2023
TOTALITARISMI A CONFRONTO
1.DEFINIZIONE TOTALITARISMO
Totalitarismo: termine inventato dagli antifascisti italiani negli anni ’20; successivamente
furono i fascisti stessi, a cominciare da Mussolini, ad utilizzarlo “in positivo” per definire la
loro aspirazione, peraltro mai pienamente realizzata, ad una identificazione totale fra stato e
società. Nel secondo dopoguerra il termine fu adottato dalla scienza politica dei paesi
occidentali per designare quella particolare forma di potere assoluto, tipica della società di
massa, che non si accontenta di controllare la società, ma pretende di trasformarla nel
profondo in nome di un’ideologia onnicomprensiva, di pervaderla tutta mediante l’uso
combinato dell’ideologia e del terrore. Si tratta di un potere che oltre a reprimere ogni forma
di dissenso mediante un capillare apparato poliziesco, cerca di mobilitare i cittadini
attraverso proprie organizzazioni e di imporre la propria ideologia attraverso il monopolio
dell’educazione e dei mezzi di comunicazione di massa (propaganda).
1.1CARATTERISTICHE
Tutte le dittature totalitarie presentano le seguenti caratteristiche:
1) Un’IDEOLOGIA ELABORATA, consistente in un corpo ufficiale di dottrine che abbraccia
tutti gli aspetti vitali dell’esistenza umana e al quale si suppone aderisca, almeno
passivamente, ogni individuo che viva in questa società; questa ideologia ha come
caratteristica l’essere accentrata e proiettata verso uno stadio finale e perfetto dell’umanità,
essa cioè contiene un’affermazione chiliastica (dal greco chìlioi =mille - millenaristica: i primi
cristiani ritenevano che Cristo sarebbe tornato sulla terra e avrebbe instaurato un regno
della durata di mille anni prima della fine del mondo).
2) Un PARTITO UNICO DI MASSA tipicamente guidato da un SOLO UOMO, il DITTATORE,
e composto da una percentuale relativamente piccola della popolazione totale (intorno al
10%) maschile e femminile, con un forte nucleo appassionatamente e ciecamente
consacrato all’ideologia e pronto a contribuire in ogni modo alla sua generale accettazione;
un partito del genere è organizzato gerarchicamente ed è al di sopra o completamente
intrecciato con la burocrazia governativa.
3) Un SISTEMA DI TERRORE, sia fisico che psichico, realizzato attraverso il controllo
esercitato dal partito e dalla polizia segreta, in appoggio, ma anche per sovrintendere, al
partito in funzione dei suoi leaders e diretto caratteristicamente non solo contro “provati
nemici” del regime, ma anche contro classi della popolazione scelte più o meno
arbitrariamente; il terrore, sia quello della polizia segreta sia quello della pressione sociale
diretta dal partito, sfrutta sistematicamente la scienza moderna e più particolarmente la
psicologia scientifica.
4) Un MONOPOLIO, quasi completo e tecnologicamente condizionato, di tutti i MEZZI di
effettiva COMUNICAZIONE DI MASSA come la stampa, la radio e il cinema e concentrato
nelle mani del partito e del governo.
5) Un MONOPOLIO egualmente tecnologicamente condizionato e quasi completo dell’uso
effettivo di tutti gli STRUMENTI DI LOTTA ARMATA.
6) Un CONTROLLO CENTRALIZZATO E LA GUIDA DELL’INTERA ECONOMIA attraverso il
coordinamento burocratico di attività imprenditoriali, un tempo indipendenti, a comprensivo
di molte altre associazioni e attività di gruppo
1.2LE ORIGINI DEL TOTALITARISMO:
A questo punto andiamo ad analizzare dal punto di vista di un ebrea, Hanna Arendt, vissuta
nel periodo della seconda guerra mondiale, come un regime totalitario si crea in base ai suoi
studi e alle sue ricerche.
Hannah Arendt (Hannover, 14 ottobre 1906 – New York, 4 dicembre 1975) è stata una
politologa, filosofa e storica tedesca naturalizzata statunitense in seguito al ritiro della
cittadinanza tedesca nel 1937.
