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SOCIOLOGIA 1

(la sociologia studia la società, questa corrente di pensiero ha origine durante l’Illuminismo
e il termine stesso viene coniato dal positivista Comte)

CONTESTO STORICO
Il diciottesimo secolo viene indicato dal termine Illuminismo, periodo in cui la religione viene sostituita dalla
scienza, il soprannaturale dal naturale, viene esaltata la ragione, vi è una fede nella perfettibilità dell’uomo e
iniziano ad essere considerati i diritti dell’uomo e la sua libertà.
(L’Illuminismo è stato molto importante in Francia ma è stato un movimento che pian piano è arrivato ben
oltre i confini nazionali)
GIAN BATTISTA VICO (1668-1744)
Sociologo ante litteram - nel suo secolo ancora non esisteva il termine sociologia MA va detto che con la sua
sociologia positivista lui riesce a influenzare i successivi studiosi attraverso una scienza nuova (che studia il
carattere storico di ogni espressione dell’attività e del pensiero umano) attraverso la quale lui spiega in 3
diverse fasi lo sviluppo della storia: 1-età degli dei, caratterizzata dalla fantasia e dall’irrazionalità; 2- età
degli eroi, caratterizzata dalla forza e dall’astuzia; 3- età degli uomini; caratterizzata dalla ragione umana.
I corsi di Vico hanno un carattere probabilistico e non deterministico (parla di ciò che potrebbe essere quindi
non dà per certe le sue teorie), e questa è una differenza fra Vico e i positivisti successivi MA la differenza
principale è che lui spiega che il mondo degli uomini è fatto dagli uomini stessi i quali lo possono
comprendere in modo adeguato mentre il mondo della natura creato da Dio è qualcosa di esterno e estraneo
all’uomo.
Vico quindi si interessa del sociale (non degli individui unici) quindi delle istituzioni, del condizionamento
da esse effettuate sull’individuo e dell’agire di quest’ultimo.
(idea della ragione che si elabora storicamente)

CONTESTO STORICO
Nella Francia del diciottesimo secolo fin da subito si creano le condizioni che condurranno alla Rivoluzione
del 1789; la nazione a inizio 1700 era una monarchia assoluta e la popolazione era suddivisa in tre ceti
sociali: clero, nobiltà e terzo stato, composto di tutte le categorie rimanenti che vivevano in condizioni
pessime, inoltre all’interno dei singoli stati non vi era affatto una unità coesa.
Ed è proprio in questo periodo che negli ambienti intellettuali si prende atto della disuguaglianza e si fa
appello alla Ragione per superare ciò e per costituire una società in cui ogni persona abbia diritti e libertà.
Va detto però che questo appello non si esprime in tutti i sociologi in egual modo, alcuni infatti pongono
l’accento sulla necessità del riferimento alla ragione per la trasformazione della società e altri invece erano
attenti alle situazioni in cui il pensiero umano si manifestava.

