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Indice
Storia
Equazione delle onde elettromagnetiche
Equazione omogenea
Derivazione
Equazione non omogenea
Soluzioni
Soluzioni sinusoidali ed espansione in multipoli
Onde piane
Proprietà di un'onda elettromagnetica
Energia e vettore di Poynting
Intensità dell'onda elettromagnetica
Polarizzazione
Interazione tra radiazione elettromagnetica e materia
Onda incidente su un materiale
Quantità di moto
Momento angolare
Propagazione della radiazione nei materiali
Propagazione in un conduttore
Propagazione in un dielettrico
Velocità di propagazione
Effetti biologici delle radiazioni
Protezione da campi elettromagnetici a radiofrequenze e microonde
Definizione del rischio per gli organismi viventi legato all'esposizione a campi
elettromagnetici a RF e MW
Radiazione elettromagnetica naturale
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Storia
Le onde elettromagnetiche furono predette teoricamente prima di essere rilevate sperimentalmente: le
equazioni di Maxwell, che riassumono l'elettromagnetismo classico, ammettono una soluzione
ondulatoria propagantesi nel vuoto alla velocità della luce. Furono poi le esperienze di Hertz a
confermare l'esistenza delle cosiddette "onde hertziane", ed a misurarne la velocità. L'esperimento di
Michelson-Morley provò l'indipendenza della velocità della luce dalla direzione di propagazione e, grazie
ad altre esperienze che attualmente si considerano sufficienti a falsificare le cosiddette teorie balistiche
della luce, viene oggi considerata l'esperienza cruciale che mise in crisi la meccanica classica richiedendo
la formulazione della relatività ristretta. È sulla base di tale teoria, una delle teorie meglio controllate
empiricamente, che è possibile enunciare le proprietà della radiazione elettromagnetica nel vuoto.
Gli studi sull'effetto fotoelettrico, tra i quali spicca il contributo del 1905 di Albert Einstein (che gli valse
il premio Nobel), evidenziarono l'esistenza di una frequenza di soglia sotto la quale tale effetto non ha
luogo, indipendentemente dall'intensità (ampiezza) della radiazione incidente. Esperienze correlate, quali
la misura dello spettro di corpo nero, ed i relativi tentativi di giustificazione teorica, indussero i fisici
dell'inizio del secolo scorso a riaprire il secolare dibattito sulla natura della luce, di cui le equazioni di
Maxwell sembravano costituire la soluzione definitiva, introducendo la nozione di quanto di energia. Il
quanto di radiazione elettromagnetica prende il nome di fotone ed è una particella (nel senso della
meccanica quantistica) che segue la statistica di Bose-Einstein, ovvero un bosone.
Equazione omogenea
Si supponga di trovarsi in un dielettrico omogeneo ed isotropo, elettricamente neutro e perfetto e privo di
cariche libere localizzate, sorgenti del campo elettromagnetico. Le equazioni che descrivono la
propagazione del campo sono le equazioni delle onde per il campo elettrico e magnetico, due equazioni
differenziali alle derivate parziali vettoriali:[3]
Si tratta quindi di sei equazioni scalari, e sono ottenute dalle equazioni di Maxwell applicando l'operatore
rotore. Questo comporta che, data una soluzione delle equazioni d'onda, la stessa soluzione sommata ad
un campo irrotazionale è ancora soluzione. Le soluzioni, inoltre, non sono necessariamente solenoidali:
tale condizione aggiuntiva deve essere infatti imposta nella fase risolutiva.
La soluzione di queste equazioni non è univoca, ed è necessario imporne la solenoidalità richiedendo che
soddisfi le equazioni di Maxwell. In generale, la soluzione delle equazioni delle onde è una funzione
della direzione di propagazione e del tempo.
Una rappresentazione compatta della equazione dell'onda è ottenuta tramite l'uso dell'operatore di
d'Alembert, definito come:[5]
Derivazione
Si supponga di trovarsi in un dielettrico omogeneo ed isotropo, elettricamente neutro e perfetto e privo di
cariche libere localizzate, in modo che e . Le equazioni di Maxwell divengono in questo
[7]
caso:
È possibile procedere indifferentemente prendendo la terza o la quarta equazione di Maxwell e
applicando il rotore.[3] Si prenda dunque la terza:
e dal momento che si è supposta l'assenza di cariche libere, sorgenti del campo, si ha che . Si
ottiene pertanto:
cioè:
dove:
è il quadrigradiente.
