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SOCIETA’ E COMUNICAZIONE DI MASSA

Da dove viene il termine "massa"? Cos'è la società di massa


Abbiamo una possibile de nizione di società di massa = "Società in cui le istituzioni
relative ai diversi sottoinsiemi sociali sono organizzate in modo tale da relazionarsi con
vasti insiemi di persone, considerate come unità indifferenziate di un aggregato (o massa)"
-Gill
Gli individui… "dispongono dell'accesso a diversi sistemi differenziati"
Differenziazione funzionale, non più appartenenza ad uno status sociale, tipica delle società
moderne, che nascono con le trasformazioni avviatesi alla ne del XIX secolo:
industrializzazione, urbanizzazione e modernizzazione

PARTIAMO DA ALCUNE DEFINIZIONI DI SOCIETA'


SAINT-SIMO
• Società organica -> società come organismo in cui i soggetti che ne fanno parte
costituiscono le parti di tale organismo
• Armonia grazie ad uno sviluppo progressivo
• Differenziazione delle parti inevitabile, introdotta dall''industrializzazion

COMT
 
• Come Saint-Simon, società come organismo
• Armonia e coordinazione
• Introduzione al concetto di specializzazione: specializzarsi in un determinato compito
(differenziazione tra parti), può portare divisione e incomunicabilità tra individui

TONNIE

• Trasformazione sociale -> Nel suo lavoro "Comunità e società" parla della comunità
come un modo di sentire comune, sentirsi parte di. Parla invece della società come
qualcosa di anonimo, impersonale, basata sul contratto (spinto da un tornaconto
personale)
• Comunità organismo vivente
• Società prodotto meccanico
• Processo industriale che va a favore della società, mancano sempre di più relazioni
sociali condivise per far spazio a relazioni basate sul controllo

Si arriva al concetto di anomia (senza norme) di Durkheim.


DURKHEI

• "La divisione del lavoro sociale" -> tramite la concezione di solidarietà meccanica e
solidarietà organica, Durkheim ricostruisce il complesso di relazioni che si
costruiscono all'interno di una società
• Solidarietà meccanica si basa sulle somiglianze tra individui e su una divisione
elementare del lavoro, con il ne di dar vita a un essere collettivo
 

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• Solidarietà organica si basa su una divisione del lavoro più sviluppata, che deriva
dall'eterogeneità degli individui
Questa marcata divisione del lavoro e l'eterogeneità possono dar vita all'anomia, dove la
società risulta non essere in grado di far rispettare le regole

Per tutti gli anni '30, come vediamo, l'idea di società si basava su una concezione negativa
-> impersonalità, grigio, anomia, isolamento (tutti elementi volti a far nascere la teoria della
società di massa, prima, e la teoria dell'ago ipodermico)

IL XX SECOLO SI APRE CON UN NUOVO SOGGETTO: LA "MASSA


La massa. Viene vista sotto un'ottica di manipolazione = la massa può essere manipolata

Clima culturale del periodo


• GLI ELITISTI Mosca, Pareto, Michels -> massa come strumento di manovra a
disposizione delle élites. Minoranza organizzata (élites) che governa una
maggioranza disorganizzata (massa)
• Ortega -> massa irrazionale e incompetente. Il suo volersi avvicinare alla società
rischia di diffondere ignoranza e irrazionalità
• Simmel -> massa dominata da una sola idea che tenta di perseguire nel modo più
semplice possibile
• Blumer -> massa come aggregato di individui anonimi privi di interazione tra loro

I POSTULATI DELLA TEORIA DELLA SOCIETA' DI MASS

• Scomparsa dei gruppi primari


• Individui isolati
• No tratti personali bensì tratti impersonali della massa
• Pubblico atomizzato (no relazioni)
• Mezzi di comunicazione di massa onnipotenti che permettono a chi li controlla di
manipolare gli individui

Questo isolamento dell'individuo getta le basi per la Teoria ipodermica

LA TEORIA IPODERMIC
("NEVER WAS")

La prima grande teoria ad essere elaborata sugli effetti dei media è proprio la Teoria
ipodermica o "never was" (denominata così da Kurt e Lang
"Never was" perché è stata più volte recuperata in relazione all'estraneità

Quando noi facciamo riferimento ad una teoria, dobbiamo far riferimento a tre direttrici:
contesto storico-sociale, teoria sociale e modello comunicativo
 

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• CONTESTO STORICO-SOCIALE della Teoria ipodermica: anni '20, a cavallo tra la


prima e la seconda guerra mondiale; aveva perciò osservato i totalitaristi, la
propaganda ecc.
• TEORIA SOCIALE della Teoria ipodermica: società come massa manipolabile dai
media, che vengono visti come potenti
• MODELLO COMUNICATIVO della Teoria ipodermica: modello stimolo-risposta
(S>R). Teoria dell'azione behaviorista (studia i comportamenti) = emissione di uno
stimolo e ricezione passiva di quello stimolo (ovv. stesso effetto)
Questo stimolo viene studiato da Pavlov con il cane e il campanello: Pavlov associa al
suono del campanellino al dare del cibo al proprio cane. Il cane allora, ogni volta che sentirà
il suono del campanellino penserà al cibo. Come Mussolini con le masse -> per le
caratteristiche della società (impersonale, passiva, individui isolati) ad un messaggio
propagandistico veicolato dai media, corrispondono delle risposte veicolate condizionate
(obiettivo del mittente)

PREOCCUPAZIONI DELLA TEORIA IPODERMICA

• Contesto sociale, politico e culturale = paura della propaganda da parte di studiosi,


perché questa era utilizzata per diffondere messaggi

LIMITI DELLA TEORIA IPODERMICA

• Concezione troppo semplicista di massa, come aggregato di individui impersonale,


passivo e isolato
• Problema di non tener conto dei vari contesti sociali

QUESTA TEORIA E' VALIDA ANCORA OGGI? I MEDIA PRODUCONO ANCORA


OGGI EFFETTI DI MANIPOLAZIONE

NO. Ognuno di noi è diverso e viene in uenzato dall'ambito in cui vive quindi non si
potranno mai avere stessi effetti a stesso stimolo, bensì stesso stimolo ma effetti diversi
Inseguito alla Teoria ipodermica, negli anni '40 venne realizzata la Teoria matematica della
comunicazione da Shannon e Weaver, che ha elementi base della Teoria ipodermica e del
modello S>R

C'è un processo di comunicazione che si basa su


• Presenza di un mittente (fonte del messaggio)
• Presenza di un ricevente (destinatario del messaggio)
L'obiettivo primario è ottimizzare la trasmissione del messaggio, evitando di disperdere
informazioni
L'avanzamento sta nel fatto che la risposta che intendo dare può arrivare in modi diversi al
destinatario (ad es. a causa di un rumore). La teoria vuole quindi ridurre il rumore attraverso
la ridondanza, in modo tale che sia possibile far arrivare il messaggio al destinatario come
avevo previsto
 

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La Teoria ipodermica viene perfezionata da un nuovo modello, il modello di Lasswell,


introdotto da Wolf
Per Lasswell il modo corretto per descrivere un atto di comunicazione è basandosi sui 4
punti seguenti
• Chi attiva il processo comunicativo (ricerca sugli emittenti)
• Cosa viene comunicato (analisi del contenuto)
• A chi viene inviato il messaggio (focus d'attenzione sul pubblico dei media)
• Quali effetti vengono attivati nei destinatari (intenzionali o non intenzionali, brevi o a
lungo termine)
CRITICHE AL MODELLO DI LASSWELL

• Asimmetria della relazione che lega emittente e destinatario


• Indipendenza dei ruoli tra emittente e destinatario
• Intenzionalità della comunicazione: i messaggi veicolati dai media hanno sempre un
obiettivo

PAYNE FUND STUDIE


Abbiamo detto che negli anni '20 vennero eseguiti i primi studi sugli effetti dei media
Negli anni '30, un'istituzione privata (Payne fund studies) nanziò alcuni studi per la
preoccupazione che il cinema (medium di massa esteso) potesse in uenzare negativamente
il pubblico
Questo perché all'ora (soprattutto negli Stati Uniti) i contenuti cinematogra ci non erano
molto educativi, si analizzò che circa il 75% dei lm cadevano nei generi crimine, sesso,
amore
Si andò così a studiare gli atteggiamenti e le percezioni dei ragazzi prima e dopo i lm

VERSO LA COMUNICAZIONE PERSUASORIA…

Il superamento della Teoria ipodermica avvenne secondo tre direttrici

PRIMA DIRETTRICE
• APPROCCIO EMPIRICO DI TIPO PSICOLOGICO-SPERIMENTALE o della
PERSUASIONE
◦ Scoperta delle variabili intervenienti
◦ Fattori di mediazione rispetto al pubblico
◦ Fattori di mediazione rispetto al messaggio

PUNTO 1) LA SCOPERTA DELLE VARIABILI INTERVENIENTI

Nel 1948 Berelson scrive


"Certi tipi di comunicazione su certi temi sottoposti all'attenzione di certe persone in certe
condizioni hanno certi effetti" = si parla per la prima volta di certi effetti e non di effetti
certi
 

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Tra il modello comunicativo S>R si pongono le variabili intervenienti (S->I.V.->R), ovvero


tutti quei fattori che intervenendo nel processo comunicativo favoriscono, o ostacolano, la
risposta
Punto di svolta per molte teorie successive: teoria degli usi e grati cazioni, teoria della
coltivazione, teoria della spirale del silenzio

L'oggetto principale di studio diventano le campagne pubblicitarie, le quali dovevano


perseguire degli obiettivi
L'attenzione si concentra su un unico tipo di effetto: il cambiamento di opinione e di
atteggiamento nel periodo immediatamente successivo all'esposizione del messaggio
Lo stesso messaggio può essere ricevuto in modo diverso dai destinatari, proprio per queste
variabili intervenienti

Variabili intervenienti vennero nominate da Katz e Lazarsfeld, che affermarono che queste
variabili, in certo condizioni, contribuivano o ostacolavano il processo comunicativo.

Una prima occasione per ri ettere sulla complessità del rapporto tra media e individui, fu
data dal lavoro di Cantril che è andato a studiare una reazione di panico che si è scatenata
dall'ascolto del radiogramma "La guerra dei mondi"

LA GUERRA DEI MONDI: Invasione dei marziani ai New York, generò il panico perché
presa per notizia vera (poi dichiarata fake news = prima fake news della storia) e Cantril
andò proprio a studiare perché la gente pensava fosse una notizia vera. Questo era dato dal
contesto del periodo: 1938, clima incertezze a causa della grande depressione e dell'ascesa
del nazismo, si vedeva così la radio come un mezzo af dabile e credibile
Il pubblico fu diviso in 4 gruppi in base alle loro reazioni
1. Soggetti che compresero la falsità della notizia
2. Soggetti che confrontarono la notizia con altre radio che ovviamente avrebbero dato
la notizia se fosse stata vera
3. Soggetti che fecero controlli esterni ma che alla ne però paradossalmente
confermarono i fatti narrati
4. Soggetti che non fecero controlli ma dettero per scontato la veridicità del fatto

La seconda e terza categoria mostrano di possedere quella che Cantril de nì "abilità critica",
fecero dei controlli per accettarsi. Un concetto che si collega al livello di istruzione dei
soggetti, con la variabile religiosa e alcuni fattori della personalità

PUNTO 2) FATTORI DI MEDIAZIONE RISPETTO AL PUBBLICO

Si studia perché molte campagne pubblicitarie non riesco a raggiungere gli obiettivo
pre ssati: a rispondere a questo dubbio fu Klapper che disse "la comunicazione persuasoria
di massa agisce più come causa di rafforzamento e non di modi cazione" cioè i soggetti
tenderanno a sottrarsi a quei messaggi che vanno contro il proprio pensiero
 

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Katz e Lazarsfeld ci parlano di esposizione/mancata esposizione che può essere una


variabile indipendente
Fattori di mediazione rispetto al pubblico sono
• INTERESSE: se manca interesse è facile che al soggetto non importi neanche il
signi cato del messaggio
• ESPOSIZIONE SELETTIVA: esporsi ad un messaggio perché sappiamo che
potrebbe interessarci, ciò vuol dire che scegliamo noi da cosa farci raggiungere
Festinger parla della "Teoria della dissonanza cognitiva" secondo la quale si crea una
sofferenza cognitiva a causa della possibile differenza tra il proprio modo di pensare e
un'altra opinione contraria. Ci sono vari modi di reagire, tra cui sottrarsi al messaggio
• PERCEZIONE SELETTIVA: distorsione del messaggio tale da renderlo coerente con
il nostro modo di pensare
Allport e Postman si imbattereno in un caso che utilizzarono per spiegare questo
meccanismo: un litigio tra un bambino nero e uno bianco sul treno, il bambino bianco
impugna un coltello con il quale minaccia il bambino nero. A chi presente viene chiesto di
raccontare ciò che avevano visto, il discorso che man mano si costruisce ha il coltello nelle
mani del bambino nero
• MEMORIZZAZIONE SELETTIVA: i messaggi persuasori portano il soggetto a
confermare l'idea persistente in esso, questo perché chi si espone al messaggio è
• interessato
• sceglie di esporsi a quel messaggio
• conforme alle nostre idee
Questi fattori vennero studiati da Lazarsfeld, Berelson e Gaudet in occasione della
campagna presidenziale del 1940 ed altri studi

PUNTO 3) FATTORI DI MEDIAZIONE RISPETTO AL MESSAGGIO

1. Credibilità della fonte


2. Ordine e completezza delle argomentazioni
3. Esplicitazione delle conclusioni

• Ricerche sulla credibilità della fonte


▪ Competenze e ducia
▪ Ruolo del testimonial

L'ef cacia di una comunicazione, in gran parte, dipende dal comunicatore


Competenze e ducia:
competenza -> Reputazione. Ci aspettiamo che quella fonte non sia competibile in un certo
tema
Fiducia -> Riponiamo ducia in quella fonte per molti motivi

• Ricerche sulle modalità di costruzione del messaggio


▪ Ordine e completezza delle argomentazioni
▪ Esplicitazione delle conclusioni
 

 
 

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In questo campo, vi è un grande progetto, l'American Soldier: il governo americano realizzò


una campagna mirata a motivare maggiormente i soldati a combattere, anche in territorio
non americano, servendosi dell'aiuto di lm, media ecc. Questi studi si occuparono di
osservare se, in seguito a questa campagna, i soldati fossero più motivati. I risultati furono:
maggiore informazioni sulla guerra, modi cazione di opinioni solo su determinati argomenti
ma NON motivazione in più

