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FARMACOLOGIA

parte 10

ANTISETTICI E DISINFETTANTI
Gli antisettici e i disinfettanti servono per bloccare i microrganismi con cui si può venire a contatto.

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

Quando utilizzate qualsiasi sostanza tossica o no dovete proteggervi, dovete proteggere tutte le parti con
cui si viene a contatto, ovvero le mani e tutte le parti che sono più esposte.

 Apparato respiratorio: mascherine naso-bocca, mascherine agenti biologici

L’apparato respiratorio si protegge utilizzando mascherine e mascherine con filtri.

 Cuoio capelluto: cuffie, berretti

Anche il cuoio capelluto è in grado di assorbire e trattenere delle sostanze per cui è bene tenere delle cuffie
e berretti sia per voi stessi e sia per i pazienti.

 Corpo: camici, grembiuli, sovrascarpe (monouso)

Il corpo è sempre bene proteggerlo, quindi usare camice e calzari monouso, usa e getta, ancora meglio.

 Occhi: occhiali, maschere (con filtro specifico, carta cotone, plastica)

L’occhio, ovvero la mucosa oculare, è in grado di assorbire, anche se in piccole quantità, tutte le sostanze
tossiche, quindi è bene utilizzare mascherine e occhialini e mascherine.

 Mani: guanti (anallergici e monouso)

Per le mani sempre i guanti, che siano anallergici e monouso.

 Organi dell’udito: protettori acustici (tappi per orecchie e cuffie)

In determinate professioni è bene coprire anche gli organi dell’udito. Esistono dei protettori acustici.

PROFILASSI MALATTIE INFETTIVE

E’ il più importante metodo di prevenzione nella trasmissione di agenti infettivi da persona a persona o da
regioni corporee ad alta carica microbica (naso, bocca, intestino), a regioni a bassa carica, siti potenziali di
infezione

L’importanza della profilassi delle malattie infettive deve essere al primo posto, soprattutto per la categoria
di professione odontoiatria, ed inizia con la detersione delle mani. Quindi anche se si usano i guanti, prima
si lavano le mani, si mettono i guanti e si rilavano le mani con sostanze fatte apposta.
Questa è una piastra per microrganismi e questa è una mano di un bambino con le
mani sporche. Questa dà l’idea di tutta la flora microbica che può crescere. Quindi se
sotto le mani si ha un paziente e non ci si lava le mani possono essere trasmessi tanti
microrganismi.
La detersione delle mani è al primo posto ed è importantissima, sia per non
contaminare zone del corpo, nel senso se ho un’alta carica microbica a livello orale,
poi ho un’alta ferita sempre nel viso all’altezza del cavo orale c’è rischio che si possano
contaminare diverse regioni; sia per non contaminare da paziente a paziente o voi stessi.

I microrganismi stanno ovunque:


- cute
- ferite infette
- pus
- secrezioni

Stanno in ogni parte del corpo:


- Viso
- Mani
- Corpo
- Indumenti

Trasferimento:
Si possono trasferire a livello dei presidi ospedalieri attraverso:
- Lenzuola
- Biancheria
- Asciugamani
- Lavandini
- Bagni

Contaminano tutto:
- Attrezzature sanitarie
- Biancheria pulita
- Bagni
- Piatti e posate

È bene sterilizzare tutto.

Infettano:
Non infettano tutti indiscriminatamente.
- Pazienti esposti
- Bambini
- Malati gravi
- Malati cronici
- Personale sanitario: è più a rischio perché è molto a contatto con un’elevata carica microbica.
Chi ha un sistema immunitario depresso è più a rischio ed esistono due condizioni fisiologiche in cui il
sistema immunitario non è ben formato che sono i bambini e gli anziani. Quindi con queste due categorie di
pazienti bisogna prestare più attenzione. Inoltre i malati cronici e malati gravi in generale.

Bisogna cercare di stare attenti, non solo per non contaminare ambienti o da paziente a paziente, ma di
proteggersi.

L’impiego di antisettici e disinfettanti ha senso di esistere se in misura preliminare:

 Vengono utilizzati idonei dispositivi di protezione individuale (contatto con sostanze tossiche,
corrosive, irritanti)

 Vengono rispettate accurate norme di igiene (al fine di ottenere i livelli di disinfezione e
sterilizzazione desiderati)

 Vengono rispettate accurate norme per la prevenzione delle malattie infettive

L’impiego degli antisettici e dei disinfettanti non ha senso di esistere se noi prima non ci proteggiamo, non
ci laviamo le mani, non seguiamo le norme in generale della profilassi delle malattie infettive.

L’utilizzo indiscriminato di antisettici e disinfettanti:

 Resistenza microrganismi patogeni

L’uso sconsiderato di antisettici e disinfettanti può portare ad una resistenza degli agenti patogeni.
Quando si utilizza un antisettico o un disinfettante non si ucciderà mai il 100% della flora microbica. Un
microrganismo, che sia uno solo, resisterà e svilupperà una resistenza dal punto di vista genetico e quindi
sarà in grado, la prossima volta di creare colonie resistenti a quel farmaco che quindi non avrà più efficacia.

