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SOCIOLOGIA GENERALE DEL LAVOR

diviso in 2 modul

Programma del corso

• Il corso introduce all’analisi sociologica


– Le teorie sociologiche
• Oggetto della sociologia e rapporto con le altre scienze sociali
• Problematiche teoriche della sociologia classica
• La sociologia contemporanea

– Paradigmi di analisi (azione e struttura)
– Tendenze teoriche

– Concetti di base e alcuni ambiti tematici
• Identità e socializzazione 

• Controllo sociale e devianza

• Famiglia

• Strati cazione sociale e diseguaglianze • Mobilità sociale 


Lo studio scienti co della società


• Ogni persona, poiché vive in una società, possiede un sapere sociale (sapere sociale di senso
comune o sociologia ingenua — la nostra visione della società
– Sapere pratico (ef cace) e af dabile (permette di effettuare previsioni attendibili)
es quando si fanno i sondaggi si vede che le persone hanno delle idee che magari non sono
corrette— questo crea pregiudizi
noi siamo molto radicati alle nostre convintion

• È allora necessario uno studio scienti co della società?


si è necessario

• Limiti della sociologia ingenua o di senso comune

– 1 Applicabilità limitata a quella (piccola) porzione di mondo sociale di cui abbiamo esperienza
(limite di estensione) — il rischio è applicare la nostra piccola esperienza a realtà più ampie


– 2 È in uenzato dalla particolare posizione sociale che l’individuo occupa (limite di prospettiva
osservativa) — il fatto di avere una certa posizione implica il guardare la società da quella
posizione, vedo le cose dalla mia prospettiva e costruisco le convinzioni dalla mia prospettiv
es chi appartiene ad uno stato sociale superiore emette giudizi sui poveri del tipo: non si sono
impegnati abbastanz
a seconda della prospettiva si legge la situazione in maniera diversa


– 3  È limitato nel tempo dalla nostra memoria ed è concentrato sul presente (limiti temporali) 

tendenzialmente la prospettiva sociale è concentrata sul presente o sull’immediato futuro mentre
alcuni processi in sociologia durano decenni se non secoli (es crisi demogra che)
–  Altri limiti? 

diamo valutazioni e giudizi non scienti ci, generali, che seguono quello che ci accade e la nostra
esperienz
- 4 anche la cultura— es educazione autoritaria mi sembra normale anche se non lo è = come è
strutturata la nostra mente — questo limite sta alla base di molti limiti (limite di estensione)

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anche il genere— donne e uomini tendono a percepire le emozioni in maniera divers

molte dinamiche con ittuali derivano propio da questi limit

differenze generazionali ci modellano in maniera divers

limite cognitivo— siamo esseri limitati , la scienza cerca di gestire maggiori info, gestirle meglio,
rispetto alle info che può gestire un individuo

limiti psicologici - stati emotiv

L’oggetto della sociologia


• La sociologia è lo studio scienti co della società

– Problema n°1 – cosa si intende per società?


– Problema n°2 - la società è oggetto di studio di più scienze sociali (economia, ecc.):

• Quale è la peculiarità della Sociologia rispetto alle altre scienza sociali?


la sociologia non è l’unica scienza che studia la società (es economia, scienze politiche)
perché c’è stato bisogno di una nuova scienza sociale

– Problema che accompagna la sociologia sin dalle sue origini.


Storicamente sono state fornite soluzioni riconducibili ai seguenti tipi fondamentali:
» La soluzione gerarchica

» La soluzione residuale

» La soluzione analitica o formale

La soluzione gerarchica

• La sociologia è superiore alle altre scienze sociali
– Risale a Auguste Comte (1798-1857)

• Nella gerarchia delle scienze la sociologia occupa il gradino più alto perché il suo oggetto – la
società umana - è il più complesso
• Per lo stesso motivo essa si è sviluppata per ultima tra le scienze e perfeziona il processo di
evoluzione della conoscenza

– In tempi recenti è stata riproposta nell’ambito della scuola funzionalista di Parsons e Luhmann

• La sociologia in quanto teoria generale del sistema sociale assume, include tutte le altre, che si
occupano di speci ci sottosistemi della società (l’economia si occupa del sistema economico, la
scienza politica del sistema politico, ecc.)
la sociologia integra tutti i saperi che abbiamo sulla società

il funzionalismo si affermo come grande corrente sociologica


entra in cris
dato che non si riusciva ad integrare tutti i saperi che si occupavano di società

La soluzione residuale
• La sociologia si occupa di ciò che non è oggetto delle altre scienze umane specializzate
(Runciman)

– Soluzione altamente problematica: come de nire i con ni del campo di indagine?

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• Le dimensioni che partecipano alla de nizione dei con ni disciplinari


– Speci cazione della prospettiva di analisi e del tipo di astrazione — approccio metodologico con
cui si indaga l’argomento di indagine
– De nizione della classe di fenomeni che de nisce il campo di osservazione

La soluzione analitica o formale


• Insiste sulla de nizione di una speci ca prospettiva di analisi dei fenomeni sociali
– Le discipline prese a modello sono la geometria ( dalla forma delle cosa si traggono conoscenze)
e la grammatica
es si va ad analizzare le forme del con itto, si elaborano delle categorie che ci permettono di
indagare la forma delle relazioni= le caratteristiche che hann

es le relazioni tra le persone hanno delle forme e questo ci dice come questa relazioni evolveranno
es circuito a stella in cui c’è un centro dove passano le info e gli altri ne vengono a conoscienza:
social media

– Risale a Georg Simmel (1858-1918)


• La sociologia si occupa delle forme di rapporto e associazione
prescindendo dal loro contenuto particolare:
– Esempi di forme di rapporto e associazione: dominio, con itto, alleanza, coalizione,
competizione, divisione del lavoro

– È attualmente sostenuta dagli orientamenti interazionisti

La soluzione “tautologica” — affermazione che non aggiunge contenuti di conoscenza e che è


sempre vera
es un cavallo è un cavall

• Soluzione tautologica proposta da Cavalli:


La soluzione “tautologica” — affermazione che non aggiunge contenuti di conoscenza e che è
sempre vera
es un cavallo è un cavall

• la sociologia è l’insieme delle ricerche di coloro che si riconoscono e sono riconosciuti come
sociologi (una disciplina è de nita dalla sua tradizione di studi e dalla comunità di studiosi che in
essa si identi ca) — la società si evolve e pone continuamente problemi diversi, la sociologia
affronta i problemi del propio temp

• La disciplina si è sviluppata rispondendo a speci che esigenze storicamente determinate cui


altre scienze sociali non sembravano rispondere in modo soddisfacente

nelle scienze sociali conta la storia poiché dobbiamo dare le risposte per lo stadio evolutivo in cui
ci troviamo, visto che la società evolve sempre

la sociologia è nata perché ad un certo punto le altre discipline non riuscivano più a dare risposte
adeguate in determinati momenti storici

L’origine della sociologia


• Il termine sociologia è stato coniato da Auguste Comte nel suo Corso di loso a positivista
(nutriva grande ducia nella scienza— progresso della società), composto tra il 1830 e il 1842,
proprio per indicare la scienza positiva della società

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• L’interesse per la sociologia nasce in Francia e si diffonde in Europa nella seconda metà del XIX
secolo e a cavallo dei secoli XIX e XX la sociologia si istituzionalizza come disciplina
universitaria

• scienza per analizzare la società — leggi di funzionamento della societa che permetta far
funzionare meglio la societ
• Durkheim sarà uno dei primi accademici sociologi

Sociologia e mutamento sociale


• Perché si è sentito proprio in quel periodo storico il bisogno di uno studio scienti co della
società? 


1800 in Francia, 3 cambiamenti


• La società stava cambiando sempre più rapidamente per effetto di tre rivoluzioni epocali: 

– La rivoluzione scienti ca — 1500/1600 prima la conoscenza derivava dall’autorità superiore o
dall’antichità, ora dalla sperimentazione e le osservazioni empiriche es Glielo con il
cannocchiale = nuovo modo di creare conoscenza e tecnologie x essere più potenti
comincia a diffondersi la ducia della possibilità di estendere allo studio dell’uomo, della società,
della cultura gli stessi principi del metodo scienti co che stavano dando buoni risultati nello
studio dei fenomeni della natura
– La rivoluzione industriale — Inghilterra seconda metà 700, cambia radicalmente la società,
nasce una nuova classe sociale: gli operai, migliora la situa economica
nascono i macchinari per produrre con maggiore ef cacia, nascono le ferrovie per i trasporti di
merce e persone
è una rivoluzione che riguarda l’intera società, a differenza della rivoluzione scienti ca
nasce una nuova classe sociale (quella operaia)
– La rivoluzione francese — natura politica, messa in discussione dell’origine dell’autorità
politica, prima era il re poi il potere cominciò a provenire dal basso, dal popol
si passa dal suddito al cittadino (che ha diritti inviolabili— dichiarazione die diritti dell’uomo
nasce in farcia ma si diffonde in altre parti del mondo, in tutti i casi il potere dell’aristocrazia viene
limitato

la sociologia nasce poco dopo la rivoluzione frances



• Sociologia glia del mutamento (della modernità), che mette in discussione equilibri consolidati
dati per scontati. Nasce l’esigenza di un nuovo sapere che permetta di interpretare il cambiamento
il cambiamento ha portato con se progresso ma anche caos, violenze
si può governare il cambiamento? cambiamento senza traum
nasce l’esigenza di un nuovo sapere che riesca a interpretare il cambiamento e gestirlo
la sociologia è quindi glia del mutamento.


La sociologia classica e il problema dell’ordine sociale


• La ri essione dei sociologi classici ruota attorno ad alcuni temi fondamentali

– Consideriamo il tema dell’ordine sociale: come è possibile la società raggiunte le seguenti


consapevolezze?
• L’ordine della società non è di origine divina o naturale, ma è de nito dagli uomini stessi
• La società cambia, non esiste un ordine immutabile e la tradizione non può più essere una
guida, va compreso il cambiamento e compreso bisogna trovare nuovi equilibr

La risposta delle altre scienze sociali


• Erano stati forniti due soluzioni a questo problema, avanzate da pensatori considerati
rispettivamente i padri fondatori della scienza politica (conoscenza necessaria per
l’amministrazione degli stati) e dell’economia ( glia della rivoluzione industriale)
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– La teoria del Leviatano di Hobbes



– La teoria della mano invisibile di Adam Smith

scienze della politica


Lo Stato come fonte dell’ordine sociale — HOBBE
nascono gli stati nazionali
• Hobbes individua la fonte dell’ordine nello Stato, concepito come un’autorità superiore che
dispone del monopolio della forza — la risposta al caos è lo stat

concezione antropologica particolare: la natura dell’uomo è violenta 



• Lo Stato attraverso la coercizione impone l’ordine agli individui, la cui natura è egoista e violenta
(antropologia negativa) — homo omini lupus


• Gli uomini consapevoli della loro natura stringono un patto di soggezione nei confronti dello Stato
per evitare un con itto permanente che porterebbe svantaggio ad ognuno
leviatano= organizzazione che impone terrore che porta però alla pac

economia
Il Mercato come fonte dell’ordine sociale — ADAM SHMI
il mercato deve essere la fonte dell’ordine
le persone possono scambiare i propri prodotti con quelli degli altr

• Adam Smith vede un connettivo sociale fondamentale nello scambio economico e


nell’istituzione che lo regola, il mercato

• Anche per Smith gli individui sono di natura egoista in quanto perseguono il proprio speci co
interesse, se l’uomo soddisfa i suoi bisogno non è necessariamente violent

• Il mercato garantisce l’ordine in quanto permette agli individui di scambiarsi cose con reciproco
vantaggio, garantendo così la soddisfazione di ognuno e un’utilità sociale complessiva
invece che opprimere tutti con il terrore, il mercato produce uno stimolo agli uomini e nello scambio
tutti traggono vantaggi

questo sistema incentiva lo sviluppo economic

La risposta sociologica a problema dell’ordine sociale


• Le risposte fornite dalla ri essione precedente indicavano rispettivamente Stato e Mercato come
fonti dell’ordine sociale 


• I sociologi ottocenteschi ritengono queste risposte insoddisfacenti e parziali e ne forniscono una


nuova: 

– L’ordine sociale è prodotto dalla società stessa che si autoregola in quanto Organismo
=organismo biologico dove ci sono tante parti che svolgono funzioni speci che e sono tutte utili


La soluzione organicistica
• La società è concepita come un essere vivente o organismo. 


• La metafora dell’organismo consente di integrare le risposte fornite dalle altre scienze sociali in
un modello più generale:
–  sistema nervoso (controllo e coordinamento centralizzato – analogia con lo Stato) ma anche 

–  cooperazione e lo scambio tra gli organi, ognuno dei quali svolge una funzione specializzata
(analogia con il Mercato) 


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• La metafora organicistica permette di spiegare anche il mutamento sociale, concepito come
progresso, richiamando il modello evolutivo
per far evolvere in modo corretto la società bisogna studiare tutte le parti e come una delle parti
possa in uenzare tutte le altr

Auguste Comte (1798-1857)



Restaurazione e rivoluzione come soluzioni dogmatiche al problema dell’ordine

• Età moderna come età del disordine e dell’anarchia nella quale si scontrano due opposte fazioni
che tentano di realizzare la propria idea di ordine 


• L’impresa è vana perché entrambe le fazioni hanno posizioni dogmatiche:


• Il Partito restauratore pretende un’impossibile ritorno al passato (impossibile tornare indietro
poiché le 3 rivoluzioni avevano cambiato irrimediabilmente la società)
• Il Partito rivoluzionario agisce per realizzare principi anch’essi astratti e dogmatici: 

– Il principio della libertà di pensiero

» È errato perché assolutizza l’opinione contro la scienza ci possono essere molte opinioni ma
alla ne solo una è vera

– Il principio dell’uguaglianza tra gli uomini 

» È errato in quanto afferma una parità illusoria e ingiusta tra gli uomini, perché una società
bene organizzata si fonda sulla divisione dei compiti in base alle competenze e alle capacità
naturali (principio meritocratico) 


-dogmatica =non fondata sulla concretezza

La soluzione scienti ca al problema dell’ordine e le sue ambiguità


• Solo una politica guidata dalla scienza sociale, cioè basata sull’osservazione dei fatti e la
comprensione delle leggi di funzionamento della società, può assicurare ordine e progresso 


• Ambiguità e rischi della soluzione scienti ca al problema dell’ordine: 



– Evidenzia la necessità di un criterio per valutare e scegliere tra le diverse opinioni 

– Rischio di un uso autoritario e ideologico della “scienza della società”: 

• Delegittimare come errata credenza non scienti ca l’opinione altrui e affermare come verità
scienti ca la propria opinione 

– Esempi: uso politico dei sondaggi o delle “leggi” economiche
poiché la società è complessa, non si può utilizzare la scienza per altre opinion

La società come organismo


• Comte avanza la metafora della società come organismo: la società è divisa in parti e
ognuna contribuisce al corretto funzionamento del tutto (ogni parte della società ha una
funzione specializzata)
– Le funzioni di controllo e coordinamento sono le più importanti e devono essere af date ad
un’élite di scienziati e tecnici

• La sociologia (o sica sociale) viene suddivisa in statica e dinamica in analogia alla


divisione tra anatomia e siologia
–  La statica sociale studia la società in quanto organismo in cui le diverse parti si rapportano
tra loro contribuendo al funzionamento in modo ordinato e consensuale. Studia cioè la società in
condizioni di equilibrio 


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–  La dinamica sociale studia la società sia in termini di ordine che di progresso, ovvero le leggi
che regolano l’evoluzione storica della società. (imp capire come la società possa cambiare in
modo ordinato)

Secondo Comte la società evolve secondo la 

• Legge dei tre stadi:

– Stadio teologico o ttizio — le società primitive spiegano le cose attribuendole ad entità divine

– Stadio meta sico o astratto — società francese post rivoluzionaria= la causa è ricondotta a
valori, principi astratti (se noi acquisiamo la giustizia allora …
– Stadio scienti co o positivo — società evoluta - moderna, vengono individuate le vere cause dei
fenomeni attraverso l’osservazione, per trovare le vere leggi della società— questo permette alla
società di progredire
questa però non è una legge, infatti Comte non spiegava come si passa da uno stadio all’altr
si tratta di una semplice descrizione di come secondo lui evolve la societ

Herbert Spencer (1820-1903)


Organicismo ed evoluzionismo
focus della loro indagine: lo sviluppo della società in ordin

— la società è un organismo
• Spencer colloca l’organicismo in una prospettiva evoluzionistica 


• In ogni ambito di realtà, sia essa naturale, storica o sociale, vale la Legge Generale
dell’Evoluzione

per la quale tutto procede dal semplice al complesso (sviluppare sempre di più le specializzazioni),
dal disorganico all’organico, dall’omogeneo all’eterogeneo 


• La società è assimilabile ad un organismo le cui parti sono interconnesse. L’equilibrio delle


interdipendenze non è statico ma in costante evoluzione verso forme sempre più complesse e
differenziate 


quindi è una s da che va rinnovata il riuscire a far evolvere in continuazione la societ

Evoluzione come competizione


• Le risposte adattative degli organismi sociali all’ambiente generano nuove funzioni e di
conseguenza nuovi organismi ad un livello più elevato di differenziazione e di divisione del lavoro
• quindi la società reagisce specializzandosi per sfuggire alla competizione che porta i vari
individui a sviluppare qualcosa di nuovo per sfuggire alla competizione


• Il motore dell’evoluzione è la Competizione.


– Posizione Liberista (l’evoluzione della società è mossa dalla libera competizione: 

• Ci sarà progresso solo nella misura in cui si lasci libero gioco al con itto tra classi sociali e
all’emergere spontaneo di nuove formazioni sociali. — lo stato non deve intervenire


• Il dirigismo (il fatto che lo stato intervenga) deve essere ri utato e l’intervento dello stato
limitato, anche nel caso in cui sia motivato da valori umanitari o democratici

Darwinismo: i più adatti sopravvivono (se sei povero vuol dire che non sei stato adatto a sostenere
la competizione)

molto diversa dalla concezione socialista di Comte (tutte le parti della società devono stare bene
perché funzioni e si evolva
basato più sulla coesione — nessuno deve essere lasciato indietro, siamo tutti utili
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La divisione del lavoro


• Gli approcci organicistici ed evoluzionistici al problema dell’ordine sociale insistono
sull’importanza della divisione del lavoro, che diventa il tema centrale della ri essione sociologica 


• La divisione del lavoro implica differenziazione sociale e specializzazione delle funzioni, dei
compiti e dei ruoli con gli effetti: 

– di un aumento di ef cacia ed ef cienza, ovvero il progresso 

– di produrre un processo di “individualizzazione” in base al quale i membri di una società
divengono sempre più diversi tra di loro (Georg Simmel, 1858-1918)

ci differenziamo non solo sul lavoro — porta a mentalità divers


si accetta l’idea che le persone possano essere diverse tra loro (prima non era tollerato
quando c’era una bassa divisione del lavoro (società agricole) si evitava l’individualizzazione


Individualizzazione e interdipendenza
• Crescente individualizzazione implica crescente interdipendenza (dipendere dagli altri):
– Se ogni individuo diventa sempre più specializzato in un de nito compito, avrà sempre più
bisogno di af darsi ad altri per soddisfare i propri bisogni
— la nostra società si basa in questo modo 


• L’interdipendenza genera ordine sociale perché ogni individuo ha interesse al corretto


funzionamento della rete di interscambi 


• Dunque nella società moderna, caratterizzata dalla divisione del lavoro, l’ordine non deve
essere imposto dall’esterno o dall’alto ma si genera autonomamente

non solo noi abbiamo bisogno degli altri, vogliamo anche che l’interscambio funzioni (questo
genera ordine) 


La teoria della solidarietà di Durkheim (1858-1917)


• Emile Durkheim sviluppa la ri essione sul problema dell’ordine ponendo in relazione
divisione del lavoro e forme di solidarietà

– D. individua due forme fondamentali di solidarietà (2 modi per stare insieme):


• La solidarietà che si sviluppa tra eguali, che è tipica delle società semplici a bassa
divisione del lavoro (tribù, villaggi agricoli, ecc.) e che de nisce “solidarietà meccanica” — si
condivide l’identità
• La solidarietà che si sviluppa tra diversi, che è tipica delle società moderne altamente
differenziate e che de nisce “solidarietà organica” (riferimento ai vari organismi che sono diversi
ma contribuiscono per il funz dell’organismo)

La solidarietà meccanica
• Tipica delle società semplici nelle quali prevale l’omogeneità ed è bassa la divisione del lavoro 


• Poiché gli individui sono uguali tra loro e quindi vi è scarsa interdipendenza, la solidarietà è
fondata su una credenza condivisa circa un’origine o un’identità comune — es credenza di
discendere tutti da uno stesso antenato o animale


• La solidarietà meccanica si manifesta soprattutto attraverso norme che prevedono sanzioni


punitive in quanto la loro violazione è considerata una rottura del vincolo che tiene unita la
società

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• D. studia tutte le dinamiche sulle quali si fonda l’individualità condivisa (siamo un noi
• poiché si basa sul sentisi uguali, non accetta chi si sente diverso (le norme sono punitive per chi
mette in discussione l’identità condivisa) no tolleranza per la pluralità di opinioni


La solidarietà organica
• Propria delle società moderne, complesse e differenziate, ad alta divisione del lavoro
• La solidarietà organica deriva dalle interdipendenze che legano individui aventi funzioni e
professioni differenti
• La solidarietà organica si esprime mediante norme che prevedono sanzioni restitutive, il cui
obiettivo non è punire ma ripristinare l’ordine turbato dalla violazione

Comunità e Società
• Ferdinand Tönnies (1855-1936) tematizza come Durkheim la contrapposizione tra società
tradizionali-semplici e società moderne-complesse, ma considerando la dimensione emotivo-
espressiva piuttosto che quella utilitaristica dei rapporti tra gli individui
–  La Comunità (Gemeinshaft) — società semplici= è caratterizzata da rapporti personali che
implicano legami emotivi e sono improntati a intimità e condivisione
questo si rischia di perderlo nella società contemporanea (permettono la condivisione, l’empatia)


–  La Società (Gesellshaft) è caratterizzata da rapporti strumentali (degli atri l’unicacosa che mi
interessa è quello che mi possono dare) ed utilitaristici tra le persone, regolati da convenzioni,
leggi e contratti. Non esiste alcuna partecipazione emotiva e volontà condivisa perché prevale lo
scambio, un tipo di relazione che induce a interessarsi del prossimo non in quanto persona, ma in
quanto erogatore di una prestazione a cui si è interessati. Gli individui sono separati da una
reciproca dif denza perché egoisticamente impegnati a perseguire ognuno il proprio utile.

Il con itto nei classici. Marx


la modernità è con itt
il con itto è una componente strutturale della nostra societ

• Centralità del con itto nella società moderna
– I classici della teoria del con itto (Marx, Weber, Pareto)

• Karl Marx (1818-1883), una gura complessa


– ( losofo, economista, sociologo, attivista politico, rivoluzionario)

• Il Marx sociologo
– Considereremo:

• Teoria del con itto e del mutamento sociale

Il materialismo dialettico
Marx credeva che la cosa più imp fosse la dimensione material
dialettico: la storia procede per fasi che si contrappongono tra loro (tesi, antitesi, sintesi

• Gli uomini stabiliscono rapporti tra loro per garantirsi i mezzi di sussistenza materiale (rapporti
di produzione— relazioni che servono per produrre beni e servizi che ci servono per
sopravvivere) 

– Cooperazione ma anche antagonismo sociale, che nasce con la divisione del lavoro e la
questione della distribuzione delle risorse prodotte (con itto distributivo)
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insieme si riescono a fare cose che da soli non si possono fare, ma poi come si divide il bene
realizzato? — non c’è un criterio basilare a cui appellarsi ( c’è l’operaio, c’è chi coordina) ognuno
da un contributo qualitativo diverso


• Società può essere concepita come equilibrio instabile di forze contrapposte 



– La lotta e le tensioni sociali generano il mutamento: il con itto sociale come motore del
processo storico 


la storia non è altro che il dispiegarsi di questi con itt

Il materialismo dialettico
• Le forme di cooperazione e di lotta sono storicamente determinate (cambiano nella storia) e
mutano costantemente in quanto dipendono dal grado di sviluppo delle forze produttive materiali
(livello tecnologico degli utensili e dei macchinari, conoscenze tecnico-scienti che dei lavoratori)
– individua diversi Modi di produzione:
• Schiavistico (impero romano, città greche — il rapporto di produzione era caratterizzato
dal fatto che c’era qualcuno che possedeva qualcun’altra, i lavoratori erano merce)
• Feudale ( società medievali — i lavoratori sono servi, sono chiamati a servire gli
aristocratici)

• Capitalistico (il lavoratore è libero formalmente, pero poiché è povero deve vendere il
il suo lavoro — proletari
• Socialista ( i lavoratori non hanno più classi dominanti, ce solo la classe lavoratrice
noi siamo ancora nella società capitalista

Struttura e sovrastruttura
Le regole che de niscono come di produce e come si spartisce fa parte della
sovrastruttura: è la dimensione culturale.

Le idee religiose, loso che e politiche, cos' come le istituzioni giuridiche,

svolgono una funzione ideologica e sono in ultima stanza riconducibili alle strutture
di classe e alle esigenze di stabilizzare le strutture del dominio e dello
sfruttamento; esso sono quindi viste come mere sovrastrutture.

La struttura è data dai rapporti economici, la sola reale sostanza dei rapporti umani

• La genesi, l’accettazione e la diffusione delle idee dipende da fattori extraculturali,


gli interessi materiali 


• “L’evoluzione politica, giuridica, loso ca, religiosa, letteraria, artistica, ecc. riposa sull’evoluzione
economica. Ma esse reagiscono tutte anche l’una sull’altra, e sulla base economica. Non è che la
situazione economica sia la sola causa attiva e tutto il resto nient’altro che effetto passivo. Vi è al
contrario un’azione reciproca sulla base della necessità economica che, in ultima istanza, s’impone
sempre”. 


