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STEFANO FIORUCCI

GEORGES GURDJIEFF: “VEDUTE SUL MONDO REALE”

GEORGES GURDJIEFF

VEDUTE SUL MONDO REALE

Guerdjieff parla agli allievi

BAGLIORI DI VERITÀ

E ormai da molti secoli, si è perduta la chiave di tutte le arti antiche. Infatti non esiste più l’arte sacra, l’arte che
incarnale leggi della Grande Conoscenza ed esercita un’influenza sulla vita delle masse. Oggi non ci sono più dei
creatori. I “sacerdoti dell’arte contemporanea” non creano, ma imitano: corrono dietro alla bellezza o alla
verosimiglianza, se non addirittura alla cosiddetta “originalità”, senza avere le conoscenze necessarie. Poiché non
sanno niente e non sono in grado di fare niente, brancolano nel buio; eppure, la folla li venera e li mette su un
piedistallo. Tutte le banalità, sulla scintilla divina, il talento, il genio, la creatività, al sacralità dell’arte, oggi non hanno
alcun fondamento,sono solo degli anacronismi. Cosa sono mai questi “talenti”?

Delle due l’una: o si definisce “arte” il mestiere del calzolaio, o si deve considerare artigianato tutta l’arte
contemporanea.

IO, CHI SONO?

Ognuno di voi non è che un banale esemplare di automa animato. Probabilmente pensate che, per fare ciò che fate
e per vivere come vivete, siano necessari un’“anima” e persino uno “spirito”. Ma forse basta una chiavetta per
ricaricare la molla del vostro meccanismo. La vostra razione quotidiana di cibo contribuisce a ricaricare questa
molla e a rinnovare continuamente l’inutile sarabanda delle vostre associazioni. Da questo sfogo emergono dei
pensieri slegati, che voi cercate di connettere insieme presentandoli come preziosi e personali. E, altrettanto, coi
sentimenti e le sensazioni passeggere, con gli umori e le esperienze vissute, ci creiamo il miraggio di una vita
interiore. Ci vantiamo di essere coscienti, capaci di ragionamento, parliamo di Dio, dell’eternità, della vita eterna, e di
argomenti elevati; parliamo di tutto ciò che si può immaginare; discutiamo, definiamo e valutiamo, ma omettiamo di
parlare di noi stessi e del nostro reale valore oggettivo.

Tutte le nostre conoscenze non sono altro che semplici informazioni, e possono essere tanto utili quanto inutili.
Assorbendolo come spugne, noi possiamo facilmente restituirle parlandone con logica e convinzione, pur senza
capirci nulla. E con la stessa facilità possiamo perderle, perchè non sono nostre, ma sono state riversate dentro di
noi come un liquido in un recipiente. Briciole di verità sono sparse dappertutto, e per coloro che sanno e
comprendono è impressionante constatare come la gente viva a contatto con la verità, e tuttavia sia cieca e
incapace di penetrarla.

La Grande Conoscenza viene trasmessa per successione di era in era, di popolo in popolo. Di razza in razza. I grandi
centri iniziatici in India, Siria, Egitto, Grecia, rischiararono il mondo di vivida luce. La verità, fissata per mezzo di
scritti simbolici e di leggende, viene trasmessa alle masse per essere conservata sotto forma di costumi e di
cerimonie, di tradizioni orali, di monumenti, di arte sacra, tramite il messaggio segreto della danza, della musica,
della scultura e dei vari riti.

Ma, dopo un certo tempo, i centri iniziatici si estinguono uno dopo l’altro, e l’antica conoscenza si ritira in fiumi
sotterranei, sottraendoli agli dei ricercatori. Anche i portatori di questa conoscenza si nascondono, e pur risultando
sconosciuti a coloro che li circondano, non per questo cessano di esistere.

PER UNO STUDIO ESATTO È NECESSARIO UN LINGUAGGIO ESATTO

in realtà l’uomo non è capace della sia pur minima azione indipendente o spontanea. Tutto è soltanto e unicamente
il risultato di influenze esteriori.

L’uomo che noi conosciamo è una macchina. In primissimo luogo, ognuno deve comprendere la propria
meccanicità. Ma questa comprensione può venire soltanto da una osservazione di sé condotta correttamente.

L’uomo nasce come meccanismo concepito per ricevere impressioni di ogni genere. La percezione di alcune
impressioni ha inizio ancor prima della nascita.

