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Questo doc riporta la sintesi tra slide, libro, lezioni in presenza (favolose) per l’A.A. ’14/’15 (Prof.ssa Gabrielli) con
qualche mio contributo per chiarirmi meglio le idee. Alla fine riporto anche un estratto di domande uscite nelle ultime
sessioni di esame.
Se ti va e stai usando questi appunti, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi; scrivimi a massimo.leo@fastwebnet.it
anche solo per dirmi che li stai usando… o che non ti piacciono per niente
“Comunicare” è un comportamento bidirezionale tra impresa e ambiente, sia interno che esterno. Obiettivo della
comunicazione con l’ambiente interno (CONSONANZA) è il rinforzo dell’identità collettiva attraverso la condivisione
di intenti tra i membri dell’organizzazione “allargata” (vedi dopo) e l’aderenza tra la cultura aziendale (valori di
fondo) e le azioni e affermazioni fatte all’esterno. Nei confronti dell’ambiente esterno l’impresa acquisisce
- Informazioni
- Valori legittimanti
- Norme di comportamento
- Significati
- CREDIBILITÀ: convinzione del singolo che quanto detto dall’impresa corrisponde al vero
- LEGITTIMAZIONE: l’impresa è tanto credibile che risulta tale anche in ambiti non corrispondenti al suo core
business
- FIDUCIA: convinzione del singolo che ciò che l’impresa promette verrà mantenuto
- REPUTAZIONE: credenza condivisa da un gruppo di riferimento nei confronti dell’impresa
- FEDELTÀ: Ultimo grado del rapporto tra l’impresa ed il singolo, che parte dalla credibilità e passa dalla
fiducia.
RISONANZA
CREDIBILITA’
LEGITTIMAZIONE
FIDUCIA
REPUTAZIONE
CONSONANZA FEDELTA’
CONDIVISIONE DI INTENTI
IMPRESA AMBIENTE
ADERENZA ALLA CULTURA AZIENDALE
RINFORZO DELL’IDENTITA’ COLLETTIVA
Informazioni
Valori legittimanti
Norme di comportamento
Significati
Comunicare non è solo un atto consapevole e volontario ma è un intero agire e comprende tutto ciò che l’impresa
DICE, MOSTRA, FA e NON FA, secondo le indicazioni della PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE secondo cui la
comunicazione è un COMPORTAMENTO e, quindi, anche il silenzio è comunicazione.
L’impresa e l’ambiente esterno non sono dei monoblocchi ma sono costituiti ognuno da organi complessi che
interagiscono tra loro. L’impresa è costituita da un insieme di gruppi e funzioni che interagiscono tra loro e con
l’esterno in modo sistemico. L’impresa è, quindi, un SISTEMA:
IMPRESA
Le imprese si trovano ad agire e comunicare in un contesto competitivo radicalmente mutato a causa di:
- Globalizzazione dell’economia che definisce nuove regole, confini e protagonisti della competizione; la
gamma degli interlocutori della comunicazione di impresa è più ampia e le politiche di comunicazione
devono essere attente sia agli aspetti locali che a quelli globali
- Innovazione tecnologica che ha creato nuovi mercati e la convergenza di altri una volta separati; la
comunicazione viene influenzata perché l’ICT mette a disposizione nuovi strumenti e nuovi modi di
comunicare in termini multimediali e interativi
- Gli elementi qualificanti per il marketing cambiano come ad esempio i profili demografici dei consumatori
(nuovi tipi di famiglia, nuove etnie, nuove culture, incidenza dei singles, età media,…); nascono nuovi stili di
vita e il consumo non è più orientato al soddisfacimento di un bisogno ma all’affermazione di una propria
identità, stile di vita, appartenenza ad un gruppo. Si impone la GdO. I consumatori pretendono beni e servizi
sempre più personalizzati
- Crescente pressione delle istituzioni e della società civile che porta ad un accrescimento dell’importanza
della dimensione relazionale dell’attività di impresa. L’insieme e la qualità delle relazioni che l’impresa
mantiene e del suo network costituiscono un valore per l’impresa, valore che deve essere dovutamente
comunicato all’esterno con l’obiettivo di curare l’immagine e l’identità dell’azienda stessa. Tale valore è
quantificabile anche economicamente e in bilancio è rappresentato dall’avviamento
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LE QUATTRO AREE DELLA COMUNICAZIONE DI IMPRESA
A seconda degli OBIETTIVI, dei CONTENUTI e dei DESTINATARI, la comunicazione d’impresa può essere divisa in
quattro aree:
A. COMUNICAZIONE DI MARKETING: è rivolta ai clienti finali e agli influenzatori del mercato con l’obiettivo di
attivare, gestire e migliorare le relazioni con essi e sostenere lo sviluppo dell’attività commerciale in termini
di notorietà, immagine, vendite e quota di mercato.
B. COMUNICAZIONE ORGANIZZATIVA (o GESTIONALE): è rivolta verso il personale e verso coloro che
intrattengono con l’impresa forti relazioni (c.d. “struttura allargata”: co-workers, distributor, fornitori,
consulenti, collaboratori,…) e ha l’obiettivo di diffondere i valori aziendali, condividere strategie e obiettivi e
acquisire consenso e adesione.
C. COMUNICAZIONE ECONOMICO FINANZIARIA: è destinata agli shareholders, ovvero a finanziatori, azionisti,
soci, analisti finanziari, società di rating, organismi di vigilanza ed è volta ad intrattenere con essi un dialogo
sui temi finanziari e sui risultati della gestione
D. COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE: è rivolta a tutti; vengono comunicati l’orientamento culturale dell’azienda
e i valori di fondo e ha l’obiettivo di ottenere un atteggiamento favorevole, legittimazione e consenso
IL MIX COMUNICATIVO
È l’insieme delle possibilità che l’impresa ha per fare comunicazione. Può essere rappresentato da una sequenza di
strumenti, da quelli maggiormente a disposizione delle aziende alla pubblicità, a cui non tutti possono o devono
arrivare.
IMMAGINE
COORDINATA
COMUNICAZIONE
NON FORZA VENDITA
CONVENZIONALE
MARKETING
PROMOZIONE
DIRETTO
PUBBLICHE
RELAZIONI
Gli strumenti del Communication MIX devono essere utilizzati in modo integrato e sinergico (Integrated Marketing
Communication); l’integrazione deve essere perseguita su tre livelli:
- Fra STRUMENTI
- Fra OBIETTIVI
- Fra SOGGETTI AZIENDALI
Uno studio realizzato (presentato a lezione) mostra come le aziende utilizzino tre tipi di approcci alla comunicazione:
1) APPROCCIO TRADIZIONALE (25%): le azioni di comunicazione sono divise tra above e below the line;
l’impresa sceglie un canale (strumento) di comunicazione e lo utilizza senza considerare gli altri. Il ricorso alle
agenzie di comunicazione è TATTICO e relativo alla singola necessità.
2) APPROCCIO PLURICANALE (35%): sono usati diversi strumenti ma in modo non organico
3) APPROCCIO CONVERGENTE (40%): Il communication mix è totalmente pianificato e strutturato in modo
integrato.
Le azioni di comunicazione possono essere considerate nella loro accezione di “ABOVE” o “BELOW” THE LINE, dove
le attività ABOVE THE LINE (ATL: “sopra la linea di visibilità”): sono quelle immediatamente recepite come azioni di
comunicazione, come il packaging o la pubblicità mentre le attività BELOW THE LINE (BTL: “sotto la linea di
visibilità”): non immediatamente interpretabili come azioni di comunicazione.
Gli strumenti del Communication Mix, poi, hanno caratteristiche peculiari che devono essere usate per indirizzare le
scelte strategiche e tattiche di comunicazione:
- L'obiettivo prevalente: Gli strumenti da utilizzare devono essere scelti tra quelli che meglio consentono di
perseguire e raggiungere l'obiettivo prevalente (visto che gli obiettivi della comunicazione sono spesso più di uno, le
scelte devono considerare quello prevalente). Se sto cercando un aumento immediato nelle vendite, preferirò
strumenti legati alle promozioni che però vanno a ledere l'immagine. Se voglio pensare all'immagine del medio e
lungo termine, di contro, preferirò strumenti come la pubblicità e le pubbliche relazioni (sponsorizzazioni,...)