Tutte queste informazioni sono alla base per ottenere il successo della attività medico-chirurgica in
generale e soprattutto nella vostra professione ha una grande importanza.

DISINFEZIONE/STERILIZZAZIONE DI TIPO FISICO

Esistono dei metodi fisici che sfruttano:


- Calore
- Altro

1. CALORE
a. Incenerimento (fiamma)

Se lo strumento ci serve subito possiamo sterilizzare attraverso l’incenerimento. Mettete il vostro


strumentario sulla fiamma e cercate di sterilizzare lo strumento nella parte blu della fiamma, che è la parte
che ha più efficacia sterilizzante della fiamma.
Esempio anse, bisturi o aghi (strumenti metallici).

b. Umido (Autoclave)

L’autoclave è un sistema che sfrutta il calore umido, ovvero si mette dell’acqua e riesce a raggiungere un
valore pressorio e da quel momento in poi per 30 minuti raggiunge la temperatura di 100°C e sterilizza il
nostro strumentario. Per vedere se è avvenuta la sterilizzazione esistono dei nastri rilevatori.
L’autoclave va bene ma va bene per agenti in gomma che non siano termolabili, garze, terreni di coltura,
strumenti in metallo, vetro, acqua.

c. Secco (Stufa)

La stufa sfrutta il calore secco non in presenza di acqua e si può usare per strumentazione di vetro, metallo
e di sostanze in polvere. Sicuramente ottenete una disinfezione e una sterilizzazione più ad alto livello
rispetto all’autoclave ma sono i tempi che cambiano. Se vi serve qualcosa prima la stufa ci mette 3 ore e poi
dovete aspettare altre 3 ore per aprirla perché il materiale è incandescente e si rischia di bruciarsi.

2. ALTRO
a. Irradiazione U.V.

Per i raggi U.V. esistono delle lampade che riescono ad irradiare completamente una stanza; oppure
possono essere inserite sotto cappe chimiche o sotto cappe a flusso. In generale riescono ad uccidere quasi
tutta la flora batterica.
I raggi U.V. sono molto sfruttati perché riescono anche ad agire sui virus, che sono quelli più difficili da
eliminare.

b. Filtrazione

Nella filtrazione, se si ha una sostanza si può filtrarla utilizzarla dei filtri sfruttando una siringa e mettendola
in contenitori sterili. Oppure attraverso dei filtri a caffettiera che devono essere attaccati ad una pompa a
botte di filtro nel vostro contenuto.
Questi filtri sono fatti di materiale cellulosa e in genere in questo caso si usa lo 0.22 µ, ovvero i pori hanno
la dimensione di 0.22 µ, però attenzione perché non vanno bene per i virus perché i virus sono particelle
talmente piccole che passeranno e quindi si ritroveranno nel filtrato.

ANTISETTICI E DISINFETTANTI

Gli antisettici e i disinfettanti ci servono per ottenere una disinfezione e sterilizzazione di tipo chimico e non
fisico.

Non sono sinonimi.

 ANTISETTICO

L’antisettico è una sostanza che è applicabile su un tessuto umano e ha lo scopo di arrestare la crescita o la
moltiplicazione batterica, quindi ha un’azione batteriostatica. L’azione batteriostatica è in grado di inibire la
crescita e la moltiplicazione dei batteri.
Esistono antisettici che hanno un ampio spettro di azione e che hanno una azione biocida che lisa la
membrana ed uccide i microrganismi.

 DISINFETTANTI

I disinfettanti sono dotati di una elevata aggressività chimica e quindi sarebbe bene non utilizzarli sulla cute
e sulla mucose anche se si può variare la concentrazione e il tempo di contatto e quindi alcuni possono
essere utilizzati come “antisettici”. Però generalmente si fa riferimento alla classificazione standard che è
questa.
Infatti, l’uso dovrebbe essere riservato alla disinfezione di ambienti e di strumentario chirurgico in generale
(apparecchi, presidi sanitari, indumenti, ecc.)

Ai fini applicativi gli stessi composti, certi composti, non parlo di formaldeidi o qualcosa di tossico, può
essere utilizzato come antisettico o come disinfettante tenendo conto di due variabili:

1. Concentrazione d’uso

Su ogni boccetta di disinfettante si trovano indicazioni su come diluire i vostri preparati che sono in
concentrazioni elevate. Ad esempio, se c’è scritto che bisogna utilizzare la soluzione al 5% non potete
utilizzarla a concentrazione maggiore, anche perché spesso una concentrazione maggiore non corrisponde
ad una maggiore efficacia. Oltretutto, dopo che si supera il limite di solubilità di una sostanza si rischia che
alcune particelle non si sciolgano e quindi, se ad esempio si usa come antisettico, risulta irritante per la
cute.

