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MICROBIOLOGIA PRIMA PROVA

UNIT 1
ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO IN LAB MICRO
L’esplorazione del mondo microbico passa attraverso la manipolazione concerta dei microrganismi. Tale
attività si svolge nel laboratorio di microbiologia.
Le differenze in organizzazione, livello di pericolosità dipendono dall’ambito perciò i lab vengono
organizzati diversamente . Tutta l’organizzazione è legata al concetto di qualità e di sicurezza, la qualità
garantisce la sicurezza (non sono sinonimi), ovvero i livelli di contenimento con le relative strutture ed
attività.
I laboratorio vengono organizzati in base alle normative ISO, cioè direttive europee.
Fondamentale nel campo della microbiologia applicata è la normativa ISO 9000:
Quella della ISO 9000 è una famiglia di standard creata dall'ISO e, in particolare, dal Comitato Tecnico
ISO/TC 176. In essa troviamo standard, norme e linee guida che sono state pensate per aiutare le aziende
a creare un sistema di qualità efficiente che possa andare a beneficio loro, dei loro dipendenti, dei clienti e
di tutte le altre parti interessate. Con “ISO 9000”, infatti, tendenzialmente ci si riferisce a una famiglia di
norme che contiene molti standard individuali raggruppati sotto questa denominazione; tra questi troviamo
anche la ISO 9001.
Il nome generico dato a questa famiglia di standard deriva da uno dei documenti in essa contenuti che è,
appunto, la ISO 9001:2015 dal titolo “Sistemi di gestione per la qualità – Fondamenti e vocabolario.”
FATTORI DI RISCHIO.
I fattori di rischio vengono suddivisi in 4 categorie:
 CHIMICI, nonché sostanze tossiche in qaunto non c’è sostamza chimica che non sia tossicca tra i
solventi ed i composti usati, come i Sali, perciò si deve maneggiare tutto con estrema cautela sotto
cappa,
 FISICI,
 BIOLOGICI, quali virus, batteri, funghi e parassiti
 COMPORTAMENTALI,quali carenza di informazione, formazione ed addestramento in qanto
chiunque acceda al lab deve essere informato e consapevole dei rischi che potrebbero esserci e di
come affrontarli.
ALTRI POSSIBILI RISCHI
• Strumenti, per l’utilizzo scorretto
• Impiantistica,
• Organizzazione e gestione delle diverse attività

RISCHIO BIOLOGICO
Gli agenti biologici, in base alle loro caratteristiche, possono penetrare negli organismi attraverso 3 vie
diverse di ingresso:
1. Transcutanea,
2. digestiva,
3. respiratoria.
La loro pericolosità dipende invece da:
- Trasmissibilità fattore che permette che un’ infezione possa passare ad altri organismi,
- Patogenicità cambiamento a sfavore dell’ospite,
- Neutrabulizzabilità capacità di arginare la trasmissione,
- Infettività capacità di attaccare più possibili cellule.

Gli agenti biologici sono classificati in quattro gruppi per rischio d'infezione crescente:
-gruppo 1. Comprende specie che presentano poche probabilità di causare malattie in soggetti umani (ad es.
Saccharomyces cerevisiae)
-gruppo 2. In questo gruppo sono inseriti agenti biologici che possono causare malattie in soggetti umani e
costituire un rischio per i lavoratori (ad es. Bordetella pertussis). È poco probabile che questi agenti biologici
si propaghino nella comunità. Sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
- gruppo 3. Comprende specie che possono causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio
rischio per i lavoratori (ad es. HIV). Gli agenti biologici che appartengono a questo gruppo possono
propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;
- gruppo 4. Le specie di questo gruppo possono causare gravi patologie in soggetti umani e costituiscono un
serio rischio per i lavoratori. Presentano un elevato rischio di propagazione nella comunità (ad es. Variola
virus mayor e minor). Non sono disponibili, di norma, efficaci misure profilattiche o terapeutiche.