MONTESQUIEU (1689-1756)
M. viene considerato come autore rilevante nella storia del pensiero sociologico in quanto ha affrontato il
problema delle leggi in correlazione con i diversi contesti storico-sociali,
Inoltre lui critica la superstizione, il mito e il potere costituito che si serve di essi per mantenere i sudditi
nell’errore.
Per M. è importante adeguare le norme positive al carattere generale di una società; esistono leggi naturali
che regolano il mondo fisico ed esistono anche leggi che regolano la vita degli animali MA per l’uomo il
problema è diverso.
L’uomo infatti secondo M. viola le leggi date da Dio e muta le leggi che egli stesso stabilisce in quanto
essere limitato e soggetto all’ignoranza e all’errore. (Dio con le sue leggi lo richiama a sé, le leggi della
morale fanno si che l’uomo non si scordi di se stesso e infine i legislatori attraverso delle norme gli ricordano
i suoi doveri)
Importante è che per il sociologo le leggi positive si devono adeguare al tipo di società per la quale vengono
create e la società viene concepita sia come condizionamento dei suoi fattori naturali anche come costituita
da costumi, tradizioni, clima, genere di vita, carattere fisico e quindi istituzioni sociali.
Società:principio relativistico, quindi la scienza sociale dovrebbe cercare i principi organizzativi delle
singole società e non di tutte.
MA M. non rinuncia però a uno schema che può essere applicato a più società: tipologia delle forme di
governo, che utilizza come strumento per comprendere e criticare la società; 1. Repubblica: natura di
governo-popolo, democrazia, aristocrazia/ principio-virtù, rispetto delle leggi, dedizione alla collettività; 2.
Monarchia: re+leggi/onore, richiesta di privilegi e distinzioni; 3. Dispotismo: uno solo (degenerazione della
monarchia), senza legge o regola/paura, terrore.
Corruzione democrazia: volontà del singolo di emergere, eccessiva uguaglianza che comporta il rifiuto di
qualsiasi principio di subordinazione
Corruzione aristocrazia: eccessiva disuguaglianza tra governanti e governati e disuguaglianza tra i vari
componenti del ceto sociale al potere.
(M. non dice quale sia il tipo di governo più adatto , anche se stima il governo inglese e la divisione tra i vari
poteri, ma senza dubbio attacca la situazione politica francese del tempo)
*preoccupazione di M.: ricerca dell’attuazione della libertà.
ROUSSEAU(1712-1778)
R. è il primo ad attribuire importanza all’economia nel tema dell’uguaglianza, tanto da vedere nella proprietà
privata l’origine di ogni ingiustizia; il mondo si divise in ricchi e poveri quando alcuni uomini si
accaparrarono più beni di altri e li trasmisero ai loro discendenti creando l’eredità.
Nel 1762 pubblica “il contratto sociale”dove spiega che durante il passaggio tra lo stato di natura allo stato
civile vi è un cambiamento notevole nell’uomo, in quanto passa dall’istinto alla moralità.
R. inoltre ha una concezione positiva dello stato di natura in quanto qui l’uomo non dipende da altri e riesce
a vivere in se stesso mentre nella società l’individuo non ha libertà e vive solo nell’opinione altrui.
I rapporti sociali creano una situazione convenzionale che allontana l’uomo dalla sua condizione primaria,
tanto che la società offre solo uomini artificiali composti da passioni fittizie.
R. chiedendosi da cosa derivi questa condizione denuncia il carattere costrittivo( il potere interviene a
regolare i rapporti pubblici), per esempio nella tirannia gli uomini sono uguali in quanto non sono niente.
*E il vero intento dell’autore è quello di trovare criteri su cui fondare una società che non si basi sulla
proprietà privata, ed è proprio il contratto sociale ad avere questo compito; per Hobbes il contratto sociale
serve per allontanare l’uomo dalla sua natura bellicosa mentre per R. la guerra sorge dopo la disuguaglianza
all’interno di una società ed è proprio con il contratto sociale che l’uomo sarà riportato allo stato di natura e
quindi alla libertà e all’uguaglianza MA ciò succede a un livello più alto dello stato primario in quanto la
libertà è acquisita razionalmente (stato diverso e superiore allo stato di natura).
Infatti quando R. parla del contratto vede lo stato di natura come una condizione imperfetta in quanto si sta
per creare una società razionale.

*MORALISTI SCOZZESI
(Ferguson, Smith, Millar)
Ferguson, Smith e Millar si oppongono a ciò che afferma R..
Ferguson: la natura offre all’uomo una serie di possibili modi di essere e non un unico stato originario ,
proprio per questo l’uomo è artefice della sua realtà.
L’attività commerciale e la proprietà privata accentuano l’individualismo e l’egoismo e l’autore denuncia il
carattere meccanico del lavoro che non consente al lavoratore di capire il senso della sua attività.
Smith: i principi economici si creano dal corso naturale delle cose (liberalismo economico); il progresso è
inteso come continuo aumento della divisione del lavoro, specializzazione dei lavori, e all’origine della
divisione del lavoro vi è lo scambio. (influenza Marx)
Millar: sottolinea l’importanza del clima e del suolo nello sviluppo della società e individua anche i caratteri
del costume, della tradizione e della religione.
*ILLUMINISMO IN GERMANIA, HERDER
Herder oltre a dare importanza al clima e alla tradizione per la sua comprensione di una determinata società
storica spiega l’importanza del linguaggio in quanto ogni intuizione, osservazione, concetto è possibile solo
grazie a esso.
Lui si rifà a Kant per le categorie a priori che permettono di conoscere il mondo; per H. le categorie sono il
linguaggio in quanto per lui non si colgono le cose in sé se non grazie a simboli linguistici che le
rappresentano, PERO’ la differenza è che non esiste un solo linguaggio come che per Kant.