Gli studiosi si occuparono di 3 aspetti


1. Ordine argomentazioni -> decidere nella presentazione se mettere prima i pro e poi i
contro o viceversa
2. Completezza argomentazioni -> esperimento di due trasmissioni telefoniche: una si
presentava solo a favore della guerra, l'altra mostrava invece i pro e i contro. Si
mostrò che quelli con maggiore istruzione erano più persuasi dal messaggio dei pro e
dei contro
3. Esplicitazione conclusiva -> ef cacia maggiore dei messaggi più esplicati con cui
aveva bassa istruzione, meno esplicitati per chi aveva un'istruzione più alta
Rilevanza delle differenze individuali, tanto da lasciare alcuni interrogativi in sospeso

SECONDA DIRETTRICE
• APPROCCIO EMPIRICO DI TIPO SOCIOLOGICO (INFLUENZA PERSONALE)

Si prendono in considerazione le relazioni sociali, non più solo individuo


La maggiore ef cacia dei contatti personali deriva da alcune caratteristiche dei contatti face
to face
◦ Casualità e non intenzionalità della comunicazione: i meccanismi della selettività
vengono aggirati nel corso di una comunicazione personale, abbiamo quindi che
l'in uenza è più pervasiva che autoselettiva
◦ Flessibilità dei messaggi: ridurre effetti boomerang minimizzando o enfatizzando
alcuni aspetti in virtù delle reazioni dell'interlocutore
◦ Ricompensa immediata: al seguito di condivisione o non condivisione di un'opinione
◦ Attribuzione di prestigio e autorevolezza: ci sono alcuni soggetti dotati di in uenza,
de niti "leader d'opinione", coloro che si esprimono di più nei media
Necessario fu analizzare il rapporto tra leader e mezzi di comunicazione di massa -> uso
elevato dei media per l'acquisizione di informazioni di natura politica
Lazarsfeld, Berelson e Gaudet elaborarono il modello del "FLUSSO A DUE FASI DELLA
COMUNICAZIONE"
• Gli individui non sono isolati socialmente
• Esistono reti di rapporti sociali dove spicca una gura ltro nella trasmissione di
informazioni

I leader d'opinione sono persone di qualsiasi strato sociale ed economico, per questo sono
chiamati anche "leader molecolari", la prima differenza con i soggetti in uenzati sta nel
fatto che i leader d'opinione utilizzano molto di più i media
 

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Katz e Lazarsfeld elaborarono una differenziazione di leadership


• Leadership orizzontale: in uenza tra simili e che può essere intercambiabile
• Leadership verticale: in uenza esercitata da soggetti ad un livello superiore nella
scala sociale
Anche Merton fece una differenziazione del leader
• Leader d'opinione locale: soggetto che ha sempre vissuto all'interno della comunità
ed è quindi fortemente legato ad essa e può in uenzare aree diverse (leader
polimorfo)
• Leader d'opinione cosmopolita: non fa parte della comunità quindi non può esercitare
un'in uenza sulle zone (leader monomor co)

Ma in che modo il leader in uenza l'opinione delle reti circostanti? Come riescono a
prodursi trend d'opinione all'interno di grandi comunità o addirittura in intere nazioni
A proposito di ciò, Watts e Dodds adottarono un modello reticolare chiamato in uence
networks, che vede l'in uenza propagarsi non più solo attraverso due vie ma attraverso
molte vie e si propaga per ogni direzione del reticolo. Questo modello dipende da quanto gli
altri sono in uenzabili, ciò comunque non esclude il guardare anche alla rilevanza
dell'opinion leader

IL PASSAGGIO DAL LEADER D'OPINIONE ALL'INFLUENCER

Oggi, con un largo utilizzo di internet, passiamo dal leader di opinione all'in uencer, che
sfrutta la propria visibilità nei network per un effetto di moltiplicazione nella diffusione dei
messaggi
L'in uencer è una persona che si impegna attivamente sui social con il le di acquisire una
propria reputazione e centralità nelle reti di cui fa parte, sfruttando il potere della
condivisione che caratterizza i social
Ad oggi, i social media e l'economia politica del web hanno stimolato e intensi cato le
pratiche di microcelebrity (insieme di tecniche che hanno a che fare con la crescita della
popolarità, gestione dei followers ecc.). L'obiettivo non è necessariamente un alto livello di
fama, quanto più riuscire ad acquisire una propria posizione all'interno delle reti (anche
cantanti, attori, politici curano i propri canali nel quale diffondere quotidianità)

TERZA DIRETTRIC
• APPROCCIO FUNZIONALIST

Questo approccio viene de nito anche "approccio degli usi e delle grati cazioni" e vede per
la prima volta l'audience attiva
Infatti, si ragiona in termini di domande come "cosa fanno le persone con i media?" e non
"cosa fanno i media alle persone?"

McQuail e Gurevitch parlando, dal punto di vista del funzionalismo, del consumo mediale
come un comportamento che soddisfa (o che fallisce nel soddisfare) i bisogni -> gli
individui, in base a determinati bisogni, si rivolgono ai media per avere grati cazione
 

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Tutto ciò si riduce ad un'analisi della comunicazione in relazione alle funzioni (manifeste o
latenti) e alle disfunzioni che vengono attivate

FUNZIONI che possono essere


Manifeste -> conseguenze gli individui possono aspettarsi in seguito a determinate azioni
Latenti -> conseguenze non piani cate né intenzionali

DISFUNZIONI: fatti che diminuiscono il grado di adattamento del sistema all'ambiente e


differenziazione riguardo alle conseguenze: "funzionale o disfunzionale rispetto a chi?

Questo cambiamento da pubblico passivo a pubblico attivo porta a due conseguenze:


l'abbandono dell'emittente come punto di partenza della comunicazione e la dismissione di
un approccio di ricerca basato sulle campagne
FUNZIONI associate ai mezzi di comunicazione
• Allertamento: avvisare i cittadini di pericoli improvvisi, come ad es. eventi naturali
• Strumentale: realizzazioni di attività quotidiane da rendere pubbliche, es. scambi
economi
• Controllo sull'ambiente circostante, es. sciopero dei giornali
• Rafforzamento del prestigio per i cittadini ben aggiornati
• Attribuizione di status alle persone ad ai gruppi oggetto di attenzione da parte dei
media
• Moralizzazione: rafforzamento di norme sociali mediante la segnalazione pubblica di
comportamenti devianti
Wright ne aggiunse un'altra: il divertimento

DISFUNZIONI
• Eccesso di informazione: isolamento, l'accesso a troppe informazioni può provocare
una falsa percezione di dominio sull'ambiente; cioè una persona sempre aggiornata
ma che non partecipa agli eventi può confondere la sua posizione di cittadino
informato con cittadino attivo
• Spinta al conformismo: tutti i sottosistema dei media devono mantenere l'equilibrio
esistente, quindi si impegnano al conformarsi alle norme consolidate anziché a
manovrarle

LE ORIGINI DELLO STUDIO DELLE GRATIFICAZION

Katz e Blumer individuano la fase iniziale di questo studio a cavallo degli anni '40 e la
de niscono FASE DELL'INFANZIA, nella quale avvenne l'individuazione del nesso tra le
grati cazioni degli individui e il contenuto dei media (content grati cations)
Per Klapper il consumo dei media era legato a due categorie di funzioni, quelle semplici e
complesse
FUNZIONI SEMPLICI
• Offerta di relax: capacità dei media di offrire occasioni per rilassarsi ed evadere
• Stimolazione dell'immaginazione: contributo dei media nella costruzione di giochi e
fantasie ecc.
 

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• Interazione sostitutiva: presenza di persone e storie che creano un'interazione


virtuale
• Terreno comune per i contatti sociali: offerta di argomenti di conversazione,
condivisione di prodotti

FUNZIONI COMPLESSE
• Distensione emotiva: coglie il bisogno che hanno molti individui di alleggerire le
proprie emozioni
• Scuola di vita: capacità di offrire modello, stili di vita ai quali potersi adeguare

La fase dell'infanzia presenta alcuni punti di debolezza


• L'adozione di una metodologia esclusivamente di tipo qualitativo
• Completa disattenzione nei confronti dei nessi tra le grati cazioni mediali e la natura
psicologica e sociale dei bisogni degli individui
• Alcun tentativo di individuare la rete di relazioni tra le funzioni dei vari media

Abbiamo poi la FASE DELLA MATURITA' che si basa su


• Bisogni cognitivi = acquisizione di elementi conoscitivi
• Bisogni affettivi-estetitici = rafforzamento dell'esperienza emotiva
• Bisogni integrativi a livello della personalità = rassicurazione, status, aumento della
credibilità
• Bisogni integrativi a livello sociale = rafforzamento dei rapporti sociali
• Bisogno di evasione = allentamento della tensione

I soggetti, secondo un determinato bisogno cognitivo, si rivolgeranno al mezzo e al prodotto


più adatto a soddisfare quel bisogno = gli individui si espongono ad un prodotto mediale
con un obiettivo preciso

Bisogni che si cerca di soddisfare con il consumo mediale (Katz)


• La situazione sociale crea tensione che può allentarsi con l'uso dei media
• La situazione sociale crea consapevolezza dell'esistenza di problemi riguardo i quali
si può sapere di più tramite i media
• La situazione sociale crea opportunità di soddisfazione di determinati bisogno tramite
i media
• La situazione sociale fa emergere determinati valori la cui affermazione è facilitata
dal consumo mediale
• La situazione sociale crea aspettative e familiarità rispetto a certi materiali mediali
che sono monitorati dagli indivdui per sostenere la propria appartenenza a gruppi
sociali

Con i nuovi media abbiamo nuove grati cazioni, perché i media tradizionali mancano di
interattività e asincronia
A fare uno studio sul nesso tra le nuove tecnologie e le nuove grati cazione furono Sundar e
Limperos che parlano di
 

 
 

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• Modality: realismo, novità


• Agency: aumento dell'opportunità di agency: appropriazione, targhettizzazione
• Interactivity: interazione, attività, controllo dinamico
• Navigability: divertimento, gioco, aiuto nella navigazione

LA TEORIA CRITIC

Siamo negli Stati Uniti degli anni '40-'50, nel pieno della crescita della ricerca empriica,
quando Lazarsfeld mette a punto il dibattito tra RICERCA AMMINISTRATIVA (di
Lazarsfeld) e RICERCA CRITICA (della scuola di Francoforte)
La ricerca amministrativa è di tipo mediacentrico e si mette al servizio delle
organizzazioni mediale e dei suoi dirigenti, la ricerca critica, invece, analizza i media
all'interno di contesti sociali, economici, politici e culturali

Vennero poste delle critiche nei confronti delle due ricerche:


• La ricerca amministrativa venne accusata di voler rendere il capitalismo ancora più
ef ciente e di non preoccuparsi delle contraddizioni, oltre di fondarsi eccessivamente
su dati statistici
• La ricerca critica fu considerata ideologica, alimentata da un soggetto politico e
troppo qualitativa con pochi riferimenti statistici

DIFFERENZE TRA RICERCA AMMINISTRATIVA E RICERCA CRITICA


1. La ricerca amministrativa è interessata all'ef cacia e all'ef cienza dei media, la
ricerca critica invece si concentra su come i media affrontano questioni pubbliche e
sociali
2. La ricerca amministrativa si concentra sull'analisi degli individui e su come
nalizzare i media per soddisfare speci ci scopi istituzionali, la ricerca critica colloca
la ricerca in un contesto socio-culturale più ampio
3. La ricerca amministrativa è nanziata dai media, la ricerca critica è meno dipendente
dalle organizzazioni mediali

Domanda a cui risponde la ricerca amministrativa: "Chi sono le persone esposte ai media?
Quali sono le loro preferenze? Quali sono gli effetti?"
Domanda a cui risponde la ricerca critica: " Come sono organizzati i media? Come sono
controllati i media?"
Un terreno comune di incontro può essere il quadro teorico di Merton, che ha de nito le
"teorie di medio raggio", applicate a dati speci ci e che permettono di creare ipotesi da
veri care poi empiricamente

SCUOLA DI FRANCOFORTE (Marcuse, Froom, Benjiamin, Adorno, Horkheimer)

Il programma di ricerca viene de nito da Horkheimer, il quale fa una distinzione tra teoria
tradizionale e teoria critica: abbandonare un metodo qualitativo per favorire una ricerca
con nalità pratiche e politiche
 

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L'obiettivo è sviluppare una ricerca sociale che ha come campo di studio la società nel suo
complesso
Inoltre, questi studiosi trovano una grande importanza della cultura, ciò che risiede
nell'INDUSTRIA CULTURALE. Ritengono infatti che la produzione di un lm non
differisca da quella di un'automobile.
Adorno e Horkheimer, successivamente, introdurranno il concetto di genere: non si può
realizzare sempre lo stesso prodotto, servono delle regole per la produzione. Il genere è per
Horkheimer e Adorno il simbolo della manipolazione del pubblico

L'INDUSTRIA CULTURALE…

Questa nozione va a sostituire quella di cultura di massa (formazione spontanea di cultura


popolare)
L'industria culturale è letteralmente una "fabbrica del consenso" che elimina la funzione
critica attraverso la costruzione di un sistema dei media governato istituzionalmente, e che
presenta un'offerta che è apparentemente diversi cata e che nasconde il perseguimento del
domino sull'individuo

Abbiamo quindi un ritorno alla manipolazione, l'effetto dell'industria culturale è quello della
manipolazione
Si tratta di una struttura multistrato che si muove tra vari livello psicologici, sia manifesti sia
latenti e mira al riprodurre i rapporti di potere esistenti con lo scopo di attivare una forma di
dominio sull'individuo. I consumatori si trovano nella condizione di non poter interpretare
autonomamente quanto gli viene proposto

PUNTI DI DEBOLEZZA
• Ri uto della ricerca empirica: non ha senso chiamare un soggetto ad esprimersi se
non ha individualità autonoma
• Totale passività degli individui
• Non previsti meccanismi di selettivit
• Le relazioni sociali del soggetto non hanno a che fare con il processo di acquisizione
dei messaggi

MERITI
• Consente analisi e sperimentazioni
• Intravisto con acutezza il processo che segue oggi l'uscita di un lm

LA TEORIA CRITICA E INTERNET

L'approccio critico ad internet si ha quando si realizzano due condizioni relative alla


diffusione e all'accesso della rete
• Massi cazione
• Internalizzazione
La teoria critica di internet emerge attorno ad una serie di studi e ri essioni che coinvolgono
diversi ricercatori e intellettuali
 

