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CANDIDATA: PICCAROLO
FEDERICA 5328149
DOCENTE: PROF. MARCO
LEONE
Il terzo punto chiave stabilito da Simmel è l’importanza che la società industriale attribuiva
al concetto di “tempo libero”.
Ci si trova in un contesto sociale in cui la routine, il lavoro, la produttività sono imperativi
standard, per cui le attività del cosiddetto loisir, sono viste e considerate come opportunità
di riappropriazione di una perduta individualità. Inoltre, queste attività hanno uno spiccato
rimando a canoni, principi e modelli di comportamento che permettono ad ognuno di
identificarsi con una vera e propria forma sociale. Lo sport, come molte altre pratiche del
loisir, rientra in quello spazio che si ritrova fra bisogno di affermazione dell’individualità del
soggetto e la ricerca di appartenenza ad un gruppo. Lo sport in questo contesto assume così
una duplice valenza: colma il tempo libero e crea un diversivo rispetto alla routine.
L’ultimo punto della sociologia di Simmel deriva dalle nozioni di “spazio” e “città”. Come per
altre pratiche sociali, lo sport può essere esclusivo. In un ambiente cittadino un club elitario
istituisce una distanza simbolica con la società di “altri”, anche esteriormente evidenziata.
Sport d’élite come il golf, per esempio, marcano il territorio rendendo più sottile la linea di
demarcazione tra le differenze sociali. Anche gli sport più popolari, tuttavia, segnano nello
spazio confini legati ad una stratificazione sociale.
Molto spesso, modificazioni del paesaggio indotte dalla pratica sportiva hanno profonde
conseguenze anche sullo sviluppo urbano. Gli impianti sportivi possono sfigurare paesaggi
che, prima, erano incontaminati, ma, tuttavia, possono migliorare aree cittadine disagiate.
In senso lato, la città industriale che viene descritta da Simmel è un sistema di spazi
simbolici, o meglio, entità culturali localizzate nello spazio. Un esempio di perimetro fisico-
simbolico è quello rappresentato dallo stadio, associato a funzioni precise, articolato in un
ordine sociale gerarchico e in grado di contenere manifestazioni di forza, regolamentarle.
Lo stadio rappresenta una geometria dell’ordine sociale, un monumento alla
razionalizzazione. Per cui, la relazione tra sport e spazio costituisce uno dei concetti più
stimolanti di analisi della sociologia contemporanea. Consente di interpretare le dinamiche
di regolamentazione dell’aggressività, quel confinamento della violenza che è il portato della
distinzione tra lo sport contemporaneo, moderno e i giochi agonistici classici.
La separazione e distanza tra spettatori e giocatori è cresciuta in relazione ad una diffusione
di episodi di violenza in campo e sugli spalti degli stadi. Al contempo, la violenza repressa sui
campi di gara si è trasferita al contesto cittadino, con tutte le scorrerie delle tifoserie, sino a
coinvolgere azioni di guerra simulata e tutta l’urbanistica. La specializzazione e la
standardizzazione crescente degli stadi possono anche essere interpretate come dinamica di
costruzione di confini simbolici a cui si oppone un’idea di sperimentazione di corporeità in
ambiente naturale. È questo il caso degli sport “open air”, fortemente influenzati dalle
nuove culture dell’ambientalismo. Grazie alla mediazione di Georg Simmel, l’analisi
sociologica ha progressivamente tratto contributi dalla psicologia sociale e dalla corrente
interazionistica, ispirata a G.H. Mead e, in successione, a F. Goffman.
Secondo l’idea degli interazionisti, il sistema che sottende le relazioni sociali, nelle società
complesse, non è riducibile alla rete di relazioni primarie, come possono essere quelle
proprie della famiglia. Fra le due forme sociali non esiste continuità. Secondo Mead, noi
interagiamo nella vita quotidiana con i gruppi sociali astratti quanto con quelli concreti, che
formano le unità sociali funzionanti. Se si pensa ai “debitori” si intende un gruppo astratto,
privo di elementi di coesione, senza contare il fatto di comprendere soggetti accomunati
dall’aver contratto una qualche forma di obbligazione economica nei confronti di terzi.
Se, invece, si pensa ad organizzazioni con fini di lucro, caratterizzate da interessi e
strutturazioni formali, come le associazioni, i partiti, le chiese, ci si riferisce a soggetti sociali
“concreti”, che possono dar vita ad una subcultura. Quest’ultima può associarsi a modelli di
consumo, ma è tale solo in quando produce stili di vita riconoscibili.
Si può, dunque, dedurre che lo sport fornisce rappresentazioni sensibili della società ed al
tempo stesso è fonte di trasformazioni ed evoluzioni sociali.