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UNIVERSITÀ UNICAMILLUS DI ROMA

DIPLOMA DI PERFEZIONAMENTO BIENNALE

IN

Metodologie psicopedagogiche di gestione dell’insegnamento-apprendimento


nell’ambito didattico: indirizzo area disciplinare linguistica della scuola
secondaria

Storytelling e digital storytelling

Modulo 7: Tecniche narrative per la didattica

CORSISTA
ROSSETTI CLARA ANNO ACCADEMICO 2022/2023

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Lo storytelling possiede numerose applicazioni nel mondo odierno ma un aspetto in cui ricopre un
ruolo essenziale è quello della pedagogia: ricorrere al racconto di storie può infatti facilitare
l'apprendimento di un bambino. Basti pensare ai libri scolastici, soprattutto quelli delle scuole
elementari, dove spesso rendere un concetto attraverso storie e personaggi inventati è più semplice.
Probabilmente chiunque abbia mai frequentato un corso di lingue, soprattutto a livello base, si è
trovato davanti a libri organizzati con storie e personaggi ricorrenti che, tramite illustrazioni e
dialoghi, spiegano un aspetto della lingua o una sua applicazione. Lo storytelling, tramite l'utilizzo
di procedure narrative specifiche, è impiegato principalmente per la promozione di idee, valori e
dinamiche sociali. Il suo potenziale pedagogico e didattico porta a trarne benefici educativi e
formativi e a farvi affidamento per la riflessione sulla realtà sociale di oggi. La narrazione è uno
strumento per penetrare in profondità nelle cause e nelle ragioni di eventi. I particolari che vengono
raccontati costruiscono una storia, diventano reali e determinano la storia stessa. Lo storytelling sta
diventando una vera e propria moda al giorno d'oggi ma, diversamente dalla maggior parte delle
mode che muoiono tanto in fretta quanto nascono, questa disciplina è anche molto utile nelle nostre
vite. La sua efficacia, infatti, è un vero successo nei campi più disparati: dalla comunicazione al
marketing, dalla didattica alla televisione, sia nel mondo virtuale di internet che nella vita reale di
tutti i giorni. Volendo analizzare ciò a cui ci riferiamo quando parliamo di storytelling dobbiamo
innanzitutto cominciare scomponendo la parola stessa. Il termine è composto da due parole inglesi:
"story" (storia) e "telling" (raccontare).
Letteralmente, potremmo quindi rendere il termine in italiano come "raccontare una storia" o, se
vogliamo essere meno letterali, "comunicazione narrativa". Nella sostanza, lo storytelling è una
tecnica di comunicazione che consiste nel raccontare una storia per attirare l’attenzione di un
pubblico, veicolare ad esso il messaggio che la storia vuole raccontare e stimolare uno specifico
desiderio nei lettori, persuadendoli a compiere una specifica azione. Nonostante alcuni la
considerino una moda passeggera o un semplice raccontare storielle, lo storytelling rappresenta una
forma di scrittura di grande potenza. Ci sarà sempre differenza tra parlare e scrivere come tutti
siamo in grado di fare e parlare e scrivere seguendo le regole dello storytelling. Questa disciplina
possiede quel qualcosa in più che parla al pubblico, trasmette idee e punti di vista in maniera
sempre più efficace, diretta e coinvolgente.
Lo storytelling viene usato dalla nostra mente come mezzo che inquadra la realtà e la spiega
secondo una logica di senso, organizzandone gli eventi e i dettagli. L'atto del narrare, nello
storytelling, fa parte dell'esperienza umana e può coinvolgere diverse funzioni e forme (individuali
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o collettive). Le emozioni umane, ad esempio, trovano nella narrazione il mezzo migliore per
esprimersi secondo i termini della narrazione. Il "discorso narrativo” invece, permette di prendere
ciò che si è vissuto e di dargli una forma comunicabile, comprensibile e memorabile. Quindi, il
pensiero narrativo organizza l'esperienza soggettiva e interpersonale mentre il discorso narrativo ne
rende possibile la comunicazione e la riflessione. Quello che si viene così a creare è un fenomeno
interattivo poiché il discorso narrativo permette ai diversi soggetti che entrano in contatto con una