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Abbiamo MOROZOV
Mette in guardia sulla parte oscura della libertà di rete: ci dice che l'attivismo da tastiera può
essere de nito più comunemente attivismo per fannulloni, questo perché secondo lui porta
ad un disimpiego crescente e alla depoliticizzazione -> internet come uno strumento di
distrazione di massa. Audience come massa indistinta e passiva

LOVINK:
Vi sono due ideologie che fanno parte del discorso pubblico su internet
• L'ideologia del free dell'open = nasconde il modello economi della rete, es. no
copyright
• L'ideologia della partecipazione = costruzione di spazi che alimentano frustrazione
ed odio
L'allentamento del con ne tra autore e fruitore permette al consumatore di diventare un
produttore, capace di costruire e diffondere contenuti attraverso la disponibilità della rete

KEEN:
Ha una visione che a tratti sembra essere una difesa dei media tradizionali e delle elites
culturali professionali, parla infatti di social media come MySpace, Facebook che hanno
creato una cultura giovanile fatta di narcisismo

MUTAMENTO DELLA CULTURA DI MASSA

Benjamin va a rivedere l'analisi della scuola di Francoforte (di cui anche lui ne fa parte),
vedendo nelle forme tecnologiche sue contemporanee, fotogra a e cinema, uno strumento di
emancipazione delle masse

Benjamin ci parla del concetto di "aura": un'opera d'arte originale possiede un'esistenza
unica
L'arte diventa accessibile e disponibile grazie alle diverse riproduzioni di massa mediali, in
un processo che svaluta il valore culturale e produce una vicinanza attiva del pubblico con
contenuti che diventano più familiari e che si impara ad elaborare

TEORIA CULTUROLOGICA

Alla base della fondazione di questa teoria vi è Morin che, accanto alla cultura nazionale e
alle culture classiche, ne individua una terza: la cultura di massa (termine equivalente
all'industria culturale)
Cultura di massa = corpo di simboli, proiezioni prodotte nelle forme della fabbricazione
industriale di massa

Il funzionamento dell'industria culturale si basa per lui su due coppie antiche: burocrazia-
invenzione e standard-individualità. I meccanismi della cultura di massa devono superare la
contraddizione tra le sue strutture burocratiche e l'originalità (individualità e novità) che il
prodotto deve fornire
 

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Per raggiungere questo obiettivo abbiamo i contributi di


• La standardizzazione = rappresenta la formulazione di regole che consentono
variazioni creative
• Il sincretismo culturale = tendenza a omogeneizzare sotto una sola specie più
contenuti diversi (es. lm western con storia d'amore)
La cultura di massa, come possiamo vedere, è anche la cultura del loisir (tempo libero)

I meccanismi attraverso cui opera la cultura di massa sono


1. Proiezione = funzione evasiva
2. Identi cazione = funzione integrativa
La cultura di massa ci procura tutto ciò che non possiamo avere, ciò vuol dire che il reale
passa in secondo piano

CRITICA a Morin: può essere una cultura capace di forgiare l'immaginario delle masse,
pratiche dell'audience non considerate e mancanza di dati a sostegno della sua analisi
Questo può portare a una non considerazione della reale diversità e della complessità
dell'uso dei media
Comunque, non si tratta di creare un immaginario per tutti ma un immaginario noto a tutti

LA SPIRALE DEL SILENZI

Emerge la teoria della Spirale del silenzio, che permettere di rivisionare il paradigma degli
effetti limitati dei media
E' una teoria abbastanza complessa in cui, secondo lo studio di McQuail, interagiscono 4
elementi
• Mezzi di comunicazione di massa
• Comunicazione interpersonale e rapporti sociali
• Percezioni che gli individui hanno dei "climi di opinione" nel proprio ambiente
• Manifestazione individuali di opinione

Noelle Neumann raccontò un episodio: quando nel 1972 si registrò la vittoria della SPD vi
era l'entusiasmo da parte del suo elettorato, mentre chi aveva perplessità al riguardo evitata
di manifestare pubblicamente la propria posizione, scegliendo la strada del silenzio
La scelta di tacere sulle proprie opinioni, attivò un processo a spirale da produrre la
scomparsa di un gruppo dalla scena politica e la netta prevalenza dell'altro

ELEMENTI COSTITUVI DELLA TEORIA


1. Gli individui temono l'isolamento sociale
2. Per evitare l'isolamento fanno un monitoraggio dei pensieri che li circondano
3. Facendo questo monitoraggio individuano il clima d'opinione dominante
4. Valutare se il proprio punto di vista li colloca tra chi ha una posizione maggioritaria o
tra chi ha una posizione minoritaria
5. Abbracciare la posizione maggioritaria o tacere per evitare l'ostracismo. Quando si
decide di tacere, però, scompaiono dal radar dei media o vengono descritti come
gruppi minoritari
 

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Il primo approccio di ricerca mirato a testare la paure dell'isolamento degli individui fu


proprio la Neumann, con il "test del treno"
Questo studio era correlato al tema del fumo in presenza di non fumatori: vennero letti due
bandi, uno a favore e uno contro il fumo
Le risposte furono calcolate in percentuale e poi venne chiesto di stimare la maggioranza di
opinione della popolazione al riguardo di questo tema, per far emergere la tendenza al tacere
o meno
Ne uscì fuori che, le risposte che vennero messe in relazione al clima d'opinione,
mostrarono che esse fossero correlate alla condivisione o meno della posizione ritenuta
maggioritaria
Es. se io parlo con 20 persone che pensano che si possa fumare tranquillamente in presenza
di non fumatori, allora io potrei non sentirmela di dire la mia opinione contraria alla loro

IL RUOLO DEI MEDIA

Quando la Neumann elaborò la teoria della spirale del silenzio, il sistema dei media era
completamente diverso a com'è adesso
Analizziamo il ruolo dei media
• Abbattimento della selettività: con il mezzo televisivo la percezione selettiva diventa
più dif cile. Emergono due fattori = consonanza (argomenti molto simili all'interno
dell'intera programmazione televisiva) e cumulatività (apparizione periodica di tali
argomentazioni)
• Contribuiscono a creare un doppio clima di opinione: alla percezione del mondo
circostante, gli individui integrano anche elementi presi dal consumo mediale; questo
può dar vita al fenomeno della pluralistic ignorance (gli individui credono di essere
gli unici a pensarla in un certo modo e preferiscono non esprimersi, bensì rimanere in
silenzio)
• Articolazione delle argomentazioni: i media non si limitano a dare spazio a una
posizione rispetto ad un'altra, ma forniscono il materiale utile a sostenerla

Abbiamo due studiosi che parlano a riguardo il ruolo dei media


• Losito = il sistema dei media è un mega-medium che raggiunge e comunica con tutti
allo stesso modo
• Moscovici = il sistema dei media ha una funzione di orientamento riguardo ai temi e
alle posizioni dominanti nel dibattito politico

UNA SPIRALE O TANTE SPIRALI?

Negli assunti della teoria ci sono alcuni problemi


• Il vantaggio di scelta che consente il web si risolve in un'appartenenza multipla,
perciò la minaccia dell'isolamento sociale può ridursi no a scomparire oppure può
ingigantirsi
• Il monitoraggio del clima di opinione è sui generis, in quanto non è facile scoprire la
posizione maggioritaria nell'ambiente online
 

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• Gli individui possono trovarsi all'interno di un echo chambers, in cui gli individui
non avranno indicazioni su altre posizioni

Il nuovo sistema dei media ha potenziato l'idea secondo cui i media sono nella condizione di
creare un clima d'opinione che va ad aggiungersi a quello che gli individui costruiscono in
base alla propria esperienza personale. A differenza di prima, però, non si tratta più di un
unico clima di opinione, bensì avremo numerose spirali che si creano e che convivono una
accanto all'altra

LA TEORIA DELLA COLTIVAZION

La teoria della coltivazione è l'ultima teoria che riconosce ai media il potere di contribuire
alla costruzione sociale della realtà
Fu elaborata da Gebner quasi 50 anni fa
Il primo enunciato della teoria è il riconoscimento della vocazione di storytelling della tv,
a cui si accompagna il nostro desiderio di ascoltare storie
La televisione offre ai suoi telespettatori storie ripetitive che vengono consumate. Alla tv si
associano due funzioni
• Funzione affabulatoria = stimola l'immaginario dei soggetti, soddisfa il loro bisogno
di evasione, incarna le loro fantasie in qualcosa vicino alla quotidianità dei soggetti
• Funzione bardica = capacità di creare storie utilizzando un linguaggio comun

Fiske e Hartley, all'interno al loro studio sull'approccio, attribuiscono alla tv anche le


seguenti funzioni
• Articolare le linee principali dell'interpretazione culturale della realtà
• Coinvolgere i membri nel suo sistema di valori dominanti
• Spiegare, interpretare, giusti care le azioni dei singoli in relazione al mondo esterno
• Rassicura la cultura della sua adeguatezza pratica
• Svelare le inadeguatezze pratiche della cultura così da poter risolvere
• Convincere i membri dell'audience che il loro status e la loro identità sono garantiti
dalla cultura stessa
• Trasmettere un senso di appartenenza

Gebner sostiene che l'insieme dei messaggi televisivi siano in grado di dare forma ad una
cultura comune attraverso la quale le comunità coltivano nozioni condivise e pubbliche
Questa teoria socioculturale è interessata a individuare il nesso tra media e percezioni,
credenze, attitudini dei soggetti; cioè si interessa dell'in uenza complessiva dei messaggi sul
pubblico
Inoltre, nel suo approccio, Gebner dice chee ci sono alcune caratteristiche della tv che
devono essere prese in considerazione quando si parla del suo ruolo nella società, come ad
es.
• Assorbe più tempo e attenzione
• E' conveniente, da un punto di vista, perché il consumo è sempre disponibile nelle
nostre case
• Non necessita di un'educazione
 

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CULTURAL INDICATORS PROJECT E LO STUDIO DELLA VIOLENZA:

Attenzione rivolta all'insieme della cultura, cioè quel sistema di messaggi e immagini che
regolano e riproducono le relazioni sociali
Il cultural indicators project è un progetto che parte negli Statu Uniti verso la ne degli
anni'60 con uno studio sulle cause e la prevenzione della violenza; l'obiettivo era infatti
quello di studiare la natura e le conseguenze della presenza della violenza nel mezzo
televisivo
De nizione di violenza:
• qualsiasi espressione di forza sica nei confronti di se stessi o degli altri con
l'obiettivo di ferire o uccidere
• Forme accidentali tipo catastro naturali che provocano un numero elevato di
vittime
• Ogni atto che può procurare effetti gravi pur se collocato in contesti fantastici o
umoristici

Le ipotesi di ricerca erano due


• I telespettatori forti (che consumano molta tv) sono portatori di una visione del
mondo come un luogo triste riconducibile a condizioni di depressione e alienazione
• Individuare l'esistenza del mainstreaming, la condivisione di punti di vista comuni tra
i telespettatori
La ricerca si sviluppò su un doppio binario metodologico
• Analisi del sistema dei messaggi veicolato dalla tv = non singoli messaggi ma di più
che aggregati danno vita ad un sistema
• Surveys condotte sul pubblico = si individuarono tre tipi di spettatori (deboli, medi e
forti)

Il termine COLTIVAZIONE si usa per descrivere il contributo indipendente che


l'esposizione al mezzo televisivo produce sul telespettatore in merito alla concezione della
realtà sociale
L'ipotesi generale della coltivazione si basa su coloro che passano molto tempo davanti la
tv, soggetti che sono maggiormente soggetti a interpretare il mondo reale secondo i valori e
le ideologie che emergono dalla tv. Il differenziale di coltivazione non è altro che il
margine di differenza tra i forti e deboli telespettatori appartenenti agli stessi sottogruppi
demogra ci

A partire dal 1980, i ricercatori utilizzarono anche i dati forniti dalla General Social Survey,
tesi a misurare il livello di s ducia nel prossimo e il livello di alienazione degli individui
I risultati si basavano su un grado di accordo/disaccordo riguardo i vari item come, ad es.,
"la situazione dell'uomo sta peggiorando e non migliorando", "non si può avere un bambino
in un mondo del genere". Oppure si basavano su una scelta tra due opzioni

Tornando invece alla programmazione televisiva, i risultati costruirono uno scenario nel
quale si mostra che per un numero di protagonisti di un determinato sesso vi sono in media
 

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più vittime di quanti sono i protagonisti e che le donne sono quelle che hanno maggiori
possibilità di subire violenza

La ricostruzione del tema della violenza che emerge dall'insieme delle ricerche ha una
duplice caratteristica
• La rappresentazione della violenza avviene tramite attori e ruoli ben de niti
• Ri ette e dà vita ad un'inquietudine nei soggetti che sono potenzialmente vittime
producendo risonanza: rispecchiamento tra ciò che vivono nella realtà e ciò che
vedono rappresentato
In corrispondenza con la realtà, questi dati rappresentavano una percentuale di vittime molto
contenuta
Questo è un chiaro effetto di coltivazione: i forti consumatori elaborano risposte televisive,
ovvero una sovrapposizione tra realtà televisiva e mondo reale

SFUMATURE DI COLTIVAZIONE

Per Gebner lo studio della coltivazione non può che avere inizio dallo studio
• Delle istituzioni mediale = cogliere le forme organizzative e le relative evoluzioni,
processi interni alle stesse istituzioni
• Dei messaggi = individuare i pattern stabili di signi cato veicolato,
indipendentemente dal singolo messaggio o prodotto
• Degli effetti = indagare le conseguenze dei sistemi di messaggi veicolati dai media,
in grado di in uenzare credenze e valori degli individui

Introduciamo due nuovi concetti


• Mainstream = condivisione di punti di vista sul mondo da parte dei forti
consumatori di tv
• Risonanza = gli spettatori che hanno provato o sperimentato situazioni simili a
quelle presentate nel mezzo televisivo saranno maggiormente sensibili al contenuto
del messaggio

Sempre dal punto di vista teorico, furono speci cati due differenti tipi di effetti di
coltivazione
• Effetti di primo ordine = adozione da parte dei telespettatori di letture e
interpretazione del mondo offerte dalle tv che sovrastimano alcuni fenomeni
• Effetti di secondo ordine = relativi alle interpretazioni, alle attitudini, ai sentimenti e
ai valori rispetto al mondo mutuati dalla tv

