LINEA E SALUTE
Posted by Dr. Matteo Menetti Cobellini | Gen 8, 2018 | Interviste, News |
Cos’è la dieta a basso indice glicemico? E serve davvero a stare in salute? Tra i primi studiosi
a intuire le criticità di un’alimentazione ricca di zuccheri fu, negli anni Ottanta, il medico
nella crescita dell’obesità nei Paesi industrializzati, ed anche nelle classi sociali a basso
reddito (T. Lobstein, Y. Wang, Worldwide trends in childhood overweight and obesity, in
alimentare, di tutti gli zuccheri, ebbene si rischia di cadere in errore. Perché c’è zucchero e
zucchero.
Esistono zuccheri “buoni” e zuccheri “cattivi”. È davvero così? Lo scopriremo. Ci si consenta per
zucchero di alzare la glicemia, cioè la concentrazione di glucosio nel sangue, dopo il pasto e
Per “zuccheri”, sia quelli buoni sia quelli cattivi (ricordate, è vera questa classificazione?), esiste
una categoria omnicomprensiva, quella dei glucidi. Essa raggruppa sommariamente i carboidrati
semplici, come gli zuccheri semplici (che sono immediatamente bruciati dal metabolismo dopo
l’assimilazione) e quelli complessi, che fungono da scorta energetica. I primi sono più
semplicemente gli zuccheri propriamente detti (lattosio, fruttosio, zucchero bianco e tutti i
Io non amo distinguere tra zuccheri buoni o cattivi, non c’è nulla di troppo “cattivo” o di
troppo “buono” nel cibo. Tuttavia, è bene precisare che quando il corpo umano assume questo
tipo di zuccherianche nei suoi derivati (i dolci, per esempio) il pancreas si attiva per produrre
L’insulina ha una sua misura e tende a ricostruirsi molto lentamente per cui, se si eccede con gli
Quando l’insulina raggiunge un livello insufficiente s’innesta una reazione: il cervello inizia a
domandare nuovo cibo perché l’assenza di questo ormone regola anche il senso di sazietà. In
sostanza più si assume zucchero semplice più il corpo ne pretende altro, in un circolo
zuccheripuò portare a una sindrome metabolica, come il diabete, oppure a una insulino
resistenza, ovvero quando le cellule del corpo umano diminuiscono la risposta all’azione
dell’insulina stessa.
LE DIETE “FAI DA TE” POSSONO PRODURRE RISULTATI SODDISFACENTI?
Se queste si limitano a ridurre dolci, cioccolata, miele e gelati certamente. Credo, però,
che qualsiasi percorso alimentare debba avere a corollario un’educazione al cibo e premessa delle
considerazioni.
La prima di queste è che il paziente si sottoponga a precisi esami clinici, in questo caso sul livello
di glicemia; la seconda, è che questi si rivolga a uno specialista perché ogni percorso alimentare,
che sia iperproteico o ipoglicemico, deve essere studiato caso per caso.
Certamente sì. E ci sono accorgimenti molto utili: assumere fibre alimentari come verdura e
insalata ed inserire fibre nella dieta come la pasta integrale. Va precisato che molti tra cibi che
assumiamo oggi sono lavorati e le fibre contenute in essi scarse. È anche utile ricordare