determinata storia di interpretarla e reagire a loro piacimento e, sicuramente, in maniera diversa
rispetto a chiunque altro. Trovandoci davanti alla moltitudine delle nostre esperienze di vita
quotidiana ricorriamo al racconto per metterle in ordine e tentare di dar loro un senso attivo. Solo
così il nostro vissuto può prendere un'effettiva forma comprensibile e, una volta comunicato, sarà in
grado di essere ricordato. Lo storytelling può essere visto come un'arte, uno strumento che prende
eventi, reali o fittizi che siano, e li trasforma in parole, suoni, immagini, concetti. La sua forma
comunicativa è così efficace poiché fa leva su elementi potenti come emozioni, intenzionalità,
contesti vari ecc. Si punta alle emozioni perché quando si racconta una storia si mira a coinvolgere
le persone ma anche a spingerle a dare un significato e ad interpretare ogni atto in essa descritto. È
inoltre attività collaborativa: si hanno un narratore ed un ascoltatore e ciò che la rende collaborativa
è il fatto che il cervello umano, in questo caso quello dell'ascoltatore, comprende con molta più
facilità una storia narrata rispetto ad un processo più astratto come quelli logico-matematici e questo
comporta un maggiore feedback, una maggiore reattività e collaborazione da parte di chi ascolta.
Attraverso il racconto di una storia è possibile trasferire con successo conoscenze ed esperienze,
persuadere e in qualche modo influenzare le persone e questo avviene grazie a quello che abbiamo
definito come discorso narrativo che è traduzione del pensiero narrativo di cui tutte le persone sono
dotate sin dalla nascita. Il discorso narrativo, per essere efficace, deve possedere alcune
caratteristiche specifiche come:
sequenzialità narrativa;
particolarità;
intenzionalità;
verosimiglianza;
componibilità;
referenzialità e appartenenza ad un genere (devono essere identificabili sia la fabula che l’intreccio)
Lo storytelling, a lungo considerato come una semplice forma di comunicazione per bambini,
praticata esclusivamente nei momenti di svago e resa oggetto di studi solamente letterari
(linguistica, grammatica testuale, retorica, narratologia ecc.), sta riscuotendo dalla metà degli anni
90, soprattutto negli Stati Uniti, un successo sorprendente.
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Lo storytelling ha preceduto la scrittura e le sue prime forme consistevano tipicamente in storie
orali combinate con gesti ed espressioni facciali. Secondo alcuni archeologi la pittura rupestre, oltre
ad essere stata una componente fondamentale degli antichi rituali religiosi, veniva utilizzata anche
come forma di storytelling in molte culture dell'antichità. Le popolazioni aborigene australiane, ad
esempio, dipingevano simboli sulle pareti rocciose per aiutare il narratore a ricordare la storia.
Queste storie venivano dipinte o disegnate sui tronchi degli alberi e su oggetti effimeri come ad
esempio la sabbia e le foglie. In alcune tribù le persone avevano addirittura dei tatuaggi molto
complessi che ne rappresentavano la storia fornendo informazioni sulla loro genealogia,
appartenenza a uno specifico gruppo e lo status sociale. Con la comparsa della scrittura sono nati
mezzi stabili e portatili con cui registrare, trascrivere e diffondere le storie da una regione del
mondo all'altra. Nonostante al giorno d'oggi la scrittura e i media siano diffusi praticamente
ovunque esistono ancora storyteller che improvvisano racconti orali da tramandare di generazione
in generazione. La tradizione orale è riscontrabile in numerose civiltà antiche che utilizzavano lo
storytelling per spiegare i fenomeni naturali e per spiegare la creazione del mondo inventando una
serie infinita di divinità e di miti. Queste storie si tramandavano di generazione in generazione sotto
forma di canzoni, poesie, canti e danze e gli storyteller erano considerati guaritori, insegnanti, guide
spirituali, e veri e propri intrattenitori.
Lo storytelling è, un'attività strategica prima di ogni altra cosa poiché in ogni narrazione l'autore