Hannah Arendt nel 1975
Dopo aver lasciato la Germania nazista nel 1933, a causa delle persecuzioni dovute alle sue
origini ebraiche, rimase apolide dal 1937 al 1951, anno in cui ottenne la cittadinanza
statunitense.
Lavorò come giornalista e docente universitaria e pubblicò opere importanti di filosofia
politica. Rifiutò sempre di essere categorizzata come filosofa, preferendo che la sua opera
fosse descritta come teoria politica invece che come filosofia politica.
Le origini del totalitarismo è un saggio di Hannah Arendt, terminato nell'autunno del 1949 e
pubblicato in prima edizione nel 1951, seguito da una seconda edizione nel 1966 che integra
varie aggiunte e revisioni.
Si compone di tre parti: la prima parte tratta dell'antisemitismo, la seconda parte tratta
dell'imperialismo, analizzando varie tematiche tra cui l'espansione coloniale europea dal
1884 alla prima guerra mondiale, l'ascesa della borghesia, le forme di razzismo e varie
teorie della razza, diversi tipi di nazionalismo e altre caratteristiche degli stati, osservando in
particolare una tensione tra le istanze economiche della borghesia e le forma istituzionale
dello stato nazionale e dei diritti umani; la terza e ultima parte tratta delle istituzioni e delle
azioni dei movimenti totalitari, focalizzandosi sulle esperienze storiche della Germania
nazista e dell'Unione Sovietica nel periodo staliniano, esaminando il fenomeno totalitario
nelle diverse fasi, prima e dopo la presa del potere. L'ultimo capitolo osserva specificamente
due caratteristiche salienti che definiscono il totalitarismo, il ruolo dell'ideologia e l'uso del
terrore.
La tesi centrale è che il totalitarismo è una forma politica radicalmente nuova, e
sostanzialmente diversa dalle forme storicamente note di potere autoritario, come il
dispotismo, la tirannide e la dittatura. Laddove ha preso il potere, infatti, il totalitarismo -
diversamente dalle altre forme autoritarie - ha distrutto le tradizioni politiche e l'ordine sociale
precedente. Il totalitarismo, secondo la Arendt, porterebbe all'estremo le caratteristiche della
società di massa, tra cui l'isolamento e l'intercambiabilità degli individui. Il totalitarismo non
pretende solo la subordinazione politica degli individui, ma invade e controlla anche la loro
sfera privata. La missione del regime totalitario è sostituire la società esistente con una
radicalmente nuova, e con una diversa forma di umanità. I sistemi totalitari, inoltre,
perseguono sempre una politica estera apertamente diretta al dominio mondiale. L'essenza
politica di questa nuova forma di governo è il terrore, e il suo principio di azione è il pensiero
ideologico.
Le prime due parti, per complessivi nove capitoli, analizzano processi storici e l'evolversi di
circostanze antecedenti la nascita dei regimi totalitari. In essi, la Arendt ricerca quei
meccanismi economici, sociali e culturali che sono alla base dell'instaurarsi dei totalitarismi.
Il regime totalitario è basato sulle masse. La massa, a differenza della plebe, non è una
caricatura della borghesia: è il risultato del crollo di ogni classe sociale dovuto alla
disoccupazione e alla miseria; La massa è amorfa nei confronti della vita e sfiduciata nei
confronti del sistema dei partiti: in quest'ultimo ogni partito rappresentava una classe sociale,
della quale i membri del partito si occupavano per difendere gli interessi mediante la politica;
così facendo, essi lasciavano agli altri appartenenti alla stessa classe la possibilità di
condurre una vita apolitica. Alla caduta delle classi sociali i partiti tradizionali non
rappresentarono più nulla se non la volontà di tenere in piedi il vecchio sistema; ma chi lo
avrebbe voluto, in un sistema che fino ad allora aveva garantito solo miseria e alienazione?
Cade quindi un altro mito della rivoluzione francese: che tutto il popolo si interessasse della
politica, e chi non lo facesse fosse solo una minoranza (o se anche maggioranza, sarebbe
stata irrilevante, semplice sfondo). Il totalitarismo necessita di masse senza la scintilla
dell'individualità (ottimo motivo per cui si può definire il primo movimento antiborghese).
