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Indice

PERCORSO DI RIABILITAZIONE RESPIRATORIA........ pag. 3

CENNI DI ANATOMIA E FISIOPATOLOGIA.................... pag. 4

LA RIABILITAZIONE NEL PAZIENTE SOTTOPOSTO


A INTERVENTO DI CHIRURGIA TORACICA.................. pag. 14

CONSIGLI UTILI PER I PAZIENTI


IN OSSIGENOTERAPIA.................................................. pag. 18

PROGRAMMA EDUCAZIONALE.................................... pag. 22

CONSIGLI... SEMI-SERI.................................................. pag. 28

ATTIVITÀ DOMICILIARE................................................. pag. 31

ESERCIZI DEL CINGOLO SCAPOLARE........................ pag. 37

ESERCIZI CON I PESETTI.............................................. pag. 41

ESERCIZI DI STRETCHING........................................... pag. 45

ESERCIZI IN CIRCUITO.................................................. pag. 49

BIBLIOGRAFIA................................................................ pag. 53

POLIAMBULATORIO VILLA PINETA MODENA.............. pag. 56

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Le nostre
Palestre
Benvenuto nel Percorso
di Riabilitazione Respiratoria
di Villa Pineta
Questo opuscolo contiene una breve descrizione del Percorso Riabilitativo
individuato dal nostro team per i pazienti affetti da malattie respiratorie.
La Riabilitazione Respiratoria è nata intorno al 1980 quando si è scoperto
che i pazienti con malattie respiratorie croniche che eseguivano esercizi
terapeutici miglioravano in maniera molto più significativa rispetto a quelli
sedentari. Da allora l’intervento riabilitativo si è evoluto in modo straordi-
nario, al pari della terapia farmacologica ed interventistica, contribuendo
a determinare un miglioramento significativo della sopravvivenza e della
qualità della vita di questi pazienti.
Il Percorso Riabilitativo si attua attraverso un Progetto Riabilitativo Indi-
viduale, cioè specifico per ciascun paziente, che ha l’obiettivo di rendere
più veloce il reinserimento psicosociale delle persone che sono colpite da
patologie respiratorie. Per far questo il nostro il team ha studiato alcu-
ni programmi che, basandosi sulle più moderne conoscenze scientifiche,
affrontano sia la fase di inquadramento diagnostico che quella di tratta-
mento, in un’ottica interdisciplinare, abbinando alle consuete tecniche di
riabilitazione fisica, programmi educazionali, di terapia occupazionale e di
gestione della malattia in tutti i suoi aspetti.
I trattamenti interdisciplinari sono condotti da un team composto da pneu-
mologi, psicologi, terapisti della riabilitazione, dietisti, cardiolgi, fisiatri
e personale infermieristico. Le informazioni contenute nell’opuscolo vi aiu-
teranno a comprendere come avviene la respirazione, come è costituito il
sistema respiratorio, come liberarvi dalle secrezioni, quali esercizi eseguire
per allenarvi e ridurre l’affanno.
Comprendere la malattia permette di riconoscerne i sintomi e prevenirne le
riacutizzazioni. L’educazione e la modificazione dei comportamenti errati
costituiscono la migliore strategia per imparare a gestire e non subire il
disagio respiratorio.
Buona riabilitazione!
Prof. Enrico Maria Clini
Primario - Responsabile del percorso

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CENNI DI ANATOMIA
E FISIOPATOLOGIA

I Polmoni

POLMONE DESTRO POLMONE SINISTRO

Lobo superiore dx Lobo superiore sx

Lobo medio dx
Fossa cardiaca

Lobo inferiore dx Lobo inferiore sx

Nel loro insieme gli alveoli polmonari formano i polmoni, l’organo che
permette di introdurre ossigeno nel nostro corpo. I polmoni sono 2 e
sono situati all’interno della gabbia toracica, protetti dalle costole.
Sono formati da un tessuto spugnoso ed elastico, che permette loro
di dilatarsi e comprimersi. Hanno forma piramidale e sono ricoperti
da una membrana doppia, detta pleura, tra cui scorre un liquido che
impedisce l’attrito.
I polmoni non sono proprio uguali: il destro è formato da tre lobi, il
sinistro solo da due lobi perchè deve ospitare una cavità, chiamata
fossa cardiaca, per il cuore.
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L’aria termina il suo percorso negli alveoli polmonari: qui avviene lo
scambio dei gas fra il sangue, proveniente dal cuore, ricco di anidri-
de carbonica e l’aria che insipriamo carica di ossigeno. L’ossigeno
passa nel sangue e viene trasportato in tutte le cellule del corpo;
l’anidride carbonica passa negli alveoli e viene espulsa con l’espira-
zione.

La Respirazione
La respirazione è costituita da due fasi: inspira-
zione ed espirazione.
L’inspirazione è una fase attiva nella quale il
muscolo diaframma si abbassa, aumenta il vo-
lume del torace, espande i polmoni e consente
all’aria di raggiungere gli alveoli polmonari.
L’espirazione è, invece, una fase passiva duran-
te la quale il semplice rilassamento dei muscoli respiratori consente
l’espulsione dell’aria. Per entrambe le fasi è possibile aumentare i
volumi d’aria impiegando forzatamente tutta le muscolatura respi-
ratoria. L’aria che insipiriamo, prima di raggiungere i polmoni, deve
passare attraverso le vie aeree: naso, fosse nasali, bocca, faringe,
laringe, trachea, bronchi e bronchioli. La respirazione attraverso il
naso è preferibile in quanto consente di riscaldare, umidificare e pu-
rificare l’aria.
Il polmone è l’organo essenziale per la respirazione. La sua princi-
pale funzione è di trasportare l’ossigeno al sangue e di cedere anidri-
de carbonica all’esterno. L’aria, cioè, l’ossigeno, raggiunge i polmoni
attraverso la trachea e i bronchi; questi sono condotti che diventano
sempre più piccoli sino a terminare in piccolissime sacche chiamate
alveoli. E’ proprio a questo livello che l’ossigeno passa nel torrente
circolatorio entrando in contatto con la superficie dei globuli rossi.
Queste cellule rappresentano il veicolo per trasportare il prezioso
gas a tutti gli organi fornendo un’importante fonde di nutrimento.
Per garantire queste funzioni è indispensabile l’apporto dell’intera
struttura toracica, la cui dinamica permette l’efficace distensione pol-
monare e quindi l’ideale riempimento alveolare di ossigeno per un
perfetto scambio gassoso.
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Che cosa succede quando respiriamo?
E’ stato calcolato che, ad ogni inspirazione, immettiamo in torace
circa mezzo litro di aria e normalmente in un minuto compiamo dai
12 ai 16 atti respiratori. Quando aumenta la frequenza respiratoria,
c’è rischio che il respiro diventi superficiale e che non garantisca
sufficiente ossigenazione. L’aria dovrebbe sempre essere inalata
attraverso il naso, sia per poter essere riscaldata e filtrata prima di
raggiungere i bronchi, sia per garantire una buona profondità del
respiro.
Ad ogni inspirazione, i nostri polmoni si gonfiano e questo determina
un aumento del diametro toracico, anteriormente, posteriormente,
lateralmente e verticalmente.
Il lavoro necessario a svolgere tutto questo è dato principalmente
dall’attività del diaframma, un muscolo singolo costituito da due cu-
pole posto trasversalmente alla base del torace.
Divide la cavità toracica da quella addominale e la sua paralisi rende
praticamente impossibile la respirazione.

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Che cos’è l’asma?

L’asma è un’infiammazione cronica, ossia che perdura nel tempo,


delle vie respiratorie e si associa a una costrizione dei bronchi.

Cause
Non sono ancora del tutto chiariti i meccanismi che sottendono alla
comparsa della malattia, sembra tuttavia che siano di notevole im-
portanza alcuni fattori genetici ma soprattutto ambientali. Ciò che
rende difficile la completa conoscenza dell’asma è la sua estrema
variabilità non solo nei sintomi, ma anche nel modo in cui coinvolge
le cellule degli organi dell’apparato respiratorio.
Le cause in grado di scatenare una crisi asmatica possono essere
molteplici:
• Allergia: l’esposizione ad allergeni presenti nell’aria, come aca-
ri, pollini, muffe o altro è in grado di provocare una reazione in-
fiammatoria allergica nei soggetti predisposti. Principalmente in
età peditarica, ma non esclusivamente, anche eventuali allergie
alimentari (per esempio a latte, uovo, …) possono essere causa
d’insorgenza di attacco asmatico.
• Infezioni: diversi virus e batteri (raffreddore, influenza, polmoni-
te,…) sono in grado di provocare l’infiammazione delle vie aeree,
causando crisi.
• Sostanze chimiche: l’inalazione di sostanze irritanti negli asma-
tici è in grado di provocare un’infiammazione severa e quindi una
crisi di asma (per esempio fumo di sigaretta, inquinamento, profu-
mi, … ma anche alcuni farmaci come gli antinfiammatori).
• Stress: situazioni di forte stress fisico, per esempio a seguito di
attività sportiva più o meno intensa, o psicologico possono causa-
re broncocostrizione.
• Freddo: l’esposizione ad ambienti freddi può essere causa di at-
tacchi asmatici.
• Ridere, cantare, piangere.

