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La gestione nutrizionale della P.E.F.S. con protocolli iperproteici.

E esperienza comune di chi si occupa da molti anni di estetica e di obesit , che una fetta consistente di coloro che richiedono il nostro intervento , costituita da donne, spesso giovani, a volte solo in lieve sovrappeso o addirittura normopeso, affette da un inestetismo localizzato in zona trocanterica e glutea , comunemente noto come cellulite o P.E.F.S (Panniculopatia edemato-fibrosclerotica ), termine scientificamente corretto, che ci descrive un difetto del pannicolo adiposo , caratterizzato da una prima fase di edema e da una evoluzione cronica nel corso della quale il pannicolo adiposo viene sostuito, infase avanzata, da tessuto fibro-sclerotico. Annoverata tra le malattie del benessere a tuttoggi il pi diffuso inestetismo che affligge le donne tra i 14 e i 40 anni. Numerosi sono i rimedi che gli esperti propongono per la soluzione e dissoluzione della patologia , caratterizzata nei suoi quattro gradi di evoluzione dal crescente danno vascolare sia a carico del distretto capillare ,che di quello venoso . La specificit femminile della P.E,F.S. data dagli ormoni estrogeni , corresponsabili del danno ai fibroblasti e della depolimerizzazione del connettivo della tonaca interna venosa, della conseguente aumentata idrofilia e dellosmosi interstiziale , dell' aumento della compressione vasale ,che genera ipossia distrettuale ed aumento del collagene. Sicuramente insieme ai trattamenti esterni, locali , la gestione della cellulite si dovr integrare con principi vasoattivi atti a migliorare il tono venoso, incrementare la continenza valvolare e compattare lendotelio capillare . A completamento di questi presidi , indispensabile associare un protocollo nutrizionale che garantisca un dimagrimento localizzato , difficilmente ottenibile con un qualsiasi schema ipocalorico. La dieta da associare negli inestetismi della cosiddetta cellulite rispetta solitatamente alcuni parametri di base : 1) Deve essere iposodica onde non aggravare il ristagno di liquidi e l'impastamento sottocutaneo ,che sovente si accompagna all'insufficienza venosa di base, spesso aggravata dal maggiore introito di liquidi che le pazienti assumono ritenendo utile alla loro patologia una maggiore idratazione .Come sovente ripeto alle mie pazienti ,bere molto senza correggere l'insufficienza venosa e l'apporto di sodio , come voler svuotare un recipiente senza chiudere il rubinetto che continua a riempirlo. 2) La scelta dei nutrienti deve privilegiare anche alimenti ricchi in fibra atti a tenere sgombro l'intestino che altrimenti aggraverebbe la congestione del piccolo bacino , ostacolando di fatto lo scarico venoso utile allo svuotamento veno-linfatico. Un' ulteriore indicazione ad una scelta di alimenti ricchi in fibra legata al loro basso indice glicemico , notoriamente utile a tenere basso il tasso insulinico. L'azione dinamico-specifica delle proteine

Uno dei vantaggi utilizzabili , nei regimi dimagranti , di uno schema a maggiore percentuale aminoacidica dato dall' azione dinamico-specifica degli alimenti , tale meccanismo ,noto da molti anni , consiste nell'aumento del consumo calorico , quindi nell'elevazione del metabolismo gi dalla fase di digestione dell'alimento , fino all'utilizzo cellulare dei nutrienti, questa quota varibile, minore per glicidi e grassi (10% e 4%) maggiore per le proteine (30%) . Tale effetto perdura per circa 12 ore dall'ingestione. Le diete a prevalenza proteica sono note da molti anni, Blackburn stato il pioniere , ma non dimentichiamo , la dieta Scarsdale, la dieta punti , regimi nutrizionali che hanno fatto epoca in tempi nei quali non si conosceva neanche il significato del termine "indice glicemico". Ai nostri giorni gli aminoacidi sono balzati nuovamente agli onori della cronaca , fino a diventandore un fenomeno sociale con i regimi NEP (nutrizione enterale proteica), che richiedono l'applicazione di un sondino naso-gastrico che attinge da una piccola sacca una miscela proteinata , garantendo un costante apportodi integratore al paziente obeso. E' una metodica impegnativa ma efficace a garantire un apporto di nutrienti, che nel tempo breve dei periodi di trattamento prescritto , permettono non solo una rapida perdita di tessuto adiposo, ma anche di tollerare la deprivazione calorica con l'effetto anoressizante dei corpi chetonici (acido acetoacetico, 3-idrossibutirrico, acetone) . Come molti sanno il regime ha una durata limitata nel tempo , dai sette ai quindici giorni , durante i quali alla miscela del sondino di integrano vitamine , proteine , sali minerale , alcalinizzanti, che completano la razione quotidiana. Lo schema oloproteico , come noto ,pu essere gestito pi comodamente anche con l'assunzione per os di miscele proteiche , integrando anche proteine di origine alimentare , quindi con schemi tipo : colazione con integratore proteico , pranzo o cena con integratore con una razione vegetale e cena con proteine da alimento con razione vegetale. La sicurezza di questi regimi garantita dall'esclusione di soggetti con patologie renali o altre patologie che devono essere valutate dal nutrizionista , e dalla interruzione ,in media dopo 3 settimane con la reintroduzione countrollata di alimenti glucidici. Un aspetto interessante e non sempre in evidenza dato dalle potenzialit modellanti specifiche regioni del corpo femminile per la specifica azione ormono-regolatrice diminuendo linsulina circolante, aumentando livelli di GH. Dati sperimentali ,infatti, hanno confermato, dopo 15 giorni di nutrizione a prevalenza aminoacidica , il suddetto aumento dei livelli di GH e la riduzione ematica di insulina . Altrettanto incoraggianti si sono rivelati gli effetti estetici sulle donne trattate ,nelle quali si osservata una riduzione media dellIndice di Massa Corporea (IMC) di circa 1,3 e della circonferenza superiore della coscia un decremento di 3,5 cm e a livello della circonferenza media una riduzione di 2,2 cm. A tale riduzione si accompagnava un positivo effetto estetico determinato dal miglioramento del tono muscolare degli arti inferiori.

Il ruolo dell'adiponectina .

Un ulteriore spunto di riflessione ci viene fornito da un recente studio datato aprile 2011, nel quale viene ipotizzato e dimostrato che nel tessuto adiposo sottocutaneo delle donne affette da cellulite , esiste una ridotta espressione di adiponectina ,sostanza ad azione antinfiammatoria , vasodilatatrice , la cui azione protettiva e trofica sulla microcircolazione locale potrebbe mancare o essere meno efficiente, innescando e perpetuando di fatto il danno dei vasi dei soggetti affetti da P.E.F.S. Nel valutare che il rapporto tra adiponectina e insulina inversamente proporzionale , cos come per il glucosio, i trigliceridi ed il B.M.I., facile intuire che con regimi nutrizionali ad azione moderatrice sul tasso insulinico e sugli altri parametri citati, possiamo indurre un'azione vasoprotettrice supplementare, in aggiunta agli altri vantaggi dei regimi proteici nella gestione della cellulite.

dr. Gennaro Crispo specialista in medicina dello sport medico estetico

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