- Costi per contatto: La pubblicità televisiva, ad esempio, ha un costo per contatto molto basso; la stessa cosa non
vale per la pubblicità che viene fatta all'inizio del film al cinema perché le persone potrebbero essere poche.
L'immagine coordinata (sportina con il logo, fatture,...) ha un costo bassissimo, anche se l'investimento iniziale è
stato alto. Le fiere hanno un costo alto.
- Estensione del target raggiungibile (bacino di attrazione e visibilità dell'iniziativa). Ci sono delle situazioni in cui la
comunicazione non deve essere necessariamente ampia. Se, ad esempio, un'azienda vuole trasmette un messaggio
di attaccamento al territorio, potrebbe effettuare iniziative di sponsorizzazioni locali della cultura oppure un premio
universitario legato al territorio in cui opera ed è ancorata
- Rapidità di raggiungimento del target. Ad esempio, l'immagine coordinata è abbastanza lenta ma costante mentre
le iniziative di Marketing virale sono molto veloci, come la pubblicità televisiva o radiofonica. Non è detto che la
rapidità sia correlata con il suo costo.
- Capacità di personalizzazione del messaggio. A favore delle attività interattive e interpersonale ci sono delle
iniziative, come newsletter legate a coupon informativi precedenti, che, pur essendo delle comunicazioni asincrone e
"impersonali" possono veicolare dei contenuti personalizzati o almeno divisi per cluster: se io ti ho detto che non ho
un problema rughe, mi aspetto che la newsletter che mi manderai non contenga indicazioni sulle nuove creme
antirughe...
- Capacità di esercizio del controllo: esistono alcune attività di comunicazione molto simili a quelle pensate
dall'azienda e altre che possono allontanarsi dall'invenzione iniziale. Ad esempio una pagina pubblicitaria non può
essere che uguale a quella pensata; le risposte di un call center potrebbero non essere confacenti a quanto stabilito
dall’azienda.
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ESEMPIO A LEZIONE
Qualunque sia la campagna di comunicazione che si sta progettando, deve rispettare i seguenti criteri:
1) CONDIVISIONE: deve essere condivisa all'interno dell'organizzazione; prima di generare risonanza all'esterno
devo creare consonanza (consapevolezza) all'interno
2) CONTINUITÀ: devono essere curati gli aspetti di COERENZA NEL TEMPO; deve esserci un fil-rouge con il
passato, pur nell’innovazione, altrimenti si crea una discontinuità che non consente di capitalizzare gli
investimenti fatti prima (AVVIAMENTO). La coerenza deve essere mantenuta anche tra i diversi strumenti
usati, dalla pubblicità alla immagine coordinata.
3) DISTINTIVITÀ: Le iniziative di comunicazione devono avere carattere di originalità rispetto alla concorrenza e
devono avere valore per il ricevente. Devono, inoltre, consentire di superare la soglia dell’indifferenza in
modo da attivare il ricordo (jingles, testimonial, pubblicità comparativa,…)
4) CHIAREZZA: deve essere utilizzato un numero ristretto di informazioni ESSENZIALI, altrimenti viene saturata
la capacità di ricezione del ricevente e la comunicazione diventa inutile.
5) REALISMO: Quando esco con una comunicazione, questa deve essere credibile o verosimile, anche se
esagerata.
6) DECLINABILITÀ: devo cercare di usare messaggi trasversali ai diversi strumenti. Se decido di fare pubblicità
su un profumo usando solo la fragranza, potrei avere dei problemi nell’uso di tutti o di buona parte dei canali
di communication mix.
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7) COMPRENSIBILITÀ: devono essere usati degli stimoli e un linguaggio immediatamente capibili dal ricevente;
se faccio una pubblicità su un giornale specialistico posso permettermi un linguaggio di un certo tipo mentre
se faccio pubblicità su una rivista di gossip o settimanali generalisti devo spiegare le stesse cose in altro
modo, con un registro linguistico più semplice e/o diverso.
Gli errori più diffusi nella gestione del processo di creazione e gestione della comunicazione sono:
OBIETTIVI DELLA COMUNICAZIONE (schema riassuntivo; l’argomento è trattato nell’ambito della comunicazione di
Marketing ma in realtà riguarda tutte le aree della comunicazione)
OBIETTIVI ECONOMICI
Incremento del profitto (maggiori volumi di vendita)
Stabilizzazione delle vendite per i prodotti stagionali
Riduzione dell'elasticità al prezzo
Incremento del valore del cliente (up-selling e marginalità)
OBIETTIVI COMUNICAZIONALI
Superamento della soglia assoluta di percettività
Attivazioni di percezioni positive
Risposta NON comportamentale
Risposte di natura logico-razionale o cognitiva
Superare la soglia di visibilità, dell'attenzione selettiva e della ritenzione selettiva
Portare l'individuo a categorizzare le informazioni ricevute e a memorizzare il brand
Notorietà (awareness)
Risposta valutativa (generare una disposizione mentale positiva rispetto all'oggetto della
comunicazione)
Risposta relazionale (stabilire un legame forte con l'individuo resistente nel tempo)
Risposte di natura emozionale
Risposte di natura ideale
Risposta comportamentale (il destinatario mette in atto un comportamento favorevole all'azienda)
Acquisto del prodotto o fruizione del servizio
Attivazione del soggetto per la raccolta di ulteriori informazioni (pubblicità con coupon,
pubblicità con elenco dei punti vendita, richiesta di feedback)
Adesione ad altre iniziative di comunicazione (pubblicità di un evento, di una promozione…)
Passaparola (importanza dei canali non convenzionali e social)
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UD2: AREE DELLA COMUNICAZIONE D’IMPRESA (Capp. 3, 4, 5, 6, 20)
COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE
È l’area che riguarda l’Organizzazione nel suo complesso; non ha un riflesso diretto su prodotti e servizi ma influenza
fortemente i risultati economici.
I DESTINATARI della comunicazione istituzionale sono TUTTI I DIVERSI PUBBLICI: clienti, dipendenti, investitori,
media, enti locali, partner,…; per questo motivo essa richiede particolare attenzione con l’obiettivo di mantenere il
maggior grado di comprensibilità.
Si esprime attraverso decisioni e azioni strategiche di medio-lungo periodo con i seguenti meta-obiettivi:
“La comunicazione istituzionale è, quindi, SINTESI (riduzionismo e olismo: in poche parole descrive l’intera azienda) e
al contempo SOSTEGNO del percorso strategico intrapreso dall’impresa e dell’approccio relazionale seguito”
Tra gli ambiti comunicativi più rilevanti della comunicazione istituzionale troviamo:
A) PUBLIC AFFAIRS: attività di relazione volontaria con le istituzioni pubbliche per ottenere un loro
atteggiamento positivo
B) CRISIS MANAGEMENT: attività specifiche per rispondere a momenti di crisi
C) COMUNICAZIONE SOCIALMENTE RESPONSABILE
PUBLIC AFFAIRS
Sono l’insieme delle attività di comunicazione VOLONTARIE che l’impresa realizza nei confronti delle istituzioni
pubbliche e dell’opinione pubblica al fine di vedere preservati e perseguiti dei propri interessi. ESEMPIO: un’impresa
che ha subito un’alluvione e che decide di rimanere nel territorio, lo comunica con motivi istituzionali: per
sottolineare il radicamento al territorio (valori, vision, mission) ma anche per chiedere, indirettamente, alle
istituzioni incentivi e agevolazioni.
