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RIASSUNTO
Nel diabete mellito di tipo 1 l’attività fisica è frequentemente causa
di episodi ipoglicemici e la paura dell’ipoglicemia è la principale A. Girelli
barriera allo svolgimento di esercizio: i meccanismi neuroendocrini
Unità Operativa di Diabetologia, Azienda Spedali Civili,
che portano all’aggiustamento dell’insulinemia non esistono e
Brescia
l’andamento della glicemia dipende dalla capacità della persona
con diabete di modificare in maniera adeguata la terapia insulinica Corrispondenza: dott.ssa Angela Girelli, Unità Operativa
e nutrizionale. Altri meccanismi coinvolti nella genesi di episodi di Diabetologia, Azienda Spedali Civili, piazzale Spedali
ipoglicemici, durante e dopo l’esercizio, sono l’aumento dell’as- Civili 1, 25100 Brescia
sorbimento dell’insulina, l’aumento della sensibilità periferica, la e-mail: angela.girelli@gmail.com
compromissione del sistema controregolatore. Diversi tipi di eser-
cizio comportano diversi effetti sulla glicemia ed è, quindi, indi- G It Diabetol Metab 2015;35:224-232
spensabile valutare che tipo di attività è svolta dal paziente
(aerobica, anaerobica, intermittente, di resistenza). Le misure pre- Pervenuto in Redazione il 27-07-2015
ventive riguardano sia la variazione della terapia insulinica sia l’in- Accettato per la pubblicazione il 01-08-2015
tegrazione glucidica. Gli algoritmi proposti dalla Letteratura
forniscono indicazioni per la gestione dell’insulina rapida (nel caso Parole chiave: diabete mellito di tipo 1, esercizio fisico,
l’esercizio sia programmato e svolto nelle ore successive a un ipoglicemia, prevenzione
pasto) e della basale; la CSII, per la somministrazione più flessi-
bile e fisiologica dell’insulina, è spesso utilizzata nei pazienti spor- Key words: type 1 diabetes, exercise, hypoglycemia,
tivi. Per quanto riguarda l’integrazione glucidica, il paziente dovrà prevention
valutare: la quantità, la qualità e la tempistica di assunzione dei
carboidrati in funzione delle variazioni della posologia insulinica,
della glicemia di partenza, dell’intensità, tipo e durata di esercizio.
Per ridurre il rischio ipoglicemico legato all’esercizio, è indispen-
sabile uno stretto monitoraggio delle glicemie (autocontrollo fre-
quente della glicemia capillare o monitoraggio in continuo della
glicemia). Il paziente infine dovrà essere adeguatamente prepa-
rato attraverso un trial and error approach supportato da indica-
zioni terapeutiche il più possibile individualizzate.
SUMMARY
Hypoglycemia and exercise in type 1 diabetes: the right style
Physical activity frequently causes hypoglycemia in patients with
type 1 diabetes mellitus (T1DM), and the fear of hypoglycemia is
their main barrier to exercise. T1DM patients lack the neuroen-
docrine mechanisms that lead to the adjustment of insulin, and
their blood sugar levels depend on their ability to adapt insulin
Ipoglicemia ed esercizio fisico nel diabete di tipo 1: una questione di stile 225
therapy and nutrition. Other causal mechanisms involved in hy- e della motivazione a gestire correttamente la malattia, la ri-
poglycemic episodes during and after exercise are the increased duzione del senso di limitazione e disabilità(4,5). Tutti questi
absorption of insulin, increased peripheral sensitivity, and impair- vantaggi dell’esercizio sono contrastati dai possibili rischi, tra
ment of the counter-regulation system. i quali l’ipoglicemia è sicuramente uno dei più rilevanti(6)
Different types of exercise have different effects on blood sugar (Tab. 1).
and it is therefore essential to establish what kind of activity the In questo articolo vengono riprese le nozioni basilari di fisio-
patient does (aerobic, anaerobic, intermittent, resistance). Pre- patologia dell’esercizio nel DMT1 e vengono riassunte le prin-
ventive measures can involve both a change of insulin therapy
cipali strategie attualmente a nostra disposizione per ridurre il
and glucose integration. The algorithms in the literature mainly
rischio di ipoglicemia legato all’esercizio fisico. Nel testo ver-
refer to the management of rapid insulin (if exercise is planned
ranno usati in maniera indifferente i termini attività fisica ed
and done in the hours after a meal), and the baseline level; CSII
therapy, providing a more physiological, flexible mode of insulin- esercizio fisico.
