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Arthur Schopenhauer

Arthur Schopenhauer nacque a Danzica nel 1788. La sua formazione culturale- filosofica venne influenzata da Platone, Kant e dalla cultura orientale; questultima molto presente in tutta la sua filosofia (velo di Maya, Ascesi etc.), infatti i suoi scritti sono caratterizzati dal misticismo tipico della cultura indiana. Il filosofo rifiuta ogni indirizzo idealistico e le sue opere vennero apprezzate solo in seguito allondata di pessimismo che invase lEuropa nel 1848.

Il pensiero
La riflessione filosofica del filosofo parte dalla distinzione fra Fenomeno(apparente) e Noumeno(realt), rifacendosi alla cultura indiana afferma che il velo di Maya una sorta di velo che ricopre tutto ci che ci circonda non permettendoci di vedere la cosa in s. Dunque luomo vive come in un eterno stato onirico, quindi com possibile svegliarsi da questo sogno per poter scoprire il noumeno? La soluzione semplice, dato che luomo non vive solo in relazione al mondo esterno ma si vive da dentro gioendo e soffrendo, allora in grado di percepire la vera essenza delle cose(squarciando il velo di Maya), ovvero la volont di vivere (wille zum leben), cio quellimpulso sfrenato e infinito che ci spinge a desiderare allinfinito. La volont di vivere non propriamente volont perch negli animali ad esempio non cosciente, dunque pu essere definita come impulso; un impulso infinito, atemporale ,onnipresente (anche gli elementi inanimati), incausata e senza scopo . Ed da questa concezione che nasce il pessimismo cosmico di Schopenhauer: luomo in particolare destinato a soffrire in quanto dotato di un desiderio infinito ma di capacit limitate. Inoltre a causa di questo impulso ogni essere vivente destinato a vivere per vivere, questa frase infatti manifesta la concezione atea di Schopenhauer, infatti per lui, lunico assoluto la Wille zum leben. Tra laltro riprende lidea gi formulata da Leopardi della transitoriet del piacere, causato soltanto da una cessata situazione di dolore. Inoltre affianco al dolore si manifesta la noia (ogni qual volta vengo a mancare il desiderio) , dunque il filosofo afferma che la vita come un pendolo che oscilla tra dolore e noia. Ma non solo luomo a soffrire

ma anche tutti gli animali e le piante, nella lotta per la sopravvivenza non c una creatura che non sia partecipe del dolore. Schopenhauer inoltre condanna lamore in quanto lo considera unicamente finalizzato alla procreazione, e condanna ancor di pi la procreazione affermando che lamore due infelicit che si incontrano, due felicit che si scambiano e una terza infelicit che si prepara. A questo punto pare che lunica via di scampo dal dolore sia il suicido, e invece il filosofo rifiuta questa scelta poich un atto di forte affermazione della volont stessa. Ma quindi come liberarsi dal dolore che opprime la nostra esistenza? Schopenhauer trova tre vie: 1. Larte: larte fondamentale in quanto capace di rivelare le cose in generale o idee( nella concezione platonica del termine), infatti attraverso larte siamo capaci di ammirare ad esempio non questamore, ma LAMORE; dunque la contemplazione di unopera darte pu dare un temporaneo sollievo al dolore esistenziale. 2. La piet: per liberarsi dalla volont di vivere necessario provare la compassione nel senso romantico del termine, ovvero rendersi partecipi del dolore degli altri in modo da superare la lotta implicita o esplicita che c fra ogni uomo. La piet attuabile attraverso la giustizia( non fare del male) o la carit ( o agpe) facendo del bene al prossimo. 3. Lascesi: la via definitiva per sconfiggere la wille zum leben questa, attuabile attraverso la rinuncia ai piacere, lumilt, il digiuno, la povert, il sacrificio, lautomacerazione. Alla fine del percorso sar possibile giungere al nirvana buddista ovvero lesperienza del vuoto, di negazione del mondo.

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