INTERAZIONE
TEMPISTICA
COMPLESSITÀ
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La dinamica dei Public Affairs nei casi di atteggiamenti pro-attivo e interattivo:
MEDIATORI/
Relazione PUBBLICI
INFLUENTI ISTITUZIONI
mediata PUBBLICHE
OPINIONE
PUBBLICA
OPERATORI
PROFESSIONALI
Organi di rappresentanza,
associazioni di categoria
CRISIS MANAGEMENT
È l’attività atta a prevenire le minacce esterne all’azienda, a protezione delle risorse aziendali di immagine,
reputazione,… Risponde a situazioni generate da un evento grave che interferisce con le ordinarie attività aziendali e
che può costituire un rischio per l’impresa. Caratteri della crisi sono, infatti
- L’ECCEZIONALITÀ dell’evento
- La VISIBILITÀ dell’evento all’esterno
- La NECESSITÀ di una risposta tempestiva ed esaustiva da parte dell’azienda
In relazione alla consapevolezza da parte dell’impresa del rischio che si possa avverare l’evento critico, distinguiamo:
T EVENTO CATASTROFICO
Imprevedibile R (Terremoto, alluvione, crollo,…)
A
C U
M AZIONI DELITTUOSE DI TERZI CRISIS
R A (Sabotaggi, inquinamenti,…) MANAGEMENT
T
I I
ERRORI GRAVI AZIENDALI
C
S A (Prodotti sbagliati, affermazioni razziali…)
I
PROCESSI DI
GESTIONALE SQUILIBRI ECONOMICO/FINANZIARI
Prevedibile RISANAMENTO
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- IMMEDIATA E COMPLETA in modo da evitare che vengano diffuse notizie non autorizzate
- CENTRALIZZATA in modo da evitare contraddizioni
- COSTANTEMENTE AGGIORNATA
- TRASPARENTE
- MULTI-DIREZIONALE: rivolta ai pubblici interni ed esterni
COMUNICAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA
È l’area della comunicazione aziendale che si occupa di fornire informazioni (consuntive e prospettiche) relative agli
aspetti economici, finanziari e patrimoniali ai pubblici interessati delle sue performance:
Tale comunicazione si compone di una parte obbligatoria (o “di base”: bilanci, relazioni,…) e da una parte volontaria
che, più interessante per il Marketing, mira a rafforzare le relazioni tra imprese e investitori e a trovare il consenso
con gli altri pubblici interessati, sia interni che esterni.
- contribuisce a ridurre il costo del capitale: i finanziatori sono maggiormente disposti a supportare l’impresa
che comunica in modo continuo e trasparente piuttosto che quella sconosciuta e silenziosa
- facilita l’accesso dei capitali dell’azionariato
- Contribuisce alla c.d. DIFFUSIONE DEL VALORE, ovvero a fare in modo che il valore reale dell’impresa si
riversi totalmente sulla quotazione dell’azione o sul prezzo del bene. Ci possono essere situazioni di iper-
diffusione e ipo-diffusione del valore, rispettivamente quando il valore dell’azione o dei beni è superiore o
inferiore al valore reale.
COMUNICAZIONE ORGANIZATIVA
La comunicazione organizzativa è l’evoluzione della COMUNICAZIONE INTERNA, cioè quella rivolta alle risorse
dell’organizzazione e orientata al mantenimento della coerenza e dell’equilibrio culturale e valoriale all’interno della
struttura e alla motivazione del personale.
La COMUNICAZIONE ORGANIZZATIVA ha una valenza più ampia andando a considerare anche tutti i soggetti esterni
che operano in modo integrato con l’impresa e sono strategicamente rilevanti; lo sono, ad esempio, alcuni clienti
particolari che forniscono idee per nuovi o migliori prodotti oppure alcuni fornitori che diventano centrali per fase di
produzione o importanza del prodotto fornito. L’insieme della struttura interna e dei soggetti esterni
strategicamente importanti è detta STRUTTURA AMPLIATA che, si noti, non coincide con il concetto di
STACKEHOLDERS essendo questi TUTTI i soggetti interessati alle azioni dell’impresa.
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La comunicazione organizzativa non trasferisce solo informazione ma soprattutto CULTURA e VALORI con l’obiettivo
di costruire una DISTINTIVITÀ ORGANIZZATIVA che incrementa il vantaggio competitivo. Le RICCHEZZE INTANGIBILI
dell’impresa, infatti, si dividono in:
Competenze e motivazione (fiducia) consolidano le risorse che, orientando i comportamento organizzativi, creano
vantaggio
COMPORTAMENTO VANTAGGIO
COMPETENZE MOTIVAZIONE
ORGANIZZATIVO COMPETITIVO
Competenze
COMUNICAZIONE ORGANIZZATIVA RISORSE
Fiducia
APPRENDIMENTO CULTURA
1) RIVOLTA ALL’INTERNO
La cultura e i valori di una impresa sono un forte elemento di coesione ma possono diventare anche
un’ancora al cambiamento in quanto, rompere gli equilibri e i modi di pensare può richiedere enormi sforzi.
La comunicazione deve, quindi, agire in modo differenziato su quattro livelli, a seconda della vita
dell’impresa:
Capacita’ di
cambiamento
Spinta al
cambiamento
Cambiamento
Sviluppo organizzativo
Rafforzamento Di ruolo
culturale
Gestionale
Tempo
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3) RIVOLTA AL MERCATO DEL LAVORO: le organizzazioni migliori mettono in atto strategie di comunicazione
atte ad attrarre i migliori e a mantenere coloro che sono già all’interno comunicando i valori distintivi e i
benefici professionali
- Comunicazioni di servizio
- Regole e procedure
- Riunioni
- Gruppi di lavoro e comitati
- Forum tecnici
- Posta elettronica
- Manuali “welcome book”
- Presentazioni, convention, meeting
- Letteratura aziendale
- House organ (“giornalino aziendale”, in realtà pubblicazione depositata a circuito chiuso)
COMUNICAZIONE DI MARKETING
Ha l’obiettivo di creare e diffondere la percezione del valore dell’offerta aziendale e migliorare la capacità
dell’azienda di soddisfare le esigenze di chi compone i segmenti di domanda obiettivo. Tali componenti non sono
necessariamente i clienti o possibili acquirenti dei beni o servizi dell’azienda ma sono anche i distributori o coloro
che non diventeranno mai clienti, come può essere la pubblicità legata a beni di lusso che ha l’obiettivo di accrescere
il valore aspirazionale del bene, non tanto le vendite.
La comunicazione, soprattutto quella di marketing, deve essere pianificata secondo step rigorosi:
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1. DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI
P*
D D2
Q1 Q2 Q
Incremento del valore del cliente in termini di marginalità: scrematura, up-selling , cross-selling
OBIETTIVI COMUNICAZIONALI
Superamento della soglia assoluta di percettività
Attivazioni di percezioni positive
Risposta NON comportamentale
Risposte di natura logico-razionale o cognitiva: fanno riferimento al meccanismo che porta
dalla percezione e porta alla notorietà della marca. È la notorietà (awareness), infatti,
l’obiettivo cognitivo principale dell’azione di marketing.
La NOTORIETÀ è definita come la capacità di un potenziale cliente di identificare una certa
marca al fine di proporla, sceglierla o utilizzarla.
Si possono avere diversi gradi di notorietà, dal semplice RICONOSCIMENTO (vedo, quindi
ricordo) al RICORDO INDOTTO, al RICORDO SPONTANEO. Una marca che viene ricordata per
prima tra quelle a ricordo spontaneo è definita TOP OF THE MIND, il grado più alto degli
obiettivi di marketing
GLOBAL BRAND
C AWARENESS
O TOP OF
N
S THE MIND
A
P
E RICORDO SPONTANEO
V
O
L
E
RICORDO INDOTTO
Z
Z
A RICONOSCIMENTO
Risposta valutativa: (generare una disposizione mentale positiva rispetto all'oggetto della
comunicazione) fa riferimento alla sintesi che l’individuo fa tra la sfera dell’azione e quella
dell’emozione, ovvero il processo di APPRENDIMENTO e VALUTAZIONE dei messaggi che poi
vanno ad influenzare l’ATTEGGIAMENTO e, quindi, in COMPORTAMENTO
ATTEGGIAMENTO COMPORTAMENTO
RINFORZO
ASSOCIAZIONE MOTIVAZIONE
APPRENDIMENTO
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Il modello FCB (Foote, Cone, Belding) descrive il ruolo dell’apprendimento considerando due
diverse dimensioni: la modalità dell’apprendimento (razionale vs emozionale) e il livello di
coinvolgimento (basso vs alto); vengono a formarsi quattro aree in cui il ruolo della conoscenza
razionale (learn) del sentimento (feel) e dell’azione (do) è variabile.