Soluzioni
La soluzione generale per l'equazione delle onde elettromagnetica è una combinazione lineare di onde
della forma:
dove è il vettore d'onda e è una funzione continua, che non è necessariamente periodica
(generalizzazione della soluzione unidimensionale precedente). Inoltre, il vettore d'onda e la frequenza
angolare sono legati dalla relazione di dispersione:
con il numero d'onda e la lunghezza d'onda.
e la linearità delle equazioni consente di decomporre una soluzione generica in una combinazione di
sinusoidi attraverso la trasformata di Fourier. Le soluzioni sinusoidali hanno la forma:
Assumendo quindi che un campo elettromagnetico con frequenza fissata costante abbia dipendenza
armonica dal tempo, le equazioni di Maxwell consentono di ridurre l'equazione d'onda per i campi
all'equazione di Helmholtz:
Un generico campo elettromagnetico con frequenza è una somma di soluzioni di tali equazioni, che si
possono esprimere utilizzando l'espansione in armoniche sferiche con coefficienti proporzionali alle
funzioni di Bessel sferiche. Per ottenere soluzioni a divergenza nulla il termine che si sviluppa in
armoniche è o , ottenendo:
sono le armoniche sferiche vettoriali, che sono normalizzate in modo tale che:
Onde piane
Si consideri il piano definito dal versore perpendicolare ad esso:
dove è l'ampiezza costante, è una funzione differenziabile al secondo ordine, è il versore della
direzione di propagazione e la posizione. Si osserva che è una generica soluzione
dell'equazione delle onde, cioè:
per un'onda generica che si propaga nella direzione . Tale funzione deve inoltre soddisfare le equazioni
di Maxwell:[9]
La prima equazione implica quindi che il campo elettrico è ortogonale alla direzione di propagazione,
mentre la seconda definisce il campo magnetico, ortogonale sia al campo elettrico che alla direzione di
propagazione.
Dalle equazioni di Maxwell si evince dunque che in un'onda elettromagnetica i campi sono ortogonali fra
loro e ortogonali alla direzione di propagazione, che le loro ampiezze sono proporzionali, e che la
costante di tale proporzionalità è la velocità di propagazione, che dipende dalle caratteristiche del mezzo
in cui si propaga.
Derivando quest'equazione e sfruttando le relazioni tra gli operatori rotore e divergenza si ottiene:
Il termine:
e che oscillano ortogonali alla direzione di propagazione dell'onda,[2] ponendo che non vi siano effetti
dissipativi si ha:
Il modulo del vettore di Poynting è l'intensità dell'onda, cioè l'energia che attraversa la superficie
ortogonale alla velocità di propagazione, nell'unità di tempo:[13]
Se l'onda piana è approssimabile con un'onda monocromatica, essa è caratterizzata da un andamento
sinusoidale del tipo:
e lo stesso vale per il campo magnetico. Segue che l'intensità dell'onda è anch'essa una funzione
sinusoidale negli stessi argomenti, e deve essere mediata su un periodo:
Nel caso di un'onda sferica il fronte d'onda è una superficie sferica e la velocità è radiale. Per cui
l'intensità d'onda dipende da :
Polarizzazione
dove è il numero di cariche contenute nel volume ,e la loro velocità di deriva media.
La potenza trasferita dall'onda elettromagnetica per unità di volume al materiale è dovuta solamente al
campo elettrico, in quanto la forza relativa al campo magnetico non compie lavoro. Moltiplicando
scalarmente la precedente espressione per la velocità, che è ortogonale al vettore , si ottiene infatti
[16]
l'espressione della densità di potenza:
Nel caso considerevole in cui l'onda ha una rappresentazione sinusoidale, anche la densità di corrente ha
una dipendenza sinusoidale, per cui la densità di potenza deve essere mediata su un periodo:
dove si è sviluppato il prodotto scalare, e α è l'angolo tra il campo elettrico e il vettore densità di corrente.