Sintomi
L’asma si presenta sotto forma di 2 diversi stati, l’attacco e la fase
stazionaria, ed i sintomi sono diversi a seconda della situazione in
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cui ci si trova. I sintomi comunemente avvertiti tra un attacco e l’altro
comprendono:
• tosse notturna,
• mancanza di respiro ma senza dispnea a riposo,
• tosse cronica di gola,
• senso di costrizione al torace.
La gravità di questi sintomi è proporzionale alla gravità della malat-
tia. Durante l’attacco asmatico i sintomi invece sono:
• grave mancanza di respiro (dispnea) e difficoltà respiratoria,
• respiro sibilante,
• forte senso di costrizione al torace,
• talvolta tosse.
L’esordio può essere improvviso, con un senso di costrizione al tora-
ce e una respirazione sempre più difficile.

Trattamento
Si possono distinguere due tipi di tratta-
mento: uno di fondo che mira a tenere
sotto controllo quotidianamente i sintomi
dell’asma, ed uno sintomatico che mira a
risolvere gli episodi acuti. I corticosteroi-
di (cortisone) sono i farmaci più efficaci
per un trattamento di fondo, anche per
il loro potere antinfiammatorio, mentre i
beta2 antagonisti sono i farmaci di prima
scelta per un trattamento sintomatico. Questi ultimi farmaci agiscono
alleviando la bronco-costrizione ed i suoi sintomi. Sono impiegati an-
che per i bambini di tutte le età.

Che cos’è la Fibrosi Polmonare?

La Fibrosi Polmonare Idiopatica (IPF) è una malattia rara del polmo-


ne di cui non se ne conosce la causa precisa (idiopatica=sconosciuta).
Ciò che è ben noto è che, nell’IPF, si verifica una modificazione nei
normali processi di riparazione del polmone, che induce una mo-
difica del tessuto polmonare. Sfortunatamente non si manifestano
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sintomi di questa modificazione fino a che il tessuto fibrotico non
compromette la respirazione (scambio fra O2 e CO2).
Nel tempo, questo processo diventa sempre più importante, renden-
do i polmoni più rigidi: respirare diventa difficile e il paziente percepi-
sce una mancanza di respiro sempre più accentuata.

Le cause
Ricordando che non esistono cause specifiche di insorgenza della
patologia, alcuni fattori possono aumentare il potenziale rischio di
sviluppare la patologia. Tra questi, vi è il fumo di sigaretta e la fami-
liarità (la genetica potrebbe contribuire al rischio di sviluppare IPF in
alcuni soggetti).

I sintomi
Segni e sintomi tardivi di IPF possono comprendere:
• mancanza di fiato (dispnea) e/o episodi di tosse a riposo, che
compromettono la capacità di mangiare, parlare al telefono o sali-
re e scendere le scale.
• allargamento delle punte delle dita e ispessimento dei letti ungue-
ali, che assumono, in qualche paziente, un aspetto a cucchiaio
detto “a bacchetta di tamburo”. I pazienti possono anche manife-
stare ritenzione idrica alle mani e ai piedi, che si definisce come
edema periferico.

Trattamento
Non esiste attualmente una cura risolutiva per l’ IPF. Fino a poco
tempo fa l’unica soluzione era il trapianto di polmoni, da poco è
disponibile il primo farmaco che rallenta la progressione della
malattia: dal 29 giugno 2013 il pirfenidone è regolarmente in com-
mercio e viene erogato dalle farmacie ospedaliere su prescrizione
del medico specialista.

La regolare somministrazione di ossigeno può migliorare la sintoma-


tologia.
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Che cos’è la Bronchite Cronica?
Le vie respiratorie si infiammano per reazione all’inalazione di so-
stanze nocive. La mucosa nei bronchi si ingrossa con conseguen-
te produzione di muco, mentre i muscoli bronchiali si contraggono.
In base alla definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità
(OMS), la bronchite si definisce cronica quando le persone colpite
hanno tosse con espettorazione per due anni consecutivi, per alme-
no tre mesi l’anno.

Le cause
Circa il 90 percento delle persone affette da bronchite cronica sono
fumatori, e un fumatore su due dopo i 40 anni è affetto da questa
malattia. Se non viene curata, la bronchite cronica può trasformarsi
in una BPCO (“bronco pneumopatia cronica ostruttiva”). Questa evo-
luzione può però essere evitata nella maggior parte dei casi con un
immediato stop al fumo.

Come si arriva ad una bronchite cronica?


La regolare inalazione, in particolare del fumo di sigarette o di altre
sostanze nocive come le polveri fini e i gas nocivi, con il passare
degli anni provoca un’infiammazione sempre più forte delle vie re-
spiratorie (bronchi). Si ha quindi un ispessimento della mucosa dei
bronchi e un incremento del secreto. La rapidità con cui la malattia
peggiora dipende dal numero di sigarette fumate. Particolarmente
a rischio sono quelle persone che fumano e contemporaneamente
sono esposte ad altre sostanze nocive.

I sintomi
Tutti i pazienti con una bronchite cronica sono affetti da una tosse fa-
stidiosa che con il passare del tempo diventa sempre più persisten-
te. A questo si aggiunge un muco denso e viscoso che si “incolla” alla
mucosa delle vie respiratorie, rendendo sempre più difficile la sua
eliminazione con colpi di tosse. Se le sostanze nocive continuano la
loro azione, le vie respiratorie si restringono sempre di più: le perso-
ne colpite se ne accorgono a causa della fame d’aria (dispnea) che
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le affligge (BPCO). Un’altra conseguenza della bronchite cronica è
l’aumentata predisposizione alle infezioni delle vie respiratorie.

Trattamento
La più importante terapia per la bronchite cronica è la sospensione
del fumo. Quanto prima si rinuncia al fumo, tanto più aumentano le
possibilità di guarigione. I fumatori oltre i 40 anni dovrebbero far con-
trollare regolarmente dal medico di famiglia la funzionalità polmo-
nare per riconoscere quanto prima possibile la trasformazione della
malattia in una BPCO.
Poiché le persone affette da bronchite cronica sono spesso colpite
in inverno da infezioni delle vie respiratorie, molti medici consigliano
la vaccinazione annuale contro l’influenza. Se la bronchite cronica
progredisce trasformandosi in BPCO sono indicati altri approcci te-
rapeutici con la prescrizione di terapie specifiche.
Le persone colpite da bronchite cronica dovrebbero essere pruden-
ti nel prendere farmaci che sopprimono la tosse (antitussigeni), in
quanto a volte inibiscono l’espulsione dei secreti peggiorando in tal
modo la malattia.
Tutte le persone colpite possono prevenire la malattia o sostenere il
trattamento adottando delle semplici misure:
• smettere di fumare,
• praticare ogni giorno la ginnastica respiratoria,
• fare del moto ogni giorno: il moto migliora la condizione fisica e la
disponibilità a smettere di fumare,
• evitare ambienti pieni di fumo e zone con forte inquinamento da
polveri fini,
• recarsi senza indugio dal medico in caso di
tosse ostinata.

blue bloater

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Che cos’è l’Enfisema Polmonare?
L’enfisema polmonare è la dilatazione patologica e irreversibile del
polmone. Si tratta di una dilatazione degli alveoli polmonari connes-
sa con un processo di distruzione del tessuto normale. Provoca un
indebolimento e un’instabilità del parenchima polmonare con ten-
denza al collasso delle vie respiratorie che compromette e ostacola
la respirazione.
Con l’avanzare della malattia, alveoli in precedenza funzionanti di-
ventano pian piano bolle prive di funzione.
Questo fenomeno riduce la superficie funzionale dei polmoni così
che lo scambio gassoso di ossigeno e anidride carbonica è progres-
sivamente compromesso. Le conseguenze sono una grave dispnea
e una insufficienza respiratoria.