RIASSUMENDO
- GRUPPO 1, Nessun rischio, o basso rischio individuale e collettivo, quindi un microorganismo
che difficilmente è causa di malattia in animali o\e uomini
- GRUPPO 2, moderato rischio individuale, basso rischio collettivo, quindi un patogeno che può
causare malattia in animali o\e uomini ma che difficilmente rappresenta un pericolo per la
collettività, il laboratorio o l’ambiente, esistono misure preventive e terapie efficaci ed il rischio è
perciò limitato,
- GRUPPO 3, elevato rischio individuale, basso rischio collettivo, un patogeno che causa una grave
malattia nell’uomo ma che normalmente non si trasmette da un individuo infetto ad un altro, esistono
misure preventive e terapeutiche
- GRUPPO 4, elevato rischio individuale e collettivo, un patogeno che usualmente causa gravi
malattie all’uomo o agli animali e che può essere trasmesso da un individuo all’altro sia per via
diretta che indiretta e non esistono misure preventive e terapeutiche.
CLASSIFICAZIONE DEI LABORATORI IN BASE AL LIVELLO DI
BIOSICUREZZA
I laboratori vengono distinti in
1 e 2. Laboratori di base (LIVELLO DI BIOSICUREZZA 1 E 2),
3. Laboratori di contenimento (LIVELLO DI BIOSICUREZZA 3),
4. Laboratori di massimo contenimento (LIVELLO DI BIOSICUREZZA 4).
L'assegnazione del livello di biosicurezza tiene conto delle caratteristiche strutturali del laboratorio, delle
capacità di contenimento, delle attrezzature disponibili, delle attività svolte e delle procedure operative
ritenute necessarie per lavorare con agenti appartenenti ai vari gruppi di rischio.
Inoltre l'assegnazione di tale livello per le attività di laboratorio con un determinato microrganismo deve
derivare da una attiva valutazione del rischio, piuttosto che fatto automaticamente in base al solo gruppo di
rischio cui l'agente patogeno appartiene. Infatti la segnalazione deve tener conto del microrganismo usato
così come delle specifiche lavorazioni da svolgere, delle strutture attrezzature di cui si dispone e delle
pratiche operative e procedure necessarie per lavorare In sicurezza.
MISURE DI PROTEZIONE E PROCEDURE:
- Accesso al laboratorio: deve essere consentito solo al personale autorizzato. Le persone ammesso in
un laboratorio devono essere previamente formate ed avvertite dai potenziali rischi e la
documentazione comprovante l'avvenuta formazione deve essere conservata.
Il simbolo internazionale di rischio biologico, con la specifica indicazione che l'accesso è consentito
solo al personale autorizzato, deve essere esposto sulle porte dei locali dove si manipolano i
microrganismi del gruppo di rischio due o superiore, inoltre le porte del laboratorio devono essere
mantenute chiusa.
- misure di protezione individuali: le persone che accedono al laboratorio devono indossare le misure
di protezione individuali ovvero indumenti protettivi quali i guanti, camicie e dove è necessaria la
mascherina.
Procedure:
- Tutti i campioni devono essere trattati come potenzialmente patogeni ed adeguatamente trattati,
- l'ambiente di lavoro deve essere mantenuto costantemente pulito,
- si deve avere una corretta decontaminazione del materiale utilizzato ed un corretto smaltimento dei
rifiuti.
CONTROLLO DELLA CRESCITA MICROBICA E FONDAMENTI
DI LOTTA ANTIMICROBICA:
Un’azione mirata contro lo sviluppo e la crescita dei microorganismi serve per:
- evitare in primis l’entrata,
- impedire la trasmissione di malattie ed infezioni,
- impedire la contaminazione da parte dei microorganismi di materiali organici e non,
- impedire il biodeterioramento e l’alterazione dei substrati.
Vi sono dei protocolli ad azione mirata:
i microorganismi possono essere rimossi, inibiti od uccisi da vari trattamenti quali agenti fisici e meccanici,
chimici e biologici.
Pratiche comuni  sterilizzazione, disinfezione ( per organismi patogeni con agenti chimici),
disinfestazione o bonifica( per vettori come macroorganismi)
Azione  azione microbica, e microbistatica (il freddo esercita un’azione microbiostatica che non distrugge
le tossine batteriche ma ne inibisce la crescita e la proliferazione, rallentando anche le reazioni degradative
che portano al peggioramento delle caratteristiche organolettiche dei prodotti.)
Agenti fisici: calore, radiazioni e filtrazione
Calore: - secco: inceneritore  STERILIZZAZIONE, gli inceneritori da banco sono usati per sterilizzare
le anse non monouso usate nei lab di micro,
forno seco STERILIZZAZIONE. La sterilizzazione con calore secco avviene principalmente nelle stufe
(L’aria è un cattivo conduttore), usate per vetreria di laboratorio e materiale resistente alle alte temperature.
Ovviamente non può essere usato per sterilizzare terreni liquidi. Il calore della stufa va ad ossidare i
costituenti cellulari e denatura le proteine.
Si attuano cicli a 160°C per 2h e a 180°C per 1h e mezza.
Fiamma diretta sterilizzazione diretta alla fiamma con becco bunsen.
- umido: Vapore sotto pressione STERILIZZAZIONE, ebollizione, acqua bollente e
pastorizzazione DISINFEZIONE. Il calore umido distrugge virus, batteri e funghi, in quanto la
temperatura di ebollizione (100°C) NON distrugge le endospore e NON sterilizza. La bollitura degrada gli
acidi nucleici, denatura le proteine e rompe le membrane.
Possiamo avere il
 vapore fluente con cui attuiamo la tyndallizzazione o sterilizzazione frazionata (30 minuti per 3
giorni consecutivi)
 pastorizzazione: possono essere pastorizzati solo gli alimenti “buoni microbiologicamente” già da
prima con cicli a 63\66°C per 30 minuti e raffreddamento veloce oppure a 71°C per 15 secondi e
raffreddamento istantaneo.
 Vapore sottopressione: autoclave 15min a 121°C

