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Efficacia
Relatore:
Tesi di Laurea:
Valentina La Cava
Efficacia
Relatore:
Tesi di Laurea:
Valentina La Cava
Indice
Indice.....................................................................................................................5
Premessa..............................................................................................................6
Introduzione...........................................................................................................8
Il Diabete Mellito..................................................................................................10
Diagnosi del DMT2..........................................................................................13
Patogenesi:......................................................................................................14
Trattamento......................................................................................................16
Lesercizio fisico...........................................................................................16
Principali effetti benefici dellesercizio fisico:................................................17
Effetti dellesercizio in acuto.........................................................................18
Effetti dellesercizio a lungo termine.............................................................18
Il Nordic Walking.................................................................................................22
La tecnica del Nordic Walking..........................................................................24
Progetto motorio sperimentale: Il Nordic Walking e il diabete di tipo II...............30
Caratteristiche dello studio..................................................................................33
Risultati................................................................................................................35
Discussione e conclusioni...................................................................................41
Bibliografia...........................................................................................................44
Premessa
Questo lavoro nasce dalla passione che ho sviluppato negli ultimi due anni studiando le
malattie del metabolismo e il ruolo che l'attivit fisica ricopre nei confronti di queste.
In particolare lo studio della sindrome metabolica, che sappiamo essere una condizione clinica
cronica in costante crescita dovuta all'interazione di diversi fattori di rischio causati da una
scorretta alimentazione unita ad uno stile di vita sedentario, ha motivato la mia scelta nel
strutturare un progetto motorio che si proponesse come stimolo per il paziente con diabete di
tipo II sedentario.
Numerose sperimentazioni hanno dimostrato l'importanza dell'attivit fisica nel trattamento del
diabete di tipo II, ma ad oggi si incontrano ancora molti ostacoli nell'assicurare al paziente una
continuit nell'attivit.
Questo dovuto in parte all'incapacit da parte del paziente di vedere l'esercizio fisico come
un farmaco contro il diabete, ed in parte alla carenza di iniziative che assicurino delle attivit a
lungo termine stimolanti ma allo stesso tempo dosate, monitorate ed efficaci.
La scelta di proporre il Nordic Walking al gruppo di lavoro maturata dalla conoscenza della
versatilit di una disciplina che si inserita nel territorio italiano solo negli ultimi anni, e dalla
curiosit di verificare gli effetti sul diabete di tipo II di una camminata che garantisce: minor
percezione della fatica, coinvolgimento del 90% dei muscoli corporei
e circa il 60% di
L'obiettivo di questa tesi quello di verificare se il Nordic Walking apporta delle modificazioni
rilevanti sul profilo antropometrico, ematico e bioelettrico del paziente diabetico e se possa
incrementare il benessere generale percepito.
Introduzione
L'obiettivo di questa tesi dimostrare come un attivit aerobica a basso impatto osteoarticolare
qual' il Nordic Walking possa influenzare le variabili alterate nel diabete di tipo II.
Per il protocollo sono state arruolate 20 donne con diagnosi di diabete di tipo II di et compresa
tra i 40 e i 65 anni, suddivise in due gruppi da 10, uno Attivo che ha svolto l'attivit e uno di
Controllo che non ha seguito il training strutturato ma al quale stato consigliato di praticare
una regolare attivit fisica.
Le attivit si sono svolte in un periodo di 3 mesi, un tempo limitato per la valutazione
dell'efficacia nella prevenzione delle complicanze ma valido come punto d'inizio per la
strutturazione di protocolli adattati con il Nordic Walking a lungo termine.
Si scelto di confrontare le variabili ematiche (profilo glicemico e lipidico), antropometriche e di
fitness strettamente correlate con la patologia al basale e alla fine delle 12 settimane.
I risultati ottenuti alla fine dei lavori hanno mostrato delle differenze significative nei valori del
gruppo attivo in termini di Peso; BMI; Emoglobina Glicosilata; Hdl; Trigliceridi; Transaminasi
GPT; Resistenza; Reattanza e acqua cellulare totale.
Nel gruppo di controllo risultata significativa la differenza media del peso pari a 1kg contro
2,5 kg del gruppo Attivo e la percentuale di acqua extracellulare.