Le cause
L’enfisema polmonare insorge di regola conseguentemente a con-
tinua inalazione di sostanze nocive, generalmente dovuto al fumo.
Esistono anche difetti genetici (ereditari) del metabolismo che pos-
sono favorire la formazione dell’enfisema. In particolare la deficienza
di alfa-1-antitripsina, una proteina endogena, che inibisce la distru-
zione delle fibre elastiche nei polmoni. Tuttavia, questo difetto è al-
quanto raro.

I sintomi
Il principale sintomo dell’enfisema è la dispnea che lentamente –
spesso nell’arco di anni – diventa sempre più gravosa. Col tempo le
persone colpite si sentono “senza aria”. Il loro atteggiamento diventa
caratteristico: respirano spesso a labbra socchiuse, la gabbia toraci-
ca si espande (torace a botte) ed è molto limitata nella sua mobilità.
Quando l’insufficienza respiratoria continua ad aumentare, a causa
della deficienza di ossigeno nel sangue, le labbra e le dita assumono
colore violaceo. La dispnea condiziona seriamente lo stato generale,
il cuore viene sovraccaricato e le persone colpite sono fisicamente
indebolite. Altre gravi conseguenze sono l’isolamento sociale e i pro-
blemi psichici.
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Trattamento
• Riabilitazione Respiratoria. I programmi di Riabilitazione Respi-
ratoria si basano su esercizi di respirazione e particolari tecniche
in grado di far tornare almeno parzialmente il fiato, di migliorare
la resistenza agli sforzi e di consentire l’attuazione delle attività di
vita quotidiana.
• Ossigenoterapia. Le persone affette da enfisema grave con bassi
livelli di ossigeno nel sangue, devono usare l’ossigeno regolar-
mente a casa e durante l’esercizio fisico o gli sforzi per alleviare
in qualche modo il disturbo. La prescrizione, sempre effettuata da
un medico specialista, può richiedere la somministrazione di ossi-
geno per alcune ore al giorno o 24 ore su 24. L’ossigeno di norma
viene somministrato con tubicini attraverso le narici.
• Farmaci per smettere di fumare, Broncodilatatori e Steroidi inala-
tori possono essere utili per alleviare la tosse, la mancanza di fiato
e i problemi respiratori.

Intervento chirurgico
Nel trattamento dell’enfisema avanzato, in cui le terapie mediche e
riabilitative possono risultare scarasamente efficaci, può essere indi-
cato ricorrere all’intervento chirurgico che tuttavia non è determinan-
te per la prognosi.

pink puffer

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LA RIABILITAZIONE
NEL PAZIENTE
SOTTOPOSTO A
INTERVENTO DI CHIRURGIA
TORACICA

Introduzione
La Riabilitazione Respiratoria è considerata un intervento terapeuti-
co non farmacologico nella profilassi delle complicanze respiratorie
delle persone sottoposte ad interventi di chirurgia toracica.

Scopi dell’intervento fisioterapico


• Consentire al paziente di raggiungere la migliore condizione fun-
zionale e picologica possibile,
• aiutare i meccanismi fisiologici di pulizia delle vie respiratorie,
• riespandere le zone atelettasiche (non ventilate) o scarsamente
ventilate,
• ridurre l’incidenza delle riacutizzazioni,
• incentivare l’attività fisica.

Gli esercizi di mobilità articolare permettono di muovere e “sblocca-


re” le articolazioni del corpo. In questo modo è possibile mantenere
o ripristinare il movimento naturale e la funzionalità propri dell’artico-
lazione stessa.
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Pancia in alto e gambe piegate
un cuscino sotto le ginocchia
ESERCIZIO N°1
Appoggiare le mani sull’addome per sentire il movimento del diafram-
ma, quindi inspirare attraverso il naso (cercare di percepire l’espan-
sione dell’addome), trattenere il respiro per cinque secondi, poi espi-
rare lentamente svuotando completamente il polmone focalizzando
l’attenzione sullo svuotamento dell’addome. Ripetere l’esercizio 10
volte.

ESERCIZIO N°2
Appoggiare le mani sul torace. Inspirare attraverso il naso (cercando
di percepire l’espansione delle coste), quindi trattenere il respiro per
cinque secondi ed espirare lentamente svuotando completamente il
polmone focalizzando l’attenzione sul rilassamento del torace. Ripe-
tere l’esercizio 10 volte.

ESERCIZIO N°3
Appoggiare le mani sulla parte alta del torace cercando di avvicinare
lo sterno al mento. Inspirare attraverso il naso (cercando di perce-
pire l’espansione delle coste), quindi trattenere il respiro per cinque
secondi ed espirare lentamente svuotando completamente il polmo-
ne focalizzando l’attenzione sul rilassamento del torace. Ripetere
l’esercizio 10 volte.

ESERCIZIO N°4
Braccia distese sul lettino. Inspirare attraverso il naso sollevando le
braccia (cercando di percepire l’espansione del diaframma, coste e
torace), quindi trattenere il respiro per cinque secondi ed espirare
svuotando completamente il polmone portando le braccia lentamen-
te sul lettino. Ripetere l’esercizio 10 volte.
ESERCIZIO N°5
Mani alla nuca e gomiti appoggiati sul lettino. Inspirare attraverso il
naso, allargando bene la gabbia toracica, quindi trattenere il respiro
per cinque secondi, espirare lentamente svuotando completamente
il polmone avvicinando i gomiti. Ripetere l’esercizio 10 volte.
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Distesi sul Fianco Destro
ESERCIZIO N°6
Appoggiare la mano sinistra sull’addome. Inspirare attraverso il naso
(cercando di percepire l’espansione dell’addome), trattenere il respi-
ro per cinque secondi, quindi espirare svuotando completamente il
polmone focalizzando l’attenzione sullo svuotamento dell’addome.
Ripetere l’esercizio 10 volte

ESERCIZIO N°7
Braccio sinistro disteso lungo il fianco. Inspirare attraverso il naso
sollevando il braccio verso l’alto trattenere il respiro per cinque se-
condi, quindi espirare svuotando completamente il polmone portan-
do lentamente il braccio lungo il fianco. Ripetere l’esercizio 10 volte.

ESERCIZIO N°8
Braccia distese in avanti una mano appoggiata all’altra. Inspirare at-
traverso il naso sollevando il braccio sinistro verso l’alto trattenere
il respiro per cinque secondi, quindi espirare svuotando completa-
mente il polmone portando lentamente il braccio nella posizione di
partenza. Ripetere l’esercizio 10 volte.

Distesi sul Fianco Sinistro


Ripetere gli esercizi 6, 7 e 8

Coach (incentivatore di volume)

L’impiego può prevedere che il paziente si posizioni seduto comoda-


mente su una sedia con i gomiti ben appoggiati sul tavolo, a pancia
in alto, sul fianco destro e sinistro, a pancia in basso.
L’ausilio deve essere tenuto in posizione verticale all’altezza della
bocca, impugnandolo dal manico.

Esecuzione
Dopo un’espirazione prolungata, inspirare lentamente stringendo tra
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le labbra il boccaglio e facendo salire lo stantuf-
fo fino al limite impostato. Quando si inspira, il
pistoncino laterale deve restare alcuni secondi
nella finestrella di controllo, dove solitamente è
presente un indicatore specifico. Quando l’ispi-
razione è stata completata, togliere il boccaglio
e trattenere il respiro, fino a quando lo stantuffo centrale ritorna alla
basa dell’attrezzo. Espirare dalla bocca a labbra socchiuse.
Eseguire dieci respirazioni in ogni posizione.

Triflow
Il Triflow è un apparecchio semplicissimo:
all’interno di un contenitore di plastica, in
tre cilindri separati, sono contenute tre
palline che fungono da “visualizzatore”
dell’allenamento inspiratorio. Attaccato
a questo piccolo contenitore c’è un tubo
flessibile che viene utilizzato per “inspira-
re” prendendo l’aria attraverso la bocca.

Esecuzione
L’esercizio consiste nel fare sollevare ve-
locementele le tre palline durante l’inspirazione. Per migliorare il ri-
sultato è possibile effettuare l’esercizio anche con un’altra metodica:
prendere l’aria, cercare di sollevare una pallina per volta e mantener-
la in alto per 4/5 secondi. Espirare lentamente a labbra socchiuse.
Ripetere l’esercizio passando a 2, poi a 3 palline.

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CONSIGLI UTILI PER I
PAZIENTI IN
OSSIGENOTERAPIA
L’ossigenoterapia a lungo termine mediante la somministrazione di
ossigeno medicale è riconosciuta come una modalità di trattamento
dei pazienti affetti da insufficienza respiratoria cronica, al fine di mi-
gliorarne la sopravvivenza e la qualità della vita, a patto che il pazien-
te segua scrupolosamente la prescrizione del medico.

