOO¶HQHUJLDFLQHWLFDGHOYHQWR SHUILVVDUHOH
V. /DVSHFLHXPDQDQHOO¶HUDDJULFROD 67

idee possiamo prendere il 30%), e la superficie della vela governabile è


proporzionale al numero dei marinai.
La varietà delle forme GLYLWDQHOO¶HUDDJULFRODqJUDQGHHODPDSSD
del denaro, ricostruibile da racconti o documenti bancari, è certamente
una rappresentazione rozza, molto semplificata, ma non falsa, perché
incorpora il feedback imposto dalla Natura.
Oggi si parla di legge del mercato, risposta del mercato, parole che
sottintendono un nuovo concetto di feedback appartenente ad una teoria
IRUPDOHFKHHVFOXGHGDOOHSURSULHIRQGD]LRQLO¶LQWHUD]LRQHXRPR± bio-
sfera.
La Natura contiene una varietà di risposte sconfinata, che il linguag-
gio del denaro non sarà mai capace di descrivere. Forse potremmo leg-
JHUODQHOOLQJXDJJLRGHOO¶DUWH3LFFRORHVHPSLRFKHVLULIHULVFHDGXHGL
YHUVLQXFOHLGHOWUDIILFRQDYDOHDYHODLO0HGLWHUUDQHRHO¶$WODQWLFR1HO
mondo mediterraneo, quello della NDWXUDJHQHURVDHIDFLOHF¶qODVDJJLD
canzone napoletana, Le lavandaie del Vomero, Lo Guarracino; nel
PRQGRDWODQWLFRTXHOORGHOOD1DWXUDGXUDHSHULFRORVDF¶qORVWUD]LDQWH
fado La PalomaO¶DGGLRDOODPDGUHGHOUDJD]]RPDULQDLRFKHSDUWHSHU
O¶DOWRPDre, conscio del suo destino, che non sa se mai ritornerà. È la
PDQRGHOOD1DWXUDFKHDFFDUH]]DRVWUD]LDHO¶XRPRIDUHEEHEHQHDFD
pirla.
'RSR TXHVWH SUHPHVVH SRVVLDPR SDVVDUH DOO¶DQDOLVL GHOO¶DQRPDOLD
della specie umana che deriva dalla molteplicità di linguaggi e protesi.
Prima domanda: come sono definiti i concetti di salute, bellezza, suc-
cesso e di equilibrio? Per tutte le specie viventi la biosfera è il termine
di riferimento per dire se un individuo cresce bene, è sano, si esprime
con successo, e si conserva in equilibrio con la rete della biosfera stessa.
A dare il giudizio è la mano invisibile della biosfera stessa, non è
O¶XRPRHQHVVXQDGHOOHVXHFRVWUX]LRQLGLSHQVLHUR3HUO¶XRPRLFRQ
cetti di salute, successo, o imperfezione, fallimento, assumono formu-
lazioni diverse se espresse nel linguaggio della religione, delle leggi
dello stato, della banca. In questi linguaggi, pur in forme diversissime,
ODVSHFLHXPDQDQRQqFRQVLGHUDWDFRPHDQRPDODPDDOO¶RSSRVWRFRPH
privilegiata, come centro di riferimento cosmico. La visione filosofica
del mondo classico antropocentrica è stata superata dalla visione cri-
stiana medioevale geocentrica, poi, nel Seicento, la fisica è passata alla
visione eliocentrica, che nel Novecento è diventata visione cosmocen-
trica. 0D OD ILVLFD q ULPDVWD OLQJXDJJLR GL SRFKL FXOWRUL /¶HFRQRPLD
FRPHVFLHQ]DQDVFHQHOO¶2WWRFHQWRHGqWRWDOPHQWHDQWURSRFHQWULFDq
68 La mappa del denaro

XQSDVVRLQGLHWURULVSHWWRDOO¶HYROX]LRQHGHOODILVLFDPRGHUQD,OSHQ
siero della Chiesa è in difficoltà nel dialogo con la fisica a partire dal
tempo di Bellarmino. E la concezione di Stato non è universale, è ben
altro, basta pensare alle guerre continue fatte invocando diritti total-
mente contrastanti e rivendicati con linguaggi incompatibili.
1HOO¶HUDDJULFRODWXWWHTXHVWH contraddizioni convivono in modi non
devastanti. Ci sono guerre di religione, guerre fra stati, contraddizioni
IUDODOHJJHO¶HWLFDHOD1DWXUDPDWXWWRULHVFHDSURFHGHUHSHUFKpJOL
VWUXPHQWLGHOO¶XRPRVRQRSXUVHPSUHGRPLQDWLGDOOHIRU]HGHOOD1DWXUD.
Per fissare le idee consideriamo la conquista di Troia col cavallo di le-
JQRVLDPRQHOO¶HUDDJULFRODODEDWWDJOLDGL:DWHUORRO¶LQJUHVVRQHOO¶HUD
GHLPRWRUL+LURVKLPDLOFHQWURGHOO¶HUDGHLPRWRUL2PHURqLPPHUVR
QHOOD1DWXUDFRQ1DSROHRQHF¶qXQFHUWRUDSSRUWRIUDO¶HQHUJLDHURJDWD
GDOODSDOODGLFDQQRQHHLOODYRURGHJOLDUWLJOLHULGHOO¶RUGLQHGLFHQWR
mila. Nel caso di Truman, e Hiroshima, abbiamo la bomba che rilascia
circa 1015 joule, e il lavoro dei sette aviatori per quattro ore che equivale
a circa 105 joule. Il rapporto bomba/aviatori è di dieci miliardi, la natura
RUJDQLFDQRQF¶qSURSULRSL
/DVXSUHPD]LDGHOOD1DWXUDQHOO¶HUDDJULFRODQRQqVWDWDWHRUL]]DWD
GDLILORVRILPDVLSXzOHJJHUHQHOOHLPSURQWHFKHO¶HVLVWHQ]DXPDQDKD
lasciato sXOO¶DPELHQWH &L VRQR LPSURQWH LQRUJDQLFKH H RUJDQLFKH
1HOO¶HUDDJULFRODODVHPSOLFHFDVDHLOSDOD]]RHVSUHVVLRQHGHO SRWHUH
terreno o divino erano fatti per durare eternamente. Dato che la massa
costruita è direttamente proporzionale al lavoro muscolare umano, per
minimizzare la fatica la strategia è costruire bene creando un prodotto
che duri il più a lungo possibile. Da questo segue inoltre la non esistenza
GL FRVWUX]LRQL ULGRQGDQWL /¶DUFKHRORJLD FRQIHUPD 3DVVLDPR RUD DOOD
distribuzione della popolazione sul territorio. Se il territorio è fertile e
contiene biodiversità la popolazione può formare una città. Quanto
JUDQGH"&¶qXQOLPLWHSUHFLVRFKHYLHQHGDOWUDVSRUWRFDPSDJQD± città
e dalla varietà e intensità dei prodotti agricoli. Piccola intensità e pic-
cola biodiversità impongono città piccole e necessità di contatti con al-
tre città. Quindi la morfologia biologica interagisce strettamente con la
morfologia urbana con i relativi trasporti. La coltivazione del territorio
tende a essere stabile e la struttura della rete dei trasporti tende a essere
³LQWHOOLJHQWH´
'DWR FKH JOL LQWHUVFDPEL IUD GLYHUVH FLWWj LPSOLFDQR O¶HVLVWHQ]D GL
banche che gestiscono i ritardi, gli anticipi, gli accumuli, la grandezza
V. /DVSHFLHXPDQDQHOO¶HUDDJULFROD 69

delle banche e il loro modo di funzionare dipende dal territorio. Per fis-
sare le idee, prendiamo il medioevo e consideriamo Napoli e Amster-
dam.
Napoli, biodiversità e porto di mare. La città è molto popolosa, im-
mersa in alta biodiversità. Il traffico portuale implica banca. La gestione
del tutto implica monarchia. Amsterdam, minore biodiversità, minore
popolazione, scambi intercittadini con reti di canali navigabili; presenza
del porto atlantico con piccolo traffico nel tempo anteriore a Cristoforo
Colombo. Tutto ciò si vede e si capisce.
Conclusione. NeOO¶HUDDJULFROD5HOLJLRQH6WDWR%DQFD1DWXUDFRQ
vivono.

5.2. Realtà sociale naturale

Pieter Bruegel the Elder, The Harvesters, 1565

Si lavora per mangiare.

«Di chi sono queste terre fertili?» chiese il Re passando in carrozza.


«Del Marchese di Carabas» risposero i contadini, mentre il gatto sogghignava.

Il gatto con gli stivali, 1683 ± Charles Perrault (1628-1703)


70 La mappa del denaro

Di chi è la Terra? Definizione di potere.

«LOUHGL3HUUDXOW

Potere = terra e navi a vela

Luigi XIV di Francia (1638-1715),


Dipinto di Hyacinthe Rigaud, 1701

5.3. Realtà uomo ± biosfera

Gerarchia 5Hĺ3ULQFLSLĺYDVVDOOLĺFRQWDGLQL
autorità ± fiducia
Mix genetico rigido [re con re, contadino con contadino]

Motore La terra produce spontaneamente a cicli; la raccolta è


proporzionale al lavoro, la distribuzione arricchisce colui
che si dichiara «proprietario» della terra.
Feedback naturale

Denaro Strumento limitato al superamento del baratto per gli


scambi eterogenei e inoltre per il pagamento dei militari

La Terra non ha equivalente in denaro ma è oggetto di scambi:

 dote per via femminile;


 guerra.
V. /DVSHFLHXPDQDQHOO¶HUDDJULFROD 71

Mercato Dinamica parzialmente


rappresentativa della
realtà cioè degli scambi
uomo ± uomo o uomo ±
natura.
Potere non identificato
con mercato - denaro

Jacob II Fugger detto ³Il Ricco´


(1459-1525)

5.4. Era pre ± motori

Il flusso unidirezionale dalle colonie nutre a ritmo lento la futura bor-


ghesia europea.
Classe non significativa in Russia data la non presenza di colonie.

Spazio denaro ± mappa parziale


Metalli preziosi, schiavi
Re - corte

Energia - uomo
Spazio società
Colonie Coltivazione fa ciclo
Biosfera
Bi f ± spazio
i fisico
fi i

Figura 5.1. La dinamica economica al tempo di Adam Smith (1723-1790).


72 La mappa del denaro

5.5. Mercato ± rotte navali

Veduta di Napoli nella Tavola Strozzi, dipinta fra il 1472 e il 1473. Napoli,
Museo di San Martino.

Figurazione di Genova al tempo di Cristoforo Colombo.


Quadro di anonimo genovese, 1481; ridipinto, con ritocchi, da Cristoforo
Grassi,1597. Genova-Pegli, Museo Civico Navale.

Palazzo San Giorgio, Genova 1260.


Costruito su commissione del Capitano del Popolo Guglielmo Boccanegra, di-
venne sede originaria del Banco di San Giorgio (considerata la prima banca
³PRGHUQD´ al mondo, 1407).
V. /DVSHFLHXPDQDQHOO¶HUDDJULFROD 73

La Sevilla en el siglo XVI, Alonso Sánchez Coello.

Archivio Generale delle Indie, Sevilla. Nasce nel 1785 per volere
di Re Carlo III di Spagna.

Porto di Genova, Italia. Porto di Anversa (Antwerpen), Belgio.


74 La mappa del denaro

In queste ultime due fotografie si vedono il porto di Genova e il porto


di Anversa oggi, cioè dopo due secoli di motori. La collina ligure, ricca
di biodiversità, non è favorevole alle maxi-navi. La pianura del nord,
povera di biodiversità è favorevole alle maxi-navi.

5.5.1. Mercato ± Rotte navali, Cristoforo Colombo. Rinascimento, Ba-


rocco

Gerarchia 5HĺEDQFKLHUH
0L[JHQHWLFRFUHVFHQWH>GDXQFRQWLQHQWHDOO¶DOWUR@

Motore La nave a vela che realizza un flusso massa x distanza mi-


gliaia di volte più grande del flusso dato da uomini + ca-
valli.
Delocalizzazione: trasportare un bene (schiavo, oro) da un
SRVWRLQFXLF¶qDXQSRVWRLQFXLQRQF¶q,OEHQHqIUXWWR
della Natura.
Il pilotaJJLRGHOODQDYHqODYRURGHOO¶XRPR

Denaro È ridefinito onde incorporare i ritardi temporali ± spaziali


propri dei flussi del mercato navale. Nasce la lettera di
credito connessa al potere del banchiere privato (Medici,
)XJJHU« 
Capitolo VI

/¶HUDGHLPRWRUL

1RQVLDUULYDDOO¶HUDGHLPRWRULLPSURYYLVDPHQWH/DVWRULDGHOODWHFQR
ORJLDqOHJDWDDOO¶HYROX]LRQHGHOODFKLPLFD/RVYLOXSSRWHFQRORJLFRq
spinto quasi sempre da esigenze militari. Questa tabella è un piccolis-
simo riassunto a sostegno di questa osservazione.

Tabella 6.1. Dai primordi della termodinamica allo sviluppo dei motori endotermici.

SVILUPPI TECNOLOGICI IN-


ANNO SVILUPPI BELLICI SVILUPPI CIVILI
DUSTRIALI
Uso della ghisa per fab-
XIII sec Fusione per colata bricare palle di cannone
(Italia ± Germania)
Sviluppo nuovi metodi
Sviluppo lavorazione
XV sec lavorazione ghisa
ferro battuto
(Germania)
1576 prima nave da
Introduzione del coke in
XVI sec guerra corazzata in ferro
Inghilterra
(Giappone)
Probabile prima produ-
zione di ghisa da coke in
1620
Inghilterra
Coalbrookdale (1690)
Brevetto pentole in ghisa
1707
(Abraham Darby I)
Miglioramento produ-
1755 zione acciaio dalla ghisa
(Abraham Darby II)
Iron Bridge (Severn, GB)
1779 1° ponte in ghisa
(Abraham Darby III)
Henry Cort - Forno a
puddellatura (risolto pro-
1784
blema della produzione
GHOO¶DFFLDLR

75
76 La mappa del denaro

Sviluppo dei cannoni «mo-


derni»
Miglioramento dei mate-
riali
Da avancarica a retrocarica

1792 Vittoria di Valmy ±


Riforma del generale de
Gribeauval, standardizza-
zione dei calibri
XVIII-XIX
sec
1809 Vittoria di Napo-
leone a Wagram
IRUWHVXSHULRULWjGHOO¶DUWL
glieria)

1815 Sconfitta di Napo-


leone a Waterloo
difficoltà GHOO¶DUWLJOLHULD
su terreni accidentati,
scarsa mobilità)
Locomotiva a vapore
1804
(Trevithick) (Inghilterra)
1° nave da guerra a va-
1814
pore «Fulton» (USA)
1° ferrovia Stockton ±
1825
Darling (GB)
1839 Ferrovia Napoli ± Portici
1841 nuovi cannoni
navali con proiettili esplo-
Rivoluzione tecnologica
sivi
1840 produzione delle navi da
guerra
1844 introduzione
GHOO¶HOLFD
1° cannone in acciaio
1851
(Krupp)
1° corazzata «Gloire»
(Francia)
1860 1° nave tutta in ferro
«HMS Warrior»
(Inghilterra)
1° nave da guerra senza
alberi «HMS
1871
Devastation»
(Inghilterra)
1° scafo in acciaio
1876 corazzata in ferro
«Redoutable» (Francia)
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 77

1° moderna corazzata
1880
G¶DOWXUD©'XLOLRª ,WDOLD
Henry Bessemer
(Inghilterra)
1885
Produzione acciaio su va-
sta scala
1884-1885 Statua della Libertà
1° grattacielo Chicago
1885
(13 piani)
1887-1889 Tour Eiffel
ƒDXWRPRELOH³PRGHUQD´
1901
K.F. Benz (Germania)
1° catena di montaggio di
una automobile. Produ- Inizia competizione
1908
zione in serie della Ford T grattacieli New York
(USA)
1913 Acciaio inox
1° carro armato su cingoli
1916
(Inghilterra)
Empire State Building
1931
(102 piani)

/¶HYROX]LRQHSDUDOOHOD*XHUUDHWHFQRORJLD

Dominio del Mediterraneo


 Battaglia di Azio (31 a.C.)
 Circa 800 navi a vela  Metallurgia: spada  Circa 5.000 morti
 Battaglia di Lepanto (1571)
 Circa 300 navi a vela  Armi, cannoni  Circa 30.000 morti
'RPLQLRFRORQLDOHLQJOHVHGHOO¶$WODQWLFR
 Battaglia di Trafalgar (1805)
Circa 75 navi a vela  Armi, cannoni  Circa 7.500 morti
Dominio coloniale globale americano
 Strage di Hiroshima e Nagasaki (6 e 9 Agosto 1945)
Un aereo  due bombe  HPRUWLDOO¶LVWDQWH
Futuro
 Colonizzazione di pianeti del sistema solare
78 La mappa del denaro

6.2. Transizione da Natura a motore

Tabella 6.2. Differenza fra fatica e povertà.

 contadino
Lavoro Lavoro  fabbrica
Natura  marinaio Motore
 (La Paloma)  tutti i trasporti

non fatica, fatica, ricco, poveri,


O¶DULVWRFUDWLFRWXWWLJOLDOWUL O¶LPSUHQGLWRUHLFRQVXPDWRUL

assenza di progetto
presenza di progetto urbanistico
urbanistico

6.2.1. Realtà uomo ± biosfera

Vincent van Gogh (1889) Questa macchina sostituisce il lavoro di


molte migliaia di contadini

6.2.2. Realtà uomo ± mondo inorganico

Sobborghi urbani Allunaggio

Due modi di partecipare allo sviluppo tecnologico


VI. /¶HUDGHLPRWRUL 79

(UDGHOO¶HQHUJLDIRVVLOH

(VWUD]LRQH/¶XRPRHLOPRQGRLQRUJDQLFR

Miniera a cielo aperto di


Glentaggart, Scozia

West Virginia, miniera di carbone


(1908)

/¶XRPRHLOPRQGRRUJDQLFR5DSSUHVHQWD]LRQHGHOODYLWD

Questa memoria è perenne

Henri Matisse, Le goûter,


golfe de Saint-Tropez, 1904
80 La mappa del denaro

6.3.3. Fabbrica. Rappresentazione della vita?

a) La malinconia della città.

Fra cielo, fumo e camion.

Mario Sironi, Paesaggio urbano, 1921

Ci sono 17 anni fra il dipinto di Matisse e quello di Sironi. Quanti


sogni di potenza. Ma anche la Prima guerra mondiale.

Gerarchia ,QGXVWULDOHĺEDQFKLHUHĺ6WDWRGDGHILQLUHGLYROWDLQ
volta
Lotta di classe perenne
Mix genetico, opera nel terzo stato borghesia, interes-
sante

Motore a vapore, aziona fabbrica, treni, navi

Denaro è ridefinito onde incorporare la logica macchina, pro-


dotto, operaio, valore, mercato.
La dinamica economica; teorizzata da K. Marx.
/¶HFRQRPLDqVFLHQ]DKDGHILQL]LRQLOHJJLWHRUHPLGH
duzioni, previsioni.
Il mercato esercita il feedback. Assioma ereditato
GDOO¶HUDDQWHFHGHQWHILVLRFUDWLFD
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 81

b) /¶Rrgoglio del produttore.

Pubblicità automobilistica, 1936

c) /DJLRLDGHOO¶LQYDVLRQH

/¶,WDOLDKDXQLPSHUR
Mussolini, 9 maggio 1936.

>«@
Faccetta nera, piccola abissina,
ti porteremo a Roma, liberata
Dal sole nostro tu sarai baciata,
Sarai in Camicia Nera pure tu.
Faccetta nera
Sarai Romana
La tua bandiera
Sarà sol quella italiana!
Noi marceremo
Insieme a te
E sfileremo avanti al Duce
E avanti al Re!
>«@
Faccetta nera, 1935

d) /¶HVLWR

Sconfitta di El Alamein (23 ottobre - 4 novembre 1942).


82 La mappa del denaro

6.4. La transizione

$OO¶LQL]LRGHOO¶FRPSDLRQRLPRWRULHVRWHUPLFLODUHOD]LRQHXRPR
lavoro  Terra incomincia a modificarsi verso la relazione uomo  mac-
china  Terra. Per capire cosa sta succedendo facciamo un passo indie-
WURHFRQVLGHULDPRO¶HTXD]LRQHGLbilancio per la potenza esterna indi-
viduale organica:
= +

Nel regime di equilibrio naturale il rapporto , che ha un valore va-


ULDELOHIUD]HURHXQRHVSULPHLOOHJDPHIUDO¶XRPRHOD1DWXUDFRQWLHQH
la fatica naturale. Il valore giusto del rapporto , è la combinazione
intelligente di fatica e apprendimento, il segreto legame vitale che re-
gola il funzionamento di una società sana. Con la crescente presenza di
motori alimentati da energia inorganica → 0 e il meccanismo di
combinazione intelligente faticaapprendimento non è più guidato
dalla Natura. Quale mente superiore saprà formulare delle strategie per
gestire la caotica?
Questo è ciò che vede la fisica. Lo Stato e la Religione invece vedono
questi passL O¶DXWRULWj JDUDQWH GHOO¶DSSDUWHQHQ]D GHOO¶LQGLYLGXR DOOD
Terra, il monarca espressione del volere divino, tende a trasferirsi
QHOO¶DXWRULWjGHOO¶LQGXVWULDOHHVSUHVVLRQHGHOYROHUHODLFR&RPSDUHLO
concetto di capitalismo industriale, verso la metà delO¶Ottocento, e ine-
VRUDELOPHQWHO¶HFRQRPLDGLYHQWDILORVRILDDXWRQRPD
Ma torniamo alla fisica. Questa transizione non è semplice e paci-
fica. La penetrazione della tecnologia nella vita delle nazioni ha come
pilota la metallurgia militare, vedere i progressLQHOO¶DUWLJOLHULDWHUUHVWUH
H QDYDOH ,O IHUUR QHOO¶XUEDQLVWLFD H QHL WUDVSRUWL FLYLOL YLHQH GRSR
$OO¶LQL]LRGHOO¶2WWRFHQWRFLVRQROHJXHUUHQDSROHRQLFKHWULRQIRGHOOH
artiglierie da campo, e in concomitanza le flotte di navi corazzate, do-
minio in cui SUHYDOHO¶,QJKLOWHUUD3RLLQWRUQRDOFRPSDUHODUHWH
delle ferrovie europee, altro immenso sbocco della metallurgia.
$OO¶LQL]LR GHO µ FRPSDLRQR L PRWRUL HQGRWHUPLFL H OD UHOD]LRQH
uomo  macchina  7HUUDWHQGHYHUVRO¶DUWHIDWWRPRWRUH motore, con
O¶XRPRVSHWWDWRUH0RWRULFKHHVWUDJJRQRHQHUJLDSHUSURGXUUHHIDUIXQ
]LRQDUHDOWULPRWRUL'DOODIDWLFDULJRURVDFRQWDGLQDVLSDVVDDOO¶DXPHQWR
GHOODSRSROD]LRQHHDOODGLVRFFXSD]LRQHO¶LPSURQWDGHOO¶XOWLPRVHFROR
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 83

Nei primi decenni del Novecento ci sono due fondamentali filoni della
GLQDPLFD PRWRUL]]DWD 1HJOL 6WDWL 8QLWL O¶DJULFROWXUD QHOOH VFRQILQDWH
distese del Middle West passa dal lavoro manuale dei contadini al la-
voro motorizzato: un motore sostituisce cento o mille uomini, esodo
degli agricoltori dalle campagne verso le città, Chicago si ingigantisce,
FRPSDLRQRLSULPLJUDWWDFLHOL,Q(XURSDF¶qPROWRPHQRVSD]LRSHUSHU
sona e allora parte la Prima guerra mondiale3DVVDQRSRFKLDQQLO¶HF
cesso di energia disponibile e di conseguenza la disoccupazione si
HVSULPHFRQODFULVLGHO¶FKHKDIRUPHDQDORJKHLQ86$H(XURSD
Rimedio, la militarizzazione della superproduzione. Qual è il tempo ti-
pico di progetto e messa in opera di una catena di produzione di alta
tecnologia? Circa dieci anni: ecco puntuali i Panzer di Hitler e i B29 di
Roosevelt.
(O¶XRPR"(UDFRQWDGLQRHDUWLJLDQRSHUPLOOHQQLRUDGHYHFRDELWDUH
con i motori e ha come unico dovere quello di consumare. Per i primi
DQQLDOO¶LQL]LRGHOµ900, tale transizione appare come liberazione dalla
fatica. In tutti i paesi industrializzati compaiono come per magia statue
di uomini e donne seminudi con spalle possenti e fronti altere, niente
più ritratti di giovani donne curve a filare, di uomini spossati dalla mie-
WLWXUD GHVFULWWL QHOO¶opera di Bruegel ³il vecchio´ del 1565. Giusto il
tempo di gioire e poi si possono fare dei conteggi. Alcuni numeri.
Guerra. Dai legionari di Giulio Cesare ai lanzichenecchi di Carlo V
la capacità di uccidere raddoppia. Dai lanzichenecchi alle artiglierie di
Napoleone la capacità di uccidere aumenta di un fattore cento, da Na-
poleone alla Seconda guerra mondiale F¶qXQDOWURIDWWRUHFHQWRVRQR
entrate le flotte aeronavali. Compare infine una novità, la velocità di
massacro al secondo. Dalle battaglie campali di Napoleone a Hiroshima
il numero di morti al secondo aumenta di un fattore cinquantamila. Cer-
cate e calcolate per credere.
Pace. Dalla carrozza trainata da quattro cavalli, circa cento watt al
trotto, al camion, circa trecentomila watt. Dalla casa, o il palazzo, o la
FKLHVDIDWWLGLPDWWRQLLVVDWLDPDQRFRQODFDUUXFRODDOO¶DOWH]]DGLGLHFL
o venti metri, al grattacielo fatto di travi di ferro con strutture che arri-
vano a quattrocento o ottocento metri. La popolazione umana che ac-
FHGHDOO¶DOLPHQWD]LRQH FRQO¶DXVLOLRGHLPRWRULSDVVDGDL-800 mi-
OLRQLGHOO¶HUDDJULFRODDLPLOLDUGLGLRJJL(FKHIDO¶XRPR"'DOFRQ
WDGLQRFKHFLFOLFDPHQWHIDWLFDHVLULSRVDQHOO¶DOWHUQDQ]DGHWWDWDGDOOD
dinamica della Natura fra la semina e il raccolto, si passa alla logica
84 La mappa del denaro

SURGXWWLYD ODVFLDWD DOO¶DUELWULR GHOO¶LPSUHVDULR SURGXWWRUH $OO¶DOWHU


nanza naturale subentra il dilemma lavoro ± non lavoro, ossia nasce la
figura del disoccupato. La morfologia sociale naturale era fondata
VXOO¶HQHUJLD HVWHUQD LQGLYLGXDOH RUJDQLFD in difetto o in eccesso nelle
sue tre fasi, infanzia, maturità, vecchiaia; con i motori arbitrariamente
alimentati e utilizzati per processi di produzione qualsivoglia si passa
al dualismo produttore-consumatore, classificazione conteggiata dalla
banca, noQGDOODELRVIHUDFLRqQRQGDOO¶HWHUQD1DWXUD/D%DQFDKDVR
stituito la Natura. Ma quale banca?
'RSRLOFRPSDUHLOFRORQLDOLVPRDPHULFDQR/¶DXWRULWjJDUDQWH
è passata dal monarca per potere divino, al capitano di industria per vo-
lere del motore, al banchiere per volere del mercato finanziario. E il
PHUFDWRKDFRPHJXDUGLDQRXQDVFRUWDGLERPEH+1RQF¶qSLLOFRQ
FHWWRGLHURHJXHUULHURQRQF¶qSLLOFRQFHWWRGLGHQDURFRPHPLVXUDGL
scambio portatore di valore con accumulo dotato di un limite fisico
come era ai tempi della vecchia convenzione monetaoro. Ci sono pro-
GRWWL EDQFDUL FKH YRODQR GD XQ FRQWLQHQWH DOO¶DOWUR &KH ILQH KD IDWWR
O¶XRPRTXHOODFUHDWXUDRUJDQLFDFKHSHUYLYHUHPDQJLDQGRFLzFKHOD
biosfera offre, sta a metà strada fra la zanzara e la balena?
'LVFXWHQGRO¶HUDDJULFRODDEELDPRGHILQLWRO¶HQHUJLDRUJDQLFD , il
lavoro di alimentazione HO¶HQHUJLDLQHFFHVVR − . Questi para-
PHWULQHOODGLQDPLFDDJULFRODQRQVRQRDUELWUDULDOO¶RSSRVWRVRQRUHJR
lati dalla dinamica della biosfera che crea e uccide in accordo a un fine
HYROXWLYRJOREDOH/¶HQHUJLDRUJDQLFDLQHFFHVVRQRQqXQQXPHURILVVR
ma un parametro distribuito sul territorio e mutevole nel tempo. Questa
distribuzione prende poi la forma di nazioni e delle loro interazioni. È
GDOO¶HQHUJLDRUJDQLFDLQHFFHVVRFKHVLIRUPDYDQROHJXHUUHIUDPRQDU
chie, le migrazioni, ma anche nascevano le splendide morfologie di ric-
chezza, come Roma, Parigi, Vienna, Madrid. La bellezza come armonia
QDVFHYDGDOOHSURSRU]LRQLQDWXUDOLO¶HQergia in eccesso aveva ben defi-
niti limiti. Nessuno li ha calcolati ma tutti potevano vederli.
1HOO¶HUDGHLPRWRULO¶HQHUJLDLQHFFHVVRQRQqSLXQDFDUDWWHULVWLFD
GHOO¶LQGLYLGXR PD GHO PRWRUH q DUELWUDULD GLSHQGH VROR GDOO¶DVWX]LD
QHOO¶HVWUDUODGDOOHUiserve sotterranee di carbone e petrolio e dalla fanta-
VLDQHOO¶LPPHWWHUODLQSURFHVVLSURGXWWLYL1RQF¶qSLO¶REEHGLHQ]DDOOD
1DWXUDPDF¶qO¶HTXD]LRQH3,/ (QHUJLD)LQFKHGXUD
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 85

6.5. Banca e delocalizzazione

È cosa capita fin dai tempi più antichi che fare denaro vuol dire deloca-
lizzare. Si passa dal frutto raccolto e immediatamente mangiato, al
IUXWWRUDFFROWRDFFXPXODWRHWUDVSRUWDWRSHUO¶XVRGLTXDOFXQDOWURDO
trove. Se la raccolta e il trasporto sono pilotati con astuzia, è qui che
entra il denaro. Col trasporto per nave la delocalizzazione estende le
distanze, e i carichi, e i ritardi. Sono necessarie le banche, posizionate
nelle città dotate di porti. Ne Il mercante di Venezia Shakespeare parla
con amore del mercante Antonio, coraggioso, pieno di iniziativa, ha la
nave e la manda in giro per il mondo, e parla con disprezzo del ban-
chiere Shylock, arido e vendicativo. Insomma, economia vuol dire ini-
ziativa. La navigazione obbedisce al vento alla pioggia e al sole, la
banca invece deve obbedire alla legge dello Stato, che è necessaria per
JDUDQWLUHLOIDWWRFKHODPRQHWDG¶RURUDSSUHVHQWDLOYDORUHHORFRQVHUYD
Valore riposto in un forziere, trasferito con una lettera di cambio com-
prensibile in varie lingXH$VXDYROWDODOHJJHqULVSHWWDWDSHUO¶LQWHU
vento di due agenti: la forza militare e la persuasione religiosa. Rileg-
gere Shakespeare.
Con la comparsa delle macchine termiche la produzione e il trasporto
si svincolano dal feedback della Natura. Osserviamo che accumulo e
ritardo sono proprietà che esistono nella dinamica di tutte le specie co-
stituenti la biosfera. Nella dinamica della società umana le parole accu-
PXORHULWDUGRDVVXPRQRVLJQLILFDWLGLYHUVLFRQLOSURFHGHUHGHOO¶HYROX
zione tecnologica che modifica la estrinsecazione della vita collettiva.
Tuttavia in tutte le ere precedenti questi concetti, pur nelle loro formu-
lazioni mutevoli, erano obbedienti alle leggi della Natura. E ciò avve-
niva per costrizione, la forza non sempre benigna della Natura, non per
REEHGLHQ]D DOOH OHJJL GHOOD UHOLJLRQH GHOOR VWDWR GHOO¶HFRQRPLD 3HU
HVHPSLRO¶DFFXPXORGLFHUHDOLLQXQDFHUWD]RQDDJULFRODHUDOHJDWRDO
numero dei contadini raccoglitori e alla successiva vendita nelle zone
vicine legate da distanze percorribili a piedi o con carri trainati da ani-
mali. La generalizzazione di questi traffici su scala spaziale e temporale
SLDPSLDFRQGXFHYDDOO¶DFFXPXORPLVXUDWRLQRURHDGLVORFD]LRQLGL
valuta con grande flessibilità temporale. Il tutto però legato a un limite
quantitativo fisico.
Nel 1971 avviene il passo strano dello sganciamento del dollaro
GDOO¶RURÊSRVVLELOHFKHXQDQD]LRQHGRWDWDGLSRWHUHSDUDJRQDELOHDO
potere delle altre nazioni decida di rendere autoreferenziale la propria
86 La mappa del denaro

moneta, sganciandola da un riferimento oggettivo, o riconosciuto come


oggettivo per convenzione antica? Assolutamente no, tale nazione sa-
rebbe immediatamente esclusa dai traffici economici internazionali. Ma
JOL6WDWL8QLWLO¶KDQQRLPSRVWRTXHVWRVJDQFLDPHQWRDFLUFDODPHWj
degli abitanti della Terra. Come è possibile? È una iniziativa nata dallo
strapotere militare americano che è connaturato allo strapotere dei tra-
sporti navali e aerei partito nei primi anni del Novecento, che aveva
stravolto la faccia dei mercati mondiali. La banca non è più associata
alla autorità sacra del Re e del Papa, o giustificata dalla capacità di ac-
FXPXODUHULFFKH]]DGHOO¶LQGXVWULDOHWHUUDRODYRUR/DEDQFDPDQHJJLD
formalismi dei quali è essa stessa il riferimento numerico. E il riferi-
mento del valore di questo denaro formale non è più una convenzione
ILVLFD O¶RUR PDLOULVSHWWRRLOWLPRUHVHJUHWRSHUXQSRWHUHQXFOHDUH
spropositato. Il formalismo dei conteggi è diventato enormemente com-
plicato perché in assenza di un riferimento fisico si è passati a conteggi
fondati sul concetto di probabilità. Probabilità del valore di prodotti
EDQFDUL(FKHDOWURVLSRWHYDIDUH"7DQWRFRPSOLFDWRFKHO¶pOLWHLQSRV
sesso delle superbanche non è in grado di capire pienamente tali con-
teggi. Quando il banchieUHGHO&LQTXHFHQWRFRQWHJJLDYDLOLQJRWWLG¶RUR
sapeva da quali terre fertili e da quali velieri i soldi venissero, e lo spie-
JDYDPDJDULFRQXQSR¶GLIDWLFDDOUHJQDQWH/D1DWXUDVRUUHJJHYDOH
mani del banchiere. Oggi la fisica è scomparsa dal linguaggio degli eco-
nomisti e la risposta del mercato esprime valori statisticiprobabilistici.
Compare il nuovo fenomeno di probabilità sacraGRYHVDFURqO¶DWWUL
buto del potere della banca operante su scala globale terrestre, e proba-
bile è il modo di funzionare del denaro entrante e uscente, che essendo
svincolato dal controllo della natura è libero di essere casuale.

6.6. La punizione della Natura

Può la specie umana procedere in tal modo disgiunto dalla Natura? Non
è facile cercare la risposta, perché la dinamica sociale deformata dal
GHQDUR DUWLILFLDOH q FDUDWWHUL]]DWD GDOOD IUDPPHQWD]LRQH GHOO¶LQIRUPD
]LRQH 1HOOD GLQDPLFD GHOOD ELRVIHUD OD UHWH GHOO¶LQIRUPD]LRQH IOXLVFH
dappertutto. La foglia che cade da un albero comunica col suolo, col
nuovo seme, col nuovo uccello che lo mangia, e così avanti lungo una
catena infinitamente complessa dalla quale nessun organismo vivente è
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 87

escluso. È in questo modo che la Natura impone la propria legge finali-


stica. Il fine è la preservazione della vita della biosfera nella sua globa-
lità. Possono estinguersi singole specie ma sempre si preserva la dina-
mica complessa della biosfera. E la biosfera sana è visibile (si legga
/¶LQILQLWR di Leopardi).
La dinamica economica presente spezza la società in sottogruppi di-
sgiunti cognitLYDPHQWHHQRQF¶q0DGUH1DWXUDFKHOLFROOHJKL/DUDS
presentazione della dinamica sociale scritta nei computer delle banche
qO¶RSSRVWRGHOO¶LQIRUPD]LRQHVWUXWWXUDWDLQUHWHGLFRQRVFHQ]D/DGL
sgiunzione della società umana dalla Natura è dunque perdita di cono-
VFHQ]DHQRQSXzDQGDUHDYDQWLSHUPROWRWHPSR1HOO¶HUDILVLRFUDWLFD
gli errori del mercato umano erano puniti dalla mano della Natura che
LQWHUYHQLYDFRQWHPSLWLSLFLFRPSUHQVLELOLF¶HUDPRGRGLLPSDUDUH/H
anomalie della dinamica sociale azionata da energia fossile compaiono
bruscamente e possono andare avanti a lungo, e la punizione quando
DUULYDqLQFRPSUHQVLELOH1HLWHPSLDQWLFKLF¶HUDODVFKLDYLWGHOODYR
UDUHRJJLF¶qODVFKLDYLWGHOFRQVXPDUH/DIDWLFDDOORUDHUDPLVXUDWD
dalla Natura, la disoccupazione oggi è misurata e imposta da calcoli
probabilistici.
3LFFRORHVHPSLR&RQVLGHULDPRXQYLOODJJLRQHOO¶HUDDJULFRODLQFXL
un certo anno ci sia stata una sovrapproduzione di patate. Tutti lo vedono
e capiscono che è necessario allargare il bacino dei compratori; ma tutti
sanno anche che con carri e cavalli si raggiungono distanze limitate. La
FRUUH]LRQHGHO³SURJUDPPDSDWDWLIHUR´VDUjFRVFLHQWHHDFFXUDWD/¶LQWHO
ligenza contadina ha una storia millenaria. Consideriamo ora una multi-
nazionale che produce automobili. Motori progettati lì, telai progettati là,
componenti assemblati dove sembra essere più facile, trasferimenti del
prodotto lungo le arterie ferroviarie e navali più gradite, guidati
GDOO¶HVDPHGHObig data SHUFDSLUHODULFKLHVWDPRPHQWDQHD,QWDQWRO¶HF
cesso di traffico automobilistico cittadino ha intasato piazze e parcheggi
e soffocato i negozi, i bar, il movimento, la vita di scambio cittadina.
/¶DQGDPHQWRGHOPHUFDWRGHLSURGRWWLEDQFDULFRQQHVVLDOODmultinazio-
QDOHGHOO¶DXWRYHGHVROROHRVFLOOD]LRQLVWDWLVWLFKHFLRqQRQYHGHQLHQWH
Compare la disoccupazione con le lotte sindacali, le manovre salvifiche
statali, e le fughe del denaro verso progetti che soddisfino le fameliche
catene di produzione che languiscono. Visto che il disoccupato non com-
pra più la macchina piccola si costruisce la macchina grossa, tipo il SUV
5ROOV5R\FHLOWXWWRVRJQDQGRO¶DXWRHOHWWULFDDOLPHQWDWDFRQO¶HQHUJLD
88 La mappa del denaro

prodotta da migliaia di chilometri quadrati di pannelli fotovoltaici posi-


zionati nel deserto africano. Ecco il futuro disastro.
La Natura non è benigna, non guarda con tenerezza i figli incoscienti
HQRQUHJDODORURFRQVLJOLGLVDJJH]]D2SHUDVXOO¶XRPRSHUFKpO¶XRPR
è un organismo appartenente alla biosfera e obbediente alle sue leggi.
6WDDOO¶XRPRFDSLUHSHUWHPSRTXHVWHOHJJL6HORVWDWRO¶HFRQRPLDQRQ
capiscono, ci sarà la collisione con la barriera della dinamica organica
violata. E lì si vedrà chi è intelligente.

6.7. Il destino della miniera

Abbiamo discussRDOFXQHSURSULHWjGHOO¶HUDGHOO¶HQHUJLDHVWUDWWDGDUL
VHUYHIRVVLOL(VLVWRQRSHUVRQHFKHFRQWLQXDQRDYHGHUHO¶HQHUJLDFRPH
un bene e sperano nel futuro nucleare di fissione o di fusione. Se na-
scono dubbi su questa strada si cerca la maniera di captare energia non
più scavando nella Terra ma lanciando pannelli in orbita terrestre e cap-
tando energia emanata dal Sole e indirizzata in raggi focalizzati su rice-
YLWRULWHUUHVWUL,QWDOPRGRO¶HFRQRPLDHQHUJLYRUDFRQWLQXHUHEEH

Due osservazioni:
Osservazione 1. Capire bene quanta energia ci vuole per estrarre
dalla sorgente energia nella forma utilizzabile da opportune macchine
LQYHQWDWHGDOO¶XRPR
Ma cosa vuol dire energia di sorgente? Bisogna identificare la sor-
JHQWHLQTXDOFKHPRGRFLRqFDSLUHGRYHF¶qHQHUgia e poi acchiapparla.
6HVLWUDWWDGHOYHQWRRFFRUUHSDVVDUHGDOO¶HQHUJLDFLQHWLFDQDWXUDOHGHO
vento al lavoro utile, cioè costruire le navi a vela (spinta di traslazione)
o i mulini a vento (spinta di rotazione). Se si tratta di combustione oc-
corre priPDHVWUDUUHLOFDUERQHRLOSHWUROLRRO¶XUDQLRGDOODWHUUDHSUH
parare il combustibile, e poi costruire i motori termici dai quali uscirà
lavoro, sempre sotto forma di spinta di traslazione o di rotazione. Con
le vele o i mulini il vento è lì pronto, ma irregolare, è dato dalla dina-
mica del clima, ed entra direttamente nel motore eolico. Con i motori
WHUPLFLF¶qXQSDVVRLQSLRFFRUUHHVWUDUUHLOFRPEXVWLELOHGDOVXRJLD
FLPHQWR HUHQGHUORSURQWRSHUO¶XVRQHO PRWRUHWHUPLFR 4XHVWR qXQ
processo energivoro, implica macchinari e passi di lavorazione che
sono in taluni casi complicatissimi. Il combustibile alla fine è usabile,
cioè è energia sotto forma di calore di combustione.
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 89

Tabella 6.3. Combustibili fossili.

COMBUSTIBILE kJ/kg
Torba 20
Lignite 10-20
Litantrace bituminoso 24-53
Antracite 26-33
Coke 29.6
Petrolio 42
* Sono necessarie 7 ton di minerale
Uranio* 10 per produrre 1 g di combustibile
Rifiuti urbani 8 (1 g produce 68 GJ).

Dobbiamo quindi definire il rapporto .


Chiamiamolo , e vediamo che il valore limite = 0 vuol dire costo
HQHUJHWLFR]HURQRQF¶qELVRJQRGLHQHUJLDSHUHVWUDUUHHQHUJLDIDWLFD
zero, tutto guadagno; il limite = 1 vuol dire che si è estratto quanto
si è messo, solo fatica sprecata.
'XQTXH O¶HQHUJLD HVWUDWWD q O¶HQHUJLD FRQWHQXWD QHO FRPEXVWLELOH
pronto per operare nel motore che darà lavoro utile. Cosa è il lavoro
utile? È sempre una spinta controllata. Il concetto di spinta è intuitivo,
qIRU]DSHUYHORFLWjHVLHVSOLFLWDLQPRWRUXRWDQWHRJHWWR/¶DVVHUXR
tante mette in moto mezzi terrestri, marini, aerei a elica, o dinamo per
JHQHUHHQHUJLDHOHWWULFD5LFRUGLDPRFKHO¶HQHUJLDFLQHWLFDRWHUPLFD
si misura in joule. La spinta si misura in watt [watt = joule/sec].