ALTO II I
Conoscenza Sentimento
Sentimento Conoscenza
Azione Azione
Coinvolgimento
III IV
Azione Azione
Conoscenza Sentimento
Sentimento Conoscenza
BASSO
Razionale Emozionale
Apprendimento
III: Apprendimento basato sulla conoscenza a basso coinvolgimento. L’input si basa sul forzare
l’azione; si parla di prodotti routinari su cui l’esperienza è consolidata (detersivi, ..)
Risposta relazionale: risposte valutative positive, nel tempo generano una risposta relazionale,
grado più alto degli obiettivi comunicazionali del marketing, con il
cliente/distributore/consumatore. La RELAZIONE si sviluppa attraverso diverse FASI:
1) SODDISFAZIONE: derivante dal continuo confronto tra valore atteso e percepito
2) FIDUCIA: data dalla sedimentazione di diversi momenti di soddisfazione
3) FEDELTÀ COMPORTAMENTALE: la fiducia porta alla ripetizione routinaria dell’atto di
acquisto
4) FEDELTÀ MENTALE: l’atto di acquisto avviene anche verso nuovi prodotti del brand
5) LEALTÀ: matura la convinzione che la relazione sia equa, corretta e reciproca
Risposte di natura emozionale: sono legate alle emozioni e sensazioni provocate
nell’individuo: ludicità, sorpresa, relax,…e alle emozioni più propriamente estetiche del
messaggio che “piace” in sé, indipendentemente dall’oggetto stesso del messaggio
Risposte di natura ideale: fanno riferimento ai sentimenti che nell’individuo portano a legare la
marca ad uno stile di vita, un ideale: la marca vista come uno status symbol
Risposta comportamentale (il destinatario mette in atto un comportamento favorevole all'azienda)
Acquisto del prodotto o fruizione del servizio
Attivazione del soggetto per la raccolta di ulteriori informazioni (pubblicità con coupon,
pubblicità con elenco dei punti vendita, richiesta di feedback)
Adesione ad altre iniziative di comunicazione (pubblicità di un evento, di una promozione…)
Passaparola (importanza dei canali non convenzionali e social)
In generale le risposte legate agli obiettivi comunicazionali sono influenzati da fattori INDIVIDUALI (struttura dei
bisogni, gusti e preferenze, valori, esperienze, motivazione, personalità,…) e SITUAZIONALI (influenza del gruppo
sociale di appartenenza e riferimento, media e messaggi usati, contesto di marketing,…):
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OBIETTIVI RELAZIONALI
OBIETTIVI VALUTATIVI
FATTORI
INFLUENZANTI
La Customer-Based Brand Equity è il valore aggiunto al brand(prodotto/servizio dalle attività di comunicazione DAL
PUNTO DI VISTA DEL CONSUMATORE. La piramide della CBBE riassume in modo alternativo gli obiettivi della
comunicazione di marketing e traccia un “percorso” che, partendo da quelli più basilari, arriva all’apice
rappresentato dalla RELAZIONE. Si sviluppa sia in verticale che in orizzontale: in verticale viene rappresentato in
modo crescente il grado di conoscenza reciproca tra azienda e consumatore mentre in orizzontale si riporta la natura
della conoscenza reciproca, a destra la conoscenza edonistica e a sinistra quella funzionale. La forma piramidale del
processo richiama il numero di consumatori che si trovano ai diversi gradi di conoscenza.
Conoscenza Conoscenza
funzionale edonistica
- PROMINENZA: È la NOTORIETÀ del Brand, la Awareness. Può essere espressa in due dimensioni: profondità
(semplicità con cui il brand è ricordato in relazione ai concorrenti) e ampiezza (diverso numero di situazioni
in cui il brand viene ricordato). La prominenza raccoglie gli obiettivi LOGICO-RAZIONALI soprattutto legati
alla CATEGORIZZAZIONE: L’azienda afferma la sua presenza e il consumatore ne prende atto e la categorizza
tra le sue conoscenze
- IMMAGINE: Il consumatore inizia ad acquisire i significati edonistici associati al brand; per Barilla può essere
la casa, la famiglia, la tradizione. Si parla, quindi, di obiettivi LOGICO-RAZIONALI di categorizzazione
- PERFORMANCE: Vengono valutate le qualità del prodotto/brand, le prestazioni, i benefici garantiti,…
Obiettivi di natura VALUTATIVA.
- SENSAZIONI: Il consumatore non solo associa dei significati al brand/prodotto ma inizia ad associare anche
emozioni, sensazioni positive, ricordi. Gli obiettivi sono quelli di natura EMOZIONALE e IDEALE
- GIUDIZI: Obiettivo di nasuta LOGICO-RAZIONALE legato alla valutazione. Il consumatore non solo acquisisce
informazioni ma esprime giudizi
- RISONANZA: Obiettivo relazionale per eccellenza.
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2. QUANTIFICAZIONE DEL BUDGET
La mancanza di immediati collegamenti di causa-effetto tra costo sostenuto e beneficio, rendono la determinazione
del budget una azione complicata.
Se tale nesso dovesse esserci (ad esempio in caso di obiettivi economici), è possibile usare il METODO RAZIONALE
che si basa sulla massimizzazione del profitto generato dalle azioni di comunicazione
A B C Azioni di
comunicazione
- LAG: Gli effetti benefici della comunicazione sono normalmente posticipati rispetto all’evento di
comunicazione; questo delay non è misurabile ex ante
- CARRY OVER: gli effetti di successive azioni di comunicazione possono sovrapporsi e rendere difficile
determinare quali sono gli effetti legati ad una azione e quali ad un’altra
B1 B2
C1
C2
Nella realtà vengono spesso usati altri metodi per la creazione del budget:
𝑆𝑃𝐸𝑆𝐴𝑥
𝑆𝑜𝑉𝑥 =
𝑇𝑂𝑇
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Mettendo in relazione questo rapporto (quota di spesa) con la quota di mercato Q può avvenire che:
𝑆𝑜𝑉𝑥
𝑄
> 1 Pubblicità aggressiva
𝑆𝑜𝑉𝑥
𝑄
< 1 Pubblicità opportunistica (per marche consolidate) oppure ridotta (per marche in crisi)
𝑆𝑜𝑉𝑥
𝑄
= 1 Pubblicità di mantenimento
E) METODO DELL’OBIETTIVO DA CONSEGUIRE: Il budget è determinato in base ad un obiettivo finale che può
essere “di contatto” o “ad impatto percettivo”
La MARCA è fonte di vantaggio competitivo per l’impresa in quanto catalizza gli obiettivi strategici di fondo come:
- Le preferenze del consumatore (Risposta valutativa) e della sua fedeltà nel tempo (risposta relazionale)
- La costruzione di un clima di fiducia nella comunità di business
- L’associazione dell’impresa con un ruolo sociale utile
La MARCA si differenzia da MARCHIO. Quest’ultimo è solo il logotipo fisico dell’impresa o del prodotto, mentre la
marca comprende anche gli elementi
1) FISICO: sono le informazioni legate al prodotto che la marca rappresenta e alle sue funzionalità (Porche =
alte prestazioni, Volvo = sicurezza,…)
2) DI CARATTERE O PERSONALITÀ (Barilla = tradizione, Maserati = eleganza,…)
3) STILE DELL’ESPRESSIONE (IBM = sobrio e razionale, Diesel = originale e trasgressivo,…)
La marca è, quindi, una struttura di conoscenza (aggregazione di significati) che il consumatore realizza intorno ad un
segno (marchio). Per questo motivo non deve essere solo realizzato un marchio ma deve essere progettata la
STRUTTURA DI MARCA nelle sue componenti:
IDENTIFICATIVA: è l’insieme dei segni (nome, logo,…) e dei valori sottostanti che hanno l’obiettivo di
identificare l’offerta e l’azienda distinguendole dalla concorrenza. Questa componente si sostanzia nella
BRAND IDENTITY ed è misurata dalla BRAND AWARENESS (vedi piramide CBBE)
VALUTATIVA: è l’insieme dei significati e delle utilità che il consumatore associa alla marca; è la BRAND
IMAGE
FIDUCIARIA: fa riferimento alla relazione, alla reputazione, alla fiducia ispirata dal brand.