punta a trovare la migliore strategia per comunicare qualcosa ad un destinatario che ascolti e
interpreti. Una delle sfide maggiori è far sì che il contenuto e il mezzo della comunicazione
generino attenzione e rimangano impressi, sotto forma di ricordo, nella mente delle persone. Siamo
costantemente "bombardati" da informazioni al giorno d'oggi e, se non riusciamo a trovare una
strategia narrativa vincente, non arriveremo da nessuna parte. Ma quali sono le tipologie di storie
che generano interesse e che rimangono impresse nella memoria? Essenzialmente, quelle che si
basano sui grandi temi umani come paura, speranza, amore, lavoro, salute/malattia, divertimento,
potere, libertà ecc. A questo punto ci troviamo di fronte ad una domanda cruciale: sono vere queste
storie che sentiamo? La risposta è: sono verosimili. Noi, in quanto lettori, o ascoltatori, siamo
disposti a crederci a patto che siano dotate di un inizio e di una fine. Sappiamo che non sono
totalmente reali, ma non sono neanche menzogne, bensì invenzioni. Oltre ad essere un qualcosa di
strategico e inventivo una storia è anche, in poche parole, un "cosa" e un "come". È un "cosa"
perché è un atto comunicativo che contiene:
 un insieme di personaggi: che nel nostro caso potrebbero di volta in volta essere gli individui, le
aziende, i prodotti e i servizi;
 un'articolazione di temi di base strategici per le intenzioni comunicative;
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 un sistema di azioni, cioè situazioni in cui un personaggio (io, voi, l'azienda, l 'uomo politico in
TV, il nuovo prodotto) ha un ruolo attivo, consapevole o inconsapevole;
 un'ambientazione spaziale e temporale: i luoghi e le cronologie (passato, presente, futuro) in cui la
storia si svolge e viene raccontata:
 una serie di avvenimenti, circostanze che capitano ai personaggi e che essi subiscono all'interno
di certi tempi storici;
 un pubblico specifico: le narrazioni, essendo gesti strategici, si rivolgono sempre a un ascoltatore
ben definito.
E una storia è anche un "come" poiché l'esito e l'efficacia cambiano in base al mezzo che si utilizza
e al prodotto comunicativo che si sceglie. Il mezzo influenza sempre inevitabilmente il "cosa".
L'esito della narrazione cambia se si racconta attraverso una mail, un sito web, un'opera teatrale, un
fumetto ecc. Per cui, prima di costruire una narrazione è necessario chiedersi cosa si vuole
raccontare e, soprattutto, a chi.
L'importanza del "chi" risiede naturalmente nella scelta di quale linguaggio utilizzare e soprattutto
su quali media fare affidamento per la diffusione della storia. Una storia è ben strutturata se:
 ha temi definiti (amore, lavoro, paura ecc.);
 è dotata di una trama consistente;
 ha una sua precisa caratterizzazione;
 ha una tensione emotiva;
 si rivolge ad un determinato pubblico attraverso determinati media comunicativi.
Dopo esserci focalizzati sul "cosa" e il "come" è necessario analizzare anche il "perché" di una
storia. Come spiega Andrea Fontana nel libro Story telling possiamo affermare che esistono
perlomeno quattro ragioni che orientano la costruzione di una narrazione: 1. il controllo: ossia
necessità di sicurezza. È necessario esercitare controllo sulle storie in quanto più una narrazione
rimane stabile più questa genera tradizione storica e inalterabilità sociale. Si arriva infatti, in alcuni
casi, ad un'omogeneità di alcuni prodotti che ad un certo punto diventano mitici e immodificabili;
2. lo sviluppo: quanto più una narrazione si pone come vettore di una nuova pratica, tanto più
genera una tendenza che, se diffusa, poi diventa una routine sociale di comportamento;
3. la cura: connessa alla necessità di tranquillità e protezione. Quanto più la narrazione riesce ad
attenuare le ferite dell'anima dell'interlocutore, tanto più questi sarà riconoscente e fedele;
4. l'eccitazione: le storie vengono usate come strumenti di attivazione emozionale straordinaria per
generare sentimenti positivi e di investimento affettivo sulle cose. Quanto più la narrazione riesce a
"incendiare gli animi", tanto più gli interlocutori saranno pronti a seguirne le imprese.