1RWDVXOO¶HIILFLHQ]DGHLPRWRUL
$EELDPRGHWWRFKHLOYHQWRF¶qPHQWUHO¶HVWUD]LRQHGLFRPEXVWLELOHIRVVLOHLP
plica processi tecnici complicati, perfezionabili, difficili da classificare. In-
somma cercare il vento oppure estrarre cose fossili è impresa che contiene una
SDUWHGLLQFHUWH]]D$OO¶RSSRVWRLOFRQFHWWRGLHIILFLHQ]DGHLPRWRULVLDHROLFL
che termici, fa parte delle fondazioni della fisica, cose capite e formulate teo-
ricamente già QHOO¶2WWRFHQWR/DWHRULDGHLPRWRULHROLFLSDUWHGDOWHRUHPDGL
Bernoulli, quella dei motori termici parte dal teorema di Carnot. Per i motori
eolici il valore di riferimento è la velocità del vento, per i motori termici il
valore di riferimento è la temperatura di combustione. Vento buono vuol dire
vento veloce, ma non troppo; combustibile buono vuol dire temperatura ele-
vata, ma non troppo. È intuitivo che la spinta del vento non può essere catturata
90 La mappa del denaro

WXWWDGLHWURODYHODQRQF¶qDULDLPPRELOHVLPLOPHQWe la spinta della combu-


VWLRQHQRQRSHUDVXOQXOODIUHGGRHYXRWRPDVXXQDPELHQWHWLHSLGRHXQSR¶
pressurizzato. La termodinamica e la fluidodinamica sanno trattare teorica-
PHQWHTXHVWRSUREOHPD/¶HIILFLHQ]DqLOUDSSRUWRIUDODVSLQWD FKHqXQDSR
tenza espressa in watt) uscente dal motore e la spinta entrante, sia essa data dal
YHQWRRGDOODHVSDQVLRQHJHQHUDWDGDOODFRPEXVWLRQH/¶HIILFLHQ]DWHRULFDqUL
gorosamente definibile, ed è un numero che sta fra zero, totale inefficienza, e
uno, limite non raggiungibile. Fuori dalla teoria, quando si passa ai motori
UHDOLGLFLDPRFKHO¶HIILFLHQ]DGHLPRWRULVLDHROLFLFKHWHUPLFL sta intorno al
valore 30% (numero più alto per i razzi).
Sia per i motori termici che per i motori eolici la sfida per gli ingegneri sta nel
FHUFDUHDVWX]LHWDOLGDDYYLFLQDUVLDOO¶HIILFLHQ]DWHRULFD

7RUQLDPR DOO¶HQHUJLD GL HVWUD]LRQH ,O FDOFROR GHOO¶HQHUJLD SHU


estrarre energia è elusivo, dipende dalla scaltrezza degli strumenti usati
e dipende dalla facilità o difficoltà di accesso alle miniere. Piccolo
esempio: fu facile, un secolo fa, fare un buco nella prateria del Texas e
vedere uno zampillo di petrolio; è difficile, oggi, tirar fuori petrolio dal
IRQGRGHOO¶RFHDQR,QWXWWLLFDVLIDWWDO¶HVWUD]LRQHDYYHUUjSRLLOSDV
saggio al motore con la sua efficienza detta sopra in nota. Attenzione,
che con le parole passaggio al motore si nasconde una successione di
passi molto complicati. Nel caso del carbone prevale il fatto trasporto
ILQRDOPRWRUHXWHQWH1HOFDVRGHOSHWUROLRF¶qOa distillazione e il tra-
VSRUWR QDYHROHRGRWWR SRLO¶XWHQWHqPROWRGLIIXVRFHQWLQDLDGLPL
lioni di motori fra auto, aerei, navi, centrali termoelettriche. Nel caso
del nucleare fra lo scavo delle rocce uranifere e la consegna delle barre
di combustibiOHDLUHDWWRULF¶qGLPH]]RXQDVXFFHVVLRQHGLSURFHVVLYH
ramente complicati. Quello che cambia è la non numerosità dei motori,
i reattori nucleari, che sono centinaia, numero ben diverso dalle centi-
naia di milioni nel caso delle automobili.
Dopo questi chiarimenti è facile capire che le riserve di petrolio e
uranio non saranno mai esaurite. Arriverà molto prima il momento in
cui il valore del rapporto si troverà ad essere vicino a uno, estrazione
non più autosostenibile, abbandonata.
La nostra era del consumismo è piena di iniziative abbandonate con
HVLWL VTXDOOLGLVVLPL 4XDQGR O¶LQL]LDWLYD DEEDQGRQDWD VDUj TXHOOD
GHOO¶HVWUD]LRQHGLHQHUJLDIRVVLOHJOLHVLWLGLVTXDOORUHVDUDQQRLPSUHYH
dibili. Questo è il Limite 1.
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 91

Energia per produrre energia


7.95 × 10 GJ
= = 0.18 ∼ 20%
43.2 × 10 GJ

= 43.2 × 10 Gj

Figura 6.1. Utilizzo di risorse ed emissione di CO per il funzionamento di una


centrale nucleare di tipo EPR (European Pressurized Reactor) per un anno. Il
grafico è relativo esclusivamente alla produzione di combustibile: sono escluse
le risorse energetiche e le emissioni relative alla costruzione della centrale (~12
grammi di CO per kWh) e delle infrastrutture, nonché alla gestione delle scorie
(stimabili in 30~65 g CO /kWh) e allo smantellamento finale degli impianti.
FONTE: ZABOT S., ,OQXFOHDUHO¶HPRWLYLWjHO¶LGHRORJLD, Quale Energia, giugno
2009.
92 La mappa del denaro

Osservazione 2. ,SURGRWWLGLRJQLWLSRIDWWLFRQO¶LQWHUYHQWRGLHQHU
gia esterna devono essere consumati, altrimenti il concetto stesso di pro-
dotto sparisce. Quindi la società futura deve procrastinare il ruolo che
esiste oggi, quello di essere società di consumatori. Il processo produt-
tivo centralizzato va bene se il numero degli uomini con ruolo di operai
è minore del numero degli uomini con ruolo di consumatori e il flusso
di denaro uscente dai consumatori paganti supera il flusso di denaro
entrante negli operai pagati. Se i flussi fossero uguali nessuna gloria per
O¶LPSUHQGLWRUH /¶HVLWR FRPH QRWR q O¶DUULFFKLPHQWR WHPSRUDQHR GHL
capitalisti H O¶LPSRYHULPHQWR PHGLR GL WXWWR LO UHVWR /D VWUDWHJLD SHU
SUROXQJDUHO¶DUULFFKLPHQWRFHQWUDOL]]DWRqTXHOODGLLQYHQWDUHQXRvi ba-
cini di consumatori e relativi prodotti. Idea brillante in astratto, banale
QHOOD UHDOWj q PRPHQWDQHD IRUWXQD SHU O¶LPSUHQGLWRUH FUHDWLYR 3HU
esempio dalla rete ferroviaria diffusa alle linee superveloci. Dagli ospe-
dali pubblici alle cliniche private. Generalizzando la strategia si passa
DOO¶DEELJOLDPHQWRDOWULRJJHWWLGHOSLDFHUHSRLODFDVDOHSUHVWD]LRQLR
i servizi. Si continua a parlare di nuove scelte creative, ma di fatto si
vede solo il restringimento del mercato verso il bacino dei consumatori
più ricchi. Questa strategia nel passato agricolo poteva essere fanta-
VLRVDDGHJXDQGRVLDOODPXOWLIRUPLWjGLULVRUVHGHOOD1DWXUD0DRUDF¶q
GLVSHFLDOHFKHODGLQDPLFDPRWRUL]]DWDGDOO¶HQHUJLDIRVVLOHqXQDGLQD
mica unidirezionale nello spazio dei consumi, quindi priva del feedback
VWDELOL]]DQWHGHOODELRVIHUD/¶DXPHQWRGHOFRVWRGHOO¶HVWUD]LRQHGLHQHU
gia da miniera opera nella direzione di affrettare la scomparsa dei con-
sumatori medi, fenomeno che diventa visibile oggi nella fase finale
GHOO¶HUDfossile. Nella fase terminale possiamo prevedere un pinnacolo
di potere militare, affiancato alla produzione oramai senza consumo ma
con massima concentrazione di potere che si riversa nel pinnacolo ban-
cario.
6LDPRJLjQHOPRPHQWRLQFXLF¶qODSHUFH]LRQHGLHQWUDUHQHOO¶HUD
successiva.
/¶HVWLQ]LRQHGHLFRQVXPDWRULqLOLimite 2. Verrà prima il Limite 1 o
il Limite 2?

Queste osservazioni sono estremamente importanti perché pongono


come oggetto di studio critico le teorie economiche moderne le quali
pongono IUDJOLDVVLRPLFKHO¶HQHUJLDHLFRQVXPDWRULHVLVWDQRVHPSUH
Questa debolezza di impostazione è parzialmente scusabile. Il denaro
QDVFHYDTXDQGRWXWWLLPRYLPHQWLGHOO¶XRPRHWXWWLLVXRLWUDIILFLHUDQR
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 93

nutriti dalla dinamica interattiva di biosfera e sfera inorganica. Certo


queste parole erano sconosciute ad Adam Smith, ma resta vero che as-
siomi fondamentali, ancorché muti, fossero per lui queste verità: le navi
a vela navigano se ci sono i marinai a governare le vele, i frutti della
terra ci sono se i contadini con le loro mani li raccolgono e poi, da un'al-
tra parte, bocche umane li consumano. Il feedback della Natura era im-
SOLFLWRQRQF¶HUDELVRJQRGLGLVFXWHUQH4XHVWRIHHGEDFNqDEEDVWDQ]D
DXWRFRQVLVWHQWHOHQDYLUXEDQRXQSR¶GLYHQWRDOO¶DWPRVIHUa, ma non
troppo, non tanto da distruggere la dinamica globale; la coltivazione
GHOODWHUUDHODUDFFROWDUXEDQRXQSR¶GLYLWDELRORJLFDDOOHDOWUHVSHFLH
viventi, ma la forza dei contadini ha dei limiti naturali. Pertanto la vita
economica delle nazioni al tempo di Smith entrava nel ciclo della bio-
sfera e lì restava, in buona approssimazione. Nel volumone di Smith La
ricchezza delle nazioni non esiste menzione esplicita della sorgente di
energia né della sorgente dei consumatori, le due cose fanno parte della
Natura e la loro interazione è globalmente stabile per effetto della Mano
Invisibile, ciò che qui chiamiamo feedback naturale. Smith non aveva
la meccanica quantistica delle interazioni atomiche e nucleari, non
aveva il concetto di biosfera e tantomeno il calcolo della corrispondente
SRWHQ]D HVSUHVVD LQ ZDWW WXWWH FRQTXLVWH LPSRUWDQWLVVLPH GHOO¶XOWLPR
secolo. Ma se Smith può onorevolmente essere dichiarato innocente gli
economisti contemporanei non lo sono. La esclusione della conoscenza
fisica e biologica dai loro assiomi è totale e tenacissima. Essi sanno be-
nissimo che esistono i laboratori di fisica e di biologia, ma solo come
entità da finanziare oppure no, e non come portatori di conoscenza.
Questa disgiunzione assiomatica fra diverse mappe della realtà, il
WULDQJRORDYHQWHDLYHUWLFLODUHOLJLRQHO¶HFRQRPLDORVWDWRqDQWLFD/D
scienza è un quarto polo del capire, e opera in modo diverso dagli altri
tre. Le mappe fondamentali formano un tetragono. La storia di queste
articolazioni del pensiero umano è complicata perché il vertice
³VFLHQ]D´ SURJUHGLVFH FDPELD LQ FRQWLQXD]LRQH PHQWUH JOL DOWUL WUH
HVSULPRQRO¶HVLJHQ]DGLVWDELOLWjGRJPDWLFD
In una pagina bellissima del Dialogo sopra i massimi sistemi Galileo
Galilei descrive un gruppo di studiosi che assistono ad una laboriosa e
lunga descrizione di un fisiologo il quale mostra come i nervi partono
dal cervello per diramarsi con percorsi complessi in tutto il corpo. Un
³ILORVRIRSHULSDWHWLFR´DVFROWDFRQDWWHQ]LRQHHDOODILQHFRQIHVVDODVXD
meraviglia per la chiarissima dimostrazione e dice:
94 La mappa del denaro

Voi mi avete fatto veder questa cosa talmente aperta e sensata, che quando il
testo di Aristotele non fusse in contrario bisognerebbe per forza confessarla
per vera.

È proprio difficile vedere la realtà.


&RQFOXVLRQH &KL QRQ VL FRPSRUWD GD ³ILORVRIR SHULSDWHWLFR´ RJJL
vede:

 Dinamica economica globale con formazione di pinnacoli del de-


naro altissimi, sconosciuti nella precedente era fisiocratica. Va-
lore del denaro generato da una dinamica astratta e quantificato
dalla banca più potente.
 Produzione di cibo per il metabolismo, e di oggetti di tutti i tipi
SHUO¶DWWLYLWjVRFLDOHIDWWDGDHURJDWRULFHQWUDOL]]DWLHPRWRUL]]DWL
,OFRQWULEXWRGHOODPDQRGHOO¶XRPRqSLFFROLVVLPRLO³PHUFDWR´
funziona offrendo prodotti ma non richiedendo lavoro. La centra-
lizzazione implica uniformità di processo, e la motorizzazione
implica delocalizzazione. Queste due proprietà sono in palese
violazione del concetto di ciclo. Si noti che la definizione di PIL
è basata sul concetto di ciclo economico e relativa misura fatta
col ritmo annuale. Tuttavia la parola ciclo del linguaggio econo-
micistico non ha nessuna relazione con il significato di ciclo in
fisica e in biologia.
 La Banca, e insieme di Banche, tende a sovrastare lo Stato, e in-
sieme di Stati.
 Diminuzione del legame Religione  Stato.
 Diminuzione della sociodiversità dotata di iniziativa, in favore
della uniformità informatica passiva.
 &RPSHWLWLYLWj DQRPDOD SHUFKp GHIRUPDWD GDOO¶LQYLVLELOH DXWRULWj
del potere nucleare.

La parola cultura tende a trasformarsi in rete di comunicazione. Sono


esclusi i non possessori di computer; e la rete a sua volta è esclusa dal
potere che crea e tiene in funzione il sistema satellitare da cui la rete
dipende. È cosa artificiosa e fragile.
4XHVWDqO¶HUHGLWjGHOO¶HUDWHFQRORJLFDHQHUJLYRUD
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 95

6.8. Produttori ± operai ± consumatori

La Figura 6.2. illustra la relazione ricchezza = discarica coniugata alla


relazione PIL = denaro in una sola mano. Osserviamo che questa di-
namica industriale è contro natura in due modi:

a) Entropia. Nella dinamica della biosfera (la vita) tutti i processi


irreversibili terminano in fotoni eiettati nello spazio cosmico in-
ILQLWR /¶HQWURSLD q HOLPLQDWD Nella dinamica industriale i pro-
cessi irreversibili formano una discarica non eiettabile che resta
come deformazione della morfologia chimico-fisica del pianeta.
b) Rete. La struttura del movimento del denaro del tipo produzione
→ consumo è valutata dagli economisti con lo strumento di mi-
sura definito dalla parola PIL. Come si vede dalla Figura 6.2 tale
struttura non è articolata in rete dinamica ma in accumulo, ossia
la dinamica di accumulo è incompatibile con la dinamica a rete
che è la realizzazione della vita perenne. Una società che non
forma rete è sana?
Spazio produzione - distribuzione
prodotto viaggia

operai consumatori Spazio società -


guadagnano pagano complesso

produttore
Spazio denaro ± mappa infedele

D Discarica Ricchezza = Discarica


Energia spazio fisico
Materiaa Dinamica che non fa
Ricchezza ciclo
Natura

paga + tecn
D= − − tecn
produttore Accumulo di denaro centralizzato
guadagna
Dove va? Cosa fa?

tecn = denaro versato alla sorgente energetica


= denaro versato agli operai Si è perso il contatto fra la
= denaro versato dai compratori realtà fisica e organica

Figura 6.2. Ricchezza = discarica.


96 La mappa del denaro

6LGLFHFKHO¶DFFXPXORDSSDUWLHQHDOODFDWHJRULa del privilegio. Per


formulare bene questo concetto occorre fare un passo indietro e inter-
rogare il tetraedro delle mappe illustrato alla fine del Capitolo 3.
/¶HFRQRPLDFODVVLFDqIRQGDWDsui seguenti due assiomi (Karl Marx,
1818-1883).

 1° Assioma: operai e consumatori ci sono sempre, basta cercarli.


Ciclo del PIL.
 2° Assioma: Energia ± Natura ± Materia sono esternalità.

&RPHPDLQHOO¶Ottocento SRWHYDQDVFHUHTXHVWDIHGHQHOO¶HVLVWHQ]D
dei consumatori? Il riferimento era la borghesia benestante alimentata
da tre secoli di colonialismo.

6.9. Bilanci nel sistema di riferimento del produttore

6.9.1. Bilancio di energia

Motore + risorsa Operaio


p Prodotto Discarica
= + = +
'LVSDULWjQHOO¶HURJD]LRQHGLSRWHQ]D La discarica è proporzio-
nale al prodotto

Il plusvalore creato dal motore è molto più grande del plusvalore


FUHDWRGDOO¶XRPRRSHUDLR

6.9.2. Bilancio del denaro

Motore + risorsa Operaio Prodotto Discarica


≫ + ∼0
La risorsa costa poco o La discarica costa
niente poco o niente

Il produttore paga pochissimo il plusvalore inorganico e quindi guada-


gna moltissimo erogando il prodotto nel bacino dei consumatori.
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 97

La dialettica capitale ± operaio diventa irrilevante.


Il denaro della discarica non è quantificato e non compare nel bilan-
cio del produttore.

A = risorsa B = uomo
q O¶HQHUJLD HURJDWD GDO PRWRUH SL O¶HQHUJLD FRQWHQXWD QHOOD
risorsa natura che viene manipolata;
qO¶HQHUJLDHURJDWDGDOO¶uomo;
qO¶HQHUJLDFKHVWDDPRQWHGHOSURGRWWR;
qO¶HQHUJLDFKHVWDDYDOOHGHOSURGRWWR GLVFDULFD ;

è il denaro speso per azionare motori ed estrarre risorse;


è il denaro speso per pagare operai;
è il denaro guadagnato vendendo il prodotto;
è il denaro pubblico versato per gestire le discariche.

Come mai è enormemente superiore + ?


Come mai è quasi zero?

La risposta a queste due domande cruciali sta nella astuzia della pre-
sente dinamica industriale. Si inventano prodotto e si inventano consu-
PDWRUL«fin che la va.
Si chiudono gli occhi di fronte al transito risorsa-GLVFDULFD«fin che
si potrà.

6.9.3. Bilanci nel sistema di riferimento della non rete

=−

1HOO¶LFRQVXPDWRULVRQRLERUJKHVL1HOSDVVDJJLRDOµODFDSD
cità produttiva motoristica fa un salto in avanti. Si pone presto il pro-
blema di trovare i consumatori.1

1 Nel caso di produzione di automobili ∼ 10 .


98 La mappa del denaro

6.10. Era del petrolio

Passaggio dal motore esotermico a vapore al motore endotermico a pi-


stoni, 1900.

Primo pozzo di petrolio, 1934 Inizio progetto bombardieri Boeing.


Pennsylvania (1859) Bombardieri B-29 (1942)

Nasce LQ86$SRLVLHVWHQGHDOO¶(XURSD.
3HULRGRSRVWPDU[LDQR,OFRQFHWWRGLYDORUHFUHDWRGDOO¶RSHUDLRJUD
dualmente sparisce.

Sorgente energetica La sorgente petrolio genera denaro quasi dal


nulla. Il pozzo petrolifero o la piattaforma ma-
rina petrolifera implica un contributo di la-
voro/petrolio che è vari ordini di grandezza (100,
1000) maggiore del contributo del lavoro/ope-
raio in fabbrica.
La linea logica marxiana lavoro operaio ± valore
± mercato diventa debole.
Compare la nuova dinamica: sorgente energetica
± lavoro meccanico ± valore ± discarica.
Denaro Non è più la scorta preziosa che esercita il feedback, ma il
«mercato». Il denaro è sganciato dal limite regolatore oro. Ne
segue che il mercato a sua volta è quasi immediata discarica.
/¶HFRQRPLD presunta teoria autonoma, entra in collisione con
la scienza della Natura data dalla scienza sperimentale fisica e
biologica.
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 99

Mix genetico alto tendente al caotico.

Henry Ford (1863±1947) John Davison Rockefeller


(1839± 1937)
Re dei motori Re del petrolio

/DSURGX]LRQHGHULYDQWHGDOODULVHUYDHQHUJHWLFDLQRUJDQLFDDOO¶LQL
zio appare come bonanza.

Arlington Memorial Bridge, Washington DC

Palais de Tokyo, Parigi Federal Reserve,


Washington DC

Legionario romano,
Washington DC
100 La mappa del denaro

6.10.1. La legge del mercato

La morfologia della bonanza inorganica.

/¶HFRQRPLDGHOµqSULYD
di urbanistica.
Assenza di rete organica alla Incrementare i trasporti.
base dei grattacieli.

$XPHQWDUHO¶LOOXPLQD]LRQHQRWWXUQD.
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 101

Da Parigi a Calais, di quivi a Londra,


Da Londra a Liverpool, rapido tanto
6DUjTXDQW¶DOWULLPPDJLQDUQRQRVD
,OFDPPLQRDQ]LLOYRORHVRWWRO¶DPSLH
Vie del Tamigi fia dischiuso il varco,
2SUDDUGLWDLPPRUWDOFK¶HVVHUGLVFKLXVR
'RYHDJLjVRQPROW¶DQQL,OOXPLQate
0HJOLRFK¶RUVRQEHQFKpVLFXUHDOSDUL
Nottetempo saran le vie men trite
Delle città sovrane, e talor forse
Di suddita città le vie maggiori.
Tali dolcezze e sì beata sorte
Alla prole vegnente il ciel destina.
Giacomo Leopardi,
palinodia al marchese Gino Capponi (1835)

6.10.2. Il potere del fossile. La sorgente

Tabella 6.4. Potenze tipiche.

ZDWW
Potenza media lavoro contadino XRPR
ZDWW
Trasporto medio cavallo < 20
FDYDOOR

NJ× NP
Trasporto veliero JLRUQR

YHOLHUR = × FDYDOOR
WRQ
× RSHUDLR
Estrazione carbone JLRUQR
1 WRQ = 22 × 10 -
SURGX]LRQHIDEEULFD
= ÷
SURGX]LRQHWHUUD
WRQ
× RSHUDLR
Estrazione petrolio JLRUQR
1 WRQ = 30 × 10 -
SR]]RSHWUROLR

PLQLHUDFDUERQH
102 La mappa del denaro

6.10.3. Il potere del fossile. La delocalizzazione

Tabella 6.5. World Port Ranking (2008).


FONTE. American Association of Port Authorities.

TOTAL CARGO VOLUME CONTAINER TRAFFIC


Port 103 Ton Port TEU
1 Shanghai (RC) 505.715 1 Singapore (SGP) 25,866,600
2 Singapore (SGP) 472.300 2 Shanghai (RC) 25,002,000
3 Rotterdam (NL) 386.957 3 Hong Kong (RC) 21,040,096
4 Tianjin (RC) 381.110 4 Shenzhen (RC) 18,250,100
5 Ningbo (RC) 371.540 5 Busan (ROK) 11,954,861
6 Guangzhou (RC) 364.000 6 Guangzhou (RC) 11,190,000
7 Qingdao (RC) 274.304 7 Dubai Ports (UAE) 11,124,082
8 Qinhuangdao (RC) 243.850 8 Ningbo (RC) 10,502,800
9 Hong Kong (RC) 242.967 9 Qingdao (RC) 10,280,000
10 Busan (ROK) 226.182 10 Rotterdam (NL) 9,743,290
19 Antwerp (B) 157.807 14 Antwerp (B) 7,309,639
78 Genova (I) 46.563 68 Genova (I) 1,533,627

,OSRWHUHGHOO¶HQHUJLDIRVVLOHVLHVWULQVHFDSULQFLSDOPHQWHLQGXHFD
nali:

a) oIIHUWDGLHQHUJLDFKHVXSHUDODUJDPHQWHLOODYRURGHOO¶XRPR;
b) offerta di mezzi motorizzati con capacità di trasporto enorme,
cosa che impone la distribuzione del prodotto a ventaglio invece
che a rete.

Capacità di carico:
Barcone fluviale (chiatta) 58 TEU 1 7(8 = 33 P
(twenty-Foot Equivalent Unit)
Treno 100 vagoni 380 TEU
1 7(8 = 1 FRQWDLQHU ,62 =
Autoarticolato 1 PD[ZHLJKW 28 WRQV
Aereo supercargo 5 TEU
Eleonora Maersk 11000 Eleonora Maersk:
(Danimarca) TEU lunghezza 397 m, larghezza 56 m
Carico 11000 TEU = 132000 ton
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 103

6.10.4. Trasporto fra reti diverse

Reti diverse vuol dire nazioni diverse. Quando la rete dei trasporti di-
venta globale il ruolo, e il potere, della banca incomincia a sovrastare
sugli Stati. Le strutture sociali nazionali ereditate dal passato decadono,
e nascono élite dotate di nuova morfologia culturale.
130.000 ton
EUROPA

BANCA

USA
La transizione dal galeone
alla nave porta-container.
Il denaro nasce dal trasporto.
ORIENTE
/¶©XRPRULFFRªqXQSURGRWWR
I consumatori sono le residue sacche
di disequilibrio economico fra reti bancario.
diverse.

Figura 6.3. Trasporti fra reti diverse.

6.11. Era nucleare

,OSULPRSDVVR«

Ernest Rutherford
(1871-1937)

Nel 1909 la sua ricerca sperimentale apre la strada alla comprensione


della struttura atomica. Ci vorranno tre decenni per arrivare alla com-
prensione della struttura nucleare.
104 La mappa del denaro

«HOHFRQVHJXHQ]HVRQR:

Hiroshima (1945) Atollo di Bikini (1958) Miniera di uranio,


Olympic Dam, Australia

Callaway Nuclear LLNL, California Deposito scorie nucleari


Power Plant, Yucca Mountain, Nevada
Missouri, USA

6.12. Era spaziale

Razzi ± GPS ± Droni

Wernher von Braun RQ1-Predator (1995)

von Braun ± missili V-2 1942, trasferito in USA 20 giugno 1945


Sputnik 1957 ± Explorer I (von Braun) 1959 ± Gagarin 1961
Saturn V ± Apollo II ± Luna 16 luglio 1969
Satelliti geostazionari dal 1990
Drone Predator (general Atomic Aeronautical Systems) inizio 1990
Afganistan 2001, Gaza 2008, Libia 2011
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 105

La dinamica storica che interconnette i linguaggi della tecnologia,


della legge degli stati, del denaro, è estremamente complicata e in certe
fasi evolutive è portatrice di progresso, in altre di tragedia. Il linguaggio
LQWXLWLYRGHOO¶DUWHODPXVLFDODSLWWXUDODSRHVLDWDORUDUDJJLXQJHOL
velli di vicinanza e comprensione della infinita Natura, che sono indizi
della poVVLELOLWjGLFDSLUHGHOO¶XRPR$EELDPRFLWDWR/HRSDUGLVWXGLRVR
di cosmologia e così saggio sul progresso tecnologico, gli zappatori di
van Gogh, Matisse che non vede il porto trafficato di Marsiglia ma la
luce diffusa dal mare, il camion a Milano di Sironi, sono come finestre
di verità, valide su una scala del tempo sconfinata. Nel Novecento com-
paiono il cinema e più tardi la televisione che oggi è molto inquinata da
un linguaggio frammentario rapido dogmatico. Ma questo capire sem-
bra essere un dono raro.
Oggi alcuni economisti parlano di scisti bituminosi e prezzo del pe-
trolio, ed emettono dichiarazioni forse valide sulla scala del tempo di
SRFKLPHVLHGqJLXVWRFKHVLDFRVuSHUFKpO¶HUDGHOO¶HQHUJLDIRVVLOHq
un transiente piccolo nella storia delO¶XRPR,WHPSLOXQJKLVLJQLILFDWLYL
per la definizione di intelligenza, sono quelli della biosfera.
Se con uso di energia fossile intendiamo il carbone, parliamo di una
termodinamica presente fin dai tempi antichissimi, tecniche che opera-
vano nel riscaldamento dei palazzi, nella cottura dei mattoni, e nella
metallurgia. La metallurgia è complicata perché implica molti passi tec-
nologici successivi e quindi il suo sviluppo ha implicato gli interventi
dello Stato e dei suoi strumenti autoritari. La fusione dei metalli è stata
incanalata nelle direzioni delle armi e poi delle opere di utilità civile.
(VHPSLODIXVLRQHGHLFDQQRQLDOO¶LQL]LRGHOO¶2WWRFHQWRHOHJXHUUHQD
poleoniche; più tardi la produzione di rotaie e locomotive a vapore su
ODUJDVFDOD³EXVLQHVV´ILRUHQWHQHOODVHFRQGDPHWjGHOO¶2WWRFHQWR

Passiamo al petrolio. La comprensione teorica della termodinamica


GHLPRWRULHQGRWHUPLFLqUDJJLXQWDSUHVWRQHOO¶2WWRFHQWRPDOHUHDOL]
]D]LRQLWHFQRORJLFKHFRPSDLRQRXQSR¶SLWDUGLHTXDVLEUXVFDPHQWH
negli ultimi anni del secolo. I primi motori sono rozzi e pesanti e si
LPSRQJRQRQHOO¶DJULFROWXUDLOIHQRPHQRSLYLVWRVRqODORURGLIIXVLRQH
QHOPLGGOHZHVWDPHULFDQRDOO¶LQL]LRGHO1RYHFHQWR/¶DSSOLFD]LRQHPL
litare implica una maggiore raffinatezza e investimenti enormi, ed ecco
che viene la Prima guerra mondiale. Partita la filiera segue ben presto
la Seconda guerra mondiale. Il ritmo temporale è scandito dai tempi
106 La mappa del denaro

tipici della successione: prototipo, collaudo, macchinari per produ-


zione, entrata in produzione. Due generazioni di questa successione con
LUHODWLYLSHUIH]LRQDPHQWLIDQQRSURSULRO¶LQWHUYDOORGLWHPSRIUDOHGXH
guerre.

Il nucleare. La Seconda guerra mondiale termina con la tecnologia


GHOSHWUROLRPDF¶qXQDQRYLWjODVFRSHUWDGHOODILVLFD nucleare, evento
che nasce nelle università europee in modo del tutto disgiunto dalle di-
namiche di politica e denaro. Hitler è sconfitto in Russia con tecnologia
FODVVLFDJOLDPHULFDQLLQYDGRQRO¶,WDOLDFRQIORWWHDHURQDYDOLFODVVLFKH
Alla fine di tutto ciò inaspettatamente compare Los Alamos. La bifor-
cazione scienza- WHFQRORJLDPLOLWDUHqIXOPLQHD/¶HVSHULPHQWRFRQUL
sultato positivo di Alamogordo è del 16 luglio 1945, la bomba di Hiro-
shima è del 6 agosto )HUPLHUDQHJOL6WDWL8QLWLGDOO¶LQL]LRGel
VLWUDVIHULVFHFRQODPRJOLHD/RV$ODPRVQHOO¶$JRVWRHUL
parte il 31 dicembre 1945, ultimo ad arrivare e primo a lasciare il pro-
gramma militare. Torna alla ricerca fondamentale in cui continuerà a
dare contributi fondamentali fino alla morte nel 1954.
Negli anni successivi compare il computer digitale. Anche qui lo svi-
OXSSRWHFQRORJLFRqWXWW¶DOWURFKHEDQDOH,OSULPRVXSHUFRPSXWHU&UD\
va al laboratorio di Los Alamos (1975), ma poi questa tecnologia mo-
stra di essere importante come merce, e VLVYLOXSSDO¶LQGXVWULDGHOSF
per un vasto mercato civile. Invece i successivi grandi calcolatori sono
QHFHVVDULGDXQDSDUWHDO&(51GDOO¶DOWUDDOO¶DVWURQDXWLFDFRVDFKHLQ
teressa sia i militari sia i ricercatori di nobili progetti.

Il futuro tecnologico è nella biologia genetica che sta cercando di


diventare il modo di rendere il metabolismo proprietà privata, e quindi
O¶DOLPHQWD]LRQHGHYHGLYHQWDUHXQDFTXLVWRHQRQSLXQGLULWWROHJDWR
alle scelte ed i relativi feedback della Natura. Il progetto è mettere al
posto della Natura che offre i semi al contadino il quale deve capire e
da millenni capisce, un ente industriale che li crea e li vende nella logica
GHOGHQDURHQRQGHOO¶HTXLOLEULRGHOODELRVIHUD
In conclusione, torniamo alla biforcazione scienza-tecnologia. La
scienza si fa con strumenti: nuovi strumenti, nuove scoperte, nuovi oriz-
zonti del capire; ma anche nuove intrusioni nella vita sociale. Che bello
capire la dinamica delle reazioni nucleari di fusione, da cui segue una
enorme apertura GHOO¶DVWURILVLFDODGLQDPLFDHODYLWDGHOOHVWHOOHLOUL
salire nel passato cosmologico fino al big bang. Ma da una porzione di
VI. /¶HUDGHLPRWRUL 107

questo capire segue anche la bomba H prodotta in migliaia di esemplari


FKH VWDQQR QDVFRVWL D PLQDFFLDUH O¶LQWHOOLJHQ]D GHOOD Vpecie umana.
Bello capire la genetica molecolare, si apre un orizzonte infinito sullo
studio della genetica globale della biosfera, ma a fianco si dirama la
capacità di uccidere proprio agendo sulla radice della genetica.
Capitolo VII

Energia, macchine, denaro

7.1. Premessa. Uomo e macchina

Energia e denaro sono cose correlate in modo oscuro. È saggio dare


alcuni dati di riferimento.
3ULPDGLWXWWRRVVHUYLDPRFKHO¶HQHUJLD MRXOH qXQFRQFHWWRSDUD
gonabile al deposiWRSRLF¶qODSRWHQ]D ZDWW FKHqSDUDJRQDELOHDOOR
scambio.
Si dice che nei tempi più antichi la banca fosse un deposito di merci
stabili, o commestibili di lunga durata, riso, grano, olio, vino, che poi
nel modo opportuno potevano essere messe in circolazione. La valuta-
zione del deposito come quantità biologica e fisica è valido anche oggi.
Banche e uomini ricchi posseggono terre fertili e palazzi, cioè cose du-
rature. Passiamo allo scambio, azione che richiede trasferimento di
energia, ossia potenza. Per moltissimo tempo il trasferimento di energia
qVWDWDO¶HQHUJLDHVWHUQDILVLRORJLFDutilizzata in una varietà di modi, più
il fenomeno non fisiologico della combustione.
Consideriamo la seguente tabella delle combustioni e relative tem-
perature:

a) Legno Niente motori = 700 ÷ 1400 °


Motori esotermici
(fornace più Ferrovie, navi
b) Carbone calda) = 1600 °

Ferro, cemento Edilizia


Motori endoter- Agricoltura
mici (a pistoni o meccanizzata, = 2000 ÷ 2500 °
c) Petrolio turbina) auto, navi, aerei fase di scoppio in motore
a pistoni in motore diesel
Ferro, cemento Edilizia

109
110 La mappa del denaro

,QD LOIRUQLWRUHGLODYRURHVWHUQRqO¶XRPR/DFRPEXVWLRQHVHUYHD
scaldare o per operazioni di metallurgia.
In b) e c) il fornitore di lavoro esterno è la macchina azionata da
motore termico.

7.1.1. Confronto macchina ± schiavo

Sono cose diverse. La schiavitù deve essere gestita e nutrita, ci vuole il


patrizio e il re.
La macchina è inorganica e privata, ci vuole il proprietario, il carbu-
rante e il pilota.

7.1.2. Confronto di potenze

40 milioni di schiavi
Nave cargo Eleonora Maersk 80.000 N:
rematori
100 milioni di
Portaerei Nimitz 200.000 N:
schiavi rematori
5 miliardi di schiavi
Razzo Saturno ~10 N:
volatori
2.4 × 10 joule⁄ 10 schiavi
Bomba H (1961, URSS)
forse 2 × 10 : gladiatori

7.2. ,OGHQDURQHOO¶HUDDJULFRODHQHOO¶HUDLQGXVWULDOH

1HOO¶HUDDJULFRODLOGHQDURGHVFULYHYDGHSRVLWLHVFDPELLQPDQLHUDQRQ
arbitraria. Sia gli accumuli che gli scambi erano delimitati dalle leggi
del funzionamento della biosfera e della sfera inorganica alle quali deve
essere ubbidiente la fisiologia umana.
Con la combustione dei fossili e con i relativi motori, gradualmente
scompare il dominio del vincolo fisiologico. È vero che ci sono dei li-
miti fisici alla dimensione e alla potenza dei cargo e delle portaerei, ma
LUDSSRUWLYLVWLVRSUDIUDPRWRULUD]]LHERPEHHLOPRWRUHGHOO¶XRPR
(circa 2 W) sono un buon riferimento per quantificare lo sganciamento
della macchina dal vincolo organico.
La concatenazione è la seguente. Proprietario e stato si uniscono per
finanziare la ricerca tecnologica che porterà al razzo, portaerei, ecc. Que-
sto implica la messa in azione di alcuni scienziati e un numero maggiore
di ingegneri, il tutto in azione per un certo numero di anni. Costruzione
VII. Energia, macchine, denaro 111

di strutture per ricerca e sviluppo, strumenti e lavoratori specializzati.


Raggiunto il razzo o la portaerei, i denari devono affluire nella persona
del proprietario. Questo avviene con la creazione di un programma di
produzione vendibile, cioè implicante un bacino di consumatori ± com-
pratori. Lo schema è rappresentato in Figura 7.1.
Questo sistema tende al punto fisso, non al ciclo limite. Lo schema
tratteggiato in figura è per definizione la violazione del concetto di ci-
FOR$OO¶RSSRVWRO¶HFRQRPLD QHOO¶HUDDJULFRODHUDEDVDWDVXOFRQFHWWRGL
ciclo.

7.2.1. Valutazione di E (Energia utilizzata) per il sistema USA

D (
*13 ( ) ⇄  SRWHQ]D:
DQQR DQQR
: = 100 × × PHWDEROLVPR ∼ 3î10 watt

= numero di cittadini USA


D
Denaro Equazione fondamentale
Energia = Denaro = Discarica

C  Finanza stravagante
E  Investimenti nella
produzione civile
P S
Energia  Investimenti nella
produzione militare
M
servizi
Materia
origine M
D
Discarica
Materia
ria
trasformata
S Stato, stampa denaro ($  oro) Prodotti erogati con
P Nocciolo delle organizzazioni un certo grado di varietà
produttive (contiene macchine,
servizi, progetti) Denaro versato con un
C Bacino dei consumatori certo grado di varietà

Figura 7.1. Produzione e vendita, consumatori ± compratori (il prodotto varia


GDOO¶DXWRPRELOHDOODPR]]DUHOODPDUHVWDYHUDGDGLVSURSRU]LRQHSRFKLVVLPL
produttori moltissimi consumatori).
112 La mappa del denaro

metabolismo = potenza necessaria per mantenere in vita un uomo robu-


sto adulto. Il valore di W≅10 watt è esorbitante.
Questo sistema dinamico non è autoconsistente:

 fa uso di risorse limitate: il serbatoio E si riduce;


 iOIOXVVR3ĺ&qXQLGLUH]LRQDOHHQRQUHFLSURFR

Dinamica PIL
misurata in «denaro»/anno

ƒ Guerra
Denaro ƒ Grandi imprese ECONOMIA
ƒ Bonanza
Nastro trasportatore
Uscite dei consumatori C (denaro)
P del denaro C Entrat
Entrate dei consumatori (prodotti)

QRQF¶qGLDORJR
fra «denaro» e
Cibo (metabolismo) joule
P Motori (potenza)
C Dinamica
misurata in
joule/anno
FISICA
Risorse Discarica
Discarica

Risorse Discarica Aumento


ORDINE DISORDINE GHOO¶HQWURSLD

Oligarchia
hia
privilegio
io uscire con ogni mezzo dal bacino dei consumatori

Figura 7.2. Dinamica del PIL.

Figura 7.3. Definizione di PIL (o GNP).


FONTE: SAMUELSON P.A., Economia, 12° ed., Zanichelli, Bologna 1986.
VII. Energia, macchine, denaro 113

Dinamica organica, Biosfera

(1) (2)

Radiazione Radiazione terrestre


solare RETE

(3) (4)

Dinamica inorganica, Sfera inorganica (clima)

(1) Energia estratta dalla dinamica organica


(2) Energia che ritorna alla dinamica organica come scorie organiche
riciclabili inserite nella catena trofica secondo lo schema biosfera
(3) Energia estratta della dinamica inorganica
(4) Energia che ritorna alla dinamica inorganica dopo che il ciclo di
estrazione è concluso

Figura 7.4. Energia nella rete naturale.

7.3. Motori e produzione

1HOO¶HUDDJULFRODLOFRQWDGLQRGLSHQGHGDOODQDWXUD1HOO¶HUDGHLPRWRUL
O¶RSHUDLRGLSHQGHGDOO¶LQGXVWULDOH/D1DWXUDRIIUHULVRUVHO¶LQGXVWULDOH
HURJDVWLSHQGLILQFKpULHVFHDYHQGHUHLOSURGRWWR/¶LQWHUD]LRQHFRQWD
dino ± natura crea il feedback regolatore della popolazione umana che
cresce lentamente. Lo stipendio nasce da condizioni tecnologiche arbi-
trarie e annulla il feedback naturale: la popolazione umana aumenta in
PDQLHUDLQFRQWUROODWD1HOO¶HUDDJULFRODO¶ROLJDUFKLDqGHILQLWDGDOSULYL
OHJLR1HOO¶HUDGHLPRWRULO¶ROLJDUFKLDqGHILQLWDGDOGHQDUR3ULYLOHJLR
e denaro non sono sinonimi.
La relazione fra macchine e produzione non è per niente semplice,
anzi sembra sia una delle cose meno capite dagli economisti.
Per produrre occorrono macchine appropriate, e per muovere le mac-
chine occorrono motori. Per azionare i motori occorre una qualche
forma di energia in ingresso, poi il motore eroga potenza nella forma
utilizzabile, ossia spinta lineare o rotatoria. Ci sono le macchine naturali
(con relative sorgenti di energia) che possono essere inorganiche e or-
JDQLFKH(SRLFLVRQROHPDFFKLQHDUWHIDWWHGDOO¶uomo.
114 La mappa del denaro

Macchine naturali:

a) il Sole, macchina complessa produttrice di fotoni, azionata dalla


combustione nucleare, il motore di Bethe;
b) il clima terrestre, macchina complessa portatrice dei moti fluidi,
azionata dai fotoni solari, è motore termico;
c) la biosfera, macchina super complessa produttrice perenne di or-
JDQLVPL D]LRQDWD GDL IRWRQL VRODUL QHOO¶LQWHUIDFFLD IRWRVLQWHWLFD
PRWRUHGL&DOYLQ$OO¶LQWHUQRGHOODELRVIHUDJOLRUJDQLVPLQRQIR
tosintetici sono azionati dalla dinamica di predazione in prima ap-
prossimazione descritta dalla catena trofica, motore di Krebs.

3DVVLDPRRUDDOOHPDFFKLQHHDLPRWRULIDWWLGDOO¶XRPR
Le macchine sono inventate per compiere azioni arbitrarie, a diffe-
UHQ]DGHOOHPDFFKLQHQDWXUDOL,PRWRULGHOO¶XRPRVRQRUHODWLYDPHQWH
semplici e sono stati capiti storicamente prima dei motori naturali sia
inorganici che organici. Ricordiamo che i motori artificiali fluidodina-
PLFL OH YHOH  VRQR DQWLFKLVVLPL L PRWRUL WHUPLFL ULVDOJRQR DOO¶LQL]LR
GHOO¶2WWRFHQWR,PRWRULGHO6ROHGHOFOLma e della biosfera sono capiti
a partire dal terzo decennio del Novecento.

DINAMICA FOSSILE
Gas di combustione
A

Combustibile Motore di
Carnot
macchina Scorie di
≈ 40% manufatto

Scorie di
produzione

DINAMICA DI FLUSSO
Energia
$¶ ccinetica out

Energia M
Motore
cinetica in e
eolico
macchina Scorie di
≈ 40% manufatto

Scorie di
produzione
Figura 7.5. Confronto fra il motore eolico e il motore termico.
VII. Energia, macchine, denaro 115

'RSR TXHVWL ULFKLDPL HQWUD O¶RVVHUYD]LRQH IRQGDPHQWDOH /H PDF


chine naturali sono un dato di origine cosmologica lentamente evolu-
tivo: il Sole è nato e morirà, il clima terrestre è evolutivo e così è la
biosfera. Il tutto su scale del tempo lente e secondo una logica di auto-
consistenza che la scienza intuisce imperfettamente.
/HPDFFKLQHDUWHIDWWHGHOO¶XRPRQRQVRQRFUHD]LRQHGHOVLQJRORLQ
dividuo ma sono il risultato di azioni collettive. Gli aeroplani di Leo-
nardo non sono mai esistiti, i B29 invece sì, e ci sono voluti una decina
di anni di studio prima e catene di costruzione dopo, e infine sono venuti
IXRUL,QDOWUHSDUROHOHPDFFKLQHIDWWHGDOO¶XRPRIRUPDQRXQDGLQDPLFD
cumulativa in parte dotata di logica in parte dotata di arbitrarietà. Date
OH PDFFKLQH SDVVLDPR DOOD ³SURGX]LRQH´ ,O FRQFHWWR GL SURGX]LRQH q
molto complicato dal punto di vista scientifico e tecnologico, ed è de-
critto in modo super semplificato dagli economisti che vedono solo i
conteggi del denaro in-out.
Le macchine producono macchine che producono macchine secondo
una catena che procede con ritmi diversi dipendenti dalla complicatezza
delle macchine stesse. Ad un certo punto della catena macchina  mac-
china sDOWDIXRULLO³SURGRWWR´/DORJLFDGHOSURGRWWRqGHWWDWDGDOODVWR
ULDGHOODFDWHQDQRQGDOO¶LQL]LDWLYDGHOO¶XRPR,OSURGRWWRGHYHHVVHUH
venduto. Essendo un prodotto non naturale (a differenza del latte e delle
FLOLHJLH« ODVXDGHVLGHUDELOLWjPHUFDQWLOe deve essere creata.
Se la catena di macchine che creano il prodotto è azionata da motori
estremamente potenti (tipicamente metallurgia e cemento) ne risulta
che il processo stravolge il concetto di lavoro umano e valore. La dia-
lettica ottocentesca capitalista  operaio gradualmente perde senso, è
poco descrittiva, occorre capire la dinamica macchina  macchina con
O¶XRPRSDUWHFLSHFRQUXRORRSSRUWXQLVWLFRQRQFRQUXRORGRPLQDQWH

Denaro procapite in Denaro procapite in


funzione di funzione di (nu-
(numero di persone) mero di persone)
La curva corrisponde La curva è il caso li-
a un certo grado di mite di un solo pro-
varietà di produttori duttore

SURGXWWRUL
GXWWRUL FRQVXPDWRULL 1 FRQVXPDWRUL
RUL

Figura 7.6. Denaro in funzione del numero di persone.