Come le masse, gli intellettuali appoggiavano i movimenti totalitari: essi avevano rifiutato il
vecchio sistema basato sulle classi sociali prima che queste ultime sparissero, e avrebbero
salutato con gioia qualsiasi cosa significasse un netto cambiamento rispetto al passato. Se
le masse ammiravano Hitler come loro campione (un diseredato come loro), gli intellettuali lo
ammiravano come estremo sovvertimento dell'ordine costituito. Al trionfo, Hitler li liquiderà,
come è ovvio: un intellettuale è pur sempre un'espressione di individualità. La stessa cosa
accadde nella Russia bolscevica, con maggiore ferocia se possibile. Un'intera generazione
di artisti, scrittori, registi, pensatori e poeti fu sterminata dal regime.
Plebe ed élite, quindi, seguono naturalmente il movimento totalitario; la massa, invece, va
prima convinta: a questo pensa la propaganda.
Con essa si propugna l'ideologia, per mezzo del terrore e, in misura minore, della scienza.
Una volta raggiunto il potere la propaganda viene sostituita dall'indottrinamento. L'abilità
propagandistica dei nazisti non fu frutto di belle parole o dell'invenzione di nuovi concetti:
essi scelsero tra le teorie già esistenti quelle che facevano più presa sulla massa (come
l'antisemitismo). Il campo in cui invece furono realmente originali fu l'organizzazione
Questa organizzazione vale in due sensi: conforta i membri del partito, e fa vedere alle
masse il lato meno estremo.
2.CONTESTO STORICO
2.1SITUAZIONI PRECEDENTI (libro riassunti)
● Russia: Si trova in una situazione di arretratezza economica, in quanto paese
agricolo, e politica, in carico vigeva ancora lo zar ,accentuata con la Prima guerra
mondiale, a cui seguono rivolte e rivoluzioni.
● Italia:Alla crisi economica, sociale e politica, si aggiunge la delusione per la “vittoria
mutilata”, malcontento per i risultati della vittoria (Trento, Trieste e Istria, ma non
Dalmazia e Fiume, che successivamente venne occupata dai legionari di
D’Annunzio). Crisi economica e sociale venne accentuata dal biennio rosso. Crisi
politica dovuta ai tradizionali partiti liberali; ascesa movimenti di massa: PSI, PPI,
movimento dei fasci di combattimento.
osserviamo in articolare queste due situazioni che torneranno successivamnente.
QUELLO CHE L’ITALIA OTTENNE
Dallo smembramento dell’Impero austroungarico l’Italia ottenne limitati vantaggi territoriali
rispetto alle attese: l’espansione in Dalmazia fu impedita dalla creazione del nuovo stato di
Jugoslavia, che limitò la presenza italiana alle basi di Zara e dell’Isola Lagosta.
D’Annunzio (al centro con il bastone) con alcuni legionari a Fiume nel 1919.
Nel novembre 1920, Trattato di Rapallo fra Italia (governo Giolitti) e Jugoslavia: all'Italia è
riconosciuta l'Istria, alla Jugoslavia la Dalmazia (eccetto Zara); Fiume dichiarata città
indipendente (Giolitti fa liberare Fiume con la forza)
Devastazione di una sede sindacale della CGL a Roma, con falò sulla strada delle carte e
suppellettili ivi rinvenute.
3.ASCESA AL POTERE
3.1 ASCESA
● RUSSIA: Nel 1918 in Russia era scoppiata una sanguinosa
guerra civile fra i rossi, sostenitori del regime dei soviet, e i bianchi, di cui facevano
parte sia filo zaristi e borghesi nazionalisti allo scioglimento dell’Assemblea
costituente. Temendo la diffusione della rivoluzione, anche le potenze dell’Intesa
intervennero in aiuto all’Armata bianca. Volendo impedire un ritorno degli zar, nel
1918 la famiglia imperiale fu trucidata dai bolscevichi, mentre l’anno successivo Lenin
istituì la Terza Internazionale, finalizzata a diffondere su scala mondiale la
rivoluzione proletaria. La priorità per il governo sovietico era naturalmente di porre
fine alla sanguinosa guerra civile: a tale scopo fu creato un esercito, l’Armata rossa,
che entro il 1921 riuscì a sconfiggere gli avversari.
