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Appunti

Vol. I

Tecniche di orientamento

Mino Testa
INDICE

Introduzione 3

I. La Carta Geografica 5
1.1 La scala 5
1.2 Segni convenzionali e legenda 7
1.3 Curve di livello 9
1.4 Tipi di carte 10
1.5 Misura distanze e dislivelli 13
1.6 Proteggere le mappe 16
1.7 Coordinate e punti cardinali 17
II. La bussola 19
2.1 Declinazione e devianza magnetica 19
2.2 Tipi e caratteristiche 20
2.3 Parti principali 20
III. Luso di carta e bussola 22
3.1 Orientare una carta con la bussola 22
3.2 Cercare con la bussola 23
3.3 Seguire un percorso con la bussola 24
3.4 Fare il punto con la bussola 25
3.5 Con laiuto dellaltimetro 25
IV. Per non perdersi 27
4.1 Quando cala la nebbia 28
4.2 Se si perde il sentiero 28
V. Orientarsi con la natura 30
VI. Nuove tecnologie 33
6.1 Misurare la distanza sul terreno 33
Misure in uso 38

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Introduzione

Oggi molti sentieri sono ben segnalati e accuratamente descritti nelle guide : quindi carte, bussola e
altimetro possono sembrare strumenti superflui. Ma quando la nebbia avvolge le cime, nascondendo
persino cartelli e segni di vernice, solo una certa abitudine alluso di carte e bussola permette di
muoversi senza problemi e in tutta sicurezza.
Una buona capacit di orientamento poi necessaria per muoversi sui sentieri non segnalati (per
fortuna ve ne sono ancora!) e ovviamente durante le escursioni invernali, con gli sci o le racchette,
quando la neve nasconde sentieri e segnavia, indispensabile saper individuare lesatto percorso
con la bussola e le carte, come ben sanno tutti gli sciatori alpinisti. Sarebbe meglio, per, non
attendere la prima escursione sulla neve o larrivo della nebbia per imparare ad usare questi
strumenti.
Lideale abituarsi a leggere le carte innanzitutto durante le escursioni su sentiero e nelle
giornate serene. Ad esempio giunti in un punto panoramico si potr orientare correttamente la carta
cominciando a riconoscere su di essa gli elementi del paesaggio circostante: cime, valloni, paesi e
borgate, boschi e radure, strade e torrenti.
Ci si abituer cos progressivamente a rapportare lambiente reale con la sua rappresentazione
cartografica. Servir innanzitutto molta pratica, ma anche un po di teoria. Questo piccolo manuale
serve proprio a conoscere gli strumenti e i modi per orientarsi nellambiente naturale.
Lobiettivo che tutti imparino ad orientarsi con laiuto di queste notizie di base, di una bussola, di
buone carte, di una buona capacit di osservazione e di unescursione dopo laltra.
Diventando cos capaci di riconoscere sulla mappa ( e ovviamente sul terreno) dove si snoda
litinerario, quanta strada (e di che tipo) resta da fare, quanto dislivello da superare, sapendo in ogni
momento dove ci troviamo e dove vogliamo dirigerci, nonch imparando a determinare la nostra
posizione, a conoscere la direzione da prendere per arrivare a destinazione, a prevedere come sar il
terreno da percorrere.
Lorientamento indispensabile per muoversi nella natura, ma pu diventare anche una vera pratica
sportiva (gare di orienteering sono rivolte a chi trova il percorso pi rapido fra una serie di punti
prefissati riportati su unapposita mappa). Ma anche senza finalit sportive, una buona capacit di
lettura delle carte permetter di immaginare lambiente reale a partire dalla sua rappresentazione sul
foglio di mappa, ovvero si potr immaginare gi a tavolino lambiente di una imminente gita,
semplicemente osservando con attenzione una buona mappa.

Nulla di difficile, comunque: i concetti topografici pi complessi valgono assai poco se non si
comprendono e non si mettono in pratica i pi semplici.

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I
LA CARTA GEOGRAFICA

Una carta, mappa, la rappresentazione grafica ridotta e simbolica di una parte della superficie
terrestre su un piano, ovvero su un foglio di mappa. Si tratta dunque della proiezione di una
porzione di terreno o di montagna con tre dimensioni su un supporto che ne ha solamente due.
In genere si rappresenta il terreno visto dallalto (visione zenitale) ridotto rispetto alle dimensioni
reali. Il grado di riduzione fra la realt e la carta (chiamasi scala) e il tipo di simboli utilizzati
determinano i diversi tipi di carte geografiche: planisferi, carte fisiche, politiche, geologiche, mappe
catastali, carte stradali (queste ultime sono le pi note e spesso sono riunite in atlanti che
riproducono una regione o una nazione).Le rappresentazioni di territori pi piccoli ma con maggiori
dettagli vengono, invece, utilizzate da alpinisti ed escursionisti. Generalmente queste carte
topografiche sono in scala 1:25.000 oppure 1:50.000.Il paragrafo seguente tenter di far
comprendere nel modo pi semplice (tralasciando spiegazioni di problemi complessi quali la
rappresentazione di un corpo sferico, come la Terra, su un piano ) cos la scala.

1.1 La scala

La scala ( 1:25.000 1:100.000 1:500.000 ) indica di quanto stato ridotto il territorio reale per
rappresentarlo sulla carta. Le cifre della scala numerica indicano la proporzione fra realt e
rappresentazione cartografica (il numeratore sempre 1 mentre il denominatore cambia a seconda
della scala).
Il calcolo da farsi molto elementare : una distanza di 1 cm su una carta escursionistica con scala
1:25.000 equivale a 25.000 cm nella realt, ovvero a 250 metri ; 4 cm sulla stessa carta moltiplicati
per 25.000 equivalgono a 100.000 cm nella realt, ovvero 1 Km.
Se invece stiamo utilizzando una carta stradale in scala 1:200.000, una distanza di 1 cm sulla carta
equivarr a 200.000 cm nella realt,ovvero 2 km (mentre 4 cm su tale carta saranno uguali a 8 km
nella realt).
Il concetto ancora pi evidente utilizzando invece della scala numerica la cosiddetta scala grafica
riportata su tutte le mappe. Si tratta di quella linea segmentata disegnata in un angolo della mappa
sulla quale sono riportate anche le effettive lunghezze del terreno, espresse in km (o in metri). In
pratica sufficiente misurare, anche solo con le dita o con carta e penna, la distanza sulla mappa fra
due punti abbastanza vicini di cui vogliamo conoscere la distanza, e affiancare il foglio alla scala
grafica, per sapere immediatamente quanto distano nella realt. Altra alternativa quella di copiare

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la scala grafica sul bordo di un foglio da carta notando che, appoggiandola in qualsiasi punto della
carta, si avr immediatamente la distanza nella realt.

Non temete: in questi casi la prassi molto pi semplice della teoria. Volendo riassumere, ecco una
tabella delle scale pi comuni, con alcuni esempi di distanze:

1:10.000 1 cm sulla carta= 100 m nella realt (1 km= 10 cm sulla carta)


1:25.000 1 cm sulla carta= 250 m nella realt (1 km= 4 cm sulla carta)
1:40.000 1 cm sulla carta= 400 m nella realt (1 km=2,5 cm sulla carta)
1:50.000 1 cm sulla carta=500 m nella realt (1 km=2 cm sulla carta)
1:100.000 .. 1 cm sulla carta=1 km nella realt
1:200.000 .. 1 cm sulla carta=2 km nella realt (1 km= 0,5 cm sulla carta)
Fra queste scale le pi usate e utili per lescursionismo e la montagna sono l 1:25.000 e l1:50.000.
Quest ultima offre minori dettagli (il denominatore della proporzione pi grande) ma una visione
pi ampia del territorio con il vantaggio che occorreranno meno carte per coprire una determinata
zona.
La scala 1:50.000 pu tuttavia essere insufficiente per le nostre necessit, qualora volessimo avere
informazioni pi precise.
Per escursioni su sentieri non segnalati, fuori sentiero o con la neve, meglio scegliere mappe con
scale maggiori (quelle con denominatore pi piccolo come ad es. la scala 1:25.000).
La scala 1:10.000, pur essendo estremamente dettagliata, copre zone troppo ristrette di territorio
obbligando il viaggiatore a munirsi di decine di mappe.

