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Sociologia dello sport

Prof. Ivana Matteucci


LE TRE ONDATE DELLA SPORTIVIZZAZIONE

1. Attorno al XVIII 1700-1850 – CIVILIZZAZIONE -


 Trasformazione in pratica sportiva dei giochi tradizionali britannici e loro
rielaborazione civilizzata

 Processo di civilizzazione (Norbert Elias):


 Disciplinamento emotivo
 (repressione degli istinti e controllo delle emozioni)
 Regolamentazione sociale (messa a punto di strumenti coercitivi e di
controllo sociale)

 I contenuti emozionali primari dell’azione ludico-motoria sono


addomesticati alle esigenze dell’ordine sociale
 Le pratiche sportive civilizzate concorrono a realizzare il programma
 di interiorizzazione delle norme e delle obbligazioni sociali
 attorno a cui si sviluppa la modernità occidentale
LE TRE ONDATE DELLA SPORTIVIZZAZIONE
2. Attorno al XIX secolo 1850-1930 – SPORTIVIZZAZIONE MODERNA -
Epoca caratterizzata dai paradigmi dell’efficientismo, del produttivismo,
dell’industrialismo e della competitività, considerati come nuovi valori
Successo ed etica della prestazione: allegorie del profitto commerciale

Sport come esemplificazione dello stato moderno:


nello sport avviene la regolamentazione dei vecchi giochi di squadra
con costruzione di un sistema di norme, garanzie, sanzioni
(la figura dell’arbitro è la metafora di quella del giudice)
(lo spazio fisico del gioco viene via via delimitato, circoscritto, recintato)

Lo sport moderno tende a traslare azioni ed eventi sociali


riproducendoli in forma inoffensiva e stilizzata (la guerra, l’aggressività)
LE TRE ONDATE DELLA SPORTIVIZZAZIONE

3. 1930-2000 –MONDIALIZZAZIONE E GLOBALIZZAZIONE –

Nei primi decenni del 900 prendono corpo le prime istituzioni e i primi
eventi sportivi internazionali

Lo sport diventa un idioma globale della nascente società di massa


Accanto al fenomeno della globalizzazione che investe lo sport
Si assiste contemporaneamente alla sua entrata nel mercato e
commercializzazione
Teorie sociologiche e sport
 T. Veblen:
 Sport come pratica elitaria distintiva di classe e status
prima della vecchia aristocrazia poi della nuove borghesia
 Sport come tratto distintivo della classe agiata dedita allo
sciupio vistoso del tempo e del denaro
 Dall’etica aristocratica della competizione
 (le antiche pratiche di loisir)
 alla filosofia borghese delle pari opportunità
 (le nuove attività distintive)
 Oggi lifestyle com forma sociale
 Un insieme di pratiche dotate di senso unitario che si presenta
come modello distintivo condiviso all’interno di una collettività
 (gusti, sensibilità, interessi)
LEZIONE 1 Teorie sociologiche e sport
 A. Guttmann – 1978
 Lo sport è un prodotto della società industriale e post-industriale

 Della modernità lo sport assume i seguenti caratteri:


 SECOLARIZZAZIONE
(emancipazione da una matrice religiosa e mitica arcaica)
(metabolizzazione delle sopravvivenze con conferimento di nuovo significato)
 PRINCIPIO DI UGUALIANZA
(rimozione dei limiti posti al diritto di accesso alla competizione)
(affermazione del principio di pari opportunità per ogni contendente)
SPECIALIZZAZIONE
(divisione del lavoro tipica della modernità industriale e della cultura del produttivismo)
(nello sport: sistema di competenze e funzioni differenziate con distribuzione dei ruoli)
 RAZIONALIZZAZIONE
(produzione dello sport sperimentale, in vitro,
(logiche d’azione razionali delle pratiche sportive e fisico-motorie)
 BUROCRATIZZAZIONE
(ideologia amministrativa dello sport)
(costituzione di istituzioni pubbliche per regolare e disciplinare il mercato dello sport)
 QUANTIFICAZIONE
(uomo oggetto di una spietata dissezione, di una misurazione constante e ossessiva)
(culto del risultato - filosofia agonistica della prestazione - ricerca del record)

Teorie sociologiche e sport
 H. Risse:
Nascita di un sistema sportivo razionalizzato e burocratizzato
Rappresentazione legale razionale dell’agonismo
che rafforza il ruolo dell’arbitro come padrone della competizione

Tecnicizzazione dello sport


Misurazione esatta del risultato - Impiantistica perfezionata

Cambiamento di paradigma con visibilità piena dell’evento e unità di tempo


e luogo dell’azione, istantaneità della sua rappresentazione
Idea dell’evento sportivo come spettacolo pubblico tra arte e dramma

Opposizione tra sport e macchinismo e contraddizione uomo-macchina


 Nello sport il corpo umano è trasformato in oggetto simbolico, metafora
della potenza, sottoposto tuttavia a forte disciplinamento
Teorie sociologiche e sport
 Th. Adorno:
Rappresentazione critica dello sport moderno
Agonismo come pura mercificazione
Sotterranea apologia della violenza e affermazione di un’etica del cinismo

Compenetrazione tra sport e business mediatico


Sport-evento televisivo come veicolo di un modello anti-egalitario
Aggressione verso la periferia del mondo e verso l’ambiente

La nevrosi dell’agonismo:
Ossessione della misurazione
Ansia da prestazione
Elaborazione di mitologie per il nutrimento di un immaginario collettivo
fortemente impoverito
LO STRUTTURAL-FUNZIONALISMO