Quantità di moto
Oltre all'energia, un'onda trasferisce una certa quantità di moto , il cui modulo è pari all'energia
trasferita all'unità di volume del materiale e per unità di tempo divisa per la velocità di propagazione. La
quantità di moto è data dalla media temporale della forza subita dall'unità di volume definita in
precedenza:[16]
Momento angolare
Avendo definito la quantità di moto di un'onda elettromagnetica, è possibile ricavare il relativo momento
angolare:[18]
Inoltre, l'onda possiede anche un momento angolare intrinseco quando essa è polarizzata circolarmente,
dato da:
dove il segno dipende dal verso della rotazione e la direzione è longitudinale alla direzione di
propagazione dell'onda.
dove è la conducibilità elettrica. L'equazione delle onde si può ricavare introducendo nelle equazioni di
Maxwell la legge di Ohm generalizzata:[19]
dove è la densità di corrente. La precedente relazione locale vale anche nel caso non stazionario,
sebbene la conducibilità elettrica dipenda in generale dal campo.
La soluzione generale nel caso di onda piana che si propaga nella direzione x è:[3]
dove:
Propagazione in un dielettrico
Nelle misure reali dei campi elettromagnetici, tipicamente ad alta frequenza, si utilizza la relazione tra il
campo magnetico ed il campo elettrico espressa attraverso l'impedenza caratteristica del mezzo nel quale
si propaga la radiazione. L'impedenza d'onda è espressa attraverso i parametri dell'onda
elettromagnetica e del mezzo in cui essa si propaga:
Nel caso di un dielettrico, in cui la conducibilità è trascurabile, l'equazione si riduce nella seguente:[9]
Nel vuoto, e quindi approssimativamente anche in aria, tale rapporto vale circa 377 ohm:
Questa formula può essere utilizzata solo in campo lontano dalla sorgente, e viene utilizzata in particolare
per la valutazione dell'esposizione umana ai campi elettromagnetici.
Velocità di propagazione
La velocità di propagazione di un'onda elettromagnetica è indipendente dalla velocità della sorgente,
dalla direzione di propagazione, e dalla velocità dell'osservatore. La velocità dipende soltanto dal mezzo
in cui si propaga la radiazione, e nel vuoto è pari alla velocità della luce, la quale è l'esempio più noto di
onda elettromagnetica.
La velocità della luce nel vuoto si indica in genere con la lettera ed il suo valore numerico, misurato
con grande precisione, in unità del sistema internazionale è 299 792 458 m/s. È importante notare che
tale valore è stato assunto come esatto: ciò vuol dire che la velocità della luce è posta per definizione
uguale a , e per questo motivo essa non è affetta da alcuna incertezza, al contrario di ciò che avviene per
i valori che derivano da un processo di misura. Quest'assunzione ha comportato anche la modifica della
definizione del metro.
Nei mezzi materiali e nelle guide d'onda la propagazione della radiazione elettromagnetica diviene un
fenomeno più complesso. Innanzitutto la sua velocità è diversa rispetto a quella nel vuoto secondo un
fattore che dipende dalle proprietà del mezzo o della guida d'onda. Può dipendere inoltre dalla frequenza
della radiazione, secondo una relazione di dispersione. Restano definite due velocità, dette velocità di
gruppo e velocità di fase.
L'astronomo danese Ole Rømer fu il primo a determinare empiricamente la velocità della luce per mezzo
dell'osservazione del satellite di Giove di nome "Io". Annunciò la sua scoperta nel 1675.
Romer misurò il tempo che il satellite impiegava ad attraversare il cono d'ombra provocato da Giove
notando che il tempo impiegato era diverso ad ogni misurazione. Questo perché quando "Io" entrava nel
cono d'ombra di Giove la distanza di questi dalla terra era una, mentre, quando "Io" usciva dal cono
d'ombra, la distanza dalla terra era diversa. Così ogni volta che la misura viene ripetuta il tempo
impiegato appare diverso (a seconda che la terra si stia avvicinando a Giove, tempo più breve del reale, o
che si stia allontanando, tempo più lungo). Attraverso l'osservazione di questo fenomeno riuscì infine a
calcolare la velocità della luce ottenendo un valore (2,2 x 10^8 m\s) molto simile al valore reale (299 792
458 m/s).
