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CAPITOLO 1
La comunicazione dell’impresa contemporanea: tra management strategico, reputazione e
stakeholders
L’industria dei beni di largo consumo è sotto accusa perché una serie di associazioni di attivisti ha
lanciato una campagna di comunicazione contro l’uso della plastica, plastic free, per il
confezionamento dei prodotti.
Davanti a questo scenario aziende del settore alimentare possono trovarsi sotto attacco a causa
dell’esagerato utilizzo della plastica, utilizzata per il packaging e accessori di accompagnamento.
A questo proposito le aziende si interrogano su come potrebbe reagire una serie di soggetti nei
loro confronti:
1. CONSUMATORI, potrebbero boicottare non comprando più i suoi prodotti
2. CATENE di DISTRIBUZIONE, potrebbero ridurre o bandire i suoi prodotti dagli scaffali
3. AZIONISTI e INVESTITORI, potrebbero vendere le proprie quote di mercato o azioni
4. LAUREATI BRILLANTI e MANAGER più BRAVI, potrebbero non candidarsi a posizioni
aperte scegliendo aziende eco-friendly
5. FORNITORI e PARTNER, potrebbero interrompere le collaborazioni
6. ATLETI che SPONSORIZZA, potrebbero smettere di collaborare a causa del rischio del
danno di immagine
7. DECISORI PUBBLICI, potrebbero fare proposte di legge sulla plastica
8. HATER sui SOCIAL NETWORK
9. PRINCIPALI GIORNALI, potrebbero pubblicare dati e inchieste amplificando il problema
10. MICRO INFLUENCER
Dunque questa multinazionale dovrà prendere e chiarire la sua posizione o rivedendo la sua
politica produttiva ed eliminare la plastica dai suoi prodotti, o continuare come prima
È una questione che investe in modo trasversale tutta l’azienda in quanto non c’è nessuno in
azienda che da solo può fronteggiare questo movimento e la situazione potrebbe diventare una
grave crisi di reputazione e poi economica.
In questa situazione due cose potrebbero aiutare l’azienda: avere una buona reputazione, un buon
nome, essere considerata in maniera positiva e avere relazioni con altri soggetti coinvolti.
Le aziende sono oggi sempre più orientate agli stakeholder nel senso che ampliano il numero di
soggetti che ritengono rilevanti e si aprono a interagire con loro. Questa evoluzione è legata al
passaggio da una visione neo-classica a una socio-economica dell’impresa.
Il modello di impresa neo-classico è riconducibile a Milton Friedman e si basa su due
caratteristiche principali:
1. l’obiettivo principale dell’azienda è quello di generare profitto per sé stessa da
reinvestire e distribuire sotto forma di dividendi ai suoi azionisti. Dunque in questo modello i
principali stakeholder sono gli shareholder.
2. le parti con le quali l’azienda interagisce dipendono in modo univoco dall’azienda stessa.
Nell’agosto 2019, la Business Roundtable, l’associazione delle più grandi aziende americane,
pubblica lo Statement on the Purpose of a Corporation, che sancisce un nuovo ordine di
priorità:
1. CUSTOMERS, clienti
2. EMPLOYEES, dipendenti
3. SUPPLIERS, fornitori
4. COMMUNITY, comunità
5. SHAREHOLDER, azionisti
Si passa così a un nuovo modello orientato agli stakeholder, introdotto da Edward Freeman in
cui l’azienda:
• assume una responsabilità verso un ampio spettro di stakeholder
• riconosce un nuovo ordine di priorità
• riconosce un’interdipendenza reciproca tra sé stessa e le parti con le quali interagisce;
riconosce che gli stakeholder hanno bisogno dell’azienda e viceversa
Gli stakeholder dell’azienda sono individui o gruppi che vengono interessati dalle azioni,
decisioni e politiche dell’azienda o le cui azioni possono influenzare l’azienda. Sono quindi
portatori verso l’azienda di legittimi interessi di tipo economico e morale.
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padroneggiare principi e metodi consolidati nella pratica manageriale. Esiste inoltre un presidio
organizzativo dedicato alla comunicazione.
• Funzione strategica: gli obiettivi complessivi di business
La comunicazione d’impresa è una funzione strategica nel senso che supporta l’azienda nel
conseguire i suoi obiettivi di business. Il livello strategico della comunicazione deve essere
integrato nel sistema organizzativo ed essere affidato a una direzione in grado di:
a) esercitare influenza
b) avere visione sull’intero business
• Governo delle relazioni con gli stakeholder
Consiste nel coordinare per una gestione unificante, raccogliere conoscenze sugli stakeholder,
definire e implementare una strategia appropriata
• Co-creazione di significato e valore
La comunicazione efficace tra l’azienda e i suoi stakeholder deve essere interattiva, basata
sull’ascolto, volta alla comprensione reciproca e alla co-creazione di significati condivisi.
Questa teoria è anche nota come “Co-creation of Meaning Theory”.
La co-creazione di significato è basata sul paradigma della comunicazione come costitutiva
dell’organizzazione e sulla filosofia del linguaggio
• Co-creazione di valore
Il processo di co-creazione con gli stakeholder tramite la comunicazione con loro genera anche
valore per l’azienda. Per i clienti diventano più trasparenti i benefici, per i partner è più facile
fidarsi, collaboratori e manager sono più ingaggiati, le comunità sono predisposte in maniera più
favorevole verso l’operato dell’azienda
• Framework per creare e mantenere una reputazione favorevole
Lo scopo ultimo della comunicazione d’impresa è stabilire e mantenere una reputazione
favorevole presso gli stakeholder dai quali l’azienda dipende. La reputazione aziendale è una
valutazione socialmente elaborata e condivisa della storia e dei risultati passati che descrive
l’abilità prospettica dell’azienda di generare valore economico e sociale per i suoi molteplici
stakeholder. Indica il posizionamento interno verso i collaboratori ed esterno verso gli
stakeholder, nell’ambiente competitivo e istituzionale.
• Integrazione e coordinamento di tutte le aree della comunicazione d’impresa
La comunicazione d’impresa governa il sistema delle relazioni e la sua finalità è generare
reputazione. Tra reputazione e relazioni esiste un doppio legame.
Coltivare le relazioni consente il dialogo con gli stakeholder tramite il quale viene co-creata
Reputazione. Allo stesso tempo la reputazione co-creata sostiene lo sviluppo favorevole delle
relazioni
• Presidia l’area comunicazione corporate
Ci sono 4 principali direzioni aziendali che svolgono attività di comunicazione mentre presidiano
le relazioni con specifici gruppi di stakeholder:
• DIREZIONE MARKETING, gestisce le relazioni con i clienti finali —> consumatori e clienti
intermedi —> distributori e partner commerciali
• DIREZIONE FINANZIARIA, gestisce le relazioni con la proprietà
• DIREZIONE RISORSE UMANE, gestisce le relazioni con manager e collaboratori, società
di selezione e società di somministrazione di lavoro interinale. Questa direzione è chiamata
anche HR (Human Resources)
• DIREZIONE COMUNICAZIONE, gestisce le relazioni con istituzioni pubbliche, decisori
pubblici, media, gruppi di pressione e rappresentanza, comunità locali. Ha inoltre la
responsabilità su tutte le attività di tutte le direzioni che svolgono attività di comunicazione.
Realizza una serie di attività di comunicazione per produrre e disseminare contenuti e
messaggi, utilizzando metodi, pratiche, strumenti e competenze specifiche, che
compongono il COMMUNICATION MIX, di cui fanno parte: eventi, sponsorizzazioni,
gestione dei social media aziendali, marchio, logo, identità visiva, editoria aziendale,
grass root campaign, testimonial, influencer marketing.
Per comunicare, è necessario che all’interno dell’impresa ci sia un’integrazione e un
coordinamento tra le varie direzioni, affinché si parli “una sola voce”.
L’integrazione è una necessità in quanto serve a gestire il complesso della comunicazione
d’impresa
Il livello di coordinamento varia tra le aziende in base alle scelte organizzative e può essere
realizzato attraverso diverse modalità:
• direzione dedicata
• uno o più comitati composti da manager di dipartimenti diversi che in modo
periodico si confrontano
• gruppi di lavoro tra funzioni diverse per realizzare particolari progetti
• stesura di linee guida condivise
• comunicazione informale
In questa fase, nelle aziende, esistono due funzioni che svolgevano comunicazione allo stesso
tempo: marketing e relazioni pubbliche
Le relazioni pubbliche sono successivamente confluite nella corporate communication per due
motivi:
• passaggio da un contributo tattico, volto a raggiungere un obiettivo circoscritto, a un
contributo strategico, volto a supportare in modo ampio e generale gli obiettivi di
business dell’azienda.
• integrazione con altre forme di comunicazione
L’evoluzione delle relazioni pubbliche mostra come era intesa la comunicazione d’impresa prima
che la corporate communication emergesse come disciplina e area aziendale nella forma attuale
Il riferimento è alla ricostruzione storica elaborata da James E. Grunig, uno dei maggiori studiosi
delle relazioni pubbliche, e dalla sua scuola.
La sua ricostruzione comprende 5 modelli. I primi 3 modelli si sviluppano nel periodo che va
dall’inizio del XX secolo agli anni ’70 e rappresentano la prima fase della storia della
comunicazione d’impresa. Questi modelli non sono consequenziali ma convivono nel tempo e
permangono ancora oggi.
1. Press agentry- Publicity: legato alla propaganda, va dal 1830 all’inizio del ‘900. È
legato alla figura dei press agent, professionisti che si attivano per creare delle notizie che
potessero trovare spazio sui giornali. Il loro lavoro era così in grado di generare publicity:
spazio gratuito sui media.
L’attività dei press-agent volta a creare personaggi e leggende per attirare l’attenzione è
detta spin-doctoring, termine usato con un’accezione negativa.
In questa fase l’obiettivo della comunicazione per le aziende è fare propaganda ai propri
prodotti e la verità non era considerata un criterio rilevante.
2. Public information: legato alla diffusione di informazioni, va dal 1900 agli anni ’20. In
questa fase la verità acquista valore: si affermano i “Muckrakers”, giornalisti che vanno in
cerca di fatti di cronaca che mettano a nudo la verità. L’ obiettivo della comunicazione per
le aziende è la diffusione delle informazioni.
Questo modello viene impiegato per la prima volta da Ivy L. Lee: in seguito a un incidente
ferroviario invita a dare informazioni attendibili attraverso dei comunicati stampa. In
quest’epoca molti professionisti delle relazioni pubbliche sono dei giornalisti che lavorano in
azienda.
Nel 1908 Theodore Vail, presidente di AT&T, usa il termine “public relations” per indicare
il rapporto pubblicato sulle attività della AT&T; Arthur Page, PR della AT&T, sviluppa le
idee di Lee definendo l’informazione come un dovere dell’impresa per avere dalla società il
permesso di esistere.
3. Two-way asymmetric: è il modello della persuasione scientifica, va dalla fine degli anni
‘20 agli anni ’60. All’origine di questo modello vi è l’azione del Committee for Public
Information, ente finalizzato a fare propaganda a sostegno dell’intervento USA in guerra
(1917). Una serie di professionisti hanno successivamente applicato in altri contesti le
tecniche della persuasione di massa; tra questi Edward Bernays, sviluppatore delle
relazioni pubbliche come persuasione scientifica attraverso la sua strategia definita
"cristallizzazione" dell’opinione pubblica. Secondo Bernays l’obiettivo della comunicazione
per le aziende è la persuasione scientifica. La comunicazione è a due vie, verso e dal
pubblico, ma gli effetti sono squilibrati a favore dell’emittente (l’impresa).
4. Two-way symmetric
5. Mixed-motive model
2. POSIZIONAMENTO DELL’ORGANIZZAZIONE
La seconda fase va dagli anni ’80 agli anni 2000. In questa fase le aziende riorganizzano le aree
specializzate della comunicazione quali relazioni con i media, pubblicità, promozioni (che
tendevano a lavorare in modo isolato), in dipartimenti più integrati.
Il coordinamento e l’integrazione della comunicazione permettono alle aziende di:
• rivolgersi a tutti gli stakeholder dell’azienda
• allineare la comunicazione agli interessi strategici dell’azienda nel suo complesso
• superare il problema della frammentazione e della focalizzazione su obiettivi specifici di
dipartimento
La ricerca di integrazione è avvenuta anche per le relazioni pubbliche e il marketing,
sviluppatesi in modo separato fino agli anni ’70: questo perché si riferivano a due interlocutori
diversi con finalità diverse. L’integrazione fra queste due aree si è resa necessaria anche per il
progressivo utilizzo delle tecniche delle relazioni pubbliche per la comunicazione di
marketing: comunicati stampa ed eventi per lanciare i prodotti, brand content.
Un ulteriore impulso all’integrazione è stato favorito dalla crescente consapevolezza circa il ruolo
che la comunicazione gioca per posizionare l’organizzazione nella mente dei suoi interlocutori.
In questa visione la comunicazione è intesa come una leva che va progettata e pianificata in modo
strategico allo scopo di contribuire a costruire la reputazione dell’azienda e posizionarla presso
gli stakeholder.