Nel capitolo 1 della tesi presente un inquadramento sulla patologia diabetica che comprende
un insieme di aspetti a partire dall'anamnesi al trattamento del diabete sino a stabilire il ruolo
dell'esercizio fisico sull' organismo con diabete di tipo II valutando le limitazioni e i benefici
indotti dall'attivit in acuto e a lungo termine.
Il capitolo 2 dedicato al Nordic Walking, una disciplina che ha trovato spazio in Italia solo
negli ultimi anni ma che, grazie alle su caratteristiche, si propone come attivit fisica in grado di
far perdere peso, tonificare, migliorare la postura e contribuire al controllo del diabete.
Il progetto motorio oggetto di questa tesi viene presentato nel capitolo 3 in tutti i suoi aspetti
pratici che includono: la scelta del campionamento, i materiali, i metodi, gli obiettivi e la
metodologia di training.
Nel quarto capitolo vengono descritti tutti i risultati ottenuti nello studio con l'ausilio di alcune
tabelle e di grafici esplicativi dei valori statisticamente ottenuti.
Il quinto ed ultimo capitolo comprende la discussione dei risultati ottenuti e le conclusioni finali
sul ruolo del progetto nella prospettiva di iniziative future legate al Nordic Walking come attivit
a lungo termine nel trattamento della patologia diabetica.
Capitolo 1
Il Diabete Mellito
Con il termine diabete mellito intendiamo una sindrome metabolica caratterizzata da livelli di
glucosio nel sangue pi elevati rispetto alla norma (iperglicemia), con alterazioni del
metabolismo dei carboidrati, grassi e proteine derivati da uninadeguata o assente produzione
dell'ormone insulina o da una scarsa capacit dei tessuti di utilizzare l'insulina stessa.
Il diabete interessa circa il 4-5% della popolazione mondiale, si stima che questo numero
possa salire sino ad interessare 300 milioni di persone nel mondo entro il 2025.
In Italia 3 milioni di persone hanno il diabete, si stima che un ulteriore milione di persone abbia
questa malattia senza saperlo e che 2,65 milioni di cittadini (6% della popolazione) soffrano di
alterata intolleranza al glucosio.
I costi del diabete per il budget della sanit italiana ammontano al 9% delle risorse ( pi di 9,22
miliardi di EUR all'anno o 1,05 milioni di EUR ogni ora)
In generale il costo della sanit per un cittadino italiano con diabete in media di 2.600 EUR
all'anno, pi del doppio rispetto a cittadini di pari et e sesso, ma senza diabete.
Oltre a queste forme vengono segnalati il diabete che compare per la prima volta durante la
gravidanza detto anche diabete gestazionale o gravidico, e un gruppo eterogeneo che
comprende le forme pi rare.
Il diabete mellito di tipo I rappresenta il 5-10% dei casi ed caratterizzato dalla perdita totale
o quasi totale della produzione di insulina a causa di una sofferenza o della distruzione delle
Beta cellule delle isole del Langherans del pancreas.
una patologia immuno-mediata nella quale si pu verificare uninsulite, lattivazione dei
linfociti T e di autoanticorpi.
Colpisce prevalentemente i giovani, ma pu comparire a tutte le et.
La patogenesi multifattoriale, si pensa infatti sia causata da una predisposizione genetica
(alleli HLA di classe II) unitamente a fattori ambientali ( proteine nella dieta, glutine, virus).
Linsorgenza del Diabete mellito di tipo 1 generalmente acuta, i sintomi pi frequenti
includono: poliuria, polidipsia, iperfaga, astenia, dimagrimento, dolori addominali, disturbi
cognitivi e disturbi della coscienza.
Il diabete mellito di tipo II rappresenta il 90-95% dei casi, ed dovuto a un difetto della
secrezione insulinica,
che pu progressivamente peggiorare nel tempo, che si instaura su una condizione
preesistente, pi o meno severa, di insulino-resistenza su base multifattoriale.
