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De Togni Maria VL 08.01.

2023

TOTALITARISMI A CONFRONTO
1.DEFINIZIONE TOTALITARISMO
Totalitarismo: termine inventato dagli antifascisti italiani negli anni ’20; successivamente
furono i fascisti stessi, a cominciare da Mussolini, ad utilizzarlo “in positivo” per definire la
loro aspirazione, peraltro mai pienamente realizzata, ad una identificazione totale fra stato e
società. Nel secondo dopoguerra il termine fu adottato dalla scienza politica dei paesi
occidentali per designare quella particolare forma di potere assoluto, tipica della società di
massa, che non si accontenta di controllare la società, ma pretende di trasformarla nel
profondo in nome di un’ideologia onnicomprensiva, di pervaderla tutta mediante l’uso
combinato dell’ideologia e del terrore. Si tratta di un potere che oltre a reprimere ogni forma
di dissenso mediante un capillare apparato poliziesco, cerca di mobilitare i cittadini
attraverso proprie organizzazioni e di imporre la propria ideologia attraverso il monopolio
dell’educazione e dei mezzi di comunicazione di massa (propaganda).

1.1CARATTERISTICHE
Tutte le dittature totalitarie presentano le seguenti caratteristiche:
1) Un’IDEOLOGIA ELABORATA, consistente in un corpo ufficiale di dottrine che abbraccia
tutti gli aspetti vitali dell’esistenza umana e al quale si suppone aderisca, almeno
passivamente, ogni individuo che viva in questa società; questa ideologia ha come
caratteristica l’essere accentrata e proiettata verso uno stadio finale e perfetto dell’umanità,
essa cioè contiene un’affermazione chiliastica (dal greco chìlioi =mille - millenaristica: i primi
cristiani ritenevano che Cristo sarebbe tornato sulla terra e avrebbe instaurato un regno
della durata di mille anni prima della fine del mondo).
2) Un PARTITO UNICO DI MASSA tipicamente guidato da un SOLO UOMO, il DITTATORE,
e composto da una percentuale relativamente piccola della popolazione totale (intorno al
10%) maschile e femminile, con un forte nucleo appassionatamente e ciecamente
consacrato all’ideologia e pronto a contribuire in ogni modo alla sua generale accettazione;
un partito del genere è organizzato gerarchicamente ed è al di sopra o completamente
intrecciato con la burocrazia governativa.
3) Un SISTEMA DI TERRORE, sia fisico che psichico, realizzato attraverso il controllo
esercitato dal partito e dalla polizia segreta, in appoggio, ma anche per sovrintendere, al
partito in funzione dei suoi leaders e diretto caratteristicamente non solo contro “provati
nemici” del regime, ma anche contro classi della popolazione scelte più o meno
arbitrariamente; il terrore, sia quello della polizia segreta sia quello della pressione sociale
diretta dal partito, sfrutta sistematicamente la scienza moderna e più particolarmente la
psicologia scientifica.
4) Un MONOPOLIO, quasi completo e tecnologicamente condizionato, di tutti i MEZZI di
effettiva COMUNICAZIONE DI MASSA come la stampa, la radio e il cinema e concentrato
nelle mani del partito e del governo.
5) Un MONOPOLIO egualmente tecnologicamente condizionato e quasi completo dell’uso
effettivo di tutti gli STRUMENTI DI LOTTA ARMATA.
6) Un CONTROLLO CENTRALIZZATO E LA GUIDA DELL’INTERA ECONOMIA attraverso il
coordinamento burocratico di attività imprenditoriali, un tempo indipendenti, a comprensivo
di molte altre associazioni e attività di gruppo
1.2LE ORIGINI DEL TOTALITARISMO:
A questo punto andiamo ad analizzare dal punto di vista di un ebrea, Hanna Arendt, vissuta
nel periodo della seconda guerra mondiale, come un regime totalitario si crea in base ai suoi
studi e alle sue ricerche.

La Arendt ritiene che l'atomizzazione sociale e l'alienazione degli individui, caratteristica


tipica delle società contemporanee, costituisca il presupposto che rende possibile e
favorisce l'instaurazione della forma di governo totalitaria.

