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PATOLOGIA GENERALE

La patologia generale ha un compito importante cioè farci capire come vengono fuori le malattie. La
patologia studia due cose: eziologia e patogenesi.

Eziologia è un termine latino: Studia le cause delle malattie. In molti casi noi conosciamo le cause, in altri
casi non la conosciamo

Quando uno dice ad eziologia nota (es. bronchite quindi infiammazione delle vie bronchiali, qua l’eziologia
è nota: c’è virus, batterio)

In molti casi eziologia sconosciuta

La patogenesi invece studia i meccanismi con cui quella causa, quella situazione, quel evento a contatto con
il mostro corpo genera la malattia. ES. patite C eziologia virale quindi nota mentre la patogenesi si riferisce
(a come ha fatto il virus a determinare l’epatite) a come fa il virus una volta entrato nel nostro corpo a
distruggere il fegato. Virus entra nel nostro corpo, si lega alla membrana degli epatociti, inizia a replicare.
Un altro es. l’haiz che è una sindrome da immunodeficienza acquisita. Qual è la sua causa? È un virus che è
l’HIV quindi l’eziologia è nota. La patogenesi è perché mi viene l’haiz quindi come fa il virus a determinare la
malattia. Il virus entra nel mio corpo attacca i linfociti T helper e li distrugge.

In tutte le malattie si cerca di studiare l’eziologia e la patogenesi. Quindi si cerca di capire la causa della
malattia e come quella causa ha provocato la malattia.

L’eziologia di una malattia: quali possono essere le cause:

Endogeno: da dentro quindi causa genetica

Esogeno: da fuori quindi può essere una causa chimica (es. acido), fisica (trauma), biologica (comprende
tutto ciò che è materia vivente cioè tutto quello che riguarda i virus, i batteri o semplicemente agenti
biologici)

La patogenesi cioè il meccanismo qual è?

Ci sono almeno 3 meccanismi: quindi una persona si ammala o perché ha un infiammazione (-ite) o perché
c’è un problema proliferativo (tumore) oppure degenerativo cioè le cellule possono andare incontro a
degenerazione tipicamente le malattie neurologiche (es. aizaimer, parkinson, la sclerosi laterale miotrofica,
malattie delle articolazioni)

Ogni malattia ha un decorso (inizio e fine della malattia)

Prognosi può essere: benigna o favorevole / infausta o sfavorevole / riservata (i medici non sanno
esprimersi in merito alla malattia)

Sequele: traccia della malattia

Complicanze: evento non previsto durante il decorso della malattia quindi da una prognosi favorevole può
diventare una prognosi sfavorevole.

Nella maggioranza dei casi dalla malattia si guarisce senza lasciare tracce oppure possono lasciare tracce. In
altri casi o la malattia è già dall’inizio grave oppure si può complicare.

Le malattie si classificano (in natura cronica) anche in base a quando durano. Acuta o cronica.

Acuta: durano 4 – 5 settimane

Cronica: più di 4- 5 settimane o mesi o anni


La durata della malattia non identifica la gravità della malattia. Cioè la malattia acuta non è più grave di
quella cronica o viceversa. La gravità dipende da quant’è l’entità del danno. (Es. encefalite acuta può essere
grave, il cancro non è una malattia acuta ma cronica). La gravità della malattia non si misura con la durata
ma si misura con quanto l’agente eziologico a contatto con il nostro corpo ha determinato uno stato
patogeno o quanto ha danneggiato il tessuto.

Un altro aspetto importante delle malattie è l’aspetto topografico (l’estensione della malattia) che spesso
coincide con la gravità della malattia.

Focale: malattia locale e in genere non sono pericolose

Multifocali:

Diffusa: intero organo/ apparato è coinvolto

Generalizzata: sepsi. In genere sono molto gravi e mette a rischio la sopravvivenza del paziente.

In sintesi: Le malattie hanno una causa e una patogenesi. In alcuni casi noi conosciamo la causa e la
patogenesi. In molti casi non conosciamo né la causa né la patogenesi.

La malattia può essere acuta o cronica. C’è un decorso c’è un inizio e una fine della malattia.

Il nostro corpo si difende in che modo?

