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LA CONCRETEZZA DELL’ESISTENZA UMANA

Il pensiero di Marx ha avuto un’influenza determinante sulla storia sociale, culturale e politica di
tutti i tempi.
Sulla scia del materialismo afferma la concretezza dell’esistenza umana evidenziando che essa è il
prodotto di specifiche dinamiche materiali e sociali.

L’ATTENZIONE PER L’UOMO


È centrale l’attenzione per l’uomo nella sua interezza di essere che pensa, lavora, mangia, gioisce e
soffre.

LA TRASFORMAZIONE DELLA REALTÀ


Il suo obiettivo è quello di trasformare radicalmente la realtà superandone le contraddizioni.
Per questo motivo denuncia le condizioni di vita dei lavoratori e giudica quei sistemi politici di
pensiero che le giustificano.

LA VITA
•Nasce nel 1818 a Treviri (Trier) da famiglia ebrea convertitasi al protestantesimo
•Riceve un’educazione di stampo razionalistico e liberale.
•Nel 1835 inizia gli studi di giurisprudenza a Bonn dove partecipa alla vita delle associazioni
studentesche.
•Nel 1837 si iscrive in Filosofia e si laurea nel 1841.
•Nel 1842 intraprende la carriera giornalistica diventando redattore della «Gazzetta renana» che
viene chiusa dal governo reazionario.
•Si trasferisce a Parigi dove stringe amicizia con Engels.

GLI ANNI PARIGINI


•Fonda gli «Annali franco-tedesci» con l’intento di proseguire, in alleanza con le forze
democratiche francesi, l’opposizione politica al riparo dalla censura prussiana.
•Nel 1844 pubblica nel primo numero due saggi che testimoniano il suo passaggio al comunismo:
«Sulla questione ebraica» e «Per la critica della filosofia del diritto di Hegel. Introduzione».
•Nel 1845, su richiesta del governo prussiano, viene espulso dalla Francia.

IL SOGGIORNO A BRUXELLES
•In questo periodo matura il distacco polemico dalla filosofia tedesca che si concretizza nelle
opere, scritte in collaborazione con l’amico Engels «Tesi su Feuerbach» e «L’ideologia tedesca».
• «L’ideologia tedesca», rimasta inedita, segna l’inizio della concezione materialistica della storia.
•Matura il distacco dalle teorie del socialismo.

IL CONGRESSO DELLA LEGA DEI COMUNISTI


•Nel 1847 si riunisce a Londra la «Lega dei Comunisti» a cui partecipa solo Engels.
•Nel 1848 Marx ed Engels sono incaricati di redigere il programma della lega.
•Nasce così il «Manifesto del partito comunista» (1848).

L’ESPULSIONE DALLA GERMANIA


•Nel 1848, al dilagare dei moti rivoluzionari in Europa, si reca insieme ad Engels a Colonia per
offrire il proprio sostegno agli operai tedeschi.
•Fonda a Colonia la «Nuova Gazzetta renana», ma a causa della vittoria della controrivoluzione
tedesca viene espulso dalla Germania (1849)
•Si rifugia a Parigi dove però il governo gli offre asilo solo a condizione che si
trasferisca in Bretagna
•Abbandona la Francia e si trasferisce a Londra
•Nel 1851 si ritira dalla vita politica attiva e inizia a lavorare al British Museum e a dedicarsi agli
studi di economia politica
•Nel 1864 nasce l’Associazione internazionale dei lavoratori
•Nel 1866 pubblica il primo volume del Capitale
•Muore nel 1881

IL MARXISMO
•È un’analisi globale della società e della storia in grado di investire il mondo borghese nella
molteplicità delle sue espressioni.
•È un impegno pratico in quanto vuole fornire un’interpretazione della storia e dell’uomo che sia
contemporaneamente impegno di trasformazione rivoluzionaria.

LE BASI DEL MARXISMO


•La filosofia classica tedesca da Hegel a Feuerbach.
•L’economia politica borghese da Smith a Ricardo.
•Il pensiero socialista da Saint-Simon a Proudhon.

