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COMT
• Come Saint-Simon, società come organismo
• Armonia e coordinazione
• Introduzione al concetto di specializzazione: specializzarsi in un determinato compito
(differenziazione tra parti), può portare divisione e incomunicabilità tra individui
TONNIE
• Trasformazione sociale -> Nel suo lavoro "Comunità e società" parla della comunità
come un modo di sentire comune, sentirsi parte di. Parla invece della società come
qualcosa di anonimo, impersonale, basata sul contratto (spinto da un tornaconto
personale)
• Comunità organismo vivente
• Società prodotto meccanico
• Processo industriale che va a favore della società, mancano sempre di più relazioni
sociali condivise per far spazio a relazioni basate sul controllo
• "La divisione del lavoro sociale" -> tramite la concezione di solidarietà meccanica e
solidarietà organica, Durkheim ricostruisce il complesso di relazioni che si
costruiscono all'interno di una società
• Solidarietà meccanica si basa sulle somiglianze tra individui e su una divisione
elementare del lavoro, con il ne di dar vita a un essere collettivo
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• Solidarietà organica si basa su una divisione del lavoro più sviluppata, che deriva
dall'eterogeneità degli individui
Questa marcata divisione del lavoro e l'eterogeneità possono dar vita all'anomia, dove la
società risulta non essere in grado di far rispettare le regole
Per tutti gli anni '30, come vediamo, l'idea di società si basava su una concezione negativa
-> impersonalità, grigio, anomia, isolamento (tutti elementi volti a far nascere la teoria della
società di massa, prima, e la teoria dell'ago ipodermico)
LA TEORIA IPODERMIC
("NEVER WAS")
La prima grande teoria ad essere elaborata sugli effetti dei media è proprio la Teoria
ipodermica o "never was" (denominata così da Kurt e Lang
"Never was" perché è stata più volte recuperata in relazione all'estraneità
Quando noi facciamo riferimento ad una teoria, dobbiamo far riferimento a tre direttrici:
contesto storico-sociale, teoria sociale e modello comunicativo
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NO. Ognuno di noi è diverso e viene in uenzato dall'ambito in cui vive quindi non si
potranno mai avere stessi effetti a stesso stimolo, bensì stesso stimolo ma effetti diversi
Inseguito alla Teoria ipodermica, negli anni '40 venne realizzata la Teoria matematica della
comunicazione da Shannon e Weaver, che ha elementi base della Teoria ipodermica e del
modello S>R
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PRIMA DIRETTRICE
• APPROCCIO EMPIRICO DI TIPO PSICOLOGICO-SPERIMENTALE o della
PERSUASIONE
◦ Scoperta delle variabili intervenienti
◦ Fattori di mediazione rispetto al pubblico
◦ Fattori di mediazione rispetto al messaggio
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Variabili intervenienti vennero nominate da Katz e Lazarsfeld, che affermarono che queste
variabili, in certo condizioni, contribuivano o ostacolavano il processo comunicativo.
Una prima occasione per ri ettere sulla complessità del rapporto tra media e individui, fu
data dal lavoro di Cantril che è andato a studiare una reazione di panico che si è scatenata
dall'ascolto del radiogramma "La guerra dei mondi"
LA GUERRA DEI MONDI: Invasione dei marziani ai New York, generò il panico perché
presa per notizia vera (poi dichiarata fake news = prima fake news della storia) e Cantril
andò proprio a studiare perché la gente pensava fosse una notizia vera. Questo era dato dal
contesto del periodo: 1938, clima incertezze a causa della grande depressione e dell'ascesa
del nazismo, si vedeva così la radio come un mezzo af dabile e credibile
Il pubblico fu diviso in 4 gruppi in base alle loro reazioni
1. Soggetti che compresero la falsità della notizia
2. Soggetti che confrontarono la notizia con altre radio che ovviamente avrebbero dato
la notizia se fosse stata vera
3. Soggetti che fecero controlli esterni ma che alla ne però paradossalmente
confermarono i fatti narrati
4. Soggetti che non fecero controlli ma dettero per scontato la veridicità del fatto
La seconda e terza categoria mostrano di possedere quella che Cantril de nì "abilità critica",
fecero dei controlli per accettarsi. Un concetto che si collega al livello di istruzione dei
soggetti, con la variabile religiosa e alcuni fattori della personalità
Si studia perché molte campagne pubblicitarie non riesco a raggiungere gli obiettivo
pre ssati: a rispondere a questo dubbio fu Klapper che disse "la comunicazione persuasoria
di massa agisce più come causa di rafforzamento e non di modi cazione" cioè i soggetti
tenderanno a sottrarsi a quei messaggi che vanno contro il proprio pensiero
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SECONDA DIRETTRICE
• APPROCCIO EMPIRICO DI TIPO SOCIOLOGICO (INFLUENZA PERSONALE)
I leader d'opinione sono persone di qualsiasi strato sociale ed economico, per questo sono
chiamati anche "leader molecolari", la prima differenza con i soggetti in uenzati sta nel
fatto che i leader d'opinione utilizzano molto di più i media
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Ma in che modo il leader in uenza l'opinione delle reti circostanti? Come riescono a
prodursi trend d'opinione all'interno di grandi comunità o addirittura in intere nazioni
A proposito di ciò, Watts e Dodds adottarono un modello reticolare chiamato in uence
networks, che vede l'in uenza propagarsi non più solo attraverso due vie ma attraverso
molte vie e si propaga per ogni direzione del reticolo. Questo modello dipende da quanto gli
altri sono in uenzabili, ciò comunque non esclude il guardare anche alla rilevanza
dell'opinion leader
Oggi, con un largo utilizzo di internet, passiamo dal leader di opinione all'in uencer, che
sfrutta la propria visibilità nei network per un effetto di moltiplicazione nella diffusione dei
messaggi
L'in uencer è una persona che si impegna attivamente sui social con il le di acquisire una
propria reputazione e centralità nelle reti di cui fa parte, sfruttando il potere della
condivisione che caratterizza i social
Ad oggi, i social media e l'economia politica del web hanno stimolato e intensi cato le
pratiche di microcelebrity (insieme di tecniche che hanno a che fare con la crescita della
popolarità, gestione dei followers ecc.). L'obiettivo non è necessariamente un alto livello di
fama, quanto più riuscire ad acquisire una propria posizione all'interno delle reti (anche
cantanti, attori, politici curano i propri canali nel quale diffondere quotidianità)
TERZA DIRETTRIC
• APPROCCIO FUNZIONALIST
Questo approccio viene de nito anche "approccio degli usi e delle grati cazioni" e vede per
la prima volta l'audience attiva
Infatti, si ragiona in termini di domande come "cosa fanno le persone con i media?" e non
"cosa fanno i media alle persone?"
McQuail e Gurevitch parlando, dal punto di vista del funzionalismo, del consumo mediale
come un comportamento che soddisfa (o che fallisce nel soddisfare) i bisogni -> gli
individui, in base a determinati bisogni, si rivolgono ai media per avere grati cazione
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Tutto ciò si riduce ad un'analisi della comunicazione in relazione alle funzioni (manifeste o
latenti) e alle disfunzioni che vengono attivate
DISFUNZIONI
• Eccesso di informazione: isolamento, l'accesso a troppe informazioni può provocare
una falsa percezione di dominio sull'ambiente; cioè una persona sempre aggiornata
ma che non partecipa agli eventi può confondere la sua posizione di cittadino
informato con cittadino attivo
• Spinta al conformismo: tutti i sottosistema dei media devono mantenere l'equilibrio
esistente, quindi si impegnano al conformarsi alle norme consolidate anziché a
manovrarle
Katz e Blumer individuano la fase iniziale di questo studio a cavallo degli anni '40 e la
de niscono FASE DELL'INFANZIA, nella quale avvenne l'individuazione del nesso tra le
grati cazioni degli individui e il contenuto dei media (content grati cations)
Per Klapper il consumo dei media era legato a due categorie di funzioni, quelle semplici e
complesse
FUNZIONI SEMPLICI
• Offerta di relax: capacità dei media di offrire occasioni per rilassarsi ed evadere
• Stimolazione dell'immaginazione: contributo dei media nella costruzione di giochi e
fantasie ecc.