116 La mappa del denaro

Tabella 7.1. Macchine.

Output Generazione
:
Sole 2 × 10 Dotazione cosmica
NJ
:
Eolico 1.7 Fotoni solari
NJ
:
Biosfera 3.75 NJ
³PDVVDVHFFD´ Fotoni solari

PHWDEROLVPR 1
Animali 10 ( RFKLVHFRQGL) Cibo
HVWHUQR 2 × 10
0
PHWDEROLVPR PRWRUHDOPLQLPR 10 [1]
Macchine termiche 1000 (RUH) energia per produrre
HVWHUQR
0 XQ¶DXWRPRELOH
20% contributo petrolio, in
Centrale nucleare
watt

4XHVWDIDVHGLPDWXULWjHGHFDGHQ]DGHOO¶HUDGHLPRWRULqSRFRFDSLWD
In conclusione il concetto astratto di produzione industriale è ingenuo.
È molto più importante capire come e con quali storie ogni macchina è
figlia di una macchina. Se si capisce questa catena si riuscirà ad analiz-
zare come si formano e come si impongono i vari processi di produ-
zione con le relative implicazioni di anomalie sociali.
Nella storia degli ultimi due secoli, in cui la comparsa dei motori
termici ha azionato strutture cumulative di macchine assistiamo al ca-
povolgimento della logica energia = benessere.
4XHVWH RVVHUYD]LRQL VSLHJDQR O¶HFcesso di produzione automobili-
VWLFDFRQO¶REEOLJRGLURWWDPD]LRQHHO¶HFFHVVRGLSURGX]LRQHHGLOHFRQ
ODSUDWLFDRUDPDLGLIIXVDGHOO¶DEEDQGRQR
Abbiamo visto che tutti gli animali usano direttamente la potenza
esterna per sostenere il proprio metabolismo. La specie umana è spe-
ciale perché usa la potenza esterna sia direttamente che indirettamente.
&RVDYXROGLUHGLUHWWDPHQWH"0DQJLDUHIDUHO¶DPRUHFRUUHUHQXR
tare. Lo fanno ricchi e poveri se sono sani e forti.

1 BERRY R.S. and FELS M.F. (1973), The Energy Cost of Automobiles, Science and Public Af-
fairs, 29(10), 11-17.
VII. Energia, macchine, denaro 117

Cosa vuol dire indirettamente? Qui il discorso è più difficile perché


LPSOLFDODVWRULDHYROXWLYDGHOODSURGX]LRQHHGHOO¶XWLOL]]D]LRQHGHLSUR
dotti.
Alcuni esempi valgono più di un trattato teorico:

 la regina Maria Antonietta indossava collane fatte da un gioiel-


liere; metteva la testa sotto la ghigliottina fatta da un fabbro;
 un ricco entra e esce dalla sua Ferrari attraverso una portiera di
80 cm contorcendosi e poi guida tale macchina al 20% delle po-
tenziali prestazioni;
 un povero si ciba con il surplus del supermercato quando arriva
la scadenza delle merci commestibili e se va molto male si rivolge
al cassonetto.

In ogni caso la tecnologia produce:


FLER
HQHUJLD ⟶ SURGX]LRQH
FRVHYDULH
1HOFRQFHWWRGLSURGX]LRQHHQWUDQRWUHHOHPHQWLIRQGDPHQWDOLO¶RJ
JHWWRO¶HQHUJLDLOWHPSR
Consideriamo un certo prodotto unitario .
SXzHVVHUHXQ¶DXWRPRELOHXQPHWURFXERGLFHPHQWRXQDSHQ
tola, un cellulare. La lista è lunga.
Il processo produttivo crea molte unità di in modi complicati e
diversi caso per caso. In generale si può sintetizzare il processo di pro-
duzione con questa equazione differenziale:

= (1)

qODYDULD]LRQHGHOSURGRWWRQHOO¶XQLWjGLWHPSR
è il prodotto unitario detto sopra.
dice quanWDHQHUJLDFLYXROHSHUDYHUHO¶LQFUHPHQWR ; è una quan-
tità adimensionale. Qui entrano i macchinari per fare un definito
prodotto.
è la potenza erogata dai motori che muovono i macchinari. Questa
potenza può venire dal motore muscolare delO¶XRPRRGDOODFRP
bustione di riserve fossili.
118 La mappa del denaro

è il numero di dipendenti addetti alla gestione dei macchinari. Di-


pendenti da chi? Dai macchinari stessi e da un impresario preposto
a pagare i dipendenti.

In conclusione, come si vede dalla (1) il prodotto si valuta in unità


di energia, joule.
1HOO¶HTXD]LRQH  LIDWWRUL , , possono variare enormemente
GDXQSURGRWWRDOO¶DOWURPDUHVWDQRDSSURVVLPDWLYDPHQWHFRVWDQWLSHU
un dato prodotto per cui la soluzione della (1) è semplicemente:
( )= (2)

Così il prodotto cresce linearmente col tempo.


A questo punto diventa cruciale capire cosa è il termine , e cosa fa
la società con il prodotto .
La seguente distinzione in A e B non è assiomatica ma fenomenolo-
gica.

A. Produzione a mano.
a) Il prodotto ( ) qO¶DOLPHQWD]LRQHGHOODSRSROD]LRQHGL membri,
con costante o lentamente crescente. Nella equazione (1) si ha:

<1 e inoltre < (3)


Ci può essere equilibrio fra il prodotto e il consumo.
b) Il prodotto ( ) qO¶HGLOL]LDLOSDOD]]RGHO5HRGHOVHPSOLFHFLW
tadino. Il fattore è piccolo (occorre energia per sollevare mat-
toni con la carrucola) e anche il fattore è piccolo. Occorrono
molti anni per edificare opere che restano permanenti.
La conclusione della costruzione può implicare molti decenni. Il
saggio monarca estrae e restituisce uomini costruttori dalla cam-
pagna.
Resta un problema di fondo: il materiale edile è inorganico e non
partecipa al ciclo della biosfera.
VII. Energia, macchine, denaro 119

COSTRUZIONE EDILE
( ) massa prodotta (palazzo) al tempo
( )
= numero di operai
( ) gli operai passano a fare altro

B) Produzione con input energetico additivo e motori (carbone, petro-


lio, nucleare).
Il cibo viene raccolto e distribuito con macchine.
La macchina produce oggetti di ogni tipo.
Si pongono due domande:

 Prodotti utili o inutili?


 Chi compra i prodotti?

1HOO¶HTXD]LRQH  VLSRVVRQRDYHUHYDORULHQRUPLSHU :

∼ 100 ÷ 1000 (4)

quindi certi prodotti caratterizzati da molto piccolo diventano


accessibili.
Entra un fatto nuovo. 1HOODVROX]LRQHGHOO¶HTXD]LRQH  FRPSDUHXQ
termine additivo:

( )= ∗( )+ (5)

dove ∗ ( ) è il prodotto precedente.


Si vede inoltre che:
∗( oggetti accumulati e inutili, da rottamare
)=
macchinari costruiti con precedenti macchinari
Nel secondo caso il preesistente pilota le scelte produttive susse-
JXHQWL (VHPSLR OH ³JUDQGL RSHUH´ FKH QRQ VHUYRQR D QLHQWH PD
sono imposte da macchinari che pretendono di essere utilizzati.
120 La mappa del denaro

Si vede che nHOO¶HUDGHOOHSURWHVLLQRUJDQLFKHGLYHQWDVHPSUHSLLP


SRUWDQWHLOFRQFHWWRGL³HUHGLWjWHFQRORJLFD´/DPDFFKLQDFKHFUHDOD
macchina al passo iniziale può essere costosissima in termini di energia
(e anche di costo in denaro), pertanto una volta iniziata la catena protesi
± protesi, diventa essenziale farla funzionare il più a lungo possibile, e
ad ogni costo. Continuare a costruire flotte aeronavali, milioni di auto-
mobili, treni e gallerie, ponti e grattacieli. Non guardare se ci sono altre
cose più intelligenti da fare. La macchina di partenza deve dare la sua
resa. Non può essere lasciata lì inoperosa. Si costruiranno prodotti che
non verranno mai usati. Vedere le numerose flotte di sommergibili
straordinariamente sofisticati costruiti in USA e in Unione Sovietica
fino al 1991 e abbandonate, continuando a bisticciare su cosa fare dei
motori nucleari contenuti in quegli scafi. E poi scendere giù per una
scala miserabile di imposizioni fino ai tunnel nelle montagne imposto
dalla maxi trivella inoperosa e minacciosa. In questi esempi paga lo
Stato.
Insomma la protesi antenata oramai impone comportamenti che as-
somigliano alle bizze della vecchia sovrana isterica, per quanto riguarda
O¶DXWRUHYROH]]DPDVRQRLQFRPSDUDELOPHQWHSLSHULFRORVH(SSXUHLO
pensiero comune dice: che importa?
In questa seconda categoria delle protesi inorganiche si è articolata
la storia di alcune nazioni da pochissimo tempo, gli ultimi due secoli. Il
IHQRPHQR³SURWHVLFKHFUHDQRSURWHVL´GLYHQWDPROWRULOHYDQWHDOSXQWR
di modificare il comportamento della specie umana.
Segue da questa distinzione che è saggio dire che fino al Settecento
ODUHDOWjGHOO¶XRPRHUDO¶DPELHQWHQDWXUDOHOD³ELRVIHUD´QHOO¶HUDVXF
cessiva la realtà esterna incorpora gradualmente degli elementi dina-
mici arteIDWWL HG q VHQVDWR GLUH FKH LQFRPLQFLD D IRUPDUVL OD ³WHFQR
VIHUD´1RWLDPRVXELWRFKHLQYLUWGHOODFRQWLQXDLQWHUD]LRQHGHOODVSH
cie umana con tutte le altre specie e con la sfera inorganica, la tecno-
VIHUDGLYLHQHDQFKHSDUWHGHOO¶DPELHQWHGLRJQLDOWUDspecie. La biosfera
è un sistema complesso nel quale ad un certo punto entrano le perturba-
zioni generate dalle protesi inorganiche, che violano e sfuggono al con-
trollo, o controreazione, esercitato dalla biosfera globale, come avve-
niva in tutte le ere antecedenti. È abbastanza chiaro che questa suddivi-
sione in prima e dopo non è una banale discontinuità a gradino. Questa
suddivisione è piuttosto un cammino intrecciato alle conquiste della tec-
nica.
VII. Energia, macchine, denaro 121

7.4. Sistemi complessi

Sono sistemi aperti, quindi dotati di un input di energia e di un output


GLHQHUJLD/¶HVHPSLRGLULIHULPHQWRqTXHOORGHOOHHTXD]LRQLGL0D[
well con termine di corrente ⃗ data. Nel caso in cui la ⃗ è un dipolo
elettrico oscillante esiste la soluzione analitica e si vede che la potenza
del dipolo (input) è uguale alla potenza dei campi oscillanti ed
uscenti (output) da una superficie sferica avente il dipolo nelO¶RULJLQH
Per i sistemi aperti esistono i seguenti due passi di complessità.

a) La dinamica interna del sistema non è periodica. Esempio storico:


le celle di Bénard nel regime caotico.
b) Le condizioni al contorno non sono ben definite perché il contorno
stesso è una variabile della dinamica. Stelle, pianeti, biosfera.

OSSERVAZIONE. Il bilancio di energia è formulato in maniera perfetta nella gra-


vitazione newtoniana. Si definisce il sistema isolato composto da punti ma-
teriali. Si specificano le forze di interazione fra tutte le coppie di punti. Ne
segue la definizione di energia cinetica e di energia potenziale. La somma
GHOO¶HQHUJLDFLQHWLFDHGHOO¶HQHUJLDSRWHQ]LDOHqO¶HQHUJLDWRWDOH/¶HQHUJLDWR
tale è data e resta fissa. Il bilancio di energia è più difficile da formulare
QHOO¶HOHWWURPDJQHWLVPRGL0D[ZHOO/HRQGHHOHWWURPDJQHWLFKHVRQRJHQHUDWH
dal movimento delle cariche scritto come corrente ⃗. Le onde viaggiano e por-
tano con sé energia. Il teorema GL3RLQWLQJGLFHFKHO¶HQHUJLDSRUWDWDYLDGDOOH
RQGHXVFHQWLGDXQDVXSHUILFLHFKLXVDqXJXDOHDOO¶HQHUJLDSHUVDGDOPRYLPHQWR
delle cariche supposte racchiuse nella suddetta superficie chiusa. Il bilancio di
energia della biosfera terrestre è molto più complesso dello schema newto-
QLDQRHGHOORVFKHPDPD[ZHOOLDQR*OLRUJDQLVPLYLYHQWL³PDQJLDQR´IRWRQL
di alta frequenza che arrivano dal Sole, crescono, muoiono. In parte si man-
JLDQRDYLFHQGD/DSDUROD³PDQJLDUH´QDVFRQGHLOFRQFHWWRVRORLQSDUWHFD
pito, di metabolismo. Vivendo e morendo gli organismi emettono fotoni di
bassa frequenza che si disperdono nel vuoto cosmico. Siamo lontanissimo da
Newton e da Maxwell. È tutto da capire.

7.5. Economia

Il concetto di PIL schematizzato nella Figura 7.3 appartiene alla cate-


JRULDGHLELODQFLGLQDPLFLFLFOLFLHGqO¶DQDORJRPRQHWDULRGHLELODQFL
schematizzati nelle Figure 2.1 e 2.2 che si riferiscono alla dinamica del
clima e della biosfera. Nei primi due casi i bilanci implicano valutazioni
122 La mappa del denaro

di trasporto di energia fatte sulla superficie terrestre e mediate lungo un


anno, si esprimono dunque in watt. Per il PIL formulare il bilancio im-
plica prima di tutto definire una comunità economica, per esempio una
Nazione, e poi valutare gli atti di trasporto del denaro in un anno, si
HVSULPHLQGHQDURWHPSR7DOHELODQFLRqGXQTXHXQDIRUPDGL³SRWHQ]D
HFRQRPLFD´ DQDORJR DL FRQFHWWL GHOOD GLQDPLFD GHL VLVWHPL GLVFXVVL
prima con il linguaggio scientifico della fisica e della biologia. Per il
PIL occorre il linguaggio scienWLILFRGHOO¶HFRQRPLDLQWHVDFRPHWHRULD
autonoma. Cosa vuol dire questo termine? Dobbiamo definire una co-
munità umana in cui esiste una moneta ed i relativi scambi. Gli elementi
di tale comunità sono persone o entità bancarie e formano un insieme
{ } con = 1,2,3, . $G RJQL HOHPHQWR GHOO¶LQVLHPH q DWWULEXLWD XQD
quantità di denaro e uno scambio ∆ /¶LQVLHPHGHLYDORUL{ } de-
finisce lo stato del sistema ( , ) H O¶LQVLHPH GHJOL VFDPEL {∆ }

QHOO¶LQWHUYDOORGLWHPSR∆ la sua variazione .

La teoria autonoma deve saper esprimere, almeno in linea di princi-

SLRO¶HTXD]LRQH = ( ), cioè la variazione nel tempo dello stato in

funzione dello stato stesso. Tale teoria non esiste, così come non esiste
una analoga equazione rigorosa per il clima, o per la biosfera.
Ci limitiamo qui a fare alcune osservazioni sul concetto di PIL. Sem-
pre con riferimento alla Figura 7.3, nella definizione di classi di servizi
e di prodotti che entrano nel calcolo, gli economisti misurano i trasferi-
menti di denaro e calcolano la sommatoria ∑ che è il PIL. Se
LO3,/FUHVFH³YDEHQH´0DTXLHQWUDO¶LPSDWWRHVWHUQRGHOODWHFQRORJLD
4XDQGRXQFHUWRSURGRWWRYLHQHULILXWDWRGDO PHUFDWR O¶RSHUDLRFRUUL
spondente a tale prodotto diventa inutile. Cosa fare? Nasce la divarica-
zione comunismo sovietico ± libero capitalismo. Il fenomeno del pro-
GRWWR LQXWLOH HVLVWHYD DQFKH QHOO¶HUD DJULFROD PD DYYHQLYD VX SLFFROD
scala con evoluzione temporale lenta. Con la comparsa dei motori nasce
la figura del datore di lavoro, e il prodotto creato in fabbrica passa da
utile a inutile in tempi brevi. Ci sono due uscite, la pianificazione statale
con tutta la burocrazia ad essa collegata, e il libero mercato. Nelle nazioni
in cui prevale la dinamica del libero mercato ci sono continue alternanze
di occupazione e disoccupazione mentre il denaro che viene prelevato
dalla società mediante il processo produttivo converge in poche mani.
Nelle nazioni in cui prevale la pianificazione statale la burocrazia crea
un potere che converge in poche mani. La Natura è ormai lontana.
VII. Energia, macchine, denaro 123

7.5.1. Denaro ± Valore

Il denaro è un numero che esprime un valore. Il numero è muto, il valore


è importantissimo, è una delle infinite facce della realtà dinamica so-
ciale. Il denaro si muove con atti di scambi, e può risiedere in deposito.
1HOODEDQFDF¶qRURRSSXUHTXDOFRVDFKHVLDJDUDQWHGHOFRQWHQXWR*OL
scambi avvengono per bisogno, desiderio, offerta.
1HOOD HUD DJULFROD O¶RIIHUWD SDUWH GDOOD 1DWXUD LO FLER OD IRU]D OD
bellezza, la procreazione.
NeOO¶HUDGHLPRWRULFRPSDUHLOSURGRWWRILJOLRGHOODIDEEULFD0DLO
valore ± prodotto può essere immateriale, e così il valore ± deposito.

7.5.2. Realtà del valore ± deposito

/XLJL;,9PXRUHQHO5HJJHQWH'XFDG¶2UOHDQV
John Law banchiere, Mississipi Company, 1716
Banque Royal PDOHPLQLHUHG¶DUJHQWRQRQHVLVWRQR
1720 John Law fugge da Parigi
2008 Obama, neo eletto, autorizza la creazione di dollari dal nulla,
VDOYDQGRODPDQRYUDGHOOHEDQFKHG¶DIIDUL

Il dilemma, denaro-valore di riferimento, è il tema del libro The Age


of Uncertainty di J.K. Galbraith24XLVLYXROHVRORULFKLDPDUHO¶DWWHQ
zione del lettore sul fatto che mentre nel 1720 il banchiere truffaldino
John Law deve scappare da Parigi per salvarsi la vita, nel 2008 è tutto
O¶RSSRVWRODEDQFDG¶DIIDULWUXIIDOGLQDqVDOYDWDRQRUHYROPHQWHGDOSR
tere dello Stato.

7.5.3. Realtà del valore ± scambio

SECOLO XV SECOLO XXI


Denaro Santa benevolenza Denaro per acquistaree Laica benevo-
indulgenze papale F35 inutili lenza USA

Fabbrica di San Pietro Fabbrica militare

2
GALBRAITH J.K., The Age of Uncertainty, Houghton Mifflin Company, Boston 1977.
124 La mappa del denaro

7.6. Cronologia

Tabella 7.2. Cronologia Banca ± Stato ± Religione ± Scienza.

Creso (regno) 560-547 a.C.


Lorenzo de Medici 1449-1492 Colombo 1492
Jacob Fugger 1459-1525
Boccaccio 1313-1375
Lutero 1483-1546 95 tesi 1517
Giulio II (della Rovere) 1443-1513 Papa 1503-1513
Abbandono progetto per canale
Leonardo / Lorenzo de Medici 1503
navigabile Firenze - Livorno
Bramante (fabbrica di San Pietro) 1505
Leone X (de Medici) 1475-1521 Papa 1513-1521
Sacco di Roma
1527
[papa Clemente VII (de Medici)]
Botticelli 1445-1510
Leonardo 1452-1519
Raffaello 1483-1520
Michelangelo 1475-1564
Carlo V 1500-1558
Filippo II 1527-1598
Bruegel ³il vecchio´ 1525-1569
Shakespeare 1564-1616 Caravaggio 1571-1610
Galileo 1564-1642 Abiura 1633
Vittoria di Lepanto 1571
Sconfitta Invincibile Armata 1588 (Trafalgar 1805)
Napoli Tavola Strozzi 1472 GRQRDUH)HUUDQWH'¶$UDJRQD
Newton 1643-1727
Adam Smith 1723-1790
Goethe 1749-1832 in Italia 1785-1788
Luigi XVI
Rivoluzione francese 1789 1793
(ghigliottina)
Costituzione USA 1787
&DPSDJQDG¶,WD
Napoleone 1796-1797
lia
Leopardi 1798-1837
Charles Messier 1781 (catalogo)
Karl Marx 1818-1883
Sadi Carnot 1824 (ciclo)
VII. Energia, macchine, denaro 125

John D. Rockefeller 1839-1937 (petrolio)


Henry Ford 1863-1947 1° auto 1896
Giovanni Agnelli 1866-1945 Fiat 1899
Alfred Sloan jr 1875-1966 (auto)
Vittorio Valletta 1883-1967 Direttore Fiat 1921
Brevetto Otto 1886
Brevetto Diesel 1892
Matisse 1869-1954 Le goûter 1904
Sironi 1885-1961
Sigmund Freud 1856-1939
h di Planck 1900
Enrico Fermi 1901-1954
Progetto Manhattan 1942-1945
Nixon 1971 RUR
Calvin (ciclo) 1961 Premio Nobel
Krebs (ciclo) 1953 Premio Nobel
Concetto di
Vladimir Vernadsky 1863-1945 1926
biosfera

In questa tabella si danno alcuni punti di riferimento per capire il


tetraedro Banca ± Stato ± Religione ± Scienza.

OSSERVAZIONE. Nel 1918 lo Zar Nicola II è fucilato con tutta la famiglia. La


distanza di 120 anni fra la Rivoluzione Francese e la Rivoluzione Russa è
molto importante per capire i paradigmi politici e filosofici che sono usati per
caratterizzare America e Russia.

0DU[qLOILORVRIRFKHGHVFULYHO¶HUDWUDQVLWRULDGHOODWHFQRORJLDFRQ
QDWXUDWDDOO¶XVRGLHQHUJLDIRVVLOHFDUERQHHSHWUROLR0RWRULIDEEULFKH
produzione ecc. La violazione della reciprocità diventa importante.
/¶RVVHUYD]LRQH FUXFLDOH q TXHVWD motore è diverso da strumento. Lo
VWUXPHQWR q XQD DUWLFROD]LRQH GHOO¶DJLUH QDWXUDOH GHOO¶XRPR /R VWUX
PHQWRGLVWLQJXHVHSDUDPDQRQDQQXOODO¶DWWRGLFRPSUHQVLRQHPXWXD
FKHqUHFLSURFR1DWXUDOPHQWHQHOO¶HUDSUH-PRWRULF¶HUDODGLVSDULWjVR
ciale, ma era comprensibile perché visibile, dunque interattiva. Il mo-
narca e il nobile dovevano esibirsi: tornei, sfilate, duelli, cerimonie ecc.
Il nobile e il contadino dovevano vedersi reciprocamente e regolar-
mente. Da questo vedersi si realizzava il dialogo ovvero la dinamica
VRFLDOH$OO¶RSSRVWRLOGHQDURFUHDWRGDOPRWRUHHGDOOHVXHFRQVHJXHQ]H
126 La mappa del denaro

va in canali invisibili e termina in mani invisibili (ovvero visibili arbi-


WUDULDPHQWH  ,O FDSLWDOH q FUHDWR QHOO¶RVFXULWj GHOOD IDEEULFD SULPD GL
tutto e poi anche nella successiva distribuzione di prodotti che è anche
oscura. Per esempio i contadini quando lavoravano nei campi segnala-
vano la propria presenza con canti e gesti rituali. Il trasporto dei prodotti
della terra era faticoso e lento e anche perfettamente palese, anzi rituale.
I TIR che portano le merci prodotte invisibilmente sono invece invisi-
ELOLFRVuFRPHORqLOSDVVRFKHDYYLHQHDOO¶LQWHUQRGHOODIDEEULFD)DE
briche e distribuzione sono visibili solo come accidente territoriale:
quartieri occupati da stabilimenti, depositi, parcheggi, porti e autostrade
e linee ferroviarie dedicate alla distribuzione (es. la TAV). Il denaro che
emerge dalla distribuzione dei prodotti è totalmente invisibile perché
passa attraverso canali cartacei oppure, al presente, semplicemente in
canali informatici digitali, gestiti dalle banche; quindi il buco nero del
capitalismo è compiuto, ma si GHYHFDSLUHFKHqFRPSLXWRGDOO¶RSHUD
del motore. Quindi Marx descrive il transiente del motore nella storia
evolutiva della specie umana.
Dove va il capitale? A partire dalle prime ricchezze accumulate nella
VHFRQGDPHWjGHOO¶Ottocento i capitalisti hanno trasformato il denaro in
terra, naturalmente a loro stessi intestata. Una scrittura bancaria al posto
della conquista contadina o militare che si praticava nelle ere prece-
GHQWL,O&RORUDGRqSURSULHWjGHL5RFNHIHOOHUJUDQGLSDUWLGHOO¶$UJHQ
tina e del BUDVLOHVRQRSURSULHWjGLSRFKLDOWULLQGLYLGXLDQFK¶HVVLJHQH
rati dalla breve era del petrolio. Al presente il denaro accumulato dalla
produzione (che è sempre posta in opera dai motori) è trasformato in
terra e anche in costruzione edilizia. Dalle molecole del petrolio alla
carta denaro e infine alle molecole del cemento. I capitalisti più grossi
investono su larga scala in terre, intere porzioni della superficie terrestre
VRQRVWDWHFRPSUDWHQRQDSSDUWHQJRQRSLDOO¶HFRVLVWHPD7HUUDPDDO
mister XY. Tale mister è furbo perché sa che il petrolio finirà e lui sarà,
a quel momento, padrone del suolo e della pioggia che ci cade sopra e
dei raggi del sole che ci arrivano sopra. Quindi la dinamica post Marx
non sarà più padrone ± fabbrica ± proletario con tutti i concetti e i valori
implicati da tale dinamica motoristica e descritti filosoficamente ap-
SXQWRGD0DU[PDXQ¶DOWUDFRVD
Cosa? In generale credo che pochi dei concetti formulati da Marx, e
penetrati nel pensiero di tutti gli economisti del tempo presente, saranno
XWLOL]]DELOLQHOO¶HUDSRVW-IRVVLOHFLRqO¶HUDGHOODSURSULHWjGHOODVIHUDWHU
restre. Non sarà simile alle ere del passato dove sì la ricchezza era terra
VII. Energia, macchine, denaro 127

ma il pianeta Terra era molto più grande dei regni esistenti: Francia,
Austria, ecc. La proprietà della Terra fra non molto sarà globale e non
ORFDOH WXWWR SURIRQGDPHQWH GLYHUVR 6H HVSDQGL O¶DUHD GHOOD )UDQFLD
DYUDL XQ FRQILQH IUDQFHVH FKLXVR FKH VDUj SL OXQJR 6H O¶DUHD GHOOD
Francia diventa quella di tutta la Terra il confine finale sarà zero, si
WRUQDVXVpVWHVVL&¶qSRFRGDIDUHqODWRSRORJLDVIHULFD
A questo punto il concetto di economia come mappa dovrà essere
capito perché la dinamica della specie umana sarà non più dominata da
un tipo di logica locale ma da una logica legata alla topologia sferica
ossia, in altre parole, cosmocentrica. Il denaro ± proprietà se è derivato
dal petrolio è invisibile; il denaro ± proprietà legato al possesso della
Terra torna a essere visibile, ma certamente non si tornerà alle caste del
passato che erano connaturate alla località.

OSSERVAZIONE. La tecnologia discussa in questo capitolo entra nella dinamica


sociale con la macchina di potenza. Dalla produzione del cibo alla produzione
GLERPEHQXFOHDUL0DF¶qXQVHFRQGRFDQDOHGHOO¶HYROX]LRQHWHFQRORJica, più
recente e più difficile da capire, la macchina informatica. Nasce nettamente dal
potere militare, il controllo dello spazio, dalla missilistica ai satelliti orbitanti,
tecnologie che partono con la comparsa dei primi computer digitali. Dopo po-
chi decenni si realizza la rete globale con la diffusione dei cellulari nelle mani
di tutti, dai bambini ai vecchi. Compare la violazione della reciprocità naturale
ad un livello più profondo, difficile da classificare con poche parole. Ogni
scambio di immagini e di parole può essere creato, memorizzato, rivisto, can-
cellato con lo sfioramento di un polpastrello sullo schermo tascabile. Imparare,
ricordare, dimenticare non vivono più nel cervello umano, ma altrove. Dove?
,QXQDPDFFKLQDGLJLWDOHHVWHUQDDOO¶XRPR. Certamente questa macchina digi-
tale, meraviglia della meccanica quantistica, è costruita e gestita da tecnici raf-
ILQDWLHSRLHQWUDQHOPHUFDWR/¶HVLWRqXQSURGRWWRFKHYLHQHYHQGXWRPDQRQ
qXQSURGRWWRGLFRQVXPRFRPHLOFLERRO¶DXWRPRELOH6LFRPpra un artefatto
FKHQRQFRQWLHQHGHLMRXOHPDGHLELW1RQF¶qSLODFDWHQDPDFFKLQDĺSUR
GRWWR ĺ GLVFDULFD ĺ PRGLILFD ILVLFD FXPXODWLYD GHOO¶DPELHQWH LQ FXL YLYH
O¶XRPR PD F¶q PDFFKLQD ĺ PRGLILFD GHOO¶LQWHUVFDPELR FRQRVFLWLYR DOO¶LQ
terno della specie umana.
Questo fenomeno che avviene ai nostri giorni non va confuso con la seduzione,
RO¶LQJDQQRRODSUHYDULFD]LRQHGLWWDWRULDOHFRVHFKHVRQRVHPSUHHVLVWLWH
La dinamica del potere di internet è profondamente diversa. Ci limitiamo qui
ad una semplice osservazione: la produzione informatica (bit) è molto meno
energivora della produzione massiva (joule) e può durare molto più a lungo.


&DSLWROR9,,,

,OFRQFHWWRGLUHWH



,OFRQFHWWRGLUHWHqHVVHQ]LDOHSHUFDSLUHODUHDOWjLQRUJDQLFDHRUJDQLFD
/DUHOD]LRQHIUDFRPSRQHQWLHOHPHQWDULHRJJHWWRFRPSOHVVRLPSOLFDOD
FRQRVFHQ]DGHJOLVWDWLPLFURVFRSLFLHGHOOHORURLQWHUD]LRQL'DTXLVL
IRUPDQROHVWUXWWXUHPDFURVFRSLFKHHOHUHODWLYHPRUIRORJLHGLQDPLFKH
8QVLVWHPDGLQDPLFRFRPSOHVVRqFDUDWWHUL]]DWRGDPDVVD NJ HQHUJLD
MRXOH  H LQWHUD]LRQL ZDWW  /¶LQVLHPH FKH QH ULVXOWD q LQIRUPD]LRQH
LQRUJDQLFD8QDUHWHYLYHQWHqFDUDWWHUL]]DWDGDXQDFRPXQLWjGLLQGLYL
GXLPDVVDHGHQHUJLDHGDOOHORURLQWHUD]LRQLSRWHQ]D/¶LQVLHPHFKH
QHULVXOWDqLQIRUPD]LRQHRUJDQLFD


/DUHWHYLYHQWHVXOOD7HUUD

,QJHRPHWULDODUHWHqXQPRGRGLFRSULUHXQGRPLQRFRQSXQWLLQRGL
H OLQHHOHFRQQHVVLRQL6HFRQVLGHULDPR XQ SLDQR H XQ GRPLQLRTXD
GUDWROHPDJOLHGHOODUHWHVRQRTXDGUDWLQL'DWRLOODWRGHOTXDGUDWRH
TXHOORGHOODVLQJRODPDJOLDVLVDQQRFDOFRODUHLQRGLHOHFRQQHVVLRQL
6HLOGRPLQLRqWULGLPHQVLRQDOHVLKDLOFXERHODJHRPHWULDVDWXWWR6H
ODVXSHUILFLHqVIHULFDQRQHVLVWHVXGGLYLVLRQHLQPDJOLHXJXDOLSHUFKp
qFRPSDUVRLOQXPHURߨFKHqLUUD]LRQDOHFRPHVDSHYDQRJLjJOLDQWLFKL
JUHFL
,QILVLFDODUHWHGLYHQWDVWUXWWXUDGRWDWDGLPRUIRORJLD,QRGLVRQR
DWRPL R PROHFROH OH FRQQHVVLRQL VRQR OH LQWHUD]LRQL FKH OHJDQR JOL
DWRPLYLFLQL/DPHFFDQLFDTXDQWLVWLFDVDHOHQFDUHLWLSLGLUHWHHOHGL
PHQVLRQLOLQHDULGHOOHLQWHUD]LRQL&RVuSRVVLDPRFDSLUHOHVWUXWWXUHFUL
VWDOOLQH JLjQRWHLQPRGRYLVLYRHWDWWLOHGDWDQWLVVLPRWHPSR HODORUR
³UREXVWH]]D´PDFURVFRSLFD3RVVLDPRDQFKH FKLDPDUH UHWH OH FRQIRU
PD]LRQLGLQDPLFKHGHLPRWLJUDYLWD]LRQDOLGDLTXDOLGLVFHQGHODPRUIR
ORJLDGHOOHJDODVVLHHSRLOHVWUXWWXUHGHLPRWLIOXLGLFKHULVLHGRQRVXOOD
VXSHUILFHGHOOD7HUUDQHJOLRFHDQLHQHOO¶DWPRVIHUD6LDPRSDVVDWLGDO


 /DPDSSDGHOGHQDUR

ULJLGRDOPRELOHHORVWUXPHQWRPDWHPDWLFRDGDWWRQRQqSLO¶DOJHEUD
PDODJHRPHWULDIUDWWDOHDIIDVFLQDQWHHFRPSOLFDWD
,QELRORJLDLFRQFHWWLGLUHWHVWUXWWXUDPRUIRORJLDGLYHQWDQRVHPSUH
SLFRPSOHVVL$OODJUDQGHIDWLFDGHOFDSLUHFLVSLQJHLOIDVFLQRLUUHVL
VWLELOHGHOOD1DWXUDFKHqDSSXQWRLQILQLWDPHQWHFRPSOHVVD
8QRUJDQLVPRYLYHQWHqXQDUHWHSHQVLDPRDOVLVWHPDFDUGLRYDVFR
ODUHRDOVLVWHPDFHUYHOOR1RQEDVWDSDUODUHGLDWRPLHGHOOHORURLQWH
UD]LRQL*OLHOHPHQWLVRQRPDFURPROHFROHRUJDQLFKHHOHORURLQWHUD
]LRQLSDVVDQRDWWUDYHUVRVRWWRVWUXWWXUHFHOOXODULDORURYROWDLQWHUDJHQWL
SHUIRUPDUHXOWHULRULVWUXWWXUHLQWHUQHDOO¶RUJDQLVPRHLQILQHLOORURLQ
VLHPHIRUPDO¶RUJDQLVPRFRQODVXDSURSULDPRUIRORJLD/HPRUIRORJLH
GHJOLRUJDQLVPLVRQRLQILQLWHDQFKHVHKDVHQVRSDUODUHGLOHJJLGLDQD
ORJLD
8QLQVLHPHGLRUJDQLVPLYLYHQWLqXQDUHWHODUHWHFKHRFFXSDLOGR
PLQLRGHOODELRVIHUDODTXDOHDVXDYROWDqSRVL]LRQDWDVXOODFRUWHFFLD
VIHULFDWHUUHVWUHFKHqVRWWLOHHLQILQLWDPHQWHLUUHJRODUH/DFURVWDWHUUH
VWUHQRQKDQHVVXQHOHPHQWRULSHWXWR4XLDIIURQWLDPRODFRPSOHVVLWj
PDVVLPDFKHVLDPDLVWDWDFRQFHSLWD GDOOD PHQWH GHOO¶XRPR 6H GDOOD
ILQHVWUDGLFDVDJXDUGLDPRTXHOO¶DOEHURFKHGDWDQWLDQQLOHQWDPHQWHFUH
VFHHVDSSLDPRFKHKDELVRJQRG¶DFTXDGLVROHFKHODVFLDFDGHUHOH
IRJOLHSRLOHIDULFUHVFHUHDEELDPRXQDYLVLRQHGLXQDFRVDFRPSOHVVD
FKHFUHGLDPRGLFDSLUHFRQODQRVWUDVLPSDWLDHQRQVDSUHPPRPDLUL
SRUWDUODQHOODPHPRULDGLJLWDOHGLXQFRPSXWHUSHUSRLIDUODULFRPSDULUH
DFRPDQGR/¶DOEHURHVLVWHSHULIDWWLVXRL6HSRLFLVSRVWLDPRYHGLDPR
DOWULDOEHULHDQLPDOL7XWWL"1HDQFKHORQWDQDPHQWH/¶RVVHUYD]LRQHVD
WHOOLWDUHSLSRWHQWHSRWUjIRWRJUDIDUHHPHPRUL]]DUHXQDSDUWHGHOODELR
VIHUD3HUJUDQGHFKHVLDODULVROX]LRQHGHOO¶RVVHUYD]LRQHHODPHPRULD
GLJLWDOHFRUULVSRQGHQWHFKHODVFLDPRDLVRJQLGHOFUHDWRUHGLFRPSXWHU
qVDJJLRGLUHFKHODFRPSOHVVLWjGHOODELRVIHUDqLPPHQVDPHQWHVXSH
ULRUHDFLzFKHXQFRPSXWHUSXzULSURGXUUH(OHLQWHUD]LRQL"6RQRIUD
YLFLQLRDQFKHIUDORQWDQL"(QWUDPEHOHFRVH8QDFHUWDPROHFRODGLଶ 
IUDOHWDQWHUHVSLUDWHGDOPLRDOEHURYLDJJLDFRQOHFRUUHQWLDWPRVIHULFKH
HYDQHOODGLQDPLFDUHVSLUDWRULDGLXQDOWURDOEHURLQ$XVWUDOLD3RVVL
ELOH"&HUWR1RQVRVHJXLUHSHUVRQDOPHQWH TXHOOD VLQJROD PROHFROD H
GLUHFRPHHTXDQGRDUULYHUjPDVR FKH LQHVRUDELOPHQWH IDUj SURSULR
FRVuDQFKHVHPLVWDQFKHUzGLSHQVDUFL
(VHWXWWHTXHVWHLQWHUD]LRQLQRQIDQQRFLFORODELRVIHUDPXRUH/D
FDPHOLDGHOPLRJLDUGLQRODPLDJDWWDPRULUDQQRHFRVuFDSLWHUjDFLD
VFXQRGLQRLSHUzYHGLDPRLQWRUQRDQRLYLWDSHUHQQH&RPHDYYHQJRQR
 9,,,Il concetto di rete 

JOL LQWHUVFDPEL DOO¶LQWHUQR GHOOD ELRVIHUD WDOH FKH QRQ q VXFFHVVR FKH
YHQLVVH DOPRQGR XQ VROR RUJDQLVPR XQ VROR DOEHUR RSSXUH XQ VROR
HOHIDQWHRVVLDXQHYHQWRQRQSHUHQQH",OVRORGLUHTXHVWRFLIDVRUULGHUH
qFRVDLQVHQVDWD*LjLO'LRGHOOD%LEELDGRSRDYHUIDWWR$GDPRKD
ULSHQVDWRHGHFLVRFKHHUDPHJOLRWLUDFLIXRULDQFKH(YD$OORUDLQYHULWj
FRVDqVXFFHVVRHVXFFHGH"/DUHDOWjVFRQILQDWDVLRUJDQL]]DQHOPRGR
JLXVWRTXHOORFKHYHGLDPRFHUFKLDPRGLLQWXLUHHFRQJUDQGHIDWLFD
FHUFKLDPRGLGHVFULYHUHVFLHQWLILFDPHQWH
/DFRQFOXVLRQHGLTXHVWHRVVHUYD]LRQLqODVHJXHQWH$WWHQ]LRQHDOOH
VSLHJD]LRQLDVVLRPDWLFKHSDUWLGDTXLHGDOLHVWDVLFXURFKHVSLHJKL
WXWWRÊEHQFRVuFKH&RORPERSHQVDYDGLDUULYDUHLQ&LQDYLDPDUHHL
ILORVRILSHULSDWHWLFLIDFHYDQRSDUWLUHLQHUYLGDOFXRUH,OFRQFHWWRGLUHWH
qEHOORIRQGDPHQWDOHHGLIILFLOH


/HPROWHVSHFLH

/DYLWDVXOOD7HUUDqUHDOL]]DWDGDXQDPROWLWXGLQHGLVSHFLH6RQRWDQ
WLVVLPHQHVVXQRVDGLUHTXDQWH3HUFKpqLPSRUWDQWHODVXGGLYLVLRQHLQ
VSHFLHGLYHUVH"&LVRQRGXHRVVHUYD]LRQLFKHDLXWDQR/DYLWDGHLVLQJROL
RUJDQLVPLQRQ qIDFLOH(VVLGHYRQRQXWULUVLH FRHVLVWHUH QHO FRQWHVWR
GHOOHFRQGL]LRQLILVLFKHGHOODVIHUDLQRUJDQLFD/HVSHFLHYHJHWDOLVLQX
WURQRGLIRWRQLVRODULOHVSHFLHHUELYRUHVLQXWURQRGLYHJHWDOLHOHFDU
QLYRUHGLHUELYRUL4XHVWDFDWHQDWURILFDqFRPSUHQVLELOHSHUYLUWGHOOD
PHFFDQLFDTXDQWLVWLFDFKHFLIDFDSLUHOHSURSULHWjGHOOHLQWHUD]LRQLLQ
WHUPROHFRODULVLDSHUPROHFROHLQRUJDQLFKHFKHSHUPROHFROHRUJDQLFKH
&LVRQRUHD]LRQLIRWRFKLPLFKHHUHD]LRQLWHUPRFKLPLFKHFKHPHVVHLQ
ILOD GDQQR UDJLRQH GHOOD FDWHQD WURILFD GHWWD SULPD 2UJDQLVPL FKH VL
QXWURQRGLUHD]LRQLQXFOHDULQRQFLVRQRHVLFDSLVFHSHUFKpRUJDQLVPL
FKHVLQXWURQRGLQHXWULQLQRQFLVRQRHQHDQFKHRUJDQLVPLFKHVLQX
WURQRGLUDJJLFRVPLFL/DPROWLWXGLQHGLVSHFLHYHJHWDOLqQHFHVVDULD
SHUDGDWWDUHJOLRUJDQLVPLYHJHWDOLDLULWPLGHOIOXVVRVRODUHFKHqJLRU
QDOLHURHVWDJLRQDOHLQROWUHVXFFHGHFKHHVVHQGROD7HUUDVIHULFDOHFRQ
GL]LRQLGLIOXVVRVRODUHGLSHQGDQRGDTXHVWDPRUIRORJLD5LVXOWDDFFHW
WDELOHODFDUDWWHULVWLFDGHOOHVSHFLHYHJHWDOLGLHVVHUHWDQWLVVLPH PROWL
PLOLRQL" /HVSHFLHHUELYRUHVRQRLQQXPHURPLQRUH TXDQWH" HDQFKH
TXHVWR VL SXz DFFHWWDUH /D ORUR HVLVWHQ]D q IDFLOLWDWD GDO ORUR WLSR GL
QXWULPHQWRLYHJHWDOLLQIDWWLKDQQRJLjIDWWRLOORURVIRU]RSHUHVLVWHUH
 /DPDSSDGHOGHQDUR

DQFKHDYDQWDJJLRGHJOLHUELYRUL,QILQHLFDUQLYRULVRQRDQFRUSLIDFL
OLWDWLHGqDFFHWWDELOHO¶RVVHUYD]LRQHFKHLOQXPHURGHOOHORURVSHFLHVLD
DQFRUDPLQRUH
$OO¶LQWHUQRGLXQDVLQJRODVSHFLHFLVRQRTXHVWHLPSRUWDQWLSURSULHWj

a) FLVLDFFRSSLDIUDPHPEUL
b) FLVLQXWUHLQPRGRVLPLOH VLPLOHqGHILQLWRGDOODFKLPLFDRUJD
QLFD 
c) FLVLDJLWDLQPRGLDQDORJKL DQDORJRqGHILQLWRGDOOHDUWLFROD]LRQL
GHOFRPSRUWDPHQWR 

(DUULYLDPRDOODVSHFLHXPDQD(VVDKDDVSHWWLFRQGLYLVLFRQOHDOWUH
VSHFLHRQQLYRUHSHUTXDQWRULJXDUGDODFKLPLFDGHOODQXWUL]LRQHHSDU
]LDOPHQWHFRQGLYLVLSHUTXDQWRULJXDUGDO¶DJLWDUVL&ROOHJDWRDOODQXWUL
]LRQHF¶qO¶LPSRUWDQWLVVLPRPHFFDQLVPRGHOODSURFUHD]LRQH,QDWWHVD
GHLEDPELQLFUHDWLGDOFRPSXWHUILQRDGRUDODSURFUHD]LRQHXPDQDq
LGHQWLFDDOODSURFUHD]LRQHGHJOLDOWULPDPPLIHUL&¶qFKLQHqIHOLFHF¶q
FKLVRJQDTXDOFRVDGLPHJOLRSHUHVHPSLRQHOODIXWXUD³YLWD´H[WUDRU
JDQLFDVX0DUWH,QILQHQHOVHWWRUH³DJLWDUVL´ODVSHFLHXPDQDVLDOORQ
WDQDIRUWHPHQWHGDWXWWHOHDOWUHVSHFLHYLYHQWL1HDEELDPRSDUODWRQHO
&DSLWRORL’uomo i linguaggi e le protesi


