Sei sulla pagina 1di 9

G It Diabetol Metab 2015;35:224-232

Rassegna

Ipoglicemia ed esercizio fisico


nel diabete di tipo 1:
una questione di stile

RIASSUNTO
Nel diabete mellito di tipo 1 l’attività fisica è frequentemente causa
di episodi ipoglicemici e la paura dell’ipoglicemia è la principale A. Girelli
barriera allo svolgimento di esercizio: i meccanismi neuroendocrini
Unità Operativa di Diabetologia, Azienda Spedali Civili,
che portano all’aggiustamento dell’insulinemia non esistono e
Brescia
l’andamento della glicemia dipende dalla capacità della persona
con diabete di modificare in maniera adeguata la terapia insulinica Corrispondenza: dott.ssa Angela Girelli, Unità Operativa
e nutrizionale. Altri meccanismi coinvolti nella genesi di episodi di Diabetologia, Azienda Spedali Civili, piazzale Spedali
ipoglicemici, durante e dopo l’esercizio, sono l’aumento dell’as- Civili 1, 25100 Brescia
sorbimento dell’insulina, l’aumento della sensibilità periferica, la e-mail: angela.girelli@gmail.com
compromissione del sistema controregolatore. Diversi tipi di eser-
cizio comportano diversi effetti sulla glicemia ed è, quindi, indi- G It Diabetol Metab 2015;35:224-232
spensabile valutare che tipo di attività è svolta dal paziente
(aerobica, anaerobica, intermittente, di resistenza). Le misure pre- Pervenuto in Redazione il 27-07-2015
ventive riguardano sia la variazione della terapia insulinica sia l’in- Accettato per la pubblicazione il 01-08-2015
tegrazione glucidica. Gli algoritmi proposti dalla Letteratura
forniscono indicazioni per la gestione dell’insulina rapida (nel caso Parole chiave: diabete mellito di tipo 1, esercizio fisico,
l’esercizio sia programmato e svolto nelle ore successive a un ipoglicemia, prevenzione
pasto) e della basale; la CSII, per la somministrazione più flessi-
bile e fisiologica dell’insulina, è spesso utilizzata nei pazienti spor- Key words: type 1 diabetes, exercise, hypoglycemia,
tivi. Per quanto riguarda l’integrazione glucidica, il paziente dovrà prevention
valutare: la quantità, la qualità e la tempistica di assunzione dei
carboidrati in funzione delle variazioni della posologia insulinica,
della glicemia di partenza, dell’intensità, tipo e durata di esercizio.
Per ridurre il rischio ipoglicemico legato all’esercizio, è indispen-
sabile uno stretto monitoraggio delle glicemie (autocontrollo fre-
quente della glicemia capillare o monitoraggio in continuo della
glicemia). Il paziente infine dovrà essere adeguatamente prepa-
rato attraverso un trial and error approach supportato da indica-
zioni terapeutiche il più possibile individualizzate.

SUMMARY
Hypoglycemia and exercise in type 1 diabetes: the right style
Physical activity frequently causes hypoglycemia in patients with
type 1 diabetes mellitus (T1DM), and the fear of hypoglycemia is
their main barrier to exercise. T1DM patients lack the neuroen-
docrine mechanisms that lead to the adjustment of insulin, and
their blood sugar levels depend on their ability to adapt insulin
Ipoglicemia ed esercizio fisico nel diabete di tipo 1: una questione di stile 225

therapy and nutrition. Other causal mechanisms involved in hy- e della motivazione a gestire correttamente la malattia, la ri-
poglycemic episodes during and after exercise are the increased duzione del senso di limitazione e disabilità(4,5). Tutti questi
absorption of insulin, increased peripheral sensitivity, and impair- vantaggi dell’esercizio sono contrastati dai possibili rischi, tra
ment of the counter-regulation system. i quali l’ipoglicemia è sicuramente uno dei più rilevanti(6)
Different types of exercise have different effects on blood sugar (Tab. 1).
and it is therefore essential to establish what kind of activity the In questo articolo vengono riprese le nozioni basilari di fisio-
patient does (aerobic, anaerobic, intermittent, resistance). Pre- patologia dell’esercizio nel DMT1 e vengono riassunte le prin-
ventive measures can involve both a change of insulin therapy
cipali strategie attualmente a nostra disposizione per ridurre il
and glucose integration. The algorithms in the literature mainly
rischio di ipoglicemia legato all’esercizio fisico. Nel testo ver-
refer to the management of rapid insulin (if exercise is planned
ranno usati in maniera indifferente i termini attività fisica ed
and done in the hours after a meal), and the baseline level; CSII
therapy, providing a more physiological, flexible mode of insulin- esercizio fisico.
ization, is often used by diabetic athletes. As regards glucose in-
tegration, patients have to assess the quality, quantity and timing
of carbohydrate intake based on insulin dosage, initial glycemia,
and the type, intensity and duration of exercise. To reduce the
Metabolismo glucidico nel soggetto
risk of hypoglycemia linked to exercise, glycemic control must be sano e nel diabetico durante l’esercizio
closely monitored through either frequent SBGM or systems for
continuously monitoring blood glucose. For safe physical activity Lo svolgimento di esercizio comporta un aumento della ri-
with the least possible risk of hypoglycemia, the patient must be chiesta energetica e, quindi, un incremento della mobilizza-
properly prepared through a “trial-and-error approach” supported zione delle riserve energetiche con attivazione dei processi
by therapeutic recommendations that are as personalized as pos- ossidativi nelle fibre muscolari coinvolte. Il substrato energe-
sible. tico finale utilizzato dalla fibra è l’ATP che, nei primi secondi,
deriva da una limitata disponibilità presente già a riposo e dal
metabolismo della fosfocreatina. Questi meccanismi permet-
tono uno sforzo massimale di circa 20 secondi. Successiva-
Introduzione mente, l’ATP è generato dalla glicolisi e dal catabolismo degli
La gestione della terapia del diabete mellito di tipo 1 (DMT1), acidi grassi liberi (free fatty acid, FFA) derivati dal tessuto adi-
durante e dopo l’esercizio fisico, continua a rappresentare poso. Passando dalla condizione di riposo a quella di contra-
una problematica importante soprattutto in termini di pre- zione, il muscolo, che a riposo utilizza quasi esclusivamente
venzione dell’ipoglicemia. È noto che uno degli ostacoli prin- acidi grassi liberi rilasciati dal tessuto adiposo, passa a utiliz-
cipali alla pratica di una regolare attività fisica nei pazienti con zare una miscela composta da FFA e glucosio derivante sia
DMT1, è proprio il timore dell’ipoglicemia(1) ed è ampiamente dal glicogeno muscolare stesso sia da quello epatico. Il gli-
documentato come l’esercizio esercizio sia un fattore di ri- cogeno muscolare è la fonte principale di energia nelle fasi
schio per l’ipoglicemia(2). Nel DMT1, a differenza di quanto iniziali dell’esercizio, ma la sua disponibilità è molto limitata e,
avviene nel diabete mellito di tipo 2, non vi sono evidenze perdurando l’attività, diminuisce, mentre aumenta il contributo
univoche circa un beneficio dal punto di vista metabolico(3). derivante dall’ossidazione degli FFA circolanti e dal glucosio
D’altro canto, anche nel diabete di tipo 1 sono numerosi i derivante dal glicogeno epatico.
potenziali vantaggi derivanti dallo svolgimento di una regolare Sono l’intensità e la durata dell’esercizio (e il grado di allena-
attività fisica, quali la riduzione del rischio cardiovascolare, la mento) a determinare la composizione della miscela energe-
riduzione della pressione arteriosa, un migliore controllo del tica. Durante un’attività a bassa/moderata intensità (< 60/70%
peso corporeo, la tendenza a normalizzare la composizione del VO2 max) gli FFA rappresentano il principale combustibile;
corporea. Vi è evidenza dell’effetto favorevole sulla qualità di aumentando l’intensità dell’esercizio aumenta la quota di
vita, sul senso di benessere, un miglioramento dell’autostima energia derivante dall’ossidazione del glucosio. Durante un

