Romanticismomovimento culturale sviluppatosi nei primi decenni del ‘800, che si
diffuse ampliamente in tutta Europa, che si pone in profonda opposizione con il caratteristico razionalismo illuminista, esaltando invece la componente sentimentale e spirituale dell’uomo, rifiutando la compostezza e l’equilibrio formale del mondo classico. Il Romanticismo nasce in Germania nella seconda metà del ‘700. Mente filosofica teorizzatrice dei principi romantici fu Herder e il nucleo originario a partire da cui il movimento romantico si sviluppò fu quello dello Sturm und Drang, gruppo di poeti inquieti e ribelli che provano tensione verso una passionalità primitiva ed individualistica ed percepivano un senso di inadeguatezza rispetto alla società e alle sue preoccupazioni. I romantici dimostrano particolare interesse per la storia, nello specifico viene attuata una rivalutazione di un’epoca ritenuta dai neoclassici illuministi oscura e barbarica: il Medioevo, in quanto pervaso da una forte spiritualità che non vedeva il dominio della ragione. Venne ampliamente riscoperta la dimensione religiosa che determinò un frequente ritorno delle religioni positive (il cattolicesimo in particolar modo), dogmatiche ed intolleranti, rispetto a cui i neoclassici si erano scontrati Ha dare un contributo decisivo nella diffusione delle tendenze romantiche nei paesi latini fu dato Madame de Stael, scrittrice originaria di Ginevra, che con il suo libro “De l’Allamagne” (“Sulla Germania”) descriveva ed esaltava le esperienze intellettuali fiorite agli inizi del 800 in Germania. L’influsso del movimento non si limita alla letteratura e alle opere artistiche, come era stato per l’illuminismo, ma influenza ogni aspetto della vita comune e popolare, andando a rappresentare un fenomeno di costume e mentalità diffuso che investì in modo decisivo il modo di pensare, agire ed apparire della minoranza coltaIl romanticismo come stile di vita (modelli: Werther, George Byron, Ortis) In filosofia la corrente romantica prende il nome di Idealismo (qualsiasi concezione che risolva la realtà nell’idea o pensiero) Fichte, Schelling, Hegel. NAZIONALISMO Il romanticismo determina l’affermassi sul panorama europeo dell’idea di nazionalismo, in opposizione al cosmopolitismo illuminista che era fondato sull’unicità della ragione umana e dunque rendeva tutti gli uomini uguali da un punto di vista di appartenenza al mondo: con l’ideologia nazionalista viene esaltato il moderno concetto di nazione che individua lo Stato come espressione di un popolo (idea democratica di orine rousseauiana, la cui diffusione era stata determinata dalla campagne napoleoniche) oppure comunità naturale, formata da individui uniti da legami indissolubili di lingua, cultura e sangue (idea naturalistica dei romantici tedeschi). Il nazionalismo si è storicamente manifestato in due forme: il nazionalismo democratico e il nazionalismo conservatore. Il nazionalismo democratico è tipico di quei paesi la cui dipendenza andava conquistata o riconquistata, come l’Italia posto sotto il dominio austriaco. Il sentimento patriottico assumeva connotazione rivoluzionaria, tendono ad andare a sposarsi con ideologie liberali e democratiche. Il nazionalismo conservatore ed esclusivista teorizzava la supremazia di un popolo su tutti gli altri e se ne può vedere un esempio in Germania, dove il filosofo Fichte, nella sua opera “Discorsi alla nazione germanica”, proclama la superiorità intellettuale e morale dei tedeschi su ogni altro popolo. LIBERISMO vs DEMOCRAZIA vs SOCIALISMO Il liberismo si fondava sull’idea di libertà che si era venuta definendo nella cultura illuminista (Locke e Montesquieu) e nelle concrete esperienze politiche costituzionali del 600-700 (parlamentarismo britannico, rivoluzione americana, rivoluzione francese). I fondamenti del liberalismo (tolleranza, libertà di opinione, principio rappresentativo e divisione dei poteri, coincidevano con i valori e gli interessi della borghesia. I privilegi di ceto e la monarchia assoluta erano dunque agli antipodi del liberalismo. Il modello istituzionale del liberalismo si ispirava a quello britannico, una monarchia costituzionale a suffragio censitario in cui l’autorità del potere centrale fosse limitata da organismi rappresentativi espressi da un élite ristretta di cittadini, colore che per ricchezza posizione sociale si riteneva fossero gli unici interessati all’andamento della cosa pubblica. La democrazia aveva come cardine il principio della sovranità popolare secondo cui il potere appartiene a tutto il popolo (richiamo Rousseau e rivoluzione francese). Per i democratici la forma di governo ideale è la repubblica e il canale legittimo di espressione della volontà generale era l’assemblea eletta a suffragio universale maschile. I democratici erano legati a una visione utopistica ed insistevano sulla libertà positiva e vedevano nella politica il mezzo per l’attuazione del bene comune. Interessavano svariate classi e non solo quelle di rango medio-elevato: al di là dei borghesi, si aggiungevano ceti artigiani e popolari alfabetizzati o dotati di una cultura di base. La linea divisoria tra liberali e democratici andava sfumando nella pratica di lotta contro i regimi assolutistici e sull’obbiettivo comune di ottenere una costituzione, un parlamento elettivo e la garanzia della liberà fondamentale. L’ideologia socialista nasce in risposta al diffondersi dell’industrializzazione e alla crescita del proletariato: nucleo centrale del socialismo è colpire alla radice i principi informatori della società capitalistico-borghese (individualismo, concorrenza e profitto) e sostituirli con i valori della solidarietà ed uguaglianza, costruendo una società completamente nuova da un punto di vista delle istituzioni politiche ed economiche. Il socialismo seguì due sostanziali linee di pensiero: Il primo socialismo che si sviluppò era un’ideologia utopistica, dunque non realizzabile, che prevedeva punti di vista diversi ma generalmente predicava: il rifiuto dell’industria, ricercando un’organizzazione economica preindustriale; una collaborazione tra le due classi antagoniste del proletariato e della borghesia capitalista; l’abolizione della proprietà privata. Si sviluppò in seguito un socialismo scientifico, teorizzato da Marx ed Engles, autori del Manifesto del partito comunista pubblicato a Londra nel 1848. Essi furono assertori di un nuovo socialismo volto anzitutto all’attuazione a livello concreto e nella quale confluirono molti punti già sollevati dal socialismo utopistico, come l’abolizione della proprietà privata. Il nucleo fondamentale del socialismo scientifico sta in una concezione materialistica e dialettica della storia, concepita come un susseguirsi di lotte di classe (classe oppressa contra classe oppressore) e di scontri fra interessi economici, e dunque un’analisi reale effettiva di elementi storico-sociali. Marx e Engles invitano il proletariato a ribellarsi al sistema capitalistico, in quanto non ha nulla da perdere se non le proprie catene, e a organizzarsi non solo all’interno dei singoli Stati, ma anche su scala sovranazionale.