La BRAND IDENTITY deve essere costruita sapendo che essa è costituita da tre componenti annidate: l’ESSENZA, il
CORE e l’IDENTITÀ ALLARGATA
ESSENZA
CORE
IDENTITA’
ALLARGATA
Caratteri che
specificano meglio
l’identita’
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Alle tre dimensioni si associano poi quattro modi di vedere la marca:
Dall’insieme delle decisioni legate a questi elementi deriva PROPOSTA DI AFFERMAZIONE DEL VALORE in termini
funzionali, esperienziali e simbolici.
Partendo dall’immagine visiva (VISUAL IDENTITY), essa è considerata ESPRESSIONE PERMANENTE DELL’IDENTITÀ ed
è costituita da:
- Nome
- Design distintivo: immagini e colori
- Simboli
- Font
- Slogan o “pay-off”
- Jingle
La parte ICONICA della marca è il LOGO, insieme degli elementi tipografici, figurativi e plastici che, insieme al nome,
costituiscono il MARCHIO
SIMBOLO
COLORE
PAY-OFF FONT
Il simbolo realizza anche funzioni di categorizzazione e può essere usato per determinare:
- Il posizionamento rispetto ai concorrenti. Ne è un esempio l’uso del colore secondo il “paradigma inverso” di
Milka e l’uso del simbolo dell’onda di Wind che richiama le onde di Telecom-TIM, posizionandosi in posizione
di attacco contro il monopolista
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- Il segmento target. Rolex con l’oro e il simbolo della corona, Trussardi con il simbolo del levriero con il
foulard,
- La categoria di prodotto: ARISTON, Michelin…
- I benefici del prodotto: Gatorade con il fulmine, Maserati, Puma, Vitasnella
- La modalità di impiego: 4 salti in padella, Dash
- Gli elementi di differenziazione: GUCCI che usa il cognome italiano per denotare la provenienza, simbolo di
eleganza e qualità, Swatch che richiama il prodotto (watch) ma anche la sua provenienza (SW + bandiera
della Svizzera) per sottolineare la qualità e precisione nonostante i materiali usati nella costruzione degli
orologi (giustificandone anche il prezzo); Olio Carli con l’artigianalità,…
- I rapporti tra marche del brand portfolio: TIM e Telecom, Nestlè, Harley-Davidson (Cycle, Company,
abbigliamento)
LE PROMOZIONI
Nate con valenza tattica con l’obiettivo (economico) di aumentare i volumi di vendita, le promozioni hanno sempre
più anche obiettivi comunicativi strategici (vedi dopo).
CONSUMER PROMOTION: tecniche indirizzate dall’industria al consumatore finale sia per indurlo all’acquisto che per
fidelizzarlo con uno strumento che bypassa il trader
TRADE PROMOTION: indirizzate dall’industria al trade per ottenere la sua collaborazione sia riguardo le quantità
acquistate/vendute che riguardo al posizionamento in scaffale delle merci. Avviene attraverso CANVAS (sconto
quantità legato al tempo) o altri benefit come viaggi premio. L’obiettivo è anche quello di destagionalizzare le
vendite.
SALES PROMOTION: indirizzate alla forza vendita per motivarla ad aumentare le vendite o indirizzarle verso aree o
prodotti particolari.
Nel breve periodo ci sono effetti sia negativi che positivi, prima, durante e dopo l’applicazione delle promozioni:
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Eff. Sostituzione
Eff. Prova
Vendite Eff. Cann. della gamma Eff. Rimanenza
Eff. Trasf. interno
Eff. Depressione
Eff. Anticipaz.
Vendite
standard
- EFF. ANTICIPAZIONE: sapendo che ci saranno le promozioni, il consumatore abituale non acquista il prodotto
- EFF. SOSTITUZIONE: il consumatore di un altro brand lo sostituisce con quello in promozione
- EFF. PROVA: il consumatore di nessun brand decide di provare il prodotto in promozione
- EFF. CANNIBALIZZAZIONE DELLA GAMMA: Il consumatore di altri prodotti simili dello stesso brand, sposta il
suo consumo dai vecchi prodotti a quelli in promozione
- EFF. TRASFERIMENTO INTERNO: minore margine maturato legato agli acquisti dei consumatori che
avrebbero comunque acquistato a prezzo pieno
- EFF. DEPRESSIONE: minori acquisti dovuti al fatto che i consumatori hanno fatto scorta
- EFF. RIMANENZA: è il netto finale rappresentato dagli acquirenti che continuano a comprare il prodotto
anche a prezzo pieno e che prima non lo compravano.
CHARITY PROMOTION
Impegno dell’impresa a promuovere iniziative nel
sociale o nell’ambiente a seguito di un certo
comportamento del cliente.
IL PACKAGING
È una delle caratteristiche del prodotto necessarie a rendere concreti i benefici funzionali e simbolici ricercati
dall’acquirente. Raccoglie funzioni strutturali e funzioni comunicative:
- FUNZIONI STRUTTURALI:
o Protezione
o Conservazione
o Contenimento
o Definizione dell’unità di movimentazione, stoccaggio, vendita, consumo e riutilizzo
- FUNZIONI DI COMUNICAZIONE
o Visibilità, informazione, persuasione, dialogo,…
o I destinatari sono consumatori, distributori,…
o Veicolano significati differenti: funzionali, simbolici,…
Dal punto di vista del cliente la confezione esprime quattro classi di valori che possono essere visti sotto l’aspetto
strutturale e comunicativo:
Valore della
confezione Descrizione Funzioni strutturali Funzioni comunicative
Usabilità della confezione - Visibilità a scaffale
(trasportabilità, facilità d'uso, - Informazioni verbali e iconiche
È il valore funzionale sicurezza, ergonomia) garantita riportate e volte a facilitare l'uso
PRATICO dalla forma, dal materiale e dal del prodotto
percepito dal cliente
volume della confezione - Informazioni per contattare
l'azienda
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Si fa riferimento al valore Strutturalmente il packaging è Inserimento di informazioni
attribuito ad informazioni costruito per migliorare la relative all'utilizzo del prodotto:
relative ad un consumo convenienza (ad esempio qualità nutrizionali, ingredienti,
REFERENZIALE consapevole del prodotto o monodosi di detersivo provenienza geografica
a caratteristiche strutturali contenute in involucri solubili
orientate al rispetto in acqua), la conservazioni o il
dell'ambiente riutilizzo del prodotto
È il valore emozionale Forma della confezione Slogan contenuti nella
legato al packaging: confezione
LUDICO divertimento, auto-
gratificazione, ludicità,
eccitazione, rilassamento
Il packaging, quindi, riesce a raggiungere obiettivi comportamentali, non comportamentali, valutativi e relazionali:
attrarre il consumatore, rappresentare valori, ricordare la pubblicità…
1) P. PRIMARIO (“di vendita” o “per il consumatore”): è la confezione a diretto contatto con il prodotto,
inscindibile da esso nella vendita al dettaglio (la carta che avvolge il cioccolatino)
2) P. SECONDARIO (o “multiplo”): avvolge il packaging primario e consente di unire più unità di prodotto. Può
essere venduto come tale al consumatore finale oppure costituire solo una facilitazione nel rifornimento a
scaffale. Rimosso non altera il prodotto
3) P. TERZIARIO o IMBALLAGGIO: è il cartone usato per il trasporto
4) IMBALLO DISPLAY: è il contenitore usato per l’esposizione nel punto vendita.