ization, is often used by diabetic athletes. As regards glucose in-
tegration, patients have to assess the quality, quantity and timing
of carbohydrate intake based on insulin dosage, initial glycemia,
and the type, intensity and duration of exercise. To reduce the
Metabolismo glucidico nel soggetto
risk of hypoglycemia linked to exercise, glycemic control must be sano e nel diabetico durante l’esercizio
closely monitored through either frequent SBGM or systems for
continuously monitoring blood glucose. For safe physical activity Lo svolgimento di esercizio comporta un aumento della ri-
with the least possible risk of hypoglycemia, the patient must be chiesta energetica e, quindi, un incremento della mobilizza-
properly prepared through a “trial-and-error approach” supported zione delle riserve energetiche con attivazione dei processi
by therapeutic recommendations that are as personalized as pos- ossidativi nelle fibre muscolari coinvolte. Il substrato energe-
sible. tico finale utilizzato dalla fibra è l’ATP che, nei primi secondi,
deriva da una limitata disponibilità presente già a riposo e dal
metabolismo della fosfocreatina. Questi meccanismi permet-
tono uno sforzo massimale di circa 20 secondi. Successiva-
Introduzione mente, l’ATP è generato dalla glicolisi e dal catabolismo degli
La gestione della terapia del diabete mellito di tipo 1 (DMT1), acidi grassi liberi (free fatty acid, FFA) derivati dal tessuto adi-
durante e dopo l’esercizio fisico, continua a rappresentare poso. Passando dalla condizione di riposo a quella di contra-
una problematica importante soprattutto in termini di pre- zione, il muscolo, che a riposo utilizza quasi esclusivamente
venzione dell’ipoglicemia. È noto che uno degli ostacoli prin- acidi grassi liberi rilasciati dal tessuto adiposo, passa a utiliz-
cipali alla pratica di una regolare attività fisica nei pazienti con zare una miscela composta da FFA e glucosio derivante sia
DMT1, è proprio il timore dell’ipoglicemia(1) ed è ampiamente dal glicogeno muscolare stesso sia da quello epatico. Il gli-
documentato come l’esercizio esercizio sia un fattore di ri- cogeno muscolare è la fonte principale di energia nelle fasi
schio per l’ipoglicemia(2). Nel DMT1, a differenza di quanto iniziali dell’esercizio, ma la sua disponibilità è molto limitata e,
avviene nel diabete mellito di tipo 2, non vi sono evidenze perdurando l’attività, diminuisce, mentre aumenta il contributo
univoche circa un beneficio dal punto di vista metabolico(3). derivante dall’ossidazione degli FFA circolanti e dal glucosio
D’altro canto, anche nel diabete di tipo 1 sono numerosi i derivante dal glicogeno epatico.
potenziali vantaggi derivanti dallo svolgimento di una regolare Sono l’intensità e la durata dell’esercizio (e il grado di allena-
attività fisica, quali la riduzione del rischio cardiovascolare, la mento) a determinare la composizione della miscela energe-
riduzione della pressione arteriosa, un migliore controllo del tica. Durante un’attività a bassa/moderata intensità (< 60/70%
peso corporeo, la tendenza a normalizzare la composizione del VO2 max) gli FFA rappresentano il principale combustibile;
corporea. Vi è evidenza dell’effetto favorevole sulla qualità di aumentando l’intensità dell’esercizio aumenta la quota di
vita, sul senso di benessere, un miglioramento dell’autostima energia derivante dall’ossidazione del glucosio. Durante un
Tabella 1 Potenziali benefici e rischi associati allo svolgimento di esercizio fisico nel diabete mellito di tipo 1 (mo-
dificata da Riddel et al., 2006)(7).