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Una storia o un racconto è efficace quando:
 intrattiene l'ascoltatore;
 è memorabile;
 spinge all'identificazione tramite l'emotività;
 genera appartenenza e coinvolgimento;
 aiuta a comprendere gli avvenimenti più complessi;
 protegge i confini o spinge a superarli;
 provoca la cosiddetta trance narrativa. Perché una storia funzioni e sia potente questa deve essere
innanzitutto ascoltabile e, altrettanto importante, deve essere memorabile. Sarà sicuramente capitato
a tutti di perdersi in un libro, di non riuscire a staccarsi da uno schermo o di perdere la cognizione
del tempo durante una conversazione con un amico. Quando ciò accade ad un certo punto si ritorna
alla realtà e ci si sente in qualche modo cambiati: si è più tonici, o più contenti, più rilassati o più
eccitati. Esiste un nome per questa particolare esperienza di ascolto : "storylistening trance
experience" che, in italiano si potrebbe tradurre come "trance narrativa da ascolto".
Se al giorno d'oggi i brand vendono e i politici convincono è perché fanno leva sul nostro innato
bisogno di credere che ci manda in trance narrativa da ascolto. Questo fenomeno è la conseguenza
diretta di una narrazione efficace.
Quando ascoltiamo o recepiamo una storia entriamo in uno stato di coscienza alterata rispetto alla
norma in cui siamo inclini all'identificazione con l'oggetto della narrazione e con chi la narra
sospendendo temporaneamente la nostra incredulità. Nonostante il nostro essere soggetti razionali e
critici siamo comunque portati ad annullare la nostra capacità critica e ad "auto-ingannarci". La
sospensione dell'incredulità e del dubbio è un processo che consiste nella volontà, da parte del
lettore, di mettere da parte la propria criticità per godere appieno di una narrazione. Lo storytelling,
dunque, sfrutta questa propensione al credere da parte del lettore. Quando ascoltiamo una storia,
però, non entriamo subito in una trance narrativa da ascolto. Che sia un film, un libro, un seminario,
un comizio elettorale, esistono delle tappe che ci conducono fino a perderci nella narrazione. La
suddivisone delle tappe è quella che segue:
 contatto: il primo momento in cui si entra fisicamente in contatto con la narrazione attraverso i
nostri cinque sensi;
 familiarità: si inizia a prendere confidenza con la narrazione e ad avere fiducia in essa;
 immersione: è il momento in cui si entra completamente nella narrazione e nel suo oggetto. Si
inizia, quindi, a perdersi nel libro, film, spot pubblicitario ecc;

