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Ormai da qualche anno, le diete low carb sono oggetto di un intenso dibattito tra chi le propone e chi continua a difendere lo stile alimentare mediteranno. La polemica, ovviamente, non riguarda soltanto l'efficacia dimagrante di queste diete, ma anche le loro ripercussioni sulla salute di chi le segue.
Le diete low carb, in voga da tempo nel mondo della cultura fisica e proposte anche in campo medico, iniziano ad acquistare popolarit nei primi anni '90, approfittando del declino delle diete low fat. Quest'ultime, proposte negli Stati Uniti per far fronte all'impressionante dilagare dell'obesit, si basano sul consumo di cibi a basso contenuto di grassi. Nonostante gli scafali dei supermercati fossero pieni di alimenti "low fat" (poveri di grasso) questa strategia, non solo non diede i frutti sperati ma contribu addirittura ad accentuare il problema. Per questo motivo, dopo aver rivalutato la funzione dei lipidi in campo alimentare (vedi articolo dedicato), l'attenzione di molti nutrizionisti o presunti tali si spost sui carboidrati (carbs in inglese) ed in modo particolare su quelli semplici. Dolciumi, bibite zuccherate, pastine e stuzzicherie varie vennero ben presto considerati i principali responsabili del sempre pi preoccupante e crescente tasso di obesit . Come spesso accade in questo ed in altri campi, qualcuno pens bene di estremizzare tale concetto, facendo nascere le diete low carb (letteralmente "basse in carboidrati"). Un po' per l'entusiasmo legato alla novit, un po' per l'abile campagna pubblicitaria e un po' per la loro effettiva efficacia dimagrante, le diete low carb si diffusero rapidamente negli Stati Uniti e ben presto sbarcarono in Italia, vera e propria roccaforte idealistica della dieta mediterranea. Il dibattito, iniziato circa una decina di anni fa, non accenna a placarsi.
Quando l'apporto di carboidrati nella dieta viene drasticamente ridotto si assiste, nelle prime 24-48 ore, ad un aumento dell'ossidazione dei trigliceridi e del glucosio depositato nel fegato sotto forma di glicogeno. Con il passare del tempo, vista la modesta entit delle scorte di glicogeno epatico (100 g) e muscolare (300-500 g), la gran parte dei tessuti (muscolo, cuore, rene ecc.) si adatta ad utilizzare principalmente acidi grassi, risparmiando glucosio. Quest'ultimo viene destinato soprattutto al cervello e ai tessuti anaerobici come i globuli rossi che, per "sopravvivere", hanno assoluto bisogno di glucosio (perch non possono utilizzare gli acidi grassi a scopo energetico). In simili condizioni le richieste cerebrali di glucosio ammontano a 4 g/ora, mentre quelle dei tessuti anaerobici si attestano a 1,5 g/ora. Dal momento che il fegato non riesce a ricavare dalla glicogenolisi pi di 3 g di glucosio all'ora, costretto ad attivare una via metabolica "di emergenza", chiamata gluconeogenesi. Tale processo porta alla produzione di glucosio a partire dagli aminoacidi contenuti nelle proteine muscolari. Tanto pi la dieta povera di carboidrati e tanto maggiore sar il ricorso a questa via metabolica che, quando particolarmente attiva, si accompagna ad un sensibile calo delle masse muscolari. In queste condizioni aumenta anche la sintesi di corpi chetonici a partire dagli acidi grassi che, a causa della carenza di glucosio e del conseguente rallentamento del ciclo di krebs, non possono essere ossidati completamente. I corpi chetonici vengono ossidati soprattutto a livello cardiaco e muscolare. Quando il glucosio introdotto con l'alimentazione e prodotto con la gluconeogenesi non sufficiente a soddisfare le richieste cerebrali, anche il cervello si adatta ad utilizzare corpi chetonici a scopo energetico. Queste sostanze hanno lo svantaggio di acidificare il sangue fino a causare, nei casi estremi (diabete non trattato), il coma e la morte dell'individuo. Indicativamente, se la dieta low carb apporta pi di 75 grammi di carboidrati al giorno la sintesi di corpi chetonici modesta ed il deficit di glucosio viene colmato soprattutto attraverso la gluconeogenesi.
Per godere di questi benefici, legati al loro prezioso carico di antiossidanti, minerali, vitamine e fibre, importante consumare ogni giorno un'ampia variet di alimenti vegetali. Dal momento che le diete low carb si associano generalmente ad un basso apporto di questi cibi, espongono chi le segue ad un maggiore rischio di sviluppare le sopraccitate forme tumorali, almeno in linea teorica. D'altra parte l'elevato consumo di carne, spesso caratteristico delle diete low carb, si associa ad un maggior rischio di cancro al colon-retto. Uno studio ha calcolato che un incremento nel consumo di carne pari a 100 g/die si associa ad un aumento del 12-17% del rischio di sviluppare questa forma tumorale. L'unica nota a favore delle diete low carb il calo di peso che si ottiene seguendone i princpi. Dal momento che l'obesit un grosso fattore di rischio per lo sviluppo del cancro al colon, il dimagrimento indotto dalla dieta potrebbe bilanciare i rischi associati al maggior consumo di carne. Diete low carb e salute ossea Le diete low carb, a causa dell'acidosi indotta dalla sintesi di corpi chetonici e dall'elevata ingestione di amminoacidi solforati, promuovono la mobilitazione del calcio dalle ossa, con lo scopo di tamponare il pH ematico. L'acidit del sangue diminuisce anche il riassorbimento di calcio a livello renale, con conseguente aumento della concentrazione del minerale nelle urine. Il binomio tra ridotto apporto ed aumentata escrezione potrebbe minare la densit ossea ed aumentare il rischio di osteoporosi. Alcuni autori ritengono che, almeno nel breve periodo, le diete low carb non siano dannose per le ossa poich l'elevato apporto proteico - oltre ad aumentare l'assorbimento intestinale di calcio - stimola la secrezione dell'IGF-1, un potente ormone che favorisce la mineralizzazione ossea. Nonostante queste osservazioni, non sono ancora disponibili dati sufficienti per valutare il legame tra diete "low carb" e salute ossea. Diete low carb e calcolosi renale
Le diete low carb, soprattutto se particolarmente povere di carboidrati e ricche di lipidi, favoriscono la calcolosi urinaria. La diminuzione del pH ematico indotta dai corpi chetonici favorisce l'ipocitruria e la dissociazione dell'acido urico (la cui produzione aumenta a causa dell'elevato apporto proteico). Dal momento che il citrato urinario inibisce la formazione di calcio e che l'alimentazione iperproteica si associa, come gi ricordato, ad ipercalciuria, le diete low carb, specie se "high protein", aumentano il rischio di calcolosi urinaria calcica. Diete low carb e lipidemia Gli individui che seguono una dieta low carb mostrano una significativa riduzione dei livelli ematici di trigliceridi a digiuno e della lipidemia postprandiale. Tale riduzione indipendente dalla qualit lipidca della dieta (rapporto tra gli acidi grassi saturi ed insaturi), anche se sono stati osservati cali pi significativi nelle diete low carb ricche di acidi grassi polinsaturi (presenti negli oli vegetali, nella frutta secca e nel pesce). Al di l di ci, bene sottolineare che l'ipertrigliceridemia un importantissimo fattore di rischio cardiovascolare e che la sua diminuzione, associata alla dieta low fat, ha un'importante azione protettiva verso tali patologie. Inoltre, nonostante i maggiori livelli di assunzione, non si nota un significativo rialzo dei valori ematici di colesterolo totale e LDL. Da un paragone effettuato tra diete low-carb e low-fat emerso che, mentre le prime sono pi efficaci nel ridurre la trigliceridemia (concentrazione ematica di trigliceridi), le seconde consentono un miglior controllo della colesterolemia.