6ROLGDULHWjHPDILD

'DOODPDVVLPDJHQHUDOLWjGHOODELRVIHUDHGDOOHFDUDWWHULVWLFKHJHQHUDOL
GHOODVSHFLHXPDQDSDVVLDPRDJOLHYHQWLGHOODVRFLHWjXPDQD/DIRJOLD
FKHFDGHGDOO¶DOEHURHSRLDOVXRORVLWUDVIRUPDLQDOLPHQWRSHUOHUDGLFL
PDIRUVHDQFKHLQFLERSHUXQHUELYRURVHJXHXQSURJHWWRGLORJLFDVX
SHULRUH/¶XRPRSDUODDOYLFLQRHDVFROWDSHUFDVRRSHUFRVWUL]LRQHFRQ
ODYRFHRPDJDULFRQODPDLO6HJXHXQDORJLFDVXSHULRUH",QSDUWHVu
TXDQGRLQWXLWLYDPHQWHVLFRPSRUWDEHQHLQSDUWHQRTXDQGRFRVFLHQWH
PHQWHVLFRPSRUWDPDOH8QXRPRDWWLYRHFRPSHWHQWHFRQRVFHXQDOWUR
DQFKHDWWLYRHFRPSHWHQWHHUDFFRPDQGDTXHVWDFRQRVFHQ]DDGXQWHU]R
DJHQGRVXOODUHWHGHJOLVFDPELGLLQIRUPD]LRQHqODUHWHGHOODVROLGD
ULHWj4XHVWDUHWHqEHQHILFDqILJOLDGHOODORJLFDVXSHULRUH8QXRPR
DWWLYRHGHFLVRFRQRVFHXQDOWURXRPRDWWLYRHPHQRGHFLVRHQRQWUD
VPHWWHLQWHOOLJHQ]DPDXQPHVVDJJLRGLLPSRVL]LRQH4XHVWDUHWHQRQ
 9,,,Il concetto di rete 

qEHQHILFD,QTXDOHPRPHQWRHLQFKHPRGRORVFDPELRGLLQIRUPD
]LRQHEHQHILFRVLVHSDUDGDOORVFDPELRQRQEHQHILFR"2VVHUYLDPRFKH
IUDWXWWHOHVSHFLHGLFDUQLYRULHVLVWRQRQRQVRORIRUPHGLLQWHUVFDPELR
WUDQTXLOORPDDQFKHPDQRYUHGLSUHYDULFD]LRQH,QTXHVWRVHFRQGRWLSR
GLHVWULQVHFD]LRQHGHOO¶DWWLYLWjHVWHUQDDJLVFRQRGHOOHPRWLYD]LRQLPL
UDWHDOODVDOYH]]DGHOODVSHFLH7XWWHOHVSHFLHYLYHQWLKDQQRPRUIRORJLH
GLROLJDUFKLDGDOOHDSLDLFRFFRGULOOL6RQRPRUIRORJLHGLQDPLFKHFKH
FRQQHWWRQRQHOPRGRPLJOLRUHOHDUWLFROD]LRQLGHOO¶DJLUHGHOO¶LQGLYLGXR
DOO¶DPELHQWHHODERUDQGRXQDUHWHRWWLPDOH,OFRQFHWWRGLUHWHRWWLPDOH
SHUO¶XRPRQRQF¶q3HUFDSLUHTXHVWDDVVHU]LRQHqQHFHVVDULRULFRUUHUH
DOOD SHFXOLDUH PDQLHUD GL HYROYHUVL GHOO¶XRPR 7HPD JLJDQWH FKH DI
IURQWLDPRFRQXQHVHPSLRFKHVHPEUDSLFFRORPDKDYDOLGLWjJHQHUDOH
*OL ³XRPLQL G¶RQRUH´ DQWLFDPHQWH JHVWLYDQR LO VLVWHPD GL FROWLYD
]LRQHGHJOLDJUXPHWL2FFRUUHYDFRQRVFHUHPROWREHQHODUHWHGHLFDQDOL
GLLUULJD]LRQHODPROWLWXGLQHGHLWHPSLHGHLSDVVDJJLSHULIOXVVLG¶DF
TXDHSRLSHUODJHVWLRQHGHOOHRSHUD]LRQLGLUDFFROWR5HWHYLUWXRVD&RQ
ODFRPSDUVDGHOODPRWRUL]]D]LRQHGHOO¶LQGXVWULDGHOIHUURFHPHQWRFRVD
qFKHIOXLVFH"8QDPDVVDHQRUPHGLPDWHULDOHHVWUDWWRHSDU]LDOPHQWH
ODYRUDWRQRQGDOOD1DWXUDYLYDHGDOODPDQRGHOO¶XRPRPDGDOODFRP
ELQD]LRQHPLQLHUDPRWRUH4XHVWRPDWHULDOHGHYHHVVHUHFRPSUDWRSRU
WDWRLQGLYHUVHORFD]LRQLHDVVHPEODWRLQTXDOFRVDFKHVHPEULXWLOHRFKH
YHQJDLPSRVWRFRPHQHFHVVDULR2FFRUUHDXWRULWjSHUIDUHDQGDUHDYDQWL
TXHVWRSURFHVVRFKHVLSURSDJDVXOWHUULWRULR4XHVWRqXQDGHJOLDVSHWWL
GHOODPDILDFDWWLYDDVVRFLDWDDOERRPGHOO¶HGLOL]LD,QVRPPDFLzFKHQRL
LQ,WDOLDFKLDPLDPRPDILDqXQIHQRPHQRJHQHUDOHqXQDPLVFHODFUHD
WLYD GL FRQRVFHQ]D WHUULWRULDOH EXURFUDWLFD H GL YRFD]LRQH DXWRULWDULD
1HOOHFRQGL]LRQLLQFXLOD1DWXUDFRPDQGDWDOHJHVWLRQHXEELGLVFHDOOD
ORJLFDVXSHULRUHHSXzHVVHUHFRVDYLUWXRVD1HOOHFRQGL]LRQLLQFXLOD
1DWXUDqYLRODWDGDLPRWRULWDOHJHVWLRQHWUDYDOLFDHGqFRVDYL]LRVD


,PRWRULHODJLRVWUD

/DSRSROD]LRQHWHUUHVWUHqJLjFUHVFLXWDGLXQIDWWRUHGLHFLFRQODFRP
SDUVDGHOODPRWRUL]]D]LRQHDGDWWDQGRVLDOIDWWRFKHODFROWLYD]LRQHHOD
UDFFROWDGHOFLERqIDWWDGDLPRWRULVWUDSRWHQWLHQRQSLGDOODIDWLFDGHL
FRQWDGLQLFKHFUHDYDGHLOLPLWLQDWXUDOLDOUDSSRUWRXRPRDUHDFROWLYDWD
0DSRLLIRWRQLGHOODIRWRVLQWHVLVRQRVHPSUHTXHOOL*OLDELWDQWLGHFX
SOLFDWLKDQQRDYXWRELVRJQRGLFDVHHFFROHFLWWjFKHLQSRFKLGHFHQQL
 /DPDSSDGHOGHQDUR

DUULYDQRDVXSHUDUHLGLHFLPLOLRQLGLDELWDQWLFKHWDORUDRVSLWDQRFLz
FKHWUHVHFROLIDHUDODSRSROD]LRQHGLXQDLQWHUDQD]LRQHFUHVFLXWDLQ
PROWLVHFROLGLHYROX]LRQH/HQWH]]DFKHIXULFFDGLEHOOH]]HFKHRJJL
HUHGLWLDPRVHQ]DPHULWRHJXDUGLDPRFRQQRVWDOJLD
$TXHVWRSXQWRODUHWHqGLYHQWDWDFHUWDPHQWHYL]LRVD5HDOL]]DWRLO
VXUSOXVGLFLERHGLFDVHHGLWUHQLHGLQDYLVLSXQWDDOO¶HVLWRGLXQXQLFR
EDQFKLHUHFKHVLHGHVXOO¶DVVHGHOURWRUHGLXQDJLRVWUDFKHULPHVFRODL
IXWXUL GLHFL PLOLDUGL GL FUHDWXUH XPDQH VRWWR OR VJXDUGR YLJLOH
GHOO¶XRPRG¶RQRUHSULPDGLJHWWDUOHYLDYHUVRXQHVRGRFKHORVSD]LR
GHOOD7HUUDQRQUHFHSLVFHSL4XHVWRQRQYDG¶DFFRUGRFRQODELRVIHUD
SHUHQQH1RQqSLXQDUHWHYLWDOH,QVRPPDFRPHqQDWDODUHWHYL]LRVD
FLWDWDLQTXHVWDVWRULD"&RQODFRPSDUVDGHLPRWRUL$OORUDODWHUPRGL
QDPLFDKDODFROSDGLWXWWR"1RODVFLHQ]DqEHOOLVVLPDLQFOXVDODILVLFD
QXFOHDUH0D+LURVKLPDQR'DJOLDJUXPHWLDPDWLHEHQFROWLYDWLGHOOD
0DJQD*UHFLDDOODIDPRVDGHFLVLRQHGHOSUHVLGHQWHDPHULFDQR7UXPDQ
QHOGLDQQXOODUHGXHFLWWj3HUFDSLUHFRV¶qODWHFQRORJLDORVFRQWUR
FDRWLFRIUDGHQDURFRQRVFHQ]DHWLFD


/D7HUUDSLRPHQRJUDQGH

ÊXQDGRPDQGDLQWHOOLJHQWHSHQVDUHDGXQD7HUUDDELWDWDGLHFLRFHQWR
YROWHSLJUDQGHRSLSLFFROD"6HOD7HUUDIRVVHGLHFLYROWHSLJUDQGH
D SDULWj GL FRPSRVL]LRQH FKLPLFD DYUHEEH XQD PDVVD GLHFL YROWH SL
JUDQGHHXQDDFFHOHUD]LRQHGLJUDYLWjFRUULVSRQGHQWHPHQWHSLJUDQGH
7DOLFRQGL]LRQLGLIRU]HHVWHUQHDJHQWLVXJOLRUJDQLVPLYLYHQWLVDUHEEHUR
LQFRPSDWLELOLFRQOHVWUXWWXUHRUJDQLFKHFRPSOHVVHFKHODFKLPLFDRUJD
QLFD FL ID FRQRVFHUH Ê XQ VRJQR LO SHQVDUH DG XQD FKLPLFD RUJDQLFD
GLYHUVDGDTXHOODFKHFRQRVFLDPRHTXLQGLDWDOH³JUDQGH7HUUD´6WHVVD
RVVHUYD]LRQHSHUOD7HUUDPROWRSLFFROD1HVHJXHFKHO¶HTXLOLEULRGL
QDPLFRGHOOHVSHFLHYLYHQWLFKHRFFXSDQRODELRVIHUDWHUUHVWUHQRQqXQD
DYYHQWXUDFKHQDVFHDFDVDFFLRPDqXQDSURSULHWjSURIRQGDPHQWHUD
GLFDWDQHOODQDVFLWDGHOVLVWHPDVRODUHFLRqqUDGLFDWDQHOODVWRULDGHOOD
FRVPRORJLD





 9,,,Il concetto di rete 

6SHFLHRQQLYRUHघHOHPHQWL

8.6.1. Metabolismo dell’individuo di massa ݉

/¶LQGLYLGXR PDQJLD PROHFROH FKH UDFFRJOLH GDO SURSULR HVWHUQR FLRq
GDOODELRVIHUD/HUHD]LRQLPROHFRODULRUJDQLFKHSURGXFRQRXQDSRWHQ]D
߮ LQZDWW 

ఝ ௐ
2UGLQHGLJUDQGH]]DGHOODGHQVLWjGLSRWHQ]D ‫ ͳ׽‬
௠ ௞௚
OHJJHDOORPHWULFD 

/HPROHFROHHQWUDQWLFRQLOFLERVRQRGLYHUVHGDOOHPROHFROHXVFHQWL
FRQO¶HYDFXD]LRQH1HOORVWDWRQRUPDOHOD PDVVD HQWUDQWHXJXDJOLD OD
PDVVDXVFHQWH

8.6.2. Metabolismo della rete, o collettività posta nel territorio

/DSRWHQ]DWRWDOHq߶ ൌ ࣨ߮GRYHࣨqLOQXPHURGHJOLLQGLYLGXL
3HUࣨILVVRODPDVVDWRWDOHGLPROHFROHHQWUDQWLXJXDJOLDODPDVVD
WRWDOHXVFHQWH
/DPDVVDVLFRQVHUYDPDOHPROHFROHVRQRGLYHUVH
&RPHDYYLHQHODSHUHQQHULFRVWUX]LRQHQHOOHPROHFROHRUJDQLFKHHQ
WUDQWL"
4XHVWRDYYLHQHVRORJOREDOPHQWHFLRqSHUODELRVIHUDQRQSHUO¶LQ
GLYLGXR/DGLQDPLFDGHOODELRVIHUDqDFFRSSLDWDDOODVIHUDLQRUJDQLFDH
WDOHELQRPLRIDFLFOR
/DSRWHQ]DFKHVRVWLHQHTXHVWRFLFORqVRVWHQXWDGDOO¶LQWHUIDFFLDIR
WRVLQWHWLFD
)RWRQLVRODULńPROHFROHLQRUJDQLFKHGLHYDFXD]LRQHVRQRWUDVIRU
PDWHLQPROHFROHRUJDQLFKHYLYHQWL

8.6.3. Potenza esterna individuale ‫݌‬


‫ ݌‬ൌ ܿ߮ ܿ ‫  ׽‬TXHVWRqXQRUGLQHGLJUDQGH]]D 
ହ଴
௣ ଵ ௐ
'HQVLWjGLSRWHQ]DHVWHUQD ‫׽‬  OHJJHDOORPHWULFD 
௠ ହ଴ ௞௚
/DSRWHQ]DGHOODUHWHqܲ௧௢௧ ൌ ࣨ‫݌‬

 /DPDSSDGHOGHQDUR

8.6.4. Come si estrinsecano le ‫?݌‬

02',&2//(77,9,7¬ 02',$0%,(17(
/¶LQWHUD]LRQHUHFLSURFDIRQGD /¶D]LRQHQRQUHFLSURFDIRQGD
PHQWDOHq PHQWDOHq
DFFRSSLDPHQWR±SURFUHD]LRQH DOLPHQWD]LRQH±FDFFLD
࢖࢏࢐ ֐ ࢖࢐࢏  ‫݌‬௜ ՜ ݁‫݋݊ݎ݁ݐݏ‬


4XHVWLGXHPRGLVRQRRPRJHQHLGHQWURRJQLVSHFLHHFFHWWRO¶XRPR


6SHFLHXPDQDघHOHPHQWL

ɔ ‫ ׽‬ͷͲ‫ݐݐܽݓ‬
‫ݐݐܽݓͳ ׽ ݌‬

3HUODVSHFLHXPDQDFRPSDLRQRLPRGLHWHURJHQHL GLIILFLOLGDFODV
VLILFDUH 

02',&2//(77,9,7¬ 02',$0%,(17(
࢖࢏࢐ ֐ ࢖࢐࢏  ‫݌‬௜ 
 PRWRUL
9DULWLSLGLSUHVWD]LRQL
SRVVRQRHVVHUHRPRJHQHHR 5LVRUVH 'LVFDULFD
GLVRPRJHQHH 
9DULWLSLGLSURGRWWL
‫݌‬௣௥௢ௗ௢௧௧௜ ൌ ͳͲଷ ൊ ͳͲ଺ ‫݌‬


8.7.1. Entra il denaro

$OOHSUHVWD]LRQLSXzFRUULVSRQGHUHXQWUDVIHULPHQWRGLGHQDUR RSSXUHQR 

RPRJHQHLWjQLHQWHGHQDUR
,QWHUD]LRQH݅ǡ ݆ DFRSSLH ൜ 
HWHURJHQHLWjGHQDUR

ƒ•…‘Ž–ƒ”‡—…ƒ–‘”‡Ȁ‹‡–‡†‡ƒ”‘
,QWHUD]LRQH݅ǡ ݊ GDDPROWL ൜ 
ƒ†ƒ”‡ƒ—…‘…‡”–‘Ȁ†‡ƒ”‘
 9,,,Il concetto di rete 

/HSURGX]LRQLVRQRVHPSUHQRQUHFLSURFKH,QFHUWLFDVLFRPSDUHLO
EDUDWWR
3HUFKpXQSURGRWWRFUHDWRFRQPRWRULDOLPHQWDWLGDHQHUJLDIRVVLOH
GLVWUXJJHODUHWHGHOOHSUHVWD]LRQL"

WRQ DXWRPRELOH ͳͲଵଵ ‫ܬ‬
 
WRQ FHPHQWR ͳͲଽ ‫ܬ‬
SUH]]RWRQ DXWRPRELOH ͳͲସ ̀
 
SUH]]RWRQ FHPHQWR ͳͲଶ ̀
‫ܬ‬
5DSSRUWR DXWRPRELOH ͳͲ଻ 
̀
HQHUJLD ሺͳሻ  
 ‫ܬ‬
GHQDUR ሺʹሻ FHPHQWR ͳͲ଻ 
̀
ଵ଴ ௧௢௡
5DSSRUWR DXWRPRELOH GLSHQGHQWH՜ 
௔௡௡௢
SURGX]LRQHGLSHQGHQWL  
 ଵ଴య ௧௢௡
FHPHQWR GLSHQGHQWH՜ 
௔௡௡௢


(QHUJLDHURJDWDGDXRPRLQDQQR
‫ܧ‬௨௢௠௢ ൌ ͳ ൈ ͵͸ͷ ൈ ʹͶ ൈ ͵͸ͲͲ • ൌ ͵ ൈ ͳͲ଻ ‫ܬ‬

ͳͲଵଶ ସ
‫ܧ‬௙௢௦௦௜௟௘ ‫ ͵ ׽ۓ‬ൈ ͳͲ଻ ൌ ͵ ൈ ͳͲ ƒ—–‘‘„‹Ž‡
   
‫ܧ‬௨௢௠௢ ‫۔‬ ͳͲଵଶ ସ
‫ ͵ ׽ ە‬ൈ ͳͲ଻ ൌ ͵ ൈ ͳͲ …‡‡–‘
/HHTXD]LRQL  PRVWUDQRFKHODGLQDPLFDGHOO¶LQGXVWULDIHUURFH
PHQWRGLVWUXJJHLOFRQFHWWRGLSUHVWD]LRQLUHFLSURFKHRUHWHHODWUD
VIRUPDQHOODPRUIRORJLDPRQRSURGXWWRUHńPROWLFRQVXPDWRUL
'DUHWHDEDFLQR

5HWH %DFLQR


%(55<56H)(/60)op. cit.
'DWLGDSHUIH]LRQDUH
 /DPDSSDGHOGHQDUR

Lettura consigliata
6(77,66Paesaggio Costituzione cemento(LQDXGL


2VVHUYD]LRQLVXOODYLROD]LRQHGHOODUHFLSURFLWj

/DPDSSDGHOGHQDURHVLVWHQWHRJJLWHQGHDYLRODUHODUHFLSURFLWj/D
UHFLSURFLWjVWDDOODEDVHGHOODGLQDPLFDLQILVLFDHLQELRORJLD'DOODUH
FLSURFLWjVHJXHODSURSULHWjGLSHUPDQHQ]DGLXQVLVWHPDFRPSOHVVR6H
O¶DFTXDFRQGHQVDGDOO¶DWPRVIHUDHFDGHDWHUUDO¶DFTXDVXOODWHUUDDX
PHQWDHLQTXDOFKHPRGRGHYHHYDSRUDUHHWRUQDUHQHOO¶DWPRVIHUD'D
TXLQDVFHLOFLFORFKHqXQPRGRGLUHDOL]]DUVLGHOODSURSULHWjGLUHFL
SURFLWj,QWLPDPHQWHFRQQHVVRDOODUHFLSURFLWjLQILVLFDGHYHHVLVWHUHOD
OHJJHGLLQYDULDQ]DSHUSXQWRGLRVVHUYD]LRQH9HGHUH*DOLOHR(LQVWHLQ
6H WX JXDUGL LO PRQGR HVWHUQR GDO SXQWR LQ FXL VHL SRL WL VSRVWL SHU
HVHPSLRVDOLVXXQJUDWWDFLHORTXHOORFKHYHGLqFRPSOHWDPHQWHGLYHUVR
4XDOHqODYLVLRQHJLXVWD")LVLFDYXROGLUHTXHOODGHVFUL]LRQHFKHQRQ
GLSHQGHGDOSXQWRGLRVVHUYD]LRQH/DFRVDqWXWW¶DOWURFKHEDQDOH/D
OHJJHGLUHFLSURFLWjFKHYDOHSULPDGLWXWWRDOOLYHOORPLFURVFRSLFRq
DSSXQWRLQGLSHQGHQWHGDOSXQWRGLRVVHUYD]LRQH GDOVLVWHPDGLULIHUL
PHQWR HWXWWDODFRQRVFHQ]DILVLFDqEDVDWDVXTXHVWLGXHSULQFLSL3RL
YLHQHLOFRQFHWWRGLGXUDWDHGLVWDELOLWjGHOODGXUDWDFKHqGLIILFLOLVVLPR
PDFKHqIRUPXODELOH
4XDQGRSDVVLGDOODILVLFDGHLVLVWHPLFRPSOHVVLDOODELRORJLDGHLVL
VWHPLFRPSOHVVLOHFRVHVLIDQQRVHPSUHSLGLIILFLOLPDVLFFRPHLVL
VWHPLELRORJLFLJOLRUJDQLVPLDOODILQHVRQRIDWWLGLPROHFROHOHOHJJL
GHOOD ILVLFD LQ TXDOFKH PRGR GHYRQR YDOHUH 'RYH VWD OD GLIIHUHQ]D"
&RPSDUHLOFRQFHWWRGLILQDOLVPRFLRqO¶RUJDQLVPRYLYHQWH³IXQ]LRQD
FHUFDQGRXQDULVSRVWD´&RVDPRWLYLODULVSRVWDqLJQRWRVDUHEEHFRPH
GLUHFKHTXDOFXQRVDFRVDqLO³ILQH´GHOODYLWD6HWXJXDUGLXQDSLFFROD
FKLD]]DG¶DFTXDHVHWXJXDUGLXQPROOXVFRRXQYHUPHVRQRWXWWHFRVH
PROOLSHUzTXHOORFKHIDODFKLD]]DG¶DFTXDRGLIDQJRRGLPDUPHOODWD
VLGLVFRVWDGDTXHOORFKHIDXQYHUPH3HUHVHPSLRVHLQFOLQLLOSLDQR
G¶DSSRJJLRGHOODPDUPHOODWDODPDUPHOODWDVFLYRODJLHLOYHUPHQRQ
ORIDPHWWHLQD]LRQHTXDOFRVDHVLWLHQHDWWDFFDWRDOODSRVL]LRQHFKH
DYHYDSULPDILQDOLVPR3HUzODUHFLSURFLWjYDOHDQFKHSHULOYHUPHLO
PRGR SL HYLGHQWH SHU FDSLUOR q FRQVLGHUDUH LO VXR PHWDEROLVPR VH
PDQJLDWRJOLHLOFLERGDOO¶DPELHQWHSRLFUHDJOLVFDUWLHSRLO¶DPELHQWH
ULFUHDLOFLERFRQXQFLFORHLOFLFORqUHFLSURFLWjFRPHGHWWRDOO¶LQL]LR
 9,,,Il concetto di rete 

,OFROORTXLRIUDDQLPDOLqDQFKHUHFLSURFRQRQVDSSLDPRFRPHDYYHQJD
PDqUHFLSURFR6HGXHXFFHOOLYRODQRYLFLQLVHQ]DVFRQWUDUVLYXROGLUH
FKH VWDQR FRPXQLFDQGR GHOOH LQIRUPD]LRQL UHFLSURFKH ,O SURFHVVR GL
DSSUHQGLPHQWRIUDFUHDWXUHXPDQHqUHFLSURFRODPDHVWUDGLDORJDFRQ
O¶DOOLHYR4XHVWRqHYLGHQWHSHUFKLXQTXHDEELDLQVHJQDWR,RGDTXDQGR
VRQRLQSHQVLRQHHQRQIDFFLRSLOH]LRQHKRXQGDQQRDOSHQVLHURSHU
FKpLOPLRSHQVDUHqGLDORJRFRQJOLDOOLHYLVHPSUH/DFRVDQRQqED
QDOH/HRSDUGLHUDXQVROLWDULRPDQRQXQXRPRVROR'LDORJDYDFRQOD
QRWWH L UXPRUL GHOOD QDWXUD JOL EDVWDYD SRFKLVVLPD LQWHUD]LRQH H ULX
VFLYDDSHQVDUH6RORFRQODPRUWHQRQF¶qSLLQWHUD]LRQH±UHFLSURFD
]LRQH
3HUzQHOODVWUXWWXUDGHOOLQJXDJJLRGHOO¶XRPRHVLVWHDQFKHO¶LQIRUPD
]LRQHXQLGLUH]LRQDOHTXHOODGHOPHVVDJJLRGL0RVqTXHVWHVRQROHWD
YROHHEDVWD³FRVuGRYUDLFRPSRUWDUWL´RLOPHVVDJJLRGHOOD79SUHQGL
HDFFHWWDRDOPDVVLPRPDQGDXQVPVSHUGLUHVLRQR
9HQLDPRDOGHQDUR,OGHQDURSXzLQSDUWHIXQ]LRQDUHLQPRGRUHFL
SURFRTXDQGRODGLQDPLFDUHDOHGLXQDFRPXQLWjGRPLQDJOLVFDPELLQ
WHUSHUVRQDOL&RVDYXROHGLUH³GLQDPLFDUHDOH´"5HDOWjGLXQDFRPXQLWj
QRQqIDFLOHGDGHILQLUHSRVVLDPRGLUHFKHqVLVWHPDFRPSOHVVRFKHVL
DXWRPDQWLHQH8QDFRPXQLWjGLIHOLQLFKHVLDXWRPDQWHQJRQRRSHUDQGR
VXOWHUULWRULRqXQVLVWHPDFRPSOHVVRUHDOH/DOHRQHVVDVLDFFRSSLDSRL
IDLFXFFLROLSRLPXRUHHSRLF¶qXQ¶DOWUDIHPPLQDHFRVuYLD6LIRUPD
FLFORGLQDPLFRSHUVLVWHQWHGLWDOHFRPXQLWjVLSXzSDUODUHODVLSXzGH
ILQLUH2UDPHWWLLOGHQDURQHOODFRPXQLWj6HJOLVFDPELVLPDQWHQJRQR
DEEDVWDQ]DQDWXUDOLIRUVHVLPDQWLHQHLOFLFORPDLQDOWULFDVLQR6LIRU
PDQRGHJOLVFDPELGHWWDWLGDOGHQDURHQRQGDOOHOHJJLGHOODFRPXQLWj
TXHOOHGHWWHSULPDFKHGHILQLVFRQRODFRPXQLWjGHLIHOLQL3HUHVHPSLR
XQDIHPPLQDULFFDQRQKDSLYRJOLDGLDFFRSSLDUVLRSSXUHDFFXPXOD
WXWWHOHSUHGHSHUVpVWHVVDHOHWRJOLHDJOLDOWULPHPEULGHOODFRPXQLWj
FROGHQDURSXzIDUORVHQ]DGHQDURQR LQVRPPDVLYLRODQROHUHJROH
GHOODFRPXQLWjIHOLQDGHWWDSULPD6LqFUHDWDXQDPDSSDGLLQIRUPD]LRQL
GHIRUPDWHODFRPXQLWjSXzHVWLQJXHUVLÊSURSULRTXHOORFKHDYYLHQH
SHUOHFRPXQLWjXPDQHQHOOHTXDOLULFRUUHQWHPHQWHVLIRUPDQRGHJOLHU
URULFKHSRUWDQRDOO¶HVWLQ]LRQHGLFHUWHVWUXWWXUHVRFLDOLFRPHTXDQGRFL
VRQRJXHUUHFKHIDQQROHWWHUDOPHQWHVSDULUHFHUWHFRPXQLWjPRQHWDULD
PHQWHGHILQLWH/DPDSSDHUDIDVXOOD3UHQGLODERUJKHVLDQD]LVWDFKH
FUHGHYDGLIDUHEHQHHGLHVVHUHLQYLQFLELOHqDUULYDWDODFODVVHGLSRWHUH
DPHULFDQD FKH O¶KD SROYHUL]]DWD /¶HUURUH HUD FRQWHQXWR QHOOD PDSSD
HFRQRPLFD TXHOOD FKH JXLGDYD OH FRQYLQ]LRQL GL TXHOOD VRFLHWj )DUH
 /DPDSSDGHOGHQDUR

FHUWHFRVHUHQGHYDULFFKLHVLFRQWLQXDDIDUHTXHOOHFRVHSHUHVHPSLR
SURGXUUHDUPLHXVDUOHIDFHQGRODJXHUUDSRLVLVFRSUHFKHTXDOFXQDOWUR
OHIDVXVFDODPDJJLRUHHWLDPPD]]D1RQVRQRVFRPSDUVLLWHGHVFKL
PDTXHLWHGHVFKLFKHFRVWLWXLYDQRODGLQDPLFDQD]LVWD,OQD]LVPRIXXQD
PDSSDGHOGHQDURXQ¶DOWUDPDSSDKDWHUPLQDWRLOQD]LVPR2SSXUHIDUH
VROGLFRQSURGX]LRQLLQTXLQDQWL/¶LQGXVWULDOHGHOO¶DPLDQWR;<KDXF
FLVRWDQWDJHQWHPDVLqSUHVRLOFDQFUROXLVWHVVR PLULIHULVFRDOFDVR
UHDOHGLXQFHUWRLQGXVWULDOHLWDOLDQR ,QFKHVHQVRODPDSSDqVEDJOLDWD"
1HOVHQVRFKHYDYHUVRO¶HVWLQ]LRQH'DOSXQWRGLYLVWDGHOGHQDURSXUR
DVWUDWWR PRULUH GL FDQFUR YD EHQLVVLPR LO GHQDUR VL q DFFXPXODWR LQ
REEHGLHQ]DDOOHVXHOHJJLHFLzYDEHQLVVLPR(IRUVHLOULFFRLQGXVWULDOH
VLqVHQWLWRVXSHULRUHHYLQFHQWHILQRDOO¶XOWLPRUDQWROR
+RSUHVRGXHHVHPSLXQRGLJXHUUDO¶DOWURGLPDODWWLDPDVLSXzGDUH
XQDGHILQL]LRQHJHQHUDOHGLFROOHWWLYLWj HFRQRPLFD FKH VL HVWLQJXH ,Q
FRQFOXVLRQHLRPHWWHUHLO¶HFRQRPLDLQUHOD]LRQHDOO¶HFRILVLFDHDOO¶LQ
WHUQRGHOO¶HFRILVLFDDOFRQFHWWRGLSHUPDQHQ]DLOFRQFHWWRSLGLIILFLOH
HSURIRQGRGHOODVFLHQ]DHFRILVLFDHQRQLQUHOD]LRQHDOO¶HWLFDFRPHVL
VXROHIDUHWUDGL]LRQDOPHQWH4XHVWDVDUHEEHODEDVHGHOO¶HFRQRPLDFR
VPRFHQWULFDHQRQSLDQWURSRFHQWULFD
Capitolo IX

Un esempio di rete

9.1. Cosa misura il denaro

Il denaro è una descrizione simbolica della realtà dinamica umana. La


definizione del simbolo-moneta è sempre stata abbastanza oscura nel
FRUVRGHOODVWRULD/¶XQLFDFRVDDEEDVWDQ]DEHQSUHFLVDWDqFKHODPR
neta deve essere una unità di misura priva di riferimento alle proprietà
fisiche dello scambio misurato (pecunia non olet, valore assoluto), che
deve essere solo numHURHXQLFDPHQWHFRQWUDVVHJQDELOHGDOO¶LGHQWLIL
cazione del proprietario. Per quanto riguarda la capacità descrittiva, il
movimento del denaro deve contenere le due caratteristiche generali di
ogni formalismo dinamico: i concetti di quantità e di rete di interazione.
Vediamo subito che la quantità di denaro non si esprime semplicemente
LQPDVVDFKLORJUDPPLRHQHUJLDMRXOHHO¶DWWRGLVFDPELRQHOOHFRQ
nessioni della rete in oppure = (watt). Il ban-
chiere non vede e non vuole vedere tali unità di misura perché vuole
che la dinamica del denaro sia sganciata dai vincoli materiali. Egli in-
voca come riferimento che dà autorità al simbolo-moneta altre leggi,
non le leggi della fisica e della biologia ma dello Stato o della Religione,
e su questa strada si incontra saggezza ma anche arbitrarietà. Tuttavia
deposito e scambio restano a fondamento del parlare monetario. Ma an-
che qui, sono cose che cambiano nella storia.
Facciamo un esperimento immaginario. Era agricola, supponiamo
che la dinamica del denaro istantaneamente sparisca, non si vede più
chi sono i manipolatori della moneta. Resta la quantità: è oro riposto in
banche, più oggetti preziosi collegati a modi di protezione privati.
Gioielli, palazzi, terre fertili. In questa fotografia di una cosa immobile
YHGLDPRPDWHULDOPHQWHODTXDQWLWjGDWRFKHO¶HVSHULPHQWRLPPDJLQD
ULRKDIHUPDWRLOPRWR5LIDFFLDPRO¶HVSHULPHQWRRJJL&LVRQRDQFRUD
JOLRJJHWWLSUH]LRVL XQSR¶GLYHUVLGDTXHOOLGHOSDVVDWR SRL la terra

141
142 La mappa del denaro

fertile, poi le miniere (il denaro potenziale), poi le scorie dei combusti-
ELOLHGHLSURGRWWL6HO¶RURqODPDWHULDGHOGHQDUROHVFRULHVRQRO¶DQ
WLPDWHULDGHOGHQDUR/¶DPPRQWDUHGHOOHVFRULHDFFXPXODWHqHQRUPHH
O¶DPPRQWDUHGLOLQJRWWLG¶RURoggi sarebbe lontanissimo dal bilanciarle.
6LFDSLVFHEHQHFKHIXLQHYLWDELOHORVJDQFLDPHQWRGHOGHQDURGDOO¶RUR
1HOOD%DQFDF¶qEHQDOWUR8QFRPSXWHUSLHQRGLVLPEROLHQXPHULHVSUL
menti quantità di denaro enormi, che in questo esperimento immagina-
rio VRQR Ou PD QRQ F¶q QHVVXQR D OHJJHUOL 1RQ HVLVWRQR SRWUHEEHUR
sparire. Questo formalismo è una cosa diversa dalla scrittura dei libri di
matematica. Il pensiero matematico resta, anzi vive, nel cervello degli
uomini intelligenti. Ma le tabelle astratte GHOOD %DQFD VRQR XQ¶DOWUD
cosa, sono conteggi segreti e arbitrari, consultabili ma non comprensi-
bili, sono esito di eventi statistici, e tuttavia strapotenti. Quale è la rela-
zione fra il denaro numerico depositato nel computer e la dinamica della
rete del denaro azionata dai nodi che sono le creature viventi?

9.2. Analisi di una rete

3URSRQLDPRLQTXHVWRFDSLWRORO¶DQDOLVLGLXQDUHWHGHOGHQDURVHPSOLIL
cata.
I nodi e i legami sono caratterizzati in queste categorie:

a) erogatori di produzione;
b) erogatori di prestazione;
c) consumatori di prodotto e prestazione.

Alcune precisazioni.
,OSURGRWWRqFLzFKHqIDWWRFRQO¶LQWHUYHQWRGLXQPRWRUHFKHWUD
VIRUPDLQODYRURPHFFDQLFRO¶HQHUJLDGLFRPEXVWLRQHGLPDWHULDOLIRV
sili. Sono implicati una sorgente di energia non fisiologica, un certo nu-
mero di impiegati, e una macchina che costruisce il prodotto. La costru-
zione del prodotto parte da materiale organico, oppure inorganico. Nel
primo caso la macchina semina e raccoglie, nel secondo caso scava,
fonde, forgia. Il controllo della macchina è spesso automatico compu-
terizzato. Il processo è complesso, ma dalla sorgente al prodotto com-
prato si ha una catena di joule. La componente del lavoro umano è pic-
cola, è disegno e fantasia, e diminuisce continuamente. Osservazione:
IX. Un esempio di rete 143

iQFOXGLDPRQHOODFDWHJRULD³SURGRWWR´DQFKHL³VHUYL]LHVHJXLWLGDPDF
FKLQH´3HUHVHPSLRXQDWWRGLWUDVSRUWRLQEXVRWUHQRRDHUHRqXQD
certa quantità di lavoro, cioè:
× = (joule).
Il contributo del pilota, o del bigliettaio è assolutamente trascurabile:
il servizio eseguito è un prodotto di motore, esattamente come succede
per la produzione di qualsivoglia oggetto massivo. Si compra e si getta,
si viaggia e non si ricorda più dove si è andati. Le articolazioni del pro-
durre, il prima e il dopo, non sono cose che interessano il banchiere. In
conclusione, sulla rete il prodotto si propaga da un nodo a un bacino di
nodi in maniera unidirezionale. Il prodotto che torna indietro non deve
esistere, è fallimento.
La prestazione è multiforme e può essere omogenea o eterogenea,
legame a due nodi o legame da uno a molti. Esempi. Due ballerini inte-
ragiscono con prestazione omogenea, senza scambio di denaro. Un av-
YRFDWRHXQLQJHJQHUHLQWHUDJLVFRQRFRQSUHVWD]LRQLHWHURJHQHHHF¶q
VFDPELRGLGHQDUR8QRFDQWDHPROWLO¶DVFROWDQRVHQ]DVFDPELRGLGH
QDURSRLVLYDDO7HDWURGHOO¶2SHUDSDJDQGR6LSRVVRQRIDUHLQQXPH
revoli altri esempi con sfumature del rapporto omogeneo/eterogeneo,
non denaro/denaro, descrivibili con parametri etici, o convenzioni dello
stato, o prevaricazioni.
&RVDYXROGLUHFRQVXPDWRUH",OFRQVXPDWRUHqO¶LQGLYLGXRLOQRGR
GHOODUHWHQHOO¶DWWRGLSDJDUHSHUXQSURGRWWRRSer una prestazione. Il
consumatore può anche essere a sua volta erogatore di prodotto e di
SUHVWD]LRQH RSSXUH SXz HVVHUH ³FRQVXPDWRUH SXUR´ Ê FRQVXPDWRUH
SXURRJQLXRPRQHOO¶LQIDQ]LDHQHOODYHFFKLDLD4XHVWHGXHIDVLGHOOD
vita sono perfettamente gestite nel mondo animale e sono state gestite
QHOOD VWRULD GHOO¶XRPR LQ VYDULDWLVVLPL PRGL PLVFHODQGR OH VWUXWWXUH
della famiglia naturale e dello stato. Se non ci fosse questo meccanismo
la catena della procreazione si arresterebbe. Da queste elementari con-
siderazioni si capisce che il concetto di consumatore è difficile. Appar-
WLHQH DOOD VFLHQ]D GHOO¶HFRQRPLD DSSDUWLHQH DOOD UHOLJLRQH DSSDUWLHQH
DOO¶RUJDQL]]D]LRQH GHOOR VWDWR DSSDUWLHQH DOOD VDJJH]]D GHOOD 1DWXUD"
9HGUHPRGDOO¶DQDOLVLGLTXHVWDVHPSOLFHUHWe che il consumatore puro è
JHQHUDWR GDO IHQRPHQR GHOOD SURGX]LRQH PRWRULVWLFD HG q O¶HOHPHQWR
dissipativo della dinamica della rete, ossia ciò che porta la rete al punto
fisso, la morte della rete.
144 La mappa del denaro

Per fissare le idee consideriamo la Figura 9.1, in questa rete ci sono


sette nodi e i seguenti legami:

a) il nodo 1 compra prodotto (da 7 e 5) ed eroga prestazione (a 4);


b) il nodo 2 compra prodotto (da 5) e prestazione (da 6 e 4);
c) il nodo 3 eroga prestazione (a 5);
d) il nodo 4 compra prestazione (da 1) ed eroga prestazione (a 2);
e) il nodo 5 compra prestazione (da 3) ed eroga prodotto (a 1 e 2);
f) il nodo 6 eroga prestazione a 2;
g) il nodo 7 eroga prodotto a 1.

Il denaro non distingue fra prestazione e prodotto, né fra prestazione


e/o prodotti eterogenei.
Gli scambi di denaro dentro la rete hanno dimensione = .
Gli scambi elencati prima si esprimono con le seguenti disequazioni:

a) − − + ≷0
b) − − − <0
c) + >0
d) − + ≷0
e) + + − ≷0
f) + >0
g) + >0

denaro
prestazione

2 prodotto

4 3
1

7
5
6

Figura 9.1. Esempio di rete di puro scambio economico, cioè senza vincoli
organici e fisici. Sia prestazione che prodotto sono non reciproci. Questa rete
tende al punto fisso.
IX. Un esempio di rete 145

OSSERVAZIONE 1. In questa rete il nodo 2 è quello che solamente compra, è il


³FRQVXPDWRUHSXUR´,OQRGRSURGXWWRUHKDXQVRORFOLHQWHFRPSUDWRUHHLO
nodo produttore 5 ne ha due. Teniamo presente che in realtà i nodi produttori
cercano spasmodicamente di avere il più grande numero di compratori possi-
bile. La genialità imprenditoriale è questa. Essa è considerata dagli economisti
OLEHULVWLFRPH³GRWHFUHDWULFH´GDLQVHULUHQHOODWHRULD

OSSERVAZIONE 2. In questa rete non sono indicati esplicitamente gli impiegati


dei due nodi produttori 5 e 7 perché gli impiegati sono considerati intrinseci al
prodotto stesso. In realtà ciò non è vero, questa appartenenza è una deforma-
]LRQHPHQWDOHFUHDWDGDOSHQVLHURLQGXVWULDOH/¶XRPRDSSDUWLHQHDOODELRVIHUD
quindi alla Terra, al clima, ai fotoni della fotosintesi, al sistema solare, alla vita,
non alla fabbrica. La metà della popolazione umana non industrializzata questo
OR VD EHQLVVLPR O¶DOWUD PHWj QR /D GLQDPLFD LQGXVWULDOH KD XQ LQVXSHUDELOH
dilemma: la relazione fra la comunità degli impiegati lavoratori dipendenti e la
FRPXQLWjGHLFRQVXPDWRUL1HOO¶HUDDJULFRODFRQODYRURPDQXDOHLOIOXVVRGHO
prodotto è autoconsistente con il consumo, e questo feedback funziona perché
la popolazione della rete è autoconsistente con la biosfera. E questo avviene
non per virtù del cervello umano ma per imposizione della biosfera, che è, per
GHILQL]LRQHFUXGHOHHVDJJLD1HOO¶HUDGHLPRWRULLOIOXVVRGHOSURGRWWRFKHq
OHJDWRGDXQDSDUWHDOODFRPXQLWjGHJOLLPSLHJDWLGDOO¶DOWUDDLFRQVXPDWRULq
arbitrario, e cade in crisi quando la comunità dei consumatori non consuma
più. Questo è il perfetto esempio di perturbazione destabilizzante. È una dina-
PLFDGLIILFLOHGDGHVFULYHUHVFLHQWLILFDPHQWHSHUFKpq³GLVVLSDWLYDSHUHFFHVVR
GLHQHUJLD´

Consideriamo in generale una rete a nodi.


Partiamo da una mappa del denaro, ovvero uno stato al tempo :
⃗( ) ≡ ( )… ( )
dove indica il numero dei nodi della rete, indica il denaro per-
WLQHQWHDOO¶LQGLYLGXR -esimo
<0 denaro erogato da nel tempo ∆
>0 denaro ricevuto da nel tempo ∆

La mappa del denaro al tempo + ∆ sarà:

( +∆ )= ( )− ∆ + ∆ (1)

qLOQXPHURGHLQRGLYHUVRLTXDOLO¶HOHPHQWR versa denaro,


qLOQXPHURGHLQRGLGDLTXDOLO¶HOHPHQWR riceve denaro.
/D  qO¶HTXD]LRQHGHOPRWRSHUXQDGDWDUHWH
146 La mappa del denaro

Se esiste un elemento che (per motivi evolutivi) non eroga né pre-


stazioni né prodotti, per tale elemento si ha = 0 e quindi:

( +∆ )− ( )=− ∆ (2)

Dalla (2) segue che dopo un certo numero di passi ∆ si avrà


( = + )=0 (3)
>QHOO¶HVHPSLRGLUHWHDHOHPHQWLLQ)LJXUD = 2]
Se la morfologia della rete resta fissa altro non può seguire che
→0 →0 per ogni
quindi la distribuzione iniziale ⃗( ) terminerà in una distribuzione fi-
nale fissa ⃗( ) (lo spegnimento della dinamica della rete in Figura
DYYLHQHLQTXHVW¶RUGLQH-6-4-1-7-5-3).
Nel caso generale se non esistono consumatori puri può instaurarsi
lo stato stazionario. Se poniamo:

= ∆ >0 = ∆ <0

vHGLDPRFKHOR³VWDWRVWD]LRQDULR´qHTXLYDOHQWHD³FRQVHUYD]LRQHGHO
denaro´

+ =0
(4)

/D  qRYYLDPHQWHXQ¶HTXD]LRQHGLFRQWLQXLWj
à
Si noti che i termini , hanno dimensione e quindi
à
la (4) rappresenta il metabolismo economico della rete.
È un problema da affrontare con il formalismo degli automi cellulari.
4XHVWDDQDOLVLPRVWUDFKHO¶HVLVWHQ]DGHOFRQVXPDWRUHSXURIDHVWLQ
guere la dinamica del denaro. Estinzione della dinamica vuol dire che
si arriva ad uno stato della rete, ossia una distribuzione del denaro ap-
SDUWHQHQWHDOO¶LQVLHPHGLWXWWLLQRGLFKHQRQVLPXRYHSL&LVDUDQQR
dei nodi ricchissimi ed altri poveri, ma quello che è importante capire è
che lo stato della rete ha raggiunto il punto fisso. Organismo morto non
IX. Un esempio di rete 147

vuol dire organismo scomparso ma organismo immobile. Lo stato sta-


]LRQDULRGHOODGLQDPLFDGHOODUHWHO¶HTXD]LRQH  GHILQLVFHLQYHFHXQD
dinamica persistente in cui esiste il principio di conservazione del de-
naro, e ciò vuol dire che la dinamica compie ciclo. Ci saranno dei ricchi
e dei poveri, ma la dinamica continua, è organismo vivo. Se quei ricchi
e quei poveri siano poi persone simpatiche o antipatiche è un altro di-
scorso: non è il denaro a dirlo. Al crescere dei nodi la morfologia della
rete si complica, ma per tutte le reti possibili valgono queste proprietà
fondamentali:

a) la produzione motoristica è un flusso di scambi non reciproci;


b) il consumatore puro è dissipativo: emette e non crea.