Hannah Arendt (Hannover, 14 ottobre 1906 – New York, 4 dicembre 1975) è stata una
politologa, filosofa e storica tedesca naturalizzata statunitense in seguito al ritiro della
cittadinanza tedesca nel 1937.
Hannah Arendt nel 1975
Dopo aver lasciato la Germania nazista nel 1933, a causa delle persecuzioni dovute alle sue
origini ebraiche, rimase apolide dal 1937 al 1951, anno in cui ottenne la cittadinanza
statunitense.
Lavorò come giornalista e docente universitaria e pubblicò opere importanti di filosofia
politica. Rifiutò sempre di essere categorizzata come filosofa, preferendo che la sua opera
fosse descritta come teoria politica invece che come filosofia politica.
Le origini del totalitarismo è un saggio di Hannah Arendt, terminato nell'autunno del 1949 e
pubblicato in prima edizione nel 1951, seguito da una seconda edizione nel 1966 che integra
varie aggiunte e revisioni.
Si compone di tre parti: la prima parte tratta dell'antisemitismo, la seconda parte tratta
dell'imperialismo, analizzando varie tematiche tra cui l'espansione coloniale europea dal
1884 alla prima guerra mondiale, l'ascesa della borghesia, le forme di razzismo e varie
teorie della razza, diversi tipi di nazionalismo e altre caratteristiche degli stati, osservando in
particolare una tensione tra le istanze economiche della borghesia e le forma istituzionale
dello stato nazionale e dei diritti umani; la terza e ultima parte tratta delle istituzioni e delle
azioni dei movimenti totalitari, focalizzandosi sulle esperienze storiche della Germania
nazista e dell'Unione Sovietica nel periodo staliniano, esaminando il fenomeno totalitario
nelle diverse fasi, prima e dopo la presa del potere. L'ultimo capitolo osserva specificamente
due caratteristiche salienti che definiscono il totalitarismo, il ruolo dell'ideologia e l'uso del
terrore.
La tesi centrale è che il totalitarismo è una forma politica radicalmente nuova, e
sostanzialmente diversa dalle forme storicamente note di potere autoritario, come il
dispotismo, la tirannide e la dittatura. Laddove ha preso il potere, infatti, il totalitarismo -
diversamente dalle altre forme autoritarie - ha distrutto le tradizioni politiche e l'ordine sociale
precedente. Il totalitarismo, secondo la Arendt, porterebbe all'estremo le caratteristiche della
società di massa, tra cui l'isolamento e l'intercambiabilità degli individui. Il totalitarismo non
pretende solo la subordinazione politica degli individui, ma invade e controlla anche la loro
sfera privata. La missione del regime totalitario è sostituire la società esistente con una
radicalmente nuova, e con una diversa forma di umanità. I sistemi totalitari, inoltre,
perseguono sempre una politica estera apertamente diretta al dominio mondiale. L'essenza
politica di questa nuova forma di governo è il terrore, e il suo principio di azione è il pensiero
ideologico.
Le prime due parti, per complessivi nove capitoli, analizzano processi storici e l'evolversi di
circostanze antecedenti la nascita dei regimi totalitari. In essi, la Arendt ricerca quei
meccanismi economici, sociali e culturali che sono alla base dell'instaurarsi dei totalitarismi.
Il regime totalitario è basato sulle masse. La massa, a differenza della plebe, non è una
caricatura della borghesia: è il risultato del crollo di ogni classe sociale dovuto alla
disoccupazione e alla miseria; La massa è amorfa nei confronti della vita e sfiduciata nei
confronti del sistema dei partiti: in quest'ultimo ogni partito rappresentava una classe sociale,
della quale i membri del partito si occupavano per difendere gli interessi mediante la politica;
così facendo, essi lasciavano agli altri appartenenti alla stessa classe la possibilità di
condurre una vita apolitica. Alla caduta delle classi sociali i partiti tradizionali non
rappresentarono più nulla se non la volontà di tenere in piedi il vecchio sistema; ma chi lo
avrebbe voluto, in un sistema che fino ad allora aveva garantito solo miseria e alienazione?
Cade quindi un altro mito della rivoluzione francese: che tutto il popolo si interessasse della
politica, e chi non lo facesse fosse solo una minoranza (o se anche maggioranza, sarebbe
stata irrilevante, semplice sfondo). Il totalitarismo necessita di masse senza la scintilla
dell'individualità (ottimo motivo per cui si può definire il primo movimento antiborghese).
Come le masse, gli intellettuali appoggiavano i movimenti totalitari: essi avevano rifiutato il
vecchio sistema basato sulle classi sociali prima che queste ultime sparissero, e avrebbero
salutato con gioia qualsiasi cosa significasse un netto cambiamento rispetto al passato. Se
le masse ammiravano Hitler come loro campione (un diseredato come loro), gli intellettuali lo
ammiravano come estremo sovvertimento dell'ordine costituito. Al trionfo, Hitler li liquiderà,
come è ovvio: un intellettuale è pur sempre un'espressione di individualità. La stessa cosa
accadde nella Russia bolscevica, con maggiore ferocia se possibile. Un'intera generazione
di artisti, scrittori, registi, pensatori e poeti fu sterminata dal regime.
Plebe ed élite, quindi, seguono naturalmente il movimento totalitario; la massa, invece, va
prima convinta: a questo pensa la propaganda.
Con essa si propugna l'ideologia, per mezzo del terrore e, in misura minore, della scienza.
Una volta raggiunto il potere la propaganda viene sostituita dall'indottrinamento. L'abilità
propagandistica dei nazisti non fu frutto di belle parole o dell'invenzione di nuovi concetti:
essi scelsero tra le teorie già esistenti quelle che facevano più presa sulla massa (come
l'antisemitismo). Il campo in cui invece furono realmente originali fu l'organizzazione
Questa organizzazione vale in due sensi: conforta i membri del partito, e fa vedere alle
masse il lato meno estremo.

1.3 TRE TOTALITARISMI DEL 900


Il comunismo in Russia (stalinismo), dal 1917 al 1953 (l'URSS continua ad esistere fino al
1991.
Fascismo in Italia, in questo caso, Sabbatucci parla di Totalitarismo imperfetto.
Nazismo in Germania
Entrambe Tra la fine della Prima guerra mondiale e la fine della Seconda

1,4 DOVE E QUANDO


Francisco Franco in Spagna 1939-1975
• Adolf Hitler in Germania 1933 - 1945
• Benito Mussolini in Italia 1922 - 1943
• Stalin in Russia 1924 - 1953
1.5 DESTRA E SINISTRA
Fu la Rivoluzione francese a introdurre la distinzione tra quelli che sono diventati i tre punti di
riferimento convenzionali dei sistemi politici contemporanei: destra, sinistra e centro. Nel maggio
1789, riunitisi gli Stati generali, i membri del Terzo stato si divisero nell'emiciclo: i conservatori si
accomodarono a destra, i radicali e i rivoluzionari a sinistra. Il centro dell'emiciclo fu invece
connotato polemicamente come 'palude', in quanto spazio indistinto e senza identità
i regimi totalitari possono essere: • di destra definiti fascisti e nazisti, • di sinistra “comunisti”.

2.CONTESTO STORICO
2.1SITUAZIONI PRECEDENTI (libro riassunti)
● Russia: Si trova in una situazione di arretratezza economica, in quanto paese
agricolo, e politica, in carico vigeva ancora lo zar ,accentuata con la Prima guerra
mondiale, a cui seguono rivolte e rivoluzioni.
● Italia:Alla crisi economica, sociale e politica, si aggiunge la delusione per la “vittoria
mutilata”, malcontento per i risultati della vittoria (Trento, Trieste e Istria, ma non
Dalmazia e Fiume, che successivamente venne occupata dai legionari di
D’Annunzio). Crisi economica e sociale venne accentuata dal biennio rosso. Crisi
politica dovuta ai tradizionali partiti liberali; ascesa movimenti di massa: PSI, PPI,
movimento dei fasci di combattimento.
osserviamo in articolare queste due situazioni che torneranno successivamnente.
QUELLO CHE L’ITALIA OTTENNE
Dallo smembramento dell’Impero austroungarico l’Italia ottenne limitati vantaggi territoriali
rispetto alle attese: l’espansione in Dalmazia fu impedita dalla creazione del nuovo stato di
Jugoslavia, che limitò la presenza italiana alle basi di Zara e dell’Isola Lagosta.

D’Annunzio (al centro con il bastone) con alcuni legionari a Fiume nel 1919.
Nel novembre 1920, Trattato di Rapallo fra Italia (governo Giolitti) e Jugoslavia: all'Italia è
riconosciuta l'Istria, alla Jugoslavia la Dalmazia (eccetto Zara); Fiume dichiarata città
indipendente (Giolitti fa liberare Fiume con la forza)

● Germania:La Germania è vessata dalle pesantissime condizioni fissate dal Trattato di


Versailles. L’Abdicazione del Kaiser ha portato alla nascita di Governi
socialdemocratici. La firma dell’armistizio si tradusse in pesanti condizioni
(amputazioni territoriali, smilitarizzazione, indennità). Nasce la Repubblica di Weimar.
Nasce NSDAP.
CORRIDOIO DI DANZICA
La città di Danzica era stata formalmente dichiarata "città libera" sotto il controllo della Società
delle Nazioni, ma era praticamente sotto controllo polacco. Danzica era abitata in maggior parte
da tedeschi, i quali, al censimento del 1910, costituivano anche il 42% della popolazione del
corridoio. La Polonia dovette abbandonare Danzica il 6 marzo 1932 e le restò come porto solo
Gdynia.

Devastazione di una sede sindacale della CGL a Roma, con falò sulla strada delle carte e
suppellettili ivi rinvenute.