• I rapporti di produzione costituiscono la base strutturale su cui si erge la


sovrastruttura culturale

la dimensione economica in uenza le altre sfer


il potere si genere mella dimensione economica e poi si trasferisce nel altre sfere


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Le classi sociali
Termine che marx utilizza, che permette di capire la struttura di una societ

• Le posizioni sociali in cui le persone si trovano e le relazioni sociali in cui sono inserite ne
condizionano opportunità, azioni, modi di pensare (la vita delle persone
a seconda di dove nasciamo saranno diverse le opportinità


• Ciò vale in particolare per la posizione occupata nell’ambito dei rapporti di produzione, che
determina la collocazione di classe degli individui

• Rispetto all’attività di produzione, chi appartiene alla stessa classe ha dunque la stessa
condizione e gli stessi interessi 


Antagonismo di classe
possiamo dividere la società in due classi in base alla proprietà dei mezzi di produzion

• Nel modo di produzione capitalistico, cruciale è il rapporto rispetto alla proprietà dei mezzi di
produzione:
– I lavoratori, che non posseggono i mezzi di produzione ma possono solo vendere il proprio
lavoro in cambio di un salario per garantirsi la sussistenza costituiscono la classe lavoratrice
– I capitalisti, proprietari dei mezzi di produzione e proprietari di ciò che viene prodotto, che
pagano un salario ai lavoratori e vivono dei pro tti che ricavano dalla vendita dei beni prodotti,
costituiscono la classe borghese

– Lavoratori e capitalisti per necessità cooperano nella produzione (hanno bisogno l’uno
dell’altro), ma sono in con itto nella distribuzione della ricchezza prodotta (salari vs pro tti)
più alti sono i salari, più bassi sono i pro tti e viceversa

gli uni hanno bisogno degli altri per cooperare, sono in un rapporto di produzione ma anche
con itto per la distribuzione della ricchezza venduta (una volta venduto un tot, viene ricavato un
tot, questo tot va più al capitalista e meno ai lavoratori

Classe in sé e classe per sé


• Gli appartenenti ad una classe hanno interessi comuni (es i lavoratori vogliono che i salari
aumentino) rispetto agli appartenenti ad un’altra classe, ma al tempo stesso “si ritrovano l’uno
contro l’altro come nemici, nella concorrenza” — per il posto di lavor
• la concorrenza all’interno di una classe, avvantaggia l’altra


• Per tutelare i propri interessi di classe è quindi necessario divenirne consapevoli e impegnarsi in
un’azione collettiva di lotta — è necessario superare la concorrenza e unirsi = COSCIENZA DI
CLASSE


• La consapevolezza (o autocoscienza) e l’agire collettivo permettono il passaggio dalla classe in


sé (appartenere semplicemente alla stessa classe) alla classe per sé, in grado di lottare per
mutare la situazione
• Questa è la lotta di class

Gli strumenti del dominio capitalistico: stato e ideologia


Max si chiede come mai una società capitalista in cui pochi hanno molta ricchezza e la maggior
parte della popolazione appartiene alla classe lavoratrice accetta uno squilibrio di ricchezza e di
privilegi molto ampio
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questo perché la borghesia ha due strumenti 1 lo stato, 2 l’ideologi

• La borghesia usa i mezzi di produzione non solo per la produzione materiale ma anche per
quella intellettuale (attraverso il controllo dei mezzi di comunicazione di massa, delle scuole e
delle università), creando un sistema culturale che legittima il suo dominio (ideologia della classe
dominante)
perché ha così tanto dominio
secondo marx la classe dominante ha degli strumenti importanti e potenti per mantenere il propio
dominio: l’ideologia e lo stat

L’IDEOLOGIA: capacità della classe dominante di creare un sistema di credenze nel resto dell
popolazione che legittima il suo dominio. E' la falsa coscienza
Riesce utilizzando i mezzi di produzione culturale -> l'informazione, la cultura... esempio con
dei mass media
Prima del welfare state la borghesia controllava anche le scuole, le università. Controllando qu
strumenti si veicola una cultura funzionale ai propri interessi: una concezione delle scienz
economiche basata sulla concorrenza: si legittima la concorrenza tra i lavoratori. La fals
coscienza è indotta dall'ideologia, è una rappresentazione che l'individuo ha di sé e dei propr
interessi che, è, però, falsa
la classe dominante fa circolare delle false idee nella classe dominata per mantenere il su
dominio
› Controllo dell'educazion
› Controllo delle idee politiche, religiosi e moral
= ottenere consens
Tuttavia, come Marx sottolineava, spesso non ci sono le condizioni per mantenere il consens
così facilmente. Il sistema ha una sua dinamica e per Marx è una dinamica dialettica, che pass
attraverso tensioni e con itti. In particolare, il capitalismo è soggetto a crisi cicliche
periodicamente incontra delle gravi crisi economiche generando molta sofferenza sociale
disoccupazione, povertà, insicurezza... creando malcontento. Si veri cano cosi dell
manifestazioni, proteste per modi care la situazione -> non basta più l'ideologia, è necessari
usare altri strumenti che ripristinino l'ordine: lo Stato.

Lo Stato funge da apparato di controllo sociale ed eventualmente di coercizione


es: si fa una legge che limita i sindacat
viene messo in campo per dare regole e come strumento coercitivo (es quando non si riesce più a
convincere la classe lavoratrice riguardo alcune idee)


– Ad es. protezione della proprietà privata dei mezzi di produzione; repressione della protesta
sociale; applicazione del sistema di norme che garantisce le diseguaglianze e il potere della classe
egemone

Ha il monopolio dell’uso legittimo della forza — se la situazione non è controllabile in altri modi
(attraverso l’ideologi) SI PASSA ALL’USO DELLA FORZA

Il mutamento sociale
marx ri ette su come può cambiare la società

• Lo sviluppo delle forze produttive viene in una prima fase favorito da determinati rapporti di
produzione (nel capitalismo ad esempio la proprietà privata dei m. di p.), ma questi possono
divenire successivamente un freno ad ulteriori sviluppi, portando ad una tensione sociale che
sfocerà in nuovi rapporti di produzione e nuovi equilibri sociali
–  La fabbrica moderna come sistema collettivo di produzione entra in con itto con la
privatizzazione del pro tto 


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–  Per garantire lo sviluppo industriale è necessario socializzare la ricchezza prodotta 


–  Superamento della divisione sociale tra chi lavora e chi possiede il capitale e
dell’antagonismo di classe tra proletariato e borghesia 

RIASCOLTA QUESTO PEZZO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Weber e multidimensionalità del con itto

- Weber (1864-1920) critico di Marx (per marx era importante la struttura)



- afferma La multidimensionalità del con itto (si sviluppa su più ambiti sociali):
– L’articolazione del concetto di classe e delle forme di con itto di classe
• Classe sociale e mercato del lavoro
• Classe sociale e mercato del credito (prestiti
• Classe sociale e mercato dei beni
sono i 3 mercati fondamental
i con itti si realizzano anche su altri mercati che non sia solo quello del lavor
il con itto in uisce anche su altre sfere della societ

– Il con itto oltre la lotta di classe. Le altre sfere del con itto: politica, religione, diritto, prestigio
sociale
– Il rapporto tra le dimensioni del con itto
• L’etica protestante e lo spirito del capitalismo
cerca di spiegare la genesi del capitalismo: cosa lo ha originato — scrive un libro
siamo in inghilterra — espropriazione delle terre dell’Inghilterra per allevare gli animali o i boschi
la corona inglese decide di vendere le terre dei contadini
ai contadini viene impedito di accedere alle loro fonti di sostentamento
le terre vengono acquistate dai mercanti e impediscono l’acceso ai contadin
i contadini diventano poveri e abbandonano le campagne per spostarsi nelle citt
questo creò la prima grande offerta di lavoro a basso costo (la prima classe operaia
persone che si offrono di lavorare per un salario di sussistenz
questa espropriazione originaria fece si che gli imprenditori delle città potessero avere una
manodopera a bassissimo prezz

weber contenta questa ricostruzione e propone una storia alternativ


secondo lui il capitalismo è nato su basi religione — nuovo modo di pensare — riforma protestant
a differenza del cattolicesimo, il capitalismo moderno utilizza i pro tti per fare investimenti che
aumentino la capacità produttiva dell’impresa
in scozia e in inghilterra non utilizzavano i pro tto per il lusso (come faceva il cattolicesimo)
chi aveva successo nella propia attività era nella grazia di Di
questo è stato un incentivo per utilizzare i progetti nella propria impresa (in questo modo si era
destinati alla vita eterna in paradiso
— rovescia il rapporto di struttura e sovrastruttura di mar

questa mentalità moderna di far crescere l’impresa era già ben presente anche nel capitalismo
medieval
il successo economico del capitalismo dell’Inghilterra è dovuto da un altro elemento: aveva la
risorsa energetica a carbone — hanno sostituito la forza umana con la forza delle macchin

Con itto e istituzion


•per weber il con itto è condizione normale della società — è parte della storia umana
lui visse la crisi del capitalismo e altre crisi che portarono alla prima guerra mondial

–  Le strutture istituzionali (ordinamenti sociali) come espressione dei rapporti di forza e come
regolatori del con itto
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quello che si può fare è creare delle regole, degli accordi per gli interessi opposti


–  Il mutamento sociale esito dei con itti di interesse: temporaneità degli assetti istituzionali 

– La permanenza del con itto tra ordine e mutamento
la storia è un passaggio incessante in cui si riescono a imporre regole e con itt

Pareto e la circolazione delle élites


è un conservator
la storia è un grande con itto tra elitè (gruppi ristretti di persone dotate di grandi risorse
il resto della popolazione sono le mass

• La scuola elitistica: sono le élites che fanno la storia


• Il con itto per il potere come con itto tra élites (componenti diversi di elitè che cerca di
conquistare il potere)
• Residui e derivazioni: istinti di dominio e giusti cazioni legittimanti

concezione della società che concentra la visione sullo strato più elevat

come è possibile che le masse si mettano a disposizione di un estrema minoranza (elitè


pareto utilizza una spiegazione simile a quella di mar
le elitè hanno un solo obbiettivo: il poter
ma per poter arrivare al potere utilizzano delle giusti cazioni legittimali — diranno che quello che
fanno è nell’interesse della societ

l’elitè ha convinto le masse a fare la rivoluzione bolscevica dicendo che la loro condizione sarebbe
migliorata (anche se non sarebbe stato cosi
la società è quindi una piramide dove quello che conta è il vertic

qua si chiude il periodo dei classic


quello che succede dopo la seconda guerra mondiale è considerata sociologia contemporane
bisogna però introdurre alcuni concetti per capire cos’è una scienza sociale

sociologia contemporanea
Il concetto di paradigma
• Le scienze sociali si caratterizzano per divergenze tra gli studiosi sui presupposti alla base
dell’analisi e sull’interpretazioni dei risultati di ricerca 


• Il concetto di paradigma (Thomas Kuhn, The Structure of Scienti c Revolution, 1962): per descrivere il
concetto di scienza è essenziale parlare di paradigma
• – Paradigma: insieme tendenzialmente omogeneo e strutturato di assunti di base (concetti), di
teorie, di criteri metodologici e pratiche operative condivisi da una comunità di scienziati —
questo costituisce una scienz

la scienza nello svilupparsi può avere 2 modalità


• Scienza normale: dominio di un paradigma e sua articolazione attraverso i “puzzles” = bisogna
incistare i vari pezzi per chiarire sempre di più l’immagine — costruire un sapere pezzo per pezz
(si accumula conoscenza sulla base di un paradigma

la scienza può avere delle dinamiche diverse perché a volte sulla base dei concetti, dei metodi e
delle teorie, i fenomeni non tornano
si assiste a delle animalie


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• Scienza straordinaria e rivoluzione scienti ca


– 1. Accumulo di anomalie; — quando le anomalie si accumulano
– 2. Messa in discussione del paradigma dominante 

– 3. Affermazione di un nuovo paradigma dominante in grado di spiegare le
anomalie — il periodo della scienza straordinaria (rivoluzione scienti ca)


I paradigmi delle scienze sociali


• Le scienze sociali come scienze preparadigmatiche o pluriparadigmatiche ( più para gmi che
convivono nello stesso momento) quindi la comunità di studiosi è divisa in correnti che
aderiscono a para gmi divers

–  Esempio di scienza naturale preparadigmatica: l’ottica nell’era premoderna


–  Le scienze umane

• I due paradigmi fondamentali in sociologia: 

– Paradigma della struttura
– Paradigma dell’azione 


Il paradigma della struttura


• Nel paradigma della struttura la spiegazione del comportamento umano è cercata nel
condizionamento che la società esercita sugli individui 


• Gli individui dispongono di libertà di scelta, ma questa è imbrigliata nei limiti imposti dalla
struttura sociale
– Esempi di spiegazione strutturalista:
• Il comportamento deviante — è dimostrato che gli atti devianti e la propensione
commetterli, dipende dal contesto e dal percorso di vita che si ha avuto. [in u
determinato quartiere di grandi città, poveri, ci sarà un maggior tasso di criminalità di u
certo tipo, a differenza di un altro quartiere, benestante, ci saranno altri tipi di deviante
reati nanziari, evasione scale...]. A seconda del contesto sociale che si sta analizzando, i
comportamento degli individui è diverso.

• L’amore romantico — l'amore romantico come un "colpo di fulmine" che in mezzo


molte persone ci porta a innamorarci di una persona precisa. Un estremo amore ch
porta due individui a incontrarsi. Studi sociologici dimostrano che questo tipo di amor
romantico si presenta con una molta maggiore frequenza tra persone che hann
caratteristiche sociali simili = per far sì che scocchi la scintilla le due persone devon
appartenere a due ambienti socialmente simili.ci si innamora di persone che hanno caratteristiche
simili alle nostre


• Gli strutturalisti classici: Marx e Durkheim


–  Il rapporto tra classi in Marx — chi nasce nella classe lavoratrice, per quanto sia bravo, non
uscirà da quella condizion
di fatto la collocazione della classe spiegava buona parte del comportamento

–  La spiegazione sociologica secondo Durkheim:
ci sono delle forze che agiscono sulle spalle degli individui e li spinge a comportarsi in un
determinato modo
elabora il concetto di— Fatto sociale: un sentire, un credere o un agire collettivo dotato di
una certa capacità di condizionare gli individui — siamo in una società conformista, tendiamo a
fare ciò che fanno gli altri
• Un “fatto sociale” può essere spiegato solo ricorrendo ad altri fatti sociali e non a
motivazioni, personalità e comportamenti individuali (Le regole del metodo sociologico, 1895) 


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– L’esempio dello studio sociologico del suicidio (1897), considerato comportamento “privato” per
eccellenza: l’importanza dell’integrazione e dell’ordine sociale nella spiegazione del fenomeno
anche il suicidio è soggetto al contesto social

Strutturalismo e spiegazione olistica


• Una teoria strutturalista contemporanea: il funzionalismo

– Le parti sono spiegate in relazione alla funzione che svolgono per il tutto
• Logica OLISTICA della spiegazione: il tutto spiega le parti; è l’intero che spiega le parti (la
società spiega gli individui)

– Esempio: La teoria funzionalista dei ruoli — la posizione che si occupa nella società dipende da tanti
fattor
la società ha dei meccanismo di regolazione che determina i ruoli delle persone
» Solo in una misura limitata gli individui scelgono la posizione sociale e i ruoli ad essa associati; è
piuttosto la struttura sociale che seleziona e forma gli individui destinati a ricoprire tale posizione

i funzionalismo mostrano come in realtà le cose sono più complesse,


solo in misura limitata gli indivisi scelgono la posizione sociale e i ruoli ad essa associati

Il paradigma dell’azione
ha origini in germania
• Le origini: il Methodenstreit tra gli economisti tedeschi e la soluzione di Weber
• 2 scuole di pensier

–  Storicisti (Schmoller): impossibilità di trovare leggi generali dei fenomeni perché ognuno
di essi dipende dal contesto storico e istituzionale
mentre in francia e in inghilterra lo sto interviene poco nell’economia, la germania si riteneva che lo
stato dovesse operare di più 


–  Scuola austriaca (Menger): concetti e leggi generali formulate partendo dal


comportamento dei singoli individui — vince questa prospettiv
queste leggi potevano essere individuatébse si partiva da comportamento dei singoli individui in
quanto erano simili e rispondevano alle stesse logiche
gli individui nel loro ag gli individuiire economico ragionano in termini di minimizzare i costi e
massimizzare i vantaggi — quindi sulla base dei loro comportamenti si può formare una scienza
economica


–  La posizione di Weber: (mediazione tra i due pensieri)


• la scienza sociale deve ricorrere alla teoria e alla spiegazione causale (non solo destriere
storie ma basarsi su teorie
il focus sull’individuo è alla base delle spiegazioni causali


• La spiegazione causale dei fenomeni sociali deve ricorrere sempre ad azioni,


atteggiamenti e credenze individuali e deve sempre essere colto il senso soggettivo attribuito
dall’individuo al suo agire 


• Più che puntare ad individuare leggi generali la sociologia deve accontentarsi di cogliere
le “regolarità” del comportamento umano, poiché esso non è mai de nibile in modo deterministico 


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L’individualismo metodologico
• I principi del paradigma dell’azione:
– si parte dall’individuo (a differenza della spiegazione ollistica) I fenomeni sociali, anche se di
natura macro, sono ricondotti a cause micro, ovvero ad azioni
individuali (principio dell’Individualismo metodologico)

– La spiegazione delle azioni individuali deve sempre fare riferimento alle attribuzioni di senso
degli individui

L'individuo non agisce in un contesto privo di condizionamenti, fa le sue scelte e strategie ma è


sottoposto a vincoli e condizionamenti imposti dal contesto
Per questo è importante studiare il soggetto, il contesto, e come il soggetto legge il contest

Gli attori collettivi


• De nizione di azione sociale e di attore sociale.
–  Un’azione è azione sociale quando è dotata di senso intenzionato, è riferita all’agire di
altri attori sociali e ne è a sua volta in uenzata
a weber e alla scienza sociale interessano solo le azioni sociali, quelle che hanno un impatto a
livello sociale
non è un azione che si compie in solitudine ma sono azioni che implicano un effetto su altri

es un bambino al supermercato gli viene la tentazione di prendere una caramella e mangiarla però
si ricorda del rimprovero della mamma quando prende le cose senza chiedere — azione sociale:
anche se avviene dentro di sé lui si sta riferendo all'agire di altri attori e ne è inluenzato.


–  Un attore sociale è un individuo o una collettività che compie azioni sociali 


• In questa prospettiva un attore collettivo è tale solo se è adeguatamente organizzato per


prendere decisioni collettive 

– Una classe sociale è un attore collettivo?
Se si parla di classe in sé (Marx), un semplice aggregato di individui che si ritrovano nella stessa
posizione sociale: no — queste persone non hanno un'organizzazione sociale tra loro e non sono
perciò in grado di prendere una scelta condivisa, solo decisioni in contrapposizione — non basta
che interagiscano, il che è importante in quanto sia in un contesto di azione sociale
Se si parla di classe per sé, la condizione che ci sia consapevolezza del senso soggettivo
condiviso e che ci fosse organizzazione perché sono tutti consapevoli e si organizzano
(sindacato): tutti uniti per prendere una decisione che è condivis

• – Un partito è un attore collettivo? 



sì perché ha delle regole per prendere decisioni ed essere unito

Azione dotata di senso e comprensione


• Per spiegare un’azione bisogna tenere conto delle motivazioni e attribuzioni di senso dell’attore
(secondo principio del paradigma dell’azione)

– Per cogliere attribuzioni di senso e intenzioni degli attori è necessario un approccio
comprendente
• L’individuo è concepito come un soggetto in grado di compiere scelte e organizzare strategie
dotate di senso e miranti ad un obiettivo desiderato, pur nell’ambito dei vincoli e condizionamenti
imposti dal contesto in cui agisce o dalla più ampia struttura sociale di cui è parte
– L’azione individuale non è necessariamente l’esito di un’imposizione di forze esterne che
sfuggono al controllo dell’attore

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La teoria dell’azione di Weber


• Weber distingue quattro tipi fondamentali di azione:

azioni non razionali


– Azione tradizionale — si compie per abitudine o è tradizione, lo facciamo senza fare una
valutazione razionale ogni volta — abitudini

– Azione affettiva — mossa da impulsi emotiv

azioni razionali

– Azione razionale rispetto allo scopo — massimo risultato, minimo sforz
– Azione razionale rispetto al valore — mosso da ciò in cui crediamo

possono anche combinarsi tra lor

• L’uomo non è del tutto razionale ma è in grado di agire razionalmente

secondo weber l’uomo non è un essere razionale perché accanto all'agire razionale Webber
colloca altre forme di agire (affettivo o tradizionale) che razionali non son

FINE CONCETTO DI PARADIGM

. Le teorie contemporanee
Le teorie macro-sociologiche

teorie macro sociologiche= grandi fenomeni sociali es analisi povertà in Itali


teorie micro sociologiche= piccoli fenomeni sociali (perlopiù interazione con persone nella vita
quotidiana, rapporti tra persone)

TEORIE MACRO SOCIOLOGICH


Funzionalismo – La teoria di Parsons
STATI UNIT

• La corrente funzionalista tenta di elaborare una teoria generale della società che ne spieghi le
parti per il contributo che danno al tutto, ovvero per la funzione che svolgono per la società
complessiva 


• Secondo Talcott Parsons, maggiore esponente del funzionalismo, ogni società per esistere
deve soddisfare 4 requisiti fondamentali (modello LIGA-AGIL):

–  Mantenere l’identità della società nel tempo, ovvero valori e cultura propri (conservazione del
modello latente - Latency — l’aspetto culturale è alla base del nostro agire, il nostro sapere ci
permette di attivarci in un determinato modo)

–  Integrare le sue parti attraverso un sistema di norme (integrazione – Integration)

–  De nire degli obiettivi sociali (conseguimento dello scopo – Goal attainment)

–  Trarre risorse dall’ambiente e organizzare i mezzi per raggiungere gli scopi (adattamento –
Adaptation — teoria dell’evoluziona= le specie si adattano all’ambiente) 


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Funzionalismo – Parsons 2
• Le 4 funzioni devono essere soddisfatte ad ogni livello, da quello della società nel suo
complesso a quello delle organizzazioni, dei gruppi, del singolo individuo (sistema della
personalità) 


• Al livello della società complessiva le 4 funzioni sono svolte dai seguenti sottosistemi sociali:
–  Funzione latente: sistemi educativo (permette di riprodurre la cultura), famiglia, religione 

–  Funzione dell’integrazione: sistema normativo— usi e costumi, norme, leggi

– Funzione del conseguimento dello scopo: sistema politico 

– Funzione di adattamento: sistema economico

• Tali sottosistemi del sistema sociale complessivo sono composti a loro volta da altri sottosistemi

Funzionalismo – Parsons 3
• Il corretto funzionamento del sistema deriva dall’ordinamento gerarchico delle diverse funzioni
(gerarchia di controllo o cibernetica):
–  Valori — se gli individui interiorizzano un sistema di valori la società funziona meglio — no
coercizione + importanti

–  Norme — lo strumento che regola i rapporti con gli individui (devono essere coerenti con i
valori)

–  Ruoli e sanzioni — regolazione del comportamento dei singoli, punizioni se non si svolge
bene il propio ruolo

–  Personalità — se quello sopra è stato ef cace, si crea la personalità dell’individuo
–  Azione — è possibile quindi ottenere delle azioni conform

catena di cose che una società deve curare per far si che gli individui si comportino ben
negli stati uniti perché non sono una società con tradizioni perché è nata grazie alle continue
migrazioni


• Il sistema sociale è concepito come tendente all’equilibrio 


• Il mutamento è concepito come risposta alle perturbazioni provenienti dall’ambiente e consiste in


una differenziazione interna del sistema che produce un ritorno all’equilibrio 


Critiche alla teoria di Parsons


La storia dell'epoca moderna ci spiega che il cambiamento non deriva solo da forze esterne ma
può essere anche endogeno (esempio tecnologia): le società non cambiano per perturbazioni
esterne ma per dinamich

• Astrattezza — Quattro funzioni della società, in termini generali va bene ma nella speci cità
empirica si hanno dei problemi a de nire le funzioni precise di parti della societ

• Conservatorismo

– Legittimazione dello status quo — tutte le parti della società lavorano per il tutt
però ci possono essere dei cambiament

• Spiegazione inadeguata del mutamento — non spiega il mutamento all’interno della societ

• Non tematizza i rapporti di potere e dominio — ognuno svolò il propio ruolo, no questione di
poter

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Robert Merton
cerca di riformare il funkionalismo partendo dalle critiche
• rivede il concetto di funzione— Non è facile individuare la funzione svolta da un’organizzazione
o istituzione sociale 

– Funzioni manifeste (effetti attesi) — ciò che si sa
– Funzioni latenti (effetti inattesi) — ciò che non si sapev
merton raccomanda sempre di svolgere accurate indagini empiriche, studi sul campo, perché le
cose non sono come sembrano.


• Non tutte le parti di una società sono necessariamente positivi per il sistema 

– Effetti funzionali

– Effetti disfunzionali
lo stesso elemento può essere funzionale per il sistema A e non funzionale per il

• Pluralità di sistemi di valori e norme nella società e possibilità di con itto tra loro
le società sono più complesse di come le aveva immaginate Pearson, questa è composta da un
pluralismo di valori che possono essere in con itto tra di loro.