Si stima che la diagnosi clinica di DMT2 sia mediamente preceduta da una fase
asintomatica della durata di circa 7 anni, durante i quali liperglicemia esercita
effetti deleteri a livello dei tessuti bersaglio, cos che alla diagnosi clinica sono
spesso gi presenti le complicanze della malattia.
verosimile, quindi, che la diagnosi tempestiva della malattia consenta di ridurre il rischio di
complicanze.
Le complicanze del diabete mellito tipo 2, sia micro che macroangiopatiche, riducono
notevolmente laspettativa e la qualit di vita del paziente diabetico:
Complicanze Microvascolari:
Retinopatia diabetica
Nefropatia
Neuropatia
Complicanze Macrovascolari:
CVD
Stroke
In assenza dei sintomi tipici della malattia (poliuria, polidipsia e calo ponderale),
la diagnosi di diabete deve essere posta con il riscontro, confermato in almeno
due diverse occasioni di:
glicemia a digiuno > 126 mg/dl (con dosaggio su prelievo eseguito al mattino
dopo almeno 8 ore di digiuno)
oppure
glicemia > 200 mg/dl 2 ore dopo carico orale di glucosio eseguito con 75 g
(Oral Glucose Tolerance Test, OGTT)
oppure
Patogenesi:
Inoltre nell'obesit, il tessuto adiposo sede di uno stato di infiammazione cronica a bassa
intensit, che rappresenta una fonte di mediatori chimici.
In questo frangente necessario non sottovalutare i fattori di rischio che rendono alcune
persone
pi
predisposte
sviluppare
il
DMT2:
inattivit fisica
bassi livelli di colesterolo HDL ( 35 mg/dl) e/o elevati valori di trigliceridi ( 250 mg/
dl)
Ragazzi/e di et > 10 anni, con BMI > 85 percentile e due tra le seguenti
condizioni:
Trattamento
L'obiettivo del trattamento nel diabete di tipo 2 di raggiungere e mantenere una
concentrazione ottimale di glucosio ematico, di lipidi, e bassi valori di pressione arteriosa cos
da poter prevenire o ritardare le complicanze croniche del diabete.
I dati italiani del Progetto DAWN (Diabetes Attitudes Wishes e Needs), individuando le aree
critiche nel percorso di cura della persona con diabete, in particolare quelle dovute allimpatto
psicosociale della malattia, fanno emergere le carenze del processo assistenziale alle quali va
rivolta grande attenzione sia a livello nazionale che globale.
Tali risultati, riferiti alla popolazione diabetica adulta , evidenziano lesistenza di barriere
comunicative tra operatori sanitari e tra operatori sanitari e persone con diabete, di interruzioni
nella continuit assistenziale, di scarsa adesione alla terapia farmacologica e non
farmacologica (dieta e attivit fisica) da parte dei pazienti, con ricadute sullo stato psicologico
e sulla vita personale e familiare della persone con diabete.
Le linee guida per attuare una razionale terapia in caso di DM non complicato prevedono
l'adozione da parte del paziente di uno stile di vita adeguato e funzionale al trattamento
farmacologico impostato, basato sulla dieta e sullesercizio fisico.
La terapia nutrizionale una componente fondamentale della gestione del diabete e
delleducazione allautogestione.
Le persone con diagnosi di DMT2 devono essere incoraggiate allintroduzione di
unalimentazione ricca di fibre provenienti da ortaggi, frutta e cereali non raffinati e povera di
grassi di origine animale.
Un calo ponderale raccomandato per tutti i soggetti adulti in sovrappeso.
Lapproccio principale per ottenere e mantenere il calo ponderale la modificazione dello stile
di vita, che include una riduzione dellapporto calorico
e un aumento dellattivit fisica.
Una moderata riduzione dellapporto calorico (300-600 kcal/die) e un modesto incremento del
dispendio energetico (200-300 kcal/die) permettono un lento ma progressivo calo ponderale.
Lesercizio fisico.
Sebbene l'attivit fisica sia un elemento chiave nella prevenzione e gestione del diabete di tipo
2 , attualmente molte persone con questa malattia non la praticano regolarmente.