Oggi la velocità della luce viene misurata direttamente, calcolando il tempo che impiega un impulso
luminoso emesso da un laser a percorrere un determinato spazio. Dal momento che questa procedura è
molto precisa e la velocità della luce è costante nel vuoto, si è pensato di definire il metro in termini di
velocità della luce (vedere in proposito metro).
Le radiazioni non ionizzanti come le onde radio, in diversi intervalli di frequenza sono considerate
possibilmente cancerogene e classificate come tali dalla IARC[22], che nel 2011 ha indicato i campi
elettromagnetici a radiofrequenza, tipici dei telefoni cellulari come possibili cause di alcuni tipi di
cancro[23]. La conseguenza è stata l'inserimento delle radiofrequenze nella classe 2B, che include gli
agenti con possibili effetti carcinogeni[24]. Nel 2012 nel volume 102 Radiofrequency electromagnetic
fields, si è poi esposto compiutamente lo stato dell'arte delle indagini relative. Altri agenti non ionizzanti,
come campi elettrici e magnetici a estremamente bassa frequenza erano già stati esaminati e pubblicati
nel volume 80, classificandosi rispettivamente di classe 3 (impossibilità con gli studi finora svolti di
classificazione degli agenti come cancerogeno o non cancerogeno), e di classe 2B.
Le radiazioni non ionizzanti, dette NIR dall'acronimo inglese Non Ionizing Radiation, comprendono tutte
le radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti, dalle ELF fino all'ultravioletto vicino.
Per quanto riguarda gli effetti biologici e sanitari, una certezza è data dal fatto che un'onda e.m.
trasferisce calore e quindi un effetto dell'interazione di un'onda e.m. con un sistema vivente è che parte
dell'energia viene rilasciata, con un aumento della temperatura locale o di tutto il sistema. Per quanto
riguarda gli effetti termici, occorre verificare quanto l'organismo umano è in grado di sostenere un rialzo
termico. Poiché il principale "scambiatore" di calore presente nel corpo umano è costituito dal sangue, si
può pensare che gli organismi meno vascolarizzati costituiscano organi critici per quanto riguarda
l'esposizione alle radiazioni e.m., in quanto, se riscaldati dall'esterno non hanno più modo di ridistribuire
il calore ricevuto tramite un'idonea circolazione sanguigna. Da questo punto di vista gli organi critici per
eccellenza sono il cristallino e le gonadi maschili.
L'Istituto Ramazzini nel 2018 ha terminato uno studio pluriennale condotto su topi di laboratorio
sottoposti a radio frequenze riscontrando evidenze significative della comparsa di tumori rari al cuore e al
cervello[25].
Definizione del rischio per gli organismi viventi legato all'esposizione a campi
elettromagnetici a RF e MW
Un'onda elettromagnetica che si propaga nello spazio trasporta energia che viene in parte assorbita e in
parte riflessa dagli oggetti che tale onda incontra sul suo percorso. L'assorbimento avviene con modalità
ed in misura diversa a seconda delle caratteristiche del mezzo[26]. L'effetto sugli organismi viventi di tale
assorbimento di energia da un campo elettromagnetico a radiofrequenza e microonde è oggetto di
numerose indagini scientifiche.
A livello microscopico, manca ancora uno schema interpretativo soddisfacente dell'azione di un campo
elettromagnetico sulle cellule degli organismi viventi. Questo dipende innanzitutto dall'incompleta
conoscenza dei fenomeni a livello di membrana cellulare legati allo scambio di materiali ed informazioni
tra cellule e ambiente esterno. In secondo luogo, la complessità strutturale dei tessuti biologici e la loro
disomogeneità, rende assai problematico un calcolo dettagliato della deposizione locale di energia nei
tessuti da parte dell'onda elettromagnetica incidente.
La controversia sulla possibilità di manifestazione di effetti non termici, cioè dovuti ad esposizioni a
livelli di campo elettromagnetico a radiofrequenze e microonde non abbastanza elevati da produrre
riscaldamento dei tessuti, si riflette nella scelta degli standard ammissibili di esposizione per lavoratori e
popolazione civile da parte di Stati ed Organizzazioni internazionali diversi.
