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Capitolo IV: Le ideologie e la dottrina sociale della Chiesa

Il termine IDEOLOGIA deriva dalla corrente filosofica degli ideologi i quali alla
fine del 700 e rifacendosi alla tradizione empirica inglese ricorrevano
“all’analisi delle sensazioni e delle idee” del modo in cui l’individuo interagisce
con il mondo, implementando le ipotesi teoriche con i dati scientifici della
fisiologia ottica e neuronale: un incontro fra scienza e filosofia di ciò che sta
divenendo la Neurotica. Il termine “ideologia” comparve per la prima volta
con l’opera di Antoine Louis Claude Destutt de Tracy, nelle “mémorie sur la
facultè de penser” del 1796.

L’etica, la politica e l’economia venivano considerate “ideologie applicate”,


sistemi indagabili attraverso la matematica per trasformare ciò che di
imprevedibile esiste( il comportamento umano) in teorie e previsioni
attendibili. Si deve a Napoleone l’attribuzione negativa che ad oggi il termine
“ideologia” porta con sé quale insieme di idee lontane dal senso empirico del
reale, lontane vale a dire da un rapporto diretto con il mondo.

Bisogna dire che le ideologie nascono per convergenza di valori, di concetti e


di principi in tempi,luoghi e situazioni storiche diverse. Ogni individuo che
fruisce di questo insieme di credenze è definito “creatore” e “utilizzatore”
dell’ideologia. La differenza tra filosofia e ideologia è che:

- La FILOSOFIA è un sistema scientifico di pensiero riguardante ogni


aspetto dell’essere umano;
- L’IDEOLOGIA è un concetto guida quale strumento di interpretazione di
ogni singola situazione in cui si trovi l’individuo.

I temi trattati e i criteri utilizzati sono sempre i medesimi,


indipendentemente dal tempo storico,politico,sociale. Ciò che differisce fra
una o un’altra ideologia è la risposta fornita ai problemi proposti. Nascono
così le “ideologie ibride” , un’insieme di idee e di proposte per migliorare la
condizione dell’individuo nella società.
In genere, quando si parla di ideologie ci si riferisce alle quattro principali
“famiglie” ideologiche:

1- CONSERVATORISMO il quale sostiene che l’individuo non è in grado di


cambiare a proprio piacimento la realtà sociale, economica, politica e
morale che lo circonda, poiché l’intera società si fonda su principi non
modificabili derivanti o dalla religione o dal consolidamento storico o
dalla natura umana o dall’insieme di tutti e tre. La “non modificabilità”
delle istituzioni non significa per il conservatore un rifiuto a priori del
cambiamento anzi esiste una costante interazione dialettica con il
progresso finchè quest’ultimo non minacci o stravolga i pilastri e principi
cardine sostenuti dal conservatore per l’istituzione sociale. La cellula
fondamentale e primaria della società è la FAMIGLIA, considerata il
nucleo primordiale di formazione dell’individuo, alla quale spetta il
compito di iniziare il bambino alla morale cattolica poiché la religione è
un ulteriore aspetto caratterizzante dell’ideologia conservatrice.
La difesa della proprietà privata intensa quale diritto naturale
dell’individuo che garantisce l’ordine e la formazione della società non
entra mai in conflitto con l’interesse del gruppo poiché gli interessi del
singolo non sono mai superiori a quelli della collettività.
Marx e Engels parlano di “CONSERVATORISMO SOCIALE” che
teorizzava l’intervento dello Stato per la tutela dei meno abbienti,
sostenendo che l’idea di nazione avrebbe posto l’accento sugli elementi
comuni di un gruppo più variegato di individui, favorendo la sua
coesione interna e consolidandone la struttura gerarchica.

2- REAZIONARISMO è quella ideologia che si contrappone ad una serie di


cambiamenti sociali, politici , morali. Storicamente il primo
reazionarismo nacque nell’Ottocento in aperto contrasto alla Rivoluzione
Francese,la quale diffuse il principio secondo cui era l’individuo in grado
di razionalizzare il mondo, costruendolo secondo teorie di giustizia
sociale che non tenessero conto della tradizione storica e dei valori
trascendenti o religiosi. Il desiderio di un ritorno all’Ancien régime
rappresentò l’insieme dei valori e delle credenze che il reazionario
condivideva:
- Il potere assoluto al monarca per volontà divina;
- La salvaguardia della struttura piramidale e statica della società in cui
ogni individuo, per nascita, ha il dovere di adempire alle responsabilità
del proprio status senza avere la possibilità di cambiarlo.
3- LIBERALISMO che poneva il come principio fondamentale la difesa
dell’individuo e della sua libera espressione creativa, partendo dal
presupposto che non sia possibile giungere alla “conoscenza oggettiva
della verità”: il liberalismo lasciava all’individuo la personale ricerca dei
valori, dei comportamenti e delle scelte giuste da seguire e c’era alla
base la tendenza di tipo empatico a socializzare gli uni con gli altri e ad
aiutarsi reciprocamente. Ciò che il liberista teorizzava era un insieme di
forme istituzionali ( Parlamento,Governo, Corte costituzionale) che
salvaguardassero le libertà di parola, di stampa, di pensiero dalle
possibili interferenze e sopraffazioni del potere politico. La libertà
dell’individuo,infatti, secondo la visione liberale può essere messa in
discussione, oltre che dallo Stato, da qualsiasi aggregazione, gruppo o
associazione sociale con cui il singolo entri in contatto : dalla famiglia
alla scuola, dalla Chiesa alla comunità stessa.
4- SOCIALISMO è un’ideologia anti-individualistica la cui attenzione
prioritaria è rivolta al benessere sociale, basandosi sui principi
dell’uguaglianza e della fraternità. Sul piano economico , l’ideologia
socialista propone l’abolizione della proprietà privata a favore di forme
collettive di possesso favorendo la felicità del singolo e la sua
liberazione da subordinazione o da schiavismo dell’uomo sull’uomo.
Con Marx venne fondata nel 1864 la Prima Internazionale Socialista il
cui obiettivo era quello di far confluire in un unico grande partito
sovranazionale tutti i movimenti socialisti nei diversi Paesi Europei,
coordinandone le visioni, gli stratagemmi e la politica da adottare per
l’istituzione futura della società.

Si parla anche della Dottrina Sociale della Chiesa , tematica che anche
se solitamente si fa iniziare con l’emanazione dell’enciclica Rerum
Novarum di Papa Leone XIII nel 1891, affondava le sue radici nel
secolo XVII. Il Cardinale Juan de Lugo a seguito della contestazione che
il salario fosse l’unica risorsa per la vita stessa dell’operaio , proponeva
di considerare giusta una retribuzione sufficiente a poter mantenere in
vita tutta la famiglia inoltre la proprietà privata avrebbe dovuto
conciliarsi con l’uso sociale delle ricchezze, condannando un uso
esageratamente individualistico dei beni cioè la ricchezza sarebbe
dovuta servire allo sviluppo e quindi al progresso di tutta la società.

Nella Rerum Novarum Leone XIII prendeva posizione sia contro il


liberalismo perché perseguiva solo l’arricchimento individuale e sia
contro la dottrina socialista perché condannava la proprietà privata. Per
la Chiesa Cattolica, la dottrina socialista rappresentava un elemento
determinante ed indispensabile allo sviluppo della persona umana.

Altri tratti caratteristici dell’enciclica erano il concetto di GIUSTIZIA e di


MERCEDE (difesa della dignità dell’uomo in quanto tale cioè bisognava
elargire un salario che permettesse al lavoratore il giusto
sostentamento per sé e per la sua famiglia).

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