Niklas Luhmann
Tedesco, il suo obiettivo è ragionare dal punto di vista del tutto, della società
come un organo vivente ci si concentra su se stesso come tutto e non su tutte le cellul
Per la società deve essere lo stesso, bisogna pensare alla società come un organismo che pensa
se stesso dal punto di vista del tutto e che considera i suoi componenti (noi) come delle cellule
sociali, sacri cabil

• La società è un sistema autopoietico, ha come unico ne quello di riprodurre se stess

• Ogni sottosistema sociale ha un suo medium di comunicazione 



– Denaro (sottosistema economico) — la società crea il denaro che permette di agire nelle
attività economiche
– Potere (sottosistema politico)— I decisori spesso non sono in grado di capire che potere
stanno esercitando e le decisioni a lui connesse: solo la dimensione collettiva organizzata della
società è in grado di comprendere cosa succede

– Verità (sottosistema culturale) — le persone hanno bisogno di credere che almeno qualcosa di
quello che gli viene comunicato sia vero per questo la società deve mandare i messaggi per
rassicurare e dare un'immagine positiva di essa

– Amore (sottosistema integrativo) — gli individui devono avere una forma di cooperazione tra di
loro, partecipazione emotiva gli UNI con gli altri: la società tende a creare sistemi che
favoriscono questo tipo di interazione


• La funzione dei media è di creare ducia negli individui nei confronti di una realtà sociale ormai
così complessa da essere impossibile da conoscere per i singoli. Gli individui non possono che
accettare di darsi e questo permette loro di agire e di vivere nella società 


• I medium sono riduttori sociali di complessità 


Teoria del con itto - Coser


in uenzata dal funzionalismo

• L’origine della teoria del con itto contemporanea
– Luis Coser e le funzioni del con itto sociale

• Il con itto non provoca solo la rottura ma anche la costruzione di legami sociali:

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–  Il con itto crea un’interazione, spesso anche molto intensa, tra i contendenti 


–  Il con itto con un nemico esterno rafforza i legami di solidarietà all’interno di un gruppo e il
senso di identità collettiva 

» Ciò può produrre l’interesse a non annientare il nemico 


–  Il con itto induce la ricerca di alleanze 


–  Il con itto stimola la creazione di regole per limitare il potenziale distruttivo — le parti cercano di
arrivare ad un accordo con delle regol

mette in rilievo gli aspetti funzionali positivi del con itt


altri autori hanno prospettive più crisiche


Kriesberg e Dahrendorf
• Kriesberg: quando il con itto è distruttivo?
– Escalation — gli avversari alzano il livello dello scontro continuamente — studi avenuti nella
guerra fredda: usa e unione sovietica 

– De-escalation — i partecipanti riducono la durezza degli attacchi no alla sospensione e ad un
accord
tendenzialmente, c’è più probabilità che avvenenza la guerra tra due contendenti (escaletion
con la disparità di risorse tra i partecipanti — de escalatio

poi ci sono variatili che in uisceono


• Ralf Dahrendorf e la critica alla concezione marxiana del con itto 



– Marx: con itto di classe tra capitalisti e proletari è basato sui diritti di proprietà (disegualianza) 

– per D. Altra fondamentale fonte di con itto: i rapporti di potere e l’autorità , rapporto
assiemmetrico

• Con itto tra chi comanda e chi obbedisce — con itt
paesi socialisti dove era stata proibita la proprietà privata
ribellione della germania nei confronti del regime socialist
non erano niti i con itti dei lavoratorianche se la classe lavoratrice è propietaria dei mezzi di
produrion
ritiene che c’erano diseguaglianze nel potere politico concentrato nelle mani dell’élite
le differenze di classe sono una forma di potere MA non è l’unica form

Dahrendorf
• Nelle società democratiche il con itto dif cilmente polarizza la società
– Esistono molte linee di autorità e di potere, ognuna propria di un determinato ambito sociale >
pluralità di con itti a limitata intensità (teoria pluralistica del con itto) — il con itto viene distribuito e
non è concentrato
• Istituzionalizzazione del con itto: si crea un consenso tra le parti su come regolare il rapporto
con ittuale, ovvero sui mezzi legittimi per far valere le proprie rivendicazioni e sulle procedure per
comporre il con itto

• Con itto latente (non si manifesta (insoddisfazione) no ad un momento di rottura— movimenti)


e con itto manifesto (democrazia, manifestazioni esplicite che porta ad un sistema più stabile

quali sono le condizioni per manifestare la propria protesta:


– Studio delle condizioni che permettono ad una parte sociale di organizzarsi e mobilitarsi per
sostenere i propri interessi
critica i regimi che hanno realizzato gli ideali di marx e difende le democrazi
ri essione su capire che ci sono sistemi diversi che possono funzionare
• Analisi dei movimenti sociali
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Arrighi - I cicli del capitalismo storico


Importante lone della teoria del con itto contemporanea: la World System Theory (WST)

- La WST si sviluppa negli anni 70 del Novecento come critica alla teoria della modernizzazione,
considerando fuorvianti i seguenti assunti della teoria della modernizzazione
- l’esistenza di un solo modello di sviluppo per tutti i paesi
- lo stato nazionale come unità di analisi; — trascurava tutte le interdipendenze che legano un
paese ad un altro — non ha senso considerare un paese come se fosse autonomo da tutto il resto
- la mancanza di un'adeguata analisi delle relazioni e delle struttur
transnazionali che vincolano lo sviluppo sia nazionale che locale

- In particolare gli ultimi due punti orientano la WST ad analizzare il sistema economico come un
sistema globale e quindi la rendono adatta ad indagare le dinamiche della globalizzazione
economic
- Tra i principali esponenti della WST, l'italiano Giovanni Arrighi si distingue per l'attenzione
dedicata ai processi nanziari, rendendo attuale la sua analisi in una fase di economia altamente
nanziarizzata come quella presente solo capendo le logiche della nanza si riuscirà a capire il
mondo per costruire la sua teoria si rifa a 3 autori importanti

Il capitalismo storico

• Civiltà materiale, economia, capitalismo di Fernand Braudel
– Distinzione fra mercato e capitalismo

• Il mercato è il luogo della concorrenza; storicamente è sempre esistito
– es. dagli inizi della storia indiana o cinese o delle società del Mediterraneo dell’età antica
–  Le condizioni della concorrenza di mercato: 

» Un numero suf cientemente grande di venditori in modo che nessuno possa condizionare
unilateralmente il prezzo o il comportamento degli altri venditori
»  Un assetto istituzionale che consenta la libertà di scambio 


»  Un mezzo di scambio, ad es. il denaro, che goda della ducia di venditori e compratori 


–  Per Braudel il mercato è in sostanza un meccanismo di allocazione ef ciente e trasparente dei


beni, caratteristiche che ne hanno garantito la presenza continua nella storia dell’umanità

– Per Braudel tuttavia il mercato non va identi cato con il capitalismo 


Il capitalismo secondo Braudel


• Infatti per Braudel il capitalismo è l’opposto del mercato:

–  È limitazione o eliminazione della concorrenza (oligopolio o monopolio) per garantire pro tti
stabili nel medio e lungo periodo e un’accumulazione senza limiti 


–  A differenza del mercato non opera secondo regole trasparenti e universalistiche, ma tende a
usare il potere politico per produrre e mantenere le suddette condizioni di privilegio (regole che
limitano la concorrenza
questa dinamica sorge nel tardo medioevo


–  Manifesta quindi l’esigenza strutturale di un rapporto con il potere politico, in particolare quello
statale, che detiene il monopolio dell’uso legittimo della forza e la facoltà di regolare i processi
economici e sociali 


–  A differenza del mercato non è una costante storica, ma un fenomeno che compare nel
Medioevo europeo e progressivamente si sviluppa sino a raggiungere un’estensione globale 


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–  In questo processo di sviluppo si è sempre legato ad uno stato dominante che potesse meglio
identi carsi con gli interessi capitalistici 


–  Per Braudel gli stati-guida nel corso della storia del capitalismo (nella sua ricostruzione no al
XIX° secolo) sono stati la Repubblica di Genova ( cristoforo colombo nanziato dai genovesi e la
corona spagnola in cambio di poter controllare i commerci delle americhe), l’Olanda (stato
estremamente ricco che sviluppa commercio globale) e in ne l’Inghilterra (impero in nito con
moltissime colonie
alleanze tra capitalisti e potere militare 


L’in uenza di Braudel sulla teoria dei cicli di accumulazione


• Arrighi, nel formulare la sua teoria dei cicli storici di accumulazione capitalistica, assume quindi
due tesi di Braudel:
– La separazione tra mercato e capitalismo
– Il capitalismo si incarna storicamente in uno stato (lo stato guida), che svolge la funzione di
sostenere la dinamica di espansione dell’accumulazione di ricchezza e potenza propria del
capitalismo

L’in uenza di Gramsci sulla teoria dei cicli di accumulazione


• Arrighi trae dal pensiero di Gramsci il concetto di egemonia, riformulandolo:
– Per Gramsci l’egemonia indicava la funzione di guida politica e morale di una classe dirigente in
un contesto nazionale — egemonia= capacità di una classe dirigente di fungere da guida politica e
morale di una nazione
– Per Arrighi l’egemonia indica il ruolo guida, politico e morale, dello stato leader del ciclo di
sviluppo capitalistico a livello internazionale

la classe dirigente non ha bisogno delle violenza, persuade la società di essere adeguata a
guidare la societ

ci sarà uno stato guida egemone a livello globale (il paese che riesce a garantire lo sviluppo del
capitalismo) es impero inglese visto come lider, riferimento di stabilità

Egemonia e dominio

• Arrighi precisa la differenza tra egemonia e dominio:
– Il dominio si fonda in ultima analisi sulla minaccia dell’uso della forza o sull’uso esplicito della
forza, mentre l’egemonia si fonda anche sulla persuasione ed è quindi potenzialmente meno
onerosa per lo stato-guida a causa degli elevatissimi costi che gli apparati militari hanno sempre
rappresentato per gli stati — uso della forza e della repressione per comandar
ha uno svantaggio: reprimere signi ca pagare un apparato militare— costos

–  Esercitare l’egemonia signi ca avere la capacità di persuadere stati e popolazioni che la propria
leadership di stato-guida persegue gli interessi generali della comunità internazionale 


–  L’egemonia ha quindi un carattere ideologico in quanto, in termini di potenza in un sistema


interstatale, il gioco è a somma zero, ovvero l’aumento di potenza da parte di uno stato implica la
riduzione della potenza di altri 


Obiettivi e strategie di potenza


• L’élite che controlla lo stato-guida, per perseguire il potere in un sistema interstatale, deve da un
lato assicurarsi il potere sulla propria popolazione, dall’altro presentarsi o come forza credibile per
l’espansione del potere dei governanti degli altri stati sulle rispettive popolazioni o all’opposto
affermare che l’espansione del proprio potere sia nell’interesse generale delle popolazioni degli
stessi stati

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• In sostanza l’egemonia si esercita a livello internazionale producendo negli stati soggetti allo
stato-guida una rappresentazione di divergenza tra gli interessi dei governanti e dei governati

se riesce parla all’Eliaè (più conveniente), se no parla alle mass

Cicli egemonici e cicli sistemici di accumulazione capitalistica


——— serie di fasi storiche in cui si possono distinguere paesi egemoni
• Partendo dagli studi di Marx e Braudel, Arrighi individua la successione di stati che hanno
esercitato la loro egemonia nel corso dello sviluppo storico del sistema capitalistico 

– I paesi-guida che si sono succeduti nella storia del capitalismo sono l’Olanda, l’Inghilterra e gli
Stati Uniti 


• L’autore individua poi i cicli sistemici accumulazione capitalistica (CSA):


–  Il ciclo genovese, quello olandese, quello inglese e quello statunitense 


–  I genovesi non esercitarono un’egemonia capitalista in quanto agirono in alleanza con la


Spagna, uno stato di cui nanziarono l’espansione territorialista in cambio di protezione militare,
riducendo così di molto i costi di protezione delle loro attività commerciali e nanziarie

il ciclo americano ancora in corso (egemone tutt’ora


Lo sviluppo storico dei CSA (da G. Arrighi, Il lungo XX secolo)

L’essenza del capitalismo


ampliare il concetto di capitalismo: renderlo più generale
• Il capitalismo nella sua evoluzione storica appare refrattario ad assumere forma stabile in un
determinato sistema produttivo, né a perseguire necessariamente l’accumulazione attraverso la
produzione — il capitalismo è una strategia di accumulazione: è esclusivamente accrescere il
capitale
non è solo legato alla fase dello sviluppo industriale dove il pro tto si ottiene con la vendita dei beni
(marx), può avvenire in altri modi es investimenti nanziari, senza produrre prodotti (prestare soldi
allo stato per trattare pro tto senza bisogno di produrre)


• Il capitalismo non è un modo di produzione ma una strategia estremamente adattativa di


accumulazione, ovvero nella sua essenza è solo accumulazione, ovvero concentrazione crescente
di capitale, a prescindere dalle concrete forme nel quale essa si realizza
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– Ad esempio l’industrialismo taylor-fordista è solo una forma storicamente delimitata del


capitalismo, quindi destinata ad essere superata

• Il capitalismo alterna fasi in cui si manifesta come sistema di produzione e fasi in cui prevale la
propensione alla liquidità nanziaria 


• Secondo Arrighi il capitalismo ha comunque una preferenza per la liquidità (mantenere il suo
capitale nella forma del denaro e non dei mezzi di produzione), che quindi è la forma delle fasi di
maturità di un determinato ciclo di accumulazione sistemica, 


• In sostanza quella nanziaria è la forma d’elezione del capitalismo


poiché il denaro di può convertire in qualsiasi cosa mentre i mezzi di produzione non si possono
convertire facilment

L’essenza del capitalismo - 2


• Il capitalista infatti tendenzialmente predilige il capitale in forma liquida o facilmente liquidabile,
perché questa gli permette di spostare i propri investimenti più rapidamente e con maggiore
essibilità dai settori di attività in calo di pro tti ai settori in espansione dei pro tti 


• Ancora, il capitalista predilige le forme di investimento che all’occorrenza gli permettano di far
tornare rapidamente in forma liquida il proprio capitale piuttosto che ssarlo, irrigidirlo, con
l’acquisto di speci che merci e magazzini per stoccarle e venderle o, come fa l’industriale, con
l’acquisto di fattori di produzione come macchinari, impianti, forza lavoro 


• Quindi il capitalismo ha un’intrinseca tendenza alla nanziarizzazione — una parte della


ricchezza è in denar
accumulare ricchezza in poche mani

La rilettura del ciclo del capitale di Marx


Arrighi riformula nei termini di cicli storici la formula generale del capitalismo elaborata da Marx:
richiama uno schema che aveva elaborato mar
D-M-D’
il capitalista ha denaro, lo trasforma in mezzi di produzione (macchinari) + forza lavoro, e produce
merci ricavando denar
il meccanismo ha senso se il denaro che ricava è superiore a quello iniziale = pro tt

–  D è il capitale in forma liquida, dunque essibile, che viene investito in una attività produttiva
destinata a produrre merce 


–  M è il capitale investito in una qualche forma di input-output materiali, che si è cioè


materializzato in una determinata soluzione produttiva, quindi divenendo macchinari, impianti e
forza lavoro nalizzati alla produzione di merci e servizi da vendere sul mercato 


–  M, cioè la produzione di merci (e servizi) tuttavia per il capitalista e il capitalismo come sistema
non è un ne in sé ma uno strumento per realizzare un pro tto, cioè accumulare capitale 


–  D’ è appunto il capitale nuovamente in forma liquida e ampliata dai pro tti derivante dalla
vendita dei beni e servizi prodotti, quindi D’>D
aumenta il capitale attraverso M


La rilettura del ciclo del capitale di Marx - 2


• Per Marx la formula rappresentava concettualmente la logica capitalistica insita in ogni attività
produttiva 


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• Per Arrighi la formula D-M-D’ può essere utilizzata anche per analizzare la fasi dei cicli storici di
accumulazione sistemica del capitalismo
–  D-M rappresenta la prima fase storica di un ciclo di accumulazione, quella della espansione
materiale (i capitalisti investono producendo).
I pro tti si realizzano attraverso la produzione di beni, cioè sviluppando i mezzi di produzione e la
produzione di beni e servizi. In sostanza il capitale cresce passando attraverso gli investimenti
produttivi e la forma di merce 


–  Ad un certo punto dello sviluppo materiale per diversi motivi – limiti dello sviluppo tecnologico,
dell’innovazione, aumento della concorrenza per la diffusione delle soluzioni tecnologicamente più
ef cienti, aumento del potere contrattuale dei lavoratori per la piena occupazione che logora i
pro tti, ecc. – i pro tti nell’attività produttiva divengono più instabili o sono compromessi.
I capitalisti allora tornano a preferire la forma liquida 


La rilettura del ciclo del capitale di Marx - 3


• Per Arrighi la formula D-M-D’ può essere utilizzata anche per analizzare la fasi dei cicli storici di
accumulazione sistemica del capitalismo
– M-D’ indica la seconda fase storica del ciclo di accumulazione capitalistica che esprime
questo tendenza al ritorno alla mobilizzazione del capitale a livello di sistema. In questa fase
l’accumulazione continua attraverso la nanziarizzazione dell’economia (es prestare denaro agli
stati).
E’ l’autunno nanziario di un ciclo storico di accumulazione e del paese egemone che lo guida. I
centri dominanti del capitalismo raggiungono la loro maturità attraverso una esorbitante
concentrazione di capitale liquido.

– A questa fase segue un periodo di instabilità e tensioni crescenti e in ne di crisi dell’egemonia


del paese guida— non basta più la persuasione quindi perché nuove potenze s dano quella
egemone. — provocando indebitamento e crisi.= CAOS SISTEMIC
Al tempo stesso il capitale liquido si sposta per investire in nuovi centri emergenti, nanziando una
nuova fase di espansione materiale D-M su base allargata rispetto alla precedente

La rilettura del ciclo del capitale di Marx - 4


• E’ importante osservare che Marx aveva già compreso che storicamente la forma di investimento
che ha fornito le maggiori garanzie di rapido ritorno alla liquidità è il nanziamento del debito
pubblico, perché le obbligazioni statali sono tra le forme più sicure e più facilmente liquidabili di
investimento
i capitalisti investono nel debito pubblico perché è assicurato dallo stato (non può fallire
questo ha portato ad un aumento enorme delle diseguaglianze

La tesi di Arrighi
• Arrighi presenta quindi la tesi che il capitalismo nel suo sviluppo storico plurisecolare sia
interpretabile alla luce di un modello esplicativo unitario, che può essere utilizzato in una qualche
misura per prevedere i futuri sviluppi del sistema

Le caratteristiche dei CSA


• Ogni ciclo si caratterizza di due fasi:

– una prima fase di espansione materiale su nuove basi sociali, economiche, politiche,
organizzative e tecnologiche rispetto al ciclo precedente, durante la quale grandi e duraturi pro tti
si realizzano in buona parte attraverso la produzione e il commercio;
• L’accumulazione capitalistica, ovvero la concentrazione di risorse economiche è funzionale
all’espansione del sistema, in quanto nanzia infatti le imprese di conquista imperialistico-
coloniali o di controllo politico-economico delle risorse, che ampliano il sistema-mondo
capitalistico e con queste si remunera

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– una seconda e più breve fase di espansione nanziaria, durante la quale i pro tti si realizzano
principalmente mediante investimenti nanziari
• Tra le due fasi si colloca una crisi che Arrighi de nisce “crisi spia” (crisi non de nitiva
poiché lo stato riesce a reagire attraverso la nanziarizzazione) , durante la quale si manifestano
apertamente criticità e limiti strutturali dell’espansione materiale 


• Dalla crisi spia si esce solo mediante la nanziarizzazione dell’economia, che non supera
i problemi strutturali dell’economia reale però permette di riavviare il processo di accumulazione
capitalistica
si crea meno ricchezza ma si concentra di più sui capitalisti — sintomo di crisi poiché il resto della
società ha meno risorse


Le caratteristiche dei CSA - 2


con la guerra del vietnam, gli stati uniti era sempre meno egemone
si reagì attraverso la nanziarizzazione
si crea una situazione di instabilità e emerge una nuova potenza che riesce a sistemare gli assetti
produttivi che garantiscono un espansione commerciale. anche i capitalisti di rivolgono a questa
potenza
• Ogni ciclo è più ampio e intenso e anche più rapido del precedente, cioè include nel sistema
capitalistico nuovi territori popolazione e risorse e realizza un’accumulazione di ricchezze e potere
maggiore 


• Tranne il primo, i cicli sistemici di accumulazione si caratterizzano per la presenza di uno stato
che esercita un ruolo egemone, cioè di direzione politica e morale (o meglio ideologica) del
sistema di rapporti internazionali riconosciuta come funzionale anche dagli altri stati in quanto
garanzia della stabilità e dello sviluppo del sistema e quindi di un aumento di legittimazione delle
elites di ogni stato alleato presso le relative popolazioni o al contrario del perseguimento degli
obiettivi di emancipazione delle popolazioni dalle loro elites nazionali 


Le caratteristiche dei CSA - 3


• Ogni ciclo si conclude con un periodo di caos sistemico, dove la vecchia egemonia entra in crisi
e ne sorge una nuova, in un quadro di forte instabilità sociale e geopolitica e di crisi economica,
spesso segnato da una recrudescenza di eventi bellici 


• Nell’ultima fase di ogni ciclo di accumulazione l’elite capitalistica della potenza egemone in
declino per preservare i capitali investe nell’espansione materiale della potenza emergente 


L’attualità
arrighi scrive un opera dove presenta l’analisi della situazione attuale dove gli stai uniti sono la
potenza egemone
• Attualmente ci troviamo secondo Arrighi (che scriveva nei primi anni novanta), nella fase nale
del ciclo statunitense 


• Più precisamente con buona probabilità tra la ne dell’espansione nanziaria e l’inizio di una
fase di caos sistemico, avendo Arrighi collocato la crisi spia, che separa la fase di espansione
materiale del ciclo americano da quella nanziaria, negli anni settanta 


– scon tta militare in Vietnam, stag azione e abbandono delle politiche keynesiane e del modello
produttivo fordista, ovvero in buona sostanza del capitalismo organizzato basato sul patto sociale
capitale-lavoro
• Ora noi sappiamo, ma 28 anni fa era certamente meno banale intravvederlo, che la fase
successiva di nanziarizzazione dell’economia, ovvero di globalizzazione neoliberistica guidata
dagli Stati Uniti e dall’elite capitalistica occidentale, sul lungo periodo non ha risolto alcune delle
criticità strutturali del’economica capitalistica manifestatesi nella crisi dell’economia statunitense
e occidentale degli anni settanta
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Le anomalie del ciclo USA
• Rispetto ai cicli sistemici di accumulazione precedenti il ciclo ad egemonia statunitense presenta
le seguenti anomalie:
– Gli USA dopo il crollo dell’URSS sono l’unica potenza militare mondiale, con una proiezione di
potenza globale che nessuna nazione è in grado di eguagliare nel medio periodo
• gli USA concentrano il 39% delle spese militari mondiali, quasi 800 miliardi di dollari nel 2020; il
secondo paese in classi ca è la Cina, che spende oltre 250 miliardi l’anno e da 26 anni consecutivi
aumenta le sue spese militari. La spesa complessiva dei paesi NATO è pari al 56% della spesa
militare globale.
– La potenza americana degli anni ’80 (e, dopo il libro di Arrighi, della seconda metà degli anni ‘90
e del biennio 2005-2006) tende a non investire all’estero, ma ad attrarre risorse nanziarie
dall’estero, ovvero si fa nanziare il de cit pubblico dal resto del mondo e, in particolare, dalle
potenze emergenti (prima il Giappone poi la Cina): con il loro surplus gli USA nanziano la propria
egemonia mondiale

Le vie d’uscita al caos sistemico


• In sostanza gli USA appaiono, almeno sino alla metà degli anni 2000, ancora nella condizione
storica, senza precedenti nell’economia-mondo capitalistica, di creare un impero mondiale, ovvero
di affermare de nitivamente un controllo politico- militare americano e occidentale sul resto del
mondo capitalizzando la supremazia militare e geopolitica 


• Questa è una delle possibili vie d’uscita al caos sistemico che Arrighi nel 1993 immagina
incombente
–  Tale via è stata esplicitamente teorizzata e risolutamente perseguita dai neoconservatori
USA sotto la presidenza di Bush Junior con il progetto “The New American Century” stabilizzare
il propio controllo su tutto il pianeta
(es controllo delle aree petrolifere in iraq

–  L’esito perseguito dall’élite neocons americana è stato considerato da Arrighi poco


probabile per l’esito non incoraggiante dei due con itti bellici 


–  Nel frattempo la Cina appare impegnata in una corsa agli armamenti in progressiva
accelerazione per neutralizzare l’opzione “imperiale” ancora aperta per gli USA e i suoi alleati 


• Un secondo esito possibile è che il caos sistemico in cui sembriamo entrati preluda
all’emergere di una nuova egemonia asiatica, probabilmente a guida cinese. 


– Il passaggio ad un’egemonia cinese implicherebbe tuttavia un passaggio di storico di proporzioni


epiche perché per la prima volta l’egemonia sarebbe esercitato da un paese non occidentale.
Inoltre i costi sociali della perdita di egemonia in Occidente potrebbero essere elevati e forse non
tollerabili politicamente.

Un equilibrio multipolare
– Un terzo esito possibile è che con il ciclo statunitense si concluda la storia dell’egemonia
capitalistica come proiezione mondiale dell’Occidente e si arrivi alla creazione di un mercato
mondiale concorrenziale tra blocchi economico-politici relativamente integrati al loro interno e
relativamente equilibrati tra loro, aprendo così ad una prospettiva di gestione politica multipolare
dell’economia-mondo, che per Arrighi implicherebbe la ne del capitalismo così come l’abbiamo
conosciuto, ovvero come alleanza strategica esclusiva tra un potere economico e un potere
politico-militare per un’espansione progressiva della propria reciproca potenza
mondo diviso in blocchi diversi
più soggetti che devono trovare un accordo tra lor

Le teorie contemporanee
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Le teorie micro-sociologiche
riguardano le relazioni tra persone, piccoli gruppi

Soggettività e vita quotidiana


• Un primo gruppo di teorie micro-sociologiche pone al centro lo studio della soggettività e
dell’interazione nella vita quotidiana:
– Interazionismo simbolico

– Fenomenologia sociologica
– Etnometodologia

Il sé come prodotto sociale


• George Herbert Mead e la costruzione dell’identità personale
– Importanza dell’autori essività(capacità di ri ettere su se stessi) e sua origine nell’interazione
sociale:
• Il soggetto – il Sé - si compone di una parte che osserva – l’Io – e una parte osservata – il Me
– La natura dell’autori essività è sociale: il soggetto impara a ri ettere su se stesso ponendosi
nella prospettiva di un altro che lo osserva
» L’“altro” è costituito in una prima fase della vita da concrete e speci che gure di riferimento
(genitori), ma poi assume i caratteri di un “altro generalizzato”, gura impersonale che può
assumere i diversi ruoli sociali con i quali il soggetto si pone in relazione

– Il dialogo interiore presuppone dunque l’interazione sociale, che si sviluppa soprattutto grazie ad
un’istituzione sociale fondamentale, il linguaggio
interazionismo simbolic

La de nizione della situazione


• Thomas e Znaniecki (Scuola di Chicago): per comprendere atteggiamenti e comportamenti
dei soggetti è necessario ricostruire come essi de niscono la situazione nella quale sono chiamati
ad agire 

– Legge di Thomas o della “profezia che si autoavvera”: se una situazione è creduta reale (ci
comporteremo come se fosse reale), essa lo è nelle sue conseguenze 

• Esempi: 

– Fallimento di una banca per il crollo di ducia dei risparmiatori 

– Effettivo indebolimento di un leader politico che viene rappresentato in dif coltà 


• Interazionismo simbolico: studio dei processi di interpretazione che si svolgono nel corso
dell’interazione
• parte dalle rappresentazioni simboliche che gli individui si creano di se e degli altri


Sociologia fenomenologica
• Autori: Alfred Schutz (1899-1959), Peter Berger, Thomas Luckmann

• Critica epistemologica alle correnti sociologiche che sostengono che i fenomeni sociali possono
essere studiati allo stesso modo di quelli naturali — non è osservabile senza che questo provochi
una modi ca del suo comportamento (osservatore e osservante sono della stessa natura)
–  L’uomo non può essere inteso come “cosa” in quanto oggetto delle scienze sociali, ma come
soggetto che interpreta il mondo sociale in cui è immerso e vive 

–  La fenomenologia sociale ha il compito di descrivere le strutture del mondo
dell’intersoggettività (o mondo sociale) che emergono dall’esperienza quotidiana degli uomini
–  I soggetti hanno l’esigenza pratica di rappresentarsi il mondo sociale in cui sono immersi per comunicare
e agire, ovvero compiere le attività di vita quotidiana 

–  L’esigenza pratica di orientarsi, comunicare ed operare nel mondo sociale induce i soggetti a ricondurre
la molteplicità dei fenomeni ad un numero limitato di tipi socialmente condivisi 

–  I tipi hanno dunque natura intersoggettiva e quindi appartengono allo stesso mondo sociale e vengono
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appresi dai soggetti durante il processo di socializzazione 



–  Si forma così un sapere di senso comune, un sapere condiviso che permette di dare per scontate molte
delle situazioni in cui ci si trova ad agire rendendo così possibile l’interazione sociale 


Etnometodologia
• Autori: Harold Gar nkel
• L’etnometodologia studia gli etnometodi ( modalità con cui le persone costruiscono il modo con
cui si comportano le persone nella quotidianità), ovvero le modalità con cui le persone
costruiscono e mantengono il tacito accordo (il dato per scontato) su cui si fonda
l’interazione sociale
tacito accordo= cose che diamo per scontat
se faccio il saluto con la mano, gli altri capiscano cosa noi vogliamo dire

La teoria della scelta razionale


• Teoria di origine economica
– Tentativo di generalizzazione al più ampio ambito dei comportamenti sociali del modello di
spiegazione delle scelte economiche
prendere la teoria economica e generalizzarla

• La teoria della scelta razionale afferma che gli uomini, posti di fronte ad un’alternativa tra corsi di
azione, scelgono quello che ritengono abbia la migliore probabilità di soddisfare maggiormente i
loro desideri
non solo la scelta migliore ma anche quella che ha più probabilità di realizzars

Desideri e credenze
• Elementi della scelta razionale:
– Desideri, ovvero i ni perseguiti intenzionalmente dall’attore
• La teoria della scelta razionale non entra nel merito della de nizione dei ni — non spiega
perché scegliamo di avere un obiettivo piuttosto che un altro, richiede solo che il soggetto li sappia
ordinare in una scala di preferenze e che questa rimanga stabile nel corso dell’azione
deve capire quali azioni svolgere per ottenere l’obiettiv

– Credenze sull’idoneità dei mezzi per soddisfare i ni desiderati


non abbiamo la conoscenza di tutti i mezzi posiili
• Il soggetto chiamato a scegliere dif cilmente dispone di informazione perfetta: quasi sempre è
esposto all’incertezza o all’incompletezza di informazione. Inoltre raccogliere ulteriori informazioni
rappresenta un costo in termini di risorse e tempo.
– Rischio di compiere una scelta oggettivamente subottimale (anche se razionale
soggettivamente in base alle informazioni disponibili)

Ottimizzazione e razionalità limitata


• Il principio di ottimizzazione come criterio guida per la scelta:
–  Massimo risultato ottenibile con mezzi e risorse dati, oppure ottenimento di un risultato dato al
minimo costo, cioè con il minimo impiego di mezzi e risorse
dipende dL NOSTRO PUNTO DI PARTENZA

– per ottener l’obbiettivo: Presupposti dell’ottimizzazione della scelta: informazione perfetta,
ovvero conoscenza completa di tutte le alternative possibili e dei loro esiti (razionalità olimpica) 


• Se l’attore agisce in condizioni di incertezza non potrà scegliere il corso di azione ottimo:
quale criterio di scelta utilizzerà allora? 

