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MODELLI TEORICI GENERALI IN SOCIOLOGIA

Un modello teorico appare tanto pi valido, quanto pi capace di cogliere le contraddizioni di fondo insite della realt sociale, senza ricadere in nessuna forma di assolutizzazione dogmatica del sapere. Il funzionalismo La tendenza gi presente nel modello organicista di tipo positivistico ed evoluzionistico di interpretare la societ a partire dalla societ stessa e non dai singoli individui si accentua nel funzionalismo. Presupposti fondamentali del funzionalismo: Esiste un sistema rispetto al quale le varie parti o elementi sono in una posizione subordinata; Tale sistema deve sopravvivere, ovvero mantenere la sua unit e il proprio equilibrio interno rispetto agli altri sistemi e lambiente esterno; Il sistema ha quindi dei bisogni che devono essere soddisfatti attraverso delle attivit adeguate (funzioni del sistema). Il sistema sociale pensato come unit culturale normativa. La dinamica del sistema viene interpretata principalmente come problema della legittimazione delle norme, cio della loro capacit di produrre consenso negli individui, in modo da integrarli nel sistema stesso. Emile Durkheim (1858-1917) Regole del metodo sociologico (1895): pu essere considerato uno dei primi tentativi di definire il metodo della ricerca empirica in sociologia. Durheim vuole proporre un criterio oggettivo di interpretazione dei fenomeni sociali. Durkheim afferma di preferire il termine funzione a quello di fine in quanto i fenomeni sociali non esistono in vista dei risultati utili che essi producono; ci che si deve tener presente se c una corrispondenza tra il fatto preso in considerazione e i bisogni dellunit sociale, e la natura di tale corrispondenza. Lindividuo plasmato dalla societ fin dalla nascita, a seconda dellepoca e del luogo in cui vive. La societ non pu essere considerata come la semplice somma degli individui che la compongono, ma come un sistema vero e proprio. Secondo D. necessario considerare la societ come qualcosa che al di sopra e nettamente di maggiore importanza rispetto a singolo. Il singolo lasciato a se stesso tendenzialmente egoista, per questo devono intervenire cultura e morale. Lordine sociale viene prima di tutto; la societ stessa, attraverso la mediazione simbolica, deve fare in modo che lindividuo si adegui ad essa, le si integri perfettamente, a costo di sopprimere la propria individualit. Solo la societ, in quanto prodotto di unelaborazione collettiva, pu conoscere i veri bisogni sociali che vanno ad esprimersi nella regolamentazione giuridica e morale. Va a stabilirsi in D. un rapporto tra morale e scienza. La conoscenza scientifica permette di individuare quelle leggi naturali che sono alla base dello sviluppo sociale e che una volta comprese permettono lelaborazione di principi morali realmente adatti alla situazione sociale esistenze. Tali leggi non sono assolute, ma cambiare con il mutare della realt sociale. Limportanza dei valori e delle norme sociali si fa sempre pi evidente tanto pi D., nel suo lavoro di osservazione della societ industrializzata, riconosce numeri episodi di disordine sociale e di anomia. Anomia: termine che indica situazioni nelle quali, per effetto di rapidi cambiamenti

sociali (sviluppo economico, crisi, ecc.) lindividuo viene a trovarsi privo di orientamenti normativi adeguati ad affrontare le nuove condizioni. Posto che il sistema dei valori morali e delle regole giuridiche lunico vero fondamento dellunit della realt sociale, tutti i problemi che emergono nellagire sociale derivano dal mutamento della realt sociale stessa, che ha reso in questo modo inadeguato il sistema dei valori morali. Il suicidio (1897): Durkheim individua tre tipologie differenti di suicidio. Il suicidio egoistico e quello anomico hanno la loro causa in una qualche forma di carenza ed dovuto ad una situazione di sconforto personale. Il suicidio altruista dovuto a motivi di onore o di convivenza socialmente codificati. Durkheim vuole dimostrare in questopera che per correggere e controllare i comportamenti individuali occorre agire sulle condizioni di integrazione della societ stessa. Il problema fondamentale di Durkheim che non vuole in alcun modo capire che la sottrazione della propria individualit non pu far che male. Porta a fenomeni di aggressivit di ogni tipo, sia nei confronti di s - portando cos allautodistruzione -, sia nei confronti del mondo esterno. Durkheim un emerito cretino. Malinowski (1884-1942) Teoria scientifica della cultura. Secondo M. esistono diversi tipi di bisogni. Alla base di questa struttura vi sono gli imperativi biologici primari (riproduzione, nutrizione, igiene, ecc.); al fine di soddisfare tali bisogni primari luomo crea le istituzioni sociali o le organizzazioni culturali, che a loro volta avranno dei loro bisogni, chiamati bisogni derivati o culturali. Per il mantenimento stesso di queste istituzioni, si andranno a creare dei terzi bisogni, che Malinowski chiama imperativi strumentali e integrativi. Tutti questi tipi di bisogni non sono posti in alcuna scala gerarchica, hanno tutti la stessa importanza e luomo ne dipendente in egual maniera. Date tali premesse, possiamo dunque dire che Malinowski definisce: Cultura: un apparato strumentale atto a risolvere i problemi che lindividuo e la collettivit incontrano nel rapportarsi con il mondo esterno e nel soddisfare i proprio bisogni. Tradizioni culturali: il prodotto dellinterazione tra bisogni organici e manipolazione dellambiente da parte delluomo. Concetto di funzione: soddisfacimento di un bisogno tramite la cooperazione degli uomini, che usano prodotti e consumano beni. Radcliffe-Brown (1881-1995) In polemica con Malinowski nega di appartenere alla scuola funzionalista. Il suo concetto di funzione non pi rigidamente collegato ai bisogni strettamente biologici, ma viene considerato nella sua relazione con il sistema sociale. Ogni elemento particolare della realt sociale trova la sua spiegazione nel quadro delle attivit finalizzate alla sopravvivenza della realt sociale stessa. Il punto debole del pensiero di Malinowski - cio quello di ricondurre ogni elemento della realt sociale ai bisogni primari biologici - viene corretto cos in Radcliffe-Brown. Il rapporto necessario causale sempre sbagliato, perch non si pu dire che tutti i fenomeni che vanno a crearsi derivano tutti dalla stessa causa. vero che Malinowski dice alla fine che tutti i bisogni hanno la stessa importanza e non v alcuna gerarchia tra essi, ma rimane il fatto che sono tutti derivati da quelli biologici. Radcliffe-Brown nota che se pur vero che lassenza di normativa porta a lungo