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1.2 Segni convenzionali e legenda

Una carta topografica contiene molte informazioni. Affinch tutte possano essere interpretate
correttamente si deve ricorrere ad un codice fatto di segni convenzionali, ovvero disegni, simboli e
colori, che cercano di rappresentare in qualche modo la realt. Tali simboli sono riportati accanto
alla scala grafica: la legenda, ovvero un lungo elenco di simboli accanto ai quali vi la relativa
spiegazione. Simboli che variano, ma non di molto, da un tipo di carta allaltra, e ovviamente sono
pi numerosi nelle mappe a grande scala, pi dettagliate.
In genere anche i colori hanno un ruolo importante: azzurro per i corsi dacqua (rii, canali, fiumi,
laghi, paludi, ovviamente rappresentati in modi diversi); nero per i toponimi, le linee elettriche, gli
edifici (case, chiese, torri); arancio, giallo o bianco per le strade, a seconda della loro importanza.
Osservare con attenzione la legenda un esercizio utilissimo, specialmente se la mappa di una
casa editrice diversa da quella a cui si abituati. Mentre le legende riportate in pi di una lngua si
riveleranno preziosi microdizionari di termini sempre utili: scoprirete cos come di dice ad
esempio canale in francese, tedesco, inglese, spagnolo (e non avrete problemi trovandovi ad
utilizzare una mappa edita in Svezia o Islanda).

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1.3 Curve di livello

Le carte sono la rappresentazione di un territorio fatto di rilievi e di montagne (tridimensionale), su


supporto cartaceo bidimensionale. La difficolt, dunque, consiste nel riprodurlo in modo preciso e
facilmente leggibile.
I rilievi in genere sono rappresentati con laiuto di sfumature e tratteggi colorati. Nelle carte meno
precise ci si limita allutilizzo di tali espedienti grafici, mentre in quelle pi dettagliate (dall
1:100.000 all 1:10.000) si utilizzano anche le curve di livello o isoipse.
Si tratta di linee immaginarie che uniscono tutti i punti situati ad una stessa quota: la prima di questa
linee coincide con la costa del mare, unaltra curva di livello unisce tutti i punti a quota 100 m,
unaltra ancora per i punti a quota 200 m e cos via. In tal caso diremo che l equidistanza di 100
m. lequidistanza infatti la differenza di quota tra due isoipse contigue ed identifica il dislivello
(non la distanza) tra curva e curva.
Lequidistanza vari a seconda del tipo di carta ed in genere indicata accanto alla scala o nella
legenda, accanto al simbolo delle isoipse. Nelle mappe pi dettagliate (scale 1:25.000)
lequidistanza generalmente 10 o 25 metri, mentre su quelle in scala 1:50.000 di 50 o 100 metri
(ma questultime non servono a molto).
Ogni cinque curve di livello consecutive appare poi un tratto pi marcato e scuro rispetto agli altri,
che si chiama curva direttrice ; in qualche punto del suo tracciato porta scritta una cifra che indica
laltezza che rappresenta (e permette di conoscere di conseguenza la quota delle curve intermedie
contigue).
E abbastanza intuitivo che dove le curve di livello sono pi vicine il terreno pi inclinato, mentre
dove le curve sono pi distanti la pendenza diminuisce. Osservando la figura si capisce il concetto
immaginando di tagliare una montagna con tante fette orizzontali.

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Ci vorr invece di abitudine per immaginare valli e rilievi osservando le curve di livello: una
montagna perfettamente conica sarebbe rappresentata da una serie di curve tonde e concentriche
mentre una valle e un crinale sono entrambi rappresentati da curve a forma di U o di V. la
rappresentazione di un torrente far riconoscere una valle mentre le quote e lo sfumo aiuteranno a
riconoscere il crinale. E uneventuale dolina o depressione del terreno saranno indicate anche da
qualche simbolo per evitare di confonderle con un rilievo.

Ma saranno anche le ombreggiature e gli sfumi che aiuteranno a riconoscere facilmente i diversi
ambienti montani. E sar soprattutto la pratica nella lettura e interpretazione di una carta che
permetter di trasformare le curve di livello, i colori, i simboli in una veritiera visione del terreno.

1.4 Tipi di carte

La maggior parte delle carte topografiche non sono pensate per uso esclusivo dellescursionista o
dellalpinista, ma per soddisfare necessit e utenti differenti.
In Italia la carta base quella realizzata dall IGM, Istituto Geografico Militare, in scala 1:100.000,
1:50.000 e 1:25.000, con tavolette che ricoprono tutto il territorio nazionale. Purtroppo si tratta di
mappe poco aggiornate, piuttosto care, non facili da reperire e di difficile interpretazione perch
monocromatiche.

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Utilizzando come base i validi rilievi dellIGM, alcuni editori privati (Multigraphic, Tabacco)
hanno realizzato buone carte a colori in scala 1:25.000 che riportano anche strade recenti, sfumature
sentieri. Mappe 1:25.000, ma pi spesso 1:50.000, sono state realizzate appositamente da diversi
editori (Tci, istituto Geografico Centrale, kompass, Tabacco, Studio Cartografico Italiano, sezione
del Cai), offrendo rilievi un po pi schematici e la rete dei sentieri. Interessante liniziativa della
regione Emilia Romagna che, in collaborazione con il Cai, ha utilizzato i rilievi effettuati
direttamente dalla Regione per realizzare mappe escursionistiche aggiornate, precise e leggibili, in
scala 1:50.000 con sentieri.

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Purtroppo, ad eccezione di questo interessante caso, non bisogna fidarsi troppo dei sentieri
segnalati riportati sulle mappe, che di rado sono frutto di un effettivo sopraluogo. Di fatto solo in
casi particolari o nelle Dolomiti le mappe prodotte in Italia sono davvero precise e aggiornate.
La situazione migliore al di l del confine, dove la cartografia ufficiale affidata ad appositi enti
statali (non militari), che editano anche le mappe per uso turistico e alpinistico. E il caso dell
Institut gographique national francese, che realizza ottime mappe scala 1:25.000 della serie Top
25, o dellUfficio federale di topografia, che cura le dettagliatissime mappe della Carta Nazionale
della Svizzera, in scala 1:25.000 e 1:50.000 (asai pi precise di molti 1:25.000 nostrani). In Austria
ritroviamo editori privati (Freytag & berndt, Kompass) e gli ottimi fogli dell Alpenvereinskarte.

Carta schematica delle principali linee di cresta.

Accanto alle carte topografiche tradizionali, ci sono poi altre forme di rappresentazione del terreno
che possono risultare comunque utili. Le carte schematiche, utilizzate nelle guide di montagna,
rappresentano le principali creste spartiacque con linee ben tracciate, rinunciando alle curve di
livello: risultano meno precise ma assai facili da interpretare (ottime se affiancate alle mappe
classiche).
I disegni panoramici e le plastigrafie offrono una visione del terreno quasi fotografica, come se
fosse osservato da un punto panoramico determinato.

