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Cap.

3
La teoria del conflitto
Funzionalismo Teorie del conflitto
• Società stabile e integrata • Società in continuo mutamento,
• Consenso sui valori di tutti i soggetta a uno scontro continuo
membri della società tra forze contrastanti
• Dominio di alcuni gruppi sociali a
danno di altri

Non tiene conto del fatto che in


quasi tutte le società non vi è Non riesce a spiegare perché le
pieno accordo sui valori società continuino a restare unite
e a funzionare nonostante il
continuo mutamento
Presupposti di base delle teorie del conflitto
• Gli individui possiedono alcuni interessi di base; gli interessi comuni ad alcuni gruppi si
oppongono a quelli di altri gruppi (es. imprenditori che vogliono costruire nuovi
impianti industriali e ambientalisti che vogliono un ambiente non inquinato)

• Le relazioni sociali sono incentrate sul potere e sul dominio di alcuni gruppi rispetto ad
altri (es. potere dei datori di lavoro sui dipendenti)

• Valori e idee sono utilizzate dai gruppi per perseguire i propri interessi. Valori e idee
confluiscono in ideologie, la cui funzione è rafforzare il potere di determinati gruppi
sociali

• Quando gli individui acquistano coscienza dei propri interessi comuni possono
diventare una classe sociale, che può organizzarsi (es. in un gruppo di pressione, un
movimento politico, ecc.)
Nelle teorie del conflitto, si distinguono due gruppi di teorie

• Teorie CRITICHE (di ispirazione marxista): la sociologia deve assumersi


la piena responsabilità critica nei confronti delle forme latenti e
manifeste del potere politico ed economico. Perciò, la sociologia deve
essere «elemento attivo della trasformazione sociale» (Crespi, 2002,
p. 142)

• Teorie ANALITICHE (di ispirazione weberiana): considerano il conflitto


come un aspetto permanente della vita sociale e non ritengono che la
sociologia debba esprimere giudizi di valore
La scuola di Francoforte

le idee degli individui


sono frutto della società
in cui vivono

Gli studiosi devono avere


un atteggiamento critico
nei confronti della società
La scuola di Francoforte
Secondo Adorno e Horkheimer le
caratteristiche principali dell’industria
culturale derivano dal fatto che si impone
dall’alto: sono la standardizzazione dei
prodotti, la razionalizzazione della
distribuzione e l’integrazione dei consumatori
nell’ideologia capitalistica.
L’inganno di massa: illusione di una cultura
libera, limpida, facile ed accessibile a tutti
L’industria culturale è quel complesso di strumenti con cui
il sistema sociale veicola un determinato insieme di valori
e modelli di comportamento
Degradazione del significato intrinseco e della funzione
sociale dell’opera d’arte come espressione
artisticoculturale
I mass media non sono veicoli imparziali: essi non
trasmettono, ma sono ideologia, indipendentemente dai
contenuti particolari
IL DIVERTIMENTO NELL’INDUSTRIA CULTURALE

Il divertimento è una promessa di felicità non


mantenuta e sempre differita
Il divertimento si trasforma, rispetto al lavoro, da
dimensione alternativa a dimensione complementare
“Divertirsi significa essere d’accordo”
Pierre Bourdieu (1930-2002)
Campo
È l’arena sociale entro cui gli individui agiscono e si contendono le
risorse. Il campo è costituito da sistemi di posizioni sociali strutturati in
relazioni di potere

È «una rete – o una configurazione – di relazioni oggettive fra posizioni»


(Bourdieu e Wacquant 1992, p. 63)

Nella società si formano numerosi campi (politico, economico, religioso,


ecc.).
Il potere associato ai campi dipende da diverse forme di CAPITALE
3 forme di CAPITALE
Bourdieu individua tre forme distinte di capitale:
• economico
• culturale
• sociale
Nonostante fra loro esista uno stretto legame, B.
sostiene che il capitale culturale e sociale siano
strettamente dipendenti da quello economico
Capitale culturale
La famiglia trasmette ai figli una certa quantità di capitale
culturale

Il capitale culturale crea DISTINZIONE, ma anche VANTAGGI


EDUCATIVI
Bourdieu: definizione di Capitale Sociale (CS)