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 identificazione: una volta entrati nella storia siamo anche in grado di identificarci in essa e nei
suoi elementi che si imprimono nella nostra memoria e nelle nostre emozioni;
Digital storytelling
Quando si parla di storytelling si intende un'effettiva tecnica narrativa che fa leva su parole, suoni,
emozioni e immagini per attirare l’attenzione del lettore, cliente o seguace se parliamo di reti
sociali. Con gli anni questa tecnica è diventata sempre più usata e ad oggi, con il boom di internet
stiamo conoscendo questa forma che prende il nome di digital storytelling. Si possono individuare
otto passaggi fondamentali per la realizzazione di un prodotto del digital storytelling:
1. Definire l'idea iniziale attraverso una breve descrizione;
2. Fare ricerche e raccogliere informazioni su cui poter poi costruire la storia;
3. Scrivere la storia definendo lo stile della narrazione;
4. Tradurre la storia in una sceneggiatura;
5. Registrare immagini, suoni, video;
6. Montare e ricomporre il materiale;
7. Distribuire il prodotto;
8. Raccogliere e analizzare i feedback.
Storytelling e Schemi narrativi
Il processo di trasformazione di quello che genericamente viene chiamato “discorso” in una storia
non è del tutto nuovo. Gli schemi narrativi utilizzati per questo scopo fanno parte della tradizione
artistico-letteraria e popolare. In un articolo pubblicato da Ffion Lindsay, copywriter della startup
Sparkol, con il titolo “8 Classic storytelling techniques for engaging presentations “vengono
individuate e descritte alcune tecniche e/o schemi classici di narrazione o storytelling tramite cui è
possibile strutturare i contenuti in forma di storia. L’autore indica le seguenti tipologie di
narrazione:
 Monomyth: schema classico centrato sulla figura dell’eroe che abbandona la propria dimora per
intraprendere un viaggio verso luoghi sconosciuti;
 The mountain: distribuzione della tensione fino al raggiungimento di un picco e alla successiva
discesa, tipica delle serie televisive;
 Nested Loops (Cerchi Concentrici): si tratta di diverse strutture narrative che si intersecano. La
narrazione contenente il messaggio centrale interagisce con le altre che sono finalizzate a elaborare
e/o spiegare la prima secondo il seguente schema: 1^ storia – 2^ storia – storia centrale – 2^ storia –
1^ storia;