ALCUNI LIMITI DELLA TEORIA

1. Le ricerche in alcuni paesi non hanno portato a delle conferme


2. Sempli cazione di vari livelli: sottovalutazione del contesto e sottovalutazione di
altre fondi di conoscenza della realtà sociale
3. Problemi metodologici
 

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COLTIVAZIONE E NUOVO SISTEMA MEDIALE

Con il nuovo sistema mediale si viaggia su strade diverse (cavo, satellite, internet), tutti
gestiti da imprese attive su più piattaforme (net ix, amazon, youtube) che si specializza
rispetto ai contenuti proposti (cartoni animati, musica, canali di sport) e che consente
l'accesso on demand ai prodotti desiderati
La funzione di socializzazione attribuita alla tv, quindi, viene ridimensionata dalla
diversi cazione dell'offerta e dalle presenza di messaggi veicolanti contrastanti: siamo di
fronte ad un pluralismo della coltivazione, frutto non solo della tv ma di un insieme di
media

Abbiamo più modalità di consumo (smart tv, internet con pc o cellulare ecc…) e tempi di
consumo che ci permettono di scegliere quando vedere determinati contenuti

UNA COLTIVAZIONE O TANTE COLTIVAZIONI

Vi sono dei motivi per continuare a parlare di effetti di coltivazione


Analizziamo 3 direttrici per vedere se ci sono delle ragioni
1. APPROCCIO DI GERBNER = approccio macrosistematico scomparso nel tempo,
concentrazione su singoli generi televisi
2. VALIDITA' DELLA RICERCA EMPIRICA = imprecisione dell'analisi del
contenuto dei messaggi e della misurazione del consumo televisivo, ambiguità nella
ricostruzione delle risposte televisive
3. TEORIA OGGI = la trasformazione del sistema mediale, soprattutto, è il problema
maggiore che minaccia la tenuta della teoria, a causa della crescita esponenziale dei
messaggi e dei mezzi mediali

Ad oggi, tuttavia, la teoria potrebbe essere utile per comprendere molti fenomeni: può
entrare in una visione nella quale gli individui sono coltivati da speci che visione del
mondo, selezionate in base alle loro scelte

HOMO COMMUNICAN

• INTRODUZIONE

Molto spesso ci capita di sentir parlare e di parlarne anche noi stessi della cosiddetta
comunicazione, de nendola anche come un qualcosa intorno la quale ormai gira tutto il
mondo
Ma, se ci soffermiamo a pensare… Cos’è la comunicazione
Questa è una sola domanda con mille risposte: c’è chi direbbe che la comunicazione è uno
scambio di informazioni, chi di emozioni, chi parlerebbe di social

Alla luce di tutti questi esempi, potremmo dire che la comunicazione è l’insieme di tutti
questi elementi (informazione, pensiero, emozione, media etc…), ammettendo però che
 

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circoscriverla in un campo speci co sia un’impresa davvero dif cile, e questa potremmo
dire essere la sua caratteristica essenziale
Una cosa però è certa, la comunicazione è davvero il centro dell’evoluzione umana, la
comunicazione è quella cosa che ha formato e continua a formare l’uomo e che l’uomo, a
sua volta, plasma di continuo: plasma la cultura, le abitudini, gli scambi e di conseguenza il
modo di relazionarci tra di noi.
La comunicazione, quindi, è in continuo mutamento di forma e contenuto

La comunicazione è oggetto di studio di molte discipline, di scienze che vanno dalla sica
alla neurobiologia. In particolare, vediamo l’af orare della scienza moderna in cui la
comunicazione viene vista come il “cuore pulsante” di un intero sistema sociale, come un
insieme di modelli, correnti, ricerche al centro dell’uomo
Il continuo evolversi di quest’insieme di modelli, correnti, ricerche  hanno da sempre
suscitato l’interesse degli studiosi, volti a studiare gli effetti nel e dal nuovo modo della
comunicazione; come il veloce diffondersi dei media nella società

DAL PRIMO CAPITOLO… La comunicazione deve essere intesa come una


predisposizione innata, indispensabile all'avvio dei processi di modernizzazione
L'esigenza che sente l'uomo di relazionarsi con gli altri ha fatto sì che da un lato
aumentassero gli sforzi scienti ci e tecnologici volti a potenziare le sue capacità
comunicative, e dall'altro che gli strumenti e i signi cati prodotti in uenzassero il suo modo
di vivere
Il rapporto tra comunicazione e modernità è bidimensionale
Alcuni studiosi hanno sostenuto la comunicazione come fattore in uente sulla
modernità, altri la modernità come fattore in uente sulla comunicazione. Ad oggi,
questi due approcci teorici sono aggregati così da poter utilizzare entrambi i punti di vista

MODERNITA' = dal latino modernum cioè attuale, recente. In contrapposizione con ciò che
è antico e superato. Riassume in sé:
• Uno sviluppo storico
• Uno scenario sociale e culturale
• Cambiamento sul piano collettivo e individuale
• Innovazioni tecnologiche e scienti che avvenute nel corso dei secoli
L'idea di modernità è basato sul continuo miglioramento: ogni epoca storica, nel suo
svolgersi, si percepisce moderna ma non per sempre = l'emersione di nuovi fenomeni
produce nuove forme di modernità che, saranno più avanzate confrontate con il passato
Questa concezione è occidentale e nasce alla ne del '700 con l'Illuminismo
La modernità si realizza attraverso
• Urbanizzazione
• Industrializzazione
• Divisione del lavoro
• Accumulazione della conoscenza
• Burocratizzazione
 

 
 

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All'inizio dell'800, la comunicazione assume una pluralità di funzioni: consente il


rafforzamento e l'istituzionalizzazione dell'opinione pubblica, democratizza la cultura e
offre svago e intrattenimento. Si segna la rottura con il passato

Prima che tutte queste trasformazioni di tipo tecnologico, industrale ecc. cambiassero la
realtà, l'organizzazione dei rapporti tra gli individui era regolata da norme non scritte -> si
parla della cosidetta società premoderna, in cui la comunicazione e i rapporti tra individui
sono basati su tre aspetti fondamentali
1. La natura circoscritta dei ussi e delle relazioni: pochi circuiti di scambi; manca il
concetto di opinione pubblica (il potere è concentrato nella mani dei sovrani, dei
sacerdoti e di una cerchia di professionisti della scienza)
2. Il carattere meccanico delle interazioni: le pratiche comunicative hanno carattere
automatico, con mancanza di feedback
3. La prevalenza della fonte sul ricevente: autorevolezza delle fonti, mancano forme
di scambio e interpretazione del senso
Le uniche forme di aggregazione sono i mercati, le piazze, i villaggi oppure davanti
ai totem religiosi. Qui la comunicazione assume un valore rituale, fa da collante
sociale, rafforza idee criteri e valori
Nella società premoderna, il soggetto è de nito homo aequalis, cioè un individuo
fortemente legato al suo gruppo di appartenenza con uno spiccato senso del noi, ma non
dell'io
Il medium elettivo è caratterizzato dall'oralità: l'uomo può raccontare storie, miti,
conversare, formulare domande -> la parola diventa molto importante anche dal punto dii
vista di funzione pubblica, cioè quella di tramandare la memoria della comunità (attraverso
miti, formule). Si tratta di un assetto che si mantiene no al Medioevo, perché con il
Rinascimento e, in particolare, la società di corte, c'è una rivoluzione di costumi, mentalità,
abitudini
Con la società di corte prende avvio il processo di razionalizzazione da cui nasce il mondo
moderno: l'aristocrazia si trasferire a corte e il potere centrale si solidi ca, così nasce un
habitus più paci co e addomesticato
Si segna il passaggio dall'homo equalis all'homo clausus: un soggetto che si abitua a
mantenere le distanze tra sé e gli altri, utilizza modi più educati e separa la sfera individuale
da quella collettiva

Abbiamo detto quindi, che una svolta verso la modernità si ha nel 700 con l'illuminismo: la
fede nella ragione, libertà, uguaglianza e fraternità -> concentrarsi sull'utilità economica e
sull'ef cienza dei mezzi per raggiungere gli obiettivi che si ci è pre ssati
In questa fase si passa dall'homo clausus all'homo economicus, concezione del sé e un
modo razionale di guardare alla realtà
L'individualismo diventa la base della cultura moderna, derivante dal potere dell'uomo sulla
natura, libero dalla schiavitù del potere religioso
Questo nuovo tipo di uomo è portato ad agire secondo un'ottica costi-bene ci; ma la crescità
della razionalità come strumento non porta ad una libertà universale, bensì ad una gabbia da
cui sembra impossibile uscire
Cominciano così le critiche all'illuminismo, circa dai primi anni del 900
 

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La comunicazione accelera il passaggio dalla società tradizionale alla società moderna.

Tonnies divide la colletività umana in due tipi ideali: la comunità e la società originaria.
La comunità è sempre legata ad un territorio, al cui interno si sviluppa una volontà
spontanea e il potere è fondato sull'autorità e sulla tradizione. La società è invece una
costruzione arti ciale, che non tiene conto dell'individuo ma più che altro del ruolo che
svolge; è caratterizzata da razionalità ed ha infatti una volontà razionale
Quindi, secondo Tonnies, l'avvento della società moderna si ha quando si passa dalla
comunità alla società

La società moderna è impersonale e soggettiva e la sua massima espressione la ha con le


metropoli, che diventano il simbolo dell'avvento di questa nuova società. Lo stile di vita
urbano si fonda sulla divisione del lavoro e sul concetto di denaro, abbiamo
• Uomo-operario: pagato
• Uomo-impiegato: integrato nel sistema
• Uomo-imprenditore: innovatore coraggioso
I mezzi di comunicazione diventano lo strumento per eccellenza per la socializzazione, in
quanto offre l'opportunità di riprendere voce e visibilità attraverso la radio, il cinema, il
telefono
Nasce l'industria culturale che veicola dall'alto valori, modelli di comportamento. Questo
tipo di industria cultura ha anche effetti negativi, ad esempio trasforma l'arte in un prodotto
standardizzato
Comincia ad esserci una crisi del progetto della modernità, perché non è più l'uomo a
dominare la natura, bensì è il contrario

L'ottimismo della modernità viene meno con il nazismo, i campi di concentramento, le


guerre mondiali
Si sgretola ogni base su cui si era fondato lo sviluppo della modernità; anzi, queste basi
diventano la nascita della tragedia: la comunicazione si mostra corruttibile e fragile no a
diventare arma di propaganda, di controllo e coercizione
Tuttavia, nella seconda metà del novecento, la volontà di sopravvivenza e di superamento
delle tragedie accadute porta a un progetto collettivo di riappaci cazione e ricostruzione
destinato a risanare, anche se con dif coltà, il mondo occidentale

Inoltre, intorni agli anni 70 del 900, il sapere e la comunicazione vanno a ricoprire un ruolo
centrale tanto da diventare elemento caratterizzante della nuova epoca, de nita post-
modernità, termine introdotto nel 1930 da De Onis
La libertà, nella concezione moderna, era un vincolo prescrittivo alla scelta migliore; mentre
nella post-modernità, l'individuo è libero di prendere anche quella che non è la scelta
migliore, imparando a convivere con la solitudine e l'incertezza
Per Giddens non c'è la ne della modernità ma la sua radicalizzazione estrema, introduce
così il concetto di tardo modernità che elimina l'idea di una fase successiva alla modernità
Giddens utilizza uno schema a tre tempi
 

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• Prima fase della modernità: illuminista e illusa, convinta di poter comprendere e


governare
• Seconda fase della modernità: realizzata e in crisi, poiché si basa sul fatto che tutti
possono avere ragione in base al loro punto di vista
• Terza ed ultima fase: modernità radicale, basata sul ripensamento dei metodi adottati
nelle precedenti due fasi

L'avvento delle tecnologie cambia totalmente l'assetto dell'attività sociale, che da faccia a
faccia diventa una relazione con altri assenti; lo spazio si annulla e il tempo diventa
sincronico
Bauman introduce il concetto di società liquida, la paragona ad un liquido perché uida, in
continuo mutamento
La comunicazione diventa fondamentale per de nire il cambiamento: nella comunicazione
moderna, la cultura era statica e privata; la comunicazione post-moderna o tardo-moderna
ha invece una realtà dinamica, digitale, ipertestuale
Con l'ipertesto si segna il passaggio ad una struttura ad albero, non più lineare ma che
esprime la presenza contemporanea di aspetti differenti tra loro
Quattro sono le categorie principali della comunicazione post-moderna
• Interattività
• Virtualità
• Connettivit
• Immersione

La comunicazione rappresenta l'oggetto di studio di una scienza che è riuscita a de nire le


sue coordinate, anche se ad oggi non abbiamo ancora un'identità chiara
Le caratteristiche dell'oggetto della comunicazione sono
• Invisibilità e propagazione
• Pervasività e rapido sviluppo dei media che moltiplicano i signi cati e le
connessioni tra tecnica, cultura e vita quotidiana
• Aumento della complessità sociale ovvero aumento delle competenze dei fruitori
• Imprevedibilità e immediatezza della dimensione umana e sociale
Del punto di vista etimologico, possiamo dire che il termine comunicazione riguarda lo
scambio che avviene tra un numero variabile di soggetti; ad oggi, invece, i signi cati del
termine comunicazione sono aumentati no ad aggregarsi in due macro-aree
• Legata alla vita quotidiana, alle pratiche culturali, sociali e antropologiche;
• Legata alla centralità dell'innovazione
La sociologia è una scienza che ha contribuito alla nascita delle scienze della
comunicazione
Comunicazione e sociologia hanno elementi in comune
-interesse nei confronti dei processi di modernizzazione della società contomporanea
-necessità di risolvere la dialettica individuo-società
Ma allo stesso tempo ci sono nodi problematici
• Rischio di fare interpretazioni troppo generiche e valide solo dal punto di vista
empirico
 

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• Necessità di considerare l'esistenza di prospettive complementari e compresenti con


cui studiare la società
• Partecipazione dell'osservatore all'oggetto osservato, prendendo parte ai processi e
alle relazioni che si devono studiare
• Scarto che si genera tra dimensione collettiva (macro) e individuale (micro), tener
conto di entrambe queste dimensioni non è una prospettiva che ha aggradato la
comunicazione, di cui invece si è occupata la psicologia

La comunicazione ha assunto un sacco di signi cati che possono essere affrontati attraverso
modelli interpretativi