Sarà Possibile fare dei Viaggi?


Per i pazienti in ossigenoterapia non ci sono controindicazioni asso-
lute ad effettuare dei viaggi, purché si attengano ad alcune semplici
regole e portino sempre con sè una relazione clinica dettagliata delle
proprie problematiche di salute. Se il viaggio è particolarmente lungo,
si dovrebbero prevedere delle tappe intermedie durante le quali com-
piere una minima attività motoria (è sufficiente camminare) o even-
tualmente riposarsi. I mezzi di locomozione devono essere conforte-
voli: poltrone comode, aria climatizzata. Se ci si reca in montagna,
bisogna tener conto dell’altitudine, perché le alte quote presentano
una maggiore rarefazione dell’ossigeno, che potrebbe determinare
l’accentuazione di sintomi respiratori, sia a riposo sia sotto sforzo.
Pertanto, le passeggiate ad altitudini elevate vanno evitate in chi non
è stato adeguatamente preparato (training fisico) o in chi fa già uso di
ossigeno ad alti flussi. Se ci si reca al mare, bisognerebbe privilegiare
le zone con clima secco evitando quelle con elevati tassi di umidità.

Azioni da svolgere prima di intraprendere il viaggio

Con largo anticipo, prima di iniziare il viaggio, il paziente deve infor-


mare il proprio medico prescrittore circa l’intenzione di intraprendere
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un viaggio. A seconda del tipo di viaggio e delle proprie condizioni
fisiche, il paziente potrebbe essere sottoposto ad esami specifici al
fine di valutare eventuali modifiche della te­rapia prescritta. Questo
aspetto è molto importante specie in caso di viaggi in aereo, dove
è probabile che, per effetto dell’altitudine e della pressurizzazione,
la concentrazione di ossigeno nell’aria scenda al di sotto dei livelli
normali.
Ricevuto il benestare dal proprio medico, sempre con largo anticipo,
il paziente deve fornire le informazioni che seguono al proprio abi-
tuale fornitore del Servizio di Ossigenoterapia a Domicilio (Home
Care Provider):
• date di viaggio (data di partenza/arrivo nel luogo di soggiorno e
data di rientro);
• modalità di viaggio (treno, auto, nave,...);
• dettagli definitivi del viaggio - compreso qualsiasi riferimento a
voli, crociere o viaggi in treno;
• itinerario di viaggio (comprese tutte le località, indirizzi degli al-
berghi e desti­nazione finale).
L’abituale Home Care Provider deve confermare la propria capacità o
meno di fornire il servizio di ossigenoterapia nella località di destina-
zione. Ove ciò non sia pos­s ibile, si adopererà per fornire al paziente
i contatti dettagliati di un nuovo Home Care Provider.
Quando pianifica una vacanza o ha necessità di viaggiare lontano da
casa, il paziente ha la responsabilità di effettuare tutti i preparativi

Veicoli privati o pubblici


(autovettura, camper, bus, metro, roulotte, ecc.)

L’unità portatile deve essere utilizzata:


• come descritta nel manuale d’uso;
• in un compartimento non fumatori;
• preferibilmente restando seduti vicino a un finestrino aperto per
permettere una migliore ventilazione;
• in una borsa / zainetto idonei per il trasporto;
• con una cannula più corta possibile;
• nel caso di utilizzo di un concentratore portatile orientarlo in modo
che il filtro di entrata dell’aria non venga ostruito;
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• mantenendola in posizione verticale e opportunamente fissata in
modo che, in caso di incidente o brusco urto, rimanga ben salda.

Cose da non fare:


• non permettere a nessuno di fumare nelle vicinanze;
• non lasciare l’apparecchiatura portatile incustodita;
• non coprire l’apparecchiatura portatile con abiti o altro;
• non avvicinare bevande o altri liquidi all’apparecchiatura portatile;
• non appoggiare la cannula o la maschera sul sedile o su altro ma-
teriale assor­bente.

In caso di emergenza:
• uscire dal mezzo di trasporto portando sempre con sé l’apparec-
chiatura por­t atile.

Aeromobili

L’unità portatile deve essere utilizzata:


• in un compartimento non fumatori;

Prima di viaggiare:
• informare con largo anticipo la Compagnia Aerea del desiderio di
viaggiare con una fonte di ossigeno ed ottenerne sempre il per­
messo di utilizzo a bordo del velivolo;
• quando la compagnia aerea fornisce direttamente il servizio di os-
sigenoterapia durante il volo, accertarsi sempre della disponibilità
di un’ulteriore apparec­chiatura portatile da utilizzare durante gli
scali (da check-in a check-out).

Natanti (navi da crociera, barche a vela, traghetti, motoscafi, ecc.)

Prima di viaggiare:
• ottenere sempre dalla Compagnia di Navigazione il permesso di
usare l’appa­recchiatura portatile a bordo dal natante;
• fornire tutta la documentazione che verrà richiesta.
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Tessera Sanitaria Europea

La Tessera Sanitaria Europea, fornita gratuitamente dal servizio sa-


nitario nazionale, è riconosciuta da tutti gli stati membri della UE oltre
che in Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.
La Tessera Sanitaria Europea consente a tutti i cittadini dell’Unione,
che si trovino temporaneamente in un altro Stato Membro (qualunque
sia la ragione della permanenza), l’accesso diretto ai servizi sanitari del
Paese ospite, alle stesse condizioni dei residenti.
L’assistenza sanitaria è erogata in base alla legislazione in vigore nel
paese in cui si soggiorna. Non sono rimborsabili i pagamenti di un
eventuale ticket, che è a diretto carico dell’assistito.

21
PROGRAMMA
EDUCAZIONALE
Controllare la Pressione Arteriosa
Controllare regolarmente la pressione arteriosa!
Circa i 2/3 degli italiani sopra i 65 anni soffre di iperten-
sione arteriosa (pressione superiore a 140/90 mmHg).
Le persone con pressione alta devono consultare il
medico per modificare lo stile di vita e, se necessario,
iniziare una cura.
Se già si assumono farmaci, bisogna assicurarsi che i
valori di pressione siano sempre sotto controllo..
I valori di pressione dovranno essere uguali o inferiori a 130/80
mmHg.
Il controllo periodico della pressione arteriosa, una procedura sempli-
ce ed oggi effettuabile anche a casa purché con apparecchi affidabili
e certificati, é importante per poter scoprire, e quindi curare, l’iperten-
sione arteriosa.
Ciò riduce significativamente il rischio globale di malattie cardiova-
scolari.

Non Fumare
Il fumo di sigaretta gioca il ruolo più importante nell’aumento del ri-
schio cardiovascolare, ma fortunatamente, già dopo 2-5 anni dall’aver
smesso, esso tende a ridursi in maniera significativa. Influisce in ma-
niera negativa anche sull’evoluzione di patologie
polmonari.
Importante:
• per smettere di fumare, non è mai troppo tardi!
• chiedere al proprio medico il modo di smettere,
• cercare l’aiuto e la collaborazione dei familiari
ed evitare il fumo passivo.
22
Controllare le Dislipidemie
La presenza di livelli alte-
rati di lipidi plasmatici (ec-
cessivi valori di colesterolo
LDL, trigliceridi e bassi li-
velli di colesterolo HDL) per
prolungati periodi di tempo
favorisce la formazione di
aterosclerosi, cioè la com-
parsa di incrostazioni all’interno delle pareti delle arterie e la possibi-
lità di formazione di trombi.
Se un’arteria si occlude, la parte del corpo che viene da essa nutrita
può morire.
Se l’arteria è una coronaria (le arterie del cuore) si può subire un
infarto cardiaco, se l’arteria porta sangue al cervello si può avere un
ictus (con paralisi e/o morte).
Elevati livelli di colesterolo LDL nel sangue (≥ 160 mg/dl) e di tri-
gliceridi (≥ 170 mg/dl) sono responsabili di un aumento del rischio
d’infarto e di ictus.
Il colesterolo HDL (colesterolo “buono”) riduce invece la probabilità
di tali accidenti cerebro-vascolari e, pertanto, un suo elevato dosag-
gio nel sangue (≥ 40 mg/dl nell’uomo e ≥ 50 mg/dl nella donna) rap-
presenta un fattore protettivo.
Le cause delle dislipidemie sono differenti, ma il sovrappeso e lo stile
di vita (inteso come l’insieme di abitudini alimentari e livello di attività
fisica) rivestono certamente un ruolo fondamentale.