3.ASCESA AL POTERE
3.1 ASCESA
● RUSSIA: Nel 1918 in Russia era scoppiata una sanguinosa
guerra civile fra i rossi, sostenitori del regime dei soviet, e i bianchi, di cui facevano
parte sia filo zaristi e borghesi nazionalisti allo scioglimento dell’Assemblea
costituente. Temendo la diffusione della rivoluzione, anche le potenze dell’Intesa
intervennero in aiuto all’Armata bianca. Volendo impedire un ritorno degli zar, nel
1918 la famiglia imperiale fu trucidata dai bolscevichi, mentre l’anno successivo Lenin
istituì la Terza Internazionale, finalizzata a diffondere su scala mondiale la
rivoluzione proletaria. La priorità per il governo sovietico era naturalmente di porre
fine alla sanguinosa guerra civile: a tale scopo fu creato un esercito, l’Armata rossa,
che entro il 1921 riuscì a sconfiggere gli avversari.
A partire dal 1921 Lenin diede corso alla Nep (Nuova politica economica). Essa
prevedeva l’apertura al libero commercio, l’aumento dei prodotti disponibili per il
consumo, la prospettiva di profitti privati e una maggiore libertà per i contadini. Nel
corso della Nep vene intrapresa la lotta all’analfabetismo, che si accompagnò però
alla repressione verso ogni forma di credenza religiosa e a un rigido insegnamento
marxista nelle scuole.
Nel 1922 venne creata l’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche, che venne
dotata di una Costituzione (31 gennaio 1924); la direzione dello Stato fu accentrata
nella meni del Comitato centrale del Partito comunista, che deteneva il potere sulla
base del principio marxista della dittatura del proletariato;
Dopo la guerra mondiale e anni di drammatico conflitto intestino, all’inizio degli anni
Venti la situazione nella neonata Unione Sovietica (Urss) sembra stabilizzarsi e Lenin
tenta di intervenire per dare respiro a una situazione economica tragica.
Nel 1924 Lenin, già da tempo gravemente malato, muore, e dopo una dura lotta per
il potere Stalin riesce a prevalere sugli avversari ed ad assumere la guida dello Stato.
Il controllo di tutta la società è concentrato nelle mani del Partito comunista,
l’istituzione di cui Stalin è segretario generale e che rappresenta lo strumento
essenziale della sua influenza politica. L’azione staliniana dà al sistema totalitario
sovietico la forma che lo contraddistingue nei successivi decenni: l’economia è
guidata verso la collettivizzazione delle terre e l’industrializzazione forzata, mentre
ogni forma di opposizione, anche interna all’ideologia comunista, è duramente
repressa.

● ITALIA: Il fascismo nacque ufficialmente il 23 marzo 1919 a Milano. Quel giorno a


Piazza San Sepolcro, all'interno di Palazzo Castagni, sede in quel tempo del Circolo
per gli Interessi Industriali, Commerciali e Agricoli della provincia di Milano, si radunò
un piccolo gruppo di circa 120 ex combattenti, interventisti, arditi e intellettuali, che
fondarono i Fasci italiani di combattimento. Il loro compito era soprattutto quello di
bloccare scioperi e occupazioni con la forza. Seguì quindi un programma
economico-sociale che prevedeva - fra l'altro - l'abolizione del Senato, tasse
progressive, pensione a 55 anni, giornata lavorativa di otto ore, abolizione dei
Vescovati, sostituzione dell'Esercito con una milizia popolare. Un fondamentale
contributo alla nascita del fascismo fu dato dal movimento dello Squadrismo, ovvero
l'organizzazione di squadre paramilitari con le quali si realizzò una sistematica
demolizione di sedi di partito (socialisti, popolari, comunisti) e di giornali, cooperative,
case del popolo e la progressiva occupazione - con mezzi legalitari e illegali - di
posizioni chiave nelle amministrazioni comunali. Inoltre lo stesso Giovanni Giolitti
tenne nei confronti del movimento fascista un atteggiamento benevolo volto ad
utilizzarlo nel contrastare la sinistra in quanto era poi intenzionato a
"costituzionalizzare" dopo essere arrivato al potere. Così facendo si riteneva di
esaurire le potenzialità poiché, essendo venuti meno gli avversari di sinistra, il
fascismo avrebbe conseguentemente perso gli appoggi, anche finanziari, di coloro
che temevano la "minaccia rossa". Le squadre, che, a detta di Mussolini, giunsero a
raccogliere 300.000 aderenti. Il 28 ottobre 1922 il Fascismo marciò su Roma
convincendo il sovrano Vittorio Emanuele III a consegnare le redini del governo. Il re
avrebbe potuto bloccare la marcia dichiarando lo stato d’assedio, ma non lo fece. Le
squadre, che, a detta di Mussolini, giunsero a raccogliere 300.000 aderenti, fornirono
il nerbo della forza eversiva con la quale, il 28 ottobre 1922 il Fascismo marciò su
Roma convincendo il sovrano Vittorio Emanuele III a consegnare le redini del
governo. Con il congresso di Roma del 9 novembre 1921 il fascismo si trasformò da
movimento in partito. In seguito alla marcia su Roma del 28 ottobre il re Vittorio
Emanuele III incaricò Benito Mussolini di formare un nuovo governo. Mussolini si
presentò alla Camere con un governo di coalizione formato soprattutto da esponenti
liberali, cattolici e da alcuni esponenti moderati dal Partito Fascista, ed ottenne la
fiducia.
● GERMANIA: Dall’esperienza della prima guerra mondiale i tedeschi ne uscirono
con una coonvinzione: la sconfitta della nazione era frutto della debolezza dei
governanti tedeschi e della “congiura ebraica”, un tormentone antisemita che per
lui (e per molti altri tedeschi, francesi e russi) era una certezza scientifica.
queste furono le idee messe nella testa della popolazione alla fine del primo
conflitto, da Hitler, che lo aiutarono nella sua ascesa.
Nel mirino del reduce Hitler, dal novembre del 1918, finì anche la corrotta
Repubblica di Weimar (dal nome della località in cui fu redatta la nuova
Costituzione). Come per quasi tutti i tedeschi, quel nome era per lui sinonimo di
umiliazione: erano stati i governanti di Weimar a firmare il Trattato di Versailles
che dopo la Prima guerra mondiale aveva imposto alla Germania condizioni di
pace durissime. «Inoltre, vi era il timore di una rivoluzione tedesca sulla scia di
quella comunista russa del 1917»

Il 16 ottobre di quel 1920 Adolf parlò in pubblico per la prima volta. Mostrò
subito unabilità oratoria che fece mettere mano al portafoglio a molti, per
sovvenzionare il partito. Pochi giorni dopo fece il bis attaccando in violenti comizi
il Trattato di Versailles. In breve divenne il leader del partito. Scelse come
insegna la svastica, antico simbolo solare orientale.

