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La dinamica della civilizzazione nello sport si manifesta con la sportivizzazione, si avvale dell’aiuto di Eric
Dunning, sociologo britannico, per dimostrare la sua teoria. Anche la sportivizzazione è divisibile in due
dinamiche che si sono applicate ai giochi:
-regolamentazione= il processo che ha portata a standardizzare una certa disciplina (durata, regole, numero
giocatori etc), ha portato la pratica di un determinato sport a essere chiara e univoca universalmente.
-sterilizzazione= processo che ha portato alla rimozione della violenza “fine a sé stessa”, non si rimuove la
violenza (necessaria in alcuni sport come pugilato e rugby), tuttavia si penalizza la brutalità tramite
l’espulsione dei gravi comportamenti sanguinari nello sport. Ne è un esempio la pratica dell’hurling at the
goal oppure over the country, antenate del rugby e del calcio, che era un gioco molto diffuso nell’Inghilterra
del 15simo secolo, caratterizzato dalla violenza e lo scontro tra i villaggi adiacenti. Si rimuove inoltre il
concetto di morte durante la pratica sportiva=eroismo. Un altro esempio calzante di sterilizzazione si ha con
il pugilato, più nello specifico con la decisione di concedere la vittoria a punti e non per K.O.
7. RECORD: quando parliamo di record dobbiamo rifarci alla duplice accezione che lo caratterizza, un
significato è registrare/lasciare la traccia, ma anche nello sport l’accezione è doppia:
-prestazione che sposta una spanna più in là i limiti delle possibilità umane= è la prestazione che ci colpisce
e stupisce perché l’uomo riesce a strappare un altro margine di miglioramento alle condizioni di adattamento
all’ambiente circostante;
-record come cumulo di prestazioni= anche questo da luogo a dei primati che ci colpiscono, nonostante non
venga compiuta la singola prestazione d’eccellenza che è un evento “spot” che fa la storia nella storia di un
certo sport singolo, la collezione di titoli, vittorie da parte di un singolo atleta o da una squadra è comunque
impressionante.
Il record è una categoria fondativa dello sport, perché lo sport si basa sul fatto che la prestazione possa
sempre essere migliorata, il limite viene visto come una frontiera che può sempre espandersi.
Questo concetto fa parte della logica dell’industrialismo, la produzione industriale infatti viene concepita
come se non dovesse avere limiti alla crescita, se noi guardiamo quale sia l’indice con cui misuriamo lo stato
di salute di una economia industriale, vediamo che è il PIL (prodotto interno lordo), un indice pensato per
produrre esclusivamente numeri positivi, se produce numeri negativi se decreta subito lo stato di crisi; questo
ci fa capire come l’economia industriale, proprio come lo sport, abbia un principio incrementale.
Il record è il massimo simbolo dello spirito dello sport e dell’industrialismo.
L’ultimo step della post modernizzazione dello sport: nulla di vero tranne lo spettacolo
per parlare di questo tema partiamo da 3 “gare”:
-quella fittizia tra Michael Phelps, campione statunitense del nuoto definito lo squalo, e uno squalo vero,
organizzata da discovery channel e altamente pubblicizzata. L’atleta viene chiamato a misurarsi con lo squalo
naturale, per capire chi tra i due abbia maggiore reattività e abilità su un breve tratto, inizialmente
gravitavano molti dubbi su come potesse svolgersi una gara del genere con un animale feroce e molto
pericoloso; proprio questa particolarità fece attirare molte attenzioni e seguito sulla gara. Tuttavia di sport in
questa vicenda c’è ben poco, non esisteva alcun equilibrio competitivo, nessuna continuità, si trattava
esclusivamente di un evento “spot”. Come volevasi dimostrare, non si trattò nemmeno di una gara vera e
propria, inoltre l’atleta si confrontava con 3 squali diversi: di scogliera, martello, bianco; venne ipotizzata la
velocità media sul breve tratto dei vari squali e confrontata digitalmente con quella di Phelps, il quale riuscì a
trionfare (discutibilmente) solo sullo squalo di scogliera. Di tutto ciò rimase quindi solo lo spettacolo,
camuffato da evento sportivo;
-il match di boxe tra Conor McGregor (MMA) e Floyd Maywheter Jr.(boxe), similmente pure in questo caso,
mancava completamente l’equilibrio sportivo, Floyd campione imbattuto (51-0) del pugilato, Conor,
campione di tutt’altra disciplina di contatto (mixed martial arts) con tutt’altre regole e caratteristiche. Anche
in questo caso l’operato mediatico fu enorme, venne passato come “il match del secolo”, i biglietti vennero
venduti per cifre astronomiche, le scommesse andarono alle stelle. Anche in questo caso si ha una
circostanza generata tanto per dare spettacolo, dato che lo sport non aveva, neppure qua, alcun ruolo, la gara
stessa poi si rivelò una farsa, come ci dimostra il tempo che è durata (10 riprese), infatti nel caso fosse stato
un incontro realistico, Maywheter Jr. avrebbe potuto concluderlo fin dalla prima ripresa, tuttavia, fosse
andata così, ci sarebbe stato un riscontro molto negativo da parte del pubblico. Al pubblico deve essere
sempre concesso l’equilibrio di tensione, altrimenti non viene soddisfatto. Probabilmente l’intento di tale
spettacolarità programmata è stato quello di ridare notorietà al pugilato, disciplina dal nobile passato ma dal
futuro incerto, gli atleti stessi sono stati pagati, per questo singolo incontro cifre esorbitanti (350milioni
Floyd, 100 Conor);
-il tentativo del maratoneta kenyano Eliud Kipchoge, di correre sotto il limite delle 2 ore, il circuito
automobilistico di Monza, anche in questo caso, prestazione che differisce dal classico, la maratona non
viene corsa in un tratto in “linea” bensì ciclico e con un perfetto livellamento, tant’è che il riconoscimento
delle autorità sportive non venne mai dato (anche se non era stato nemmeno richiesto). L’evento era
finanziato e organizzato dalla Nike stessa con l’obbiettivo di abbassare il tempo di percorso di una maratona
sotto le 2 ore. Terminò con un risultato che, a seconda di come lo si volesse valutare, era record e non lo era,
infatti venne realizzatò un tempo di 2 ore, 0 minuti e 25 secondi, battendo la prestazione record ufficiale in
vigore fino a quel momento di quasi 3 minuti (tuttavia il record non viene riconosciuto per i sopra citati
motivi), ma la sua prestazione non viene riconosciuta per 25 secondi perché non è riuscito a portare il tempo
sotto le 2 ore. Poco più di un anno dopo (nel 2018), lo stesso atleta battè il record ufficiale della maratona e
portò il tempo di compimento a 2 ore 0 minuti e 39 secondi (ancora imbattuto), successivamente ritentò a
portarla sotto le 2 ore e ci riuscì in maniera non ufficiale;
Con questi esempi arriviamo all’ultimo stadio (fino ad ora ) dello sport nella post-modernità.