– Il criterio di suf cienza o adeguatezza (Herbert Simon), in base al quale sceglierà la prima
soluzione che trova in grado di soddisfare alcuni parametri di accettabilità

• La razionalità limitata (Simon):

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–  Oltre a non essere onnisciente, cioè ad avere limiti cognitivi, il soggetto ha anche altri limiti che
gli impediscono di fare la scelta ottima: limiti di capacità di valutazione e calcolo, limiti psicologici,
limiti culturali, ecc. 

–  In ne, nella maggiore parte dei casi di interazione sociale il criterio di ottimizzazione non si può
applicare perché l’esito delle azioni non dipende solo dalle mosse del soggetto, ma anche dalle
risposte degli altri, ovvero dal fatto di essere immerso in un contesto di “azione strategica” —
dobbiamo tenere conto delle nostre azioni, di quelle degli altri, e delle interazioni tra le nostre e
quelle altrui


abbiamo limiti psicologic


culturali

La teoria dello scambio sociale


• Autori: George Homans, Peter Blau
• Lo scambio economico è solo un tipo particolare di scambio sociale
• La teoria assume che gli individui stabiliscano rapporti sociali perché motivati ad ottenere un
reciproco vantaggio (materiale, affettivo, informativo, deferenza, prestigio sociale, ecc) 


• Lo scambio sociale è regolato dal criterio di reciprocità, in base al quale ogni persona che si
impegna nello scambio intende scambiare qualcosa con altro che ha per lui uguale o maggiore
valore — quando ottengo dagli altri qualcosa uguale o maggiore rispetto a quello che io ho dat

• Se lo scambio avviene tra soggetti che hanno un livello comparabile di risorse il rapporto tra gli
stessi rimane equilibrato, ma se le persone impegnate nello scambio hanno livelli di risorse
diseguali allora lo scambio produce una relazione asimmetrica di deferenza-potere
deferenza= quello che ha meno risors
quelli con più risorse le trasformano in potere sugli altri


Il legame micro-macro
• Come spiegare le strutture e le istituzioni sociali a partire dalle credenze e azioni individuali?

– Il problema, centrale nella sociologia contemporanea, non è stato ancora risolto in modo
soddisfacente
• Tentativi più autorevoli:

– Teoria multidimensionale di Alexander (neofunzionalismo)
– Teoria della strutturazione di Anthony Giddens
– Teorie delle norme e dei comportamenti collettivi di James Coleman

La teoria critica della società


• La Scuola di Francoforte 


• La teoria critica della società unisce marxismo e psicanalisi freudiana


–  Critica al processo di razionalizzazione inteso come predominio della razionalità strumentale 

–  La ripresa del concetto marxiano di alienazione e la critica della società di massa (cultura,
consumi e comunicazioni)
• La società capitalistica è riuscita a contenere le forze che potevano portare al suo
superamento 

• La classe operaia ha abdicato alla sua missione di forza di rinnovamento sociale 

• Tensioni e con itti rimangono latenti o vengono direzionati in modo da non minacciare il
sistema capitalista 

– Le basi del totalitarismo: “La personalità autoritaria” di Adorno e Horkheimer

• Habermas: oltre la razionalità strumentale, la razionalità comunicativa


RIASCOLTA QUESTO PEZZO— LEZIONE 1 APRILE

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SECONDA PART
IDENTITà E SOCIALIZZAZION

RIPRODUZIONE SOCIALE E SOCIALIZZAZION

- La società rinnova costantemente i propri membri tramite nascita, morte e ussi migratori
- per la continuità della società è necessario trasmettere ai nuovi membri almeno una parte del
patrimonio culturale societario
- Socializzazione è il processo mediante il quale gli individui che fanno il loro ingresso nella
società ne diventano membri — processo di apprendimento della cultura della societ

COMPETENZE SOCIAL
- il patrimonio culturale di una società è costituito da valori, norme, atteggiamenti, conoscenze,
competenze, linguaggi che consentono alla società di esistere
— il patrimonio culturale di una società come quella contemporanea è troppo complesso e
articolato per essere trasmesso in toto a tutti i nuovi membri della societ

- analiticamente si distingue tra


— competenze sociali di base trasmesse a tutti i membri della societ
— competenze sociali speci che distribuito in base ai ruoli social

COMPETENZE SOCIALI DI BAS


sono relativamente indipendenti dalla posizione sociale occupata e si articolano in
- competenze comunicative, riguardo il linguaggi
- competenze relazionali — saper mettersi in relazione con gli altri
permettono la creazione di legami sociali e la cooperazione tra individu

COMPTENZE SOCIALI SPECIFICH


consentono agli individui di svolgere determinati ruol
— inseriscono competenze, conoscenze condivisi solo da quanti coinvolti nell’esecrazione dei ruoli
suddett

SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA E SECONDARIA


La socializzazione risulta di conseguenza distinguibile in primaria e secondaria
— La socializzazione primaria è costituita dai processi nalizzati a formare le competenze sociali di
bas
• Temporalmente si concentra generalmente nella fase iniziale del corso di vita, dalla nascita al
raggiungimento dell'età scolar
— La socializzazione secondaria costituita dai processi nalizzati a trasmettere conoscenze e
competenze richieste per esercitare determinati ruoli social
• Temporalmente ha inizio in genere con l'età scolare e dura l’intero corso di vita, ma non esiste
una netta separazione temporale tra socializzazione primaria e secondaria

Socializzazione primaria e formazione dell’identità


• La prima fase della socializzazione primaria: il rapporto madre-bambino
–  Interazione adulto-bambino 

–  Apprendimento 

–  Dipendenza 

–  Attaccamento 

–  Determinazione di modelli e regole di comportamento

nelle relazioni con i genitori si assimilano modelli e regole di comportamento, fondamentale per
l’ingresso nella società
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le regole si accompagnano alle sanzioni (comportamentismo) le sanzioni hanno un impatto sul


soggetto e lo orientano nel reagire o meno a determinati stimoli, a seconda della ricompensa o
sanzione negativa 


Regole e sanzioni
• Le sanzioni e i loro effetti
– Limiti degli approcci comportamentisti (meccanismi stimolo-risposta)

– Inef cacia ed effetti perversi delle sanzioni


• Il contesto dell’interazione

– Coerenza dell’applicazione delle sanzioni — ci deve essere coerenza e chiarezza
nell’applicazione, così da non creare confusaione nel bambin

– I tempi di applicazione delle sanzioni


– Il tipo di sanzione
» Sanzione sica > rispetto esteriore della norma

» Sanzione psicologica > interiorizzazione della norma

• La trasgressione — esperienza che il bambino fa nel comprendere i limiti della norma e


dell’autorità

Le relazioni extrafamigliari
• Allargamento della cerchia di persone con cui il bambino entra in relazione — il bambino
sperimenta rapporti con persone esterne alla famiglia — processo che aiuta a costruire una propria
individuialità
– Passaggio dal confronto con altri concreti (madre, padre) al confronto con l’altro generalizzato
• Emerge la capacità di giudizio autonomo
• Dal rispetto della norma per grati care l’altro concreto (genitore) all’interiorizzazione della norma

La formazione dell’identità
• Analiticamente si distinguono due componenti nel processo di formazione dell’identità
– Identi cazione
• Riferimento al senso di appartenenza ad un’entità collettiva, percepita come un “noi”
– Inclusione

– Individuazione
• Riferimento alle speci cità individuali che differenziano dagli altri
– Esclusione

Socializzazione e classi sociali


• I processi di socializzazione sono molteplici, variano sia tra società diverse che all’interno di una
stessa società e inoltre mutano nel tempo 


• La ricerca si è concentrata in particolare sulle differenze della socializzazione nelle diverse classi
sociali
–  Ricerche su classe media e classe operaia (anni ’70) momento di maggior sviluppo della classe
operaia
• Valori di riferimento erano diversi: per la classe operaia aveva valori della fabbrica— autorità e
disciplina
per la classe media il valore era quello della conoscenza, dello studio e fare carriera, investire su
se stessi e sulle proprie capacità— conseguire i propri obbiettivi e avere propria iniziativa


• Pratiche educative diverse in base alla classe: classe operaia - sanzioni e punizion
classe media - rafforzamento autostima, sanzioni positive

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• Ruoli genitoriali —ruolo dei genitori asimmetrico nella classe operaia, pari in quella media 


• Le determinanti:

– Risorse materiali e struttura delle opportunità
–  La cultura patriarcale e il rapporto tra i generi 

–  La cultura assimilata nella sfera lavorativa

–  Questi modelli di socializzazione hanno subito dei cambiamenti per effetto dell’evoluzione della
struttura di classe 


La socializzazione secondaria
• La socializzazione secondaria è de nita come l’insieme di pratiche messe in atto dalla società
per consentire agli individui di assumere ed esercitare ruoli adulti, ovvero formare le capacità
sociali speci che necessarie all’esercizio di tali ruoli 


• Ogni membro della società ricopre una molteplicità di ruoli nelle diverse sfere di vita
–  Sfera dei ruoli famigliari
–  Sfera dei ruoli lavorativi
–  Sfera dei ruoli relativi alle relazioni amicali
–  Sfera dei ruoli relativi alla partecipazione sociale e politica
–  L’insieme dei ruoli svolti da un membro della società è indicato come role set 


l’insieme di questi ruoli piegano ciò che siamo nella società da adult
l’insieme dei ruoli che un membro della società svolge viene detto role set — de nisce la sua
posizione precisa nella societ

Socializzazione come processo continuo


• La socializzazione è un processo continuo che si svolge per tutto l’arco della vita
– Tale continuità ha due implicazioni:
• Una certa cumulatività nei processi di apprendimento: ogni nuovo 

apprendimento utilizza molti elementi già appresi — accumuliamo conoscenze dei nostri processi
di apprendimento— questo accumulo signi ca che quando affrontiamo nuove situazioni
mobilitiamo schemi e modelli che abbiamo nel nostro repertorio. può essere una risorsa ma anche
un limite se non sappiamo adattarli alla nuova situazione.


• Passando dalla socializzazione primaria a quella secondaria il soggetto acquisisce un


controllo sempre maggiore sul processo, ovvero diventa egli stesso un agente della sua
socializzazione, in grado di compiere scelte che indirizzano il processo e condizionano l’azione
degli agenti di socializzazione — si diventa sempre più autonomi nelle scelte che orientatao il
nostro percorso nella società
si diventa un agente della propria socializzazione


Gli agenti della socializzazione secondaria (hanno un in uenza su di noi


• La scuola
– Socializza a modelli di comportamento che si rifanno a principi di
- autorità (differenza di ruolo tra insegnanti e alievi
- strumentalità — per poter raggiungere un obiettivo ci servono strumenti e dobbiamo passare per
obiettivi intermedi per raggiungere il n
- prestazione— istruazioni che emettono valutazion
- competizione — non tipico dell’istruzione italiana
e cooperazione — fare esami di gruppo in cui collaborano più membri
— gli stessi principi rilevanti nella socializzazione al lavoro

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• Il gruppo dei pari


–  A differenza di altri importanti agenti di socializzazione non struttura un rapporto asimmetrico
con il soggetto, ma di reciprocità 


–  Apprendimento di rapporti di solidarietà (senso di appartenenza, identi cazione) e di


competizione (individualizzazione) 


• I media
– Importanti non solo nella trasmissione di informazioni e conoscenze ma anche di valori,
atteggiamenti, modelli di comportamento — ci in uenzano
• Le organizzazioni — luogohi di lavoro, hanno un effetto su di noi


• I movimenti, le associazioni, i partiti 


• Il soggetto stesso — grazie l’acquisi<ione si conoscenze e competenze


I con itti di socializzazione


essendoci più agenti, non è detto che tutti ci t'aspettano modelli di socializzazione coerenti tra loro,
anzi potrebbero essere contrastanti (ciò che trasmette la scuola può essere diverso da quello che
viene trasmesso dai mass media
• I diversi agenti di socializzazione operano in mondo coerente e coordinato o ognuno persegue
una propria linea di azione con esiti contrastanti e divergenti? 


• E uno stesso agente di socializzazione agisce è intimamente coerente? 



– I mezzi di comunicazione di massa producono omologazione o dispersione?

La devianza

La concezione sociologica di devianza


• Si de nisce devianza ogni atto o comportamento anche verbale compiuto da una persona o un
gruppo che viola le norme di una collettività e che di conseguenza è soggetta a qualche forma di
sanzione
– Durkheim: un atto non urta la coscienza comune perché è criminale, ma è criminale perché urta
la coscienza comune
• Un atto non è deviante “in sé” (male in sé), ma può essere de nito deviante solo in
relazione al contesto socioculturale nel quale si veri ca (male perché proibito) 


• Anche all’interno dello stesso contesto socioculturale un atto può essere considerato
deviante in una situazione ma non in un’altra 


• Concezione relativistica della devianza — per gli studiosi sociali non c'è una valutazione
morale ma si prende atto che ogni società ha il suo modo di de nire gli atti devianti: è il contesto
sociale a de nire ciò che è deviante, non una legge morale che vale per tutte le società


Reati senza vittime e con vittime


• La concezione relativistica non vale tuttavia nello stessa misura per tutte le forme di devianza

– Reati senza vittime



• Ampia variabilità della condanna sociale nei diversi contesti socioculturali e nel tempo
– Non mancano però atti di questa categoria che sono condannati in quasi tutte le culture e le
epoche (es. incesto)
In passato nell'antico Egitto non veniva condannato l'incesto per certi ceti sociali: faraoni, divinità.


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– Reati con vittime


• Maggiore frequenza della condanna sociale nelle diverse culture e epoche, soprattutto per i reati
con vittime commessi ai danni di un membro della comunità

Lo studio della devianza


• La devianza è uno dei fenomeni sociali più dif cili su cui fare ricerca scienti ca
–  Le statistiche uf ciali sono in uenzate dalla de nizione che la società e i diversi ambienti sociali
di cui si compone danno dell’atto deviante 


–  Per gli atti criminali le statistiche giudiziarie registrano solo una parte dei crimini commessi
(criminalità uf ciale) 

• La parte non denunciata costituisce il cosiddetto “numero oscuro” dei delitti o “criminalità
nascosta” 


–  Il grado di attendibilità delle statistiche giudiziarie varia molto in funzione del tipo di reato
commesso 

• Vedi g.8.1pag.203 


La teoria della tensione


• Durkheim: alcune forme di devianza sono in parte dovute all’anomia 

– Anomia: mancanza delle norme sociali che regolano e limitano i comportamenti individuali 

– “non contenuti da un’opinione disorientata, gli appetiti non sanno più quali siano i limiti da non
superare”
quando le regole sono deboli o non ci sono, gli indivieui si autocontrollo di meno e tendono a non
avere un parametro per regolare i propri limiti e i propri comportamenti 


• Merton: la devianza è provocata da situazioni anomiche determinate da un contrasto o tensione


tra struttura culturale e struttura sociale 

– La struttura culturale de nisce le mete a cui tendere e i mezzi per raggiungerle 

– La struttura sociale distribuisce le effettive opportunità per raggiungere le mete indicate
attraverso i mezzi indicati come legittimi dal sistema culturale 


il tasso di devianza di una società dipende dal rapporto tra struttura culturale e strutture sociale:
non dipende dagli indivieu

La teoria della tensione 2


• La cultura americana indica nel successo economico una meta importante da raggiungere e il
lavoro, il risparmio, l’istruzione, il rispetto delle leggi e l’onesta come mezzi approvati per
raggiungerlo 


• Le agenzie di socializzazione (famiglia, scuola, mass- media) spingono gli individui a


raggiungere tale meta attraverso tali mezzi 


• Tuttavia gli appartenenti alle classi sociali svantaggiate hanno possibilità molto limitate per
raggiungere la meta del successo economico attraverso i mezzi culturalmente previsti 


L’adattamento alla tensione tra cultura e struttura sociale


non dipende dagli indivieui ma viene interiorizzata da essi

• Esiste una tensione tra meta e mezzi. A tale contrasto gli individui possono reagire in seguendo
diverse modalità di adattamento, di cui solo la prima non è deviante (tab. 8.3 pag. 207):
– Conformità: accettazione sia delle mete culturali che dei mezzi indicati per raggiungerle — ceto
medio- medio alto i quali hanno le risorse per arrivare alle mete culturali — non c’è tensione tra
loro, no devianza

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– Innovazione: adesione alle mete ma con ricorso a mezzi diversi da quelli indicati come leggitimi :
si raggiungono le mete ma con modalità diverse (ma osi

– Ritualismo: abbandono delle mete, ma rispetta le norme sui mezzi — opera

– Rinuncia: abbandono sia delle mete che dei mezzi culturalmente prescritti — disoccupat

– Ribellione: ri uto sia delle mete che dei mezzi e loro sostituzione con altre mete e altri mezzi —
hippie, artisti

La teoria del controllo sociale


per evitare la devianza è necessario esercitare un controllo sociale
• L’assunto di base è che la moralità degli esseri umani sia tendenzialmente debole e debba
essere quindi sostenuta da un intervento sociale 


• Ciò che si deve spiegare non è la devianza ma piuttosto la conformità: perché la maggior parte
delle persone non commette reati? 

• La risposta di questa teoria è che le persone siano trattenute dal commettere la violazione delle
norme dal controllo sociale 


Tipi di controllo sociale


• Tipi di controllo sociale:
– Controllo sociale esterno (sorveglianza nelle sue diverse forme) es professore durante un esame
– Controllo sociale interno
• Diretto (senso di imbarazzo, colpa, vergogna, ecc.)
• Indiretto (attaccamento psicologico ed emotivo per gli altri e desiderio di non perdere la loro
stima e affetto)

La teoria della subcultura


• La devianza, come la conformità, si apprende dall’ambiente in cui si vive = la società è
divisa in ambienti diversi, ognuno dei quali ha una propria subcultura (le quali possono non
essere coerenti con la cultura uf ciale — norme ecc
la subcultura è deviante rispetto a quella original

– Il comportamento deviante si forma all’interno di subculture con valori e norme diverse da quelle
della società complessiva e viene trasmesso di generazione in generazione

– L’apprendimento avviene nell’ambito della vita quotidiana e riguarda il sistema di valori e norme,
gli atteggiamenti, le competenze tecniche, le razionalizzazioni favorevoli all’azione deviante
(argomentazioni a favore dei comportamenti non legittimi
le subculture non hanno delle vere e proprie istituìioni scolastiche— quindi l’apprendimento avvien
nella vita quotidiana

• La ricerca di Shaw e McKay sulla Chicago negli anni ’20 — città con molti problemi sociali (è una
metropoli
città in mano alle bande criminali
gli studiosi suddivisero la città in cerchi concentric
nel cerchio centrale — parte più vecchia della città dove vivevano i più poveri, + devianz
più ci si allontana dal centro, più la situazione del tenore di vita miglior
ogni cerchio ha tassi di criminalità diversi — maggiori nelle zone più vecchi

gli individui che entravano nella città (parte centrale) si conformavano alla cultura — quando però
riuscivano ad uscire da quella zona cambiavano atteggiamento e propensione al crimine
nonostante ci fosse un elevata mobilità i tassi di criminalità rimanevano costanti

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Devianza come conformità alle subculture


• Sutherland:

– Chi commette un reato lo fa perché si conforma alle aspettative del suo ambiente
io faccio quello che ho appreso (sono conformista non deviante

– Gli individui quindi violano le norme della società generale perché si conformano a quelle del
proprio gruppo

– Le sue motivazioni in questo senso non sono qualitativamente diverse da quelle di chi rispetta le
leggi, perché ad essere deviante non è l’individuo, ma il gruppo a cui appartiene

La teoria dell’etichettamento
ha origine statunitense

• I teorici dell’etichettamento sostengono che l’analisi della devianza deve tenere conto non solo
dell’atto di violazione della norma ( es un furto)
ma anche del processo di creazione e applicazione delle norme: la devianza è il prodotto
dell’interazione tra chi crea le norme, chi le fa applicare e chi le viola
contata tanto ilprocesso di creazione delle norme — es di fronte a tre reati dello stesso tipo ce una
condanna, prima no
questo ha portato ad una violenza maggiore (uccidevano tutti i testimoni
il com devidamente deve essere analizzato anche in base alle strategie che gli individui possono
attuare per sfuggire alle sanzion
se il sistema prevede una sanzione, questa cosa provocherà nelle diverse persone

• La prospettiva della teoria dell’etichettamento è espressa dai due seguenti assunti: 



– Non è la devianza che causa il controllo sociale, ma è il controllo sociale che porta alla
devianza 

– La devianza non è una qualità dell’azione commessa, ma la conseguenza dell’applicazione di
regole e sanzioni

L’etichettamento
• Commettere un atto deviante non implica automaticamente la condanna sociale: non è deviante
chi commette un atto deviante, ma lo è chi viene etichettato con un marchio di condanna sociale
e fatto oggetto di sospetto, timore, ostilità, ecc.
si può essere etichettati devianti anche se non lo si è — in una ricerca: almeno 1/3 dei condannati
a morte erano innocent

tangentopoli: buona parte della classe dirigente venne indagata poiché erano corrotti — questo
portò a condanne social
(( bettino craxi— gli lanciavano monetine (come per dire prendi anche questi soldi))


la teoria sottolinea la reazione della società che etichetta come deviante una person

• L’etichettamento di un individuo come deviante porta (gli altri) chi lo considera tale a
reinterpretare anche la sua condotta alla luce dell’etichetta attribuitagli, sia quella passata che
quella presente e in uenza le aspettative su quella futura

• L’etichettamento non ha solo un effetto sulla rappresentazione di chi entra in rapporto con
l’individuo colpito dalla condanna sociale, ma in uisce anche sulla rappresentazione che
l’individuo in questione ha di sé stesso, ovvero in uenza la sua identità e la sua condotta futura

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soprattutto per i minori, dopo l’etichettamento vengono inseriti in ambienti con altre subculture (es
carcere)


Devianza primaria e secondaria


• Edwin Lemert ha introdotto la seguente importante distinzione:
– Devianza primaria:
• Violazioni delle norme che hanno un impatto limitato in chi le compie, che di conseguenza non si
considera un deviante, e che non determinano uno stigma sociale da parte di altr
io supero il limite di velocità però non produce una condanna sociale, quindi io non mi sento
deviante e gli altri non mi vedono deviant

– Devianza secondaria:
• Si veri ca quando l’individuo è oggetto di condanna sociale e questo stigma provoca in lui un
cambiamento nell’identità e nella condotta
parte così La carriera di deviante
io faccio un furto di birre e non vengo beccat
dopo anni il negoziante nota che sono state rubate le birr
allora si attrezza e mette la telecamera, coglie sul fatto la persona che sta ruband
questa persona viene espulsa dall’uni
non troverà una buona occupazione, comincerà a ber

La teoria della scelta razionale


• Filoneutilitarista: gli individui agiscono razionalmente perseguendo i propri interessi, ricercando il
piacere e fuggendo il dolore

• L’atto deviante non è l’esito di in uenze esterna ma di una scelta intenzionale e libera
dell’individuo:
– Per lo più chi decide di violare una norma è perché si attende di ricavarne bene ci maggiori di
quelli che ritiene di ottenere rispettando la norma

• Secondo questa prospettiva gli individui che commettono atti illeciti non sono da considerarsi né
patologici né malvagi ma piuttosto normali, in quanto i motivi che spingono ad un’azione illecita
sono gli stessi che muovono quella lecita, ovvero ricerca del guadagno, del potere, del prestigio,
del piacere

I costi della devianza


• La teoria della scelta razionale è diffusa tra gli economisti, ma vi aderiscono anche sociologi.