Benefici Rischi
Aumento dell’aspettativa di vita Iperglicemia
Riduzione del rischio cardiovascolare Ipoglicemia
Possibile miglioramento del controllo metabolico Infortuni muscolo-scheletrici
Incremento della performance fisica, Incidenti cardiovascolari
cardiovascolare e muscolare
Aumento della sensibilità insulinica Peggioramento di retinopatia e nefropatia
Aumento dell’autostima e del senso di benessere
226 A. Girelli
esercizio ad alta intensità, il consumo di glucosio può essere Fattori che concorrono
maggiore di 1-1,5 g/min e deve essere costantemente rim-
piazzato con una uguale velocità o si assiste a un calo della all’iperinsulinizzazione e all’ipoglicemia
glicemia (Fig. 1)(7). Uno sforzo molto intenso può aumentare durante l’esercizio
l’assunzione da parte dei muscoli fino a 5-6 mg/kg/min e non
può essere sostenuto a lungo(7,8). Anche la durata dello sforzo La terapia insulinica intensiva, realizzata con un regime multi-
influisce sulla natura dei substrati utilizzati. Infatti, all’inizio di niettivo o con microinfusore, causa frequentemente una con-
una maratona si usano carboidrati per l’80%, nella fase inter- dizione di iperinsulinizzazione, e conseguente ipoglicemia,
media si usano 50% carboidrati e 50% lipidi, dopo le 3 ore i durante l’attività fisica. Diversi fattori(11) contribuiscono al rea-
lipidi costituisco l’80% dell’energia usata(9,10). lizzarsi di questa situazione.
Questa mobilizzazione è controllata dal sistema neuroendo- – Il mancato calo dei livelli plasmatici di insulina durante
crino. Nel soggetto normale, dopo pochi minuti dall’inizio del- l’esercizio determina un’iperinsulinemia relativa che osta-
l’esercizio, c’è un’attivazione del sistema adrenergico che cola la produzione epatica di glucosio e innesca l’ipo-
provoca una inibizione della secrezione di insulina. Di conse- glicemia, generalmente entro 20-60 minuti dall’inizio del-
guenza è stimolata la glicogenolisi muscolare e aumenta la l’esercizio(12,13).
produzione epatica di glucosio (per aumento di glicogenolisi – L’assorbimento dell’insulina a livello sottocutaneo può es-
e gluconeogenesi). La lipolisi viene contemporaneamente sti- sere aumentato durante l’esercizio a causa dell’aumento
molata dalla riduzione dell’insulinemia e dal concomitante au- del flusso sanguigno a livello muscolare e sottocutaneo(14).
mento di altri ormoni controinsulari (ormone della crescita, Anche l’incremento della temperatura corporea può au-
mentare l’assorbimento. Non sembra che l’esercizio mo-
cortisolo e glucagone) determinando liberazione di FFA, cap-
difichi l’assorbimento di glargine(15).
tati dal muscolo, e di glicerolo che è utilizzato dal fegato a fini
– Incremento dell’insulino-sensibilità a livello del muscolo
gluconeogenetici. L’effetto netto è di mettere a disposizione
scheletrico. Durante l’esercizio si realizza un marcato in-
del muscolo substrati energetici mantenendo invariata la gli-
cremento nell’uptake non insulino-mediato che riduce in
cemia. Alla conclusione dell’attività fisica l’insulinemia si riporta
maniera consistente il fabbisogno di insulina circolante(2).
verso i valori di partenza con conseguente stimolo al reinte-
Anche quando il paziente riduce l’insulina esogena prima
gro del glicogeno muscolare. Il concomitare dell’aumento del- dell’esercizio, spesso c’è una condizione di iperinsuliniz-
l’insulinemia con l’accelerazione della re-sintesi del glicogeno zazione relativa (a livello della vena porta). Nel caso in cui
muscolare, spiega come, dopo esercizio prolungato, vi sia anche l’insulinizzazione periferica sia elevata il rischio di
una tendenza all’ipoglicemia che può durare anche fino a ipoglicemia è ulteriormente aumentato in quanto l’uptake
24-36 ore. di glucosio da parte dei tessuti periferici sale, anche nei
Nel diabete mellito di tipo 1 i meccanismi neuroendocrini che muscoli non coinvolti nell’esercizio. L’aumento dell’insu-
portano all’aggiustamento dell’insulinemia non esistono e l’an- lino-sensibilità persiste a lungo dopo l’esercizio e il rischio
damento della glicemia dipende dalla capacità del soggetto di di ipoglicemia si prolunga fino a 15-36 ore dopo(16).
