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DIABETE MELLITO

Omeostasi del glucosio


v. r. della glicemia
3,3-5,6 mMoli/L
60-100 mg/dL
INSULINA E GLUCAGONE

Sono ormoni peptidici secreti da tipi


cellulari diversi dalla ghiandola endocrina
PANCREAS

Cellule a = glucagone
Cellule b = insulina

Glucagone maturo: 29 AAcidi


AZIONE DELL’INSULINA secreta su stimolo di ALTI livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia)

 Stimola l’utilizzazione del glucosio in tutti i tessuti. Tessuti bersaglio: MUSCOLO, TESSUTO ADIPOSO
 Modifica permeabilità delle membrane al glucosio (regolazione di GLUT4)
 Attiva, mediante fosforilazione, proteine fosfatasi, modificando l’attività di enzimi intracellulari
 Promuove la sintesi di alcuni enzimi (es. la GLUCOCHINASI)
 Stimola L’UTILIZZAZIONE DEL GLUCOSIO (ES. ATTIVA LA GLICOLISI E LA SINTESI DEL GLICOGENO,
INIBISCE LA GLUCONEOGENESI)
E ABBASSA LA GLICEMIA

AZIONE DE GLUCAGONE secreto su stimolo di BASSI livelli di glucosio nel sangue (ipoglicemia)

 Tessuti bersaglio: FEGATO, TESSUTO ADIPOSO


 Attività mediata da AMP ciclico (cAMP)
 INIBISCE LA GLICOLISI, STIMOLA LA GLUCONEOGENESI E LA DEGRADAZIONE DEL GLICOGENO
e INNALZA LA GLICEMIA

Gli effetti dell’insulina sono opposti a quelli del glucagone, ma anche a quelli dell’ adrenalina, dei glucocorticoidi
(cortisolo), dell’ ormone della crescita (GH): «ormoni dello stress»
DIABETE MELLITO

 Un gruppo di disordini metabolici eterogenei dal


punto di vista clinico e genetico caratterizzati da
elevati livelli ematici di glucosio
(IPERGLICEMIA)
 Disordine endocrino più comune nella pratica
clinica

Iperglicemia dovuta a
 Mancanza assoluta o parziale dell’insulina
 Resistenza delle cellule bersaglio all’insulina
DIABETE MELLITO PRIMARIO
Diabete di tipo 1 (IDDM, insulino-dipendente) 15% dei pazienti
l’insulina non viene prodotta
per distruzione autoimmune delle cellule beta del pancreas
Tipico di soggetti giovani, 9-14 anni
Fattori ambientali scatenanti (es. infezioni virali)

Diabete di tipo 2 (NIDDM,indipendente da insulina) 85 % pazienti


resistenza all’insulina associata alla progressiva diminuzione della produzione di insulina
individui età > 40 anni, obesi
implicazione di GLUT4
 dipende da un’interazione tra fattori genetici ed ambientali

Caratteristiche comuni ai due tipi


Il glucosio non entra nei tessuti bersaglio dell’insulina (adiposo e muscolare)
Iperglicemia a digiuno
Sono stimolate la glicogenolisi e la gluconeogenesi, la lipolisi e la chetogenesi
Chetosi (chetonemia, chetosuria)
Acidosi metabolica (rara nel tipo 2)
DIABETE MELLITO SECONDARIO

CONSEGUENZA DI
• Malattie pancreatiche
• Malattie endocrine (es. morbo di Cushing
o ipocorticosurrealismo)
• Terapie farmacologiche
• Gravidanza
DIABETE MELLITO DI TIPO I
MALATTIA AUTOIMMUNE, distruzione selettiva delle cellule beta-pancreatiche

MISURAZIONE DEGLI AUTOANTICORPI SIERICI


Pannello di autoanticorpi del diabete mellito
Predittivi della malattia

ICA (islet cells antibody, anti-citoplasma di insula pancreatica) (70-80% dei pazienti)
GADA (anti-decarbossilasi dell’acido glutammico) (70-80% dei pazienti)
IAA (autoanticorpo contro l’insulina) (50 % dei pazienti)
IA-2A (anticorpi-2 associati all’insulinoma, anti-tirosin fosfatasi di membrana delle cellule
beta) (60 % dei pazienti)
Ab anti-ZnT8 (isoforma 8 del trasportatore dello zinco)
DIABETE MELLITO DI TIPO II
NIDDM
diabete insulino-resistente

Il glucosio non entra nei tessuti insulino-sensibili

La glicemia si innalza

Eccessiva e incompleta ossidazione degli acidi grassi

Accumulo di AcetilCoA

Produzione di corpi chetonici in eccesso

Chetoacidosi
MISURAZIONE DEL GLUCOSIO

 Prelievo tra le 7 e le 10 mattino, a digiuno


 Ai fini diagnostici si deve utilizzare
la glicemia plasmatica e NON quella su sangue intero
(la glicemia su sangue intero è di circa il 10% più bassa di quella del plasma)
 Se l’esame non viene eseguito entro 30 min deve essere aggiunto al campione un
inibitore della glicolisi (fluoruro di sodio, inibitore dell’enolasi)
 Mettere la provetta in ghiaccio fondente e separare plasma da cellule
 Conservare il plasma a 4°C
Metodo di dosaggio enzimatico del glucosio plasmatico a digiuno

• Esochinasi • Reazione accoppiata a quella catalizzata dalla G6PDH


• Si misura con un fotometro:
l’assorbanza del NADPH prodotto è proporzionale al glucosio presente