Quali cibi contribuiscono ad innalzare maggiormente il livello di


trigliceridi e di colesterolo LDL?
Farinacei Pane industriale confezionato, pasta pronta surgela-
ta, pasta farcita o ripiena da rosticceria, pasta condita
con pancetta.
Frattaglie Cervella, fegato, lingua, cuore, rognone, trippa.
Salumi Salame, mortadella, pancetta, wurstel, coppa, cote-
chino, zampone, salsiccia, ciccioli.
23
Latticini Latte intero, yogurt intero alla frutta oppure cremoso,
burro, mascarpone, panna, formaggi stagionati.
Condimenti Lardo, strutto, margarina, dadi di carne e vegetali,
maionese, salse tonnate e tartare.
Dolci Dolci industriali farciti, biscotti farciti, pasticcini, dolci a
base di crema, uova, panna.

Quali cibi sono maggiormente consigliati per il controllo delle


dislipidemie?
Farinacei Pane (senza grassi animali aggiunti), pasta, riso, po-
lenta, farro, orzo, patate, castagne, gnocchi di patate,
fette biscottate, biscotti secchi, cornflakes e cereali
per la colazione.
Legumi Fagioli, ceci, soia, piselli, fave, lenticchie.
Pesce Fresco o surgelato. Caviale, bottarga, molluschi (coz-
ze, vongole, ostriche) e crostacei (aragosta, gambe-
ri) contengono importanti quantità di colesterolo, ma
sono poveri di grassi saturi, pertanto possono essere
consumati con una certa libertà, ma senza eccedere
nella quantità.
Latticini Latte scremato o parzialmente scremato, yogurt ma-
gro al naturale oppure alla frutta.
Verdura Tutti i tipi, sia cotta che cruda, in quantità abbondante
e rispettando la stagionalità.
Frutta Frutta fresca di stagione (n . 2 porzioni al giorno) ed
eventualmente g. 30 circa di frutta secca oleosa con
guscio (noci/mandorle).
Condimenti Olio extravergine d’oliva a crudo, limone, aceto, brodo
vegetale, spezie, aromi, odori.

Attenzione però, perché in età molto avanzata il colesterolo non deve


essere troppo basso.
Il controllo periodico dell’assetto lipidico (almeno una volta all’anno)
attraverso un semplice prelievo di sangue permette di valutare se i
“grassi” sono troppo elevati.
24
Controllare il Diabete
Il diabete (glicemia a digiuno superiore a 126 mg/dl), oppure una con-
dizione di alterata glicemia a digiuno (compresa fra 100 e 125 mg/di)
sono molto frequenti in età avanzata.
La glicemia va tenuta sotto controllo in quanto il diabete rappresenta
un importante fattore di rischio per la comparsa di numerose altera-
zioni/patologie:
✔ ipertensione
✔ ipertrigliceridemia
✔ nefropatia (danno renale)
✔ retinopatia (danno agli occhi)
✔ neuropatia (danno ai nervi)
✔ ulcerazioni ai piedi

Obiettivi glicemici in diabetici adulti


• Emoglobina glicata deve essere inferiore al 7 %
• Glicemia a digiuno compresa fra 70 e 130 mg/dl
• Glicemia postprandiale <180 mg/dl

Controllare il Peso Corporeo


L’aumento del peso corporeo, che quando è ecces-
sivo si definisce obesità, spesso causa l’insorgenza
di altri fattori di rischio come il diabete, l’ipercoleste-
rolemia e la ipertensione con le conseguenze che
abbiamo appena detto. Ridurre il peso contribuisce
a riportare nel-
la norma la pressione sanguigna
e diminuisce il rischio di malattie
cardiovascolari.
Inoltre, un peso corporeo eccessi-
vo svantaggia una corretta respi-
razione diaframmatica e peggiora
la sintomatologia respiratoria. I
polmoni di una persona obesa de-
25
vono sempre lavorare “sotto sforzo”. Il primo sintomo è la difficoltà
a respirare anche per lievi sforzi (salire pochi gradini). Infine, durante
il sonno, quando il tono dei muscoli respiratori è naturalmente ridot-
to, risulta più evidente il peggioramento della “qualità” respiratoria.
Possono verificarsi apnee che, a lungo termine, rischiano di determi-
nare importanti problemi circolatori e neurologici.

Qualche Riflessione
sulle Raccomandazioni Alimentari
QUANTO SALE?
Le linee guida internazionali consigliano di rimanere entro i seguenti
livelli massimi di assunzione: < 6 g/die come per la popolazione ge-
nerale. Il cibo confezionato è uno dei principali ostacoli alla riduzio-
ne del sodio nella dieta: non basta quindi limitare soltanto l’apporto
diretto di sale ma bisogna ridurre anche il consumo degli alimenti
che lo contengono. Limitare l’apporto di sale con gli alimenti è tutto
sommato facile, basta adottare alcuni semplici accorgimenti:
• non salare le pietanze,
• utilizzare poco sale durante la cottura
(quando si prepara la pasta abituarsi, per
esempio, ad aggiungere il sale a cottura
ormai terminata),
• limitare il consumo di cibi conservati sotto
sale o trasformati (insaccati, formaggi, pa-
tatine ecc.),
• limitare il consumo di cibi confezionati,
• esaltare la sapidità dei cibi con spezie, limone o aceto tradizio-
nale/balsamico.

QUALI BEVANDE?
L’acqua non contiene calorie. La sua funzione principale è quella
di idratare: un individuo necessita al giorno di 1,5 - 2 litri di acqua
(= n° 8 - 10 bicchieri), naturale o frizzante, da consumare sia du-
rante i pasti sia durante il resto della giornata. Il vino fornisce una
quota calorica in base al grado alcolico. Un bicchiere di vino (150
26
ml) fornisce circa 100 – 150 kcal. Previo parere
favorevole del medico curante non è controindi-
cato, ma la quantità deve essere controllata (n.
2 bicchieri al massimo e rigorosamente a pasto);
il vino rosso è migliore del vino bianco per il con-
tenuto di sostanze antiossidanti. Vini liquorosi,
aperitivi alcolici, liquori sono sconsigliati perché
contengono un’elevata quota calorica (in base
al grado alcolico) e zuccheri. Grappa e distillati
non contengono zucchero, ma possedendo un
grado alcolico molto elevato, apportano un’ec-
cessiva quota calorica.
Un consumo eccessivo può essere tossico per il cuore, il fegato e l’ap-
parato digerente. L’alcol può interferire col funzionamento dei farmaci
e alterare riflessi e tono muscolare, favorendo cadute e incidenti.

Prendere i Farmaci Secondo


la Prescrizione del Medico

I farmaci sono necessari per controllare i sintomi delle malattie. Non


bisogna assumerli senza il consiglio del medico. Agevola fare uno
schema chiaro con una tabella che indica a che ora e in quale quan-
tità devono essere assunti. Seguire con attenzione le prescrizioni e
non sospenderli senza motivo. Riduce il rischio di ricomparsa o ag-
gravamento della sintomatologia: ecco perchè è sempre opportuno
consultare prima il medico. Spesso farmaci somministrati per altre
malattie, come gli antidolorifici, o prodotti da banco come i lassativi,
possono interferire con i farmaci per il cuore. Consultare il medico o il
farmacista per avere informazioni sui possibili effetti collaterali.

27
CONSIGLI...
SEMI-SERI
Mantenersi Attivi tra la Gente
Non tutte le persone anziane smettono di lavorare; se il lavoro non
prevede sforzi pesanti può essere possibile continuarlo. Se non si la-
vora, ci si può mantenere attivi dedicandosi a interessi personali, alla
famiglia, agli amici e, se possibile, aiutando gli altri nel Volontariato.
È importante:
• conservare interesse per la vita, leggere e tenersi informati di quel-
lo che accade, andare a mostre e manifestazioni, fare qualche
viaggio adatto alle condizioni, meglio se in compagnia;
• non restare troppo tempo da soli davanti al televisore;
• combattere la solitudine frequentando il Centro Anziani, la Parroc-
chia, Corsi e Scuole per la terza età;
• continuare a occuparsi delle faccende domestiche e dei passa-
tempi preferiti.
Nel caso sia possibile, adottare un cagnolino o un gattino: è dimostra-
to che ... fanno bene all’umore!
La solitudine, l’ansia e la depressione sono molto frequenti nelle per-
sone in età avanzata.