3. STAKEHOLDER ENGAGEMENT
La terza fase va dagli anni 2000 fino a oggi. L’affermarsi di questa nuova fase della
comunicazione d’impresa è legata al nuovo ruolo degli interlocutori aziendali o stakeholder, che
richiedono alle aziende di intrattenere con loro una comunicazione sempre più interattiva e basata
sul dialogo grazie ai nuovi media e ai social media che danno loro maggior possibilità di far
sentire la propria voce. L’azienda ricerca una comunicazione dialogica con gruppi di
stakeholder sempre più ampi, fino all’affermarsi del principio dell’engagement del singolo
stakeholder. La gestione strategica della comunicazione per posizionare la reputazione
permane e si realizza tramite l’invio di messaggi attraverso i canali e i mezzi di comunicazione. La
gestione della comunicazione per ingaggiare gli stakeholder si realizza attraverso:
• le interazioni fra gli stakeholder e l’azienda sui social media, cioè fra gli stakeholder e i
collaboratori dell’azienda che gestiscono la presenza di quest’ultima sui social media
• le interazioni fra gli stakeholder e i collaboratori dell’azienda con cui essi entrano in contatto
a vario titolo
Pertanto la comunicazione per lo stakeholder engagement deve essere:
• trasparente: i collaboratori che comunicano devono essere in grado di trasmettere
informazioni corrette
• autentica: i collaboratori che entrano in relazione con gli stakeholder devono agire in modo
coerente con quanto l’azienda dichiara
I segnali di questa fase della comunicazione d’impresa si possono rintracciare nel quarto e quinto
modello delle relazioni pubbliche elaborati da Grunig:
4. Two-way symmetric: introdotto da Scott Cutlip nel 1952 nel suo libro «Effective
Public Relations», descrive le relazioni pubbliche come principi e pratiche di comunicazione
per costruire buone relazioni con i pubblici. Si afferma così il concetto di “relazione” a fianco
a quello di comunicazione. La comunicazione diventa a due vie e simmetrica, con l’obiettivo
della comprensione reciproca: l’emittente incorpora gli obiettivi del ricevente. Tuttavia I
modelli Two-way asymmetric e Two-way symmetric risultano nella pratica troppo idealistici
5. Mixed-motive model: messo a punto da Dozier, Grunig e Grunig (1995), esprime un nuovo
concetto di simmetria. Secondo tale modello, fra la posizione dell’organizzazione
e la posizione dei suoi stakeholder va ricercata una zona win-win, in cui il compromesso
prevale grazie al dialogo. Conciliare le diverse posizioni fra azienda e stakeholder è necessario
affinché tutte le parti coinvolte ottengano dei benefici.
Questi ultimi due modelli esprimono la prospettiva peculiare delle relazioni pubbliche: gestire le
relazioni con gli stakeholder per raccogliere le loro istanze e introiettarle nell’azione
dell’organizzazione. Nella corporate communication questi aspetti si affiancano a una gestione
strategica della comunicazione funzionale al perseguimento degli obiettivi dell’azienda.
CAPITOLO 2
Dalla corporate personality alla reputazione: un percorso strategico
Il management è chiamato a definire cosa l’impresa intende fare, dove vuole andare, in che
direzione vede la sua evoluzione futura e dal punto di vista della comunicazione d’impresa come
vuole esprimere tutto questo. Sulla base della missione, della visione e dei valori definiti dal top
management, è indispensabile realizzare un processo di posizionamento per definire come
comunicare gli elementi distintivi della personalità dell’azienda, attraverso messaggi chiave e
una visual identity che costituiranno gli elementi di base della narrazione dell’impresa stessa.
MISSIONE: è la ragione di esistere e il fine primario dell’azienda. Definisce il territorio d’azione
dell’azienda e rappresenta il baricentro di tutte le sue decisioni e azioni. Dà un indirizzo
all’azione dell’azienda per evitare che essa si discosti da quel percorso che potrebbe rendere
meno forte la sua corporate personality.
Un’azienda tuttavia può decidere di rivedere la propria missione attraverso un processo strategico
che gestisca tutte le conseguenze strategiche che questo potrebbe comportare.
VISIONE: è lo stato futuro che l’azienda desidera perseguire per sé stessa. È l’aspirazione
dell’azienda rispetto alla direzione verso cui muoversi: è formulata dal top management e richiede
l’energia e l’impegno di tutte le risorse dell’organizzazione per essere perseguita.
VALORI: detti anche corporate o core values, sono i principi fondamentali sui quali un’azienda
fonda il proprio essere impresa e i propri comportamenti. Sono quei riferimenti generali per l’azione
che guidano la sua condotta in tutte le attività e relazioni verso l’interno e verso l’esterno. Sono
fondamenti irrinunciabili dell’azienda e devono essere espressi in maniera chiara, forte e
precisa. Vanno dalle modalità di relazione con i dipendenti e i clienti, al rispetto dell’ambiente e
delle comunità in cui l’impresa opera. Eccellenza, integrità, attenzione al cliente, determinazione
nel raggiungimento dell’obiettivo, cura per la comunità, impegno per l’ambiente sono alcuni dei
valori che è frequente ritrovare in molte organizzazioni.
Gli strumenti sono i mezzi attraverso i quali un’azienda realizza la corporate identity, per
esprimere i tratti fondamentali della sua corporate personality e orientare la sua corporate
image, cioè la sua percezione presso gli stakeholder.
Gli strumenti attraverso i quali l’azienda si racconta sono molteplici e possono essere per
esempio testi, immagini, video, account e pagine social.
I modi con cui un’organizzazione può comunicare la propria identità sono pressoché infiniti.
L’impresa ha infatti a disposizione una serie molto vasta e in costante evoluzione di strumenti e
di modalità espressive con cui trasmettere i propri valori e raccontare le proprie azioni. Gli
strumenti di comunicazione di fatto sono sempre meno analogici e sempre più digitali o
immateriali: secondo Cisco, nel 2022, l’80% del traffico dati dell’Europa Occidentale sarà di tipo
video.
La parola scritta conserva un ruolo chiave soprattutto quando integrata con altri oggetti
analogici: immagini, infografiche, i video e tutti gli elementi della visual identity.
Gli strumenti più utilizzati dalle aziende per raccontarsi ai propri interlocutori sono:
• MONOGRAFIA AZIENDALE, è un saggio in cui l’azienda racconta la propria storia, il
proprio presente, il proprio futuro, i propri valori, i propri uomini, le proprie strutture. Può
avere la forma di un magazine o quella di una costosa edizione di prestigio. Serve a
presentare l’azienda a pubblici diversi. A seconda del fatto che ci si voglia rivolgere a un
interlocutore importante come istituzioni o mercati finanziari o a pubblici generalisti,
l’azienda compie la scelta della veste editoriale.
Gli svantaggi di questo strumento sono il costo, la distribuzione e la difficoltà di
aggiornamento dei contenuti. Per queste ragioni la monografia ha un uso sempre più
limitato ed è sempre più spesso sostituita dal sito web corporate, nei quali è possibile
trovare ogni tipo di informazione sull’azienda con il vantaggio di essere aggiornabile in
continuazione
• COMPANY PROFILE, è un documento abbastanza snello, di una o più pagine, molto
funzionale con cui l’azienda si racconta a interlocutori primari, per lo più a specializzati,
per esempio analisti finanziari o media.
Può trattarsi di una versione estremamente semplificata dei contenuti della monografia
aziendale o di una selezione di contenuti molto mirata al pubblico. Può essere un
factsheet finanziario o il documento di base di una cartella stampa.
Agile, veloce, informativo, efficace, di basso costo, sempre più spesso è diffuso in forma
digitale.
• BROCHURE o LEAFLET, la brochure è composta di poche pagine punzonate e il
leaflet è un pieghevole. Sono strumenti attraverso i quali l’azienda si presenta a
interlocutori di genere molto diverso e in cui il contenuto di immagini o infografiche prevale
in genere sui testi. La brochure generalmente non supera le 24 facciate, il leaflet è
generalmente a 2 facciate piegate in 3 o in 4.
Servono per lo più a dare una conoscenza di base e allo stesso tempo di impatto
dell’azienda in occasione di eventi, fiere, manifestazioni. I contenuti sono di carattere
generale e lo scopo è principalmente promuovere l’azienda e i suoi prodotti.
I costi di stampa dipendono dalle scelte grafiche e dalla tipologia del materiale cartaceo
su cui sono stampati. Per la natura e lo scopo per cui sono fatti, i costi sono generalmente
contenuti in modo da poterne stampare alcune migliaia.
• PRESENTAZIONI ISTITUZIONALI, sono strumenti prodotti in genere in Power Point,
Keynote o Prezi, in cui l’azienda presenta sé stessa in forma più o meno concisa e molto
visiva come introduzione a clienti, potenziali clienti e altri interlocutori, a supporto di un
racconto dal vivo durante un meeting o per essere inviate via e-mail.
La presentazione è divisa generalmente in agenda, corporate statement, numeri e
highlights, approfondimenti e contatti.
Una presentazione efficace non supera le 30 slide, considerando che ogni slide viene
presentata in due o tre minuti. Sempre più frequente vengono inserite infografiche e
video e ciò muta il flusso della presentazione.
Una presentazione con una grafica non appropriata e accurata può far percepire l’azienda
nella maniera sbagliata.
• HOUSE ORGAN e MAGAZINE, è uno strumento cartaceo o digitale a cadenza
periodica che serve a tenere informati collaboratori, clienti e stakeholder delle novità
aziendali e come mezzo di condivisione della cultura e dei valori dell’azienda.
Caratteristica fondamentale dell’house organ e del magazine è la ripetizione della
struttura e paragrafatura per ogni numero. Come per un periodico, il lettore deve poter
trovare in modo immediato la parte che gli interessa di più. È di grande efficacia perché al
di là del contenuto la ricezione dell’house organ o del magazine è un’occasione di
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relazione continuativa con l’interlocutore. Chi lo riceve ha una sorta di attesa nel riceverlo
e questa attesa è momento in cui la relazione si rinsalda. L’house organ e il magazine sono
la modalità privilegiata per mantenere una relazione costante e continua con gli
interlocutori di riferimento.
• NEWSLETTER, è una pagina in formato cartaceo o digitale a cadenza periodica anche
giornaliera con cui l’azienda comunica le proprie novità in modo immediato a tutti i
collaboratori o agli utenti iscritti. È di fatto una versione più sintetica e immediata
dell’house organ o del magazine. Anche questo tipo di strumento è sempre più spesso in
formato digitale e contiene in modo crescente contenuti video. Una buona newsletter
dovrebbe poter essere letta in cinque minuti, rimandando a link specifici per gli
approfondimenti di eventuale interesse per il lettore.
La newsletter per pubblici interni o esterni è di grande efficacia potenziale e tuttavia deve
avere un layout grafico accattivante, essere facilmente leggibile e avere contenuti
specifici e differenzianti, poiché le newsletter sono oggi molto numerose. L’interlocutore
deve poter individuare subito il vantaggio che trae dal leggerla.
• VIDEO ISTITUZIONALE, è un film di lunghezza dai 3 ai 20 minuti che racconta l’azienda
nella sua completezza, in alcuni casi in maniera più fattuale e in altri casi in modalità più
artistica. È l’alter ego video della monografia aziendale. Il video istituzionale è il
racconto visivo dell’azienda e può assumere molteplici funzioni. In diversi tagli e con
lunghezze differenti può diventare filmato di presentazione dell’azienda in occasioni
particolari o riunioni importanti, strumento per la coesione aziendale o pillole video da
usare sui social network.
Gli investimenti richiesti sono significativi e pertanto le aziende di prassi decidono di
produrre un video istituzionale con bassa frequenza, per esempio in occasione di grandi
eventi, di modifiche societarie importanti o di cambi di strategia, di anniversari e
celebrazioni.
• BILANCIO, è un documento legale obbligatorio che rendiconta la vita economica
dell’azienda e che deve essere redatto ogni anno. Solo le aziende quotate in borsa
hanno l’obbligo di pubblicazione, tutte hanno comunque l’obbligo di deposito presso la
Camera di Commercio. La sua struttura è vincolata da precise normative.
È quindi un documento che ha una regolamentazione rigida e che lascia poco spazio alla
creatività. Viene generalmente redatto dal dipartimento legale dell’azienda con apporti da
tutte le funzioni dell’impresa. Ci sono comunque delle aree del bilancio che raccontano la
vita e le intenzioni dell’organizzazione. Esse sono scritte dal manager di comunicazione
insieme al top management e includono indicazioni rilevanti che contribuiscono a definire
la reputazione al di là dei meri numeri.
• ANNUAL REPORT, è una pubblicazione spesso legata alla pubblicazione del bilancio
annuale che racconta tutti gli highlights della vita aziendale nell’anno di riferimento.
Non è vincolato a normative, tuttavia assume spesso modalità standard. Può essere
cartaceo o digitale. È in definitiva la forma narrativa del bilancio. In questo caso, la
veste editoriale, la presenza di immagini di forte impatto, di infografiche e di informazioni
legate alle attività di corporate social responsibility contribuiscono in maniera forte alla
costruzione della reputazione aziendale.
L’annual report viene distribuito a tutti gli stakeholder per agevolare la conoscenza dei
comportamenti dell’organizzazione. L’annual report ha in qualche modo sostituito la
monografia aziendale ed è diventato uno strumento di comunicazione sempre più
rilevante. I singoli contenuti del report sono inoltre di prassi elementi molto preziosi della
comunicazione digitale e vengono distribuiti lungo l’anno attraverso i canali social corporate
dell’azienda.
• BILANCIO di SOSTENIBILITÀ e SUSTAINABILITY REPORT, sono strumenti cartacei o
digitali che raccontano l’impegno dell’azienda sul fronte della sostenibilità economica,
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A seconda della necessità, i video possono essere delle micropillole di pochi secondi per
la diffusione via social media, fino a produzioni complesse utili allo storytelling aziendale.
Possono dunque richiedere investimenti minimi o molto significativi.
Anche i comunicati stampa ormai vengono diffusi con il supporto di video, pensati per la
diffusione attraverso i portali digitali di informazione o per le televisioni.
Molto recentemente sta prendendo sempre più piede la narrazione dei temi aziendali
attraverso il solo formato audio utilizzato in funzione podcast. I podcast sono di facile
utilizzo, richiedono risorse limitate, possono essere confezionati in tempi molto ridotti e
diffusi sui siti, sui social media o inviati via WhatsApp. Incontrano una sempre più diffusa
tendenza a usufruire di contenuti solo audio da parte di interlocutori molto variegati.