 Le teorie sociologiche
Struttural-funzionalistiche
considerano lo sport come:
 Rappresentazione collettiva
 Istituzione sociale
 Sottosistema funzionale
LO SPORT COME RAPPRESENTAZIONE COLLETTIVA
Durkheim (1858-1918)
 Le rappresentazioni collettive servono a :
Conferire forma simbolica alle relazioni sociali operanti nei gruppi sociali
Elaborare in forma di immaginario le strutture sociali e i codici morali dominanti
dentro la società

 Le pratiche sportive come tutte le attività ludiche e ricreative, in quanto


rappresentazioni collettive :
Rinforzano il sentimento di appartenenza a una comunità
(produzione di relazioni cameratesche tra tifosi e giocatori della stessa squadra ,
sentimenti di partecipazione al gioco e solidarietà di squadra)
Confermano la trama di relazioni sottesa alla vita quotidiana
(ciclicità degli eventi sportivi che scandisce il tempo e le stagioni creando un’aurea
di sacralità rassicurante)

 Lo sport va collocato a pieno titolo tra le istituzioni sociali, infatti


 costituisce un sistema di regole; trasmette valori; contribuisce a controllare,
gestire, incanalare le tensioni e le pulsioni conflittuali presenti nei gruppi; tende a
produrre organizzazioni formali
 Lo sport rappresenta un sistema sociale, o sottosistema funzionale, infatti
 interagisce con le agenzie di socializzazione primarie (famiglia) e secondarie
(scuola, chiesa ecc..)
LA SOCIOLOGIA FORMALE DI SIMMEL

 Le applicazioni alla sociologia dello sport


delle teorie di Georg Simmel
 ruotano intorno a quattro concetti principali:
 gioco
 conflitto
 tempo libero
 spazio/città
Il gioco in Simmel
 Il gioco si configura come un’attività simbolica e di simulazione che
ricostruisce un modello “in scala” della società e delle sue
dinamiche

 I giochi che oppongono due contendenti (es. tennis) ricostruiscono


modelli dialogici, mentre gli sport di squadra riprendono dinamiche
complesse di cooperazione e di conflitto

 Il giocare implica l’elaborazione di strategie e di sperimentazioni; nel


gioco dunque si interpreta un ruolo e ci si mette in gioco, si
sperimenta cioè il rischio in maniera più o meno calcolata per ciò
che attiene alle conseguenze.
Il conflitto in Simmel
 Per Simmel il conflitto è un fattore decisivo per l’evoluzione e il
cambiamento della società. Il conflitto fa nascere delle tensioni che vengono
risolte attraverso l’elaborazione di regole.
 Gli sport determinano sempre un conflitto:
uno contro forze esterne (alpinismo moderno, sport estremi, ecc.)
uno contro uno (lotta, scherma, tennis, ecc.)
uno contro tutti (atletica, sci, nuoto, ciclismo su pista, ecc.)
un gruppo contro un altro gruppo (calcio, basket, volley, ecc.)
 Nello sport, il conflitto è sempre circoscritto da regole precise che
trasformano la lotta in competizione. Queste regole non sono immutabili,
ma cambiano con le esigenze della società (es. cambiamenti in relazione
all’introduzione di tecnologie o a esigenze di spettacolo televisivo - v.
l’introduzione del tie break nel tennis e nel volley o del golden goal nel
calcio).
 Il conflitto regolato dello sport si configura quindi come una metafora della
società, cioè come simulazione.
Tempo libero e sport in Simmel

 La società industriale genera scansioni


temporali sempre uguali (ripetitività, routine), ma
produce anche un uso del tempo prima di allora
sconosciuto alle masse popolari; il tempo libero.
 Lo sport assume così una duplice valenza:
lo sport colma il tempo libero
lo sport crea un diversivo rispetto alla routine.
Sport e spazi urbani in Simmel
 Lo sport inscrive nel territorio segni che riflettono pratiche e
stratificazioni sociali.
 Sport d’élite (es. golf) marcano il territorio rendendo fisicamente
sensibili le differenze sociali.
 Anche gli sport più popolari segnano nello spazio confini legati alla
stratificazione sociale, basti pensare alle divisioni all’interno di uno
stadio o alla differenziazione tra club sportivi, palestre, ecc.
all’interno di una stessa città.
 Talvolta le modificazioni del paesaggio introdotte dalla pratica
sportiva hanno profonde conseguenze sullo sviluppo urbanistico: gli
impianti sportivi possono deturpare paesaggi incontaminati, ma
possono anche valorizzare aree urbane disagiate (si pensi alle
trasformazioni della Barcellona olimpica)
 Lo sport fornisce dunque rappresentazioni sensibili della società, ma
al tempo stesso è motore di trasformazioni e di evoluzioni sociali.
LA CORRENTE INTERAZIONISTA

Per gli interazionisti noi interagiamo continuamente


tanto con soggetti sociali astratti che con soggetti collettivi concreti

I soggetti sociali concreti sono tutte le organizzazioni


caratterizzate da interessi, identità, strutturazione formale
che possono dare vita a una sub-cultura
Una sub-cultura può associarsi a determinati modelli di consumo
e produrre riconoscibili stili di vita
Possiamo riscontrare sub-culture legate a sport particolari
che servono alla socializzazione ( ex. di genere o di classe)
e insieme produrre sub-culture specifiche di gruppo
LA CORRENTE INTERAZIONISTA
Per gli interazionisti lo sport:
Esalta lo sforzo e l’impegno in vista del risultato
Sviluppa il controllo emotivo delle situazioni
Valorizza la responsabilità individuale
Favorisce la socializzazione
Stimola la interiorizzazione delle regole e delle norme sociali