Qualunque rete del denaro che contenga queste categorie di nodi non
può FRPSLHUHFLFOR3XzVRORHVLVWHUHWUDQVLWRULDPHQWH$OO¶RSSRVWRLO
denaro circola se ci sono i nodi erogatori di prestazione. Se una certa
dinamica nazionale crea la riduzione della molteplicità delle prestazioni
e di conseguenza crea un aumento dei consumatori puri avvengono i
fenomeni di emigrazione.
Nel 1787 Goethe soggiorna a Napoli e descrive la molteplicità delle
attività (prestazioni), che rendono la vita cittadina ben correlata a quella
GHOOD FDPSDJQD FRQ ULVXOWDWR YLWDOH 3RFKL GHFHQQL GRSR FRQ O¶unità
G¶,WDOLD FDPELD EUXVFDPHQWH O¶HTXLOLEULR GHOOD GLQDPLFD SUHHVLVWHQWH
perché viene imposta una dinamica produttiva da parte del Nord più
potente. La molteplicità delle attività non serve più, gli attori si trasfor-
mano in consumatori e scatta inesorabLOPHQWH O¶HPLJUD]LRQH YHUVR
O¶$PHULFD/¶$PHULFDqXQDGLQDPLFDLQFRQWLQXDWUDVIRUPD]LRQHSHU
ché è una nazione giovane occupante un territorio vastissimo. Gli emi-
grati europei di prima generazione (nel Settecento) oramai diventati pa-
droni, accettano gli immigranti italiani come portatori di attività multi-
formi, che servono nel loro contesto di espansione e costruzione, dalle
FLWWjDLWUDVSRUWL,Q,WDOLDLQYHFHO¶HVRGRIDYRULVFHODIRUPD]LRQHGLXQD
diversa élite che gode di privilegi. Vedere per esempio l¶HVSDQVLRQHHGL
lizia elegante della collina torinese che avviene negli anni della fuga
GHJOLHPLJUDQWLPHULGLRQDOL4XHVWLIHQRPHQLGL³SXOVD]LRQH´SRVVRQR
DYYHQLUHILQFKHF¶qVSD]LRFKHDFFRJOLHHULDVVHVWDPHQWLGDLQYHQWDUH
Invenzioni che vengono dalla tecnologia. Al presente la dinamica pro-
duttiva è globale e quindi i movimenti di esodo tornano su loro stessi.
148 La mappa del denaro

Osservazione importante: in tutte le nazioni industrializzate cresce il


IHQRPHQRGHOO¶DXWRPD]LRQHFRQHOLPLQD]LRQHSURJUHVVLYDGHOOHSUHVWD
zioni. Anzi il concetto stesso di prestazione scompare dal linguaggio
economico.
Alcuni esempi. Si cercano e si acquistano prodotti col computer e la
carta di credito. Poi i prodotti non si conservano con la catena di manu-
tenzione e riparazione, ma si buttano3HUPROWLSURGRWWLO¶RJJHWWRqIDWWR
in modo tale che la riparazione è impossibile e il nuovo acquisto è ob-
EOLJDWRULR /D GLQDPLFD GHOO¶DXWRPRELOH q VWDWD OD SULPD VX TXHVWD
strada. Uniformità delle tecnologie e dei prodotti e riduzione dei centri
di proGX]LRQH1DWXUDOPHQWHHVLVWHODVXSHUDXWRHO¶DHUHRHOR\DFKW
frutto di prestazione e talento. Per i computer il comprare e ricomprare
è la norma. I super computer vanno nella ricerca scientifica e nella pra-
tica militare. In architettura ci sono costruzioni frutto di calcoli che solo
due o tre grandi studi sanno fare; la produzione medio-povera è pura
uniformità. Ci sono quartieri prodotti in serie. Errori o difetti si curano
abbandonando e ricostruendo. Queste caratteristiche generali sono co-
muni a tutta la metà della Terra industrializzata, e si assiste alla graduale
eliminazione della molteplicità di prestazioni. Poi la televisione fa ve-
dere uomini e donne disoccupati piangenti, come se la pietà o la rabbia
potessero correggere errori radicati e voluti.

9.2.1. Conclusione

Nella realtà sappiamo che in un certo momento storico, in una certa


1D]LRQHFRPSDLRQRL³FRQVXPDWRULVSHQWL´FKHKDQQRHVDXULWRODSUR
pria riserva di denaro, equazione (3), e questo implica la rete immobile,
ovvero morta.
Avvengono due scenari.

1) La morfologia della rete è rigida. I produttori (5 e 7 della Figura


9.1) sono vincolati ai propri macchinari, è il caso più comune e
dominante. Segue:

a) escludere gli elementi = 0 dalla società;


esempio in USA di esclusione:
 la comunità di ,QGLDQLG¶$PHULFD
 i ghetti delle grandi città;
IX. Un esempio di rete 149

b) fDUHULFRUVRD³FRQVXPDWRULDFFHVL´HVWHUQLFLRqDSSDUWHQHQWLD
reti di altre nazioni (guerre, mercato imposto);
c) stampare denaro (John Law, Obama);
d) pHUGHUHO¶XQLWjGLPLVXUDGHOGHQDUR

a), b), c), d) implicano piccole modifiche alla morfologia della


rete. Risultato:

Attivi Denaro Evoluzione a


pinnacolo

Esodati Non denaro

2) Cercare una nuova morfologia della rete e da qui una nuova mor-
fologia della mappa del denaro.
Utopico? NO
Caduta Impero Romano → Medioevo → Rinascimento
Cercare bassa rigidità dei processi produttivi:

SCALA DI RIGIDITÀ, OGGI


Nucleare
Max
Automobili, aerei, navi, macchi-
nari pesanti Domina il motore
Edilizia
««
Artigianato
Min 'RPLQDO¶XRPR
Libera professione

Il modellino di rete di Figura 9.1 non include la Banca.

9.3. Banca ± Mappa ± Rete

La Banca interagisce con la rete di nodi = 1, 2, … . Il nodo può


essere un cittadino o un ente astratto. Nella formula (1) usiamo per
indicare il denaro pertinente al nodo e la lettera per indicare gli
scambi della rete. La Banca opera con depositi (lettera ) e prestiti (let-
tera ):
150 La mappa del denaro

prestito al nodo ( )
( ) deposito dal nodo
BANCA
ritorno dal nodo ( )
( ) prelievi dal nodo
I vari passaggi e avvengono a tempi diversi. Il bilancio della
Banca è:

+ − − ≶0 (5)

/¶LQWHUYDOORWHPSRUDOH − qDUELWUDULRRSSXUHSXzHVVHUHO¶DQQR
4XHVWD ³SURLH]LRQH WHPSRUDOH´ q LO PRWLYR SURIRQGR GHO OHJDPH
oscuro:
→ à

Questo legame è oscuro perché nasce da calcoli inaccessibili e resi
pubblici in modo arbitrario.
La rete degli scambi è estremamente complicata, già il modellino
di Figura 9.1 è difficile da capire. La distribuzione è complicata per-
ché il numero dei nodi è grande.
Il conteggio (5) è un numero, la ripetizione del conteggio a tempi
VXFFHVVLYLqXQ³DQGDPHQWR´
La distribuzione (mappa del denaro) , , è scritta nel computer
GHOODEDQFD/¶LQVLHPHGHJOLVFDPELGLUHWH è calcolato praticamente
VRORQHOOHPRGDOLWj³FRQVXPR´H³VWLSHQGL´4XHVWRqFLzFKHOD%DQFD
³YHGH´SRFKLULFFKLHPROWLSRYHUL%HOODVFRSHUWD6XOODGLQDPLFDSUR
fonda, cecità.
Come si chiude il ciclo? Esiste ciclo?
Ipotesi: risposta di mercato, M.

B Banca ĺCONTEGGIA
B

M Mercato ĺRISPONDE
M
IX. Un esempio di rete 151

Le oscillazioni del mercato sono erroneamente chiamate cicli


GHOO¶HFRQRPLD,OFLFORUHDOHqXQ¶DOWUDFRVD
Ciclo reale: complesso non conteggiabile con O¶XQLWjGLPLVXUD³GH
QDUR´,QFOXGHODUHDOWjILVLRORJLFDGHOODVSHFLHXPDQDSLODUHDOWjIL
VLRORJLFDGHOO¶HFRVIHUD(QWUDPEHHVFOXVHGDJOLDVVLRPLGHOO¶HFRQRPLD
Conclusione. ,ELODQFLVWD]LRQDUL  H  VRQRHVFOXVLGDOO¶DVVLRPD
tica economicistica del tempo presente. Il denaro si accumula nella rete
sempre più stretta.
Vediamo la rete ristretta del passato e quella del presente.

9.3.1. Un possibile investimento del denaro accumulato (passato)

Memoria perenne

Reggia di Caserta (1752-1845)

È la più grande residenza reale del


mondo con oltre 2 milioni di m³

Origine del denaro: porto, commercio e terre fertili

9.3.2. Un possibile investimento del denaro accumulato (presente)

Sears Tower, Burj Khalifa,


Chicago (1973) Dubai (2010)
527 m 828 m

[Skidmore, Owings & Merrill LLP, Studio architetti fondato a Chicago 1936]

Origine del denaro: Origine del denaro:


Maxi-catena di distribuzione Vendita diritto di estrazione del petrolio
152 La mappa del denaro

Che ne sarà alla fine del petrolio?


Il consumo per climatizzazione e ascensori richiesto da codeste strut-
ture potrebbe essere sostenuto da pannelli fotovoltaici?
Bella domanda. Il lettore è invitato a informarsi.

Ferrari F70 (2013)


Esemplari: 499
Prezzo: 1.5 milioni di euro

9.3.3. /¶XOWLPRLQYHVWLPHQWR(futuro)

CASO 1. Gli ultimi privilegiati sono gli idealisti che andranno a cele-
EUDUHO¶XOWLPDILDPPDWDGHOSHWUROLRGHOO¶XOWLPRJLDFLPHQWRSUHVHUYDWR
con amore.

)LDPPD GHOO¶XOWLPD ULVHUYD GHOO¶XOWLPR SR]]R


petrolifero

Altezza: 100 m (davvero?)


Durata: 2 ore IRUVH«

7ULEXQDG¶RQRUHG¶RURSHU
SRVWL«JOLXOWLPLFR-proprietari
GHOO¶XOWLPDEDQFDPRQGLDOHVR
SUDYYLVVXWLDOO¶HVWLQ]LRQHGHO
meccanismo consumista
Costo della costruzione: ignoto
&RQWHQXWRGHOO¶XOWLPDEDQFDignoto

CASO 2. Gli ultimi privilegiati sono i pragmatisti che si trasferiranno su


Marte.
IX. Un esempio di rete 153

9.4. Guerre per la proprietà

Terra fertile Rotte navali Giacimenti petroliferi


SUPERFICIE SOTTOSUOLO

percorso storico
stor

Fotoni solari
SPAZIO

futuro

9.4.1. Chi ha ragione?

Mappa fedele ± infedele

Ser Cepparello con una falsa confessione inganna un santo frate, e muorsi; ed essendo
stato un pessimo uomo in vita, è, morto, reputato per santo e chiamato san Ciappelletto.

Giovanni Boccaccio, Decameròn, vol I

Mappa fedele ± teoria sbagliata

Sagredo. Mi trovai un giorno in casa di un medico molto stimato in Venezia, dove al-
cuni per loro studio, ed altri per curiosità, convenivano tal volta a veder qualche taglio
di notomia per mano di uno veramente non men dotto che diligente e pratico notomista.
Ed accadde quel giorno, che si andava ricercando l'origine e nascimento de i nervi,
sopra di che è famosa controversia tra i medici Galenisti ed i Peripatetici, e mostrando
il notomista come, partendosi dal cervello e passando per la nuca, il grandissimo ceppo
de i nervi si andava poi distendendo per la spinale e diramandosi per tutto il corpo, e
che solo un filo sottilissimo come il refe arrivava al cuore, voltosi ad un gentil uomo
ch'egli conosceva per filosofo peripatetico, e per la presenza del quale egli aveva con
estraordinaria diligenza scoperto e mostrato il tutto, gli domandò s'ei restava ben pago
e sicuro, l'origine de i nervi venir dal cervello e non dal cuore; al quale il filosofo, doppo
essere stato alquanto sopra GLVpULVSRVH³Voi mi avete fatto veder questa cosa talmente
aperta e sensata, che quando il testo d'Aristotile non fusse in contrario, che apertamente
dice, i nervi nascer dal cuore, bisognerebbe per forza confHVVDUODSHUYHUD´.

Galileo Galilei, Dialogo sopra i massimi sistemi


154 La mappa del denaro

9.5. La finanza astratta

Chiamiamo finanza astratta quel movimento del denaro che non ha ri-
ferimento materiale. Questo è un concetto difficile. Prendiamo un esem-
pio. Si gioca a poker con gettoni di plastica colorata. Conta il numero
GHL JHWWRQL FKH XQR DFFXPXOD DOOD ILQH F¶q FKL KD LO PXFFKLHWWR SL
grosso, ha vinto, e tutti si sono divertiti. Ora imponiamo che il gettone
valga un euro. Alla fine chi ha perso è triste. Se ha perso moltissimo si
butta giù dalla rupe più vicina. Perché? Perché gli euro persi hanno ri-
IHULPHQWRPDWHULDOHLOJLRFDWRUHSHUGHQWHGHYHYHQGHUHO¶D]LHQGDROD
FDVDRODPRJOLH3DVVLDPRGDOO¶HVHPSLRLQGLYLGXDOHDOODUHDOWjFROOHW
tiva. Le banche fanno muovere parole alle quali sono associati numeri,
e ci sono regole del gioco che attribuiscono dei numeri da aggiungere o
togliere in corrispondenza a diverse mosse che si confrontano. È una
dinamica di caso e furbizia, come nel poker. Anche qui potremmo dire
che i gettoni sono di plastica e tali restano; oppure possiamo dire che i
gettoni sono dollari o euro, quelle monete che la gente, ignara della fi-
nanza astratta, usa tutti i giorni. Bastano i concetti di caso e furbizia a
definire la finanza stratta? No. Il caso e la furbizia sono partecipanti
importantissimi della dinamica del denaro da sempre. Trimalcione,
schiavo, va a letto sia col padrone che con la padrona, e diventa libero,
è in gamba e si fa dare denari e fa partire traffici navali rischiosi; la
prima volta perde, al tentativo successivo guadagna somme enormi e
compra terre. Guadagna ancora e non sa che fare. Molti secoli dopo i
EDQFKLHULLQYHQWDQRODOHWWHUDGLFUHGLWRO¶LPSUHVDULRDXGDFHFRQTXHVWR
strumento compra una nave e la manda in missione, una tempesta an-
QXOODWXWWRYDPDOLVVLPRSHUO¶DXGDce che talora paga con la vita. Questi
sono esempi di caso e furbizia, ma non sono la finanza astratta. E allora
FRV¶qODILQDQ]DDVWUDWWD"&RQVLGHULDPRLOGHQDURFUHDWRGDPRYLPHQWL
di scommesse su prodotti bancari, che può essere creato o distrutto.
Dato che questo creare e distruggere è in contatto con la rete della di-
namica reale i movimenti astratti sbagliati diventano concreti danneg-
giando la rete. Il gioco diventa realtà. A questo punto il denaro è ricreato
dalla autorità dello stato. Come? Punire il giocatore che ha sbagliato, e
riparare la rete? Non è questo che avviene. Il denaro creato dallo stato
viene dato alle banche che avevano giocato e continuano a giocare.
Questo denaro non rappresenta la vita delle nazioni, il bene o il male
pubblico che esse perseguono. È denaro creato con uso arbitrario
GHOO¶DXWRULWjGHOOR6WDWRHLQVHULWRQHOJLRFRÊTXHVWRLOSDVVRFUXFLDOH
IX. Un esempio di rete 155

O¶REEHGLHQ]DGHOOR6WDWRDOOD%DQFDFKHGHILQLVFHODILQDQ]DDVWUDWWDÊ
RYYLRFKHORVWDWRGRYUHEEHDOO¶RSSRVWRSURLELUHWDOHgioco, ed è altret-
tanto ovvio che invece lo mantiene. Ne segue che la finanza astratta è
un fenomeno pericoloso perché corrode in modo oscuro e imprevedibile
la struttura della vita collettiva.
Tre tappe.

a) /¶HUD DJULFROD 1HOOD QRYHOOD Il gatto con gli stivali il mugnaio


morendo lascia al primo figlio il mulino e al secondo figlio il
gatto. Ma è un gatto speciale, è un imprenditore. La terra fertile è
ODVRUJHQWHGLULFFKH]]DHF¶qXQDSURSULHWjPHUDYLJOLRVDFKHDS
SDUWLHQHDOO¶2UFRSHUVRQDJJLRRVFXURGRWDto di poteri magici. Ma
LO JDWWR q IXUER UDSSUHVHQWD O¶LQL]LDWLYD QXRYD ,QVRPPD DP
PD]]D O¶2UFR DQ]L VH OR PDQJLD ,O ILJOLR GHO PXJQDLR GLYHQWD
proprietario terriero col nome di marchese di Carabas. Passa il Re
di Francia in carrozza. Il Re è tutto, rappresenta tutto, sa tutto. Ma
QRQVDQLHQWHHFKLHGH³di chi sono queste belle terre?´³del mar-
chese di Carabas´ GLFRQR L FRQWDGLQL FKH ILQR DO JLRUQR SULPD
FUHGHYDQR FKH LO SDGURQH IRVVH O¶2UFR ³voglio conoscerlo´ RU
dina il Re. E così il giovane figlio di mugnaio arriva alla Corte, e
logicamente sposa la figlia del Re. Quanta saggezza in Charles
Perrault (1628-1703), I racconti di mamma Oca, 1697.
b) /¶HUDGHLPRWRUL8QLQWUDSUHQGHQWHIUDQFHVHQHOODVHFRQGDPHWj
GHO6HWWHFHQWRODVFLDO¶(XURSDHYDLQ$PHULca. Fin qui realizza
XQDFRVDQRUPDOHQHOODGLQDPLFDGHOOHVSHFLHO¶HPLJUD]LRQH1HO
1839 nasce il nipote John D. Rockefeller, che porta nel sangue i
ULFRUGLGHOOD)UDQFLDLPSHULDOHGHOO¶HYROX]LRQHWHFQRORJLFDHXUR
pea che ha messo in guerra monarchie, flotte corazzate, artiglie-
rie. Il giovane John parte come possidente di terre da poco con-
quistate ai nativi pellerossa, e scopre di essere padrone di giaci-
menti di carbone e petrolio. È un genio imprenditoriale, è il primo
a capire il potere della termodinamica e riesce a renderlo potere
SURSULR1RQqSHUQLHQWHIDFLOHPDFLULHVFH'LYHQWDO¶XRPRSL
ricco della Terra. Non è potere caduco; è il monarca più longevo
della storia e lascia nipoti sovrani. La sua ricchezza non è visibile
da cavallo come faceva il marchese di Carabas, ci vuole una vi-
sione da satellite. Nel 1937 il fondatore Rockefeller sta per com-
piere 98 anni e nei suoi ultimi pensieri imperiali ci sono i nonni
HPLJUDQWLHLOIXWXURGHOO¶$PHULFDFKHVLSUHSDUDDFRQTXLVWDUHIUD
156 La mappa del denaro

pochi anni tutta l¶(XURSD H LO 3DFLILFR ILQR DO *LDSSRQH , VXRL
nipoti oggi godono il fluire delle stagioni nel loro verde Colorado,
ma la Terra è piccola, non basta, e pensano di conquistare Marte,
come sarebbe bello.
c) /¶HUD FRQWHPSRUDQHD /D GLQDPLFD ILQDQ]LDULD q VRUUHWta
GDOO¶HTXLOLEULRGHLSRWHULGL%DQFDH6WDWR(TXLOLEULRSRFRVWDELOH
come la storia insegna. La mano severa della Natura è stata allon-
tanata e poi ignorata da quasi due secoli. Negli ultimi decenni è
in atto una fase in cui la Banca prevale sullo Stato, e quasi auto-
maticamente ha imposto la finanza astratta. Così si è indebolito
il controllo della società sulla dinamica del denaro. Il concetto di
³ULVSRVWDGHOPHUFDWR´qPROWREHOORqXQDJHQHUDOL]]D]LRQHQHO
linguaggio economicista del concetto di feedback che è già così
difficile in matematica e in fisica. Purtroppo è usato come as-
sioma della teoria economica, ma nel caso della finanza astratta è
palesemente insensato.

9.6. Bitcoin

Lo schema di riferimento Banca, Stato, Chiesa esiste da alcuni millenni,


possiamo dire da quando abbiamo testimonianze scritte del comporta-
mento collettivo della specie umana.
Sappiamo che non deve essere preso in modo dogmatico perché que-
sto trinomio è perennemente modificato nelle sue morfologie interattive
dalle continue intrusioni delle novità tecnologiche. Queste novità hanno
aspetti molteplici, dalle virtù della farmacologia e della chirurgia agli
orrori delle guerre. Alla fine della Seconda guerra mondiale il triangolo
Banca, Stato, Chiesa era profondamente modificato, tanto da mettere in
crisi il concetto sottostante, fondamentale, sempre esistito, di fiducia in
codeste istituzioni. Dalle tecnologie informatiche arriva il fenomeno
nuovo della dinamica monetaria del bitcoin. Il conteggio degli scambi
di denaro viHQHVRWWUDWWRDOO¶DXWRULWj%DQFD6WDWRHDIILGDWRDOOHQXRYH
WHFQRORJLHGLJLWDOL,QTXHVWRPRGRFUHVFHO¶DOORQWDQDPHQWRGDOOD1D
tura della dinamica collettiva della specie umana. Banca, Stato e Chiesa
sono state compartecipi, pur in maniere diversissime, delle ultime due
guerre mondiali ed oggi agiscono in modi che non appaiono portatori
di speranza. Si sviluppa la sfiducia, il desiderio di sfuggire, di alienarsi,
IX. Un esempio di rete 157

e lo si fa cercando una strada numerologica astratta. La speranza è un


concetto profondo che connette presente e futuro. Cerchiamo di capire
che interazione può esistere fra speranza e intelligenza artificiale.


&DSLWROR;

3URVSHWWLYH



/DSUHYHGLELOLWj

10.1.1. Premessa

/¶HUDWHFQRORJLFDHQHUJLYRUDDOLPHQWDWDGDULVHUYDIRVVLOHqGHVWLQDWDD
ILQLUHFRQXQSURFHVVRFKHPLVFHODODFUHVFHQWHGLIILFROWjGLHVWUD]LRQH
HLOGHFDGLPHQWRGHOODGLQDPLFDHFRQRPLFDFDXVDWRGDOFRQVXPLVPR
1RQ KD VHQVR SURSRUUH ULPHGL SHU SUROXQJDUH WDOH DJRQLD DVVRFLDWD
DOO¶DOORQWDQDPHQWRLQVRVWHQLELOHIUDODGLQDPLFDGHOODVRFLHWjXPDQDH
ODGLQDPLFDFLFOLFDGHOODELRVIHUD3HUFKpPDLLQVRVWHQLELOH"&KHPDOH
F¶qDLJQRUDUHODELRVIHUD"&¶qFKLDXVSLFDXQDHYROX]LRQHGHOODJHQHWLFD
PROHFRODUHWDOHFKHSLRPHQROHQWDPHQWHO¶LQWHOOLJHQ]DVLWUDVIHULUj
LQHVVHULFDSDFLGLPHPRUL]]DUHGDWLHGHODERUDUHVHJQDOLVHQ]DHVVHUH
OHJDWLDOODVWUXWWXUDGLRUJDQLVPLPHWDEROLFLRUJDQLFLHTXLQGLGLSHQGHQWL
GDOIXQ]LRQDPHQWRFLFOLFRGHOODELRVIHUDWHUUHVWUH1RQVDUDQQR³FUHD
WXUH´JHQHUDWHGDXQDFDWHQDGLPHPRULDWUDPDQGDWDLQPDFURPROHFROH
RUJDQLFKH PD VWUXWWXUH IXQ]LRQDQWL DOLPHQWDWH GD RSSRUWXQL IOXVVL GL
HQHUJLDFLUFRODQWHQHOFRVPR1RQHQHUJLDJUDYLWD]LRQDOHFKHqWURSSR
GHEROHSRWUHEEHVRUUHJJHUHVFDPELGLLQIRUPD]LRQHOHQWLVVLPLPDHOHW
WURPDJQHWLFDTXLQGLGLQXRYRIRWRQL6WUXWWXUHQRQQHFHVVDULDPHQWHUH
VLGHQWLVXSLDQHWLHTXLODSHQVDWDLQFRPLQFLDDGLYHQWDUHGLIILFLOH&RVD
F¶q GL SHUVLVWHQWH DO GL IXRUL GHOOH VWUXWWXUH PROHFRODUL FRPSOHVVH FKH
SRVVRQR HVLVWHUH VROR LQ FRQGL]LRQL GL WHPSHUDWXUD FKH VLDQR D PHWj
VWUDGDIUDLOSODVPDSULPRUGLDOHHOR]HURDVVROXWR"4XHVWL³*LRUGDQR
%UXQRLQIRUPDWLFLSXUL´VRQRDIIDVFLQDQWLPDGLFRQRFRVHFKHKDQQR
FRQWHQXWRGLSUHYLVLRQH]HURVHFRQSUHYLVLRQHVL LQWHQGH XQDSDUROD
FKHWUDVODOD³YLVLRQH´GDOWHPSRSUHVHQWHDXQDOWURPRPHQWRORQWDQR
VXOOD VFDOD GHO WHPSR DQWURSRPRUID O¶DQQR LO VHFROR LO PLOOHQQLR
4XDOHFKHVLDODWUDVOD]LRQHWHPSRUDOHLOFRQFHWWRGLYLVLRQHGDWUDVODUH
qDQWURSRPRUIRTXLQGLVHJOLHVVHULIXWXULQRQVRQROHJDWLDOODPHPRULD


 /DPDSSDGHOGHQDUR

GHOSUHVHQWHODSDURODSUHYLVLRQHQRQKDVHQVR$GGLRDJOLHUHGLPHWDIL
VLFLGL*LRUGDQR%UXQR5HVWLDPRDWWDFFDWL DOODELRVIHUD H DOOD VSHFLH
XPDQD
&KHPRUIRORJLDVRFLDOHDYUjLOIXWXUR"&HUFDUHDQDORJLHFRQODILQH
GHOPRQGRDQWLFRO¶,PSHUR5RPDQRHFRQODWUDQVL]LRQHDOPHGLRHYR
HDOULQDVFLPHQWRqSHULFRORVR/D GLIIHUHQ]D FUXFLDOH q FKH OH FDXVH
HVWHUQH HVDPLQDWH GDL ILORVRILFODVVLFL HUDQR FRPSOHVVH H WXWWH GL WLSR
VRFLRORJLFRRUJDQLFR2UDLQYHFHODFDXVDHVWHUQDqLQRUJDQLFDqWXWWD
XQ¶DOWUDFRVD,OUXRORGHOO¶HQHUJLDHVWUDWWDGDPLQLHUDGDOWHPSRGL*LX
OLR&HVDUHDOWHPSRGL5RPROR$XJXVWRORHUDLUULOHYDQWH1RQHVLVWH
QHVVXQDILORVRILDRGHWWDWRUHOLJLRVRFKHSDUOLGL3,/ HQHUJLDGLSHWUR
OLRRGLXUDQLRQHOGLVHJQRGHOEHQHRGHOPDOHODVDOYH]]DRODFRQ
GDQQDODOXFHRODILQHGHOO¶XRPR0DLOQRVWURSUHVHQWHqLQYHFHSOD
VPDWRGDOODWHFQRORJLDHQHUJLYRUDFKHDVVHJQDULFFKH]]DHSRYHUWjLQXQ
PRGRFKHQRQF¶HUDQHOSDVVDWR,OIXWXURQRQVDUjLOULWRUQRDOSDVVDWR
FKHHUDFDUDWWHUL]]DWRGDXQDWHFQRORJLDPHQRHYROXWD&LPDQFDLOUL
FRUVRDOHJJLGLDQDORJLDVRFLRORJLFKH4XLQGLLOSUREOHPDGHOIXWXURFL
VRYUDVWDFRQODGRPDQGDHVLVWHLOSUHYHGHUH"%HOODGRPDQGDULVSRQ
GRQRLQPRGLGLYHUVLVVLPLVFLHQ]LDWLHXPDQLVWLYHGLDPRFRPH

10.1.2. Fisica

/DILVLFDqODFRVWUX]LRQHGHOO¶LQWHOOLJHQ]DXPDQDULYROWDDOODFRPSUHQ
VLRQHGHWHUPLQLVWLFDGHOPRQGRLQRUJDQLFR,QILVLFDO¶DUWHGHOODSUHYL
VLRQHQDVFHFRQOHSULPHRVVHUYD]LRQLGHLPRWLSHULRGLFL,OSHULRGRGL
URWD]LRQHGHOOD7HUUDqILVVRPDODGXUDWDGHOJLRUQRHGHOODQRWWHYDULD
GXUDQWHLOSHULRGRGHOO¶DQQR&¶qYROXWRPROWRWHPSRSHUDUULYDUHDGH
ILQLUHPDWHPDWLFDPHQWHLVROVWL]LJOLHTXLQR]LHLOWUDJLWWRHOOLWWLFRGHOOD
7HUUDQHOVLVWHPDGLULIHULPHQWRVRODUH&ROIRUPDOLVPRQHZWRQLDQRGHO
SUREOHPDJUDYLWD]LRQDOHDGXHFRUSLSXQWLIRUPLVLVRQRFDSLWHOHSHULR
GLFLWjGHOOHFRPHWHFDOFRORGLWHPSLOXQJKL$QFRUDSLGLIILFLOHqIDUH
DUULYDUHXQDDVWURQDYHQHOO¶LVWDQWHJLXVWRHQHOSRVWRJLXVWRVX0DUWH
FDOFRORVXXQDVFDODGHOWHPSRFRUWD4XHVWDqODSUHGLWWLYLWjGHOODWHRULD
GHOODJUDYLWD]LRQHQHZWRQLDQDFODVVLFDHELVRJQDGLUHFKHqPROWRVH
GXFHQWH 1HOOD JUDYLWD]LRQH QHZWRQLDQD O¶RJJHWWR FLz FKH GHILQLVFH
³O¶HVLVWHQWH´qLOSXQWRPDWHULDOH,OVLVWHPDVRODUHQRQqIDWWRGLSXQWL
PDWHULDOLHWXWWDYLDODWHRULDGL1HZWRQIXQ]LRQDRVVLDqXQDGHVFUL
]LRQHPROWREXRQD,OLPLWLGLTXHVWDWHRULDVDUDQQRFDSLWLPROWRWHPSR
 ;Prospettive 

GRSR1HZWRQ4XDQGRVLYDQHOPDFURVFRSLFRRFFRUUHXVDUHLOIRUPDOL
VPRVWDWLVWLFR1HOODWHUPRGLQDPLFDVLSDUODGLVLVWHPLIRUPDWLGDPRO
WLVVLPLFRPSRQHQWLFKHYHQJRQRUDSSUHVHQWDWLGDIXQ]LRQLGLVWDWRFKH
GLSHQGRQRGDWUHVROHYDULDELOLSUHVVLRQHGHQVLWjHWHPSHUDWXUD/DSUH
FLVLRQH GL TXHVWD UDSSUHVHQWD]LRQHq JUDQGH VH LO QXPHUR GHL FRPSR
QHQWLqJUDQGHSRLFKpO¶HUURUHRYYHURODIOXWWXD]LRQHVWDWLVWLFDYDFRPH
O¶LQYHUVRGHOODUDGLFHTXDGUDWDGHOQXPHURGLFRPSRQHQWL,QDOWUHSD
UROHQHOODUDSSUHVHQWD]LRQHVWDWLVWLFDO¶LQGLYLGXRHOHPHQWDUHFKHFRVWL
WXLVFHODFROOHWWLYLWjWHQGHDVFRPSDULUH/DIOXLGRGLQDPLFDqXQSDVVR
DYDQWLDOOHYDULDELOLGLVWDWRGHILQLWHORFDOPHQWHVLDJJLXQJHODYHORFLWj
FROOHWWLYDORFDOHHODGLQDPLFDqGHVFULWWDGDHTXD]LRQLGLFDPSRQRQ
OLQHDULSHUODVROX]LRQHIRUPDOHGHOOHTXDOLVLVDIDUHSRFKLVVLPR4XH
VWDqODFODVVHGHL³VLVWHPLGLVVLSDWLYLIRU]DWL´
&RVDVRQRLFRPSRQHQWL"3HUFDSLUORRFFRUUHODPHFFDQLFDTXDQWL
VWLFD LO IRUPDOLVPR DGDWWR D SDUODUH GL FLz FKH QRQ q SXQWLIRUPH /D
ULFHUFDGHO³SLFFRORPDFRPSRVWR´qO¶RJJHWWRGHOODILVLFDFRQWHPSRUD
QHD0DFRPHPDLVXOOHJUDQGLGLVWDQ]HDYHYDUDJLRQH1HZWRQ"4XHVWD
qODGRPDQGDGLPDVVLPDFRPSOHVVLWjFKHQRQKDULVSRVWDDVVLRPDWLFD
H FHUFKLDPR OD ULVSRVWD QHOOD FRVPRORJLD 1HOOR VFRQILQDWR FRQWHVWR
GHOODFRVPRORJLDVLDIIURQWDQRGXHFRVHLOGLYHQLUHGRYHQLHQWHqPDL
XJXDOHDFLzFKHF¶HUDSULPDHLOSHUPDQHUHRVVLDJOLHYHQWLGLVWUXWWXUH
UHODWLYDPHQWHVWDELOLOHVWHOOHHLVLVWHPLSODQHWDUL&RPHGRYHHTXDQGR
VLIRUPDQRHWHUPLQDQROHVWHOOHHLSLDQHWLFKHVRQRIDWWLHSHUVLVWRQR
LQYLUWGLXQPLVFXJOLRSURIRQGRGLPHFFDQLFD TXDQWLVWLFDH JUDYLWj
YXROGLUHFDSLUHODFRVPRORJLDRYYHURODJUDQGHVILGDGHOODILVLFDFRQ
WHPSRUDQHD
,QILVLFDODSUHYLVLRQHqULJRURVDTXDQGRVLKDODVROX]LRQHDQDOLWLFD
GLXQSUREOHPDEHQSRVWR(TXHVWRDYYLHQHUDUDPHQWH$LSULPLJUDGLQL
GL FRPSOLFD]LRQH VL GHYH JLj SDVVDUH DOOH VROX]LRQL QXPHULFKH 1HOOD
GLQDPLFDQHZWRQLDQDVLKDODVROX]LRQHDQDOLWLFDSHULOSUREOHPDDGXH
FRUSL1HOODPHFFDQLFDTXDQWLVWLFDQRQUHODWLYLVWLFDF¶qO¶DWRPRGLLGUR
JHQRGLQXRYRSUREOHPDDGXHFRUSL1HOODIRUPXOD]LRQHUHODWLYLVWLFD
DGDWWDDOORVWXGLRGHLQXFOHRQLFLIXODEUHYHLOOXVLRQHGHOIRUPDOLVPR
GHOODPDWULFH6DQDOLWLFDUDSLGDPHQWHVXSHUDWDGDO³PRGHOORVWDQGDUG´
GRYHQRQFLVRQRVROX]LRQLULJRURVHDQDOLWLFKH&LzFKHVRGGLVIDLOILVLFR
qODFRHUHQ]DGHOODFRVWUX]LRQHWHRULFDFLRqODUHVLVWHQ]DQHOFRQIURQWR
FRQO¶HVSHULPHQWR6HPEUDSRFRPDqWDQWLVVLPR
 /DPDSSDGHOGHQDUR

,QFRQFOXVLRQHODILVLFDULHVFHDSDUODUHGLSLDWWDIRUPHGLSHUPDQHQ]D
PDFURVFRSLFKHOHVWHOOHHLSLDQHWLQHOFRQWHVWRGHOGLYHQLUHFRVPROR
JLFRÊXQSDVVRHQRUPHULVSHWWRDOODILVLFDGHOO¶2WWRFHQWR(GqSURSULR
GD TXHVWR FRQFHWWR GL SHUPDQHQ]D FKH SDUWH LO FRQJLXQJLPHQWR IUD
PRQGRLQRUJDQLFRHYLWD

10.1.3. Biologia

/DELRORJLDqODFRVWUX]LRQHGHOO¶LQWHOOLJHQ]DXPDQDULYROWDDOODFRP
SUHQVLRQH GHO PRQGR RUJDQLFR /¶LQGLYLGXR q O¶RUJDQLVPR YLYHQWH ,O
VXRIXQ]LRQDPHQWRQRQq³GHWHUPLQLVWLFR´PD³ILQDOLVWLFR´,OULGX]LR
QLVPRYXROHLQGLYLGXDUHJOLHOHPHQWLXOWLPLGHOO¶RUJDQLVPRYLYHQWH(
ILQTXLYDEHQH0DULFRQGXUUHULGXUUHODFRPSUHQVLRQHGHOO¶LQGLYLGXR
YLYHQWHDOOHOHJJLGHOODGLQDPLFDGLDWRPLRPROHFROHqLPSRVVLELOH/H
OHJJL GHOOD ELRORJLD VL ULIHULVFRQR D XQ LQGLYLGXR FKH QDVFH YLYH H
PXRUH$OSRVWRGLVROX]LRQLDQDOLWLFKHRQXPHULFKHGLHTXD]LRQLGHO
PRWRGRYUHPPRFHUFDUHODGHILQL]LRQHGLRUJDQLVPRSHUIHWWRFKHGHIL
QLVFHODYLWDLQGLYLGXDOH/DSULPDFRVDFKHVLGRYUHEEHFDSLUHqODGX
UDWDWHPSRUDOHGHOO¶LQGLYLGXRRUJDQLFR(VLVWRQROHJJLDOORPHWULFKHFKH
OHJDQR OD SRWHQ]D GL LUUDJJLDPHQWR H OD GXUDWD GHOOH VWHOOH DOOD ORUR
PDVVD 4XHVWH OHJJL HVSULPRQR XQD SURSULHWj GL DQDORJLD LQRUJDQLFD
(VLVWRQRDQFKHOHJJLDOORPHWULFKHFKHOHJDQRLOPHWDEROLVPRHODGX
UDWDGHJOLLQGLYLGXLRUJDQLFLDOODORURPDVVD4XHVWHSURSULHWjGLDQD
ORJLDVRQRXQSULPRSDVVR0DSRLFDSLUHOHDUWLFROD]LRQLGHOIXQ]LRQD
PHQWRO¶LPSHUIH]LRQHILVLRORJLFDRLQWHOOHWWXDOHGHOO¶LQGLYLGXRRUJD
QLFRqLPSUHVDGLIILFLOLVVLPD4XDQGRVLSDVVDGDOORVWXGLRGHOO¶LQGLYL
GXRDOORVWXGLRGHOODFROOHWWLYLWjLQFRQWULDPRGLIILFROWjQXRYHSHUFKpHQ
WUDLQJLRFRODFRPSRQHQWHGLQDPLFDGLDUELWULR&RPHVLSXzLQWURGXUUH
TXHVWD SURSULHWj QHOOR VWXGLR GHOOD GLQDPLFD FROOHWWLYD" ,O SUREOHPD
GHOODUHOD]LRQHIUDLQGLYLGXRHFROOHWWLYLWjLQILVLFDHLQELRORJLDSXz
HVVHUHULDVVXQWRLQTXHVWDWDEHOODFKHVLQWHWL]]DOXQJKLGLVFRUVLIRUPDOL
/RVWXGLRGHOODGLQDPLFDFROOHWWLYDILQDOLVWLFDQRQqHVSULPLELOHLQOLQ
JXDJJLRIRUPDOHPDWHPDWLFR7XWWDYLDSHUO¶LQVLHPHGLWXWWHOHVSHFLH
YLYHQWLRVVHUYLDPRIHQRPHQRORJLFDPHQWHFKHRSHUDXQDGLQDPLFDIL
QDOLVWLFDHYROXWLYD
 


6(5725,2/H5(1'$(Orbite (e vita nell’Universo)op. cit.
 ;Prospettive 

7DEHOOD,VLVWHPLGLQDPLFL
6,67(0,'(7(50,1,67,&, 6,67(0,),1$/,67,&,
$XWRQRPLHTXD]LRQLGHOPRWRGL1HZWRQGL 0HWDEROLVPRGLLQGLYLGXRGHILQLVFHILQDOL
6FKURHGLQJHUFRQVHUYDWLYH VPR
)RU]DWLFRUUHQWHHOHWWULFDGDWDOHHTXD]LRQL
/DYRURHVWHUQRGHILQLVFHDUELWULR
GL0D[ZHOOFRQVHUYDWLYH
$XWRFRQVLVWHQWLLOWHUPLQHIRU]DQWHGLSHQGH
'LQDPLFDFROOHWWLYDFRQFHWWRGLDXWRFRQVL
GDOFDPSRLQFRJQLWRODIOXLGRGLQDPLFDGHO
VWHQ]DILQDOLVWLFD
FOLPDHTXD]LRQLGLVVLSDWLYH

/¶LQGLYLGXRVDSUHYHGHUHLOIXWXURRUJDQLFR"6HqGLIILFLOHSDUODUHGL
IXWXURGHOOHVWHOOHDQFRUDSLGLIILFLOHqSDUODUHGLIXWXURGHOODYLWD6L
YHGRQRHVHPSLQHLTXDOLO¶LQGLYLGXRSRVVLHGHXQDVWUDWHJLDGLFRPSRU
WDPHQWRXWLOHRIDYRUHYROHREHQHILFD1HOODGLQDPLFDGLJUXSSRHVLVWH
XQLQWHUVFDPELRGLLQIRUPD]LRQHFKHVLPDQLIHVWDSHUHVHPSLRQHOOHPL
JUD]LRQLQHOODFDFFLDQHOODGLIHVD6LWUDWWD GL VFDOH GHOWHPSR EUHYL
6XOODVFDODGHOWHPSROXQJDHQWUDLQJLRFR LO ILQDOLVPR GHOOD ELRVIHUD
WRWDOHÊO¶LQWHOOLJHQ]DGHOODELRVIHUDFKHDJLVFHFROILQHGLHVLVWHUHLQ
PRGRDXWRFRQVLVWHQWHFRQOHFRQGL]LRQLFRVPRORJLFKH*OLVWXGLUHFHQWL
VXOOD GLQDPLFD GHO 6ROH PRVWUDQR FKH O¶LQWHUD]LRQH 6ROH7HUUD QRQ q
VHPSOLFHPHQWHULGXFLELOHDOO¶HPLVVLRQHVRODUHGHOORVSHWWURGL3ODQFND
 NHOYLQ (VLVWRQR IOXWWXD]LRQL GHOOD GLQDPLFD VRODUH FKH FRLQYRO
JRQROD7HUUDLQPRGLFRPSOLFDWLVVLPL$FLzVLDJJLXQJRQRLIOXVVLGL
SDUWLFHOOHGLRULJLQHJDODWWLFD/DYLWDVXOOD7HUUDqXQHYHQWRORFDOL]]DWR
QHO VLVWHPD GL ULIHULPHQWR FRVPRORJLFR /D SHUFH]LRQH GL TXHVWD LP
PHQVLWjqODSLJUDQGHFRQVROD]LRQHSHUO¶XRPRSHQVDQWH


/DSUHYLVLRQHULIHULWDDOODVSHFLHXPDQD

3RVVLDPRGLUHFKHRJQLVSHFLHKDXQOLQJXDJJLRFKHRSHUDDOO¶LQWHUQR
GHOOD FROOHWWLYLWj H QHOO¶LQWHUD]LRQH FRQ O¶DPELHQWH HVWHUQR Ê XQ OLQ
JXDJJLRQRQHVSUHVVRIRUPDOPHQWH/RVWXGLRGHOODJHQHWLFDGHOOHVSH
FLHVWDIDFHQGRSURJUHVVLDIIDVFLQDQWL
3HUO¶XRPRF¶qXQDIRQGDPHQWDOHGLIIHUHQ]DODSUHVHQ]DGHOODPRO
WHSOLFLWjGLOLQJXDJJLIRUPDOL4XHVWDPROWHSOLFLWjGLOLQJXDJJLqOHJDWD
DOODPROWHSOLFLWjGHOOHSURWHVLWHFQRORJLFKH'XQTXHO¶XRPRGHYHFDSLUH
HDGDWWDUVLDOO¶HFRVIHUDQRQVRORPDDQFKHDLSURSULDUWHIDWWL4XHVWR