Dimagrire, inteso come consumo metabolico di acidi grassi veramente difficile : si tenga conto che un atleta di livello mondiale che corre una maratona ossida circa 100 g di grassi (0.5 - 0.7 g/min come massimo) (dati di Poehman et al. 1991; Brehm B.A e Gutin.B, 1986) mentre un marciatore ad alto livello che gareggia nella 50 km di marcia consuma all'incirca 200-220 g di lipidi ( circa 0.91-1 g/min come massimo) (Dati di O'Biren et coll.). E ancora: un soggetto bene allenato del peso di c.a. 70 Kg, che percorre 100 Km in bicicletta su terreno pianeggiante e a velocit pressoch costante di 30 Km/h "brucia" circa 30 g di grasso (E. Arcelli). Si parla quindi di atleti "aerobici" per eccellenza, programmati per sforzi prolungati che durano ore, con allenamento giornaliero, predisposizione genetica, fibre rosse "ottimizzate", mitocondri attivi ecc. Infatti l'utilizzo degli acidi grassi a scopo energetico, non avviene in maniera uniforme per tutti: se per quei soggetti aerobicamente molto efficienti la metabolizzazione degli acidi grassi avviene sin dai primi minuti di corsa (5-10 minuti), per quelli meno allenati l'utilizzo dei grassi avviene invece a tempi proporzionalmente pi lunghi, in base al livello di allenamento.
I principianti, che non sono efficienti dal punto di vista metabolico possono anche non utilizzare gli acidi grassi nel corso di una seduta di aerobica della durata di 30-40 minuti proprio perch l'organismo non e' ancora in grado di ottimizzare le riserve energetiche. L'organismo, infatti, tende ad utilizzare i carboidrati anche quando si corre a ritmo lento perch essi richiedono una quantit inferiore di ossigeno rispetto agli acidi grassi. E la signora Maria che si allena 2 o 3 volte alla settimana facendo complessivamente qualche decina di minuti su bike, tappeto, step? Quanti grammi di grasso pensate che bruci?! Ecco perch in palestra, con il classico approccio cos difficile dimagrire e sono mediamente cos scarsi i risultati dei clienti da questo punto di vista. Per dimagrire, conviene dunque passare attraverso l'incremento della massa magra.
Metabolismo energetico
aumenta la liberazione di acidi grassi dal tessuto adiposo. Riassumendo: SE L'ATTIVITA' FISICA E' DI BASSA INTENSITA' MA DI BREVE DURATA LIPIDI E CARBOIDRATI CONTRIBUISCONO IN EGUAL MISURA ALLA RICHIESTA ENERGETICA
SE L'ATTIVITA' FISICA E' DI BASSA INTENSITA' MA SI PROTRAE PER ALMENO UN'ORA VI E' UN DEPAUPERAMENTO DELLE RISERVE DI GLICOGENO E MAGGIORE UTILIZZAZIONE DI LIPIDI CHE ARRIVANO A COPRIRE L'80% DELLA RICHIESTA ENERGETICA. La progressiva prevalenza del metabolismo lipidico nel corso di attivit fisica prolungata dipende dall'assetto ormonale che si instaura:
Nella prima ora si utilizza il 50% di grassi (37% di FFA) nella terza il 70% (50% di FFA).
La miscela metabolica varia in funzione dell'intensit del lavoro muscolare: AD INTENSITA' PIU' BASSA LA PRINCIPALE FONTE ENERGETICA E' RAPPRESENTATA DAI GRASSI
AD INTENSITA' PIU' ALTA L'UTILIZZAZIONE DEI GRASSI RIMANE COSTANTE, MA VI E' UN PROGRESSIVO AUMENTO DELL'UTILIZZO DI GLUCOSIO E GLICOGENO MUSCOLARE (la quantit di energia liberata dall'ossidazione dei grassi uguale al 25% e al 75% del VO2max ). I muscoli allenati hanno una maggiore capacit di assumere FFA rispetto ai non allenati, quindi L'ALLENAMENTO CONSENTE DI RISPARMIARE LE SCORTE DI GLICOGENO L'ALLENAMENTO CONSENTE DI OTTIMIZZARE L'UTILIZZAZIONE DEI GRASSI A SCOPO ENERGETICO
Nell'attivit fisica di MEDIA O MODERATA intensit (50%-60% VO2max) si riduce il ruolo degli acidi grassi plasmatici e aumenta l'energia derivante dall'ossidazione dei trigliceridi muscolari fino a pareggiare il conto tra queste due fonti (N.B: si riduce il contributo percentuale degli acidi grassi ma in termini assoluti rimane costante). Nella transazione da riposo a lavoro submassimale la maggior parte dell'energia fornita dal glicogeno muscolare analogamente a quanto avviene nel lavoro ad alta intensit; nei successivi 20 minuti il glicogeno di origine epatica e muscolare fornisce il 40-50% dell'energia mentre il resto viene garantito dai lipidi con un piccolo contributo delle proteine. Col passare del tempo durante un esercizio di intensit moderata si manifesta: deplezione di glicogeno, diminuzione del livello di glucosio ematico ed aumento dei trigliceridi, aumentato catabolismo proteico per coprire il fabbisogno energetico. Il glucosio plasmatico diventa quindi la principale sorgente energetica per quanto riguarda i carboidrati ma la maggior parte di energia fornita dai lipidi. Se l'esercizio si protrae a lungo il fegato non pi in grado di immettere in circolo glucosio sufficiente a soddisfare le richieste muscolari e la glicemia scende (addirittura di 45 mg/dl durante 90min di esercizio strenuo). La fatica si manifesta quando c' deplezione estrema di glicogeno nel fegato e nel muscolo indipendentemente dalla disponibilit di ossigeno a livello muscolare. L'attivit fisica di ELEVATA INTENSITA' (75-90% del VO2MAX) non pu essere protratta per oltre 30-60 minuti anche nei soggetti allenati. Dal punto di vista fisiologico si ha liberazione di catecolamine, glucagone ed inibizione della secrezione di insulina. L'assetto ormonale che si instaura stimola la glicogenolisi epatica e muscolare. Durante questo tipo di attivit il 30% della richiesta energetica coperta dal glucosio plasmatico, mentre il rimanente 70% coperto per la maggior parte da glicogeno muscolare (1 ora di attivit porta alla deplezione del 55% delle scorte, 2 ore azzerano sia il glicogeno muscolare che quello epatico). INOLTRE L'ELEVATA RICHIESTA ENERGETICA CAUSA L'AUMENTO DELLA PRODUZIONE DI ACIDO LATTICO CHE SI ACCUMULA NEL MUSCOLO E NEL SANGUE INIBENDO LA LIPOLISI NEL TESSUTO ADIPOSO.