2. Tempo di contatto

Si innesca un processo biologico generale e per cui ci vuole un tempo ben definito per ogni sostanza che si
utilizza.

 Entità dell’indice terapeutico

Un’altra caratteristica che differenzia l’antisettico e il disinfettante è l’entità dell’indice terapeutico, che è il
rapporto tra l’efficacia e la lesività. Si fa riferimento alla dose50.

È logico che si vuole una superefficacia non posso aspettare che il mio disinfettante o il mio antisettico non
faccia nulla, perché comunque ogni antisettico e disinfettante è vero che è efficace contro un
microrganismo però i microrganismi sono fatti di membrane plasmatiche come noi, come il paziente, e
quiindi si possono arrecare danni.

INDICE TERAPEUTICO

I requisiti ideali che assicurano un buon indice terapeutico di antisettici e disinfettanti sono:

 Ampiezza spettro d’azione

Più l’antisettico è in grado di distruggere più specie microbiche più sarà “efficace”. Se si vede una lesione e
si vede del pus non si può sapere se c’è un batterio Gram +, Gram- o un virus, si può immaginare perché
magari si sa che a livello della cavità orale Streptococcus e Staphilococcus sono i più presenti, però
ovviamente più si ha un disinfettante che copre un ampio spettro meglio è. Sempre facendo riferimento al
fenomeno della resistenza.

 Rapidità d’azione

Più è rapido e meglio è.

 Ingresso cellule parassitarie

I disinfettanti, che sono farmaci, devono poter entrare all’interno della cellula parassitaria altrimenti il
nostro microrganismo continuerà a crescere e a replicarsi.
 Azione in presenza di inattivatori (pus, sangue, materiale organico, ecc.)

Questa caratteristica a voi interessa molto perché se il paziente ha un dente cariato e c’è una situazione con
sangue e pus, se si usa un antisettico che si disattiva in presenza di pus, sangue o altro materiale organico
non serve a niente.

 Azione in un ampio range di pH e temperatura

Deve poter agire in un ampio range di pH e temperatura. Ci sono batteriche sono in grado di acidificare e
basificare gli ambienti. Quindi se un antisettico non funziona ad un pH basico e abbiamo dei batteri che
basificano il terreno e in generala la cute, non funzionano.

 Scarsa lesività di contatto


 Trascurabile assorbibilità sistemica

Non dovrebbe essere assorbito a livello sistemico.

 Tossicità sistemica minima o nulla in caso di assorbimento

Se per caso venisse assorbito, la tossicità deve essere nulla.

Nessun antisettico in commercio risponde a questi requisiti.


Quindi a seconda della situazione che abbiamo bisogna decidere quale è meglio utilizzare e come
utilizzarlo.

DISINFEZIONE CHIMICA

Attraverso gli antisettici e i disinfettanti si ottiene una disinfezione di tipo chimico, a seconda dello spettro
di azione e del tempo di esposizione. Abbiamo tre livelli:

 Basso livello

Significa che elimina le specie più sensibili facenti parte dei batteri e dei funghi e alcuni virus che
presentano capsula lipidica.

 Medio livello

Se voglio estendere l’efficacia a virus privi di capsula, rispetto al precedente, come Enterovirus, Poliovirus,
Cocsackie, devo usare un agente più aggressivo.

 Alto livello

Per avere una disinfezione di alto livello devo utilizzare un agente ancora più aggressivo e in genere si
utilizzano gli iodofori e le aldeidi.
Questi, in più rispetto ai precedenti, sono in grado di eliminare completamente la flora e di andare ad agire
sui micobatteri, come il M. tuberculosis o M. leprae, caratterizzati da una parete cellulare ad elevato
contento di lipidi, che sono i più difficili da eliminare. Però, anche qua c’è un limite perché questo sistema,
attraverso l’uso di aldeidi o iodofori, non assicurano l’eliminazione delle spore batteriche.
STERILIZZAZIONE CHIMICA – ELIMINAZIONE SPORE

Le spore sono forma di vita che derivano da batteri di tipo sporigeno, sia Gram +
che Gram-, che vengono prodotte quando il batterio si trova in condizioni estreme
(scarsa presenza di nutrienti e acqua). Capisce che sta per morire e in qualche
modo il suo DNA deve essere propagato e quindi crea le spore. Sono capaci, in
questo modo, di sopravvivere nell’ambiente esterno allo stato di quiescenza.
Le spore sono termoresistenti.
Resistono ad elevate temperature, ad elevato pH e a molte sostanze, ai disinfettanti, antibiotici, alle
radiazioni UV e alla essicazione.
Es. termoresistenza:
- Clostridium Botulinum 330’ a 100°C
- Clostridium Tetani 90’ a 100°C
- Clostridium Perfrigens 30’ a 100°C  

Quindi, con una azione sporicida, poiché spesso il calore non basta, utilizziamo disinfettanti ancora più
aggressivi come aldeidi o molecole super ossidanti. Questo siccome sono sostanze molto aggressive e
devono essere utilizzati su strumenti che non sono sterilizzabili in autoclave. Vi una fase di riasciacquo ogni
volta che si usa il disinfettante.

