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SEDERSI CON UN “OCCHIO” ALLA POSTURA …

In questi ultimi decenni ci sono stati radicali cambiamenti socio-lavorativi tanto da portare una grossa mole
di persone a passare molto del proprio tempo “seduti” per i più svariati motivi: lavoro d’ufficio, hobbies,
lettura, ecc.
Ovviamente questo comportamento ormai abituale di milioni di persone associato alla mancanza di attività
fisica porta a delle sicure ripercussioni sia estetiche che muscolo-scheletriche.
Nel tentativo di portar rimedio molte di loro si rifugiano in palestre, centri fitness, centri estetici eseguendo
i più svariati esercizi per gli addominali (sit up, crunch, ecc) senza preoccuparsi neanche per un istante
della salute e dell’equilibrio posturale di questa particolare regione muscolare.
Questi esercizi, se pur con piccole differenze tra loro, permettono “la flessione del tronco” che
sfortunatamente da sola non è sufficiente a garantire il benessere di questa regione muscolare.
Biomeccanicamente e funzionalmente bisogna analizzare due gruppi muscolari prioritari di questa zona: i
retti addominali (Fig.1) che permettono la flessione del tronco, la retroversione del bacino e la
compressione/sostegno dei visceri e gli ileopsoas (Fig.2) che permettono la flessione dell’anca e
l’antiversione del bacino. Dall’azione opposta o meglio antagonista dei suddetti muscoli è evidente come il
loro equilibrio funzionale sia indispensabile per una corretta postura del bacino sia statica che dinamica, da
cui dipende l’elasticità e l’assetto della colonna vertebrale, il mantenimento dei visceri nella loro sede
naturale e, ultima ma ugualmente importante, la buona funzionalità respiratoria.

Fig.1 Fig. 2

Per ricercare questa armonia bisogna fare attenzione ad alcuni particolari che possono risultare più chiari
con un esempio: chi passa molto tempo seduto in ufficio, in auto, in casa, ha i muscoli addominali rilassati
e allungati per effetto della pressione che i visceri esercitano dall’interno.
I muscoli ileopsoas invece, si presentano con le relative inserzioni parzialmente avvicinate tanto da adattarsi
a tale situazione “accorciandosi”. Quando ci si alza in piedi gli ileopsoas “tirano” il bacino in avanti e
conseguentemente la bassa colonna va in lordosi mentre i retti addominali non sono in grado di contrastarli
con tono equivalente (Fig.3).

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Fig. 3

Nella figura 3 si evidenziano i principali muscoli antiversori e retroversori la cui differenza di tono
(principalmente tra ileo-psoas, retto femorale e addominale) provoca l’antiversione del bacino e l’aumento
della lordosi lombare.

Quest’azione essendo quotidiana porterà a varie conseguenze, prima fra tutte “il mal di schiena” dovuto ad
un’alterazione dei carichi sui dischi intervertebrali, con probabile comparsa di discopatie, lombalgie, ecc.
Per prevenire o correggere queste eventuali complicazioni ritrovando le giuste posture fisiologiche diventa
indispensabile un adeguato allenamento degli addominali in un contesto di lavoro posturale-individuale.
Ovviamente l’allenamento di questi muscoli è stato spesso studiato tramite tecnica elettromiografica per
valutare precisamente quali “reali” interventi muscolari si hanno durante l’esecuzione del movimento.
L’attenzione è stata focalizzata sui retti addominali e i flessori dell’anca con risultati che dimostrano come,
ancora oggi, si commettano sbagli nella scelta dei movimenti da eseguire. Anche le macchine, presenti nei
più svariati centri benessere, hanno poca validità nell’allenamento dell’addome perché, anche in questo caso
come nel precedente, il reclutamento dei muscoli flessori diventa particolarmente massiccio.
Proprio in contrapposizione a queste erronee tendenze allenanti nasce il “metodo Salvioli”. Studi ancor più
sofisticati dell’elettromiografia chiamati EcoM3 (ecomorfometriamuscolare) hanno evidenziato come questo
sistema, al contrario delle maggior parte delle metodiche presenti sul mercato, sia l’unico realmente capace
di permettere la contrazione isolata dei retti addominali, senza la minima contrazione dei flessori d’anca (in
particolare gli psoas).
Si tratta di un movimento basato sul cambiamento della direzione e del punto di applicazione del carico
con il preciso intento di “isolare” il lavoro dei retti addominali.
Lo schienale della poltroncina feel good (Fig. 4 e 5) con la sua curva ergonomica è a contatto con il
rachide lombare che rappresenta il fulcro del movimento.

Fig. 4 Fig. 5

Caratteristiche tecniche (fig. 4 e 5): Dimensioni e ingombro 86x56x61 cm, Peso17,5 Kg, telaio in acciaio
sagomato, braccioli ribaltabili con guaina di protezione, seduta ergonomica ribaltabile imbottita e rivestita
in tessuto, schienale ergonomico mobile imbottito e rivestito in tessuto, resistenza dello schienale, ottenuta
con barre di tensione da 40 kg nella versione base, da 60 kg nella versione strong, piedini dotati di ruote
girevoli.