Ha diversi sistemi di difesa:

Soprattutto barriere fisiche (epidermide, peli, sudore, sebo)

Fagociti sono cellule del nostro sistema in grado di mangiarsi e quindi di eliminare gli agenti patogeni. (Es i
macrofagi cellule dei tessuti che sono in grado di digerire grosse particelle / neutrofilo [derivano dai
monociti] cellula che si trova nel nostro sangue con attività fagocitaria). Macrofago lo troviamo sempre nel
tessuto mentre il neutrofilo quando c’è bisogno esce dal sangue e una volta assolto il suo compito muore.

Sorveglianze immunitaria (sistema immunitario) sono i linfociti, gli anticorpi. Il sistema immunitario sono
cellule linfociti B che possono trasformarsi in plasmacellule per produrre anticorpi e i linfociti T o citotossici
(regolano la risposta cellula mediata) che sono cellule che vanno ad eliminare tutto ciò che è alterato.
Quindi il nostro sistema immunitario ci permette di difenderci da virus, batteri producendo anticorpi e
attivando i linfociti citotossici.

Sistema del complemento sono tutta una serie di proteine prodotto per la maggioranza dal fegato che
stanno nel sangue. Queste proteine che fanno? Quando nel nostro sangue entra un batterio o un agente
patogeno le proteine si agganciano al batterio e lo circondano su tutta la sua superficie e successivamente
viene attaccato dai linfociti ed eliminato. Quindi complemento è un insieme di proteine con fattorie che
servono a neutralizzare l’agente patogeno. Qui c’è la risposta infiammatoria (si attiva continuamente nel
nostro corpo ed è un sistema che ci permette di difenderci nei confronti della maggioranza delle cellule)

L’infiammazione nella maggioranza dei casi è la risposta immediata e serve ad eliminare la maggioranza
degli agenti patogeni. (Immunità innata)

Quando noi veniamo a contatto con una noxa patogena (fattore responsabile o agente eziologico di una
malattia) noi abbiamo tutti questi sistemi di difesa elencati. In ordine temporale tutte queste difese partono
subito. Tra tutte queste difese quella più efficace è l’infiammazione e la febbre. La risposta immunitaria si
attiva subito però ha bisogno di qualche settimana per poter funzionare bene. (Noi per farla funzionare
meglio utilizziamo le vaccinazioni). Quindi noi in generale come tempistica abbiamo l’infiammazione,
febbre, i fagociti e il sistema del complemento. Mentre la risposta immunitaria ci mette più tempo. Però è
una macchina che quando è partita è molto efficiente cioè elimina la maggioranza degli agenti patogeni.

Ogni qual volta veniamo a contatto con una noxa patogena quindi agente eziologico che entra nel nostro
corpo e attraverso meccanismi patogenetici vuole distruggere il nostro tessuto/organo/apparato noi
attiviamo tutta questa serie di sistemi di difesa.

Riposta infiammatoria

Formula leucocitaria: nel sangue c’è gli eritrociti, piastrine (frammenti di cellule che servono a creare
l’aggregati piastrinico o trombo per prevenire l’uscita de sangue all’esterno), globuli bianchi (70% =
neutrofili, 5-10% = linfociti, 1-2%= basofili, neusonofili, monociti)

[Attenzione = macrofago non sta nel sangue i monociti si perché sono i precursori]

Nel sangue periferico la maggioranza dei linfociti sono quelli T mentre i linfociti B si trovano poco nel
sangue ma in abbondanza negli organi linfoidi (milza e linfonodi). Stanno lì perché è là che avviane il
controllo immunitario infatti tutta la linfa che proviene dai tessuti viene convogliato nei linfonodi che sono
dei filtri. I linfociti B, T e i macrofagi controllano se c’è presenza di batteri e virus man mano che la linfa
filtra. Se c’è qualcosa che non va si attiva l’infiammazione e la risposta immunitaria.

Monociti si trasformano in macrofagi quindi attività fagocitaria

Neutrofili hanno attività fagocitaria

Eosinofili anche essi hanno attività fagocitaria ma intervengono principalmente nelle allergie

Basofilo produce dei mediatori chimici per l’infiammazione acuta. La principale è l’istammina che è un
vasodilatatore.