Tabella 1 Potenziali benefici e rischi associati allo svolgimento di esercizio fisico nel diabete mellito di tipo 1 (mo-
dificata da Riddel et al., 2006)(7).
Benefici Rischi
Aumento dell’aspettativa di vita Iperglicemia
Riduzione del rischio cardiovascolare Ipoglicemia
Possibile miglioramento del controllo metabolico Infortuni muscolo-scheletrici
Incremento della performance fisica, Incidenti cardiovascolari
cardiovascolare e muscolare
Aumento della sensibilità insulinica Peggioramento di retinopatia e nefropatia
Aumento dell’autostima e del senso di benessere
226 A. Girelli

esercizio ad alta intensità, il consumo di glucosio può essere Fattori che concorrono
maggiore di 1-1,5 g/min e deve essere costantemente rim-
piazzato con una uguale velocità o si assiste a un calo della all’iperinsulinizzazione e all’ipoglicemia
glicemia (Fig. 1)(7). Uno sforzo molto intenso può aumentare durante l’esercizio
l’assunzione da parte dei muscoli fino a 5-6 mg/kg/min e non
può essere sostenuto a lungo(7,8). Anche la durata dello sforzo La terapia insulinica intensiva, realizzata con un regime multi-
influisce sulla natura dei substrati utilizzati. Infatti, all’inizio di niettivo o con microinfusore, causa frequentemente una con-
una maratona si usano carboidrati per l’80%, nella fase inter- dizione di iperinsulinizzazione, e conseguente ipoglicemia,
media si usano 50% carboidrati e 50% lipidi, dopo le 3 ore i durante l’attività fisica. Diversi fattori(11) contribuiscono al rea-
lipidi costituisco l’80% dell’energia usata(9,10). lizzarsi di questa situazione.
Questa mobilizzazione è controllata dal sistema neuroendo- – Il mancato calo dei livelli plasmatici di insulina durante
crino. Nel soggetto normale, dopo pochi minuti dall’inizio del- l’esercizio determina un’iperinsulinemia relativa che osta-
l’esercizio, c’è un’attivazione del sistema adrenergico che cola la produzione epatica di glucosio e innesca l’ipo-
provoca una inibizione della secrezione di insulina. Di conse- glicemia, generalmente entro 20-60 minuti dall’inizio del-
guenza è stimolata la glicogenolisi muscolare e aumenta la l’esercizio(12,13).
produzione epatica di glucosio (per aumento di glicogenolisi – L’assorbimento dell’insulina a livello sottocutaneo può es-
e gluconeogenesi). La lipolisi viene contemporaneamente sti- sere aumentato durante l’esercizio a causa dell’aumento
molata dalla riduzione dell’insulinemia e dal concomitante au- del flusso sanguigno a livello muscolare e sottocutaneo(14).
mento di altri ormoni controinsulari (ormone della crescita, Anche l’incremento della temperatura corporea può au-
mentare l’assorbimento. Non sembra che l’esercizio mo-
cortisolo e glucagone) determinando liberazione di FFA, cap-
difichi l’assorbimento di glargine(15).
tati dal muscolo, e di glicerolo che è utilizzato dal fegato a fini
– Incremento dell’insulino-sensibilità a livello del muscolo
gluconeogenetici. L’effetto netto è di mettere a disposizione
scheletrico. Durante l’esercizio si realizza un marcato in-
del muscolo substrati energetici mantenendo invariata la gli-
cremento nell’uptake non insulino-mediato che riduce in
cemia. Alla conclusione dell’attività fisica l’insulinemia si riporta
maniera consistente il fabbisogno di insulina circolante(2).
verso i valori di partenza con conseguente stimolo al reinte-
Anche quando il paziente riduce l’insulina esogena prima
gro del glicogeno muscolare. Il concomitare dell’aumento del- dell’esercizio, spesso c’è una condizione di iperinsuliniz-
l’insulinemia con l’accelerazione della re-sintesi del glicogeno zazione relativa (a livello della vena porta). Nel caso in cui
muscolare, spiega come, dopo esercizio prolungato, vi sia anche l’insulinizzazione periferica sia elevata il rischio di
una tendenza all’ipoglicemia che può durare anche fino a ipoglicemia è ulteriormente aumentato in quanto l’uptake
24-36 ore. di glucosio da parte dei tessuti periferici sale, anche nei
Nel diabete mellito di tipo 1 i meccanismi neuroendocrini che muscoli non coinvolti nell’esercizio. L’aumento dell’insu-
portano all’aggiustamento dell’insulinemia non esistono e l’an- lino-sensibilità persiste a lungo dopo l’esercizio e il rischio
damento della glicemia dipende dalla capacità del soggetto di di ipoglicemia si prolunga fino a 15-36 ore dopo(16).
modificare in maniera adeguata la terapia (insulinica e nutri- – La compromissione del sistema controregolatore causata
zionale). Obiettivo finale, durante l’attività fisica, è di mantenere da complicanze neuropatiche (perdita della sensibilità al-
l’insulinemia ai livelli ideali, evitando gli effetti della ipo- e della l’ipoglicemia) e/o da scadente controllo metabolico, de-
iperinsulinizzazione e di mantenere la glicemia entro livelli nor- termina una riduzione del rilascio di glucosio e quindi un
mali per salvaguardare il metabolismo energetico di cervello, incremento del rischio ipoglicemico. Sia l’esercizio stesso
cuore e muscoli. sia precedenti ipoglicemie possono determinare un defi-

