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Peter Kolosimo, 30 anni across the universe (1984 2014)

wumingfoundation.com /giap Wu Ming Speciale a cura di Wu Ming e Mariano Tomatis

Cos la tua pi

Peter Kolosimo (al secolo Pier Domenico Colosimo) nel 1977. Clicca per ingrandire.

grande paura? Il fascismo. E cosa fai, concretamente, per eliminarlo? Poco, troppo poco. (Kolosimo intervistato da Playboy, novembre 1974)

Chi ha dai quarantanni in su ricorda senzaltro Peter Kolosimo, fantarcheologo, ufologo, sessuologo (!), esploratore del meraviglioso e divulgatore scientifico che negli anni 60 e 70, coi suoi libri visionari, fece sognare le moltitudini. Mor il 23 marzo 1984, a sessantadue anni, ma a noi piace pensare che abbia solo lasciato il pianeta, e sia tuttora in viaggio per luniverso. Ecco una cosa che molti hanno dimenticato: Peter Kolosimo era un comunista di quelli duri. E chiss che lanno scelto per abbandonare la Terra il simbolico, fatidico 1984, quello di Orwell e della Thatcher che reprimeva lo sciopero dei minatori non sia gi una dichiarazione, un messaggio da decifrare: il movimento operaio ha perso, riprende il dominio incontrastato dei padroni, si impone il totalitarismo del mercato e io vado, vado in avanscoperta, vado in cerca di altri mondi. Lo diciamo da anni: Kolosimo una figura da riscoprire, su cui interrogarsi, che pu ancora dire e dare molto. Lo abbiamo scritto, lo abbiamo addirittura cantato.

Peter Kolosimo sul palco con il Wu Ming Contingent, centro sociale Strike, Roma, 13 febbraio 2014. Foto: D. De Gregorio.

Italia Mistero Kosmiko 359 Wu Ming Contingent Italia Mistero Kosmiko (Peter Kolosimo) Live in Correggio, 22/09/2013 359 Kolosimo fa parte di un mondo tipicamente Seventies, vivente nellintersezione tra marxismo e scienze altre, tra UFO e rivoluzione. Pur nelle diversit dapproccio, il suo percorso parallelo a quello del leggendario trotskista italoargentino Juan Posadas (1912 1981). Kolosimo indagava il passato, le origini extraterrestri delle civilt umane; Posadas vaticinava lavvenire, gli UFO ci parlavano di una societ futura comunista. Entrambi dicevano, ciascuno a suo modo: gli alieni vivono in noi, siamo noi quegli spaziali di cui tutti parlano. Terra senza tempo, Non terrestre , Astronavi sulla preistoria , Odissea stellare, Italia mistero cosmico Titoli che non smettono di accendere fantasie. E quegli elenchi in copertina, a met tra sottotitolo e catenaccio di giornale? Ulisse vagabondo del tempo. Gli dei e lo spazio. Ciclopi in America? Mitologia daltri mondi. Atomiche e robot nellepopea omerica. Oppure: Veicoli spaziali graffiti nella roccia. Marziani in Vietnam, elefanti in America. Razze sconosciute nelle giungle

amazzoniche. Atomiche e laser prima del diluvio. Gilgamesh vive ancora?. Per non dire di strilli come: La prima completa documentazione fotografica di archeologia spaziale 300 illustrazioni. Copertine geniali, che ti spingevano a prendere subito posizione: rigetto veemente o febbrile voglia di acquisto, non cera via di mezzo.

Quei libri, editi da SugarCo, erano grande narrativa popolare travestita da saggistica, li vedevi in tutte le case, vendevano centinaia di migliaia di copie. Peter Kolosimo uno degli autori italiani pi tradotti nel mondo, pubblicato in 60 paesi. Attenzione, per, a non confonderlo coi vari Voyager e Kazzenger odierni, coi pataccari che ce la

smenazzano a colpi di piramidi magiche e Priorati di Sion, con le vagonate di ricostruzioni paranoidi e complottiste disponibili in rete. Kolosimo odiava Dan Brown ante litteram (anzi, ante nominem ). E odiava anche Giacobbo. Preventivamente, senza averne mai sentito parlare. Lo avrebbe mandato in Siberia, lui e il suo chupacabra. Kolosimo era un marxista-leninista visionario, un comunista duro e impuro. Credeva nella rivoluzione, e pensava che le scoperte sulle origini extraterrestri delle civilt umane avrebbero contribuito alla nostra consapevolezza. Voleva collegare passato remoto e futuro utopico, e cos liberare il mondo. Il suo interesse per i dischi volanti solo uno dei tanti argomenti di cui si occup era nutrito da questa passione politica. Senza di essa, cosa sarebbe rimasto? Una messe di poveri, sconnessi aneddoti raccolti da cialtroni e dementi. Persone che gi allepoca Kolosimo teneva a distanza:

Quando avvistano dei dischi volanti, alla radio qualche volta mi hanno chiamato, mi son trovato ad aver a che fare con dei pazzoidi, che credono in queste cose ciecamente, vedono i venusiani belli biondi e alti, vedono i marziani preoccupati delle esplosioni atomiche e vedono i saturniani che si avventano sulla terra per conquistarla, insomma tutte queste panzane, mi sono trovato un paio di volte ad aver a che fare con questi tipi, completamente pazzi, come quel siciliano che sulle pendici dellEtna aveva una villa e raccoglieva attorno a s i suoi fedeli (1974, cit.)

In Odissea stellare (1978), Kolosimo riporta le credenze di alcuni occultisti, secondo i quali il regime di Hitler cadde perch aveva attirato su di s la sventura, orientando la svastica a destra anzich a sinistra come nelle antiche tradizioni orientali. Il commento una staffilata: Noi siamo assai lontani da tali concetti ed attribuiamo a ben altre ragioni la caduta dellimpero dei criminali tedeschi. Poteva ben dirlo, lui che il nazifascismo lo aveva combattuto mitra alla mano. Nulla dellapproccio politico che correva sottopelle nei suoi libri, nulla di quella radicalit sopravvive nei suoi epigoni odierni, quelli che vedi intervistati su Focus TV: von Dniken, Hancock Ogni spigolo stato smussato, leresia si fatta telegenica, ma si sa che the revolution will not be televised.

Leducazione politica me la son fatta in gran parte in Jugoslavia, quando la Jugoslavia era ancora comunista, ho fatto scuola di partito per due anni [...] Sono simpatizzante di Lotta continua, perch penso che anche la sinistra debba avere le sue punte avanzate, voto ovviamente PCI, ma non sono militante perch non me la sento n di partecipare alla vita politica del PCI, almeno com adesso, non me la sento assolutamente, e purtroppo daltra parte non ho neanche il tempo di seguire la vita politica di Lotta continua perch esige lavoro. Io ho fatto un po di lavoro politico a Torino, con Soccorso rosso, ero nella commissione delle case, e nellambulatorio, per per finire in niente, perch per queste cose bisogna avere molto tempo. (1974, cit.)

Kolosimo era poliglotta e cittadino del mondo. Madre statunitense, padre italiano e ufficiale di carriera nei Carabinieri, entrambi detestati:

Mia madre [era] come un generale delle SS [...] Un iceberg [...] Io non ho mai avuto un padre. No, non lho mai avuto. Lho conosciuto cos, dicevano che era mio padre (Ivi).

Cresciuto a Bolzano, si laurea a Lipsia in filologia moderna (ma pi tardi approfondir gli studi di psicologia e sessuologia e praticher lipnosi medica). Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, lo ritroviamo carrista nella Wermacht, ma diserta e si unisce alla resistenza in Boemia. E uno dei primi partigiani che, fra Pilsen e Pisek, incontr lArmata Rossa (dalla scheda biografica di Civilt del

silenzio). In quella temperie diventa comunista e, com normale, dopo la guerra il suo sguardo si sposta verso est. E lunico giornalista italiano presente alla cerimonia di proclamazione della DDR. Per un po dirige Radio Capodistria, ma dopo la rottura con lURSS licenziato perch cominformista, ovvero filosovietico. E corrispondente estero per LUnit , annuncia il lancio del primo Sputnik un mese prima di quella memorabile impresa e d per primo la notizia del volo spaziale di Valentina Tereskova. I suoi articoli escono senza firma, precauzione da fase glaciale della guerra fredda. Intanto scrive romanzi di fantascienza con lo pseudonimo di Omega Jim, finch, negli anni 60, non passa armi e bagagli alla divulgazione scientifica, con quella torsione fantastica che lo render celebre. I libri di Kolosimo sono pieni di pezze dappoggio di scienziati russi, bulgari, tedesco-orientali: Il professor Alexei Kasanzev [probabilmente si tratta dello scrittore e ufologo Alexander Kasantsev ], Kardasev scrive, Il biologo sovietico A. Oparin, Il sovietico Nikolai Brunov scrisse gi nel 1937, Viaceslav Saitsev, il noto filologo dellAccademia delle Scienze bielorussa e via cos. Oggi possono suonare grottesche, muovere al riso o a ipotesi estreme: Kolosimo agente del blocco orientale, incaricato di diffondere in occidente strane teorie, per loschi fini di guerra psicologica? Mah. Forse la questione pi semplice: leggeva quelle lingue, aveva accesso a quel materiale, e ai suoi lettori la cosa piaceva. Durante la guerra fredda, vista da qui, la scienza sovietica aveva un che di bizzarro, una vibrazione di esotica eterodossia, anche agli occhi di chi si batteva per laltro modello, quello capitalistaamericano. La curiosit per lest fu un fenomeno trasversale, come lo sono oggi lostalgia e il modernariato del socialismo che fu.