Ogni sport incorpora una cultura particolare


di cui eredita, rielabora e trasmette significati e valori
che riguardano quella disciplina , il contesto in cui è praticata
i praticanti che la seguono
LEZIONE 4
LA SOCIOLOGIA DELL’AZIONE

 MAX WEBER considera lo sport come un prodotto


dei tempi moderni e come tale caratterizzato da:
 Un’azione finalizzata allo scopo
 Un’enfasi sulla prestazione
 Un’attenzione al risultato
 Un uso del corpo oggettivato
 Una rimozione dell’emotività
 Una riduzione dell’espressività
MAX WEBER

Weber ha interpretato la modernità alla luce del protestantesimo calvinista


L’etica puritana delle origini diffida della spontaneità e vive negativamente il rapporto
con il corpo e l’esperienza ludica
rifiutando tutto ciò che non possiede regole e misure codificate

Le società protestanti anglosassoni si sono appropriate dello sport


per depotenziare la minaccia della corporeità e della espressività non regolata
All’agonismo hanno assegnato compiti circoscritti e coerenti con la razionalità
moderna. Generare relax, favorire l’efficienza fisica, affermare una pedagogia
delle regole

Il corpo è stato separato dalla sfera del piacere e della spontaneità


Per essere secolarizzato e medicalizzato, ovvero affidato alla scienza e alla tecnica
e strumentalizzato per acquisire risorse materiali e simboliche
IL GIOCO Johan Huizinga (Homo ludens)

 IL GIOCO É UN’ATTIVITÁ :

 Libera: a cui il giocatore non può essere obbligato pena la perdita del gioco della
sua natura di divertimento attraente e gioioso
 Separata: circoscritta entro precisi limiti di tempo e di spazio fissati in anticipo
 Incerta: il cui svolgimento non può essere determinato né il risultato acquisito
preliminarmente
 Improduttiva: che non crea né beni né ricchezze né alcun altro elemento nuovo,
salvo uno spostamento di proprietà all’interno entro la cerchia dei giocatori
 Regolata: sottoposta a convenzioni che sospendono le leggi ordinarie e
instaurano momentaneamente una legislazione nuova che è la sola a contare
 Fittizia: accompagnata dalla consapevolezza specifica di una diversa realtà o di
una totale irrealtà nei confronti della vita normale
IL GIOCO Johan Huizinga
 LE MOTIVAZIONI DEI GIOCHI :

 Il bisogno di affermarsi, l’ambizione di mostrarsi il migliore


 Il gusto della sfida, del primato, o semplicemente della difficoltà superata
 L’attesa, la ricerca del favore, del destino
 Il piacere della segretezza, della finzione, del travestimento
 Il gusto di avere paura o di fare paura
 La ricerca della ripetizione, della simmetria, o, al contrario, la gioia di
improvvisare, di inventare, di variare le soluzioni all’infinito
 La gioia di delucidare un mistero, un enigma
 Le soddisfazioni procurate da ogni arte combinatoria
 Il desiderio di misurarsi in una prova di forza, di abilità, di velocità, di resistenza,
di equilibrio, di ingegnosità
 La messa a punto di regole e norme, il dovere di rispettarle, la tentazione di
aggirarle
 L’ebbrezza e il rapimento dei sensi, la nostalgia dell’estasi, il desiderio del
panico voluttuoso
IL GIOCO Roger Callois
(I giochi e gli uomini. La maschera e la vertigine)
 Il gioco è un’occupazione volontaria
Compiuta entro limiti definiti di spazio e tempo
Secondo una regola volontariamente assunta
Che impegna in maniera assoluta e che ha un fine in se stessa,
Accompagnata da un senso di tensione e di gioia
E dalla coscienza di vivere un’esperienza diversa dalla quotidianità

Quattro tipologie di giochi, a seconda che predomini:


La competizione (agon) - affrontamento - giochi di competizione
Il caso (alea) – la sorte – giochi d’azzardo
Il simulacro (mimicry) – la maschera – giochi di simulazione
La vertigine (ilinx) – l’abbandono – giochi di vertigine
IL GIOCO Roger Callois
I giochi si situano in un continuum
Ad un estremo vi è il principio di spensierata pienezza vitale (PAIDIA) caratterizzato da
turbolenza, improvvisazione, scarto ed ebrezza
All’altro estremo vi è una fantasia completamente controllata e piegata alle convenzioni
(LUDUS) caratterizzato da scaltrezza, calcolo, abilità, pazienza

MIMICRY ILINX
AGON ALEA (simulacro) (vertigine)
(competizione) (fortuna)
PAIDIA Corse
Imitazioni Roteare infantile
Combattimenti
Giochi illusionistici Giostra
chiasso Atletica
agitazione Bambola Altalena
Filastrocche
fantasia Costumi Valzer
Boxe per fare la conta
aquilone Maschera
solitari Biliardo Testa o croce
Travestimento Luna park
Cruciverba Scherma
Sci
Dama
Teatro Alpinismo
LUDUS Calcio Scommesse
Arti dello Giochi di
Scacchi Roulette
spettacolo acrobazia
Comp. sportive Lotterie
LA DEGENERAZIONE DEI GIOCHI
Roger Callois
 Degenerazione dei giochi:
 Le quattro pulsioni fondamentali che presiedono ai giochi vanno alla deriva
 Il principio del gioco è corrotto per la contaminazione della realtà

Forme culturali
Forme istituzionali
che restano ai margini
integrate alla vita sociale Degenerazione
del meccanismo sociale
Concorrenza in campo Violenza,
Agon Sport
commerciale Volontà di potenza
(competizione) Esami e concorsi Astuzia, Inganno