Esercizio

6
Uptake del glucosio
(mg/kg/min)

0
Produzione endogena 6 In caso di mancata
di glucosio (mg/kg/min) produzione epatica Figura 1 Rappre-
di glucosio si verificherà
sentazione grafica
un calo della glicemia plasmatica
Glicemia arteriosa (mg/dl) 0 degli effetti sulla gli-
100 cemia in caso di
mancato output epa-
tico di glucosio du-
0
rante l’esercizio (mo-
-30 0 60 dificata da Realsen e
Tempo (min) Chase, 2011)(8).
Ipoglicemia ed esercizio fisico nel diabete di tipo 1: una questione di stile 227

cit della risposta controinsulare(17). È noto che la risposta mento della produzione epatica di glucosio con transitoria
controinsulare è fisiologicamente attenuata durante il iperglicemia(25). Nel soggetto normale questa iperglicemia in-
sonno(17). È stato descritto da numerosi studi e attribuito nesca i normali meccanismi di produzione insulinica e viene ri-
a questa riduzione un secondo picco di incidenza di ipo- portata alla norma. Nel diabetico viceversa un’attività intensa
glicemia durante la notte successiva allo svolgimento di di 10-15 min comporta un aumento della produzione di glu-
attività fisica(18,19) in modo particolare tra mezzanotte e le cosio che si mantiene anche dopo il termine dell’esercizio e si
quattro del mattino(20). traduce in un’iperglicemia persistente(26). Praticata per alcuni
secondi (4-10) all’interno di sedute di attività aerobica può
contribuire a ridurre il rischio ipoglicemico(27,28). Non sono in-
vece univoche le evidenze relative al rischio di ipoglicemia tar-
Tipi di esercizio e rischio di ipoglicemia diva a seguito dello svolgimento di attività ad alta intensità/
nel diabete di tipo 1 anaerobiche che sembrerebbe comunque aumentato nelle
ore notturne(20,29,30). Nella tabella 3 un riassunto della risposta
La letteratura è ricca di studi relativi agli effetti dell’esercizio all’esercizio anaerobico in soggetti con e senza diabete di
nel diabete mellito di tipo 1: numerosi di questi hanno anche tipo 1(24).
valutato l’incidenza di ipoglicemia. Nonostante ciò, non vi Infine, per quanto riguarda gli effetti dell’esercizio di resistenza
sono attualmente evidenze univoche in quanto, seppur nu- questi appaiono diversi in funzione dell’intensità della seduta.
merosi, gli studi differiscono tra di loro per un numero elevato Pochi studi hanno approfondito questo aspetto. Recenti lavori
di elementi. L’eterogeneità riguarda il tipo di esercizio, le sue indicano che, similmente a quanto avviene nell’attività anae-
caratteristiche, gli outcome studiati (effetti acuti o cronici, di robica, l’esercizio di resistenza comporterebbe un rischio ri-
una seduta o di un training), gli algoritmi utilizzati per variare dotto di ipoglicemia durante l’attività e un profilo glicemico più
la terapia insulinica e/o l’integrazione glucidica. Recenti me- stabile immediatamente dopo, però senza aumentare il rischio
tanalisi hanno cercato di fare il punto sugli effetti acuti e cro-
di ipoglicemia notturna(31). Infatti, una singola seduta di eser-
nici sul controllo glicemico di differenti tipi di esercizio(3,21).
cizio di resistenza non pare modificare l’insulino-sensibilità
Il fatto che differenti tipi di esercizio (esercizio aerobico, anae-
post-attività(29). Un recente lavoro di Yardley suggerisce la ri-
robico/di resistenza, intermittente) abbiano effetti contrastanti
duzione del rischio ipoglicemico dell’attività aerobica se pre-
sulla durata e sull’intensità di ipoglicemie sia durante sia suc-
ceduta da attività di resistenza(32).
cessivamente l’attività fisica stessa, è ben documentato.
È da segnalare che anche la modalità (concentrica o eccen-
L’esercizio aerobico (o di endurance) determina variazioni
trica) della contrazione delle masse muscolari coinvolte po-
della glicemia relativamente prevedibili sia nel soggetto sano
trebbe influenzare l’andamento glicemico e quindi il rischio di
sia nel paziente diabetico. Il rischio ipoglicemico aumenta sia
ipoglicemia. Buona parte degli studi condotti per valutare gli
durante sia dopo l’esercizio in funzione della durata e dell’in-
effetti dell’esercizio nel diabete di tipo 1, hanno utilizzato
tensità. Una singola seduta di attività aerobica di moderata-
l’esercizio del pedalare che è essenzialmente un’attività di tipo
media intensità determina ipoglicemia dal 15 al 66% dei casi
concentrico. L’esercizio di tipo eccentrico (che si realizza in
studiati in diversi trial controllati(19,22,23). Nella tabella 2 un rias-
tutte le attività che necessitano dell’azione degli antigravitari
sunto della risposta ormonale e metabolica all’esercizio aero-
come camminare, fare jogging, correre ecc.) impedisce
bico in soggetti con e senza diabete di tipo 1(24).
l’azione insulinica e blocca l’uptake di glucosio per diverse
Si parla di attività anaerobica quando l’esercizio è molto in-
ore(33).
tenso (> 85% della capacità aerobica) e la glicolisi avviene in
Trasferire nella pratica clinica le conclusioni degli RCT (random-
carenza di ossigeno determinando una rapida produzione di
ATP e lattato. In queste condizioni il ruolo dell’insulina e del
glucagone è ridotto(24), mentre prevalgono gli effetti della se-
crezione catecolaminica che comporta un marcato incre- Tabella 3 Risposta all’esercizio anaerobico nel sog-
getto sano e nel diabete di tipo 1 (modificata da Yar-
dley et al., 2013)(24).
Tabella 2 Risposta all’esercizio aerobico nel sog- Non diabetico Diabete di tipo 1
getto sano e nel diabete di tipo 1 (modificata da Yar- Uptake del glucosio ↑↑↑ ↑↑↑
dley et al., 2013)(24).
Secrezione di catecolamine ↑↑↑↑ ↑↑↑↑
Non diabetico Diabete di tipo 1 Secrezione di insulina
Uptake del glucosio ↑↑↑ ↑↑↑ ↓o↔ ↔
(durante l’esercizio)
Variazione iniziale della glicemia ↓ ↓ Secrezione di glucagone
Secrezione di insulina ↓↓ ↔ ↑↑ ↑o↔
(durante l’esercizio)
Secrezione di glucagone ↑↑ ↑o↔ Produzione epatica di glucosio ↑↑↑↑ ↑↑↑↑
Secrezione di catecolamine ↑ ↑ Secrezione di insulina
Produzione epatica di glucosio ↑↑↑ ↑ ↑↑ ↔
(dopo l’esercizio)
Glicemia ↔ (euglicemia) ↓↓ (ipoglicemia) Glicemia ↔ (euglicemia) ↑↑ (iperglicemia)
228 A. Girelli