– Questi ultimi hanno proposto una tipologia dei costi ai quali si espongono i devianti:
• Costi esterni pubblici – (sanzioni legali in itte dallo Stato, conseguenze negative sulla
reputazione sociale)
• Costi esterni privati – (costi di attaccamento derivanti dalle sanzioni informali degli “altri
signi cativi” — si riferiscono a perse a cui teniamo)
• Costi interni – (senso di colta, vergogna, ecc. derivanti dall’autosanzionamento per la
trasgressione delle norme interiorizzate)

La famiglia
De nizione di famiglia e parentela
• La de nizione generale di famiglia è quella della “famiglia di censimento” utilizzata dall’Istat: 

– L’insieme delle persone unita tra loro da legami di parentela, di affetto, di servizio o di ospitalità
che vivono insieme sotto lo stesso tetto 


• Per parentela si intendono tutti coloro che, siano o meno conviventi, sono legati da vincoli di
liazione (nonni, nipoti, gli), matrimonio e adozione
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Parentela e discendenza
• L’antropologia distingue due sistemi fondamentali di discendenza:
– Il sistema cognatico: il parentado (l’insieme dei parenti) è formato da tutti i discendenti di una
persona sia in linea maschile che femminile (è il nostro sistema, per noi sono parenti sia i
discendenti di nostra glia sia di nostro glio)

• È il sistema di discendenza diffuso nelle società occidentali

–  Il sistema unilineare: il parentado è formato dai discendenti da un antenato comune appartenenti
o solo alla linea maschile o solo a quella femminile

–  Clan: quando il capostipite mitico o ttizio — quando le persone si sentono discendenti da un


capostipite mitico o ttizio (può anche non essere un essere umano es aquila)


–  Lignaggio: quando è possibile risalire geneologicamente all’antenato comune


albero genealogico che parte da un antenato comune
funziona ad esempio nelle famiglie nobili 


La discendenza unilineare
• Si divide in due tipi in funzione del genere: 


• Discendenza patrilineare: nella de nizione della parentela contano solo le linee maschili, ovvero
l’anello di congiunzione parentale è maschile (relazioni agnatiche) 

– Esempio: antenato maschio, i suoi fratelli e sorelle, i suoi gli e glie e i gli e le glie dei suoi
fratelli, ma non i gli e le glie delle sue sorelle e delle sue glie 


• Discendenza matrilineare: nella de nizione della parentela contano solo le linee femminili,
ovvero l’anello di congiunzione parentale è femminile (relazioni uterine) 

– Esempio: l’antenata femmina, i suoi fratelli e sorelle, i suoi gli e glie, i gli e le glie delle sue
sorelle, ma non i gli e le glie dei suoi fratelli e dei suoi gli 


attraverso il matrimonio si sancisce un legame che presiede la riproduzione social


è un istituzione poiché è molto regolat
regole che indicano chi si può sposare:
Esogamia ed endogamia

• Esogamia: norme che vietano unioni coniugali tra membri di un de nito gruppo (il propio parte
non deve appartenere al propio gruppo di appartenenza)
• Endogamia: norme che prescrivono la scelta del coniuge all’interno del gruppo di
appartenenza

– Esempi di gruppo: nucleo famigliare, clan o lignaggio, comunità, gruppo religioso, casta

Esogamia
• L’esogamia riguardo al nucleo famigliare è molto diffusa
– Tabù dell’incesto: proibite unioni tra madre e glio o padre e glia in tutte le culture conosciute e
tra fratello e sorella grandissima maggioranza delle culturale note
eccezioni— matrimoni tra fratelli e sorelle (antico egitto: era ampiamente praticato— cleopatra era
discadente da 3 generazioni tra fratelli e sorelle
• Spiegazioni biologiche e socioculturali dell’incesto — difetti genetici, con itti all’interno
del nucleo familiare
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• L’esogamia riguardo al clan è invece attualmente poco diffusa


• Spiegazioni sociologiche dell’esogamia di clan — si possono creare alleanza con altri
clan

Endogamia
• Caste indiane
• Matrimonio fra cugini paralleli di linea patrilineare nei paesi arabi
— anche alcune religioni invitano a sposarsi con quelli della stessa religione
— classe sociale: matrimonio con persone dello stesso rango social

quanti matrimoni si possono avere contemporaneamente


Monogamia e poligamia
• Monogamia: norme che vietano di avere più di un coniuge 

• Poligamia: norme che ammettono il matrimonio con due o più persone 


– Poliandria: norme che ammettono che una donna possa avere due o più mariti
• Poco diffusa: in aree del Tibet o dell’India si pratica la poliandria fraterna

– Poliginia: norme che ammettono che un uomo possa avere due o più mogli
• Molto diffusa: su 900 quasi società analizzate dagli antropologi, l’82% ammette la poligamia, il
16% solo la monogamia, il rimanente la poliandria
– Presente nel mondo arabo, ma solo circa il 2-3% degli uomini arabi coniugati, per lo più di
estrazione sociale elevata, ha più di una moglie
molti uomini avevano più mogli quindi i giovani si trovavano senza moglie

– Presente e diffusa nell’Africa nera


– Levirato: diritto-dovere del fratello di un defunto di sposarne la vedova

• Spiegazioni antropologiche e demogra che della poliginia


le donne hanno tempi di riproduzione di 9 mesi, mentre l’uomo è subito riproduttivo, per avere una
famiglia con tanti gli bisogna avere un uomo con tante donne — soprattutto nelle famiglie agricole
(dove più gli possono lavorare la terra) = famiglia patriarcale

La famiglia monogamica
• Frédéric Le Play condusse nel XIX secolo le prime indagini sulla famiglia che lo portarono ad
elaborare la seguente classi cazione: 

– Famiglia patriarcale — pater familia ha l’autorità sui gli e sulla moglie

– Famiglia instabile — formata dall’unione di due giovani che vanno a vivere da soli
instabile perché i due giovani non erano controllati dall’autorità della generazione più anziana, i
genitori

– Famiglia ceppo — merito, moglie, gli — il primo genito viene trattenuto a casa, gli altri devono
abbandonarla quando si sposan
ceppo perche è come se ci fosse un albero e bisogna mantenere il ceppo originale 


• Classi cazione in base alle regole di residenza della coppia dopo le nozze
–  Residenza patrilocale - la coppia va vivere nella casa dei genitori del marito
–  Residenza matrilocale - la coppia va vivere nella residenza dei genitori della moglie
–  Residenza bilocale - la coppia può scegliere se andare dalla famiglia del marito o moglie
–  Residenza avuncolare - presso gli zii (perlopiù nelle società matriarcali)
–  Residenza neolocale - la coppia va a vivere in una nuova abitazione separandosi dalle vecchie
generazioni 


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struttura della famiglia (ambito dei legami monogamici):


La tipologia di famiglia di Laslett
• Attualmente gli studiosi adottano la classi cazione delle famiglie monogamiche proposta
dall’inglese Peter Laslett, fondata sui criteri della residenza e della composizione:
–1  Famiglia nucleare: formata da una sola unità coniugale, che può essere di due tipi:
• Completa: coniugi senza o con gli
• Incompleta o monoparentale: un coniuge con gli 


–2  Famiglia priva di struttura coniugale: formata da persone che non hanno tra loro legami
coniugali, ma altri legami parentali — nonna col nipote, fratello e sorella, 2 cugini 


–3  Famiglia del solitario: formata da un solo individuo (sono in rapida diffusione)


–4  Famiglia estesa: formata da una unità coniugale e uno o più parenti conviventi. — marito
moglie, gli e la nonna


• La famiglia estesa viene a sua volta classi cata in funzione del rapporto che i parenti conviventi
hanno con il capofamiglia:
a seconda che sia della stessa generazione o generazioni diverse
–  A estensione verticale — marito moglie e la madre di lei 


–  A estensione orizzontale — se il parente è della stessa generazione dei due membri del
nucleo coniugale, marito moglie e la sorella di lui

–5 Famiglia multipla: formata da due o più unità coniugali


• La famiglia multipla viene a sua volta classi cata in funzione del rapporto tra i nuclei coniugali:
–  Multipla verticale — marito, moglie, glio con la moglie = due generazioni diverse


–  Multipla orizzontale — due fratelli che sposano due sorelle 


–6 Famiglia complessa: una famiglia al tempo stesso estesa e multipla


nonna, coppia dei genitori e coppia dei nipoti

Famiglia patriarcale o coniugale intima


• La famiglia monogamica si può classi care anche in base ad altri criteri, quale ad esempio la
qualità dei rapporti, prevalentemente di autorità o di affetto, che legano tra loro suoi componenti. In
base a questo criterio si distingue tra: 


• Famiglia patriarcale
–  È caratterizzata da una rigida separazione di ruoli tra i suoi membri in funzione di sesso ed età,
e da relazioni asimmetriche di autorità (in base al genere e all’età
tra marito e moglie, genitori e gli, suocera e nuora. 


–  I genitori in uiscono sulla scelta del coniuge e dopo il matrimonio il legame tra sposo e genitori
rimane molto importante 


• Famiglia coniugale intima


–  È caratterizzata da un sistema di ruoli essibile, meno in uenzato da sesso ed 

età e con relazioni più simmetriche 


–  La scelta del coniuge è più libera e il legame coniugale prevale per importanza sul legame tra lo
sposo e i suoi genitori 


Sistemi di formazione della famiglia


• Hajnal: nella società preindustriale vi erano due diversi modi prevalenti di formazione della
famiglia:
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– Sistema europeo
• Matrimonio in età relativamente avanzata (26 per i maschi, 23 per le femmine) e quota
signi cativa di persone che non si sposavano nel corso dell’intera vita (10-15%)

• Residenza neolocale e struttura nucleare per le nuove famiglie 


• Diffusa uscita dalla famiglia di origine per motivi lavorativi in età prematrimoniale 


• Diffuso nei paesi dell’Europa nord-occidentale

• – Sistema asiatico 


• Matrimonio in età più precoce 


• Ingresso degli sposi in una famiglia multipla nella quale era presente una coppia più anziana
(genitori dello sposo) 


• Non vi era l’uso del lavoro a servizio fuori casa in età prematrimoniale 


• Diffuso in particolare in Asia 


Il caso italiano
• Il modello europeo era diffuso nei grandi centri urbani e in Sardegna
• Il modello asiatico era presente nel medioevo nelle campagne orentine 


• Ma sono stati rilevati altri due sistemi di formazione della famiglia:


–  Il primo era diffuso nell’Italia Meridionale:
• Età di matrimonio avanzata per gli uomini (28) e precoce per le donne
• Residenza neolocale e struttura nucleare
• Assenza del lavoro prematrimoniale lontano dalla famiglia di origine 


–  Il secondo era diffuso nelle zone nella quali era diffusa la mezzadria (Emilia, Toscana,
Marche, Umbria
La mezzadria è un accordo che consisteva che
contadini coltivavano la terra del latifondista e poi il raccolto veniva diviso "'mezzadria
amela
-› produrre il più possibile per tenersi più coselvenderle sul mercato, il proprietari
terriero teneva la metà del raccolto perché proprietario della terra
In quest'ottica: più numerosa è la famiglia, più ampio può essere 'appezzamento di terra ch
la famiglia contadina af tta dal latifondista -› conviene avere molte braccia
• Età di matrimonio relativamente avanzata anche per le donne (24-25)
• Residenza patrilocale e struttura a famiglia multipla
• Diffusione di lavoro fuori casa in età prematrimoniale presso altre famiglie come garzoni

La famiglia moderna
• A lungo i sociologi hanno ritenuto che la famiglia nucleare e coniugale fosse nata con il passaggio
dalla società tradizionale a quella moderna
–  Le Play: industrializzazione, urbanizzazione e cambio del regime successorio hanno provocato il
passaggio dalla famiglia patriarcale e a ceppo a quella instabile 


–  Durkheim: legge della contrazione progressiva della famiglia ????


–  Parsons: famiglia nucleare coniugale risposta adattativa ai mutamenti del sistema economico
che si trasforma con la rivoluzione industriale e che recluta le persone non in base a caratteristiche
ascritte ma in base a caratteristiche acquisite ed inoltre impone una forte mobilità geogra ca e

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• Le ricerche più recenti hanno tuttavia indicato che l’industralizzazione non è la causa
fondamentale della genesi della famiglia moderna 


Mutamenti nella struttura famigliare


Per Laslett si possono individuare due modelli di sviluppo della struttura famigliare in Europa nel
passaggio dal medioevo all’età moderna:
–  Europa centro-settentrionale: prevalenza del modello neolocale- nucleare dal medioevo: questo
tipo di famiglia è quindi antecedente alla rivoluzione industriale 


–  Europa meridionale: urbanizzazione e industrializzazione hanno contribuito fortemente


all’affermazione del modello neolocale- nucleare e al declino delle famiglie complesse a residenza
patrilocale 


• Caso italiano: nelle regioni meridionali e nelle città del centro-nord la popolazione seguiva la
regola della residenza neolocale già prima dell’industrializzazione

Mutamenti nelle relazioni famigliari


• Nell’era medioevale e moderna a quella contemporanea sono intervenute in Occidente importanti
trasformazioni nelle relazioni famigliari:
– Attaccamento ai neonati
– Allevamento dei bambini
– Rapporto tra i coniugi

– Autorità dei genitori

attaccamento ai neonati:
Poiché la mortalità infantile era più ampia, l'attaccamento emotivo ai neonati era ritardato.
Nel primo anno di vita non si investiva affetto sul neonato perché c'era molta incertezza sulla su
sopravvivenza -› autodifesa, distacco maggiore verso il bambino, rispetto a quello attuale. Nell
nostra epoca, negli ultimi decenni, le nascite sono molto più rare. Ai tempi c'erano molti nati m
anche molti decessi di loro = attaccamento inferiore; si può riscontrare in aree del mondo molt
povere, in cui c'è ancora il fenomeno di un elevata mortalità infantile. "'insensibilità" derivata d
un contesto sociale più duro, dove la morte dei bambini è più presente e quindi c'è minor
investimento nella prima fase più critica.

ALLEVAMENTO DEI BAMBIN


Maggior benessere, distribuzione della ricchezza, istruzione... cambiamento nello stile d
allevamento dei bambini che, alle origini, esempio famiglie nobili dipinti su tela, i bambini eran
dei piccoli adulti, vestiti come tale. Non c'era ancora una consapevolezza che l'infanzia, e
eventuale adolescenza, fossero fasi distintelseparate da quella adulta, con caratteristiche propri
e importanti per lo sviluppo. All'inizio della rivoluzione industriale i bambini venivano usati com
adulti nelle miniere\fabbriche, n da quando erano in grado di lavorare (5-6 anni). E' con l
maturazione culturale che l'Europa compie nell'800 che si comprende che queste sono fasi dell
vita con caratteristiche distintive dell'età adulta; anche perché la società ha bisogno sempre di pi
di individui più istruiti e invece di essere impegnati in lavori manuali, si impegnano in un percors
di apprendimento di competenze che li rende più produttivi in seguito
> Soltanto con 1 trastormarsi del
(800-900). Ecco perché in altri paesi, in fase più arretrata come sviluppo economico
culturale, la concezione nei confronti del bambin1 e degli adolescenti e diversa (in alcune are
e strati sociali)

RAPPORTO TRA CONIUG


Tradizionalmente era molto asimmetrico: donne subordinate agli uomini nel rapport
matrimoniale. Spesso erano private dei più elementari diritti: no risorse economiche, il marit
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decideva su molte delle loro azioni\scelte. Non dappertutto, in tutti i luoghi (Sardegna, maggior
potere delle donne). Però tendenzialmente erano subordinate. Con la contemporaneità,
rapporti divengono sempre piu asimmetric
Ci sono due passaggi storici importanti
Immediato dopo guerra, con la costituzione italiana (da Monarchia a Repubblica), l
donne acquisiscono il diritto di vot
Con le lotte del femminismo, anni '70, si acquisiscono ulteriori diritti, di parità, che pian
piano fanno strada nella società. Non cambia solo l'aspetto formale, ma anch
sostanziale: del rapporto concreto tra le persone: diritto a uscire di casa. poter frequentar
delle persone..

AUTORITA' DEI GENITOR


Rapporto genitore- glio. Tradizionalmente la famiglia era molto gerarchizzata, i gli eran
subordinati all'autorità dei genitori. Attualmente i rapporti sono più simmetrici, i genitori hann
cambiato il loro ruolo e il loro rapporto nei confronti dei gli.

Crisi della famiglia coniugale


• Declino della famiglia coniugale nei paesi occidentali. A partire dalla metà degli anni sessanta si è
riscontrato:
– Crisi della nuzialità — ci si sposa di meno

– Aumento delle separazioni e divorzi — moltissime cause tra cui il fatto che la donna ha una
maggiore autonomia, consapevolezza dei papi diritti— non si accettano più situazioni
problematiche
si affronta il matrimonio senza un adeguata preparazione psicologica derivata dalla pressione
social

– Moltiplicazione dei tipi di famiglia


• Persone sole
• Famiglie nucleari incomplete o monoparentali
• • Famiglie ricostituite — separati con nuovi partner

– Forte calo della fecondità — fondamentalmente il problema è economic

Diminuzione della nuzialità


• In tutti i paesi occidentali si è riscontrato un diminuzione della nuzialità e un innalzamento dell’età
di matrimonio
–  Aumento dei giovani che vivono soli 


–  Si prolunga la permanenza dei giovani presso la famiglia di origine 


–  Aumento della convivenze more uxorio

• Cause generali
–  La mutata posizione della donna tra lavoro e famiglia — c’è un basso tasso di occupazione
femminile soprattutto al sud italia
a partire dagli anni 70 la donna ha cominciato ad entrare sempre di più nel mondo del lavoro il che
ha permesso autonomia: possono scegliere se impegnarsi o no in una relazione— non sono più
obbligate perche non devono dipendere economicamente 


–  Carattere “sperimentale” dell’unione di coppia — si sperimenta se la convivenza, la relazione


funziona o men

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• La convivenza prenuziale (in sostituzione del tradizionale danzamento):


• – Breve durata (1-1,5 anni)

– Infecondità

– Carattere di prova 


• La convivenza come unione libera alternativa al matrimonio


–  Visione critica dell’ istituzione matrimoniale 


–  Impossibilità legale del matrimonio 


–  Svantaggi economici

• Adulterio non costituisce più reato 

• Pari cazione trattamento legale tra gli legittimi e illegittimi 


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Strati cazione e classi sociali

Strati cazione e classi sociali


la strati cazione è un fenomeno macro (riguarda l’intera società) e anche la posizione che ognuno
ha all’interno di essa
• La strati cazione sociale è il sistema delle disuguaglianze strutturali della società (non
temporanee, ma che permangono

due categorie di diseguaglianze


–  Disuguaglianze distributive: riguardano le ricompense materiali (denaro, propietà, reddito) e
simboliche ( occupazione es i medici vengono trattati con rispetto) — come si distribuiscono le
risorse tra i vari individui della società 


–  Disuguaglianze relazionali: i rapporti di potere fra gli individui e i gruppi —le relazioni spesso
sono asimmetriche, chi comanda e chi obbedisce


–  Uno strato è dato dall’insieme di individui che detengono una quantità omogenea di ricchezza e
prestigio o che occupano la stessa posizione all’interno dei rapporti di potere
concetto tratto dalla geologia— le rocce sono formate da diversi strati, lo stesso la societ
deriva dalla sociologia anglosassone perché quella europea ragiona in termini di class
Deriva dalla sociologia americana perché quella europea ragiona più in termini di classi che di
strati. Gli strati possono assumere diverse forme storiche speci che (esempio: le caste in India, i
ceti che rappresentano una distinzione per livello di cultura).

– Forme storiche speci che degli strati: es. caste, ceti, classi
– Criteri di strutturazione del sistema (es. genere ed etnia)
come le società al suo interno si differenziano in termini di diseguaglianze?
es diseguaglianze di genere (differenze retributive) o il tasso di occupazione , opportunità di
carriera

Le disuguaglianze sono un argomento fondamentale, soprattutto oggi, perché il livello è aumentato


notevolmente, specie a livello di ricchezza. Basti pensare a come, oggi, poche persone al mondo
detengano un patrimonio che supera notevolmente il livello medio di ricchezza nel mondo,
causando un divario estremamente netto.

• La strati cazione sociale è universale, anche nelle società più semplici sono sempre esistite
disuguaglianze strutturate
• Quali sono le condizioni che favoriscono le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza
(Lenski 1966)?
– L’aumento del surplus economico , cioè storicamente l’affrancamento dall’economia di
sussistenza e l’aumento della produttività agricola
più una società è in grado di produrre beni, merci e servizi in grande quantità, di arricchirsi, più
paradossalmente questa ricchezza si concentra e aumentano le disuguaglianze. Nell’andamento
storico il salto della disuguaglianza è avvenuto nel passaggio dalle società di caccia e raccolta, che
non potevano conservare e accumulare beni alimentari, alle società agricole, che scoprono di
poter produrre, attraverso la coltivazione, più beni alimentari e soprattutto quelli che si possono
conservare. C’è un salto di qualità e nascono i grandi imperi.

– la concentrazione del potere politico (es. l’aristocrazia nelle società tradizionali e la democrazia
nelle società industriali)
più il potere politico è concentrato, più aumentano le disuguaglianze. Esempio: l’aristocrazia si
riteneva qualitativamente diversa dalle altre categorie della società.
Perché le società suddividono i loro individui in base a ricchezza, prestigio, ecc.?

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Teorie della strati cazione


• La teoria funzionalista:
– L’obiettivo non è spiegare le evoluzioni storiche della disuguaglianza, ma studiarne gli aspetti
comuni a tutte le epoche e tutte le società
– La strati cazione è universale perché risponde ad un’esigenza funzionale speci ca della società,
cioè assegnare una posizione ad ogni individuo nella struttura e spronarlo ad agire in maniera
consona al buon funzionamento del sistema sociale (motivazione) → la disuguaglianza è
necessaria

Strati cazione sociale Teorie del con itto


• Le classi sociali secondo marx

– Il concetto di classe sociale nasce uf cialmente con il Manifesto del Partito Comunista del 1848
di Marx ed Engels
• –  Materialismo storico-dialettico → la storia umana è fatta dal continuo dispiegarsi di lotte fra
classi dominanti e classi subalterne; quando il con itto non è esplicito è latente 


–  La strati cazione non è funzionale e necessaria, ma l’effetto della capacità della classe
dominante di difendere i propri privilegi 


–  Le disuguaglianze si fondano sui rapporti di produzione (struttura e sovrastruttura), cioè sulla
proprietà privata dei mezzi di produzione 


–  Classe in sé (stessa posizione nelle relazioni di proprietà) e classe per sé (consapevolezza degli
interessi comuni); fattori che favoriscono il passaggio: comunicazione (es. concentrazione spaziale
nella fabbrica), omogeneità (assenza di strati cazione interna alla classe), scarsa mobilità sociale

! per Marx la strati cazione non è né funzionale, né necessaria. La strati cazione non è che
l’effetto di meccanismi che le classi dominanti mettono in atto per difendere i propri privilegi. Il
concetto di classe sociale è stato proposto da Marx ed Engels nel Manifesto del Partito Comunista.
La società è fatta di classi sociali e la storia non è altro che l’avvicendarsi di lotte di classe !
materialismo dialettico. Le classi sono sempre in con itto tra loro sulla distribuzione delle risorse e
le disuguaglianze sono l’esito di questo con itto distributivo che sta avvantaggiando una classe a
discapito delle altre. Le disuguaglianze si basano sui rapporti di produzione, cioè sulla proprietà
privata dei mezzi di produzione che permette alla classe capitalista di possedere quello che viene
prodotto, lasciando ai lavoratori, che in effetti sono quelli che producono la ricchezza, un salario
che permette loro di sopravvivere. La proprietà privata dei mezzi di produzione è la grande fonte di
disuguaglianza nella società capitalistica. C’è la distinzione tra classe in sé, il semplice fatto di
appartenere ad una determinata classe sociale, e classe per sé, insieme di persone che
condividono la stessa posizione nei rapporti di produzione che prende consapevolezza di avere
interessi comuni proprio rispetto alla distribuzione della ricchezza prodotta. Marx comincia a
ragionare su quali fattori permettono di passare dalla classe in sé alla classe per sé:

· comunicazione ! è una cosa non scontata perché prima della rivoluzione industriale i lavoratori
erano per lo più servi della gleba ed erano dispersi sul territorio, quindi, avevano dif coltà a
comunicare tra loro. Con la rivoluzione industriale nascono le grandi fabbriche e i lavoratori si
trovano ad essere in tanti, concentrati nello stesso luogo. Questo favorisce i contatti umani, le
relazioni, lo scambio di informazioni e di idee;
· omogeneità ! più le persone riconoscono nell’altro la stessa situazione che vivono loro, più
sentono di appartenere ad uno stesso gruppo e più si mobilitano in modo organizzato;
· mobilità interna ! le persone tendono ad accettare condizioni di lavoro sfavorevoli se hanno
l’aspettativa di cambiare. Un sistema capitalistico insisterà molto sulla speranza di fare successo
perché, più le persone coltivano questa speranza, più non penseranno alla condizione che stanno
vivendo.