Nel 1921 riorganizzò il servizio d’ordine del partito in un gruppo paramilitare: le


Sa (da Sturmabteilung, cioè “squadra d’assalto”). Le “camicie brune” (dal colore
delle divise) nei primi Anni ’20 avevano un preciso ordine: “Terrorizzare gli
avversari. Semplice ed efficace, come il titolo di cui Hitler si fregiò nello stesso
anno: führer, cioè “capo, guida”.
AVANZATA. A livello politico, l’ascesa di Hitler fu favorita dall’inflazione
galoppante, innescata dalla crisi globale ma attribuita nei suoi discorsi ai
risarcimenti imposti a Versailles. Gli imbelli di Weimar furono di nuovo attaccati
quando, nel gennaio 1923, la Francia invase la regione industriale della Ruhr
come ritorsione per un mancato pagamento. La Ruhr non era un posto qualsiasi;
ricca di carbone e ferro, era di importanza strategica per l’industria. In risposta
all’occupazione (cui partecipò anche il Belgio) il governo proclamò la “resistenza
passiva” dei lavoratori minerari, condita da scioperi e sabotaggi.
Alla fine del 1923 un chilo di pane costava 400 miliardi di
marchi e il führer era pronto all’azione. Tra l’8 e il 9 novembre
giocò la carta del colpo di Stato (in tedesco putsch).
Il piano prevedeva la conquista di Monaco di Baviera e la conseguente
aggressione al governo centrale. Fu un flop clamoroso che ebbe l’unico effetto di
portarlo in galera (ma anche di far rimbalzare il suo nome sulle prime pagine dei
giornali). La condanna, emessa il 1° aprile 1924, fu a cinque anni da scontare nel
carcere di Landsberg. Durante questo periodo scrisse il Mein Kampf (“La mia
battaglia”) che conteneva tutte le idee hitleriane sulla razza ariana.
In carcere Hitler mise a punto anche il suo “piano B”: come insegnava Mussolini,
il potere si poteva prendere anche in altro modo. Rilasciato nel dicembre 1924,
appena rientrato a Monaco mise in piedi (era il 1925) una nuova forza
paramilitare da affiancare al partito: l’unità speciale Ss (Schutzstaffeln, “reparti di
difesa”).
IL CANDIDATO. La Grande depressione seguita al crollo di Wall Street
permise al führer di scuotere ancora di più le coscienze popolari, promettendo di
riportare il benessere economico (senza spiegare come...). Bisognava solo avere
fiducia (o, come diceva Hitler, “fede”) in lui. «La sensazione di impotenza portò la
maggioranza dei tedeschi a rifugiarsi proprio nell’estremismo di Hitler. Già nelle
elezioni del settembre 1930 i nazisti si assicurarono il 18,3% al Reichstag (il
parlamento) e nel 1931 gli iscritti toccarono quota 700 mila. La Mercedes
scoperta che usava per sfilate e comizi divenne un simbolo in grado di esercitare
grandi entusiasmi al suo solo passaggio.
AL POTERE. Dal 1930, caduto l’ultimo governo socialdemocratico, si era
imposta una pratica (prevista dalla Costituzione) per cui il presidente nominava a
suo piacimento il cancelliere (il primo ministro). Molti cominciarono a fare
pressioni affinché fosse nominato cancelliere proprio Hitler, le cui formazioni
paramilitari continuavano intanto a colpire con violenza ogni oppositore.
Il 29 gennaio 1933 Adolf Hitler fu nominato cancelliere e il mattino dopo si
insediò giurando fedeltà alla Costituzione.
Il Daily Mirror annuncia la morte di Hindenburg e che Hitler, già cancelliere,
diventa anche presidente della Germania.

Il burattino divenne burattinaio il 27 febbraio, mentre il Reichstag era avvolto


dalle fiamme. Dell’incendio fu incolpato un giovane squilibrato olandese di
simpatie comuniste (ma in molti sospettarono dei nazisti). Il giorno dopo Hitler
varò un Decreto dell’incendio del Reichstag, che in nome della sicurezza
nazionale consentiva l’arresto di “soggetti pericolosi”. Comunisti e sindacalisti
finirono nei campi di prigionia (esistenti dal 1931).
Il successivo Decreto dei pieni poteri soppresse i partiti e quando, il 2 agosto
1934, Hindenburg morì, il führer assommò su di sé tutte le cariche istituzionali e
servì al popolo la dittatura. Legalmente e senza grossi ostacoli.

3.2 AL POTERE:
● RUSSIA Stalin
● ITALIA Mussolini
● GERMANIA, Hitler

4 NASCITA DELLA DITTATURA


4.1 ORGANIZZAZIONE, PROPAGANDA E CARATTERISTICHE
ogni totalitarismo punta a:
• organizzazione dello Stato in senso fortemente militare, per affrontare con violenza e
costanza ogni tentativo eversivo;
• rifiuto del sistema democratico e parlamentare, sostituito da quello monopartitico
autoritario.
• espansione territoriale e Imperialismo.

Sono comunque accomunati dall’importanza data alla propaganda. Furono numerosissimi


infatti i cinegiornali, le trasmissioni radio, le riviste e i quotidiani assoggettati completamente
ai governi. Un esempio perfetto è costituito dall’Istituto Luce, che lavorò costantemente nella
realizzazione di filmati, film e documentari al servizio del fascismo.
• Venivano, inoltre, pianificate grandi manifestazioni, dettagliatamente preparate per dare
agli spettatori una chiara sensazione di appartenenza alla comunità di popolo, insieme ad
una impressione di efficienza e compattezza del regime.
• La stampa che non era direttamente gestita dallo stato era sottoposta a una rigida censura,
attuata in Italia dal Ministero per la Cultura Popolare, dal Ministero per la Propaganda in
Germania e adattata ai canoni del realismo socialista in Russia.

Entrambi i movimenti nazionalisti, quello tedesco e quello italiano, puntarono dunque ad una
richiesta di orgoglio e patriottismo da parte del popolo calpestato, contro i torti subito.
• Nell’Unione Sovietica, la presa di potere di Lenin è priva di carica nazionalistica, e non ha
gli appoggi né dei proprietari terrieri, né di tutta la borghesia, come avvenne in Italia.
• Essa è stata favorita dalla povertà, dall’arretratezza e dal malcontento popolare dei ceti
operai ai quali Lenin, risponde con la rivoluzione d’Ottobre, l’instaurazione dello Stato
Bolscevico, prima, e della dittatura proletaria, dopo, e infine con la soppressione della
borghesia e delle disuguaglianze di classe.
• Tutti e tre i movimenti poggiano le loro basi sullo scontento dei reduci di guerra, e sulla
difficile situazione economica e sociale che le loro nazioni stanno vivendo.