CONCLUSIONE: il fattore limitante della prestazione sportiva la disponibilit di ossigeno . In condizioni di scarsa ossigenazione il glucosio, insieme alle riserve di fosfati muscolari l 'unica fonte energetica utilizzabile. La glicolisi anaerobica ha un rendimento di 20 volte inferiore rispetto alla glicolisi aerobica e causa la produzione di acido lattico un metabolita responsabile della fatica muscolare. Ad un determinato carico di lavoro pi alto il VO2 max e pi alto sar il contributo dei grassi nel metabolismo energetico. Un allenamento che migliora il VO2max aumenta pertanto anche la capacit di utilizzare i grassi come fonte energetica primaria.
PC + ADP = C + ATP
dove: PC= CREATINA FOSFATO sintetizzata a riposo nel muscolo scheletrico associando ad una molecola di creatina una molecola di fosfato inorganico ADP e ATP (visualizza articolo) C=creatina L'enzima che catalizza la reazione la creatinchinasi.
Nel meccanismo anaerobico alattacido l'ossigeno non interviene e proprio a questa caratteristica si deve l'aggettivo "anaerobico". Anche la produzione di acido lattico assente ed per questo che il termine anaerobico viene affiancaro dall'aggettivo "alattacido" Il sistema anaerobico alattacido ha una latenza molto breve, una potenza elevata ed una capacit estremamente ridotta. Le riserve di fosfocreatina, infatti, si esauriscono rapidamente (circa 4-5 secondi). Tali riserve variano comunque da soggetto a soggetto ed aumentano con l'allenamento Durante l'attivit muscolare intensa e di breve durata, il decremento della forza sviluppata direttamente collegato al depauperamento delle riserve muscolari di fosfocreatina. Lo sanno bene i centometristi che negli ultimi metri vedono inesorabilmente calare la propria velocit di punta . ATP e fosfocreatina stivate nei muscoli vengono usate contemporaneamente nel corso di sforzi brevi ed intensi. Nel complesso danno una autonomia energetica di 4-8 secondi
Potenza: Elevata (60-100 Kcal/min) Capacit: Molto bassa (5-10 Kcal) Latenza: Minima (PC si degrada appena cala la concentrazione di ATP) Ristoro: Rapido (al cessare dello sforzo o al diminuire dell'intensit gran parte della creatina viene rifosforilata a CP in circa 10"); questo sistema di resintesi importante nelle attivit che richiedono forza e velocit (salto, corsa breve e veloce, allenamenti di forza con serie brevi e carico elevato)
Caratteristiche del sistema: Potenza: Inferiore alla precedente (50 Kcal/min) Capacit: Molto maggiore della precedente (fino a 40 Kcal) Latenza: 15-30 secondi (se l'esercizio subito molto intenso interviene in coda al sistema alattacido) Ristoro: Subordinato alla eliminazione dell'acido lattico con resintesi di glucosio, con energia fornita dai processi ossidativi (pagamento del debito di O2 lattico); questo sistema di resintesi importante nelle attivit intense di durata compresa tra i 15" e 2' (es. corsa da 200 a 800m, inseguimento su pista ecc.).
METABOLISMO AEROBICO
In condizioni di riposo od esercizio fisico moderato la risintesi di ATP garantita dal metabolismo aerobico. Questo sistema energetico permette la completa ossidazione dei due principali combustibili: i carboidrati ed i lipidi in presenza di ossigeno che funge da comburente. Il metabolismo aerobico avviene principalmente all'interno dei mitocondri eccetto alcune fasi "preparatorie". Resa del sistema: 1 mol di palmitato (acido grasso) 129 ATP 1 mol di glucosio (zucchero) 39 ATP gli acidi grassi contengono infatti pi atomi di idrogeno degli zuccheri e di conseguenza pi energia per la risintesi di ATP; sono per pi poveri di ossigeno e per questo hanno una resa energetica inferiore (a parit di ossigeno consumato). La miscela di acidi grassi e glucosio cambia con l'intensit di esercizio: a bassa intensit gli acidi grassi sono pi coinvolti aumentando lo sforzo aumenta invece la scissione del glucosio (vedi: Metabolismo energetico nel lavoro muscolare )
Potenza: poco pi bassa dei precedenti (20 Kcal/min) Variabile a seconda del consumo di O2 dei soggetti Capacit: Alta (fino a 2000 Kcal) Dipende da riserva di glicogeno e di lipidi soprattutto l La durata di utilizzo dipende da intensit di esercizio e grado di allenamento l A intensit basse il tempo di utilizzo praticamente illimitato, ad intensit alte necessaria la presenza di glicogeno Latenza: maggiore dei precedenti: 2-3' Ristoro: Molto lungo (36-48 ore)
RIASSUMENDO:
Tempo necessario alla massima attivazione (latenza) dei vari sistemi energetici Notiamo per l'ennesima volta, come ATP e fosfocreatina (CP) abbiano un ruolo essenziale nei primi secondi di esercizio (attivit di potenza) e come tra i 15 ed i 50 secondi subentri il massimo contributo della glicolisi anaerobica, con produzione di lattato. Solo intorno ai 50-60 secondi il metabolismo aerobico raggiunge la sua piena efficacia.