ized controlled trial, studio controllato randomizzato), tradu-


cendole in indicazioni pratiche da dare al paziente, è però solo
Insulinizzazione «fisiologica» (basal bolus) con MDI/CSII
in parte possibile. Nella real life le attività ricreative e sportive
variano enormemente in termini di reclutamento di massa mu- Algoritmi di gestione dell’insulina
scolare, aspetti tecnici, intensità e durata. In realtà, la maggior
parte delle discipline sportive, sia individuali sia di squadra, Integrazione glucidica:
comportano un’attività di tipo intermittente. Recenti studi Quanti CHO
hanno dimostrato che un’attività intermittente ad alta inten- Quale concentrazione
sità (sprint di pochi secondi intervallati da attività a intensità Quali CHO
moderata) riduce il rischio di ipoglicemia sia durante sia nei Indice glicemico
60 minuti successivi. La maggiore attivazione adrenergica e Quando
dell’ormone della crescita, stimolando la glicogenolisi epatica,
determina una riduzione del rischio di ipoglicemia(27,28). CGMS (in MDI o CSII)

Prevenzione dell’ipoglicemia indotta Educazione del paziente

dall’esercizio Figura 2 Strategia terapeutica per la prevenzione dell’ipogli-


cemia indotta dall’esercizio nel diabete mellito di tipo 1.
Alla luce delle considerazioni fin qui esposte, riguardo al ri-
schio di ipoglicemia indotto dall’esercizio, appare evidente
l’importanza di precise strategie volte alla diminuzione di tale cifici algoritmi che il paziente potrà sperimentare in sicurezza
rischio. Le indicazioni sulla gestione della terapia durante solo se adeguatamente preparato. Sinteticamente in figura 2
l’esercizio fornite dalle linee guida(34) vanno individualizzate ap- e tabella 4 vengono riportate le principali linee di azione da
profondendo tutti gli aspetti sovramenzionati e tradotte in spe- adottare per ridurre il rischio di ipoglicemia(35).

Tabella 4 Strategie di prevenzione dell’ipoglicemia indotta dall’esercizio fisico: vantaggi e limiti (modificata da
Gallen et al., 2011)(35).
Strategia Vantaggi Svantaggi
Variazione del bolo di insulina Riduce il rischio di ipoglicemia durante Solo se l’esercizio è programmato
prandiale pre-esercizio l’esercizio; riduce il fabbisogno di e si svolge nelle 3 ore successive
integrazione con CHO; favorisce il al pasto; può determinare picchi
mantenimento del peso iperglicemici all’inizio dell’attività
Variazioni dell’insulina basale Riduce il rischio di ipoglicemia durante Di difficile applicazione nella terapia
pre/durante-esercizio (> CSII) l’esercizio; riduce il fabbisogno di multiniettiva
integrazione con CHO; favorisce il
mantenimento del peso
Integrazione glucidica durante/dopo Indispensabile per ridurre il rischio Incremento dell’apporto calorico;
l’esercizio ipoglicemico per esercizio non può essere difficile la
programmato e/o prolungato scelta/quantificazione/tempistica di
soprattutto se intenso assunzione dei CHO;
disturbi gastrointestinali
Sprint durante o dopo l’esercizio Riduce l’ipoglicemia precoce Efficace solo per attività di durata
post-esercizio limitata e non intensa; non efficace
su ipoglicemia durante l’esercizio
Esercizio di resistenza prima Riduce il rischio di ipoglicemia durante Non efficace su ipoglicemia tardiva
dell’attività aerobica e subito dopo l’esercizio
Riduzione dell’insulina basale Efficace nella riduzione dell’ipoglicemia Può determinare iperglicemie nelle
dopo l’esercizio notturna 12-24 h successive
Assunzione di caffeina prima Riduce l’ipoglicemia durante e dopo Può compromettere la capacità di
dell’esercizio l’esercizio; riduce il fabbisogno controllo dei movimenti fini, alterare il
di integrazione glucidica sonno e aumentare il rischio
di ipoglicemia tardiva
Ipoglicemia ed esercizio fisico nel diabete di tipo 1: una questione di stile 229