4.2 CULTO DEL CAPO:


● RUSSIA: Celebrazione del mito di stalin;
Il culto della personalità di Iosif Stalin divenne una parte prominente della cultura
sovietica nel dicembre del 1928, dopo una sontuosa celebrazione per il 50º compleanno
del leader.[1] Durante il regime di Stalin, la stampa sovietica lo presentava come un
leader onnipotente e onnisciente, mentre dal 1936 si riferì a lui come il "Padre delle
nazioni"
La stampa sovietica continuamente elogiava Stalin.[3] Lo ritraeva come portatore di una
figura paternale ancora più forte e chiamava i cittadini come "suoi figli".[4] L'interazione tra
Stalin e i bambini divenne un elemento chiave del culto della personalità. La figura di
Stalin come padre era un modo con cui i propagandisti sovietici cercavano di incorporare
la simbologia e il linguaggio della religione nel culto della personalità, in opposizione ai
preti della Chiesa ortodossa russa. Inizialmente, la stampa cercava anche di dimostrare
l'esistenza di un collegamento diretto tra Stalin e la gente comune, mentre i giornali
pubblicavano lettere collettive da lavoratori agricoli e industriali che elogiavano il leader;
Lenin non voleva Stalin come suo successore poiché lo riteneva "troppo rude" e
sosteneva che il partito avrebbe dovuto trovare uno "più paziente, più fedele, più
garbato".[3] Stalin non ebbe completamente successo nel sopprimere il testamento di
Lenin. Dopo la morte di Lenin nel 1924, circolarono in tutta l'URSS più di 500 000 copie
di una fotografia che lo ritraeva mentre parlava con Stalin su una panchina.[3] Prima
del 1932, la maggior parte dei poster di propaganda sovietica mostravano Lenin e Stalin
insieme.[18] Tuttavia, le due figure iniziarono a "combaciare" nella stampa sovietica e
Stalin divenne la personificazione vivente di Lenin. Inizialmente, la stampa attribuiva ogni
successo dell'URSS alla saggia leadership di Lenin e Stalin, ma in seguito quest'ultimo
divenne la causa del benessere sovietico.

● ITALIA: C’ è Mussolini futurista, c’è Mussolini dalla mascella volitiva e marmorea,


c’è Mussolini che si trasfigura nel fascio littorio, ci sono innumerevoli Mussolini
equestri, c’è il meraviglioso Mussolini di Renato Bertelli del ’33, una terracotta
dipinta di nero con il Profilo continuo del Duce, identico da qualunque parte si
guardi, l’occhio dell’Insonne che controlla a 360 gradi, che tutto vede, tutto sa e
tutto risolve e poi c’è, 1937, anno XVI dell’Era Fascista, il Mussolini di Albino
Manca, che sguaina la spada dell’islam, e c’è un piccolo esercito bronzeo di
Mussolini. E poi c’è un elegante Mussolini in marsina, un gigantesco Mussolini di
cemento ricoperto di lamine d’ottone. C’è l’intero catalogo della figura e del mito
di Mussolini.

● GERMANIA:
IN CERCA DI FONDI. Hitler trovò un importante alleato in Alfred
Hugenberg (1865-1951), nazionalista e antiparlamentare.
Oggi quel nome non ci dice nulla: ma Hugenberg godeva dell’appoggio dei grandi
industriali, dirigeva la casa di produzione cinematografica Ufa e soprattutto era
editore di una catena di giornali capaci di influenzare ampi settori dell’opinione
pubblica. Fu grazie al sostegno di questi giornali che il führer fece circolare in
tutta la Germania la propria immagine, attingendo a piene mani al denaro
messogli a disposizione da Hugenberg.

Già che c’era, con quei soldi Hitler si comprò casa in uno dei quartieri più
esclusivi di Monaco, arredandola con anfore antiche, quadri e tappeti preziosi e
persino con una voliera. Passò quindi a rimpinguare le casse naziste, investendo
soprattutto nel settore “grandi raduni di massa”. Un ulteriore contributo al destino
politico del führer giunse nell’ottobre del 1929 con la crisi finanziaria che investì la
Borsa di Wall Street e, con un effetto domino, i mercati europei, demolendo la già
fragile economia tedesca e creando l’humus ideale per il seme nazista. Il Natale
del ’29 portò a Hitler quattro regali niente male: soldi a palate, appoggio della
grande industria, controllo dei media e una paura diffusa da cavalcare.

IDEE CHIARE. Già il 3 febbraio, a cena con i vertici dell’esercito, Hitler


annunciò i suoi progetti, facendo andare di traverso il boccone a qualcuno dei
presenti: “Democrazia e pacifismo sono impossibili” disse, secondo un rapporto
segreto. “Prima di tutto bisogna estirpare il marxismo [...]. Per raggiungere questo
obiettivo aspiro al potere politico totale [...]. Il fine di ampliare lo spazio vitale del
popolo tedesco sarà raggiunto anche a mano armata.
La meta sarà probabilmente l’Est. [...] Bisogna espellere senza riguardo alcuni
milioni di persone. [...] Con il mio movimento ho costituito già adesso un corpo
estraneo allo Stato democratico, capace di edificare il nuovo Stato”.

4.3POLITICA RAZZIALE:
● RUSSIA:Stalin venne accusato di ricorrere all'antisemitismo in alcuni dei suoi argomenti
contro Trotsky, che era di origine ebraica. Già nel 1907, Stalin scrisse una lettera
distinguendo tra una "fazione ebraica" e una "vera fazione russa" nel bolscevismo.Stalin
adottò politiche antisemite che vennero rafforzate con il suo anti-occidentalismo.Poiché
l'antisemitismo era associato alla Germania nazista ed era ufficialmente condannato dal
sistema sovietico, l'Unione Sovietica ed altri Stati comunisti usarono il termine di
copertura "antisionismo" per le loro politiche antisemite. L'antisemitismo nell'Unione
Sovietica iniziò apertamente come una campagna contro il "cosmopolita senza radici"[3]
(un eufemismo per "ebreo"). La stampa sovietica accusava gli ebrei di "umiliarsi prima
dell'Occidente", aiutando l'"imperialismo americano","l'imitazione servile della cultura
borghese" e "l'estetismo borghese".[20] Nel 1952 si verificò la notte dei poeti assassinati.
La campagna antisemita stalinista culminò infine nel complotto dei medici nel 1953. In
seguito alla morte di Stalin, la politica dell'Unione Sovietica nei confronti degli ebrei e
della questione ebraica divenne più discreta, con politiche antisemite indirette anziché di
aggresioni fisiche dirette. La discriminazione non è su base razziale, ma sulla
potenziale pericolosità dei soggetti per il regime
● ITALIA: Il
5 settembre 1938 il Regio decreto legge n. 1390 esclude i
bambini e i docenti ebrei dalle scuole. Nello stesso giorno gli ebrei
stranieri arrivati in Italia dopo il 1919 vengono espulsi dal Paese.
Questi provvedimenti anticipano il varo delle leggi razziali in Italia del
17 novembre 1938. Gli ebrei sono costretti a registrarsi in elenchi
speciali, vengono esclusi dal servizio militare e non possono più:
● sposarsi con cittadini di razza ariana;
● essere tutori o curatori di minori non ebrei;
● avere domestici di razza ariana.