Numerosi studi hanno stabilito l'importanza dell'attivit fisica e del fitness nel diabete , ed
ormai accertato che la pratica regolare migliora il controllo della glicemia e pu prevenire o
ritardare il diabete di tipo 2, apportando miglioramenti al profilo lipidico, alla pressione arteriosa,
riducendo eventi cardiovascolari, mortalit e incrementando la qualit della vita.
Gli interventi strutturati infatti combinano lesercizio fisico ad una modesta perdita di peso ed
stato dimostrato che questa combinazione riduce il rischio di diabete di tipo 2 fino al 58% in
popolazioni ad alto rischio.
La maggior parte dei benefici dellattivit fisica sulla gestione del diabete si realizzano
attraverso gli adattamenti dellazione dellinsulina, che si concretizzano attraverso il lavoro
aerobico e di resistenza.
Le singole fasi del protocollo di lavoro dovranno essere sempre monitorate e adattate dal
professionista in attivit motoria cos che possano essere costantemente soddisfatti i criteri
base per il proseguimento del training:
Continuit
Intensit
Progressione
Variabilit
Frequenza
Durata.
Oltre allimportanza sul piano pratico dellesercizio nella terapia del diabete mellito, esiste
anche una fondamentale valenza psicologica, collegata allaumento del senso di benessere e
di sicurezza e quindi alla diminuzione di ansia e depressione, con maggiore senso di autostima
e sensazione di potenza nei confronti della malattia.
Grazie ai numerosi studi pubblicati dallAmerican Diabetes Association (ADA) e dallAmerican
Association Of Sports Medicine il sistema sanitario riconosce nellattivit fisica un eccellente
sistema per mettere alla prova la capacit di autogestione della malattia.
Negli Stati Uniti, dove lobesit sta diventando una vera piaga sociale ed economica, il Piano
Sanitario Nazionale Healthy People 2010 ha individuato lincremento dellattivit fisica come
uno dei principali obiettivi di salute per il Paese, e definito in maniera chiara i programmi per
incentivarne la pratica in tutte le fasi della vita (solo il 25% degli adulti pratica attivit fisica
secondo i livelli minimi raccomandati, cio 30 minuti di attivit moderata almeno 5 giorni alla
settimana oppure 20 minuti di attivit intensa 3 o pi volte alla settimana).
Lindagine conoscitiva svolta nel 2003 sulla promozione dellattivit fisica negli ambulatori
diabetologici italiani uno studio clinico randomizzato, che mediante questionario
autocompilato ha coinvolto 3673 persone con diabete tipo 2 in 70 Centri AntiDiabete su tutto il
territorio nazionale con lobiettivo di:Individuare gli impedimenti allo svolgimento
dellattivit fisica; Conoscere il punto di vista delle persone con diabete di tipo 2 sul valore
terapeutico dell'esercizio fisico e Indagare sul gradimento dellOperatore di Fitness Metabolica
nel team diabetologico.
I risultati di questo studio hanno dimostrato che la stragrande maggioranza dei pazienti (89,8%)
ritiene che unattivit fisica regolare possa migliorare il proprio diabete, ma solo il 52,6 % la
pratica regolarmente.
La pratica sportiva consapevolmente intrapresa "costringe" allautocontrollo, insegna come
adattare alternativamente insulina e apporto di carboidrati al dispendio energetico, favorisce la
socializzazione, migliora lautostima ed allena ad una disciplina di vita.
In questo senso la figura del Professionista in Attivit Motoria Preventiva e Adattata si propone
come supporto fisico-educativo con lobiettivo di garantire una terapia pi naturale nel ridurre i
rischi, le complicanze e la spesa sanitaria legata ai farmaci.
Sconsigliare lattivit con valori glicemici di partenza maggiori di 250- 300 mg/dl , o
minori di 80 mg/dl.
Nel caso di terapia insulinica o con antidiabetici orali controllare la glicemia prima e
post esercizio.
Il Nordic Walking
Il Nordic Walking una disciplina sportiva che nasce dall'esigenza da parte degli sportivi di
tutto il mondo di praticare un attivit che permettesse il coinvolgimento della muscolatura degli
arti superiori nella camminata e nella corsa, pone le sue radici negli anni 30, quando gli atleti di
sci di fondo cominciarono ad utilizzare i loro bastoni invernali durante gli allenamenti estivi, gli
esercizi in salita e le corse.