modificare in maniera adeguata la terapia (insulinica e nutri- – La compromissione del sistema controregolatore causata
zionale). Obiettivo finale, durante l’attività fisica, è di mantenere da complicanze neuropatiche (perdita della sensibilità al-
l’insulinemia ai livelli ideali, evitando gli effetti della ipo- e della l’ipoglicemia) e/o da scadente controllo metabolico, de-
iperinsulinizzazione e di mantenere la glicemia entro livelli nor- termina una riduzione del rilascio di glucosio e quindi un
mali per salvaguardare il metabolismo energetico di cervello, incremento del rischio ipoglicemico. Sia l’esercizio stesso
cuore e muscoli. sia precedenti ipoglicemie possono determinare un defi-
Esercizio
6
Uptake del glucosio
(mg/kg/min)
0
Produzione endogena 6 In caso di mancata
di glucosio (mg/kg/min) produzione epatica Figura 1 Rappre-
di glucosio si verificherà
sentazione grafica
un calo della glicemia plasmatica
Glicemia arteriosa (mg/dl) 0 degli effetti sulla gli-
100 cemia in caso di
mancato output epa-
tico di glucosio du-
0
rante l’esercizio (mo-
-30 0 60 dificata da Realsen e
Tempo (min) Chase, 2011)(8).
Ipoglicemia ed esercizio fisico nel diabete di tipo 1: una questione di stile 227
cit della risposta controinsulare(17). È noto che la risposta mento della produzione epatica di glucosio con transitoria
controinsulare è fisiologicamente attenuata durante il iperglicemia(25). Nel soggetto normale questa iperglicemia in-
sonno(17). È stato descritto da numerosi studi e attribuito nesca i normali meccanismi di produzione insulinica e viene ri-
a questa riduzione un secondo picco di incidenza di ipo- portata alla norma. Nel diabetico viceversa un’attività intensa
glicemia durante la notte successiva allo svolgimento di di 10-15 min comporta un aumento della produzione di glu-
attività fisica(18,19) in modo particolare tra mezzanotte e le cosio che si mantiene anche dopo il termine dell’esercizio e si
quattro del mattino(20). traduce in un’iperglicemia persistente(26). Praticata per alcuni
secondi (4-10) all’interno di sedute di attività aerobica può
contribuire a ridurre il rischio ipoglicemico(27,28). Non sono in-
vece univoche le evidenze relative al rischio di ipoglicemia tar-
Tipi di esercizio e rischio di ipoglicemia diva a seguito dello svolgimento di attività ad alta intensità/
nel diabete di tipo 1 anaerobiche che sembrerebbe comunque aumentato nelle
ore notturne(20,29,30). Nella tabella 3 un riassunto della risposta
La letteratura è ricca di studi relativi agli effetti dell’esercizio all’esercizio anaerobico in soggetti con e senza diabete di
nel diabete mellito di tipo 1: numerosi di questi hanno anche tipo 1(24).
valutato l’incidenza di ipoglicemia. Nonostante ciò, non vi Infine, per quanto riguarda gli effetti dell’esercizio di resistenza
sono attualmente evidenze univoche in quanto, seppur nu- questi appaiono diversi in funzione dell’intensità della seduta.
merosi, gli studi differiscono tra di loro per un numero elevato Pochi studi hanno approfondito questo aspetto. Recenti lavori
di elementi. L’eterogeneità riguarda il tipo di esercizio, le sue indicano che, similmente a quanto avviene nell’attività anae-
caratteristiche, gli outcome studiati (effetti acuti o cronici, di robica, l’esercizio di resistenza comporterebbe un rischio ri-
una seduta o di un training), gli algoritmi utilizzati per variare dotto di ipoglicemia durante l’attività e un profilo glicemico più
la terapia insulinica e/o l’integrazione glucidica. Recenti me- stabile immediatamente dopo, però senza aumentare il rischio
tanalisi hanno cercato di fare il punto sugli effetti acuti e cro-
di ipoglicemia notturna(31). Infatti, una singola seduta di eser-
nici sul controllo glicemico di differenti tipi di esercizio(3,21).