Il regime fascista mira inoltre a togliere i beni materiali alle famiglie


ebraiche più facoltose.Anche sul lavoro le discriminazioni sono
pesanti. Gli ebrei non possono più essere dipendenti delle
amministrazioni civili e militari dello Stato, del Partito nazionale
fascista, degli enti pubblici locali, delle aziende municipalizzate, degli
enti parastatali, delle banche di interesse nazionale e delle
assicurazioni.

Sintesi delle leggi razziali in Italia, pubblicate su La difesa della razza

Soltanto poche persone di cosiddetta “razza ebraica” non vengono colpite


da questi provvedimenti. Ne sono esentati, ad esempio, i combattenti che
hanno ottenuto riconoscimenti al valore nelle guerre del Novecento italiano
e i parenti dei caduti. Anche gli iscritti al Partito fascista prima della marcia
su Roma e nel secondo semestre del 1924 vengono “risparmiati”. Seguirono
poi le Deportazioni, dopo 8 settembre ’43.

● GERMANIA: L’antisemitismo e la persecuzione degli Ebrei costituivano due dei


principi fondanti dell’ideologia nazista. Nel programma in 25 punti della nuova
formazione politica, pubblicato nel 1920, i membri del Partito Nazista dichiaravano
pubblicamente la loro intenzione di separare gli Ebrei dalla popolazione “Ariana” e
privarli dei diritti politici, giuridici e civili. Durante i primi sei anni della dittatura di
Hitler, dal 1933 fino allo scoppio della guerra nel 1939, gli Ebrei subirono gli effetti di
più di 400 tra decreti e regolamenti che limitavano le loro vite sotto tutti gli aspetti, sia
in campo pubblico che privato. Nessun angolo della Germania rimase immune.
Il nuovo Codice della Pubblica Amministrazione costituì la prima formulazione, da
parte delle autorità tedesche, di quello che sarebbe poi diventato il cosiddetto
Paragrafo Ariano, un regolamento studiato apposta per escludere gli Ebrei (e per
estensione spesso anche altri gruppi “non ariani”) dalla maggior parte delle
organizzazioni, da molte professioni e da altri aspetti della vita pubblica. Questo
documento fu poi alla base delle Leggi Razziali di Norimberga del 1935, le quali
definivano gli Ebrei non in base al loro credo religioso, ma secondo la loro
ascendenza e allo stesso tempo formalizzavano la separazione della popolazione
ebraica da quella Ariana.
Poster: "Studenti! Diffondete la Propaganda del Vostro Führer!"

Poster: "Studenti! Diffondete la Propaganda del Vostro Führer!"


Il Partito Nazista ebbe particolare successo nel reclutare gli
studenti e le loro organizzazioni, delusi dalla democrazia
tedesca. Per farlo, il regime fece anche appello al loro
nazionalismo, al desiderio di libertà e alla loro capacità di
sacrificio.

Nell’aprile del 1933, la legge tedesca limitò il numero di studenti


ebrei che potevano frequentare le scuole e le università. Nel
corso dello stesso mese, altre leggi ridussero fortemente le
“attività ebraiche” nella professione medica e in quella legale.
Numerosi enti governativi a tutti i livelli cercarono anche di
escludere gli Ebrei dalla sfera economica della Germania,
impedendo loro di guadagnarsi da vivere.

Gli Ebrei poi vennero obbligati a dichiarare le loro entrate e le loro proprietà, sia in
Germania che all’estero; ciò non costituì che il primo passo verso la graduale
espropriazione delle loro ricchezze materiali da parte dello Stato.

Le leggi razziali di Norimberga costituirono la pietra angolare della politica razziale nazista.
La loro introduzione non fu che il preambolo a una nuova ondata di provvedimenti antisemiti
che ebbero come conseguenza l’immediata e concreta segregazione degli Ebrei. Le autorità
germaniche decretarono che a partire dal primo gennaio 1939, tutti gli Ebrei che avessero
nomi di battesimo “non ebrei” dovessero aggiungere il nome “Israel”, e “Sara”. Tutti gli Ebrei
dovevano avere carte d’identità indicanti il proprio retaggio
ebraico e, nell’autunno del 1938, tutti i passaporti vennero
stampigliati con la lettera “G” di giudeo.

Una sinagoga distrutta durante la Notte dei Cristalli


(Kristallnacht). Dortmund, Germania, novembre 1938.

Subito dopo il pogrom della Kristallnacht (conosciuta come


“La Notte dei Cristalli”), tra il 9 e il 10 novembre 1938, le
leggi naziste proibirono agli Ebrei l’accesso alle scuole
pubbliche e alle università, così come ai cinema, ai teatri e agli impianti sportivi. In molte
città, gli Ebrei non potevano accedere a determinate zone definite “ariane”.

infine “Soluzione Finale del Problema Ebraico” non fu che un eufemismo usato dai
leader nazisti: in realtà, significò lo sterminio sistematico degli Ebrei d'Europa e
pose fine alle politiche con le quali si era cercato di incoraggiare o obbligare
gli Ebrei ad abbandonare la Germania e altre parti d'Europa.

Un altro provvedimento razziale preso dai tedeschi, fu l’Action T4 che non prendeva di mira
gli Ebrei ma puntava alla soppressione di quelle che il regime definiva “vite
indegne di essere vissute”

Il programma nazista di eutanasia forzata Venne pianificato tutto in


Tiergartenstrasse 4, a Berlino, sede del quartier generale dalla
Gemeinnützige Stiftung für Heil- und Anstaltspflege, l’ente pubblico per la
salute e l’assistenza sociale. Hitler parlava dei disabili come di un “elemento
estraneo” al corpo razziale dello stato e invocava la necessità di “ripulire” la
razza tedesca dai cosiddetti “subumani”. Per questo, già tra il 1933 e il 1939,
vennero sterilizzate forzatamente fra le 200.000 e le 350.000 persone.

Contemporaneamente, cominciarono a circolare opuscoli, poster e film in cui


si mostravano i costi dei malati inguaribili, chiedendo a gran voce che il
denaro “sprecato” per i disabili fosse destinato al popolo tedesco “sano”.
Persino a scuola i bambini si trovarono a risolvere problemi di aritmetica che
parlavano di quanto malati di mente e invalidi costassero allo stato e alla
collettività, come mostrato anche dal film “La vita è bella”.

Nel 1938, infatti, giunse presso la Cancelleria del Führer una lettera in cui la
famiglia di un bambino di nome Knauer, nato con gravi malformazioni fisiche
e definito “idiota”, chiedeva allo stesso Hitler la sua ‘”uccisione pietosa”. Hitler
rispose inviando addirittura il suo medico personale, Viktor Brack, affinché
esaminasse la situazione descritta. Ne seguì l’eutanasia del bambino. Il primo
passo era stato fatto, ora si trattava di andare avanti.

