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2018
Prof.Luongo
ANTIBIOTICI
Noi veniamo a contatto con i batteri già prima della nascita. Costantemente il
nostro organismo prende contatto con questi microrganismi che sono ovunque.
Ognuno di noi è dotato di una normoflora,cioè di una quantità enorme di
batteri che nel tempo colonizza i nostri tessuti: tra questi, quello più
importante è il tratto gastro-intestinale. La nostra flora intestinale, che si
sviluppa nel tempo, ci condiziona e in parte condiziona una serie di nostri
comportamenti: infatti oggi si parla del cosiddetto Asse intestino-
cervelloalcuni spettri autistici sembrano derivare da disfunzionalità del
microbioma intestinale.
Questo non ci deve stupire: se andiamo a vedere la colonizzazione del nostro
intestino dalla nascita, ovvero la nostra normoflora, e contemporaneamente
andiamo ad osservare lo sviluppo delle arborizzazioni neuronali (quelle
attraverso cui i neuroni fanno sinapsi con tantissimi altri neuroni, con la glia
ecc) vedrete che in effetti ci sono dei parallelismi e delle similitudini.
All’inizio, alla nascita, il nostro microbioma è scarno, tant’è vero che alcune
delle vitamine prodotte dal microbioma intestinale devono essere integrate nei
bambini (integrare vit D e vit K). All’inizio quindi quando il nostro micro bioma è
scarno, anche i neuroni sono pochi maturi (infatti i bambini non sanno parlare,
ragionare ecc). con il tempo c’è una maturazione del cervello, e in particolare il
periodo più critico è il periodo pre-adolescenziale e la stessa cosa vale per il
microbioma intestinale che si arricchisce nel tempo.
Ci sono quindi dei tessuti che non hanno batteri: urine e sangue. Questo ci
serve perché da questi tessuti possiamo riscontrare la presenza di infezioni.
Vincenzo Tiberio, 30 anni prima di Fleming, aveva notato che nel pozzo di casa
sua, quando venivano rimosse le muffe , a casa tutti si ammalavano: quindi
aveva intuito che queste muffe potessero contrastassero l'azione di
microrganismi infettivi.
Questa scoperta la ascriviamo però ad Alexander Fleming che dimostró come i
derivati del penicillum potevano contrastare le infezioni.
Parametri farmacodinamici
MIC (Minimal Inhibitory Concentration): minima concentrazione
inibente ovvero la concentrazione minima di antibiotico in grado di inibire
la crescita batterica;
MBC (Minimal Bactericidal Concentration): minima concentrazione
battericida ovvero la più bassa concentrazione di antibiotico in grado di
distruggere i batteri.
Queste concentrazioni si possono vedere con una serie di test molto semplici:
Broth (=brodo) Macrodilution: quando si fanno queste diluizioni, si
vede che alcune provette sono più limpide altre più opache; quando la
provetta è più opaca, significa che le concentrazioni non sono tali da
contrastare tutto il batterio che è stato sospeso nella provetta; in questo
esempio, la minima concentrazione inibente il batterio corrisponde a
16mcg/mL.
Esiste anche un'altra tecnica per verificare la risposta dei batteri agli antibiotici
e ricavare così i parametri farmacodinamici: dischi imbevuti di antibiotici se il
batterio riesce comunque a crescere in presenza dell’antibiotico allora sarà
resistente ad esso; se non cresce (si forma un alone bianco attorno al disco),
sarà invece sensibile a quell’antibiotico.
Per ogni classe di farmaco si può parlare di un farmaco ideale, che ovviamente
non esiste per questo usiamo associazioni di farmaci.
Esempio: Caratteristiche dell’antibatterico ideale per il trattamento
delle infezioni respiratorie
Attività sui microrganismi più spesso responsabile dell'infezione
Resistenza all'inattivazione da parte delle beta-lattamasi o verso altri
meccanismi di inattivazioni
Elevata biodisponibilitá e diffusibilitá nell'apparato respiratorio
Elevato rapporto tra concentrazioni nell'espettorato e MIC dei patogeni
isolati
Posologia semplice
Favorevole rapporto costo/efficacia
Ridotte interazioni farmacologiche
Ridotti effetti collaterali
ANTIBIOTICI BETA-LATTAMICI
I batteri gram positivi possiedono una parete cellulare fatta di peptidoglicano.
Queste catene polipeptidiche di 5 amminoacidi vengono unite tra loro tramite
l’azione di enzimi che sono le trasnpeptidasi : formano così questi legami
peptidici e poi tanti di questi legami peptidici e tanti di questi strati di
peptidoglicano formano la parete cellulare. Questa struttura conferisce al
batterio una resistenza ai processi osmotici e anche ai processi meccanici che
possono rompere la parete cellulare.