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• Classi, ceti e gruppi di potere secondo Weber
–  Teoria multidimensionale della strati cazione (riproduzione del tessuto sociale attraverso
l’aggregazione degli individui)

• Economia→ Classi (interessi materiali a determinare la strati cazione) 


• Cultura → Ceti, gruppi di persone che condividono valori e ideali comuni)


Onore di ceto = le persone che appartengono allo stesso ceto si considerano sullo stesso piano
e si rispettano reciprocamente, è una sorta di alleanza per affermare il proprio prestigio collettivo.
Questo comporta alcune conseguenze come l’omogamia di ceto, cioè ci si sposa all’interno dello
stesso ceto

• Politica → Partiti e gruppi di potere che competono per il controllo del sistema decisionale, non
per fare gli interessi della collettività ma per i propri interessi


–  Classi: è la situazione di mercato che determina la classe di appartenenza


• Mercato del credito (creditori e debitori) 

• Mercato delle merci (venditori e consumatori) 

• Mercato del lavoro (lavoratori e imprenditori) 


–  Ceti: comunità di individui con lo stesso stile di vita e di consumo con un forte senso di
appartenenza (es. su base professionale o etnica)
• Onore di ceto → il prestigio riconosciuto sulla base del rispetto di regole di comportamento
sociale (es. omogamia di ceto) 


• Chiusura sociale → rigide regole di accesso alle risorse e alle opportunità di ceto (es.
caratteristiche ascritte degli individui) 


Strati cazione sociale Teorie del con itto


• Lo squilibrio di status secondo i sociologi americani (Lenski 1954)
–  Si ispirano alla teoria multidimensionale della strati cazione di Weber 


–  In ogni società esistono diverse scale gerarchiche (reddito, potere, prestigio, istruzione) e ogni
individuo occupa un posto in ognuna di esse 


–  Si ha uno squilibrio di status quando lo stesso individuo occupa posizioni disomogenee (nelle
diverse gerarchie) in base alle aspettative sociali condivise (es l’arricchito che ha un basso livello
di istruzione)


–  Gli attori sociali coinvolti possono sviluppare problemi psicologici (es. disturbi psicosomatici),
rimanere isolati o reagire attraverso la radicalizzazione politica 


–  su questo sono state fatte numerose Ricerche: lo squilibrio dato da un elevato status ascritto e
un basso status acquisito (un soggetto proviene da una famiglia con un elevato status sociale ma
non riesce a riprodurre lo stesso livello di istruzione dei genitori )
produce in genere un atteggiamento intra-punitivo (il soggetto tende ad attribuire la causa dello
squilibrio a se stesso →problemi psicologici); nel caso contrario il soggetto assume un
comportamento extra-punitivo (vede cioè la causa dei suoi problemi nella società), chiedendo un
cambiamento nell’allocazione delle risorse sociali 


Le classi nella società moderna e contemporanea (non da studiare)
• Tutti i cittadini sono riconosciuti uguali per diritto, ma non lo sono di fatto
• Esistono disuguaglianze strutturate non casuali
• I dibattiti e la produzione scienti ca delle scienze sociali sulle classi sono sempre stati molto
ampi: cosa sono? Quante sono? Quali sono i loro con ni e come interagiscono le une con le altre

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Le classi sociali

Due schemi di classi cazione
• Schema 1: sulla base di tre categorie di reddito (Paolo Sylos Labini)
–  Rendita: af ttare le proprietà che si hanno a disposizione (esempio: proprietà fondiarie, date in
af tto a dei contadini che le coltiveranno);

–  Pro tto: capitalisti (industriali, agrari, commerciali) ciò che rimane al capitalista dalla vendita
delle merci che l’azienda ha prodotto, una volta tolte le altre spese;

–  Salario: stipendio degli operai 


• Le categorie di reddito de niscono 5 grandi classi sociali:



– Borghesia (piccolissima parte della società data da grandi proprietari, imprenditori, alti dirigenti,
professionisti)
–  Piccola borghesia autonoma (lavoratori autonomi: agricoltura, artigianato, commercio) 


–  Classe media impiegatizia ( individui stipendiati ma con un reddito più alto, si differenziano dalla
classe operaia per il livello di istruzione, impiegati pubblici e privati) 


–  Classe operaia (agricoltura, industria, servizi) 


–  Sottoproletariato (coloro che entrano ed escono dalla disoccupazione) povertà continua 


• Schema 2: sulla base di due criteri (Goldthorpe)


–  La situazione di lavoro (posizione nella gerarchia organizzativa e reti di relazioni sociali che vi
corrispondono a quella posizione) 


–  La situazione di mercato (risorse materiali e simboliche che si acquisiscono con la posizione
occupazionale, es. reddito, carriera, sicurezza, qualità dell’ambiente di lavoro) 


• Relazioni di lavoro: 3 categorie


–  Imprenditori (comprano e controllano il lavoro altrui)
–  Lavoratori autonomi (non usano il lavoro altrui e non vendono il proprio ma vendono servizi o
prodotti che producono loro)
–  Lavoratori dipendenti (vendono il proprio lavoro) 


Due schemi di classi cazione


• Goldthorpe: 7 classi sociali
–  Classe I → reddito elevato, stabilità, ottime possibilità di carriera, autonomia decisionale; service
class: non è il contratto di lavoro a regolare i rapporti, ma la relazione di servizio, che comporta la
delega dell’autorità e l’identi cazione dei propri interessi con quelli dell’impresa
service class, una classe formata da coloro che, pur non essendo capitalisti ma lavoratori,
godono della piena ducia dei capitalisti e li servono amministrandone le ricchezze (esempio:
amministratori delegati)

–  Classe II → professionisti e dirigenti di livello inferiore 


–  Classe III → impiegati ed addetti alle vendite, svolgono un importante lavoro di relazione


–  Classe IV → piccola borghesia urbana e agricola 


–  Classe V → tecnici e supervisori dei lavoratori manuali 


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–  Classe VI → operai specializzati 


–  Classe VII →operai non quali cati 


Evoluzioni storiche della strati cazione sociale


• La strati cazione sociale subisce nel tempo grandi trasformazioni, come ad es. negli ultimi due
secoli nei Paesi occidentali 


• I processi economici di lungo periodo incidono notevolmente sulle dimensioni e sull’importanza


delle classi sociali
(esempio: tra gli anni ’70 e gli anni ’80, c’è stato un grande cambiamento per l’introduzione
dell’elettronica nei processi produttivi). In futuro lo sfruttamento delle nuove intelligenze arti ciali, in
grado di sfruttare le informazioni. può portare ad un cambiamento radicale all’interno della
strati cazione sociale. 


• Dall’inizio dell’Ottocento sino ad oggi l’Europa ha vissuto uno spostamento della popolazione
attiva prima dal settore agricolo a quello industriale, poi da questo a quello dei servizi 


• L’inizio della rivoluzione industriale nei vari Paesi europei (prima in quelli settentrionali poi in
quelli meridionali) ha segnato le diverse velocità dei cambiamenti della strati cazione sociale 


Evoluzioni storiche della strati cazione sociale


• Classe operaia 

– In Italia l’aumento più consistente si è avuto negli anni Cinquanta, con le grandi migrazioni
interne dal Mezzogiorno verso il triangolo industriale TO-MI-GE; la contrazione inizia nel 1971
senza più arrestarsi 


• Classe media impiegatizia 



– Dalla ne dell’Ottocento ad oggi ha avuto in tutti i Paesi occidentali una rapida e continua
espansione (aumento della divisione del lavoro nelle imprese industriali verticalmente integrate,
espansione del settore pubblico, terziarizzazione) 


• Colletti blu e colletti bianchi 



– come la classe operaia gli impiegati non possiedono i mezzi di produzione e vendono il loro
tempo di vita, ma la divisione del lavoro intellettuale da quello manuale li colloca in una posizione
occupazionale superiore 


Evoluzioni storiche della strati cazione sociale


• Processi di proletarizzazione e processi di pauperizzazione 

– Il passaggio dalla piccola borghesia (lavoro autonomo) al proletariato (salario) e lo scivolamento
al di sotto del livello minimo di sussistenza (es. gravi crisi economiche) 


• Processi di de-proletarizzazione 

– Il passaggio dalla condizione di operaio industriale o bracciante agricolo a quella di lavoratore
autonomo; negli ultimi decenni è una tendenza più forte nei Paesi con più alti livelli di
disoccupazione 


• Terziarizzazione → polarizzazione tra borghesia dei servizi (dirigenti e professionisti) e


proletariato dei servizi (macjobs: lavoratori a bassissima quali cazione) 


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• La sottoclasse
– Una nuova classe chiamata underclass nei Paesi anglosassoni: persone permanentemente
povere che non riescono ad accedere ad un’occupazione suf cientemente remunerativa (es.
working poor) e che dipendono dall’assistenza pubblica

– Concezione culturalista: è lo stesso welfare state a incentivare e riprodurre la sottoclasse (negli


Stati Uniti soprattutto ragazze madri spesso di colore, disoccupati di lungo periodo e devianti),
quando ad esempio i lavori dequali cati non permettono di guadagnare più del sussidio di
disoccupazione; tutto ciò favorisce rassegnazione ed opportunismo

– Concezione strutturalista: la sottoclasse è la conseguenza di un’insuf ciente capacità di


inclusione del sistema economico e del mercato del lavoro (es. le ristrutturazioni industriali degli
anni Ottanta); è necessario creare un maggior numero di posti di lavoro stabili e ben retribuiti

L’importanza delle classi sociali


• Dibattito sociologico: il concetto di classe è ormai superato? È ancora dotato di capacità
esplicativa nelle società contemporanee?
• I più importanti sociologi italiani ritengono che, nonostante le profonde trasformazioni degli ultimi
decenni, l’appartenenza di classe sia ancora signi cativamente determinante nella vita degli
individui e nella strutturazione della società (es. comportamento di voto, socializzazione, istruzione,
mobilità sociale)

L’importanza delle classi sociali La distribuzione dei redditi


• Il concetto di classe risulta ancora ef cace per spiegare le disuguaglianze nella distribuzione
delle risorse economiche fra gli individui e le famiglie 


• La maggior parte delle ricerche si sono occupate della disuguaglianza correlata al reddito, più
che al patrimonio (quest’ultima risulta in genere maggiore) 

– Reddito → salari, pro tti, rendite

– Patrimonio → beni di possesso, mobili e immobili 


• Lo strumento di misura più usato per rilevare la sperequazione nella distribuzione delle risorse
economiche (cioè il loro grado di concentrazione) è il coef ciente di Gini (dal nome del demografo
Corrado Gini), il cui valore può oscillare tra zero e uno 

– Perfetta uguaglianza = 0

– Massima disuguaglianza = 1 


L’importanza delle classi sociali La distribuzione dei redditi


• Le disuguaglianze nella distribuzione del reddito sono in genere maggiori nei Paesi in via di
sviluppo (es. Africa e America Latina), ma sono tuttora molto forti anche nei Paesi Occidentali più
ricchi:
– U.S.A. primi anni Novanta: il 20% delle famiglie con il reddito più elevato ne percepiva 11 volte di
più del 20% delle famiglie con quello più basso (The Economist 1994)
– Italia negli stessi anni: il 10% delle famiglie a maggior reddito percepiva il 26% del reddito
complessivo e possedeva il 35% del patrimonio nazionale; ormai da molti anni la disuguaglianza in
Italia è al di sopra della media europea
• Fra i Paesi Occidentali i meno “diseguali” sono Svezia, Finlandia e Danimarca 


• Dal 1970 il coef ciente di Gini è in costante aumento negli Stati Uniti, e dal 1980 anche in
Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda, Canada, Francia, Germania e Olanda (crisi industriale,
crollo della domanda di lavoro operaio non quali cato, aumento dei differenziali retributivi). 


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L’importanza delle classi sociali La durata della vita


• Negli anni Venti e Trenta dello scorso secolo in Gran Bretagna è stata rilevata una relazione
inversa tra classe sociale e (qualità della vita) tasso di mortalità (numero di decessi ogni centomila
abitanti) 


• I miglioramenti nell’alimentazione e nelle condizioni abitative, la scomparsa delle malattie infettive


endemiche e l’introduzione universalistica del welfare state, inducevano a credere che questa
relazione si fosse progressivamente attenuata 


• Tuttavia molte ricerche condotte n dagli anni Sessanta rivelano che, in tutti i Paesi per i quali si
hanno dati (Gran Bretagna, Stati Uniti, Norvegia, Svezia, Danimarca, Francia, Italia, Giappone,
Australia), la relazione tra classe sociale e durata della vita è ancora molto forte: 

– Nella popolazione maschile adulta gli operai hanno una probabilità di morte quasi doppia
rispetto agli impiegati 

– Il tasso di mortalità degli uomini tra i 35 e i 54 anni decresce rapidamente al crescere del
numero di anni di studio 

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La mobilità sociale
De nizione di mobilità sociale
• La mobilità sociale (individuale) è il passaggio di un individuo da uno strato, un ceto, una classe
sociale ad un altro.
cioè la possibilità che abbiamo di cambiare la nostra posizione sociale nella nostra vita o almeno
tra generazioni

Tipi di mobilità sociale individuale 1


• Mobilità sociale orizzontale: passaggio di un individuo da una posizione sociale ad un’altra dello
stesso livello 


• Mobilità sociale verticale: spostamento ad una posizione più alta o più bassa nel sistema di
strati cazione sociale 

– Mobilità ascendente
– Mobilità discendente 


Tipi di mobilità sociale individuale 2


• Mobilità di lungo raggio: movimento tra strati o classi lontani tra loro (operaio-imprenditore)


• Mobilità di breve raggio: movimento tra strati o classi contigui (operaio esecutivo-operaio
specializzato)


• Mobilità intergenerazionale: considera la distanza tra la posizione della famiglia di origine di un


individuo e quella raggiunta dallo stesso in un determinato momento della sua vita (antonio è
impiegato, la sua famiglia operaia)


• Mobilità intragenerazionale o di carriera: considera la distanza tra le posizioni occupate da un


individuo in momenti diversi del suo corso di vita 

– (es.: al momento dell’ingresso nel mercato del lavoro e dopo 10 anni, dopo 20 anni o all’età del
pensionamento) 


Tipi di mobilità sociale individuale 3


• Mobilità assoluta: il numero complessivo delle persone che si muovono da una posizione ad
un’altra
– Es. : numero di persone che all’ingresso nel mercato del lavoro appartengono ad una classe
sociale diversa da quella dei loro genitori
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• Mobilità relativa (o uidità sociale o grado di apertura di una società): grado di uguaglianza nelle
possibilità di mobilità degli appartenenti ai diversi strati sociali o classi sociali

Mobilità sociale collettiva


• La mobilità sociale collettiva si riferisce ai movimenti verso l’alto o verso il basso di un intero
raggruppamento sociale (uno strato, una classe, ecc.)
– Mobilità sociale ascendente o discendente di una categoria professionale (notai, infermieri,
ingegneri, ecc.)

L’analisi della uidità sociale


• Lo studio della mobilità sociale è stato condotto adottando due diverse prospettive teoriche:
• 1 Analisi del grado di apertura o uidità sociale di una società, ovvero analisi delle opportunità di
raggiungere determinate posizioni sociali a partire da diverse origini sociali (es.: Tocqueville)
– Studio dei fattori che in uenzano la uidità sociale
– Studio delle modi cazioni nel tempo della uidità
sociale in una data società
– Studio comparativo della uidità sociale tra diverse società

Cosa può favorire la mobilità relativa delle persone? L’istruzione o la quali cazione, per questo si
sviluppano politiche volte all’istruzione di massa.

• 2 Analisi della formazione e dell’azione delle classi sociali


all’interno della questione della mobilità sociale vi è anche il concetto di classe per sé teorizzato
da Marx perché la mobilità sociale sfavorisce la coesione sociale di classe dal momento che il
singolo ha la possibilità di modi care tale posizione durante l’arco della vita e, quindi,
immedesimarsi in una data classe non risulta necessario.

• Assunti teorici:
– una classe sociale diventa una formazione stabile quando coloro che la compongono
condividono valori, idee, stili di vita e ritengono di avere interessi comuni
– La mobilità sociale intergenerazionale riduce la componente stabile di una classe (quota di
persone che trascorrono l’intero corso di vita nella stessa posizione dei genitori) e quindi ostacola
la formazione di una collettività sociale che si identi ca con la collocazione di classe, ovvero il
passaggio dalla classe in sé alla classe per sé (Marx)
• L’analisi di Marx sulle classi sociali negli Stati Uniti d’America: un usso costante di mobilità
sociale impedisce in quel paese l’identi cazione degli individui nella propria condizione di classe
sebbene anche negli USA vi sia una struttura sociale caratterizzata dalle diseguaglianze di classe
– (“The Costant Flux” di Erikson e Goldthorpe)

Le ricerche: le origini
Le prime ricerche si concentravano soprattutto sull’élite e cercavano di costruirne le biogra e per
capire cosa avesse prodotto questa mobilità ascendente, soprattutto degli uomini.

• “Social Mobility”, 1927, di Pitirim Sorokin
– Indagini di élite, che indagano le origini sociali di individui appartenenti a gruppi sociali particolari
ed elitari (sovrani, dirigenti, “uomini di genio”, ecc.)

Successivamente si inizia a comprendere che si deve studiare tutta la struttura sociale e nascono i
campioni rappresentativi della popolazione ! ricerche campionarie. Nel secondo dopoguerra
vengono avviate le prime indagini con campioni rappresentativi della popolazione (ricerca condotta
nel 1949 nel Regno Unito dal gruppo della London School of Economics).

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Le ricerche: le prime indagini campionarie


• Nel II dopoguerra vengono avviate le prime indagini con campioni rappresentativi della
popolazione:
– Ricerca condotta nel 1949 nel Regno Unito dal gruppo della London School of Economics
(Glass, “Social Mobility in Britain”, 1954)

Le ricerche. Strati, status, occupazioni: la mobilità secondo i funzionalisti


• Ricerca condotta da Blau e Duncan nel 1967 negli Stati Uniti d’America su mobilità sociale e
conseguimento di status (“The American Occupational Structure)
–  Classi sociali “amorfe” a causa della mobilità sociale 


–  Istruzione che produce un’allocazione ottimale degli individui nelle diverse posizioni sociali :
mobilità sociale individuale come “processo di selezione naturale dei più adatti” 


–  Le posizioni sociali si strutturano lungo un continuum di strati disposti gerarchicamente in


funzione dello status (da cui derivano reddito e potere) posseduto dall’occupazione dei soggetti 


Le ricerche: gli orientamenti più recenti


• Approccio neomarxista: – Wright: “Classes” (1985) — le classi esistono e condizionano le vite
delle persone, questo pensiero va contro i sociologi americani

• Approccio neoweberiano:

– Goldthorpe: “Social Mobility and Class Structure in Modern Britain” (1980)

• • In Italia:
– Cobalti e Schizzerotto: “La mobilità sociale in Italia” (1994)
raccontano come la mobilità nella nostra società fosse bloccata, come effettivamente risultasse, e
risulti tutt’ora, più dif cile nel nostro Paese piuttosto che in altri progredire nella scala sociale.

• I tentativi di sintesi tra orientamenti neomarxisti e neoweberiani

• La società cambia continuamente, quindi, anche le indagini sociali fotografano continuamente


scenari via via sempre differenti tra di loro.

Caratteristiche delle indagini campionarie sulla mobilità


• Campioni di grandi dimensioni (> 5000) 


• Le informazioni chiave oggetto della rilevazione:


–  Occupazione all’atto dell’intervista
–  Occupazione al momento dell’ingresso nel mercato del lavoro e dopo un certo 

intervallo temporale da tale evento (es. 10 anni)
–  Occupazione del capofamiglia (padre) quando l’intervistato aveva 14 anni (o 12)
–  Titolo di studio
–  Se sposati, l’occupazione del suocero 


• Il dibattito su mobilità e genere


È tutt’ora aperto un importante dibattito su mobilità e genere: i imiti di molti disegni di ricerca è che
indagano la sola popolazione maschile e rilevano le sole occupazioni dei capifamiglia maschi, non
tenendo però conto che le donne sono sempre più presenti nel mercato del lavoro, considerate al
pari degli uomini. Se prima si chiedeva l’occupazione solo del capo famiglia ora, per decretare la
classe, si guarda chi ha un’occupazione di livello superiore, anche se ad averla è una donna. È
inoltre in aumento il numero di famiglie con capofamiglia donna e si riduce il grado di omogamia
(coniugi con la stessa occupazione), sono anche in aumento le coppie nelle quali le donne hanno
un’occupazione superiore, per reddito o prestigio, rispetto a quella del coniuge.

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SECONDA PARTE SOCIOLOGIA DEL LAVOR


 Programma
Il “saper fare” e il “saper essere” del lavoro;
I signi cati del lavoro;
Rappresentanza e relazioni industriali;
Il mercato del lavoro;
La qualità del lavoro;
La retribuzione;
Tempi di lavoro e tempi di vita
La partecipazione 


Saper fare e saper essere


• Saper fare: competenze e abilità - necessarie per svolgere una mansione 

• Saper essere: libertà e riconoscimento sociale (quanto la società riconosce il lavoratore, i diritti,
i riconoscimenti) — operare per veder riconosciuto il propio ruolo e le proprie libertà, i diritti e
acquisire una dimensione, ossia quella di sapersi relazionare che ci permettono di lavorare con
gli altri 

• Amartya Sen: lo sviluppo economico mediante l’espansione della libertà propria e altrui
lo sviluppo economico è correlato allo sviluppo sociale (espansione della libertà)
più si riconoscono diritti alle persone, più ce sviluppo economico: se le persone hanno uno
stipendio maggiore ci sarà più domanda di beni e servizi 


– Dal lavoro deve derivare:


• Capacità di reddito (deve essere retribuito il lavoro)

• Utilità dei servizi e dei beni prodotti ( ci sono delle professioni con retribuzione più alta)
- • Riconoscimento sociale e personale ( vedersi riconosciti socialmente quindi avere dei
diritti es lavorare in condizioni accettabili

Cap. 1

I signi cati del lavoro

La divisione del lavoro


il lavoro permette di produrre e rendere interdipendenti le persone (tutti hanno bisogno degli altri)—
si creano relazioni non con ittuali ma cooperazioni

• Modernità e divisione del lavoro


• Durkheim: valore morale della divisione del lavoro
– La divisione del lavoro risponde al bisogno della solidarietà sociale in una società moderna ad
elevata differenziazione

• Società premoderne
– Solidarietà meccanica: prevalere della coscienza collettiva (credenze e sentimenti comuni) su
quella individuale e della somiglianza tra gli individui

• Società moderne
– Solidarietà organica: presuppone la differenza tra gli individui, campi d’azione speci ci e una
personalità propria

Lavoro, libertà, proprietà


• Locke: il lavoro è la fonte della proprietà privata (rivendicare come propria una cosa)
– Terra e animali sono originariamente proprietà comune a tutti gli uomini
nessuno può rivendicare particolari diritti più degli altri su quello che sta attorno
– Ogni individuo è proprietario della propria persona e del lavoro
– Con il lavoro si passa dallo stato comune delle cose di natura alla proprietà privata dei manufatti
con il lavoro posso trasformare qualcosa che è in natura e farlo diventare un oggetto utile
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allora posso rivendicarne le propriet


se produco io posso avere il diritto di proprietà
questo è uno dei capisaldi del pensiero liberale occidentale

Lavoro, produttività, ricchezza


• La ricchezza è l’esito della maggiore produttività generata dall’unione di divisione del lavoro e
progresso tecnologico — la ricchezza è la capacità di produrre le cose sempre meglio e sempre
più rapidamente, utilizzando meno risorse possibili

– Produttività: quantità di manufatti prodotti in un’unità di tempo
• L’aumento di produttività porta ad una diminuzione dei prezzi di ogni singolo manufatto e alla
crescita dei salari
dato che il lavoro ha un costo, se il lavoratore è più produttivo sto risparmiando, quindi posso
vendere ad un prezzo inferior
quindi posso alzare anche il salari

— Perché la divisione del lavoro accresce la produttività?


–  Con la specializzazione aumenta l’abilità dei lavoratori a svolgere un determinato compito 

–  Si risparmia tempo nel passaggio da un lavoro ad un altro 

–  Concentrandosi su una attività speci ca si comprende il metodo migliore per realizzarla e quindi
si può sfruttare la tecnologia per risparmiare lavoro utilizzando le macchine 


• La divisione del lavoro è all’origine del progresso tecnologico


– Figure specializzate nell’osservare (ragionare su come si può migliorare l’organizzazione del
lavoro)


Lavoro, realizzazione, democrazia


• Ferguson
–  Dimensione realizzativa del lavoro: la felicità è legata non tanto a ciò che si possiede, ma al
grado in cui le nostre menti vengono utilizzate appropriatamente
il lavoro non serve solo a produrre cose ma è anche utile per realizzare se stessi
collega questo aspetto micro alla dimensione macr
come può essere una società quando c’è o manca questo elemento


–  Dif cile conservare la democrazia “quando vi è una disparità di condizione e un modo diseguale
di coltivare la mente” derivante dalla divisione del lavoro
quando c’è una povertà delle menti a causa di lavori che non richiedono competenz

ci troviamo agli inizi della rivoluzione industriale quando cerano mansioni ripetitiv
domande sulla questione del saper essere 


La divisione tecnica del lavoro


• Marx — per lui il lavoro è un attività fondamentale
– Evoluzione della divisione tecnica del lavoro
nell’industria le competenze di un lavoro vengono frammentate ai diversi lavoratori

• “Il grande automa”: uomo appendice della macchina e frammento del lavoro collettivo
sarà la macchina che comincia ad acquisire capacità e conoscenze, non l’uomo che diventa
semplice esecutore 


• I presupposti (la struttura del lavoro nella nuova fabbrica):


–  Contemporaneità del lavoro di più individui (catena di montaggio)
–  Precisa de nizione dei tempi di esecuzione
–  Integrazione delle mansioni individuali, dipendenza reciproca
–  Concentrazione urbana dei lavoratori (separazione città-campagna)
nelle fabbriche i lavoratori sono in contatto, hanno quindi la possibilità di farsi valere


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• Dalla manifattura alla grande industria


–  Sviluppo delle forze produttive e rivoluzione del modo di produzione 

–  Operaio senza abilità (costano meno) si sposta l’intelligenza verso le macchine

–  Dalle macchine omogenee al “sistema di macchine” 

–  Produzione di macchine mediante macchine 


Alienazione, anomia, con itto


• Marx: nella moderna economia capitalistica nasce il “problema del lavoro operaio”
–  Separazione tra il lavoratore e il prodotto del suo lavoro (alienazione)

–  Separazione tra il lavoro e il suo senso — è la macchina che produce 


• Durkheim: la divisione del lavoro moderna genera anomia


– La divisione del lavoro produce disuguaglianze che erodono la solidarietà sociale
la con ittualità sui luoghi di lavoro aumenta molto

• quindi — L’azienda moderna come fonte di anomia e luogo del con itto sociale

La risposta sociale
in reazione acquese tensioni:
• Nascita di movimenti sociali dei lavoratori, del sindacato e, in diversi paesi, di organizzazioni
politiche dei lavoratori 


• La richiesta di regolazione (diritto del lavoro e relazioni industriali) come risposta all’asimmetria
intrinseca dei rapporti di lavoro nell’economia capitalistica 


i modelli di organizzazione del lavoro


One best way — modello ottimale di organizzazione del lavoro

• inizi del 900 — Taylor: vuole applicare il metodo scienti co all’organizzazione del lavoro
– Le cinque fasi:
•1 Selezione dei lavoratori più abili nello svolgimento di una mansione 

•2 Studio dell’esatta serie di operazioni e movimenti elementari e degli utensili utilizzati 

•3 Registrazione accurata dei tempi di esecuzione dei compiti 

•4 Eliminazione dei movimenti errati, lenti, inutili 

•5 Ricomposizione in un’unica serie dei movimenti più ef caci e rapidi, adozione degli utensili più
adatti

questo può essere insegnato ai lavoratori dequali cati per farli lavorare al meglio


Il taylorismo
• Minimizzazione delle qualità e delle competenze richieste ai lavoratori
• Incentivazione retributiva per ottenere il massimo rendimento dai lavoratori (cottimo) — più
produci più ti pago 