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FUNZIONI COMPLESSE
• Distensione emotiva: coglie il bisogno che hanno molti individui di alleggerire le
proprie emozioni
• Scuola di vita: capacità di offrire modello, stili di vita ai quali potersi adeguare
Con i nuovi media abbiamo nuove grati cazioni, perché i media tradizionali mancano di
interattività e asincronia
A fare uno studio sul nesso tra le nuove tecnologie e le nuove grati cazione furono Sundar e
Limperos che parlano di
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LA TEORIA CRITIC
Siamo negli Stati Uniti degli anni '40-'50, nel pieno della crescita della ricerca empriica,
quando Lazarsfeld mette a punto il dibattito tra RICERCA AMMINISTRATIVA (di
Lazarsfeld) e RICERCA CRITICA (della scuola di Francoforte)
La ricerca amministrativa è di tipo mediacentrico e si mette al servizio delle
organizzazioni mediale e dei suoi dirigenti, la ricerca critica, invece, analizza i media
all'interno di contesti sociali, economici, politici e culturali
Domanda a cui risponde la ricerca amministrativa: "Chi sono le persone esposte ai media?
Quali sono le loro preferenze? Quali sono gli effetti?"
Domanda a cui risponde la ricerca critica: " Come sono organizzati i media? Come sono
controllati i media?"
Un terreno comune di incontro può essere il quadro teorico di Merton, che ha de nito le
"teorie di medio raggio", applicate a dati speci ci e che permettono di creare ipotesi da
veri care poi empiricamente
Il programma di ricerca viene de nito da Horkheimer, il quale fa una distinzione tra teoria
tradizionale e teoria critica: abbandonare un metodo qualitativo per favorire una ricerca
con nalità pratiche e politiche
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L'obiettivo è sviluppare una ricerca sociale che ha come campo di studio la società nel suo
complesso
Inoltre, questi studiosi trovano una grande importanza della cultura, ciò che risiede
nell'INDUSTRIA CULTURALE. Ritengono infatti che la produzione di un lm non
differisca da quella di un'automobile.
Adorno e Horkheimer, successivamente, introdurranno il concetto di genere: non si può
realizzare sempre lo stesso prodotto, servono delle regole per la produzione. Il genere è per
Horkheimer e Adorno il simbolo della manipolazione del pubblico
L'INDUSTRIA CULTURALE…
Abbiamo quindi un ritorno alla manipolazione, l'effetto dell'industria culturale è quello della
manipolazione
Si tratta di una struttura multistrato che si muove tra vari livello psicologici, sia manifesti sia
latenti e mira al riprodurre i rapporti di potere esistenti con lo scopo di attivare una forma di
dominio sull'individuo. I consumatori si trovano nella condizione di non poter interpretare
autonomamente quanto gli viene proposto
PUNTI DI DEBOLEZZA
• Ri uto della ricerca empirica: non ha senso chiamare un soggetto ad esprimersi se
non ha individualità autonoma
• Totale passività degli individui
• Non previsti meccanismi di selettivit
• Le relazioni sociali del soggetto non hanno a che fare con il processo di acquisizione
dei messaggi
MERITI
• Consente analisi e sperimentazioni
• Intravisto con acutezza il processo che segue oggi l'uscita di un lm
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Abbiamo MOROZOV
Mette in guardia sulla parte oscura della libertà di rete: ci dice che l'attivismo da tastiera può
essere de nito più comunemente attivismo per fannulloni, questo perché secondo lui porta
ad un disimpiego crescente e alla depoliticizzazione -> internet come uno strumento di
distrazione di massa. Audience come massa indistinta e passiva
LOVINK:
Vi sono due ideologie che fanno parte del discorso pubblico su internet
• L'ideologia del free dell'open = nasconde il modello economi della rete, es. no
copyright
• L'ideologia della partecipazione = costruzione di spazi che alimentano frustrazione
ed odio
L'allentamento del con ne tra autore e fruitore permette al consumatore di diventare un
produttore, capace di costruire e diffondere contenuti attraverso la disponibilità della rete
KEEN:
Ha una visione che a tratti sembra essere una difesa dei media tradizionali e delle elites
culturali professionali, parla infatti di social media come MySpace, Facebook che hanno
creato una cultura giovanile fatta di narcisismo
Benjamin va a rivedere l'analisi della scuola di Francoforte (di cui anche lui ne fa parte),
vedendo nelle forme tecnologiche sue contemporanee, fotogra a e cinema, uno strumento di
emancipazione delle masse
Benjamin ci parla del concetto di "aura": un'opera d'arte originale possiede un'esistenza
unica
L'arte diventa accessibile e disponibile grazie alle diverse riproduzioni di massa mediali, in
un processo che svaluta il valore culturale e produce una vicinanza attiva del pubblico con
contenuti che diventano più familiari e che si impara ad elaborare
TEORIA CULTUROLOGICA
Alla base della fondazione di questa teoria vi è Morin che, accanto alla cultura nazionale e
alle culture classiche, ne individua una terza: la cultura di massa (termine equivalente
all'industria culturale)
Cultura di massa = corpo di simboli, proiezioni prodotte nelle forme della fabbricazione
industriale di massa
Il funzionamento dell'industria culturale si basa per lui su due coppie antiche: burocrazia-
invenzione e standard-individualità. I meccanismi della cultura di massa devono superare la
contraddizione tra le sue strutture burocratiche e l'originalità (individualità e novità) che il
prodotto deve fornire
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CRITICA a Morin: può essere una cultura capace di forgiare l'immaginario delle masse,
pratiche dell'audience non considerate e mancanza di dati a sostegno della sua analisi
Questo può portare a una non considerazione della reale diversità e della complessità
dell'uso dei media
Comunque, non si tratta di creare un immaginario per tutti ma un immaginario noto a tutti
Emerge la teoria della Spirale del silenzio, che permettere di rivisionare il paradigma degli
effetti limitati dei media
E' una teoria abbastanza complessa in cui, secondo lo studio di McQuail, interagiscono 4
elementi
• Mezzi di comunicazione di massa
• Comunicazione interpersonale e rapporti sociali
• Percezioni che gli individui hanno dei "climi di opinione" nel proprio ambiente
• Manifestazione individuali di opinione
Noelle Neumann raccontò un episodio: quando nel 1972 si registrò la vittoria della SPD vi
era l'entusiasmo da parte del suo elettorato, mentre chi aveva perplessità al riguardo evitata
di manifestare pubblicamente la propria posizione, scegliendo la strada del silenzio
La scelta di tacere sulle proprie opinioni, attivò un processo a spirale da produrre la
scomparsa di un gruppo dalla scena politica e la netta prevalenza dell'altro
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Quando la Neumann elaborò la teoria della spirale del silenzio, il sistema dei media era
completamente diverso a com'è adesso
Analizziamo il ruolo dei media
• Abbattimento della selettività: con il mezzo televisivo la percezione selettiva diventa
più dif cile. Emergono due fattori = consonanza (argomenti molto simili all'interno
dell'intera programmazione televisiva) e cumulatività (apparizione periodica di tali
argomentazioni)
• Contribuiscono a creare un doppio clima di opinione: alla percezione del mondo
circostante, gli individui integrano anche elementi presi dal consumo mediale; questo
può dar vita al fenomeno della pluralistic ignorance (gli individui credono di essere
gli unici a pensarla in un certo modo e preferiscono non esprimersi, bensì rimanere in
silenzio)
• Articolazione delle argomentazioni: i media non si limitano a dare spazio a una
posizione rispetto ad un'altra, ma forniscono il materiale utile a sostenerla
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• Gli individui possono trovarsi all'interno di un echo chambers, in cui gli individui
non avranno indicazioni su altre posizioni
Il nuovo sistema dei media ha potenziato l'idea secondo cui i media sono nella condizione di
creare un clima d'opinione che va ad aggiungersi a quello che gli individui costruiscono in
base alla propria esperienza personale. A differenza di prima, però, non si tratta più di un
unico clima di opinione, bensì avremo numerose spirali che si creano e che convivono una
accanto all'altra
La teoria della coltivazione è l'ultima teoria che riconosce ai media il potere di contribuire
alla costruzione sociale della realtà
Fu elaborata da Gebner quasi 50 anni fa
Il primo enunciato della teoria è il riconoscimento della vocazione di storytelling della tv,
a cui si accompagna il nostro desiderio di ascoltare storie
La televisione offre ai suoi telespettatori storie ripetitive che vengono consumate. Alla tv si
associano due funzioni
• Funzione affabulatoria = stimola l'immaginario dei soggetti, soddisfa il loro bisogno
di evasione, incarna le loro fantasie in qualcosa vicino alla quotidianità dei soggetti
• Funzione bardica = capacità di creare storie utilizzando un linguaggio comun
Gebner sostiene che l'insieme dei messaggi televisivi siano in grado di dare forma ad una
cultura comune attraverso la quale le comunità coltivano nozioni condivise e pubbliche
Questa teoria socioculturale è interessata a individuare il nesso tra media e percezioni,
credenze, attitudini dei soggetti; cioè si interessa dell'in uenza complessiva dei messaggi sul
pubblico
Inoltre, nel suo approccio, Gebner dice chee ci sono alcune caratteristiche della tv che
devono essere prese in considerazione quando si parla del suo ruolo nella società, come ad
es.