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Le mappe in rilievo sono rappresentazioni tridimensionali (come un plastico), nelle quali si esagera
la scala verticale rispetto a quella orizzontale, con lobiettivo di accentuare la percezione dei rilievi.
Risulta, per, impossibile piegarle o arrotolarle, e non si possono usare durante le escursioni ma
solo per avere una visione preliminare dei luoghi.

Foto schizzo di una zona.

1.5 Misura distanze e dislivelli

Per misurare le distanze sulle mappe possiamo utilizzare sia la scala grafica sia quella numerica.
Come gi accennato, con la scala grafica sar sufficiente utilizzare una riga, un compasso o un
semplice pezzo di carta.
Con la scala numerica sar indispensabile una riga millimetrata (come quella presente sulle bussole)
e una semplice operazione matematica. In primo luogo si misura sulla carta la distanza che
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vogliamo calcolare, poi la si moltiplica per il denominatore della scala. Es. 4 cm sulla carta in scala
1:25.000 avremo 4 cm x 25.000 = 100.000 cm = 1.000 m = 1 Km.
In realt raramente le distanze da misurare sono linee rette, per cui si pu usare una cordicella o un
morbido filo di ferro che si adatter alle curve dellitinerario e la cui lunghezza si potr misurare
raddrizzandolo.
Per maggiore comodit e precisione nella misurazione c il curvimetro, apparecchietto poco
costoso costituito da una piccola ruota collegata con un ingranaggio a una lancetta che gira su un
quadrante con differenti scale. Per ridurre gli errori conveniente passare pi volte il curvimetro
sullitinerario da misurare ( attenzione !!!! nessuna mappa riporta tutte le svolte di un ripido sentiero
a tornanti e quindi un percorso in montagna sar pi lungo di quello indicato dal curvimetro).

Foto altimetrico di un itinerario.

Curvimetro.

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Per avere unidea dei dislivelli da superare in un trekking si potr poi disegnare un profilo
altimetrico del percorso. Per ottenerlo :
1. individuare sulla mappa le quote dei punti pi bassi che si toccheranno a fondovalle e quelle
dei colli o cime da superare e la distanza tra loro;
2. riportare tali punti su foglio, utilizzando lasse orizzontale per le distanze e quello verticale
per le quote;
3. unire i diversi punti fino ad ottenere una linea spezzata a saliscendi corrispondente, con
molta approssimazione, a quella da affrontare sul terreno.

La precisione del profilo altimetrico si otterr riportando quote e distanze di un maggior numero di
punti intermedi toccati nellitinerario (baite, alpeggi, laghi).
Bisogna notare che la distanza reale che si percorre sui terreni in pendenza maggiore della
distanza rilevata sulla carta (distanza planimetrica). La distanza reale si ottiene applicando il
Teorema di Pitagora al triangolo formato dalla distanza planimetrica e dal dislivello (vedi figura).

Volendo si pu anche conoscere la pendenza dei terreni su cui ci si dovr muovere. In tal caso si
misura sulla mappa la distanza e il dislivello fra due punti del pendio e si applica la formula:

dislivello (metri) x 100


Pendenza in percentuale = _____________________________
Distanza (metri)

Linclinazione del terreno si pu ricavare anche dalla distanza fra le curve di livello, con un calcolo
leggermente pi complesso che deve tenere conto di scala ed equidistanza. A titolo indicativo
ricordiamo che in una carta scala 1:50.000 con equidistanza di 50 m, dove le curve di livello distano
tra loro di 4 mm, linclinazione del terreno del 25% (circa 14), mentre dove distano di 1 mm la
pendenza di 45, cio del 100%.

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La pendenza, infatti, si pu esprimere anche in gradi, ma il suo calcolo a partire dalla percentuale
piuttosto complicato. Ci limitiamo a dare alcune equivalenze:
5 gradi = 8,7 %
10 gradi = 17,6 %
15 gradi = 26,8 %
20 gradi = 36,4 %
30 gradi = 57,7 %
45 gradi = 100 %
60 gradi = 173,2 %

1.6 Proteggere le mappe.

Alcune mappe sono fornite di una busta di protezione, ma molte ne sono sprovviste. Questultime
vanno salvaguardate con una borsa o una busta trasparente. Solo cos si potr conservare pi a
lungo la carta preservandola da qualsiasi imprevisto e dalle intemperie.

Borsa porta carte.

In commercio si trovano borse porta-mappe che non solo proteggono le carte ma permettono anche
di portarle appese durante lescursione o sul manubrio della bicicletta. Hanno, inoltre, una faccia
trasparente per tenere in vista la parte di carta da consultare, evitando di esporla agli elementi
avversi (impregnare le carte con prodotti che proteggono dallumidit ha un effetto minimo e di
breve durata).

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Molto carte vengono fornite gi piegate, alcune arrotolate e senza pieghe. E importante dare una
piegatura corretta alle carte per un facile utilizzo e una buona conservazione: le pieghe, infatti,
costituiscono il vero punto debole che conviene rinforzare preventivamente con un nastro adesivo.
Anche un apparecchio per fotocopie risulter utile nelluso delle mappe: si potranno fotocopiare le
mappe e tenere in salvo loriginale. Le mappe fotocopiate potranno essere ingrandite o ridotte a
seconda delle esigenze; in tal caso si deve ricordare che la scala numerica cambier con la
fotocopia. Per evitare questo inconveniente si pu disegnare in un angolo dalloriginale una piccola
scala grafica, che rester ridotta o ampliata nelle stesse proporzioni.

1.7 Coordinate e punti cardinali

Per situare o identificare un punto sulla carta si ricorre alle coordinate.


La Terra - che di fatto una sfera che ruota intorno allasse passante per i Poli - stata divisa
convenzionalmente in meridiani, i massimi circoli che passano per i due Poli, e paralleli, ovvero i
cerchi - appunto paralleli fra loro - definiti da piani perpendicolari allasse di rotazione.
I paralleli permettono di determinare la latitudine, che viene misurata in gradi rispetto al parallelo
massimo, ovvero allEquatore, che divide la Terra nei due emisferi, Nord e Sud.
I meridiani invece permettono di determinare la longitudine, che si esprime in gradi rispetto al
meridiano di riferimento, quello che passa per losservatorio di Greenwich.
Ogni punto della superficie terrestre risulta quindi determinato dallincrocio di un meridiano e di un
parallelo, a cui corrisponde un valore di latitudine (nord o sud) e di longitudine (est o ovest rispetto
al meridiano di Greenwich).
Per maggior precisione ogni grado (di latitudine o longitudine) suddiviso in minuti e secondi (1
grado = 60 minuti; i minuto = 60 secondi).
Bisogna dire che nellescursionismo e nellalpinismo praticamente non vengono utilizzate le
coordinate (a meno che non si abbia un Gps); inoltre solo le carte pi precise o di derivazione
militare riportano i dati di latitudine e longitudine sul bordo del foglio, a cui si aggiunge il
reticolato chilometrico nella proiezione conforme Universale Traversa di Mercatore - sistema
UTM, che definisce quadrati di 1 km di lato sul terreno.
Invece fondamentale conoscere i punti cardinali, e sapere che - per convenzione - ogni carta viene
stampata sempre con il Nord verso lalto: di conseguenza, osservando una qualsiasi mappa, avremo
il Sud in basso, lEst a destra, lOvest a sinistra.

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Solo certi schizzi e carte schematiche inserite in guide o manuali possono essere orientate in modo
diverso: in tal caso ci dovr comunque essere un evidente simbolo che rappresenta il Nord, per
poterla orientare correttamente.
Ma a questo punto una bussola diventa indispensabile per continuare.