Una lettera di Kolosimo a LUnit, 21 settembre 1975. Perch non andr a presentare i suoi libri nella Spagna franchista. Mi impossibile accettare linvito. Sono comunista e non posso parlare in un Paese il cui governo imprigiona e condanna a morte i miei compagni con tutti coloro che lottano per i diritti delluomo.

A noi piace reputare Kolosimo un guerriero, uno che ha combattuto perch limmaginario non si restringesse e, al contempo, la fantasia (anche quella pi sbrigliata) tenesse le radici nella realt, nel conflitto che senza pause muove la societ. In fondo, nonostante il suo stalinismo, Kolosimo non era tanto distante da Radio Alice e dai giovani mao-dadaisti del 77. Kolosimo colm un buco, una lacuna, una gigantesca nicchia di immaginario e mercato editoriale. In quellepoca, gli intellettuali avevano decretato la morte del romanzo. Non per questo si era estinto il bisogno di romanzesco: in edicola, Urania, Segretissimo e Il Giallo Mondadori vendevano un numero di copie oggi impensabile. Tuttavia, erano pubblicazioni settoriali, rivolte a target di lettori specifici. Cera bisogno di unoperazione azzardata, che scavalcasse i recinti e andasse incontro ai bisogni di pi lettori. Kolosimo intercett la voglia di viaggio e di mistero che pervadeva tutto loccidente (gli UFO, il triangolo

delle Bermude, Uri Geller che piegava i cucchiaini con la forza del pensiero) e la dirott in una direzione inattesa. Camuffando da saggi divulgativi le sue narrazioni fantascientifiche, il vecchio Omega Jim cre un grande fenomeno di costume. Particolare non secondario, scriveva in modo magnifico:

Io sono

Prima pagina di Ombre sulle stelle, Sugar, Milano, 1a edizione 1966.

essenzialmente un tecnico, posso dire di aver rivestito di filologia la mia tecnica, e cos i grossi argomenti riesco a prospettarli in modo accessibile al pubblico. E se non facciamo della divulgazione, per chi scriviamo i libri? Scriviamo i libri per Peter Kolosimo? Eh, no, un momento, troppo poco. Io i libri li scrivo per il mio pubblico, non voglio scrivere per me stesso. (1974, cit.)

Nel 1969, Non terrestre vinse il Premio Bancarella. Nel giro di pochi anni, lo avrebbero vinto Andreotti (1985), Sgarbi (1990), Zecchi (1996), Pansa (1997) e persino Bruno Vespa (2004). Compagno Kolosimo, ci manchi tanto. Torna dal pianeta su cui ti trovi ora, e scatena contro lItalia un uragano di raggi cosmici.

RICORDANDO PETER KOLOSIMO di Mariano Tomatis Il luogo migliore per incontrare Kolosimo a Torino un vasto seminterrato in periferia. Un locale nascosto agli occhi dei passanti. Puoi abitarci sopra per ventanni e non accorgerti di nulla. Superato un portone anonimo, ti trovi di fronte a una serie interminabile di scaffali. Qui, uno accanto allaltro, migliaia di dossier raccolgono segnalazioni di dischi volanti, luci insolite, entit misteriose e fenomeni paranormali. la sede del Centro Italiano Studi Ufologici (CISU).

