Teoria, tecnica e didattica delle attivit motorie e sportive nelle diverse et Corso: attivit motoria in et evolutiva
Modulo 1
L essenza della professione Considerazioni sul movimento e le sue funzioni pedagogiche L apprendimento motorio Modelli teorici dell apprendimento e controllo motorio Laboratorio pratico
Il triangolo pedagogico
contesto Sapere Mezzi Processo insegnare Processo apprendere scopo
Allievi
essenziale
Fonte: basi teoriche e didattiche dell educazione fisica Commissione federale dello sport CFS
Definizione di apprendimento
Si definisce apprendi mento l acquisizione di nuovi tipi di comportamento allo scopo di adattarsi alle richieste dell ambiente. Tale adattamento deve pers istere per un certo tempo, poich cambiamenti momentanei del comportamento, dovuto a adattamento sensoriale, non implicano apprendi mento. Inoltre, bisogna anche specificare che i cambiamenti debbono essere determinati dall attivit, dall addestramento e dall osservazione, per distinguerli da quelli determinati dalla maturazione. (Antonelli e Salvini Psicologia dello sport Edilombardo, Roma 1987, pag. 189 ) L apprendi mento motorio un cambiamento tendenzialmente permanente nella prestazione motoria, ottenuto mediante il continuo esercizio (Cratty) .
Apprendimento e prestazione
Perch il miglioramento di una prestazione sia considerato come i l riflesso di un apprendi mento occorre che il miglioramento deve essere legato all allenamento e relativamente permanente.
imput
Programma motorio M2
Midollo spinale M1
Stato attuale
muscoli
Feedback propriocettivo
Feddback esterocettivo
output
Visione focale
Input: informazione che gli individui ricevono per elaborarla. Esecutore: stadi di elaborazione della informazione; presa delle decisioni riguardanti le azioni da attuare per mantenere lo stato voluto. Identificazione dello stimolo: primo stadio di elaborazione dell informazione; durante questo stadio si riconosce e identifica l input. Selezione della risposta: secondo stadio di elaborazione dell informazione; durante questo stadio si decide se emettere una risposta motoria e quale. Programmazione della risposta: terzo stadio di elaborazione dell informazione; durante questo stadio si organizza il sistema motorio in modo da effettuare il movimento desiderato. Effettore: il programma motorio e il sistema motorio periferico; rende operative le decisioni Output: risposta prodotta da un soggetto come risultato dell elaborazione dell informazione Feedback: informazione riguardo allo stato attuale del sistema Comparatore: confronta il feedback relativo allo stato che si vuole raggiungere con il feedback relativo allo stato attuale e trasmette all esecutore ogni eventuale discrepanza fra i due stati (cio, l errore). Feedback propriocettivo: derivante da fonti interne al corpo. Feedback esterocettivo: derivante da fonti esterne al corpo. Feedback intrinseco: informazioni sensoriale/sensitiva che si ottiene dall esecuzione dei movimenti; proviene da fonti esterne al corpo (esterocezione) o dall interno del corpo (propriocezione). Feedback estrinseco: informazione sensoriale proveniente da una fonte esterna, in aggiunta a quella che normalmente si ottiene dall esecuzione dei movimenti, (esempio: comunicazione dell allenatore, filmato, ecc.) Visione focale: sistema visivo usato per identificare oggetti al centro del campo visivo: di tipo cosciente, influenzata da movimenti di oggetti circostanti e ridotta in condizioni di scarsa luminosit. Domanda a cui d risposta: che cosa ? Visione ambientale: sistema visivo usato per rilevare l orientamento del proprio corpo nell ambiente; di tipo inconscio, rileva informazione dall intero campo visivo ed utilizzata per il controllo del movimento. Domanda a cui risponde: dove un dato oggetto?, dove sono rispetto ad esso? Reazione M1: riflesso monosinaptico da stiramento con una latenza da 30 a 50 ms si ritiene responsabile delle modificazioni della contrazione muscolare causate da leggeri stiramenti come quelli che si verificano nelle oscillazioni posturali o quando gli arti sono sottoposti a forze esterne inaspettate. Reazione M2: riflesso da stiramento funzionale polisinaptico con una latenza da 50 a 80 ms. come M1 deriva dall attivazione dei fusi neuromuscolari e dalle afferenze che vanno dai fusi ai midollo spinale. Tuttavia gli impulsi procedono oltre il midollo spinale verso i centri superiori del cervello (corteccia e/o cervelletto), dove vengono elaborati. Conoscenza dei risultati: informazione aggiuntiva, usualmente verbale che viene fornita al termine dell esecuzione di una azione (esempio, movimento corretto, obiettivo raggiunto). Conoscenza della prestazione: feedback aggiuntivo che fornisce informazioni riguardo alla qualit del movimento; detto anche feedback cinematico. Controllo a circuito chiuso: tipo di controllo implicante l uso dei feedback e l attivazione di processi di detezione e correzione di errori per perseguire e mantenere l obiettivo desiderato; usato per controllare movimenti volontari lenti. Controllo a circuito aperto: tipo di controllo implicante l uso di comandi prestruttati, determinati a livello centrale, che vengono inviati al sistema degli effettori ed eseguiti senza feedback; viene utilizzato per controllare movimenti rapidi e discreti (esempio movimenti discreti: calciare, portare un oggetto alla bocca, ecc.).
