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Il termine "sciamano", quindi "sciamanesimo", entra nella lingua italiana nel 1838. Il termine italiano e il
suo corrispettivo tedesco "Schamane", nonché quello inglese "shaman", risultano adattamenti del russo
šaman, a sua volta resa del tunguso šamān.
Con ogni probabilità il termine tunguso šamān è la resa in quella lingua del sanscrito śrāmaṇa o śrāmaṇera,
forse per mezzo di un possibile ricostruito cinese sha-men[9].
In passato Julius Nemeth[10] e Berthold Laufer[11] hanno ritenuto che il termine tunguso šamān (anche
xamān) potesse essere identico foneticamente con il turco xam/qam, quindi da un ricostruito *sam.
Un'ulteriore etimologia, è stata proposta dallo studioso ungherese Vilmos Diószegi[12], per cui l'origine di
questo termine sarebbe da ricercarsi nella radice tungusa ša- ("conoscere"). Tutte queste seconde ipotesi
sono oggi completamente abbandonate[13].
Così, e ad esempio:
iacuto: oyūn;
mongolo: böge;
khalkha e buriato: bö;
turco sud siberiano: qam;
tunguso (insieme a šamān e a xamān): yayan;
uiguri gialli: elčï o ilčï;
paleosiberiano: čʿam
Anche un altro termine noto in questo ambito, il neologismo russo kamlanie, trae origine dalla Siberia
meridionale, precisamente dall'Uiguria, entrando successivamente nel turco qam e da lì a formare quel
neologismo.
L'imperatrice russa Caterina la Grande (1729-1796), appassionata lettrice di Diderot (l'intellettuale francese
le farà visita nel 1773), dipendeva per le sue informazioni sugli "sciamani" siberiani anche dai suoi
esploratori e cartografi, finendo per farsi interprete della valutazione russa per mezzo dell'opera teatrale da
lei stessa scritta Шаман Сибирский (Shaman Sibirsky, "Lo sciamano siberiano") messa in scena nel 1786 a
San Pietroburgo. Anche in questa opera dell'imperatrice russa, lo "sciamano" viene descritto come un
"imbroglione" dedito a truffare i malcapitati.
Se la reazione della cultura illuminista fu improntata al disprezzo per queste forme della tradizione religiosa
siberiana, accompagnata, nel caso degli interpreti di fede cristiana, dal sospetto di rapporti dello sciamano
con il diavolo, in quell'epoca già si registrano le prime letture diverse, e più attente, del fenomeno
sciamanista. Così l'intellettuale Aleksandr Nikolaevič Radiščev (1749-1802), esiliato dall'imperatrice in
Siberia per le critiche al suo regime assolutista, ebbe modo di chiosare le pratiche sciamaniche, da lui
direttamente osservate, in una lettera a un suo amico: «Questa usanza conosciuta come sciamanesimo è
considerata dalla gente comune come un modo per avere rapporti con il diavolo e spesso come una forma di
truffa mirata a ingannare la fiducia degli spettatori. Io vedo in questo rituale solo un mezzo per manifestare
dei sentimenti verso il riconosciuto potere onnipotente, la cui grandezza appare nelle più piccole cose»[14].
Gli intellettuali romantici, come Johann Gottfried Herder (1744-1803),[15] difesero lo sciamanesimo
siberiano intendendolo come espressione poetica, frutto di personalità creative.
salute;
riproduzione;
sussistenza.
Generalmente nello sciamanesimo classico, gli sciamani sono di sesso maschile, ma esistono anche sciamani
di sesso femminile ed il loro numero aumenta man mano che ci si avvicina ai gruppi sedentari, soprattutto
nelle società agricole e contadine (p. es. Uzbeki e Tagiki, ma anche Estremo Oriente e Sudest asiatico). Il
loro ruolo però è generalmente più marginale rispetto a quello degli sciamani maschi perché, sempre
secondo la tradizione sciamanica, il "viaggio" dello sciamano di sesso maschile sarebbe di ben più ampio
respiro, avrebbe un raggio d'azione molto più vasto e la sua azione sarebbe molto più potente. Le sciamane
(dove esistono) sarebbero invece generalmente più "specializzate" in quelle cure che prevedono l'uso
dell'erboristeria.
Diffusione
Lo sciamanesimo, originariamente legato alle culture di cacciatori-raccoglitori, appare diffuso quasi
ovunque nel mondo, dall'Australia alle Americhe, con caratteristiche comuni presso le società di coltivatori
di Melanesia e Nuova Guinea e nelle zone delle grandi civiltà dell'antichità, come quella cinese, le grandi
civiltà del Mediterraneo, quelle mesoamericane e andine. Presso le grandi civiltà è possibile che sia
originariamente esistito, ma che poi sia stato rimosso.
In Africa raramente si utilizza il termine "sciamanesimo" per identificare gli "operatori" del mondo magico.