CONTESTO STORICO
Le teorie della società nel periodo post rivoluzione cambiano radicalmente.
Vi è la volontà di rivalutare la tradizione, la quale era stata per lo più un bersaglio dei filosofi sociali francesi
del periodo illuminista; infatti era considerata come una forza che deviava da una corretta interpretazione
della realtà, da altri invece era considerata come una tra le possibili manifestazioni della natura umana.
Nel periodo della Restaurazione però la tradizione viene vista legata a una natura umana fondata
sull’emotività, che appare sempre più come una necessità di guida.
Tant’è che una monarchia assoluta non era più concepibile e in seguito si trasformò in monarchia
costituzionale (monarca sottomesso alle leggi costituzionali).
Tratti caratteristici di questo periodo: volontà di ritornare all’ordine del passato e i problemi sorti dai
progressi scientifici, tecnologici ed economici.
*BURKE
Burke aveva attaccato le idee che hanno portato all’avvento della rivoluzione mentre difende l’ordine della
tradizione, per questo contrappone la società tradizionalistica inglese e la società francese rivoluzionaria.
Secondo B. la libertà si fonda sulla disciplina, sul rispetto della tradizione e dell’ordine gerarchico costituito
e chi scompone questo ordine creerà solo disuguaglianza.
*DE MAISTRE
DM. fa riferimento alla tradizione cristiana in particolare, alla tradizione; l’ordine sociale è un ordine divino:
non è costituito dall’uomo e chi pensa il contrario cade nell’errore e nel disordine.
Ogni male deriva quindi dal rifiuto di riconoscere i comandamenti divini.
*DE BONALD
Per DB. La società è l’essere supremo tanto da affermare che al di fuori da essa e del suo ordine non vi è più
salvezza.
Per dominare il singolo la società necessita di potere anzi la società è di per se potere e questo porta a
sottolineare l’importanza dell’ordine gerarchico composto sempre da tre figure, persone sociali:
madre,padre,figli; dio,preti,fedeli ecc.
DB. sostiene la monarchia come forma di governo naturale e necessaria.
*SAINT-SIMON
Nelle idee di SS. Si ritrovano i presupposti fondamentali per la filosofia positiva e la sociologia di Comte.
(adesione giovanile ai principi della rivoluzione, in seguito dirà di non essere mai stato d’accordo a un
principio di distruzione)
La società è concepita come un’unità organica, un organismo di cui gli individui non sono che parti e afferma
che essa può essere studiata dalla scienza (fisiologia sociale, studia la società come un organismo), che deve
diventare poi una scienza positiva che si basa su fatti osservabili; quindi ricerca un nuovo ordine.
Presupposto positivista della società ripreso da Comte e esigenza di una nuova organizzazione politica e
economica ripresa da Marx (società fondata sul lavoro produttivo)
Il potere politico va eliminato e vi è la necessità di un coordinamento delle attività economiche; la società
sarà organizzata pacificamente e la politica scientifica dovrà impiegare solo il mezzo della dimostrazione.
Per assicurare lavoro al proletariato secondo SS. è necessario abolire le attività non produttive (es.
mantenimento esercito); quindi per mutare la società c’è bisogno di un cambiamento sulla base
dell’economia.
*per Durkheim è stato SS. a fondare la sociologia positivista e il socialismo moderno.
COMTE(1789-1857)
Grazie a Comte nasce il termine Sociologia (socios+logos) che viene utilizzato pubblicamente nel 1839 nel
“Corso di filosofia positiva” MA che privatamente era già stato utilizzato.
Gli obiettivi di Comte sono quelli di: 1. creare una scienza della società, 2.creare un modello delle scienze
naturali, 3.spiegare lo sviluppo dell’umanità e 4. prevederne il futuro (scienza=previsione che è sinonimo di
azione; conoscere per prevedere i comportamenti dell’uomo in modo tale da poter mantenere l‘ordine
sociale).
Con Comte si apre spazio a un movimento positivista che si basa sulla scienza, quindi su ciò che è esatto e
dimostrabile(opposto di critico, scuola di Francoforte).
Il sociologo parla di dinamica sociale e statica sociale; nel primo caso esamina la società sulla base delle sue
trasformazioni (legge dei tre stadi), mentre nel secondo studia gli elementi presenti in ogni società e
destinati a rimanere immutati nei cambiamenti storici e che assicura il mantenimento dell’ordine sociale
(famiglia,linguaggio,religione ecc).
Per Comte la famiglia è l’unità fondamentale di qualsiasi società in quanto è un’istituzione naturale(non
fondata sulla fede religiosa), e va sottolineato il fatto che anche all’interna di essa vi è un ordine gerarchico:
superiorità dell’uomo sulla donna e del genitore sul figlio.
Altro tratto della società umana è la cooperazione, la quale comporta necessariamente una gerarchia e la
divisione del lavoro, che a sua volta comporta l’organizzazione gerarchica della società, in cui alcuni si
trovano in base all’educazione e alle inclinazioni naturali.
Ciò non dovrebbe creare conflitti perché ognuno avverte la necessità naturale dell’organizzazione sociale
gerarchica e accetta la propria posizione.
L’ordine per Comte deve garantire il progresso e renderlo possibile, va sottolineato il fatto che il positivista
ha paura del disordine perché non vuole tornare al caos che ha caratterizzato la Francia del 1789.
Un altro passaggio importante del pensiero di Comte è la legge dei tre stadi, secondo la quale la conoscenza
umana passa per tre fasi diverse: 1. STADIO TEOLOGICO- l’uomo spiega i fenomeni come prodotti di
agenti soprannaturali (infanzia), 2.STADIO METAFISICO- spiega i fenomeni come prodotti da forze astratte
in quanto si fa ricorso sia a tratti dello stadio precedente che tratti dello stadio successivo(giovinezza),
3.STADIO POSITIVO-i fenomeni vengono spiegati dalle leggi della fisica e quindi vengono utilizzate la
scienza e la ragione(età adulta).
Secondo Comte quando si introduce il principio per cui la verità dipende dal soggetto anziché da una realtà si
cade nel disordine e quindi nell’anarchia intellettuale e morale, da cui deriva il caos sociale e politico.
Va detto anche che Comte dice che l’uomo non ha bisogno solo di certezze scientifiche in quanto le esigenze
affettive sono più forti di quelle intellettuali e per questo non si può eliminare la religione dalla società; vi è
il bisogno di una religione positivista che ha come compito quello di tenere uniti gli individui. Non si tratta
quindi di venerare entità trascendenti il mondo dell’uomo ma bensì di condividere valori comuni (religione
laica).
La religione viene intesa come consenso di un’unione naturale che come tale si trova anche nel regno
animale e organico(via per il superamento di una crisi).