termine effetti distruttivi sul corpo sociale, palese come anche lassolutizzazione di tali norme porti alla distruzione del corpo sociale stesso. Talcott Parsons (1902-1979) Il problema dellordine e dellintegrazione caratterizza anche la teoria struttural-funzionalista del sociologo americano Parsons. A Parsons dobbiamo il tentativo fino ad oggi pi ambizioso di fondare una teoria sociologica dellazione e del sistema sociale. Vengono distinti tre periodi nel pensiero di Parsons: 1. Sviluppa la teoria volontaristica dellazione sociale. 2. Formula la teoria generale dellazione e del sistema sociale; individua dunque i quattro imperativi funzionali di ogni sistema sociale ed elabora il modello delle variabili strutturali. 3. Applica il suo modello teorico, apportandovi continue precisazioni, a vari settori concreti della realt sociale. I concetti fondamentali che sono alla base della teoria di Parsons sono: Azione sociale: tratto inizialmente dalla teoria di Max Weber, si riferisce a ogni agire dotato di senso in quanto tiene conto dellagire altrui. Lagire considerato in base allintenzionalit - quindi alla finalit - del soggetto; lagire inoltre condizionato dai valori e dai modelli sociali propri del contesto in cui lagire si sviluppa (come per Weber). presente anche un elemento che caratterizza la concezione dellagire individuale in Durkheim: luomo, se lasciato a se stesso, sostanzialmente egoista. Da qui limportanza del problema hobbesiano del controllo sociale e dellintegrazione. Parsons distingue diversi elementi nellazione sociale: a) il soggetto/attore sociale, che pu essere un individuo, ma anche un gruppo o una collettivit; b) la situazione, o condizioni oggettive rispetto alle quali lazione si sviluppa (ambiente naturale, condizioni economiche, tecniche, ecc.); c) lordine simbolico, o linsieme dei riferimenti culturali che orientano lagire. Cultura: (concetto tratto da Durkheim) sistema coerente delle credenze, delle rappresentazioni, dei valori che producono consenso e permettono il controllo sociale. Sistema: (concetto ricalcato sul modello di equilibrio di Pareto) insieme dei rapporti di interdipendenza tra elementi, retto dal principio di autoconservazione e del mantenimento del proprio equilibrio con lambiente esterno e con le forze che agiscono al suo interno. Il sistema presenta dei confini delimitabili, ha una propria coerenza e dei propri bisogni, irriducibili a quelli degli elementi che lo costituiscono. Struttura: componente stabile delle modalit di organizzazione del sistema. Funzione: attivit volta al soddisfacimento di bisogni essenziali del sistema. Processi: attivit interne al sistema o di trasformazione dello stesso. La possibilit dellordine e dellintegrazione sociale nasce dallistituzionalizzazione e dallinteriorizzazione di determinati precetti morali. Un determinato sistema dazione, cio linsieme delle varie azioni e interazioni, pu essere analizzato sia nel suo rapporto con lesterno, sia nei problemi che nascono al suo interno. Inoltre il sistema dazione pu essere considerato sia in termini degli scopi che persegue, che in termini dei mezzi che possiede. I quattro imperativi funzionali A partire da queste quattro categorie, Parsons arriva a formulare i quattro imperativi o prerequisiti funzionali di ogni sistema dazione. Essi sono:

a) adattamento, che riguarda i rapporti del sistema con lambiente esterno (ambiente naturale, rapporti con altri sistemi); b) conseguimento degli scopi. Rientrano in questa funzione anche le capacit volte a mobilitare le energie e le risorse del sistema, amministrandole in modo utile al raggiungimento delle finalit prefissate; c) mantenimento delle strutture latenti, funzione che garantisce la stabilit di valori, significati, motivazioni, attraverso norme e modelli di comportamento istituzionalizzati; comprende anche i meccanismi fondamentali di socializzazione di attori, volti a promuovere linteriorizzazione delle norme e dei modelli; d) integrazione, funzione che permette di equilibrare reciprocamente i diversi elementi del sistema. Lo studio di un qualsiasi sistema dazione - dalla societ globale al piccolo gruppo dovr analizzare in maniera specifica i quattro prerequisiti del sistema. Le variabili strutturali Il modello costruito in base a tali presupposti viene arricchito dalle categorie che Parsons individua come modalit fondamentali dellagire. Tali alternative sono: a) universalismo/particolarismo b) realizzazione/attribuzione c) affettivit/neutralit d) specificit/diffusione. Le variabili strutturali, combinandosi tra loro, permettono di articolare una complessa tipologia delle varie forme di azione e dei diversi tipi di aspettative. Inoltre, in riferimento ad esse, possibile individuare eventuali scompensi, nel caso in cui la scelta delle alternative avvenga in contrasto con le aspettative correnti. Collegando le variabili strutturali con i prerequisiti funzionali, Parsons ottiene una griglia molto articolata di possibili forme di azione. Inoltre Parsons individua, in corrispondenza dei prerequisiti funzionali, quattro sottosistemi. In corrispondenza della funzione di adattamento, quello di organismo biologico (di cui si occupa la biologia); in corrispondenza della funzione di conseguimento degli scopi, quello di sistema della personalit (di cui si occupa la psicologia sociale); in corrispondenza della funzione di mantenimento dei modelli, quello di sistema della cultura (di cui si occupa lantropologia sociale); in corrispondenza della funzione di integrazione, il sistema sociale (di cui si occupa la sociologia). Ognuno di questi sottosistemi contiene tutti gli imperativi funzionali; in particolare, i sottosistemi del sistema sociale, sono: il sotto-sistema economico (funzione di adattamento); il sotto-sistema politico (funzione di conseguimento degli scopi); il sotto-sistema della socializzazione (funzione di mantenimento dei modelli); il sotto-sistema della comunit societale (funzione di integrazione). Il sistema della personalit funge, nei confronti del sistema sociale, come una fonte di energia, che devessere orientata allequilibrio e allintegrazione del sistema. Al fine di ci, il sistema sociale deve tener conto dei bisogni propri del sistema della personalit. Dal sistema della cultura si attingono quei modelli che sono necessari per il consenso degli elementi del sistema, e che quindi rendono possibile lorientamento dellagire individuale. Il rapporto tra il sistema della personalit, quello della cultura e quello sociale viene dunque analizzato in termini di scambio di comunicazioni e prestazioni, e in termini degli eventuali conflitti che possono sorgere tra i sottosistemi. La teoria di Parsons presenta la sua limitazione per la sua natura puramente

descrittivo-concettuale, senza tener conto dunque della genesi del sistema sociale. Robert Merton (1910-2003) Sociologo statunitense che sviluppa una critica del funzionalismo, in particolare di Malinowski e di Radcliffe-Brown, mettendo in evidenza tre postulati che sono alla base delle loro teorie. Postulato dellunit funzionale: la societ viene intesa come un tutto. Tale completa unit funzionale viene contraddetta da due fattori: 1. Non tutte le societ presentano lo stesso grado di integrazione; 2. Una stessa funzione pu avere sia effetti positivi riguardo lintegrazione di un individuo nel sistema sociale, sia effetti negativi di disgregazione. Postulato del funzionalismo universale: ogni volta che incontriamo una forma sociale o culturale standardizzata questa deve avere una funzione positiva per la vita del sistema sociale. Questo non sempre vero in quanto possiamo anche trovarci di fronte a delle forme sociali residue di situazioni storiche precedente, e che nel sistema sociale in cui si trovano non hanno alcuna utilit. Postulato dellindispensabilit: ogni funzione vitale rappresenta una parte indispensabile per il sistema sociale. Questo non vero in quanto la stessa funzione pu essere svolta da elementi alternativi. Sulla base di questi postulati Merton sviluppa un suo modello di funzionalismo e introduce la distinzione tra funzioni manifeste e funzioni latenti. In base ad essa si pone in evidenza il divario che pu sussistere tra le motivazioni soggettive del comportamento sociale e le sue conseguenze oggettive. Inoltre specifica come uno stesso elemento pu avere sia conseguenze positive che negative, a seconda dellambito che si prende in considerazione. Rispetto alla pretesa di Parsons di creare una teoria sociologica che comprendesse tutti gli aspetti della dinamica sociale, Merton fa valere lopportunit di utilizzare teorie a medio raggio (cio pi limitate), ma pi precise, senza negare la possibilit di ampliarle successivamente.

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