• Assorbe più tempo e attenzione
• E' conveniente, da un punto di vista, perché il consumo è sempre disponibile nelle
nostre case
• Non necessita di un'educazione
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Attenzione rivolta all'insieme della cultura, cioè quel sistema di messaggi e immagini che
regolano e riproducono le relazioni sociali
Il cultural indicators project è un progetto che parte negli Statu Uniti verso la ne degli
anni'60 con uno studio sulle cause e la prevenzione della violenza; l'obiettivo era infatti
quello di studiare la natura e le conseguenze della presenza della violenza nel mezzo
televisivo
De nizione di violenza:
• qualsiasi espressione di forza sica nei confronti di se stessi o degli altri con
l'obiettivo di ferire o uccidere
• Forme accidentali tipo catastro naturali che provocano un numero elevato di
vittime
• Ogni atto che può procurare effetti gravi pur se collocato in contesti fantastici o
umoristici
A partire dal 1980, i ricercatori utilizzarono anche i dati forniti dalla General Social Survey,
tesi a misurare il livello di s ducia nel prossimo e il livello di alienazione degli individui
I risultati si basavano su un grado di accordo/disaccordo riguardo i vari item come, ad es.,
"la situazione dell'uomo sta peggiorando e non migliorando", "non si può avere un bambino
in un mondo del genere". Oppure si basavano su una scelta tra due opzioni
Tornando invece alla programmazione televisiva, i risultati costruirono uno scenario nel
quale si mostra che per un numero di protagonisti di un determinato sesso vi sono in media
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più vittime di quanti sono i protagonisti e che le donne sono quelle che hanno maggiori
possibilità di subire violenza
La ricostruzione del tema della violenza che emerge dall'insieme delle ricerche ha una
duplice caratteristica
• La rappresentazione della violenza avviene tramite attori e ruoli ben de niti
• Ri ette e dà vita ad un'inquietudine nei soggetti che sono potenzialmente vittime
producendo risonanza: rispecchiamento tra ciò che vivono nella realtà e ciò che
vedono rappresentato
In corrispondenza con la realtà, questi dati rappresentavano una percentuale di vittime molto
contenuta
Questo è un chiaro effetto di coltivazione: i forti consumatori elaborano risposte televisive,
ovvero una sovrapposizione tra realtà televisiva e mondo reale
SFUMATURE DI COLTIVAZIONE
Per Gebner lo studio della coltivazione non può che avere inizio dallo studio
• Delle istituzioni mediale = cogliere le forme organizzative e le relative evoluzioni,
processi interni alle stesse istituzioni
• Dei messaggi = individuare i pattern stabili di signi cato veicolato,
indipendentemente dal singolo messaggio o prodotto
• Degli effetti = indagare le conseguenze dei sistemi di messaggi veicolati dai media,
in grado di in uenzare credenze e valori degli individui
Sempre dal punto di vista teorico, furono speci cati due differenti tipi di effetti di
coltivazione
• Effetti di primo ordine = adozione da parte dei telespettatori di letture e
interpretazione del mondo offerte dalle tv che sovrastimano alcuni fenomeni
• Effetti di secondo ordine = relativi alle interpretazioni, alle attitudini, ai sentimenti e
ai valori rispetto al mondo mutuati dalla tv
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Con il nuovo sistema mediale si viaggia su strade diverse (cavo, satellite, internet), tutti
gestiti da imprese attive su più piattaforme (net ix, amazon, youtube) che si specializza
rispetto ai contenuti proposti (cartoni animati, musica, canali di sport) e che consente
l'accesso on demand ai prodotti desiderati
La funzione di socializzazione attribuita alla tv, quindi, viene ridimensionata dalla
diversi cazione dell'offerta e dalle presenza di messaggi veicolanti contrastanti: siamo di
fronte ad un pluralismo della coltivazione, frutto non solo della tv ma di un insieme di
media
Abbiamo più modalità di consumo (smart tv, internet con pc o cellulare ecc…) e tempi di
consumo che ci permettono di scegliere quando vedere determinati contenuti
Ad oggi, tuttavia, la teoria potrebbe essere utile per comprendere molti fenomeni: può
entrare in una visione nella quale gli individui sono coltivati da speci che visione del
mondo, selezionate in base alle loro scelte
HOMO COMMUNICAN
• INTRODUZIONE
Molto spesso ci capita di sentir parlare e di parlarne anche noi stessi della cosiddetta
comunicazione, de nendola anche come un qualcosa intorno la quale ormai gira tutto il
mondo
Ma, se ci soffermiamo a pensare… Cos’è la comunicazione
Questa è una sola domanda con mille risposte: c’è chi direbbe che la comunicazione è uno
scambio di informazioni, chi di emozioni, chi parlerebbe di social
Alla luce di tutti questi esempi, potremmo dire che la comunicazione è l’insieme di tutti
questi elementi (informazione, pensiero, emozione, media etc…), ammettendo però che
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circoscriverla in un campo speci co sia un’impresa davvero dif cile, e questa potremmo
dire essere la sua caratteristica essenziale
Una cosa però è certa, la comunicazione è davvero il centro dell’evoluzione umana, la
comunicazione è quella cosa che ha formato e continua a formare l’uomo e che l’uomo, a
sua volta, plasma di continuo: plasma la cultura, le abitudini, gli scambi e di conseguenza il
modo di relazionarci tra di noi.