CAPITOLO 3
La comunicazione interna
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È l’area della comunicazione Corporate finalizzata al dialogo e alle relazioni con i collaboratori
e i manager. La comunicazione interna è presente:
❖ nella direzione comunicazione come sotto-unità organizzativa
❖ nella direzione risorse umane secondo una collocazione più tradizionale
Esiste una comunicazione che avviene all’interno delle organizzazioni in maniera spontanea,
naturale: essa esiste di fatto perché le persone sempre comunicano tra loro. Accanto a questa,
esiste quella gestita in modo strategico dai manager e dagli specialisti della comunicazione.
Ogni azienda ha interesse a gestire in modo strategico la comunicazione interna per
raggiungere una serie di obiettivi:
➢ consentire ai collaboratori di conoscere e comprendere quali sono gli obiettivi
dell’azienda e qual è la strategia per perseguirli e li aiuta a comprendere come possono
contribuire personalmente al raggiungimento di tali obiettivi attraverso la loro attività
lavorativa
➢ contribuire a stimolare il senso di identificazione con l’azienda e con gli altri collaboratori,
migliorando così le relazioni interne.
➢ favorire un autentico dialogo fra l’azienda e i collaboratori e relazioni aperte ispirate alla
fiducia.
Comunicare in modo continuativo ed efficace con i collaboratori genera alcuni benefici:
• favorisce il commitment e il senso di appartenenza dei collaboratori
• migliora la produttività e le performance dei collaboratori
• aiuta a ridurre il turnover
La comunicazione interna gestita in modo strategico è uno degli elementi chiave per favorire
l’engagement dei collaboratori.
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Creare consapevolezza: far sapere alle persone che c’è un cambiamento da implementare
Comprensione: far comprendere il cambiamento
Supporto: far sì che le persone si sentano più coinvolte in modo da supportare il cambiamento
Involvement: anche i collaboratori si devono sentire coinvolti nel cambiamento
Commitment: far sentire le persone impegnate nel progetto di cambiamento
I social media sono considerati canali sempre più rilevanti per entrare in dialogo con gli
stakeholder. I social media interni:
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Social media interni: dati dal Rapporto sulla comunicazione interna in Italia
Adozione dei social media interni: 65%
Livello di apprezzamento: 3,18% / 5 (non elevatissimo)
Whirlpool è un’azienda globale presente in tutto il Mondo che produce elettrodomestici a 360°,
conta circa 77mila dipendenti, ha una posizione dominante sul mercato e un fatturato di circa
20 miliardi di $. All’interno dell’azienda vengono commercializzati altri brand.
In particolare Whirlpool EMEA conta circa 20mila dipendenti di 93 nazionalità differenti divisi in
white collar e blue collar.
Tutto ciò con l’obiettivo di motivare, guidare, creare valore, supportare il business e il
cambiamento.
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Con questa case history, si è cercato di mettere le persone nella condizione di essere
ambasciatori dell’azienda. Ha come obiettivo quello di dare una spinta alla reputazione
aziendale in modo da poter mettere le persone nella condizione di raccomandare brand e
prodotti con la finalità di attrarre nuovi talenti.
È nata così la figura del (W)influencer, un dipendente Whirlpool che amplifica storytelling
positivo sull’azienda tramite i propri social network personali.
Alcuni dati: messaggi condivisi dai dipendenti performano il 561% in più rispetto allo stesso
messaggio condiviso sui canali proprietari dell’azienda e i contenuti sono condivisi 24 volte di più
quando è un dipendente a postarli o condividerli.
CAPITOLO 4
La gestione delle relazioni con i media
La gestione delle relazioni con i media è una delle aree della comunicazione d’impresa legata
alla gestione strategica delle relazioni con i media intesi come una specifica categoria di
stakeholder.
I media sono un gruppo di stakeholder a sé, portatori del legittimo diritto di vigilare e porre
questioni ai soggetti che nella società esercitano un potere o un’autorità (organi politici, governo,
aziende). Rientrano nella categoria degli stakeholder secondari, quelli cioè che non
intrattengono con l’azienda relazioni economiche.
Quando pensiamo ai media come stakeholder, intendiamo tutti coloro i quali sviluppano e
controllano la distribuzione di contenuti attraverso media cartacei, radio-televisivi e digitali.
Queste figure sono in primo luogo figure professionali del mondo dell’informazione: giornalisti,
produttori di contenuti editoriali, editori, citizen journalist e influencer digitali.
I media sono quindi degli intermediari dell’informazione tra l’azienda e i suoi stakeholder.
L’azienda ha interesse a far sì che nei contenuti editoriali trovino spazio dei messaggi per essa
rilevanti affinché giungano, attraverso l’intermediazione dei media, ad altre categorie di
stakeholder.
L’obiettivo primario dell’azienda è quello di accrescere la visibilità dell’azienda e dei messaggi
per essa rilevanti attraverso canali ritenuti credibili dai propri interlocutori. Un altro obiettivo è
quello di ottenere informazioni utili per:
✓ comprendere il contesto in cui l’azienda opera
✓ capire come l’azienda viene percepita dai propri stakeholder di riferimento
✓ acquisire consapevolezza di issue che possono portare a situazioni critiche per l’impresa
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Oggi non fanno informazione solo i giornalisti e i mass media, ma anche tutti i privati cittadini
che utilizzano tecnologie 2.0 per alimentare il flusso di informazioni ampliando e scambiando
notizie.
Nascono dunque nuovi infomediari:
✓ CITIZEN JOURNALIST, privati cittadini che generano dal basso le notizie o sviluppano
notizie già esistenti con nuove informazioni e contenuti attraverso media online, social
media o blog personali
✓ INFLUENCER, privati cittadini che assumono il ruolo di opinion leader dell’informazione
attraverso la loro attività continuativa sui social media e sulle piattaforme digitali (youtuber,
instagrammer, blogger). I consumatori sono influencer quando rilanciano contenuti sui loro
social media personali relativi a un brand
Il potere editoriale sempre più diffuso che caratterizza oggi la società grazie alle tecnologie web
2.0, ha un preoccupante risvolto della medaglia: l’esplodere del fenomeno delle fake news e la
loro diffusione virale. Le fake news sono una rappresentazione oggettivamente falsa della
realtà, che può essere perperata anche a fini diffamatori.
Gli specialisti aziendali di relazione con i media possono svolgere un’utile funzione di sostegno
ai giornalisti: sono fonti qualificate di rapida consultazione per la verifica di dati e informazioni
sospette. Le fake news si diffondono in quanto:
• la tecnologia facilita da loro produzione: intelligenza artificiale, computer generated
imaginery aiutano a produrle
• alcuni meccanismi cognitivi e psicologici degli utenti in rete ne favoriscono la diffusione:
a. non valutare l’autorevolezza delle fonti
b. muoversi nell’ambito circoscritto delle proprie convinzioni
c. dedurre la legittimità di un contenuto dai documenti correlati
d. pensare che un contenuto sia autorevole perché molto diffusa
e. confondere la satira con una notizia falsa
Per comprendere il processo di raccordo che i media realizzano tra l’azienda e gli altri suoi
stakeholder è utile approfondire le diverse categorie dei media secondo il tipo di uso e di controllo
che l’azienda ha sugli stessi: il modello PESO (Paid Earned Shared Owned). Secondo questo
modello l’azienda ottiene visibilità presso i propri stakeholder attraverso un’orchestrazione di
diversi tipi di media su cui ha controllo diverso.
Questo modello distingue 4 tipologie di media:
1. PAID, sono i media pagati, in cui la visibilità è ottenuta attraverso un investimento
economico. Includono gli spazi di visibilità ottenuti attraverso le inserzioni pubblicitarie
sulla stampa, in radio, in televisione, sui social media, tramite i contenuti
sponsorizzati sui social media e l’e-mail marketing.
2. EARNED, sono i media guadagnati, in cui la visibilità è conquistata non a fronte di un
acquisto di spazi, bensì gestendo le relazioni con i giornalisti e i produttori di
contenuti editoriali dei media tradizionali, ma anche con quei digital influencer che
pubblicano contenuti relativi all’azienda sui propri account social senza che l’azienda li
paghi.
3. SHARED, sono i media condivisi, in cui la visibilità è ottenuta gestendo le relazioni con
i molteplici interlocutori che sono attivi su queste piattaforme.
4. OWNED, sono i media di proprietà dell’azienda, in cui la visibilità è ottenuta attraverso
contenuti e canali di proprietà
Gli earned e gli shared media sono quelli più direttamente legati alle relazioni con i media perché
consentono di ottenere visibilità in modo indiretto tramite fonti terze e autonome rispetto
all’azienda.
Conoscere i media e il loro funzionamento significa riconoscere che ogni media è un’impresa. In
questo senso, ogni media ha:
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✓ una PROPRIETÀ, qualcuno che immette capitali per gestire l’impresa. Guardando al
settore editoriale, il settore della stampa quotidiana e periodica in Italia è un settore
concentrato, per via delle elevate economie di scala che caratterizzano il sistema
produttivo. L’Italia è inoltre caratterizzata da un sistema di editori impuri, cioè le principali
imprese sono di proprietà di imprenditori che non operano nel settore dell’editoria come
loro unico o principale settore di business. Negli ultimi anni tuttavia alcune dinamiche di
compra-vendita e scambi azionari hanno mitigato in parte questa caratteristica.
ES. RCS ! Urbano Cairo, Mediobanca, Diego della Valle, Unipol Group S.p.A.
GEDI ! fino ad aprile 2020, CR F.lli De Benedetti, Giovanni Agnelli BV, Giacaranda
Maria Caracciolo di Melito Falck
MONDADORI ! Fininvest, Silchester International Investors
CALTAGIRONE ! Francesco Gaetano Caltagirone, Amber Capital
✓ un PROCESSO PRODUTTIVO, produce un bene. Gli editori producono 2 prodotti:
contenuti editoriali, sviluppati attraverso la raccolta e la lavorazione di notizie a opera dei
giornalisti; spazi pubblicitari, messi in vendita alle aziende inserzioniste. Dall’unione di
questi due contenuti nasce il prodotto editoriale vero e proprio.
La redazione giornalistica è responsabile della realizzazione dei contenuti editoriali. Nella
raccolta e nell’elaborazione delle notizie i giornalisti:
a. sono tenuti a verificare la veridicità delle fonti, a citarle (dove possibile) e a
mantenere il riserbo su di esse (dove necessario) per proteggerlo. Hanno allo
stesso tempo il dovere di dare voce in maniera equilibrata a più fonti diverse.
b. apprezzano dati numerici e informazioni fattuali
c. cercano “storie”, in grado di emozionare il loro pubblico
d. gradiscono anteprime ed esclusive, rappresentano politiche professionali che gli
specialisti di gestione delle relazioni con i media sono soliti seguire per cercare di
ottenere maggiore o migliore visibilità per alcuni contenuti o storie aziendali.
Quando un giornalista e uno specialista si accordano in maniera trasparente per
le anteprime, l’azienda si impegna a fornire al giornalista un contenuto aziendale
che viene fornito solo a quel mezzo fino a quando il pezzo non verrà pubblicato.
In caso di esclusiva invece il contenuto viene fornito esclusivamente a quel
mezzo. Anteprime e esclusive permettono ai giornalisti di differenziare i propri
contenuti editoriali rispetto a quelli dei competitor
✓ un MODELLO di COSTI-RICAVI, associato al processo produttivo di ogni media. Per
quanto riguarda i costi:
a. di produzione della prima copia (giornalisti e professionisti che vendono spazi
pubblicitari)
b. approvvigionamento materie prime e costi tipografici necessari per stampare
tutte le copie
c. promozione e pubblicità
Per quanto riguarda i ricavi:
a.vendita delle copie
b.vendita dei collaterali, venduti insieme al quotidiano/periodico
c.raccolta pubblicitaria
d.sussidi pubblici alla stampa, a un numero molto limitato di operatori
Nel corso degli ultimi anni, il settore dell’editoria ha conosciuto una significativa contrazione
del sistema dei ricavi. Secondo uno studio di Mediobianca (2018), nel periodo 2013-2017 i
ricavi degli 8 maggiori gruppi editoriali italiani hanno registrato una riduzione del
20,2%, in particolare le diminuzioni riguardano più i ricavi da vendita delle copie (-22%)
che la raccolta pubblicitaria (-17,2%).
✓ proprie strategie competitive e di business, volte a mantenere in equilibrio favorevole
il modello costi-ricavi.
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I principali strumenti che lo specialista può utilizzare per gestire le relazioni con i media sono 3:
1. COMUNICATO STAMPA,
2. CONFERENZA STAMPA
3. INTERVISTA
1. COMUNICATO STAMPA
è un testo scritto costruito per divulgare sotto forma di notizia informazioni relative a un tema
d’interesse dell’azienda. I destinatari di questo documento sono i giornalisti e i nuovi
infomediari che si fanno intermediari fra le aziende e il grande pubblico.
Nella costruzione del comunicato stampa è utile seguire le classiche modalità di scrittura:
✓ la regola delle 5W (WHO ! chi è il soggetto che compie l’azione, WHAT ! qual è il
contenuto della notizia, WHEN ! quando questa notizia si realizza, WHERE ! luogo nel
quale, WHY ! perché l’azienda intraprende una determinata azione)
La risposta alle 5W deve essere data fin dal principio dal documento in modo sintetico.
Successivamente vengono dati commenti e approfondimenti che consentono al
giornalista di avere una visione più completa ed esauriente rispetto alle 5W
✓ PIRAMIDE ROVESCIATA, implica che, di paragrafo in paragrafo, il testo consenta un
sempre maggiore approfondimento del tema. In principio vengono date le informazioni
fondamentali che consentono di inquadrare la notizia: si risponde alle 5W.