Prima fase Coordinazione grezza - Comprende il processo d apprendimento che va dalla comprensione del compito di movimento fino allo stadio della coordinazione grezza (l allievo, in condizioni favorevoli, in grado di eseguire il movimento). Fase conoscitiva o cognitiva - Si ha all inizio dell apprendimento. Lo studente deve capire l intento e gli scopi di certe azioni motorie, vagliare la situazione ed escogitare tecniche per conseguire gli obiettivi. Deve anche trasformare direttive verbali in comportamenti motori significativi. Fase esplorativa Il soggetto posto di fronte alla situazione problematica e i suoi sforzi saranno subito orientati verso un impiego funzionale delle passate esperienze, ma sono le informazioni esterocettive a controllare il suo comportamento ed infine a dirigerlo, piuttosto che uno schema interiorizzato. Hanno una particolare importanza le informazioni visive. Si raccomanda una larga utilizzazione delle esperienze personali dell allievo. Stadio verbale cognitivo - Fase nella quale i processi verbali e cognitivi dominano l attivit dell allievo. Gli allievi che si trovano in questo stadio passano molto tempo a dire (verbale) a se stessi quello che si accingono a provare e a pensare (cognitivo) alle strategie che potrebbero essere pi efficaci. Stadio della riduzione dei gradi di libert del movimento - All inizio dell apprendimento di un movimento il soggetto riduce a priori tutti i gradi di libert delle articolazioni, escludendo quelle poche indispensabili per la fase del movimento considerata.
Seconda fase Coordinazione fine - Va dallo stadio della coordinazione grezza fino allo stadio della coordinazione nel quale l allievo in grado di eseguire il nuovo movimento in modo aderente al modello tecnico, quasi senza errori, e quindi raggiunge gi buone prestazioni. Fase associativa - quella di passaggio dall esordio ai pi alti livelli d abilit. In questa fase l allievo capisce ci che occorre fare; ci che adesso lo preoccupa sono le tecniche di un allenamento che permetter di apprendere l attivit. Fase dissociativa quella in cui l apprendimento si matura nel senso di un progressivo passaggio dal controllo esterocettivo, a quello diretto dalle informazioni propriocettive. Nel corso della fase di dissociazione, il processo di controllo e di inibizione operer per selezionare le contrazioni efficaci. In questa fase, l abitudine motoria si fissa progressivamente. Si colloca a questo livello la problematica del rinforzo e della verbalizzazione del compito.
Terza fase Disponibilit variabile - Va da quando si raggiunge lo stadio della coordinazione fine al momento della disponibilit variabile, lo stato della maestria . L atleta in grado di usare efficacemente il movimento, anche in condizioni difficili e non abituali. Fase autonoma - A questo livello, l esecutore in grado di passare in rassegna le informazioni con facilit, con un interferenza minima da parte d altre attivit in corso. Il comportamento automatico e c un controllo cosciente minimo sul movimento. Fase di stabilizzazione quello in cui l apprendimento tende a consolidarsi come misura dell interiorizzazione dello schema esecutivo o pattern. Ci avviene attraverso automatismi liberi e plastici e non rigidi. Le componenti dell abitudine motoria finiscono di automatizzarsi. Questo nuovo automatismo potr essere sfruttato inconsciamente nelle attivit ulteriori e per nuovi apprendimenti.