Strategie terapeutiche e algoritmi di Tabella 5 Variazioni del bolo prandiale in funzione


dell’intensità e della durata dell’esercizio (modificata
adeguamento della terapia insulinica da Bruttomesso, 2006)(42).
La disponibilità degli analoghi dell’insulina ha significativa- Riduzione del bolo (%)
mente migliorato la possibilità di ricreare un’insulinizzazione il Intensità (% VO2 max) Esercizio Esercizio
più vicino possibile alla situazione fisiologica riducendo il ri-
schio di ipoglicemia. La farmacocinetica degli analoghi e la
di 30 minuti di 60 minuti
loro minore variabilità d’azione realizzano infatti un regime te- Leggera (25) 25 50
rapeutico più flessibile e modulabile in funzione dell’attività fi- Moderata (50) 50 75
sica. La terapia basal bolus può essere realizzata attraverso Sostenuta (75) 75 100
un trattamento multiniettivo (analogo rapido prandiale e ana-
logo lento per la basalizzazione, MDI) o con l’infusione
continua sottocutanea di insulina ad azione rapida con mi- croinfusore(42); per sforzi intensi e di lunga durata può essere
croinfusore (CSII). Mentre per la gestione dell’insulina pran- necessaria anche la riduzione del bolo del pasto successivo.
diale la MDI e la CSII possono essere assimilate, la basa- La modifica della velocità di infusione basale deve essere fatta
lizzazione attraverso CSII fornisce al paziente modalità molto quando l’esercizio si svolga lontano dai pasti e dovrebbe ini-
più elastiche e idonee a ottimizzare il controllo glicemico du- ziare 30/60′ prima dell’inizio dell’attività perdurando in fun-
rante e dopo l’esercizio. Negli ultimi anni sono comparsi in let- zione dell’intensità e durata dello sforzo per diverse ore
teratura numerosi lavori che hanno cercato di definire l’ef- successive per ridurre il rischio di ipoglicemia tardiva(43). Ven-
ficacia, in termini di riduzione del rischio ipoglicemico, di di- gono suggerite riduzioni che vanno dal 10/30% per attività fi-
versi algoritmi di variazione dell’analogo rapido nella MDI e di sica lieve/moderata fino a riduzioni del 40/80% in caso di
gestione della CSII. Non così ricca la disponibilità di studi sulla attività fisica intensa(42). In ambito pediatrico è stato studiato
gestione dell’insulina basale nella terapia multiniettiva. quale effetto si determini con la sospensione dell’infusione ba-
La scelta dell’insulina basale e variazioni della posologia pos- sale: la disconnessione riduce il rischio di ipoglicemia ma si
sono influenzare il rischio di ipoglicemia durante e dopo l’eser- può associare a iperglicemia significativa se la sospensione è
cizio. In uno studio randomizzato del 2009(36), sono state prolungata (> 2 h)(44).
paragonate glargine, detemir ed NPH valutando l’incidenza
di ipoglicemia durante (30 min) e dopo l’esercizio (150 min).
I pazienti in terapia con glargine avevano un’incidenza di ipo- Integrazione glucidica
glicemia maggiore di quelli in detemir; d’altra parte l’assorbi-
mento di glargine non appare influenzato dallo svolgimento di L’assunzione di carboidrati supplementari è un elemento
esercizio(15). Nella gestione pratica della MDI è però difficile chiave nelle strategie di prevenzione dell’ipoglicemia durante
fornire indicazioni precise sulla variazione della basale prece- e dopo l’esercizio. L’ADA consiglia di assumere 15-30 g di
dente o successiva l’esercizio in quanto queste variazioni mo- carboidrati ogni mezzora di attività fisica intensa: questa rac-
dulano la glicemia per periodi di tempo ben più lunghi di quelli comandazione “generale” è stata specificata meglio in nu-
dell’esercizio. Una recente segnalazione(37) indica una ridu- merosi studi che hanno applicato diversi protocolli di
zione significativa dell’ipoglicemia notturna dopo un esercizio integrazione glucidica abbinata o meno a variazioni della te-
serale (45′ al 70% VO2) riducendo del 20% l’insulina basale e rapia insulinica. Gli elementi che vanno tenuti presenti non
assumendo una cena e uno snack a basso indice glicemico. sono solo la quantità di CHO ma anche la qualità e la tempi-
Non esistono dati relativi all’efficacia di variazione dell’insulina stica di assunzione. Il tipo di carboidrati, mono- di- o polisac-
basale in pazienti che pratichino regolarmente esercizio fisico caridi, influenza la velocità di comparsa in circolo come pure
anche se è clinicamente noto come la pratica costante riduca la concentrazione: ottimale, per favorire la più rapida com-
mediamente il fabbisogno insulinico. parsa in circolo, è una concentrazione dell’8-10% preferibil-
Molto più numerosi sono gli studi che hanno indagato l’effi- mente in forma liquida(45). La velocità di svuotamento gastrico,
cacia di diversi algoritmi di riduzione dell’insulina ad azione di assorbimento intestinale e la capacità ossidativa sono fat-
rapida. Le raccomandazioni variano però in maniera marcata tori da tenere in considerazione per valutare la quantità e la
nei diversi studi, probabilmente in relazione ai diversi protocolli tempistica dell’assunzione. Tra questi la capacità ossidativa è
di esercizio effettuato, consigliando una riduzione dell’analogo quello limitante: la velocità massima di comparsa in circolo è
rapido somministrato prima dell’esercizio che va dal 10 al circa 1,0-1,1 g/min. Questo suggerisce che una quota mas-
75%(38-41). Di particolare interesse lo studio di Rabasa-Lhoret sima di 60/66 g di CHO/ora può essere utilizzata per mante-
et al.(41), in cui la riduzione della rapida viene modulata in fun- nere il livello di glicemia costante(46).
zione dell’intensità e durata dell’esercizio (Tab. 5) dal 25 al I numerosi studi che hanno valutato la quantità di CHO da in-
75% in funzione del VO2 e della durata ottenendo una signifi- trodurre per ridurre il rischio di ipoglicemia durante o dopo
cativa riduzione del rischio ipoglicemico. Questo algoritmo è l’esercizio, suggeriscono integrazioni che spaziano da 60 a
attualmente quello più utilizzato quando un esercizio fisico 120 g in funzione dei diversi protocolli utilizzati. In ogni caso,
programmato deve essere svolto nel periodo postprandiale. nella maggior parte di questi studi non venivano apportate va-
Lo stesso dicasi per la gestione del bolo nella terapia con mi- riazioni alla terapia insulinica.
230 A. Girelli