La comunicazione, quindi, è in continuo mutamento di forma e contenuto
La comunicazione è oggetto di studio di molte discipline, di scienze che vanno dalla sica
alla neurobiologia. In particolare, vediamo l’af orare della scienza moderna in cui la
comunicazione viene vista come il “cuore pulsante” di un intero sistema sociale, come un
insieme di modelli, correnti, ricerche al centro dell’uomo
Il continuo evolversi di quest’insieme di modelli, correnti, ricerche hanno da sempre
suscitato l’interesse degli studiosi, volti a studiare gli effetti nel e dal nuovo modo della
comunicazione; come il veloce diffondersi dei media nella società
MODERNITA' = dal latino modernum cioè attuale, recente. In contrapposizione con ciò che
è antico e superato. Riassume in sé:
• Uno sviluppo storico
• Uno scenario sociale e culturale
• Cambiamento sul piano collettivo e individuale
• Innovazioni tecnologiche e scienti che avvenute nel corso dei secoli
L'idea di modernità è basato sul continuo miglioramento: ogni epoca storica, nel suo
svolgersi, si percepisce moderna ma non per sempre = l'emersione di nuovi fenomeni
produce nuove forme di modernità che, saranno più avanzate confrontate con il passato
Questa concezione è occidentale e nasce alla ne del '700 con l'Illuminismo
La modernità si realizza attraverso
• Urbanizzazione
• Industrializzazione
• Divisione del lavoro
• Accumulazione della conoscenza
• Burocratizzazione
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Prima che tutte queste trasformazioni di tipo tecnologico, industrale ecc. cambiassero la
realtà, l'organizzazione dei rapporti tra gli individui era regolata da norme non scritte -> si
parla della cosidetta società premoderna, in cui la comunicazione e i rapporti tra individui
sono basati su tre aspetti fondamentali
1. La natura circoscritta dei ussi e delle relazioni: pochi circuiti di scambi; manca il
concetto di opinione pubblica (il potere è concentrato nella mani dei sovrani, dei
sacerdoti e di una cerchia di professionisti della scienza)
2. Il carattere meccanico delle interazioni: le pratiche comunicative hanno carattere
automatico, con mancanza di feedback
3. La prevalenza della fonte sul ricevente: autorevolezza delle fonti, mancano forme
di scambio e interpretazione del senso
Le uniche forme di aggregazione sono i mercati, le piazze, i villaggi oppure davanti
ai totem religiosi. Qui la comunicazione assume un valore rituale, fa da collante
sociale, rafforza idee criteri e valori
Nella società premoderna, il soggetto è de nito homo aequalis, cioè un individuo
fortemente legato al suo gruppo di appartenenza con uno spiccato senso del noi, ma non
dell'io
Il medium elettivo è caratterizzato dall'oralità: l'uomo può raccontare storie, miti,
conversare, formulare domande -> la parola diventa molto importante anche dal punto dii
vista di funzione pubblica, cioè quella di tramandare la memoria della comunità (attraverso
miti, formule). Si tratta di un assetto che si mantiene no al Medioevo, perché con il
Rinascimento e, in particolare, la società di corte, c'è una rivoluzione di costumi, mentalità,
abitudini
Con la società di corte prende avvio il processo di razionalizzazione da cui nasce il mondo
moderno: l'aristocrazia si trasferire a corte e il potere centrale si solidi ca, così nasce un
habitus più paci co e addomesticato
Si segna il passaggio dall'homo equalis all'homo clausus: un soggetto che si abitua a
mantenere le distanze tra sé e gli altri, utilizza modi più educati e separa la sfera individuale
da quella collettiva
Abbiamo detto quindi, che una svolta verso la modernità si ha nel 700 con l'illuminismo: la
fede nella ragione, libertà, uguaglianza e fraternità -> concentrarsi sull'utilità economica e
sull'ef cienza dei mezzi per raggiungere gli obiettivi che si ci è pre ssati
In questa fase si passa dall'homo clausus all'homo economicus, concezione del sé e un
modo razionale di guardare alla realtà
L'individualismo diventa la base della cultura moderna, derivante dal potere dell'uomo sulla
natura, libero dalla schiavitù del potere religioso
Questo nuovo tipo di uomo è portato ad agire secondo un'ottica costi-bene ci; ma la crescità
della razionalità come strumento non porta ad una libertà universale, bensì ad una gabbia da
cui sembra impossibile uscire
Cominciano così le critiche all'illuminismo, circa dai primi anni del 900
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La comunicazione accelera il passaggio dalla società tradizionale alla società moderna.
Tonnies divide la colletività umana in due tipi ideali: la comunità e la società originaria.
La comunità è sempre legata ad un territorio, al cui interno si sviluppa una volontà
spontanea e il potere è fondato sull'autorità e sulla tradizione. La società è invece una
costruzione arti ciale, che non tiene conto dell'individuo ma più che altro del ruolo che
svolge; è caratterizzata da razionalità ed ha infatti una volontà razionale
Quindi, secondo Tonnies, l'avvento della società moderna si ha quando si passa dalla
comunità alla società
Inoltre, intorni agli anni 70 del 900, il sapere e la comunicazione vanno a ricoprire un ruolo
centrale tanto da diventare elemento caratterizzante della nuova epoca, de nita post-
modernità, termine introdotto nel 1930 da De Onis
La libertà, nella concezione moderna, era un vincolo prescrittivo alla scelta migliore; mentre
nella post-modernità, l'individuo è libero di prendere anche quella che non è la scelta
migliore, imparando a convivere con la solitudine e l'incertezza
Per Giddens non c'è la ne della modernità ma la sua radicalizzazione estrema, introduce
così il concetto di tardo modernità che elimina l'idea di una fase successiva alla modernità
Giddens utilizza uno schema a tre tempi
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L'avvento delle tecnologie cambia totalmente l'assetto dell'attività sociale, che da faccia a
faccia diventa una relazione con altri assenti; lo spazio si annulla e il tempo diventa
sincronico
Bauman introduce il concetto di società liquida, la paragona ad un liquido perché uida, in
continuo mutamento
La comunicazione diventa fondamentale per de nire il cambiamento: nella comunicazione
moderna, la cultura era statica e privata; la comunicazione post-moderna o tardo-moderna
ha invece una realtà dinamica, digitale, ipertestuale
Con l'ipertesto si segna il passaggio ad una struttura ad albero, non più lineare ma che
esprime la presenza contemporanea di aspetti differenti tra loro
Quattro sono le categorie principali della comunicazione post-moderna
• Interattività
• Virtualità
• Connettivit
• Immersione
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La comunicazione ha assunto un sacco di signi cati che possono essere affrontati attraverso
modelli interpretativi
Lo studio della comunicazione prende vita negli Stati Uniti con la Communication Research
che ha come obiettivo quello di collocare lo studio dei fenomeni comunicativi all'interno di
un frame, in modo tale da renderli percepibili, riconoscibili e analizzabili
La nascita dei media studies corrisponde ad una grande svolta nel campo scienti cio,
caratterizato da
• Prima fase: onnipotenza dei media, effetti a breve termire, società di massa e
propaganda
• Seconda fase: effetti limitati dei media, centralità dei gruppi sociale e relazioni
interpersonali
• Terza fase: effetti a lungo termine, ruolo dei media nei processi di socializzazione
Dell'ultima fase, tra gli approcci più rilevanti abbiamo quello della teoria degli usi e
grati cazione (Blumer, Katz) che si basa sull'analisi delle motivazioni e dei bisogni che
inducono gli individui all'adozione di particolari comportamenti culturali; e quello della
teoria della coltivazione (Gebner), che studia l'in uenza della televisione dall'età infantile a
quella adulta, e di come questa non in uisca in maniera decisiva ma come offra, in realtà,
una visione del mondo
Il pensiero debole della comunicazione è una de nizione che prende forma attraverso la
crisi dei saperi alla base della coesione sociale da un lato, dall'altro è la frammentazione
delle esperienze umane nella modernità sciolta, liquida, incerta dove vi è stata una de-
oggettivazione della realtà
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Nel 2006 si aggiunge ai Social Network Sites (SNS) un altro social: Twitter
L'idea di Twitter è quella di potenziare il potere informativo dei social, dando la possibilità
ad ogni utente di fornire alla piattaforma continui aggiornamenti (su loro stessi, su posti che
hanno visitato, su lm che hanno visto ecc.) attraverso un servizio di microblogging,
fondato su una capacità di sintesi espressiva
Infatti, i caratteri a disposizione per ogni tweet sono 140; così la sintesi da esercizio di stile
diventa una vera e propria pratica comunicativa molto potente
Quello che a noi interessa di Twitter non è il suo funzionamento a livello tecnico, bensì è la
sua architettura cognitiva. Questo perché il modo migliore per studiare un oggetto tanto
complesso quanto la comunicazione è partire da altri prodotti comunicativi, ovvero studiare
la comunicazione con la comunicazione
Ma cos'è la comunicazione? Come abbiamo visto non è semplice dare una de nizione