$17218&&,(Il Sole,O0XOLQR%RORJQD
 /DPDSSDGHOGHQDUR

PL[GLLQSXWHULVSRVWHqHVWUHPDPHQWHFRPSOHVVRHVLDPREHQORQWDQL
GDOFDSLUOR/DPROWHSOLFLWjGHLOLQJXDJJLHGHOOHDELOLWjGHOOHSURWHVLGL
YHUVLILFDQWLFUHDGHOOHGLVJLXQ]LRQLQHOODUHWHFRQRVFLWLYDFKHIRUPDOD
PDSSDGHOFRPSRUWDPHQWRGHOODVSHFLHXPDQD/¶XRPRKDDYXWRLOEL
VRJQRGLHODERUDUHGHOOHPDSSHVHPSOLILFDWULFLGRWDWHGLYDOLGLWjJHQH
UDOH$EELDPRYLVWRFKHOHSLLPSRUWDQWLVRQRODOHJJHGHOORVWDWROD
UHOLJLRQH O¶HFRQRPLD 6RSUD TXHVWR WULDQJROR GL ULIHULPHQWR VWD OD
VFLHQ]D FKH QRQ q GRJPDWLFD PD SHUHQQHPHQWH SURFHGHQWH FRPH KD
VSLHJDWR*DOLOHR*DOLOHL$OSURFHGHUHGHOODVFLHQ]DVLDOODFFLDODWHFQR
ORJLDFKHVLSXzFKLDPDUHO¶LQWHUIDFFLDGHOVDSHUHFRQO¶DUELWULRÊIRUVH
YHURFKHODOHJJHODUHOLJLRQHO¶HFRQRPLDKDQQRSRWXWRRVDSXWRJXL
GDUHLSDVVLGHOO¶XRPRWHFQRORJLFRHYLWDQGRJXHUUHVFLDJXUDWH"1R$O
WHUQDWLYDPHQWHYRJOLDPRGLUHFKHJXHUUHVFLDJXUDWHVRQRVWDWHJXLGDWH
GDOODORJLFDGHOODOHJJHGHOODUHOLJLRQHGHOO¶HFRQRPLD"1R'REELDPR
FRQFOXGHUHFKHODWHFQRORJLDFROVXRFRQWLQXRSURFHGHUHFRPHLQWHU
IDFFLDIUDVDSHUHHDUELWULRqXQLQSXWLPSUHYHGLELOHQHOODGLQDPLFDGHOOD
VSHFLHXPDQD
/RVWXGLRGHOO¶LQSXWWHFQRORJLFRQRQIDSDUWHGHOOHGLVFLSOLQHILORVR
ILFKHSHUFKpODWHFQRORJLDFKHqVHPSUHHVLVWLWDQHOODVWRULDGHOO¶XRPR
q VWDWD SHUFHSLWD SHU PROWLVHFROL FRPH JHQHULFR SURGRWWR GHOO¶LQWHOOL
JHQ]DXPDQDFKHFRQWULEXLVFHDOFRQFHWWRXPDQLVWLFRGLSURJUHVVRFKH
DVXDYROWDqOHJDWRDEHQHVVHUHHFXOWXUD(FFROjORQWDQRLVHOYDJJL
FKHQRQKDQQRDELWD]LRQLDFFRJOLHQWLPRQLOLVRILVWLFDWLDELWLIDQWDVLRVL
FRQIRUWLPXVLFDOLHSLWWRULFLLSURGRWWLGLDUWLVWLEHQSURWHWWLGDDXWRULWj
LOOXPLQDWH H VWDELOL L WUH YHUWLFL GHO WULDQJROR DSSXQWR ,O FRQFHWWR GL
SURJUHVVRXPDQRHVSUHVVRLQTXHVWRPRGRqYDOLGRFRQSLFFROHYDULD
]LRQLDOWHPSRGL$XJXVWRFRPHDOWHPSRGL/XLJL;,9/¶LQSXWGHOOD
WHFQRORJLDLQFRPLQFLDDHVVHUHLPSRUWDQWHLQXQFHUWRPRPHQWRVWRULFR
FKH SXz HVVHUH LQGLYLGXDWR DOOD ILQH GHO 6HWWHFHQWR H GLYHQWD YLVWRVR
QHOO¶2WWRFHQWRHQHO1RYHFHQWR
/HRSDUGLH*RHWKHVWXGLDQRODILVLFDDQ]LVRQRIUDLSULPLDLQFRUSR
UDUHQHOODORURYLVLRQHGHOPRQGRLQXRYLRUL]]RQWLGHOODULFHUFDVFLHQWL
ILFDO¶RWWLFDHODFKLPLFD*RHWKHHODFRVPRORJLD/HRSDUGL0DSDU
ODQRGHOODWHFQRORJLDFRQXQFHUWRGLVSUH]]RFRPHGLFRVDFKHGHYLD
O¶XRPRGDXQDYLVLRQHGHOOD1DWXUDHOHYDWD8QVHFRORGRSR*RHWKHH
/HRSDUGL O¶XRPR WHFQRORJLFR HQWUD QHOOD 6HFRQGD JXHUUD PRQGLDOH
JXHUUDGLPDFFKLQHHPRWRUL'LHFLDQQLGRSRODILQHGHOODJXHUUDQD
VFRQRLFRPSXWHUGLYRQ1HXPDQQHGDOuLQSRLLOYLYHUHHO¶HVSULPHUVL
 ;Prospettive 

GHOO¶XRPRFDPELD4XDOHVWRULFRILORVRIRVRFLRORJRGHOO¶2WWRFHQWRSR
WHYDSUHYHGHUHTXHVWHPRUIRORJLHVRFLDOL"
/D FRQFH]LRQH GHOOD SUHYHGLELOLWj QHO YLYHUH XPDQR JLXQJH D QRL
GDOODVDJJH]]DDQWLFDLQYDULPRGL&RQVLGHULDPRLOSHQVLHURGL2PHUR
/¶IliadeqODPHGLWD]LRQHVXOODJXHUUDVRWWRIRUPDGLUDFFRQWRFURQDFD
'XH JUXSSL *UHFLD H 7URLD HURL H GLYLQLWj SDVVLRQL H DVWX]LH FKH VL
FRQIURQWDQRÊGLQDPLFDLQWHUDWWLYDGLGXHFROOHWWLYLWjPDWXUHHYROXWH
/DYLWWRULDRWWHQXWDHQWUDQGRQHOOHPXUDGL7URLDFROFDYDOORGLOHJQRq
XQIUXWWRGHOO¶DVWX]LDXPDQDQRQGLXQDVXSHULRUHWHFQRORJLDPLOLWDUH
ERPEDUGLHUD2JJLYHGLDPRFROOLVLRQLEHOOLFKHVSURSRU]LRQDWHEDUEDUH
H LUUD]LRQDOL /¶2GLVVHD q OD PHGLWD]LRQH VXO WHPSR H VXOOD YDVWLWj
GHOO¶HFRVIHUDVXFRVDYRJOLDGLUHLOULWRUQRSHUFKpXQULWRUQRF¶q1RQ
qIDFLOHPDqIRQGDPHQWDOHQHOODFRQFH]LRQHGL2PHURFKH³ULWRUQR´FL
VLDÊODIHGHQHOODSHUPDQHQ]DGHOODYLWDHGHOVXRULFRQRVFLPHQWRQHO
SHQVLHUR
/DQDVFLWDODPDWXULWjHODILQHGHOO¶,PSHUR5RPDQRqVWDWDRJJHWWR
GLVWXGLRGDOWHPSRGHLILORVRILDQWLFKLILQRDOSUHVHQWHÊXQULIHULPHQWR
ORJLFRSHUO¶DYYHQWXUDGHOSHQVLHURXPDQR,OOLEURLa fine del mondo
anticoGL6DQWR0D]]DULQRGjXQDVLQWHVLDIIDVFLQDQWHGHOODYDVWLVVLPD
OHWWHUDWXUDGHGLFDWDDOPRQGRFODVVLFRODFXLFXOWXUDqSHUFRODWDILQRDO
QRVWURSUHVHQWH/DVWRULDGHOO¶,PSHUR5RPDQRqVWRULDGLXQDGLQDPLFD
RUJDQLFD/D5RPDDQWLFDGHILQLWDQHOEDFLQRPHGLWHUUDQHRLQFXLHVL
VWHqO¶RUJDQLVPRSHUIHWWRHFRPHWDOHQDVFHYLYHHPXRUHODVFLDQGR
WUDFFLDGLVp&RQFHWWRFDSLWRLQIRUPHHYRFLGLYHUVHGDLILORVRILDQWLFKL
HPRGHUQL/DGXUDWDGHOO¶,PSHUR5RPDQRIXFHUFDWDLQWHUPLQLGLPXO
WLSOLGHOO¶XQLWjGLWHPSRGLXQDJHQHUD]LRQHXPDQDOHGHFLVLRQLGLXQ
LPSHUDWRUH OH VXH SHUFH]LRQL GHOOD VDOXWH GHOO¶RUJDQLVPR FROOHWWLYR ,
SHQVDWRUL FODVVLFL KDQQR GLVFXVVR OD GLDOHWWLFD ³FDXVH HVWHUQH ± FDXVH
LQWHUQH´QHOODHYROX]LRQHGLXQDFROOHWWLYLWj(QWUDPEHOHFDXVHHUDQR
ULFHUFDWHLQWHUPLQLQDWXUDOLFRVDVDJJLDHJLXVWDSHUFKpOHSURWHVLWHF
QRORJLFKHLQTXHLWHPSLQRQHUDQRULOHYDQWLQHOO¶DQDOLVL)UDOHFDXVH
HVWHUQHF¶HUDORVIUXWWDPHQWRSLRPHQRLQWHOOLJHQWHGHOOHULVRUVHELR
ORJLFKH 2SSXUH O¶LQWHUD]LRQH FRQ SRSROL JHRJUDILFDPHQWH HVWHUQL FRL
TXDOLVLLQWHUDJLVFHLQPRGLSLRPHQRDPLFKHYROLRRVWLOL)UDOHFDXVH
LQWHUQHF¶HUDSHUHVHPSLRO¶HIILFLHQ]DGHOODGLQDPLFDJHUDUFKLFDHOD
FDSDFLWjGLLQQRYD]LRQH
6H YRJOLDPR SDVVDUH DOO¶DQDOLVL GHOOD SUHYHGLELOLWj GHOO¶RUJDQLVPR
FROOHWWLYR RJJL GREELDPR ULYHGHUH TXHVWL FRQFHWWL H ULIRUPXODUOL QHOOH
FRQGL]LRQLGHOODGLQDPLFDJOREDOHSUHVHQWH,OFRQFHWWRGLHVWHUQRqGD
 /DPDSSDGHOGHQDUR

ULYHGHUH(VWHUQRQRQqSL7URLDHLOULWRUQRQRQqSL,WDFD(VWHUQRq
ORVSD]LRFRVPLFRHULWRUQRqWXWWRLOSLDQHWD7HUUD


&DSLYDQR"

/DPHPRULDGHOOD6HFRQGDJXHUUDPRQGLDOHDUULYDDOSUHVHQWHSHUGXH
FDQDOLLQWUHFFLDWLLOSULPRqODFRPSUHQVLRQHLQGLYLGXDOHVRJJHWWLYDFKH
VLWUDPDQGDFROFRPSRUWDPHQWRFKHILOWUDQHOODYLWDGHLILJOLHGHLQLSRWL
GLFRORURFKHPRULURQRRVRSUDYYLVVHURLOVHFRQGRqODFRPSUHQVLRQH
IRUPDOH FKH VL WUDPDQGD FRQ JOL VWUXPHQWL FRQRVFLWLYL FROOHWWLYL SHU
HVHPSLR FRQ OH QXRYH FRVWLWX]LRQL SRVW EHOOLFKH R OH QXRYH VWUXWWXUH
HFRQRPLFKHHSRLLOLEULGLVWRULDYHULHSURSUL,QILQHF¶qXQ¶DOWUDFKLDYH
GLOHWWXUDLPSRUWDQWLVVLPDODGHIRUPD]LRQHGHOOD PRUIRORJLDWHFQROR
JLFDFKHLQJHQHUDOHOHJXHUUHLPSRQJRQRVXOODYLWDGHOOHJHQHUD]LRQL
FKHVHJXLUDQQRHFKHOD6HFRQGDJXHUUDPRQGLDOHKDLPSRVWRLQPD
QLHUDPDFURVFRSLFD
,QWXWWLTXHVWLPRGLGLSHQVDUHVLFHUFDXQDULVSRVWDDTXHVWDRUUHQGD
GRPDQGDJOLXRPLQLFKHLQTXHJOLDQQLSHUILVVDUHOHLGHHGDODO
DYHYDQRUXROLGLSRWHUHLQ*HUPDQLDHLQ,WDOLDDYHYDQRFDSDFLWj
SUHGLWWLYD"&DSLYDQRFRVDOLFLUFRQGDYDTXDOLSRWHVVHURHVVHUHOHFRQ
VHJXHQ]HGHOOHORURD]LRQL"3RWHUHVLJQLILFDYDFDSDFLWjGLFRQWUROORVX
JUXSSLDORURYROWDSRUWDWRULGLSRWHUHVXGLYHUVHVFDOHHVHWWRULFDSDFLWj
GLVHGX]LRQHVXOODIROODFRQWUROORGHOO¶LQIRUPD]LRQHFRQWUROORGHOGH
QDURSHUYLHGLUHWWHHLQGLUHWWHDFFHVVRDOODJXLGDGLVWUDWHJLHWHFQRORJL
FKHHDQFKHFDSDFLWjSHUVRQDOLGLSUHYDULFD]LRQH'DOSRWHUHVHJXLYDOD
FDSDFLWj GL LQGLYLGXDUH H SLORWDUH GHFLVLRQL H VFHOWH 6L LQGLUL]]DYDQR
YHUVRODJXHUUD/DJXHUUDLPSOLFDGXHRSLFRQWHQGHQWLWXWWLLQGLYLGXL
SUHPLQHQWLHSULYLOHJLDWLWDOLGDSRVVHGHUHLOFRPDQGR&RPDQGRHSUH
YDULFD]LRQHVRQRHVHUFLWDWLVHPSUHPDJXHUUDYXROGLUHXQDFRQGL]LRQH
LQFXLWDOLIHQRPHQLDYYHQJRQRVXXQDVFDODGHOWHPSRFRUWD6XOODVFDOD
GHOWHPSRQRUPDOHJOLHVLWLGHOODGLQDPLFDDYYHQJRQRVXOULWPRGLDO
PHQRGXHJHQHUD]LRQLHJOLHYHQWLGLVXFFHVVRRLQVXFFHVVRVLVSDOPDQR
QHOWHPSRDOORQWDQDQGRLOJLXGL]LRVXOODUHVSRQVDELOLWjSHUVRQDOH0D
VHF¶qJXHUUDO¶HVLWRFRPSDUHLQSRFKLDQQLHLPSOLFDLPPHGLDWDPHQWH
O¶RSHUDWRGHJOLDWWRUL4XLQGLODGRPDQGD³FDSLYDQR"´qFUXFLDOH(E
EHQHXRPLQLFRQVLGHUDWLJHQLDOLDUULYDQRLQGXHRWUHDQQLDOO¶HVLWRQRQ
VRORGHOODVFRQILWWDHPRUWHGLPLOLRQLGLFRQFLWWDGLQLSDUWHFLSDQWLSDV
 ;Prospettive 

VLYLPDDOODSURSULDPRUWHYLROHQWDSHUVXLFLGLRRLPSLFFDJLRQHRIXFL
OD]LRQH&HUWRQRQHUDTXHVWRFLzFKHYROHYDQR&¶qPDJDULGDPHWWHUH
LQFRQWRO¶HEEUH]]DGHOULVFKLRFRQQHVVRDOODYLVLRQHGLLPPHQVDJORULD
IXWXUD4XHVWRYDOHSHUOHLPSUHVHGHOVLQJRORLOGXHOOROHVILGHPRUWDOL
PDEHQGLYHUVRqLOULVFKLRFKHLPSOLFDLQWHUHQD]LRQLOHLPSUHVHVYL
OXSSDWHVXXQGRPLQLRGLFRLQYROJLPHQWRFROOHWWLYR(DQFKHQHOGRPL
QLRGHOODVILGDFROOHWWLYDF¶qXQHQRUPHVDOWRTXDQWLWDWLYRIUD1DSROHRQH
VFRQILWWRD:DWHUORRHUHOHJDWRQHOO¶LVROHWWDGL6DQW¶(OHQDILQRDOODVXD
PRUWHHO¶LQWHUDFODVVHGRPLQDQWHQD]LVWDHOLPLQDWD1HOOHJXHUUHF¶qXQ
DYYHUVDULRFKHKDHTXLYDOHQWLSRWHULHSURSHQVLRQHSHULULVFKLPDFKH
ULVXOWDYLQFLWRUH(ODYLWWRULDQRQVLRWWLHQHFRQOHEXRQHLQWHQ]LRQLPD
FRQXQDPDJJLRUHFDSDFLWjGLRIIHVD$OORUDIUDLGXHFRQWHQGHQWLLOYLQ
FLWRUH q TXHOOR FKHDYHYD SUHYLVWRPHJOLR" 3UHYHGHUH PHJOLR LPSOLFD
DUPDUVLPHJOLR)RUVHVu6HLPLVVLOLGLYRQ%UDXQIRVVHURVWDWLJXLGD
ELOLH/RQGUDUDVDDOVXRORFRPHVDUHEEHDQGDWDODVWRULD"0DQRQIX
FRVu,OFRQWUROORGHOODWUDLHWWRULDGLXQPLVVLOHLPSOLFDO¶RSHUD]LRQHGL
VSLQWHFRUUHWWLYHFDOFRODWHLQLQWHUYDOOLGLWHPSREUHYLVVLPLFKHVRORL
FDOFRODWRULGLJLWDOLVDQQRIDUH(WDOLVWUXPHQWLQRQHVLVWHYDQRQHO
$QFKHLQ,WDOLDPROWLXRPLQLSRWHQWLFRQWDYDQRVXOODYLWWRULDPLOL
WDUH&HUWRTXDOFXQRFDSLYD(QULFR)HUPLQHJOLXOWLPLJLRUQLGHOGL
FHPEUHVLWUDVIHULVFHLQ86$HODFRQWLQXD]LRQHSDVVDGDOO¶DOWUD
SDUWH3HUFKpF¶qXQD³DOWUDSDUWH´
3HUSUHYHGHUHRFFRUUHDYHUHLQIRUPD]LRQLFKHVRORLOSRWHUHSXzGDUH
(FFRSHUFKpODVXSHUILFLHGHOOD7HUUDqFRVWHOODWDGLEDVLPLOLWDULWHUUH
VWULDHUHHQDYDOLGLQDVFRQGLJOLSHUERPEHQXFOHDULHPLVVLOL'LQXRYR
TXHVWDPDSSDqQRWDDSRFKLXRPLQLHODGRPDQGDVLULSURSRQHFDSL
VFRQR"(VHVEDJOLDQRGRYHVDUjO¶DOWUDSDUWH"
/DILQHVDQJXLQRVDGHOODpOLWHQD]LIDVFLVWDFLKDSHUPHVVRGLYHGHUH
FKLqVWDWRLOYLQFLWRUHPDQRQFLKDLQVHJQDWRDFDSLUHFRPHVLSXzSHQ
VDUHPHJOLRHSUHYHGHUHPHJOLR


/DPDSSDGHOODJOREDOL]]D]LRQH

1HOODVWRULDGHOSLDQHWD7HUUDVLRVVHUYDQRGHOOHHUHGLQDPLFKHGLVWLQ
JXLELOLVHFRQGRFULWHULFKHSRVVLDPRULFDYDUHGDOORVWXGLRGHLUHVWLLQRU
JDQLFLGLWDOHHUDLVHGLPHQWLIRVVLOLFKHVRQRGDWDELOL/DILQHGLXQ¶HUD
QRQqODILQHGHOODGLQDPLFDGHOODVXSHUILFLHWHUUHVWHPDqODWUDQVL]LRQH
 /DPDSSDGHOGHQDUR

DXQDQXRYDHUD&HUFDQGRXQDDQDORJLDFRQTXHVWLVWXGLSRWUHPPRGH
QRPLQDUH OD ILQH GHO PRQGR DQWLFR LQ PRGR GLYHUVR FLRq WUDQVL]LRQH
GDOODGLQDPLFDGHOPRQGRDQWLFRDOODVXFFHVVLYDGLQDPLFD,OSUREOHPD
DOORUDVLVSRVWDFLSRVVLDPRFKLHGHUHVHKDVHQVRSDUODUHGLSHUPDQHQ]D
GHOODVSHFLHXPDQDOXQJRLOWHPSR GL PROWH HUH ( SRL FL VDUj OD ILQH
GHOOHPROWHHUH&¶qTXDOFRVDGLVLPLOHXQDVHJPHQWD]LRQHWHPSRUDOH
SHU OH DOWUH VSHFLH YLYHQWL" /¶XRPR FRPSDUH DSSURVVLPDWLYDPHQWH
QHOO¶XOWLPRPLOOHVLPRGHOODYLWDGHOODELRVIHUDHTXLLOFRQFHWWRGLWHPSR
qTXHOORGHOODILVLFDQRQTXHOORGHOOD%LEELD6LDPRDOO¶LQL]LRDPHWj
DOODILQHGLTXHVWDSHUPDQHQ]D"
7XWWHOHVSHFLHYLYHQWLVRQRORFDOL]]DWH LQ QLFFKLH GLQDPLFKHVROR
O¶XRPRUHFHQWHPHQWHqGLYHQWDWRJOREDOHÊIDFLOHGLUHFKHGRSR&UL
VWRIRUR&RORPERLOPDSSDPRQGRqVIHULFRHQRQSLSLDWWRSHUzODQR
VWUDORJLFDJLRUQDOLHUDFRQWLQXDDHVVHUHGHOWLSRTXLqYLFLQRHODJJLq
ORQWDQRFLVRQRUHWLGLYHUVHSHUFXLLRWUDIILFRGHORFDOL]]DQGRHIDFFLR
IRUWXQDÊODORJLFDGHOOHPD[LQDYLHGHLPD[LWUHQL&RVuUDJLRQDQGR
LOSDVVRVXFFHVVLYRqTXHOORGHOODPD[LQDYHFKHWRUQDFDULFDDOSRUWRGL
SDUWHQ]DGRSRDYHUFLUFXPQDYLJDWRWXWWDOD7HUUDHGHOPD[LWUHQRFKH
VLPLOPHQWHWRUQDDFDVD/DGLQDPLFDLQWHUQDQHOIXWXURFRLQYROJHWXWWD
OD7HUUD(ODGLQDPLFDHVWHUQD"(VWHUQRDOODFROOHWWLYLWjXPDQDF¶qOD
ELRVIHUDSRLO¶HQHUJLDHVWUDWWDGDOOHULVRUVHIRVVLOLHLQILQHLOIOXVVRGL
IRWRQLSURYHQLHQWHGDO6ROH3HUTXDQWRULJXDUGDLOIOXVVRGLIRWRQLHVVR
SRWUHEEHHVVHUHFDSWDWRGDOODGLQDPLFDWHFQRORJLFDHQHUJLYRUDLQPRGR
LQVLSLHQWHFLRqSHUWXUEDQGRLOFLFORGHOFOLPD3HUTXDQWRULJXDUGDO¶LQ
WHUD]LRQHFRQODELRVIHUDODWHFQRORJLDGLDFFHVVRqODJHQHWLFDHLOPRGR
LQVLSLHQWHqTXHOORGLSHUWXUEDUHLOFLFORGHOODELRVIHUD,QILQHF¶qO¶HQHU
JLDGDVRUJHQWHIRVVLOHQXFOHDUHFKHUHVWDFRPHSRWHUHPLOLWDUHLPSR
QHQWHQHOSUHVHQWHHQHOIXWXUR/¶LQWHUIDFFLDIUDO¶XRPRHODGLQDPLFD
HVWHUQDqGLSHQGHQWHGDOODWHFQRORJLDTXHOODFRVDFKHFRPHDEELDPR
GHWWR q O¶LQSXW LPSUHYHGLELOH 4XHVWR YXRO GLUH SUHYLVLRQH ]HUR" 1R
SHUFKpODUHOD]LRQHIUDWHFQRORJLDHVFLHQ]DFRQWLHQHGDXQDSDUWHO¶XVR
FLHFRFKHO¶XRPRIDGHOOHLQQRYD]LRQLWHFQRORJLFKHPDGDOO¶DOWUDO¶DS
SURIRQGLPHQWRGHOODFRQRVFHQ]DGHOOD1DWXUDFKHSXzDJLUHDOO¶RSSRVWR
FRPHLQSXWGLVDJJH]]D$SDWWRFKHODFRQRVFHQ]DVFLHQWLILFDVLDUHFH
SLWDGDOODYLWDVRFLDOH&LVRQRXRPLQLVFLRFFKLHXRPLQLVDJJLFKHFDP
PLQDQRYHUVRLOIXWXUR)RUVHPROWLVFLRFFKLHSRFKLVDJJLqFUXFLDOH
YHGHUHVHF¶qXQPL[RWWLPDOHSHUJXLGDUHODVSHFLHXPDQDQHOODWUDQVL
]LRQHYHUVRODFRQWLQXD]LRQHGHOODYLWD

 ;Prospettive 

 /D JXLGD LQWXLWLYD LQGLYLGXDOH OD SUHYLVLRQH FROOHWWLYD H OD


VFLHQ]D

$EELDPRYLVWRFKHODSUHYLVLRQHULJRURVDHVLVWHVRORLQILVLFDQHOPRWR
SHULRGLFR
3RLHVLVWHODSUHYLVLRQHDSSURVVLPDWDQHOPRWRFLFOLFRHJOLHVHPSL
GLFLFORVRQRLOIXQ]LRQDPHQWRGHOFOLPDHLOIXQ]LRQDPHQWRGHOODELR
VIHUD*OLDQLPDOLVDQQRSUHYHGHUHDSSXQWRFRQIURQWDQGRXQDVLWXD]LRQH
RVVHUYDWDFRQTXHOODDWWHVDQHOODGLQDPLFDFLFOLFDFKHSXzHVVHUHDS
SUHVDRHUHGLWDWDJHQHWLFDPHQWH$QFKHO¶XRPRVDSUHYHGHUHLQTXHVWR
PRGRQDWXUDOH
8QDFRPPLVWLRQHDUWHIDWWDGLGHWHUPLQLVPRHFDVRqQRWDGDWDQWR
WHPSRQHLJLRFKL3HUHVHPSLRQHOSRNHUFLVRQROHUHJROHEHQGHILQLWH
SHULOYDORUHGHOOHFDUWHSRLHQWUDLOFDVRQHOODGLVWULEX]LRQHGHOOHFDUWH
IUDLJLRFDWRULHLQROWUHO¶DUELWULRQHOOHPRVVH,OFDOFRORSUREDELOLVWLFR
FHUFDGLGDUHXQDVWLPDGHOOHGLVWULEX]LRQL,OJLRFRqQRLRVLVVLPRHGL
YHQWDXQSR¶HFFLWDQWHEDUDQGR&¶qXQDQRWHYROHDQDORJLDIUDLOSRNHU
HODGLQDPLFDILQDQ]LDULD
1HOSDUDJUDIRCapivano?DEELDPRUDFFRQWDWRODYLFHQGDGHOFDSLUH
GHOJXHUULHURSLIRUWH3UHYHGHUHYXROGLUHHVVHUHSLIRUWH9HURPD
TXHVWDqODSUHYLVLRQHGLQDWXUDVWDWLVWLFDqLOSUHYHGHUHGHOO¶DOWDILQDQ]D
GHOWHPSRSUHVHQWH2VVHUYLDPRFKHODSUHYLVLRQHVWDWLVWLFDILQDQ]LDULD
YDOHVHPSUHPDqUR]]LVVLPDSLSUHFLVDPHQWHQRQFRQWLHQHQHOODSUR
SULDGLQDPLFDXQDVFDODGHOWHPSRHWDQWRPHQRSHUGHILQL]LRQHXQD
YLVLRQHPRUIRORJLFDÊSXUDPHQWHQXPHULFD(GXQTXHFRQWDOHVHP
SOLFLWjGLSUHYLVLRQHFKLKDODSRVVLELOLWjGLPXRYHUHLOGHQDURSXzRWWH
QHUHPROWLVVLPR4XDQGR+LWOHUQHOEXQNHUVLVSDUDYDODULYROWHOODWDLO
PD[LEDQFKLHUHVHGXWRORQWDQRFKLVVjGRYHVLFRPSLDFHYDGHOODSUR
SULDVLFXUDFHUWH]]D6HqTXHVWRFLzFKHFLLQWHUHVVDLOGLVFRUVRVXOIX
WXURILQLVFHTXL
3HUTXDQWRULJXDUGDODFROOHWWLYLWjODFDSDFLWjGLSUHYLVLRQHWHQGHD
]HUR0DVLSXzSDUODUHGLLQGL]LXQSR¶FRPHIDFHYDQRLQDYLJDQWLDO
WHPSRGL&ULVWRIRUR&RORPERYDOXWD]LRQHDSSURVVLPDWDGHOOHFRUUHQWL
PDULQHHGHROLFKHPRUIRORJLHGLQXYROHHWHPSHVWHHFF3RLVLSXzFHU
FDUHGLGLVFXWHUHDOPHQRLQJHQHUDOHOHYDULDELOLGLVWDWROHFRRUGLQDWH
QHOORVSD]LRDPROWHGLPHQVLRQLLQFXLHVLVWHODGLQDPLFDXPDQD
3DUWLDPRGDOODULFHUFDGHOODIHOLFLWj3HUHYLWDUHGLFRQWLQXDUHLOGL
VFRUVRDOQRVWURIXWXURLQFRQWURLQSDUDGLVRXVLDPRODGHILQL]LRQH³SRV
 /DPDSSDGHOGHQDUR

VLELOLWjGLUDJJLXQJHUHODHVWULQVHFD]LRQHGHOODSURSULDSRWHQ]LDOLWjQD
WXUDOH´FKHFLULSRUWDVXOODWHUUD4XHVWDGHILQL]LRQHPLVFHODODJHQHWLFD
LQGLYLGXDOHHODJHQHWLFDGLSRSROD]LRQH2JJLF¶qFKLVLVHQWHHVWULQVH
FDWRVHFRPSUDXQHOLFRWWHURXQR\DFKWHQRUPHDVVRJJHWWDPROWHIHP
PLQH LQVRPPD VH PDQHJJLD PROWR GHQDUR H OR PDWHULDOL]]D FLRq OR
HVWUDHGDOODFRQGL]LRQHDVWUDWWDGHOODEDQFDUHQGHQGRORUHDOHQHLPRGL
GHWWLVRSUD4XHVWDHVWULQVHFD]LRQHqPROWRDUWHIDWWDqLQWHUHVVDQWHYH
GHUHFRVDF¶qQHLSDVVLSUHFHGHQWLFLRqSHUFKpJOLSLDFHIDUHFRVu&L
VRQR XRPLQL FKH KDQQR TXHVWD SRVVLELOLWj GL DFFHGHUH DO GHQDUR H VL
VXLFLGDQR(UDVEDJOLDWRLOSDVVRGDOODEDQFDDOOR\DFKWSHUHVHPSLR
/¶HVWULQVHFD]LRQHqSLFRPSOHVVD&¶qLQIDWWLLOULFFKLVVLPRFKHVLGH
GLFDDVSRUWIDWLFRVLVVLPLHFRVuOLEHUDODSURSULDFDULFDLQWHUQDHORID
FRQOLEHUDVFHOWDQRQSHUXEELGLHQ]D/XLJL;9,VLDO]DYDSUHVWLVVLPR
DOPDWWLQRSHUGHGLFDUVLDODYRULDPDWLHSRLWRUQDYDDOHWWRSHUODQRLRVD
FHULPRQLDGHOODYHVWL]LRQHDOFRVSHWWRGHLQRELOL,QVRPPD GREELDPR
SDUODUHGLHVWULQVHFD]LRQHOLEHUDHTXLHQWUDO¶LQWUHFFLRFRQODGLQDPLFD
FROOHWWLYDFKHqVDQDVHSHUPHWWHO¶HVWULQVHFD]LRQHLQGLYLGXDOHOLEHUD
0DOLEHUDQRQYXROGLUHDUELWUDULDYXROGLUHLQDUPRQLDFRQODELRVIHUD
ÊIRUVHTXHVWRXQFRQFHWWRDVWUDWWRGLIILFLOH"1RqODFRVDFKHFDSLVFH
RJQL GRQQD FKH SDUWRULVFH XQ EDPELQR VDQR (VVD q UHDOL]]DWULFH
GHOO¶HVWULQVHFD]LRQHSHUIHWWD%HOODqODFROOHWWLYLWjFKHGRSRLOSDUWRQRQ
LPSULJLRQDPDGUHHQHRQDWRLQXQDUHWHGLFRVWUL]LRQLVRFLDOL/DPHGL
WD]LRQHVXTXHVWRWHPDqLOSDVVRSLLPSRUWDQWHSHUYHGHUHLOIXWXUR
/DFROOHWWLYLWjVDQDXVDOHSURSULHULVRUVHWHFQRORJLFKHLQTXHVWHGL
UH]LRQLILQDOLDELWD]LRQHDOLPHQWD]LRQHWUDVSRUWR(WXWWRFLzLPSOLFD
XQLQWHOOLJHQWHFROOHJDUVLDOO¶DPELHQWH/¶DELWD]LRQHSXzHVVHUHLOFHQ
WRVHVVDQWHVLPRSLDQRGLXQJUDWWDFLHORLQ'XEDLR/¶EscorialGL)LOLSSR
,,LQ6SDJQDRXQDFDVDULWDJOLDWDVXOODFRVWDVLFLOLDQDSULYLOHJLRVXSH
ULRUHDLSULPLGXH/¶DOLPHQWD]LRQHLPSOLFDODYRURHLQWHOOLJHQ]DSHUFD
SLUHLSURGRWWLGHOODQDWXUD6HVLSRVVHJJRQRTXHVWHGXHFDSDFLWjO¶DOL
PHQWD]LRQH q XQD GHOOH SL LPSRUWDQWL IRQWL GL SLDFHUH $QFKH TXL OD
UDFFROWDGHLIUXWWLGHOODWHUUDSXzHVVHUHOLEHUDRIRU]DWD6HODWHUUDq
JHQHURVDHLOFRQWDWWRqGLUHWWRODUDFFROWDqSLDFHYROH,OFDPLRQLVWDFKH
WUDVSRUWDSURGRWWLDOLPHQWDULSHUPLOOHFKLORPHWULDOJLRUQRLOPDULQDLR
GHOODQDYHEDQDQLHUDFKHSHUFRUUHGLHFLPLODPLJOLDSULPDGLVFDULFDUHOH
EDQDQHQRQVLGLYHUWRQRSHUQLHQWH6LDPRDLWUDVSRUWL*RHWKHVLWUD
VIHUuGD:HLPDUD5RPDXWLOL]]DQGRXQDFDUUR]]DWLUDWDGDGXHFDYDOOL
HLPSLHJzGXHPHVLQRQDYHYDVFHOWRLOSHUFRUVRSLEUHYHPDTXHOOR
SLLQWHUHVVDQWH2JJLTXHVWRSHUFRUVRVLIDLQXQDJLRUQDWD6LYDFLUFD
 ;Prospettive 

FHQWRYROWHSLYHORFLHQRQVLYHGHQLHQWHQRQVHQHVHQWHLOGHVLGHULR
VLGHYHDUULYDUHLQIUHWWDHSHUFKp"3RL*RHWKHD5RPDVLLQQDPRUzGHOOD
EHOOD URPDQLQD LO WHPSR H OR VSD]LR LQWHUDJLYDQR FRQ O¶XRPR LO VXR
SHUFRUVRIXXQDLQWHUD]LRQHFRQLQILQLWHPRWLYD]LRQLLOViaggio in Italia
QRQIXLPSRUWDQWHSHUOHOLQHHDHUHHPDSHUO¶XPDQLWj
3HUHVVHUHYLYLRFFRUUHODEXRQDVDOXWHHFHUFKLDPRGLFDSLUHFRVD
FLzYXROGLUHRVVHUYDQGRODYLWDGHOODELRVIHUD/DJD]]HOODSXzPRULUH
GLIDPHRHVVHUHGLYRUDWDGDXQOHRQH8QXRPRSXzPRULUHGLIDPHGL
PDODWWLDRULJLQDWDGDYLWDVRFLDOHPDOVDQDRSXzHVVHUHXFFLVRLQJXHUUD
1DSROHRQHDOOHJJHULYDODSRSROD]LRQHPDVFKLOHIUDQFHVHFRQULSHWXWLVD
ODVVLQHOOHVXHFDPSDJQHPLOLWDULpour la gloire de la France$%HUOLQR
QHOF¶HUDQRWUHUDJD]]HSHURJQLPDVFKLRULPDVWRYLYR
,QIRUPD]LRQHHOLEHUWjVRQRFRVHLQWLPDPHQWHFRQQHVVH&LzFKHGL
VFRQQHWWHqLOSULYLOHJLRDVVHQ]DGLSULYLOHJLR8QRSXzDYHUHLOSULYLOH
JLRGHOGHQDURHDVSLUDUHDQJRVFLRVDPHQWHDOODFRQRVFHQ]DHTXLQGLDOOD
OLEHUWjSHUODTXDOHODVFLDRJQLFRVD8QRSXzHVVHUHQHOODWRWDOHDVVHQ]D
GL SULYLOHJLR H QRQ SHUFHSLUH SL O¶DQVLD GHOOD FRQRVFHQ]D )RUVH LO
WHPSR SUHVHQWH OD IDVH WHUPLQDOH GHOO¶HUD WHFQRORJLFD HQHUJLYRUD q
TXHOORLQFXLODSHUFHQWXDOHGHOODSRSROD]LRQHXPDQDFKHYLYHQHOO¶DV
VHQ]DGLDQVLDGLFRQRVFHQ]DKDUDJJLXQWRLOPDVVLPRGHOODVWRULD
,QVRPPDSHUJXDUGDUHYHUVRLOIXWXURGREELDPRLQGLYLGXDUHLSHU
FRUVLLQGLYLGXDOLHFROOHWWLYLFKHVRQRLQDUPRQLDFRQO¶DSSDUWHQHQ]DDOOD
ELRVIHUDLQFRUSRUDQGROHFRQRVFHQ]HVFLHQWLILFKHDFTXLVLWHÊTXHVWRXQ
FRQFHWWR DVWUXVR" 1R 3UHQGLDPR WUH ILVLFL LPSRUWDQWLVVLPL (LQVWHLQ
)HUPLH%HWKH6LFRQRVFHYDQRHIXURQRFRSURWDJRQLVWLSXULQPRGL
GLYHUVLGHOODULYROX]LRQHQXFOHDUHLQFOXVDODSDUWHERPEDUGLHUD'RSR
LOWXWWLHWUHIXURQRLQL]LDWRULPROWRLQIOXHQWLGHOSHQVDUHEHQROWUH
LO ULIHULPHQWR GHO SRWHUH HQHUJLYRUR FRUDJJLRVL QHOOD FRQGDQQD GHOOR
VWUDSRWHUHPLOLWDUHQXFOHDUH,QSDUWLFRODUH%HWKHFKHYLVVHILQRDOO¶HWj
GL FHQWR DQQL IX LO SLRQLHUH GHOOR VWXGLR VXOOD GLSHQGHQ]D HQHUJLYRUD
GHOODVRFLHWjDPHULFDQDHLOVRVWHQLWRUHD/RV$ODPRVGHOODULFHUFDVXL
VLVWHPL FRPSOHVVL FKH VRQR OD VWUDGD JLXVWD SHU FDSLUH O¶LQWHUD]LRQH
GHOO¶XRPRFRQODELRVIHUDÊJLXVWRGLUHFKHXQJUDQGHPHULWRGLTXHVWL
XRPLQLqVWDWRTXHOORGLFDSLUHLOFRQFHWWRJDOLOHLDQRGLSUHYLVLRQHQRQ
DVVLRPDWLFD PD SHUIHWWLELOH ,O SHQVLHUR GL (LQVWHLQ VXOOD FRVPRORJLD
JUDYLWD]LRQDOHGL)HUPLVXOODVROX]LRQHQXPHULFDGLSUREOHPLVWDWLVWLFL
QRQOLQHDULHGL%HWKHFKHqSDVVDWRGDOODGLQDPLFDVWHOODUHDOODGLQD
PLFDGHLVLVWHPLFRPSOHVVLLQJHQHUDOH
 /DPDSSDGHOGHQDUR

/¶LQIRUPDWLFDHFRQRPLFLVWLFDVDPDQHJJLDUHJOLLPPHQVL³ELJGDWD´
PDDOSUHVHQWHODPDSSDGHOGHQDURqGHIRUPDQWHFRPHPDLORIXQHO
SDVVDWRGDTXDQGRqVWDWRLQYHQWDWRLOFRQFHWWRGLPLVXUDGHOGHQDUR
'DOO¶DOWUDSDUWHLOFRQFHWWRGLFLFORQHOODGLQDPLFDGHLVLVWHPLFRPSOHVVL
DSHUWLIRU]DWLqULYROX]LRQDULRQHOO¶HYROX]LRQHGHOODILVLFDHGHOODELROR
JLD3DUWHQGRGD%pQDUGPRQGRLQRUJDQLFRHDYDQ]DQGRFRQ&DOYLQH
.UHEVQHOPRQGRRUJDQLFRODILVLFDHODELRORJLDKDQQRGHWWRPROWRH
WDQWREDVWDSHUFDSLUHFKHVLDPRVRORDJOLLQL]L/¶HFRILVLFDqGRWWULQD
FROWLYDWDLQGXHRWUH8QLYHUVLWjG¶DYDQJXDUGLD1RQEDVWD
Capitolo XI

Ciclo, non ciclo

11.1. Ciclo

La parola periodo appartiene alla dinamica conservativa, senza attrito.


Esempi: il moto del pendolo, il moto della Terra attorno al Sole, le onde
elettromagnetiche generate da un oscillatore armonico. La dinamica pe-
riodica ha la prevedibilità perfetta che si esprime dicendo che una certa
configurazione iniziale cambia nel tempo ma dopo un intervallo fisso
torna a essere esattamente quella di prima, e poi si ripeterà eternamente,
così, senza nessuna novità. La previsione periodica implica il concetto
di eternità, la negazione di novità.
La parola ciclo indica ripetizione imperfetta; è un divenire dotato di
novità e di memoria allo stesso tempo. Novità perché lo stato non si
propone mai identico a sé stesso, memoria perché il divenire contiene
una ripetizione di similitudine, un riconoscere. Il concetto di ciclo è
stato capito per la prima volta nella dinamica inorganica, cioè in fisica.
Vediamo il ciclo in fisica. Ciclo appartiene alla dinamica dissipativa,
con attrito, e con input forzante. Primo esempio: uno strato piano di
fluido sottoposto al campo di gravità e riscaldato uniformemente dal
EDVVR O¶LQSXW HVLWROHFHOOHFRQYHWWLYHGL%pQDUG6HFRQGRHVHPSLR
strato di fluido sferico, il clima terrestre. La rotazione propria della
7HUUDHLOPRWRVXOO¶RUELWDHOOLWWLFDIDQQRVLFKHO¶LQSXWWHUPLFRGHOIOXVVR
VRODUH VL GLVWULEXLVFH VXOOD VXSHUILFLH WHUUHVWUH FRQ O¶DQGDPHQWR GL XQ
campo doppiamente periodico. La superficie della Terra è complessa, e
da questo segue che la fluidodinamica del clima sia ciclica non rigoro-
samente, ma mediamente. Gli scartamenti dalla morfologia ciclica
ideale possono essere locali e si manifestano con tempi tipici brevi, o
globali, con tempi lunghi. In questo caso il concetto di ciclo è abba-
stanza rigoroso poiché i costituenti della dinamica non cambiano e ciclo
vuol dire ritornare in una configurazione uguale, o molto simile a quella
SUHFHGHQWH6HF¶qVFDUWRGDOODULSHWL]LRQHULJRURVDWDOHVFDUWRqLQOLQHD

173
174 La mappa del denaro

di principio misurabile quantitativamente. Lo studio di questi scarta-


PHQWLqO¶DVSHWWRSL affascinante della climatologia. Terzo esempio: le
celle convettive della dinamica del plasma del Sole; input termico sono
le reazioni di fusione nucleare nel core. La dinamica solare è il massimo
della complessità affrontata oggi dalla fisica. Nel caso della dinamica
VWHOODUHF¶qXQDQRYLWjO¶HVLVWHQ]DGLXQVHJQDWHPSRLQWULQVHFRTXHOOR
dato dal consumo del combustibile nucleare di cui la stella è dotata nel
processo della sua formazione. Se il big bang fosse avvenuto con distri-
buzione della materia a simmetria sferica non si sarebbero formate le
stelle, e poi i pianeti, e non ci sarebbe nessuno a parlare di big bang. Ma
LQYHFHF¶qVWDWDXQDTXDOFKHLUUHJRODULWjRQRQXQLIRUPLWj
In tutti i casi di ciclo inorganico i componenti elementari sono iden-
tificabili.
Passiamo al concetto di ciclo nella dinamica organica. Qui il pro-
blema è enormemente più difficile. Il problema fondamentale è che i
componenti della dinamica, gli organismi viventi non sono mai gli
stessi al fluire del tempo e quindi si pone la domanda: cosa è che si
ULSHWH"6LULSHWHXQDFHUWDPRUIRORJLDGLWXWWRO¶LQVLHPHGHOOHVSHFLHYL
venti, la biosfera. Allora dobbiamo definire cosa è lo stato della biosfera
cosa è la sua morfologia. Questo non sappiamo farlo, ma possiamo ca-
pire che la dinamica della biosfera, come quella del clima, è sottoposta
al termine forzante del flusso solare, campo periodico, e che in questo
FDVRO¶LQSXWqIRWRFKLPLFR0DTXLILQLVFHO¶DQDORJLD3HUFKpFRPHDE
biamo detto, nella dinamica della biosfera i componenti, gli organismi
viventi, non sono mai uguali a sé stessi e il concetto fondamentale di
riconoscimento di uno stato dopo un certo tempo non è formulabile
come si può fare nella dinamica inorganica. Tuttavia il ciclo della bio-
VIHUDqEHQYLVLELOHQHOO¶DQGDPHQWRdella vita organica nelle stagioni. Se
qualcosa si ripete con la ricorrenza stagionale, ma gli organismi non
VRQRPDLJOLVWHVVLYXROGLUHFKHQHOO¶LQWHUD]LRQHIUDVIHUDLQRUJDQLFDH
ELRVIHUDF¶qXQLQWHUVFDPELRGLPROHFROHFLFOLFR/HYDULHPROHFROHLP
plicate nella fase creativa della fotosintesi non si accumulano e neanche
si esauriscono nella fase finale della morte, e questo vuol dire che in
modo complesso, che sappiamo descrivere solo in parte, la dinamica
della biosfera forma ciclo. In conclusione possiamo dire che ciclo, per-
manenza, complessità, sono concetti intimamente connessi.
Riassunto. Sulla scala cosmologica con universo aperto la dinamica
è evolutiva irreversibile. Tuttavia esistono piattaforme dinamiche di
permanenza. Sono le morfologie delle galassie, le stelle, le stelle con
XI. Ciclo, non ciclo 175

corredi planetari. La dinamica del plasma solare presenta vari tipi di


ULFRUUHQ]HFLFOLFKH6XOODVXSHUILFLHWHUUHVWUHF¶qlo strato solido e fluido
inorganico e il sottilissimo strato della biosfera. Sono sistemi dissipativi
DSHUWLIRU]DWLGDOO¶LQSXWGHLIRWRQLVRODUL(VRQRGLQDPLFKHFLFOLFKH

11.1.1. Confronto fra ciclo planetario e transiente consumista della


specie umana

∼ 10 W

à = 1.4 × 10 W
2 W⁄uomo × 7 × 10

à = 3.5 × 10 W ≅ 50 W⁄uomo × 7 × 10

Riserva Q
= 3 × 10 W

Flusso estratto
tto

ILQHµ700 t
oggi ~10
Era del fossile
176 La mappa del denaro

La specie umana preleva energia da riserva e crea accumulo di sco-


rie. Questo per definizione è una violazione del ciclo congiunto di bio-
sfera e sfera inorganica.