Radiazioni: - ionizzanti: raggi X, catodi, raggi gamma STERILIZANTI


- non ionizzanti: UV, perché colpiscono il DNA(nelle cappe biologiche) DISINFEZIONI.
Possono avere sia un effetto mutageno che microbicida UV (lambda=260nm), l’effetto dipende dalla dose,
nella dose sopra indicata si ha il massimo assorbimento Da parte del DNA. Il meccanismi attraverso il quale i
raggi UV esercitano i loro effetti nocivi è la formazione di dimeri di pirimidina C o T nel DNA. Se il danno
viene riparato abbiamo errori genetici e quindi un effetto mutageno, altrimenti se non viene riparato abbiamo
un effetto letale.
I sistemi di riparazione sono: - fotoriattivazione, promossa da enzima fotoliasi che è un fotoriattivante
sintetizzato dallo stesso microogranismo,
- riattivazione al buio, ovvero il sistema SOS, nonché taglio errore e rappezzo.

FILTRAZIONE (agente meccanico):


la filtrazione riduci la popolazione microbica o sterilizza le soluzioni di materiali sensibili al calore
rimuovendo i microrganismi. Viene anche utilizzata per ridurre le popolazioni microbiche nell'aria, infatti la
filtrazione può essere :
-sterilizzazione aria  maschere chirurgiche tappi di cotone sui recipienti di coltura, filtri antiparticolato
ad alta efficienza HEPA, o utilizzato nelle cabine di sicurezza biologica a flusso laminare
-sterilizzazione liquidi filtri a membrana, membrane porose con definite dimensioni dei pori che
rimuovono i microorganismi principalmente mediante screening fisico, hanno sostituito i filtri di profondità.
Filtri: seitz, berkfeld, candela chamberland, dischi di vetro sinterizzato
Membrane filtranti: acetato di cellulosa, nitrato di cellulosa, policarbonato (nucleopore)

AGENTI CHIMICI:
GASSTERILIZZAZINE O DISINFEZIONE
LIQUIDI: possiamo usarli senza rovinare le superfici, ORGANICI (animati)CHEMIOTERAPIA E
ANTISEPSI (per prevenzione infezione), INORGANICI(inanimati)DISINFEZIONE E
STERILIZZAZIONE

AGENTI BIOLOGICI:
-predatori ANTISEPSI
-Virus  ANTISEPSI
- tossine STERILIZZAZIONE.

DEFINIZIONE
- Sterilizzazione: distruzione o rimozione di tutti gli organismi vitali,
- Disinfezione: l'uccisione, inibizione o la rimozione di organismi patogeni che causano malattie,
- Disinfettanti: agenti, solitamente chimici, utilizzati per disinfezione. Di solito usati su oggetti
inanimati.
- Sanitizzazione: la riduzione della popolazione microbica a livello di ritenuti sicuri in base agli
standard di salute pubblica,
- Antisepsi: prevenzione dell'infezione dei tessuti viventi da parte di microrganismi,
- Antisettici: agenti chimici che uccidono o inibiscono la crescita dei microrganismi quando vengono
applicati su tessuti viventi,
- Chemioterapia: agenti chimici usati internamente per uccidere o inibire la crescita di microrganismi
all'interno dei tessuti dell'ospite.

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