Lidea del Nordic Walking come attivit fisica alla portata di tutti si sviluppa in Finlandia nei
primi anni 80.
Nel 1897 in occasione della Finlandia kavely a Tampere, una camminata lunga 36 km, la
dott.ssa Jaaskelainen fu lunica persona a partecipare con i bastoncini dello sci di fondo,
suscitando linteresse di tutti i partecipanti alla manifestazione.
La persona chiave per il lancio di questa disciplina stato Tuomo Jantunen, che fond la
Suomen Latu nel 1977, con lobiettivo di promuovere tra i finlandesi lattivit fisica allaria
aperta.
Il lancio ufficiale del suavakaveley/Nordic Walking avvenne 20 anni dopo, nel 1997 infatti,
grazie ad un progetto del dott. Jantunen che prevedeva la pubblicazione di inserti nei giornali
locali e la produzione dei primi prototipi di bastoncini.
Da quel momento nacque una disciplina caratterizzata da un suo proprio nome, e dal suo
proprio attrezzo, il bastoncino da Nordic Walker.
Attualmente solo in Finlandia 720 000 persone praticano il Nordic Walking regolarmente
almeno una volta alla settimana.
Alcune stime del 2005 quantificano nellordine di circa 5,8 milioni le persone che praticano
questa disciplina settimanalmente.
La postura
Intendendo la postura come La posizione del corpo nello spazio e la relazione tra i suoi
segmenti corporei potremmo definire la corretta postura come la posizione pi idonea nello
spazio in cui il baricentro generale del corpo (punto in cui si applica la risultante delle forze di
gravit che agiscono nei diversi punti del corpo umano) risulta allineato con il baricentro della
porzione superiore del corpo (anteriore alle prime vertebre dorsali) ed anteriore alla terza
vertebra lombare.
La postura condizionata da fattori neurofisiologici, biomeccanici, emotivi, psicologici e
relazionali.
Lacquisizione della tecnica corretta tipica della camminata nordica ha come obiettivi
relativamente alla postura: lequilibrio del capo sul collo e sulla colonna vertebrale, un corretto
allineamento delle spalle, labbassamento delle scapole, il corretto mantenimento della
porzione toracica grazie al sostegno dei muscoli addominali e dorsali, il mantenimento del
bacino in posizione neutra, e un equa distribuzione del peso corporeo sui tre punti di appoggio
dellarcata plantare.
La camminata corretta la base per lo svolgimento di attivit come il Nordic Walking, ma
anche per la prevenzione di posture scorrette e dolori specialmente tra gli sportivi.
La deambulazione condizionata dal sollevamento del centro di gravit e dalla esiguit della
base di appoggio.
E' un atto complesso risultante dalle interazioni fra forze interne ed esterne coordinate dal
sistema di controllo posturale e dell'equilibrio, che regola attimo per attimo, tramite i muscoli, i
rapporti fra le forze.
La maggior parte dei gruppi muscolari degli arti inferiori sono attivi durante la deambulazione.
Il ciclo della deambulazione compreso fra i due appoggi calcaneari dello stesso piede ed
costituito da una fase portante (60% dell'intero ciclo) e una fase oscillante (40% dell'intero
ciclo).
Lapprendimento di uno schema motorio che focalizzi lattenzione sulla deambulazione
adeguata passa infatti attraverso losservazione e lo studio dei tre periodi della locomozione: la
fase di contatto, la fase intermedia e la fase propulsiva.
benessere percepito, allenare sino al 90% della muscolatura corporea, aumentare il dispendio
energetico di circa il 50% rispetto alla camminata normale, e migliorare la postura e tonificare i
muscoli degli arti inferiori insieme agli arti superiori e al tronco grazie al coinvolgimento di
muscoli quali : gran dorsale, trapezio, romboidi e tricipite.