Le ricerche compiute nei Paesi occidentali hanno condotto alla conclusione (ANSI, 1982) che
l'esposizione protratta per un periodo inferiore ad 1 ora, e comportante un tasso di assorbimento specifico
medio al corpo intero inferiore a 4 W/kg non è in grado di produrre effetti sulla salute. Per cautelarsi dai
possibili effetti cumulativi dovuti ad esposizioni prolungate (giorni oppure settimane) si è considerato per
l'uomo un valore limite di SAR 10 volte inferiore, pari quindi a 0.4 W/kg
Note
1. ^ Britannica - Electromagnetic radiation, su britannica.com. URL consultato il 22-06-11.
2. Mencuccini, Silvestrini, Pag. 467.
3. Mencuccini, Silvestrini, Pag. 461.
4. Mencuccini, Silvestrini, Pag. 462.
5. ^ Mencuccini, Silvestrini, Pag. 464.
6. ^ Mencuccini, Silvestrini, Pag. 463.
7. ^ Mencuccini, Silvestrini, Pag. 460.
8. ^ Jackson, Pag. 296.
9. Mencuccini, Silvestrini, Pag. 468.
10. ^ Mencuccini, Silvestrini, Pag. 471.
11. ^ Mencuccini, Silvestrini, Pag. 491.
12. ^ Mencuccini, Silvestrini, Pag. 492.
13. ^ Mencuccini, Silvestrini, Pag. 493.
14. ^ Mencuccini, Silvestrini, Pag. 494.
15. ^ Mencuccini, Silvestrini, Pag. 495.
16. Mencuccini, Silvestrini, Pag. 496.
17. ^ Mencuccini, Silvestrini, Pag. 497.
18. ^ Mencuccini, Silvestrini, Pag. 498.
19. Mencuccini, Silvestrini, Pag. 480.
20. ^ Mencuccini, Silvestrini, Pag. 481.
21. ^ Mencuccini, Silvestrini, Pag. 482.
22. ^ Gabriele Campurra, Manuale medicina del lavoro 2010, Wolters Kluwer Italia, 2010. ISBN
978-88-217-3233-1. pagina 558 (http://books.google.it/books?id=ElztzEa87esC&pg=PA558
&hl=it&ei=GkxJTaDREJXl4Ab1pdWXDA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=
0CCkQ6AEwAA#v=onepage&f=false)
23. ^ 31/05/2011: IARC classifies Radiofrequency Electromagnetic Fields as possibly
carcinogenic to humans http://www.iarc.fr/en/media-centre/pr/2011/pdfs/pr208_E.pdf
24. ^ Agents Classified by the IARC Monographs http://monographs.iarc.fr/ENG/Classification/
25. ^ https://www.ramazzini.org/comunicato/ripetitori-telefonia-mobile-listituto-ramazzini-
comunica-gli-esiti-del-suo-studio/
26. ^
http://roma2.rm.ingv.it/it/tematiche/39/elettromagnetismo_ambientale/40/meccanismi_di_intera
Bibliografia
Richard Feynman, La fisica di Feynman, Bologna, Zanichelli, 2001.:
Vol II, par. 21-1: La luce e le onde elettromagnetiche
Vol II, par. 21-4: I campi di un dipolo oscillante
Vol I, cap. 28: Radiazione elettromagnetica
Corrado Mencuccini, Vittorio Silvestrini, Fisica II, Napoli, Liguori Editore, 2010, ISBN 978-
88-207-1633-2.
(EN) John D Jackson, Classical Electrodynamics, 3rd Edition, Wiley, 1999, ISBN 0-471-
30932-X.
Voci correlate
Onda monocromatica
Bosone (fisica)
Onda stazionaria
Equazione delle onde
Onda sferica
Equazioni di Maxwell
Modulazione
Grandezze radiometriche
Relatività generale
Guida d'onda
Spettro elettromagnetico
Lunghezza d'onda
Stimolazione magnetica transcranica
Onda (fisica)
Vettore di Poynting
Onda di pressione
Wavelength shifter
Onda piana
Whistler (radio)
Altri progetti
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