L’azione sporicida ottenuta attraverso disinfettanti più aggressivi (aldeidi e molecole superossidanti) è:
- Riservata a strumenti e dispositivi termosensibili non sterilizzabili in autoclave
- Riservata a strumenti per i quali sia richiesto un pronto utilizzo

FATTORI CHE INFLUENZANO L’EFFICACIA DEI SISTEMI BIOCIDI

I fattori che influenza l’efficacia di questi sistemi biocidi sono:

1. Concentrazione

Un farmaco per poter attraversare la membrana deve avere una certa concentrazione e un certo gradiente
per poter passare attraverso la membrana del batterio. Ci sono sostanze che se non sono a quella
concentrazione, come per esempio fenoli o tensioattivi, non funzionano più e quindi bisogna seguire quello
che c’è scritto nella etichetta e nelle coordinate di preparazione.

2. Temperatura

Alcuni disinfettanti vengono inattivati da basse o alte temperatura. Infatti è anche molto importante la
conservazione di questi.

3. Fattori ambientali

I fattori ambientali come il pH o durezza dell’acqua. Se avete un sistema che è in grado di produrre l’acqua
priva di sali per preparare o diluire le soluzioni, se per esempio si rompe il meccanismo l’acqua non avrà più
le caratteristiche che pensate e probabilmente questo potrebbe alterare la preparazione della soluzione.

4. Tempo di esposizione

Non è che se si mette vicino un bisturi vicino al disinfettante o si spruzza con un disinfettante subito non ci
sarà più specie microbica. Per cui ogni disinfettante e antisettico ha un suo tempo di azione.

5. Presenza di contaminanti organici

Se su un bancone c’è del sangue bisogna pulire il bancone e bisogna stare attenti che il tensioattivo,
l’ossidante o l’alcool che si utilizza, non venga attivato.

6. Carica batterica

Più i batteri sono presenti su uno strumentario o su un bancone e più è difficile che vengano eliminati in
tempi brevi.

7. Sensibilità individuale

Alcune specie possono essere resistenti. Dopo una volta che vengono a contatto con il farmaco, i
microrganismi sono in grado di modificare le loro membrane per non farlo passare, ci sono tanti mezzi,
oppure producono spore.

MECCANISMI GENERALI D’AZIONE

Agiscono attraverso 4 principali steps:


1. Danneggiando le membrane cellulari
2. Inattivazione di gruppio tiolici
3. Denaturazione delle proteine
4. Inattivazione enzimatica per alchilazione

1. Danno alle membrane nucleare

I disinfettanti quando sono concentrati sono soluzioni irritanti per cui è per questo che bisogna avere i
dispositivi di protezione individuale.

 Fissazione alla superficie cellulare

L’antisettico o il disinfettante trova una membrana. Per entrare si deve fissare ad una superficie cellulare
mediante canali ionici, porzioni esposte sulla membrana.
La membrana è costituita dal doppio strato fosfolipidico, contenuto proteico, contenuto glucidico e
zuccherina che ha una funzione di tipo recettoriale.
 Modificazione polarità membrana

Dopo che l’antisettico si fissa alla membrana modifica la polarità della membrana. La membrana espone
determinate cariche all’esterno e all’interno per avere la sua funzionalità e per far sì che i segnali vengano
mandati all’interno di una cellula. Gli antisettici e i disinfettanti sono in grado di cambiare la polarità della
membrana.

 Perdita organizzazione doppio strato fosfolipidico

Cambiando la polarità della membrana, il doppio strato fosfolipidico inizia a disgregarsi, inizia a non avere la
sua struttura.

 Formazione di pori e fuoriuscita dei contenuti protoplasmatici

Si formano dei pori che normalmente non esistono perché la membrana esiste perché deve essere una
barriera. Così inizia a fuoriuscire tutto il contenuto protoplasmatico delle cellule.

Quindi sotto un certo punto di vista questo è un meccanismo efficace per distruggere un microrganismo.

2. Denaturazione delle proteine

Non solo distruggono la membrana plasmatica, ma una volta all’interno denaturano le proteine o
denaturano le proteine di membrana. Quindi si hanno variazioni chimico-fisiche (ossidazione, temperatura,
pH) che portano a coesione di più molecole con formazione di legami intermolecolari stabili e perdita
dell’acqua di inibizione.
Una proteina rimane in soluzione perché ha una sua conformazione ben precisa che permette il suo
ripiegamento in una soluzione acquosa. Quando una proteina, a causa di un antisettico o disinfettante,
perde la sua conformazione, si sgretola, perde la solubilità e precipita (glocculazione). Ovviamente non avrà
più la sua attività biologica.