speci ca, perché il termine comunicazione rimanda ad in niti signi cati
Diversi studiosi, più che altro, sono riusciti a creare varie immagini concettuali (de nizioni)
da cui poi coglierne complessivamente il senso
Cioè, quando si ci trova davanti a qualcosa di così complesso per capirlo è più semplice
sviluppare una ri essione volta ad individuare concezioni generali del nostro oggetto di
studio; ed è proprio qui che prendiamo in considerazione Twitter
La sua proprietà della brevità, viene af ancata da un'altra dimensione centrale che permette
all'SNS di dialogare con altri ambienti simili: il link
Infatti, molti utenti di Twitter utilizzano il proprio spazio dedicato alla scrittura per
rimandare a contenuti già pubblicati (attraverso il link). In questo modo, un tweet si
trasforma in una rete ben più complessa ed estesa
Per evitare, perciò, il rischio che tutto diventi caotico e confuso, è necessario utilizzare gli
hashtag: uno strumento che ci permette di organizzare i messaggi con determinate parole
chiave -> i contenuti saranno così più o meno rilevanti, raggruppati secondo un ordine di
coerenza
Ispirandoci all'utilizzo degli # in Twitter, utilizzeremo anche noi degli # per rispondere alla
domanda che ci siamo posti (cos'è la comunicazione?), cercando di creare una nuvola
semantica di de nizioni e concezioni
#comunicazionecomebisogn
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grande importanza di ogni singola esistenza (interdipendenza dei soggetti e centralità delle
relazioni sociali)
La comunicazione da un punto di vista individuale appare come un connotato naturale
biologico (la morfologia dei nostri corpi, la nostra capacità di parlare, di effettuare
movimenti e di trovarci un senso) e a livello sovraindividuale appare come un connotato
sociale antropologico (un bisogno elaborato di relazione, di solidarietà, che conferisce
stabilità all'ambiente in cui viviamo)
La comunicazione non si fermerebbe neanche in caso di isolamento completo ->
continueremmo a comunicare con noi stessi (internamente o nei confronti di un
immaginario). Poi con il passare del tempo la comunicazione si evolve sempre di più, con
nuovi mezzi comunicativi e nuove possibilità per fare comunicazione
Ma, considerare la #comunicazionecomebisogno, non vuol dire considerarla un qualcosa
esclusivamente di spontaneo ed automatica; perché n dagli anni '60 si è dimostrato che la
comunicazione ha alla base un codice, che deve essere appreso e condiviso af nché sia
possibile un dialogo
Questo codice si afferma nel corso della nostra formazione scolastica, di capacità di
dialogare ecc; insomma da ciò che abbiamo imparato (scrivere, leggere, modi di dire,
dialetti della nostra città, lingue straniere ecc)
Questo codice può essere ristretto (povero ed essenziale) o elaborato (più ricco e
articolato, derivante da un livello più alto di conoscenza)
Il nostro bisogno di comunicazione, con il tempo, è stato sostenuto da nuove modalità
espressive e nuovi strumenti per sempli care e potenziare le nostre capacità comunicative;
proprio per questo l'aspetto tecnologico viene a ricoprire un ruolo fondamentale. E' così che
parliamo di #comunicazionecometecnica
#comunicazionecometecnic
Commento su Twitter quello che sto guardando in tv, mentre gioco a ruzzle e guardo
su facebook i post dei miei amici -> faccio più cose contemporaneamente, tutte inerenti ai
social
Comunicazione come teknè (tecnica): un'arte, uno strumento, un mezzo tramite il quale è
possibile ottenere effetti e raggiungere obiettivi
Le trasformazioni più immediatamente visibili della società, come conseguenza dello
sviluppo tecnologico, hanno condotto ad interpretare questo mutamento come
modernizzazione e democratizzazione
Ad oggi, la dicotomia apocalittici (legati alla tradizione) e integrati (accaniti sostenitori del
cambiamento) sembra essere superata; ma la realtà, è che questa dicotomia si è ripresentata
più volte come una contrapposizione tra timore e introduzione di nuovi mezzi (dalla
scrittura ai computer)
Ad es. già con Platone, all'interno del Fedro, era presente questa dicotomia: da una parte
Theut (convinto che attraverso le lettere dell'alfabeto avesse creato un sistema per rendere
l'uomo più sapiente e capace di ricordare) e dall'altra Thamus (preoccupato dal pericolo che
ci potesse essere una generale svalutazione culturale e un indebolimento della memoria)
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Anche dal punto di vista cinematogra co, questo ha prodotto pellicole caratterizzate dal
timore dell'innovazione tecnologica; basta guardare V per Vendetta (mette in scena un
regime dittoriale supportato dai media, ribellione e violenza) oppure Matrix (una realtà
illusoria in cui macchine evolute riducono in schiavitù gli individui)
In altri casi, la centralità delle tecnologie attribuisce ai mezzi tecnici una capacità di
condizionamento, tale renderli una variabile indipendente nei processi di trasformazione
degli equilibri sociali, politici, economici, culturali -> i media hanno il potere di
in uenzare anche il pensiero e la cultura dell'intera società in cui si sviluppano
Nel momento in cui un soggetto parla, scrive o invia un sms, sta utilizzando un supporto
tecnologico, naturale o arti ciale, capace di estendere, memorizzare, materializzare un
messaggio. Ogni tecnologia è il prodotto di un certo periodo storico che incarna sempre di
più i bisogni e le possibilità dell'essere umano
La comunicazione è una tecnologia in grado di attivare cambiamento sia socio-culturali sia
cognitive-individuali e volendo far riferimento ad un percorso di evoluzione dobbiamo
parlare di tre ere principali
• Era del linguaggio: tecnologia dell'oralità è determinata sia dalle possibilità tecniche
dell'uomo (voce) sia da una particolare con gurazione sociale, costituita da tribù. La
peculiarità di questa fase è che i contenuti degli scambi comunicativi rimangono
all'interno dell'ambiente in cui sono stati prodotti
• Era della scrittura: messa a punto di strumenti di archiviazione di contenuti (argilla,
pietra, carta) che portano a processi di istituzionalizzazione e condivisione di segni;
cioè codici analogici e digitali (gerogli ci, alfabeto) e acquisizione di competenze
pratiche (leggere, scrivere). Il testo comincia a circolare così fuori dal contesto in cui
è stato prodotto, per ampliare il potere dell'uomo e creare nuove strutture
organizzative (città-stato)
• Era dell'elettricità: ancora più chance comunicative per il soggetto moderno
attraverso una serie di invenzioni (fotogra a, telefono, cinema, radio)
Tutte queste invenzioni portano la comunicazione ad avere un ruolo sempre più
centrale nello scenario sociale e culturale
Con l'avvento delle nuove tecnologie, è necessario sottolineare che quelle precedenti non
sono state totalmente sostituite; bensì, è avvenuto un processo di rimediazione, fondato su
due tendenze: evoluzione e integrazione (es. cellulare che ha integrato funzioni della tv,
della radio, internet ecc.)
#comunicazionecomeinformazion
Quando la comunicazione era una risorsa di pochi, veniva identi cata con il termine
informazione
Informazione -> comunicazione come trasferimento o trasmissione di risorse e contenuti da
un soggetto all'altro
Dal punto di vista teorico, il concetto originario prevede la supremazia della fonte rispetto
ad un destinatario passivo. Questa visione è coerente con le due macro aree della
comunicazione: il paradigma informazionale (trasmissione a senso unico) e il paradigma
relazionale (scambio fondato su dialogo e sull'interpretazione del signi cato)
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Dal punto di vista relazionale, viene enfatizzato il mutamento della comunicazione; dal
punto di vista informazionale questo viene considerato come una possibilità di risolvere la
distanza tra uomo e macchina
Nel processo di comunicazione, un passaggio di contenuti da un punto ad un altro, vengono
ritenuti importanti il processo in sé e la tecnica che si utilizza; un ruolo importante viene
ovviamente dato anche al destinatario che viene considerato attivo dal punto di vista
relazionale e un semplice ricettore dal punto di vista informazionale
Questo viene ritenuto valido dal punto di vista teorico, ma dal punto di vista pratico le cose
cambiano perché sono legate al continuo sviluppo delle tecnologie che ha portato a due
cambiamenti fondamentali: la relazione ha assunto una più elevata capacità di spiegazione
dei processi comunicativi; l'informazione ha smesso di essere ritenuta una risorsa per pochi
e ha assunto la valenza di un patrimonio collettivo
Inoltre, nella seconda metà del 900, con la diffusione della televisione, è iniziata a circolare
la de nizione di società dell'informazione che ha de nito un ampio processo di evoluzione
sociale
Con il tempo, vi è stato un rinnovamento della struttura sociale, al cui interno i ussi
informativi hanno dato vita a nuove forme di organizzazione, produzione e diffusione della
conoscenza
Così, tutte queste novità, hanno permesso di de nire il percorso che ha condotto alla nascita
di una information age -> il pensiero umano e l'informazione diventano una risorsa
potenzialmente inesauribile.
