La narrazione condotta da una voce 'fuori campo', che descrive personaggi e luoghi in terza persona, attenendosi al codice dell'impersonalit di stampo di Verga e di Flaubert. Predomina la focalizzazione interna al protagonista: il punto di vista da cui sistematicamente sono presentati gli eventi narrati collocato nella sua coscienza tutto passa attraverso il filtro della sua soggettivit il lettore vede le cose come le vede !lfonso, e di regola sa solo ci" di cui egli a conoscenza. #n $uesto %vevo si discosta in parte dal modello verista per avvicinarsi a $uello di &'!nnunzio appare del tutto lontano il modello di romanzo e di narratore del pieno 'ttocento.
La novit apportata dal primo romanzo sveviano nella psiche del personaggio, che, al contrario dei precedenti protagonisti dannunziani, non lineare e coerente: la coscienza diviene un labirinto di tortuosit inestricabili, in cui si intrecciano sogni, velleit, momenti di lucidit, autoinganni, giustificazioni speciose e fittizie, ambivalenze, contraddizioni, ... Pi( che una coscienza contorta, sembrano pi( piani psicologici ad intrecciarsi e a confondersi fra loro.
%e domina il punto di vista del personaggio, non per" l'unico: spesso si introduce nel narrato la voce del Narratore, che, pur non essendo il Narratore onnisciente del romanzo del primo 'ttocento, interviene egualmente nei punti chiave, a giudicare un'azione, a correggere un'affermazione, a smentire un'interpretazione, a smascherare autoinganni e alibi costruiti dal protagonista. La prospettiva del Narratore dotata di una consapevolezza pi( lucida, superiore a $uella del personaggio. )uesta operazione di correzione, smentita e giudizio condotta con implacabile determinazione, tanto che il racconto sembra assumere le vesti di un vero e proprio processo alle menzogne, alle doppiezze del protagonista. # due punti di vista rimangono opposti per tutto il romanzo e ci" rivela l'atteggiamento critico dell'autore nei confronti del suo personaggio.
Senilit (1896)
*edesimo atteggiamento critico mantiene %vevo nei confronti di +milio ,rentani, altra figura di inetto, protagonista di Senilit. +sso si manifesta attraverso i procedimenti impiegati per costruire il discorso narrativo. La focalizzazione per lo pi( sul protagonista, per cui i fatti sono filtrati attraverso la sua coscienza e sono presentati come lui li vede. *a poich- +milio portatore di una falsa coscienza e si costruisce continuamente maschere, alibi, autoinganni, la sua prospettiva deformante, il suo punto di vista inattendibile. .ale inattendibilit viene denunciata dal Narratore fondamentalmente attraverso tre procedimenti: 1. Interventi del Narratore attraverso commenti e giudizi, spesso secchi e taglienti, a smentire e correggere la prospettiva del protagonista. /el romanzo si presentano $uindi due prospettive, $uella di +milio, che mente a se stesso, e $uella del Narratore, che dotato di una lucidit superiore a $uella del personaggio e dall'alto di essa pu" giudicare implacabilmente. !ltre volte invece i giudizi sono affidate a minime sfumature ironiche, ad intrusioni appena percettibili alla voce narrante, che si colgono nell'uso dell'aggettivo, di un avverbio 0e in $uesto c' continuit rispetto agli interventi del *anzoni1. 2. %pesso, dinanzi alle menzogne di +milio, il Narratore tace, non interviene direttamente a smentire per smascherare la falsa prospettiva del personaggio. ,asta il contrasto che si viene a creare tra le mistificazioni di $uest'ultimo e la realt oggettiva, $uale scaturisce dal contesto narrativo. Poich- tale contrasto ha degli effetti ironici e scaturisce dall'oggettivit stessa del montaggio narrativo, pu" esser definito 2ironia oggettiva o implicita3. 3. ! volte il Narratore si limita a registrare il linguaggio di +milio, sia nelle battute del discorso diretto, sia nel discorso indiretto libero. #nfatti il linguaggio di +milio appare stereotipato, come le idee che veicola, zeppo di espressioni enfatiche, melodrammatiche, ad effetto e al tempo stesso banali, che talora sembrano prese di peso dalla letteratura romanzesca di second'ordine. La riproduzione impassibile dello 'stile' di Emilio 0che non pu" in nessun modo essere attribuito al Narratore1 diviene un efficace strumento per denunciare l'angustia dei suoi schemi mentali e dei suoi orizzonti culturali.
La coscienza di Zeno (1923)
/e La coscienza di Zeno, %vevo abbandona lo schema ottocentesco del romanzo raccontato da un narratore estraneo alla vicenda e fa s4 che la sola voce che il lettore immagini di ascoltare sia $uella del nuovo 2inetto3: Zeno 5osini. #nvitato a farlo dal proprio psicanalista, Zeno si cimenta nella stesura di un memoriale, una sorta di confessione autobiografica a scopo terapeutico $uando decide di interrompere la cura, il protagonista scatena l6indignazione del dottor %., il $uale, in una lettera che costituisce la prefazione al romanzo, dichiara la volont di pubblicare lo scritto di Zeno per vendicarsi della truffa subita dallo stesso. L6intero racconto scaturisce dalle parole del protagonista ed il romanzo ha, pertanto, un impianto assolutamente autodiegetio.