Tempo di esercizio e vie di produzione dell'energia: 1-10" fase della potenza anaerobica (alattacida) 20-45" fase anaerobica (mista) 1-8' fase tolleranza al lattato >10' fase aerobica
Il metabolismo anaerobico ALAttacido, detto anche via della fosfocreatina, si sviluppa nel seguente modo: ADP + CP = ATP + C reazione di Lohmann
Tuttavia, nonostate paia un meccanismo estremamente semplice, rapido ed efficace, il metabolismo anaerobico ALAttacido possiede un limite: l'entit delle scorte muscolari di fosfocreatina. Esse sono sufficienti a caricare ATP solo per un centinaio di scosse muscolari, quindi circa
per 8-10 secondi (con le dovute differenze soggettive), ed un prolungamento dell'attivit necessita l'intervento di uno od entrambi gli altri metabolismi.
Dal punto di vista teorico e metodologico, la via metabolica della fosfocreatina allenabile soprattutto mediante tabelle di sviluppo della forza. Volendo scindere come sopra la preparazione muscolare generale da quella specifica, nella fase iniziale dell'anno assume un ruolo fondamentale l'utilizzo dei sovraccarichi, mentre avvicinandosi al periodo gara essenziale che i risultati ottenuti nello sviluppo della forza vengano trasformati nel gesto atletico specifico. In definitiva, il metabolismo anaerobico ALAttacido pu migliorare sensibilmente grazie allo sviluppo della forza; quest'ultimo, grazie allo stimolo allenante (che si attester approssimativamente intorno ai 10 secondi - max 8 ripetizioni nell'utilizzo dei pesi) determina un esaurimento delle scorte muscolari di CP che, per il principio della supercompensazione, dovrebbero ricostituirsi in maniera completa e, pur di poco, maggiore.
Cos' il metabolismo anaerobico lattacido? A cosa serve il metabolismo anaerobico lattacido? Allenamento Migliorare il metabolismo anaerobico lattacido con l'alimentazione e gli integratori
Curiosit Il sistema anaerobico lattacido si svolge soprattutto nel citosol dei miociti per la contrazione muscolare , ma non solo: esso anche tipico di poche altre cellule che devono lavorare senza utilizzare l'ossigeno, ad esempio i globuli rossi.
Allenamento
Esiste una differenza sostanziale tra l'attivazione del metabolismo anaerobico lattacido in condizioni di metabolismo aerobico NON MASSIVAMENTE ATTIVATO e in condizioni di metabolismo aerobico PIENAMENTE ATTIVATO. L'allenamento che prevede lo stimolo del metabolismo anaerobico lattacido nelle discipline di forza e velocit si basa sulla rapidit con la quale il muscolo in grado di produrre energia ed acido lattico; in tal caso, la potenza LATTACIDA la capacit pi importante da sviluppare e l'attivazione o meno del metabolismo aerobico assume un ruolo pressoch marginale. In due parole, la prestazione dipende maggiormente dalla capacit di erogare energia piuttosto che dall'AUTONOMIA che questo metabolismo potrebbe consentire; sia chiaro, nelle attivit di forza e velocit presente anche una componente anaerobica ALAttacida (scissione della CP) molto importante, tuttavia, di per s rappresenta solo una FRAZIONE della capacit atletica (tanto pi importante quanto pi breve lo sforzo). L'allenamento specifico orientato SOPRATTUTO verso l'EFFICACIA del metabolismo ANAerobico lattacido; prevede quindi l'esecuzione di protocolli incentrati su ripetute o ripetizioni di intensit massima e verosimilmente caratterizzate da recuperi medi o ampi. Al contrario, l'allenamento che prevede lo stimolo del metabolismo anaerobico lattacido nelle discipline di mezzofondo o in quelle che implicano variazioni di ritmo/scatti brevi ma ravvicinati, si basa sulla capacit di produrre energia ed acido lattico al di sopra della capacit di smaltimento endogeno, quindi oltre la soglia anaerobica, ma comunque in condizioni di aerobiosi significativamente sollecitata o addirittura massimale. Mentre nel caso precedente il metabolismo SINERGICO al lattacido era quello anaerobico ALAttacido, ora la componente che incide maggiormente il metabolismo AEROBICO; l'allenamento specifico sar quindi caratterizzato da livelli di intensit inferiori rispetto al precedente ma con durata e volume decisamente SUPERIORI. La tecnica pi utilizzata per lo stimolo del metabolismo anaerobico lattacido sopra soglia lo svolgimento di tabelle in variazione di ritmo e/o ripetute su distanze sufficienti ad attivare pienamente anche il metabolismo aerobico; l'intensit pu essere costante o progressiva. Lo stimolo orientato sia sull'EFFICACIA della produzione energetica anaerobica che sulla TOLLERANZA e lo SMALTIMENTO dei picchi di lattato. I recuperi possono essere pi o meno ampi, attivi o passivi.
Accelerare il metabolismo
Accelerare il metabolismo
Pensi di avere il metabolismo basso? Non riesci a dimagrire e cerchi un modo semplice e veloce per aumentarlo? Tutto ci di cui hai bisogno una pausa di cinque minuti per leggere con attenzione questo articolo.
Il metabolismo l'insieme dei processi biochimici ed energetici che si svolgono all'interno del nostro organismo; tali reazioni hanno lo scopo di estrarre ed elaborare l'energia racchiusa negli alimenti, per poi destinarla al soddisfacimento delle richieste energetiche e strutturali delle cellule. Un fine meccanismo di regolazione provvede ad equilibrare tutte queste reazioni metaboliche, in base all'effettiva disponibilit di nutrienti e alle richieste cellulari. L'esistenza degli organismi viventi dipende quindi dall'introduzione di una quantit di energia e di materia sufficiente per soddisfare le esigenze metaboliche, comunemente indicate come bisogni nutritivi. A loro volta, tali richieste sono in stretta relazione con il dispendio energetico quotidiano: tante pi calorie vengono bruciate e tante pi calorie devono essere introdotte. Arriviamo a questo punto a dare una definizione semplicistica ed alternativa del metabolismo: il metabolismo la velocit con cui il nostro corpo brucia le calorie per soddisfare i suoi bisogni vitali da tale definizione ricaviamo che: per accelerare il nostro metabolismo dobbiamo semplicemente aumentare i bisogni vitali del nostro corpo, incrementando il dispendio energetico Il dispendio energetico quotidiano influenzato principalmente da tre fattori: il metabolismo basale, la termogenesi indotta dalla dieta e l'attivit fisica. Proprio su queste tre componenti devono concentrarsi gli sforzi mirati all'aumento del metabolismo.