È stata suggerita la possibilità di utilizzare diverse strategie glucidica e/o la correzione insulinica e l’ottenimento di una gli-
per quantificare la quota di CHO extra da assumere(47): cemia ottimale all’inizio dell’attività fisica.
– raccomandazione “base” 15/30 g ogni 30/60 minuti di at- Il monitoraggio in continuo del glucosio (continuous glucose
tività: può essere il punto di partenza nel percorso forma- monitoring, CGM) ha notevolmente ampliato le conoscenze e
tivo del paziente; le possibilità di gestione della terapia nutrizionale/insulinica ine-
– approccio “semiquantitativo”: la stima dei CHO extra viene renti all’esercizio anche in funzione di ridurre il rischio ipoglice-
fatta in base al peso: 1 g/kg peso/h; mico. Quasi tutti gli studi pubblicati negli ultimi anni hanno
– approccio “quantitativo”: la stima viene fatta considerando utilizzato il CGM per valutare l’efficacia di diversi protocolli. L’uso
il dispendio energetico in funzione del tipo di attività e del del CGM e dei sistemi integrati di infusione/monitoraggio trova
peso corporeo utilizzando specifiche tabelle. Diversi algo- particolare indicazione al fine di prevenire l’ipoglicemia nei sog-
ritmi vengono proposti in letteratura(47). getti che praticano abitualmente sport. La gestione dell’eserci-
La quantità, la qualità e la tempistica dei glucidi da assumere zio fisico è stata affrontata anche dai recenti studi sul pancreas
sono inoltre influenzati dalla glicemia prima dell’esercizio, e il artificiale: una recente revisione indica proprio l’esercizio fisico
paziente, controllando la glicemia due ore e un’ora prima dal- come uno degli ostacoli maggiori nel percorso di ottimizzazione
l’esercizio, dovrà intervenire portando la glicemia a un valore dei sistemi closed-loop. Anche in questi sistemi, accanto alla
glicemico adeguato. In presenza di valori inferiori a quelli de- riduzione dell’insulina somministrata, è necessaria un’integra-
siderati dovrà assumere zuccheri semplici e complessi in pro- zione glucidica, e la variabilità intra- e interindividuale dell’insu-
porzioni diverse in funzione dei valori glicemici di partenza lino-sensibilità, maggiore durante l’esercizio, rimane un punto
(tanto più bassa la glicemia preattività tanto maggiore sarà la critico ancora non pienamente risolto(50).
quota di glucidi semplici). Si sta diffondendo l’utilizzo di pre-
parati energetici per gli sportivi che nel paziente diabetico
sono particolarmente utili, permettendo l’assunzione di mi-
Trial and error approach, algoritmi
scele di glucidi sequenziali (maltodestrine) che forniscono, in ed educazione del paziente
percentuali diverse a seconda del preparato commerciale,
zuccheri a diverse velocità di assorbimento. L’assunzione di Quanto fin qui esposto rende conto della complessità della ge-
questi integratori, che hanno una composizione costante, per- stione dell’esercizio fisico per il paziente con diabete di tipo 1.
mette con maggiore precisione un’adeguata integrazione Sono numerose le variabili di cui esso deve tenere conto:
prima dell’esercizio o, per attività prolungate, anche durante. – terapia insulinica in corso;
In Italia in tempi recenti è stato commercializzato un prodotto – glicemia di partenza e trend;
a base di glucosio per la correzione/prevenzione dell’ipogli- – momento della giornata;
cemia (negli USA vi sono numerosi prodotti di questo tipo – tipologia dell’esercizio;
creati appositamente per le persone con diabete). – durata dello sforzo;
Accanto al consiglio di integrazione glucidica fatta prima e/o – intensità dello sforzo;
durante l’esercizio, alcuni studi suggeriscono lo spuntino – rapporto con i pasti;
prima di coricarsi, soprattutto se l’esercizio è stato svolto nelle – natura dello sforzo (nuovo o abituale);
ore serali, per prevenire l’ipoglicemia tardiva. Il gruppo di West – esperienze precedenti;
ha pubblicato diversi lavori riguardo all’utilità di integrazioni – compromissione del sistema controregolatore;
con glucidi a basso indice glicemico (per esempio isomaltu- – condizioni di allenamento;
losio) nel prevenire l’ipoglicemia post-esercizio(37). Altre se- – controllo glicemico precedente;
gnalazioni di tecniche per ridurre il rischio ipoglicemico – precedenti ipoglicemie.
riportano un rischio ridotto con l’assunzione di caffeina(48) e Viceversa gli RCT in genere valutano piccoli campioni di sog-
con l’utilizzo di integratori contenenti glutamina o proteine(49). getti giovani, maschi, con l’applicazione di protocolli standard
che prevedono la variazione di una sola variabile. In realtà,
nella maggior parte delle situazioni è invece necessario co-
struire protocolli di gestione che combinino sia la variazione
Monitoraggio della glicemia della terapia insulinica sia suggerimenti relativi all’integrazione
e nuove tecnologie glucidica. Gli algoritmi suggeriti dalla letteratura vanno quindi
declinati in indicazioni individualizzate il più dettagliate possi-
Il controllo della glicemia capillare è un elemento indispensa- bile. Questo può avvenire affiancando il paziente con un in-
bile per attuare qualsiasi variazione della terapia e/o integra- tervento di formazione che gli permetta di sperimentare, in
zione glucidica pre/post-esercizio al fine di ridurre il rischio di sicurezza, le indicazioni ricevute.
ipoglicemia. Viene consigliato, soprattutto nella fase iniziale di Per questo il trial and error approach(51), cioè un inevitabile,
training, un controllo intensivo della glicemia: un’ora prima, almeno in parte, approccio “empirico” per tentativi e corre-
appena prima, durante (per attività uguali o superiori a 30- zioni, va sistematizzato fornendo un preciso supporto tecnico
60 minuti) e dopo (a termine dell’esercizio e nelle ora succes- alla persona con diabete di tipo 1. In questo modo egli potrà
sive, in particolare notturne). La valutazione del trend della gli- minimizzare il rischio di ipoglicemia indotta dall’esercizio fisico
cemia capillare prima dell’esercizio può essere suggerita al e beneficiare dei numerosi vantaggi derivanti dalla pratica re-
paziente in quanto fornisce indicazioni utili per l’integrazione golare dell’attività fisica.
Ipoglicemia ed esercizio fisico nel diabete di tipo 1: una questione di stile 231

Conflitto di interessi symptoms of, and defence against subsequent hypoglycemia.