Eritrociti trasportano l’ossigeno

Piastrine formano il trombo

Linfociti per la risposta immunitaria

Tutte queste cellule derivano dal midollo osseo che si trova nella parte spugnosa dell’osso (struttura
trabecolare) dove all’interno ci sono le cellule staminali totipotenti o cellule emopoietiche (formano
sangue). Da queste cellule con stimolo da parte di fattori di crescita prendono origine tutte le cellule del
sangue:

Cellule della linea bianca (progenitore linfoide = linfociti)

Progenitore mieloide da cui derivano tutte le altre cellule del sangue cioè globuli rossi, piastrine e
granulociti.

Granulociti polimorfonucleati (unico nucleo) includono le tre cellule principali: neutrofili, basofili e eosinofili
(chiamati così a secondo del colorante utilizzato).

Le piastrine invece sono come i globuli rossi cioè senza nucleo e derivano dalla frammentazione dei
megacariociti. Vita media corta perché non hanno nucleo.

[Composizione del sangue imparare bene]

Globuli rossi
Globuli bianchi si suddividono in granulociti (neutrofili, basofili e eosinofili) ed agranulociti (o cellule
mononucleate del sangue cioè presentano un nucleo molto omogeneo, ben definito) sono monociti,
linfociti

[Linfocita natural killer = cellula presente nel sangue in grado di eliminare direttamente tutte le cellule
alterate]

INFIAMMAZIONE

Ogni qual volta che noi veniamo a contatto con un agente patogeno o eziologico (noxa patogeno) si attiva
una risposta infiammatoria. Abbiamo due tipi di infiammazione: acuta e cronica. La loro distinzione si basa
sul tempo. Tutte le infiammazioni che si limitano nella loro durata a 4 – 5 settimane sono acute. Invece,
quelle che durano più di 3 – 5 settimana si parla di infiammazione cronica.

L’infiammazione acuta: c’è una lesione di qualsiasi natura (chimica, fisica o biologica) con risposta
infiammatoria immediata che nella maggioranza dei casi porta all’eliminazione del agente patogeno
attraverso vari azioni. Quindi possiamo avere una risoluzione del processo infiammatorio come una
rigenerazione del tessuto (riprende la forma prima dell’infiammazione cioè non subisce nessun danno)
oppure con una riparazione del tessuto in cui può formarsi una cicatrice anche se il tessuto guarisce. (Es.
formazione di ascesso)

L’infiammazione cronica: si ha quando con l’attivazione dell’infiammazione acuta non si riesce ad eliminare
l’agente patogeno (es. batterio della sifilide, tubercolosi, lebbra) e quindi l’infiammazione persiste e il
tessuto non guarisce ma è in continua riparazione. Quindi avremo sempre presenza di cicatrice.
[Caratterizzata dal processo di riparazione che permane nel tempo con presenza di sequele]

Tutte le infiammazioni iniziano sempre con quella acuta. Possiamo avere la risoluzione eliminando tutto
quello che era alterato: mediatore chimici e l’infiammazione vengono neutralizzati. Inoltre si riduce
l’apporto di sangue nella zona infiammata. Scomparsa dell’infiltrazione leucocitaria attraverso l’apoptosi.
Vengono rimossi liquidi attraverso la linfa. E infine i macrofagi eliminano tutto quello che deve da eliminare.
Quindi sul tessuto non rimane traccia quando c’è una risoluzione.

In alcuni casi può formarsi l’ascesso è una forma essudato dove si raccolgono tutte le cellule morte e
successivamente può essere riassorbito o può dare inizio all’infiammazione cronica (lascia sempre
cicatrice).

Riparazione = tessuto fibrotico

Rigenerazione = tessuto rigenera

Infiammazione acuta -> nella maggioranza dei casi rigenera tessuto (non rimane traccia).