Il nostro corpo funziona grazie a reazioni metaboliche che sono portate avanti principalmente da enzimi
che sono proteine. Quindi anche il batterio funziona allo stesso modo e quindi se blocchiamo l’attività
biologica di un enzima che serve al batterio per sopravvivere stiamo facendo un grande danno.

3. Inattivazione dei gruppi tiolici

Gli antisettici e i disinfettanti riescono a reagire con i gruppi solforati (SH – cisteina e metionina) che
vengono esposti da residui amminoacidici di una proteina e che determinano la struttura terziaria delle
proteine. Questi sono importanti perché mantengono la conformazione tridimensionale di una proteina e
quindi anche la conformazione di un sito attivo di un enzima.
Andando a reagire con questi gruppi i legami vengono meno e si inattiva un sistema enzimatico batterico o
comunque una proteina in generale.

Metalli pesanti e agenti ossidanti reagiscono con i gruppi -SH (tiolici) con conseguente inattivazione del
sistema enzimatico batterico.
4. Inattivazione enzimatica per alchilazione

Le aldeidi sono agenti alchilanti che sostituiscono atomi di idrogeno labili delle proteine enzimatiche o del
DNA con gruppi alchilici (CnH2n+1) (metilici, etilici, propilici,), quindi aggiungendo catene carboniose,
stravolgendone la funzione.
Se un enzima ha un sito attivo che ha questa forma, per il processo chiave-serratura si deve legare un
substrato che ha più o meno quella forma li. Se qui si iniziano ad aggiungere catene alchiliche stiamo
alterando la conformazione del sito attivo e il substrato non si lega più e le reazioni metaboliche per
quell’enzima e tutte le cascate che ci saranno dopo vengono bloccate.

Quindi c’è una inibizione del sistema enzimatico del microrganismo:

Aggiunta scheletro carbonioso  cambio conformazione  inibizione attività enzimatica

CLASSIFICAZIONE

1. Tensioattivi
2. Ossidanti
3. Alcoli
4. Cloro e derivati
5. Iodio e derivati
6. Derivati fenolici
7. Aldeidi
8. Sistemi superossidanti

1. TENSIOATTIVI

Oltre ad essere tensioattivi sono antisettici e battericidi, quindi lisano le cellule batteriche e dei
microrganismi in generale. Per quanto riguarda i primi 4 hanno una azione più attiva sui batteri Gram +.
La classificazione Gram era stata fatta per la colorazione di Gram. I Gram + hanno uno strato di
peptidoglicano più grande e quindi trattengono il colorante; mentre i Gram - ne hanno di meno e quindi non
riescono a trattenerlo.
La clorexidina è sempre un antisettico battericida però riesce anche ad agire contro i Gram -. Per cui, a
seconda della situazione, è meglio usare la clorexidina. Ha anche una blanda azione fungicida.

 Benzalconio cloruro
 Cetrimide cloruro
 Cetilpiridinio cloruro
 Diecil-dimetil-ammonio cloruro

I primi quattro sono antisettici battericidi e sono composti dell’ammonio quaternario, ovvero sono
antisettici cationici o detti anche surfactanti.
Vengono utilizzati principalmente per la detersione delle cute e delle mucose e sono buoni dal punto di
vista della lesività. Hanno una scarsa tossicità sistemica e locale.

In odontostomatologia vengono utilizzati anche nelle prevenzioni delle infezioni del cavo orale sottoforma
di: tinture, collutori e pastiglie da sciogliere in bocca.

 Clorexidina

È un antisettico e battericida. Oltre ai Gram +, è attivo sui Gram-. Ha una minima azione sui funghi.
È in grado di ridurre la placca batterica, oltre a infiammazione gengivale, ulcerazioni aftose. Però è
inefficace nei casi di gengivite cronica.
Se si ingerisce la clorexidina si possono determinare degli effetti. (bradicardia e cianosi) Quindi bisogna
stare attenti e tenere tutto in appositi armadietti.
È impiegata regolarmente come colluttorio (0,1-0,2%) o gel dentale 1%

2. OSSIDANTI

L’acqua ossigenata è un antisettico batteriostatico. Non è in grado di lisare il microrganismo ma ne inibisce


la crescita e la moltiplicazione.
Agisce prevalentemente su anaerobi obbligati, ossia quelli che vivono senza presenza di ossigeno.

Bisogna evitare l’uso prolungato perché può causare una ipertrofia filiforme delle papille.
Per l’impiego medico è usata in una soluzione allo 5%. Se si dovrà fare una soluzione di 100 ml, 5 ml
saranno di acqua ossigenata e il resto del solvente acqua.

Diluita 1:4 con acqua tiepida è utilizzata per trattamento gengivite ulcerosa: quindi su 100 ml, 25 ml
saranno di acqua ossigenata e il resto di acqua. Quindi è un po’ più concentrata.
3. ALCOOL

L’alcool etilico e l’alcool isopropilico sono classificati come disinfettanti a basso livello. Hanno una azione
battericida sia su Gram+ e Gram- e anche questi hanno una blanda azione fungicida.

