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Università degli studi di Genova

Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche degli Sport, LM-68

Elaborato di Sociologia ed Economia

CANDIDATA: PICCAROLO
FEDERICA 5328149
DOCENTE: PROF. MARCO
LEONE

ANNO ACCADEMICO 2022-2023

Il fenomeno sportivo: Economia, cultura e società


GEORG SIMMEL E LE SOCIOLOGIE INTERPRETATIVE

Georg Simmel nacque a Berlino il 1° marzo 1858. Fu un sociologo e filosofo tedesco.


Prima di analizzare il pensiero e contributo sociologico di Simmel alla comprensione del
fenomeno dello sport come processo culturale, è importante fare una riflessione sul suo
studio riguardante i fenomeni sociali.
Simmel focalizza l’attenzione sulla sociologia dell’interazione. Per Simmel, infatti, la società
esiste laddove interagiscono un certo numero di individui. Dal pensiero di Georg Simmel si
può dedurre che, negli individui, tutto ciò che da luogo ad interesse, motivazioni che
possano dare origine ad azioni reciproche, viene indicato come contenuto, cioè
coinvolgimento e motivo del fenomeno, e costituisce una sociazione, ovvero l’interazione
tra individui.
La sociologia di Simmel parte dall’analisi dello sport come forma di interazione tra individui,
che seppur con contenuti divergenti, danno vita ad un sistema societario.
Autori come Simmel e Max Weber hanno contribuito in maniera importante alla sociologia
storica ma è, tuttavia, complesso rintracciare un’attenzione specifica al fenomeno sportivo.
È bensì chiaro che è proprio dalla sociologia di inizio secolo che si è potuto comprendere,
meglio, lo sport inteso come processo culturale.
La sociologia formale di Georg Simmel fornisce, dunque, quattro principali chiavi di lettura.
La prima chiave è rappresentata dal concetto di gioco, che si configura come un ’attività
simbolica e di simulazione che ricostruisce un modello “in scala” della società e delle sue
dinamiche. Nell’ottica di Simmel, il gioco è formato da specifici caratteri fondamentali: una
componente simbolica, la presenza di premi latenti ed un impegno che può essere totale. Il
gioco si contraddistingue perché ci sono poste in palio, di tipo economico, culturale; il gioco
nell’ambito dell’interpretazione di Simmel è un fenomeno con una funzione di soddisfazione
di bisogni espressivi individuali, che attengono al gioco stesso.
L’esempio riportato da Simmel è quello del gioco d’azzardo, dove ciò che viene ricercato
non è il guadagno di per sé quanto la possibilità di svolgere un’attività dinamica, rischiosa e
poco prevedibile. Si può, inoltre, parlare di gioco sociale, il quale assume una duplice
connotazione. Il primo significato è legato all’evento che si produce all’interno della società,
come mezzo per soddisfare bisogni espressivi, come azione e rischio.
Il secondo, invece, riguarda gli individui stessi, che “producono” la società. Il giocare implica
l’elaborazione di strategie e di sperimentazioni; nel gioco, dunque, si interpreta un ruolo e ci
si mette in gioco, si sperimenta cioè il rischio in maniera più o meno calcolata per ciò che
attiene alle conseguenze. In sport singoli, come il tennis, per esempio, possiamo ritrovare le
dinamiche di una pariglia, di un vero e proprio rapporto diadico. Gli sport di squadra, d’altro
canto, ripropongono rapporti e dinamiche di gruppo. Il concetto del gioco, quindi, si intende
come una pratica non necessariamente finalizzata al guadagno, ma che sottende la
possibilità di sperimentare un’emozione, un’attività dinamica e una tensione di ordine
emotivo.
Il secondo punto cardine della sociologia interpretativa di Simmel è rappresentato dal
concetto di conflitto. Per Simmel, il conflitto è un fattore decisivo per l’evoluzione e il
cambiamento della società. Il conflitto fa nascere delle tensioni che vengono risolte
attraverso l’elaborazione di regole. Gli sport determinano sempre un conflitto: uno contro
forze esterne, uno contro uno, uno contro tutti, un gruppo contro un altro gruppo. Nello
sport, il conflitto è sempre circoscritto da regole precise che trasformano la lotta in
competizione. Queste regole non sono immutabili, ma cambiano in base alle esigenze della
società. Il conflitto regolato dello sport si configura quindi come una metafora della società,
cioè come simulazione. La competizione sportiva, specialmente negli sport di squadra,
rappresenta un chiaro esempio di conflitto regolato. Proprio per questo, lo sport, nel
periodo dall’Ottocento al Novecento lavorando su cooperazione e tensione, ha dovuto
stabilire norme sempre più rigorose e impersonali. In altri termini lo sport è la metafora più
convincente del conflitto e della modernità stessa.

