Chetoacidosi diabetica
DMt 1 per traumi, infezioni, infarto miocardico
(mortalità 1 – 4 %)
Acidosi lattica
DMt1, per ipossia
DMt2, inibizione metabolismo epatico del lattato
Mortalità > 50 %
RISCHI ASSOCIATI AL
DIABETE MELLITO
Cecità 20 volte
Amputazione 40 volte
Glucagone I
Catecolamine P I Insulina
Cortisolo E P
GH R O
INSULINA
Principale fattore di controllo glicemico
• Ormone ipoglicemizzante
• Cellule β delle isole
di Langerhans
• Azione antagonista col
glucagone
- Preproinsulina (taglio sequenza segnale24
aa) Catena A: 21 aa + ponte s-s
- Proinsulina (taglio peptide C) Catena B: 30 aa
- Insulina + peptide C
Rilasciati dalla cellula in quantità equimolari
L’insulina induce lo stato anabolico spostando il metabolismo verso l’accumulo di
carboidrati e lipidi e verso la sintesi proteica
distruzione delle cellule ß pancreatiche
insufficienza insulinica assoluta
INSULINORESISTENZA
Resistenza all’insulina
ridotta capacità dell’insulina di agire efficacemente sui tessuti bersaglio
periferici (muscoli scheletrici e fegato).
Fasi precoci: tolleranza glucidica nella norma, nonostante la resistenza
insulinica, poiché le cellule ß pancreatiche compensano aumentando il rilascio
di insulina.
La resistenza insulinica stimola la produzione epatica di glucosio.
IPERGLICEMIA
Metformina.
DIABETE: CARATTERISTICHE
TIPO I TIPO II
Consigli per il trattamento Dieta, esercizio fisico, Dieta esercizio fisico insulina
insulina farmaci orali
DOSAGGIO DEL GLUCOSIO
20
RIFLETTANZA
S sorgente luminosa
C campione in esame
FC fotocella, fotomoltiplicatore
Criteri diagnostici
Organizzazione Mondiale della Sanità, 1999
GLICEMIA A DIGIUNO
Concentrazione del
glucosio (mg/dl)
Normale 70-99
Alterata glicemia a
100-125
digiuno
Diabete
Da WHO. WHO report WHO/NCD/99.2, 1999.
Criteri diagnostici
Organizzazione Mondiale della Sanità, 1999
GLICEMIA POST-PRANDIALE
(2 ORE DOPO IL PASTO)
Concentrazione del
glucosio (mg/dl)
Da WHO. WHO report WHO/NCD/99.2, 1999.
DIABETE MELLITO: DEFINIZIONE
“Disordine metabolico ad eziologia multipla caratterizzato
da una iperglicemia cronica con disturbi del metabolismo
dei carboidrati, lipidi e proteine, conseguente ad una
alterazione della secrezione o dell’azione della insulina”.
◼ normale
◼ diabete
400 120
100
Insulin (mU/ml)
Glucose (mg/dL)
300
80
200 60
40
100
20
0600 1000 1400 1800 2200 0200 0600 0600 1000 1400 1800 2200 0200 0600
EPIDEMIOLOGIA
Prevalenza in Italia: circa 2 milioni (3,5 %)
Tipo 1: circa 5 %
Tipo 2: circa 90 %
DIABETE
DIABETE INTOLLERANZA
NON
ETÀ DIAGNOSTICATO AL
DIAGNOSTICAT GLUCOSIO
O
40
0
30
20 Diabete tipo 1
10
0
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 anni
DIABETE GESTAZIONALE
“Sindrome il cui esordio, o primo riconoscimento, di alterata
tolleranza al glucosio avviene durante la gravidanza”
La maggior parte delle donne dopo la gravidanza ritorna alla normalità, ma rimane il
rischio (dal 30 al 60%) che sviluppino diabete mellito nei successivi 10-20 anni.
Biochimica clinica Esami:
◼ Diagnosi
◼ glicemia a digiuno/occasionale
◼ glicemia postprandiale/da carico
◼ Complicanze
◼ Microangiopatia: microalbuminuria
◼ Aterosclerosi: lipidi e lipoproteine
◼ Cheto-acidosi: chetonuria; emogasanalisi
Valori di concentrazione del glucosio
del plasma (glicemia) a digiuno e
diagnosi di diabete
alterata
glicemia a
“normale” digiuno diabete
alterata
tolleranza
“normale” glucidica diabete
180 mg/dL
Misura delle proteine glicate per la sorveglianza
del compenso glico-metabolico nel diabetico
Patologico
VALORI DI RIFERIMENTO
Femmine: 4.5 – 5.7 % Hb 26 – 39 mmol/mmol Hb
Maschi: 4.5 – 5.7% Hb 26 – 39 mmol/mmol Hb
Valori compresi tra 5.8 e 6.4% cono compatibili con un aumentato rischio di sviluppare
diabete e pertanto si consiglia di verificare la tolleranza al glucosio sottoponendosi al test
curva da carico.
Misura delle proteine glicate:
emoglobina glicata o fruttosammina ?
Indicazioni all’analisi
La determinazione della fruttosamina consente di valutare il grado di
compenso glico-metabolico raggiunto dal paziente diabetico nelle tre/quattro
settimane antecedenti al controllo.
La fruttosamina fornisce una valutazione “a breve termine” del compenso glico-
metabolico, laddove l’emoglobina glicosilata (HbA1c) ne permette la valutazione ”a
lungo termine” (6-12 settimane precedenti).
INDICAZIONI
Metodiche e strumenti
La determinazione della fruttosamina avviene su un campione di sangue
venoso. Si sfrutta la capacità delle chetoamine di ridurre il
tetrazolium nitroblue in mezzo alcalino.
Chetonemia e b-idrossibutirrato
Insulina e C-Peptide
Marcatori di auto-immunità
Esami addizionali: chetonemia
▪ Emogasanalisi
Frequenza
Auto-anticorpo
(diabete Tipo 1)
Anti-citoplasma delle cellule
70 – 80 %
insulari (ICA)
Anti-glutammato
70 – 80 %
decarbossilasi (GADA)
Anti-antigeni associati
all’insulinoma (IA-2A e IA- ~ 60 %
2bA)
adulti: < 10%
Anti-insulina (IAA)
bambini: ~ 50%
Riduzione dell’insulina + aumento degli ormoni contro-regolatori
gluconeogenesi
iperglicemia
chetogenesi glicosuria
diuresi osmotica
chetosi
perdita degli elettroliti
riserva alcalina disidratazione cellulare
ipovolemia
acidosi Insufficienza renale
COMPLICANZE TARDIVE DEL DIABETE
La microangiopatia diabetica consiste nell'ispessimento generalizzato della
membrana basale dei capillari di tutto l'organismo.
Alterazioni circolatorie
L'aterosclerosi si verifica nei diabetici in modo più esteso e precoce
rispetto a quanto accade nella popolazione generale.