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In questa sezione andremo ad approfondire tutti i tipi di simbiosi e parleremo di quelli che
vengono definiti patogeni opportunisti, patobionti o di quelli che possiamo definire come
microorganismi a patogenicità condizionata, ossia microorganismi che causano la patologia solo in
determinate condizioni.
Nel momento in cui ci troviamo in una situazione di immuno-depressione anche microorganismi
che in condizioni standard non provocherebbero la malattia riescono a farlo.
Il microbiota umano comprende specie che appartengono a tutti i domini di classificazione degli
organismi viventi (batteri, archea eukarya e virus)
Dove sono localizzati tali microorganismi? sia nel corpo che sul corpo, principalmente sulla Pelle,
per quanto sia difficile da oltrepassare e da colonizzare alcuni microorganismi son riusciti a
colonizzarla, oltre alla pelle si trovano anche in tutte le mucose che costituiscono un ambiente
favorevole all’adesione, mucose di cavità orale, nasale, del tratto urogenitale e gastrointestinale.
Pelle: costituisce una barriera protettiva fisica naturale dotata di difese quali sudore, sebo, peptidi
antimicrobici che vengono secreti e riversati, ostacola l’adesione e la colonizzazione.
Alcuni microorganismi son riusciti a colonizzarla e si è stabilito quindi un equilibrio microbico che
normalmente contribuisce a proteggerci dall’attacco dei patogeni.
Tali microorganismi commensali preferiscono zone diverse della pelle, dato che la sua
composizione può variare sia dal punto di vista chimico che dal contenuto di acqua.
Vi sono poi preferenze in base a fattori ambientali e fattori legati all’ospite.
Tra questi microorganismi troviamo gli strafilococchi come l’epidermidis (che colonizza la pelle) o
il propioni-bacterum acnes che colonizza i pori sani.
Quando si va ad alterare l’equilibrio tra queste specie (utilizzando prodotti chimici per la pelle) può
accadere che una prevale sull’altra e crescere fuori controllo, intasare i pori, gli annessi cutanei e
creare una vera e propria infezione.
Lo Straphylococcus Aerus è una specie patogena che troviamo nelle infezioni a livello degli annessi
cutanei e che è stata associata alla dermatite
Cavità orale: è uno degli habitat microbici più complessi del nostro corpo. Al suo interno si trova
un’ampia varietà di microorganismi per i quali come difese abbiamo il Lisozima (presente nella
saliva) in grado di attaccare e degradare il peptidoglicano, abbiamo anche pH, temperatura e il
nostro sistema immunitario che aiutano prevenendo la sopravvivenza di alcune specie.
Anche per la cavità orale esistono microorganismi che son riusciti a colonizzarla, li troviamo
principalmente sullo smalto dei denti e negli interstizi gengivali.
La stessa placca dentale non è altro che una forma di biofilm all’interno della quale troviamo
batteri di vario genere.
Il biofilm è una massa mucosa, viscosa e formata dalle secrezioni mucose delle capsule dei batteri,
la quale contiene all’interno vari generi di batteri.
All’interno della cavità orale troviamo quindi Streptococchi che hanno un ruolo fondamentale
nella formazione della placca dentale.
Naso e tratto respiratorio: anche il naso rappresenta una difesa primaria contro i patogeni in
quanto muco, peli e cilia cosituiscono una trappola e un meccanismo di espulsione.
Troviamo anche qui un equilibrio tra organismi quali stafilococchi, streptococchi, cocchi Gram- e
bacilli difteroidi, tale equilibrio può essere alterato da un sistema immunitario indebolito e
potrebbe permettere ai microbi sbagliati di crescere fuori controllo.
Tra i funghi troviamo l’Aspergillus le cui spore possono essere inalate e se non espulse la muffa
può raggiungere le basse vie respiratorie e i polmoni, dove potrebbe instaurare patologie serie.