Il metabolismo basale il minimo dispendio energetico necessario a mantenere le funzioni vitali e lo stato di veglia. Come riportato in figura, in un individuo sano e sedentario il metabolismo basale rappresenta circa il 6075% del dispendio energetico totale. L'incremento della massa magra e dell'esercizio fisico rappresenta un forte stimolo per le attivit metaboliche. Pi muscoli abbiamo e pi calorie consumiamo nel corso della giornata, indipendentemente dall'et, dalla funzionalit tiroidea e dal livello di attivit fisica. Il muscolo, infatti, un tessuto vivo, in continuo rinnovamento e con richieste metaboliche nettamente superiori rispetto al tessuto adiposo (quasi dieci volte). Se vuoi calcolare il tuo metabolismo basale o approfondire l'argomento puoi fare riferimento a questo articolo: Il metabolismo basale
Un miglior tono muscolare aiuta a bruciare maggiori calorie anche durante l'attivit fisica. Mentre facciamo sport il nostro metabolismo aumenta notevolmente e permane elevato anche per diverse ore dal termine dell'allenamento (fino a 12 ore dopo un'attivit particolarmente intensa). Per accelerare al massimo il metabolismo si consiglia di eseguire un'attivit mista, caratterizzata cio da un lavoro ad alta intensit (esercizi di tonificazione con i pesi, con le macchine o a corpo libero) seguito da un'attivit aerobica come la corsa, il ciclismo o il nuoto di durata. Gli esercizi di muscolazione aumentano indirettamente il metabolismo grazie all'aumentata secrezione di ormoni anabolici e al conseguente accumulo di massa muscolare Le attivit di resistenza accelerano notevolmente il metabolismo durante l'esercizio, mantenendolo elevato anche per 4-8 ore; hanno invece un effetto modesto sul metabolismo basale poich tendono a lasciare invariate le masse muscolari. L'associazione di queste tecniche di allenamento permette di aumentare notevolmente il metabolismo, costruendo muscoli ricchi di capillari e mitocondri.
Per conoscere il dispendio calorico delle varie discipline sportive puoi fare riferimento a questo articolo: Calcolatore consumo calorico e sport
passare troppo tempo tra un pasto e l'altro il nostro corpo tende infatti a diminuire il suo metabolismo per fronteggiare la temporanea carenza di nutrienti. Per approfondire l'argomento vedi: Dieta e spuntini Evitare le diete dell'ultimo minuto. Una restrizione calorica severa tende ad abbassare il metabolismo diminuendo il dispendio energetico e aumentando la capacit del corpo di assorbire i nutrienti presenti negli alimenti. Quando preso dalla fame e dalla disperazione ti concederai anche solo un piccolo "sgarro alimentare" il tuo corpo sar ben felice di immagazzinare il surplus calorico e di tenerselo ben stretto prima di bruciarlo inutilmente Non escludere completamente i grassi e la carne rossa dalla dieta. Un regime alimentare a basso tenore lipidico tende a diminuire la produzione di ormoni anabolici, diminuendo il metabolismo. Mantenerti ben idratata bevendo almeno due litri di acqua al giorno (l'acqua costituisce il 65-75% della massa muscolare e meno del 35% della massa grassa). Mantenere alto l'apporto proteico nella dieta (1,2 - 2 g di proteine al giorno per kg di peso corporeo in relazione al tipo di attivit fisica e lavorativa) preferendo quelle contenute nel pesce e nelle carni e formaggi/latticini magri (ricotta, fiocchi di latte, pollo, lonza di maiale, filetto di bovino, tacchino ecc). Gli amminoacidi contenuti nelle proteine sono necessari per ridare forza e vigore ai muscoli dopo un allenamento intenso e stimolare il metabolismo. Le proteine hanno inoltre un elevato potere saziante ed un TID elevato Insieme ad un abbondante apporto di acqua (preferibilmente con residuo fisso inferiore a 150 mg/litro) consumare molta frutta e verdura in modo che gli antiossidanti in essa contenuti favoriscano l'eliminazione di tossine che si accumulano nell'organismo a causa di inquinamento, fumo attivo/passivo, conservanti e sofisticazioni alimentari Evitare gli spuntini notturni e di assumere cibo poco prima di coricarsi. Durante il riposo il metabolismo corporeo tende infatti ad abbassarsi e molte delle calorie ingerite, non essendo necessarie nell'immediato, vengono immagazzinate nei tessuti di riserva Preferire i carboidrati complessi associati a fibre e limitare il consumo di zuccheri semplici (soprattutto alla sera, vedi: cronodieta); un eccesso di carboidrati ad alto indice glicemico favorisce infatti l'accumulo di tessuto adiposo causando a lungo andare insulinoresistenza. Tale condizione tende a ridurre il metabolismo e la termogenesi alimentare Termogenesi indotta da altre cause: La termogenesi indotta dal fumo di un pacchetto di sigarette mediamente di 150200 kcal; l'effetto termogenetico svolto dalla nicotina si manifesta entro pochi minuti dall'inizio del fumo di una sigaretta. Anche i nervini, alcune spezie e le catecolamine svolgono effetto termogenetico; effetto opposto hanno invece la digitale e i beta-bloccanti. Infine anche il freddo rappresenta un importante stimolo per l'aumento del metabolismo ed mediato nell'uomo dall'attivazione del sistema simpatico e dalle catecolamine. Il metabolismo basale accelera sensibilmente anche durante un'influenza, dato che ad ogni incremento di un grado della temperatura corporea corrisponde un aumento del 13% del metabolismo
Secondo alcuni studi un metabolismo particolarmente veloce si associa ad un invecchiamento prematuro. In effetti, se ci pensiamo bene, un motore a benzina sovralimentato ha sicuramente una resa maggiore ma tende ad usurarsi pi in fretta di un diesel; anche la tartaruga, il bradipo e l'elefante, con la loro longevit ci insegnano che chi va piano, spesso, va sano e va lontano. Un rallentamento del metabolismo basale ha, tra i suoi effetti, una diminuzione della produzione di radicali liberi, i "killer silenziosi" che, distruggendo le pareti cellulari, accelerano il processo di invecchiamento. Bere acqua gelata o fare bagni in acqua gelida che, seppur efficaci nell'accelerare il metabolismo, hanno evidenti effetti collaterali. Durante i mesi invernali comunque buona regola moderare la temperatura dell'ambiente in cui si soggiorna; si risparmia denaro, si rispetta l'ambiente e si stimola l'attivazione del tessuto adiposo bruno, che brucia i grassi al solo scopo di generare calore. Assumere amfetamine per aumentare il metabolismo e favorire il dimagrimento. Tra gli effetti collaterali pi temibili di queste sostanze, purtroppo abbastanza diffuse, compaiono ipertensione arteriosa, aritmie e forte dipendenza psicologica Bere alcolici in quanto influiscono negativamente su tutte le reazioni metaboliche che avvengono nel nostro organismo
Catabolismo Muscolare
Catabolismo Muscolare
Catabolismo muscolare nello sport Per quale motivo un atleta in buon stato di salute dovrebbe incorrere nel catabolismo muscolare? Come evitare/compensare il catabolismo muscolare L'utilizzo degli integratori alimentari pu limitare il catabolismo muscolare?