 Alcool etilico

L’alcool etilico è molto buono perché ci permette di ottenere una efficacia disinfezione anche se a basso
livello.
- Evapora molto rapidamente: per cui se dobbiamo usare questo sistema, dobbiamo pulire il nostro
bancone e subito operare con l’alcool.
- Fortemente irritante: soprattutto a livello della mucosa orale e oftalmica.
- Infiammabile: per cui bisogna stare attenti a non utilizzarlo vicino a fiamme.
- Attivo sulla maggior parte dei batteri (Gram+ e Gram-): riesce a denaturare le proteine e a sciogliere i lipidi
di membrana dei microrganismi.
- Non attivo su virus e miceti
- Pressoché atossico: la massima percentuale alla quale la possiamo utilizzare diluito in acqua è al 75% (75
parti di alcool e 25 di acqua).

 Alcool isopropilico

Ha le stesse caratteristiche dell’alcool etilico ma è:

- Maggiormente irritante
- Infiammabile
- Attivo sulla maggior parte dei batteri (Gram+ e Gram-)
- Non attivo su virus e miceti
- Denatura le proteine e dissolve la membrana (azione solvente sui lipidi)

Anche questo è classificato tra i disinfettanti a basso livello.

- Vasodilatante: Se avete una zona sanguinante e lo applicate sulla cute, l’alcool isopropilico è in grado di
determinare vasodilatazione e quindi si rischia di aumentare il sanguinamento in loco. Quindi è meglio non
usarlo su ferite vive e sanguinanti.

4. CLORO E DERIVATI
Sono disinfettanti di livello medio. Hanno un ampio spettro biocida perché si aggiungono i virus e i funghi
rispetto ai precedenti.
Bisogna stare attenti. Hanno una buona azione ma sono inattivati da materiale organico, quindi in presenza
di pus e sangue sono inattivati e non hanno più la loro azione.

Principalmente stiamo parlando dell’ipoclorito di sodio, ovvero la candeggina, e il cloro elettrolitico, ovvero
l’amuchina.
L’amuchina può essere anche utilizzata a scopo alimentare ben risciacquata e in categorie un po’ più deboli
come bambini o anziani.

- Hanno un ampio spettro biocida (Gram+, Gram-, virus e funghi.


- Azione fugace per rapida evaporazione: quindi li usiamo e dobbiamo agire in quel determinato intervallo
di tempo.
- Hanno azione corrosiva sui metalli: quindi non utilizzatela su strumentario chirurgico di tipo metallico.

La soluzione Milton può essere utilizzata all’1% per la irrigazione delle cavità asciutte e ossee.

Sono i più utilizzati per la disinfezione di ambienti, oggetti e indumenti. Dipende da cosa dobbiamo fare ed
è bene sempre mantenere le norme di protezione.

5. IODIO E DERIVATI

Questi, come cloro e derivati, sono disinfettanti a livello medio.


Hanno un ampio spettro biocida, a rispetto ai precedenti ci sono anche i micobatteri che sono più resistenti.

Vengono inibiti poco da materiale organico. Anche questi hanno una azione corrosiva su metalli.

I flaconi non hanno una confezione trasparente perché sono molto sensibili alla luce. Non devono essere
esposti alla luce altrimenti la loro capacità viene disattivata.
Se si utilizzano a lungo si causa una sensibilizzazione cutanea.
Sono prodotti a base di iodio e derivati per cui non vengono mai usata su bambini e su soggetti affetti da
ipertiroidismo perché sì, la concentrazione è bassissima, però si sta alterando una situazione fisiologica o
patologica di base.

 Soluzione acquosa di iodio 2%

Questa non ha effetti irritanti a livello della mucosa orale e spesso è impiegata come collutori e paste
dentari.

 Tintura di iodio
Viene applicata sulla cute e riesce totalmente la flora batterica. Alterazioni ripetute provocano irritazioni e
istolesività. Ha un colore marroncino.

 Iodopovidone

È meno efficace rispetto alla tintura di iodio però ha una azione meno irritante e più prolungata. Quindi a
seconda di cosa si deve fare si può usare anche questo.

6. DERIVATI FENOLICI

Sono disinfettanti sempre a livello medio. Hanno un ampio spettro biocida e riescono ad inibire sempre lo
spettro dei precedenti.

Rispetto ai precedenti, sono attivi anche in presenza di materiale organico.


Non sono corrosivi su metalli ma, essendo derivati fenolici, sono incompatibili con la gomma. Se metto del
fenolo ad una concentrazione elevata, oltre che essere molto tossico, riesce a squagliare della plastica
molto dura. Se si deve utilizzare per pulire un bancone bisogna avere accortezza di sapere che tipo di
materiale sia se no si rischia di rovinarlo.

Risultano essere irritanti in soluzioni concentrate. Vengono impiegati nella disinfezione dell’ambiente in
generale.

