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1) Introduzione
Il diabete mellito tipo II è una patologia cronica ad eziologia multifattoriale, caratterizzata da un quadro clinico che
vede ipoinsulinemia e/o uno sviluppo di insulino resistenza maggiore rispetto ai parametri fisiologici normali.
Costituisce circa il 90% dei casi complessivi di diabete 1 e a causa della diffusione sempre in aumento (secondo alcuni
recenti studi colpisce circa 366 milioni di persone a livello globale 2), nel corso degli anni le campagne di
sensibilizzazione e prevenzione a tale patologia sono state incrementate drasticamente. Tra i maggiori fattori
preventivi ne troviamo uno a portata di tutti: l’esercizio fisico, definito come “attività ben voluta, precisa, ripetuta e
finalizzata che porta a un aumento di dispendio energetico rispetto al consumo in stato di riposo”-AAVV.
Tabella 1: Consigli dell’ADA per gli esercizi fisici in pazienti con diabete mellito tipo II:
Allenamenti aerobici: almeno 150 minuti a settimana a carico moderato/vigoroso (65%-90% della FC max)
spalmare le sedute su 3/7 gg per settimana, con non più di 2 giorni di recupero tra una sessione di
allenamento e l’altra;
è consigliata un’attività quotidiana di esercizio fisico per massimizzare l’azione insulinica;
per soggetti più giovani e/o più fisicamente prestanti possono essere sufficienti durate minori (75
minuti a settimana minimo) di allenamento di intensità vigorosa oppure interval-training;
Allenamenti di resistenza: sessioni di resistance training con carico progressivo da moderato a vigoroso
dovrebbero essere svolti 2/3 gg a settimana non consecutivamente
Sono inoltre consigliati dai 2 ai 3 allenamenti settimanali di flessibilità e propriocezione per soggetti più
anziani
La maggior parte della letteratura scientifica in tale ambito concorda sul favorire la somministrazione di allenamenti
con carico prevalentemente aerobico e/o di resistenza. Esercizi fisici che seguano un modello prestativo aerobico
(movimenti ciclici con impegno di grandi masse muscolari) portano a un miglioramento generale dell’HbA1c
(emoglobina glicata, una forma di emoglobina usata principalmente per identificare la concentrazione plasmatica
media del glucosio per un lungo periodo di tempo), della pressione sanguigna sistolica, una riduzione della resistenza
all’insulina e una regolazione del metabolismo lipidico e lipoproteico 3. Gli allenamenti di resistenza (caratterizzati da
esercizi con sovraccarichi come pesi liberi, macchinari che offrono controresistenze, esercizi a corpo libero e/o con
elastici tensivi) portano invece a un incremento della forza che spazia dal 10% al 15%, un aumento della BMD (bone
mineral density), una regolazione della pressione sanguigna, un miglioramento del profilo lipidico oltre che della
salute cardiovascolare e dell’insulino resistenza e un aumento ipertrofico della massa muscolare 4,5. Di seguito una
tabella3 con indicate le caratteristiche generali per allenamenti aerobici e di resistenza:
3) Modalità di allenamento ideale per pazienti con diabete mellito tipo IIProprio per i molteplici
vantaggi precedentemente elencati, l’ADA (American Diabetes Association) consiglia, come sessione di allenamento
ideale per pazienti affetti da diabete mellito tipo II, una combinazione tra carico aerobico e allenamento di resistenza,
ottenendo così i migliori adattamenti possibili per la funzionalità dell’organismo e i parametri fisiologici. La
metodologia più consigliata è quindi quella di circuiti ad alta intensità, nello specifico è particolarmente consigliata la
programmazione a HIIT (high intensity interval training), che consiste in 4/6 ripetizioni di brevi (30 secondi) movimenti
con massimo sforzo intervallati con fasi di recupero parziale attivo o passivo (che possono andare dai 30 ai 60
secondi). Una singola sessione solitamente dura sui 10 minuti. Questo genere di allenamento porta a un incremento
della capacità ossidativa dei muscoli scheletrici, un maggiore controllo glicemico e una diminuzione della resistenza
insulinica nei soggetti con diabete mellito di tipo II; è stato inoltre dimostrato tramite un test con gruppo campione (a
cui è stato fatto seguire un programma HIIT) e gruppo controllo (che invece seguiva training aerobici generici) che il
metodo HIIT ha portato a miglioramenti maggiori 6,7. In alternativa anche il CrossFit si è rivelato essere un ideo metodo
di allenamento aerobico di alta intensità, portando a una riduzione (in sole 6 settimane) di massa grassa, pressione
sanguigna diastolica, lipidi e a un aumento della sensibilità insulinica al glucosio, oltre che un aumento del VO 2max8. In
conclusione, questi metodi possono essere un’ottima alternativa, con un minore impegno tempistico, agli esercizi
aerobici continuativi.
Riferimenti
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