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o Émile Durkheim nacque nel 1858 a Épinal in una famiglia di origine ebraica. In seguito alla
guerra franco-prussiana, egli e la sua famiglia si trasferirono a Parigi. Durkheim si laureò
in filosofia all’École Normale Supérieure di Parigi nel 1882. Dopo aver insegnato presso
alcune scuole secondarie, fu docente prima all’universitàdi Bordeaux, poi alla Sorbona di
Parigi.
Durkheim espose il suo pensiero in una serie di testi, i più famosi sono:
o Il suicidio (1897)
Un concetto fondamentale nell’opera di Durkheim è quello di ANOMIA, con cui si intende l’assenza di
norme. In tale contesto il soggetto patisce un forte sradicamento dovuto alla mancanza di punti di
riferimento.
È una sorta di trattato che definisce metodo, oggetto e statuto della sociologia. La sociologia deve essere
una disciplina scientifica, oggettiva, basata sullo studio dei fatti sociali. I fatti sociali:
- sono modi di agire, pensare e sentire che si impongono all’uomo;
- sono l’oggetto della sociologia;
- sono esterni all’individuo, esistono indipendentemente dalla sua volontà, hanno un potere coercitivo su
di lui;
- sono fenomeni intellegibili sociologicamente a partire dalla società in cui essi si manifestano: è la società il
fondamento del fatto. I fatti sociali devono essere considerati come cose, analizzati ricercandone le cause in
altri fatti sociali e in base alla loro funzione.
o Il suicidio
È una ricerca condotta con metodo empirico e su dati statistici relativi ai suicidi in diverse società. I suicidi
sono considerati eventi collegati non alla psicologia individuale, ma alla tipologia di società e al livello di
integrazione sociale presente in essa. Il numero dei suicidi cambia infatti da società e società e a seconda
del periodo storico.
In generale, minori sono l’integrazione sociale e quindi i legami tra i membri di una società, maggiori sono i
suicidi. A dimostrazione di questa tesi, Durkheim evidenzia che, comparando ebrei, cattolici e protestanti, si
verifichi tra questi ultimi l’incidenza maggiore di suicidi. Tra i protestanti, secondo Durkheim, l’integrazione
sociale è inferiore rispetto a ciò che accade tra i cattolici e gli ebrei. Il suicidio è determinato dal tipo di
società in cui esso si verifica, perché è la società a produrre atteggiamenti e costruzioni mentali
individuali.
Basandosi sullo studio delle società totemiche australiane, Durkheim evidenzia che tutte le religioni, sia
quelle considerate più primitive, sia quelle più complesse, condividono come tratto fondante la distinzione
tra sacro e profano. Il profano è ciò che è quotidiano e ordinario; Il sacro è:
- oggetto di venerazione;
- percepito con timore, rispetto e soggezione;
- direttamente collegato a esperienze collettive, ha una dimensione sovraindividuale;
A partire da questa contrapposizione, Durkheim sottolinea il carattere sociale della religione, le cui funzioni
sono:
- dare ordine alla società;
- rendere più forti i legami sociali;
- favorire l’implementazione della solidarietà sociale.
Nella religione hanno un ruolo fondamentale i riti che permettono all’uomo di vivere e partecipare a
un’esperienza collettiva.