CONTESTO STORICO
Oltre Manica la sociologia si sviluppa in modi diversi rispetto che in Francia, in quanto pur essendoci una
situazione critica nel settore politico e economico tutti i cittadini erano uguali sul piano giuridico.
Vi era la grave questione del proletariato urbano che si organizzava per lottare a favore dei propri diritti
contro la classe borghese, ma l’ideologia prevalente della borghesia era quella di risolvere i problemi per vie
pacifiche, inoltre la GB era il paese più industrializzato.
SPENCER(1820-1903)
La società è concepita come un insieme integrato di parti che con la loro attività contribuiscono al
mantenimento e all’evoluzione dell’insieme.
1. Per Spencer la legge dell’EVOLUZIONE è universale e si tratta del mutamento da uno stadio indefinito a
uno definito (semplice-complesso, incoerente-coerente, omogeneo-eterogeneo).
2. ORGANISMO: biologico, concreto-unione fisica DIVERSO da società: organismo discreto-unione
funzionale
3. ogni organo svolge FUNZIONI diverse
4. SOCIETA’ MILITARE E INDUSTRIALE:
la divisione del lavoro comporta sempre più specializzazione di funzioni e ciò comporta un sempre maggiore
individualismo e una sempre maggiore libertà.
La società industriale si basa sulla libera concorrenza ed è caratterizzata da scambi pacifici di servizi,
cooperazione volontaria, organizzazione decentralizzata, libero commercio e resistenza alla coerenza.
Mentre la società militare è fondata da similarità delle funzioni, organizzazione forzata, e centralizzata,
organizzata e basata sull’obbedienza e il protezionismo, impone anche doveri all’individuo (anche questa
società ha dato un contributo all’evoluzione ma ora le sue funzioni sembrano essersi esaurite).
Il sistema naturale si basa sulla libera concorrenza e l’emergere dei migliori e con il superamento della
società militare cadono anche le barriere nazionali e si sviluppa così lo scambio tra le diverse ricchezze delle
nazioni per convenienza di tutti. La dicotomia industriale/militare è indipendente dalla complessità della
società.
S. non ignora le pessime condizioni in cui vivono gli operai, tanto che in Inghilterra venivano sfruttate nelle
fabbriche donne e bambini(alto tasso di mortalità) ma dice che tutto ciò è inevitabile, quindi possiamo dire
che non prende una posizione radicale.
Spencer inoltre asseconda Comte per il tema religione, in quanto quest’ultima contribuisce a mantenere
l’ordine sociale, l’obbedienza al potere e il dominio delle passioni, MA si differenzia dal collega in quanto
non vede nella scienza strumento per conoscere la realtà.