Il capitale sociale è costituito dall’ammontare delle risorse


attuali o potenziali che derivano dall’appartenenza ad una
rete stabile di relazioni sociali o dall’essere membri di un
gruppo
Bourdieu: caratteristiche del CS
• Le reti di relazione sono «il prodotto di precise strategie di
investimento, individuali o collettive, consapevolmente o
inconsapevolmente finalizzate a fondare o riprodurre
relazioni sociali che sono direttamente spendibili a breve o a
lungo termine, ad esempio, nel trasformare relazioni
contingenti, come quelle di vicinato, di lavoro o anche di
parentela» [Bourdieu 1983a: 250]
Bourdieu: caratteristiche del CS

• L’appartenenza ad una rete o ad un gruppo


sociale crea dei benefici per i membri e sviluppa
così un senso di solidarietà che permette alla
rete o al gruppo stesso di esistere
Bourdieu: caratteristiche del CS

• Le persone hanno interesse a conservare ed


accrescere il loro CS, ma ciò comporta un incessante
sforzo di sociabilità e una continua serie di scambi, sia
materiali sia simbolici, con un conseguente
investimento di tempo e risorse
Bourdieu: limiti
• Bourdieu sostiene che la capacità di riprodurre CS sia una vera e
propria strategia che singoli e gruppi mettono in atto.
L’interpretazione che ne dà è, dunque, esplicitamente strumentale
• Il CS si colloca in una dinamica di rapporti di potere e di dominio tra
classi sociali, che sfruttano le varie forme di capitale (economico,
culturale e sociale) per distinguersi, per creare sistemi di differenze tra
le classi
• Si rischia così di considerare in modo negativo il CS, come strumento
di riproduzione di diseguaglianze sociali
HABITUS
Schema generativo di disposizioni implicitamente
acquisito durante l’infanzia e, pertanto, durevole

Legge immanente deposta nell’animo dell’attore sin


dalla sua prima formazione: è su di esso che si
sviluppano i processi di riproduzione dei significati
(Bourdieu, Passeron 1970, p. 180)
Riproduzione sociale

L’habitus è la chiave della riproduzione sociale, in


quanto genera pratiche sociali ripetute, riproduce
le forme di capitale simbolico (culturale e sociale)
che rafforzano i rapporti di potere
Capitale simbolico
«non è altro che un capitale economico o culturale accettato [che
tende a] rafforzare i rapporti di potere che costituiscono la struttura
dello spazio sociale» (Bourdieu, 1987)

La legittimazione del capitale culturale è essenziale per garantire la sua


efficacia come fonte di potere e successo.
Bourdieu ne parla in termini di violenza simbolica. Gli attori sociali
interiorizzano i sistemi di significato e li riproducono, accettando
implicitamente anche le forme di potere e di diseguaglianza che sono
insite al sistema
Superamento dell’antinomia
tra soggettivismo e oggettivismo

Il ricercatore deve raggiungere


l’OGGETTIVAZIONE PARTECIPANTE
attraverso una SOCIOLOGIA RIFLESSIVA,
avendo coscienza delle proprie «strutture
interiorizzate»
Charles Wright Mills (1916-1962)
Immaginazione sociologica
Connette dimensione macro e micro
“l’immaginazione sociologica permette a chi la possiede di vedere e
valutare il grande contesto dei fatti storici nei suoi riflessi sulla vita
interiore e sul comportamento esteriore di tutta una serie di categorie
umane. Gli permette di capire perché, nel caos dell’esperienza quotidiana,
gli individui si formino un’idea falsa della loro posizione sociale. Gli offre
la possibilità di districare, in questo caos, le grandi linee, l’ordito della
società moderna, e di seguire su di esso la trama psicologica di tutta una
gamma di uomini e di donne. Riconduce in tal modo il disagio personale
dei singoli a turba-menti oggettivi della società e trasforma la pubblica
indifferenza in interesse per i problemi pubblici“
Alienazione e burocrazia
I «colletti bianchi» sono il simbolo dell’alienazione; sono individui
plasmati dalla cultura di massa

Il sistema capitalistico estrania l’individuo da se stesso e dagli altri


Élite al potere
Il potere è centralizzato nelle élite al potere

Il centro del potere si trova nelle sfere economica, politica e militare

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