Tratto urogenitale: per quanto riguarda il sistema urinario (reni, ureteri e vescica) sono quasi
sterili a causa dell’urea e altri prodotti chimici e flusso dell’urina (che fluendo ostacola adesione e
colonizzazione).
A livello dell’ultimo tratto (uretra) abbiamo colonizzazioni di diversi batteri, quali escherichia coli o
proteus mirabilis i quali generalmente fanno parte del microbiota intestinale ma data la vicinanza
possono infettare il tratto urinario risalendo fino alla vescica (cistiti).
Il meccanismo per cui questi organismi possono diventare patogeni riguarda il passaggio da un
distretto anatomico (di cui sono normali abitanti) ad un altro (in cui non lo sono) che può avere
caratteristiche tali da favorire la loro patogenicità.
Per quanto riguarda il tratto genitale ci siamo soffermati in particolar modo su quello femminile
iniziando dal Tratto Genitale Basso (LGT) a livello del quale ritroviamo abbondanza microbica di
lattobacilli, in particolare lactobacillus acidophilus il quale fermenta il glicogeno producendo acido
lattico e permette di mantenere un pH leggermente acido (<5).
Tratto gastrointestinale:
Il microbiota intestinale non è uguale per tutti, le specie ed i generi batterici sono diversamente
espressi per ognuno di noi. Si stima che il numero di batteri che colonizza il nostro intestino arrivi
fino a 1014. Microorganismi sono presenti in tutto il nostro tratto gastrointestinale, anche nello
stomaco dove il pH è il più basso rispetto alle altre porzioni.
Già durante la gravidanza abbiamo il manifestarsi di eventi importanti, già nel tratto
gastrointestinale del feto abbiamo la colonizzazione da parte di alcuni microorganismi.
Una profonda colonizzazione avviene poi alla nascita e viene ampiamente influenzata dalla
tipologia del parto. In un parto naturale (vaginale) iniziano a colonizzare il neonato specie
appartenenti al genere dei lattobacilli, della provotella e della snethia, ossia specie che colonizzano
il canale del parto materno.
Nel caso di allattamento al seno avremo una prevalenza di bifidobatteri, nel caso di latte artificiale
a prevalere saranno i bacteroides.
In particolare firmicutes e bacteroidetes sono i più presenti e da soli coprono il 90% del
microbiota umano.
Infine occorre parlare del Virobiota, componente virale del microbiota.
I virus del microbiota si ritrovano in quasi tutti i distretti anatomici, quindi nella pelle (papilloma
virus), a livello della cavità orale (Herpes virus, coronavirus e adenovirus), a livello del tratto
respiratorio (Epstein-barr virus, virus che può instaurare latenza) e infine nel tratto
gastrointestinale (adenovirus, calicivirus, atrovirus).
Vista la composizione del microbiota possiamo parlare della sua distribuzione sul tratto
gastrointestinale, distribuzione definibile longitudinale dallo stomaco fino al colon, che viene
definita latitudinale invece per quanto riguarda la distribuzione che va dalla mucosa intestinale al
lume intestinale.
Le differenze tra le varie distribuzioni dipendono da vari fattori.
Le principali differenze son basate su fattori chimico-fisici che caratterizzano le varie porzioni del
tratto, principalmente il pH o la presenza o meno di ossigeno (che determina la presenza di
aerobi/anaerobi), dalla presenza e distribuzione di nutrienti (per tal motivo la maggior parte dei
microorganismi si trovano nella porzione del colon), per tal motivo andiamo a differenziare ed
approfondire la tematica legata alla biochimica dell’intestino.
Tali carboidrati non digeribili per l’uomo arrivano al colon e vengono metabolizzati dal nostro
microbiota attraverso una grande varietà di reazioni e pathways metabolici.
Da tale fermentazione di carboidrati otteniamo dei prodotti che in particolar modo
comprendono acidi grassi a catena corta (SCFA) come acetato, butirrato e propionato.