Il timolo è estratto dal timo ed è presente in molti collutori e l’eugenolo presente nell’olio dei semi di
garofano.

- CRESOLI (metilfenoli): limitato alla detersione ambientale. Mai sulla cute e mucose.
- POLIFENOLI DETERGENTI: disinfezione ambientale (sale operatorie, ambulatori, piani lavoro ecc.)
- TRICLOSAN (Irgosan): antisepsi mani in condizioni operatorie a rischio. Ad esempio utilizzato in caso di
paziente con HBV, per cui si usano delle norme più elevate.
- CREOSOTO (distillazione del legno di faggio): terapia canalare
- PARACLOROMONOFENOLO: terapia canalare
- EUGENOLO E TIMOLO: terapia canalare
- ESACLOROFENE: efficacia contro Gram+ (S. Aureus – ben presente nella cavità orale)

Sono tutti utilizzati nella terapia canalare.

7. ALDEIDI
Li utilizziamo per gli ambienti, mai su cute e mucose perché sono tossicissimi, anche per inalazione.
Per esempio anche la paraformaldeide che si usa in laboratorio per i sistemi di fissazione, sottoforma di
polvere, prima di scioglierla, è neurotossica per cui va sempre aliquotata sotto cappa e se si usa sottoforma
di polvere neanche con il flusso acceso perché si rischia di far volare la polvere un po’ ovunque.

Questi fanno parte dei sistemi disinfettanti ad alto livello. Hanno un’azione biocida.
Hanno efficacia anche contro micobatteri e spore.

Agiscono contro Gram+, Gram-, funghi, virus (capsulati e non), micobatteri e spore.
Agiscono con una azione alchilante, ossia aggiungono catene carboniose. Quindi possono inattivare
proteine ed enzimi, strutture biologiche in generale dei microrganismi.
Hanno una elevata tossicità per inalazione e contatto e infatti va utilizzato solo per ambienti, superfici di
lavoro, strumenti esposti a condizione di rischio. Però facendo sempre attenzione.

 Formaldeide

La formaldeide è nota come lisoformio e viene utilizzata al 5% e serve per la disinfezione di ambienti a
rischio.

 Glutaraldeide

Rispetto alla formaldeide ha una potenza sterilizzante superiore. Si utilizza con una soluzione al 2% e viene
attivata a pH 8, per cui se volete avere una maggiore efficacia dovete ottenere un pH basico. pH 8 è
l’optimum per questa sostanza.
Viene utilizzata in apparecchi a circuito chiuso, quindi sono apparecchi in grado di sterilizzare in cui si
possono usare queste sostanze alla percentuale idonea. Si ottiene la disinfezione in 20-45 minuti
(disinfezione ad alto livello).
Si può effettuare una sterilizzazione chimica a freddo in 10 ore.
Quindi in base alla necessità si sceglie quale utilizzare.

8. SISTEMI SUPEROSSIDANTI

Il perossido di idrogeno è la comune acqua ossigenata.


Questi vengono definiti come sterilizzanti, quindi siamo in grado di eliminare anche spora e flora microbica.
Sono inattivati dalla minima presenza di materiale organico, per cui se abbiamo strumentazione
contaminata da pus e sangue bisogna prima decontaminarla con soluzioni apposite.

- Sterilizzanti chimici (alternativa alla glutaraldeide – no vapori irritanti, tempi esposizione brevi)
- Inattivati dalla minima presenza di materiale organico
- Produzione di radicali liberi: azione su membrane cellulari, acidi nucleici, proteine citoplasmatiche

 Perossido di idrogeno

- Soluzione al 5%.
- Disinfezioni di ambienti a rischio.

Opera con una sterilizzazione detta a gas plasma. Può essere utilizzato con un sistema superossidante.

 Acido peracetico

- In soluzione acquosa libera ioni peracetili e ossigeno nascente


- Soluzione allo 0,35% (Nucidex : sterilizzante in 5 minuti)
- Potenzialmente esplosivo, corrosivo, irritante, decadimento in 12 ore
- Modifica recente: sistemi binari (sodio perborato + TAED)

L’acido peracetico ha capacità sterilizzante però ha tante controindicazioni. Ha problemi durante la fase di
stoccaggio, infatti è potenzialmente esplosivo, corrosivo ed irritante e decade in 12 ore. C’è stata una
modificazione recente basata su sistemi binari, sfruttando due soluzioni. Queste nuove formulazioni non
hanno problemi nella fase di stoccaggio.

PROTOCOLLO DI ANTISEPSI E DISINFEZIONE

Dipende dallo stato della cute. Per una cute


infiammata si cercherà di usare una soluzione
meno invasiva e meno irritante.
Non tamponare con la stessa garza la stessa
zona, perché lasciato anche per pochi
secondi potrebbe favorire la crescita di
specie, soprattutto batteri Gram-.

Stare attenti alle pecentuali perché se no


si rischia che tutto venga contaminato da
una soluzione molto irritante e molto
tossica.