Su una scrivania, un ritaglio di giornale del 1978. Il titolo curioso: Un umanoide a spasso nelle strade di Collegno. Paolo previene la mia domanda. Il caso della mummia. Ha chiamato da poco un ragazzo. Sta facendo una tesi sulla psicologia della testimonianza e gli serve come documentazione. Scorro velocemente larticolo: una ragazza perde i sensi per lo choc, e per affrontare il mostro si scomoda larma dei Carabinieri. Paolo mi mostra i disegni dellepoca: Mi recai sul posto e stilai un rapporto dettagliato. Eccolo. Ci sono identikit, foto del luogo. Perfino il dispaccio dattiloscritto dellAnsa. Ma io sono qui per Kolosimo. Edoardo ad accompagnarmi agli scaffali giusti. Il tavolo per la lettura si riempie di materiale, mentre lui mi racconta dello scrittore modenese. Sono almeno sei le edizioni del suo primo libro, Il pianeta sconosciuto . E vuoi sapere una cosa curiosa? Ognuna diversa dalla precedente. Ex-presidente e memoria storica del Centro, Edoardo ricorda bene la stagione torinese di Kolosimo, i suoi rapporti con il vecchio Centro Studi Clipeologici e i saltuari scazzi con i colleghi. Per chi ha frequentato la combriccola di ufologi dellepoca, il confronto filologico tra le edizioni porta alla luce dinamiche affascinanti: tic personali, scontri tra caratteri, piccoli screzi. Scorci intimistici tra omini verdi e piramidi maya. Inutilmente si cercherebbero reperti alieni o pezzi di astronavi negli archivi del CISU: presso il centro sono ben consapevoli con Allan Hendry che si analizzano soltanto i rapporti UFO e non gli

UFO. Solo un modo diverso di esprimere quello che Muriel Rukeyser affidava alla poesia: Il mondo fatto di storie, non di atomi. Ecco perch, tra queste pareti, la filologia pi importante dellanalisi chimica, la psicologia pi preziosa della fisica quantistica. Ed ecco perch, quando varco la soglia di questo seminterrato, mi coglie un senso di vertigine: non basterebbe una vita per raccontare tutte le storie che traboccano da dossier, schedari, questionari, fotografie, filmati e ritagli di giornale qui raccolti. Ognuna il resoconto di un incontro con lignoto, e testimonia esperienze che hanno provocato curiosit, sgomento, stupore o incredulit. Questo era il regno di Peter Kolosimo, questo il serbatoio di meraviglia a cui attingeva per scrivere, questo il lascito pi prezioso di una carriera letteraria dallenorme successo popolare. Secondo Piero Bianucci, lo scrittore aveva colto una inafferrabile sintonia con lo spirito del tempo: quegli anni 60-70 che videro lo sbarco sulla Luna, la ribellione studentesca, la caduta dellAccademia. Nellagitato contesto di quel periodo, Kolosimo diede vita a un genere cos nuovo che non si trovava una categoria dove collocarlo. Non era saggistica scientifica, non era fantascienza, non era narrativa, non era inchiesta giornalistica, non era pura e semplice divulgazione. Ma di tutti questi generi cera qualcosa. Pi letterato che astronomo (si era laureato in filologia), lo scrittore modenese era un maestro nel confondere i piani, sovvertire gli schemi e giocare con le percezioni del lettore. Sfoglio le pagine di Non terrestre (1968). Il libro si apre come una fiaba: Cera una volta Il seguito, per, ha il tono del saggio archeologico. Riferisce di un tumulo indiano ritrovato nelle campagne dellIllinois. E di uno scheletro del 1565, sepolto insieme a un pugno di monete del 1965. Lanacronismo disorienta, ma Kolosimo getta acqua sul fuoco, attribuendolo a uno scherzo: Autori di questa e daltre burle erano bimbi di unevolutissima razza extraterrestre [] impadronitisi dun apparecchio capace di viaggiare attraverso lo spazio e il tempo. Qualche pagina dopo, lautore mi strizza locchio: Questa, naturalmente, narrativa utopica. Il ritrovamento? Finzione fantascientifica. Kolosimo sta citando un racconto pubblicato su Urania.
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Chi lo legge con attenzione, impara a non prenderlo alla lettera. Tra le righe, lui il primo a suggerire un approccio obliquo ai suoi scritti. Dal dossier giallo che Edoardo mi ha affidato emergono ritagli preziosi. A una giornalista di Panorama Kolosimo confessa: Se un pizzico di fantastico serve come esca, io non ho scrupoli a usarlo . Quando la psicologa di Playboy gli chiede se larcheologia sia per lui una fuga dal presente, lautore nega recisamente; egli parla del qui e ora, i dischi volanti sono solo un espediente narrativo: Ci sono delle cose sulla terra che non si possono spiegare se non tirando in ballo gli spaziali, gli extraterrestri.
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Colgo linvito a leggerlo in questottica, sparpagliando di fronte a me una pila di riviste da lui curate. Pi Kappa usc in edicola dal novembre 1972 allottobre 1973. Senza falsa modestia, lo scrittore spiegava: Pi Kappa la sigla del mio nome. Punto e basta.
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Leditoriale del primo numero una lettera dintenti: Cercheremo di far pensare, non dimporre. E se per far pensare c bisogno di un sogno, ben venga il sogno. [] Un pizzico di fantascienza invita a riflettere.
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Cerco di collocarmi nella twilight zone dove un uomo del 1565 pu stringere tra le mani una moneta del 1965. Scrivendo nel 1972, cosa rivela Peter Kolosimo del mio presente? Mi sufficiente girare pagina. Spaziali in Italia un lungo articolo dedicato ai misteri archeologici del Musin, il monte