– Possibilità di coniugare salari elevati e basso costo del lavoro 


Il fordismo
• Ford perfeziona il taylorismo
– La catena di montaggio: “portare il lavoro agli operai e non gli operai al lavoro”
• I tempi di lavoro sono dettati dalle macchine

– Impiego in massa di manodopera dequali cata e a basso livello di istruzione

– Salari elevati ed alta produttività > consumo di massa
i salari elevati permettono il consumismo, anche gli operai potevano comprare le sue aut
migliora il tenore di vita, si attenua la critica al capitalismo negli stati uniti

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I caratteri del taylor-fordismo


• Separazione del lavoro manuale dal lavoro intellettuale — nelle industrie europee cerano
lavoratori quali cati a differenza delle fabbriche di for
ci sono gli osservatori che organizzano il lavoro e i lavoratori 


• Separazione dell’esecuzione dalla progettazione e dall’ideazione


reparti sempre più specializzati


• Effetti alienanti del lavoro fordista per l’irrigidimento e la parcellizzazione del lavoro manuale
incidenti sul lavoro, stress, proteste di massa a causa dei ritm

modello estremamente produttivo— assicura gli stati uniti come potenza economica mondiale
si diffonde poi in europa, in giappone
non è privo di problemi: 


La scuola delle Human Relations


• Gli esperimenti di Elton Mayo allo stabilimento Howtorne della Western Electric sulle condizioni
di lavoro (1927-32)
mettono in discussione il modello taylor-fordista
– Critica all’organizzazione scienti ca del lavoro: importanza del fattore umano e delle relazioni
sociali
– La soddisfazione dei lavoratori non dipende unicamente dagli incentivi salariali (dalla paga che
aumenta), ma dall’ambiente di lavoro e dal clima delle relazioni
es chiamare le lavoratrici con il cognome e non con un numero (auemntava la prodottività
cambiare la relazione tra osservatori e lavoratori non costa nulla, anzi aumenta la soddisfazione e
la produttivit

fanno degli esperimenti sul livello di illuminazione — illuminando i reparti si nota un aumento della
produrtivit
misurazione dei tempi medi, più produci più guadagn
i lavoratori si coordinavano per abbassare i ritmi di lavoro in modo che la media rilevata fosse
bassa e tutti potessero guadagnare

La scuola francese
• Critica radicale e ri uto del taylor-fordismo
• studia le relazioni tra le persone sul luogo del lavoro
• All’organizzazione tecnica si af anca un doppio sistema di relazioni sociali, formale(gerarchia
dell’azienda) e informale — 


• Non un solo modello di razionalizzazione produttiva, ma tanti quante sono le forme di


organizzazione 

– Le nuove forme di alienazione: spersonalizzazione (le perone venivano private della loro
speci cità, l’opinione non interessa) ,
frammentazione (le mansioni sono frammentate quindi i lavoratori non hanno soddisfazione),
mancanza di integrazione e partecipazione (non vengono considerate le relazioni) e (non si
facevano partecipare i lavoratori nelle decisioni)

– Il rapporto tra tecnologia e lavoro (Friedmann, Naville, Touraine) 

uomo appendice della macchina (completa i meccanismo della macchina) deve essere studiato
questo rapporto perché la tecnologia evolv

Crisi del taylor-fordismo


• Il taylor-fordismo entra in crisi come modello produttivo negli anni ’70
• Fattori rilevanti della crisi:
– Crescita della protesta sociale, i lavoratori erano insoddisfatti, scioperi, dimeniuzione della
produzione
– viene abbandonato il modello — Successo dei nuovi modelli organizzativi elaborati in Giappone
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La ricomposizione del lavoro


• Kern e Schumann: ne della divisione (tecnica) del lavoro
marx (divisione del lavoro— il processo produttivo lo si scompone in varie parti e viene assegnata
ai lavoratori
per i tedeschi questo processo è destinato a terminare perché la tecnologia sta evolvendo
gli uomini gestiranno le macchine
– Ricomposizione delle mansioni ed ef cienza
• Automatizzazione dei processi produttivi
• Aumento della quali cazione e del livello di istruzione della forza lavoro (es. Germania) 


si trasforma anche la gura dell’operaio


– Segmentazione della classe operaia
• I lavoratori quali cati e polivalenti dei settori centrali che escono vincenti dal processo di
razionalizzazione (si adattano e vedono migliorare la loro condizione, devono gestire macchine) 

• I lavoratori che subiscono i processi di razionalizzazione e non sono adatti ai nuovi modelli
produttivi (non hanno un istruzione)

• Lavoratori dei settori in crisi, anche se quali cati (con l’innovazione tecnologica alcuni servizi e
beni non sono più richiesti dal mercato)

• Disoccupati 


Il modello giapponese
confucianesimo — invita le perone a rispettare l’autorità e chi occupa posizioni di vertice deve
rendere conto dei propri comportamenti e scelt
ottica diversa da quella occidentale (ognuno persegue i propri interesse)
• Due pilastri:

– Just-in time: tutto viene fatto nei tempi previsti 

– Auto-attivazione del lavoratore: i giapponesi lavorano tanto sul concetto di qualit
chiedono al lavoratore di segnalare tutti i problemi nei macchinari
le segnalazioni vengono ricompensate, lavoro di squadr
es prima si vende l’auto poi la creo — sistema pull — so ogni giorno quante macchine produrre

• Coinvolgimento dei lavoratori nei confronti degli obiettivi aziendali — cooperazione e


collaborazione grazie alla concessione dell’impiego a vita, non verranno mai licenziati
• Impiego a vita e carriera legata all’anzianità
il sindacato giapponese anche quando fa scaperò non smette di produrre per non danneggiare
l’impres

Il post-fordismo — italia
• Lean production: sintesi tra produzione artigianale e produzione di massa
nuovo modello di produzione (artigianato) — beni di qualit
le piccole imprese italiane comprendono che possono produrre l’artigianato attraverso i macchinari
automatizzati (si ricon gurano facilmente, magari cambia la moda
non si produce come la produzione di massa ma più del vecchio artigian

• L’organizzazione del lavoro post-fordista:



– Maggiore importanza del saper essere — importante il saper entrare in relazione!! comunicare
i rpblemi e risolverli, trovare soluzioni — prima era richiesto solo di stare alla macchina 

– Lavoro più stimolante e più stressante — la relazione non è sempre facile 

– Decentramento delle responsabilità e gerarchia piatta – Lavoro di squadra 

– Cambia la struttura delle carriere:

• Dal criterio dell’anzianità di lavoro a quelli delle abilità e della prestazione 

• Dalla linearità della progressione delle posizioni alla reversibilità/temporaneità dei ruoli 


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La teoria della ne del lavoro


• Economia della conoscenza — il contenuto di conoscenza dei prodotti e dei macchinari è molto
imp,
– Immaterialità del lavoro e dei prodotti del lavoro (lavoro intellettuale

• Rifkin: una nuova polarizzazione di classe


ne del lavoro a causa degli impianti sempre più automatizzati
– Élite cosmopolita di “analisti di simboli” che controlla tecnologie e forze produttive
– Lavoratori “permanentemente in eccesso” esposti alla razionalizzazione continua dell’impiego di
forza lavoro nella contemporanea economia globalizzata ad alta tecnologia — si riducono i posti
del lavoro
società destinata a polarizzarsi tra una parte di lavoratori precari e un elitè

La teoria delle capabilities


• Il lavoro richiede nuove combinazioni di saper fare e saper essere — molto importante
l’istruzione, avere nuove competenze e saper entrare in relazione 


• Sen: la teoria delle capabilities — economista indiano 



– Funzionamento: ciò che una persona può desiderare di fare o di essere in quanto attribuisce
ad esso un valore, noi funzioniamo cosi: abbiamo dei desideri e dei bisogni 

• Es. nutrirsi, proteggere la salute, partecipare alla vita sociale
questi bisogni o desideri posso essere soddisfatti in diversi modi, mangiare lo schifo o mangiare
bene — dipende dalle nostre capacità — importante elemento di libertà

– Capacità: insieme delle alternative di funzionamenti che una persona è in grado di realizzare

la nostra libertà dipende anche dalle risorse che abbiamo e i diritti che ci vengono riconosciuti
si tratta di diritti che devono essere garantiti
questo ragionamento lo trasferiamo al lavoro
si puo lavorare in un modo alienante o grati cante 


Capabilities for work


• I diritti di “cittadinanza industriale” o “capabilities for work” per i lavoratori sono de nite da:
– La rappresentanza sindacale - come lavoratori possiamo avere un organizzazione che sostiene i
nostri diritti (capacità importante
– La contrattazione collettiva - che permettono di avere una base normativa di protezione (contratti
che valgono per tutti
– Le relazioni industriali - i sindacati chiedono allo stato delle regole per tutelare i lavoratori 

– Le politiche di welfare - stai che fornisce servizi x il benessere dei cittadini
– La regolazione del mercato del lavoro - regole: che tipo di contatti si possono fare o le assunzioni
o le relazioni tra lavoratore e datore di lavoro

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Il lavoro organizzato

La rappresentanza collettiva
(ricorda marx classe in se e classe x se) il sindacato ha la funzione di tutelare e migliorare le
condizioni di lavoro e la retribuzione dei lavoratori

• Il sindacato: come de nirlo?


nel tempo si sono presentati in molte forme
• Modelli di organizzazione sindacale
– Territoriale - tutti i lavoratori di un determinato territorio si uniscono x sostenersi (funzione di
creare una solidarietà tra i lavoratori ad es istituendo un conto comune per le cure quando non
c’era la sanità pubblica
o risorse per mantenere la famiglia se succedeva qualcosa al lavorator
sono poi nate le cooperative (per avere prezzi di acquisto più bassi
in italia abbiamo ancora oggi la camera del lavoro nelle diverse province

– Professionale - unisce tutti colo che svolgono la stessa professione (in Italia solo alcune
categorie Soprattutto quelle delicate - controllori di volo, ferrovieri, macchinisti)

– Industriale - tutelano i lavoratori di ogni settore (sindacato dei chimici


ogni sindacato industriale si suddivide territorialmente

– Generale - tutela tutti i lavoratori che sono sul territorio nazionale (CGL,CISL,WIL)
in Italia — suddivisi in sindacati industriali e territoriali

– Aziendale - poco diffuso in Italia, si rivolge ai lavoratori che lavorano nelle aziend
in Giappone le aziende grosse hanno sindacati

• I tassi di sindacalizzazione (numero di lavoratori iscritti al sindacato diviso il numero dei


lavoratori) su 100 lavoratori 30 sono iscritti al sindacato= 30%
ogni paese ha diversi tassi di sindacalizzazione con un basso/alto/medio livello
• 

• La funzione del sindacato

– Controllo monopolistico dell’offerta di lavoro — un solo soggetto che offre (il sindacato) e non
tante piccole offerte dei lavoratori
– Voice collettiva — rappresentare le esigenze dei lavoratori in ogni situazione
es situazione sgradevole mobbing 


Le relazioni industriali
relazione tra associazioni di rappresentanza delle imprese, i sindacati e in alcuni casi lo stato
si rapportano per risolvere alcune questioni sui rapporti di lavor

• Le peculiarità dell’operaio moderno — salariato, stipendiato, non propietario dei mezzi di


produzione 


• Asimmetria del potere contrattuale nel rapporto di lavoro in un’economia capitalistica


si confrontano un lavoratore salariato che non dispone di grandi ricchezze con il capitalista/
imprenditore — relazione asimmetrica, una gura più debole e una più forte 


• Sistema di relazioni industriali: sistema normativo che regola i rapporti di impiego (contratti)
i sindacati cercano di compensare l’asimmetria tra lavoratori e capitalisti attraverso rapporto: 

– Si sviluppa nel rapporto tra tre attori collettivi:
• Rappresentanza dei lavoratori = i sindacati

• Rappresentanza dei datori di lavoro = le associazioni di imprenditori
• Stato

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dif coltà economica: i datori di lavoro vorrebbero abbassare i salari e i lavoratori già colpiti dalla
crisi vorrebbero alzarsi quindi bisogna trovare un accordo
lo stato si può inserire agevolando questa negoziazione 


Gli elementi di un sistema di RI (relazioni industriali)


• Contesto
–  Mercato del lavoro - rispetto alla domanda di lavoro c’è un eccesso di offerta — situazione
favorevole alle imprese ma sfavorevole ai lavoratori
nel caso contrario si ha un vantaggio dei lavoratori che possono pretendere stipendi più alt
equilibri tra domanda e offert

–  Congiuntura economica - se l’economia va bene le imprese fanno buoni pro tti e sono più
disponibili a dare un salario più alto ai lavoratori
se l’economia non va bene, le imprese non fanno pro tti, abbattono i costi (stipendi più bassi

–  Innovazione tecnologica - fattore controllato dalle imprese, i quali hanno la tentazione di
sostituire i lavoratori con i macchinari (più conveniente)
il sindacato si ritroverebbe con un eccesso di lavoratori senza lavoro
così le imprese possono offrire lavoro a minor salario
ascolta come può intervenire lo stato

–  Fattori culturali - in oriente c’è un modo di concepire l’impresa= impresa comunità
i lavoratori si prendono cura dei destini dell’impresa e i capitalisti si prendono cura dei lavoratori
mentre in euro ognuno pensa ai propri interessi
differenza culturale tra i paesi del nord europa e i paesi mediterranei(italia) e quelli anglossassoni
nei paesi del nord europa i rapporti sono molto più regolati e favorevoli per i lavorator
nei paesi anglosassoni è il contrari

–  Legislazione - se c’è un governo più vicino ai lavoratori verranno fatti degli interventi legislativi a
favore dei lavoratori
una classica azione è quella della riforma del mercato del lavoro: tipo di contratto che favorisce o
sfavorisce i lavoratori

–  Fattori politici (rapporti tra sistema partiti e sistema della rappresentanza degli interessi
economici)

• Attori = sindacati, associazioni imprenditoriali, stato 

• Norme — uno degli esiti del sistema delle relazioni industriali — per il rapporto con ittuale tra
lavoratori e imprenditori 

– Sostanziali — riguardano lo stipendio

– Procedurali — regole con cui si devono rapportare le part
es nei paesi del nord euro i sindacati non possono scioperare ma si cerca un accordo 


Modelli di relazioni industriali


• Modello dell’ individualismo di mercato — il lavoratore si rapporta direttamente col datore senza
la mediazione del sindacato (accade per le gure deboli che non si organizzano in sindacati es
rider o gure molto forti es dirigenti che non ne ha bisogno)


• Modello pluralista - una molteplicità di soggetti (sia lavoratori che datori di lavoro)
gli stati uniti dove ci sono tanti sindacati, ognuno dei quali rappresenta solo un pezzo del mondo
del lavoro (tante associazioni speci che) quindi una pluralità di soggetti che si rapportano per
trovare dei compromessi 


• Modello corporativo - nel medioevo e nei regimi fascisti: le corporazioni= associazioni di tutti
colo che producevano un determinato bene (es lana
regolavano chi poteva acceder alla profession
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nelle corporazioni moderne si ritrovano insieme lavoratori e imprenditori


i sindacati erano stati aboliti per legge
prevaleva la voce degli imprenditori 


• Modello statalista - diffuso nei paesi comunisti - era tutti di proprietà dello stato quindi i sindacati
gestivano i servizi dei lavoratori (aspetti sanitari) poiché non poteva contattare con lo stato
con il crollo dell’unione sovietica questo modello è scomparso, c’è a cuba e in cina questo tipo di
sindacato 


• Modello cooperativo-paternalista - da un lato c’è una sorta di padre imprenditore e dall’altra i


lavorator
cooperano per non arrivare a con itti 


• Modello del pluralismo organizzato o neocorporativo - utilizzato dai paesi con maggiore
successo in ambito economico, pochi sindacati molto forti— permette di ottenere:
– La contrattazione collettiva (contratti collettivi)

– Lo scambio politico - 3 attori, il sindacato ha un grande potere politico
può chiedere un aumento delle retribuzioni ma richiedere retribuzioni troppo elevate va a discapito
delle imprese
chiede al governo la tassazione progressiva (paga più tasse chi è più ricco
con queste tasse si nanzia il welfare stat
in cambio il sindacato sostiene il partito che attua queste politich
il sindacato chiede che una parte delle tasse vada nell’innovazione tecnologica a favore delle
impres
la tecnologia riduce l’occupazione nei settori industriali ma con il welfare compenso con altri posti
(servizi
neocorporativo perché si riduce il con itto tra i lavoratori e imprenditori

• L’evoluzione dei sistemi di RI dagli anni settanta ad oggi 



– L’azione dell’Unione Europea
l’unione europea si è sforzata di unire i diversi sindacati dei paesi
serve per i lavoratori delle multinazionali
rispetto a 20 anni fa il lavoratore in italia percepisce un salario inferiore

uno degli obbiettivi del sindacato


La contrattazione collettiva
da sempre il sindacato e quindi i lavoratori punta ad avere un contratto collettivo perche li rende
più forti

2 approcc
• L’approccio europeo: la Scuola di Oxford
gli europei hanno sempre pensato che i lavoratori quando manifestavano, lo facevano per delle
motivazioni legittimo: migliorare le condizion
per cui il con itto di lavoro (scioperi, sindacati, manifestazioni) è riconosciuto
– Istituzionalizzazione del con itto
possibilità di trovare accordi tra le parti , cn l’intervento dello stat

• L’approccio statunitense: il Funzionalismo
in uenzato dal funzionalismo che sottolineava l’importanza del fatto che ogni parte della società
svolge una determinata funzione a bene cio del tutto
quindi il con itto è visto come una patologia sociale
– Il con itto come patologia sociale
il con itto non deve esserci, ma si deve risolvere: implicitamente si nega

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• Le dimensioni della contrattazione collettiva:


– Profondità = quanto va nel dettaglio nel regolare tutte le dimensioni dei rapporti di lavoro;
quanto è precisa la contrattazione rispetto a cosa deve regolare

– Estensione = quanto è estesa nella sua trattazione di temi: quanti temi si occupa, relaxivi alla
prestazione lavorativ

si tende anche a considerare il fatto che la contrattazione collettiva si produce a diversi livelli; le
parti contrattano a più livelli a seconda della dimensione settoriale e territoriale, per tenere conto
delle speci cit
in italia i contratti collettivi sono però di settore— contratto collettivo dei metal meccanici, della
sanità , perché si parla di lavori diversi


• I livelli della contrattazione


– Confederale = riguardano tutti i lavoratori , a prescindere dal settore

– Categoriale
– Territoriale : può riguardare delle situazioni in cui le parti ed il sindacato possono prevedere
degli accordi speci ci per affrontare quelle crisi che riguardano quel territorio e non il resto del
tessuto produttivo regionale/nazionale
– Aziendale = si possono fare degli accordi speci ci su alcuni aspetti: premio di risultato: se
quella speci ca azienda va particolarmente bene , a seconda di determinati indicatori, allora può
contrattare che anche i lavoratori abbiano un bene cio dato che hanno contribuito al successo
dell’impresa


Lavoro, mercato, welfare

Il mercato del lavoro


mercato in cui si co pra e si vende il lavoro, i lavoratori (offerta) si offrono cercando qualcuno che li
assuma, gli imprenditori (domanda

• Peculiarità del mercato del lavoro


–  Vincoli ed obiettivi speci ci
Il mercato del lavoro compra e vende i comportamenti delle persone riguarda non beni, merci,
servizi... ma le persone; ha a che fare con i diritti e le libertà delle persone. 


–  Scelte individuali in uenzate da valori e altri elementi culturali e dall’organizzazione collettiva


degli interessi
La merce che viene scambiata, il lavoro, e il lavoratore, è in uenzata dal fatto che si tratta di
persone — le persone, che non sono un bene qualsiasi, hann
valori\diritti\bisogni\ sensibilità... e possono attivarsi, in quanto liberi cittadini, per tutelare i propri
interessi.

Aspetti non economici [cultura, valori, sensibilità... di una persona], saranno coinvolti.

–  Salario effettivo sistematicamente sopra il salario di equilibrio tra domanda e offerta


A differenza degli altri mercati, che hanno sempre un prezzo di equilibrio [in cui domanda e offerta
trovano una convergenza] , nel mercato del lavoro il salario effettivo è sistematicamente (quasi
sempre) sopra il salario di equilibrio che si potrebbe trarre facendo il rapporto tra domanda e
offerta, in termini matematici.

• Le spiegazioni economiche. Teorie dell’offerta:
– Teoria del salario di ef cienza
Si assume un lavoratore, rispettando l’effettivo rapporto tra domanda e offerta: pagandolo il salario
di equilibrio [come in tutti gli altri mercati]. Il lavoratore va sul posto di lavoro per operare. Problema
per chi l’ha comprato: il lavoratore, non essendo una merce qualsiasi, ha una sua volontà e
potrebbe comportarsi opportunisticamente [non svolgendo il suo lavoro come dovrebbe]. — i
lavoratori necessitano di essere controllati perché svolgano il loro lavoro, effettivamente.

Due soluzioni:
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- Pagare qualcuno che controlli i lavoratori. E’ costretto a pagare dei controllori costo
di 11 salari per 10 lavoratori [lavoratori + caporeparto]

Problema: chi assicura che il sorvegliante faccia il suo lavoro? Perché, come gli altri, potrebbe
comportarsi opportunisticamente.
- Riconosco al lavoratore il suo salario, di equilibrio all’inizio, ma svolgendo bene il proprio lavoro, il
capo si impegna, una volta veri cato il lavoro fatto, a versare un plus, un salario di ef cienza.
Questa teoria riesce a spiegare effettivamente perché buona parte dei lavoratori, la media, abbia
un salario superiore a quello di equilibrio tra domanda e offerta.


– Teoria insider/outsider
Secondo una teoria mercato: un bene, con le stesse caratteristiche, ha lo stesso prezzo. Non è
così per i lavoratori; in particolare per un lavoratore che è stato nell’impresa da un po’ di tempo
esperienza, competenza; e un lavoratore che non ha esperienze di lavoro => outsider, è fuori
dall’impresa.
C’è differenza perché il lavoratore che sta nell’impresa, con l’esperienza ha acquisito un capitale
umano: conoscenze e competenze che lo rendono più produttivo. Per questo motivo l’imprenditore
non può facilmente sostituirlo con un disoccupato perché il capitale umano posseduto è differente
(uno ha già esperienza, l’altro no...).
- Per questo esistono i contratti di apprendistato: vuole andare contro l’imprenditore per far
assumere soprattutto giovani, alla prima esperienza di lavoro. = agevolazioni all’imprenditore per
compensare la minore produttività legata al lavoratore nuovo.
Se così, anche questa teoria spiega perché la differenza di salario: aumento al lavoratore con
esperienza anziché sostituirlo con un disoccupato.

Alla ne, la media dei lavoratori costerà di più del salario determinato nel rapporto domanda-
offerta.

Queste due teorie ci permettono di capire anche perché il mercato del lavoro, a differenza di
altri mercati, ha sempre una parte di ‘’merca invenduta’’ = i disoccupati. Perché, appunto, c’è la
necessità di pagare i lavoratori, più del rapporto tra domanda e offerta e quindi rimane una parte di
merce invenduta = tasso di disoccupazione.

MdL e norme sociali


• Teoria dell’offerta di Solow:
Il lavoro non è una merce qualsiasi — compravendita di comportamenti delle persone e parte
importante della vita di essa — la persona porta con sé anche aspetti non puramente economici –
dignità – la persona ha una certa percezione di sé e del suo status – autostima – identità sociale =
incidono.

– L’offerta è guidata da regole sociali


Reazioni che non derivano da scelte economiche ma in base a sistemi di valore, percezione della
propria dignità sociale — salario socialmente giusto, equo, per le persone
• Valori condivisi, attenzione per approvazione o disapprovazione sociale, oltre al calcolo
utilitaristico
• Il lavoro non è solo fonte di reddito ma ha anche signi cati di status, autostima, identità
sociale
– Rigidità del salario “equo” e azione collettiva

– Esistono non uno ma diversi MdL, ognuno con il suo equilibrio

Il mercato del lavoro è un’istituzione sociale


NON SOLO ECONOMICA. Vede entrare, nei suoi meccanismi di funzionamento, anche fattori
sociali, psicologici, non solo economici.

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La differenziazione dei mercati del lavoro
• Differenze nazionali

– Differenze dei sistemi economici — dovute al fatto che i paesi hanno economie con forze 

e caratteristiche diverse. [Germani, forza economica più solida dei paesi 

mediterranei...] 


– Differenze nella protezione sociale — welfare legato al lavoro e alla protezione sociale —

il diritto del lavoro, il sistema del welfare state, che cambia per il lavoratore; anche a livello di
tutele. 


• Diversi modelli di MdL



– Modello Mediterraneo — come struttura, e come legislazione, tradizionalmente va a tutelare
maggiormente la famiglia, in termini di welfare, per quanto riguarda le tutele tende a privilegiare
la protezione dei lavoratori più maturi (pater familias) perché la prospettiva è che se viene colpito
il padre di famiglia, il capo, viene colpita anche la famiglia; per cui proteggere la generazione più
anziana = proteggere la generazione più giovane. 

Tuttavia, anche questa protezione dei più ‘’deboli’’ si sta indebolendo con inevitabili problemi e
conseguenze.

I giovani sono esposti al rischio di disoccupazione. 


– Modello dell’Europa centrale — tedesco, scandivano: c’è una maggiore attenzione per i
giovani, il sistema è molto più organizzato (sistema particolare di transizione tra la ne degli studi
e l’ingresso nel mondo del lavoro; accompagnati progressivamente senza discontinuità sul luogo
del lavoro). Inizia un percorso di formazione, ‘’on the job’’ quando non è ancora nito il percorso
di educazione. Quando questo nisce, il percorso
di formazione sul lavoro occupa tutto il tempo del giovane e di fato diventa poi la posizione
lavorativa del giovane. — abbatte la disoccupazione giovanile; mercato del lavoro più forte = più
lavoratori; sistema di welfare più protettivo.

– Modello UK — livello di protezione sociale più basso; investe molto sui giovani [forza lavoro
giovanile quali cata, perché considerata più produttiva] però il contrappasso è invecchiando, si è
più soggetti a rischi di perdita del lavoro\ riduzione dello stipendio. E’ un mercato del lavoro più
dinamico ma dove è più facile perdere il lavoro.