CONTESTO STORICO
A fine Settecento inizio Ottocento la Francia e la GB erano industrializzate mentre in Germania vi era
ancora una organizzazione feudale ed era quindi suddivisa in una serie di piccoli stati in cui i principi
agivano spinti da interessi personali e non collettivi.
I tedeschi guardavano con ammirazione la rivoluzione francese, che però non poteva essere organizzata
all’interno del paese, l’idealismo tedesco si limitava quindi a occuparsi dell’idea di libertà, considerata
collegata con quella della ragione (idee essenziali della filosofia hegeliana).
*HEGEL
Hegel non è un sociologo, ma appare tuttavia una figura importante nel pensiero sociologico, in quante il
contrasto tra reale e surreale è il tratto caratteristico della filosofia (negativa) di Hegel, che rifiuta tutto ciò
che è dato positivamente e lo nega; questo processo di negazione è esposto da tesi, antitesi e sintesi.
La dialettica di Hegel può essere spiegata anche in termini di alienazione: il soggetto si estranea da sé e si
aliena nel mondo oggettivo nel momento in cui lo trasforma, e le condizioni pessime in cui svolge il
lavoro(denuncia tutto ciò, anticipando Marx attribuendo a cause radiate nella struttura economica tali
condizioni) comporta la negazione dell’umanità degli individui. L’alienazione è un momento necessario in
cui lo spirito si estranea da sé.
Hegel vede il pensiero in necessaria correlazione dialettica con il suo contesto storico-sociale ed ogni realtà è
spiegata attraverso il processo in cui lo spirito si manifesta e realizza se stesso, e i singoli momenti appaiono
reali solo in quanto fanno parte del processo totale.
L’uomo trova la sua universalità in rapporto con gli altri e il lavoro essendo individuale porta l’uomo ad
alienare parte di se stesso in quanto vede parte del suo tempo sprecato.
La società civile deve essere regolata dallo stato e dalle istituzioni giuridiche ed è proprio cosi che si realizza
la libertà universale; le libertà individuali non vanne però negate in quanto trovano la loro realizzazione
diventando universali.
Filosofia della storia: diverse fasi nell’attuarsi della ragione e della libertà nella storia dell’umanità.
KARL MARX e ENGELS (1800…)
In questo periodo la situazione era caratterizzata da condizioni pessime in cui viveva il proletariato e per
ottenere una situazione migliore bisognava tradurre sul piano economico i diritti per l’uguaglianza e la
libertà. (i moti rivoluzionari in Europa formano il pensiero dei due autori).
-ALIENAZIONE: (Marx critica Hegel per il modo in cui lui aveva trattato questo problema) Nella filosofia
hegeliana l’uomo si estranea da sé attraverso il lavoro, nel mondo oggettivo mentre per Marx l’alienazione
va intesa come situazione specifica in cui il lavoratore non ha possibilità di attuarsi nel lavoro, ma essendo
costretto a vendere ad altri i propri prodotti (propria umanità) si trova dinanzi un oggetto estraneo.
Inoltre il lavoratore è lontano anche dalla sua stessa attività , che non gli appartiene, oltre che all’oggetto che
produce; nel lavoro l’uomo non si afferma e non si realizza come individuo isolato ma come specie, in
quanto entra in rapporto con altri. Nel lavoro estraniato invece l’uomo non si realizza nella specie e fa di essa
lo strumento della sua vita individuale.
L’alienazione del lavoro crea la proprietà privata.
Per Marx inoltre a differenza di Feuerbach l’alienazione non è di tipo religioso ma economico per questo
motivo essa si risolve attraverso l’ateismo.