A partire dal 1921 Lenin diede corso alla Nep (Nuova politica economica). Essa
prevedeva l’apertura al libero commercio, l’aumento dei prodotti disponibili per il
consumo, la prospettiva di profitti privati e una maggiore libertà per i contadini. Nel
corso della Nep vene intrapresa la lotta all’analfabetismo, che si accompagnò però
alla repressione verso ogni forma di credenza religiosa e a un rigido insegnamento
marxista nelle scuole.
Nel 1922 venne creata l’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche, che venne
dotata di una Costituzione (31 gennaio 1924); la direzione dello Stato fu accentrata
nella meni del Comitato centrale del Partito comunista, che deteneva il potere sulla
base del principio marxista della dittatura del proletariato;
Dopo la guerra mondiale e anni di drammatico conflitto intestino, all’inizio degli anni
Venti la situazione nella neonata Unione Sovietica (Urss) sembra stabilizzarsi e Lenin
tenta di intervenire per dare respiro a una situazione economica tragica.
Nel 1924 Lenin, già da tempo gravemente malato, muore, e dopo una dura lotta per
il potere Stalin riesce a prevalere sugli avversari ed ad assumere la guida dello Stato.
Il controllo di tutta la società è concentrato nelle mani del Partito comunista,
l’istituzione di cui Stalin è segretario generale e che rappresenta lo strumento
essenziale della sua influenza politica. L’azione staliniana dà al sistema totalitario
sovietico la forma che lo contraddistingue nei successivi decenni: l’economia è
guidata verso la collettivizzazione delle terre e l’industrializzazione forzata, mentre
ogni forma di opposizione, anche interna all’ideologia comunista, è duramente
repressa.
Il 16 ottobre di quel 1920 Adolf parlò in pubblico per la prima volta. Mostrò
subito unabilità oratoria che fece mettere mano al portafoglio a molti, per
sovvenzionare il partito. Pochi giorni dopo fece il bis attaccando in violenti comizi
il Trattato di Versailles. In breve divenne il leader del partito. Scelse come
insegna la svastica, antico simbolo solare orientale.
3.2 AL POTERE:
● RUSSIA Stalin
● ITALIA Mussolini
● GERMANIA, Hitler
Entrambi i movimenti nazionalisti, quello tedesco e quello italiano, puntarono dunque ad una
richiesta di orgoglio e patriottismo da parte del popolo calpestato, contro i torti subito.
• Nell’Unione Sovietica, la presa di potere di Lenin è priva di carica nazionalistica, e non ha
gli appoggi né dei proprietari terrieri, né di tutta la borghesia, come avvenne in Italia.
• Essa è stata favorita dalla povertà, dall’arretratezza e dal malcontento popolare dei ceti
operai ai quali Lenin, risponde con la rivoluzione d’Ottobre, l’instaurazione dello Stato
Bolscevico, prima, e della dittatura proletaria, dopo, e infine con la soppressione della
borghesia e delle disuguaglianze di classe.
• Tutti e tre i movimenti poggiano le loro basi sullo scontento dei reduci di guerra, e sulla
difficile situazione economica e sociale che le loro nazioni stanno vivendo.
● GERMANIA:
IN CERCA DI FONDI. Hitler trovò un importante alleato in Alfred
Hugenberg (1865-1951), nazionalista e antiparlamentare.
Oggi quel nome non ci dice nulla: ma Hugenberg godeva dell’appoggio dei grandi
industriali, dirigeva la casa di produzione cinematografica Ufa e soprattutto era
editore di una catena di giornali capaci di influenzare ampi settori dell’opinione
pubblica. Fu grazie al sostegno di questi giornali che il führer fece circolare in
tutta la Germania la propria immagine, attingendo a piene mani al denaro
messogli a disposizione da Hugenberg.
Già che c’era, con quei soldi Hitler si comprò casa in uno dei quartieri più
esclusivi di Monaco, arredandola con anfore antiche, quadri e tappeti preziosi e
persino con una voliera. Passò quindi a rimpinguare le casse naziste, investendo
soprattutto nel settore “grandi raduni di massa”. Un ulteriore contributo al destino
politico del führer giunse nell’ottobre del 1929 con la crisi finanziaria che investì la
Borsa di Wall Street e, con un effetto domino, i mercati europei, demolendo la già
fragile economia tedesca e creando l’humus ideale per il seme nazista. Il Natale
del ’29 portò a Hitler quattro regali niente male: soldi a palate, appoggio della
grande industria, controllo dei media e una paura diffusa da cavalcare.