Le Boulch (1975)
Stadio motorio - Fase nella quale Stadio autonomo - Fase nella quale vengono sviluppati programmi motori e la gli allievi sono capaci di eseguire le loro azioni prestazione dell individuo diventa sempre pi quasi autonomamente, ponendo scarsa o costante. In questo stadio l allievo sposta la sua nessuna attenzione nel corso dell esecuzione. attenzione verso una pi efficace organizzazione del movimento. Stadio dell esplorazione dei gradi di libert - Quando l allievo in grado di eseguire il movimento nella forma semplificata dalla riduzione dei gradi di libert, inizia a disinserire gradualmente i gradi di libert che ha fissato nella misura in cui ci indispensabile. Stadio di capitalizzazione dei gradi di libert. - In questa fase in soggetto riesce a sfruttare le forze esterne (gravit, inerzia, ecc.) e quelle reattive (elasticit muscolare, ecc.) al fine di rendere pi economico il movimento.
Approccio cognitivo
L approccio cognitivo ritiene che le relazioni fra la percezione e l azione sono mediate da strutture prescrittive elaborate sul momento e/o immagazzinate a livello centrale.
Approccio ecologico
L approccio ecologico ritiene che il ricorso a strutture mentali prescrittive non af fatto necessario perch:
l informazione che specifica l azione direttamente disponibile per chi agisce nel proprio ambiente; Il sistema senso motorio possiede propriet di auto organizzazione che non necessitano il ricorso ad un programma motor io o a una parametro spazio temporale preciso da parte della centrale di comando .
Esso basato sull idea che il SNC non regolato da specifiche leggi ma si sviluppa a partire dalle influenze ambientali sui gruppi neuronali che si specializzano su specif ici compiti.
(Edelman, 1987).
Approccio ecologico
L apprendimento si definisce come una educazione dell attenzione (Gibson, 1986). Si tratta di: ottimizzare i processi percettivi, sviluppare la capacit di dettare gli stimoli adeguati. Secondo Gibson (1986), il soggetto capace di percepire ci che l ambiente gli permette di fare tenuto delle proprie capacit fisiche, motorie, secondo la sua et, la sua taglia, il suo livello di esperienza. (Fowler C., Turvey M.T., 1978).
Approccio dinamico
L approccio dinamico s interessa all evoluzione nel tempo del comport amento dei sistemi complessi. Un sistema complesso def inito come un insieme compost o da elementi multipli in interazione. Qui diremo che il sistema si riferisce al corpo in movimento, e che gli element i che lo compongono sono i diversi segmenti corporei.
Approccio dinamico
Nella prospettiva dinamica apprendere costruire e stabilizzare un nuovo stato di coordinazione non previsto nell iniziale dinamica del sistema.
(Basi teoriche e didattiche dell educazione fisica 2001, volume 1 pag. 81, Commissione Federale dello sport CFS)
Approccio dinamico
La coordinazione risulta dall organizzazione spazio temporale degli elementi che compongono il sistema.
principi
Stato stabile di coordinaz ione gesto riproducibile pi volte in un determinato compito e situazione. indipendente dal livello (esperto o inesperto). Il passaggio da uno stato stabile ad un altro di coordinazione viene chiamato transizione. Questa transizione brusca, non lineare. Il passaggio da uno stato stabile ad un altro avviene attravers o la variazione di un parametro detto: parametro di controllo. (esempio: aumentando la velocit l individuo passer bruscamente dalla marcia alla corsa). Nel corso dell apprendi mento avvengono cambiamenti bruschi e significativi nella coordinazione attraverso la modifica dei parametri d ordine. Esempio: modifica della coordinazione spalla, gomito, polso nella battuta della pallavolo.
principi
Figura 2
A: illustrazione dell esempio sul compito del servizio nella pallavolo [3]. I soggetti dovevano colpire un bersaglio piazzato a 16 metri, dietro la rete, su di un campo di gioco regolamentare. B: posizioni normalizzate della spalla, del gomito e della mano in funzione del tempo negli esperti e nei debuttanti. Le analisi delle correlazioni sono state effettuate a partire da queste curve. Si nota la modificazione delle relazioni spazio temporali tra le tre articolazioni nel corso dell esperimento.
Approccio ecologico
didattica
Sfruttare la variabilit significa variare sistematicamente i vincoli imposti dall organismo (ad esempio livelli di attivazione, f atica), dal compito (ad esempio tempo di esecuzione) e dall ambiente (ad esempio tipo di materiali didattici). Secondo questa modalit di approccio il soggetto capace di percepire ci che l ambiente gli permette di fare tenuto conto delle proprie capacit f isiche, motorie, secondo la sua et, la sua taglia, il suo livello di esperienza.