Secondo Eliade lo sciamano è colui che controlla gli spiriti e che, attraverso il “viaggio” visita il regno
dell'Oltremondo. Al contrario la possessione presente nei rituali africani rende l'uomo controllato dagli
spiriti che, proprio al contrario della pratica sciamanica, vengono loro a visitare gli uomini. Nonostante
quanto detto, non è facile individuare una netta differenza tra possessione e pratiche sciamaniche. Gilbert
Rouget afferma che la classificazione di Eliade è troppo rigida e esistono tutta una serie di casi intermedi.
Secondo Shefferman anche se lo sciamano domina gli spiriti essi spesso parlano per bocca dello sciamano,
danzano con il suo corpo e, in molte tradizioni ne fanno addirittura cambiare sembianze in animale.
Del resto, ricorda Richard Noll lo sciamano prima di essere tale,
nelle tradizioni tunguse è un “malato”, ovvero un posseduto dagli
spiriti. Nelle pratiche africane, proprio come nelle tradizioni
sciamaniche, gli spiriti sono “chiamati” dalle danze, dal suono di
tamburi, da canti, incensi e libagioni. Dunque forme di
sciamanesimo possono essere considerate presenti anche nel Vecchio
Continente.
Pratiche sciamaniche si
ritrovano quasi ovunque: presso i Ciukci, gli Inuit, gli Yupik, i
Samoiedi, i Cumani, i Tartari e i Mongoli, i Buriati, i Daigate del
Borneo, in Oceania, nel Sud-Est Asiatico, in India, Tibet, Giappone
e nel continente americano ma si hanno anche forme più "raffinate"
come presso gli Yoag Indiani, oppure i Berserkr germanici che
infuriano durante le battaglie o addirittura gli eroi invasati dallo
spirito di Jahvè nell'antico Testamento (Gedeone e Saul che è poi
messo fra i profeti).
Jangseung a guardia del villaggio
Riti sciamanici avevano continuato ad essere praticati nel corso della
Minsokchon, Yongin, Corea del Sud
storia in Cina: la loro presenza è confermata dalle fonti storiche Han,
secondo cui numerosi sciamani che abitavano il territorio cinese nel
III secolo a.C. erano invitati dagli imperatori per la costruzione di
altari e templi nella capitale. Nonostante l'ostilità dei funzionari di corte essi mantennero un ruolo
importante per oltre un millennio fino all'emanazione di un editto del 1023 che rimandava gli sciamani nelle
loro province d'origine, decretando l'abbattimento dei loro altari; in un'epoca in cui lo Stato si era ormai
completamente confucianizzato lo sciamanesimo venne abolito dalla corte, continuando però ad essere
praticato a livello popolare fino ai giorni nostri, seppur con una estensione molto minore.[16]
Gli indigeni della Nuova Guinea, sotto l'effetto di alcune sostanze psichedeliche, erano convinti di entrare in
contatto con i parenti defunti: il problema che sorgeva era che un morto tornato tra i vivi cambiava il proprio
carattere, così da buono sarebbe potuto divenire cattivo e viceversa; questo cambiamento era alla base dei
riti funerari, tesi a prevenirlo o ad assecondarlo. I Roro della Nuova Guinea inscenavano una strana
cerimonia per richiamare al villaggio gli spiriti dei morti, considerandoli loro alleati.[17]
Esistono diverse teorie per spiegare la diffusione quasi globale dello sciamanesimo, le principali sono:
1. La cosiddetta teoria diffusionista, ipotizza che il fenomeno, nato presso un popolo, si sia
diffuso da un popolo all'altro, da un luogo all'altro.
2. La teoria della derivazione da una fonte comune, ipotizza cioè che ogni popolazione abbia
attinto alla stessa fonte.
3. La cosiddetta teoria strutturalista, ipotizza che il fenomeno sia sorto contemporaneamente in
vari luoghi e presso varie popolazioni perché innato nella struttura mentale umana.
Probabilmente (come spesso accade) il giusto sta nel mezzo e cioè che tutte e tre le teorie sono valide e non
incompatibili, quindi si possono integrare tra loro.
Secondo l'antropologia ufficiale, gli elementi fondamentali caratterizzanti dello sciamano, comuni a tutti i
luoghi ove la credenza sciamanica si sia diffusa e pressoché identici dall'Australia alle Americhe, all'Asia,
sono:
Come negli altri casi, anche nel caso dello sciamanesimo, le culture che praticano originariamente queste
tradizioni, molto spesso condannano il movimento New Age e gli altri movimenti per l'uso non corretto,
superficiale e frainteso che fanno delle loro pratiche tradizionali e dei termini; e li chiamano, in senso
dispregiativo, "sciamani di plastica"[20] esattamente come riportato anche da una proclamazione avvenuta il
9 marzo 2003 del capo indiano Lakota, Arvol Looking Horse relativamente appunto al binomio indiano e
new age dove per pensiero indiano si intende cultura e spiritualità.
Note
1. ^ Ellen Woodley, Indigenous ecological knowledge systems and development, in Agriculture
and Human Values, vol. 8, nº 1-2, 1991-12, pp. 173–178, DOI:10.1007/bf01579672. URL
consultato il 21 novembre 2018.
