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Immunologia e immunoematologia

L’IMMUNITA’ è l’insieme dei fattori innati e acquisiti che servono come meccanismi di difesa in
ogni organismo vivente. Nell’organismo ci sono circa 2000 miliardi di LINFOCITI (cellule
primarie dell’immunità), quindi l’autodifesa immunitaria è un sistema distinto. Anche se le cellule
del sistema immunitario circolano individualmente non vuol dire che sono indipendenti, infatti
esse cooperano con i macrofagi, e altre cellule che vengono a presentare gli antigeni. Questa
cooperazione avviene nelle ghiandole linfatiche. Lo scopo finale del sistema immunitario è la
continua sorveglianza e difesa contro ogni aggressore che possa minacciare l’equilibrio di vita:
VIRUS, BATTERI, PARASSITI ma anche CELLULE TUMORALI.
Se l’immunità si abbassa (a causa di malattie croniche, mal nutrizione, stress), l’organismo si
disarma contro i suoi aggressori.
[es. malattia SIDA (sindrome dell’immunodeficienza acquisita): l’organismo si svuota
completamente delle difese immunitarie, come conseguenza del danneggiamento irreversibile del
sistema immunitario dal virus HIV. Ciò comporta malattie infettive, tumorali che provocano la
morte del paziente.]
Classificazione dell’Immunità
- IMMUNITA’ ATTIVA: si produce dall’organismo stesso dopo l’introduzione di un
liquido/materia estranea.
- IMMUNITA’ PASSIVA: si ha quando introduciamo nell’organismo gli anticorpi
prefabbricati, che difendono l’organismo da un antigene estraneo. [es. iniezione di anticorpi
pronti che vengono effettuate quando l’individuo è debole ed è incapace a produrli da sé.]
Tra le 2, la più STABILE è l’immunità attiva
Gli organi dell’immunità
Le reazioni immunitarie si sviluppano principalmente nel tessuto linfatico. Questo è formato da
GHIANDOLE LINFATICHE, che si trovano nel collo, zona ascellare, inguinale, nella milza e nel
timo. Tutti i loro prodotti vengono trasportati nella linfa attraverso i vasi linfatici, che
accumulandosi in un tronco comune, si versano nel sangue venoso della vena cava.
L’IMMUNITA’ INNATA
È un’immunità che non è condizionata da un contatto precedente con gli antigeni. È di tipo non-
specifico, cioè è ugualmente indirizzata contro tutti i fattori causanti le malattie. Questa è la prima
barriera contro gli aggressori estranei.
Elementi
- CUTE E MUCOSA: barriere meccaniche
- SUDORE E GHIANDOLE SEBACEE: producono acido lattico e se bo, i quali attraverso
l’acidosi ostacolano la crescita di batteri che aggrediscono la cute.
- STRATO MUCOSO: riveste le vie respiratorie, attacca la polvere e i batteri, ostacolando la
loro introduzione. Inoltre, le mucose hanno le ciglia che si muovono senza interruzione.
Attraverso questi movimenti queste causano l’allontanamento meccanico di ogni
aggressore.
- RIFLESSI DELLO STARNUTO E DELLA TOSSE: allontanano dalle vie respiratorie gli
aggressori estranei
- FATTORI LOCALI DELLA MUCOSA: lacrime, urine e saliva
- ACIDITA’ DEL SUCCO GASTRICO E DELLE VIE URINARIE: questi ambienti rendono
impossibile la crescita di batteri, virus
- ENZIMI BATTERICI: fanno parte di molte secrezioni dell’organismo
- FLORA NORMALE: svolge un ruolo importante nelle mucose intestinali e genitali, poiché
protegge l’organismo dalla flora patogena, la quale può attaccare le mucose. Un altro
meccanismo difensivo da parte della flora è la produzione delle sostanze inibitrici, le quali
uccidono la flora patogena.
- FAGOCITOSI (uccisione intra-cellulare): si realizza attraverso 2 tipi di cellule:
➢ I NEUTROFILI: costituiscono la maggior parte dei leucociti, circolano nel sangue e in
caso di introduzione di un antigene sono i primi che si attivano. Questi muoiono insieme
al materiale colpito e distrutto, formando così una massa senza forma chiamata PUS.