LA CRITICA DELLA CIVILTÀ MODERNA E DELLO STATO LIBERALE


•La categoria del moderno si identifica con quella della «scissione», ossia nella frattura tra società
civile e stato.
•Nel mondo moderno l’uomo è costretto a vivere 2 vite: una «in terra» come borghese
(caratterizzata da egoismo e interessi particolari della società civile) e l’altra «in cielo» come
cittadino (cioè nella sfera superiore dello stato e dell’interesse comune).
•Il «cielo» dello stato è però puramente illusorio perché la sua pretesa di porsi come organo che
persegue.
l’interesse comune è falso perché lo stato riflette gli interessi particolari dei gruppi e delle classi.
•La civiltà moderna rappresenta la società dell’egoismo e delle particolarità reali e allo stesso
tempo della fratellanza e delle diversità illusorie (esemplificativo il confronto col cristianesimo).

IL RIFIUTO DELLA TRADIZIONE LIBERAL- DEMOCRATICA


•Le conquiste della civiltà liberale (principio della rappresentanza e principio della libertà
individuale sono rifiutate da Marx.
•La sua idea di società è quella di una comunità
solidale dove siano eliminate sia le disuguaglianze reali sia la proprietà privata che
costituisce il fondamento di ogni disuguaglianza.
•Lo strumento per realizzare la società comunista è la rivoluzione sociale che deve essere portata
avanti dal proletariato.
•Il proletariato, in quanto privo di proprietà, è la classe che soffre maggiormente dell’alienazione
prodotta dalla società borghese.
LA CRITICA ALL’ECONOMIA BORGHESE
•I Manoscritti economico-filosofici (1844), rappresentano il primo approccio di Marx all’economia
politica.
•Per Marx l’economia borghese considera il sistema capitalistico non come uno dei tanti sistemi
possibili, ma come il modo naturale di produrre e distribuire ricchezza.
•L’economia borghese non riesce a cogliere la conflittualità che caratterizza il sistema capitalistico
che si incarna in particolare nell’opposizione reale tra capitale e lavoro salariato, tra borghesia e
proletariato.

ALIENAZIONE
L’alienazione è il conflitto del sistema capitalistico, ossia l’opposizione tra capitale e lavoratore.
L’alienazione del lavoratore è costituita da 4 aspetti fondamentali:
•il lavoratore è alienato rispetto al prodotto poiché esso non gli appartiene;
•Il lavoratore è alienato rispetto alla propria attività poiché è sottoposto a un lavoro forzato;
•il lavoratore è alienato rispetto alla propria essenza poiché svolge non un lavoro creativo ma
forzato;
•Il lavoratore è alienato rispetto al prossimo poiché il capitalista lo sfrutta per i propri fini.
La causa dell’alienazione è dovuta alle proprietà privare dei mezzi di produzione con i quali il
capitalista può sfruttare i lavoratori per il proprio guadagno personale.
Il superamento dell’alienazione coincide con il superamento della proprietà privata e l’avvento del
comunismo

LA RELIGIONE È L’OPPIO DEI POPOLI


La religione secondo Marx è l’oppio dei popoli, ossia il sospiro della creatura oppressa, cioè il
prodotto di un’umanità alienata che cerca nell’aldilà ciò che gli è negato nell’aldiquà. L’unica
soluzione per poterla sradicare è quello di distruggere le strutture sociali che la producono. La dis-
alienazione religiosa avrà come presupposto quella economica, ossia abbattimento delle società di
classe.

IL MANIFESTO E LA LOTTA DI CLASSE


Nella prima parte del manifesto del partito comunista, Marx descrive la vicenda storica della
borghesia delineando i suoi meriti e i suoi limiti. È una classe costituzionalmente dinamica, che
rivolta i mezzi di produzione e l’insieme dei rapporti sociali. Conseguentemente le forze produttrici
si ribellano contro i vecchi rapporti di proprietà ancora privatistici e sottomessi al profitto
personale, creando una crisi capitalistica. Il proletariato perciò per superare il capitalismo dovrà
attuare una lotta di classe.