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 Sparklines: si tratta di una struttura narrativa in cui il discorso si sviluppa su due piani
contrapposti che si intrecciano continuamente e rappresentano l’uno “come le cose sono” (essere) e
l’altro “come le cose dovrebbero essere” (dover essere);
 In Media Res: schema classico in cui la narrazione comincia al centro dell’azione, per spiegare
poi l’inizio della vicenda e preparare la sua conclusione;
 Converging Ideas: struttura discorsiva in cui differenti filoni di pensiero convergono per formare
un’unica idea. Può essere utilizzata per mostrare come un’idea sia il risultato di molteplici sentieri
che conducono ad essa.
 False Start: la narrazione ha inizio con un intreccio apparentemente prevedibile che si interrompe
bruscamente per dare luogo a un nuovo inizio;
 Petal Structure: struttura del racconto caratterizzata da storie multiple che si muovono intorno allo
stesso concetto centrale.

Storytelling a scuola
Dal punto di vista della didattica lo storytelling è visto ormai come una pratica didattica consolidata
e considerata efficace ai fini dell'apprendimento poiché risulta molto più semplice capire una storia
che non ricordare una lunga spiegazione, perché usa le stesse strategie che gli esseri umani usano
per dare significato a quanto hanno intorno e perché mantiene sullo stesso piano il linguaggio
quotidiano e il linguaggio proprio delle discipline. Quando si sceglie di utilizzare lo storytelling
nella didattica si divide il programma di insegnamento in due parti: una prima in cui si impara la
grammatica delle narrative e una seconda in cui si mette in pratica la creazione di storie come
strumento per sviluppare nuove competenze. Le nuove tecnologie offrono molteplici strumenti per
la creazione di storie e la combinazione tra l'arte di inventare una storia e l'uso di una varietà di
strumenti multimediali come grafica, audio, video e web si definisce "digital storytelling".
Nonostante all'apparenza possa sembrare semplice creare questo tipo di prodotti in realtà non è
affatto cosi: la creazione di un prodotto del digital storytelling richiede un'accurata pianificazione
delle operazioni da svolgere e "obbliga" lo studente a risolvere i numerosi problemi che possono
sorgere con gli strumenti tecnologici utilizzati mettendolo davanti a situazioni di problem solving. È
diventata ormai una necessità quella di portare lo Storytelling nelle scuole poiché i vantaggi di
introdurre il metodo narrativo sono ad oggi ben noti: coinvolgere gli studenti in un corso di digital
storytelling permette di costruire autonomamente il proprio sapere seguendo, in parallelo, i
programmi didattici tradizionali. "Nelle classi coinvolte in progetti o laboratori di storytelling si
registrano ben presto sensibili miglioramenti nelle capacità di apprendere e ricordare. Migliora
l’apprendimento degli studenti, portati a remixare le informazioni e a creare con le proprie mani una
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conoscenza che prima non c’era o non era organizzata in un format specifico. Si impara
divertendosi. Si riducono i rischi connessi ai deficit di attenzione, purtroppo sempre più numerosi e
gravi.
Storytelling digitale e didattica: alcuni tool
Lo storytelling digitale non nasce negli ultimi anni direttamente in settori scolastici, nasce nella
comunicazione politica, nel management, comunicazione pubblicitaria ma può essere utilizzata con
beneficio nel contesto scolastico come metodologia attiva tramite la quale i ragazzi sono posti al
centro del loro apprendimento, partendo dall’idea che tramite un racconto si impara meglio e in
maniera più efficace un argomento di studio. Non si identifica semplicemente con una
presentazione multimediale perché è retta da uno storyboard. I vantaggi sono quello di un
apprendimento esperienziale, maggiormente creativo, potenzialmente multidisciplinare e
trasversale, per questo particolarmente adatto sia per l’insegnamento, i contenuti possono essere
proposti agli alunni in forma di storie digitali, sia per l’apprendimento, proponendo agli studenti di
creare tali storie. L’approccio narrativo utilizzato con questa forma di narrazione offre un accesso
più semplice a concetti astratti e complessi, favorendo quella che prende il nome di Netoworked
Knowledge (conoscenza connettiva) e Combinatorial Creativity (creatività combinatoria). È proprio
il meccanismo narrativo, supportato da elementi multimediali, a generare processi ermeneutico-
interpretativi e correlazioni concettuali significative che favoriscono e facilitano la memorizzazione
sul piano cognitivo. L’uso creativo della tecnologia per facilitare l’apprendimento risulta essere uno
degli aspetti più interessanti. Proprio per le competenze digitali richieste per raccontare una storia,
lo storytelling è ritenuto una delle tecniche per la promozione delle competenze digitali ridefinite
nel 2017 dalla Commissione Europea. Tra queste molte sono direttamente legate ad attività di
digital storytelling, che vanno dalla capacità di ricercare, valutare e realizzare contenuti digitali alla
capacità di sviluppare, integrare e rielaborare i contenuti. Se apparentemente la produzione degli
elaborati con cui si intende raccontare una storia può sembrare semplice, la creazione di un digital
storytelling richiede una pianificazione delle operazioni da svolgere. Nella pratica, possono essere
individuati otto passaggi per la realizzazione di un digital storytelling:
1. Definire l'idea iniziale attraverso una breve descrizione, un diagramma, una domanda
2. Ricercare, raccogliere, studiare informazioni sulle quali sarà costruita la storia
3. Scrivere la storia definendo lo stile e lo schema di narrazione che si intende adottare
4. Tradurre la storia in una sceneggiatura
5. Registrare immagini, suoni, video
6. Montare e ricomporre il materiale
7. Distribuire il prodotto
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8. Raccogliere e analizzare i feedback.
Sia per studenti che per docenti sono presenti diversi tool, di facile utilizzo, che permettono di
elaborare sotto forma di narrazione i contenuti, utilizzando questo approccio didattico creativo e
partecipativo. Di seguito sono approfonditi alcuni degli strumenti disponibili per entrambe le
categorie e per tipologia di narrazione che si sceglie di adottare. La realizzazione di timeline intesa
come forma di narrazione di eventi ordinati cronologicamente, mostra diversi vantaggi. Uno tra i
tanti è sicuramente l’acquisizione per gli studenti di un pensiero cronologico che è l’anima del
ragionamento storico. Le varie risorse individuate nel web che permettono la realizzazione di
timeline attorno a un tema o un evento sono molteplici e per lo più gratuite. Di seguito vengono
illustrate alcune caratteristiche di strumenti presenti in rete a disposizione di studenti e insegnanti.
iSpring Suite è un tool che consente di realizzare in modo semplice e gratuito timeline interattive e
multimediali. Come sempre esiste una versione free, completamente libera, e varie versioni
premium a pagamento, la principale differenza consiste nelle funzionalità aggiuntive. Sutori è molto
versatile e semplice da usare, inoltre, anche nella versione free, sono disponibili molte funzionalità
per la configurazione e personalizzazione. Questo strumento offre la possibilità di aggiungere
contenuti multimediali (immagini, link, video etc) e di personalizzare i contenuti. Una funzione
interessante di questo tool è la possibilità di creare delle collaborazioni tra studenti mentre per gli
insegnanti è possibile monitorare l’andamento e il progresso delle classi “virtuali” create. Sutori
risulta essere completo, rispetto ad altre web application, proprio per questa funzionalità, risultando
particolarmente adatto al contesto scolastico.
iSpring Suite include anche l’accesso a un catalogo di immagini, compresi ambienti e persone in
varie pose, così da poter realizzare sfondi per le proprie diapositive e realizzare storie visive
facilmente. Inoltre, iSpring Suite include molteplici modelli e layout per le slide, così da poter
realizzare in pochi clic la diapositiva di cui si ha bisogno, inserendo solo il testo e le immagini.