Poster di propaganda eugenetica del 1938, su cui è scritto: “60,000


Reichsmark è quello che una persona con una patologia ereditaria
costa alla comunità durante la sua vita. Cittadini, sono anche i
vostri soldi. Leggete Il nuovo popolo, il mensile dell’Ufficio della
razza del partito nazionalsocialista”. – Unknown authorUnknown
author, Public domain, via Wikimedia Commons

Ben presto il Ministero dell’Interno ordinò a tutti i medici e alle ostetriche in


servizio negli ospedali tedeschi di denunciare tutti i casi di bambini nati
con gravi malformazioni.

A quel punto una commissione di tre membri esaminava i casi e decideva


all’unanimità sulla possibile eutanasia. Se un esperto era a favore
dell’eliminazione fisica del paziente apponeva il segno + su un apposito
modulo, in caso contrario, apponeva il segno – .

Tutto questo avveniva tenendo spesso le famiglie totalmente all’oscuro di


quanto avveniva negli ospedali dello stato. A molti genitori veniva detto che i
loro figli sarebbero stati portati in “sezioni speciali” di centri pediatrici, dove
avrebbero ricevuto cure migliori e più innovative. I bambini venivano invece
uccisi dopo poche settimane con iniezioni letali.

Ne seguivano finti certificati di morte per polmonite o appendicite, che


non di rado suonavano poco credibili e ingeneravano sospetti. Ad ogni modo,
chi si rifiutava di consegnare i propri figli rischiava di perderne la custodia.

Karl Brandt, medico personale di Hitler e responsabile del programma


di eutanasia forzata Aktion T4 – USHMM, Public domain, via Wikimedia
Commons

I cadaveri erano infatti sottoposti ad autopsie e all’asportazione di


parti del cervello a scopo di ricerca scientifica. Ma il programma era solo
all’inizio della sua spirale di orrore. Dopo lo scoppio della guerra, infatti, il
programma venne esteso fino a includere anche gli adolescenti e
adulti nel 1939.

Seguirono lettere di protesta, indirizzate al Ministero della Giustizia e alla


Cancelleria del Reich e firmate persino da membri del partito. La resistenza
crescente della popolazione, fomentata da alcuni capi religiosi protestanti e
cattolici, portò infine il regime a cancellare ufficialmente il programma. Dopo
la chiusura ufficiale del programma le uccisioni continuarono
selvaggiamente, ma sotto la superficie della pubblica coscienza, e i medici

4.4STATO E CHIESA

● RUSSIA: Stalin considerava i fedeli e il clero portatori d'una fede


attentatrice dello Stato e del Partito. Già Lenin, infatti, andato al potere nel
1917 provvide a mettere fuori legge le religioni perché riteneva, come Marx,
che fossero solo un'illusione creata dall'uomo per evadere dalla realtà
(“l'oppio dei popoli”).
● ITALIA:Un altro aspetto che Mussolini curò era il rapporto tra lo stato e la chiesa.
Siamo nel 1929 con i famosi patti Lateranensi firmati tra stato fascista e chiesa Papa
Pio XI all’interno del Laterano a Roma nel Febbraio 1929. Con questi patti, Mussolini
volle superare i contrasti che avevano caratterizzato la “questione romana” mai
risolto dal 1870 in poi. Cercò quindi di arrivare ad una conciliazione che riuscì a
prendere luogo. La religione cattolica diventa quindi religione di stato. Questa fu
quindi l’inventiva che Mussolini ebbe per attirarsi la benevolenza della chiesa. La
chiesa doveva offriva al fascismo il consenso del Papa che prevedeva che i vescovi
dovessero giurare fedeltà allo stato. Viene quindi pubblicizzato che è il fascismo ad
essere in grado di sanare i problemi e quindi Mussolini veniva visto come un
baluardo della difesa dello stato pontificio. L’educazione della gioventù era
un’educazione che si improntava sui valori cristiani, la libertà d’insegnamento quindi
non esisteva e quindi oltre a dover giurare fedeltà al regime, dovevano adottare
metodi e programmi imposti dal ministro dell’istruzione fascista.
● GERMANIA: Hitler, cresciuto cattolico, mantenne qualche riguardo per il potere
organizzativo della Chiesa cattolica, ma disprezzava i suoi insegnamenti centrali, che a
suo dire, se riferito alla sua conclusione.
La Chiesa cattolica aveva siglato solo dei trattati con il regime nazista. Il concordato fu
preceduto dal Patto delle quattro potenze firmato da Hitler nel luglio 1933. Il 14 luglio
dopo la firma del trattato Hitler ha detto hce il concordato ha creato un atmosfera di
confidenza che poteva essere significativa nella lotta contro l'ebraismo internazionale.

4.5POLITICA ECONOMICA
● RUSSIA:Un sistema economico comunista è caratterizzato da una tecnologia
avanzata e produttiva che permette l'abbondanza di materiale, che
permetterebbe la distribuzione gratuita della maggior parte dei beni e delle
proprietà dei mezzi che producono questi beni.
● ITALIA:La politica economica fu condotta in maniera pragmatica per
perseguire gli obiettivi politici di crescita, occupazione, relativa
auto-sufficienza, riarmo e conquista. Le teorie economiche furono
soprattutto un espediente retorico per cercare il consenso nel pubblico.
● GERMANIA:L'economia nazionalsocialista sulla base dei principi
dell'economia keynesiana, autarchici, imperialistici e
collettivisti/totalitari. I notevoli progressi economici costituirono una
concausa importante dell'ampio consenso politico del popolo tedesco a favore
del nazionalsocialismo.

4.6POLITICA ESTERA
● RUSSIA: L'Unione Sovietica mantenne
la politica espansionista ereditata dal
regime zarista: nel 1939 dopo la firma del
patto Molotov-Ribbentrop ci fu l'attacco
alla Polonia e alla Finlandia. L'anno
successivo, l'annessione di Estonia,
Lettonia e Lituania e della regione rumena
della Bessarabia, Moldavia.

● ITALIA:La politica estera del fascismo è


essenzialmente di tipo “espansionistico”, e viene condotta per motivi di grandezza e
di prestigio. Quello italiano è un imperialismo politico, però, non economico (dal
momento che i territori conquistati hanno molte poche risorse), intrapreso più che
altro per raggiungere il livello territoriale delle grandi potenze. Già a partire dal 1924,
però, erano avvenuti:
1) Il trattato di Roma, secondo cui Fiume è finalmente annessa all’Italia;
2) Il patto anglo-italiano, che determina la presenza dell’Italia in Somalia;
3) accordi con le nazioni balcaniche.
Mussolini riconquista inoltre la Libia, persa in guerra tra il 1911 e il 1912, e la sua
politica si fa sempre più aggressiva.
Nel 1933 Mussolini decide allora di stipulare il Patto a quattro (Francia, Inghilterra,
Germania, Italia) allo scopo di rivedere i trattati di pace. Ma questo tentativo di
conciliazione fallisce quando la Germania si ritira dalla Società delle Nazioni.