Successivamente si forniscono altri elementi importanti della notizia: si
approfondiscono le 5W. Infine si danno si danno i dettagli: tra questi il boilerplate ! si
inserisce al termine del comunicato stampa e descrive brevemente l’azienda. Consente
di farsi un’idea sull’organizzazione: informazioni di contatto, indicare persone, mail,
numero di telefono a cui ci si può rivolgere per chiarimenti o maggiori informazioni.
Alcune regole di stesura:
a. struttura, modulare e logica, deve avere un filo logico e deve essere strutturato in modo
modulare: i paragrafi dovrebbero essere estratti singolarmente e continuare ad avere un
senso
b. inserire la notizia e la sua chiave di lettura fin dal titolo
c. inserire una sintesi nel primo paragrafo
d. se possibile, inserire il virgolettato
e. non dare nulla per scontato
Per quanto riguarda la cura della lingua e della grafica:
✓ periodi brevi e prosa lineare
✓ forma attiva
✓ uso parsimonioso di aggettivi e avverbi
✓ evitare frasi fatte e uso di termini inglesi
✓ grafica chiara
✓ eventuali loghi in alto
✓ spaziature sufficienti per consentire integrazioni
Da non dimenticare:
✓ data e luogo di emissione
✓ boilerplate
✓ informazioni di contatto per eventuali chiarimenti o approfondimenti
Il comunicato stampa è evoluto. Oggi si parla di MULTIMEDIA NEWS RELEASE: il comunicato
stampa viene divulgato online sottoforma digitale attraverso i media owned dell’azienda o
attraverso servizi di distribuzione dei comunicati stampa digitali. Non cambiano le regole
fondamentali di stesura, ma si arricchisce di tutti quegli elementi digitali che aiutano a costruire
la storia e ad accrescere la possibile condivisione: immagini, video, infografiche, link.
Può indicare anche gli # di riferimento che consentono di divulgare in maniera estremamente
sintetica i messaggi notizia, ma anche allo specialista delle relazioni con i media di identificare
in maniera più facile e veloce un eventuale copertura che a questa notizia verrà data online.
2. CONFERENZA STAMPA
è un evento, un incontro fisico (o digitale) organizzato da un’azienda per comunicare una
notizia a un gruppo selezionato di infomediari. È finalizzato a divulgare una notizia di una certa
rilevanza.
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Può essere più adatta di altri strumenti per comunicare notizie che non possono essere
trasmesse in modo standardizzato o tramite un testo scritto o quando l’informazione riguarda un
tema controverso o sensibile.
I destinatari sono:
✓ agenzie di stampa
✓ giornalisti di stampa, tv o radio
✓ nuovi infomediari, influencer
La conferenza stampa ha bisogno di una particolare cura nella sua preparazione anche sul
piano strategico:
✓ definire in modo accurato i messaggi chiave
✓ attribuire un ruolo specifico a ciascun oratore
✓ definire una scaletta precisa e calibrare la durata dei diversi interventi
✓ predisporre i necessari supporti e spunti creativi
✓ Q&A preparatorio con gli oratori
Alcune regole operative:
✓ pianificare la data tenendo in considerazione eventuali altri eventi concorrenti
✓ definire l’orario tenendo conto dei flussi di lavoro dei media
✓ identificare il luogo in base a: accessibilità, capienza, disponibilità di attrezzature e
connessione internet Wi-Fi, coerenza con i messaggi, notizia
La durata ideale è massimo 1 ora e la sessione di Q&A non dovrebbe mai mancare. Prevedere
se possibile la possibilità di organizzare alla fine della conferenza stampa delle brevi sessioni di
intervista one-to-one.
3. INTERVISTA
è un incontro, una discussione one-to-one fra un portavoce aziendale e un giornalista, volto a
offrire a quest’ultimo un’occasione per sviluppare contenuti molto personalizzati e tagliati nelle
specifiche esigenze del media. Di norma coinvolge il top management dell’azienda, dunque l’AD
o responsabili di direzione o funzione, in base all’argomento. Permette di sviluppare la notizia in
una forma particolarmente significativa per i suoi spettatori, consente di alimentare in maniera
diretta la personale tra il portavoce dell’azienda di rilievo e il giornalista ! rafforza il sistema delle
relazioni dell’azienda.
Porta un vantaggio per il media coinvolto, ma anche un alto margine di rischio più o meno
elevato in funzione della modalità prescelta.
Esistono diverse tipologie:
✓ via telefono, di persona, per iscritto
✓ proattive ! quelle che un’azienda propone proattivamente a un mezzo o reattive !
giornalista fa una richiesta di intervista all’azienda
✓ televisive o radiofoniche, in questo caso il portavoce deve tenere sotto controllo un serie
di componenti paraverbali che possono avere un’influenza sul messaggio e modificare il
messaggio modificato
L’intervista rappresenta in generale per l’azienda uno strumento molto utile per ottenere occasioni
di visibilità privilegiata su un determinato media. Rappresenta però al contempo uno strumento
molto delicato da gestire, perché implica di governare dinamiche relazionali interpersonali che
possono anche rilevarsi critiche.
In caso di INTERVISTA PROATTIVA, è necessario che lo specialista delle relazioni con i media
faccia uno studio preliminare per individuare il media più indicato e all’interno di questo
individuare il giornalista più adatto. Prima di contattarlo sarà necessario sviluppare il messaggio
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chiave che l’azienda vuole veicolare e svilupparlo in funzione delle aspettative del giornalista.
Sarà necessario poi identificare la modalità e i luoghi più opportuni.
Prima di realizzare un’intervista, lo specialista dovrà instaurare con il giornalista
un’interlocuzione, volta a definire le modalità di intervista e dovrà poi negoziare: tempi di
pubblicazione ed eventuale embargo, collocazione articolo, temi da escludere. Potrà richiedere
poi una scaletta delle domande e la revisione preventiva dei virgolettati, che verranno
evidenziati sotto forma di dichiarazioni del portavoce.
Lo specialista, prima dell’intervista, dovrà preparare l’intervistato:
✓ creando un profilo del giornalista da fornire all’intervistato
✓ predisponendo tutti i materiali a supporto
✓ effettuare un media training con l’intervistato: simulare Q&A e preparare l’intervistato a
esporre i messaggi chiave in maniera efficace.
Durante l’intervista, se opportuno, lo specialista assiste come facilitatore.
Al termine dell’intervista, lo specialista:
✓ rimane a disposizione per eventuali precisazioni o approfondimenti
✓ invia materiali di approfondimento concordati
✓ rivede in modo puntuale i virgolettati forniti dal giornalista, limitandosi a correggere errori
di contenuto.
Lo specialista di relazioni con i media ricorre a numerosi altri strumenti nell’ambito delle sue
attività:
1. MAILING LIST o MEDIA LIST, è un elenco ragionato di testate e giornalisti che include
tutti i media che possono essere rilevanti al fine di veicolare messaggi aziendali. Riporta
informazioni di base relative a ciascun media e a ciascun giornalista. Deve essere
costantemente aggiornata e segmentata in base ai temi di pertinenza aziendale: ciò
implica che di fatto ogni organizzazione abbia numerose mailing list.
Oggi accanto alle mailing list troviamo le influencer list, che includono tutti i riferimenti
degli influencer più rilevanti per l’azienda (youtuber, blogger, instagrammer) in grado di
alimentare la circolarità dei contenuti e delle notizie. Esistono dei siti specializzati che
aiutano a costruire le classifiche di siti e blog più influenti.
2. CARTELLA STAMPA, rappresenta il “biglietto da visita” dell’impresa. Deve fornire
un’idea complessiva dell’azienda, sul suo management e sui suoi prodotti/servizi. Viene
fornita ai media in occasioni definite (conferenze stampa o interviste) o anche meno
formalizzate. Di base contiene:
✓ company profile
✓ biografie management
✓ schede di prodotto/servizio
✓ materiale video, iconografie, link
Si può anche arricchire di comunicati stampa e risorse legate a notizie ed eventi specifici.
Grazie all’evoluzione digitale, è disponibile on-line attraverso gli owned media
dell’azienda. Tipicamente è una sezione apposita del sito web: pressroom online, archivi
in cui recuperare informazioni di interesse.
3. FACT SHEET, strumento di descrizione sintetica di un argomento di pertinenza
dell’azienda.
BACKGROUNDER, documento di approfondimento, sviluppato per fornire maggiori
informazioni su una notizia rispetto a quelle incluse in un comunicato stampa.
4. CASE STUDY, utile per le aziende B2B, è indicato per far emergere caratteristiche
peculiari e vantaggi di beni e servizi attraverso il racconto delle esperienze di chi ne ha
fatto uso.
5. LETTERA di PITCH, messaggi, tipicamente mail, che lo specialista sviluppa per
accompagnare una conferenza stampa o per invitare un giornalista a una conferenza
stampa
6. VIAGGIO STAMPA, attività molto onerosa, implica di invitare un numero limitato di
giornalisti in un viaggio dedicato.
7. PROVA PRODOTTO, strumento a cui ricorrono gli specialisti quando vogliono dare
visibilità a un prodotto/servizio.
8. CALENDARIO degli SPECIALI EDITORIALI, nasce dal monitoraggio dei calendari
editoriali dei media di riferimento dell’azienda. Lo specialista seleziona da tutti i calendari i
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futuri servizi d’interesse e contatta le aziende per proporgli storie o notizie aziendali sul
tema oggetto del servizio
9. ERRATA CORRIGE o SMENTITA, è uno strumento utilizzato per smentire una notizia. Va
usata con estrema parsimonia perché introduce un motivo di tensione nella relazione tra
l’azienda e il giornalista e porta comunque a dare nuova visibilità alla notizia errata.
CAPITOLO 5
Brand journalism
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più raccontare una storia emozionale o fantastica in cui le persone si possono identificare, bisogna
essere quella storia.
ES. Barilla, ha reso la pasta un alimento moderno e salutare emergendo rispetto alla concorrenza
Essere coerenti significa essere onesti intellettualmente: diventano sempre più importanti
racconti rilevanti, autoriali della marca stessa, narrazioni impregnate di cultura, valori e
passione.
I brand devono dunque raccontare la propria identità, che consente di comunicare ai propri
stakeholder interni ed esterni e di affermare la propria differenza e diversità sul mercato.
Per costruire l’identità bisogna fare delle analisi di quelli che sono gli elementi distintivi di
un’azienda/brand, tipicamente già presenti, che devono essere portati alla luce: bisogna
raccogliere quelli che sono gli attributi, i benefici, i valori, la personalità e l’essenza di
un’azienda, metterli insieme e trovare poi quel QUID narrativo su cui costruire il piano di
comunicazione e l’identità dell’azienda.
Tutto questo fa sì che un brand, con una narrazione autentica nel tempo, diventi un love brand,
un brand molto amato tanto da essere protetto in caso di crisi
ES. di LOVE BRAND
Angelini
Coca-Cola ! nel 1895, pressata dalla competizione di Pepsi, tentò di cambiare la ricetta originale.
Quando la New Coke fu messa sul mercato, la reazione fu negativa perché i consumatori non
volevano perdere la loro Coca-Cola originale e spinsero l’azienda a reintrodurre la Coca-Cola
classica.
Nutella ! Segolène Royale, candidata alla presidenza della Repubblica francese, dichiarò che
sarebbe stato meglio smettere di mangiare la nutella perché conteneva olio di palma. La reazione
fu immediata e costrinse la candidata a chiedere scusa.
Questo fenomeno si può spiegare con il termine “beneficio del dubbio”: le aziende che hanno
stabilito un rapporto quasi d’amore con il cliente ottengono la possibilità di spiegarsi di fronte a
una crisi ottenendo una sospensione del giudizio.
Al giorno d’oggi, il nostro sistema cognitivo necessita di una struttura narrativa perché il nostro
cervello memorizza meglio le storie rispetto alla nozionistica e queste aumentano l’attenzione
e il ricordo nel pubblico.
Con l’avvento del web 2.0 non è più possibile pensare a delle storie lineari (uno parla e un
pubblico ascolta): quando una storia viene raccontata su canali di comunicazione che
consentono alle persone di intervenire, assume il nome di MULTILINEARITÀ o
TRANSMEDIALITÀ, in quanto viaggiando in rete da una piattaforma all’altra possono subire
modifiche o ramificazioni.
Questo tipo di approccio alla comunicazione è definito TRANSMEDIA STORYTELLING, una
narrazione che, di social in social, e attraverso la ramificazione per link, può dare vita a
contenuti eterogenei che attraversano diversi universi narrativi.
ES. Ikea, Sanofi smart working day
2. We the media
Osserviamo il cambiamento del mondo dell’informazione: come stia scomparendo il classico
modello “TOP DOWN” ! dico qualcosa al giornalista e lui la riporta a tutti e come stia crescendo
il ruolo di influencers e community. Gli stessi giornali si stanno ripensando in una logica di
influencers e creazione di comunità.
Giornalismo ! complesso di attività dirette a fornire e commentare notizie, cronache,
informazioni attraverso la stampa quotidiana e periodica
La notizia riguarda invece qualsiasi cosa sia in grado di colpire l’interesse del pubblico e implica
un lavoro di selezione e interpretazione da parte del giornalista.
Molto presto i giornali, che vivevano di notizie, iniziano a raccogliere anche una sistematica
campagna pubblicitaria. Questa forma di giornalismo, caratteristica fino agli anni ’80, è stata
attraversata da una profonda trasformazione: la nascita del web.
Con questo nuovo ambiente si aprono nuovi scenari:
➢ la forma-giornali necessita di aprirsi ai lettori
➢ chiunque può trasformare un fatto in notizia ! si sviluppa dunque il citizen journalism
Il passaggio fondamentale che porta all’applicazione delle tecniche di giornalismo nelle
aziende è il fatto che il giornalista non ha più strumenti eccezionali né superpoteri, ma alle
capacità accresciute del cittadino comune può continuare ad affiancare continuità e
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Oggi non si può pensare di ragionare in termini di singoli canali (pagina Facebook) ma è
opportuno ragionare in un’ottica di ecosistema di canali, che sono come una sorta di vasi
comunicanti, distinti nella progettazione ma coerenti e integrati.
