Sociologia scientifica
Si caratterizza per il fatto di riconoscere rilevanza sociologica:
• alle teorie che sono potenzialmente soggette al complesso processo della indiretta conferma
empirica,
• alle teorie che consentono un riscontro empirico all’interno di una corretta logica dell’indagine;
e quindi
la sociologia come scienza è una disciplina che si caratterizza
in quanto corpo coordinato di teoria, ricerca, metodo.
Altri filoni contribuiscono alla definizione della sociologia a partire dai primi del Novecento negli Stati
Uniti:
• il filone pragmatistico,
• il filone interazionistico,
• il filone della critica sociale.
Perché?
Motivi del mancato paradigma comune
Le ragioni di questo ritardo sono diverse:
• perché la riflessione sulle forme della vita associata è sempre stata appannaggio della riflessione
filosofico-speculativa,
– per questo, rispetto alle altre discipline scientifiche, è stato molto più difficile rendere
scientificamente autonomo dalla filosofia lo studio della vita sociale e culturale;
• perché l’inevitabile parzialità del lavoro scientifico va contro la pretesa di una conoscenza
totalizzante della realtà sociale.
La matrice positivista:
Emile Durkheim (1858-1917)
Se si accetta l’assunto che ogni disciplina scientifica è tale nella misura in cui percorre la strada
dell’integrazione di teoria e ricerca, che implica l’emergere di tecniche specifiche, allora possiamo
convenzionalmente far risalire la nascita della sociologia come scienza alla data di pubblicazione
(1897) de Il suicidio di Durkheim, in cui si ritrovano:
• una serie coordinata di enunciazioni teoriche (teoria),
• dal quale far derivare proposizioni a un limitato livello di generalità da poter risultare
confermate, tramite le statistiche, l’elaborazione dei dati,
• al fine di individuare regolarità comportamentali in forma di leggi sociologiche connesse alla
teoria.
segue la matrice positivista:
Emile Durkheim (1858-1917)
Con Durkheim si passa dunque:
• dalla genericità delle affermazioni ad una pratica di sistematizzazione che può dirsi scientifica;
• sia dai fatti psichici, in quanto questi ultimi si producono nella e attraverso la coscienza
individuale.
• il primo corollario afferma che nello studio dei fatti sociali si devono scartare in modo
sistematico le prenozioni, che sono costituite:
– non solo dai pregiudizi di cui può essere portatore il sociologo,
– ma anche da tutte le nozioni e da tutti i concetti che si sono formati al di fuori della scienza e
per fini che non hanno nulla di scientifico;
segue la matrice positivista:
Emile Durkheim (1858-1917)
• il secondo corollario afferma di scegliere come oggetto della ricerca solo quei fenomeni che si
possono definire sulla base di certe caratteristiche, esterne, ad essi comuni; e di comprendere nella
stessa indagine tutti quei fenomeni che sono riconducibili alla stessa definizione:
– ciò permette di classificare e di studiare i fatti sociali solo sulla base delle loro caratteristiche, a
prescindere dalle prenozioni del sociologo e consentendo ad altri studiosi di controllare le conclusioni
raggiunte;
• il terzo corollario afferma che quando il sociologo studia un fatto sociale non deve considerarlo
dalla prospettiva delle sue manifestazioni individuali.
• La solidarietà meccanica che è caratteristica delle società più semplici (comunità rurali e
artigiane), in cui non si è ancora avuta la divisione del lavoro, c’è un’identità delle funzioni delle sue
parti (i suoi individui) e si fonda sulla solidarietà familiare, di villaggio, di vicinato; la somiglianza
delle attività tra gli individui porta a confondere la personalità individuale nella personalità collettiva,
prevale la “coscienza collettiva” su quella individuale;
A D. non interessa il suicidio del Signor X ma il suicidio come fatto sociale, ossia dare conto del tasso
dei suicidi che si riscontra in diversi contesti sociali, tanto più che l’individuazione delle cause sociali
del fatto sociale-suicidio consente di individuare anche le cause del singolo suicidio.