Alea Lotterie, Casino


Speculazione in borsa Superstizione
(fortuna, caso) Ippodromi
astrologia
Uniforme, Etichetta
Mimicry Carnevale
Cerimoniale Alienazione
(simulacro) Teatro
Professioni Sdoppiamento
Cinema
Rappresentative della personalità
Mito divistico
Ilinx Tutte le professioni
(vertigine) Alpinismo, Sci
Il cui esercizio implica Alcolismo e droghe
Alta acrobazia
il dominio della vertigine
Ebbrezza della velocità
TEMI-CHIAVE DELLO SPORT

Lo sport elabora alcuni temi “forti” a livello


sociale :
1) L’idea di “sport sostenibile”
2) La costruzione dello spazio e del tempo
3) Significato e cultura del corpo
4) Il feticismo della tecnologia
5) La globalizzazione
LEZIONE 5
Sport e natura

 La pratica sportiva chiama in causa a vari livelli il rapporto uomo-


natura.
 Ingenuamente si potrebbe pensare ad un legame naturale tra lo
sport e la difesa dell’ambiente, ma una più attenta riflessione mostra
dinamiche che vanno dal più forte contrasto alla più completa
integrazione.

 I termini di questo rapporto sono da ricercarsi nei seguenti elementi:


 inserimento di strutture nel territorio
 uso del territorio da parte degli sportivi
 etica delle pratiche sportive nell’ambiente
 .
SISTEMA SPORTIVO E CULTURA ECOLOGISTA

 Il movimento di ritorno alla natura e lo sport:

Sette-Ottocento (ginnastica filantropica all’aria aperta)


Novecento (pedagogia del contatto con l’ambiente
naturale per rafforzare e disciplinare il corpo
scautismo- guide)
Anni 70/80 (reazione all’attività regolata al chiuso
(jogging, maratone sciistiche e podistiche)
Le strutture sportive e l’ambiente
 Alcuni sport necessitano di strutture artificiali (palestre, stadi,
palazzetti dello sport, piscine) e queste strutture, specie se di grandi
dimensioni, hanno un impatto sull’ambiente, non solo per la presenza
di costruzioni, ma anche per i flussi di traffico che determinano.
 Solitamente le grandi strutture sportive si collocano in un contesto
urbano nel quale l’ambiente naturale è già molto compromesso, ma
determinano comunque una opposizione tra pratica sportiva e
conservazione della natura.
 Un problema ancora maggiore di rispetto della natura si determina per
quelle attività sportive che nella natura stessa trovano la loro
collocazione privilegiata. Lo sci, l’alpinismo, la vela, che portano lo
sportivo a contatto con gli elementi naturali, richiedono strutture
(impianti di risalita, rifugi, porti) di forte impatto, perché, seppure di
dimensioni limitate, si collocano in un ambiente di alto valore
naturalistico.
L’uso sportivo del territorio
 Alcuni sport (corsa campestre, escursionismo, nuoto in mare,
ciclismo, rafting, sub, ecc.) non necessitano di strutture
permanenti e tuttavia il loro rapporto con la natura non è privo di
problemi.
 Per questi sport l’elemento critico può essere costituito
dall’intensità di sfruttamento del territorio. I danni all’ambiente
possono infatti essere prodotti non solo dai manufatti, ma dalla
stessa presenza di masse all’interno di eco-sistemi spesso
delicati.
 L’uso intensivo del territorio può degradarlo con rapidità e si
deve pertanto pensare ad uno sviluppo sportivo sostenibile.
ETICA DELLO SPORT AMBIENTALE

 Quattro stadi:
 (Adrian Holderegger)
 Etica dell’egocentrismo
 (desiderio individuale di consumo di oppportunità naturali)
 Etica dell’interesse comunitario
 (la questione dell’impatto ambientale coinvolge i gruppi sociali)
 Etica antropocentrica
 (ambiente come risorsa collettiva anche per le generazioni
future)
 Etica dell’ambiente in quanto tale
 (l’ambiente come valore in sé non in quanto risorsa per l’uomo)
Sport ed etica dell’ambiente
 Adrian Holderegger individua quattro stadi nella definizione dell’etica
dell’ambiente in relazione alla pratica sportiva:
 Etica dell’egocentrismo: l’ambiente deve essere integro per poter essere
usato con piacere dallo sportivo. In quest’ottica si possono collocare sport
come la caccia, la pesca o l’automobilismo fuoristrada, dove l’importante
non è come lo sportivo lascia l’ambiente, ma come lo trova.
 Etica dell’interesse comunitario. L’ambiente è un bene comune e come
tale va salvaguardato anche a beneficio di chi non pratica sport. Lo sportivo
si sente non solo fruitore del territorio, ma anche suo custode in nome della
comunità.
 Etica antropocentrica, quando la concezione della comunità si estende
all’umanità intera, anche alle generazioni successive
 Etica dell’ambiente in quanto tale. L’ambiente non viene considerato una
semplice risorsa, ma come un attore sociale che merita rispetto in sé. In
quest’ottica sono dunque da evitare tutte quelle pratiche (es. tracciare
sentieri o vie ferrate) che non sono solo lesive per la fruizione umana del
territorio, ma semplicemente modificano l’ambiente. In quest’ottica si
possono collocare i teorici della wilderness più estrema.
Sport e ambiente: qualche conclusione
 Il fatto di svolgere attività all’aria aperta e nella natura non implica
tuttavia necessariamente che lo sportivo sia rispettoso dell’ambiente.

 Occorre pensare ad un uso ragionato e moderato del territorio in


funzione di una sua difesa come bene dell’umanità.