Pensare in un’ottica di ecosistema significa individuare un hub, una sorta di contenitore che
faccia da punto di irradiazione e che consenta al brand di avere il pieno controllo sui suoi
contenuti.
Creare un ecosistema editoriale è come creare un universo narrativo al quale si accede da un
vero e proprio giornale online. Questo ruolo è svolto attivamente dal blog corporate.
Il brand journalism deve utilizzare tutti i tipi di media, da quelli tradizionali a quelli digitali, in
maniera coerente e integrata su tutti i canali, in linea con la totalità della comunicazione del
brand.
Una delle tecniche che vengono applicate alla comunicazione d’impresa è il newsjacking, la
possibilità di entrare nel ciclo di vita della notizia con i propri contenuti
ES. Sanofi che, nel momento di picco della notizia sul lavoro agile ha pubblicato i selfie dei propri
dipendenti che lavoravano da casa.
Un caso specifico di newsjacking riguarda la gestione di un picco negativo (ES. Maalox,
vaccino Hexyon)
Un’altra tecnica utilizzata è il DATA JOURNALISM, che riguarda l’utilizzo di dati e numeri acquisiti
e analizzati attraverso tecniche statistiche.
Un fatto diventa notizia in relazione al suo contesto di riferimento interno ed esterno. Nella
trasformazione di un fatto in notizia le aziende hanno le stesse possibilità di una testata.
I criteri di notiziabilità sono:
✓ novità, imprevedibilità, singolarità
✓ vicinanza
✓ dimensione
✓ effetti pratici
✓ esclusività
✓ interesse umano
✓ drammaticità, conflittualità
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4. Skillfull participation
In questo tempo interconnesso comunicazione interna ed esterna tendono a coincidere:
nell’ottica dell’applicazioni delle tecniche di giornalismo alla comunicazione di impresa, i
dipendenti possono essere considerati essi stessi brand reporter ! persone che scrivono
appassionatamente e con competenze della propria azienda.
Nella società in rete il cittadino consumatore, obiettivo dei messaggi aziendali, non solo trova in
rete informazioni non ufficiali sulle marche e sulle aziende, ma condivide con altri consumatori
opinioni, esperienze, informazioni su quelle stesse aziende. Con due conseguenze fondamentali:
➢ il cittadino consumatore è oggi informato, competente e perfino esperto in certi ambiti.
Anche la salute inizia ad essere intesa come un sistema di relazioni online dove non ci
sono solo più medico e paziente, ma un paziente esperto e la sua rete, o community.
➢ il cittadino consumatore è connesso e attraverso la condivisione pubblica delle sue
esperienze sulla marca ha il potere di modificarne la percezione e quindi la
reputazione, oltre a indirizzarne lo sviluppo e l’evoluzione di prodotti e servizi, in
un’ottica di co-creazione.
In questo contesto i dipendenti di un’azienda sono i principali stakeholder e i primi
ambassador della marca e dell’azienda stessa.
ES. Nutella ! Ferrero per difendersi dall’accusa di avere olio di palma all’interno dei propri
prodotti, ha utilizzato i propri dipendenti che con orgoglio hanno spiegato che, come tutti gli
ingredienti della Nutella, anche l’olio di palma fosse sicuro, di ottima qualità e perfetto per esaltare
il sapore dei propri prodotti.
Dunque la figura del comunicatore ha cambiato molto la sua natura: da professionisti il cui
intento era quello della mistificazione della realtà, dell’influenza sull’opinione pubblica; a
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Secondo uno studio del 2016, l’85% degli italiani è convinto che le aziende siano in grado di
intraprendere azioni specifiche che aumentino i propri profitti e allo stesso tempo migliorino le
condizioni sociali ed economiche delle società in cui operano. Questo studio è confermato da
una ricerca che afferma che i cittadini si aspettano che più le aziende diventano potenti, più
siano obbligate a comportarsi in modo etico e nell’interesse collettivo. Il 68% del campione
globale dichiara che aziende e istituzioni hanno la stessa responsabilità nel determinare il
cambiamento.
Ciò significa che in un’epoca di forti cambiamenti, in cui gli individui chiedono con forza alle
imprese e alle organizzazioni di agire eticamente il marketing e la comunicazione assumono
più di ieri un ruolo strategico di business, di ascolto del mercato e di guida
dell’organizzazione verso le istanze dei propri pubblici: ciò si traduce nel fatto che le pratiche
della comunicazione devono essere eticamente inattaccabili
La comunicazione deve quindi essere caratterizzata da:
➢ fiducia
➢ integrità
➢ rispetto
➢ onestà
➢ responsabilità
Qualsiasi attività di comunicazione deve quindi tendere alla veridicità: speak truthfully, la verità
prima di tutto.
Un altro aspetto molto importante è che i brand non possono esimersi dal conoscere le regole
espresse dall’Ordine dei Giornalisti, sia come nuovi editori, sia come destinatari di possibili
danni della reputazione.
In sintesi i punti cardine sono:
❖ interesse pubblico
❖ perseguimento della verità
❖ essenzialità nella descrizione dei fatti
Definire la core-story, la “storia madre”: la riscoperta di un prodotto che per profittabilità e per
contenuto scientifico non è certo nella top ten dell’azienda può fare da volano alla vera “core-
story” che si intende comunicare: una storia industriale di trasparenza e autenticità.
Il 26 febbraio si decide di aprire le porte dello stabilimento di Casella alla stampa per mostrare
un immaginario narrativo coerente, che sarà poi ripreso da importanti testate italiane e
internazionali e che verrà ulteriormente valorizzato con le successive comunicazioni aziendali.
Integrare le competenze: le competenze del Management Team, se ben orchestrate dal CEO,
possono essere integrate in un unico framework e consentire una gestione della leadership e
delle decisioni in azienda efficace, condivisa e sufficientemente veloce per rispondere ai rapidi
cambiamenti che il contesto necessita, ad esempio un focus sulla salute mentale, area su cui
Angelini Pharma è da sempre impegnata.
Con il contributo umano e professionale di Agnese Cattaneo, Direttrice della Medica, la mental
health sarà il nuovo capitolo della comunicazione di Angelini Pharma.
CAPITOLO 6
Event management
Gli eventi sono un’iniziativa, una situazione di comunicazione nella quale si crea interattività,
razionalità ed esperienzialità. Per tutte queste ragioni l’evento consente di sviluppare una
comunicazione distintiva perché:
✓ associato a valori ed emozioni
✓ evoca atmosfera
✓ gradevole
✓ rivolto a stakeholder mirati raggiunti face-to-face e in tempo reale
✓ memorabile
Per queste ragioni gli eventi sono diventati nel corso degli anni un elemento indispensabile della
comunicazione d’impresa. Si tratta infatti di un settore estremamente in crescita: in Italia ha
registrato un incremento del 3,8%, per un valore complessivo pari a 884 milioni di €. Il 78,5%
delle aziende del settore inoltre dichiara che gli eventi sono una parte essenziale del loro media
mix.
Un evento è un’iniziativa o manifestazione rilevante, rivolta a un gruppo specifico di
stakeholder che prevede un luogo e un momento definito per il loro incontro ed è
organizzata, pianificata e comunicata per volontà di un’impresa, ente o associazione al fine
di raggiungere un obiettivo nel rispetto del budget.
Una prima distinzione è quella tra:
✓ EVENTI MEZZO di COMUNICAZIONE, l’impresa è l’organizzatrice dell’evento e vuole
inviare messaggi diretti ai propri stakeholder
✓ EVENTI OBIETTIVO, l’impresa sponsorizza un evento organizzato da altri per associarsi ai
valori espressi dall’evento.
Questo tipo di eventi apre spazio ad un’attività importantissima: la SPONSORIZZAZIONE.
Nel caso di eventi organizzati da altri, un’azienda può decidere di diventare sponsor, cioè
impegnarsi a sostenere l’evento organizzato per associarsi ai valori espressi dall’evento.
La sponsorizzazione può essere:
✓ finanziaria, versando una somma di denaro
✓ organizzativa, supportando l’organizzazione e la logistica dell’evento
✓ tecnologica, fornendo assistenza dal punto di vista dei materiali e delle tecnologie
necessarie
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Molto spesso la sponsorizzazione corrisponde a una vera e propria partnership fra chi organizza
l’evento e l’azienda che vi contribuisce. I principali attori della sponsorizzazione sono:
✓ SPONSOR, l’azienda che eroga il contributo, che può essere erogato attraverso denaro
o beni/servizi
✓ SPONSEE, l’ente o l’evento che è oggetto di sponsorizzazioni
Caratteristiche
Durata: varia ma sempre limitata
Sede: una o più
Cadenza: irripetibili, annuali
Bacino di attrazione: locale, regionale, nazionale, mondiale, diretto e indiretto
Tipo di accesso: privato o pubblico, gratuito o a pagamento
Ogni evento è quindi progettato come un vero sistema cioè come una molteplicità di elementi
coordinati tra di loro per formare un complesso organico che ha lo scopo di raggiungere uno o più
obiettivi.
Obiettivi
L’evento aziendale è una piattaforma di comunicazione multi-obiettivo:
✓ diffondere informazioni a determinati stakeholder
✓ aumentare la notorietà
✓ costruire e sostenere la reputazione
✓ attivare e gestire relazioni
✓ ampliare il consenso all’interno e all’esterno
✓ fidelizzare specifici stakeholder
✓ creare nuovi business
Generi
Sono i territori, gli ambiti degli eventi, si differenziano per il tipo di emozioni e di valori che
evocano
ARTISTICO e CULTURALE: trasmette valori legati alla crescita personale (es. mostra per i 50
anni di Moon Boot)
INFORMATIVO e EDUCATIVO: aumentare la consapevolezza dei suoi stakeholder riguardo
tematiche con grande rilevanza a livello sociale (es. campagna PERCHÉ SI di SANOFI)
INTRATTENIMENTO e SPETTACOLO: tutte le forme delle arti performative (musica, teatro) che
utilizzano un linguaggio a forte impatto emotivo. Utilizzano divertimento e atmosfera per facilitare
la memorizzazione e la condivisione dell’evento stesso (es. concerto 2013 a Londra per lanciare la
campagna Chime for Change di Gucci)
SPORTIVO e LUDICO: lo sport utilizza un linguaggio immediato, universale e coinvolgente; gli
eventi ludici sviluppano un hobby, un’attività di che distrae e gratifica, utilizzano un linguaggio
immediato
POLITICO e RELIGIOSO: in entrambi i generi l’obiettivo è coinvolgere la collettività
SOCIALE e NON-PROFIT: legato a cause di rilevanza sociale (protezione dell’ambiente,
protezione delle fasce più deboli) (es. giornata di plogging dei gruppi S.Pellegrino e Nestlè Vera)
PROMOZIONALE: favorire la conoscenza di un prodotto o un’attività commerciale (es. sfilata di
moda)
Ciascun genere di eventi descritto:
• evoca valori, emozioni e immagini differenti
• è indirizzato a una tipologia di stakeholder specifica
• presenta elementi positivi e pone criticità
Tipologie di eventi
ASSEMBLEA: incontro di più stakeholder per discutere di alcuni temi in comune e prendere
decisioni sugli stessi. Non sempre ha una cadenza ciclica.
CONGRESSO: incontro formale di stakeholder che hanno in comune una posizione condivisa su
una tematica o sono afferenti a una categoria professionale. Ha una cadenza ciclica.
CONVEGNO: è un incontro di alto livello che coinvolge più persone su un tema specifico, i relatori
sono esperti ma si rivolgono a stakeholder generici. Lo scopo principale è informare, aggiornare e
approfondire. Non sempre ha una cadenza ciclica.
TAVOLA ROTONDA: prevede la presenza contemporanea sul palco di più relatori esperti o
interessati al tema trattato. È di breve durata e i partecipanti sono chiamati anche a intervenire.
FIERA: ha una cadenza regolare e ha come sede spazi appositi. È un evento complesso da
organizzare per il tipo di programmazione e pianificazione che comporta. L’obiettivo è soprattutto
di tipo commerciale.
CONVENTION: ha una cadenza spesso annuale ed è finalizzata a coinvolgere la popolazione
aziendale, a promuovere il senso di appartenenza all’impresa e ad aggiornare i collaboratori
rispetto alle strategie e all’andamento dell’impresa.
OPEN DAY e VISITA AZIENDALE: è una visita della sede di un’impresa o di un’istituzione da
parte degli stakeholder esterni. Ha un duplice obiettivo: far conoscere l’impresa all’esterno e
aumentare il senso di coinvolgimento e appartenenza dei collaboratori. Può essere eccezionale e
ciclica.
INAUGURAZIONE: ha uno scopo celebrativo e ha un duplice rilievo: verso l’interno perché serve
a sviluppare il senso di appartenenza aziendale; verso l’esterno perché aumenta la visibilità e la
notorietà di un’impresa
FESTE e CELEBRAZIONI AZIENDALI: sono dedicati agli stakeholder interni con l’obiettivo di
creare relazioni durature con loro e tra di loro
CENA di GALA: sono aperte a stakeholder esterni e interni e talvolta hanno un obiettivo sociale
oltre che relazionale. Di solito prevedono location particolari e adatte alle tipologie di stakeholder
coinvolti e hanno un allestimento molto curato
CONFERENZE STAMPA: eventi riservate ai media
SEMINARIO: è una riunione che ha lo scopo di approfondire particolari temi e argomenti con
l’aiuto di esperti. È rivolta a stakeholder interni quali i collaboratori o partner commerciali
LANCIO di PRODOTTO: è un evento eccezionale che ha uno scopo commerciale e si rivolge a
stakeholder esterni. Serve a presentare un nuovo prodotto o servizio
ROAD SHOW: è un evento che si svolge in più sedi lungo un percorso. È spesso organizzato in
forma spettacolare per attirare l’attenzione degli stakeholder.