Non Rinunciare agli Affetti


e ai Rapporti Intimi

La vita affettiva ha una dimensione rilevante per le persone di tutte le


età, compresa quella avanzata. Invecchiare non signi-
fica rinunciare ai sentimenti e ad una serena e appa-
gante attività sessuale, anche in presenza di problemi
respiratori, cardiaci o circolatori.
In caso di ansie o dubbi, è necessario rifiutare i pre-
giudizi e le paure e parlane tranquillamente con il me-
dico ed il partner. Non sono consigliabili le “avventure”
per il carico emozionale che comportano.
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Ridurre lo Stress
Lo stress definisce una condizione di disagio caratterizzata da una
sensazione soggettiva di pressione, tensione e fatica. Numerosi studi
hanno dimostrato una relazione tra stress e malattie cardiovascolari.
Per questa ragione bisogna affrontare con maggiore serenità e buon
senso i rapporti personali e lavorativi, chiedendo, se necessario, aiu-
to al medico o ad altri specialisti!

Attenzione alle Cadute


Sono molti gli anziani - in particolare quelli con problemi cardiovasco-
lari - che cadono e riportano lesioni come ferite e fratture. Le cadute
lasciano anche insicurezza e depressione. Si può cadere perché si
inciampa o perché si hanno giramenti di testa o le gambe sono de-
boli.
Per la prevenzione bastano semplici accorgimenti:
• fare regolare esercizio fisico
• non alzarsi velocemente dal letto
• accendere la luce prima di alzarsi
• indossare scarpe con suole non scivolose, se possibile evitare
ciabatte aperte
• non incerare troppo i pavimenti
• non salire su sedie o sgabelli
• limitare l’assunzione di alcool.
È opportuno rendere più sicura la casa, illuminando i percorsi, usan-
do luci notturne, poltrone o sedie con braccioli, eliminando tappeti o
fili elettrici sul pavimento. Se necessario installando nel bagno appo-
siti corrimano e tappetini di gomma antiscivolo, utilizzando ausili ade-
guati per camminare per strada, prestando attenzione alle superfici
irregolari quando si cammina.

Cosa Fare Quando Arriva L’inverno?


Con il freddo e l’umidità, molti anziani vengono ricoverati per infezioni
respiratorie acute.
29
Per prevenire le infezioni respiratorie è fondamentale ricorrere alla
vaccinazione influenzale e, se indicato dal medico, a quella antipneu-
mococcica.
La vaccinazione NON fa male, il medico sa quando è il momento
migliore per farla!
Importante!
In caso di febbre alta e difficoltà di respiro non bisogna perdere tempo
e chiamare subito il medico.
È indispensabile continuare a bere i liquidi consigliati dal medico, ma-
gari sotto forma di tisane tiepide aromatiche non zuccherate.
Mangiare piatti caldi, evitando quelli “pesanti” troppo salati e ricchi di
grassi. Curare l’abbigliamento ed evitare una eccessiva esposizione
al freddo uscendo di casa nelle ore più calde (tarda mattinata e primo
pomeriggio).

Cosa Fare Quando Arriva L’estate?


Con il caldo afoso e l’umidità accentuata, molti anziani vengono rico-
verati per disidratazione (perdita di liquidi).
I segni sono: sete intensa, ipotensione arteriosa, riduzione dell’elasti-
cità della pelle, secchezza della bocca e forte riduzione della quantità
di urine e, talora, febbre, stanchezza, sonnolenza o confusione men-
tale. La disidratazione è frequente nell’anziano perchè il riflesso della
sete è ridotto ed è meno pronto a compensare la carenza di acqua
aumentando l’assunzione di liquidi.
Importante!
È indispensabile bere molta acqua almeno 2 litri al giorno a tempera-
tura non eccessivamente bassa, salvo diverso parere medico.
Mangiare molta frutta e verdure; fare pasti leggeri, non esagerare con
cibi troppo grassi e conditi, preferire carni bianche o pesce.
Evitare di consumare cibi troppo caldi.
Curare l’abbigliamento ed uscire di casa nelle ore più fresche (primo
mattino e tardo pomeriggio).

30
Attività
Domiciliare

La Pulizia dei Bronchi


Le malattie respiratorie determinano con facilità l’accumulo di “catarro”
nei bronchi; questo può compromettere la normale respirazione, in
quanto la presenza di secrezioni in eccesso costituisce un ostacolo al
passaggio dell’aria e agli scambi respiratori. La ridotta quantità di ossigeno
presente nel sangue facilita l’affanno, cioè la fatica respiratoria, soprat-
tutto durante il movimento. Per ridurre l’affanno e la comparsa di
riacutizzazioni, è di fondamentale importanza mantenere pulite le vie
respiratorie attraverso la messa in pratica delle tecniche di drenag-
gio, quotidianamente e in modo coscienzioso, destinando un po’ di
tempo della giornata alla pulizia dei bronchi.
Se le secrezioni sono particolarmente dense può essere d’aiuto bere
una bevanda calda prima di iniziare il drenaggio oppure, se il medico
lo ha prescritto, prima della seduta eseguire l’aerosol, che permette
l’inalazione diretta nelle vie aeree di un farmaco specifico.
Tale metodica è da eseguire con un dispositivo idoneo, scegliendo
un nebulizzatore efficace e rispettando le norme igieniche relative
all’utilizzo dell’apparecchiatura.
Al fine di evitare contaminazioni è buona norma disinfettare ed asciu-
gare ogni volta gli strumenti utilizzati per eseguire la nebulizzazione
(mascherina, ampolla, ecc.).
Al termine della terapia è opportuno risciacquare la bocca con acqua
per evitare possibili infezioni.

La disostruzione bronchiale ha l’obiettivo di:


• favorire la rimozione delle secrezioni bronchiali
• migliorare la ventilazione riducendo la resistenza delle vie aeree
mantenendo una buona mobilità della gabbia toracica
31
• ridurre le infezioni
• migliorare l’ossigenazione
• rendere il paziente autonomo nell’auto drenaggio (self terapy).

E .L. T .G .O .L.

L’ E.L.T.G.O.L. ( Espirazione Totale Lenta a Glottide Aperta in Decu-


bito Laterale) consiste in espirazioni lente e profonde eseguite stan-
do su un fianco: il lato del polmone posto sotto è il lato che viene trat-
tato. È una tecnica di drenaggio particolarmente utilizzata in quanto
permette di eliminare le secrezioni bronchiali con minore sforzo, per
questo motivo particolarmente indicata nei pazienti molto dispnoici e
debilitati. Inoltre è facilmente riproponibile a domicilio senza neces-
sità di ausili.

Modalità di utilizzo
Il paziente si posiziona su un fianco ed esegue lente espirazioni par-
tendo da un’inspirazione normale arrivando fino a fine espirazione.
Sfruttando la forza peso degli organi che “schiacciano” il polmone
posto sotto, prolungando l’espirazione fino a svuotare tutti i polmo-
ni attraverso la contrazione dei muscoli addominali, si ottiene uno
svuotamento massimale della “spugna polmonare”.
Vengono utilizzate espirazioni non forzate per evitare l’interruzione
anticipata del flusso aereo.

Metodica di esecuzione
1. inspirare l’aria dal naso gonfiando la pancia;
2. mantenere una pausa inspiratoria di 4/5 secondi;
3. eseguire una lunga espirazione dalla bocca mantenendo la glot-
tide aperta (come per pronunciare una O o appannare un vetro),
fino al massimo possibile;
4. alternare alcune respirazioni profonde a respirazioni tranquille;
5. utilizzare il meccanismo della tosse non appena le secrezioni han-
no raggiunto le zone tussigene per provocarne l’espettorazione,
preferibilmente mettendosi in posizione seduta.
32
Ogni seduta è di circa 20 minuti per ogni fianco.

Bottiglia (PEP bottle)

L’espirazione contro resistenza at-


traverso l’utilizzo della bottiglia è
particolarmente indicata in caso di
secrezioni dense o nel caso di pazienti poco collabo-
ranti; viene utilizzata una bottiglia con il fondo piatto
e viene fatto pescare in 5 cm di acqua un tubo di
gomma lungo 80 cm con un diametro di 1.
È un’espirazione guidata sia dalla vista che dall’udito.
E’ importante infatti osservare le bollicine che si ge-
nerano nella bottiglia: durante l’espirazione il loro svi-
luppo deve essere costante e prolungato per alcuni
secondi; oltre che dalla vista, la regolarità dell’espira-
zione dell’aria nel tubo deve essere guidata dall’udito
che contribuisce a modulare lo sviluppo regolare del-
le bollicine.
I vantaggi sono:
• rallenta la velocità della fuoriuscita dell’aria dal polmone contri-
buendo ad eliminare l’anidride carbonica anche nelle vie malate
situate all’estrema periferia;
• ritarda la chiusure delle piccole vie aeree al termine dell’espirazione;
• facilita la risalita delle secrezioni dai bronchi alla trachea dove fi-
nalmente può scattare il riflesso della tosse.
Per apprendere questa tecnica, è necessario esercitarsi sotto la gui-
da di un terapista fino a quando non si sarà in grado di eseguirla
correttamente da soli.