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II
LA BUSSOLA

La bussola uno strumento basilare per lorientamento, inventata in epoche remotissime, forse dai
cinesi. Nella sua forma pi semplice costituita da un ago magnetico appoggiato su un perno (o
sospeso ad una corda) e libero di ruotare: per effetto del campo magnetico terrestre lago si dispone
sempre in direzione Nord- Sud, indicando il Nord magnetico.
Perfezionata dai navigatori di Amalfi intorno al XII secolo, la bussola si progressivamente evoluta
ed stata adattata ai diversi usi. Ma il principio rimasto immutato. Per un uso amatoriale quindi
sufficiente una semplice bussola tascabile con la rosa dei venti, o la ruota graduata che indica i punti
cardinali (Nord, Est, Sud, Ovest). Facendo coincidere il Nord con la parte colorata dellago
magnetico, si sapr la posizione dei punti cardinali e si potr orientare qualsiasi mappa.
Ma prima di utilizzare insieme questi due strumenti, utile conoscere qualche altro concetto.

2.1 Declinazione e devianza magnetica

Lago della bussola non si dirige verso il Nord geografico, ma verso il Nord magnetico. Poich le
carte sono basate sul Nord geografico (dove passa lasse di rotazione della Terra e convergono i
meridiani), bisogna tenere conto delle differenza tra il nord geografico e quello magnetico, chiamata
declinazione magnetica.
Poich la declinazione magnetica non costante, ma cambia nei differenti luoghi del nostro pianeta,
generalmente viene indicata sulle mappe: in alcuni casi con un disegno schematico facile da
interpretare, in altri con lindicazione in gradi della declinazione, a cui viene aggiunto lepoca della
rilevazione e il. cambiamento annuo previsto (la declinazione magnetica varia infatti, sia pure con
valori minimi, nel corso del. tempo).
Va detto che nel nostro paese e sulle Alpi la declinazione magnetica non supera i 2 Ovest, e risulta
quindi irrilevante ai fini dellorientamento (un errore di un grado ci fuorvia di 90 metri per
chilometro). Mentre deve essere tenuta in considerazione da chi effettua rilevamenti di precisione, e
nella definizione delle rotte. su grandi distanze, come nella navigazione marittima, aerea, o terrestre
su grandi spazi, dove un piccolo errore pu portare a molti chilometri di distanza dallobiettivo.
Molta pi attenzione si dovr invece fare, soprattutto in montagna e nei trritori fortemente
antropizzati, alla deviazione magnetica.
Lago della bussola funziona come una calamita, per questo viene influenzato non solo al
magnetismo della Terra, ma anche da qualsiasi altro campo magnetico o elettromagnetico, e da

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oggetti che contengano metalli magnetici. Si dovranno quindi fare le misurazioni lontano da altre
bussole, linee elettriche (soprattutto ad alta tensione), automobili, oggetti metallici (fibbie, coltelli,
ecc.).

2.2 Tipi e caratteristiche

La bussola per lescursionismo deve essere semplice, compatta, leggera e sufficientemente robusta.
Deve possedere un ago chiaramente visibile e che non oscilli troppo durante il. cammino: il.
compartimento dove alloggia lago in genere stagno e saturo di un liquido (olio o acqua), per
evitare che lago oscilli, generando letture confuse.
Alcune bussole sono fornite di funzioni complementari che aumentano il prezzo e il peso: bolla di
livello, specchio, inclinometro, correzione o aggiustamento della declinazione. Nessuna realmente
essenziale, anche se va detto che le misurazioni offerte da una bussola goniometrica, dotata di
mirino e specchio inclinabile, sono assai precise: ma luso di questo strumento richiede una pratica
che meglio assumere partendo da strumenti pi semplici.
Ideale risulta allora, per cominciare (ma non solo), una bussola da orienteering. Si tratta di uno
strumento economico, leggero ma robusto, realizzato in materiale plastico trasparente: assai sottile,
sta comodamente in tasca o nella busta porta-carte. Comunque ci vorr un po di attenzione per non
danneggiarla: proteggetela dai colpi, e tenetela lontana da altre bussole, magneti e apparecchiature
elettriche o elettroniche, che possono alterarne la polarit.

2.3 Parti principali

Una bussola da orientamento costituita da una base piatta di plastica trasparente, di forma
rettangolare: i bordi diritti e dotati di una scala millimetrata facilitano le misurazione e la tracciatura
di percorsi sulla carta. Alcuni modelli incorporano una piccola lente di ingrandimento, utile per
osservare particolari delle mappe. Sulla base riportata anche la freccia di direzione che si user per
seguire la rotta. Poi ovviamente sopra la base c labitacolo circolare al cui interno si trova
alloggiato lago magnetico, perfettamente isolato e immerso in una soluzione viscosa. Labitacolo
girevole, con intorno un anello graduato da O a 360 gradi (gli O gradi coincidono con il Nord, i 90
coincidono con lEst, i 180 con il Sud, i 2700 con lOvest); nella parte inferiore dellabitacolo
girevole disegnata unaltra evidente freccia, coincidente con il Nord, e una serie di linee parallele,
che, analogamente alla freccia del nord, servono per far coincidere labitacolo girevole della bussola

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con i meridiani (ovvero le linee verticali) riportati sulle mappe. Lago magnetico ha almeno una
met colorata (in genere di rosso), che indica il Nord magnetico.

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III
LUSO DI CARTA E BUSSOLA

Di fatto possibile, con una adeguata interpretazione del terreno e una buona capacit di
orientamento, muoversi utilizzando solo le mappe, senza bisogno della bussola.
Con buona visibilit e conoscendo almeno qualche punto del territorio circostante, si pu orientare
correttamente la mappa. Per farlo si dovranno individuare nel. paesaggio alcuni punti caratteristici,
che servano da riferimento (cime note, borgate, valloni); poi bisogner identificare gli stessi
elementi sulla carta e, ponendola il pi orizzontale possibile sopra il suolo, bisogner girarla fino ad
allinearla con i suoi equivalenti reali sul terreno. Per poter leggere comodamente i toponimi saremo
quindi noi che dovremo modificare la nostra posizione in accordo con lorientamento della carta, e
non il contrario.
Tutto ci vale quando la visibilit buona: ma appena salgono le nebbie, o cala la notte, la carta da
sola si rivela insufficiente, e giunge il momento di utilizzare anche la bussola. Uno strumento che,
detto fra parentesi, da solo e senza le mappe, risulta di scarsa utilit.
Dunque quel che conta davyero nellorientamento luso combinato dei due strumenti, senza
dimenticare di tenere sempre orizzontale la bussola.

3.1 Orientare una carta con la bussola

Di fatto si tratta di unoperazione pi semplice da fare che da descrivere: sufficiente appoggiare la


bussola su un bordo laterale delta carta tenendola orizzontale, e ruotare la mappa finch lago risulta
parallelo al bordo: la parte rossa deve indicare la parte superiore della mappa, ovvero il Nord (un
errore banale pu essere proprio quello di orientare la mappa al contrario, scambiando il nord con il
sud).
Volendo avere un orientamento rapidissimo comunque sufficiente individuare il nord con la
bussola., e poi disporre la mappa, sempre in piano, con la parte superiore rivolta a nord.

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Schema di orientamento della carta con la bussola.