Infiammazione cronica -> c’è sempre riparazione


LEZIONE II

INFIAMMAZIONE

Ogni volta che c’è un agente patogeno si attiva il processo infiammatorio o anche detto agioflogosi (angio=
vasi arteriosi / floresi= fenomeno vascolare). Nell infiammazione acuta prevalgono i fenomeni vascolo
essudativi cioè il tessuto è infiammato perché vi arriva molto sangue (vasodilatazione), arriva un quantità di
sangue in eccesso dove è situato l’agente patogeno e si cerca di eliminarlo. Quindi ci sono fenomeni
vascolare ed essudativi. Questa angioflogosi è legata a un aumento della permeabilità dei vasi (molto
sangue nella zona del batterio, la parete dei vasi diventa più permeabile quindi si lascia attraversare da
liquidi e da cellule). Quindi l’infiammazione acuta è detta anche angioflogosi perché prevalgono i fenomeni
vascolari cioè andiamo incontro a vasodilatazione con fuoriuscita di leucociti (globuli bianchi) in particolare
i neutrofili (granulociti 70%). Quando l’infiammazione acuta non riesce a risolvere il problema si può
passare a un infiammazione cronica. Questa può essere denominata anche istoflogosi e prevalgono le
cellule mononucleate. Quindi si vanno ad accumulare nel tessuto infiammato i macrofagi e le plasmacellule
(linfociti b) e i fibroblasti.

Quando il tessuto è infiammato arrossisce e le cellule principali dell’infiammazione acuto sono i neutrofili,
l’infiammazione invece cronica sono un danno di tessuto (poco rosso) e si accumulano molte cellule
mononucleate tra cui i linfociti che sono i più importanti e i macrofagi (che derivano dai monociti).

Abbiamo un danno tessutale, alla fine noi abbiamo modificazioni vascolari (angioflogosi), cellule del tessuto
danneggiato e poi ci posso stare o meno i batteri. La cellula importante di questo processo è il macrofago
che ha un azione fagocitaria cioè elimina tutte le cellule, tutti i detriti delle cellule, tutto ciò che bisogna
eliminare per fagocitosi. Poi ci sono fattori molto importanti che sono le citochine che sono i mediatori
chimici dell’infiammazione. Sono proteine, derivati di amminoacidi che servono a far infiammare il tessuto
cioè ad aumentare il flusso di sangue nel tessuto danneggiato. L’evento finale è che il batterio deve essere
eliminato ed il tessuto deve riprendere la sua funzione. (Ripristinare lo stato funzionale del tessuto
antecedente al danno). Quindi c’è un danno, c’è un agente patogeno, c’è l’agente batterico quindi il nostro
corpo deve reagire e lo fa attivando l’infiammazione, facendo arrivare più sangue cioè più neutrofili più
monociti e quindi quel tessuto viene in qualche modo riparato e viene ripristinato la normale funzione. Cioè
l’infiammazione è un modo per difenderci non è la malattia.

Nell’ infiammazione ci sono due componenti: le cellule e i mediatori chimici (sostanze che fanno si che
l’infiammazione possa aver luogo).

Mediatori chimici: la bradichinina (è una chinina che viene prodotta dal sistema callicreina-chinina che sta
nel nostro plasma in cui c’è il fattore di Hageman che viene trasformato in chinina grazie a questo sistema
qua. Quindi la bradichinina è un importante mediatore chimico.

Un altro mediatore chimico sono i fattori del complemento (C3a C5a) che si producono come conseguenza
della proteolisi del sistema del complemento.

Questi mediatori chimici aumentano la permeabilità del vaso e fanno si che il vaso si dilati e arrivi più
sangue che trasporta proteine ecc. per andare a riparare mentre ripara al danno. Questo liquido che esce
insieme alle cellule prende il nome di edema o essudato infiammatorio. Questo si produce grazie all’azione
delle sostanze vaso dilatanti. Le prime che abbiamo menzionato sono le bradichinine i fattori C3 e C5 e poi
ci sono i fribrinopeptidi che vengono rilasciate come conseguenza a un fenomeno infiammatorio. Derivano
dal sistema di coagulazione (quando noi ci facciamo male il sistema della coagulazione liberano un sacco di
peptidi tra di questi ci sono i fibrinopeptidi che hanno un azione di aumentare la permeabilità vascolare e
contribuiscono alla formazione del edema).
Istammina: promuove l’infiammazione e la vaso dilatazione e va a formare l’edema. Viene prodotta dai
basofili (polimorfonucleati e localizzati nel sangue) e dai mastociti (localizzati nel tessuto)

Serotonina: viene rilasciata dalle piastrine

Cellule del endotelio producono anche esse dei fattori come ossido nitrico (potente vaso dilatatore), le
prostaglandine.