Scratch è uno strumento gratuito di coding, realizzato dalla Fondazione Scratch, un’organizzazione
no-profit. Si tratta di un linguaggio di programmazione di facile utilizzo pensato per i più giovani e
permette di raccontare storie digitali, ma anche realizzare contenuti come giochi e animazioni.
Scratch si pone come obiettivo lo sviluppo del pensiero creativo, del ragionamento sistematico e
della collaborazione. Dispone di varie risorse, ad esempio tutorial, Schede di programmazione che
includono istruzioni passo-passo su tanti tipi di progetti e conta anche su una community su
Facebook in lingua inglese chiamata Teaching with Scratch. Il programma è anche in italiano.

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Un altro strumento che può essere utilizzato per la creazione di elaborati digitali che si affianca a
quelli precedentemente illustrati è Storify. Si tratta di un webware che consente di realizzare
facilmente dei post multimediali raccogliendo dal web elementi di vario formato (immagini, testi,
video, ecc.) integrandoli in uno spazio comune organizzato secondo vari modelli predefiniti tra cui è
possibile scegliere. In sintesi Storify consente di realizzare in modo molto semplice una raccolta di
post contenenti informazioni tratti dai social media e dal web in generale, scegliendo e prendendo
quei contenuti che consentono di raccontare meglio una storia o illustrare nel modo più efficace un
determinato argomento. Dal momento che Storify consente di ottenere risultati brillanti in modo
molto semplice e veloce è uno strumento ampiamente utilizzato in diversi ambiti, da quello
aziendale a quello politico. Negli ultimi anni viene utilizzato anche in ambito scolastico per la
content curation e, per l’appunto, per lo storytelling.

KidPad è uno strumento gratuito autoriale pensato per i bambini e per insegnare valori come la
collaborazione, la comunicazione e la condivisione tramite le storie. Permette di disegnare su una
superficie bianca usando un sistema di strumenti locali che possono essere afferrati, usati e
“appoggiati” sulla superficie. KidPad, connettendo vari mouse al computer, permette ai bambini di
collaborare sullo stesso progetto nello stesso momento, usando in contemporanea alcuni tool, come
i pastelli colorati e li spinge alla condivisione di tali strumenti. Purtroppo questa funzione è
supportata solo su sistema operativo Windows 98. Con i computer più recenti è necessario far
agire i bambini a turno.
KidPad è pensato per permettere ai bambini di esprimere le proprie idee e storie in modo visivo e
per spingere alla collaborazione: ad esempio, il colore arancio non è presente e i bambini devono
usare il rosso e poi il giallo per creare il nuovo colore. Per spingere alla condivisione, si può
assegnare a ogni bambino un solo colore e farli lavorare a turno.

Un’altra forma che può essere adottata per lo storytelling nell’ambito della didattica è prettamente
visuale. Le possibilità di utilizzo di un’immagine per lo storytelling digitale sono svariate: le
immagini possono essere mostrate in una presentazione o slideshow e accompagnate da link, testi o
dalla voce registrata di un narratore. Tra i tool che permettono di raccontare una storia per
immagini, vi è Thinglink una web app per la creazione di immagini interattive. Questo strumento
risulta essere completo e fornisce tutti i mezzi per ulteriori approfondimenti. Thinglink è un
esempio di come possono essere integrate diverse tipologie di file multimediali per raccontare una
storia con una sola immagine.