#comunicazionecomerelazion
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#comunicazionecomecultur
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Lo studio dei fenomeni e dei processi culturali parla soprattutto delle sfere della vita del
soggetto
La cultura si pone come un'attività quotidiana che si rende visibile grazie alla
comunicazione e viceversa, e che tende all'auto-produzione
Con l'affermazione della società industriale, nella quale i media cominciavano ad avere un
ruolo sempre più centrale, la progressiva appropriazione della realtà da parte dell'individuo
è diventata sempre più rapida e diffusa
A questo proposito, è importante soffermarsi sui termini kultur e civilisation
Il termine kultur, che proviene dalla lingua tedesca, fa riferimento alle caratteristiche e al
valore che attribuiamo ai prodotti culturali: sistemi di pensiero, concezioni religiose, opere
d'arte
Il termine civilisation, invece, proviene dalla lingua francese e considera l'atteggiamento
degli individui nei confronti del mondo.
L'idea essenziale è quella relativa alla civilizzazione, e quindi all'inarrestabile mutamento
delle strutture sociali, culturali e così via. E' così che la cultura assume la valenza di natura
secondaria dell'uomo, che modella i comportamenti sia individuali che collettivi, anche
quando gli individui non sono totalmente conformi ai modelli proposti, arrivando anche a
forme di devianza per poter ridurre la distanza tra norma e desiderio
E' così che si concretizza lo spirito del tempo di una società, attraverso il rapporto dinamico
tra kultur e civilisation, in un continuo oscillare tra persistenza e cambiamento, stabilità e
fragilità
La comunicazione conferisce alla cultura un ritmo di cambiamento sotto una iperproduzione
di messaggi, testi, informazioni che rendono imprevedibile e complessa questa sfera della
realtà
Cultura e comunicazione sono strettamente legate alla conoscenza, tanto da determinare il
suo cambiamento
Conoscere vuol dire attribuire senso e signi cato a oggetti, fatti, fenomeni, grazie alla
capacità di richiamare saperi, aspettative, ipotesi. In questo senso, il rapporto tra
comunicazione e cultura rappresenta la doppia via di cui gli individui possono servirsi per
mettere in atto i loro scambi e attribuire loro signi cato
Dalla relazione tra pratiche di produzione, sistema culturale e processi di trasmissione, ha
origine il concetto di industria culturale, negli anni 40 del 900 dalla scuola di Francoforte;
in un contesto storico drammatico caratterizzato dai totalitarismi, dove l'individuo viene
abbattuto, diventa succube. Così anche Paperino, un personaggio della tv che fa ridere, non
per quello che dice, ma per le sventure che gli accadono, per le botte che riceve, rappresenta
un pubblico succube e ubbidiente, che di fatto sorride di se stesso e delle sue scon tte
Qui, cultura e comunicazione mancano di ogni tratto d'innocenza, purezza estetica, per dare
spazio ad una superiorità politica
I decenni successivi a questa teoria critica, però, il vantaggio della politica sulla cultura si è
lentamente attenuato, facendo spazio a numerose altre teorie che studiarono il rapporto
industria-cultura
Ad es., alcuni studiosi parlarono dell'emersione di nuove aree della cultura secondo i quali
l'industria culturale è in grado di produrre una cultura media, che unisce popoli differenti,
generazioni, classi
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Ma in realtà questa midcult è soggetto di numerose critiche dagli anni '60 in poi, accusata di
banalizzare la cultura elevata riproponendone una semplicistica
Per molti aspetti la cultura di massa può essere considerata la prima cultura universale
dell'umanità perché ospita contemporaneante, in uno scenario articolato ed esteso
cronologicamente, prodotti culturali come Dexter, Batman e Socrate, la Divina Commedia;
un tipo di cultura che, nonostante l'opposizione di tutti coloro che temono una svalutazione
culturale, resiste.
Concettualizzazioni più recenti considerano la cultura come frutto di una cooperazione tra
creatori e consumatori, implicando meccanismi di produzione e di distribuzione, legami
sociali e comunicativi che mettano in contatto soggetti diversi di ambienti diversi
#comunicazionecomepoter
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Es. in uno spot televisivo degli anni 50, una bellissima donna spiega che il suo segreto di
bellezza è un sapone; veicola così un'implicita (ma soprattutto illusoria) felicità, arricchendo
un semplice prodotto cosmetico di una dimensione onirica e simbolica
Il dibattito sugli effetti dei media ancora non si è concluso: è stato affermato che,
sicuramente, i mezzi comunicativi sono spogli del loro aspetto manipolatorio -> non
possono produrre gli stessi effetti su tutti gli individui, e quindi non possono indurre
cambiamenti immediati, ben de niti e uguali per tutti
Però, diciamo che sarebbe sciocco dichiarare la totale innocenza della comunicazione che,
in realtà, produce effetti concreti e conferisce potere a chi controlla i suoi ussi e a chi ne
utilizza i contenuti
Diffondendo informazioni su una realtà che non faccia necessariamente parte della nostra
routine (cosa accade nel tempo, situazione politica degli USA, situazione politica del nostro
governo ecc.) ci possono essere effetti diversi: ordinare gli eventi per ordine di importanza
secondo i nostri interessi (agenda setting); dare l'impressione che esista una maggioranza di
persone che condivide un determinato punto di vista, a discapito di una minoranza che non
viene rappresentata (spirale del silenzio); creare una deformazione della percezione del
mondo esterno dello spettatore, che non viene data dall'esperienza diretta bensì viene data
dall'esperienza mediale (teoria della coltivazione).