 La promozione del rispetto per la natura passa anche per una


conoscenza della natura stessa da parte di larghe fasce della società,
dunque una difesa dell’ambiente fatta di divieti assoluti ad ogni forma di
antropizzazione (es. wilderness) può rivelarsi controproducente, poiché
finisce per riservare la fruizione sportiva del territorio ad una ristretta
élite, relegando le masse in ambienti urbanizzati e artificiali.
La costruzione dello spazio e del tempo

La modernità urbano-industriale ha pensato lo sport – come ha


pensato lo spazio e il tempo –
entro una relazione di dominio e di controllo
Spazio e tempo vengono sottomessi ad una architettura della
misura, dello spettacolo, della prestazione

Nello spazio in cui si pratica lo sport (stadio) spazio e tempo sono


rigorosamente razionalizzati, oggettivati, codificati, controllati e
misurati secondo i due principi:
Geometrizzazione dello spazio
Standardizzazione del tempo

I luoghi dello sport posseggono un alto valore simbolico e sociale


Vi vengono riprodotte sterilizzate e miniaturizzate alcune pulsioni
sociali fondamentali
La costruzione dello spazio e del tempo
 Nella postmodernità nasce una insofferenza diffusa
nei confronti del limite fisico
e una disponibilità ad accettare il rischio e a cimentarsi
 Lo spazio viene dematerializzato e il tempo
relativizzato
 L’agonismo competitivo va smarrendo la sua
materialità spaziale divenendo spettacolo della
televisione planetaria
 Gli spazi diventano spazi mediatici quasi
indistinguibili e i tempi sono astratti e ripetibili
 Lo sport telematico può prescindere dallo spazio e
dal tempo: è lo sport che si pratica nei videogiochi
LEZIONE 6
Sport e corporeità
 Ogni attività motoria ha ovviamente a che fare con il corpo,
nel considerare il ruolo sociale dello sport non ci si può
limitare tuttavia ad una concezione fisiologica del corpo, ma si
devono prendere in considerazione anche alcuni aspetti
culturali e psicologici:
 Il corpo come progetto identitario
 il corpo come prodotto sociale;
 il corpo come veicolo comunicativo;
 il corpo come indicatore di benessere fisico, mentale ed
economico;
 il corpo come strumento di autoaffermazione;
 il corpo come sede della sessualità e della seduzione.
Il corpo come progetto identitario
Il corpo diviene espressione privilegiata della ricerca di identità
e l’attività fisica e motoria diviene strumento di tale ricerca,
staccandosi dallo sport di prestazione
Riguardo le pratiche sportive vengono distiniti 4 profili:
- La competizione tradizionale
- Lo spettacolo agonistico commerciale
- L’espressività del gesto (pratiche open air non competitive a forte
valenza emozionale)
- L’azione fisica strumentale con scopi con o strettamente sportivi
(stare in forma, dimagrire ecc)
- L’attività sportiva assume finalità insolite: si va in palestra per
piacere e per piacersi, per coltivare la propria intelligenza
emotiva, per intrecciare delle relazioni.
Il corpo come prodotto sociale
 Il corpo è un prodotto sociale e culturale, nel senso che l’individuo modifica
(volontariamente o involontariamente) il proprio corpo in funzione degli
stimoli che riceve dalla società, inscrivendo in esso i segni della cultura.
 La società post-industriale ha, in buona misura, svincolato il corpo dagli
umili compiti dell’attività produttiva, ai quali ha invece asservito la mente.
Assistiamo così a una rivalutazione della corporeità come luogo della
manifestazione culturale del sé.
 Contemporaneamente, in Occidente, si è assistito ad un declino delle
religioni spirituali, che vedevano nel corpo il peccato e la perdizione (in
contrapposizione invece all’anima, fonte di salvezza), ed un’ascesa di una
laica religione della fisicità.
 In quest’ottica lo sport, inteso soprattutto come attività motoria, può
diventare non un fine, ma un mezzo di elaborazione del corpo in un’ottica
sociale e culturale.
Il corpo come espressione
 Alcuni sport della contemporaneità (aerobica, tuffi, nuoto
sincronizzato, ginnastica, free-stile, pattinaggio artistico)
recuperano dalla tradizione la valenza espressiva del corpo e
del movimento, una valenza che era già presente nella danza
sia colta che popolare.
 Il corpo viene quindi usato in funzione comunicativa per
esprimere gli ideali di armonia, di forza, giovinezza, e di
bellezza che vigono all’interno di una certa società.
 Nel contesto dello sport vero e proprio, e non della semplice
attività motoria, l’espressività è fortemente codificata ed esprime
i dettami sociali, piuttosto che l’identità individuale.
Corporeità e benessere
 La sedentarietà, la collocazione prevalente in spazi chiusi, l’abbondanza
alimentare hanno prodotto forme di disagio fisico opposte a quelle che si
avevano in precedenza: alle sindromi da malnutrizione dell’inizio del
Novecento (rachitismo…) si sono sostituite sindromi da ipernutrizione
(obesità), a queste sintomatologie l’attività motoria sembra offrire rimedi
significativi.
 Anche le concezioni estetiche del corpo sono mutate con il cambiare dei
sistemi di produzione: l’adipe e la rotondità, che fino a fine Ottocento erano
simbolo di ricchezza e quindi di prestigio, sono oggi aspetti negativi,
sostituiti, al vertice della scala dei valori estetici, dalla snellezza e dalla
tonicità. Un analogo investimento simbolico vale per l’abbronzatura e,
pertanto, per la vita all’aria aperta
 Lo sport assume dunque, in questa concezione, un valore strumentale:
l’attività motoria diviene il mezzo per raggiungere gli ideali di salute e di
bellezza della società post-industriale.
Narcisismo ed esibizione
 Quando la valenza espressiva ed estetica della corporeità determinano una
significativa componente di autocompiacimento possiamo collocare la
cultura fisica nella categoria del “Narcisismo”.
 Malgrado il diffuso giudizio negativo sul narcisismo, esso, quando non
raggiunge livelli patologici, rientra in un normale desiderio di affermazione e
di un benessere psicologico che nasce dalla conciliazione di se stessi con i
propri ideali estetici.
 Il riconoscimento del proprio valore estetico passa quasi sempre attraverso
il consenso degli altri e quindi non può prescindere da una fase di
esibizione; si spiegano così le palestre vetrate che si affacciano sulle vie di
grande passaggio o gli “sport californiani” studiati da Cristopher Lasch.
 L’esibizione comporta una ripresa della dimensione competitiva di solito
assente in un uso strumentale dell’attività fisica: l’esibizione implica
necessariamente il confronto.
Narcisismo ed esibizione
 Secondo Lash, l’agonismo contemporaneo tende a privatizzarsi
e destrutturarsi
 generando consumatori liberi e clienti senza vincoli
 Lo sport diventa un bene di consumo
 Il paradigma dell’agonismo sta cedendo il posto al paradigma
dello spettacolo
Producendo una “banalizzazione dell’agonismo”