3.2 Cercare con la bussola

Un primo interessante esercizio sar quello di individuare un elemento del paesaggio con laiuto
della bussola, ad esempio una cima osservando il paesaggio da una borgata. Innanzitutto si cercano
sulla mappa la borgata e la cima che si vuole individuare; quindi si appoggia la bussola sulla mappa,
con il bordo pi lungo parallelo alla linea che unisce i due punti (anche senza usare una matita per
tracciarla); quindi si, fa ruotare la ghiera dellabitacolo girevole (tenendo ferma la base sulla carta),
finch la freccia del nord non indica anchessa il nord della carta: la freccia e le linee parallele sotto
labitacolo dovranno essere parallele ai bordi laterali della mappa e ai meridiani, se sono tracciati. A
questo punto, anche senza la mappa, si dovr far girare lentamente la bussola, tenendola sul palmo
della mano (senza spostare pi la ghiera), finch lago rosso non coincider con la sottostante

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freccia del nord: a questo punto sar sufficiente guardare nella direzione indicata dalla freccia di
direzione (quella netta parte anteriore della base della bussola) per individuare la cima cercata.
Una indicazione ancora pi precisa sar fornita da una bussola goniometrica: portando la bussola
allaltezza dellocchio e guardando attraverso il mirino, bisogner girare su se stessi finch lago
visibile nello specchio non coincider con langolo (fra il Nord, ovvero O gradi, e la cima cercata)
precedentemente individuato sulla mappa.

3.3 Seguire un percorso con la bussola

Il passo successivo quello di seguire un dato percorso (ovvero una certa direzione) con laiuto
della bussola: un esercizio apparentemente inutile in una bella giornata, ma che si riveler utilissimo
in caso di nebbia.
Per cominciare meglio scegliere sulla mappa un punto raggiungibile con un tracciato abbastanza
rettilineo, con o senza sentiero. Innanzitutto si appoggia il bordo pi lungo della bussola sulla linea
che unisce il punto in cui ci troviamo e quello da raggiungere. Poi, come nel caso precedente, si fa
ruotare labitacolo finch la freccia del nord non risulta parallela al meridiano pi vicino (o al bordo
laterale della mappa), e quindi coincide con il nord della mappa. A questo punto si posa la carta, e si
ruota su se stessi tenendo la bussola, sul palmo della mano, finch lago rosso non coincide con la
freccia del nord: ora la freccia di direzione indica proprio la direzione da seguire.
Comunque sar bene memorizzare langolo indicato dalla ghiera della bussola, che riporta la
direzione di marcia espressa in gradi (rispetto ai nord): se inavvertitamente durante la marcia si
dovesse spostare la ghiera, si potr ovviare facilmente.
Ora si pu cominciare a camminare, ovviamente nella direzione indicata dalla freccia, e
controllando ogni tanto che lago magnetico continui a coincidere con la freccia del nord.
Con buona visibilit si potr individuare un elemento ben visibile del paesaggio situato nella
direzione prescelta, e puntare verso di esso.
Oppure si pu chiedere a un compagno di gita di mettersi davanti a noi a qualche decina di metri di
distanza, nella direzione indicata dalla freccia, in modo che faccia da segnavia, indicandogli
eventuali spostamenti di rotta suggeriti dalla bussola (tecnica utile in caso di fitta nebbia).
Per seguire un itinerario che prevede nette svolte, si deve invece suddividere il percorso in tratti
rettilinei, con laiuto di una matita, misurandone la lunghezza sulla mappa. Poi si comincia a
camminare nella prima direzione (misurando a passi la distanza), fino al primo punto intermedio;
quindi si stabilisce con a bussola la seconda direzione, e cos via. Indubbiamente meglio
individuare punti intermedi riconoscibili facilmente sul terreno, come una baita, un rio, un rilievo.

24
La stessa tecnica si pu utilizzare per aggirare un ostacolo imprevisto, come un torrente difficile da
attraversare o un nevaio.

3.4 Fare il punto con la bussola

Un po pi complessa risulta la determinazione del. punto in cui ci si trova, se sconosciuto,


facendo riferimento a due o pi punti noti (cime, paesi). In pratica si tratta di fare per due volte
unoperazione inversa alle precedenti (e in questo caso una bussola goniometrica facilita le cose).
Conviene in primo luogo orientare la mappa. Poi si punta la freccia di direzione sul primo punto di
riferimento, e si fa girare (a ghiera per farla coincidere con la freccia del nord; individuato cos
langolo, si appoggia la bussola sulla carta, con un lato che passa per il toponimo di riferimento, e si
traccia una linea con la matita. Si ripete loperazione con un altro punto, meglio se opportunamente
angolato rispetto al primo, e si traccia una seconda linea. La nostra posizione nel punto di
intersezione delle due linee.
Per una verifica pi precisa sarebbe tuttavia opportuno disporre di un altimetro.

3.5 Con laiuto dellaltimetro

Laltimetro un barometro tascabile che misura la pressione atmosferica, ma al contempo permette


di conoscere la quota a cui ci si trova. Infatti laltimetro si basa sul principio che, in circostanze
atmosferiche normali la pressione diminuisce con laltezza: quindi lo strumento permette di
conoscere la quota con notevole precisione (purch la pressione, e quindi le condizioni atmosferiche
siano stabili).
Laltimetro provvisto di due scale graduate: una indica la pressione atmosferica, laltra laltezza:
tale scala riportata su una ghiera girevole, per poter regolare lo strumento in caso di variazioni
delle condizioni atmosferiche, mentre quella che indica la pressione fissa. La posizione dellago
quindi permette di conoscere la quota (in condizioni meteo stabili), oppure levoluzione
meteorologica (a parit di quota).
In giornate di clima variabile sar necessario tarare lo strumento ogni volta che si raggiunge un
punto con quota nota.
Fornendo un dato preciso sulla quota, laltimetro risulta utile per individuare, insieme alla bussola e
alla carta, la propria posizione. Per esempio, se ci si trova su un certo crinale, ma senza sapere
esattamente in che punto, laltimetro fornisce la quota, facilmente individuabile sulla mappa grazie
alle curve di livello. Analogamente si potr trovare la propria posizione sul fondo di un vallone,

25
mentre su terreni poco rilevati o pianeggianti laltimetro non fornisce elementi utili
allorientamento.
Attualmente esistono in commercio interessanti orologi multifunzione, che incorporano laltimetro
e permettono di rilevare dislivelli parziali e tempi di percorrenza: ma risultano davvero utili solo se
forniscono quote con unapprossimazione di 10 - 20 metri (analoga allequidistanza sulle mappe
scala 1:25.000).

26
IV
PER NON PERDERSI

Bussola, carta e altimetro diventano davvero indispensabili quando ci si perde. Ma il loro costante
utilizzo render assai remota questa ipotesi.
Innanzitutto sar utile studiare attentamente i percorsi prima di mettersi in cammino, soprattutto se
la montagna o la valle ci sconosciuta.
In primo luogo occorre verificare se esistono limitazioni alla visita, e se sono necessari permessi.
Poi si dovr verificare, litinerario sulle mappe, osservando attentamente la morfologia del terreno:
occhio ai torrenti da guadare, ai nevai, alle zone paludose (spesso indicate sulle mappe).
Quindi si calcolano con attenzione i tempi di percorrenza. In genere si possono prevedere 4 km/ora
su terreno pianeggiante senza ostacoli, 300 metri di dislivello allora su sentieri in salita, e 400-500
m di dislivello allora in discesa, a cui bisogna aggiungere brevi soste durante il cammino. Ma i
tempi cambiano a seconda del peso dello zaino, e della presenza di ostacoli non prevedibili
(acquitrini, guadi difficili). Conviene verificare i tempi anche se si utilizza una guida che descrive il
percorso, poich talvolta gli autori calcolano tempi troppo stretti.
Sar anche utile disegnare il profilo altimetrico del percorso, e individuare i punti di pernottamento
(rifugi,alberghi, posti tappa) o per il bivacco (la tenda rende gli zaini pi pesanti, ma rende pi liberi
nella scelta del luogo di pernottamento).
Inoltre conviene individuare alcuni itinerari di fuga verso i centri abitati, in caso di brutto tempo o
altri inconvenienti.
Una discreta elasticit nella gestione dellitinerario fondamentale: nessuno ci obbliga a
raggiungere una determinata meta.
Daltra parte utile avere un programma minimo del percorso, che sar importante comunicare a
qualche amico (ma occhio ai parenti troppo apprensivi), indicando il tracciato indicativo, le vie di
fuga previste, il giorno in cui si pensa di arrivare, e quanto tempo far passare prima di mettersi in
allarme: se per caso dovesse capitare un incidente ci aiuter i soccorritori.
Utile lasciare anche un programma del genere sul parabrezza dellauto, soprattutto se si effettua un
itinerario di pi giorni: gli abitanti del paese potrebbero allarmarsi senza motivo vedendo unauto
sconosciuta ferma per diversi giorni.