(Marx critica anche l’economia politica in quanto considera il lavoratore dal punto di vista produttivo e non
umano)

Nell’”IDEOLOGIA TEDESCA” Marx e Engels spiegano che le espressioni di una cultura in una società
sono in correlazione con il mondo della produzione e dei rapporti di produzione (capovolgimento ideologico
dei reali rapporti della società). Il termine ideologia assume una valenza negativa in quanto si ha una
immagine deformata della vita reale, una dissimulazione e travestimento della realà e una distorsione delle
idee motivata da interessi di classe, e l’ideologia si ha quando la cultura si presuppone come pura e
autonoma.
I rapporti economici mutano i modi in cui si organizzano gli uomini nella società e la divisione del lavoro ha
portato da sempre l’ineguaglianza e vi è una divisione tra lavoro manuale e intellettuale, quest’ultimo perde
contatto con la realtà concreta.
In questo libro M. e E. parlano di 1.struttura, 2. sovrastruttura, 3. ideologia; 1. la struttura è determinata dalla
realtà produttiva della società-base economica, 2. la sovrastruttura è un insieme di istituzioni storiche,
politiche, giuridiche e sociali-proiezione di una struttura economica e la 3. ideologia è una falsa
rappresentazione della realtà determinata dalla classe dominante.
*Rapporto di produzione: si instaura tra gli uomini quando producono merci
*Forze produttive: forza lavoro, mezzi di produzione e tecniche per il processo
Nel MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA Marx espone la struttura della società divisa dalla classe
borghese e la classe operaia, in continua lotta fra loro; chi detiene il potere e chi detiene il lavoro.
Con la borghesia ogni aspetto della vita umana si rivela più direttamente basato sull’interesse ed è costretta a
rivoluzionare continuamente i propri modi di produzione e quindi anche i rapporti di produzione.
La classe borghese però ha anche trasformato il mondo dal punto di vista tecnico e culturale, ha reso
possibile l’esportazione dei prodotti, unificato oriente e occidente e creato centri urbani(tutti si trasferiscono
dalle campagne alle città per lavorare).
Tuttavia va detto che la classe borghese per mantenere il potere ha bisogno del suo opposto, cioè la classe
operaia ma con l’avanzata delle tecnologie il lavoro viene svolto sempre più dalle macchine e il proletariato
si fa sempre più povero e più numeroso, in quanto nella concorrenza coloro che soccombono precipitano
nella povertà.
Successivamente i proletari tendono a prendere coscienza della loro esistenza come classe sociale(definita in
base alla proprietà privata o alla mancanza di essa, partecipazione agli antagonismi, conoscenza di se come
classe in sé) e organizzarsi politicamente.
La classe in sé è un insieme di individui che oggettivamente hanno gli stessi interessi di classe ma non ne
hanno conoscenza; classe per sé è u insieme di individui che oggettivamente hanno gli stessi interessi di
classe e ne hanno consapevolezza. Per esempio i contadini non avendo coscienza di sé non possono
rappresentare se stessi.
Per Marx l’unico modo per combattere la classe borghese è l’unione degli operai e l’attuazione di una
rivoluzione in modo tale da portare il proletariato all’instaurazione di una dittatura provvisoria per evitare
alla borghesia di riemergere e ciò dovrebbe condurre a una società senza classi , alla libertà, e alla possibilità
di realizzare se stessi..
(base del comunismo in quanto ci si è sempre fermati alla dittatura ma regime mai esistito quindi non
possiamo conoscere la sua efficacia).
Nel “CAPITALE” che è il testo chiave di Marx vi è un’analisi economica della società ; qui studia il
capitalismo cioè l’accumulo di denaro nelle mani di pochi e introduce la produzione generalizzata di merci.
Marx dice che la merce è un prodotto che possiede due valori: 1.valore d’uso e 2. valore di scambio; 1. il
valore d’uso è il valore che ha una merce ed è collegato ai fini della merce stessa (compro perché mi serve,
lo utilizzo), 2. il valore di scambio invece è il valore che attribuiamo ad una merce secondo la logica del
profitto e dell’accumulo (legge della domanda e dell’offerta).
La socialità dell’uomo nella società capitalistica si realizza, non nel lavoro, ma nello scambio in cui gli
uomini entrano in rapporti.