IL MANIFESTO E I «FALSI SOCIALISMI»


I falsi socialismi sono trattati in una delle sezioni più importanti del Manifesto. Il filosofo li
suddivide in:
1) socialismo reazionario
2) socialismo conservatore o borghese
3) socialismo e comunismo critico-utopistici

SOCIALISMO REAZIONARIO
Il socialismo reazionario critica la borghesia anziché secondo schemi rivoluzionari con parametri
conservatori. Esso presenta tre forme:
•Socialismo feudale desidera l’abolizione della società capitalistica moderna e il recupero di un
passato pre rivoluzionario, pre-borghese e pre-industriale. (Il limite è che vuole superare
l’alienazione con una alienazione passata).
•Socialismo piccolo-borghese rappresenta il punto di vista della piccola borghesia rovinata dal
capitalismo, la quale vorrebbe ritornare a una situazione pre-borghese.
•Socialismo tedesco rappresenta la piccola borghesia la quale nella sua rabbia anti-borghese finirà
per sostenere i governi tedeschi della reazione.

SOCIALISMO CONSERVATORE
Il socialismo conservatore detto anche borghese è costituito da economisti filantropi che
pensavano di risolvere gli inconvenienti sociali del capitalismo senza distruggerlo.

SOCIALISMO UTOPISTICO
Il socialismo utopistico è costituito da idee pre-marxiste sostenute da Saint Simon e Fourier.
Secondo Marx esso presenta il limite di non riconoscere al proletariato una funzione rivoluzionaria
autonoma e storica e di fare appello a tutti i membri della società per giungere a una azione
pacifica di riforme.

IL CAPITALE (1846; 1885; 1894)


Nel primo volume del saggio il Capitale, Marx mette in luce il sistema produttivo capitalistico e gli
elementi che lo caratterizzano. Egli infatti riteneva che per comprendere la società moderna
bisognasse analizzare i meccanismi economici che la determinano.
I PRINCIPI DELL’ECONOMIA MARXISTA
Marx si contrappone all’economia classica in particolar modo a Smith e Ricardo sostenendo che
non esistono leggi universali dell’economia e che ogni formazione sociale abbia caratteri propri e
leggi storiche specifiche.
Egli inoltre riteneva che l’economia debba usare uno schema dialettico della totalità organica e
studiare il capitalismo come una struttura dove gli elementi siano in stretta connessione tra loro.

LA MERCE
La merce possiede secondo Marx un valore d’uso (in quanto deve essere utile per soddisfare un
bisogno umano) e un valore di scambio (al fine di garantire lo scambio con altre merci).

IL LAVORO
Una merce può essere scambiata con altre merci poiché hanno un valore comune data dalla
quantità di lavoro che è “socialmente necessaria per poterla produrre”. Più lavoro è necessario
per produrla e più valore avrà la merce, tuttavia il valore di una merce non si indentifica del tutto
con il suo prezzo, influiscono infatti altri fattori come l’abbondanza o la scarsità della merce.
Il fatto che alla base di questo si trovi lavoro porterà il filosofo a contestare il feticismo delle merci
che considera le merci come entità aventi valore di per sé dimenticando che esse sono il risultato
della attività umana e di rapporti sociali.

IL PLUSVALORE
Il ciclo economico capitalistico ha come caratteristica l’accumulo di denaro, inteso non come
quello semplice delle società pre-borghesi secondo lo schema M.D.M. (merce-denaro-merce) ma
come D.M.D’ (denaro-merce-più-denaro)).
Nella società̀ borghese, infatti, vi è il capitalista che investe denaro in una merce per ottenere più̀
denaro di quello che ha investito ossia il cosiddetto plus-valore. Secondo Marx questo plus-valore
corrisponde alla produzione delle merci e non al loro scambio. Il capitalista ha la possibilità di
comprare e usare una merce particolare ossia la merce umana (Operaio).
Il capitalista compra la sua forza lavoro come una qualsiasi merce e il suo valore sarà uguale al suo
salario che avrà un valore inferiore rispetto al proprio lavoro. Il plus-valore perciò discende dal
plus-lavoro dell’operaio e si identifica con la porzione di valore da lui offerta al capitalista a titolo
gratuito.