dove ciò che conta è l’esibirsi, il fare mostra di sé, dare spettacolo
Corpo, sensualità, seduzione
 La rivalutazione del corpo e la sua valorizzazione passano anche
attraverso la rivoluzione sessuale che si snoda lungo tutto il Novecento.
 La nuova concezione della sessualità:
 libera il corpo dal peso del peccato e ne ridefinisce il ruolo
 svincola la corporeità e la fisicità delle relazioni dalle funzioni
riproduttive, giustificando una cura del corpo finalizzata solo a se
stessa.
 elimina la famiglia come ambito esclusivo della sessualità e quindi
moltiplica le istanze seduttive che passano attraverso l’esibizione
corporea.
 rende più flessibili i ruoli di genere e quindi la possibilità di reinventare
e modellare il proprio corpo indipendentemente dai criteri di mascolinità
e femminilità.
Sport e corporeità: qualche
conclusione
 Se esaminato sotto il profilo del rapporto con la
corporeità, lo sport sembra oggi svilupparsi secondo
tre modelli:

1. il modello industrialistico, in cui prevale la


performance e la competizione; cioè la “produzione
del risultato”.
2. il modello del fitness, in cui prevalgono criteri di
naturalità e benessere che prescindono dalla
competizione
3. il modello dell’espressività in cui lo sport viene inteso
soprattutto come espressione corporea
LEZIONE 7
Sport, tecnica e tecnologia
 L’intreccio tra sport e società è particolarmente
evidente nel rapporto tra attività produttive e
tecnologie applicate alla competizione ed al loisir:
 l’evolvere delle tecnologie produttive consegna
all’ambito sportivo tecniche e tecnologie che
precedentemente appartenevano all’ambito
lavorativo;
 alcuni sport nascono con la nascita di specifici
prodotti tecnologici; altri (quasi tutti) sono fortemente
influenzati dall’evoluzione dei materiali;
 specifici settori dello sport stanno diventando il banco
di prova per prodotti, materiali e tecnologie
d’avanguardia.
Dal mestiere al loisir:
utilità vs. inutilità
 “La sportivizzazione di un’attività fisico-motoria si produce quando essa
perde un’immediata utilità pratica”.
 Alcune tecniche produttive (in senso lato) basate sull’attività fisica possono
conservare un grande fascino malgrado siano state rese obsolete dal
progresso tecnologico; in questo caso, perdendo l’utilità pratica, possono
divenire degli sport.
 Il passaggio dal “mestiere delle armi” alla scherma o ai lanci (giavellotto,
peso, martello) è in questo senso emblematico: esso avviene nel momento
in cui le nuove tecniche di guerra rendono inutili, ai fini bellici, le lance, le
fionde e le armi bianche.
 Allo stesso modo, la vela diventa sport quando le imbarcazioni commerciali
si dotano di motore e il passeggiare a cavallo diviene loisir nel momento in
cui per gli spostamenti quotidiani si usano altri mezzi.
 Dall’evoluzione tecnologica della società dipende dunque il grado di
sportività che viene collettivamente assegnato ad una certa attività motoria.
Dal mestiere al loisir:
questione di regole
 Non è solo il principio di non utilità pratica a sancire il passaggio
dall’attività produttiva a quella sportiva; questo passaggio è reso
possibile anche dall’introduzione di regolamenti.

 Mentre l’attività produttiva ha come regola principale la


massimizzazione dell’utilità, l’attività sportiva è regolata dalle norme
della competizione su base egalitaria e dell’esaltazione del gesto in sé,
norme che quindi ci allontanano dal puro utilitarismo.

 L’introduzione di regole, accompagnata dall’esasperazione del


movimento e dello sforzo, è in grado di trasformare in sport anche
pratiche quotidiane e per nulla superate tecnologicamente: è il caso, ad
esempio, del ciclismo o del sollevamento pesi all’inizio del Novecento.
La tecnologia modifica
lo sport
 E’ del tutto evidente che alcuni sport come il ciclismo, le attività
motoristiche, lo sci ecc. nascono grazie all’invenzione e alla
realizzazione tecnologica di specifici strumenti. Lo sport che così
prende forma è dunque il risultato dell’uso del nuovo strumento
secondo un sistema di regole di tipo competitivo.

 Tutti gli sport subiscono profonde modificazioni grazie all’introduzione


di materiali sempre nuovi e sempre più studiati per migliorare la
performance. Persino il nuoto, sport apparentemente slegato dalla
tipologia dei materiali, ha visto una sorta di rivoluzione con
l’introduzione del costume fastskin che diminuisce del 3% i tempi di
percorrenza.