cizio di resistenza non pare modificare l’insulino-sensibilità
Il fatto che differenti tipi di esercizio (esercizio aerobico, anae-
post-attività(29). Un recente lavoro di Yardley suggerisce la ri-
robico/di resistenza, intermittente) abbiano effetti contrastanti
duzione del rischio ipoglicemico dell’attività aerobica se pre-
sulla durata e sull’intensità di ipoglicemie sia durante sia suc-
ceduta da attività di resistenza(32).
cessivamente l’attività fisica stessa, è ben documentato.
È da segnalare che anche la modalità (concentrica o eccen-
L’esercizio aerobico (o di endurance) determina variazioni
trica) della contrazione delle masse muscolari coinvolte po-
della glicemia relativamente prevedibili sia nel soggetto sano
trebbe influenzare l’andamento glicemico e quindi il rischio di
sia nel paziente diabetico. Il rischio ipoglicemico aumenta sia
ipoglicemia. Buona parte degli studi condotti per valutare gli
durante sia dopo l’esercizio in funzione della durata e dell’in-
effetti dell’esercizio nel diabete di tipo 1, hanno utilizzato
tensità. Una singola seduta di attività aerobica di moderata-
l’esercizio del pedalare che è essenzialmente un’attività di tipo
media intensità determina ipoglicemia dal 15 al 66% dei casi
concentrico. L’esercizio di tipo eccentrico (che si realizza in
studiati in diversi trial controllati(19,22,23). Nella tabella 2 un rias-
tutte le attività che necessitano dell’azione degli antigravitari
sunto della risposta ormonale e metabolica all’esercizio aero-
come camminare, fare jogging, correre ecc.) impedisce
bico in soggetti con e senza diabete di tipo 1(24).
l’azione insulinica e blocca l’uptake di glucosio per diverse
Si parla di attività anaerobica quando l’esercizio è molto in-
ore(33).
tenso (> 85% della capacità aerobica) e la glicolisi avviene in
Trasferire nella pratica clinica le conclusioni degli RCT (random-
carenza di ossigeno determinando una rapida produzione di
ATP e lattato. In queste condizioni il ruolo dell’insulina e del
glucagone è ridotto(24), mentre prevalgono gli effetti della se-
crezione catecolaminica che comporta un marcato incre- Tabella 3 Risposta all’esercizio anaerobico nel sog-
getto sano e nel diabete di tipo 1 (modificata da Yar-
dley et al., 2013)(24).
Tabella 2 Risposta all’esercizio aerobico nel sog- Non diabetico Diabete di tipo 1
getto sano e nel diabete di tipo 1 (modificata da Yar- Uptake del glucosio ↑↑↑ ↑↑↑
dley et al., 2013)(24).
Secrezione di catecolamine ↑↑↑↑ ↑↑↑↑
Non diabetico Diabete di tipo 1 Secrezione di insulina
Uptake del glucosio ↑↑↑ ↑↑↑ ↓o↔ ↔
(durante l’esercizio)
Variazione iniziale della glicemia ↓ ↓ Secrezione di glucagone
Secrezione di insulina ↓↓ ↔ ↑↑ ↑o↔
(durante l’esercizio)
Secrezione di glucagone ↑↑ ↑o↔ Produzione epatica di glucosio ↑↑↑↑ ↑↑↑↑
Secrezione di catecolamine ↑ ↑ Secrezione di insulina
Produzione epatica di glucosio ↑↑↑ ↑ ↑↑ ↔
(dopo l’esercizio)
Glicemia ↔ (euglicemia) ↓↓ (ipoglicemia) Glicemia ↔ (euglicemia) ↑↑ (iperglicemia)
228 A. Girelli
Tabella 4 Strategie di prevenzione dell’ipoglicemia indotta dall’esercizio fisico: vantaggi e limiti (modificata da
Gallen et al., 2011)(35).