IL PROFITTO
Il profitto deriva dal plus-valore anche se per Marx non coincide con esso. È necessario per capire
che cos’è il plus valore tener presente la distinzione che il filosofo poneva tra capitale variabile
(che è quello investito nei salari degli operai) e capitale costante (che è quello investito nei
macchinari delle fabbriche e nelle materie prime). Da ciò ne deriva che il plus-valore dipende dal
capitale variabile quindi per calcolare il profitto del capitalista sarà necessario dividere il plus
valore con la somma del capitale costante e il capitale variabile espresso in percentuale.

LE VIE PER AUMENTARE IL PROFITTO


•Per aumentare il profitto in un primo momento il capitalista cerca di accrescere il plus-valore
aumentando la giornata di lavoro degli operai (15 ore) (plus-valore-assoluto).
Questo però non permette di aumentare il profitto poiché la forza lavoro degli operai cessa di
essere produttiva con il prolungamento del lavoro. Per Marx sarà necessario puntare su una
riduzione della giornata lavorativa per poter reintegrare il salario. (plus valore relativo).

I PUNTI DEBOLI DEL SISTEMA CAPITALISTICO DI PRODUZIONE: LA MECCANIZZAZIONE


L’aumento della produttività del sistema capitalistico fu reso possibile dall’introduzione di
macchine più sofisticate che resero possibile erogare un maggior plus-valore relativo e il suo
rinvestimento nell’acquisto di nuovi macchinari. La nascita dell’industria meccanizzata determinò
un peggioramento delle condizioni lavorative degli operai rendendolo unilaterale e ripetitivo.

LA TENDENZA ALLA DIMINUZIONE DEL PROFITTO


Il continuo rinnovamento tecnologico determinò la diminuzione del saggio di profitto.

LE CRISI DI SOVRAPPRODUZIONE
Con l’aumento della produttività si creerà una crisi di sovrapproduzione che porterà a una
distruzione di beni e a una disoccupazione che secondo Marx accresceva l’«esercito industriale di
riserva».

LA DISOCCUPAZIONE
La disoccupazione è un rischio per i capitalisti perché chi non lavora non consuma e
conseguentemente le merci rimangono invendute.

LA CADUTA TENDENZIALE DEL SAGGIO DEL PROFITTO


Un altro inconveniente strutturale del continuo rinnovamento tecnologico fu la caduta tendenziale
del saggio del profitto.
In base a questa legge lo sviluppo produttivo capitalistico anziché aumentare tende a «cadere».
La causa è la diminuzione del capitale variabile (numero degli operai impiegati) in relazione
all’aumento del capitale costante (gli investimenti per le macchine).
LA SCISSIONE DELLA SOCIETÀ
Le crisi cicliche di sovrapproduzione e la caduta tendenziale del saggio del profitto mettono in
difficoltà la borghesia e producono la scissione della società in due sole classi antagoniste.
La minoranza industriale dalla gigantesca ricchezza e dall’immenso potere.
La maggioranza proletaria sfruttata

LA MISSIONE DEL PROLETARIATO


Il proletariato è investito di una missione storico- universale. Impadronirsi, attraverso la
rivoluzione, del potere politico e attuare il passaggio dal capitalismo al comunismo.

LA DITTATURA DEL PROLETARIATO


Il passaggio dalla società capitalistica a quella comunista deve prevedere un periodo di transizione
in cui il proletariato salito al potere e divenuto classe dominante, eserciti una dittatura funzionale
alla realizzazione del progetto comunista.
La dittatura del proletariato è solo una misura storica di transizione per raggiungere la futura
società̀ comunista, una società̀ senza classi in cui sia abolita la proprietà̀ privata attraverso la
collettivizzazione dei mezzi di produzione e in cui vengano meno le disuguaglianze tra gli uomini.

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