IL PUNTO VENDITA
Il punto vendita ha modificato la sua accezione iniziale di luogo in cui avvenivano le transazioni commerciali
passando attraverso diversi paradigmi:
- POINT OF SALES: attenzione sull’azienda che vende; l’atto di acquisto e considerato puramente razionale e
ha l’obiettivo di soddisfare un bisogno funzionale e comunicazione orientata alla vendita
- POINT OF PURCHASE: l’attenzione si sposta sui clienti serviti che non soddisfano solo bisogni funzionali ma
anche gratificazione e ricerca di valori e simboli (carte fedeltà, prova prodotto,…)
- POINT OF PERMANENCE: il consumatore cerca anche l’autogratificazione e il divertimento; entra nel punto
non solo per acquistare ma per vivere una shopping experience
- POINT OF MEETING: Il punto vendita diventa spazio di relazione tra clienti e tra il singolo e la marca
Il SERVICESCAPE (ambiente) del punto vendita ha una forte valenza strategica in quanto influenza:
Il punto vendita è oggetto di lavoro del MERCHANDISING ovvero di tutte quelle azioni di marketing atte a presentare
nel miglior modo possibile il prodotto/servizio al potenziale cliente. Il MODELLO DI BITNER presenta uno schema per
la realizzazione di un serviscape “vincente” che tiene conto di tutti gli aspetti:
DIMENSIONI DI AMBIENTE
CONDIZIONI AMBIENTALI SPAZIO/FUNZIONI SEGNI, SIMBOLI, ARTEFATTI
Temperatura Layout Simboli
Qualità dell’aria Equipaggiamenti Cartelli
Odori Forniture Stili utilizzati
Musica
FATTORI INDIVIDUALI E
SITUAZIONALI
Intenzione, pressione del
tempo, Familiarità, COGNITIVE
disposizioni EMOZIONALI
Pleasure
Arousal
Dominance
RISPOSTE DEL PERSONALE RISPOSTE DEL CLIENTE
FISICHE
Acquisto
Interazione
Esplorazione
Sperimentazione
Permanenza
COMPORTAMENTO
Avvicinamento
Allontanamento
1. Il LAYOUT DELLE ATTREZZATURE (scaffali, scrivanie, appendini, mobili,…) dalla cui disposizione dipende la
facilità di rifornimento del punto, il flusso della clientela, il processo di acquisto (IKEA) e l’immagine stessa
del punto vendita.
2. Il LAYOUT MERCEOLOGICO ovvero l’organizzazione delle diverse categorie merceologiche all’interno del
punto vendita. Da questo dipende la semplicità di accesso alle categorie ma anche l’entità della spesa media
(es: negli iper le merci ingombranti sono poste alla fine del percorso d’acquisto perché altrimenti
riempirebbero troppo presto il carrello; i surgelati sono alla fine perché altrimenti il cliente farebbe la spesa
di fretta per evitare lo scongelamento)
3. Il DISPLAY fa riferimento alla qualità e quantità di spazio da assegnare alle singole categorie. Influenza la
clientela nell’acquisto e nella ricerca di informazioni
4. La GESTIONE DEL LINEARE: percentuale di spazio e posizione da assegnare ad ogni singola MARCA.
Se il produttore non ha un punto vendita le leve del merchandising sono totalmente in mano al distributore.
Con riferimento alle potenzialità comunicative del merchandising, si distinguono una comunicazione in store di TIPO
HARD (basata sugli elementi di natura fisica del punto: layout esterno, interno e l’atmosfera) e una di tipo SOFT
(basata sull’intrattenimento, i servizi, le interazioni con il personale di vendita).
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Tra i FORMAT che maggiormente si prestano ad attività di tipo comunicazionale vediamo:
- Il CORNER: area di max 30 metri quadrati dedicata ad una singola marca in un punto vendita multi-marca (La
Rinascente).
- Il FLAGSHIP STORE: negozi bandiera, monomarca, su vasta area e locati in posizioni prestigiose. Forniscono
una esperienza d’acquisto completa rappresentando la marca in tutti i suoi aspetti (valori, prodotto,
servizio). Viene “messo in scena” il mondo della marca attraverso gli elementi di tipo Hard e Soft.
- Il CONCEPT STORE: punto vendita tematizzato in cui il consumatore entra a far parte di una
rappresentazione a tema, oltre che di una esperienza d’acquisto. È sottolineata l’idea creativa, più che la
marca.
- Il FACTORY OUTLET: aggregazione di punti vendita monomarca che ha l’obiettivo di commercializzare
prodotti che non possono essere venduti sul canale standard (piccoli difetti, vecchie serie). L’obiettivo è,
quindi, di abbattere lo stock
- Il TEMPORARY SHOP è un negozio “a tempo”.
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Confronto tra PR, Pubblicità e Promozioni (da lezione)
Pubblicità PR Promozioni
Flusso ONE WAY ONE/TWO ONE/TWO
Sfera Atteggiamenti Opinioni Comportamenti
Pubblico Acquirenti Pubblici influenti Trade, Consumer
Strategia PULL PULL PUSH
Tempo MEDIO/LUNGO MEDIO/LUNGO BREVE
Effetti Awareness/positioning Credibilità/reputazione Awareness/depositioning
Sono le attività legate alla pianificazione, attivazione e gestione dei rapporti con i mezzi di comunicazione e i
giornalisti perché possano parlare delle informazioni legate all’azienda e/o ai suoi prodotti Si può essere presenti sui
media attraverso:
PUBBLICAZIONI GRATUITE: notiziari, articoli, redazionali che hanno il carattere della gratuità e della (presunta)
neutralità
PUBBLICAZIONI A PAGAMENTO.
La fonte di valore dell’ufficio stampa è la media list, ovvero l’insieme dei contatti e delle informazioni necessarie per
gli obiettivi specifici. Gli strumenti tecnici per comunicare con i media sono la cartella stampa (racchiude tutti i
materiali potenzialmente utili ai giornalisti), la conferenza stampa (bilaterale, sono ammesse domande e risposte), il
comunicato stampa (scritto o orale; è unilaterale) e la rassegna stampa (tutti gli articoli usciti precedentemente
sull’azienda).
Si tratta di manifestazioni a cui partecipano i pubblici ritenuti interessanti per le specifiche tematiche: convention,
inaugurazioni, mostre, fiere, workshop, convegni,…
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Sono le manifestazioni che implicano l’associazione del nome di un’impresa ad un’attività (sportiva, culturale,…) che
non ha nulla in comune con l’impresa stessa. L’obiettivo di tali eventi è proprio di indurre i pubblici ad associare il
brand ai temi legati all’attività (lo sport, la cultura,…). A seconda del grado di coinvolgimento dell’impresa, di
distinguono il mecenatismo, la sponsorizzazione e il patronage.
Il MECENATISMO consiste in una elargizione di somme di denaro a supporto di attività culturali o sportive per puro
spirito filantropico, senza alcuna strategia di ritorno di immagine precedentemente valutata (da lezione: non significa
che non ci sia un ritorno di immagine ma che questo non è calcolato strategicamente)
Il PATRONAGE consiste nel supportare o favorire un’idea, un progetto, una iniziativa che nasce dalla stessa azienda
D: PUBBLICAZIONI EDITORIALI
Si tratta di pubblicazioni che contribuiscono a diffondere informazioni sull’impresa con l’obiettivo di sviluppare
opinioni favorevoli su di essa e sostenere la reputazione. Sono, ad esempio, il bilancio, il rapporto annuale ma anche
le monografie aziendali, le edizioni di prestigio, l’house organ.
E: I MEDIA DIGITALI
Nelle PR si fa spesso ricorso a testimonial aziendali il cui utilizzo può però portare problemi, soprattutto legati allo
scarso controllo che l’impresa ha sul piano contrattuale, professionale e personale.