Strategia Vantaggi Svantaggi
Variazione del bolo di insulina Riduce il rischio di ipoglicemia durante Solo se l’esercizio è programmato
prandiale pre-esercizio l’esercizio; riduce il fabbisogno di e si svolge nelle 3 ore successive
integrazione con CHO; favorisce il al pasto; può determinare picchi
mantenimento del peso iperglicemici all’inizio dell’attività
Variazioni dell’insulina basale Riduce il rischio di ipoglicemia durante Di difficile applicazione nella terapia
pre/durante-esercizio (> CSII) l’esercizio; riduce il fabbisogno di multiniettiva
integrazione con CHO; favorisce il
mantenimento del peso
Integrazione glucidica durante/dopo Indispensabile per ridurre il rischio Incremento dell’apporto calorico;
l’esercizio ipoglicemico per esercizio non può essere difficile la
programmato e/o prolungato scelta/quantificazione/tempistica di
soprattutto se intenso assunzione dei CHO;
disturbi gastrointestinali
Sprint durante o dopo l’esercizio Riduce l’ipoglicemia precoce Efficace solo per attività di durata
post-esercizio limitata e non intensa; non efficace
su ipoglicemia durante l’esercizio
Esercizio di resistenza prima Riduce il rischio di ipoglicemia durante Non efficace su ipoglicemia tardiva
dell’attività aerobica e subito dopo l’esercizio
Riduzione dell’insulina basale Efficace nella riduzione dell’ipoglicemia Può determinare iperglicemie nelle
dopo l’esercizio notturna 12-24 h successive
Assunzione di caffeina prima Riduce l’ipoglicemia durante e dopo Può compromettere la capacità di
dell’esercizio l’esercizio; riduce il fabbisogno controllo dei movimenti fini, alterare il
di integrazione glucidica sonno e aumentare il rischio
di ipoglicemia tardiva
Ipoglicemia ed esercizio fisico nel diabete di tipo 1: una questione di stile 229
È stata suggerita la possibilità di utilizzare diverse strategie glucidica e/o la correzione insulinica e l’ottenimento di una gli-
per quantificare la quota di CHO extra da assumere(47): cemia ottimale all’inizio dell’attività fisica.
– raccomandazione “base” 15/30 g ogni 30/60 minuti di at- Il monitoraggio in continuo del glucosio (continuous glucose
tività: può essere il punto di partenza nel percorso forma- monitoring, CGM) ha notevolmente ampliato le conoscenze e
tivo del paziente; le possibilità di gestione della terapia nutrizionale/insulinica ine-
– approccio “semiquantitativo”: la stima dei CHO extra viene renti all’esercizio anche in funzione di ridurre il rischio ipoglice-
fatta in base al peso: 1 g/kg peso/h; mico. Quasi tutti gli studi pubblicati negli ultimi anni hanno
– approccio “quantitativo”: la stima viene fatta considerando utilizzato il CGM per valutare l’efficacia di diversi protocolli. L’uso
il dispendio energetico in funzione del tipo di attività e del del CGM e dei sistemi integrati di infusione/monitoraggio trova
peso corporeo utilizzando specifiche tabelle. Diversi algo- particolare indicazione al fine di prevenire l’ipoglicemia nei sog-
ritmi vengono proposti in letteratura(47). getti che praticano abitualmente sport. La gestione dell’eserci-
La quantità, la qualità e la tempistica dei glucidi da assumere zio fisico è stata affrontata anche dai recenti studi sul pancreas
sono inoltre influenzati dalla glicemia prima dell’esercizio, e il artificiale: una recente revisione indica proprio l’esercizio fisico
paziente, controllando la glicemia due ore e un’ora prima dal- come uno degli ostacoli maggiori nel percorso di ottimizzazione
l’esercizio, dovrà intervenire portando la glicemia a un valore dei sistemi closed-loop. Anche in questi sistemi, accanto alla
glicemico adeguato. In presenza di valori inferiori a quelli de- riduzione dell’insulina somministrata, è necessaria un’integra-
siderati dovrà assumere zuccheri semplici e complessi in pro- zione glucidica, e la variabilità intra- e interindividuale dell’insu-
porzioni diverse in funzione dei valori glicemici di partenza lino-sensibilità, maggiore durante l’esercizio, rimane un punto
(tanto più bassa la glicemia preattività tanto maggiore sarà la critico ancora non pienamente risolto(50).