Nelle infezioni acute si trova un livello altissimo dei neutrofili nel sangue. Un’alta
quantità di neutrofili proviene dal midollo osseo. Questo alto livello si chiama
NEUTROFILIA.
➢ MACROFAGI: quando circola nel sangue viene chiamata monocita, mentre nei tessuti
viene chiamata secondo l’organo in cui si trova. Il loro ruolo è quello di deglutire gli
antigeni entrati, questi sono più lenti e sono tipici nelle infezioni croniche.
La FAGOCITOSI è un processo che può essere accelerato, questo si chiama OPSONIZAZIONE.
Una grande parte di batteri produce sostanze chemiotattiche, tossine pro-infiammatorie che
stimolano l’arrivo nel luogo dell’infezione dei fagociti. Questi fattori chemiotattici sono prodotti dal
batterio, oppure dal tessuto danneggiato. Oltre ai batteri sono presenti altri meccanismi
chemiotattici come:
-SISTEMA DEL COMPLEMENTO: sistema di proteine le quali servono da complemento sia alla
difesa innata, sia alla difesa acquisita. Questo sistema si trova in entrambi i casi dell’immunità e
viene attivato da 2 vie:
> LE VIE ALTERNE: si sviluppa quando i batteri attivano la frazione C3 del Complemento. Ciò
attiva la catena in forma di cascata degli altri fattori che risultano nella formazione del Complesso
Littico. Alcuni dei fattori del complemento servono anche da chemiotattici per le cellule
fagocitarie. Inoltre, ha anche la caratteristica di attaccarsi alla cellula batterica, facilitando la
fagocitosi del batterio da parte del macrofago.
> LA VIA CLASSICA: si sviluppa in presenza del complesso ANTIGENE + ANTICORPO. Il finale di
questa è uguale alla via alterna, quindi porta alla formazione del Complesso Littico.
Il Sistema del Complemento non deve attaccare le cellule dell’organismo di cui fa parte, per questa
ragione sono stati elaborati dei meccanismi regolatori naturali. Se questi meccanismi mancano, si
manifestano le malattie AUTOIMMUNITARIE. [es. ANGIOEDEMA EREDITARIA: si manifesta co
edemi nella faccia, labbra e corde vocali provocando asfissia].
Opsonizzazione
La FAGOCITOSI avviene in 2 modi:
- Diretta: la cellula fagocitaria mangia il batterio e lo distrugge
- Opsonizzazione: la fagocitosi viene facilitata perché il batterio è circondato da anticorpi o
proteine del Complemento, rendendo possibile ai macrofagi di attaccarsi e effettuare la
fagocitosi.
- INFIAMMAZIONE: durante questo processo vengono secrete sostanze come:
➢ FATTORI CHEMIOTATTICI (citochine, interleuchine, chemiochine): sostanze pro-
infiammatorie che servono per l’avvicinamento delle cellule fagocitarie e delle cellule
immunocompetente. Di questo gruppo fa parte anche l’INTERFERONE che serve come
sostanza chemiotattica per le cellule NK.
➢ ISTAMINA: causa la dilatazione dei vasi sanguigni, aumentando la loro permeabilità
➢ ENZIMI: distruggono la rete elastica dei tessuti
➢ RADICALI LIBERI: contro i microrganismi e cellule tumorali.
➢ FATTORI DI CRESCITA: stimolano FIBROBLASTI (rimodellano il tessuto
danneggiato), FORMAZIONE DI NUOVI VASI SANGUIGNI, MIDOLLO OSSEO (per la
produzione di nuovi neutrofili
➢ FATTORI ANTI-TUMORALI, PROTUMORALI
INTERFERONE
Le cellule infettate e le cellule fagocitarie producono l’interferone. Questo è un antivirale naturale,
conosciuto come medicinale per curare malattie gravi come quelle causate dall’epatite B e C. vine
prodotto dalle cellule stesse infettate per poterle distruggere e per poter ostacolare l’espansione e
la moltiplicazione dei virus nelle cellule vicine.