Il terzo punto chiave stabilito da Simmel è l’importanza che la società industriale attribuiva
al concetto di “tempo libero”.
Ci si trova in un contesto sociale in cui la routine, il lavoro, la produttività sono imperativi
standard, per cui le attività del cosiddetto loisir, sono viste e considerate come opportunità
di riappropriazione di una perduta individualità. Inoltre, queste attività hanno uno spiccato
rimando a canoni, principi e modelli di comportamento che permettono ad ognuno di
identificarsi con una vera e propria forma sociale. Lo sport, come molte altre pratiche del
loisir, rientra in quello spazio che si ritrova fra bisogno di affermazione dell’individualità del
soggetto e la ricerca di appartenenza ad un gruppo. Lo sport in questo contesto assume così
una duplice valenza: colma il tempo libero e crea un diversivo rispetto alla routine.
L’ultimo punto della sociologia di Simmel deriva dalle nozioni di “spazio” e “città”. Come per
altre pratiche sociali, lo sport può essere esclusivo. In un ambiente cittadino un club elitario
istituisce una distanza simbolica con la società di “altri”, anche esteriormente evidenziata.
Sport d’élite come il golf, per esempio, marcano il territorio rendendo più sottile la linea di
demarcazione tra le differenze sociali. Anche gli sport più popolari, tuttavia, segnano nello
spazio confini legati ad una stratificazione sociale.
Molto spesso, modificazioni del paesaggio indotte dalla pratica sportiva hanno profonde
conseguenze anche sullo sviluppo urbano. Gli impianti sportivi possono sfigurare paesaggi
che, prima, erano incontaminati, ma, tuttavia, possono migliorare aree cittadine disagiate.
In senso lato, la città industriale che viene descritta da Simmel è un sistema di spazi
simbolici, o meglio, entità culturali localizzate nello spazio. Un esempio di perimetro fisico-
simbolico è quello rappresentato dallo stadio, associato a funzioni precise, articolato in un
ordine sociale gerarchico e in grado di contenere manifestazioni di forza, regolamentarle.
Lo stadio rappresenta una geometria dell’ordine sociale, un monumento alla
razionalizzazione. Per cui, la relazione tra sport e spazio costituisce uno dei concetti più
stimolanti di analisi della sociologia contemporanea. Consente di interpretare le dinamiche
di regolamentazione dell’aggressività, quel confinamento della violenza che è il portato della
distinzione tra lo sport contemporaneo, moderno e i giochi agonistici classici.
La separazione e distanza tra spettatori e giocatori è cresciuta in relazione ad una diffusione
di episodi di violenza in campo e sugli spalti degli stadi. Al contempo, la violenza repressa sui
campi di gara si è trasferita al contesto cittadino, con tutte le scorrerie delle tifoserie, sino a
coinvolgere azioni di guerra simulata e tutta l’urbanistica. La specializzazione e la
standardizzazione crescente degli stadi possono anche essere interpretate come dinamica di
costruzione di confini simbolici a cui si oppone un’idea di sperimentazione di corporeità in
ambiente naturale. È questo il caso degli sport “open air”, fortemente influenzati dalle
nuove culture dell’ambientalismo. Grazie alla mediazione di Georg Simmel, l’analisi
sociologica ha progressivamente tratto contributi dalla psicologia sociale e dalla corrente
interazionistica, ispirata a G.H. Mead e, in successione, a F. Goffman.
Secondo l’idea degli interazionisti, il sistema che sottende le relazioni sociali, nelle società
complesse, non è riducibile alla rete di relazioni primarie, come possono essere quelle
proprie della famiglia. Fra le due forme sociali non esiste continuità. Secondo Mead, noi
interagiamo nella vita quotidiana con i gruppi sociali astratti quanto con quelli concreti, che
formano le unità sociali funzionanti. Se si pensa ai “debitori” si intende un gruppo astratto,
privo di elementi di coesione, senza contare il fatto di comprendere soggetti accomunati
dall’aver contratto una qualche forma di obbligazione economica nei confronti di terzi.
Se, invece, si pensa ad organizzazioni con fini di lucro, caratterizzate da interessi e
strutturazioni formali, come le associazioni, i partiti, le chiese, ci si riferisce a soggetti sociali
“concreti”, che possono dar vita ad una subcultura. Quest’ultima può associarsi a modelli di
consumo, ma è tale solo in quando produce stili di vita riconoscibili.
Si può, dunque, dedurre che lo sport fornisce rappresentazioni sensibili della società ed al
tempo stesso è fonte di trasformazioni ed evoluzioni sociali.

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