4.3POLITICA RAZZIALE:
● RUSSIA:Stalin venne accusato di ricorrere all'antisemitismo in alcuni dei suoi argomenti
contro Trotsky, che era di origine ebraica. Già nel 1907, Stalin scrisse una lettera
distinguendo tra una "fazione ebraica" e una "vera fazione russa" nel bolscevismo.Stalin
adottò politiche antisemite che vennero rafforzate con il suo anti-occidentalismo.Poiché
l'antisemitismo era associato alla Germania nazista ed era ufficialmente condannato dal
sistema sovietico, l'Unione Sovietica ed altri Stati comunisti usarono il termine di
copertura "antisionismo" per le loro politiche antisemite. L'antisemitismo nell'Unione
Sovietica iniziò apertamente come una campagna contro il "cosmopolita senza radici"[3]
(un eufemismo per "ebreo"). La stampa sovietica accusava gli ebrei di "umiliarsi prima
dell'Occidente", aiutando l'"imperialismo americano","l'imitazione servile della cultura
borghese" e "l'estetismo borghese".[20] Nel 1952 si verificò la notte dei poeti assassinati.
La campagna antisemita stalinista culminò infine nel complotto dei medici nel 1953. In
seguito alla morte di Stalin, la politica dell'Unione Sovietica nei confronti degli ebrei e
della questione ebraica divenne più discreta, con politiche antisemite indirette anziché di
aggresioni fisiche dirette. La discriminazione non è su base razziale, ma sulla
potenziale pericolosità dei soggetti per il regime
● ITALIA: Il
5 settembre 1938 il Regio decreto legge n. 1390 esclude i
bambini e i docenti ebrei dalle scuole. Nello stesso giorno gli ebrei
stranieri arrivati in Italia dopo il 1919 vengono espulsi dal Paese.
Questi provvedimenti anticipano il varo delle leggi razziali in Italia del
17 novembre 1938. Gli ebrei sono costretti a registrarsi in elenchi
speciali, vengono esclusi dal servizio militare e non possono più:
● sposarsi con cittadini di razza ariana;
● essere tutori o curatori di minori non ebrei;
● avere domestici di razza ariana.
Gli Ebrei poi vennero obbligati a dichiarare le loro entrate e le loro proprietà, sia in
Germania che all’estero; ciò non costituì che il primo passo verso la graduale
espropriazione delle loro ricchezze materiali da parte dello Stato.
Le leggi razziali di Norimberga costituirono la pietra angolare della politica razziale nazista.
La loro introduzione non fu che il preambolo a una nuova ondata di provvedimenti antisemiti
che ebbero come conseguenza l’immediata e concreta segregazione degli Ebrei. Le autorità
germaniche decretarono che a partire dal primo gennaio 1939, tutti gli Ebrei che avessero
nomi di battesimo “non ebrei” dovessero aggiungere il nome “Israel”, e “Sara”. Tutti gli Ebrei
dovevano avere carte d’identità indicanti il proprio retaggio
ebraico e, nell’autunno del 1938, tutti i passaporti vennero
stampigliati con la lettera “G” di giudeo.
infine “Soluzione Finale del Problema Ebraico” non fu che un eufemismo usato dai
leader nazisti: in realtà, significò lo sterminio sistematico degli Ebrei d'Europa e
pose fine alle politiche con le quali si era cercato di incoraggiare o obbligare
gli Ebrei ad abbandonare la Germania e altre parti d'Europa.
Un altro provvedimento razziale preso dai tedeschi, fu l’Action T4 che non prendeva di mira
gli Ebrei ma puntava alla soppressione di quelle che il regime definiva “vite
indegne di essere vissute”
Nel 1938, infatti, giunse presso la Cancelleria del Führer una lettera in cui la
famiglia di un bambino di nome Knauer, nato con gravi malformazioni fisiche
e definito “idiota”, chiedeva allo stesso Hitler la sua ‘”uccisione pietosa”. Hitler
rispose inviando addirittura il suo medico personale, Viktor Brack, affinché
esaminasse la situazione descritta. Ne seguì l’eutanasia del bambino. Il primo
passo era stato fatto, ora si trattava di andare avanti.