COVID-19 ed EVENTI
L’emergenza covid-19 ha impattato il settore degli eventi in maniera significativa. In seguito alle
politiche riassunte in #IORESTOACASA:
✓ molti eventi anche importanti sono stati annullati o rimandati
✓ altri sono stati trasmessi in streaming
✓ altri non erano previsti e sono stati organizzati a causa dell’emergenza
Fasi di organizzazione
Gli eventi sono pianificati: ogni singolo dettaglio è essenziale per il raggiungimento dell’obiettivo
prefissato. Le fasi dell’organizzazione sono 4:
1. IDEAZIONE, serve a definire l’evento nella sua veste strategica: obiettivi strategici, valori
ed emozioni alle quali associarsi, stakeholder con i quali mettersi in dialogo, tipo e genere
di evento, idea creativa
2. SVILUPPO, è la fase di progettazione dettaglio, permette la definizione operativa
dell’evento. Gli specialisti dell’organizzazione dell’evento devono definire: obiettivi specifici,
piano di lavoro, budget
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Le principali responsabilità
Riguardano:
✓ gestione dell’evento: strategia e project management, capacità di governare in maniera
strategica l’evento e saperne gestire il project management (gestione giorno per giorno)
✓ contenuti, competenze necessarie a riempire di contenuti interessanti e importanti gli
eventi (ricerca artisti, relatori, temi…)
✓ amministrazione e fornitori esterni, aspetti amministrativi e legali
✓ comunicazione e social media, valorizzare tutte le potenzialità di comunicazione
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Briefing
Ciò che ha “accesso la lampadina” è stato il fatto che nelle grosse corporation americane il 60%
degli impiegati vorrebbe essere maggiormente ingaggiato dalla propria azienda (es. Coca-Cola,
IBM, Intel sono fautori di programmi di ambassador nei quali hanno cercato di trasformare i propri
dipendenti nei primi promotori dei loro prodotti).
Guardando all’interno di FCA, questa ha 60000 dipendenti nel perimetro Europa-Africa: il 30% di
questi sono potenzialmente in target con Giulietta.
Il fatto che non ci fossero grandi elementi da comunicare ai giornalisti e che ci fosse un
potenziale importante dal punto di vista degli impiegati all’interno, ha fatto ribaltare il
tradizionale procedimento di lancio di automobili: è stato organizzato un evento principalmente
per i dipendenti.
Il lancio è stato internazionale (Torino, Milano, Parigi, Francoforte e Madrid) il 24/2/2016.
Concept creativo
È stato quello di trasformare i dipendenti di FCA negli ambasciatori ufficiali di Giulietta
coinvolgendoli per la prima volta in assoluto in un evento di lancio di una vettura del gruppo,
attraverso un nome che potesse ingaggiare il più possibile le persone (NOI SIAMO GIULIETTA)
per rendere omaggio a coloro che hanno contribuito alla creazione della nuova vettura, che viene
svelata all’interno di 5 serate-evento andate in scena contemporaneamente nelle 5 città di
lancio.
Obiettivi
1. identificare un naming che fosse coinvolgente per i dipendenti
2. creare aspettativa ! TEASING ! PRE-EVENTO
Sono state organizzate operazioni di teasing all’interno degli stabilimenti per creare
curiosità e aspettativa. Sono state realizzate 150000 tovagliette con call-to-action in 22
diverse mense aziendali, personalizzazione degli uffici e dei carrelli degli uffici,
esibizioni di artisti alle uscite delle sedi FCA. Contest band aziendale: un concorso ha
permesso di selezionare le band aziendali che si sono esibite in apertura all’evento
principale di Torino.
3. coinvolgere il target
comunicazione: l’elemento distintivo della vettura è il baffo rosso sulla parte anteriore
della macchina. È stato inserito nell’invito e poteva essere staccato e utilizzato per
effettuare scatti fotografici: è stato chiesto, una volta ricevuto l’invito, di scattarsi un selfie
e postarlo con #NOISIAMOGIULIETTA per spopolare sui social media
concerti: sono stati separati i 2 concerti principali in Italia: uno per giornalisti,
influencer e ospiti nel museo dell’Alfa Romeo ad Arese coinvolgendo 1500 persone con
Djset dell’ospite d’onore Skin; e uno per i dipendenti (5000 circa) all’interno di un ex
officina di produzione di auto organizzato da Virgin Radio con ospiti del mondo rock
(Piero Pelù e Marky Romane)
4. trovare un allestimento idoneo e svelare la vettura
allestimenti e tecniche: palco su due livelli: l’artista è sopra la vettura in modo tale da
poter fotografare l’artista comprendendo nella foto anche la vettura.
audio/video/luci: sempre più importanti nell’organizzazione di eventi
5. creare un evento internazionale
nelle città estere coinvolte viene esteso il concept originale dell’evento italiano
6. promuovere il lancio al di fuori della location ! FOLLOW UP ! POST EVENTO
follow up: diffusione dei contenuti dell’evento attraverso un sito dedicato con la possibilità
per il pubblico di scaricarle e condividerle sui propri canali digitali
Risultati
✓ 15000 dipendenti coinvolti
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✓ più di 2000 post su Instagram e Facebook che hanno generato più di 2 milioni di
impression
✓ numerosissimi articoli su media specializzati e lifestyle senza spendere un solo euro
✓ coinvolgimento di 5 mercati europei
✓ vincitore del primo premio al Best Award 2016 come miglior evento di Business to
Internal (BI)
✓ TOTAL ADVERTISING VALUE EQUIVALENT 1346000€ ! spesa che avrebbe dovuto
fronteggiare il cliente per organizzare un evento del genere
450000/500000€ ! spesa effettiva del cliente per l’organizzazione dell’eventpo
✓ +12% di vendite nel mese successivo
CAPITOLO 7
Business writing
RRR-RR-R
R !Realtà oggettiva
RR!Rappresentazione della Realtà, soggettiva, ognuno ha la propria
RRR!Rappresentazione linguistica della Rappresentazione della Realtà
4. WORDS, nel dizionario italiano ci sono circa 185000 parole (nel dizionario Gradit, Grande
dizionario italiano dell’uso, ci sono circa 465000 parole perché al suo interno contiene
anche i dizionari di settore)
Ognuno di noi ha circa 250 HOT WORDS, parole che scaldano, che toccano, nel bene e
nel male: di queste 50 sono KEYWORDS
5. 7 S:
1. SEMPLICITÀ, scrivere per farsi capire, eliminare le complicazioni lasciate da chi ha
scritto il testo
2. SINTESI, scrivere quel tanto che serve, mettere insieme gli elementi fondamentali
togliendo il superfluo
3. STRUTTURA, mettere in ordine, scrivere organizzando il testo nel modo più funzionale
all’obiettivo che si vuole raggiungere
Queste prime tre sono abilità più tradizionali, legate all’attività dell’emisfero sinistro del nostro
cervello
4. STILE, ridurre la distanza tra lingua scritta e lingua parlata, mantenere un ritmo
piacevole che sostenga l’argomentazione
5. SE-DUZIONE, condurre a sé, meritare l’attenzione del lettore usando parole, valori vicini
a lui per avvicinarlo a noi
6. SIM-PATIA, sentirsi insieme con l’altro, saper toccare le corde emotive del messaggio
utilizzando le parole e il modo più corretto
7. STRA-VAGANZA, muoversi al di fuori degli spazi predefiniti e tradizionali con l’innesto di
creatività e coraggio
Queste ultime tre abilità sono le cosiddette soft skill, legate all’emisfero destro e sono più legate
alle caratteristiche di personalità di ogni individuo.
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1. SEMPLICITÀ
È la dote più importante per gli scrittori professionali: saper ridurre i disturbi della comprensione e
sciogliere il linguaggio troppo specialistico.
Esiste un decalogo per scrivere in maniere semplice ed efficace:
1. PAROLE BREVI, entrano meglio nella mente del lettore e vi rimangono più a lungo
3. PAROLE COERENTI, usare sempre le stesse parole per indicare il medesimo concetto; al
fine di essere chiari e inequivocabili è bene evitare i sinonimi
4. PERIODI BREVI e LINEARI (pochi incisi, più coordinate), periodi brevi sono più
comprensibili: è meglio perciò costruire periodi con massimo 25 parole e non più di due
frasi e costruire frasi coordinate invece che subordinate. Le frasi brevi suggeriscono un
senso di urgenza che dà più efficacia al messaggio
6. MODI e TEMPI VERBALI SEMPLICI, il tempo indicativo è il più incisivo per farsi
comprendere; i tempi verbali da usare nella prosa funzionale sono presente, passato
prossimo, imperfetto, futuro semplice
8. VERBI IN FORMA ATTIVA (limitare passiva e impersonale), la forma attiva dei verbi è
chiara e incisiva; la forma passiva mette in secondo piano il soggetto e rende oscura la
frase. La forma passiva può essere utile per addolcire un’affermazione, la forma
impersonale è piatta e veicola un messaggio smorzato
9. ELENCHI, per presentare una serie di concetti è utile organizzarla in un elenco. Gli elenchi
a punti attribuiscono uguale rilevanza a tutti i contenuti, gli elenchi con le lettere indicano
una priorità tra i contenuti, gli elenchi con i numeri rimarcano l’ordine di priorità
2. SINTESI
Dal greco “mettere con”, è il processo di scomporre un testo per eliminare l’inutile e scegliere solo
ciò che interessa per comporre un testo che dice tutto in modo essenziale.
Sintesi non è brevità: brevità significa scrivere poco, sintesi significa scrivere poco ma molto
denso di significato. Per arrivare alla sintesi una delle possibili tecniche è tagliare e cucire i
pezzi senza aggiungere parole: è la tecnica detta forbici e colla, che segue alcuni passaggi:
• tagliare i periodi che non aggiungono valore al messaggio e le parti superflue
• tagliare gli incisi
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3. STRUTTURA
La struttura di un messaggio è già un messaggio. Non importa quale sia il tema dello scrivere, l
protagonista è sempre l’organizzazione. Una struttura ben organizzata è il primo requisito per una
relazione durevole con i lettori.
Ci sono 3 tipi di strutture dell’argomentazione:
• B.L.O.T. ! the Bottom Line On the Top ! concetto fondamentale all’inizio. È la struttura
dei testi di natura essenzialmente informativa, è alla base della comunicazione giornalistica
di cronaca. Segue il modello delle 5 W (Who, What, Where, When, che sono oggettive e
Why, che è la componente soggettiva, il pensiero del giornalista)
• B.L.I.M. ! the Bottom Line In the Middle ! concetto fondamentale in mezzo. Utilizzata
quando il messaggio non è gradito al lettore oppure per dare valutazioni critiche o negative,
ma si vuole comunque dare una nota positiva.
B.L.O.B. ! the Bottom Line On the Bottom ! concetto fondamentale alla fine. È lo
schema più classico del testo argomentativo. Procede per gradi: introduce la questione, la
sviluppa, e porta all’argomento principale come risultato delle considerazioni precedenti.
Riguarda soprattutto i messaggi di marketing e vendita, per i quali viene costruita una
struttura a imbuto.
6. SIM-PATIA
Sentire insieme con l’altro, è la componente emotiva del linguaggio. Significa lavorare sull’impatto
delle parole e delle frasi, saper convincere il lettore, per raggiungere l’obiettivo.
A questo proposito fondamentali sono i SISTEMI SENSORIALI o RAPPRESENTAZIONALI,
sistemi per elaborare informazioni, utilizzati dalle persone per conoscere e rappresentare il mondo.
Ogni essere umano rielabora la realtà a partire dalle informazioni che riceve dai suoi canali di
ingresso: i 5 sensi. Le informazioni sono poi ulteriormente rielaborate nel linguaggio. Si crea così
una rappresentazione mentale del mondo fatta di immagini, suoni, gusti, odori e sensazioni
sempre frutto di una semplificazione del modello originario.
I sistemi rappresentazionali si distinguono in:
V ! VISIVO, legato al senso della vista, hanno una forte immaginazione. Hanno un tono e un
volume di voce molto alto, gesticolano molto, hanno una mimica facciale esplicita. Può essere
impiegato per osservare il mondo che ci circonda e riprodurre o visualizzare internamente delle
immagini. Per quanto riguarda la scrittura, utilizzano figure retoriche e verbi collegati alla vista,
non prestano molta attenzione al linguaggio, curano molto anche gli aspetti non verbali della
scrittura
A ! AUDITIVO ! legato al senso dell’udito, hanno un tono di voce che alterna monotono e
armonico, spesso inclinano la testa verso la fonte del suono e la gestualità è a tempo con le
parole. Sono molto attenti alle parole, hanno una memoria di ferro, preferiscono le parole alle
immagini. Sono concentrati sui suoni e sugli accostamenti delle parole, sono controllati nel
linguaggio. Esalta l’attenzione a come suonano le informazioni che una persona sta acquisendo ed
elaborando, e porta a costruire dialoghi per organizzare le proprie percezioni.
Per quanto riguarda la scrittura, utilizzano parole legate all’udito, presta molta attenzione agli
aspetti paraverbali del messaggio, soprattutto al ritmo (respiri, pause)
K ! CENESTETICO ! legato al senso della vista, del tatto e dell’olfatto e al 6º senso, la
componente emotiva, hanno un tono e un volume di voce bassi, fanno pause lunghe
assaporando ogni singola sensazione. Per quanto riguarda la scrittura, è caratterizzata da parole
che appartengono alla sfera delle sensazioni fisiche e dell’emotività.