I media esercitano potere su altre forme di potere e su altri campi, riuscendo ad imporre
regole e nalità (es. possono accrescere il capitale di uno scienziato che ospite di un grande
programma televisivo espone le sue tesi). Le conseguenze, però, possono essere anche
differenti, quando vengono banalizzati e sempli cati dei contenuti veicolati
E' importante parlare anche del rapporto che la comunicazione intrattiene con il potere; non
è un soggetto attivo e prepotente, bensì è il luogo in cui il potere si produce e riproduce
Possiamo guardare alla comunicazione come un soggetto politicamente centrale; possiamo
pensarlo rispetto alla televisione italiana e, in particolare, ai due principali poli televisivi
nazionali, Rai e Mediaset
Sin dall'origine della tv di Stato, che in particolare dagli anni 70 in poi, si assiste ad un
processo di lottizzazione che mira ad un esplicito orientamento ideologico dei diversi canali
emittenti (simbolo di volontà di controllo da parte della politica)
Ma l'espansione televisiva + la parallela crisi dei partiti, fa emergere la politica spettacolo
particolarmente in Mediaset, un processo che raggiunge il culmine quando Berlusconi
diventa presidente del Consiglio nel 1994
La comunicazione non può più essere de nita pura, il potere che ne consegue è obiettivo
primario di coloro che, attuando varie strategie, possono in uenzare la scelta, la produzione
e la distribuzione dei contenuti a tutti i livelli
#comunicazionecomegioc
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Il gioco rientra nell'attività quotidiana e, allo stesso tempo, se ne distacca in quanto mostra
cose per cui è necessario sospendere l'incredulità (zombie, guerre, mostri tutto è concesso
nel gioco)
Il gioco potremmo dire che è molto importante nella nostra esperienza di vita: n dall'età
infantile il gioco viene visto come un momento per esplorare il mondo, conoscere, stimolare
la fantasia e l'immaginazione
Anche la dimensione dello sviluppo del sé è in uenzata dal gioco e, in particolare, è
attraverso tre principali fasi (play, game, generalised other) che il bambino, partendo dalla
prospettiva dei genitori, riesce a costruire una percezione di se stesso, ltrata attraverso lo
sguardo degli altri
Il gioco rende possibile far emergere l'adulto nel bambino e anche il bambino nell'adulto,
garantendo anche successivamente tante possibilità, tante forme di condivisione
I media possono essere considerati veri e propri spazi di gioco (nascita dei videogames,
sviluppo dei giochi di ruolo ecc.) grazie alla loro capacità di coinvolgere il pubblico,
attraverso regole che i giocatori conoscono (o imparano a conoscere), offrendo anche
potenzialità ludiche
La gami cation, infatti, si concretizza in tanti ambienti anche molto diversi tra loro: da
quello dell'intrattenimento a quello educativo e consiste nell'utilizzare meccaniche tipiche
del gioco (punti, classi che, livelli) che permettono all'utente di sperimentare nuove e
stimolanti forme di partecipazione e coinvolgimento
Meta-mediazione -> Ognuno di noi, in base ai propri interessi e passioni, gioca con i mezzi
di comunicazione passando da un canale all'altro senza curarsi delle differenze tra canali
(gioco di rimandi tra i diversi media)
Proprio nell'ottica della più completa manipolazione il gioco può varcare i con ni del puro
divertimento, no al punto di acquisire i connotati del dissenso e della resistenza; questo
avviene, ad es., nel caso del subvertising, capace di dare origine a messaggi pubblici con
scopi completamente opposti a quelli pre gurati dagli originali brand di produzione
Un altro esempio sono i fake su facebook o la pop-ilarity -> un fenomeno di contagio
comunicativo di un tormentone successivamente condiviso che può essere criticato
scherzosamente o meno
#comunicazionecomenarrazion
Le grandi narrazioni hanno accompagnato la storia della società, prima in forma orale, poi
scritta e audiovisiva
Storie, miti, favole sono stati tutti diffusi attraverso mezzi comunicativi: non è mai esistito
che un popolo non si af dasse ai racconti, in quanto è un modo in cui una comunità può
riconoscere e preservare nel tempo se stessa
La narrazione è un concetto complesso e onnicomprensivo -> è uno strumento grazie al
quale, anche se in forme completamente diverse (un libro, una ction, un lm, una storia),
viene mantenuta una memoria indispensabile per il mantenimento di una comunità nel
passare del tempo
Nella società contemporanea, l'atto di raccontare assume un ruolo ancora più centrale, tanto
che l'epoca in cui viviamo potrebbe essere de nita narrative turn -> narrazione come
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strategia discorsiva capace di mettere insieme settori diversi della società: es. manager che
cercano di motivare i loro dipendenti; medici che, insieme ai pazienti, ricostruiscono le
storie delle patologie di cui sono affetti
Il principio dello storytelling coinvolge tutte le sfere e i settori della società e ogni suo
angolo viene colonizzato dagli specialisti del raccontare, dal mondo del marketing alla
politica, dall'intrattenimento alla sanità; producendo effetti rilevanti sia sul piano emotivo
che cognitivo -> così, la narrazione si pone come uno degli strumenti più ef caci per la
veicolazione di valori, ideologie, comportamenti
Non è un caso che la pubblicità dopo anni abbia abbandonato gli spot in piccole per iniziare
a far parte del modo dell'advertainment, nel quale un prodotto viene pubblicizzato in frame
narrativi che creano una storia vera e propria: es. un bizzarro paradiso in cui gli angeli e dio
sorseggiano caffè
Oggi, la frontiera dello storytelling è costituita dalla narrazione transmediale, uno stesso
contenuto può trovare posto in più piattaforme diverse, generando così un universo
narrativo a cui poter accedere da varie porte per creare un'esperienza di intrattenimento che
sia coinvolgente. Es. Star Wars e Matrix
Ovviamente però non tutto ci interessa, qualcosa lo reputiamo noioso, altro lo reputiamo un
cliché ma quando scatta la nostra attenzione selettiva, la narrazione può addirittura
in uenzare la nostra identità personale
I social media non fanno altro che rappresentare opportunità aggiuntive dove esprimere la
nostra voglia di raccontarci, offrendo spazi dedicati proprio a praticare condivisione, ovv.
raccontare esperienze ecc da MySpace a Instagram
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Quello degli esseri umani è un adattamento particolare, perchè magari gli animali tendono
ad adattarsi all’ambiente, l’uomo invece tende a modi care l’ambiente in cui vive e la
comunicazione diventa il mezzo perfetto per fare ciò
Non esiste un singolo habitat ma una moltitudine di habitat che creano un habitat
complessivo al cui interno si preserva la vita.
Questa moltitudine di habitat vanno presi in considerazione quando studiamo la
comunicazione
L'impossibilità di conoscere tutti gli habitat di vita è stata aggirata dalla possibilità di
conoscerli in maniera indiretta -> in forma mediata, attraverso le varie forme di trasmissione
che si sono evolute nel tempo e che permettono a questi habitat di rimanere impressi nella
mente delle generazioni
Vediamo la comunicazione come un istinto naturale e come esigenza sociale
(#comunicazionecomebisogno), sviluppata attraverso le possibilità di creare forme di
trasmissione (#comunicazionecomeinformazione) e di condivisione
(#comunicazionecomerelazione), anche grazie ad una fondamentale capacità simbolica
(#comunicazionecomecultura)
Un'abilità unica, che n dai nostri antenati di milioni di anni fa, ci ha permesso di iniziare ad
elaborare associazioni di signi cato che hanno innescato un processo molto importante: la
civilizzazione
L'uomo, riesce a distinguersi dagli altri esseri viventi perché in grado di articolare suoni
dotati di senso e perché riesce a produrre strumenti, utensili, armi, che gli servono per il
raggiungimento dei suoi obiettivi: primo fra tutti la sopravvivenza
La conoscenza che acquisisce, progressivamente, lo rende sapiens e gli permette di plasmare
l'ambiente che ha intorno in base alle proprie esigenze
Per abitare il mondo, in sostanza, gli esseri umani nel tentativo di dominare la natura ne
producono e riproducono tanti altri; con il risultato che non vivremo più in un'unica realtà
bensì in tante realtà diverse capaci di racchiudere ogni aspetto della vita
L'habitat, quindi, anche come abbiamo visto precedentemente, non rispecchia la concezione
di unica realtà, bensì si incarna nel termine multiverso, un termine coniato nel 1895 dal
losofo e psicologo Williams James, con il quale si abbandonava la concezione di un unico
in nito universo dominato da un unico tempo, per prendere in considerazione la concezione
di tanti in niti universi compresenti in in niti tempi
In sintesi, l'uomo nasce in un ambiente che per essere abitato prevede lo sviluppo di forme
di adattamento, una di queste è la comunicazione
L'adattamento dell'uomo, quindi, diventa un processo di trasformazione dell'ambiente
circostante, che assume caratteristiche della costruzione di nuovi ambienti all'interno di
quello iniziale
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Un esempio di questa complessità ci è dato dalla serie tv Lost che ci racconta di un aereo
che cade sulla spiaggia di un'isola apparentemente deserta
I molti protagonisti, appaiono tutti sconnessi tra loro, ma vediamo che sono accomunati da
un istinto di sopravvivenza e da una voglia di addomesticare lo spazio in cui si trovano,
dove poi creano relazioni tra loro
Il processo di esplorazione e colonizzazione, tuttavia, non è solo spinto da questo istinto di
sopravvivenza, ma anche da una voglia di conoscenza che più si fa approfondita più genera
confusione e incertezze, metaforicamente rappresentate da una misteriosa botola che, come
la tana del bianconiglio di Alice nel paese della meraviglie, si apre su altri mondi.
