LEZIONE 5
DIABETE MELLITO
DIABETE MELLITO DI TIPO 2
DEFINIZIONE
Come il diabete di tipo 1 è multifattoriale però in questo caso c’è non assenza di insulina ma deficit relativo,
con insulino-resistenza.
EPIDEMIOLOGIA
Nel giro di 34 anni la prevalenza è drammaticamente aumentata, nelle regioni mediterranee è passata dal 6
al 13%, nei paesi africani invece c’è stata una occidentalizzazione con consumo di cibi ipercalorici e >
sedentarietà.
Mentre prima era una malattia dell’adulto adesso interessa anche i giovani adulti. È in continuo aumento nei
paesi in via di sviluppo ed è tra le principali cause di cecità, insufficienza renale, infarto del miocardio, ictus e
amputazione arti inferiori. Nel 2012 un milione e mezzo di morti era direttamente correlato al diabete e altri
2 milioni circa attribuibili alla iperglicemia.
(Healthy diet, regular physical activity, maintaining a normal body weight and avoiding tobacco use are ways
to preventor delay the onset of type 2 diabetes.
Diabetes can be treated and its consequences avoided or delayed with diet, physical activity, medication and
regular screening and treatment for complications)
• Età di insorgenza: in genere > 40 anni ma sempre più frequente in giovani adulti e bambini
• Prevalenza maggiore in certe popolazioni (prevalenza negli stati uniti maggiore in afroamericani e indiani
d’America)
Sesso: predominanza femminile e non frequentemente associato ad altre malattie endocrine autoimmuni.
• Genetica:
– Mutazione di geni coinvolti nello sviluppo e nella funzione delle cellule beta
Fattori di rischio:
Etnia (asiatici, ispanici, afroamericani hanno un rischio fino a due volte maggiore)
Claudia Concas
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Distribuzione del grasso (obesità centrale, addominale. Il grasso intraddominale predispone rispetto al
sottocutaneo, forse per il rilascio di particolari citochine che agirebbero alterando la secrezione dell’insulina),
stile di vita
Fumo (>2 volte, proporzionale alla durata del tabagismo e alla quantità)
EZIOPATOGENESI
• Insulino resistenza:
sembra prodotta da alcune citochine; l’attivazione del recettore dell’insulina avviene solo con concentrazioni
elevate di insulina per cui il pancreas produce più insulina.
L‘insulino resistenza viene definita come una ridotta risposta biologica all’insulina, è un difetto primario nella
maggioranza dei pazienti con diabete di tipo 2
A lungo andare le cellule β possono diventare “esauste”, ossia non più in grado di produrre insulina sufficiente
a compensare l’insulino-resistenza. Ciò porta ad uno scarso controllo del glucosio ematico e può condurre
allo sviluppo del diabete di tipo 2.
• Metodi di quantificazione
–Fattori genetici
–Ridotta massa delle β cellule (le cellule si esauriscono prima perché ce ne sono meno)
Background genetico → Insulino resistenza + ridotta secrezione insulinica → Ridotta tolleranza glucidica →
DIABETE MELLITO DI TIPO 2
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Nel Diabete di tipo 2 la glicemia aumenta lentamente, è un processo molto più lento rispetto a quello del
diabete di tipo1 dove la distruzione delle cellule beta aumenta nel giro di mesi.
Nel diabete di tipo 1 l’insorgenza della malattia è più palese, può passare massimo un anno dalla diagnosi.
Nel diabete di tipo2 invece si possono tardare anche 10 anni in fare diagnosi.
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EPIDEMIOLOGIA
• Rischio aumentato di sviluppo di diabete dopo l’espletamento del parto (>7 volte di diabete manifesto)
EZIOPATOGENESI
Gravidanza: stato fisiologico di insulinoresistenza che può portare a iper-insulinemia (ricorda il DM2)
SCREENING
• Basso rischio: età < 25 anni, assenza di familiarità per diabete, anamnesi ostetrica priva di esiti sfavorevoli
→ NESSUNO SCREENING
•Alto rischio: familiarità per diabete, pregresso riscontro di glicemie alterate, obesità, glicosuria nella
gravidanza in corso, PCOS → SCREEENING
• Fase preanalitica → Digiuno dal almeno 8 h, somministrazione di 75 g di glucosio per os, prelievi al tempo
0’, 60’ e 120’
• Interpretazione:
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Se sono a medio rischio si può fare questo screening tra la 24 e la 28 settimana di gestazione mentre se sono
ad alto rischio va fatto prima e ripetuto nel corso della gravidanza.
ANTIDIABETICI ORALI
1) Inibitori α-glucosidasi
2) Agonisti GLP-1
Questo enzima rende sostanzialmente possibile l’assorbimento degli zuccheri, localizzato nell’orletto a
spazzola delle cellule del duodeno. Se noi blocchiamo questo enzima gli zuccheri rimangono complessi e non
siamo in grado di assorbirli.
• Mal tollerato per effetti gastrointestinali → FLATULENZA, DIARREA (molti sospendono il farmaco)
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L’omeostasi del glucosio dipende dal metabolismo di vari ormoni (insulina, glucagone…) tra cui GLP-1
L’insulina prodotta dal contatto con gli zuccheri assunti durante i pasti con ormoni presenti a livello
intestinale è molto maggiore rispetto a quella prodotta per la somministrazione di zuccheri endovenosi →
effetto incretinico (> glucosio assunto > effetto incretinico)
• GLP-1 (glucagon-like peptide 1) è uno di questi ormoni intestinali, prodotto dalle cellule dell’ileo, agisce
legandosi al recettore espresso anche sulle β -pancreatiche.
Inibisce la secrezione di glucagone da parte del pancreas. Ha anche effetto sul rallentamento dello
svuotamento gastrico
Questi farmaci agonisti hanno quindi lo scopo di prolungare l’effetto del GLP-1
1) Solfaniluree
Controindicazioni: diabete mellito di tipo 1, insufficienza epatica, insufficienza renale (pericolo di accumulo)
Hanno emivita variabile, in anziano usiamo quelle a breve durata d’azione con più somministrazioni.
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1) Biguanidi
2) Glitazonici
Azioni extraglicemiche
–Riduzione dei trigliceridi e LDL; aumento delle HDL e probabile riduzione della pressione arteriosa
• Modalità di assunzione: orale, non da ipoglicemia perché non favorisce la secrezione insulinica
Glitazonici (pioglitazone)
• Aumento della sensibilità insulinica a livello del tessuto adiposo, muscolare, ed epatico
• Effetti collaterali: epatotossicità grave, aumento del peso, aumento LDL, aumento ritenzione idrica
Il rene riassorbe glucosio. Questi farmaci abbassano la soglia per la quale il rene lascia andare il glucosio nelle
urine invece che tenerlo a livello sanguigno.
TmG = 375 - Riducono il TmG → incremento escrezione urinaria di glucosio (glicosuria) → riduzione della
glicemia
• Riduzione introito calorico (circa 200-300 kcal) e riduzione pressione arteriosa (effetto diuretico)
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