Si distinguono in:
• OLFATTIVI, imparano e ricordano odori, profumi, non sopportano odori di qualcosa o
qualcuno che gli fanno male
• GUSTATIVI, danno molta importanza al cibo e alle relazioni legate al cibo. Utilizzano
espressioni legate al mondo del cibo
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• TATTILE, hanno bisogno di toccare, sono persone molto fisiche, soprattutto gli sportivi,
sono persone molto spigolose, si fa scivolare quasi tutto addosso
Quando scriviamo uno-a-uno è molto utile riconoscere il sistema rappresentazionale
dominante del nostro interlocutore e usare le sue parole per instaurare una relazione di fiducia.
Se invece scriviamo a un pubblico ampio, meglio ricorrere a più sistemi rappresentazionali,
provocando un accumulo sensoriale percettivo che rende la comunicazione più aperta, ricca e
degna di interesse.
ES. “Ci vediamo domani alle 10 che vi devo dire una cosa che mi sta molto a cuore?”
TEST
1.a V
2.a K
3.c V
4.a V
5.c A 5V 2K 3A
6.a V
7.a A
8.c V
9.b K
10.a A
L’equilibrio si trova in caso di 3-3-4 ma anche 4-4-2; in caso contrario si parla di disequilibrio.
In caso di maggioranza di V, A o K tra due soggetti aumenta la possibilità
di rischio di incomprensione. Non è comunque detto che due soggetti con la stessa
“maggioranza” vadano d’accordo: sicuramente aumenta la possibilità di comprensione tra i
due.
7. STRA-VAGANZA
Stra-vagare, vagare extra, significa muoversi al di fuori dei percorsi abituali.
La scrittura è composta da 3 fasi:
1. PRE-WRITING, PROGETTAZIONE: riassume ciò che si fa prima di scrivere. Si cerca di
scoprire i propri pensieri, di portarli alla luce. Non si scrivono frasi compiute, ma tutto ciò
che ci viene in mente riguardo quell’argomento. Dopo la quantità si passa alla qualità: si
scelgono gli argomenti più rilevanti. Si passa dall’emisfero destro nella prima fase,
all’emisfero sinistro nella seconda.
Il metodo tradizionale di organizzare i pensieri è quello della scaletta, comoda e
funzionale, ma presenta dei limiti: obbliga il cervello a procedere in modo lineare e
costringe a usare contemporaneamente i due emisferi del cervello.
Ma la creatività procede per salti, per associazioni-lampo, dunque la tecnica più efficace
di progettazione è il CLUSTERING, cioè la rappresentazione di idee sotto forma di
grappolo, che stimola l’ispirazione creativa. Risulta anche il più adatto per scrivere in
internet.
È composto da diverse fasi:
• scrivere al centro di un foglio la parola chiave di cui vogliamo parlare e disegnare un
cerchio intorno a questa
• dopo una pausa, cominciare a lasciar fluire i pensieri. Registrare ogni pensiero in una
parola chiave: si otterrà così un grappolo che contiene i concetti fondamentali e quelli
secondari
• ordinare i pensieri coinvolgendo l’emisfero sinistro. Scegliere il concetto più importante
e segnarlo con la lettera B (Beginning): sarà l’inizio. Scegliere poi il secondo concetto
più importante e segnarlo con la lettera E (End): sarà la conclusione. Quindi assegnare
dei numeri ad altri cluster, secondo il criterio che riteniamo migliore.
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CAPITOLO 8
Social media management per la comunicazione d’impresa
Gli ultimi anni hanno visto una vera e propria esplosione nel numero e nell’uso dei social media.
I social media in particolare sono enumerati tra gli strumenti essenziali per l’engagement degli
stakeholder: facilitano infatti le interazioni dirette con i soggetti che rappresentano e comunicano
per conto dell’azienda e che la rendono più trasparente e autentica agli occhi degli stakeholder.
“Dobbiamo far scendere i brand dalla giostra dei social media, che va sempre più veloce, ma non
arriva mai da nessuna parte” Questo è il marketing secondo Seth Godin
Secondo Seth Godin il marketing deve:
1. proporre la migliore storia da vivere: raccontare un prodotto, un servizio, una soluzione
che vale la pena di acquistare e farlo con una storia incredibile, onesta, costante,
mettendosi in ascolto e in gioco. Una storia unica e inimitabile, una storia che “aggancia”
la tua tribù. Non si tratta solo di storytelling perché al centro c’è l’esperienza unica del
cliente, che partecipa entrando da protagonista nella tua storia
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2. aggrega tribù anche in modo gentile: le aziende più illuminate non dialogano con una
folla indistinta proponendo un marketing arrogante e pervasivo ma scelgono di intercettare
tribù e micro-tribù ad alto valore aggiunto. Non contano i numeri e le metriche di vanità:
la differenza la fa il cosiddetto “smallest viable market”, cioè il minimo mercato
sostenibile, quello che costringe ad essere verticali, generando crescita.
3. intercetta il consenso e guidalo: per mantenere il consenso occorre comunicare in
modo mirato solo con coloro che hanno scelto di ricevere tue notizie. Per farlo al meglio
devi essere proprietario di questo consenso, devi orientarlo, non noleggiarlo. Ecco
perché quando si adotta una piattaforma di social media non costruisci veramente un
asset. Per lavorare al meglio devi lasciare una firma autentica e personale.
La crescente popolarità dei social media è dimostrata da tendenze comuni a livello globale:
circa 4,5 miliardi di utenti internet di cui quasi 4 miliardi utenti social.
Tra le piattaforme social più conosciute rientrano:
✓ videosharing ! Youtube, TikTok
✓ photosharing ! Instagram, Pinterest
✓ blogging ! WordPress, Medium, Tumblr
✓ microblogging ! Twitter
✓ social networking ! Facebook, Linkedin
✓ camera company ! Snapchat
✓ instant messaging ! WhatsApp, Telegram
✓ podcasting ! Audible
Questi nuovi strumenti basati sulle nuove tecnologie di comunicazione consentono a singoli utenti
e organizzazioni di interagire, raggiungere, persuadere e intercettare pubblici chiave in modo
più efficace e su piattaforme multiple.
Le differenze fondamentali tra media tradizionali e media digitali e social sono:
1. approccio alla comunicazione, dal broadcasting al crowdcasting: il broadcasting è un
approccio di trasmissione delle informazioni che vede pubblici di massa ricevere i
messaggi secondo quanto pianificato dall’organizzazione emittente.
Il crowdcasting consiste in un processo di comunicazione in cui i pubblici diventano
partecipanti che producono e diffondono contenuti sull’organizzazione.
2. modello di comunicazione, da uno-a-molti a molti-a-uno e molti-a-molti: il modello di
comunicazione uno-a-molti è tipico di un’organizzazione che comunica a un vasto
pubblico attraverso un annuncio via radio, giornale o TV. A questo oggi si affiancano i
modelli di comunicazione molti-a-uno e molti-a-molti in cui le voci che avviano
conversazioni e scambiano messaggi sono molteplici.
3. principio guida, dal corporate positioning al content generation: tradizionalmente le
attività di comunicazione si sono basate sul principio del posizionamento aziendale;
con l’avvento dei social media le aziende si sono rese conto dell’opportunità di
affiancare all’obiettivo di posizionamento il principio di generazione dei contenuti, che
si basa sull’incoraggiare la generazione e diffusione di contenuti aziendali da parte
degli utenti sui social media.
4. metafore chiave, da medium e canale a piattaforma di discussione: da un lato si
trovano i concetti classici di medium dove la comunicazione è pianificata, controllata,
mirata ad un pubblico ampio e passivo; dall’altro si fanno strada i nuovi concetti di
piattaforme e arene che caratterizzano il nuovo ambiente mediatico digitale e social,
dove la comunicazione avviene alla presenza di una molteplicità di voci e in spazi di
discussione che un’organizzazione non può gestire e controllare appieno.
5. regole di comunicazione, da fisse e controllate a caotiche, dinamiche, emergenti: le
regole di comunicazione non sono più le stesse. Il nuovo ambiente mediatico richiede
infatti regole flessibili
6. costi di produzione e diffusione del contenuto, da alti ad accessibili: le tecnologie
digitali consentono infatti un considerevole abbassamento dei costi
Nel complesso i social media hanno cambiato in maniera rilevante il modo in cui le
organizzazioni comunicano: nasce un nuovo ecosistema di comunità e network:
✓ owned (social) media: permettono alle aziende di diventare i propri generatori di contenuti
sotto forma di strumenti che sono di proprietà diretta (sito web aziendale, corporate blog,
account Twitter aziendale o canale Youtube aziendale)
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✓ paid (social) media: in maniera simile agli owned (social) media, sono opportunità di
comunicazione in termini di immediatezza ma anche di controllo dei messaggi veicolati
(pubblicità dispaly, link sponsorizzati, coinvolgimento di blogger o vlogger influenti per far
riferimento al sito web o social media aziendale)
✓ earned (social) media: è il passaparola generato dagli utenti intorno a un’organizzazione,
un brand, un prodotto, un servizio o un’iniziativa aziendale a diventare il medium. Gli
earned (social) media assumono la forma di like, retweet, share, menzioni… (passaparola
online sull’organizzazione e la diffusione virale di contenuti aziendali)
Con la diffusione dei social media, si passa dall’accentramento della comunicazione nelle mani
dei professionisti al coinvolgimento degli influencer, che rappresentano oggi potenti
mediatori nella comunicazione d’impresa e nella percezione di imprese e brand.
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ES. Lacoste ha annunciato che avrebbe declinato il suo storico logo con dieci polo in edizione
limitata dedicate alle diverse specie in via di estinzione. Ma il Guardian ha ripreso i commenti di
molti consumatori, che hanno fatto notare come la casa d’abbigliamento produca ancora oggi
guanti in pelle di cervo
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sempre quelli aziendali. In questo senso spesso i profili social possono servire per
ascoltare ciò che si dice in rete, anche del brand o della divisione che si guida.
• ESSERE ANCHE BUONI SCERIFFI: la rete non è il far-west e occorre evitare di replicare
a chi offende o insulta. Al bando gli haters di professione che popolano i social media. Il
rispetto delle policy consente anche di bannare e quindi di escludere gli utenti più ostili. E
quindi dobbiamo cercare di non accettare violenze verbali.
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CAPITOLO 9
La pianificazione della comunicazione
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1. RESEARCH
All’inizio del ciclo di
pianificazione, la
fase di research si
concentra su:
➢ definizione degli obiettivi strategici di comunicazione
➢ analisi del contesto
➢ analisi degli interlocutori
Per quanto riguarda la definizione degli obiettivi strategici, questi riguardano quale direzione
l’azienda vuole prendere. Questi obiettivi strategici dovrebbero essere:
✓ radicati negli obiettivi di business
✓ congruenti con la mission e i valori aziendali
✓ concordati con i top manager/committente e con altri soggetti coinvolti (negoziati)
Esempi: migliorare la reputazione dell’azienda, posizionare l’azienda come responsabile dal punto
di vista sociale e ambientale, supportare i valori aziendali tra i collaboratori
Per quanto riguarda l’analisi del contesto, deve concentrarsi sia sull’ambiente esterno che su
quello interno.
Analisi del contesto interno:
✓ missione dell’organizzazione, policy, ecc.
✓ analisi dei collaboratori, biografie, membri del consiglio d’amministrazione
✓ programmi, prodotti, servizi
✓ statistiche sulle risorse, budget, personale, vendite, profitti
✓ policy statement e procedure relative al problema
✓ position statement dei top manager sul problema
✓ descrizione di come l’organizzazione sta affrontando la situazione
✓ lista dei media aziendali
Analisi del contesto esterno:
✓ trend rilevanti per l’azienda/questione
✓ competitor
✓ copertura data dai media all’azienda e al problema
✓ lista dei media che menzionano l’organizzazione e la questione
✓ regolamentazioni rilevanti, legislazione, leggi in discussione, ecc.
Per rilevare questi dati relativi alla ricostruzione del contesto, il manager può ricorrere a
molteplici fonti, strumenti e modalità di indagine:
• monitoraggio e analisi dei media
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• ricerche su Internet
• informazioni provenienti da professionisti e organizzazioni commerciali
• comunicazione con i pubblici
• survey formali
• focus group
• conoscenza dei collaboratori
• monitoraggio sistematico della legislazione
Una tecnica di analisi del contesto molto utilizzata è la SWOT ANALYSIS, che prende in
considerazione elementi del contesto interno ed esterno e li mette in relazione:
S ! Strenghts, punti di forza
W ! Weakness, punti di debolezza
O ! Opportunities, opportunità
T ! Threats, minacce
Al termine di questa analisi, il manager avrà focalizzato in maniera complessiva tutti gli elementi
che hanno possibile influenza su una questione/problema dell’organizzazione e sarà nelle
condizioni di poter focalizzare uno statement legato a un’opportunità.
Per quanto riguarda l’analisi degli interlocutori, è necessario identificare i soggetti con cui è
prioritario entrare in relazione in modo strategico e identificare le strategie di comunicazione
adatte, facendo una lista e analizzando successivamente le loro attitudini, i loro atteggiamenti
e i bisogni di comunicazione.
É necessario essere in grado di analizzare gli interlocutori da punti di vista molteplici e diversi
e trovare i metodi di analisi più appropriati per la situazione.
Per raccogliere questi dati sugli interlocutori è possibile utilizzare diversi metodi:
✓ dati secondari (comunicazioni esistenti tra gli stakeholder e l’azienda, studi precedenti)
✓ network di comunicazione informale
✓ focus group
✓ survey
✓ osservazione
✓ social media
Uno degli strumenti di mappatura più noti per analizzare le attitudini degli interlocutori è la
POWER-INTEREST MATRIX, attraverso la quale gli stakeholder possono essere analizzati sulla
base del potere che possono esercitare e dell’interesse che detengono rispetto alle attività di
organizzazione.
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Il manager di
2. ACTION PLANNING
Alla luce dei risultati della fase 1, viene
pianificata l’attività da svolgere, che è la fase più legata alla pianificazione delle attività.