Sguardo in avanti
Pull up
Vi sono delle varianti caratteristiche della tecnica base che risultano fondamentali per garantire
la sicurezza in terreni e percorsi di media ed elevata difficolt :
Tecnica di salita
Tecnica di discesa
Alcuni studi scientifici pubblicati nel periodo compreso tra il 1992 e il 2004 mostrano come sia
possibile ottenere buoni risultati nei tre livelli di allenamento :
Livello Benessere; Adatto a tutti, effettuato ad un basso livello di intensit che garantisce una
maggiore sicurezza nel raggiungimento di una migliore condizione fisica anche per coloro che
hanno limitazioni fisiche dovute a patologie reumatiche, cardiache, metaboliche e neurologiche.
Livello Fitness; Costituisce un attivit strutturata che coinvolge sin dalla prima sessione di
allenamento il sistema cardiovascolare aumentandone la capacit aerobica, incrementa la
tonicit dei muscoli dei distretti superiori e inferiori e porta ad un aumento del benessere
generale percepito.
Livello Sport; Studiato appositamente per gli atleti con un elevato grado di allenamento che
mirino ad oltrepassare alcuni limiti attraverso esercizi specifici per la resistenza, la velocit e la
potenza effettuati su percorsi di varia pendenza.
Nella fase di condizionamento latleta mette in pratica tutte le specifiche tecniche per
affrontare percorsi di basso-medio-alto livello ed allenare la capacit aerobica con frequenze
che variano dal 50% al 90 % della FCMax.
Nellultima parte dellallenamento latleta si concentrer con l'ausilio dei bastoncini su esercizi
di defaticamento e allungamento muscolare fondamentali per favorire leliminazione di
prodotti di scarto quali lacido lattico e rilassare i muscoli affaticati.
Le risposte fisiologiche della camminata con e senza i Power Poles sono state
studiate da Hendricksons (1993) e da Porcari et al.(1997).
Il gruppo di studio composto da 16 donne (VO2 max 50 ml/kg/min) e 59
uomini ha
eseguito un protocollo motorio su un tapis roulant con e senza bastoni alla velocit di 6-7,5 km/
h.
Non state rilevate differenze nella risposta tra uomini e donne. stato
riscontrato che
In uno studio pubblicato dal Cooper Institute Group in Texas, USA, il costo metabolico del
NW stato confrontato alla camminata normale in 22 uomini e donne di 31 anni. (Morse t al.
2011, Church et al. 2002).
I partecipanti a tale studio hanno effettuato una camminata su una pista di 200 m allaperto con
un Cosmed K4b per la misurazione del consumo di O2 e il cardiofrequenzimetro per il
monitoraggio della FC.
Lo studio ha indicato un aumento del 20% del consumo di O2, del dispendio calorico e della
FC nel NW rispetto alla camminata normale.
Lintervallo di incremento nel consumo di O2 stato ampio (5,63%), riflettendo differenze
nellintensit e nella tecnica di spinta con il bastone.
Lo sforzo percepito non si differenziato tra le due modalit di camminata.
Nella spinta ad alta intensit con i bastoni la FC incrementata di 35bpm rispetto alla regolare
camminata.
Nel 2003 Collins et al. Hanno pubblicato uno studio in cui sono stati esaminati 52 pazienti (6570 anni) con vascolopatia periferica (PVD).
Il programma era composto di tre sessioni settimanali di camminata con bastoni per 45 min.
stata inclusa nel protocollo la somministrazione di Vitamina E ( dose 400 IU al d).
I dati raccolti comprendevano lassorbimento di O2 prima e dopo il culmine, un intervista sulla
qualit della vita e misurazioni bisettimanali della pressione periferica alle caviglie.
Il gruppo che ha inserito i bastoni nella camminata ha riscontrato un miglioramento significativo
nella tolleranza allesercizio, un aumento della ICD (Initial claudication distance) e un aumento
della distanza e della velocit di marcia.
Il lavoro condotto da Wilson et al. (2001), ha avuto come obiettivo quello di determinare un
eventuale riduzione del carico agli arti inferiori durante una camminata su superficie piana.
stata
condotta
unanalisi
tridimensionale
dellandatura
su
13
adulti
sani
in
seguito a 10 prove di camminata in cui sono state utilizzate 3 diverse condizioni di spinta con i
bastoni (posizione scelta, posizione dietro e posizione in avanti) e senza luso dei bastoni.