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Considerazioni finali

Come ribadito nel presente lavoro, utilizzare lo storytelling digitale nell’ambito della didattica
significa possedere e/o acquisire determinate competenze e conoscenze che riguardano le modalità
tradizionali di scrittura e narrazione affiancando capacità creative, competenze tecnologiche e di
produzione mediale e capacità di sviluppo di progetti. I digital storytelling possono essere un
momento di apprendimento mirato all’alfabetizzazione tecnologica, di sviluppo di capacità di
sintesi, di ricerca e organizzative più stimolanti e creative delle metodologie tradizionali. I vantaggi
derivanti da questo tipo di approccio nella didattica sono molteplici e stimolano gli studenti ad un
utilizzo più consapevole della tecnologia. Adottare lo storytelling digitale per l’insegnamento
significa dunque rispondere alle attuali esigenze intese in termini di sviluppo di competenze
emergenti dalla società dell’informazione. Specialmente nella scuola secondaria lo storytelling
stimola studenti e docenti a ridiscutere, in maniera positiva, i reciproci ruoli grazie alla creatività e
alla comunicazione. Favorendo nuove forme di apprendimento esso porta lo studente ad assumere
un ruolo attivo e partecipativo quasi involontariamente. Inoltre, carica le nozioni trasmesse di un
significato simbolico ed emotivo, per cui fa dell’argomento studiato materia viva, palpabile. Infine,
aiuta ad immedesimarsi nel tema trattato poiché sono sempre più numerosi i segnali ad indicarci che
storytelling vuol dire identità, confronto con l’altro, riconoscimento e crescita personale. Oltretutto
introdurre lo storytelling nella didattica della scuola primaria e secondaria significa anche andare
oltre il modello di apprendimento "verticale". In quest'epoca moderna in cui tutto sta divenendo
interattivo e multidisciplinare non c'è più spazio per quei classici percorsi didattici in cui il docente
è considerato l'unica fonte di sapere. L'ideale sarebbe un buon compromesso tra i due percorsi di
modo da non ridurre il processo di apprendimento ad un semplice accumulo di informazioni
destinate ad esaurirsi nello spazio di un anno scolastico. Molto meglio puntare a nuove reti di
conoscenza che continuare a promuovere forme di sapere passive. Un altro elemento a favore
dell'introduzione dello storytelling nelle scuole è l'dea del futuro. Nei prossimi anni le macchine
potrebbero superarci e sopraffarci del tutto in velocità ed efficienza. In molti si preoccupano già di
tutti i lavori che finiranno per sparire per questa ragione ma vi è ancora qualcosa in cui le macchine
non saranno mai in grado di superarci ancora per molto tempo, ossia:

1. Immaginazione e creatività;2. Empatia; 3. Capacità di comunicare attraverso registri complessi.


Per stimolare queste tre facoltà tipiche dell'essere umano è necessario studiare e conoscere i
processi di costruzione di narrazioni e di storie che siano in grado di emozionare.

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Bibliografia e sitografia

Christian Salmon, Storytelling: la machine à fabriquer des histoires et à formater les esprits, Paris:
La Découverte, 2007; edizione in lingua italiana: Storytelling: la fabbrica delle storie; traduzione di
Giuliano Gasparri, Roma: Fazi, 2008

Genette G., Figure III. Discorso del racconto (trad.it) Einaudi, Torino, 1976 Andrea Fontana,
Manuale di storytelling, Etas, Milano 2009

https://it.wikipedia.org/wiki/storytelling

https://www.sparkol.com/en/Blog/8-Classic-storytelling-techniques-for-engaging- presentations/

Piccione A., storytelling: insegnare la scienza con un approccio narrativo, Science Magazine

https://www.brainpickings.org/2011/08/01/networked-knowledge-combinatorial- creativity/

http://www.christopherspenn.com/2014/08/the-cognitive-importance-of-storytelling/

http://edtechteacher.org/8-steps-to-great-digital-storytelling-from-samantha-on- edudemic/

Le radici neurocognitive dell’apprendimento scolastico. Le materie scolastiche nell’ottica delle


neuroscienze. Diana Olivieri, FrancoAngeli, 2014

https://www.sutori.com/

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