I diversi spazi di vita che vengono gradualmente scoperti e de niti portano alla generazione
di un habitat complessivo
Un altro esempio è internt che, dalla sua diffusione, è sempre stata de nita come una realtà
virtuale disconnessa e differente da quella reale
Ma, in realtà, non è così; in quanto le molteplici connessioni prodotte e riprodotte da chi
utilizza dimensione online, tendono ad essere riportate anche nella dimensione of ine e allo
stesso modo avviene al contrario, quando noi portiamo virtualmente nel web le nostre
relazioni, i nostri valori, la nostra identità. Ad es. Second Life è un ambiente digitale
popolato da avatar degli utenti in cui c'è una contaminazione con la Real Life in
comportamenti, abitudini
Lovink de nisce i SNS come walled gardens o giardini recintati: piccoli mondi elitari
(privati) fondati, in alcuni casi, sulla replicazione di tradizionali forme di disuguaglianza
sociale e culturale
Il multiverso comunicativo quindi, nonostante abbia una uidi cazione delle relazioni, non
permette il superamento delle differenze, che sono strettamente legate all'eredità simbolica
che ciascuno di noi acquisisce attraverso le proprie pratiche quotidiane
L'impatto culturale e simbolico della quasi onnipresenza dei media nella nostra vita
quotidiana, insieme ad altri fattori, permette all'attore sociale di scavalcare le presunte
barriere che delimitavano uno spazio dall'altro
Se, infatti, accanto a internet e ai telefonini proviamo a posizionare gli altri ambienti
comunicativi, determinati dalla moltitudine di relazioni, mezzi di comunicazione ecc, il
risultato che otteniamo è un aumento esponenziale del livello di complessità del nostro
habitat
Così, possiamo dire che un multiverso rappresenta una forma di arricchimento di una nostra
originaria realtà naturale
L'habitus può essere de nito come il rapporto tra un individuo e la comunità a cui
appartiene, quindi un rapporto tra noi e il mondo
Possiamo anche dire che l'habitus de nisce la relazione tra individuo e società come
processo circolare, in cui le sue proprietà non sono né completamente innate né
completamente acquisite
Possiamo prendere come esempio un aspetto di vita di tutti i giorni: l'abbigliamento
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Tutto questo, può essere ricondotto ad un paradigma sviluppatosi negli anni 60 e che
tratteggia le sembianze di un nuovo individuo essibile, autonomo: questo paradigma da
che si afferma in contesti lavorativi (es. immagine di Google o di Apple) arriva a toccare
anche la sfera personale rappresentata dal tempo libero -> essere continuamente connessi a
numerosi ambienti comunicativi, da cui uscire ed entrare quando si vuole, rappresenta per
l'individuo un habitus (che non ha in uenze esterne, tipo economiche) in cui questo può
sentirsi libero di esprimere se stesso, i propri pensieri, le proprie capacità
Ma per quanto riguarda le nuove dinamiche comunicative vanno segnalate 3 possibili
criticità
• Incapacità nel gestire l'enorme usso comunicativo, dovuto al fatto di essere sempre
connessi in scambi sempre più rapidi e istantanei
• Paradossale contrazione delle capacità ri essive e cognitive, per l'eccessivo uso di
tecnologie
• Tirannia del presente causata dall'overload informativo
Pur essendo consapevoli di queste problematiche, la soluzione non sarebbe una
disconnessione ma la soluzione sarebbe invece una maggiore capacità critica ->
comprendere e orientare attraverso una connessione più cosciente il nostro ambiente, il
nostro habitus
Heimat è un vocabolo tedesco che non ha un reale corrispettivo nella lingua italiana, ma può
avere una duplice interpretazione
• Piccola patria (o parti d'origine): spazio sico e simbolico, nel quale risiedono le
radici dell'individuo e i propri affetti (famiglia, amici, infanzia) e dove sperimenta i
legami prossimi
• Seconda patria (o patria elettiva): luogo reale e simbolico, mondo che l'individuo si
sceglie da adulto e in cui decidere di fermarsi
Heimat è il tito della saga cinematogra ca tedesca di Reitz, che percorre la storia di una
famiglia immaginaria nella Germania del XX secolo, dal 1919 ad oggi.
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TRASFERIMENTO DI INFORMAZIONI.
I signi cati della comunicazione vengono prodotti in un luogo esterno ad essa e trasferiti
nell'ambiente circostante per esercitare forme di controllo e di in uenza
CONDIVISIONE DI CONCETTI.
Interpretazione continua (ermeneutica): la ricerca del senso non avviene all'interno del
segnale per ricostruire l'intenzione dell'emittente; bensì nella rete contestuale ed extra
contestuale attivata dal ricevente
CARATTERISTICHE:
• Rito collettivo
• Signi cati interpretati soggettivamente
• Mantenimento dell'integrazione sociale di una cultura del tempo
INFORMAZIONALE
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Ruolo del soggetto: passivo, ricevente ha un ruolo rigido e passivo rispetto all'emittente
Struttura messaggio e codice: isomor ca, condivisione del codice da parte di emittente e
destinatario -> per "passare dal codice al messaggio posso concentrarmi sulla forma: forma
uguale o simile
RELAZIONALE
Tutti quei fattori che intervengono nel processo comunicativo, favorendo o ostacolando, la
risposta al messaggio-stimolo
MODELLO SEMIOTICO-INFORMAZIONAL
Si basa sulla struttura del modello matematico-informazionale, a cui viene aggiunto il
problema della signi cazione
Centrale, in questo modello, sono i fattori relativi a
• Codice
• Signi cante
• Sottocodice
• Signi cato
• Decodi ca (es. il concetto di decodi ca aberrante)
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MODELLO DI GEBNER
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La natura creativa e interattiva di ogni processo percettivo riguarda tanto le nostre pratiche
quotidiane, basate sull’esperienze immediata, quanto le attività in cui facciamo ricorso ai
mezzi di comunicazione
L’ipotesi di una distorsione non è una prerogativa esclusiva degli strumenti mediali, ma una
variabile ricorrente in qualsiasi operazione che mira a fornire un resoconto e, dunque, a
produrre un potenziale dato comunicativo.
Secondo Stuart Hall (1982) i media sono funzionali al mantenimento dell’ordine sociale
egemonico. Tale ruolo comporta la codi ca, tramite un «codice egemonico», dei prodotti dei
media, che sostiene le condizioni sociali esistenti (punto di vista dominante). A tale codi ca
si contrappone la decodi ca delle audience.
Il produttore (codi catore) crea il frame (codi ca) del signi cato in un certo modo, mentre
chi lo consuma (decodi catore) lo decodi ca a partire dal proprio background personale,
dalla propria condizione sociale e da un proprio frame interpretativo
A questo punto possono darsi tre possibilità (tre letture o decodi che)
!! posizione «egemonica»
decodi ca utilizzando lo stesso codice con il quale è stato costruito, accettando le strutture
di signi cato e conformandosi ad esse
!! posizione «negoziata»
elaborare de nizioni alternative a partire dalla speci cità della situazione in cui si trova il
soggetto
!! posizione di «opposizione»
comprensione del codice dominante, a cui vengono contrapposti elementi provenienti da un
quadro di riferimento esterno
MODELLO DI NEWCOMB
Introduzione della situazione o contesto sociale entro cui avviene lo scambio comunicativo
(X)
Il rapporto fra A e B è concepito come scambio ed è dunque bi-direzionale.
Secondo Newcomb la comunicazione ha il compito di mantenere l’equilibrio del sistema
sociale
In questo modello le relazioni sono interdipendenti: se cambia A, dovranno cambiare anche
B e X e viceversa.
È lo scambio bidirezionale tra A e B a garantire l’equilibrio e la simmetria del sistema.
MODELLO DI DANCE
Dance nota che il modello circolare, sebbene sia il più adatto a descrivere il processo
comunicativo attuale, “suggerisce che la comunicazione torni indietro, formando un circolo
completo, esattamente al punto in cui ha avuto origine. Questa parte dell’analogia circolare
è evidentemente sbagliata”.
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Il concetto di elica (o spirale) conserva i vantaggi della retta e del cerchio ma elimina gli
svantaggi: la comunicazione ritorna su se stessa subendo l’in uenza delle sue fasi
antecedenti
Dance sottolinea quindi la natura dinamica del processo comunicativo.
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