Il catabolismo muscolare un fenomeno principalmente indotto: dalla malnutrizione (come avviene nel Terzo Mondo o in caso di disturbi del comportamento alimentare - DCA) dall'alcolismo da alcune malattie croniche dalla pratica sportiva NON correttamente supportata dall'alimentazione.
NB. pu contribuire anche la presenza di over-training. In alcune performance sportive ECCESSIVAMENTE protratte e/o intense (maratona, marcia, triathlon-iron man, tour di ciclismo ecc.) il catabolismo muscolare (di norma opportunamente compensato dal recupero, ovvero dagli ormoni anabolici + molecole nutrizionali) pu risultare eccessivamente attivato anche in
condizioni di eunutrizione e/o di riposo adeguato. Il catabolismo muscolare rappresenta quindi un effetto indesiderato del ricambio tissutale, caratterizzato da
un evidente scompenso tra demolizione delle strutture plastiche del muscolo e conseguente ripristino o supercompensazione. Pur avendo cause eziologiche (e gravit) differenti, il catabolismo muscolare avviene SEMPRE mediante lo stesso processo: insufficienza di glucosio ai tessuti quale substrato energetico indispensabile per la respirazione cellullare; inoltre, che il deficit di zucchero interessi solo i muscoli reclutati nel gesto atletico o l'intera macchina umana (come avviene in alcune diete sbilanciate, nella malnutrizione calorico/proteica delle popolazioni meno agiate, in alcuni DCA, nell'alcolismo o, ancor peggio, nella cirrosi epatica complicata), nel medio-lungo termine si otterr comunque una compromissione della glicemia. Ricordiamo che i glucidi, definiti NON essenziali perch sintetizzabili mediante neoglucogenesi epatica, sono di fatto NECESSARI alla sopravvivenza e determinanti alla buona riuscita della prestazione sportiva, sia aerobica che anaerobica (si legga l'articolo: Crisi di fame durante lo sport). Durante l'esercizio fisico, la loro mancanza pu causare: Un aumento dell'ossidazione degli amminoacidi delle proteine alimentari che, se utilizzati per la produzione di energia, NON possono adempiere al fabbisogno plastico (a meno che siano presenti in eccesso nella dieta, ma in tal caso sarebbe necessario tenere in considerazione gli effetti collaterali di una dieta iper-proteica) Un aumento della proteolisi muscolare scaturita dall'esaurimento del: o glicogeno epatico a digiuno o glicogeno epatico e muscolare durante l'esercizio fisico.
ENTRAMBI QUESTI CASI DETERMINANO CATABOLISMO MUSCOLARE, SIA PER OSSIDAZIONE DIRETTA DEGLI AMMINOACIDI RAMIFICATI CHE PER NEOGLUCOGENESI DEGLI ALTRI MATTONI DELLE PROTEINE TISSUTALI. NB. Se il catabolismo muscolare ha come causa eziologica primaria l'attivit sportiva NON compensata, i tessuti primariamente e principalmente coinvolti sono quelli deputati al gesto atletico specifico (ad es. le gambe del ciclista o del maratoneta).
Per quale motivo un atleta in buono stato di salute dovrebbe incorrere nel catabolismo muscolare?
Non tanto frequente come si possa credere ma comunque possibile; il caso pi evidente riguarda gli amanti del corpo, i quali perseguono l'obbiettivo di esaltare la massa muscolare riducendo conseguentemente quella grassa adiposa (fase detta di definizione o di cutting). Spesso questi soggetti incorrono nel catabolismo muscolare a causa dell'unificazione tra esercizio fisico (promiscuo, sia anaerobico che aerobico) ad una dieta low-carb, magari chetogenica e comunque iperproteica. In tal caso, la dieta non adeguatamente ricca di carboidrati (NECESSARI all'esercizio muscolare PROLUNGATO) determina lo svuotamento delle riserve di glicogeno e la conseguente ipoglicemia; in condizioni cos stressanti, l'organismo reagisce liberando alcuni ormoni catabolici specifici (glucagone, varie catecolamine e, spesso, anche cortisolo) che facilitano sia la lipolisi che il catabolismo proteico muscolare. D'altro canto, un culturista che persegue l'obbiettivo prescindendo dall'attivit aerobica e scegliendo accuratamente la tabella di muscolazione, ridurr significativamente l'insorgenza del catabolismo muscolare; in tal caso, lo stimolo anabolico indotto dall'esercizio di muscolazione (opportunamente compensato dai giusti tempi di recupero) "quasi sempre" sufficiente a garantire una stasi (mantenimento) dell'ipertrofia anche in concomitanza di una dieta scarica di zuccheri (variabile soprattutto in base alla soggettivit). Un altro caso abbastanza frequente quello degli sportivi vegani (non vegetariani); chi segue una dieta totalmente priva di alimenti ed ingredienti di origine o derivazione animale, spesso non introduce una quantit proteica sufficiente a garantire il corretto up-take degli amminoacidi essenziali plastici delle proteine tissutali. In questa situazione, il catabolismo muscolare indotto da un'alimentazione
PROPORZIONALMENTE ipo-proteica, o meglio, da una dieta carente in peptidi ad alto valore biologico. Ovviamente, si parla di sportivi e non di sedentari che, fortunatamente, possono mantenere un buono stato di salute rispettando coefficienti proteici pari a 0,75g/kg di peso fisiologico (comunemente ottemperati da un regime vegano ben calibrato). In definitiva, il regime vegano una dieta che difficilmente rispetta le necessit di un atleta con obbiettivi elevati, sia nel body-building, sia nelle attivit sportive agonistiche.