J Clin Invest 1993;91:819-28.
Nessuno. 18. Diabetes Research in Children Network (direcNet) Study Group.
Impaired overnight counterregulatory hormone responses to
spontaneous hypoglycaemia in children with type 1 diabetes.
Pediatr Diabetes 2007;8:199-205.
Bibliografia 19. Tsalikian E, Mauras N, Beck RW, Tamborlane WV, Janz KF, Chase
HP et al.; Diabetes Research In Children Network (DirecNet) Study
1. Brazeau A, Rabasa-Rhemi L, Strychar I, Mircescu H. Barrier to Group. Impact of exercise on overnight glycemic control in
physical activity among patient with type 1 diabetes. Diabetes children with type 1 diabetes mellitus. J Pediatr 2005;147:
Care 2008;31:2108-9. 528-34.
2. Wasserman DH, Zinman B. Exercise in individuals with IDDM 20. McMahon SK, Ferreira LD, Ratnam N, Davey RJ, Youngs LM,
(Technical Review). Diabetes Care 1994;17:924-37. Davis EA et al. Glucose requirements to maintain euglycemia after
moderate-intensity afternoon exercise in adolescents with type 1
3. Kennedy A, Nirantharakumar K, Chimen M, Pang TT, Hemming diabetes are increased in a biphasic manner. J Clin Endocrinol
K, Andrews RC et al. Does exercise improve glycaemic control in Metab 2007;92:963-8.
type 1 diabetes? A systematic review and meta-analysis. PLoS
March 2013;8:3. 21. Tonoli C, Heyman E, Roelands B, Buyse L, Cheung SS, Berthoin
S et al. Effects of different types of acute and chronic (training) ex-
4. Bohn B, Herbst A, Pfeifer M, Krakow D, Zimny S, Kopp F et al.;
ercise on glycaemic control in type 1 diabetes mellitus: a meta-
DPV Initiative. Impact of physical activity on glycemic control and
analysis. Sports Med 2012;42:1059-80.
prevalence of cardiovascular risk factors in adults with type 1 di-
abetes: a cross-sectional multicenter study of 18,028 patients. 22. MacDonald MJ. Postexercise late-onset hypoglycemia in insulin-
Diabetes Care 2015;38:1536-43. dependent diabetic patients. Diabetes Care 1987;10:584-8.
5. Ekeland E, Heian F, Hagen KB, Abbott J, Nordheim L. Exercise 23. Campaigne BN, Wallberg-Henriksson H, Gunnarsson R. Glucose
to improve self-esteem in children and young people. Cochrane and insulin responses in relation to insulin dose and caloric in-
Database Syst Rev 2004;(1):CD003683. take 12 h after acute physical exercise in men with IDDM. Dia-
6. Devlin JT, Ruderman N. Diabetes and exercise: the risk-benefit betes Care 1987;10:716-21.
profile revisited. In: Ruderman N, Devlin JT, Schneider SH, Kriska 24. Yardley JE, Sigal RJ, Perkins BA, Riddell MC, Kenny GP. Resist-
A, eds. Handbook of exercise in diabetes. Alexandria, VA: Amer- ance exercise in type 1 diabetes. Can J Diabetes 2013;37:420-6.
ican Diabetes Association 2002, pp. 17-20.
25. Sigal RJ, Fisher S, Halter JB, Vranic M, Marliss EB. The roles of
7. Riddel MC, Perkins BA. Type 1 diabetes and vigorous exercise: catecholamines in glucoregulation in intense exercise as defined
applications of exercise physiology to patient management. Ca- by the islet cell clamp technique. Diabetes 1996;45:148-56.
nadian Journal of Diabetes 2006;30:63-71.
26. Sigal RJ, Purdon C, Fisher SJ, Halter JB, Vranic M, Marliss EB.
8. Realsen JM, Chase HP. Recent advances in the prevention of hy- Hyperinsulinemia prevents prolonged hyperglycemia after intense
poglycemia in type 1 diabetes. Diabetes Technol Ther 2011;13: exercise in insulin-dependent diabetic subjects. J Clin Endocrinol
1177-86. Metab 1994;79:1049-57.
9. Wasserman DH, Davis SN, Zinamn B. Fuel metabolism during 27. Guelfi KJ, Jones TW, Fournier PA. New insights into managing
exercise in health and diabetes. In: Handbook of exercise in dia- the risk of hypoglycaemia associated with intermittent high-
betes, 2nd ed. Alexandria, VA: American Diabetes Association intensity exercise in individuals with type 1 diabetes mellitus: im-
2002, pp. 63-99. plications for existing guidelines. Sports Med 2007;37:937-46.
10. Knuttgen HG. What is exercise? A primer for practitioners. Phys 28. Guelfi KJ, Jones TW, Fournier PA. The decline in blood glucose
Sportsmed 2003;31:3-12.
levels is less with intermittent high-intensity compared with mod-
11. Camacho RC, Galassetti P, Davis SN. Glucoregulation during and erate exercise in individuals with type 1 diabetes. Diabetes Care
after exercise in health and insulin-dependent diabetes. Exerc 2005;28:1289-94.
Sport Sci Rev 2005;33:17-23.
29. Iscoe KE, Riddell MC. Continuous moderate-intensity exercise
12. Riddell MC, Bar-Or O, Ayub BV. Glucose ingestion matched with with or without intermittent high-intensity work: effects on acute
total carbohydrate utilization attenuates hypoglycemia during and late glycaemia in athletes with type 1 diabetes mellitus.
exercise in adolescents with IDDM. Int J Sport Nutr 1999; Diabet Med 2011;28:824-32.
9:24-34.
30. Maran A, Pavan P, Bonsembiante B, Brugin E, Ermolao A, Avo-
13. Schiffrin A, Parikh S. Accommodating planned exercise in type I garo A et al. Continuous glucose monitoring reveals delayed noc-
diabetic patients on intensive treatment. Diabetes Care 1985; turnal hypoglycemia after intermittent high-intensity exercise in
8:337-42. non trained patients with type 1 diabetes. Diabetes Technol Ther
14. Zinman B, Murray FT, Vranic M. Glucoregulation during moder- 2010;12:763-8.
ate exercise in insulin treated diabetics. J Clin Endocrinol Metab 31. Yardley JE, Sigal RJ. Exercise strategies for hypoglycemia pre-
1977;45:641-52. vention in individuals with type 1 diabetes. Diabetes Spectr 2015;
15. Peter R, Luzio SD, Dunseath G, Miles A, Hare B, Backx K et al. 28:32-8.
Effects of exercise on the absorption of insulin glargine in patients 32. Yardley JE, Sigal RJ, Riddell MC, Perkins BA, Kenny GP. Per-
with type 1 diabetes. Diabetes Care 2005;28:560-5. forming resistance exercise before versus after aerobic exercise
16. McDonald MJ. Postexercise late-onset hypoglycemia in insulin influences growth hormone secretion in type 1 diabetes. Appl
dependent diabetic patients. Diabetes Care 1987;10:584-8. Physiol Nutr Metab 2014;39:262-5.
17. Dagogo-Jack SE, Craft S, Cryer PE. Hypoglycemia-associated 33. Asp S, Daugaard JR, Kristiansen S, Kiens B, Richter EA. Exercise
autonomic failure in insulin-dependent diabetes mellitus. Recent metabolism in human skeletal muscle exposed to prior eccentric
antecedent hypoglycemia reduces autonomic responses to, exercise. J Physiol 1998;509(Pt 1):305-13.
232 A. Girelli