I beta-lattamici, con il loro anello -lattamico che contiene l’azoto (quindi ha
capacità di legarsi), interagiscono con gli enzimi che formano questi legami
transpeptidici: vengono riconosciuti da questi enzimi i quali non riescono più a
riconoscere a formare questi legami transpeptidici la parete cellulare è come
se fosse sconnessa, non ben legata e quindi si rompe: i beta-lattamici sono
quindi antibiotici con azione battericida.
Meccanismi di resistenza:
I meccanismi di resistenza sono diversi per ogni tipologia di antibiotico: spesso
sono regolati da un punto di vista genico.
Si può formare un’elica di DNA batterico resistente all’azione di un
determinato antibiotico e questa elica può distaccarsi e penetrare nel
DNA di un altro batterio: si viene a creare una colonizzazione di
batteri che avranno una sequenza di DNA trasformata, che conferisce al
batterio resistenza contro quel dato antibiotico.
Un altro meccanismo di resistenza molto importante, che possiamo
anche contrastare con l’aiuto di altri farmaci è la produzione di beta-
lattamasi: quello che accade è che attraverso fenomeni di coniugazione,
alcuni plasmidi con sequenze mutate vengono trasferite da un batterio
all’altro e vengono così sintetizzati le beta lattamasi che vanno a
riconoscere l’anello beta lattamico dell’antibiotico, rompono un legame e
l’antibiotico non è più in grado di interagire con la penicillin binding
protein.
PENICILLINE
La prima scoperta è la penicillina G : ancora oggi queste penicilline di
vecchissima generazioni risultano farmaci di prima scelta nel trattamento di
patologie come la sifilide.
Esempi di associazioni:
CLAVUCAR- ticarcillina/acido clavulanico
AVYCAZ- avibactam/ceftazidima
CEFALOSPORINE
Aumenta il numero di atomi di carbonio nel nucleo vicino all’anello -lattamico,
quindi aumenta ingombro sterico ridotta attività delle beta lattamasi (anche
se in qualche modo le cefalosporine possono comunque essere inattivate dalle
beta-lattamasi).
Si dividono in 5 generazioni:ciò che cambia tra le varie generazioni è lo spettro
e in qualche caso anche le vie di somministrazione.
La terza generazione è quella che comprende la cefalosporina più utilizzata
ovvero il ceftriaxone (rocefin) con un’emivita di 8h, lunga durata d’azione,
somministrata maggiormente per via parenterale.
Oggi il problema degli antibiotici è proprio legata allo sviluppo di resistenze:
ecco perché c’è necessita di investire nella ricerca di nuovi antibiotici.
Cefexina: è una cefalosporina che viene molto usata (non sta sul libro).
Quindi :
cefalosporine di PRIMA GENERAZIONE:
prima scelta contro gram-positivi (eccetto MRSA); non hanno
grosse coperture secondarie;
cefalosporine di SECONDA GENERAZIONE
prima scelta contro anaerobi
seconda scelta contro gram-positivi (eccetto MRSA) e gram-
negativi (eccetto pseudomonas)
cefalosporine di TERZA GENERAZIONE
prima scelta contro gram-negativi (solo ceftaczidime tratta lo
pseudomonas)
seconda scelta contro gram-positivi (eccetto MRSA) e altri gram-
negativi
cefalosporine di QUARTA GENERAZIONE
prima scelta contro pseudomonas
seconda scelta contro gram-positivi (eccetto MRSA) e altri gram-
negativi
cefalosporine di QUINTA GENERAZIONE
prima scelta contro MRSA
seconda scelta per gram-positivi e negativi.
MACROLIDI E KETOLIDI
MACROLIDI
I macrolidi a differenza dei beta-lattamici, sono antibiotici che inibiscono la
sintesi batterica, e sono batteriostatici che a differenti concentrazioni
possono essere battericidi. Nel batterio, il ribosoma presenta due subunità : la
subunità 30S e quella 50S che sono coinvolte con la sintesi proteica, per cui
bloccando una delle DUE subunità, viene bloccata la sintesi della catena
polipeptidica.
Meccanismo d’azione: i macrolidi si interpongono sul ribosoma togliendo la
possibilità al tRNA di portare sul ribosoma ulteriori amminoacidi per formare la
catena polipeptidica, e quindi abbiamo un’alterata o mancata sintesi batterica
il batterio non può più svolgere le sue funzioni.