Dal punto di vista CONTRATTUALE il testimonial concede raramente l’esclusiva che, quindi, non viene
univocamente percepito dai pubblici univocamente associato al brand vanificando, di fatto, uno degli
obiettivi dell’uso del testimonial: l’associazione del testimonial al brand
Dal punto di vista professionale c’è il rischio che il legame tra brand e personaggio venga offuscato dai
risultati negativi (ad esempio sportivi) di quest’ultimo
Dal punto di vista personale c’è il rischio che il testimonial venga implicato in vicende spiacevoli minando,
quindi, l’immagine stessa del brand.
I principio che deve essere usato nella scelta di un testimonial esula dalla semplice notorietà dello stesso; deve
essere la compatibilità tra il testimonial e l’azienda o il prodotto. La compatibilità può essere
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UD6: Direct Marketing (Cap. 15)
Nel Direct Marketing l’obiettivo è di interagire con il target definito in modo interattivo, diretto e personalizzato,
ottenendo risposte misurabili.
e sono:
Relativamente alla misurazione dei risultati, vengono normalmente utilizzati KPIs sia di efficacia che di efficienza;
quelli di efficacia sono:
# 𝑅𝐼𝑆𝑃𝑂𝑆𝑇𝐸
REDEMPTION = # 𝐶𝑂𝑁𝑇𝐴𝑇𝑇𝐼
# 𝐶𝐿𝐼𝐶𝐾
CLICK-THROUGH-RATE = # 𝐼𝑀𝑃𝑅𝐸𝑆𝑆𝐼𝑂𝑁𝑆
# 𝑃𝑅𝑂𝑉𝐸 𝐷𝐼 𝑃𝑅𝑂𝐷𝑂𝑇𝑇𝑂
TRIAL-RATE = # 𝑇𝑂𝑇𝐴𝐿𝐸 𝑅𝐼𝑆𝑃𝑂𝑆𝑇𝐸
# 𝑂𝑅𝐷𝐼𝑁𝐼
ORDER-RATE = # 𝑅𝐼𝐶𝐻𝐼𝐸𝑆𝑇𝐸 𝐷𝐼 𝑃𝑅𝑂𝑉𝐴
quelli di efficienza:
𝐼𝑁𝑉𝐸𝑆𝑇𝐼𝑀𝐸𝑁𝑇𝑂
COSTO PER CONTATTO = # 𝐶𝑂𝑁𝑇𝐴𝑇𝑇𝐼
(misura ex ante)
𝐼𝑁𝑉𝐸𝑆𝑇𝐼𝑀𝐸𝑁𝑇𝑂
COSTO PER RISPOSTA = # 𝑅𝐼𝑆𝑃𝑂𝑆𝑇𝐸
𝐼𝑁𝑉𝐸𝑆𝑇𝐼𝑀𝐸𝑁𝑇𝑂
COSTO PER ORDINE = # 𝑂𝑅𝐷𝐼𝑁𝐼
A causa del sovraffollamento dei media che non riescono a rispondere alle necessità informative e comunicazionali
di tutti gli stackeholders, essi perdono di efficacia per cui il communication mix si arricchisce di strumenti più
interattivi e sempre più orientati alle dimensioni emozionali ed esperienziali (below the line).
- Effetto sorpresa
- Scarsa capacità del ricevente di interpretare l’azione come azione di comunicazione di un’azienda (below the
line)
- Virulenza
- Genialità e creatività dell’azione
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VIRAL MARKETING
Reinterpreta in chiave moderna il concetto del passaparola. Si tratta di una strategia che stimola il destinatario della
comunicazione a diffonderla ai suoi conoscenti; è definita “virale” perché la diffusione del messaggio prosegue
autonomamente, senza alcun altro intervento dell’emittente.
FRICTIONLESS VM: l’utente diffonde informazioni sul prodotto in modo inconsapevole, semplicemente
facendone uso (es: cartoline elettroniche, Hotmail,…)
ACTIVE VM: l’utente è proattivo nella diffusione del messaggio; diverse sottospecie:
o SOCIAL VM: l’utente è incentivato da motivazioni legate alla sfera sociale, come l’appartenenza ad
un gruppo elitario (es: GMAIL)
o VM CLASSICO: l’utilità per l’utente è legata al numero di iscritti al network, quindi è incentivato al
passaparola (esternalità positive): ICQ, MSN,…
o INCITED VM: L’utente è incentivato a diffondere il messaggio da vantaggi di tipo economico e non
(es: VIRAL GAMES)
GUERRILLA MARKETING
Si tratta di comunicazioni realizzate attraverso messaggi sorprendenti e originali e con azioni straordinarie che
mirano a superare la saturazione dei media, il massimo della visibilità con il minimo impiego di risorse. La chiave è la
sensazionalità e la sorpresa provocata negli altri.. Le tecniche sono:
1. STICKERING: adesivi e affissioni in luoghi considerati strategici per il target (es. A-STYLE)
2. FAKE SITE: sito web creato da una marca o un prodotto inesistenti in modo da suscitare attesa e curiosità
3. OOP ART (OUT OF PLACE ART): si tratta di installazioni sorprendenti e impressionanti che fanno ritrovare
oggetti in luoghi imprevedibili (es: NIKE)
4. TWISTED PROTEST (flash mob): si mette in scena un avvenimento fuori dal comune all’interno del punto
vendita in modo da indurre i presenti a condividere l’avvenimento con il network
5. BODY RENTAL: si affittano parti del corpo di persone per pubblicizzare una marca
6. GRAFFITI
TRIBAL MARKETING
Sostiene il legame sociale tra soggetti uniti da una forte passione che fa da collante tra essi: i soggetti si sentono
parte di una tribù elitaria caratterizzata dal “Quadrifoglio della tribù”:
- Sfera di influenza: capacità della tribù di raccogliere nuovi membri e selezionarli, regole e caratteristiche di
appartenenza
- Luoghi: posti di ritrovo
- Rituali
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- Ricorrenze
Si basa su un “ritorno al passato”, con la rivalutazione dei rapporti sociali e dei legami interpersonali; l’emozione è il
fattore fondamentale di tali comunità.
Le leve operative del tribal marketing tribale sono le azioni che mirano a stimolare la fedeltà affettiva dei membri:
Individuazione dei raggruppamenti tribali (sfera di influenza, luoghi di incontro, gesti, adunanze periodiche)
Offerta dei legami: insieme di azioni che rafforzano i legami tra tali persone (MKTG intensivo)
L’estensione del numero dei membri (MKTG estensivo)
MARKETING ESPERIENZIALE
Si tratta di attività di comunicazione atte a far vivere ai consumatori esperienze emotive e intellettuali che
influenzano la percezione, l’elaborazione, l’associazine e il ricordo. Deriva dalla consapevolezza che il processo di
acquisto non è solo utilitaristico ma coinvolge dimensioni diverse e legate all’esperienza, all’appagamento di sè e alla
visione dell’acquisto come forma di comunicazione che trasferisce un insieme di significati legati ai propri stati
d’animo o a segni di appartenenza ad un gruppo.
PRODUCT PLACEMENT
Inserimento di prodotti, packaging, logo o corporate name all’interno di contesti narrativi come film o programmi
televisivi.
Può essere realizzato in forma verbale, visiva, multimediale (nel film o gioco elettronico viene ricreato un annuncio
radio o televisivo appositamente creato), integrata (la marca fa parte integrante del film: “What women want”, “Il
diavolo veste Prada”). Le tipologie di PP sono:
- Screen placement: il logo o la marca vengono visualizzati a schermo come contesto (ad esempio le vetrine in
un film o i cartelloni pubblicitari in un video game di calcio)
- Script placement: il prodotto viene nominato o utilizzato nel contesto (auto, sigarette usate)
- Spot placement: nella narrazione compare un’inserzione pubblicitaria del prodotto
- Plot placement: Il prodotto diventa cardine della storia come le scarpe da ginnastica di Forrest Gump
Generalmente poco costoso, viene usato per mantenere la notorietà ai massimi livelli (top of mind). Ha diversi
vantaggi:
“Si definisce “pubblicità” qualsiasi forma a pagamento di presentazione e promozione non personale di idee, beni,
servizi da parte di un promotore ben identificato” (Kotler, 2005). Quindi i redazionali, ad esempio, che sono gratuiti,
non costituiscono pubblicità; una fiera, che è interpersonale, non è pubblicità; il Product placement non è detto che
sia pubblicità perché spesso non è possibile determinare se l’azienda abbia pagato per essere nel film (es. in “Il
diavolo veste Prada”).