Mentezer sostiene che un atleta natural deve concentrarsi su monoserie protratte fino al totale esaurimento muscolare. Solo in questo modo potr verificarsi un aumento della massa muscolare Prendiamo ora in considerazione il metodo Weider con un pensiero di Arnold Shwarzeneggher: Arnold sostiene che la differenza che contraddistingue un campione da un perdente sta nella capacit di superare la fatica delle ultime ripetizioni, di spingersi oltre, questo uno dei segreti per aumentare la propria massa muscolare. Qual il principio fisiologico comune che rende entrambe le teorie valide? Per aumentare la propria massa muscolare l'allenamento diventa efficace solo se il numero di unit motorie sfinite consistente. Poco importa il numero di ripetizioni o di serie compiute, l'importante raggiungere l'esaurimento muscolare. A questo punto l'unico parametro importante diventa l'esperienza e la determinazione dell'atleta. A conferma di ci riportiamo un pensiero dell'otto volte Mr. Olympia Ronnie Coleman sul numero di ripetizioni ottimale per stimolare la massima crescita muscolare "Puoi contare quello che ti pare, ma non contare sui conti per sviluppare al massimo i muscoli. C' chi continua a sfornare dati per dimostrare che un certo range di ripetizioni o numero di serie o ciclo di allenamento o altro rappresenta la soluzione ideale. In realt, il parametro per valutare l'efficacia dell'allenamento il pompaggio che si crea nei muscoli stimolati. Sento sempre commenti relativi ai carichi, all'alto numero di ripetizioni e agli esercizi che utilizzo, ma nessuno sembra comprendere che ogni mia scelta dettata dalla necessit di produrre una determinata sensazione nei muscoli. Non affronto l'allenamento con l'ossessione di sollevare un determinato carico o di completare un dato numero di ripetizioni. Il mio obiettivo usare i carichi, il numero di ripetizioni e di serie necessari per pompare a fondo e in modo completo il gruppo muscolare allenato. La scoperta del rapporto ideale di carico e ripetizioni per suscitare questo risultato non affatto semplice e richiede molta sperimentazione" Tratto da flex online
ALIMENTAZIONE E INTEGRAZIONE
Altro punto fondamentale. Per garantire il massimo sviluppo muscolare bisogna fornire ai muscoli tutte le sostanze nutritive di cui necessitano per crescere. Gli alimenti sono costituiti, in misura differente, da macro e micronutrienti. Nella prima categoria rientrano carboidrati, grassi e proteine, mentre nella seconda rientrano minerali e vitamine a cui aggiungiamo per completezza l'acqua. Che non esistano cibi magici o completi risaputo. Nessun alimento di per s in grado di fornire tutti i nutrienti nelle giuste proporzioni, per questo uno dei primi consigli che vengono dati quello di seguire una dieta varia. Il secondo punto riguarda il concetto di "equilibrio", la capacit, cio, di assumere tutti i nutrienti nelle giuste proporzioni. Ed proprio su questo punto che si accendono i dibattiti. Quanti grammi di proteine per kg servono al giorno? 1g, 1,5g, 2g, 2,5g?! La risposta? Non pu essere che una... dipende! E da cosa dipende? Dal tipo di allenamento, dalla percentuale di massa grassa, dalla capacit dell'organismo di assorbirle, dal recupero, dall'equilibrio ormonale, dal tipo di proteine assunte, dallo stile di vita, dalla forma di assunzione, dalla presenza nel pasto di altri alimenti che ne favoriscono l'assorbimento e chi ne ha pi ne metta. Ma allora?! Allora lasciate perdere tutte quelle mode alimentari, evitate di calibrare la vostra dieta con il bilancino, di assumere 10 tipi diversi di integratori al giorno e createvi una sana cultura alimentare: leggete le etichette delle barrette, siete davvero convinti che sciroppo di glucosio e grassi vegetali idrogenati siano davvero l'ideale per aumentare la vostra massa muscolare? Mangiate la bresaola, poich contiene molte proteine e pochi grassi, giusto, perfetto, ottima scelta! E i nitriti dove li mettiamo? E il tonno al naturale, che dire, 26 grammi di proteine su 100 non sono poche! E il mercurio dove lo mettiamo??! Discorso analogo per i residui ormonali che si possono trovare nelle carni E vai con i cibi integrali, hanno un indice glicemico basso, l'ideale per crescere senza ingrassare! E i residui che si accumulano nella parte esterna del chicco che normalmente viene eliminata ma che nelle farine integrali viene macinata dove li mettiamo? Avete mai pensato che un eccesso di nutrienti potrebbe ostacolare la crescita tanto quanto un difetto?
Non sar quell'integratore dalle tanto pubblicizzate propriet a farvi crescere cos come non sar quella fetta di dolce a trasformarvi in un ammasso di lardo! E' l'insieme che conta, il sottile equilibrio tra alimentazione, integrazione, allenamento riposo e recupero. Articolari correlati: integratori per aumentare la massa muscolare.
RIPOSO E RECUPERO
E voi dove vi collocate? Pensate davvero di recuperare il pesante workout del venerd sera, passando la nottata in qualche discoteca tra alcol e fumo di sigaretta? Allora prima di chiedervi quanto bisogna recuperare, chiedetevi prima come bisogna recuperare. A parit di tutti gli altri fattori (alimentazione, allenamento, genetica ecc.), recupera prima un manovale edile o un impiegato? Allora come si fa ad affermare che per recuperare da un allenamento intenso occorrono 24, 46, 72 o 96 ore? Dipende..
PER CONCLUDERE
Il segreto per massimizzare i guadagni di massa muscolare risiede nell'esperienza accumulata nel corso degli anni. Tale esperienza deriva a sua volta dalla determinazione del soggetto, dalla costanza con la quale affronta gli allenamenti ma anche dalla sua capacit di esaminare le varie tecniche con occhio critico, di sperimentarle e di trarre le opportune conclusioni.
micronizzata. Solo se rileverete problemi di assimilazione, passerete a forme pi tecnologiche. Ricordate che la caffeina inibisce l'efficacia di questo integratore. Sconsiglio l'utilizzo di creatina monoidrata micronizzata associata a destrosio. E' vero che un picco di insulina permette un maggior incameramento di questo integratore da parte del muscolo, ma anche vero che la pratica insalutare e "ingrassante". Non solo, ma i tempi di assorbimento di creatina e destrosio sono diversi. Quando lo zucchero ha creato il picco di insulina, la creatina non ancora entrata nel sangue. Quando poi entrer, l'insulina sar gi scesa. Quindi: NON FATELO!"
La dieta per aumentare la massa muscolare un regime alimentare che, se associato ad un allenamento specifico, dovrebbe favorire l'incremento della massa corporea e soprattutto del compartimento riguardante la massa priva di grasso o Free-Fat-Mass (FFM), meglio nota come "massa magra". Attenzione! Il seguente articolo NON ha la presunzione di dettare alcun principio o screditare altri metodi, pertanto rappresenta esclusivamente la MIA visione professionale (e personale) dell'argomento in questione.