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4.1 Quando cala la nebbia

Le nozioni di orientamento saranno utili soprattutto in caso di nebbia, o quando ci si trova fra 1e
nuvole che spesso avvolgono le montagne.
Appena ci si accorge del sopraggiungere delle nuvole, necessario fare il punto. Ovvero bisogna
capire esattamente dove ci si trova, usando la mappa ed eventualmente la bussola. Inoltre va
verificata la taratura dellaltimetro, assai utile in queste situazioni.
Se si sta effettuando una gita di giornata che prevede il ritorno sul percorso di salita, e il sentiero
non ben segnalato, la scelta pi saggia fare dietro-front, ripercorrendo litinerario effettuato in
salita. Ma se si sta effettuando un itinerario ad anello o di traversata, e il ritorno sul percorso gi
fatto molto pi lungo di quello che resta da percorrere, bisogna prepararsi a cercare litinerario
con laiuto di bussola e mappe.
Sulla mappa si individua la direzione prevalente del. sentiero, e le successive svolte importanti. Poi
si riporta la direzione sulla bussola da orienteering (vedi il paragrafo seguire un percorso con la
bussola), e si riprende il. cammino sul sentiero, tenendo docchio i segnavia e la rotta indicata dalla
freccia di direzione della bussola.
Limportante non perdere mai il. sentiero, controllando sulla mappa ogni riferimento utile
(attraversamento di un rio, case, piloni votivi) per verificare di essere sul percorso giusto. Se la
nebbia si fa particolarmente fitta, meglio fermarsi attendendo una schiarita, piuttosto che uscire
dal sentiero: ritrovarlo, anche con una schiarita, sarebbe molto pi difficile.
Un altro accorgimento utile, con scarsa visibilit, la rotta per errore. Per raggiungere un
determinato punto (ponte, passaggio obbligato) non si punta direttamente ad esso seguendo la rotta
indicata dalla bussola: la rotta infatti pu essere leggermente sbagliata, ma non ci permette di capire
se siamo troppo a destra o a sinistra del punto cercato. Si sceglie allora una direzione volutamente
un po sbagliata (sapendo da che parte lerrore), invece di puntare direttamente sullobiettivo. Ad
esempio dovendo raggiungere un ponte, si va deliberatamente un poco a monte di esso, fino a
raggiungere il torrente: seguendone il corso si sar certi, o quasi, di trovare il ponte anche nella
nebbia.

4.2 Se si perde il sentiero

Nonostante tutti questi accorgimenti, con nebbia fitta pu capitare di perdere il sentiero o
lorientamento.

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Appena si ha limpressione di aver perso la traccia, indispensabile fermarsi: continuare a
camminare nella speranza di ritrovarla sarebbe un grosso errore.
Ovviamente necessario mantenere la calma, visto che non sta accadendo nulla di grave, e armarsi
di pazienza.
Poi si mette in atto un semplice accorgimento: una persona del gruppo resta ferma, mentre gli altri
cercano nei dintorni un segnavia, un punto noto, o tracce evidenti del sentiero, ma ritornando
sempre- dopo ogni sopralluogo - dallescursionista rimasto fermo,che potr farsi individuare con la
voce. Si comincer a cercare il sentiero nella direzione da cui si proviene (gi nota), poi si
allargher la ricerca a qualche punto (baita, alpeggio) indicato sulla mappa. In questo modo si
certi di effettuare una esplorazione accurata e a tappeto, disponendo sempre di un punto di
riferimento a cui tornare (invece cercando il sentiero in modo caotico si rischia di non trovarlo, e
dopo un po non si capir pi nulla).
Se si sta effettuando un itinerario senza sentiero o segnavia, la ricerca della rotta evidentemente
pi difficile: ma in tal caso si potr cercare di ritornare indietro verso un punto gi noto e
riconoscibile, oppure utilizzare come riferimento dei tracciati (ruscelli, sentieri) riportati sulle
mappe e pi o meno paralleli a nostro itinerario: imbattendoci in essi si potr recuperare
lorientamento, e ritrovare la retta via.
Si dovranno anche evitare certi errori comuni.: seguire un corso dacqua pu portare in boscaglie
impenetrabili; scendere su certi terreni pu portare a salti di roccia o a pendii troppo ripidi;
camminare troppo pu portare a un inutile dispendio di energie .
Se, nonostante tutto, si avvicina la notte, si deve trascurare la ricerca della rotta, per individuare un
punto adatto al pernottamento: una baita, un ricovero dalpeggio, una cavit un po riparata dal
vento e dalla pioggia. I pericoli sono ora il freddo (soprattutto con il vento) e la sete: ma lacqua non
difficile da trovare in montagna, mentre si riveler utilissimo un fornellino, un po di cibo
avanzato, una calda giacca a vento di piumino...
Se pensate che qualcuno sia alla vostra ricerca lanciate il segnale di chiamata di soccorso: ripetete 6
volte in un minuto un segnale ottico o acustico (ideale il fischietto), attendete un minuto, e ripetetelo
(il messaggio di risposta prevede 3 segnali in un minuto).
Invece non fidatevi troppo dei telefoni portatili: la rete dei ripetitori trascura le zone poco abitate,
come quelle di montagna, e solo alcune aree alpine (in genere nei pressi delle stazioni di sci) sono
ben coperte dal segnale.

29
V
ORIENTARSI CON LA NATURA

Ai giorni nostri lorientamento con sistemi naturali praticato pi per gioco che per vera utilit: i
risultati infatti sono imprecisi, mentre necessaria buona visibilit e una notevole esperienza.
Ci sempre stato detto che il sole sorge ad Est e cala a Ovest, per questa solo una mezza verit:
infatti il sole sorge esattamente a Est e cala a Ovest solamente due giorni allanno, negli equinozi di
primavera e autunno. A partire dal 21 marzo inizia una deviazione progressiva verso il Nord, fino al
so1sizio destate (22 giugno) quando il sole sorge a Nord-Est e tramonta a Nord-Ovest. Quindi
torna verso la sua posizione normale, che raggiunge il 23 settembre. E il medesimo processo, per
verso Sud, lo compie fino al 25 dicembre, quando sorge a Sud-Est.