2. ^ Piers Vitebsky, Counterworks, Taylor & Francis, 1996, pp. 182–203, ISBN 9780203459461.
URL consultato il 21 novembre 2018.
3. ^ Paul Poupard (a cura di), Dizionario delle religioni, Milano, Mondadori, 2007, v.
Sciamanesimo.
4. ^ Ugo Marazzi, in Giovanni Filoramo (a cura di), Storia delle religioni, vol. 5: Religioni
dell'America precolombiana e dei popoli indigeni, Bari, Laterza, 1997, p. 247.
5. ^ Charlotte Seymour-Smith, Dizionario di antropologia, Firenze, Sansoni, 1991, p. 359.
6. ^ Jan N. Bremmer, The Rise and Fall of the Afterlife, New York, Routledge, 2002, p. 28.
7. ^ Chiclo, in: Paul Poupard (a cura di), Dizionario delle religioni, Milano, Mondadori, 2007, v.
Sciamanesimo, p. 1688
8. ^ J. W. Boekhoven, Genealogies of Shamanism. Struggles for Power, Charisma and Authority,
Groningen, 1963. p. 32.
9. ^ Cfr. ad esempio Marazzi 2009, p.21
10. ^ Cfr. il suo Über den Ursprung des Wortes Saman und einige Bemerkungen zur turkisch-
mongolischen Lautgeschichte in "Keleti Szemle", XIV, 1913–1914, p.240-9.
11. ^ Cfr. il suo Origin of the Word Shaman, in "American Anthropologist", 1917; 19: 361-71.
12. ^ Cfr. il suo Samanismus. Budapest, Gondolat, 1962 (in ungherese)
13. ^ Marazzi 2009, p.21.
14. ^ S.K. Frank, Aleksandr Radishchev’s Interpretations of Shamanism in the Russian and
European Contexts of the Late Eighteenth Century, in Eva-Maria Stolberg, The Siberian Saga,
Bern, Peter Lang, 2005, p. 43.
15. ^ Gloria Flaherty, Shamanism and the Eighteenth Century, Princeton, Princeton University
Press, 2014: Capitolo VI: "Herder on the Artist as the Shaman of Western Civilization", pp. 132-
149.
16. ^ concetti tratti da: Paolo Santangelo Storia del Pensiero Cinese - Newton Compton Editori,
1995
17. ^ concetti tratti da: Alfredo Castelli, Vittorio Di Cesare Nuova Guinea: Il Paradiso degli Etnologi
- Sergio Bonelli Editore, 1995
18. ^ (EN) American Indian Cultural Support: "Declaration of War Against Exploiters of Lakota
Spirituality" (http://www.aics.org/war.html)
19. ^ (EN) Blain, Jenny, Nine Worlds of Seid-Magic: Ecstasy and neo-Shamanism in North
European Paganism. 2002. London: Routledge. ISBN 0-415-25651-8
20. ^ New Age frauds and Plastic Shamans, su newagefraud.org.
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Klaus E. Müller, Sciamanismo, Bollati Boringhieri, Torino, 2001
Gilbert Rouget, La musique et la trance, Gallimard, Paris, 1980 (ed. it. Giuseppe Mongelli,
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Piers Vitebsky, Gli sciamani, Edizioni E.D.T., Torino, 1998
Danièle Vazeilles, Gli sciamani e i loro poteri, Edizioni Paoline, Cuneo, 1993
Cinema
D'autres mondes (Jan Kounen) France 2004
Bells From the Deep (Werner Herzog) Germany 1993
Les maîtres fous (Jean Rouch) France 1955
Au pays des mages noirs (Jean Rouch, Pierre Ponty, Jean Sauvy) France 1947
Quantum Men (Carlos Serrano Azcona) Spain 2011
D'Autres Mondes (Other Worlds), 2004, de Jan Kounen : documentaire sur les passerelles
entre le chamanisme amérindien lié à l'ayahuasca et le transpersonnel européen, incluant des
thérapeutes comme Stanislav Grof
Chacun cherche son chaman, 2006, de Roland Pellarin: documentaire sur le core
chamanisme de Michael Harner pratiqué en Suisse, avec des commentaires de Jean-Patrick
Costa, Roberte Hamayon, Bertrand Hell, Silvia Mancini, Jérémie Narby et d'autres
L'Ayahuasca, le serpent et moi, 2003, de Armand Bernardi, film documentaire de 52 minutes.
Productions Artline Films (Paris)
Chamans, les Maîtres du Désordre, 2012, de Jean-Michel Corillion. Documentaire HD de 52'
tourné au Maroc
Un baptême de sel végétal chez Mario Matapi, 2008, de Laurent Fontaine. Corpus de films sur
les Yucuna de Colombie (http://site.laurentfontaine.free.fr/Films.html).
Corine Sombrun - La transe chamanique, capacité du cerveau? (https://www.youtube.com/wat
ch?v=Ym0kIECFi0U) 2012, Conférence à Tedx Paris
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