• Verso le scienze della comunicazione

I problemi accennati riguardano da un lato lo studio della società in generale, e dall'altro


della comunicazione, che si occupa delle dinamiche di interazione tra gli esseri umani
Questa complessità è data dal fatto che la comunicazione è diventata prerequisito della
società contemporanea: c'è un legame diretto tra scienze della comunicazione e società della
comunicazione
In virtù di ciò, l'assetto sociale viene profondamente condizionato dalle informazioni, dalle
interazioni, dalle pratiche che si sviluppano al suo interno

Lo studio della comunicazione prende vita negli Stati Uniti con la Communication Research
che ha come obiettivo quello di collocare lo studio dei fenomeni comunicativi all'interno di
un frame, in modo tale da renderli percepibili, riconoscibili e analizzabili
La nascita dei media studies corrisponde ad una grande svolta nel campo scienti cio,
caratterizato da
• Prima fase: onnipotenza dei media, effetti a breve termire, società di massa e
propaganda
• Seconda fase: effetti limitati dei media, centralità dei gruppi sociale e relazioni
interpersonali
• Terza fase: effetti a lungo termine, ruolo dei media nei processi di socializzazione
Dell'ultima fase, tra gli approcci più rilevanti abbiamo quello della teoria degli usi e
grati cazione (Blumer, Katz) che si basa sull'analisi delle motivazioni e dei bisogni che
inducono gli individui all'adozione di particolari comportamenti culturali; e quello della
teoria della coltivazione (Gebner), che studia l'in uenza della televisione dall'età infantile a
quella adulta, e di come questa non in uisca in maniera decisiva ma come offra, in realtà,
una visione del mondo

OLTRE IL PENSIERO DEBOLE DELLA COMUNICAZION

Il pensiero debole della comunicazione è una de nizione che prende forma attraverso la
crisi dei saperi alla base della coesione sociale da un lato, dall'altro è la frammentazione
delle esperienze umane nella modernità sciolta, liquida, incerta dove vi è stata una de-
oggettivazione della realtà
 

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Il nuovo sapere è caratterizzato dal ripensamento di tutte le tradizionali categorie


fondanti della società.
La nostra esperienza diretta non costituisce più il mezzo attraverso cui noi acquisiamo
conoscenze, che possono essere acquisite magari da forme mediate (immagini, parole,
interpretazioni): la comunicazione sembra apparentemente essere realizzata dalla
democratizzazione, che nasconde un indebolimento dei valori narrativi (es. i talk show sono
genere di intrattenimento televisivo, in cui determinate persone parlano di una data
situazione, all'interno di una data cornice mediale. Lo scopo non è quello di ricerca la verità,
ma è quello di dar vita a una discussione in nita, partendo da posizioni inconciliabili)
Secondo la visione post-moderna, non ci sono fatti ma solo interpretazioni
ES. FILM DI KUROSAWA, con l'effetto Rashomon -> Rashomon (nel Giappone
medievale, un samurai attraversa un bosco con la moglie avvolta da un ampio velo per
recarsi a un tempio. La donna attrae sessualmente un fuorilegge, che li osserva passare.
Questi violenta la donna e uccide il marito). Lo stesso evento (l'assassinio di un samurai) è
oggetto di differenti versioni elaborate da vari testimoni che sono tutti convinti di quanto
detto -> questo sottolinea la scomposizione dell'ideale unicità dell'accaduto nelle varie
prospettive nella società della comunicazione
Si avvalora l'idea che il mondo reale esista solo in virtù dell'interpretazione dell'individuo,
in netto contrasto con l'idea positivista che era dedita all'analisi e alla spiegazione dei
fenomeni secondo una logica causale
Il pensiero debole (che voleva far emancipare le pratiche comunicative) ha, in realtà,
mostrato il rischio della supremazia delle interpretazioni sulla realtà, il successo della
retorica e l'attribuzione di un potere superiore a quello più forte (es. nel lm "sesso e potere"
viene mostrata la capicità della politica di in uenzare i media e manipolare gli spettatori:
pur di distrarre gli spettatori da uno scandalo sessuale che rischia di travolgere il presidente
degli USA durante la campagna culturale, lo staff della casa bianca decide di interpellare
uno spin doctor (un esperto di comunicazione che lavora per conto di politici) che decide di
inventare una guerra contro un paese accusato di ospitare terroristi
Il superamento del pensiero debole porta alla formazione di pensiero complesso,
caratterizzato da dubbio, capacità critica e incertezza
Partendo da questo pensiero complesso, prende vita un nuovo oggetto di studio:
l'immaginario, un enorme archivio in cui sedimentano i prodotti culturali, che non fanno a
forza riferimento al reale
Il termine riconduce al concetto di immagine, in cui vivono due differenti nature: la realtà e
la rappresentazione
L''immagine è capace di rendere reale anche qualcosa che non lo è, o comunque è in grado
di restituire effetti concreti -> hanno doppiezza e ambiguità, per questo sono ritenute
pericolose e sovversive poiché hanno la possibilità di manifestare una volontà sovversiva
(rivoluzionare) riguardo ciò che è già stato dato
La comunicazione si serve dell'immaginario che incontra la scienza, per dimostrare quanto
la scienza in uenzi l'animo creativo dell'uomo inconsciamente, ed altrettanto modo l'animo
creativo in uenzi la scienza (es. il cavaliere senza testa)

GLI HASHTAG DELLA COMUNICAZION


 

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Nel 2006 si aggiunge ai Social Network Sites (SNS) un altro social: Twitter
L'idea di Twitter è quella di potenziare il potere informativo dei social, dando la possibilità
ad ogni utente di fornire alla piattaforma continui aggiornamenti  (su loro stessi, su posti che
hanno visitato, su lm che hanno visto ecc.) attraverso un servizio di microblogging,
fondato su una capacità di sintesi espressiva
Infatti, i caratteri a disposizione per ogni tweet sono 140; così la sintesi da esercizio di stile
diventa una vera e propria pratica comunicativa molto potente
Quello che a noi interessa di Twitter non è il suo funzionamento a livello tecnico, bensì è la
sua architettura cognitiva. Questo perché il modo migliore per studiare un oggetto tanto
complesso quanto la comunicazione è partire da altri prodotti comunicativi, ovvero studiare
la comunicazione con la comunicazione
Ma cos'è la comunicazione? Come abbiamo visto non è semplice dare una de nizione
speci ca, perché il termine comunicazione rimanda ad in niti signi cati
Diversi studiosi, più che altro, sono riusciti a creare varie immagini concettuali (de nizioni)
da cui poi coglierne complessivamente il senso
Cioè, quando si ci trova davanti a qualcosa di così complesso per capirlo è più semplice
sviluppare una ri essione volta ad individuare concezioni generali del nostro oggetto di
studio; ed è proprio qui che prendiamo in considerazione Twitter
La sua proprietà della brevità, viene af ancata da un'altra dimensione centrale che permette
all'SNS di dialogare con altri ambienti simili: il link
Infatti, molti utenti di Twitter utilizzano il proprio spazio dedicato alla scrittura per
rimandare a contenuti già pubblicati (attraverso il link). In questo modo, un tweet si
trasforma in una rete ben più complessa ed estesa
Per evitare, perciò, il rischio che tutto diventi caotico e confuso, è necessario utilizzare gli
hashtag: uno strumento che ci permette di organizzare i messaggi con determinate parole
chiave -> i contenuti saranno così più o meno rilevanti, raggruppati secondo un ordine di
coerenza
Ispirandoci all'utilizzo degli # in Twitter, utilizzeremo anche noi degli # per rispondere alla
domanda che ci siamo posti (cos'è la comunicazione?), cercando di creare una nuvola
semantica di de nizioni e concezioni

#comunicazionecomebisogn

NON SI PUO' NON COMUNICARE… NE ABBIAMO BISOGNO.

Ogni nostro comportamento può essere interpretato dall'esterno come portatore di


signi cato, questo sottolinea come la comunicazione sia alla base della nostra esistenza -> la
comunicazione è un bisogno umano elementare, intrinseco nella nostra natura
Nel mondo in cui siamo nati e viviamo, possiamo assistere ad un'interdipendenza tra
soggetti: gli altri hanno bisogno di noi come noi abbiamo bisogno degli altri e persino il
mondo che abitiamo non sarebbe lo stesso senza la nostra presenza. Es. lm di Frank Capra
"la vita è una cosa meravigliosa", un giovane di nome James Stewart, colpito da varie
disavventure lavorative, decidere di suicidarsi la notte di Natale. Ma a fermare il suo atto fu
un angelo, che gli mostrò la vita delle persone care nel caso lui morisse, a simboleggiare la
 

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grande importanza di ogni singola esistenza (interdipendenza dei soggetti e centralità delle
relazioni sociali)
La comunicazione da un punto di vista individuale appare come un connotato naturale
biologico (la morfologia dei nostri corpi, la nostra capacità di parlare, di effettuare
movimenti e di trovarci un senso) e a livello sovraindividuale appare come un connotato
sociale antropologico (un bisogno elaborato di relazione, di solidarietà, che conferisce
stabilità all'ambiente in cui viviamo)
La comunicazione non si fermerebbe neanche in caso di isolamento completo ->
continueremmo a comunicare con noi stessi (internamente o nei confronti di un
immaginario). Poi con il passare del tempo la comunicazione si evolve sempre di più, con
nuovi mezzi comunicativi e nuove possibilità per fare comunicazione
Ma, considerare la #comunicazionecomebisogno, non vuol dire considerarla un qualcosa
esclusivamente di spontaneo ed automatica; perché n dagli anni '60 si è dimostrato che la
comunicazione ha alla base un codice, che deve essere appreso e condiviso af nché sia
possibile un dialogo
Questo codice si afferma nel corso della nostra formazione scolastica, di capacità di
dialogare ecc; insomma da ciò che abbiamo imparato (scrivere, leggere, modi di dire,
dialetti della nostra città, lingue straniere ecc)
Questo codice può essere ristretto (povero ed essenziale) o elaborato (più ricco e
articolato, derivante da un livello più alto di conoscenza)
Il nostro bisogno di comunicazione, con il tempo, è stato sostenuto da nuove modalità
espressive e nuovi strumenti per sempli care e potenziare le nostre capacità comunicative;
proprio per questo l'aspetto tecnologico viene a ricoprire un ruolo fondamentale. E' così che
parliamo di #comunicazionecometecnica

#comunicazionecometecnic

Commento su Twitter quello che sto guardando in tv, mentre gioco a ruzzle e guardo
su facebook i post dei miei amici -> faccio più cose contemporaneamente, tutte inerenti ai
social

Comunicazione come teknè (tecnica): un'arte, uno strumento, un mezzo tramite il quale è
possibile ottenere effetti e raggiungere obiettivi
Le trasformazioni più immediatamente visibili della società, come conseguenza dello
sviluppo tecnologico, hanno condotto ad interpretare questo mutamento come
modernizzazione e democratizzazione
Ad oggi, la dicotomia apocalittici (legati alla tradizione) e integrati (accaniti sostenitori del
cambiamento) sembra essere superata; ma la realtà, è che questa dicotomia si è ripresentata
più volte come una contrapposizione tra timore e introduzione di nuovi mezzi (dalla
scrittura ai computer)
Ad es. già con Platone, all'interno del Fedro, era presente questa dicotomia: da una parte
Theut (convinto che attraverso le lettere dell'alfabeto avesse creato un sistema per rendere
l'uomo più sapiente e capace di ricordare) e dall'altra Thamus (preoccupato dal pericolo che
ci potesse essere una generale svalutazione culturale e un indebolimento della memoria)
 

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Anche dal punto di vista cinematogra co, questo ha prodotto pellicole caratterizzate dal
timore dell'innovazione tecnologica; basta guardare V per Vendetta (mette in scena un
regime dittoriale supportato dai media, ribellione e violenza) oppure Matrix (una realtà
illusoria in cui macchine evolute riducono in schiavitù gli individui)
In altri casi, la centralità delle tecnologie attribuisce ai mezzi tecnici una capacità di
condizionamento, tale renderli una variabile indipendente nei processi di trasformazione
degli equilibri sociali, politici, economici, culturali -> i media hanno il potere di
in uenzare anche il pensiero e la cultura dell'intera società in cui si sviluppano
Nel momento in cui un soggetto parla, scrive o invia un sms, sta utilizzando un supporto
tecnologico, naturale o arti ciale, capace di estendere, memorizzare, materializzare un
messaggio. Ogni tecnologia è il prodotto di un certo periodo storico che incarna sempre di
più i bisogni e le possibilità dell'essere umano
La comunicazione è una tecnologia in grado di attivare cambiamento sia socio-culturali sia
cognitive-individuali e volendo far riferimento ad un percorso di evoluzione dobbiamo
parlare di tre ere principali
• Era del linguaggio: tecnologia dell'oralità è determinata sia dalle possibilità tecniche
dell'uomo (voce) sia da una particolare con gurazione sociale, costituita da tribù. La
peculiarità di questa fase è che i contenuti degli scambi comunicativi rimangono
all'interno dell'ambiente in cui sono stati prodotti
• Era della scrittura: messa a punto di strumenti di archiviazione di contenuti (argilla,
pietra, carta) che portano a processi di istituzionalizzazione e condivisione di segni;
cioè codici analogici e digitali (gerogli ci, alfabeto) e acquisizione di competenze
pratiche (leggere, scrivere). Il testo comincia a circolare così fuori dal contesto in cui
è stato prodotto, per ampliare il potere dell'uomo e creare nuove strutture
organizzative (città-stato)
• Era dell'elettricità: ancora più chance comunicative per il soggetto moderno
attraverso una serie di invenzioni (fotogra a, telefono, cinema, radio)
Tutte queste invenzioni portano la comunicazione ad avere un ruolo sempre più
centrale nello scenario sociale e culturale

Con l'avvento delle nuove tecnologie, è necessario sottolineare che quelle precedenti non
sono state totalmente sostituite; bensì, è avvenuto un processo di rimediazione, fondato su
due tendenze: evoluzione e integrazione (es. cellulare che ha integrato funzioni della tv,
della radio, internet ecc.)