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L’esercizio consiste in un’ampia retroversione del bacino. Il movimento sincronizzato di spalle e bacino
porta alla massima flessione, in cifosi totale, della colonna vertebrale appoggiata allo schienale. Il movimento
appena citato si ottiene spingendo indietro la resistenza dello schienale grazie all’azione dei retti addominali,
dopo avere reclinato i braccioli in avanti.
Più semplicemente potremmo dire che dopo essersi seduti come su una normale sedia da ufficio facendo
attenzione a far aderire bene la zona lombare allo schienale, si provvederà a reclinare i braccioli per
consentire una comoda presa a braccia tese. A questo punto si spingerà la zona lombare verso lo schienale
mobile (dotato di una resistenza progressiva con barre di torsione) mantenendo le braccia tese. Le spalle
non dovranno andare in avanti ma dovranno accennare una minima pressione verso il basso, terminata
l’azione di spinta si ritornerà alla posizione di partenza. Inizialmente sono consigliate tre serie da dieci
ripetizioni, solo successivamente si potrà aumentare la quantità delle serie e delle ripetizioni in rapporto ai
risultati ottenuti. Si tratta di un esercizio facile, immediato, poco faticoso e idoneo a tutte le età.
Il lavoro ad opera degli addominali (fondamentale per questo metodo), con il fine di ritrovare l’equilibrio
tra antiversori e retroversori si traduce, fisiologicamente, in:
- una corretta postura con totale riequilibrio delle curve vertebrali (indispensabile anche per
un’ottima funzionalità cardio-respiratoria);
- il completo rilassamento dei muscoli ileopsoas evitando, come già detto, che il tratto lombare della
colonna vertebrale venga sottoposto a sollecitazioni anomale;
- il completo rilassamento della muscolatura cervicale, molto importante per chi soffre di cervicalgia;
- il coinvolgimento dei muscoli trasversi ed obliqui interni e esterni grazie al lavoro in massima
estensione/contrazione;
- la mobilizzazione articolare di tutto il rachide migliorandone la flessibilità e determinando una
piacevole sensazione di leggerezza alla schiena (ottimo per chi soffre di algia lombo -sacrale);
- vantaggi estetici (pancia piatta) grazie all’aumento di tono dei muscoli obliqui, del trasverso e dei
retti addominali.
E’ giusto, per correttezza di informazione, dare anche un’ alternativa alla poltroncina fell good che per
validità ho individuato nella sedia posturale SittingBack® (fig.6).
Si tratta di un attrezzo brevettato e registrato, nato dalla necessità di dare uno strumento di quotidiano
utilizzo che permetta di affrontare il problema “schiena e suoi disequilibri”. La particolarità più rilevante è
la presenza di una tavola graduata che permette di regolare gli appoggi in diverse angolazioni per adottare
la miglior posizione che eviti il generarsi di compensi.

Fig.6

Volendola descrivere posso dire che la sua strutturazione funzionale permette di migliorare la postura e
ripristinare funzioni compromesse proprio riallungando quei muscoli tesi e retratti responsabili di varie
patologie: rachialgie, dorsalgie e lombalgie, lombosciatalgie, tendiniti, miositi, borsiti, periatriti, artrosi,
radicolopatie, blocchi diaframmatici, ernie discali e gonalgie.
SittingBack è uno strumento utile, oltre che per rieducare, per prevenire i problemi osteoarticolari. L’uso

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quotidiano (anche in un contesto lavorativo) permette di educare il nostro corpo nell’affrontare la giornata
in modo equilibrato senza carichi distrettuali eccessivi. E’ opinione comune a livello internazionale che
l’igiene posturale diviene essenziale per una buona forma ed è risaputo come una buona forma aiuta ad
avere una buona funzione del nostro corpo. E’ indicata per l’ambiente casalingo e, volendo, anche in
ambiente lavorativo come alternativa, nei momenti di relax e/o di pausa, alla tipica e comune sedia da
lavoro in modo da permettere al nostro corpo di riappropriarsi di quel suo naturale equilibrio psico-neuro-
posturale che è alla base di una buona qualità di vita.
Un vantaggio pratico che rende la sedia in questione un ottimo strumento pro-benessere è che variando
l'angolo di inclinazione dello schienale si permette ad ogni zona della schiena di lavorare adeguatamente e
in modo sicuro. Ad esempio, con un'inclinazione maggiore avremo un lavoro indirizzato sulla zona lombare,
mentre con un'inclinazione meno accentuata si lavorerà di più sul tratto cervicale (fig.7).

Fig. 7

Questo è stato permesso anche da un’attenta analisi della biomeccanica della colonna vertebrale e delle
metodiche di rieducazione posturale (Mezieres, Bousquet) tra le più valide a livello chinesiterapico, dalle
quali è stato possibile trarre importanti spunti.
Posso concludere dicendo che il concetto di “longevity”, in un’ottica posturale, è entrato a pieno titolo tra
gli obiettivi quotidiani che chiunque dovrebbe proporsi di raggiungere per un reale benessere a lungo
termine, l’utilizzo della poltroncina feel good o della sedia posturale SittingBack ne rappresenta il primo
passo.

De Martino Christian
Laureato in Scienze Motorie
Certificato I.S.S.A. (CFT1, CPT3)
demartinochristian@hotmail.com

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