#l tema del doppio nella Coscienza di Zeno emerge in modo particolare anche nel rapporto tra l6io narrante e il lettore che sta alla base della struttura del romanzo. &i solito un romanzo scritto in prima persona comporta l6identificazione del lettore con il narratore, la partecipazione di chi legge ai sentimenti, alle razioni ai giudizi di chi scrive. L6io del racconto il centro attorno al $uale tutto si ordina, in un ordine che non possiamo neppure mettere in discussione, perch-, sebbene la nostra libert di lettore resti intatta, il romanziere mira a soggiogarla. La Coscienza di Zeno non il solito romanzo. #l libro l6autobiografia di Zeno, di cui non sappiamo niente che non abbiamo appreso da lui stesso. .uttavia, lungi dal confidarci con lui, dubitiamo ora della sua lucidit, ora della sua buona fede. &ice la verit, vuole ingannarci o si inganna lui stesso7 /oi non ne sappiamo niente. /on riusciamo a giudicare Zeno, non riusciamo neanche a identificarci con lui. +gli rifiuta infatti la complicit che istituisce abitualmente l6uso della prima persona, e si rivolge al lettore come a un testimone che vuole convincere.
*olti sono i brani del romanzo 0in particolare nell'ultimo capitolo, intitolato 8Psico9analisi81 in cui il protagonista9 Narratore dichiara la propria inattendibilit, confessando di aver detto una serie di fatti e di spiegazioni volutamente false:
2#l dottore presta una fede troppo grande anche a $uelle mie benedette confessioni che non vuole restituirmi perch- le riveda. &io mio: +gli non studi" che la medicina e perci" ignora che cosa significhi scrivere in italiano per noi che parliamo e non sappiamo scrivere il dialetto. !na on"essione in isritto # sempre menzognera$ %on ogni nostra parola tosana noi mentiamo& Se egli sapesse ome raontiamo on predilezione tutte le ose per le 'uali a((iamo pronta la "rase e ome evitiamo 'uelle )e i o((lig)ere((ero di riorrere al voa(olario& * proprio os+ )e segliamo dalla nostra vita gli episodi da notarsi$ %i capisce come la nostra vita avrebbe tutt'altro aspetto se fosse detta nel nostro dialetto3.
!ltro brano illuminante sulle procedure adottate dal Narratore, al momento di scegliere e scrivere i ricordi della sua vita
2; cos4 che a forza di correr dietro a $uelle immagini, io le raggiunsi. ,ra so di averle inventate. *a inventare una creazione, non gi una menzogna. Le mie erano delle invenzioni come $uelle della febbre, che camminano per la stanza perch- le vediate da tutti i lati e che poi anche vi toccano. !vevano la solidit, il colore, la petulanza delle cose vive. - "orza di desiderio. io proiettai le immagini. )e non 'erano )e nel mio ervello, nello spazio in cui guardavo, uno spazio di cui sentivo l'aria, la luce ed anche gli angoli contundenti che non mancarono in alcuno spazio per cui io sia passato3.
L6io del romanzo non dun$ue in $uesto caso $uella finestra aperta attraverso la $uale il lettore si introduce nel racconto, ma piuttosto l6affermazione di una singolarit: Zeno non dice ioper con$uistarci insensibilmente alla sua causa, dice io per darsi ragione. Probabilmente, con un umorismo che costituisce una delle maggiori attrattive del racconto, Zeno stesso denuncia la sua doppiezza.
I tempi e i luog)i del romanzo L6insicurezza che si crea cos4 nell6io narrante produce una serie di dubbi e di interrogazioni nel lettore. Pertanto Zeno non pu" condurre ordinatamente la narrazione, seguendo il cosiddetto <tempo oggettivo= del romanzo ottocentesco. #l tempo della narrazione diviene $uindi il tempo interiore della coscienza, un <tempo misto= poich- gli avvenimenti sono sempre alterati dal desiderio del narratore. %ignificativo di come Zeno percepisca la realt in rapporto alla propria nevrosi come la malattia abbia come sola cura possibile un6illusione. )ueste nuove tematiche permeate sulla nevrosi e sul rapporto realt9 coscienza vengono affrontate attraverso nuove strutture narrative. La narrazione non segue pi( il modello ottocentesco, costruito sul resoconto di una vicenda dall6inizio alla fine, secondo un percorso rettilineo che si svolge in progressione cronologica, ma viene adottata la <struttura aperta=: la vicenda si sviluppa seguendo un percorso tematico, affrontando $uestioni diverse legate alla nevrosi del protagonista come la morte del padre, il motivo del fumo o il matrimonio. +venti avvenuti in epoche diverse o contemporanei sono perci" narrati al di fuori della successione, all6interno di un <tempo misto=, proiezione sulla realt della coscienza interiore di Zeno. Le vicende sono probabilmente ambientate a .rieste, citt cara all6autore che fa anche da sfondo alle vicende narrate in Senilit, le descrizioni dei luoghi sono limitate e comun$ue ritraggono una realt distorta e storpiata dagli occhi di Zeno.