Questo processo è di pura ossida-


zione e viola il ciclo riduzione ⇄ os-
sidazione proprio della biosfera miniera discarica

Fotosintesi Erbivori Carnivori Batteri X


X
L D
EAH
+
C uomo
EA
G
G G G

Wint Wint Wint

K K K
W W W

Decay

X 1&D.6L0J36$O«
G IOXVVRGLPDVVD ]XFFKHURFHOOXORVDSURWHLQH«
W = potenza meccanica esterna
C = ciclo di Calvin
K = ciclo di Krebs
EA = accettore di elettrone
EAH DFFHWWRUHOHJDWRDOO¶LGURJHQR
L = light
D = dark (cioè circa alla temperatura ≈ 300 K
= 5800 K è la temperatura spettroscopica dei fotoni diluiti entranti

G = growth (metabolismo) Decay = morte o decadimento


Wint = potenza interna (ossidazione)
entra nel metabolismo
XI. Ciclo, non ciclo 177

11.2. Non ciclo

Ci riferiamo a eventi su scale di temperatura appartenenti al dominio di


esistenza di macromolecole organiche quindi rilevanti per la vita della
biosfera terrestre.
6H O¶LQSXW YLHQH GD ULVHUYD IRVVLOH LO IOXVVR GL SRWHQ]D FKH QH SXz
conseguire deriva da reazioni di combustione. È a dinamica del tipo:
PROHFROHLQSXWĺUHD]LRQHHVRWHUPLFDĺGLQDPLFDĺPROHFROHRXWSXW
/DIUHFFLDDOO¶LQFRQWUDULRQRQHVLVWHSerché non esiste la reazione:
PROHFROHRXWSXWĺPROHFROHLQSXW
Si accende uno zolfanello, lo zolfanello resta acceso, lo zolfanello si
spegne. Questa è la dinamica della tecnosfera energivora di carbone,
petrolio, uranio, che è importante perché ci siamo dentro, ma non è in-
teressante, in quanto caduca; tragica in quanto creatrice di una quantità
finale di scorie.
6H O¶LQSXW q IRWRYROWDLFR q GHO WLSR IOXVVR GL IRWRQL HURJD]LRQH GL
corrente alternata utilizzata in motori che operano con la messa in opera
di macchine che compiono lavoro esterno sulla Terra. Queste macchine
non possono fare altro che imporre contributi non ciclici al ciclo fonda-
mentale della biosfera. Per il fotovoltaico virtuoso vedere il Capitolo
12.
Queste semplici osservazioni ci fanno capLUHFKHLOFRQFHWWRGL³SH
UHQQH´KDXQVLJQLILFDWRVFLHQWLILFRULFFRHSURIRQGR'RYUHEEHHVVHUH
FKLDUR FKH O¶HTXD]LRQH 3,/  (QHUJLD q O¶HTXD]LRQH GHOOD FDGXFLWj R
della follia.

Letture consigliate
SERTORIO L. e RENDA E., 2UELWH HYLWDQHOO¶8QLYHUVR , Aracne Editrice,
Roma 2012.
SERTORIO L. e RENDA E., Ecofisica, Bollati Boringhieri, Torino 2009.
SERTORIO L. e RENDA E., Cento watt per il prossimo miliardo di anni,
Bollati Boringhieri, Torino 2008.
MAKARIEVA A.M., GORSHKOV V.G. E LI B.-L., Energy Budget of the
Biosphere and Civilization: Rethinking Environmental Security of
Global Renewable and Non-renewable Resources, Ecological Com-
plexity, 5(4), 2008, p. 281.


&DSLWROR;,,

,OIXWXUR



3UHPHVVD$UPLHGHQDUR

&RVD ID LO GRWWRU 6WUDQDPRUH QHO IDPRVR ILOP GL .XEULFN" &¶q XQD
JUDQGHVDODHFRQLO3UHVLGHQWHVLHGHWXWWDO¶pOLWHGHOJRYHUQRGHJOL6WDL
8QLWLSRWHQ]DQRQHJHPRQHSHUFKpHVLVWHDQFKH ORQWDQR O¶DOWUD SR
WHQ]DO¶8QLRQH6RYLHWLFDÊVXFFHVVRXQSDVWLFFLRVWDSHUDYYHQLUHOD
JXHUUDQXFOHDUHHWXWWLVRQRWHUURUL]]DWLSHUFKpQRQFDSLVFRQRQLHQWH
4XDQGR PDL O¶HWLFDOD JLXULVSUXGHQ]D O¶HFRQRPLD VL VRQR GHGLFDWH D
VWXGLDUHODILVLFD"$OORUDqFKLDPDWRDVHGHUHQHOFRQVHVVRGHOSRWHUHLO
SLJUDQGHVFLHQ]LDWRQXFOHDUH LOSHUVRQDJJLRqLVSLUDWRD(7HOOHUHD
-YRQ1HXPDQQ ÊSDOHVHPHQWHVWUDQRSHUO¶HFFH]LRQDOHWDOHQWRHFKL
FRQREEHLGXHJUDQGLXRPLQLFRQFRUGD6SLHJDDLSROLWLFLSUHVHQWLFKH
O¶LPPLQHQWHFDWDVWURIHQXFOHDUHqVWDWDSUHYLVWDHLUHODWLYLSUREOHPLUL
VROWL³&¶qXQJUDQGHULIXJLRVRWWHUUDQHRLQFXLQRQSRVVRQRSHQHWUDUH
ERPEHDWRPLFKHHUDGLD]LRQLIRUQLWRGLFLERHFRPRGLVVLPRGRYHWXWWL
QRLULVLHGHUHPRLQWRFFDELOL´0DK«F¶qXQDYRFHGLGXEELRHLOGRWWRU
6WUDQDPRUHLQWHOOLJHQWLVVLPRDJJLXQJHSURQWDPHQWH³HFRQQRLFLVD
UDQQROHGRQQHSLEHOOHGHOPRQGR´6RUULVRJHQHUDOHFDGUjODERPED
HDYYHUUjXQGUDVWLFRDOOHJJHULPHQWRQXPHULFRGHOODSRSROD]LRQHJOR
EDOHFRQO¶HVLWRILQDOHGHOSHUIH]LRQDPHQWRGHOO¶XPDQLWj,OILOPILQLVFH
FRQXQDPXVLFDVXDGHQWHHODGHVFUL]LRQHSURIHWLFDGL.XEULFNUHVWD
YHUDHPLQDFFLRVD
,O GHVLGHULR GL SUHYHGHUH LO IXWXUR q EHQ SUHVHQWH QHOO¶XRPR VLD
TXDQGRVLSURJHWWDQRLPSUHVHFUHGLELOPHQWHYLQFHQWLVLDTXDQGRVLDI
IURQWDO¶DQVLDGHOODVFRQILWWD*OLVWUXPHQWLFKHHVSULPRQRLOSURJHWWRH
O¶DQVLDVRQROHDUPLHLOGHQDUR1RQFRPSDUHPDLLOGLDORJRFRQOD1D
WXUD3HUFKpqGLIILFLOLVVLPR/DYLWDXPDQDqPROWRSLFRPSOHVVDGHO
YDORUHEDQFDULRFKHODVRVWLHQHRGHOODERPEDFKHODDQQXOOD'REELDPR
SRVL]LRQDUHOHQRVWUHD]LRQLQHOFRQWHVWRGHOPRQGRLQRUJDQLFRHRUJD


 /DPDSSDGHOGHQDUR

QLFRGLFXLVLDPRSDUWLFHOOHLQWHUDWWLYHILQWDQWRFKpFLDVFXQRGLQRLQD
VFHUjGDXQPDVFKLRHGDXQDIHPPLQDPDQJHUjSHUYLYHUHHPRULUj
ODVFLDQGRXQDWXUSHREHOODPHPRULDGLVp(LSRVWHULFLVDUDQQRVHVDUj
ODELRVIHUDDYROHUOR(FKHFRVDqODELRVIHUD"'REELDPRSDUWLUHGLTXL
FRQWDQWDSD]LHQ]D


/DUHWHLQWHOOLJHQWH

1HO&DSLWRORDEELDPRGLVFXVVRXQPRGHOORGLUHWHGLVFDPELHFRQR
PLFLFKHLQFOXGHOHFDUDWWHULVWLFKHGHOODVWUXWWXUDGHOODSURGX]LRQHFDSL
WDOLVWLFDDOLPHQWDWDGDHQHUJLDIRVVLOH/¶DOLPHQWD]LRQHRUJDQLFDGHOPH
WDEROLVPRQRQqLQGLFDWDHVSOLFLWDPHQWHSHUFKpLQTXHVWDGLQDPLFDHVVD
qVHPSOLFHPHQWHXQDFRPSRQHQWHGHOVLVWHPDGLSURGX]LRQHHGLVWULEX
]LRQHÊSURSULRTXHVWDODORJLFDGHOODGLQDPLFDEDQFDULDFRQWHPSRUD
QHD4XHVWDUHWHLQFOXGHWUHFODVVLLOSURGXWWRUHFKHLQFRUSRUDLOSURSULR
GLSHQGHQWHQRQLQGLFDWRQHOOD)LJXUDSHUFKpqXQPRGHVWRDFFHV
VRULRDJJLXQWLYRDOODFDWHQDGLPRWRULLOFRQVXPDWRUHSXURHLOOLEHUR
HURJDWRUHGLSUHVWD]LRQH6LYHGHFKHODSUHVHQ]DGHOFRQVXPDWRUHSXUR
XFFLGHODGLQDPLFD,OFRQVXPDWRUHSXURVHJLXQJHDOODSRYHUWjGHYH
HVVHUH HVFOXVR LJQRUDWR 5HVWD LQYHFH LO FRQVXPDWRUH DOLPHQWDWR
GDOO¶DFFXPXORULYHUVDWRQHOOD%DQFDHTXHVWRDYYLHQHVHODPRUIRORJLD
GHOODUHWHGHJOLVFDPELqWDOHGDFRQYRJOLDUHO¶DFFXPXORLQSRFKLVVLPH
PDQL4XHVWRSURFHVVRGLHVFOXVLRQHSRUWDDXQDUHWHSLULVWUHWWD6SD
ULVFRQRLSURGXWWRULGLFRVHDGDWWHDXQEDFLQRGLFRQVXPDWRULSRYHURH
VRSUDYYLYRQRLSURGXWWRULGLFRVHDGDWWHDXQEDFLQRULFFR4XHVWRDQ
GDPHQWRqFDUDWWHULVWLFRGLXQVLVWHPDGLQDPLFRGLVVLSDWLYRFRQWHUPLQH
IRU]DQWHXQLIRUPHHODPDWHPDWLFDFLGLFHFKHORVSD]LRGHOOHYDULDELOLVL
UHVWULQJHHWHQGHDOSXQWRILVVR,OSURFHVVRGLHVFOXVLRQHDYDQ]DDVLQWRWL
FDPHQWHUHVWULQJHQGRLOQXPHURGLHOHPHQWLGHOODUHWHFKHSDVVDGDDOFXQL
PLOLDUGLGLLQGLYLGXLDXQULVWUHWWLVVLPRJUXSSRFKHQRQqSLLQJUDGRGL
VRGGLVIDUH OH ULFKLHVWH RUJDQLFKH GL VRSUDYYLYHQ]D (YLGHQWHPHQWH OD
%DQFDQRQYHGHTXHVWRHVLWRRSSXUHQRQKDLQWHUHVVHDHYLWDUOR
0DODGRPDQGDFUXFLDOHqTXHVWDFRVDVXFFHGHGHLFRQVXPDWRULSXUL
HVFOXVLGDOODUHWH",QWHUURJKLDPRODVWRULDHYHGLDPRFKHFLVRQRVHPSUH
VWDWLHYHQWLGLHVFOXVLRQHHFRQVHJXHQWHHVRGR,IXJJLWLYLFKHHPLJUDQR
GDWHUULWRULLQFXLQRQKDQQRSLDOLPHQWD]LRQHVXIILFLHQWHSHUYLYHUHH
FHUFDQRGLLQVHULUVLOjGRYHLOORURODYRURqGHVLGHUDWRHSDJDWRLQPRGR
 ;,,Il futuro 

WDOHGDSHUPHWWHUHODVRSUDYYLYHQ]D4XHVWDGLQDPLFDqDQWLFDPDGL
YHQWDYLVWRVDHFUHVFHQWHQHJOLXOWLPLGXHVHFROLLQFXLGRPLQDO¶HFRQR
PLDPRWRUL]]DWDGDOO¶HQHUJLDIRVVLOH/HOHJJLGHOOR6WDWRIRUVHGRYUHE
EHURJXLGDUHO¶HFRQRPLDQHOODGLUH]LRQHGLXQDPRUIRORJLDGLUHWHYLU
WXRVD7XWWDYLDQHLWHVWLGLHFRQRPLDHQHLWHVWLGHOOHOHJJLGHOOR6WDWROD
1DWXUDFRPSDUHXQLFDPHQWHFRPHRJJHWWRHVWHUQR3HUHVHPSLRLOFRQ
FHWWRGLSURSULHWjqULIHULWRDOVRJJHWWRDWWLYRXRPRHODUHDOWjILVLFDH
ELRORJLFDqVHPSOLFHPHQWHRJJHWWRPLVXUDWRLQGHQDUR$QDORJDPHQWH
LOFRQFHWWRGLODYRURqHVSUHVVRQHOO¶HFRQRPLDHQHOODOHJJHFRQXQDWHU
PLQRORJLDLQFXLO¶DSSDUWHQHQ]DGHOO¶XRPRDOODGLQDPLFDGHOODELRVIHUD
QRQFRPSDUH3HUFKLDULUHTXHVWHDIIHUPD]LRQLEDVWDULFRUGDUHFRPHIX
WUDYDJOLDWRLOSHUFRUVRFKHSRUWzOHOHJJLLQWHUQD]LRQDOLDEDQGLUHJOLHVSH
ULPHQWL GL HVSORVLRQL QXFOHDUL QHOO¶DWPRVIHUD /D GHQXQFLD VFLHQWLILFD
SDUWu GD LQWXL]LRQL GL (QULFR )HUPL H YHQQH SRUWDWD DYDQWL FRQ JUDQGH
FRPSHWHQ]DHDXWRULWjGD+DQV%HWKH/DOHJJHSDUODYDGLGLULWWLHGLHWLFD
GHQWUR XQ GRPLQLR ULJRURVDPHQWH DQWURSRFHQWULFR H QRQ FRQWHPSODYD
O¶LQWHUD]LRQHGHOO¶XRPRFRQODVIHUDLQRUJDQLFDHFRQODELRVIHUDQHP
PHQRTXDQGRWDOHLQWHUD]LRQHGLYHQWDYDPDVWRGRQWLFDJUDYLVVLPD
6LDPRDTXHVWRSXQWRPDWXULSHUHQXQFLDUHXQDOODUPHSHULOIXWXUR
FKHYHUUjGRSRO¶HUDIRVVLOHGLFDUERQHSHWUROLRHQXFOHDUH/¶HUDLQFXL
O¶LQSXWVDUjTXHOORGHLIRWRQLVRODUL
&RQVLGHULDPRXQPRGHOORLGHDOHGLUHWHVWD]LRQDULDFKHLQFOXGHTXH
VWHWUHFODVVLLOSURGXWWRUHFKHLQFRUSRUDLOSURSULRGLSHQGHQWH QRQLQ
GLFDWRLQ)LJXUD LOOLEHURHURJDWRUHGLSUHVWD]LRQHHLO³FRQVXPD
WRUHDXWRVRVWHQHQWH´SHUFKpFROOHJDWRGLUHWWDPHQWHDOODULVRUVDPHWDER
OLFDGHOODELRVIHUDHQRQGLSHQGHQWHGDXQSURGXWWRUHFHQWUDOL]]DWR

௜௡
௜௡
Ȱ௩௢௟௧  Ȱ௕௜௢௦௙௘௥௔

ࣆ ௢௨௧
Ȱ௕௜௢௦௙௘௥௔
 'HQDUR
3UHVWD]LRQH
 3URGRWWR
%LRVIHUD


0DWHULDOH  ࣆ
LQRUJDQLFR 0DWHULDOH ࣆ
WUDVIRUPDWR

)LJXUD,OPHFFDQLVPRLQRUJDQLFRGHOODSURGX]LRQHGHYH IDUHFLFOR
 /DPDSSDGHOGHQDUR

6HTXHVWDUHWHGLLQWHUD]LRQLqPDQWHQXWDLOFRQVXPDWRUHQRQVLHVWLQ
JXHPDLODPRUIRORJLDGHOODUHWHSXzPXWDUHFRQGLQDPLFKHGLDQDORJLD
HSXzHVVHUHSHUHQQH4XHVWRFRQFHWWRGL³PXWD]LRQLDQDORJKH´qQXRYR
SHUODVWRULDGHJOLDUWHIDWWLGHOO¶XRPRPDqDQWLFKLVVLPRSHUODYLWDVXOOD
7HUUD7XWWDODELRVIHUDIXQ]LRQDFRVu
ÊXQDUHWHHFRQRPLFDQRQVRVWHQXWDGDHQHUJLDIRVVLOHPDGDIOXVVR
HLOIOXVVRGHLIRWRQLVRODULqFRQYRJOLDWRLQGXHFDQDOLIRWRVLQWHWLFRH
IRWRYROWDLFR,OSULPRQXWUHOD1DWXUDFKHKDVFRSHUWRODUHDOL]]D]LRQH
GLGLQDPLFDFLFOLFDLOVHFRQGRQXWUHO¶HQHUJLDLQHFFHVVRGHOO¶XRPR/D
GLQDPLFDPHVVDLQD]LRQHGDOIOXVVRIRWRYROWDLFRRSHUDGLUHWWDPHQWHVXO
PRQGRLQRUJDQLFRHSRLLQGLUHWWDPHQWHVXOODGLQDPLFDVRFLDOH/¶LQWH
UD]LRQHLQRUJDQLFDSDUWHGDPRWRULHOHWWULFLQRQDSSDUWLHQHDOODFODVVH
GHOOH FRPEXVWLRQL H TXLQGL QRQ KD DOO¶RULJLQH XQ LQTXLQDPHQWR FKL
PLFR&LzSRVWROHPDQLSROD]LRQLILVLFKHLQGLUHWWHVRQRPROWHSOLFLQRQ
FODVVLILFDELOL D SULRUL GLSHQGRQR GDOO¶DUELWULR GHOO¶XRPR /¶RVVHUYD
]LRQHFUXFLDOHqTXHVWDGDWRFKHLOIOXVVRGLSRWHQ]DHQWUDQWHqSHUHQQH
O¶HIIHWWRGHOOHWUDVIRUPD]LRQLILVLFKHHFKLPLFKHLQGRWWHqFXPXODWLYRD
PHQRFKHODILVLFDVFRSUDLOPRGRGLUHQGHUHWDOLWUDVIRUPD]LRQLFLFOLFKH
4XHVWRqFRPSLWRGHOODULFHUFDILVLFD H FKLPLFD IXWXUD 3DVVLDPR DOOD
GLQDPLFDVRFLDOH/HPDFFKLQHD]LRQDWHGDOODGLQDPRIRWRYROWDLFDRSH
UDQRVXOODUHWHHFRQRPLFD/DGLUDPD]LRQHGHLSURGRWWLHGHOOHPDFFKLQH
GHYHHVVHUHFRPSDWLELOHFRQODGLVWULEX]LRQHGHLPHPEULGHOODVRFLHWj
VXOWHUULWRULRGDFXLVHJXHODGLQDPLFDGHOPHWDEROLVPRXPDQR4XHVWH
GXHGLQDPLFKHTXHOODGHLSURGRWWLHTXHOODGHOPHWDEROLVPRGHYRQR
HVVHUH DXWRFRQVLVWHQWL /D UHDOL]]D]LRQH GHOOD SURSULHWj GL DXWRFRQVL
VWHQ]DqFRPSLWRGHLOLQJXDJJL5HOLJLRQH6WDWR(FRQRPLDÊHYLGHQWH
FKHTXHVWLOLQJXDJJLGRYUDQQRHVVHUHSURIRQGDPHQWHULQQRYDWL
9HGLDPRDOFXQLHVHPSL

 ODYLROD]LRQHGHLFLFOLQDWXUDOLGHYHHVVHUHSURLELWD 5HOLJLRQH 
 O¶DFFHVVRDOODELRVIHUDGHYHHVVHUHXQGLULWWR 6WDWR 
 LOIOXVVRVRODUHQRQSXzHVVHUHSURSULHWjSULYDWD (FRQRPLD 

&DSLUHTXHVWLWUHSXQWLLQPDQLHUDDXWRFRQVLVWHQWHLPSOLFKHUHEEHXQD
VSHFLHXPDQDPROWRPHQRQXPHURVDGHLVHWWHPLOLDUGLGLRJJL


0$.$5,(9$$0H*256+.299*  On the scientific analysis of evolution, progress
and future of humanity, (QHUJ\(FRQRPLF7HFKQRORJ\(FRORJ\SS
SS LQUXVVR 


&DSLWROR;,,,

$SSDUWHQHQ]DHSURSULHWj



3UHPHVVD1DWXUD1D]LRQH7HFQRORJLD

,OFRQFHWWRGLDSSDUWHQHQ]DKDUDGLFLQHOODILVLFDHQHOODELRORJLD8QD
VWHOODDSSDUWLHQHDGXQDJDODVVLDHODJDODVVLDqGHILQLWDGDLVXRLFRPSR
QHQWLHGDOODORURGLQDPLFD6XVFDODSLSLFFRODRVVHUYLDPRXQLQVLHPH
IRUPDWRGDVWHOODHSLDQHWLYDULFRPSRQHQWLFKHLQWHUDJLVFRQRIUDORUR
,QTXHVWRVHQVROD7HUUDDSSDUWLHQHDOVLVWHPDVRODUH3DVVLDPRDOODELR
ORJLD6XOOD7HUUDHVLVWHODELRVIHUDLQVLHPHGLRUJDQLVPLFKHqDOLPHQ
WDWRHQHUJHWLFDPHQWHFLRqWHQXWRLQYLWDGDOIOXVVRGHLIRWRQLVRODUL1H
VHJXHFKHLOFRQFHWWRGLELRVIHUDHGLWXWWLJOLRUJDQLVPLFKHDSSDUWHQ
JRQR DG HVVD q HVWUHPDPHQWH FRPSOHVVR &RPH PDVVD q OHJDWD DOOD
7HUUDPDSHUO¶HQHUJLDqXQ³VLVWHPDDSHUWR´GHOWLSRLQSXWGDOODVWHOOD
±RXWSXWQHOYXRWRÊHYLGHQWHFKHODGHILQL]LRQHGHOODGLQDPLFDGHOOD
ELRVIHUDQRQSXzHVVHUHJHRFHQWULFDPDGHYHHVVHUHFRVPRFHQWULFD,Q
IDWWL OD GRPDQGD VH HVLVWDQR DOWUH ELRVIHUH QHOO¶8QLYHUVR q VHQVDWD
4XDQGRVLHQWUDQHOODELRORJLDFRPSDUHXQFRQFHWWRPROWRGLIILFLOHGD
FDSLUHODSHUPDQHQ]D/DSHUPDQHQ]DqDWWULEXWRGHOO¶LQVLHPHQRQGHL
VLQJROLFRPSRQHQWL,OVLQJRORRUJDQLVPRQDVFHHPXRUHODGXUDWDGHOOD
YLWDSXzHVVHUHGLYHUVLVVLPDIUDOHGLYHUVHVSHFLHGDRUHDFHQWLQDLDGL
DQQL3HUzODELRVIHUDIRWRVLQWHWLFDHVLVWHRPHJOLRDEELDPRLQGL]LFKH
HVLVWDGDIRUVHWUHPLOLDUGLGLDQQL4XHVWDIRQGDPHQWDOHFDUDWWHULVWLFD
ULDVVXPHXQDGLVWDQ]DHQRUPHIUDILVLFDHELRORJLDQRQVXSHUDELOHFRQ
VHPSOLFLUDJLRQDPHQWLGLULGX]LRQLVPRGHOODYLWDDLFRPSRQHQWLPROH
FRODUL6LSXzIDUHTXHVWRHVHUFL]LRPDQRQSRUWDORQWDQR'RSRDYHU
FKLDULWRTXHVWLFRQFHWWLSRVVLDPRGLUHFKHODVSHFLHXPDQDDSSDUWLHQH
DOODELRVIHUDWHUUHVWUH4XLSDUOLDPRGHOO¶XRPRFRPHDQLPDOHRFUHDWXUD
YLYHQWH/DVSHFLHXPDQDqXQDGHOOHWDQWLVVLPHVSHFLHYLYHQWLFKHVRQR
GLVWULEXLWHLQXQRVWUDWRVRWWLOHGHOODVXSHUILFLHGHOOD7HUUDFRQXQDPRU
IRORJLDGLQDPLFDGLDSSDUWHQHQ]DHVWUHPDPHQWHFRPSOHVVD/¶XRPRq
VHPSUHVWDWRDIIDVFLQDWRGDTXHVWDFRPSOHVVLWjFKHFDSLVFHVRORLQSDUWH


 /DPDSSDGHOGHQDUR

1HOOD Gioconda GL /HRQDUGR VL YHGH XQR VWXGLR SURIRQGR GHOOD UHOD
]LRQHIUDODFUHDWXUDXPDQDHOD1DWXUDLOFLHORHLOWHUULWRULRFKHPRVWUD
OH VXH FDUDWWHULVWLFKH JHRORJLFKH H ELRORJLFKH 1HOOD Notte Stellata GL
YDQ*RJKLOYLOODJJLRqLPPHUVRQHOODYHJHWD]LRQHHTXHVWRSH]]HWWRGL
YLWDqFDSLWRFRPHDSSDUWHQHQWHDOOHVWHOOH
$GHVVR SDVVLDPR D FRQVLGHUDUH LO OLQJXDJJLR GHOOD VSHFLH XPDQD
2JQLVSHFLHYLYHQWHKDXQVXROLQJXDJJLR4XHVWDRVVHUYD]LRQHqRYYLD
YHGLDPRFRPHJOLXFFHOOLLQYRORFRPXQLFDQRIUDORURLQPRGRYHORFH
HUDIILQDWRHFRVuYLDDQGDQGRDRVVHUYDUHLFRPSRUWDPHQWLFROOHWWLYLGL
HVVHULYLYHQWLQHOPDUHVXOODWHUUDHQHOO¶DULD,OOLQJXDJJLRGHOO¶XRPR
qVSHFLDOH,ILORVRILQHSDUODQRGDVHPSUHHQRLTXLQHSUHQGLDPRDWWR
3HUOHFROOHWWLYLWjXPDQHO¶DSSDUWHQHQ]D IRQGDPHQWDOH TXHOOD ILVLROR
JLFDqEHQIRUWHHFKLDUDDQFKHVHGLIILFLOLVVLPDGDGHILQLUHDVVLRPDWL
FDPHQWH2JQXQRGLQRLHVLVWHHSDUODHIDFRVHEHOOHRVWXSLGHSHUFKp
qQDWRHFUHVFLXWRFLRqqPHPEURGHOJUXSSRHGXQTXHGHOODELRVIHUD
*OLLQGLYLGXLXPDQLYLYRQRLQJUXSSLHLOPRGRGLIRUPDUHJUXSSLqLQ
FRQWLQXRFDPELDPHQWRSHUFKpJOLVWUXPHQWLGHOO¶XRPRFDPELDQR,QLGL
GHJOLXFFHOOLVRQRVHPSUHTXHOOLO¶XRPRSDVVDGDOOHFDSDQQHDLJUDWWD
FHOL6LPXRYHDSLHGLRDFDYDOORRPDJDULLQDHUHR'LYROWDLQYROWD
VLDGDWWDDQXRYHSURWHVLGHOSURSULRDJLUHFRVDFKHDOOHWLJULRDLGHOILQL
QRQVXFFHGH,OUDJD]]RFKHVPDQHWWDVXOVXRL3DGHQRQYHGHO¶DPELHQWH
FLUFRVWDQWHQRQqSLLQWHOOLJHQWHGHOQLSRWLQRGL&LFHURQH D& VL
RFFXSDVRORGLD]LRQLGLYHUVH3RLPDJDULVHLOQDYLJDWRUHVDWHOOLWDUHVL
JXDVWDVLSHUGHHELVRJQDDQGDUHDFHUFDUORFRQO¶HOLFRWWHUR,OWHOHIR
QLQR H O¶HOLFRWWHUR VRQR SURWHVL WHFQRORJLFKH DOO¶DJLUH GHOO¶XRPR /H
HVWULQVHFD]LRQLGHOODWHFQRORJLDVRQRWDQWLVVLPH6LSDUWHGDRJJHWWLH
VWUXPHQWLFRVWUXLWLHXVDWLWUHPLODDQQLIDFRQVHUYDWLLQPXVHLGHOO¶DUWH
RGHOODVFLHQ]DÊVHQVDWRGLUHFKH OH DQWLFKH SURWHVL HUDQR IUXWWR GHO
FDSLUHVFLHQWLILFRHGHOIDUHDUWLJLDQDOH3DVVDLOWHPSRHRJJLO¶LQWUHFFLR
IUDLOFDSLUHHLOIDUHKDFRPSLXWRWDQWLSDVVLVHJXHQGRXQSURFHGHUHFKH
qPROWRFRPSOHVVR3HUILVVDUHOHLGHHFKLVDFDSLUHFRPHqFRVWUXLWRLO
WHOHIRQLQRFRPHVLPHWWHLQRUELWDLOVDWHOOLWHJHRVWD]LRQDULRFRPHIXQ
]LRQDQRLPLVVLOLSRUWDWRULGLERPEH+HSRLFRVDYXROGLUHERPED+"
6RQRHVLWLHWHURJHQHLGLWUDVPLVVLRQHGLFXOWXUDWHFQRORJLFDFKHSRVVRQR
HVVHUHPROWRGLYHUVLIUDXQDQD]LRQHHXQ¶DOWUD4XHVWRqXQDVSHWWRGHOOD
GLYHUVLWjIUDODVSHFLHXPDQDHOHDOWUHVSHFLHYLYHQWL
/¶DSSDUWHQHQ]DVLqVYLOXSSDWDQHLVHFROLFRQODVWUXWWXUDGL1D]LRQH
/D QD]LRQH D VXD YROWD q FRQQHVVD DL FRQFHWWL GL WHUULWRULR H GL VWRULD
HYROXWLYDFKHDYYLHQHVXWDOHWHUULWRULR
 ;,,,Appartenenza e proprietà 

,OFRQFHWWRGLSURSULHWjqSLUHVWULWWLYR HG qOHJDWR DOOR VWUXPHQWR


PRQHWDHDOODUHODWLYDGLQDPLFDFKHDVXDYROWDqGRWDWDGLXQOLQJXDJ
JLR4XHVWROLQJXDJJLRKDGXHFDUDWWHULVWLFKHIRQGDPHQWDOLÊULJRURVR
SHUFKpqEDVDWRVXFRQWHJJLqOLPLWDWRSHUFKpWDOLFRQWHJJLVLULIHULVFRQR
DXQLQVLHPHGL³VFDPEL´HTXHVWRLQVLHPHqORQWDQLVVLPRGDOUDSSUH
VHQWDUHODLQILQLWDFRPSOHVVLWjGHLPRYLPHQWLLQWHUDWWLYLFKHHVSULPRQR
ODGLQDPLFDGLXQLQGLYLGXRYLYHQWH,QRJQLFDVRODSURSULHWjHVLVWHHG
qGHILQLWDGDSUHFLVLQXPHULFKHVRQRFRQWHJJLGLPRQHWD
,QJHQHUDOHODGLQDPLFDGHOODSURSULHWjFKHLQFOXGHODGLQDPLFDGHOOD
SURSULHWjLQWHOOHWWXDOHLOEUHYHWWRYDLQTXDGUDWDLQXQRVFKHPDWHFQLFR
VWRULFR4XHVWRqXQWHPDGLHQRUPHGLIILFROWj4XLFHUFKLDPRGLULFKLD
PDUHO¶DWWHQ]LRQHVXGXHDVSHWWL

a) FRPHVLILQDQ]LDODULFHUFDHODWHFQRORJLD
b) FKHUHOD]LRQHF¶qIUDLOSRWHUHHFRQRPLFRWHFQRORJLFRFKHqSUL
YLOHJLRGLSRFKLHO¶HWLFDFKHLPSOLFDWXWWL


,OILQDQ]LDPHQWRGHOODWHFQRORJLD

3HUFDSLUHORVYLOXSSRVWRULFRGHOODWHFQRORJLDqXWLOHSDUWLUHGDOFRQFHWWR
VFLHQWLILFRGLHQHUJLDGLOHJDPHHGLVFDPELRIUDOHHQWLWjHOHPHQWDULH
YHGHUHFRPHVWUXPHQWD]LRQHSHQVLHURVFLHQWLILFRHILQDQ]LDPHQWRVRQR
DYDQ]DWLQHOWHPSR/DILVLFDHODFKLPLFDGHOO¶2WWRFHQWRVFLHQ]DFKH
RJJL FKLDPLDPR FODVVLFD DYHYD GDWR IRQGD]LRQH ULJRURVD DOOD FRQR
VFHQ]D GHOOH PROHFROH LQRUJDQLFKH GRPLQLR LQ FXL O¶HQHUJLD GL ULIHUL
PHQWRqO¶HOHWWURQYROW1HO1RYHFHQWRFRPSDUHLOSDVVRULYROX]LRQDULR
TXDQWLVWLFRFKHSRUWDDUDSLGLSURJUHVVLLQGXHGLUH]LRQLODILVLFDQX
FOHDUHHQHUJLDGLULIHULPHQWRLO0H9RVVLDLOPLOLRQHGLHOHWWURQYROWH
ODELRFKLPLFDRVVLDLOPRQGRGHOOHPD[LPROHFROHRUJDQLFKHHQHUJLD
GLULIHULPHQWRXQDIUD]LRQHGLHOHWWURQYROW6LDPRQHJOLDQQL¶3DU
WRQR IRQGDPHQWDOL SURJUHVVL QHOOD JHQHWLFD H QHOOD IDUPDFRORJLD 3HU
TXDQWRULJXDUGDODILVLFDQDVFHLOILQDQ]LDPHQWRVWDWDOHGHOOHDUPLQX
FOHDULDILVVLRQHHIXVLRQH/DGLUDPD]LRQHFLYLOHGHOODILVVLRQHqLPPH
GLDWDODGLUDPD]LRQHFLYLOHGHOODIXVLRQHqDQFRUDQHOODIDVHGLDWWHVD
5LFRUGLDPRFKHSDUOLDPRGLXQSHULRGRLQFXLDYYHQJRQROHGXHJXHUUH
PRQGLDOLH'RSROD6HFRQGDJXHUUDPRQGLDOH
QDVFHLO&(51LVWLWX]LRQHSRGHURVDILJOLDGHOOHXQLYHUVLWjHXURSHH,O
FDPSRGLULFHUFDqLOPRQGRVXEQXFOHDUHHQHUJLDGLULIHULPHQWRLO*H9
 /DPDSSDGHOGHQDUR

RVVLDPLOLDUGRGLHOHWWURQYROW4XHVWRUHJLPHSRWHYDDSULUHODSRUWDDOOD
VXSHUERPEDVXEQXFOHDUHPDOD1DWXUDKDGHWWRQR,QTXHOUHJLPHQRQ
FL VRQR OHJDPL GD PDQHJJLDUH FRQ UHD]LRQL HVRWHUPLFKH $OO¶RSSRVWR
VWLDPRFDSHQGRIHQRPHQLFKHFLSRUWDQRDFDSLUHODVWRULDGHOO¶RULJLQH
GHOO¶8QLYHUVR /¶LGHD qDIIDVFLQDQWH H SHUFKp OD VL ILQDQ]LD",Q SDUWH
SHUYLUWLQSDUWHSHUVSHUDQ]DGHOODFUHD]LRQHGLXQ³LQGRWWR´WHFQROR
JLFRGLIIXVRDYHQWHULFDGXWHQHOODYLWDFLYLOH3RFRGRSRLO&(51QDVFH
LOILORQHGHOODULFHUFDVSD]LDOHHTXLOHIRU]HHFRQRPLFKHLQJLRFRVRQR
SLFRPSOHVVH&¶qODPDQRGHOOR6WDWRVWLPRODWDGDOODFXULRVLWjVFLHQ
WLILFDPDF¶qDQFKHODSRWHQWHPDQRPLOLWDUHLOFRQWUROORGHOORVSD]LR
FKHFLUFRQGDLOSLDQHWD7HUUDJURVVRSURJUHVVRULVSHWWRDOFRQWUROORPL
OLWDUHRWWRFHQWHVFRFKHDYYHQLYDDOOLYHOORGHOVXROR/DULFDGXWDFLYLOH
qDQFRUDQHOFDQDOHGHOO¶LQGRWWRVRSUDWWXWWRGLJLWDOHLQIRUPDWLFR%DVWD
SHQVDUHDOOD79VDWHOOLWDUH
'RSRTXHVWDSUHPHVVDJHQHUDOHWRUQLDPRDOORVJXDUGRVWRULFR
/DPHWDOOXUJLDGHLFDQQRQLHGHOOHIORWWHFRUD]]DWHFKHVLVYLOXSSD
QHO6HWWHFHQWRKDSRFKLSURWDJRQLVWLIUDFXLSULPHJJLDQR)UDQFLDH,Q
JKLOWHUUD /D GLUDPD]LRQH FLYLOH VL PDWHULDOL]]D QHO FRPPHUFLR DUULF
FKLWRGDOFRORQLDOLVPRHQHLWUDVSRUWLSULPDOHUHWLIHUURYLDULHHSRLOH
DXWRPRELOL8QSR
SLWDUGLO
DYLD]LRQHHDQFKHOuSULPDLOPLOLWDUHHSRL
LOFLYLOH4XDQGRVLSDUODGLPLOLWDUHVLSDUODGLVHJUHWH]]DLPSRVWDHEHQ
SURWHWWDVLIDQQRFRVHFKHVRQRGLSURSULHWjGHOOD1D]LRQHSLDELOHH
IRUWH1HOUDPRFLYLOHF¶qXQIHQRPHQRGLYHUVRGLSURSULHWjLOEUHYHWWR
/DSHUFROD]LRQHGHOODWHFQRORJLDIHUURPRWRULQHOODGLQDPLFDFLYLOH
VLLQWUHFFLDFRQLOPHFFDQLVPRGHLEUHYHWWLDOO
LQL]LRGHOQRYHFHQWRPD
SRLVLHYROYHLQXQDOWURPRGRFLRqODFRQFHQWUD]LRQHGHOFDSLWDOHFRQ
DQQHVVR FRQWUROOR 1H VHJXH FKH O
LQQRYD]LRQH FRPSHWLWLYD YLHQH UH
VSLQWDLQIDYRUHGHOODFRQFHQWUD]LRQH
(VHPSLR QHOOD VWUDWHJLD LQGXVWULDOH GHOO
DXWRPRELOH SUHVHQWH RJJL
QRQLQWHUHVVDO
LQQRYD]LRQHPDDQ]LO
XQLIRUPD]LRQHGHOSURGRWWR/
DW
WXDOHSURGX]LRQHDXWRPRELOLVWLFDGDOSXQWRGLYLVWDFUHDWLYRqXQRVTXDO
ORUH/DWHFQRORJLDGHOOD)RUPXODqXQUHVLGXRGLFRQRVFHQ]HYHFFKLH
QRQqLQWHUHVVDQWHFRPHVRUJHQWHGLSURJUHVVR1DWXUDOPHQWHDOO¶RSSR
VWRQHOODWHFQLFDQDYDOHHDHUHDPLOLWDUHVLFRQWLQXDDULFHUFDUHPDVRWWR
DVVROXWRVHJUHWR1HOODGLUDPD]LRQHFLYLOHGHOODPHWDOOXUJLDF
qGDPHW
WHUHDQFKHLOPRYLPHQWRGHOO
HGLOL]LDGHOIHUURFHPHQWRFKHqFRVDJH
PHOODDOODGLQDPLFDGHOO
DXWRPRELOH&RVWUXLUHSLFKHVLSXzHDFFHQ
WUDUHLVROGLSLFKHVLSXz2YYLRFKHQRQqXQSURFHGHUHVHPSOLFH&L
 ;,,,Appartenenza e proprietà 

VRQR OH ULYDOLWj IUD FRQFHQWUD]LRQL PRQHWDULH ,Q TXHVWR DPELWR LQGX
VWULDOHPDVWRGRQWLFRSLFKHODORWWDIUD EUHYHWWL VDUHEEH LQWHUHVVDQWH
FDSLUHODORWWDIUDQD]LRQLFRQWXWWHOHDUPLLPSOLFDWH1HOGRPLQLRGHO
IHUURFHPHQWRRVVHUYLDPRFKHLJUDWWDFLHOLVRQRRUPDLIHQRPHQRJOR
EDOH6DOHQGRROWUHLPHWULVRQRQHFHVVDULFDOFROLJURVVL(FFRSHU
FKpHVLVWRQRVRORWUHRTXDWWURPHJDDUFKLWHWWLSLSUHFLVDPHQWHPHJD
VWXGL LQFOXGHQWL FLDVFXQR DOFXQH FHQWLQDLD GL FDOFRODWRUL VSHFLDOLVWL
DYHQWL LO FRPSLWR GL UHQGHUH FRPSUHQVLELOL DOOH LPSUHVH HVLVWHQWL VXO
PHUFDWRJOLVFKL]]LGHOODVWDU$LWHPSLGHOFRPSXWHUSuper Cray  
FKHHUDORFDOL]]DWRD/RV$ODPRVDOFXQLFDOFROLGHJOLVWXGLGLDUFKLWHW
WXUDYHQLYDQRHVHJXLWLDSSXQWRDO&HQWURGL&DOFRORGL/RV$ODPRV LP
PDJLQDWHOHDFURED]LHSHUROWUHSDVVDUHODEDUULHUDPLOLWDUH ,OGLVHJQR
DOODILQHYLVLELOHLOYHVWLWRHVWHUQRGHLSRVVHQWLFDOFROLDJOLLQL]LDYHYD
XQDFHUWDFRPSRVWH]]DRJJLFRQFDOFROLSLGLIIXVLWHQGHYHUVRLOJKL
ULEL]]RXQRVFKL]]RGLIDQWDVLDJHQHULFD4XHVWDFRQQHVVLRQHIUDIHUUR
FHPHQWRHFRPSXWHUqSRFRQRWDHLQWULJDQWH
/¶LQIRUPDWLFDQDVFHPLOLWDUH5LFRUGDUHFKHLOFRPSXWHUCrayFLWDWR
VRSUDIXFUHDWRSURSULRSHUDOLPHQWDUHLOSRWHUHGLFDOFRORGL/RV$OD
PRV VHUYLYDSHUVLPXODUHHVSORVLRQLHUHODWLYHLQQRYD]LRQLQHOODFRVWUX
]LRQHGHOOHERPEH 6XFFHVVLYDPHQWHFRPSDUHODPDUHDGHLWHOHIRQLQLH
GHLFRPSXWHUSHUVRQDOL,QTXHVWRGRPLQLRGLLQGXVWULDOL]]D]LRQHLOEUH
YHWWRqFUXFLDOH"&RPHIXQ]LRQD"7HPDGHJQRGLVWXGLR5LFRUGLDPR
TXLEUHYHPHQWHFKHLOFDOFRODWRUHHOHWWURQLFRQDVFHFRPHSHQVDWDOLEHUD
GLPDWHPDWLFLJHQLDOLPDYLHQHSUHVRVRWWRFRQWUROORGDOSRWHUHPLOLDUH
DPHULFDQR,OWDOHQWRLWDOLDQRLQTXHVWRFDPSRUHVWDLPSRUWDQWHPDPDU
JLQDOH 2JJL OD SHUFROD]LRQH QHO PRQGR FLYLOH q EHQ YLVLELOH 3LFFROD
RVVHUYD]LRQH ,O UDSSRUWR ³PDVVD DXWRPRELOHPDVVD FRPSXWHU WDVFD
ELOH´qGHOO¶RUGLQHGLJUDQGH]]DGLGLHFLPLOD,OUDSSRUWRFRVWRNJSHU
O¶DXWR q  HXURNJ PHQWUH SHU LO WDVFDELOH q  HXURNJ
1RQ VWXSLVFH FKH OD YHORFLWj GL ULVSRVWD GHO PHUFDWR LQIRUPDWLFR VLD
FHQWRYROWHVXSHULRUHDTXHOODGHOPHUFDWRDXWRPRELOLVWLFR6LDPRDEL
WXDWLDVHQWLUHODGLFKLDUD]LRQHFKH³ODUHWH´qXQYHLFRORGLLQWHUVFDPELR
GHPRFUDWLFR3HFFDWRFKHLOVLVWHPDVDWHOOLWDUHGDFXLODUHWHGLSHQGHVLD
SURGRWWRHPHVVRLQRSHUDGDOOHSRFKHPDQLFKHSRVVHJJRQRHFRQWURO
ODQRODUDIILQDWDHGHQHUJLYRUDWHFQRORJLDVSD]LDOH
9HQLDPRLQILQHDOODELRORJLD1HOFDPSRGHOODELRORJLDF
qXQDVWRULD
DQWLFDHFRPSOLFDWDGHOFRQFHWWRGLSURSULHWj /H FROWLYD]LRQLSULYLOH
JLDWHRWWHQXWHFRQLQQHVWLEHQVWXGLDWLGLYHQWDQRIRQWHGLULFFKH]]D/D
SURSULHWj FRQQHWWH LQWLPDPHQWH LOWHUULWRULR H O
LQWHOOLJHQ]D GHOO
XRPR
 /DPDSSDGHOGHQDUR