 Questo stretto collegamento tra competizione e materiali sottolinea il


ruolo dello sport come fenomeno sociale e fenomeno di consumo
socialmente prodotto.
Sport e produzione:
tre diversi aspetti
 Possiamo individuare varie fasi nel rapporto tra sport e prodotti
tecnologici:

 la fase di appropriazione, in cui lo sport si “appropria” di una


tecnologia non sportiva trasformandola in disciplina sportiva
attraverso l’applicazione di un sistema di regole (es.
bicicletta/ciclismo);
 la fase di massificazione, in cui il mondo produttivo scopre lo sport
come mercato esteso e produce ed elabora attrezzature e materiali
appositamente per la pratica sportiva;
 la fase di sperimentazione, in cui il mondo produttivo usa alcune
attività sportive di punta o di nicchia come banco di prova per poi
creare prodotti di massa destinati anche ad un consumo non
sportivo (es. maglioni in “pile”).
La globalizzazione
La globalizzazione appare ad alcuni come una minaccia e ad
alcuni come un’opportunità
Lo sport ha anticipato le più grandi rappresentazioni della
globalizzazione (ad esempio l’olimpismo)
Un processo di omogeneizzazione è in atto già dall’epoca moderna
e si allunga fino all’epoca postmoderna, nello sport.
Le principale caratteristiche sono:
Il produttivismo, la spettacolarizzazione, la regolamentazione, la
cultura della corporeità, la commercializzazione, la
mondializzazione
La globalizzazione
Il concetto di globalizzazione è applicabile allo sport contemporaneo?
Arjun Appadurai (1990): 5 diversi scenari della globalizzazione:
Ethnoscape - dinamiche migratorie:
sport di competizione con attori cosmopoliti e competizioni itineranti
Technoscape – innovazioni tecnologiche
presenza di tecnologie prima meccaniche poi elettroniche:
tre tipologie storiche di pratiche sportive come metafore dell’energia fisica,
della forza meccanica, dell’informazione.
Finanascape – circuiti economici e finanziari:
lo sport come grande business
Mediascape – produzione mediatica su scala mondiale:
rappresentazione mediatica dello sport
Ideoscape – trasformazioni politiche e valoriali
Lo sport assume valori e significati ideali di vita
La globalizzazione
Roland Robertson (1992)
Scansione temporale della globalizzazione articolata in 5 fasi
La fase germinale - Europa XVI e XVII sec.
si sviluppa l’humus culturale che favorirà la sportivizzazione
La fase incipiente - metà del 700 e 1870
grande impulso alla sportivizzazione britannica del tempo libero
L’età del decollo – 1870-1920
idea universalistica di sport, si diffonde il paradigma britannico
La fase di lotta per l’egemonia primi anni 20 e metà anni 70
nuovo protagonismo USA, prime esperienze di costruzione narrativa
dell’evento sportivo
Fase dell’incertezza dagli anni 70
sport per tutti - proposta alternativa rispetto all’agonismo ufficiale
novecentesco
LEZIONE 8
Sport e comunicazione
 Con l’invenzione della stampa (XV sec.) e soprattutto con i suoi
perfezionamenti successivi nasce una nuova forma di supporto per la
comunicazione di massa, nascono cioè quelli che oggi chiamiamo “mass
media”.
 La comunicazione di massa precede l’invenzione dei mass media (basti
pensare alla comunicazione politica nell’antica Grecia o a Roma, o ancora
alle predicazioni delle Chiese cristiane); ciò che determina la vera
rivoluzione è però l’arrivo di strumenti in grado di far comunicare
contemporaneamente con un enorme numero di persone.
 I mass media tradizionali (con l’esclusione di Internet quindi) presentano le
seguenti caratteristiche:
 unidirezionalità
 asimmetria
 concentrazione
 influenza
 capacità di costruire la realtà
Comunicazione unidirezionale
 Il modello comunicativo imposto dai mass media è di
tipo unidirezionale: non vi può essere scambio di ruoli
tra il mittente e il destinatario, come invece avviene in
una conversazione o in un dialogo.

 In realtà, anche chi riceve messaggi attraverso i


mass media può farsi mittente di messaggi di ritorno,
di feed-back, ma ciò avviene in tempi diversi e
tramite canali diversi rispetto ai tempi e ai canali del
primo messaggio.
Asimmetria e concentrazione
 Mentre la comunicazione dialogica è prevalentemente di tipo “uno a uno”, la
comunicazione mediatica è del tipo “uno a molti”.

 Il mittente di un messaggio proposto dai mass media detiene allora un enorme


potere comunicativo e, in qualche misura, persuasivo.
 In funzione di questo potere, l’accesso ai media in posizione di mittente è
limitato a pochi soggetti solitamente dotati, al tempo stesso, di un grande
potere economico; si determinano così grandi concentrazioni editoriali che
portano i mezzi di comunicazione di massa sotto il controllo di pochi gruppi di
potere.
L’influenza dei media
 I mass media hanno evidentemente una grande influenza sulla società e sull’opinione
pubblica, ma l’idea di un meccanico effetto persuasivo del tipo “stimolo-risposta”
(teoria ipodermica) è oggi ampiamente superato.
 La persuasività dei media spesso non riesce a far mutare opinioni consolidate,
spesso si limita a rafforzare le convinzioni di chi già possiede un certo punto di vista.
 Il messaggio dei mezzi di comunicazione di massa non giunge all’individuo solo in
maniera diretta e immediata, ma anche attraverso la mediazione di altri soggetti che,
se dotati di un ruolo di prestigio all’interno del gruppo sociale (opinion leader)
possono filtrare il messaggio stesso (teoria degli effetti limitati).