Il primo aspetto di questa fase è legato alla definizione degli obiettivi primari, in grado di
misurare effettivamente i progressi che l’azienda compie e definiscono l’agenda che guida tutta
l’attività del team di comunicazione.
Per quanto riguarda gli obiettivi, devono avere le caratteristiche nell’acronimo SMART:
S —> Specific —> specifico, puntuale, non generico
M —> Measurable —> misurabile, in modo concreto
A —> Achievable —> raggiungibile
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R —> Realistic —> il cui raggiungimento sia realisticamente possibile in funzione del budget e
delle risorse disponibili per sostenerlo
T —> Timely —> da conseguire in un orizzonte temporale definito
esempio obiettivo smart: aumentare del 20% il contatto faccia a faccia con consumatori in 18 mesi.
Il manager di comunicazione dovrà definire a quali interlocutori rivolgersi in modo specifico con il
proprio programma di comunicazione (target audience), la strategia di comunicazione più
opportuna per raggiungere gli obiettivi smart (come) e i messaggi chiave e le tattiche
attraverso cui sostenere tale strategia (cosa).
La strategia può essere intesa come il ponte fra gli obiettivi di comunicazione (cosa deve essere
perseguito) e le tattiche (cosa verrà fatto). Rappresenta dunque il “come” di un programma di
comunicazione e non il “cosa”.
Le strategie possono essere di diverso tipo a seconda del posizionamento degli interlocutori
in funzione degli obiettivi.
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Per quanto riguarda le risorse, il manager di comunicazione dovrà in primo luogo valutare il
numero di persone nello staff e le competenze possedute da queste. Se necessario è possibile
attivare consulenti, agenzia di comunicazione e professionisti esterni.
Per quanto riguarda il budget, l’organizzazione definisce in genere il suo ammontare sulla base
di quanto allocato in passato, apportando se necessario alcuni adattamenti, o in comparazione
rispetto a quello dei principali concorrenti di riferimento, o in % sul fatturato.
Per quanto riguarda il tempo, per ogni tattica, il manager di comunicazione dovrà definire la data
di inizio e quella di termine e suddividere ogni tattica in un numero di compiti e definire la data
di inizio e quella di termine di ciascuno di essi.
Per rappresentare graficamente lo sviluppo temporale di ciascuna tattica o progetto, potrà
ricorrere al diagramma di Gantt, da redigere manualmente o tramite software
3. COMMUNICATION
In questa fase vengono realizzate tutte le attività che sono
state definite e sistematizzate nel piano di comunicazione redatto nella fase di action planning.
È la fase in cui si mette in atto ciò che è stato pianificato nella fase precedente.
Implementazione: ogni tattica deve essere progettata nel dettaglio, deve essere gestita,
monitorata, rivista se necessario. Per la gestione manageriale delle singole attività verranno
impegnati strumenti ad hoc.
Project Management: monitorare l’uso di tempo, risorse, efficacia dell’organizzazione e dei ruoli.
4. EVALUATION
In questa fase si misura il tempo di esposizione che un’azienda a ottenuto a seguito delle
attività realizzate e che tipo di effetti hanno sortito queste attività sulla target audience.
Per la valutazione dei risultati di comunicazione è possibile fare riferimento a un modello
piramidale a 3 livelli che include:
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• una misurazione di base che si concentra sugli output di comunicazione, cioè sul
numero di comunicazioni che hanno raggiunto le target audience e sulla
quantificazione delle audience raggiunte.
• una misurazione intermedia che si concentra sugli outtakes di comunicazione, cioè su
cosa le target audience pensano, sentono o fanno, tipicamente in relazione a una certa
decisione da prendere.
• una misurazione avanzata che si concentra sugli outcomes di comunicazione, cioè sugli
effetti conseguiti dalle attività di comunicazione sulle opinioni, le attitudini e
comportamenti delle target audience.
La valutazione dell’efficacia di un
programma può essere valutata sulla
base degli effetti di processo e degli affetti di comunicazione
Gli effetti di processo riguardano la qualità del programma di comunicazione in relazione a:
➢ la conoscenza raccolta o generata per l’organizzazione
➢ il livello di dettaglio con cui è stato possibile eseguire il piano
➢ iI supporto complessivo ottenuto dall’organizzazione
➢ la capacità di realizzare le attività in maniera efficace sul piano dei costi
Gli effetti di comunicazione riguardano gli effetti cognitivi e comportamentali generati presso
le target audience in relazione agli obiettivi.
2. Action planning
! ascolto in itinere ! monitorare momento per momento l’andamento delle
3. Communication
iniziative di comunicazione programmate
4. Evaluation ! ascolto finale ! misura l’esposizione dell’azienda e gli effetti della
comunicazione sugli interlocutori
Per valutare la diffusione e gli effetti della comunicazione, si rimanda al modello della
piramide di valutazione:
➢ livello outputs ! misura, valuta quanti sono i messaggi diffusi, i soggetti e gli interlocutori
esposti a questi messaggi, il contenuto di questi. Indica cosa l’azienda ha fatto.
➢ livello outtakes o riscontri ! cerca di capire quante tra le persone esposte ricordano e
hanno capito il messaggio
➢ livello outcomes ! misura gli effetti prodotti dalla comunicazione sugli interlocutori,
verifica se ci sono stati cambiamenti di opinioni, atteggiamenti, comportamenti.
A ciascuno di questi livelli di valutazione, corrisponde una serie di strumenti pratici e tecnici:
valutare quante e quali persone sono state raggiunte dai messaggi e capire se fanno parte del
target dell’azienda.
Gli strumenti per la valutazione possono essere diversi:
➢ Auditel e Audiweb
➢ Readership, viewership e listenership survey ! questionario
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❖ social media monitoring, si può effettuare un’analisi del sentiment monitorando i trend,
per migliorare le strategie sui social. Rappresenta il processo in cui possiamo misurare
la performance delle pagine e dei contenuti che vengono pubblicati
❖ social media management, consente di creare e distribuire tutti i contenuti, gestire canali
social, gestione dei commenti, creare report
CASO APEROL
Centenary, 1919-2019
È stato organizzato un evento per festeggiare il centenario del gruppo APEROL, che ha coinvolto
giornalisti e influencer da ogni parte del mondo, con l’obiettivo di rafforzare:
- ETICA di MARCA
- VALORE di MARCA
facendo leva sullo storytelling.
Questo evento, denominato “It starts with spark”, è basato su due messaggi:
1. Brand unico e contemporaneo
2. Raccontare la storia di Aperol spritz, che nasce a Padova, si diffonde a Venezia fino a
diventare oggi parte della quotidianità, della cultura
Nella definizione di ogni piano si cerca di costruire un climax; si hanno dunque diverse fasi:
- PRE LANCIO ! PRE LAUNCH
- LANCIO ! LAUNCH
- POST EVENTO ! SUSTAIN
Ecosystem Aperol
1. LIMITED EDITION, l’obiettivo era quello di aumentare la brand equity attraverso unicità e
differenziazione: per fare ciò sono state reinterpretate in modo moderno e contemporaneo
delle opere di Mattotti. Ciascuna bottiglia era così diversa dalle altre sia nei colori che nei
materiali.
2. JOYFUL COLLECTIVE, l’obiettivo era quello di aumentare la creazione di contenuti da
parte degli influencer
3. CENTENARY EXPERIENCE, una full immersion di 3 giorni tra Padova e Venezia, alla
scoperta dei luoghi di nascita di Aperol, per conoscere l’unicità e la grandezza del brand,
che ha visto coinvolti influencer e media.
Day 1: BACARO EXPERIENCE
Day 2: GRAZIE VENETO: sono stati realizzati 3 diversi sofa (simbolo di amicizia e
condivisione) da 3 artisti provenienti da 3 paesi diversi, che mostravano ognuno un aspetto
diverso di Aperol.
4. GRAPHIC NOVEL, è stato realizzato un libro nel quale sono stati ricostruiti tramite
aneddoti e valore di marca per ricostruire la storia del brand
5. HAPPY TOGHETER LIVE: evento musicale in Piazza San Marco a Venezia con ospiti
musicali
Risultati
Influencers: 77 presenti al lancio
Traditional media: 53 presenti al lancio
Digital Global: 1.6 milioni di reach
Digital, Local Markets: +23.6 milioni di reach
Sanofi Italia
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Oggi la comunicazione d’impresa nella salute è ancora più importante: in questo flusso di
informazioni è necessario riorientarci in un mondo che è stato travolto negli ultimi 60 giorni.
Si è provato a declinare il concetto di informazione autorevole scientifica basate sulle
evidenze tecnico-scientifiche oltre alla narrazione empatica: tradurre messaggi difficilmente
traducibili per i lettori.
Elemento cardine: coerenza di identità, racconto, che genera fiducia e rispetto da parte delle
comunità.
Altro elemento: comunicazione costante, mandare messaggi internamente ed esternamente
tramite i canali social facendo percepire presenza da parte dell’azienda.
Humanitas
Mai come in questo periodo la comunicazione nella salute ha potuto sprigionare la sua
importanza diventando protagonista in uno scenario internazionale.
La salute è al centro della nostra vita privata e professionale e la sua comunicazione parla
sempre più alla pancia che al cervello.
Il team di comunicazione di Humanitas si è distinto stando accanto allo staff 7/7 assistendo alla
trasformazione degli ospedali, cercando di raccontarla comprendendo la contemporaneità e il
“mood” che li circondava.
Si sono vissute diverse fasi:
➢ paura, durante la quale si è cercato di rassicurare attraverso strumenti nuovi,
➢ infodemia, distinguendosi come fonte veritiera (video, media, social)
➢ condivisione, caratterizzato da stanchezza, virus, morte, lavorando sulle emozioni
(podcast, fotografie, voce)
➢ rinascita, caratterizzato da cautela, fiducia nell’ospedale come luogo sicuro
Regione Lombardia
Sanità è una delle materie di competenza regionale e rappresenta il contenuto più consistente
nel bilancio regionale (75-78%)
Anche in ambito comunicazione affianco a quella istituzionale, c’è un assessorato dedicato al
welfare che dispone di struttura comunicativa propria con il compito di promuovere politiche
sanitarie e coordinare le attività delle strutture comunicative degli enti del sistema sanitario:
ogni struttura ha dunque al suo interno propria struttura di comunicazione.
La comunicazione sanitaria è un comparto imprescindibile nelle società moderne e costruire
culture comunicative diviene funzionale per un miglior funzionamento delle società.
Il ruolo del sistema pubblico in un mondo iper-comunicativo è quello di posizionarsi come
fonte certificata, autorevole, da essere riconoscibile come fonte capace di fornire contenuti
certificati.
L’obiettivo sistema pubblico per prossimi anni è emergere dal terreno della comunicazione
social, digitale come fonte credibile di informazione.
Angelini Pharma
La comunicazione di e in questa crisi ha spesso coinciso con la crisi stessa: ha coinciso con
una mancanza di attenzione adeguata alla comunicazione che avrebbe potuto contribuito in
maniera significativa
La salute è una scienza complessa ma la comunicazione ha il compito di tradurla in qualcosa
di semplice e comprensibile per le persone.
Comunicare con cura: dove esiste preoccupazione oltre che malattia, se non si ha cura di ciò
che si comunica si rischia di non comunicare bene
Es.
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Campagna Milano non si ferma ! non era una campagna da proporre in quel preciso momento,
non si è stati in grado di comprendere il contesto ! era un momento in cui invece si doveva
accettare malattia e morte
Mancanza di comunicazione sulla scuola ! si fa fatica a riconoscere quali sono le esigenze
delle persone
5 concetti chiave:
1. leggere il contesto
2. definire la storia madre
3. coerenza
4. valorizzare narratore all’interno dell’azienda
5. continuare a leggere lo scenario
Ferpi
• Innovazione responsabile in relazione alla salute: è necessario ampliare, modifcare,
coinvolgendo le persone il nostro modo di comunicare per renderci utili a queste. Oggi
la comunicazione è relazione: non basta comunicare occorre ingaggiare ! la
creazione di una relazione con le persone diventa sempre più importante.
La comunicazione per anni è stata solo quella pubblicitaria, cacciatori che dovevano colpire un
target ! oggi bisogna diventare “bravi giardinieri che coltivano relazioni con le persone “
• Ambiente e salute: secondo molti studiosi c’è una forte connessione tra inquinamento
ambientale e diffusione virus ! comunicazione deve contribuire a modificare stili di
vita e di consumo delle persone, contribuire a un cambiamento più radicale
• Consapevolezza e professionalità: valutare le competenze, essere coerenti tra dire e
fare, raccontare proprie strategie, attività e progetti con estrema coerenza. Bisogna dare
messaggi semplici essendo in grado di trasmettere quel senso di appartenenza e
consapevolezza.
Domande
1. Reputation institute: reputazione aziende farmaceutiche cresciuta
2. Angelini non ha guardato solamente all’aspetto del guadagno ! es. ha convertito tutta la
produzione in disinfettanti Amuchina Gel esternalizzando altre produzioni ! c’è stata un’attenzione
totale alla salute delle persone
3. Risposta corale a prescindere dalla tipologia di ospedale (pubblico o privato)
4. Evoluzione comunicazione sanitaria in questa fase 2 ! speranza che si vada sempre di più
verso una comunicazione semplice, ben strutturata e organizzata in modo che arrivino alle
persone indicazioni chiare su come e cosa devono fare ! maggior coerenza e maggiore
semplicità
5. Cosa comunicazione politica e istituzionale può imparare da questa situazione ! Regione
Lombardia: come istituzioni ci si è resi conto di una necessità di raccordo, di verifica sulle
informazioni, di riscontri sulla comunicazione che prima non si aveva così esplicita
Angelini Pharma (Daniela Poggio) ! togliersi quel paternalismo e di autoreferenzialità che sta
caratterizzando la comunicazione politica ! parliamo ai bambini ma trattiamoci da adulti
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