I risultati hanno dimostrato che ci sono state differenze nelle variabili cinetiche tra la camminata
con e senza bastoni.
Lutilizzo dei bastoni ha consentito infatti una riduzione delle forze di reazione verticali del
terreno sulle articolazioni e una riduzione dellimpulso angolare e dellappoggio dellapparato
estensore del ginocchio.
Sedi di lavoro: Essendo il Nordic Walking unattivit da svolgere all'aria aperta le sedi scelte
per i lavori sono state: Parchi, ampi spazi verdi e spiagge.
Numero di sedute: Nelle prime 6 settimane 3 sessioni settimanali della durata di 60 minuti in
percorsi di bassa-media difficolt.
Nelle ultime 6 settimane da 4 sessioni settimanali della durata di 90 minuti in percorsi di mediaelevata difficolt.
esercizi che hanno posto le pazienti nelle condizioni di poter sperimentare e personalizzare la
tecnica.
Nella seconda fase, della durata di 6 settimane, sono stati individuati e proposti dei percorsi di
media ed elevata difficolt adeguati per la pratica del Nordic Walking , caratterizzati da diverse
pendenze, che hanno permesso limpostazione di un allenamento adattato a carico
progressivo.
La sessioni di allenamento sono state adattate alle donne diabetiche distinguendo i 3 diversi
momenti nella singola seduta: Il riscaldamento, la fase di condizionamento, lo stretching e la
ginnastica respiratoria.
Durante il riscaldamento sono stati effettuati esercizi per la mobilit articolare insieme a flessoestensioni degli arti superiori, inferiori e del tronco con lausilio dei bastoncini.
La fase di condizionamento ha visto
Lo studio ha
come obiettivo
Peso
Altezza
BMI
Profilo ematico:
Colesterolo totale
Colesterolo LDL
Colesterolo HDL
Trigliceridi
Gamma GT
GOT
GPT
Composizione corporea:
Resistenza (Rz)
Reattanza (Xc)
Phase Angle
Profilo di fitness:
Handgrip Test.
Antropometro
Bilancia pesapersone
Dinamometro.
Sono stati inoltre proposti due questionari ad entrambi i gruppi per la valutazione del
benessere generale percepito e il livello di attivit fisica di partenza:
L'analisi statistica dei dati stata eseguita mediante l'utilizzo di test per il calcolo della media e
della deviazione standard al fine di valutare la significativit; e mediante il Paired Simple T test
sono stati confrontati i dati appaiati al basale e dopo le 12 settimane di entrambi I gruppi.
Risultati
Nella Tabella 1. vengono presentati i valori antropometrici e metabolici al basale di entrambi i
gruppi presi in esame.
Tra i 20 partecipanti, di et compresa tra i 40 e i 65 anni, il 50 per cento del gruppo attivo
risulta obeso, il 20 per cento sovrappeso e il 10 per cento normopeso.
Nel gruppo di controllo il 50 per cento risulta obeso, il 30 per cento in sovrappeso e il 20 per
cento normopeso.
Il Bmi e l'emoglobina glicosilata risultano sovrapponibili.
Nessun partecipante allo studio ha interrotto l'attivit prima della fine delle 12 settimane.
Le differenze tra le variabili studiate nei due gruppi al tempo zero risultano statitisticamente
non significative.
L'esame bioelettrico, i cui valori vengono mostrati inTabella 2, eseguito mediante l'utilizzo del
STA (Soft Tissue Analyzer) ,ha permesso di effettuare un analisi quantitativa e qualitativa della
massa corporea conduttiva dei partecipanti allo studio.
Anche nel caso delle misure bioelettriche l'analisi statistica ha mostrato una non significativit
al tempo zero tra i valori dei due gruppi,facilmente evideziabile dalla sovrapponiblit dei valori
di Reattanza, Percentuale di massa magra, Acqua totale, Angolo di Fase e della Massa
Cellulare Totale.
L'Hand Grip Test stato inserito nello studio come metodo di valutazione della forza dell'arto
superiore in quanto l'attivit fisica proposta ha previsto un coinvolgimento diretto della
porzione superiore del corpo.