Modalità di utilizzo
La posizione che più comunemente si utilizza è quella seduta, ma
può anche essere eseguita in decubito laterale o supino.
33
Metodica di esecuzione
Posizionare tra le labbra l’estremità del tubo e introdurre l’altra estre-
mità nella bottiglia che deve contenere al massimo 5 cm. d’acqua.
Inspirare lentamente dal naso e trattenere per qualche secondo
l’aria, poi espirare lentamente e a lungo dalla bocca attraverso il tubo
contraendo la pancia, prestando attenzione al gorgoglio dell’acqua
che guida nella regolarità dell’espirazione.
L’utilizzo deve essere di circa 30 minuti, generalmente con cicli di 10
respirazioni intervallati da pause di riposo ed eventuali colpi di tosse
per eliminare le secrezioni risalite
È consigliato esercitarsi lontano dai pasti, due o tre volte al giorno e
dopo aver eseguito l’aerosol terapia, qualora prescritto.

Norme igieniche
La PEP è un ausilio monopaziente e come tale deve essere gestito.
Per una corretta igiene dello strumento si consiglia di:
1. immergere il tubo e la bottiglia in acqua tiepida e sapone una volta
al giorno;
2. sciacquare accuratamente;
3 appoggiare la bottiglia e il tubo in modo che tutta l’acqua esca e
lasciare asciugare per tutta la notte.

Allenamento all’Attività Fisica


Il tipo di attività fisica adatta è quello che impegna il maggior numero
di muscoli in uno sforzo moderato, ma costante, e per lungo tempo.
Gli sport più indicati sono il cammino, la bici-
cletta, il nuoto, la ginnastica a corpo libero.
Sono invece da evitare gli sport che impli-
cano sforzi intensi, ma brevi (sci, pesistica,
calcio, tennis). E’ importante che l’esercizio
fisico costituisca un momento di svago, di
divertimento, in modo da aumentare la gio-
ia di vivere e il senso di fiducia in se stessi.
L’attività fisica non deve essere saltuaria,
ma continuativa: non è infatti sufficiente fare
34
esercizi di ginnastica o jogging una volta la settimana per dire di es-
sere allenati o per avere la pretesa che questo tipo di attività sia di
giovamento al proprio organismo.
L’allenamento deve invece essere inizialmente quotidiano con sedu-
te della durata di circa mezz’ora, un’ora, con graduale incremento
dell’intensità, modulata dal buon senso. Quando si è già allenati, si
può mantenere l’allenamento con 2 - 3 sedute di esercizio settimana-
li, della durata di un’ora.

I Vantaggi dell’Esercizio Fisico


Può contribuire a:
• ridurre la pressione
• ridurre la frequenza cardiaca, sia a riposo, sia sotto sforzo
• favorire il mantenimento del peso corporeo ideale
• migliorare il metabolismo
• ridurre il colesterolo
• rendere il sangue più fluido
• migliorare i sintomi
• migliorare il tono dell’umore

Oltre alle numerose pastiglie che già si assumono non bisogna di-
menticare la più recente MEDICINA che si chiama:

“GYM” = Ginnastica
Composizione:
Una compressa di “GYM” contiene il principio attivo della salute.

Indicazioni:
Trattamento dei soggetti desiderosi di migliorare la loro qualità di
vita.

Posologia:
Il trattamento va adattato alle capacità individuali rispettando le se-
guenti regole:
35
1 compressa di “GYM” tre volte la settimana a giorni alterni. Il dosag-
gio completo deve essere raggiunto con gradualità secondo l’indica-
zione medica.

Modalità d’uso:
E’ indispensabile che le compresse vengano assunte lontano dai pa-
sti (almeno 2 ore dopo) e che vengano suddivise in 3 parti:
5/10 minuti di riscaldamento – 20 minuti di attività fisica – 5/10 minuti
di defaticamento

Avvertenze:
Nell’assumere la compressa “GYM” bisogna:
• non oltrepassare la Frequenza Cardiaca Allenante (stabilita du-
rante una prova da sforzo)
• rimanere al di sotto della sensazione di affaticamento (riuscire a
parlare)
• non restare in apnea
• rispettare il carico di lavoro corrispondente alle proprie possibilità
• evitare le condizioni climatiche estreme: sole a picco, vento,
freddo
• evitare qualsiasi forma di agonismo.

Controindicazioni:
La compressa NON va assunta in caso di: dolore al petto, mancanza
di fiato, palpitazioni o senso di affaticamento.

Interazioni:
La terapia concomitante con un’altra attività fisica (GYM + sport...)
richiede la riduzione del dosaggio (evitare l’affaticamento).

36
ESERCIZI DEL A
CINGOLO SCAPOLARE

Esercizio 1
Posizione di partenza: spalle rilassate, braccia lungo i fianchi
Attività: inspirare e sollevare
le braccia in avanti, trattenere
il respiro 2/3 secondi, espirare e
tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

Esercizio 2
Posizione di partenza: spalle rilassate, braccia lungo i fianchi
Attività: inspirare e sollevare
le braccia lateralmente, trattenere
il respiro 2/3 secondi, espirare e
tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

Esercizio 3
Posizione di partenza: spalle rilassate, braccia lungo i fianchi
Attività: inspirare e sollevare le
braccia in avanti, trattenere il respiro
2/3 secondi, espirare e abbassare
lateralmente le braccia
Ripetizioni: 10 volte

RIPOSARSI PER 3O SECONDI

37
Esercizio 4
Posizione di partenza: braccia incrociate sul torace
Attività: inspirare e portare le braccia
a candeliere, trattenere il respiro
2/3 secondi, espirare e tornare
alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

Esercizio 5
Posizione di partenza: mano sinistra sul fianco, braccio destro disteso
Attività: inspirare e portare in alto e
lateralmente il braccio destro, trattenere
il respiro 2/3 secondi, espirare
e tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

Esercizio 6
Posizione di partenza: mano destra sul fianco, braccio sinistro disteso
Attività: inspirare e portare in alto
e lateralmente il braccio sinistro,
trattenere il respiro 2/3 secondi, espirare
e tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

RIPOSARSI PER 3O SECONDI

Esercizio 7
Posizione di partenza: mani sulle spalle
Attività: inspirare ed estendere le braccia
in alto, trattenere il respiro 2/3 secondi,
espirare e tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

38
Esercizio 8
Posizione di partenza: mani sulle spalle
Attività: inspirare ed estendere le braccia
in avanti trattenere il respiro 2/3 secondi
espirare e tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

Esercizio 9
Posizione di partenza: braccia distese in avanti (altezza spalle)
Attività: inspirare e allargare
lateralmente le braccia, trattenere
il respiro 2/3 secondi, espirare
e tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

RIPOSARSI PER 3O SECONDI

Esercizio 10
Posizione di partenza: dita incrociate, palmi delle mani verso il basso
Attività: inspirare e portare le braccia
in alto, trattenere il respiro 2/3 secondi
espirare e tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

Esercizio 11
Posizione di partenza: mani incrociate dietro la nuca
Attività: inspirare e allargare i gomiti
trattenere il respiro 2/3 secondi, espirare
e tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

39
Esercizio 12
Posizione di partenza: spalle rilassate, braccia lungo i fianchi
Attività: inspirare e sollevare
le spalle, trattenere il respiro 2/3
secondi, espirare e tornare
alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

RIPOSARSI PER 3O SECONDI

Esercizio 13
Posizione di partenza: braccia distese in avanti (altezza spalle)
Attività: inspirare e portare in alto
le braccia, trattenere il respiro 2/3 secondi
espirare e tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

Esercizio 14
Posizione di partenza: mani sulle spalle
Attività: inspirare ed estendere le braccia
lateralmente, trattenere il respiro 2/3
secondi, espirare e tornare
alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

Esercizio 15
Posizione di partenza: spalle rilassate, braccia lungo i fianchi
Attività: inspirare e sollevare
le braccia lateralmente, trattenere
il respiro 2/3 secondi, espirare
e abbassare le braccia in avanti
Ripetizioni: 10 volte