Per quanto riguarda il Sud, il sole lo indica esattamente soltanto a mezzogiorno; ma destate molto
alto e non facile localizzare il Sud: comunque, spalle al sole, la nostra ombra segner il Nord.
Destate inoltre non bisogna dimenticare lora legale, diversa da quella solare.
Tenendo conto di ci, con un orologio possibile orientarsi. Si pone lorologio in orizzontale,
puntando la lancetta corta fino al punto sullorizzonte che sta direttamente sotto il sole; il Sud sar

30
sulla bisettrice dellangolo formato dalla lancetta oraria con la linea delle dodici in punto, il Nord
sar sul prolungamento di questa direzione ma sul lato opposto del centro dellorologio.
Invece non bisogna fidarsi di muffe e muschi sugli alberi, che secondo una diffusa opinione
indicherebbero il Nord: pi probabile infatti che crescano dal lato pi umido o freddo, che non
necessariamente coincide col Nord.
Divagando dallorientamento, esiste un interessante metodo per sapere quante ore di luce restano al
cader della sera, a seconda del punto in cui ci troviamo (il tramonto del sole arriver prima se ci si
trova sul fondo di una gota, rispetto a chi sia invece su una cresta). Si deve stendere completamente
il braccio sinistro orizzontalmente di fronte a noi, il pollice allins, le altre dita stese
orizzontalmente e congiunte. Si muove il braccio disteso fino a situare il sole nellangolo retto
formato da pollice e palmo. Usando le dita come unit di misura, si contano quante dita starebbero
fino al punto dellorizzonte dove scomparir il sole: ogni dito equivale approssimativamente a un
quarto dora di luce.

Calcolo della luce che resta.

Di notte laiuto allorientamento verr da una stella e dalla Luna.


Infatti la Stella Polare indica il Nord, ed facile individuarla; lultima stella del timone del Piccolo
Carro (o Orsa Minore), e pu essere individuata anche a partire dal Gran Carro: in tal caso si
prolunga di cinque volte la linea che unisce le due ultime stelle del carro, in un settore quasi vuoto
di stelle: l si incontra la Stella Polare, accompagnata dalle altre stelle dellOrsa Minore.
Infine anche la Luna pu aiutare a trovare lEst e lOvest: sapendo che la luna crescente ha la forma
della D e quella calante a forma di C si applicher il detto popolare Luna crescente, gobba a
ponente; Luna calante gobba a levante.

31
32
VI
NUOVE TECNOLOGIE

6.1 Misurare la distanza sul terreno

In alcune occasioni pu essere necessario conoscere con esattezza i chilometri percorsi in


unescursione. Per pura curiosit, oppure per la necessit di avere un dato estremamente preciso, da
riportare in una pubblicazione o per utilizzare litinerario in concorsi o competizioni. I mezzi
utilizzabili sono diversi.
Innanzitutto, se litinerario percorribile in mountain bike (in sella o accompagnandola a mano, ma
senza portarla in spalla), si potr utilizzare il contachilometri della bici.
Oppure si pu usare il contapassi (pedometer in inglese), un apparecchio poco costoso (sui 30,00
euro), di peso limitato e piccole dimensioni (poco pi grande di un orologio da polso), che si
colloca sulla cintura con una pinza o clip.
Il contapassi, come dice il nome stesso, contiene un dispositivo a pendolo che conta i passi del
camminatore su qualsiasi percorso. I modelli pi semplici forniscono solo il numero dei passi,
mentre altri, poco pi costosi, forniscono in una finestrella dati come le calorie consumate e la
distanza percorsa in metri o in chilometri.
Ma per avere questo dato bisogna prima calcolare la lunghezza in centimetri del passo di chi
effettua il rilevamento.
Per ottenerlo si dovr percorrere una distanza esattamente determinata contando il numero di passi
che si fanno: un buon metodo camminare per un paio di chilometri sul margine di una strada che
abbia segnalazioni ogni 100 metri, a(la nostra velocit normale di crociera, contando attentamente
i passi (fare questo in pochi metri, in casa od in giardino, porta a risultati errati).
Purtroppo la lunghezza del passo cambia e di molto a seconda della pendenza, del tipo di terreno,
della stanchezza, degli ostacoli naturali. Per avere risultati attendibili bisognerebbe misurare la
lunghezza del passo nelle diverse situazioni, suddividere il percorso in tratti omogenei e poi,
durante la marcia, mantenere unandatura il pi possibile regolare per ogni situazione (e alla fine
calcolare i dati nei diversi tratti).
Decisamente pi precise le informazioni ottenute con il misuratore stradale (trumeter), uno
strumento ingombrante e costoso utilizzato da geometri e professionisti. Si tratta di una ruota,
generalmente di un metro di circonferenza, provvista di un contagiri e di un manico che permette di
farla ruotare mentre si avanza lungo il. per- corso: la ruota aziona un specie di contachilometri assai
preciso, con capacit fino a 9999 metri e due cifre per i centimetri. Ma questo strumento non

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adatto ai terreni pi accidentati: visti i costi (tra i 150 e 350 euro) e le modalit di funzionamento,
analoghe al contachilometri della mtb, risulta sicuramente pi divertente effettuare 1e stesse
misurazioni in sella!

6.2 Fotografia aerea

Ormai tutto il territorio stato rilevato con fotografie aeree, strumento basilare per la realizzazione
delle carte topografiche.
Per alcune zone anche possibile ottenere copie delle foto aeree, che si configurano come un bel
complemento della cartografia normale.
Esteticamente infatti sono molto interessanti, ma richiedono comunque di essere affiancate a una
normale mappa, possibilmente alla stessa scala (ottenuta con laiuto di una fotocopiatrice). Le foto
aeree infatti non riportano toponimi e altre informazioni di questo tipo, e solo un occhio allenato
riesce a individuare con precisione le localit. Inoltre alcune riprese aeree sono state effettuate nei
mesi estivi, ed eventuali sentieri nei boschi risultano assolutamente invisibili (in quei casi
comunque non si troveranno indicati nemmeno nelle mappe ricavate da tali rilievi).
Dunque si tratta di un prodotto utile a chi vuole approfondire fin nei minimi dettagli la conoscenza
di zone piuttosto ristrette e che si frequentano abitualmente, prima di cercare sul terreno percorsi
inediti, raccordi dimenticati fra i sentieri, e cos via.

6.3 GPS GLOBAL POSITIONING SYSTEM

Purtroppo le innovazioni tecnologiche vengono spesso dal mondo militare. Cos durante la Guerra
del Golfo stato sperimentato per la prima volta in operazioni di guerra il GPS (Global Positioning
System): ovvero un sistema di radioposizionamento che permette di individuare con estrema
precisione la propria posizione sulla superficie terrestre.
Il procedimento si basa su appositi ricevitori (detti appunto Gps) che elaborano segnali a 1575 MHz
che ricevono da un sistema di satelliti artificiali: le informazioni inviate dai satelliti permettono ai
Gps di fornire allutilizzatore dati precisi della propria posizione, longitudine, latitudine, altitudine.
Il. sistema stato avviato nel 1973 dagli Stati Uniti, dopo una decina danni di studi e con
finanziamenti del Ministero della Difesa: chiamato inizialmente Navstar, durante la Guerra del
Golfo ha visto in azione 16 satelliti artificiali, che inviavano i loro dati a 5500 Gps in dotazione alle
truppe Usa, permettendo un. facile e immediato orientamento nel deserto.