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Nel tempo la pubblicità e i suoi effetti sono stati studiati secondo diversi approcci:
1. Approccio delle teorie economiche: il consumatore ha razionalità assoluta la pubblicità era di tipo
argomentativo con l’obiettivo di convincere la persona
2. Approccio comportamentista: il soggetto non è assolutamente razionale ma cade in certi “errori”
comportamentali, dovuti a distorsioni cognitive, in modo quasi sistematico: a certi stimoli i soggetti
rispondono quasi meccanicamente in certi modi. Su tali caratteristiche comportamentali si basa la pubblicità
per portare maggiori vendite (es: lo sfondo blu spinge maggiormente alla vendita rispetto a quello rosso,
sono più sensibile ad un messaggio che trasmette una perdita rispetto ad uno che trasmette guadagno…)
3. Approccio psicologico: si cercano le cause dei comportamenti suddetti e si conclude che le distorsioni
cognitive non sono degli errori ma delle euristiche (scorciatoie decisionali). L’individuo SCEGLIE di usare in
modo limitato la sua razionalità, quindi il compito del pubblicitario è cercare di capire perché le singole
persone si comportano in un certo modo
4. Approccio psico-sociale: il comportamento dell’individuo non è influenzato solo dalle proprie caratteristiche
psicologiche ma anche dalla proiezione interiore del pensiero degli altri: scelgo un’auto non solo perché è
bella per me ma anche perché, secondo me, è bella agli occhi degli altri)
Sulla base del modo con cui vengono attivate le reazioni nell’individuo, si individuano quattro tipologie di pubblicità:
- STRATEGICA (obiettivi nel medio-lungo periodo) VS TATTICA (obiettivi nel breve periodo)
- ISTITUZIONALE (riferisco su valori di fondo…di pertinenza della comunicazione istituzionale) VS DI MARCA
(area commerciale di marketing, si focalizza sul prodotto)
- D’IMMAGINE (ha un contenuto prevalentemente ideale ed edonistico e ha lo scopo di suggestionare il
ricevente; il prodotto, spesso, non compare neanche) VS INFORMATIVA o DI PROMOZIONE (contenuto
prevalentemente razionale)
- DI MASSA (unilaterale) VS INTERATTIVA
- COMMERCIALE (l’oggetto di cui si parla è il prodotto o servizio dell’impresa) VS SOCIALE (l’oggetto di cui si
parla è un argomento di interesse pubblico)
- SINGOLA (riguarda uno o più prodotti della stessa impresa) VS COMPARATIVA (paragona prodotti di imprese
diverse)
In Europa la pubblicità comparativa è consentita dal 2000 ma devono essere rispettate le seguenti tre regole:
1. Nominare il concorrente
2. Il paragone deve essere fatto su caratteristiche oggettive (“più buono” non può essere usato)
3. I valori assunti dai parametri oggettivi per tutte le marche inserite nella pubblicità comparativa devono
essere inseriti nella comunicazione
Nel caso della pubblicità è fondamentale la distinzione tra strumenti, canali e veicoli:
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Strumento: è il media che viene usato (televisione, radio, cinema, affissioni pubblicitarie,…)
Canale: all’interno dello strumento “carta stampata”, il canale può essere il quotidiano, il periodico, la testata
generalista, la specialistica,…
Nella valutazione dei canali appropriati devono essere considerati alcuni parametri attraverso i quali i canali possono
essere messi a confronto
CINEMA
Elevate potenzialità di coinvolgimento ed espressive Assenza di un sistema continuativo di rilevazione
Flessibilità geografica Alto costo di contatto
Capacità di raggiungere pubblici specifici Bassa copertura
Tempi di produzione e di penetrazione lunghi
SVILUPPO DI UNA CAMPAGNA PUBBLICITARIA (affronta in modo “superficiale” perché esiste un corso specifico di
comunicazione pubblicitaria):
RAZIONALE
C
Influenze esterne che portano il O
soggetto a crearsi una «regola». Es. ATTEGGIAMENTO M
P
«obbligato dai genitori»
O
EDONISTICO R
T
A
Eventi esterni al proprio controllo M
NORME SOGGETTIVE E
che influenzano il comportamento:
N
agevolazioni/ostacoli come «abito T
troppo lontano», «non so guidare la O
moto» SENSO DI CONTROLLO
Partendo da questo schema, gli stili creativi possono essere distinti a seconda della causa che vanno a “colpire” e su
cui agiscono: sollecitazione “razionale”, sollecitazione “edonistica” e sollecitazione che agisce sulle norme soggettive
e sul senso di controllo. Queste tre sollecitazioni sono poi declinate in tre gradi di profondità; viene a delinearsi una
matrice 3x3 di stili creativi:
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ULTIMA LEZIONE: DISCUSSIONE DI ESEMPI DI PUBBLICITÀ
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Pubblicità CRITICA e REFERENZIALE con uno stile
creativo razionale con la descrizione analitica del
prodotto. Si tratta di una pagina dedicata al trade su una
rivista di settore. Fornisce elementi descrittivi che
consentono al trade di avere informazioni necessarie a
fare egli stesso comunicazione al cliente finale.
Richiama un valore IDEALE con il concetto di
“Consumatori attenti” e “Benessere quotidiano”
L’immagine del prodotto richiama valore referenziale
con le informazioni legate ai contenuti in calcio e
vitamine, il numero di fette, il peso, il tenore di grassi,
l’origine del prodotto
Pubblicità DI IMMAGINE.
Il messaggio è “noi pensiamo alla superficie mentre oltre
la superficie ci sei tu, il tuo mondo e i tuoi valori”. Quindi
anche una pubblicità IDEALE perché la persona
rappresentata rappresenta te stessa.
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Pubblicità INTERATTIVA (non promozione) a causa dal
coupon per ricevere a casa il catalogo. NON SI FA
PROMOZIONE. Lo stile è di immagine di vita quotidiana.
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DOMANDE D’ESAME DA HELP MOI
Domande:
1) Descrivere gli obiettivi della comunicazione economico-finanziaria
2) Definire la pubblicità pratica
3) Differenza tra mecenatismo e patronage
4) Differenza tra comunicazione interna e organizzativa
5) Descrivere gli obiettivi della risposta logico-razionale
6) Funzione comunicativa del packaging
7) Spiegare le ragioni del successo del marketing non convenzionale
8) Definire la pubblicità interattiva, flagship store
9) Gli interlocutori della comunicazione istituzionale
10) Obiettivi economici della comunicazione di Mktg
11) Finalità delle promozioni alle vendite
12) Pubblicità ideale
13) Crisi traumatica e gestionale
14) Caratteristiche della comunicazione in caso di crisi;
15) Caratteristiche del Marketing diretto;
16) Descrivere una delle pubblicità studiate;
17) Rappresentazione del mix comunicativo da completare
18) Una delle classificazioni della comunicazione, a scelta
19) Descrizione degli elementi del direct marketing
20) Pubblico delle PR
21) Valore ideale del packaging
22) Effetti delle promozioni del lungo periodo
23) Promozioni a vantaggio immediato e differito
24) Definizione di redemption
Esempi su “Vero-Falso”:
- la pubblicità comparativa è lecita in Italia? lo stikering fa parte del marketing tribale? house-organ pubblicità
pratica
Definizioni: click through rate, order rate, flagship store, concept store
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