che sorge allimbocco della Val di Susa, in Piemonte. Secondo una leggenda locale, un dragone protegge la montagna dagli intrusi. Intorno alla vetta, re Erode volteggia senza sosta su un carro infuocato; sta espiando i suoi crimini. Il cuore del massiccio custodisce incomparabili tesori ma anche un mago. Costui si occupa di mettere in pratica il principio primo della magia: come in alto, cosi in basso. Eccolo, dunque, scavare piccoli buchi sulle rocce, riempirli di combustibile vegetale e accenderli di notte. Dallalto dei cieli, le costellazioni hanno limpressione di specchiarsi sulla terra. Larcheologo Mario Salomone cita resine e grassi animali nelle coppelle (incisioni appunto a forma di piccole coppe) che abbondano sul monte, fra i 400 e i 900 metri di quota. Perch si chiede Kolosimo genti primitive, assillate da problemi pratici da cui dipendeva la loro sopravvivenza, si sarebbero prese la briga di accendere fuocherelli in buche scavate faticosamente nella roccia? Per imitare le stelle.
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Confrontando lo schema delle coppelle con le carte astronomiche, il Musin rivela


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qualcosa di unico al mondo: unintera mappa celeste incisa nella roccia!

Nella zona del crepuscolo in cui mi trovo, le immagini che emergono dalla pagina diventano stranamente familiari. A quale folle intrusione nella montagna si riferisce Kolosimo? Quella di chi nella Val di Susa vede un tesoro da depredare? Chi il potente dragone che ne difende lintegrit, a ogni costo, consapevole di quanto dra sar la resistenza? Chi il feroce governante, colpevole di nefandezze e costretto a sorvolare la zona perch attraverso la montagna non si passa? Poi penso a quei maghi che, in valle, ancora oggi si ispirano al come in alto, cosi in basso. Avendo abbandonato lastrologia per ideali pi concreti. Sulle pendici del Musin, lOrsa Maggiore ha lasciato spazio a iscrizioni visibili dallalto dei cieli (o pi comodamente dallautostrada). Chiudo la rivista, ma lepica dellimmagine ha forti riverberi. Me ne accorgo avviandomi verso luscita, quando torno con lo A sinistra: il Musin ieri, con le coppelle a formare lOrsa Maggiore. A destra: il Musin oggi, a denunciare sguardo infiltrazioni mafiose nei cantieri TAV. Clicca per ingrandire. allumanoide di Collegno. Per un istante, in quegli occhi dietro le bende scorgo quelli di Marco Bruno il militante No TAV che i giornali dipinsero come un mostro nella primavera del 2012 . Paolo sorride, ignorando limmagine che mi passa per la testa. Era un bambino di 14 anni mi spiega. Reduce dalla visione del film La mummia , si era coperto di carta igienica rosa ed era uscito in strada. Si becc una bella ramanzina, poi di corsa a casa. Kolosimo diceva di credere in tutte le battaglie fatte in nome della libert . Esco col sorriso sulle labbra e un pensiero. Archivi del genere bisogna farli cantare. Lautore ringrazia Edoardo Russo, Paolo Fiorino, Gian Paolo Grassino e Roberto Labanti.
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Mostri su cui i media concordano. A sinistra: il mostro di Collegno (1978) da un identikit dellepoca. A destra: il mostro di Giaveno (2012).

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