34. Associazione Medici Diabetologi, Società Italiana di Diabetologia. 43. Sonnenberg GE, Kemmer FW, Berger M. Exercise in type 1 (in-
Standard Italiani per la Cura del Diabete Mellito, 2014. sulin-dependent) diabetic patients treated with continuous sub-
cutaneous insulin infusion. Prevention of exercise induced
35. Gallen IW, Hume C, Lumb A. Fuelling the athlete with type 1 di-
hypoglycaemia. Diabetologia 1990;33:696-703.
abetes. Diabetes Obes Metab 2011;13:130-6.
44. Diabetes Research in Children Network (DirecNet) Study Group,
36. Arutchelvam V, Heise T, Dellweg S, Elbroend B, Minns I, Home
Tsalikian E, Kollman C, Tamborlane WB, Beck RW, Fiallo-Scharer
PD. Plasma glucose and hypoglycaemia following exercise in
R, Fox L et al. Prevention of hypoglycemia during exercise in chil-
people with type 1 diabetes: a comparison of three basal insulins.
dren with type 1 diabetes by suspending basal insulin. Diabetes
Diabet Med 2009;26:1027-32.
Care 2006;29:2200-4.
37. Campbell MD, Walker M, Bracken RM, Turner D, Stevenson EJ,
45. Perrone C, Laitano O, Meyer F. Effect of carbohydrate ingestion
Gonzalez JT et al. Insulin therapy and dietary adjustments to nor-
on the glycemic response of type 1 diabetic adolescents during
malize glycemia and prevent nocturnal hypoglycemia after
exercise. Diabetes Care 2005;28:2537-8.
evening exercise in type 1 diabetes: a randomized controlled trial.
BMJ Open Diabetes Res Care 2015;3:e000085. 46. Bracken RM, West JW, Bain CB. Pre-exercise insulin and car-
bohydrate strategies in the exercising T1DM individual. In: Gallen
38. De Feo P, Di Loreto C, Ranchelli A, Fatone C, Gambelunghe G,
I, ed. Type 1 diabetes. Springer-Verlag 2012, pp. 47-72.
Lucidi P et al. Exercise and diabetes. Acta Biomed 2006;
77(suppl. 1):14-7. 47. Perkins BA, Riddel MC. Type 1 diabetes and exercise: using the
insulin pump to maximum advantage. Can J Diab 2006;30:72-9.
39. Grimm JJ. Exercise in type 1 diabetes. In: Nagi D, ed. Exercise
and sports in diabetes. Hoboken: Wiley 2005, pp. 25-43. 48. Zaharieva DP, Miadovnik LA, Rowan CP, Gumieniak RJ, Jamnik
VK, Riddell MC. Effects of acute caffeine supplementation on re-
40. Mauvais-Jarvis F, Sobngwi E, Porcher R, Garnier JP, Vexiau P,
ducing exercise-associated hypoglycaemia in individuals with
Duvallet A et al. Glucose response to intense aerobic exercise
type 1 diabetes mellitus. Diabet Med 2015 Jul 14 [Epub ahead of
in type 1 diabetes: maintenance of near euglycemia despite
print].
a drastic decrease in insulin dose. Diabetes Care 2003;26:
1316-7. 49. Dubé MC, Lavoie C, Galibois I, Weisnagel SJ. Nutritional strate-
gies to prevent hypoglycemia at exercise in diabetic adolescents.
41. Rabasa-Lhoret R, Ducros F, Bourque JB, Chiasson J-L. Guide-
Med Sci Sports Exerc 2012;44:1427-32.
lines for premeal insulin dose reduction for postprandial exercise
of different intensities and durations in type 1 diabetic subjects 50. Basu R, Johnson ML, Kudva YC, Basu A. Exercise, hypogly-
treated intensively with a basal-bolus insulin regimen (Ultralente- caemia, and type 1 diabetes. Diab Tech Ther 2014;16:331-7.
Lispro). Diabetes Care 2001;4:625-30.
51. Toni S, Reali MF, Barni F, Lenzi L, Festini F. Managing insulin ther-
42. Bruttomesso D. La terapia insulinica con microinfusore. L’eserci- apy during exercise in type 1 diabetes mellitus. Acta Biomed
zio fisico. Roma: Eco Edizioni Internazionali 2006, pp. 221-36. 2006;77(suppl. 1):34-40.

Potrebbero piacerti anche