L'aumento della massa muscolare un obbiettivo dell'allenamento tutt'ora oggetto di discussioni e controversie, poich i meccanismi che lo regolano (ipertrofia) non risultano obiettivamente quantificabili e discriminabili. A sentire alcuni tecnici (generalmente sportivi e non Body-Builders) l'elemento che permette l'incremento del tessuto muscolare prevalentemente di tipo genetico, il quale include dei limiti fisiologici ben precisi; per altri, l'allenamento specifico e la variabilit dello stimolo sono le prime discriminanti da considerare e prescindono (entro certi limiti) dalla predisposizione individuale e in parte dalla dieta, mentre un'ultima categoria pone avanti agli altri due fattori la "giusta dieta per la massa". A parer mio, la massa muscolare potrebbe essere rappresentata graficamente da un triangolo equilatero avente per i 3 lati: 1. GENETICA 2. ALLENAMENTO + RECUPERO 3. ALIMENTAZIONE NB. Qualora il programma per aumentare la massa di un soggetto "X" risulti carente in uno dei tre elementi, l'intervento del tecnico sportivo si deve incentrare maggiormente su di esso, anche quando ci significherebbe appoggiarsi ad un'altra figura professionale. Dando per scontato lo svolgimento di un training specifico (ed un'et anagrafica che esclude la pubert quale fase di maggior sviluppo), l'incremento della massa muscolare nell'atleta (e in particolar modo nei BBs) si potrebbe analizzare in tre momenti storici dell'allenamento: al 6 mese - dopo un anno - dopo 3 anni, al termie dei quali la maggior parte dei soggetti raggiunge quasi totalmente l'apice dell'espressione genetica muscolare. Molti lettori potrebbero considerare questa affermazione estremamente riduttiva e/o limitante, ed io stesso ammetto che accettarla possa risultare demotivante; d'altro canto, un approccio realistico ed una visione empirica dell'allenamento sono requisiti assolutamente fondamentali per evitare una disillusione futura o la cattiva interpretazione dei progressi raggiunti da parte del soggetto. In un lasso di tempo di circa 3 anni, nei quali l'allenamento deve essere intenso, continuativo e degnamente supportato con una buona dieta per la massa, l'organismo arriva ad esprimere la maggior parte del suo potenziale; in poche parole, crescere dal punto di vista della massa e della forza un lavoro duro e necessita molta dedizione e costanza, ma la progressione dei risultati dipende esclusivamente dalla correttezza metodologica nell'organizzazione dell'allenamento e della dieta per la massa. E' abbastanza noto che l'allenamento per la massa debba essere costituito prevalentemente dall'High Volume Training (HVT) e rispettivi TUT elevati (Time Under Tension), avendo cura di inserire anche periodi di forza mediante l'High Intensity Training (HIT) per non frenare l'incremento progressivo del carico (inteso come "kg di ghisa sollevati"). Per contro, dall'altro lato, dal punto di vista alimentare se ne sentono (mi si
"di
cotte
di
crude"!
energetiche (MEGLIO se in associazione a proteine e meno ai lipidi). Devono essere prevalentemente a basso indice glicemico (IG) nei pasti lontani dall'allenamento e ad alto IG subito dopo la sessione.
Premessa
Le seguenti indicazioni hanno scopo ESCLUSIVAMENTE informativo e non intendono sostituire il parere di figure professionali come medico, nutrizionista o dietista, il cui intervento si rende necessario per la prescrizione e la composizione di terapie alimentari PERSONALIZZATE.
normocalorica La dieta per la massa deve possedere alcuni requisiti essenziali che di seguito andr a riportare. Salubrit ed equilibrio nutrizionale Apporto energetico e nutrizionale normocalorico o ipercalorico Ripartizione energetica frazionata in almeno 6 pasti
classica.
Pi nel dettaglio, la dieta per la massa deve apportare: TUTTE le molecole essenziali (amminoacidi, acidi grassi, vitamine e sali minerali) in quantit sufficienti Pi proteine (in base alla soggettivit e alla composizione corporea) rispetto ad una dieta normocalorica tradizionale, distribuite uniformemente nella giornata; personalmente utilizzo un coefficiente di 1,5-2,5 g/kg per i soggetti che presentano una massa grassa (BF) inferiore al 10%, ed un coefficiente di 1,5g/kg per i soggetti con BF superiore al 15% Circa il 25-30% di grassi calcolato sul fabbisogno della normocalorica, anche se applicato in regimi ipercalorici Carboidrati in quantit sufficienti al sostegno energetico complessivo e distribuiti in maniera da sfruttare il potere anabolico dell'insulina (da essi stimolata) ma senza eccedere con il deposito adiposo.
Dal punto di vista pratico e applicativo, le scelte alimentari sono le stesse di una buona e sana alimentazione. La dieta per la massa un regime alimentare che deve essere tenuto costantemente sotto controllo (analisi della composizione corporea) in quanto un'eventuale sovrastima energetica pu facilmente sfociare nell'accumulo eccessivo di grassi; sia chiaro, normale che favorendo tutti i processi anabolici (soprattutto mediante un'ipercalorica) una parte della massa acquisita risulti di natura adiposa (FM), ma tale incremento dev'essere proporzionalmente inferiore rispetto al guadagno di massa muscolare. NB. La scelta di una dieta ipercalorica prevede un limite temporale oltre il quale sarebbe opportuno non proseguire; esso dipende soprattutto dalla risposta dell'organismo all'alimentazione in questione e dal livello di accumulo adiposo raggiunto (che non dovrebbe mai essere > al 15%).
Esempio
Operaio metalmeccanico, 4 allenamenti i palestra da 90'. Sesso Et Statura cm Circonferenza polso cm Costituzione Statura/polso Tipo morfologico Peso kg Indice di massa corporea Indice di massa corporea fisiologico desiderabile Peso fisiologico desiderabile kg Metabolismo basale kcal Coefficiente livello di attivit fisica Dispendio energetico kcal Dieta Lipidi Proteine IPERCALORICA 30% della normocalorica 903,6Kcal 2,5g/kg 662Kcal Maschio 21 178 17 Normale 10,5 Longilineo 66,2 20,9 con BF 8% 20,9 66,2 1692,2 Moderato Si Aus. 1,78 3012 3313,2Kcal 100,4g 165,5g
466g 0g
NB: Alcune grammature possono essere valutate senza l'ausilio di una bilancia, ad esempio: Liquido 250-300ml/g = 1 tazza Liquido 20g = 2 cucchiai Grana 10g = 1 cucchiaio Frutto o ortaggio 200g = pezzatura media Frutto o ortaggio 300g = pezzatura grande Gheriglio noce, mandorla, noce pecan, nocciola = 3g Pane 30-35g = fetta grande
20g, 180kcal
Ricotta di latte parzialmente scremato Ricotta di latte parzialmente scremato Zucchine Pane di segale Olio extravergine d'oliva 125g, 172,5kcal 300g, 48kcal 120g, 309,6kcal 20g, 180kcal