mass media mass media


individui

opinion leader

teoria ipodermica teoria degli effetti limitati


La funzione sociale dei media e la
costruzione di realtà
 All’interno della società, i mass media svolgono essenzialmente tre
ruoli: informare, interpretare i fatti, intrattenere.
 L’individuo diventa partecipe della società informandosi su di essa,
interpretandola e immaginandola, dunque i tre ruoli svolti dai media
permettono all’individuo di costruirsi un’idea della società e del reale.
In altre parole, i media costruiscono un’immagine della realtà.
 Più che la persuasione è quindi importante la selezione che i media
fanno rispetto alla realtà: non tutto è “degno” di essere rappresentato
dai mezzi di comunicazione, alcune cose “fanno notizia” altre no e
queste ultime, essendo escluse dai media, è come se uscissero dalla
realtà
 In base ai criteri di notiziabilità la copertura mediatica di un certo
evento può variare fino a scomparire totalmente: se un evento non è
“coperto” dai media non esiste per le masse, poiché gran parte della
nostra esperienza del reale passa attraverso i mezzi di comunicazione
e di rappresentazione.
LEZIONE 9
Sport e mass media
 Come per tutte le altre attività sociali, anche per lo
sport la rilevanza dipende dalla visibilità e la visibilità
dipende dalla copertura mediatica.

 Poiché la fruizione dello sport è soprattutto visione,


movimento e immediatezza, il mezzo di
comunicazione di massa più strettamente legato allo
sport è la televisione

 La televisione consente di ampliare enormemente la


portata degli eventi sportivi trasformando così lo sport
in un prodotto che rischia di divenire puramente
commerciale.
La TV e le sue regole
 La televisione, così come gli altri media, ha elaborato linguaggi, ritmi e stili
comunicativi particolari, che tengono conto del modo in cui l’utente fruisce
delle trasmissioni (fruizione continuativa, zapping, ecc.) e degli interessi
economici connessi allo spettacolo televisivo (pause pubblicitarie,
concorrenza tra reti, ecc.)

 Quanto viene rappresentato in televisione deve adeguarsi a questo insieme


di linguaggi, ritmi e stili, pena l’esclusione dal circuito mediatico: ciò vale
anche per lo sport.

 A seconda del maggiore o minore adeguamento agli standard televisivi


possiamo identificare pratiche sportive “telegeniche” e pratiche “non
telegeniche”. Ciò non dipende tanto dalla disciplina sportiva quanto dal
modo in cui viene praticata e rappresentata.
TV generalista e TV tematica
 La televisione generalista è quella che tende ad offrire l’intera gamma
dell’informazione e dell’intrattenimento.
 La televisione tematica è quella che si specializza in un tipo ben preciso di
offerta, ad esempio quella sportiva.
 Il pubblico della televisione generalista è indifferenziato e per questo
motivo, le trasmissioni sportive sulle televisioni generaliste devono
adeguarsi anche ai gusti del pubblico non esperto e devono fare in modo da
essere attrattive per il maggior numero possibile di telespettatori.
 Il pubblico della televisione tematica è fortemente interessato ad un certo
settore ed è in genere molto esperto di esso. Le TV a tematica sportiva
possono dunque “coprire” eventi sportivi apprezzabili solo dagli addetti ai
lavori e sfuggire così, almeno in parte, ai vincoli imposti dagli standard della
televisione generalista.
Elementi di telegenia sportiva
 La spettacolarià. Lo sport televisivo non è tanto uno sport da praticare
o da imitare (almeno in senso tecnico), ma è soprattutto uno sport da
guardare, esse deve dunque essere spettacolare e ricco di azione.

 La rapidità. Oggi, lo spettacolo televisivo non è più quello proposto dal


singolo canale, ma, grazie al telecomando e alla pluralità di emittenti, è
divenuto uno spettacolo composito frutto dell’offerta televisiva nel suo
complesso. Lo sport in TV deve dunque essere rapido e non abbassare
mai il livello di interesse per non suggerire allo spettatore cambi di
programma.

 La delimitazione temporale. Ogni trasmissione televisiva si colloca


nel palinsesto secondo tempi ben precisi fatti anche di pause per la
pubblicità; gli sport televisivi devono dunque avere durata il più
possibile prefissata e consentire l’inserimento di pubblicità senza far
perdere nulla dell’evento.
Elementi di telegenia sportiva
 La mitizzazione collettiva. Spesso il pubblico che segue lo sport sulla TV
generalista non è particolarmente interessato allo sport in sé; il suo interesse
cresce quando gli eventi sportivi si rifanno ad archetipi mitici o epici come
quelli del combattimento ( es. incontri internazionali), della lotta fratricida (es. i
derby) dello scontro tra debole e forte secondo il modello “Davide vs. Golia”
(es. Calais in Coppa di Francia 1999 o il Chievo in Serie A 2001-2002).
 La mitizzazione personalistica. Uno sport è tanto più seguito dal grande
pubblico dei non addetti ai lavori quanto più è in grado di produrre “eroi” e
“personaggi”, cioè persone al cui destino, anche extrasportivo”, la gente
comune si possa appassionare sublimando in esso le proprie aspirazioni.
 La valenza polemica. Grazie ai mezzi di comunicazione, l’evento non si
esaurisce nel momento della competizione, ma continua in una serie di
discussioni che occupano buona parte delle trasmissioni televisive. E’ lo “sport
parlato” ed è tanto più telegenico quanto più lo sport praticato corrispondente
si presta ad interpretazioni polemiche.

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