Preparare la soluzione e usarla immediatamente perché dopo 24 ore


non è più attiva, in quanto evapora rapidamente. Per questo è bene
lavorare con aliquote piuttosto che con lo stock grande perché se
quello evapora avete perso tutta la soluzione.

Le percentuali delle soluzioni cambiano a


seconda di quello che bisogna effettuare.
USO CORRETTO

 Decontaminazione

Per un uso corretto di questi antisettici e disinfettanti è bene decontaminare il materiale venuto a contatto
con i microrganismi, immergendo il materiale in una soluzione disinfettante. Questo serve per:

1. Diminuire la carica microbica prima di utilizzare gli antisettici e disinfettanti a concentrazioni elevate.
2. Eliminare il materiale organico
3. Favorire la penetrazione del principio attivo: se abbiamo uno strato di materiale organico, il farmaco
potrebbe non venire a contatto con la superficie che noi vogliamo decontaminare, sterilizzare o
decontaminare, per cui è molto importante effettuare una decontaminazione precedente.

 Concentrazione

È molto importante la concentrazione. Ci sono soluzioni che devono essere diluite ad una data
concentrazione altrimenti non agiscono. Se superano il limite di solubilità potrebbero essere irritanti.
Inoltre, una maggiore concentrazione non corrisponde ad una maggiore efficacia.

 Conservazione
Si dovrebbero tenere degli armadi appositi dove in uno tenere eventuali polveri e in un altro eventuali
liquidi.
- Data di apertura: su ogni bottiglia che aprite ci deve essere la data di apertura, da chi è stata aperta e
soprattutto.
- No contenitori aperti: non bisogna mai tenere i contenitori aperti, sia perché potrebbero emettere vapori
tossici, sia perché può crescere qualcosa dentro. Meglio tenerli chiusi per l’esposizione alla luce.
- Evitare di mettere tappi diversi
- Utilizzare contenitori monouso: meglio tenere 20 flaconi monouso che uno stock concentrato.

 Prima dell’uso accertarsi che la soluzione non sia inquinata

 Evitare che l’imboccatura del contenitore venga a contatto con mani, garze, cotone, ferite per non
contaminare il prodotto

 Le soluzioni antisettiche, destinate ad essere usate su mucose o ferite cavità devono essere
preparate usando soluzione fisiologica e contenitori sterili

Miscelare le soluzioni con soluzioni fisiologiche o con acqua sterile.

 Non conservare cotone già imbevuto di antisettico in quanto le fibre assorbendo il principio attivo,
ne riducono il potere antibatterico

Stare attenti a non utilizzare la stessa garza perché lì ci potrebbero crescere specie microbiche e quindi si
rischia di fare peggio e oltretutto non si avrebbe più il potere batterico della soluzione.

 Conservare i contenitori ben chiusi, al riparo della luce, lontano da fonti di calore ed in un apposito
armadietto

Conservare tutto a riparo dalla luce e lontano da chi non è autorizzato.

 No iodio sui bambini o su persone con problemi tiroidei

 Glutaraldeide sotto cappa aspirante e in contenitori chiusi

 Evitare di associare più disinfettanti  inattivazione del potere disinfettante

Se si fa una mix di disinfettanti non vuol dire che si ha un potere maggiore rispetto ad un solo disinfettante,
anzi, spesso si può inattivare tutto il potere.

 Sempre tutti i dispositivi di protezione quando si manipolano i disinfettanti

 Nel conservare e nel manipolare i disinfettanti si deve tenere conto del grado di pericolo chimico-
fisico o tossicologico

 Sull’ etichetta devono essere indicati le frasi di rischio e la simbologia relativa

Bisogna conoscere il rischio a cui ci si sta sottoponendo e a cui si sta sottoponendo il paziente.

 Le indicazioni previste dalla normativa su sostanze e preparati pericolosi devono essere riportate
direttamente sull‘ imballaggio oppure su un'etichetta saldamente apposta su uno o più lati
dell'imballaggio stesso
SIMBOLI RISCHIO CHIMICO

I simboli di pericolo sono pittogrammi contenenti immagini nere su sfondo arancione; essi vengono
suddivisi in 3 categorie di pericolo:

 Rischio di incendio ed esplosione (proprietà fisico-chimiche)

 Rischio per la salute (proprietà tossicologiche)

 Combinazione di entrambe le categorie precedenti

SMALTIMENTO

Lo smaltimento non è da sottovalutare.


Lo smaltimento dipende dal tipo di disinfettante e dalla concentrazione.
Le soluzioni diluite se si tratta di cloro e clorexidina si possono smaltire nella rete fognaria, perché tanto il
cloro è presente in tutta la rete.

Anche se è diluita però, se si tratta di glutaraldeide e fenoli, non si smaltiscono mai nella rete fognaria
perché si rischia di contaminare tutto, ma come per le soluzioni concentrate si smaltiscono in appositi
contenitori, presenti in tutti i laboratori, per lo smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi.

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