34
Oggi il sistema ha raggiunto una configurazione definitiva, con 24 satelliti (21 in attivit e 3 di
riserva), che ruotano intorno alla Terra in 12 ore circa a unaltitudine di 20.000 km.
Il ricevitore Gps, per fornire indicazioni precise, deve ricevere i dati di almeno .4 satelliti, di cui
misura la distanza, per poter fornire la posizione grazie a un complesso sistema di triangolazioni
(pi esattamente 3satelliti permettono di definire la posizione, mentre il 4 permette di definire la
quota). Nel frattempo il Gps verifica se entrano in campo altri satelliti, che forniscano una ricezione
migliore.
Le versioni PPS (Precise Position System) in dotazione ai militari Usa forniscono una precisione di
5 centimetri nel definire la posizione sulla superficie terrestre. Tuttavia i ricevitori in vendita al
pubblico subiscono una degradazione dei segnali (detta Selective Availability SA), e forniscono la
posizione con unapprossimazione che va dai 20 ai 50 metri, fino ad un errore massimo di 100
metri: dunque decisamente meno precisa della versione militare, ma sicuramente pi precisa dei
classici sistemi utilizzati per fare il punto.
Ovvia dunque lutilit del Gps per capire con precisione la propria posizione in ambienti privi di
punti di riferimento, come il cielo, il mare aperto, il deserto, e in tutte le condizioni di scarsa
visibilit.
Aerei e navi sono ormai normalmente dotati del Gps, mentre la continua riduzione di costi e
dimensioni degli apparecchi ne ha permesso lutilizzo anche sulle imbarcazioni da diporto, oppure
sulle auto impegnate in rally e traversate in ambienti particolari, come i deserti.
Ma gli apparecchi Gps portatili sono stati utilizzati anche da esploratori a piedi, ad esempio durante
le traversate artiche, mentre negli anni pi recenti hanno cominciato a comparire in qualche zaino
degli sciatori alpinisti. Nonostante il prezzo ancora piuttosto elevato (da 250,00 a oltre 500,00
euro), ovvia la loro utilit in caso di nebbia, quando i classici sistemi di orientamento con bussola
e altimetro rivelano i loro limiti (o perlomeno richiedono grande abilit da parte dellutilizzatore).
In verit anche il Gps richiede una notevole dimestichezza con le mappe e con le coordinate: ma
soprattutto impone lutilizzo di mappe che riportino latitudine e longitudine. Nella scala 1:50.000
solo le precise mappe della Carta Nazionale Svizzera riportano a margine i dati di latitudine e
longitudine, mentre quasi tutte le mappe scala 1:25.000 riportano a margine dati relativi a latitudine
e longitudine, e il reticolato chilometrico nella proiezione conforme Universale Traversa
Mercatore - sistema UTM (perci quasi sempre il reticolato riportato sulle mappe definisce quadrati
di 1 km di lato, e non i gradi, minuti e secondi di latitudine e longitudine).
Quindi sar indispensabile approfondire questi concetti teorici, e se il Gps non fornisce
informazioni nel sistema Utm sar necessario riportare sulle mappe un reticolo adatto. Inoltre sar

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sempre opportuno studiare in anticipo a tavolino il proprio percorso, annotando latitudine e
longitudine di una serie di punti che si toccheranno durante lescursione.

6.4 Scelta del GPS

Nella scelta di un apparecchio portatile da utilizzare in montagna si dovr tenere conto di diversi
fattori: peso con batteria, consumo delle batterie, modalit di funzionamento, dati di posizione in
coordinate Utm, robustezza, facilit duso.
Il. peso dei portatili va dai 250 grammi a 1 chilogrammo: per piccoli gruppi o escursionisti solitari
conviene senza dubbio luso di un apparecchio leggero, mentre per i gruppi organizzati. (che
necessitano comunque di un solo apparecchio) il fattore peso non rilevante.
Pi complesso il problema rappresentato dal consumo di batterie (comune a tutte le moderne
apparecchiature portatili): un Gps consuma infatti in 15- 24 ore un set di batterie alcaline a stilo.. Di
fatto lapparecchio viene acceso solo quando bisogna fare il punto, e quindi tale durata pu essere
sufficiente per pi di una gita, ma diventa appena sufficiente durante una lunga traversata.
Importante risulta allora la scelta di modelli che permettono di utilizzare batterie ricaricabili (ma
anche la disponibilit di rifugi in cui ricaricarle durante il percorso). Altrettanto utile la presenza di
un sistema di spegnimento automatico dellapparecchio (con memorizzazione dei punti acquisiti), e
di qualche accorgimento per evitarne laccensione casuale. .
Per quanto riguarda robustezza e impermeabilit, bisogna dire che gli apparecchi in genere reggono
abbastanza bene un uso intenso (sia pure con certe precauzioni) e anche lumidit, facendo
comunque attenzione al vano batterie; occorre invece molta cura per leventuale antenna esterna,
mentre esistono modelli meno vulnerabili con antenna interna.
Molto importante risulta infine il tipo di funzionamento del Gps: apparecchi pi veloci
nellacquisire i segnali dei satelliti e nel fornire i dati devono rimanere accesi per un tempo minore,
con evidente risparmio delle batterie.
Nei modelli a 2-3 canali, un canale insegue in sequenza i satelliti, mentre un altro aggiorna i
parametri di posizione dei satelliti, e cerca di acquisirne altri: tali apparecchi non sono molto
precisi, e soprattutto sono piuttosto lenti nellacquisire i satelliti.
I modelli a sequenza rapida hanno un solo canale, ma in grado di collegarsi 50 volte al secondo con
diversi satelliti, con la tecnica multiplexing: i tempi sono brevi, ma necessaria unelevata intensit
del segnale.
Nei modelli dotati di molti canali indipendenti (da 4 a 12), ogni canale dedicato a un satellite,
mentre gli altri possono individuare e acquisire altri satelliti che nel frattempo si rendono

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disponibili: perci sono sufficienti segnali di minore intensit, e si abbreviano i tempi di
acquisizione dei satelliti.
Utile infine la possibilit di memorizzare in anticipo diversi punti che si toccheranno lungo
litinerario, in modo da avere un controllo immediato della rotta e degli eventuali errori.

37
Misure in uso

Lineari

Metro : 1.650.763,73 volte la lunghezze donda del rosso arancione emesso nel vuoto da un atomo
di gas Krypton 86
Pollice ( inch ) : 2,54 cm.
Piede ( foot ) 30,48 cm.
Yarda : 91,44 cm.
Chilometro : 1.000 mt.
Miglio terrestre : 1.760 yds. pari a 1609,3 mt.
Miglio marino : 2.026,2/3 yds. pari a 1852 mt.
Lega nautica : 3 miglia marine pari a 4756 mt.

Angolari

Grado sessagesimale : misura geometrica ( ) espressa come la 360 parte dellangolo giro. Ogni
grado suddiviso in 60 primi () ogni primo in 60 secondi ( ) ogni secondo in decimi,centesimi ,
millesimi.
Radiante : misura analitica espressa come langolo che sottende un arco la cui misura uguale al
raggio (R).
Millesimo esatto : millesima parte di un radiante ( m/m ) .Langolo giro comprende 6283 millesimi
esatti .100 millesimi = 1 ettogrado.
Millesimo convenzionale : angolo sotto il quale visto 1 mt alla distanza di un km. ( ).E
impiegabile per valori angolari non superiori a 100.

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Mino Testa nasce a Salerno nel 1955. La forte

passione per i cavalli, geneticamente

trasmessagli dal padre, lo porta a conseguire

titoli di notevole rilievo a livello nazionale e

internazionale: Istruttore Federale F.I.S.E. nel

1995; Tecnico Federale III livello nonch

Giudice Nazionale F.I.S.E. Endurance nel 1999;

Consigliere Comitato Regionale F.I.S.E.

Campania con delega di responsabile di

discipline non olimpiche dal 2000; Membro

Dipartimento nazionale F.I.S.E. Endurance con

mansione di Responsabile Attivit Sportive nel

2004; Specializzazione federale F.I.S.E.

Endurance nel 2005 ; CT Nazionale Endurance

nel 2006 (Mondiali Achen ). CT Nazionale J/Y

Rider e Senior 2008 (Mondiali Malesia)

Preparatore giovani cavalli e allenatore cavalli

da endurance.

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