In altri termini quado c’è un processo infiammatorio vengono prodotte un sacco di sostanze. Quelle più
importanti sono la bradichinina, l’istammina, serotonina, ossido nitrico fibrinopeptidi ecc. sono tutte
sostanze che servono a dilatare i vasi e rendere le pareti più permeabili cioè far passare i liquidi e le cellule
che devono andare ad attaccare i batteri o statane patogene.

DANNO TESSUTALE -> MEDIATORI CHIMICI -> VASO DILATAZIONE -> poi ci sono altre sostanze che servono ad
attrarre le cellule dal sangue quindi si creano dei gradienti chimici e quindi permettono alle cellule di uscire dal sangue
e di essere direzionate verso la zona infiammata. Prima cosa che succede è i il danno, dopo di ché vengono liberate
queste sostanze, il vaso si dilata, arriva più sangue nella zona infiammata e poi il sangue fa fuoriuscire dell’essudato
cioè del liquido e cellule contemporaneamente grazie all’azione di sostanze vaso dilatanti e fattori chemiotattici. La
cellula che esce dal capillare dilatato mica sa dove andare quindi segue i gradienti chimici che si chiamano fattori
chemiotattici (sostanze chimiche che vengono a contatto con la cellula).

Granulociti: (granuli all’interno che a seconda di come si colorano possono essere acidofili, eosinofili, basofili. Tutti e
tre fanno parte della famiglia dei granulociti polimorfonucleati). Azione principale fagocitosi e sono importanti
nell’infiammazione acuta.

Neutrofilo: la cellula bianca più abbondante nel sangue. È un fagocita in grado di inglobare le sostanze e digerirle.
Quindi è una cellula che ripulisce tutta la zona tessutale da agenti patogeni cioè elimina tutto ciò che può essere
dannoso. All’interno ha enzimi idrolitici quindi di tagliare le molecole biologiche come proteine, lipidi, zuccheri, grassi,
acidi nucleici.

Eosinofili: granuli si colorano con sostanze acide. Queste cellule qui si associano abitualmente a reazioni allergiche. I
granuli qui contengono tutta una serie di enzimi e di radicali liberi dell’ossigeno. (Acqua ossigenata, ione ossidrilico,
ione superossido). Hanna una azione idrolitica però funzionano bene nelle reazioni allergiche.

Basofili: producono i mediatori chimici (istammina)

Monociti: che quando escono nei tessuti sono macrofagi. Cellule ad attività fagocitaria. I macrofagi sono
principalmente attivati nell’infiammazione cronica. Membrana plasmatica frastagliata (superfice più abbondante).
Funzionano in modo simile al neutrofilo però il macrofago è più forte (azione fagocitaria più incisiva). Nei granuli dei
macrofagi ovviamente ci sono tutti enzimi che digeriscono quindi idrolitici. Macrofago deriva dal monocita (nel
sangue).

Che significa fagocitare? Batterio viene attaccato da una serie di proteine plasmatiche e viene agganciato dal
macrofago o dal neutrofilo. Appena lo aggancia si invagina la membrana in modo tale da formare un vacuolo
fagosomiale quindi la sostanza viene inglobata. Successivamente viene prodotta l’acqua ossigenata partendo
dall’ossigeno e passando dallo ione super ossido. Quindi nel fagosoma c’è l’enzima NAD(P)H OSSIDASI. All’interno del
vacuolo c’è un altro enzima MPO (Mieloperossidasi) che prende l’acqua ossigenata e la trasforma in ipoclorito. Quindi
le cellule neutrofili e macrofagi contengono due sostanze importanti: l’acqua ossigenata e ipoclorito che hanno una
potente azione antibatterica. Dopo di che una volta ucciso il batterio gli enzimi idrolitici lo tagliano tutte le molecole.
Quindi fondamentalmente durante la fagocitosi noi abbiamo la formazione del fagosoma che ingloba l’agente
patogeno e viene ucciso grazie all’azione combinata dell’acqua ossigenata e del ipoclorito. Una volta ucciso viene
frammentato e digerito dagli enzimi idrolitici. Alla fine escono i singoli amminoacidi, zuccheri. Non esiste più il batterio
ma esistono le singole molecole.