L’UOMO È UN ESSERE MULTIPLO

l’uomo è un essere multiplo. Solitamente, parlando di noi stessi, diciamo “io”. Ma è un errore. Questo “io” non esiste
o, meglio, in ciascuno di noi ci sono centinaia, migliaia di piccoli “io”. Interiormente siamo divisi, ma soltanto con
l’osservazione e lo studio possiamo riconoscere la pluralità del nostro essere. In un certo momento, agisce un “io”, il
momento dopo un altro “io”. I nostri “io” sono contraddittori: ecco il motivo del nostro funzionamento disarmonico.
Noi siamo delle macchine. Siamo totalmente condizionati dalle circostanze esteriori. Voi non controllate le vostre
azioni. Siete una macchina, e le circostanze esterne dirigono le vostre azioni senza tener conto dei vostri desideri.

La macchina, in ogni uomo, è divisa in tre parti fondamentali, in tre centri. La causa principale della nostra
debolezza è l’incapacità di applicare la nostra volontà ai tre centri simultaneamente.
Dobbiamo acquisire la “conoscenza di sé”.

Ci sono diversi stati di coscienza:

1. il sonno, in cui la nostra macchina continua a funzionare, ma funziona a pressione ridotta;

2. lo stato di veglia, che è quello in cui ci troviamo in questo momento.

Questi sono gli unici due stati conosciuti dall’uomo ordinario.

3. lo stato chiamato “coscienza di sé”: è il momento in cui l’uomo è presente a se stesso e alla propria macchina.
Solitamente, noi conosciamo questo stato soltanto per qualche attimo. Ora, quando siete pienamente e
continuamente coscienti dell’“io”, di ciò che esso fa e di quale “io” si tratta, diventate coscienti di voi stessi. La
coscienza di sé è il terzo stato

OGNI ANIMALE LAVORA IN BASE ALLA PROPRIA COSTITUZIONE

ogni animale lavora in base alla propria costituzione. Un animale lavora di più, un altro di meno, ma ognuno
secondo la propria natura. Anche noi lavoriamo. Tra di noi, alcuni sono più adatti al lavoro, altri meno. Chi lavora
come un bue è una nullità, e chi non lavora è pure una nullità. Il valore del lavoro non sta nella quantità, ma nella
qualità. Purtroppo, per quanto riguarda la qualità, devo dire che, qui, la gente non lavora affatto in modo
soddisfacente.

Dunque, la qualità del lavoro dipende dal cervello che vi sovrintende. L’uomo è un animale con tre cervelli.
Normalmente, il lavoro dell’uomo richiede la partecipazione del sentimento e del pensiero. Se una di queste funzioni
è assente, la qualità del lavoro resterà quella di un animale a due cervelli. Se un uomo vuole lavorare da uomo, deve
imparare a lavorare come un uomo. Lavora come un uomo vuol dire che un uomo sente ciò che sta facendo, e
contemporaneamente, pensa al motivo per cui lo fa, al modo in cui lo sta facendo, come avrebbe dovuto farlo il
giorno prima, come lo deve dare oggi, come dovrà farlo domani, qual’è in generale la maniera migliore di farlo, e se
per caso non c’è una maniera ancora migliore.

All’uomo è stata fornita tutta la strumentazione necessaria per fare qualunque cosa. Ogni uomo è in grado di fare
tutto ciò che gli altri riescono a fare: se può uno, possono tutti. Genio, talento: tutto ciò non ha senso. Il segreto è
semplice: fare le cose da uomo.

Il segreto è molto semplice e molto facile: basta imparare a lavorare come un uomo. E un uomo lavora così quando,
nel fare una cosa, contemporaneamente pensa a ciò che fa, studia attentamente il modo in cui il lavoro deve essere
eseguito, e nel farlo si dimentica di tutto: del nonno, della nonna e, Dio ce ne scampi, dell’ora di pranzo.

Ripeto, per un uomo l’essenza del lavoro corretto è il lavoro simultaneo dei tre centri: motore, emozionale e
intellettuale. Quando i tre centri lavorano insieme e agiscono simultaneamente, allora si tratta di un lavoro da uomo.

Più vi concentrate, più il tempo vi sembra breve. Un’ora può passare inavvertita se vi concentrate, perché avrete
pochissime associazioni, pochissimi pensieri, pochissimi sentimenti.