Meccanismi di resistenza:
Uno dei meccanismi di resistenza è mediato dai geni Erm (Erm gene). I
processi sono sempre gli stessi: abbiamo la possibilità che i batteri
vengano a contatto gli uni con gli altri e attraverso fenomeni di
coniugazione fanno passare dei plasmidi con dentro delle modifiche del
DNA. Questo plasmide va ad integrarsi con il DNA del batterio in cui è
penetrato, e la successiva replicazione del batterio comprenderà
segmenti di DNA mutato. Questi frammenti di DNA mutato portano a
modificazioni del ribosoma per cui il macrolide viene ostacolato:
normalmente il macrolide stabilisce un’interazione con un gruppo
funzionale della subunità ribosomiale; se ad esempio ho una modifica di
questo gruppo funzionale del ribosoma (metilazione), allora non ci sarà
più l’aggancio per il macrolide che quindi non riesce più a bloccare la
subunità ribosomiale e svolgere la sua azione;
Altro meccanismo di resistenza: pompe di efflusso che estrudono il
macrolide all’esterno del batterio. Il macrolide per funzionare a livello
ribosomiale, deve funzionare a livello intracellulare (quindi deve essere
una sostanza molto lipofila in modo da essere in grado di entrare nella
cellula). Le pompe di efflusso normalmente sono presenti sulle cellule
batteriche ma sono deputate alla fuoriuscita di altre sostanze. Quando
invece, subentra la mutazione del gene mef, queste pompe assumono la
capacità di riconoscere il macrolide e di espellerlo all’esterno. Quindi il
macrolide così come entra esce.
Classificazione macrolidi
Naturali
Eritromicina
Oleandomicina
Spiramicina
Josamicina
Midecamicina
Semisintetici
Roxitromicina
Claritromicina*
Fluritromicina
Diritromicina
Azitromicina*
Miocamicina
Rokitamicina
*i più usati per la loro cinetica favorevole.
L’eritromicina quando assunta per via orale crea composti (spirochetali) simili
alla motilina e può quindi interagire con i recettori della motilina presenti
nell’intestino e può provocare disturbi gastrointestinali seri (l’eritromicina
quindi somministrata per via sistemica genera svuotamento gastrointestinale).
Da questo effetto collaterale dell’eritromicina si è pensato di utilizzare questo
farmaco come procinetico.
Azitromicina
Claritromicina
La Claritromicina è un macrolide di II generazione (fanno parte di questa
classe anche la diritromicina e la roxitromicina). La claritromicina si concentra a
livello intracellulare in rapporto 9 a 1 (attività vs patogeni intracellulari e
alcuni micobatteri ad eccezione del Myc. Tuberculosis ). Agisce anche contro
quei batteri che creano biofilm.
Farmacocintetica claritromicina:
1) Buona stabilità in ambiente gastrico acido (contrariamente
all'eritromicina)
2) Assorbimento gastroenterico pressoché completo;
3) Debole legame con le proteine plasmatiche ( quindi alto volume di
distribuzione)
4) Penetrazione intra-cellulare;
5) Eliminazione renale nettamente superiore agli altri macrolidi;
6) Notevole biotrasformazione metabolica* attivo 14-idrossi con effetto
sinergico con la claritromicina nei confronti dell'H.influenzae.
*Questi farmaci possono interagire con il citocromo p450: quindi possono dare
interazioni in fase di metabolismo, per cui attenzione : non dare questi farmaci
insieme alla carbamazepina.
*ha valori superiori agli altri 2 proprio perchè viene sequestrata dai macrofagi,
e la sua concentrazione resta inalterata.
Indicazioni della claritromicina
Infezioni vie respiratorie da cocchi Gram+, Haemophilus, Clamydia,
Mycoplasma Pneumoniae e Legionella.
Profilassi primaria e trattamento delle infezioni sostenute da micobatteri
atipici, in associazione con altri antimicobatteri (rifampicina, etambutolo,
amikacina, sparfloxacina)
Trattamento della lebbra in associazione con minociclina
Eradicazione dell’H.pylori (ulcera gastrica) con amoxicillina e/o nitro
imidazolo;
Trattamento della toxoplasmosi, per es. in caso di AIDS
KETOLIDI
I chetolidi sono quasi uguali ai macrolidi, anche il meccanismo di azione e quasi
del tutto uguale e il principale esponente di questa classe è la Telitromicina.
La differenza principale sta nel possedere ben 2 siti di attacco per l’interazione
con la subunità 50S: il legame è più stabile ed è inoltre più difficile l’instaurarsi
di fenomeni di resistenza che consistono (come detto in precedenza) nella
metilazione dei gruppi funzionali del ribosoma: o la metilazione avviene in
entrambi i siti che devono interagire con l’antibiotico oppure se la metilazione
si ha in 1 solo sito, l’altro permette comunque l’azione del chetolide che riesce
quindi a bloccare ugualmente la subunità 50 S.
Inoltre la telitromicina ha una struttura molto ingombrante per cui riesce a
resistere alle pompe di efflusso (non riuscendovi a passare).
BIOFILM
Alcuni batteri hanno la capacita di unirsi tra loro, e tramite l produzione di sostanze
glucidiche formano il biofilm che rende impossibile l’attacco da parte di antibiotici.
Claritromicina e azitromicina sono gli unici a penetrare nel biofilm.