Mussolini stipula allora un accordo con l’Ungheria e l’Austria contro la minaccia di


Hitler. L’Italia si riavvicina così alla Francia di Laval, il quale dà il suo benestare per la
conquista italiana dell’Etiopia. Allora Mussolini fa partire subito una campagna
propagandistica affinché si crei una solida opinione pubblica favorevole alla nuova
impresa. Gli argomenti principali a suo sostegno sono essenzialmente la richiesta di
un posto al sole per le nazioni povere –come l’Italia- contro quelle ricche, e il fatto
che la conquista italiana dell’Etiopia toglierebbe dalla schiavitù un paese meno
sviluppato. Scoppia dunque la guerra, e l’Italia occupa l’Etiopia nel 1936. Il 9 maggio
l’Italia dichiara l'impero. L’adesione al fascismo è ora massima, sebbene l’Etiopia non
abbia al suo interno grandi risorse. Di fronte all’isolamento diplomatico, l’Italia si
avvicina alla Germania.Si ha l’asse Roma-Berlino, che prevede fra le due nazioni
collaborazione, lotta al bolscevismo e appoggio nella rivolta spagnola. Poco dopo
anche l’Italia, come la Germania, esce dalla Società delle Nazioni.

● GERMANIA: →Politica aggressiva.


Nel 1938 ci fu l'Anschluss, ovvero la richiesta di annessione dell'Austria.
Praticamente Hitler aveva violato tutti gli accordi di Versailles, aveva reintrodotto la
coscrizione obbligatoria, produsse tutte le armi vietate,infine le annessione territoriali,
dell'Austria da una parte (violando il divieto di Anschluss) e poi la questione polacca
(questione del corridoio di Danzica). Fu fatta una conferenza a Monaco di Baviera
per risolvere la questione. Fu dato il consenso ad Hitler di occupare i Sudeti, ma
subito dopo Hitler occupò anche l'intera Cecoslovacchia, fondando dei protettorati
(Boemia e Moravia) senza che nessuno dicesse nulla. Stalin teme che Francia e
Inghilterra vogliano spingere Hitler verso est per condurlo in una guerra contro
l'Unione Sovietica. La questione a questo punto divenne particolarmente spinosa,

Ad Hitler non interessava più


l'azione della Francia o
dell'Inghilterra, perché la
Germania aveva un fronte,
quello orientale, coperto. Dopo
l'occupazione della
Cecoslovacchia da parte di
Hitler però Inghilterra e Francia,
soprattutto l'Inghilterra, non
potevano più continuare con la
politica dell'appeasement, per
cui diedero un ultimatum ad
Hitler che riguardava appunto l'invasione della Polonia: nel caso di invasione della
Polonia, Inghilterra e Francia, sarebbero intervenute. Però non era più importante
questo perché appunto Hitler si era garantito il non intervento dell'Unione Sovietica e
così il 1 settembre del 1939, dopo aver rinsaldato
l'alleanza con 'Italia con il "patto d'acciaio", anche
se Mussolini avverti Hitler del fatto che l'Italia non
avrebbe potuto partecipare alla guerra prima del
43, perché l'Italia aveva esaurito tutte le risorse, le
scorte militari con la guerra di Etiopia e con la
guerra di Spagna. Dunque, Mussolini avvertì Hitler
che non sarebbe intervenuto immediatamente in
guerra, ma Hitler il 1 settembre invase la Polonia e
scoppiò la Seconda Guerra Mondiale. Dall'altra
parte anche Stalin invase la Polonia. In una
settimana con la Blitzkrieg, una querra lampo
condotta con il coinvolgimento dell'aviazione e
carri armati, un'azione velocissima, nel giro di
pochi giorni fu conquistata l'intera Polonia. Cosa
fecero Inghilterra e Francia? Assolutamente
niente, dichiararono guerra alla Germania ma non
alzarono un dito e questo durerà fino al Maggio del
1940.

Dal “Grande Fratello” alla “banalità del male”

Per avere un’idea di cosa vuol dire vivere sotto un totalitarismo sarebbe utile leggere
1984 di George Orwell in cui un dittatore baffuto appare costantemente su teleschermi
giganti. Questi teleschermi sono presenti dovunque e, oltre a trasmettere immagini,
controllano ogni istante della vita degli individui soggiogati sotto il regime del “Grande
Fratello”. Hannah Arendt, nel suo libro la banalità del male, studia il profilo psicologico di
Eichmann, colonnello delle SS responsabile delle deportazioni nei campi di sterminio,
comprendendo gli ingranaggi che fecero funzionare un totalitarismo quale il nazismo.
La cieca obbedienza di uomini “ben educati” garantì la stabilità di uno dei più spietati
regimi totalitari della storia. Insomma, la Arendt mostra come la deresponsabilizzazione
degli individui fu alla base dei regimi totalitari. Autori di grandi misfatti, come
Eichmann, non si sentirono così responsabili del male commesso, dicendo di aver
eseguito solo degli ordini. Infatti l’obbedienza era inculcata come la prima delle virtù
nelle scuole totalitarie.

Significative sono le parole di Tocqueville: “Il totalitarismo è un potere che non annulla
l’esistenza ma la regola; non tiranneggia, ma comprime, snerva, logora e stordisce un
popolo, finché non sia tutto quanto ridotto a un gregge di animali timidi e industriosi di
cui il governo è pastore”.
OPPOSIZIONE
● RUSSIA: Sconfitta
● ITALIA: L'antifascismo in Italia è l'insieme dei movimenti eterogenei che si
contrapposero al regime e alle attività promosse o attuate dal governo
fascista di Benito Mussolini tra il 23 marzo 1919 e il 28 aprile 1945, durante il
ventennio fascista. 14 Agosto 1944, durante la guerra civile in Italia.
L’agnese va a morire.
Una donna di mezza età, sposata ad un membro della
Resistenza deportato ed ucciso, uccide un soldato tedesco e
deve entrare in clandestinità.
● GERMANIA: Tra il 1933 e il 1945, molte migliaia di persone cercarono di
organizzare forme di resistenza contro i Nazisti, utilizzando mezzi sia violenti
che non. Tra i primi oppositori del Nazismo in Germania ci furono i Comunisti,
i Socialisti e i leader dei Sindacati.
immagini dada
BIBLIOGRAFIA
https://www.mcurie.edu.it/files/balducci.paola/TOTALITARISMI.pdf
https://www.casamemoriavinchio.it/images/percorsi_didattici/totalitarismi.pdf
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https://facolta.unica.it/studiumanistici/files/2015/09/Corso-di-riallineamento-di-Storia-Profssa-
Picciau-TOTALITARISMI.pdf
https://www.einaudi.it/catalogo-libri/scienze-sociali/politica/le-origini-del-totalitarismo-hannah-
arendt-9788806200640/#:~:text=Le%20origini%20del%20totalitarismo%20(1951,di%20un%
20fenomeno%20radicalmente%20nuovo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Le_origini_del_totalitarismo
https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_delle_Frontiere
https://encyclopedia.ushmm.org/content/it/map/german-territorial-losses-treaty-of-versailles-
1919

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