COMTE→intenzionalità razionale e pratica (conoscere per prevedere)


MARX → intenzionalità emancipativa (conoscere per trasformare)

LE BON
(L’era delle folle-fine 1800)
La società appare composta da una pluralità di individui uniti tra loro da stati psichici emotivi,
fondamentalmente irrazionali (Le Bon, Tarde, Sighele).
Il sociologo prova timore delle masse (del socialismo, degli scioperi e dei moti) in quanto erano emerse
come forza attiva da un precedente stato di soggezione durante la Rivoluzione francese e i moti rivoluzionari
del secolo 800. Inoltre Le Bon sostiene che le idee e i sentimenti su cui era basata la sua società erano entrati
in crisi profonda e che la voce delle folle sia diventata preponderante in quanto la sua potenza non subisce
minacce ma bensì cresce di prestigio.
La folla è sinonimo di 1. classi popolari, è dominata 2. dall’irrazionalità (le masse vengono orientate da
impulsi e emozioni), 3. non è suggestionabile da situazioni interne ma si da quelle esterne (capi), 4. non è
influenzabile con razionalità, 5. subisce la forza ipnotica dei leaders; di cui non può fare a meno.
La folla è diversa dalla somma degli individui che la costituiscono in quanto nella folla l’individuo stesso
perde la sua autonomia e si porta, contagiandosi con gli altri, a un livello psichico molto basso.
(le istituzioni non possono trasformare la società-l’idea contraria viene definita pericolosa chimera MA la
società stessa stabilisce quali debbano essere le istituzioni più adatte attraverso determinate caratteristiche)
*rimane confuso il riferimento all’individuo isolato, sede di razionalità rispetto all’irrazionalità della folla
Le Bon parla della”teoria del contagio” secondo la quale le informazioni e le emozioni si trasmettono da un
individuo all’altro come per contagio; vengono poi spiegate anche altre due teorie: “la teoria della
convergenza” secondo cui la folla attrae solo certi soggetti e produce comportamenti a cui le persone sono
già predisposte; e la “teoria della norma emergente” che spiega che il comportamento collettivo è
determinato da definizioni comuni della situazione determinati a sua volta da diverse voci.
Nella folla per Le Bon l’individuo ha una sensazione di potenza in quanto non si sente solo (forza del
numero), è suggestionabile come fosse ipnotizzato, obbedisce a sua volta ai leaders e non è più se stesso in
quanto è incapace di essere guidato dalla propria volontà. (L’individuo si trasforma e acquista un’anima
collettiva per evolversi in massa)
Le Bon fa un’analisi astorica in quanto individua dei tratti dell’uomo che non cambieranno mai, attuale e
perenne nel tempo.
*Freud cita Le Bon in “Psicologia delle masse e analisi dell’io” e spiega che la folla altro non è che una
massa di breve durata (si compongono e scompongono) composta da individui eterogenei e formata
affrettatamente a causa di un interesse transitorio.
TARDE
Anche per Tarde è possibile cogliere i fondamenti della società attraverso la psicologia.
Lui spiega fin da subito che la criminalità deve essere spiegata da fattori appunto psicologici; al contrario di
Lombroso che afferma che la criminalità debba essere collegata a fattori ereditari e biologici.
In “Le leggi dell’imitazione” lui parla della tendenza da parte dell’uomo di imitare quindi ripetere quanto è
fatto dagli altri intorno a lui (concetto sul quale trova la base la società); secondo Tarde essa avviene in uno
stato ipnotico e non cosciente (anche se l’individuo crede di agire autonomamente), lo stato sociale è una
forma di sonnambulismo, una forma di sonno; ad esempio il bambino imita i genitori e diventa un essere
sociale e porta vanti per tutta la vita questo processo imitativo iniziato dall’infanzia.
Per Tarde il mutamento è dato dall’individuo sociale: lo scienziato, l’inventore ecc il quale riesce a imporre
la maggiore efficienza delle sue scoperte nei confronti delle opinioni, delle norme dando però avvio a un
altro processo imitativo.
Il punto debole di questo pensiero è trasparente in quanto Tarde spiega poi l’inevitabilità dell’imitazione
come principio sociale e per spiegare il mutamento quindi fa ricorso a una forza esterna.
L’imitazione avviene dal basso verso l’alto, quindi ciò impone che l’inferiore cerchi di assomigliare al
superiore e da questo dipende anche il fatto che chi dipende cercherà sempre di più a comandare, almeno nel
suo ambito ristretto(moltiplicarsi di domini particolari-ognuno ha una piccola sfera di dominio); e al senso
opposto il movimento avviene con maggior difficoltà e solo quando la superiorità di una scoperta alla lunga
appare evidente e non può essere negata.
Lui afferma anche che a lunga scadenza le innovazioni migliori prevalgono e ciò costituisce un principio di
progresso , vi è un progresso anche nelle forme di governo.
MOVIMENTO TRIADICO (come Hegel): 1.l’individuo eccezionale propone un’innovazione; 2.questa
diventa un’opposizione nei confronti dell’ordine sociale, basato sull’imitazione; 3.in seguito l’opposizione
avrà successo e sarà imitata.
SIGHELE
Sighele afferma che le folle agiscono per suggestione e nel libro “la folla delinquente” parla del
comportamento irrazionale della folla che poi sfocia in violenza, quindi possiamo dire che Sighele afferma
che nella folla prevalgono le caratteristiche peggiori dell’uomo ma rifiuta di pensare che ciò sia inevitabile in
quanto dice che la moralità sia di origine collettiva.
Insiste molto sull’importanza dell’istruzione e sul riconoscimento dei diritti del popolo e parla del pubblico
in contrapposizione alla folla in quanto il primo è più istruito , ha idee e ideali comuni stabili; inoltre è il
risultato della stampa come strumento di formazione dell’opinione pubblica.