4.4STATO E CHIESA
4.5POLITICA ECONOMICA
● RUSSIA:Un sistema economico comunista è caratterizzato da una tecnologia
avanzata e produttiva che permette l'abbondanza di materiale, che
permetterebbe la distribuzione gratuita della maggior parte dei beni e delle
proprietà dei mezzi che producono questi beni.
● ITALIA:La politica economica fu condotta in maniera pragmatica per
perseguire gli obiettivi politici di crescita, occupazione, relativa
auto-sufficienza, riarmo e conquista. Le teorie economiche furono
soprattutto un espediente retorico per cercare il consenso nel pubblico.
● GERMANIA:L'economia nazionalsocialista sulla base dei principi
dell'economia keynesiana, autarchici, imperialistici e
collettivisti/totalitari. I notevoli progressi economici costituirono una
concausa importante dell'ampio consenso politico del popolo tedesco a favore
del nazionalsocialismo.
4.6POLITICA ESTERA
● RUSSIA: L'Unione Sovietica mantenne
la politica espansionista ereditata dal
regime zarista: nel 1939 dopo la firma del
patto Molotov-Ribbentrop ci fu l'attacco
alla Polonia e alla Finlandia. L'anno
successivo, l'annessione di Estonia,
Lettonia e Lituania e della regione rumena
della Bessarabia, Moldavia.
Per avere un’idea di cosa vuol dire vivere sotto un totalitarismo sarebbe utile leggere
1984 di George Orwell in cui un dittatore baffuto appare costantemente su teleschermi
giganti. Questi teleschermi sono presenti dovunque e, oltre a trasmettere immagini,
controllano ogni istante della vita degli individui soggiogati sotto il regime del “Grande
Fratello”. Hannah Arendt, nel suo libro la banalità del male, studia il profilo psicologico di
Eichmann, colonnello delle SS responsabile delle deportazioni nei campi di sterminio,
comprendendo gli ingranaggi che fecero funzionare un totalitarismo quale il nazismo.
La cieca obbedienza di uomini “ben educati” garantì la stabilità di uno dei più spietati
regimi totalitari della storia. Insomma, la Arendt mostra come la deresponsabilizzazione
degli individui fu alla base dei regimi totalitari. Autori di grandi misfatti, come
Eichmann, non si sentirono così responsabili del male commesso, dicendo di aver
eseguito solo degli ordini. Infatti l’obbedienza era inculcata come la prima delle virtù
nelle scuole totalitarie.
Significative sono le parole di Tocqueville: “Il totalitarismo è un potere che non annulla
l’esistenza ma la regola; non tiranneggia, ma comprime, snerva, logora e stordisce un
popolo, finché non sia tutto quanto ridotto a un gregge di animali timidi e industriosi di
cui il governo è pastore”.
OPPOSIZIONE
● RUSSIA: Sconfitta
● ITALIA: L'antifascismo in Italia è l'insieme dei movimenti eterogenei che si
contrapposero al regime e alle attività promosse o attuate dal governo
fascista di Benito Mussolini tra il 23 marzo 1919 e il 28 aprile 1945, durante il
ventennio fascista. 14 Agosto 1944, durante la guerra civile in Italia.
L’agnese va a morire.
Una donna di mezza età, sposata ad un membro della
Resistenza deportato ed ucciso, uccide un soldato tedesco e
deve entrare in clandestinità.
● GERMANIA: Tra il 1933 e il 1945, molte migliaia di persone cercarono di
organizzare forme di resistenza contro i Nazisti, utilizzando mezzi sia violenti
che non. Tra i primi oppositori del Nazismo in Germania ci furono i Comunisti,
i Socialisti e i leader dei Sindacati.
immagini dada
BIBLIOGRAFIA
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https://www.einaudi.it/catalogo-libri/scienze-sociali/politica/le-origini-del-totalitarismo-hannah-
arendt-9788806200640/#:~:text=Le%20origini%20del%20totalitarismo%20(1951,di%20un%
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https://it.wikipedia.org/wiki/Le_origini_del_totalitarismo
https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_delle_Frontiere
https://encyclopedia.ushmm.org/content/it/map/german-territorial-losses-treaty-of-versailles-
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