quota di glucidi semplici). Si sta diffondendo l’utilizzo di pre-
parati energetici per gli sportivi che nel paziente diabetico
sono particolarmente utili, permettendo l’assunzione di mi-
Trial and error approach, algoritmi
scele di glucidi sequenziali (maltodestrine) che forniscono, in ed educazione del paziente
percentuali diverse a seconda del preparato commerciale,
zuccheri a diverse velocità di assorbimento. L’assunzione di Quanto fin qui esposto rende conto della complessità della ge-
questi integratori, che hanno una composizione costante, per- stione dell’esercizio fisico per il paziente con diabete di tipo 1.
mette con maggiore precisione un’adeguata integrazione Sono numerose le variabili di cui esso deve tenere conto:
prima dell’esercizio o, per attività prolungate, anche durante. – terapia insulinica in corso;
In Italia in tempi recenti è stato commercializzato un prodotto – glicemia di partenza e trend;
a base di glucosio per la correzione/prevenzione dell’ipogli- – momento della giornata;
cemia (negli USA vi sono numerosi prodotti di questo tipo – tipologia dell’esercizio;
creati appositamente per le persone con diabete). – durata dello sforzo;
Accanto al consiglio di integrazione glucidica fatta prima e/o – intensità dello sforzo;
durante l’esercizio, alcuni studi suggeriscono lo spuntino – rapporto con i pasti;
prima di coricarsi, soprattutto se l’esercizio è stato svolto nelle – natura dello sforzo (nuovo o abituale);
ore serali, per prevenire l’ipoglicemia tardiva. Il gruppo di West – esperienze precedenti;
ha pubblicato diversi lavori riguardo all’utilità di integrazioni – compromissione del sistema controregolatore;
con glucidi a basso indice glicemico (per esempio isomaltu- – condizioni di allenamento;
losio) nel prevenire l’ipoglicemia post-esercizio(37). Altre se- – controllo glicemico precedente;
gnalazioni di tecniche per ridurre il rischio ipoglicemico – precedenti ipoglicemie.
riportano un rischio ridotto con l’assunzione di caffeina(48) e Viceversa gli RCT in genere valutano piccoli campioni di sog-
con l’utilizzo di integratori contenenti glutamina o proteine(49). getti giovani, maschi, con l’applicazione di protocolli standard
che prevedono la variazione di una sola variabile. In realtà,
nella maggior parte delle situazioni è invece necessario co-
struire protocolli di gestione che combinino sia la variazione
Monitoraggio della glicemia della terapia insulinica sia suggerimenti relativi all’integrazione
e nuove tecnologie glucidica. Gli algoritmi suggeriti dalla letteratura vanno quindi
declinati in indicazioni individualizzate il più dettagliate possi-
Il controllo della glicemia capillare è un elemento indispensa- bile. Questo può avvenire affiancando il paziente con un in-
bile per attuare qualsiasi variazione della terapia e/o integra- tervento di formazione che gli permetta di sperimentare, in
zione glucidica pre/post-esercizio al fine di ridurre il rischio di sicurezza, le indicazioni ricevute.
ipoglicemia. Viene consigliato, soprattutto nella fase iniziale di Per questo il trial and error approach(51), cioè un inevitabile,
training, un controllo intensivo della glicemia: un’ora prima, almeno in parte, approccio “empirico” per tentativi e corre-
appena prima, durante (per attività uguali o superiori a 30- zioni, va sistematizzato fornendo un preciso supporto tecnico
60 minuti) e dopo (a termine dell’esercizio e nelle ora succes- alla persona con diabete di tipo 1. In questo modo egli potrà
sive, in particolare notturne). La valutazione del trend della gli- minimizzare il rischio di ipoglicemia indotta dall’esercizio fisico
cemia capillare prima dell’esercizio può essere suggerita al e beneficiare dei numerosi vantaggi derivanti dalla pratica re-
paziente in quanto fornisce indicazioni utili per l’integrazione golare dell’attività fisica.
Ipoglicemia ed esercizio fisico nel diabete di tipo 1: una questione di stile 231
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