Il tempo è soggettivo, dipende dalle associazioni. Quando sedete inattivi senza concentrazione, il tempo non passa
mai. Esternamente, il tempo non esiste; esiste soltanto al nostro interno.

ESSENZA E PERSONALITÀ

dovete rendervi conto che in ogni uomo ci sono due parti completamente separate, come se fossero due uomini
differenti. Queste due parti sono l’essenza e la personalità. L’essenza è io. La personalità è una cosa accidentale:
l’educazione, l’istruzione, le opinioni, tutto ciò che è esteriore. Essa è come gli abiti che portate, è la vostra
maschera, il risultato dell’educazione o dell’influenza dell’ambiente. La nostra personalità resta schiava: può essere
modificata molto in fretta, anche in mezz’ora.

CITAZIONI VARIE

Se aiutate gli altri, sarete aiutati; forse domani, forse tra cent’anni, ma sarete aiutati. La natura non può fare a meno
di pagare i propri debiti. È una legge matematica, e tutta la vita è matematica.

Guardandoci indietro, ricordiamo sempre e soltanto i periodi difficili della nostra vita, e mai quelli tranquilli. Questi
ultimi non sono che sonno. I primi sono lotta, e quindi vita.

I QUATTRO CORPI DELL’UOMO

L’uomo ordinario non ha né anima né volontà. Ciò che normalmente si chiama “volontà” non è che la risultante dei
desideri. Se un uomo prova un certo desiderio, e contemporaneamente gli spunta un desiderio opposto, più forte
del primo, il secondo inghiotte il primo, facendolo sparire. Ecco ciò che si definisce volontà nel linguaggio ordinario.
Il bambino non nasce mai con un’anima. L’anima può essere acquisita soltanto nel corso della vita; non solo, ma è
un gran lusso, riservato a pochissimi uomini. La maggior parte della gente trascorre tutta la vita senz’anima, senza
padrone. Per la vita ordinaria, l’anima non è affatto necessaria. Ma l’anima non può spuntare dal nulla. Ogni cosa è
materiale. Anche l’anima è materiale, pur essendo costituita da una sostanza molto sottile. Per acquisire un’anima
bisogna innanzitutto avere la sostanza corrispondente.

CI SONO DUE TIPI DI AMORE

il vero amore è l’amore cristiano, religioso; nessuno nasce con questo amore. Per conoscerlo, bisogna lavorare: c’è
chi se ne rende conto fin dall’infanzia, altri lo capiscono solo in età avanzata. Se qualcuno conosce il vero amore,
l’ha certamente acquisito nel corso della vita. Ma è molto difficile imparare ad amare. L’amore può essere di diverse
specie. Dovunque c’è vita, a cominciare dalle piante, dagli animali, insomma, dovunque esiste la vita, c’è amore.
Ogni vita è una rappresentazione di Dio. Chiunque veda la rappresentazione vedrà Colui che è rappresentato.

Chi desidera imparare ad amare il prossimo deve cominciare cercando di amare le piante e gli animali. Chi non ama
la vita non ama Dio.

AFORISMI

☺Ama quello che “non ti piace”.


☺La più grande conquista per un uomo è quella di essere capace di fare.
☺Più sono difficili le condizioni di vita più sono buoni i risultati del lavoro, sempre ammesso che ti ricordi di
lavorare.

☺Se già sai che è male, e lo fai ugualmente, commetti un peccato cui è difficile rimediare.
☺Aiuta soltanto chi non è ozioso.
☺Rispetta ogni religione.
☺Io amo chi ama il lavoro.
☺Noi possiamo soltanto sforzarci di diventare capaci di essere cristiani.
☺Non giudicare un uomo dalle parole altrui.
☺Prendi la comprensione dell’Oriente e la scienza dell’Occidente, e poi cerca.
☺Solo la sofferenza cosciente ha significato.
☺È meglio essere temporaneamente egoista che non essere mai giusto.
☺Se vuoi imparare ad amare, comincia con gli animali, perché sono più sensibili.
☺Insegnando agli altri, imparerai tu stesso.
☺Può essere giusto soltanto colui che sa mettersi al posto degli altri.
☺Il riposo non dipende dalla quantità ma dalla qualità del sonno.
24 giugno 2008  Rispondi

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