Il mercato del lavoro italiano


• Dualismi
– Dualismo intrasettoriale — due parti, con caratteristiche diverse contrapposizione tra nord 

e sud dove il sud ha un mercato del lavoro molto debole con alta disoccupazione, in particolare
giovanile, e bassa occupazione perché in misura maggiore del nord, le donne non si collocano sul
mercato del lavoro. Nel nord il mercato del lavoro è meno problematico, in alcune zone del nord
siamo a standard non molto distanti da quelli del centro nord Europa in termini di disoccupazione
[bassa] 


– Dualismo territoriale — all’interno degli stessi settori. Esempio, settore metalmeccanico,


differenza tra lavorare nelle medio-grandi imprese o lavorare nelle piccole imprese perché nelle
prime c’è un sindacato forte, che riesce a tutelare i lavoratori = maggiore protezione, continuità...
nelle seconde i lavoratori sono più esposti a rischio di disoccupazione, meno tutelati, salari più
bassi... oppure differenze tra settori di servizi e settori industriali. 


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• Mezzogiorno: occupazione bassa, disoccupazione alta
– Tarda e rapida industrializzazione — industrializzazione giunta soprattutto nel II dopo 

guerra (anni 50-60) a differenza esempio, dell’Inghilterra che è avvenuta a ne 700 = 

ritardo. Nonostante questo, ha avuto uno sviluppo molto intesto 


– Tarda e rapida terziarizzazione — negli USA i processi iniziavano già negli anni ‘30\40, in 

Italia si parla di terziarizzazione solo negli anni ’80 però con sviluppo rapido e inteso. = paese
caratterizzato da ritardi e recuperi molto rapidi — con necessità nell’ essere regolati 


La essibilità del lavoro


• Dalla crisi del fordismo è emersa nelle imprese una forte richiesta di essibilità
Dal modello fordista, dove le prestazioni lavorative erano ben de nite. Grazie ai sindacati le
tutele sono aumentate, proteste dei lavoratori = cambiamenti.

Tutele che entrano in discussione negli anni ’80, e viene chiesta sempre più essibilità. D’altra
parte, c’è un rischio per la protezione sociale dei lavoratori. * 


• Rischi per la protezione sociale dei lavoratori 


• I diversi tipi di essibilità:


— 1. Numerica: possibilità dell’impresa di variare numericamente la propria forza lavoro a seconda
delle esigenze produttive [poter assumere quando serve e licenziare quando non serve più]
tutela dai lavoratori, ridotta.

— 2. Funzionale: poter cambiare la mansione dei lavoratori. Riconvertirli in termini di funzionalità
dell’impresa.

— 3. Salariale: cambiare il salario dei lavoratori. I contratti collettivi di lavoro, in Italia, tendono a
proteggere i lavoratori da riduzioni del salario. Con la essibilità salariale è possibile mutare il
salario a seconda di alcuni indicatori [performance aziendali, fatturato...] per cui i lavoratori
possono vedersi aumentare o stipendio o ridurlo.

— 4. Orario del lavoro: poter variare l’orario di lavoro dei lavoratori a seconda delle esigenze
dell’impresa\ a seconda delle esigenze del lavoratore [ gli].

Le diversità del lavoro


Nel mercato del lavoro non tutti i lavoratori hanno le stesse possibilità di trovare un'occupazione.ci
sono categorie di soggetti che hanno meno probabilità e sono più svantaggiati nel trovare lavoro:
segmenti deboli dell'offerta di lavoro
• Categorie sociali che presentano livelli di occupazione più bassi e di disoccupazione più alti nei
paesi OCSE (segmenti deboli dell’offerta di lavoro): 

– Giovani

– Donne

– Anziani

– Immigrati
– Disabili

Per tutte queste categorie i livelli di occupazione sono più bassi [rispetto agli uomini, in età centrale
35-55 anni].
Quanto queste categorie siano svantaggiate, deboli, dipende dall’intervento dello stato, da come lo
stato regola il mercato del lavoro e dai livelli di protezione sociale. cambia da paese a paese =
modello sociale applicato al mercato del lavoro.


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• I tassi di occupazione e disoccupazione nei vari segmenti del mercato del lavoro dipendono dal
modello sociale adottato 

L’intervento comunitario
cerca di fare la sua parte ssando degli obiettivi per i diversi paesi europei in termini di
occupazione per le fasce debol

• Consiglio Europeo di Lisbona 2000


– Fissati obiettivi sui tassi di occupazione per le donne e gli anziani
– Mancano obiettivi sull’occupazione giovanile

Situazione italiana
• Giovani: basso tasso occupazione, alto tasso di disoccupazione
’giovani che non sono né in istruzione, né che stanno lavorando o facendo formazione ’’ = giovani
che non sono attivi in nessun modo dal punto vista sociale. In Italia la percentuale è molto alta,
20%. 


• Anziani:basso tasso occupazione — Anche perché per molto tempo si è cercato di intervenire
con i prepensionamenti nelle crisi aziendali = son andati in pensione anticipata

• Donne: bassa ma in crescita la partecipazione, tasso di disuccupazione in diminuzione;


maggiore diffusione del lavoro atipico — lavori precari, con contratti meno favorevoli rispetto alla
controparte maschil

• Dualismogeogra co:
• – Nord-Centro

– Sud

Il ruolo dell’istruzione
• Il livello di istruzione è positivamente correlato al tasso di occupazione sia in Italia che negli altri
paesi Ocse
più si studia più aumentano le opportunità di lavor

La segregazione femminile
• Segregazione: distribuzione in settori ed occupazioni speci ci
si tende a utilizzare il concetto di segregazione quando si parla dell'occupazione femminile: la
distribuzione della forza lavoro femminile, sul mercato del lavoro, tra le diverse occupazioni, è
diseguale — si concentra in alcune occupazioni e alcuni livelli gerarchici speci ci


• Segregazione femminile orizzontale (settori e professioni): 



– Settore dei servizi di cura

– Settore pubblico (es istruzione)

– Commercio, turismo, ristorazione

– Occupazioni impiegatizie nell’industria nel teriziario (segretarie, impiegate)


• Segregazione femminile verticale (livelli gerarchici): 



– Dati più dif cili da raccogliere, ma è comunque riscontrabile almeno per i livelli gerarchici
superiori (quadri e dirigenti) 


Immigrazione e lavoro
• Dif coltà nella raccolta di dati attendibili 


• Nei diversi paesi europei c’è una differente combinazione di lavoratori stranieri comunitari ed
extracomunitari 

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– Prevalenza comunitari: Belgio, Irlanda, Lussemburgo

– Prevalenza extracomunitari: Germania, Danimarca, Italia, Portogallo 

– Composizione equilibrata delle due presenze: Francia, Grecia, Olanda, Regno Unito —
[vecchie potenze imperiali, tranne Grecia e regno unito che non è più in Europa] che hanno
rapporti privilegiati con paesi extra-europei e al tempo stesso, essendo economie forti,
attraggono pesi dal resto dell’Europa] 


Caratteri del lavoro immigrato


• In Italia il tasso di occupazione dei lavoratori immigrati dequali cati è superiore a quello dei
lavoratori italiani dequali cati 


• Il tasso di occupazione dei lavoratori immigrati quali cati è molto più basso di quello dei
lavoratori italiani quali cati 


• Il livello di istruzione favorisce l’occupazione degli immigrati ma in misura molto inferiore che per
gli italiani 


• Il lavoratori immigrati hanno uno status occupazionale inferiore rispetto ai lavoratori italiani e
sono più esposti ai contratti temporanei

Lavoro e welfare
• L’intervento pubblico è importante per de nire la capacità di lavoro di una società —
L’intervento pubblico, e il ruolo dello Stato, è importante nel de nire: sia i livelli di tutela dei
lavoratori, sia le modalità con cui possono erogare la loro prestazione lavorativa ma anche nella
creazione di posti di lavoro = importante per la disoccupazione.

• Politiche pubbliche in tema di lavoro (classi ca Ocse): interventi da parte degli Stati per
aumentare l'occupazione: secondo una classi ca, queste politiche si dividono in due grandi
famiglie:


– Politiche attive del lavoro


Sono tese a creare nuovi posti di lavoro o almeno ad aumentare l’occupabilità (probabilità di
trovare un lavoro da parte dei disoccupati
A questo proposito lo Stato mette in atto dei — • Servizi pubblici dell’impiego = servizi che hanno
come nalità quella di far incontrare domanda e offerta
• Formazione — possono esserci imprese che hanno bisogno di determinate capacità ma d'altra
parte non ci sono persone a suf cienza che hanno quelle competenze

• Impiego sussidiato
– Sostegno all’occupazione regolare

– Sostegnoallanuovaimprenditoria

– Creazione diretta di posti di lavoro (settori pubblici e non pro t)

agevolazioni\ nanziamenti\ sostegni alle imprese che assumono con contratti regolari.
emersione dal lavoro nero. = sostegno dell’occupazione regolare
Oppure: sostegno alla nuova imprenditoria — per chi vuole creare una nuova impresa, lo Stato
mette a disposizione dei fondi o dei canali di nanziamento più convenienti di quelli che può
trovare sul mercato nanziario.

Creazione diretta di posti di lavoro: imprese di proprietà dello Stato, grandi compagnie che
svolgevano servizi fondamentali per il paese, e che assumevano lavoratori.
lo stato ‘’imprenditore’’ creava posti di lavoro, direttamente. Ancora oggi, assumendo nel settore
pubblico.
O stimolare il sistema non pro t: settore del terzo settore che svolgono attività nei comparti della
cura\assistenza... interventi che si inseriscono nel più ampio ambito del welfare.

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• Iniziative per i giovani (sostegno all’apprendistato e al primo impiego) — le imprese ricevono
agevolazioni si assumono lavoratori giovani


• Misure per i disabili : Agevolazioni per le imprese che assumono lavoratori con disabilità


– Politiche passive del lavoro — per salvaguardare l'occupazione passiva non creano nuovi posti
di lavoro ma difendono, mantengono i posti che già ci sono e che sono in dif colt

• Sussidi di disoccupazione . per coloro che non hanno lavoro, lo perdono o non riescono ad
ottenerlo... lo Sto interviene nel sostenere il reddito di chi, ad esempio, è stato licenziato. 


• • Prepensionamenti — quando un’azienda ristruttura e ha forza lavoro in eccesso, si analizza la


forza lavoro dell’impresa, si cerca di salvaguardare i più giovani e si propone ai più anziani il
licenziamento con un sostegno di reddito no all’età della pensione. 

In Italia: grosse spese per le politiche passive anziché attive paese in dif coltà più impegnato
a difendere il lavoro che c’era, e che si sta riducendo, piuttosto che creare nuovi posti di lavoro.
In particolare, nel settore industriale. Ma è dimostrato che le politiche attive del lavoro sono molto
più ef caci, i paesi che vanno meglio, spendono molto nelle politiche attive del lavoro anziché
nelle politiche passive. = ef caci nella lotta contro la disoccupazione, in particolare di lunga
durata (+1 anno).

— Cassaintegrazione: strumento principe. Quando le imprese sono in crisi, hanno 



bisogno di ristrutturarsi, non hanno bisogno della forza lavoro i lavoratori rischiano di essere
licenziati interviene lo Stato con la cassaintegrazione che eroga comunque, ai lavoratori che
non stanno lavorando, un sostegno, purché non perdano il lavoro. 


Politiche del lavoro in Europa


• Le politiche attive si presentano più costose ed impegnative ma sono ritenute più ef caci nella
lotta contro la disoccupazione, in particolare di lunga durata 


• I paesi europei investono in modo diverso nelle politiche del lavoro e nei differenti tipi di politica 

– Impegno alto nelle politiche del lavoro: Danimarca, Olanda, Svezia 

– Impegno medio nelle politiche del lavoro: Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda 


La politica del lavoro in Europa


• Dalla politiche passive di welfare alle politiche di workfare: dal sussidio al lavoro

• Problemi del workfare



• Packaging: mix di welfare e workfare = Ok agli stimoli per le persone che entrano in un
percorso di sostegno, perché hanno perso il lavoro; ma al tempo stesso mantenere delle misure
di sostegno e fornire adeguati servizi, compreso il supporto psicologico, per recuperare
autostima e motivazione

In alcuni paesi, consapevolezza, che intervenire senza moltiplicare la sofferenza sociale
non è facile e richiede un’adeguata progettazione delle misure di sostegno.

– Richiesto notevole impegno delle istituzioni ed economico: Progettare bene le politiche, che
comprendano diversi tipi di servizi, non solo economico, ma anche di supporto psicologico =
impegno delle istituzioni. 


– Il problema della protezione dei lavoratori essibili : A differenza di un tempo, dove vigeva 

una legislazione del lavoro molto più tutelante, sono state introdotte diverse forme di lavoro a
termine — lavoro essibile = molti periodi di disoccupazionalità, non si trova una continuità.
[soprattutto nei giovani]. 


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La qualità del lavoro
= come il lavoro de nisce la nostra collocazione nella società, il ruolo sociale che 

assicura il lavoro. 


 Il lavoro produce la collocazione di classe, e in uenza la posizione nella società. 


 Per lungo tempo si è studiata la condizione dei lavoratori e il loro organizzarsi come 

classi e le loro caratteristiche.
Prima attenzione: 


Il lavoro come lavoro operaio


• La sociologia del lavoro nasce studiando il lavoro operaio
Nuova classe, nata Dalle rivoluzioni, individuata da molti intellettuali come una classe portatrice di
trasformazioni della società, soprattutto per migliorarla


• Marx e l’omogeneità della classe operaia



– Operai uniti dal fatto di essere privati della proprietà dei mezzi di produzione 


• La realtà operaia come pluralità di “mondi di produzione”


Marx si era occupato del fatto che una classe di lavoratori, pur essendo subalterna e
sottoposta a molti condizionamenti, caratterizzata da una concorrenza dei suoi membri che la
indeboliva ulteriormente, può raggiungere una sua omogeneità, diventare classe per sé, in quanto
erano tutti dalla stessa parte rispetto alla grande discriminazione della società [essere proprietari o
meno di un mezzo di produzione], gli operai erano uniti dal fatto che erano tutti privi dei mezzi di
produzione, avevano solo il proprio lavoro da rendere. — attenzione empirica di questa
omogeneità. Emerge che è una situazione in evoluzione e più differenziata di quanto auspicasse
Marx. 


• Affermazione del modello di produzione taylor- fordista: convergenza della condizione lavorativa
di operai e impiegati
La realtà operaia emerge come mondi di produzione = categorie che si ritengono diverse le une
dalle altre e che introducono delle distanze sociali le une dalle altre. [operai in catena di
montaggio, che operano con dei macchinari per la produzione, vs chi si occupa della
manutenzione dei macchinari stessi; questi ultimi si ritenevano un’aristocrazia operaia, cioè gure,
con maggiori competenze, che non sono privi di quali cazione come l’operaio e il loro ruolo è
prezioso per quanto riguarda la riparazione dei macchinari per non bloccare la produzione].

Impiegati esecutivi: mansioni operative, erano inseriti in catene di montaggio come gli operai
[lavoro intellettuale ma proceduralizzato che era simile a quello degli operai].


È importante studiare le concrete condizioni dei lavoratori per capire quanto si sentano 

coesi o meno socialmente, e quindi, quanto sia facile o dif cile portarli alla consapevolezza che si
hanno gli stessi interessi. 


Con l’analisi della classe operaia, nasce questo nuovo fronte di studio che cerca di capire le
condizioni di lavoro e che effetto hanno sulla classe sociale. link tra le condizioni di lavoro e
struttura sociale.

La ri essione poi si è estesa oltre alla classe operaia,
Le nuove classi
• La classe di servizio (service class) — ai tempi di Marx, c’erano due classi: 

capitalisti [mezzi di produzione] e classe operaia [lavoratori manuali]. Con il crescere della
dimensione delle imprese, il loro diventare imprese multinazionali, ai livelli alti la gura del
capitalista inizia a differenziarsi: da un lato c’è chi si concentra sempre di più sulla parte
nanziaria [azionisti, color che posseggono la proprietà delle imprese], dall’altra parte c’è

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bisogno di qualcuno che si occupi della gestione operativa delle imprese, una classe dirigenze —
la classe di servizio = la classe che è al servizio dei nuovi capitalisti che si occupano di nanza,
di gestione della proprietà. Non posseggono i mezzi di produzione ma stanno dalla loro parte
perché posseggono il ‘’braccio operativo’’, che prendono iniziative per un maggiore pro tto. 


• • Il proletariato dei servizi — storicamente il proletariato era industriale [la classe operaia
lavorava nell’industria]. Più recentemente, con lo sviluppo del settore dei servizi [commercio,
turismo, logistica...], si sviluppa sempre di più un proletariato [lavoratori manuali] che operano nel
settore sei servizi (oggi: riders, ‘’consegne a domicilio’’. 


• Florida: la classe creativa — in una situazione medio-alta. Classe estremamente importante
per le attuali economie basate sull’innovazione e sullo sviluppo tecnologico... si tratta di
professionalità basate sulla capacità di creare e rinnovare.
• 

• Gorz: la classe servile — il termine è un richiamo ‘’ironico’’ alla classe servile 

classica [servi]. Condizioni che riproducono la condizione dei servi, passata, sono al servizio
del benessere di qualcun altro, in una posizione di subalternità. Riferimento a coloro che devono
badare a qualcun altro: dalle badanti ai maggiordomi (?). 

Emerge una polarizzazione della società: da un lato c’è un’espansione dei livelli superiori, più
alti, di coloro che sono direttamente al servizio del potere nanziario, dall’altra nei livelli più bassi
della società. 


Lavoro e modelli produttivi


queste trasformazioni sono legate ai modelli produttiv

• La qualità del lavoro è stata posta in relazione ai modelli produttivi:


– Produzione di massa

– Specializzazione essibile
– Produzione snella

Dif coltà di classi cazione


• Aumentano i fattori che rendono più dif cile associare condizioni di lavoro uniformi alla
collocazione di classe

– Dif coltà della collocazione di classe degli impiegati: pressioni alle quali è soggetta
• Proletarizzazione
• Speci cità — rivendicare una proprietà speci ca

• Eterogeneità
• Ambivalenza — che a volte tende a differenziarsi dalla classe operaia e ad allearsi alle classi
superiori; quando si veri cano delle crisi aziendali, si identi cano come operai

– Dif coltà di distinguere tra:



• Lavoro manuale e non manuale — una volta il non manuale era più importante, mentre quello
manuali era sostituito dai macchinari. Adesso, con l’intelligenza arti ciale, anche il lavoro
intellettuale comincia ad essere intaccato da queste trasformazioni.

• Lavoro dipendente e indipendente — comincia anch’esso a subire trasformazioni. Recentemente,
molte partite IVA erano dei lavoratori indipendenti a tutti gli effetti in quanti avevano un solo datore
di lavoro e svolgevano delle mansioni equiparate a chi aveva un contratto di lavoro dipendente.

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Qualità del lavoro in Europa
obbiettivi per produrre delle occupazioni di alto livello
• Il Libro Verde: l’obiettivo di “a productive, learning and partecipative organization of work” basata
su “high skill, high trust and high quality”
consapevole del fatto che tutte le mansioni, manuali o no, rutinarie sarebbero adnate verso
un’erosione in termini occupazionali, si punta sul far acquisire sempre più competenze ai futuri
lavoratori e ai lavoratori stessi = importanza della formazione.

• Concretamente dalle ricerche condotte:



– Sono molto pochi i lavoratori impiegati con metodi partecipativi innovativi 

– Non sono emersi riduzioni signi cative del rischio sico 

– La qualità del lavoro è inferiore per i lavoratori essibili (maggiore rischio sico e ritimi di lavoro
più intensi)
colpiti molto i giovani e le donne. Riguardano i contratti a chiamata\ a tempo determinato, forme
alternative al contratto indeterminato, si è notato che espongono i lavoratori a un maggiore stress
— maggiori incidenti sul lavoro, più problematiche psicologiche... 


Lavoro, tempo, cultura

L’orario di lavoro
rapporto tra il tempo di lavoro e il resto del tempo di vita, tempo libero, che con le recenti
trasformazioni di lavoro è diventato sempre più complesso.
conseguenze nella vita dei lavoratori.

Per i primi lavoratori, agli inizi della rivoluzione industriale, che vivevano al limite della povertà, i
tempi di lavoro occupavano gli interi tempi di veglia, per raggiungere il salario utile per la minima
sussistenza. I ritmi erano duri e i tempi erano dei 16-17h al giorno, 7\7 alla settimana. — diffuso
l’alcoolismo per potersi rilassare e riuscire a dormire. = sofferenza, la vita media superava di poco i
30 anni, dalla più tenera età... 


• Tendenza storica alla riduzione dell’orario di lavoro


– Riduzione della durata della giornata lavorativa: andare dai 16\18h a 8h lavorative
(8x3, 8h di lavoro, 8h di riposo e 8h per il tempo libero).

Richiede grandi mobilitazioni, scioperi, repressioni, i quanto agli inizi i sindacati non erano
riconosciuti. Però alla ne riesco ad ottenere il risultato nale, almeno in alcuni paesi.

– Riduzione della durata della settimana lavorativa
alle origini per i lavoratori non
c’era pausa, si lavorava 7\7 tranne alcune festività all’anno. Si lavora sempre e si dorme nei luoghi
di lavoro... l’obiettivo fu di puntare ad una riduzione della settimana lavorativa 5 giorni alla
settimana. La cosa andò per gradi: domenica mattina per la messa, domenica, sabato. Per arrivare
a un totale di 40h alla settimana.

• In tutti i paesi sviluppati si assiste ad un trend di diminuzione delle ore lavorate in un anno —
aumento delle ferie

– Europa: riduzione maggiore delle ore di lavoro e numero di ore più basso
– Giappone: riduzione maggiore ma n° ore più alto

– USA: riduzione minore delle ore di lavoro


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Le spiegazioni
• Perché è aumentato il divario di ore lavorate tra Europa e USA? 


• Spiegazioni della teoria economica:



– Conta il grado di sventagliamento salariale 

• In Europa l’appiattimento salariale disincentiverebbe a lavorare di più — *differenza tra i
salari. In Europa, effettivamente, la differenza tra i salari è piuttosto contenuta. Mentre negli USA
è elevata. se, lo sventagliamento salariale, è contenuto, non c’è molto interesse da parte dei
lavoratori e lavorare di più\fare carriera per fare un salto di qualità in termini di retribuzione. 


– Conta il sistema scale



• In Europa l’elevato cuneo scale tra salario e costo lordo del lavoro disincentiverebbe a
lavorare di più — cuneo scale = la differenza tra quanto paga l’imprenditore in termini di salario
e salario lordo; se l’ammontare è ampio, non ha un grosso incentivo a lavorare di più per
guadagnare di più — il cuneo scale tra salario e costo lordo del lavoro disincentiva a lavorare di
più.

In Europa c’è il welfare che viene nanziato dalle tasse dei lavoratori — meno salario, ma a
livello sanitario, ad esempio, paga poco o niente. A differenza degli USA in cui deve pagare tutte
le prestazioni; idem per l’istruzione. = diversa distribuzione delle risorse perché ci sono sistemi
sociali, diversi.

Tuttavia, non vedendo in busta paga una cifra che aumenta, all’aumentare del lavoro, non è
incentivato a lavorare di più.

Proposta di ridurre il cuneo scale: ridurre il prelievo scale da parte dello stato = lo
stato avrà meno soldi per erogare i servizi welfare in istruzione e sanità; oppure meno risorse che
andranno alla pensione del lavoratore. 


• Spiegazione alternativa: di tipo più sociologico che economico



– Differenze nei modelli socioeconomici di Europa e Stati Uniti
insiste sul fatto delle differenze e dei sistemi socioeconomici. In Europa c’è un sistema diverso,
dagli USA e dal Giappone, che insiste molto di più sulle tutele di welfare e, almeno nei paesi del
nord Europa, investe in termini di tecnologia = più produttivo il lavoro, senza aumentare le ore di
lavoro.

Inoltre, rispetto agli USA, in Europa c’è una diversa cultura del lavoro — l’aspetto di tempo del non
lavoro è considerato molto importante.

Spiegazione sociologica: culturalmente i lavoratori europei sono portati a dare
maggiore importanza agli aspetti extra-lavorativi.

La situazione attuale
Dopo il raggiungimento da parte dei sindacati dell’obiettivo storico della giornata lavorativa di 8h e
della settimana corta — il sindacato ha puntato su schemi di lavoro annuali: cercare di rendere più
interessante per il lavoratore la distribuzione delle ore lungo il corso dell’anno, con un certo
margine. [esempio studente lavoratore, ottenere 2\3 giorni di non lavoro prima di un esame per
potersi concentrare alla preparazione dell’esame] = schemi di annualizzazione dell’orario di lavoro.
- In Europa si sperimentano dei modelli, rispetto all’orario di lavoro:

– Il modello olandese

• La diffusione del part-time — orizzontale: 4\5 ore al giorno anziché 8, tutti i 5 giorni della
settimana verticale: 3 giorni di lavoro per avere liberi gli altri 2.

• Assicurazione di vecchiaia universalistica

– Il modello danese

• La legge sulla sospensione del lavoro
possibilità del lavoratore di prendersi dei periodi ‘’sabbatici’’ per
studiare, per formarsi. Lo Stato ti mantiene, il tuo livello retributivo, mentre ti stai

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formando.

Lo Stato lo fa perché: se il lavoratore decide di formarsi, è motivato, con pro tto — si riquali ca,
utile per rimanere al passo coi tempi.

La società della conoscenza


PNERR, Piano Nazionale di ripresa e resilienza — soldi che l’Europa ha dato all’Italia per
rilanciarsi.
-  Lavorare sull’innovazione, in particolare tecnologica 


-  Passare all’economia verde. 



= salto tecnologico e apertura di nuovi settori che sono promettenti per lo sviluppo 

Una delle misure che vengono prese in favore della società della conoscenza società dove si è
consapevoli che l’innovazione continua rende fondamentale la conoscenza, le competenze.
lavoro immateriale, lavoro ideativo, progettuale... 

Importante valorizzare e fare in modo che l’economia si basi sempre di più su professioni
quali cate. Tuttavia, questo tipo di società dinamica, in termini economici e sociali, le persone sono
soggette a rischio sociale o vulnerabilità sociale dei soggetti importante che siano attrezzate e
protette per affrontare queste situazioni di cambiamento. Sociologo tedesco: società del rischio 

Società in rapido cambiamento che espone effettivamente al rischio e si crea una gerarchia del
rischio: 


• Nella società contemporanea dei paesi avanzati aumentano le professioni basate sulla
conoscenza (lavoro “immateriale”) ma aumenta anche il rischio sociale 

– Beck: società del rischio (disoccupazione, precarietà, instabilità) — Nelle parti alte della società:
si farà di tutto per avere maggiori risorse e per 

proteggersi dal rischio. Accadrà che il rischio viene scaricato sulle parti basse della 

società, soggette a disoccupazione, precarietà e instabilità. 



– Sennet: l’effetto “corrosivo” della essibilità lavorativa — Data da una società dinamica e 

professioni in continuo aggiornamento.


• Importanza di sistemi di istruzione e formazione avanzati e diffusi con accesso ampio per
contenere elevati costi sociali 


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