#comunicazionecomeinformazion

Quando la comunicazione era una risorsa di pochi, veniva identi cata con il termine
informazione
Informazione -> comunicazione come trasferimento o trasmissione di risorse e contenuti da
un soggetto all'altro
Dal punto di vista teorico, il concetto originario prevede la supremazia della fonte rispetto
ad un destinatario passivo. Questa visione è coerente con le due macro aree della
comunicazione: il paradigma informazionale (trasmissione a senso unico) e il paradigma
relazionale (scambio fondato su dialogo e sull'interpretazione del signi cato)
 

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Dal punto di vista relazionale, viene enfatizzato il mutamento della comunicazione; dal
punto di vista informazionale questo viene considerato come una possibilità di risolvere la
distanza tra uomo e macchina
Nel processo di comunicazione, un passaggio di contenuti da un punto ad un altro, vengono
ritenuti importanti il processo in sé e la tecnica che si utilizza; un ruolo importante viene
ovviamente dato anche al destinatario che viene considerato attivo dal punto di vista
relazionale e un semplice ricettore dal punto di vista informazionale
Questo viene ritenuto valido dal punto di vista teorico, ma dal punto di vista pratico le cose
cambiano perché sono legate al continuo sviluppo delle tecnologie che ha portato a due
cambiamenti fondamentali: la relazione ha assunto una più elevata capacità di spiegazione
dei processi comunicativi; l'informazione ha smesso di essere ritenuta una risorsa per pochi
e ha assunto la valenza di un patrimonio collettivo
Inoltre, nella seconda metà del 900, con la diffusione della televisione, è iniziata a circolare
la de nizione di società dell'informazione che ha de nito un ampio processo di evoluzione
sociale
Con il tempo, vi è stato un rinnovamento della struttura sociale, al cui interno i ussi
informativi hanno dato vita a nuove forme di organizzazione, produzione e diffusione della
conoscenza
Così, tutte queste novità, hanno permesso di de nire il percorso che ha condotto alla nascita
di una information age -> il pensiero umano e l'informazione diventano una risorsa
potenzialmente inesauribile.

Overload informativo, cioè l'enorme quantità di contenuti e prodotti di cui è possibile


fruire, viene condizionato da due fattori che sono inversalmente proporzionali: il costo delle
tecnologie che tende a diminuire con la loro progressiva normalizzazione e le competenze
richieste per il loro utilizzo che tendono ad aumentare
Un esempio diretto si ha nel 2008 con il passaggio dalla televisione analogica alla
televisione digitale -> alla relativa economicità del decoder digitale (necessario per fruire
della tv) si af anca una non proprio semplice modalità di utilizzo (in termini di ricerca e
selezione dei canali), soprattutto per persone di età avanzata

#comunicazionecomerelazion

La comunicazione è il luogo in cui ci troviamo da quando nasciamo.


Nasciamo in una rete di relazioni pre-esistenti tramite la quale formiamo la nostra esistenza
e allo stesso tempo creiamo legati e relazione secondo un processo individuale
Facciamo quindi riferimento alla #comunicazionecomerelazione, in cui la relazione è intesa
come socializzazione (assorbimento di valori, di norme, modelli di comportamento che ci
permettono di far parte del mondo della vita) e come scambio sociale (cooperazione e
interazione con gli altri)
Queste due concezioni, con il tempo, si sono andata a modi care sotto un processo di
modernizzazione che ha portato a con gurare completamente il rapporto individuo-società
Alle tradizionali forme di socializzazione (famiglia, scuola, religione ecc.) se ne sono
aggiunte di nuove (gruppo dei pari, media ecc)
 

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Molte teorie sociologiche hanno cercato di studiare questo rapporto individuo-società; in


particolare le teorie funzionaliste hanno individuato che l'individuo agisce in funzione del
mantenimento della coesione, della stabilità e dell'integrazione del sistema sociale. Mentre
la socializzazione è intesa come un meccanismo di conoscenza, un usso unidirezionale che
promuove l'adesione ad una determinata cultura per mantenere un equilibrio sociale
Ma questi presupposti vennero messi in discussione dall'emergere di elementi di incertezza,
funzioni latenti, che hanno mostrato che lui può agire anche non coerentemente a quanto
serve per il mantenimento di status (es. nel lm di Sorrentino "le conseguenze dell'amore",
la vita di un corriere della ma a è costituita da azioni premeditate e precostruite, regole
rigide e lineari quando l'incontro con una donna sconvolge completamente l'esistenza di
questo uomo). Si studia così, dagli anni 50, la centralità delle relazioni sociali che
costituiscono il mezzo più potente della comunicazione
La comunicazione nel suo aspetto relazionale ricopre un ruolo complesso, che oggi più che
mai è necessario da studiare e capire
L'incremento delle reti di relazione coincide da una parte con l'evoluzione delle tecnologie
comunicative, dall'altra con una moltiplicazione esponenziale delle possibilità di scambio
nella vita quotidiana. E' infatti vero che oggi abbiamo molte più possibilità di entrare in
contatto con persone rispetto a quanto se ne aveva in un passato neanche troppo lontano. A
cambiare, inoltre, non è stata solo la quantità di relazioni, ma anche la qualità stessa, sia per
la forma che per il contenuto
Per quanto riguarda il primo caso, questo ha portato ad un af evolimento della rigidità dei
ruoli (padre/ glio, insegnante/alunno ecc.) a vantaggio di relazioni più dinamiche e
essibili. Es. il lm "Zelig di Woody Allen che mostra, quasi come se fosse un camaleonte
postmoderno, la sua capacità di cambiare personalità in base alle persone e al contesto
generale che li circonda
Per quanto riguarda il secondo caso, possiamo parlare di un continuo aumento spropositato
dei mezzi con cui poterci relazionare che hanno reso sempre più dif cile la differenziazione
tra ciò che è la vita reale e ciò che è virtuale, no a creare un rapporto simbiotico
Alcuni recenti studi (2012) hanno dimostrato e confermato l'emergere di una vera e propria
dipendenza, testimoniata dall'utilizzo di tempo e dalla frequenza ( no a un massimo di ogni
10 minuti) con cui controlliamo e gestiamo i nostri contatti comunicativi (mail, sms, post
ecc.)
Una tendenza che fa pensare sia al fatto che questo sia dovuto ad un aumento dell'occasione
di interazione, ma che fa anche ri ettere su quanto tali comportamenti siano divenuti
spontanei/naturali oppure indotti/frenetici

#comunicazionecomecultur

Così come la comunicazione, anche la cultura è un qualcosa di molto complesso


Il concetto di cultura è molto ampio: un insieme di idee, di simboli, signi cati, modelli di
comportamento
Rispetto al campo dei media studies, la ricerca sulla cultura risulta essere molto più antica e
radicata. Nel tempo, sono state infatti trovate più di duecento de nizioni differenti della
cultura, portando ad un superamento di una visione etnocentrica della cultura occidentale,
attraverso la ri essione antropologica
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Lo studio dei fenomeni e dei processi culturali parla soprattutto delle sfere della vita del
soggetto
La cultura si pone come un'attività quotidiana che si rende visibile grazie alla
comunicazione e viceversa, e che tende all'auto-produzione

Con l'affermazione della società industriale, nella quale i media cominciavano ad avere un
ruolo sempre più centrale, la progressiva appropriazione della realtà da parte dell'individuo
è diventata sempre più rapida e diffusa
A questo proposito, è importante soffermarsi sui termini kultur e civilisation
Il termine kultur, che proviene dalla lingua tedesca, fa riferimento alle caratteristiche e al
valore che attribuiamo ai prodotti culturali: sistemi di pensiero, concezioni religiose, opere
d'arte
Il termine civilisation, invece, proviene dalla lingua francese e considera l'atteggiamento
degli individui nei confronti del mondo.
L'idea essenziale è quella relativa alla civilizzazione, e quindi all'inarrestabile mutamento
delle strutture sociali, culturali e così via. E' così che la cultura assume la valenza di natura
secondaria dell'uomo, che modella i comportamenti sia individuali che collettivi, anche
quando gli individui non sono totalmente conformi ai modelli proposti, arrivando anche a
forme di devianza per poter ridurre la distanza tra norma e desiderio
E' così che si concretizza lo spirito del tempo di una società, attraverso il rapporto dinamico
tra kultur e civilisation, in un continuo oscillare tra persistenza e cambiamento, stabilità e
fragilità
La comunicazione conferisce alla cultura un ritmo di cambiamento sotto una iperproduzione
di messaggi, testi, informazioni che rendono imprevedibile e complessa questa sfera della
realtà
Cultura e comunicazione sono strettamente legate alla conoscenza, tanto da determinare il
suo cambiamento
Conoscere vuol dire attribuire senso e signi cato a oggetti, fatti, fenomeni, grazie alla
capacità di richiamare saperi, aspettative, ipotesi. In questo senso, il rapporto tra
comunicazione e cultura rappresenta la doppia via di cui gli individui possono servirsi per
mettere in atto i loro scambi e attribuire loro signi cato
Dalla relazione tra pratiche di produzione, sistema culturale e processi di trasmissione, ha
origine il concetto di industria culturale, negli anni 40 del 900 dalla scuola di Francoforte;
in un contesto storico drammatico caratterizzato dai totalitarismi, dove l'individuo viene
abbattuto, diventa succube. Così anche Paperino, un personaggio della tv che fa ridere, non
per quello che dice, ma per le sventure che gli accadono, per le botte che riceve, rappresenta
un pubblico succube e ubbidiente, che di fatto sorride di se stesso e delle sue scon tte
Qui, cultura e comunicazione mancano di ogni tratto d'innocenza, purezza estetica, per dare
spazio ad una superiorità politica
I decenni successivi a questa teoria critica, però, il vantaggio della politica sulla cultura si è
lentamente attenuato, facendo spazio a numerose altre teorie che studiarono il rapporto
industria-cultura
Ad es., alcuni studiosi parlarono dell'emersione di nuove aree della cultura secondo i quali
l'industria culturale è in grado di produrre una cultura media, che unisce popoli differenti,
generazioni, classi
 

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Ma in realtà questa midcult è soggetto di numerose critiche dagli anni '60 in poi, accusata di
banalizzare la cultura elevata riproponendone una semplicistica

Per molti aspetti la cultura di massa può essere considerata la prima cultura universale
dell'umanità perché ospita contemporaneante, in uno scenario articolato ed esteso
cronologicamente, prodotti culturali come Dexter, Batman   e Socrate, la Divina Commedia;
un tipo di cultura che, nonostante l'opposizione di tutti coloro che temono una svalutazione
culturale, resiste.
Concettualizzazioni più recenti considerano la cultura come frutto di una cooperazione tra
creatori e consumatori, implicando meccanismi di produzione e di distribuzione, legami
sociali e comunicativi che mettano in contatto soggetti diversi di ambienti diversi

#comunicazionecomepoter

Per quanto riguarda le relazioni personali, ogni tipo di scambio comunicativo è


in uenzato dal tipo rapporto che vi è tra coloro che ne sono coinvolti. Questo rapporto
può essere de nito simmetrico o complementare
Un rapporto simmetrico è un rapporto in cui ci troviamo sullo stesso piano (es. parlare con
un amico) mentre complementare è un rapporto in cui ci troviamo su piani diversi (es.
parlare con il proprio datore di lavoro che ci chiede informazioni su un determino compito
lavorativo)
Ma da tenere in considerazione non è solo il ruolo che le persone occupano (insegnante,
amico, datore di lavoro ecc.) ma anche delle variabili (risorse economiche, informazione
culture ecc.) che possono in uenzare il usso comunicativo
Le relazioni abbiamo detto che, sì, in uenzano il processo comunicativo; ma se ci
spostiamo dalla micro-comunicazione alla comunicazione di massa, bisogna ulteriormente
ampliare il numero di fattori che determinano i rapporti di potere tra emittente/i e
ricevente/i
In particolare nel campo dei media studies, l'analisi delle forme di potere prodotte dai mezzi
comunicativi è riconducibile allo studio degli effetti mediali -> dall'invenzione della
scrittura alla nascita di internet, il dibattito sulle possibili conseguenze date dall'avvento
delle nuove tecnologie e la possibilità di fruire dei contenuti mediali, ha sempre
rappresentato un ampio lone di ricerca
All'inizio del 900, il potere della comunicazione venne de nito come un proiettile magico in
grado di colpire sempre il bersaglio = fa arrivare il messaggio al destinatario che esegue
automaticamente ciò che gli viene imposto
Ma man mano, l'idea di manipolazione dei media va a scemare nel tempo no ad arrivare ad
una visione secondo la quale i mezzi comunicativi erano il più grande strumento di
propaganda. Es. il documentario Olympia del 1936, che riguardava le olimpiadi a Berlino,
esaltava l'ideologia nazista della razza ariana, incarnata da un ideale di invincibilità e
superiorità; il suo obiettivo era quello di diffondere una precisa ideologia
Quindi, è chiaro che il messaggio diffuso dai media non sia la semplice rappresentazione
della realtà esterna -> dietro vi è un immenso lavoro di inquadrature giuste, parole che
colpiscano lo spettatore, luci; che possano conferire al messaggio una forma narrativa che,
sotto sotto, mostra un messaggio soggettivo e non narrativo
 

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Es. in uno spot televisivo degli anni 50, una bellissima donna spiega che il suo segreto di
bellezza è un sapone; veicola così un'implicita (ma soprattutto illusoria) felicità, arricchendo
un semplice prodotto cosmetico di una dimensione onirica e simbolica
Il dibattito sugli effetti dei media ancora non si è concluso: è stato affermato che,
sicuramente, i mezzi comunicativi sono spogli del loro aspetto manipolatorio -> non
possono produrre gli stessi effetti su tutti gli individui, e quindi non possono indurre
cambiamenti immediati, ben de niti e uguali per tutti
Però, diciamo che sarebbe sciocco dichiarare la totale innocenza della comunicazione che,
in realtà, produce effetti concreti e conferisce potere a chi controlla i suoi ussi e a chi ne
utilizza i contenuti

Diffondendo informazioni su una realtà che non faccia necessariamente parte della nostra
routine (cosa accade nel tempo, situazione politica degli USA, situazione politica del nostro
governo ecc.) ci possono essere effetti diversi: ordinare gli eventi per ordine di importanza
secondo i nostri interessi (agenda setting); dare l'impressione che esista una maggioranza di
persone che condivide un determinato punto di vista, a discapito di una minoranza che non
viene rappresentata (spirale del silenzio); creare una deformazione della percezione del
mondo esterno dello spettatore, che non viene data dall'esperienza diretta bensì viene data
dall'esperienza mediale (teoria della coltivazione).
I media esercitano potere su altre forme di potere e su altri campi, riuscendo ad imporre
regole e nalità (es. possono accrescere il capitale di uno scienziato che ospite di un grande
programma televisivo espone le sue tesi). Le conseguenze, però, possono essere anche
differenti, quando vengono banalizzati e sempli cati dei contenuti veicolati