Esochinasi

v. r. = 3,3-5,6 mmoli/L
60-100 mg/dL
AUTOMONITORAGGIO DELLA GLICEMIA

GLUCOMETRO
• Su sangue intero, prelevato dal circolo capillare
• Grazie alla reazione delle GLUCOSIO OSSIDASI e PEROSSIDASI
ESAME DI TOLLERANZA AL GLUCOSIO ORALE
(Oral Glucose Tolerance Test, OGTT)

RICHIESTA IN CASO LA MISURAZIONE RIPETUTA DELLA GLICEMIA


A DIGIUNO NON DIA RISULTATI CONVINCENTI

• 1 prelievo a digiuno
• 1 prelievo dopo 2 ore dall’assunzione di 250-300 ml di
una soluzione glucosata contenente 75 g di glucosio anidro, da bere in 5 min

 Non va eseguito su pazienti già diagnosticati per diabete


 Va eseguito dopo opportune raccomandazioni alimentari nei 3 gg precedenti
 Non si devono essere subiti interventi chirurgici, aver avuto infezioni, assunti farmaci
ESAME DI TOLLERANZA AL GLUCOSIO ORALE
(Oral Glucose Tolerance Test, OGTT)
Individui con
glicemia alterata a digiuno (IFG)
mM
e
mM mM
tolleranza alterata al glucosio (IGT)

Sono categorie a rischio di


• Diabete
• Malattie cardiache
• Ipertensione
• Dislipidemie
EMOGLOBINA GLICATA (HbA1C)
• Glicazione non enzimatica dell’emoglobina
• Reazione tra il gruppo aldeidico del glucosio e il gruppo amminico
delle valine terminali delle catene beta dell’Hb
PARAMETRO DIAGNOSTICO DEL DIABETE
Valori >48 mmol/mol di Hb (6,5% dell’Hb totale)
(ottenuti in 2 misure consecutive)

Riflette la glicemia media nei 2 mesi precedenti alla sua misura


• La misura dell’Hb glicata risente del turnover dei globuli rossi
(4 mesi)
• Deve essere eseguita 3 volte/anno, a distanza di non meno di due
mesi
1% di aumento di HbA1C corrisponde
ad un aumento della glicemia pari a 35 mg/dL
METODI DI DOSAGGIO DI EMOGLOBINA GLICATA (HBA1C)
L’emoglobina glicata differisce da quella normale per il punto isoelettrico (pI)

 Metodi cromatografici (HPLC)


• scambio ionico
• affinità (per il glucosio legato)
 Metodi immunochimici

Fattori che influenzano i livelli di Hb glicata


Esempi
• Assunzione di vitamina C
• Consumo di alcol
FRUTTOSAMINA: INSIEME DELLE PROTEINE PLASMATICHE GLICATE

Parametro precoce per diagnosi di diabete


I valori di fruttosamina sono indicatori della glicemia media nei 10-20 giorni precedenti al prelievo

Metodi di misurazione
Fruttosamina
• Test colorimetrici
• Riduzione del nitro blu di tetrazolio a formazano da parte della fruttosamina in ambiente alcalino

Albumina glicata
• Cromatografia a scambio ionico
• Metodo ELISA
CHETOACIDOSI DIABETICA (DKA)
Iperglicemia
Glicosuria
Diuresi osmotica
Perdita di acqua ed elettroliti o
(sodio, potassio, magnesio, cloruro, fosfato)

Resistenza/deficienza di insulina
Aumento della lipolisi
Aumento degli acidi grassi liberi
Chetonemia
Chetonuria
Acidosi metabolica
Vomito
Perdita di acqua ed elettroliti
(sodio, potassio, magnesio, cloruro, fosfato)
TRATTAMENTO DELLA CHETOACIDOSI DIABETICA (DKA)

Somministrazione (SOTTO STRETTO MONITORAGGIO) di


• insulina endovenosa
• soluzione fisiologica (per compensare la deplezione di fluido e ristabilire la circolazione)
• Somministrazione di potassio
• soluzione di bicarbonato endovena (nei casi più gravi)
MONITORAGGIO DEL DIABETE MELLITO
PEPTIDE C
• Viene prodotto in quantità equimolari all’insulina
• Ha un’emivita nel siero maggiore di quella dell’insulina
(20 min vs. 5 min)
• Riflette la sintesi dell’insulina
• Si misura per valutare la capacità del pancreas
di produrre insulina
• Permette di distinguere il livello di
insulina endogena da quella esogena (data come farmaco)
• Permette la diagnosi di insulinoma
(tumore pancreatico secernente insulina in eccesso, ipoglicemia a
digiuno)

v. r. nel siero: 0,78 e 1,89 ng/mL

Aumenta per:
• Insulinoma
• Diabete tipo II
• Assunzione di farmaci ipoglicemizzanti
COMPLICAZIONI A LUNGO TERMINE DEL DIABETE

• Nefropatia, malattia renale


(aumento di GFR, poi proteinuria
e uremia)
• Microangiopatia
• Dislipidemia aterogenica
• Cataratta
• Maculopatia, Retinopatia, Cecità
CATARATTA DIABETICA

Il sorbitolo è la forma ridotta


del glucosio (glucitolo)

• L’accumulo di sorbitolo
richiama acqua
• Lo stress osmotico induce
apoptosi nelle cellule del
cristallino e lo sviluppo della
cataratta (opacizzazione del
cristallino)

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