Il test stato eseguito dai componenti in fase pre e post attivit con l'arto dominante ( 90% Dx,
10% Sx) senza mostare alcuna differenza significativa nell'analisi tra il gruppo attivo e il
gruppo di controllo.
Il confronto tra le variabili antropometriche e metaboliche al tempo Zero e alla fine delle 12
settimane del gruppo Attivo in Tabella 3 mostra:
Una differenza significativa nel peso, con una riduzione media di 2,4 Kg.
Riduzione dell'emoglobina glicosilata (HbA1c) da 7,1 a 6,3 con una riduzione uguale
a 0,64.
Aumento del Colesterolo HDL da 49,2 a 54,8 con un P value pari a 0,003.
Tabella 3. Confronto tra variabili antropometriche e metaboliche del gruppo attivo pre e post attivit.
In tabella 4 vengono confrontati i valori tra le variabili bioelettriche e di fitness che dall'analisi
risultano significative:
Aumento della Resistenza (Rz) da 476,2 a 504,3 con P value uguale a 0,054.
Aumento della Reattanza (Xc) da 42,1 A 46,3 con P value uguale a 0,036
Diminuzione della Massa Magra (LBM) da 61,9% a 61,1% con P value uguale a 0,045.
Riduzione dell'acqua totale (TBW) da 38,4 a 36,9 con P value pari a 0,056.
Aumento della forza valutata attraverso l'Handgrip Test da 27,7 kg a 31,7 con una
Tabella 4. Confronto tra variabili elettriche e di fitness muscolare del gruppo Attivo.
In tabella 5, riportato un confronto dei valori del gruppo di controllo tra le variabili
antropometriche e metaboliche ai due tempi dello studio. I 10 componenti di tale gruppo non
hanno seguito il programma di attivit fisica supervisionata ma stato consigliato loro il
mantenimento di uno stile di vita attivo e la pratica costante di esercizio fisico.
Gruppo controllo
Peso
BMI
HbA1c
Colesterolo
HDL
LDL
Trigliceridi
Gamma GT
GPT
GOT
T0
75,8
31,7
7,1
198,6
56,2
118,2
108,8
21,1
20,3
19,1
T1
74,8
31,4
7,1
200,3
56,2
122,6
106,1
24,2
22,5
20
P value
0,04
0,19
0,78
0,74
1
0,43
0,71
0,16
0,42
0,74
L'analisi dei dati mostra una diminuzione media del peso pari a 1 kg alla fine delle 12
settimane, e nessuna evidenza significativa sul profilo metabolico, a causa della paragonabilit
dei valori dei due tempi.
Le grandezze biolettriche del gruppo di controllo (Tabella 6) valutate alla fine del protocollo
,mostrano una non significativit dei valori eccetto per la percentuale di ECW che mostra un P
value di confronto pari a 0,027.
Gruppo
controllo
Rz
Xc
PA
LBM
LBM%
FFM
FFM%
TBW
TBW%
ECW
ECW%
BCM
BCM%
BMR
BFI
HANDGRIP T
T0
T1
512,7
45,4
5,1
45,8
61,7
30
38,2
34,7
46,7
17,4
50,2
22,7
49,4
1380,3
95,8
27
520
44,9
7,3
44,8
61,3
29,9
38,6
34,3
46,8
17,5
51
21,8
48,4
1356,5
93,4
26,7
P value
0,55
0,38
0,73
0,41
0,76
0,97
0,76
0,46
0,89
0,88
0,03
0,15
0,12
0,23
0,23
0,79
Discussione e conclusioni
Gruppo controllo
84
82
Peso ( Kg )
80
78
82,5
80,1
76
75,8
74
74,8
72
70
T0
T1
Tempo
L'emoglobina glicosilata (HbA1c) passando dal valore basale di 7.1% a 6.3% dopo 3 mesi, ha
subito una riduzione pari a 0,64 % nel gruppo Attivo, rispetto al valore di 7.1% rimasto
invariato nel gruppo di Controllo (Grafico 2).
Gruppo controllo
7,2
7
HbA1c
6,8
6,6
7,1
7,1
7,1
6,4
6,3
6,2
6
5,8
T0
T1
Tempo
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