E' importante parlare anche del rapporto che la comunicazione intrattiene con il potere; non
è un soggetto attivo e prepotente, bensì è il luogo in cui il potere si produce e riproduce
Possiamo guardare alla comunicazione come un soggetto politicamente centrale; possiamo
pensarlo rispetto alla televisione italiana e, in particolare, ai due principali poli televisivi
nazionali, Rai e Mediaset
Sin dall'origine della tv di Stato, che in particolare dagli anni 70 in poi, si assiste ad un
processo di lottizzazione che mira ad un esplicito orientamento ideologico dei diversi canali
emittenti (simbolo di volontà di controllo da parte della politica)
Ma l'espansione televisiva + la parallela crisi dei partiti, fa emergere la politica spettacolo
particolarmente in Mediaset, un processo che raggiunge il culmine quando Berlusconi
diventa presidente del Consiglio nel 1994

La comunicazione non può più essere de nita pura, il potere che ne consegue è obiettivo
primario di coloro che, attuando varie strategie, possono in uenzare la scelta, la produzione
e la distribuzione dei contenuti a tutti i livelli

#comunicazionecomegioc

Possiamo de nire la comunicazione anche legandola al concetto di gioco


 

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Il gioco rientra nell'attività quotidiana e, allo stesso tempo, se ne distacca in quanto mostra
cose per cui è necessario sospendere l'incredulità (zombie, guerre, mostri tutto è concesso
nel gioco)
Il gioco potremmo dire che è molto importante nella nostra esperienza di vita: n dall'età
infantile il gioco viene visto come un momento per esplorare il mondo, conoscere, stimolare
la fantasia e l'immaginazione
Anche la dimensione dello sviluppo del sé è in uenzata dal gioco e, in particolare, è
attraverso tre principali fasi (play, game, generalised other) che il bambino, partendo dalla
prospettiva dei genitori, riesce a costruire una percezione di se stesso, ltrata attraverso lo
sguardo degli altri
Il gioco rende possibile far emergere l'adulto nel bambino e anche il bambino nell'adulto,
garantendo anche successivamente tante possibilità, tante forme di condivisione

I media possono essere considerati veri e propri spazi di gioco (nascita dei videogames,
sviluppo dei giochi di ruolo ecc.) grazie alla loro capacità di coinvolgere il pubblico,
attraverso regole che i giocatori conoscono (o imparano a conoscere), offrendo anche
potenzialità ludiche
La gami cation, infatti, si concretizza in tanti ambienti anche molto diversi tra loro: da
quello dell'intrattenimento a quello educativo e consiste nell'utilizzare meccaniche tipiche
del gioco (punti, classi che, livelli) che permettono all'utente di sperimentare nuove e
stimolanti forme di partecipazione e coinvolgimento
Meta-mediazione -> Ognuno di noi, in base ai propri interessi e passioni, gioca con i mezzi
di comunicazione passando da un canale all'altro senza curarsi delle differenze tra canali
(gioco di rimandi tra i diversi media)
Proprio nell'ottica della più completa manipolazione il gioco può varcare i con ni del puro
divertimento, no al punto di acquisire i connotati del dissenso e della resistenza; questo
avviene, ad es., nel caso del subvertising, capace di dare origine a messaggi pubblici con
scopi completamente opposti a quelli pre gurati dagli originali brand di produzione
Un altro esempio sono i fake su facebook o la pop-ilarity -> un fenomeno di contagio
comunicativo di un tormentone successivamente condiviso che può essere criticato
scherzosamente o meno

#comunicazionecomenarrazion

Le grandi narrazioni hanno accompagnato la storia della società, prima in forma orale, poi
scritta e audiovisiva
Storie, miti, favole sono stati tutti diffusi attraverso mezzi comunicativi: non è mai esistito
che un popolo non si af dasse ai racconti, in quanto è un modo in cui una comunità può
riconoscere e preservare nel tempo se stessa
La narrazione è un concetto complesso e onnicomprensivo -> è uno strumento grazie al
quale, anche se in forme completamente diverse (un libro, una ction, un lm, una storia),
viene mantenuta una memoria indispensabile per il mantenimento di una comunità nel
passare del tempo
Nella società contemporanea, l'atto di raccontare assume un ruolo ancora più centrale, tanto
che l'epoca in cui viviamo potrebbe essere de nita narrative turn -> narrazione come
 

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strategia discorsiva capace di mettere insieme settori diversi della società: es. manager che
cercano di motivare i loro dipendenti; medici che, insieme ai pazienti, ricostruiscono le
storie delle patologie di cui sono affetti
Il principio dello storytelling coinvolge tutte le sfere e i settori della società e ogni suo
angolo viene colonizzato dagli specialisti del raccontare, dal mondo del marketing alla
politica, dall'intrattenimento alla sanità; producendo effetti rilevanti sia sul piano emotivo
che cognitivo -> così, la narrazione si pone come uno degli strumenti più ef caci per la
veicolazione di valori, ideologie, comportamenti
Non è un caso che la pubblicità dopo anni abbia abbandonato gli spot in piccole per iniziare
a far parte del modo dell'advertainment, nel quale un prodotto viene pubblicizzato in frame
narrativi che creano una storia vera e propria: es. un bizzarro paradiso in cui gli angeli e dio
sorseggiano caffè
Oggi, la frontiera dello storytelling è costituita dalla narrazione transmediale, uno stesso
contenuto può trovare posto in più piattaforme diverse, generando così un universo
narrativo a cui poter accedere da varie porte per creare un'esperienza di intrattenimento che
sia coinvolgente. Es. Star Wars e Matrix
Ovviamente però non tutto ci interessa, qualcosa lo reputiamo noioso, altro lo reputiamo un
cliché ma quando scatta la nostra attenzione selettiva, la narrazione può addirittura
in uenzare la nostra identità personale

I social media non fanno altro che rappresentare opportunità aggiuntive dove esprimere la
nostra voglia di raccontarci, offrendo spazi dedicati proprio a praticare condivisione, ovv.
raccontare esperienze ecc da MySpace a Instagram

LE TRE H DELLA COMUNICAZION

Prendendo in considerazione il cambiamento che la comunicazione ha prodotto sull'uomo,


individuiamo una nupva fase evolutiva dell'uomo, cioè l'homo communicans (perché trova
nella comunicazione il modo per distinguersi da tutti gli altri esseri viventi, ha la
comunicazione più ricca tra tutte)

La comunicazione può essere contemporaneamente considerata un ambiente (habitat),


uno spazio d'interazione (habitus) e heimat.

• COMUNICAZIONE COME HABITAT

La comunicazione, da insieme di mezzi che utilizziamo, diventa anche un ambiente in cui


siamo immersi -> per questo, habitat = ambiente
Ovviamente dire solo questo non è suf ciente, perché abbiamo che de nire qualcosa che
nella nostra è praticamente quasi onnipresente, non è poi semplicissimo
Già trovare questa corrispondenza tra comunicazione e ambiente è un punto di partenza; ma
è necessario capire esattamente cosa intendiamo per questo secondo termine (habitat)
Con habitat non si fa riferimento soltanto ad un ambiente sico, bensì anche alle condizioni
ambientali che caratterizzano la vita e consentono la sopravvivenza di specie animale o
vegetale
 

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L'habitat è il risultato tra tre dimensioni:


• Spazio: ambiente sociale, culturale o geogra co
• Tempo: dimensione meteorologica o storica
• Vita: una specie animale oppure vegetale

Quello degli esseri umani è un adattamento particolare, perchè magari gli animali tendono
ad adattarsi all’ambiente, l’uomo invece tende a modi care l’ambiente in cui vive e la
comunicazione diventa il mezzo perfetto per fare ciò
Non esiste un singolo habitat ma una moltitudine di habitat che creano un habitat
complessivo al cui interno si preserva la vita.
Questa moltitudine di habitat vanno presi in considerazione quando studiamo la
comunicazione

L'impossibilità di conoscere tutti gli habitat di vita è stata aggirata dalla possibilità di
conoscerli in maniera indiretta -> in forma mediata, attraverso le varie forme di trasmissione
che si sono evolute nel tempo e che permettono a questi habitat di rimanere impressi nella
mente delle generazioni
Vediamo la comunicazione come un istinto naturale e come esigenza sociale
(#comunicazionecomebisogno), sviluppata attraverso le possibilità di creare forme di
trasmissione (#comunicazionecomeinformazione) e di condivisione
(#comunicazionecomerelazione), anche grazie ad una fondamentale capacità simbolica
(#comunicazionecomecultura)
Un'abilità unica, che n dai nostri antenati di milioni di anni fa, ci ha permesso di iniziare ad
elaborare associazioni di signi cato che hanno innescato un processo molto importante: la
civilizzazione

L'uomo, riesce a distinguersi dagli altri esseri viventi perché in grado di articolare suoni
dotati di senso e perché riesce a produrre strumenti, utensili, armi, che gli servono per il
raggiungimento dei suoi obiettivi: primo fra tutti la sopravvivenza
La conoscenza che acquisisce, progressivamente, lo rende sapiens e gli permette di plasmare
l'ambiente che ha intorno in base alle proprie esigenze
Per abitare il mondo, in sostanza, gli esseri umani nel tentativo di dominare la natura ne
producono e riproducono tanti altri; con il risultato che non vivremo più in un'unica realtà
bensì in tante realtà diverse capaci di racchiudere ogni aspetto della vita
L'habitat, quindi, anche come abbiamo visto precedentemente, non rispecchia la concezione
di unica realtà, bensì si incarna nel termine multiverso, un termine coniato nel 1895 dal
losofo e psicologo Williams James, con il quale si abbandonava la concezione di un unico
in nito universo dominato da un unico tempo, per prendere in considerazione la concezione
di tanti in niti universi compresenti in in niti tempi

In sintesi, l'uomo nasce in un ambiente che per essere abitato prevede lo sviluppo di forme
di adattamento, una di queste è la comunicazione
L'adattamento dell'uomo, quindi, diventa un processo di trasformazione dell'ambiente
circostante, che assume caratteristiche della costruzione di nuovi ambienti all'interno di
quello iniziale
 

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Un esempio di questa complessità ci è dato dalla serie tv Lost  che ci racconta di un aereo
che cade sulla spiaggia di un'isola apparentemente deserta
I molti protagonisti, appaiono tutti sconnessi tra loro, ma vediamo che sono accomunati da
un istinto di sopravvivenza e da una voglia di addomesticare lo spazio in cui si trovano,
dove poi creano relazioni tra loro
Il processo di esplorazione e colonizzazione, tuttavia, non è solo spinto da questo istinto di
sopravvivenza, ma anche da una voglia di conoscenza che più si fa approfondita più genera
confusione e incertezze, metaforicamente rappresentate da una misteriosa botola che, come
la tana del bianconiglio di Alice nel paese della meraviglie, si apre su altri mondi.
I diversi spazi di vita che vengono gradualmente scoperti e de niti portano alla generazione
di un habitat complessivo
Un altro esempio è internt che, dalla sua diffusione, è sempre stata de nita come una realtà
virtuale disconnessa e differente da quella reale
Ma, in realtà, non è così; in quanto le molteplici connessioni prodotte e riprodotte da chi
utilizza dimensione online, tendono ad essere riportate anche nella dimensione of ine e allo
stesso modo avviene al contrario, quando noi portiamo virtualmente nel web le nostre
relazioni, i nostri valori, la nostra identità. Ad es. Second Life è un ambiente digitale
popolato da avatar degli utenti in cui c'è una contaminazione con la Real Life in
comportamenti, abitudini

Lovink de nisce i SNS come walled gardens o giardini recintati: piccoli mondi elitari
(privati) fondati, in alcuni casi, sulla replicazione di tradizionali forme di disuguaglianza
sociale e culturale

Il multiverso comunicativo quindi, nonostante abbia una uidi cazione delle relazioni, non
permette il superamento delle differenze, che sono strettamente legate all'eredità simbolica
che ciascuno di noi acquisisce attraverso le proprie pratiche quotidiane
L'impatto culturale e simbolico della quasi onnipresenza dei media nella nostra vita
quotidiana, insieme ad altri fattori, permette all'attore sociale di scavalcare le presunte
barriere che delimitavano uno spazio dall'altro
Se, infatti, accanto a internet e ai telefonini proviamo a posizionare gli altri ambienti
comunicativi, determinati dalla moltitudine di relazioni, mezzi di comunicazione ecc, il
risultato che otteniamo è un aumento esponenziale del livello di complessità del nostro
habitat
Così, possiamo dire che un multiverso rappresenta una forma di arricchimento di una nostra
originaria realtà naturale

• COMUNICAZIONE COME HABITUS

L'habitus può essere de nito come il rapporto tra un individuo e la comunità a cui
appartiene, quindi un rapporto tra noi e il mondo
Possiamo anche dire che l'habitus de nisce la relazione tra individuo e società come
processo circolare, in cui le sue proprietà non sono né completamente innate né
completamente acquisite
Possiamo prendere come esempio un aspetto di vita di tutti i giorni: l'abbigliamento
 

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Come ci vestiamo è, apparentemente, orientato dal nostro gusto. Ma il nostro gusto, in


realtà, deriva da una sorta di compromesso tra l'individuo e l'ambiente in cui viviamo.
Ad es. può essere in uenzato dalla nostra disponibilità economica, dall'educazione con cui
siamo cresciuti, la volontà di seguire la moda o meno, avere un certo stile di vita (punk,
emo, hipster ecc.)
Anche magari il disinteresse, la noncuranza per l'abbigliamento proviene sempre da un
compresso con la società a cui apparteniamo
L'habitus è, quindi, il risultato di un processo che, basandosi sull'ambiente in cui l'individuo
vive, l'eredità sociale, culturale, simbolica orienta le scelte e le azioni dell'individuo ; il
quale nel metterle in atto conferma e modi ca questa eredità
Più semplicemente, potremmo usare la de nizione di interdipendenza di Elias: il modo in
cui l'io individuale e il noi sociale si modellano, attraverso una contaminazione reciproca, dà
origine a speci che con gurazione storico sociali (società medievale, di corte, della
comunicazione). Es. c'è un'interdipendenza tra l'epoca in cui Mozart vive (700) e il suo
talento musicale, che crea uno speci co habitus
Utilizzando la de nizione di habitus, potremmo dire banalmente che gli individui sono
contemporaneamente conio (processo di produzione della moneta) e moneta (prodotto)