Piastrine: sono dei frammenti di cellula e sono i principali produttori di serotonina (mediatore chimico e induce vaso
dilatazione e soprattutto dolore). Quando c’è una rottura di una vaso le piastrine tendono ad aggregarsi tra loro quindi
a formare un trombo che bloccano la fuoriuscita di sangue.
Le arterie che trasportano il sangue in periferia, arteriole che diventano sempre più piccole fino ad a diventare capillari
poi ci sono le venule che diventano vene di deflusso. Quando il sangue arriva dentro un tessuto questo è in condizioni
normali, ci arriva con una certa pressione e tende a far fuoriuscire un po’ di liquido. Man mano che va a vanti il liquido
esce e la pressione si rallenta sempre di più fino a che non si ferma il deflusso. Quando dal capillare arterioso inizia la
venula post capillare succede la cosa inversa ovvero che la pressione interna della vena è bassa, all’esterno è più forte,
per cui si prende il liquido dal tessuto e va a finire dentro al sangue. Quindi che succede che ogni tessuto arriva il
sangue a una certa pressione, un po’ di liquido esce dal sangue che porta nutrienti, ossigeno. Man mano che va avanti
la pressione si rallenta sempre di più fino a quando a un certo punto la pressione bassa nel capillare, che inizia a
trasformarsi in venula post capillare, che è appunto più bassa di quella esterna e quindi per un fatto pressorio il liquido
dall’interstizio dal tessuto va dentro il vaso e successivamente trasportato. Quindi esiste un equilibrio dalla pressione
in arrivo alla pressione in uscita. Questa differenza stabilisce se il liquido esce o entra. In genere i liquidi vanno da una
zona con più alta pressione a una zona con pressione più bassa. Seguono il gradiente pressorio. Quindi in condizioni
normali c’è un equilibrio pressorio e nel tessuto non si accumula liquido. Quando c’è invece un processo
infiammatorio ovviamente c’è una vaso dilatazione e quindi il calibro dei vasi aumenta per effetto di una serie di
mediatori chimici che agiscono sulla muscolatura liscia della parete vascolare. C’è una fase di vaso dilatazione e una di
permeamibilizzazione che permette al liquido di uscire dal sangue e di andare verso la zona infiammata dove andrà a
formare l’essudato.

L’essudato quindi che cos’è? Per l’effetto combinato della permeabilizzazione della parete arteriosa e della vaso
dilatazione che aumentano la pressione idrostatica dai vasi fuoriescono componenti del sangue (liquido proteine e
cellule) cioè si forma l’essudato. L’essudato infiammatorio quindi è accumulo di materiale che viene dal sangue
(liquidi, proteine e cellule dell’infiammazione). Normalmente nel soggetto in cui non c’è infiammazione l’essudato non
si forma mai ma si forma il trasudato (liquido che trasporta i nutrienti, l’ossigeno. Non contiene proteine, non contiene
cellule. Ed è fisiologico). A seconda delle proporzioni infettive di queste componenti cioè quando acqua ci sta? Quante
proteine ci sono? Quante cellule ci sono? E in base ad alcune caratteristiche si distinguono molti tipi di essudato.

Sieroso: scarso in fibrilla, poche cellule. Es: ustioni lievi. Modesta permeabilizzazione della cavità capillare cioè non la
altera tanto quindi fa passare solo alcune cose cioè proteine a basso peso molecolare.

Fibrinoso: ricco in fibrilla (derivato del fibrinogeno. Quand’è che si produce la fibrilla? quando c’è un danno). In quali
condizioni? Ad es ci sono alcune infezioni provocati da batteri coma la differite. C’è grave alterazione della
permeabilità capillare. Infatti la fibrilla è una molecola abbastanza grossa quindi la parete sarà sicuramente molto
permeabile.

Mucosa o catarrale: presenza di mucopolissaccaridi. (Es. secrezioni bronchiali). La flogosi cioè l’infiammazione
interessa le ghiandole mucipare cioè quelle che producono il muco.