CONTESTO STORICO
Negli ultimi decenni del 19esimo secolo la sicurezza nell’unità dello spirito umano comincia a venir meno; il
progresso scientifico non sembra portare dei progressi nella vita sociale, anzi appare spesso fonte di infelicità
e di disintegrazione sociale.
Storicismo contemporaneo→ si contrappone alle precedenti filosofie della storia e della sociologia
positivista.
DILTHEY(1833-1911)
critica alla ragione storica
Nel libro “Introduzione alle scienze dello spirito” D. entra in polemica con le concezioni filosofiche allora
prevalenti ; l’idealismo hegeliano e il positivismo costituiscono i poli di una visione della vita umana e della
storia che nella loro diversità celano in una fondamentale identità, che costituisce l’obiettivo della critica.
Lui rifiuta che si possa chiudere la storia in un unico schema esplicativo mentre la vita dell’uomo si
manifesta in un’infinità di modi diversi.
La storia viene vista come costruzione dell’uomo, che gli restituisce la sua libertà pur riconoscendo la realtà
dei condizionamenti.
La realtà storico-sociale e individuale può essere conosciuta solo attraverso un intendere le espressioni dei
significati vissuti in un’esperienza, degli scopi e dei valori dell’azione. L’uomo può conoscere
completamente solo il mondo da lui stesso creato mentre la realtà della natura gli rimane estranea. Dunque lo
studio della natura non può coincidere con quello del mondo dello spirito della realtà umana e così D.
propone la distinzione tra SCIENZA DELLA NATURA e SCIENZA DELLO SPIRITO: 1.le scienze della
natura studiano ciò che si presenta allo spirito dall’esterno, realtà estranea, rapporto del conoscere e metodo
della spiegazione, 2. mentre nelle scienze dello spirito l’uomo intende dall’esterno i significati specifici della
realtà storico-sociale immedesimandosi con essa, metodo della comprensione.
*Per Comte invece le scienze sociali devono adeguare i loro metodi a quelli delle scienze naturali.
WINDELBAND
La distinzione tra scienze della natura e dello spirito di Dilthey viene contestata da Windelband, che invece
sostiene il fatto che il mondo umano quanto quello naturale possono essere studiati sia dal punto di vista del
ripetersi dei fenomeni al fine dell’individualizzazione di leggi generali (nomotetiche) sia dal punto di vista
dell’unicità e dell’irrepetibilità dei singoli eventi (storiografia/idiografia).
Nelle SCIENZE IDIOGRAFICHE (scienze dell’uomo a prescindere dalla psicologia, dal come trascegliere,
tra gli infiniti eventi particolari quelli degni di rilievo)l’obiettivo è quello di analizzare il particolare nella sua
figura storicamente determinata (scienze dell’avvenimento e del particolare); per le SCIENZE
NOMOTETICHE (nomos: legge) l’obiettivo è quello di cercare il generale nella forma di legge di natura
(scienze della legge e del generale).
Scala dei valori: scegliere gli eventi che meritano valore tra gli eventi particolari (selezione possibile)

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