RIPOSARSI PER 3O SECONDI

40
ESERCIZI
B
CON I PESETTI

Esercizio 1
Posizione di partenza: spalle rilassate,
braccia lungo i fianchi,
palmi delle mani rivolti anteriormente
Attività: flettere ed estendere
alternativamente il gomito destro
e il gomito sinistro
Ripetizioni: 20 volte

Esercizio 2
Posizione di partenza: spalle rilassate,
braccia lungo i fianchi,
palmi delle mani verso l’alto
Attività: flettere entrambi i gomiti
tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

Esercizio 3
Posizione di partenza: spalle rilassate,
braccia lungo i fianchi,
palmi delle mani rivolti posteriormente
Attività: sollevare le braccia in alto
tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

41
Esercizio 4
Posizione di partenza: spalle rilassate, braccia lungo i fianchi,
palmi delle mani verso il busto
Attività: sollevare
le braccia lateralmente
tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

RIPOSARSI PER 3O SECONDI

Esercizio 5
Posizione di partenza: mani sulle spalle
Attività: estendere il braccio destro in alto,
tornare in posizione di partenza,
estendere il braccio sinistro in alto
tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

Esercizio 6
Posizione di partenza: mani sulle spalle
Attività: estendere entrambe
le braccia in alto
tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

Esercizio 7
Posizione di partenza: mani sul torace
Attività: portare in avanti e a sinistra il braccio destro,
tornare alla posizione di partenza
e portare in avanti e a destra
il braccio sinistro,
tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

42
Esercizio 8
Posizione di partenza: mani sul torace
Attività: portare in avanti
entrambe le braccia
tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

RIPOSARSI PER 3O SECONDI

Esercizio 9
Posizione di partenza:
mani incrociate al petto
Attività: portare le braccia
a candeliere
tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

Esercizio 10
Posizione di partenza: braccio destro steso in alto
Attività: piegare il gomito destro
e portare il pesetto dietro la nuca,
tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

Esercizio 11
Posizione di partenza: braccio sinistro steso in alto
Attività: piegare il gomito sinistro
e portare il pesetto dietro la nuca,
tornare alla posizione di partenza
Ripetizioni: 10 volte

43
Esercizio 12
Posizione di partenza:
braccia dritte all’altezza delle spalle
Attività: portare i gomiti dietro alla
schiena ed i pesi attaccati al busto

Ripetizioni: 10 volte

RIPOSARSI PER 3O SECONDI

Esercizio 13
Posizione di partenza:
braccia dritte all’altezza delle spalle
Attività:
allargare lateralmente le braccia
Ripetizioni: 10 volte

Esercizio 14
Posizione di partenza:
mano destra sopra la coscia sinistra
Attività: portare la mano destra in alto a destra
Ripetizioni: 10 volte

Esercizio 15
Posizione di partenza:
mano sinistra sopra la coscia destra
Attività: portare la mano sinistra in alto a sinistra
Ripetizioni: 10 volte

RIPOSARSI

44
ESERCIZI
C
DI STRETCHING

Esercizi
di allungamento

Metodica: Mantenere la posizione della figura per almeno 10-15 secondi poi
tornare nella posizione di partenza. Completare tutte le posizioni poi ripetere il
ciclo 3/5 volte.

Esercizio 1/2

Ruotare la testa a sinistra.


Mantenere la posizione 10-15 secondi
poi ripetere a destra

Esercizio 3/4

Con la mano destra tirare


verso destra la testa.
Mantenere la posizione 10-15 secondi
poi ripetere a sinistra

45
Esercizio 5/6

Portare la mano destra dietro


la spalla sinistra
e con la mano libera spingere
il gomito indietro.
Mantenere la posizione 10-15 secondi
poi ripetere con la sinistra

Esercizio 7/8

Afferrare il polso destro,


tirarlo sopra la testa
come da figura
inclinare il busto a sinistra.
Mantenere la posizione 10-15 secondi
poi ripetere a sinistra

Esercizio 9

Portare le braccia come in figura.


Mantenere la posizione 10-15 secondi

46
Esercizio 10/11

Con la gamba destra allungata


cercare di toccare la punta del piede.
Mantenere la posizione 10-15 secondi
poi ripetere con la gamba sinistra

Esercizio 12

Entrambe le mani dietro la schiena.


Mantenere la posizione 10-15 secondi

Esercizio 13/14

Gamba sinistra avanti.


Flettere il ginocchio sinistro
in modo da allungare la gamba destra.
Mantenere la posizione 10-15 secondi
poi ripetere
con la gamba destra avanti

47
DESERCIZI
IN CIRCUITO
Allenamento generale ad intensità medio-alta

Metodica: Il circuito è composto da alcuni esercizi sia per gli arti superiori che
per gli arti inferiori. Ogni attività viene ripetuta 2 volte per 40 secondi con una
pausa di 20 secondi l’una dall’altra. Terminato l’esercizio, la persona si riposa per
30 secondi poi riparte con l’attività seguente. Gli esercizi possono essere eseguiti
a corpo libero oppure utilizzando pesi di 0.5 kg e, se la sensazione di fatica del
paziente lo consente, possono essere aumentati fino ad un massimo di 1 kg.

Esercizio 1

Alzarsi e sedersi
dalla sedia

Esercizio 2

Piegare i gomiti
e portare i pesi
verso le spalle

48
Esercizio 3

Portare
alternativamente
in fuori
la gamba destra
e la sinistra

Esercizio 4

Portare le braccia
a candeliere

Esercizio 5

Portare
alternativamente
in alto
il ginocchio destro
ed il sinistro

49
Esercizio 6

Portare
alternativamente
indietro
la gamba destra
e la sinistra

Esercizio 7

Portare
alternativamente
in alto
il braccio destro
e il braccio sinistro

Esercizio 8

Piegarsi
sulle ginocchia

50
Esercizio 9

Andare
in punta di piedi

Esercizio 10

Portare il
braccio destro
in avanti
verso sinistra,
poi alternare con
l braccio sinistro
in avanti
verso destra

Esercizio 11

Portare le ginocchia
verso il petto

51
Se le condizioni cliniche rimangono stabili, si consiglia
di eseguire quotidianamente per almeno un mese, pres-
so il proprio domicilio, il gruppo di esercizi:

A B C D

e 30 minuti di:

cYclette WATT

tapis roulant km/ore

% pendenza

passeggiata

pedaliera

successivamente mantenere il programma almeno tre


volte alla settimana.

Data Fisioterapista

Dopo la dimissione è possibile contattare


il proprio fisioterapista allo 0536.42039
52
BIBLIOGRAFIA
• Riabilitazione delle malattie respiratory Ambrosino, Rampulla ed. UTET

• Linee guida riabilitazione respiratoria AIPO

• Linee Guida del Ministero della Sanità per le attività di riabilitazione - Maggio
1998

• Ministero della Salute 6 ottobre 2010 - Piano di indirizzo Riabilitazione

• Campagna di prevenzione del rischio cardiovascolare. Heart Care Foundation

• Educazionale del paziente in O2 terapia a lungo termine(Bollettino ARIR)

• Decalogo per la mobilità del paziente in ossigenoterapia

Stampato dalla Tipografia Azzi - Pavullo (Mo)

53
Note

54
Note

55
Villa Pineta
Poliambulatorio

Modena
Il Poliambulatorio fornisce prestazioni altamente specializzate, potendo conta-
re su un TEAM multidisciplinare, composto da medici pneumologi, cardiologi,
fisiatri, nutrizionisti, oltre che da terapisti della riabilitazione, psicologi e dietisti
di consolidata esperienza. Tutte le prestazione che Villa Pineta, mette a dispo-
sizione in questa nuova sede, fanno parte di quelle che il Poliambulatorio, con
sede a Gaiato di Pavullo, fornisce da tempo.
Le Prestazioni
Medicina Fisica Visita specialistica fisiatrica
e Riabilitativa Riabilitazione cardio - respiratoria
Riabilitazione motoria in pazienti con obesità
Terapia fisica strumentale
Terapia Manuale
Rieducazione posturale globale RPG
Linfodrenaggio

Pneumologia Visita specialistica pneumologica


Prove di funzionalità respiratoria:
• valutazione funzionale respiratoria
• spirometria semplice
• emogasanalisi
Visita specialistica pneumologica per apnee notturne (OSAS)
Polisonnografia notturna con sistema portatile

Cardiologia Visita specialistica cardiologica


E.C.G. Elettrocardiogramma
Monitoraggio cardiaco e pressorio secondo Holter
Ecocardiografia

Nutrizione clinica Visita specialistica medico-nutrizionale


Medicina metabolica Valutazione composizione corporea
Impedenziometria
Educazione alimentare

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