Purulenta: presenza di pus. Ricco di proteine; Piociti (cellule del pus, dell’infiammazione); microorganismi (batteri) e
detriti cellulari (cellule morte). Molti granulociti neutrofili. Ricco in cellule e batteri.

Emorragico: (es. ematoma)

Allergico: (es. rinite allergica). Simile a quello sieroso. Presenza di eosinofili.

Quando c’è un essudato purulento in una cavità preformata si chiama empiema. È un accumulo di materiale purulento
in una cavità preformata (es.pleura, peritoneo, pericardio). Se invece l’essudato purulento si accumula in una cavità
che prima non c’era che si forma come conseguenza dell’infiammazione si parla di ascesso. L’ascesso è una raccolta di
essudato purulento in una cavità neoformata. Questo si può complicare e può dare origine a una sepsi o a una fistola.

Queste cellule dell’infiammazione per andare dentro l’essudato come fanno? Polimorfi nucleati circolanti per uscire
dal sangue come fanno? Ci sono diverse tappe: per prima cosa si agganciano alla parete del endotelio. Marginazione
che significa? La cellula che deve uscire la prima cosa deve togliersi dal torrente e si deve attaccare al endotelio. Dopo
di che deve migrare cioè passare dalla membrana all’interstizio e poi arrivata là svolge la sua funzione. Il basofilo
degranula cioè espelle i granuli di istammina invece i neutrofili svolge la sua attività di fagocitosi. Tutto questo avviene
in modo estremamente regolato infatti il polimorfonucleato deve esporre tutta una serie di proteine sulla propria
membrana. (le cellule endoteliali espone delle molecole, le polimorfonucleate espone le sue e successivamente si
agganciano). Si spostano tramite movimento ameboide.
Dopo aver eliminato il batterio succede che nel tessuto ci sono ancora cellule dell’infiammazione e detriti cellulari.
Quindi i macrofagi fagocita tutto. Nel frattempo i mediatori chimici non vengono più prodotti. Quindi il vaso si vaso
costringe e la quantità di sangue che ci arriva diminuisce. Ridotta permeabilità. E quindi alla fine tutti questi liquidi che
si sono accumulati vanno a finire nei vasi linfatici. Quindi il liquido in parte viene pinocitato e un'altra defluisce nei vasi
linfatici. I macrofagi rimangono là. Quindi si ritorna alla normalità cioè risoluzione del processo infiammatorio o
guarigione. In alcune persone invece si forma un ascesso oppure si forma una cicatrice, in altri casi ancora se
l’infiammazione acuta non è stata in grado di eliminare il problema si trasforma in infiammazione cronica.

Nell’ambito dell’infiammazione acuta spesso questa arriva con la febbre. La febbre è tra i meccanismi protettivi del
nostro corpo. Quando alziamo la temperatura la maggioranza dei batteri vengono eliminati per cui quello che succede
e che con alte temperature i batteri non crescono. La febbre porta il nostro corpo a difenderci dai batteri. Ha tre fasi:

Salita: o fase di effervescenza dove la febbre sale e abbiamo vaso costrizione quindi c’è una ridotta dispersione
termica. Aumenta la produzione di calore e di ATP. Contrazione della diuresi. Quando la temperatura raggiunge un
certo acne o fastigio (38-39 gradi) ci rimane per un po’ di tempo. Cioè si raggiunge un equilibrio dalla quantità di calore
prodotta e dispersa. In questa fase si consumano molte energie. Passata la fase di fastigio cioè quando il batterio è
stato eliminato il nostro sistema fa sì che la temperatura deve scendere. Terza fase defervescenza in cui si smette la
produzione di calore e dispersione attraverso la vaso dilatazione. Queste tre fasi vengono regolate attraverso il centro
di termoregolazione che è situato nel diencefalo, nell’ipotalamo. Questo centro riceve le informazioni proprio dai
componenti dei batteri come LPS (lipopolissacaridi/ componente della membrana dei batteri/ pirogeno esogeno).
Oppure produciamo delle sostanze dette prostaglandine (pirogeno endogeno). Quindi il concetto è la febbre è
protettiva e caratterizzata da tre fasi ed è regolata dal centro di termoregolazione. Spesso va insieme
all’infiammazione acuta.

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