Il concetto di società viene af ancato da quella di socialità, in quanto l'ambiente di vita,


arricchito dalla comunicazione, si è trasformato in una tta rete di relazioni e processi
L'uso intensivo dei mezzi di comunicazione ha portato allo sviluppo di nuove forme
d'azione e d'interazione: si tratta di una trasformazione interna all'architettura cognitiva del
singolo e a quella contestuale della società ->  la comunicazione combina individuale e
collettivo, modi cando l'habitus da interdipendenza a connessione
Un es. può essere la rete: ognuno di noi può essere considerato come un nodo, un punto, che
insieme a tutti gli altri dà forma ad uno speci co assetto reticolare, attraverso cui passano e
si diramano i ussi comunicativi; inoltre ognuno di noi può contribuire a modi care non
solo la forma, ma anche il contenuto di cui è composta tale con gurazione
Parlando di rete, non ci riferiamo soltanto ad internet: ma anche del successo culturale di un
lm, la diffusione di un oggetto tecnologico ecc
Insomma, vi è una continua espansione dei mezzi e degli ambienti comunicativi che ci
permette di trasformare curiosità, interesse prima in opportunità di approfondimento, poi in
occasioni di scambio e confronto, in cui assumiamo il ruolo di in uenti o in uenzati, in base
al nostro status, alla posizione che occupiamo nel ciclo della vita, alla posizione che
occupiamo nei social
Così, ad es. un soggetto cresciuto negli anni settanta, appassionato dei beatles e che ha
collezionato la loro intera discogra a, può incontrare un fan della stessa band che, seppur
nato degli anni novanta, conosce qualsiasi cosa dei Beatles, ha i loro poster in camera, ha
l'intera discogra a, ha scaricato tutti gli articoli e così via
Allo stesso modo, un appassionato lettore di fumetti dell'Uomo Ragno può restare sbalordito
dalla conoscenza di un bambino sullo stesso Uomo Ragno, una conoscenza sviluppata
relativamente in poco tempo grazie all'utilizzo di numerosi prodotti culturali (comics, lm,
videogames)
 

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La comunicazione acquisisce pienamente la valenza di habitus: con la crescente pervasività


dei media e la moltiplicazione delle occasioni di scambio si delineano nuove forme di
attualizzazione del rapporto tra individuo e collettività
Prendiamo in considerazione di nuovo internet: sono molteplici i casi in cui gli utenti
mettono a disposizione volontariamente le proprie capacità; gli utenti si mettono in gioco
completamente, senza limiti, ottenendo ricompense simboliche (rispetto, apprezzamento
ecc.) Es. mio -> Salvatore Aranzulla
In Wikipedia, ad es. scrivere un documento su un personaggio pubblico, su una serie tv, su
un evento storico è un'attività che include migliaia di persona che possono aggiungere una
voce mancante al documento oppure migliorare quanto scritto da altri
In altre parole, la comunicazione, fornendoci un più elevato numero di risorse (canali,
contenuti ecc.) ride nisce il nostro agire comunicativo e garantisce una più vasta capacità di
azione

Tutto questo, può essere ricondotto ad un paradigma sviluppatosi negli anni 60 e che
tratteggia le sembianze di un nuovo individuo essibile, autonomo: questo paradigma da
che si afferma in contesti lavorativi (es. immagine di Google o di Apple) arriva a toccare
anche la sfera personale rappresentata dal tempo libero -> essere continuamente connessi a
numerosi ambienti comunicativi, da cui uscire ed entrare quando si vuole, rappresenta per
l'individuo un habitus (che non ha in uenze esterne, tipo economiche) in cui questo può
sentirsi libero di esprimere se stesso, i propri pensieri, le proprie capacità
Ma per quanto riguarda le nuove dinamiche comunicative vanno segnalate 3 possibili
criticità
• Incapacità nel gestire l'enorme usso comunicativo, dovuto al fatto di essere sempre
connessi in scambi sempre più rapidi e istantanei
• Paradossale contrazione delle capacità ri essive e cognitive, per l'eccessivo uso di
tecnologie
• Tirannia del presente causata dall'overload informativo
Pur essendo consapevoli di queste problematiche, la soluzione non sarebbe una
disconnessione ma la soluzione sarebbe invece una maggiore capacità critica ->
comprendere e orientare attraverso una connessione più cosciente il nostro ambiente, il
nostro habitus

• COMUNICAZIONE COME HEIMAT

Heimat è un vocabolo tedesco che non ha un reale corrispettivo nella lingua italiana, ma può
avere una duplice interpretazione
• Piccola patria (o parti d'origine): spazio sico e simbolico, nel quale risiedono le
radici dell'individuo e i propri affetti (famiglia, amici, infanzia) e dove sperimenta i
legami prossimi
• Seconda patria (o patria elettiva): luogo reale e simbolico, mondo che l'individuo si
sceglie da adulto e in cui decidere di fermarsi
Heimat è il tito della saga cinematogra ca tedesca di Reitz, che percorre la storia di una
famiglia immaginaria nella Germania del XX secolo, dal 1919 ad oggi.
 

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Il primo e il secondo lm riguardano rispettivamente il ritorno alla patria d'origine e


l'abbandono della terra natia
Da un punto di vista generale, potremmo parlare dell'uomo come individuo in cui convivono
due patrie complementari (una d'origine:natura; una elettiva:cultura); ma potremmo parlare
di heimat anche in termini di comunicazione
La comunicazione è, infatti, anzitutto una patria d'origine: una dimensione biologica
(#comunicazionecomebisogno; all'interno della nostra natura) e una dimensione
antropologica (relazioni) a cui apparteniamo n dalla nascita
E' anche una patria elettiva: una destinazione individuale e simbolica, che l'individuo sceglie
autonomamente in base alle proprie necessità e desideri
L'innovazione tecnologica ha reso possibile l'integrazione di questi due aspetti, perché
quando ancora si disponeva di una tecnologia limitata, l'heimat a prevalere era quello della
patria d'origine -> non a caso la de nizione di mass-medium deriva da una concezione
legata ad un sistema di trasmissione con poca possibilità di scelta e con il soggetto con un
ruolo meno attivo, a vantaggio della condivisione degli stessi contenuti
Un esempio emblematico è quello della tv, che n dagli anni'50 no ad almeno gli anni '70
ha rappresentato un immaginario collettivo in cui era possibile ritrovarsi e riconoscersi
(ovviamente ciò non vuol dire che la tv abbia attuato un processo unilaterale sui suoi
spettatori, ma ciò che ci interessa è proprio il ruolo che la tv ha assunto come grandissimo
archivio di informazioni e immagini)

• PARADIGMA INFORMAZIONALE (accentua la dimensione di trasmissione)

TRASFERIMENTO DI INFORMAZIONI.
I signi cati della comunicazione vengono prodotti in un luogo esterno ad essa e trasferiti
nell'ambiente circostante per esercitare forme di controllo e di in uenza

• PARADIGMA RELAZIONALE (accentua la dimensione di trasformazione)

CONDIVISIONE DI CONCETTI.
Interpretazione continua (ermeneutica): la ricerca del senso non avviene all'interno del
segnale per ricostruire l'intenzione dell'emittente; bensì nella rete contestuale ed extra
contestuale attivata dal ricevente
CARATTERISTICHE:
• Rito collettivo
• Signi cati interpretati soggettivamente
• Mantenimento dell'integrazione sociale di una cultura del tempo

DIFFERENZE TRA I 2 PARADIGM

INFORMAZIONALE     

Modalità comunicativa: informazione, monologo -> trasmissione di idee a carattere


monologico: ricevente con un ruolo passivo, esaltazione del ruolo dell'emittente
 

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Ruolo del soggetto: passivo, ricevente ha un ruolo rigido e passivo rispetto all'emittente
Struttura messaggio e codice: isomor ca, condivisione del codice da parte di emittente e
destinatario -> per "passare dal codice al messaggio posso concentrarmi sulla forma: forma
uguale o simile

RELAZIONALE

Modalità comunicativa: discorso, confronto di idee -> interlocutori impiegati in senso 


attivo
Ruolo del soggetto: attivo, conversazione -> coinvolgimento degli interlocutori che sono
attivi
Struttura messaggio e codice: ermeneutica, processo interpretativo

La comunicazione si basa sul paradigma relazionale.

2 MODELLI DELLA COMUNICAZION

Modello ipodermico (S->R)

• Onnipotenza dei media


• Masse atomizzate ed indifese
• Uniformità della risposta
• Esistenza di un nesso causale
• Manipolazione

Modello S -IV- R (variabili intervenienti

Tutti quei fattori che intervengono nel processo comunicativo, favorendo o ostacolando, la
risposta al messaggio-stimolo

MODELLO SEMIOTICO-INFORMAZIONAL

 Si basa sulla struttura del modello matematico-informazionale, a cui viene aggiunto il
problema della signi cazione
Centrale, in questo modello, sono i fattori relativi a
• Codice
• Signi cante
• Sottocodice
• Signi cato
• Decodi ca (es. il concetto di decodi ca aberrante)

I modelli della comunicazione di Schramm

Tre modelli in sequenza. L'evoluzione rappresenta anche un  passaggio da un modello


lineare classico (il primo), all'introduzione di elementi signi cativi da un punto di vista
 

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sociologico (concetto di campo d'esperienza, secondo modello), no a un modello in cui la


linearità lascia il posto a un mondo semi-circolare (il terzo), in cui viene meno anche
l'asimettria tra i soggetti coinvolti
Nel primo modello si ripropone uno schema classico lineare. Nel secondo il segnale (quindi
la comunicazione) può esserci solo all’intersezione dei campi di esperienza di fonte e
destinatario; i campi di esperienza rappresentano il background, per estensione le
conoscenze pregresse. Nel terzo modello si inserisce un elemento di feedback con un
secondo messaggio.
Si comincia a delineare una struttura già chiaramente semi-circolare del processo
comunicativo.
 Il feedback è tuttavia introdotto soltanto mediante la duplicazione del messaggio. Centralità
dell’interpretazione, oltre che della decodi ca. Sparisce la chiara distinzione tra emittente e
destinatario (entrambi de niti “interpreti”). Il modello si può “leggere” anche “ribaltandolo”

MODELLO DI GEBNER

E rappresenta l’evento percepit


M è il soggetto che percepisce l’evento, un uomo o una macchina, che di fatto “vede” E1
Ciò che E1 rappresenta dipende da variabili di selezione, di contesto, di disponibilità di
informazioni che riguardano M
Il passo successivo è che M voglia comunicare E1 a qualcun altro
M produce il messaggio SE (statement about event), dove S è la forma ed E il contenuto del
nuovo messaggio
Per trasmettere SE, M si af da a canali – media sui quali ha un limitato potere di controllo.
In ne, il messaggio SE dovrà essere percepito da un secondo attore comunicativo, M2 12
CosìcomeEerapercepitodaMcomeE,SEsaràpercepitodaM comequalcosadidifferente,
chiamato SE1
1. qualcuno 6. per trasformare le informazion
2. percepisce un evento disponibili
3. e reagisce 7. in forma di messaggi
4. all’interno di una particolare 8. prodotto all’interno di un particolare situazione contest
5. ricorrendo a un canale 9. che veicola un contenuto
10. e provoca alcune conseguenz
Il modello di Gerbner si focalizza sul rapporto tra processi di percezione e trasmissione,
personale
e mediale della realtà
A partire dagli scambi relazionali interpersonali si estende ai mezzi di comunicazione di
massa. Il veri carsi di qualsiasi fenomeno può costituire l’oggetto di una comunicazione tra
l’osservatore/arte ce di quel medesimo fenomeno e uno o più riceventi
Si mette in luce:
• -  il carattere creativo ed interattivo del processo percettivo;
• -  il valore del “contesto” nella lettura dei messaggi;
• -  la natura “aperta” della comunicazione umana: si sottolinea un rapporto dinamico e
interattivo tra forma (S=segnale) e contenuto (E=evento) nel processo comunicativo.
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La natura creativa e interattiva di ogni processo percettivo riguarda tanto le nostre pratiche
quotidiane, basate sull’esperienze immediata, quanto le attività in cui facciamo ricorso ai
mezzi di comunicazione
L’ipotesi di una distorsione non è una prerogativa esclusiva degli strumenti mediali, ma una
variabile ricorrente in qualsiasi operazione che mira a fornire un resoconto e, dunque, a
produrre un potenziale dato comunicativo.

MODELLLO ENCODING/DECODING DI STUART HALL

Secondo Stuart Hall (1982) i media sono funzionali al mantenimento dell’ordine sociale
egemonico. Tale ruolo comporta la codi ca, tramite un «codice egemonico», dei prodotti dei
media, che sostiene le condizioni sociali esistenti (punto di vista dominante). A tale codi ca
si contrappone la decodi ca delle audience.
Il produttore (codi catore) crea il frame (codi ca) del signi cato in un certo modo, mentre
chi lo consuma (decodi catore) lo decodi ca a partire dal proprio background personale,
dalla propria condizione sociale e da un proprio frame interpretativo
A questo punto possono darsi tre possibilità (tre letture o decodi che)
!! posizione «egemonica»
decodi ca utilizzando lo stesso codice con il quale è stato costruito, accettando le strutture
di signi cato e conformandosi ad esse
!! posizione «negoziata»
elaborare de nizioni alternative a partire dalla speci cità della situazione in cui si trova il
soggetto
!! posizione di «opposizione»
comprensione del codice dominante, a cui vengono contrapposti elementi provenienti da un
quadro di riferimento esterno

MODELLO DI NEWCOMB

Introduzione della situazione o contesto sociale entro cui avviene lo scambio comunicativo
(X)
Il rapporto fra A e B è concepito come scambio ed è dunque bi-direzionale.
Secondo Newcomb la comunicazione ha il compito di mantenere l’equilibrio del sistema
sociale
In questo modello le relazioni sono interdipendenti: se cambia A, dovranno cambiare anche
B e X e viceversa.
È lo scambio bidirezionale tra A e B a garantire l’equilibrio e la simmetria del sistema.

MODELLO DI DANCE

Dance nota che il modello circolare, sebbene sia il più adatto a descrivere il processo
comunicativo attuale, “suggerisce che la comunicazione torni indietro, formando un circolo
completo, esattamente al punto in cui ha avuto origine. Questa parte dell’analogia circolare
è evidentemente sbagliata”.
 

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Il concetto di elica (o spirale) conserva i vantaggi della retta e del cerchio ma elimina gli
svantaggi: la comunicazione ritorna su se stessa subendo l’in uenza delle sue fasi
antecedenti
Dance sottolinea quindi la natura dinamica del processo comunicativo.
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