&RVuDQFKHSHUJOLDOOHYDPHQWLGLDQLPDOLVHOH]LRQDWLFRQDUWHJHQHWLFD
(VHPSLR FDYDOOL GD FRUVD GL YDORUH HQRUPH YLQL GL YDORUH HQRUPH
6WLPH FRVWR DO NJ FHQWR YROWH VXSHULRUH ULVSHWWR DO FRVWR GHO FDYDOOR
JHQHULFRHGHOO
XYDSUHVDFRVuFRPHYLHQH
,OVDOWRFUXFLDOHqODFRPSDUVDGHOODPHFFDQLFDTXDQWLVWLFDQHOODELR
ORJLDPROHFRODUHFKHSDUWHQHJOLDQQL7UHQWDGHOVHFRORVFRUVRLOEUH
YHWWRELRORJLFRDWWUDYHUVDXQDIDVHQXRYDO
LQYHQ]LRQHULFKLHGHJUXSSL
GLULFHUFDFRVWRVLPROWRORQWDQLGDOO
DUWHGHOFRQWDGLQRJHQLDOHRGHOO
DO
OHYDWRUH JHQLDOH 6HJXH FKH LO EUHYHWWR ELRORJLFR GHYH HQWUDUH LQ XQD
GLQDPLFDGLSRVVHVVRDFFHQWUDWDLQPDQLSRWHQWL(VHPSLOD0RQVDQWR
HVLPLOL(QWUDQGRQHOPHUFDWRODVSHVDGHOODULFHUFDGHYHGDUHXQUL
WRUQRHVHQRQDYYLHQHYXROGLUHFKHHUDQRVROGLVSUHFDWL&LzLPSOLFD
FKHLOEUHYHWWRGHYHHVVHUHGLIHVRLPSRVWRFRQDGHJXDWLVWUXPHQWLGLSR
WHUH 1RQ SHU QLHQWH OD 0RQVDQWR q FRQQDWXUDWD DO SDHVH SL SRWHQWH
GHOOD7HUUD8QSLFFRORVWDWRGRWDWRGLPRQHWDSURSULDQRQSRWUHEEHPDL
EUHYHWWDUH LO PDLV R TXDOVLDVL DOWUR YHJHWDOH DOLPHQWD]LRQH VX ODUJD
VFDODRSSXUHXQRGHLWDQWLSDUWLFRODULIDUPDFLFKHDQFKHYHQJRQRLP
SRVWLFRQVWUDWHJLHGLULSHWL]LRQHVXODUJDVFDODÊFRVuFKHJOLRUJDQL
VPL YLYHQWL LQFOXVR O¶XRPR GLYHQWDQR RUJDQLVPL YHLFRODWRUL GHO GH
QDUR
$WWHQ]LRQH/DILVLFDHODELRORJLDKDQQRDVSHWWLDQDORJKLHDVSHWWL
GLYHUVLVVLPL 1HO GRPLQLR GHOOD ELRORJLD L FRQFHWWL GL DSSDUWHQHQ]D H
SURSULHWj HUDQR FRQYLVVXWL VWRULFDPHQWH LQ XQ PRGR DEEDVWDQ]D FRP
SUHQVLELOH/DELRVIHUDFDUDWWHULVWLFDGLXQDFHUWDDUHDGHOOD7HUUDHUDXQD
ULVRUVD SHU FKL DSSDUWHQHYD D WDOH DUHD &RQ O¶LPSRVL]LRQH GHO SDJD
PHQWRGHLEUHYHWWLELRORJLFLODYLWDGHOODELRVIHUDHVLVWHQWHLQXQFHUWR
OXRJRGLYHQWDO¶RSSRVWRGLULVRUVDGLYHQWDFRVDGDSDJDUH3HQVLDPRDO
JLRUQR LQ FXL L IRWRQL VRODUL VDUDQQR FDWWXUDWL GD VDWHOOLWL HVSHGLWL VXO
VXRORWHUUHVWUHGDDSSRVLWLVWUXPHQWLODOXFHGHO6ROHQRQVDUjSLUHJDOR
GLJLRLDPDFRVDGDSDJDUH4XHVWHRVVHUYD]LRQLGRYUHEEHURIDUFLPH
GLWDUHVXOIDWWRFKHODUHOD]LRQHIUDSURJUHVVRGHOODFRQRVFHQ]DVFLHQWL
ILFDGHQDURHEHQHFRPXQHqRVFXUD


/¶LQWHOOLJHQ]DGLVSHFLH

)LQTXLDEELDPRSDUODWRGLULFHUFDHVYLOXSSRSRQHQGRO¶DWWHQ]LRQHVXO
FRQFHWWRGLSURSULHWj0DF¶qDQFKHXQDOWURPRGRGLHVDPLQDUHODVWRULD
GHOO¶XRPR9HGLDPRFRPHODVSHFLHXPDQDKDDIIURQWDWRLFRQFHWWLGL
 ;,,,Appartenenza e proprietà 

EHQHFRPXQHHLQWHOOLJHQ]DGLVSHFLHFKHSUHQGLDPRFRPHDOWHUQDWLYLD
TXHOORGLSURSULHWj$OFXQLHVHPSL
$OODILQHGHO6HWWHFHQWRLQ)UDQFLDHPHUJRQRLYDORULGLlibertéega-
litéfraternitéHVLVXSHUDQRDOFXQLRVWDFROLWDJOLDQGRODWHVWDDPROWH
SHUVRQHIUDFXL/XLJL;9,H0DULD$QWRQLHWWD3RFKLDQQLGRSRLOJH
QLDOH1DSROHRQH%RQDSDUWHJXLGDGHFLQHGLPLJOLDLDGLUDJD]]LIUDQFHVL
VXLFDPSLGLEDWWDJOLDGRYHVLXFFLGHHVLqXFFLVLFRQODJRODWDJOLDWDR
LOWRUDFHWUDILWWRGDOOHEDLRQHWWHDFXLVLDJJLXQJRQROHSDOOHGLFDQQRQH
WXWWRpour la gloire de la France)LQLWDODEDWWDJOLDDOODVHUDLPRUHQWL
VHQ]DSDURODYHQLYDQRSLHWRVDPHQWHILQLWLFRQXQFROSRYHORFH
,OFRQWUDVWRIUD(XURSDLQGXVWULDOL]]DWDLOEHQHHG(XURSDDJULFROD
O¶DUUHWUDWH]]DJLXQJHDOFRQIOLWWRGHOOD3ULPDJXHUUDPRQGLDOH,UDJD]]L
VWUDSSDWLGDOOHFDPSDJQHGHYRQRDQGDUHDPRULUHFRQWHFQLFKHPLVWHGL
DUPLGDWDJOLRHGDSDOORWWROD/HPLWUDJOLDWULFLVHSXQWDWHEHQHIDQQR
SLLQIUHWWDGHLSXJQDOL
1HOF¶HUDXQDGLQDPLFDVRFLDOHFRPSOHVVDPRGLGLYLYHUHGL
YHUVLLQ 2ULHQWH $IULFD $PHULFD GHO VXG H GHO QRUG (XURSD $OFXQL
FDSLGLVWDWRGXHLQSDUWLFRODUHHUDQRFRQVLGHUDWLHFFHOOHQWLHDPDWLGDL
ORURFRQQD]LRQDOL7UHDQQLGRSRHUDQRFRQVLGHUDWLSHVVLPLGDXQEDFLQR
GLRSLQLRQLSLFRPSOHVVRÊFRVDRWWLPDFDSLUHHFRUUHJJHUHJOLHUURUL
GHJOL DQGDPHQWL QD]LRQDOL VHQWLPHQWL SURJHWWL GHFLVLRQL 7XWWDYLD OD
FRUUH]LRQH FLRq OD WUDQVL]LRQH GD TXHO WHPSR PLFD WDQWR ORQWDQR
F¶HUDQRLQRVWULJHQLWRULRLQRVWULQRQQL DOSUHVHQWHqDYYHQXWDFRQXQD
JXHUUDPRQGLDOHFKHKDXFFLVRROWUHVHWWDQWDPLOLRQLGLFUHDWXUHXPDQH
( OD SHUFHQWXDOH GHL FLYLOL q VXSHULRUH H TXHOOD GHL PLOLWDUL 1HO FDVR
SDUWLFRODUHGL+LURVKLPDSLQLHQWHEDLRQHWWHFRQODUHFLSURFLWjGHOUL
VFKLREDVWDO¶DSHUWXUDGLXQSRUWHOORQHGHOO¶DHUHRHVHWWDQWDFLQTXHPLOD
DELWDQWLVRQRXFFLVLLQXQVHFRQGR(UDLQDWWRLOSRVVHVVRFRQIOLWWXDOH
GHOOHWHFQRORJLHERPEDUGLHUHILJOLHGHOODILVLFDPROHFRODUHHQXFOHDUH
QRQLOSHQVLHURQRQO¶LQWHOOLJHQ]DGLVSHFLHQRQLOEHQHFRPXQH
&RVDYXROGLUHEHQHFRPXQH",OFDSLUHODPDWHPDWLFDHODILVLFDqXQ
DVSHWWRGHOSHQVDUHqGRWHGLLQGLYLGXLqEHQHOLEHURGRWDWRGLXQLYHU
VDOLWj,OSURJHWWDUHHFRVWUXLUHFDQQRQLERPEHDHUHLHQDYLGDJXHUUD
qFRVDIDWWDGDTXHOOHQD]LRQLFKHKDQQRYROXWRHSRWXWRILQDQ]LDUHWD
OXQHGLUDPD]LRQLWHFQRORJLFKHGHOODFRQRVFHQ]DVFLHQWLILFD/DPRWLYD
]LRQHqODFRQTXLVWDGLULVRUVHLQRUJDQLFKHTXHOOHFKHGDQQRSRWHUHLP
PHGLDWR/DFRQTXLVWDGHOOHULVRUVHRUJDQLFKHqDQFKHLPSRUWDQWHHGj
SRWHUH GLOXLWR QHO WHPSR 4XHVWD HUD OD GLIIHUHQ]D IUD JXHUUH UDSLGH H
FRORQLDOLVPR QHO SDVVDWR 'DWR FKH DUPL H ULVRUVH VRQR GLVWULEXLWH LQ
 /DPDSSDGHOGHQDUR

PRGRPROWRLUUHJRODUHIUDOHSRSROD]LRQLWHUUHVWULQHVHJXHODORJLFDGHO
FRQIOLWWR,OOLQJXDJJLRSROLWLFRVHJXHQRQSUHFHGHWDOLHYHQWL1RQSUH
YHGHPDVLDGDWWD&RQFOXVLRQH,OSHQVLHURO¶LQWHOOLJHQ]DVLDXWRFRU
UHJJRQRSHUGHILQL]LRQH,OSRWHUHPLOLWDUHKDODFDUDWWHUL]]D]LRQHRS
SRVWD 1RQ VRQR PDL HVLVWLWH JXHUUH ORJLFKH SURJHWWR HVHFX]LRQH HG
HVLWRSRUWDWRULGLEHQHILFLRSHUODVSHFLHXPDQD6HPSUHVLGHYHDVSHW
WDUH FKH OD 1DWXUD GRSR OD JXHUUD ULHVFD OHQWDPHQWH D ULVWDELOLUH XQ
HTXLOLEULR9HGLDPRWUHVSXQWLGLPHGLWD]LRQH&RPHO¶XRPRVDFDSLUH
OD1DWXUDHLOSURSULRPRGRGLDSSDUWHQHUHDGHVVD
$OODILQHGHO6HWWHFHQWR*RHWKHFRPSLHLOYLDJJLRLQ,WDOLD1RQSDVVD
SHULO3LHPRQWHQRQPHWWHSLHGHD7RULQR DYUHEEHSRWXWRYHGHUHODED
VLOLFDGL6XSHUJDGHOVLFLOLDQR-XYDUUDPDQRQORID ÊDWWUDWWRGDOOD
EHOOH]]DGDOODFXOWXUDGDOODVWRULDGDOO¶DUPRQLDGLYLWDGHOO¶,WDOLDPH
ULGLRQDOH&LQTXDQWDDQQLGRSRDYYLHQHO¶XQLWjG¶,WDOLDSHUVWUDGDPLOL
WDUHQRQSHUGLDORJRIUDSHQVDWRUL/DORJLFDGHOSRWHUHLQGXVWULDOHGHO
QRUGYLQFHQWHKDFRPHHVLWRO¶HVRGREHQQRWRHGRORURVRGDOVXGLWDOLDQR
YHUVROH$PHULFKHFKHDYHQGRXQDGHQVLWjGLSRSROD]LRQHPLQLPDDF
FHWWDQRYROHQWLHULWDOHIOXVVRLQLQJUHVVR
6HFRQGR HVHPSLR 'RSR O¶DFFHVVR QDYDOH &ULVWRIRUR &RORPER 
GHOO¶(XURSDDOO¶$PHULFDSDUWHODGLQDPLFDGLFRQTXLVWDGLULVRUVHRUJD
QLFKHWHUUDIHUWLOHHVFKLDYLVPR ODVFRSHUWDGHOSHWUROLRYLHQHGRSR 
/HSRSROD]LRQLDSSDUWHQHQWLDTXHLWHUULWRULLQDWLYL³SHOOHURVVD´VRQR
HOLPLQDWHSHUHYLGHQWHLQIHULRULWjGLGLIHVDDUPDWDHVRGRWRWDOH/DFUH
VFLWDGHOODSRSROD]LRQHVXOWHUULWRULRGHOO¶$PHULFDGHOQRUGqODSLYH
ORFHQHOODVWRULDGHOODVSHFLHXPDQD)RUVHLOFRQFHWWRGLDSSDUWHQHQ]D
QRQqDSSURSULDWRLQTXHVWRFDVR6LWUDWWDGLXQWUDQVLHQWHGHPRJUDILFR
WHFQRORJLFRFKHqDQFRUDLQFRUVR
2JJLO¶RSLQLRQHSXEEOLFDHXURSHDFRPPHQWDHPRWLYDPHQWHO¶DUULYR
GLHVRGDWLSURYHQLHQWLGDO0HGLR2ULHQWHHGDOO¶$IULFD*LjVFDSSDQR
,QYHFH QHO JROIR 3HUVLFR QHO SLFFROLVVLPR VWDWR GHO %DKUDLQ VWD EHQ
VDOGDOD9)ORWWD8VD6XTXHOOHQDYLFLVRQRPLVVLOLQXFOHDULHGURQLFKH
SRVVRQRULGXUUHDOQXOODGLYHUVHQD]LRQL0DQRQqSHUTXHVWRFKHVWDQQR
Ou6RQROuSHUGHWHUPLQDUHGLYHUVLULSRVL]LRQDPHQWLGHOSRVVHVVRGLVYD
ULDWH ULVRUVH HQHUJHWLFKH H PLQHUDULH DSSDUWHQHQWL D TXHL WHUULWRUL /D
5XVVLDqLQDOODUPHHGHVVHQGRDQFK¶HVVDGRWDWDGLSRWHUHQXFOHDUHQRQ
F¶qGDVWDUHVHUHQL$EELDPRULFRUGDWRLFDQQRQLGL1DSROHRQH%RQD
SDUWHFRPELQDWLFROJHQLRGHOJLRYDQHWHQHWHGLYHQWDWR,PSHUDWRUHWHF
QRORJLDQDVFHQWHVROGLWUDVIHULWLLQSRFKLDQQLGDDOFXQHPDQLDGDOWUH
PDQL,OJLRYDQHJHQLRVEDJOLDWXWWRLQ5XVVLDHSHJJLRDQFRUDQHL
 ;,,,Appartenenza e proprietà 

JLRUQLH:DWHUORR$OWURWUDVIHULPHQWRGLGHQDUR6HSDVVLDPRDOOD6H
FRQGD JXHUUD PRQGLDOH WURYLDPR LO VHFRQGR WHQWDWLYR GL RFFXSD]LRQH
GHOOD5XVVLD ULFFDGLVSD]LRHGLULVRUVH 4XHVWDYROWDOHYLWWLPHVRQR
LQQXPHURPROWRPDJJLRUH+LWOHUILQLVFHSHJJLRGL1DSROHRQHLWUDVIH
ULPHQWLGLGHQDURVRQRPROWRPDJJLRULHO¶DFFHQWUDPHQWRGHOODGLVWUL
EX]LRQHLQSRFKHPDQLDQFRUDSLVSLQWR2JJLF¶qFKLSHQVDDOODWHU]D
LQYDVLRQHGHOOD5XVVLDVWUDWHJLDRFFXOWDPDPLFDWDQWRGLIILFLOHGDFD
SLUHSHUFKLDEELDFRQRVFHQ]DGHOODGLVWULEX]LRQHWHUULWRULDOHPLVVLOLVWLFD
QXFOHDUHJOREDOH,OWXWWRPLUDWRDOODWHU]DUHGLVWULEX]LRQHGHOGHQDUR/D
GLQDPLFDGHOGHQDURqVHPSUHTXHOODVHQLOHDQ]LULPEDPELWD*OLVWUX
PHQWLWHFQRORJLFLVHPSUHQXRYLHVHPSUHSLGLIILFLOLGDFDSLUHVLDGD
SDUWHGLFKLOLXVDFKHGDSDUWHGLFKLOLVXELVFHHPXRUHRVFDSSD
,OTXDUWRVSXQWRGLPHGLWD]LRQHqIXWXULELOH6HLOSURJUDPPDGHOOD
PHVVDLQRUELWDGHLSDQQHOOLUDFFRJOLWRULGLHQHUJLDVRODUHGDDQQLFRF
FRODWRGDYDULVFLHQ]LDWLYHQLVVHDWWXDWRVLSDVVHUHEEHDOODJXHUUDVSD
]LDOHGLFKLqLO6ROHFKLVRQRLSURSULHWDUL GHL IOXVVL GL IRWRQL" Ê OD
TXDUWDHGXOWLPDJXHUUDPRQGLDOHFRQO¶HVRGRGLWXWWDODVSHFLHXPDQD

&RVDYXROGLUHLQWHOOLJHQ]DHDUPRQLDGHOOD1DWXUD",QILVLFDVLSDUOD
GLHTXLOLEULRQHOODGLQDPLFDGHLVLVWHPLFRPSOHVVL&RQULIHULPHQWRDOOD
7HUUDULFRUGLDPRFKHLPRWLFLFOLFLFDUDWWHUL]]DQRODGLQDPLFDGHOODVIHUD
LQRUJDQLFDLOFOLPD6LSDUWHGDOIDWWRFKHOD7HUUDqVIHULFDHUXRWDLQ
WRUQRDOSURSULRDVVHHJLUDLQWRUQRDO6ROHFROULVXOWDWRULWPLFRGLJLRUQL
VWDJLRQLDQQLÊGDTXLFKHSDUWRQRLPRWLDWPRVIHULFLHRFHDQLFLGRWDWL
GLULWRUQRUHDOL]]DQGRXQHTXLOLEULRJOREDOHVWD]LRQDULR*OLHYHQWLQRQ
FLFOLFLLPSUHYHGLELOLVRQRLQJHQHUDOHFRQQHVVLDPRYLPHQWLGHOODFUR
VWDVROLGDRDIHQRPHQLGLFROOLVLRQLFRQDVWHURLGLHSHUWXUEDQRO¶HTXL
OLEULRDUPRQLFR,QILVLFDTXHVWLFRQFHWWLVRQRDEEDVWDQ]DULJRURVL3HU
OD ELRVIHUD OD FRPSUHQVLRQH GHOO¶HTXLOLEULR GHOOD GLQDPLFD FLFOLFD q
PROWRSLGLIILFLOH/¶RVVHUYD]LRQHGHOO¶DUPRQLDGHOODYLWDKDDIIDVFL
QDWRO¶XRPRGDVHPSUHPDODFRPSUHQVLRQHVFLHQWLILFDGLTXHVWDGLQD
PLFDLQILQLWDPHQWHFRPSOHVVDqVRORDLSULPLSDVVL3HUHVHPSLRLOSUR
EOHPDGHOO¶LQWHUD]LRQHIUDFOLPDHELRVIHUDFLRqIUDGHWHUPLQLVPRHIL
QDOLVPRqHQRUPHPDqDIIURQWDWRVRORGDSLFFROLJUXSSL3HUTXDQWR
ULJXDUGDODVSHFLHXPDQDJOLDQWURSRORJLVLSRQJRQRGDWDQWRWHPSROD
GRPDQGDVXGRYHHTXDQGRLQL]LDQROHWUDFFHGLFUHDWXUHVLPLOLDTXHOOH
GLRJJL3RLVHJXRQRHYHQWLGLVSRVWDPHQWLHYROX]LRQHHFUHVFLWDQX
PHULFDFKHVLULIHULVFRQRDOWHPSRLQFXLOHFUHDWXUHXPDQHHUDQRPL
JOLDLD QRQ PLOLDUGL Ê HYLGHQWH FKH O¶DSSDUWHQHQ]D GHOOD FRPXQLWj
 /DPDSSDGHOGHQDUR

XPDQDDOWHUULWRULRqXQIHQRPHQRGLQDPLFRFRPSOHVVR6LDODTXDQWLWj
GHLPHPEULGLXQDVSHFLHFKHOHFDUDWWHULVWLFKHGHJOLVFDPELGHYRQRDU
PRQL]]DUVL FRQ OD GLQDPLFD JOREDOH GHOOD ELRVIHUD FKH q OD SRUWDWULFH
GHOODSHUPDQHQ]D6HXQRSHUFHSLVFHODFRPSOHVVLWjGLTXHVWLSUREOHPL
VL UHQGH FRQWR FKH GHPRJUDILD DOLPHQWD]LRQH VDOXWH QRQ VRQR FHUWR
FRVHGDDIIURQWDUHFRQOHUHJROHHFRQRPLFLVWLFKHGHOPHFFDQLVPRGHOOD
SURSULHWj/¶LQWHOOLJHQ]DVFLHQWLILFDGRYUHEEHDQGDUHEHQROWUH


/¶DOWHUQDWLYD

&¶q XQD DOWHUQDWLYD DOOD GLQDPLFD GHOOD JXLGD PRQHWDULD GRPLQDQWH
RJJL"6LqODULFHUFDHORVYLOXSSRGHOFDSLUHFKHDYYLHQHQHOODVFXROD
FLRqLOSHQVLHURFRPHDSSDUWHQHQ]DOLEHUDGLRJQLQD]LRQHFRPXQLFD
ELOHTXLQGLXQLYHUVDOHO¶RSSRVWRGHOSHQVLHURFRPHSURSULHWjSULYDWD
/DJXLGDGHOODVFXRODSXEEOLFDSXzHVVHUHSLYLUWXRVDGHOODJXLGDGHO
GHQDUR"5LFRUGLDPRFKHLOSHQVLHURqGLDORJRO¶DYHYDQRFDSLWRJOLDQ
WLFKLILORVRILJUHFLORULSHWHYDQR/HRSDUGL*RHWKH)HUPL&¶qXQDFL
WD]LRQH PROWR LQWHUHVVDQWH GL (LQVWHLQ ULVSRQGHQGR DG XQD GRPDQGD
VXOODVROLWXGLQHTXDQGRGLFHFKHOXLSXzVHPEUDUHVROLWDULRQHOVXRVWX
GLRPDqLQFRPSDJQLDFRQWDQWLDOWULSHQVDWRULFKHJOLSDUODQRFRLOLEUL
&RPHVLPDQWLHQHLOGLDORJRHFRPHSHUFRODLOSHQVLHURQHOODYLWDGHOOD
FROOHWWLYLWj"'RPDQGDPROWRGLIILFLOHSHUFKpQRQqIRUPXODELOHQHOOLQ
JXDJJLREDQFDULRFKHVLHVSULPHFRQQXPHULHWDEHOOH'LWHTXDOHqOD
UHOD]LRQHIUDL&DQWLGL/HRSDUGLHLO3,/GL5HFDQDWL
'HVLGHURULFRUGDUHLOJUDQGHLQVHJQDPHQWRGL(QULFR)HUPLFKHXVFu
GDOVLVWHPDPLOLWDUHFLRqGDO/DERUDWRULRGL/RV$ODPRVQHOOL
EHUR OHJJHUHODELRJUDILDGL)HUPLVFULWWDGD(PLOLR6HJUHSHUFDSLUH
FRV¶qLOOLEHURSHQVLHUR &HUWDPHQWHTXHVWD³JHQHWLFDGHOO¶LQWHOOLJHQ]D´
HVLVWHHFLSRUWDDFRQVLGHUDUHODFRQWLQXLWjGHOSHQVLHURFRPHWUDQVL
]LRQHIUDSHUVRQHGLJHQLR
,QFRQFOXVLRQHLOGLOHPPDDSSDUWHQHQ]D±SURSULHWjSHUTXDQWRUL
JXDUGD O¶LQWHOOLJHQ]D GHOOD YLWD QRQ KD VROX]LRQH 6DUj O¶RVVHUYDWRUH
GHOODVSHFLHXPDQDIXWXUDFKHSRWUjGLUHVHqVWDWDODJXLGDGHOGHQDUR
RLQYHFHODJXLGDGHOOD1DWXUDODFRVDEXRQDTXHOODFKHKDFUHDWROD
FRQWLQXD]LRQHGHOSHQVLHUR




%LEOLRJUDILD


,QJUDVVHWWRODSDJLQDGRYHLOULIHULPHQWRqFLWDWR

$17218&&,(Il Sole,O0XOLQR%RORJQD
%(55<56)HOV0)  The Energy Cost of Automobiles6FL
HQFHDQG3XEOLF$IIDLUV  SS
&$9$//,6)25=$/Gènes, peuples et langues: une histoire de la di-
versité humaine eGLWLRQV 2GLOH -DFRE 3DULV  WUDG LW Geni,
popoli e lingue$GHOSKL0LODQR 
'8/%(&&25The Design of Life<DOH8QLYHUVLW\3UHVV1HZ+DYHQ
 WUDGLWIl progetto della vita&GH0LODQR 
(,167(,1$Il lato umano(LQDXGL7RULQR
*$/%5$,7+-.The Age of Uncertainty+RXJKWRQ0LIIOLQ&RPSDQ\
%RVWRQ
*256+.29 9* 0$.$5,(9$ $0   Greenhouse Effect De-
pendence on Atmospheric Concentrations of Greenhouse Sub-
stances and the Nature of Climate Stability on Earth$WPRVSKHULF
&KHPLVWU\DQG3K\VLFV'LVFXVVLRQV  
.$3,7=$63 Global Population Blow-up and After: The Demographic
Revolution and Information Society, *OREDO0DUVKDOO3ODQ,QLWLDWLYH
+DPEXUJ
0$.$5,(9$$0*256+.299*H/,%/  Energy Budget
of The Biosphere and Civilization: Rethinking Environmental Secu-
rity of Global Renewable and Non-Renewable Resources(FRORJL
FDOFRPSOH[LW\  S
0$.$5,(9$$0*256+.299*  On the Scientific Analysis
of Evolution, Progress and Future of Humanity(QHUJ\(FRQRPLF
7HFKQRORJ\ (FRORJ\   SS    SS  LQ
UXVVR 
0,&+(/,*$Demografie0F*UDZ+LOO,WDOLD0LODQR
0853+<7The Real Population ProblemKWWSSK\VLFVXFVGHGXGR
WKHPDWKWKHUHDOSRSXODWLRQSUREOHP
2257$+H3(,;272-3Physics of Climate$,31HZ<RUN


 %LEOLRJUDILD

6$08(/6213$EconomiaƒHG=DQLFKHOOL%RORJQD
6(5725,2/H5(1'$(Cento watt per il prossimo miliardo di anni
%ROODWL%RULQJKLHUL7RULQR
6(5725,2/H5(1'$(Ecofisica%ROODWL%RULQJKLHUL7RULQR
6(5725,2 /H5(1'$ (Orbite (e vita nell’Universo) $UDFQH (GL
WULFH5RPD
6(77,66Paesaggio Costituzione Cemento(LQDXGL
60,7+70H60,7+5/Elementi di ecologiaHGLWDOLDQDWUDGƒHG
LQJOHVHDFXUDGL2&&+,3,17,$0%52*,$H0$5&+,1,$3HDUVRQ
0LODQR
6833$1 3 Chemistry and Light 7KH 5R\DO 6RFLHW\ RI &KHPLVWU\
&DPEULGJH
:(67 *% H %52:1 -+   The Origin of Allometric Scaling
Laws in Biology from Genomes to Ecosystems: Towards a Quanti-
tative Unifying Theory of Biological Structure and Organization
-RXUQDORI([SHULPHQWDO%LRORJ\S
=$%276Il nucleare, l’emotività e l’ideologia4XDOH(QHUJLDJLXJQR

Indice delle figure


Figura 2.1. Bilanci di fotoni. 27


Figura 2.2. La Terra come sistema aperto. 29
Figura 2.3. Il comportamento della specie umana è autoconsistente?30
Figura 2.4. Ciclo dalla biosfera semplificata come catena trofica. 33
Figura 2.5. Il concetto di rete non è più sufficiente, deve entrare il con­
cetto di morfologie complesse. 36
Figura 2.6. Esempi di morfologie 1. 36
Figura 2.7. Esempi di morfologie 2. 37
Figura 3.1. Le quattro strutture concettuali elaborate dalla specie uma­
na. 43
Figura 4.1. ,OPHWDEROLVPRȝ W qSRWHQ]DFKHVLWUDVIHULVFHGDOODELRVIH­
ra al singolo organismo. 46
Figura 4.2. /¶DWWLYLWjHVWHUQDࣅ W qSRWHQ]DHURJDWDGDOVLQJRORRUJDni­
smo. 46
Figura 4.3. Un esempio di potenza esterna media giornaliera per una
FHUWDDWWLYLWjDJULFRODQHOO¶DQQR48
Figura 4.4. Andamento del valor medio giornaliero (̅ ) nella vita. 48
Figura 4.5. 3URWHVLGDOO¶DUFRDOSDQQHOORVRODUH52
Figura 4.6. Grafico logaritmico della recente tendenza della popolazio­
ne mondiale. 55
Figura 4.7. Elaborazione grafica della Tabella 4.2. 58
Figura 5.1. La dinamica economica al tempo di Adam Smith (1723 ௅
1790). 71
Figura 6.1. Utilizzo di risorse ed emissione di CO per il funzionamento
di una centrale nucleare di tipo EPR (European Pressurized Reactor)
per un anno. 91
Figura 6.2. Ricchezza = discarica. 95
Figura 6.3. Trasporti fra reti diverse. 103
Figura 7.1. Produzione e vendita, consumatori ± compratori. 111
Figura 7.2. Dinamica del PIL. 112
Figura 7.3. Definizione di PIL (o GNP). 112

195
 ,QGLFHGHOOHILJXUH

)LJXUD(QHUJLDQHOODUHWHQDWXUDOH
)LJXUD&RQIURQWRIUDLOPRWRUHHROLFRHLOPRWRUHWHUPLFR
)LJXUD'HQDURLQIXQ]LRQHGHOQXPHURGLSHUVRQH
)LJXUD(VHPSLRGLUHWHGLSXURVFDPELRHFRQRPLFRFLRqVHQ]DYLQ
FROLRUJDQLFLHILVLFL
)LJXUD,OPHFFDQLVPRLQRUJDQLFRGHOODSURGX]LRQHGHYHIDUHFLFOR


,QGLFHGHOOHLPPDJLQL


(VHPSLRGLUHWHVIHULFD PROHFRODGLIXOOHUHQH 
%DUULHUDFRUDOOLQD-DFNVRQ5HHI,VRODGL7LUDQ(JLWWR
,OPRQGRLQRUJDQLFRXQDJDODVVLDXQDVWHOODXQSLDQHWD
,OPRQGRRUJDQLFROD7HUUDODELRVIHUD
6WUXWWXUHFRPSOHVVHILRFFRGLQHYHXQYHJHWDOHXQDQLPDOH
'LQDPLFKHFRPSOHVVHXQDQHYLFDWDXQRVWRUPRGLXFFHOOLXQEUDQFR
GLEXIDOLXQEDQFRGLDFFLXJKH
3URWHVLO¶DUFRLOYLROLQRLOFDYDOORODQDYHODFHQWUDOHQXFOHDUHLSDQ
QHOOLVRODUL
3LHWHU%UXHJHOWKH+HOGHUThe Harvesters,
/XLJL;,9GL)UDQFLDGLSLQWRGL+\DFLQWKH5LJDXG
-DFRE,,)XJJHUGHWWR³,O5LFFR´
9HGXWDGL1DSROLQHOOD7DYROD6WUR]]LGLSLQWDIUDLOHLO
)LJXUD]LRQH GL *HQRYD DO WHPSR GL &ULVWRIRUR &RORPER ULGLSLQWR GD
&ULVWRIRUR*UDVVL
3DOD]]R6DQ*LRUJLR*HQRYD
/D6HYLOODHQHOVLJOR;9,$ORQVR6DQFKH]&RHOOR
$UFKLYLR*HQHUDOHGHOOH,QGLH6HYLOOD
3RUWRGL*HQRYD,WDOLD
3RUWRGL$QYHUVD%HOJLR
&RQWDGLQLDOODYRUR 9LQFHQWYDQ*RJK
0RGHUQDPDFFKLQDDJULFROD
6REERUJKLXUEDQL
$OOXQDJJLR
0LQLHUDDFLHORDSHUWRGL*OHQWDJJDUW6FR]LD
0LQLHUDGLFDUERQH:HVW9LUJLQLD
+HQUL0DWLVVHLe goûterJROIHGH6DLQW7URSH]
0DULR6LURQLPaesaggio urbano
3XEEOLFLWjDXWRPRELOLVWLFD
3ULPRSR]]RGLSHWUROLR3HQQV\OYDQLD
%RPEDUGLHUL%
+HQU\)RUG


 ,QGLFHGHOOHLPPDJLQL

-RKQ'DYLVRQ5RFNHIHOOHU
$UOLQJWRQ0HPRULDO%ULGJH:DVKLQJWRQ'&
3DODLVGH7RN\R3DULJL
/HJLRQDULRURPDQR:DVKLQJWRQ'&
)HGHUDO5HVHUYH:DVKLQJWRQ'&
7UDIILFRGL/RV$QJHOHV
5RWWDPLGLDXWRGLVFDULFDGLSQHXPDWLFL
,OOXPLQD]LRQHQRWWXUQDGHOOD7HUUD
(UQHVW5XWKHUIRUG
+LURVKLPD
$WROORGL%LNLQL
0LQLHUDGLXUDQLR2O\PSLF'DP$XVWUDOLD
&DOODZD\1XFOHDU3RZHU3ODQW0LVVRXUL86$
//1/&DOLIRUQLD
'HSRVLWRVFRULHQXFOHDUL<XFFD0RXQWDLQ1HYDGD
:HUQKHUYRQ%UDXQ
543UHGDWRU
5HJJLDGL&DVHUWD
6HDUV7RZHU&KLFDJR
%XUM.KDOLID'XEDL
)HUUDUL)
8OWLPRSR]]RSHWUROLIHUR
3DQQHOOLIRWRYROWDLFLLQRUELWD



,QGLFHGHOOHWDEHOOH


7DEHOOD7UHWLSLGLPDSSH
7DEHOOD0DSSDHVHPSOLILFD]LRQH
7DEHOOD6WRULDGHOODSRWHQ]DDGGLWLYDOHWUHHUH
7DEHOOD6WLPDGHOODSRSROD]LRQHPRQGLDOHQHOWHPSR LQPLOLRQL 
7DEHOOD&UHVFLWDGHOODSRSROD]LRQHGDODO
7DEHOOD'DLSULPRUGLGHOODWHUPRGLQDPLFDDOORVYLOXSSRGHLPRWRUL
HQGRWHUPLFL
7DEHOOD'LIIHUHQ]DIUDIDWLFDHSRYHUWj
7DEHOOD&RPEXVWLELOLIRVVLOL
7DEHOOD3RWHQ]HWLSLFKH
7DEHOOD:RUOG3RUW5DQNLQJ
7DEHOOD0DFFKLQH
7DEHOOD&URQRORJLD%DQFD±6WDWR±5HOLJLRQH±6FLHQ]D
7DEHOOD,VLVWHPLGLQDPLFL




,QGLFHGHLQRPL


,QJUDVVHWWRODSDJLQDGRYHO¶DXWRUHqFLWDWR

$QWRQXFFL( .UHEV+$
$XJXVWR .XEULFN6
 
%pQDUG+ /DZ-
%HUU\56 /HRSDUGL*
%HWKH+ /XLJL;,9
%RFFDFFLR* /XLJL;9,
%URZQ-+ 
%UXHJHO3LHWHUWKH(OGHU 0DNDULHYD$0
 0DUFKHVHGL&DUDEDV
&DOYLQ0 0DU[.
&DSSRQL* 0DWLVVH+
 SDOLQRGLDDOPDUFKHVH*LQR& 0D]]DULQR6
&DYDOOL6IRU]D/ 0LFKHOL*$
&RORPER& 0XUSK\7
 0XVVROLQL
GRWWRU6WUDQDPRUH 
'XOEHFFR5 1DSROHRQH %RQDSDUWH   
 
(LQVWHLQ$ 1HZWRQ,
 
)HOV0) 2EDPD%
)HUPL( 2PHUR
)RUG+ 2RUW$+
 
*DOEUDLWK-. 3HL[RWR-3
*DOLOHR* 3HUUDXOW&
*RHWKH-: 
*RUVKNRY9* 5HQGD(
 5RFNHIHOOHU-'
+LWOHU$ 
 6DPXHOVRQ3$
,OJDWWRFRQJOLVWLYDOL 6HUWRULR/
,OPHUFDQWHGL9HQH]LD 6HWWLV6
 6KDNHVSHDUH:
.DSLW]D63 6LURQL0


 ,QGLFHGHLQRPL

6PLWK$ YDQ*RJK9
6PLWK5/ YRQ%UDXQ:
6PLWK70 YRQ1HXPDQQ-
6XSSDQ3 
 :HVW*%
7HOOHU( 
7ULPDOFLRQH =DERW6
7UXPDQ+6


,QGLFHGHJOLDUJRPHQWL



DFFXPXOR FSURWHVLSURWHVL
DOEHGR FWURILFD
DOORPHWULD &KLFDJR
OHJJLD FRQVXPDWRUHSXUR
$PVWHUGDP FRQVXPRHQHUJHWLFR86$
$XWRFRQVLVWHQ]D FUHVFLWDGHPRJUDILFD
DILQDOLVWLFD FURQRORJLD Vedi WHWUDHGUR GHOOH UDS
DLQRUJDQLFD SUHVHQWD]LRQL
DRUJDQLFD 
SULQFLSLRGLD GHORFDOL]]D]LRQH
GLQDPLFDDSHUWD GHQDUR
 ELODQFLRGHOG
%pQDUG+ GGHOODGLVFDULFD
FHOOHGL% GSURFDSLWH
EHQHYROHQ]D UHWHGHOGVHPSOLILFDWD
ODLFDE GLQDPLFDSRVW0DU[
VDQWDE GURQH
%HUQRXOOL GXUDWDGHOODYLWD
WHRUHPDGL% 
ELRVIHUD HIILFLHQ]D
FLFORGHOODE HGHLPRWRULVediPRWRUL
GLQDPLFDGHOODE HGLDOLPHQWD]LRQH
ILQDOLVPRGHOODE HLQRUJDQLFD
LQWHOOLJHQ]DGHOODE HPLJUD]LRQH
SHUPDQHQ]DGHOODE HQHUJLD
SRWHQ]DGHOODE HSHUHVWUDUUHHQHUJLD
XRPRE HSHUSURGXUUHHQHUJLD
ERQDQ]DLQRUJDQLFD ELODQFLRGLH
%XUM.KDOLID HUHGHOODSRWHQ]DDGGLWLYD
 HUHGLWjWHFQRORJLFD
&DOYLQ0 HVRGD]LRQH
PRWRUHGL& HVSORVLRQLQXFOHDULQHOO¶DWPRVIHUD
FDSDFLWjGLXFFLGHUH HVWULQVHFD]LRQHOLEHUD
&DUQRW6 
WHRUHPDGL& )DFFHWWDQHUD
FDWHQD IDWLFDHSRYHUWj
FPDFFKLQDPDFFKLQD IHHGEDFN      


 ,QGLFHGHJOLDUJRPHQWL

 PDUWHIDWWD
IGHOODELRVIHUD PIRWRFKLPLFD
IGHOOD1DWXUD PIRWRWHUPLFD
)HUUDUL) PQDWXUDOH
ILORVRIRSHULSDWHWLFR PDSSD
ILQDQ]DDVWUDWWD PGLQDPLFD
IXWXUR PIHGHOH
IQXFOHDUH PLQIHGHOH
IRUJDQLFR PLQWHUDWWLYD
IVRODUH PLQWURVSHWWLYD
IWHFQRORJLFR PHWDEROLVPR
 PROWHSOLFLWjGLOLQJXDJJL
JLJDQWLVPRGLSURGX]LRQH PRUIRORJLD
JXHUUD PGHOODERQDQ]D
3ULPD*0RQGLDOH PGHOODUHWH
6HFRQGD*0RQGLDOH PRUJDQLFDLQRUJDQLFD
JSHUODSURSULHWj PRWRUL
 HIILFLHQ]DGHLP
+LURVKLPD PHQGRWHUPLFL
 PHVRWHUPLFL
,OLDGH PXWD]LRQLDQDORJKH
LQGXVWULDIHUURFHPHQWR 
LQIRUPD]LRQH JHQHWLFD GHOOH SRSROD 1DJDVDNL
]LRQL 1DSROL
LQWHOOLJHQ]D QDYLJD]LRQHH[WUDWHUUHVWUH
LDUWLILFLDOH QLFFKLHGLQDPLFKH
LFRQWDGLQD QXWUL]LRQH
LGHOODELRVIHUDVediELRVIHUD 
LGLXQDQD]LRQH 2GLVVHD
LGLXQDVSHFLH RVVLGD]LRQH
LQHOIXWXUR 
LQWHUD]LRQHUHFLSURFDQRQUHFLSURFD SHULRGR
LQWHUIDFFLDYHUGH 3,/
 FLFORGHO3
.UHEV+$ GHILQL]LRQHGHO3
FLFORGL. GLQDPLFDGHO3
 SRNHU
/D3DORPD SRWHQ]D
OHWWHUDGLFUHGLWR FRQIURQWRGLS
OLPLWLGHOO
HUDGHOIRVVLOH SDGGLWLYD
/R*XDUUDFLQR SHVWHUQD
/RV$ODPRV SWLSLFKH
 SUHVWD]LRQH
PDFFKLQD SUREDELOLWjVDFUD
FDWHQDPPVediFDWHQD SURGRWWRSUHFHGHQWH
PVFKLDYR SURWHVL
 ,QGLFHGHJOLDUJRPHQWL 

SDGGLWLYHQRQFLFOLFKH VRYUDQDLVWHULFD
VWRULDGHOOHS 
SWHFQRORJLFKH WHFQRORJLD
 VWRULDGHOODW
UHDOWj WHFQRVIHUD
UHVWHUQD WHRULHGRJPDWLFKH
ULQWHUQD 7HUUD
UVRFLDOH GLQDPLFDGHOOD7
5HJJLDGL&DVHUWD WHWUDHGUR GHOOH UDSSUHVHQWD]LRQL 
UHWH 
UGLFRPXQLFD]LRQH 7(8
VSHJQLPHQWR GHOOD GLQDPLFD GHOOD WUDIILFRGHLSRUWL
U 7URLD
ULFFKH]]D GLVFDULFDVediGHQDUR 
ULGX]LRQH XQLYHUVRDSHUWR

VFDODGLULJLGLWj
6HDU7RZHU
VLVWHPD
VDXWRQRPRFRQVHUYDWLYR
VDSHUWR
VFKLXVR
VFRPSOHVVR
VGLQDPLFR
leonardia

1. Mario De Paoli
Brain Dynamics for Goal–Directed Social Navigation
isbn 978-88-255-0307-4, formato 17 × 24 cm, 212 pagine, 15 euro

2. Luigi Sertorio, Erika Renda


La mappa del denaro. Dalla biosfera alla finanza globale e ritorno
isbn 978-88-255-1417-9, formato 17 × 24 cm, 212 pagine, 20 euro
Finito di stampare nel mese di aprile del 2018
dalla tipografia «System Graphic S.r.l.»
00134 Roma – via di Torre Sant’Anastasia, 61
per conto della «Gioacchino Onorati editore S.r.l. – unipersonale» di Canterano (RM)

Potrebbero piacerti anche