CELLULE NK
Sono parte dell’immunità innata e svolgono distruzione extra-cellulare. Queste cellule hanno
caratteristiche delle cellule linfoide e il loro ruolo è quello di distruggere sia le cellule infettate dai
virus e sia le cellule tumorali. Queste cellule riconoscono le molecole glucoproteiniche di grande
massa molecolare di origine virale, nella cellula virale o tumorale.
La conoscenza non è specifica contro l’antigene, ma serve per realizzare il contatto membrana-
membrana tra la cellula NK con la cellula-segno. Questo contatto è sufficiente per la fuoriuscita di
sostanze dette citosine, che svolgono il ruolo di distruggere il virus. Si attivano
dall’INTERFERONE.
EOSINOFILI
Sono leucociti ricchi di granuli (PCE: proteina cationica eosinofila) con un effetto distruttore
contro le cellule-bersaglio, in particolare distruggono parassiti. Il loro livello nel sangue risulta
elevato in 2 casi:
- PARASSITOSI
- ALLERGIE
IMMUNITA’ INNATA E ACQUISITA
I MACROFAGI servono come punto d’incontro e di relazione tra l’immunità innata (non specifica)
e quella acquisita (specifica).
-IMMUNITA’ INNATA: dopo la fine della fagocitosi, il macrofago porta nella sua membrana
frammenti peptidici dell’agente estraneo distrutto. Questi frammenti si combinano nella
membrana del macrofago con il suo MHC-2 (Complesso Maggiore di Isto-compatibilità di tipo 2).
Dopo essere presente alla membrana di macrofago, la combinazione peptide + MCH-2, fa si che il
macrofago rilascia l’INTERLEUCHINA 1, che porta segnali ai Linfociti Helper 1.
Quest’ultimi contengono recettori specifici (TCR) che si legano con la combinazione sopra le
membrane dei macrofagi. Il legame e sito- specifico si riconoscono e come risultato si ha il
Linfocita T che si attiva con 3 effetti principali:
- Stimolazione del metabolismo
- Differenziazione/ specializzazione del Linfocita T
- Moltiplicazione del Linfocita T
Come risultato abbiamo non solo Linfociti T programmati contro un antigene specifico, ma anche
una risposta che aumenta. Una parte di Linfociti T non viene usato, ma viene conservato come
riserva, che si chiama “MEMORIA IMMUNOLOGICA”.
IL LINFOCITA T rappresenta l’immunità cellulare specifica, mentre l’immunità umorale specifica
viene rappresentata dai LINFOCITI B.
LINFOCITA TH1 PRODUCE INTERLOUCHINA 2
Successivamente, quest’ultima stimola:
- TH2: a sua volta produce Interlouchina 4 che serve da legame tra l’immunità cellulare e
immunità umorale
- MACROFAGI
- CELLULE NK
- LINFOCITI B
- LINFOCITI TH1
- LINFOCITI TH2
- LINFOCITI T KILLER
Differenza tra immunità umorale e cellulare
IMMUNITA’ CELLULARE: esercita i suoi effetti solo attraverso le cellule, e non può essere
trasferito il sangue da un individuo all’altro, oppure dalla madre al feto. Questo modo di
distruzione può essere usato contro le cellule tumorali, ma anche nell’uccisione delle cellule dei
trapianti.
LINFOCITA T KILLER
Specializzato per una difesa contro virus, cellule tumorali e cellule di trapianti. Questo tipo di
linfocita, riconosce il Complesso Maggiore dell’Istocompatibilità Umana 1. La condizione di questo
riconoscimento è che questo MHC1 sia legata con un antigene virale.
La comunicazione inter-cellulare
- Il Macrofago stimola il Linfocita TH1 attraverso l’Interleuchina 1
- Il Linfocita TH1 stimola il Linfocita TH2 attraverso l’Interleuchina 2
- Il Linfocita TH2 stimola il Linfocita B attraverso l’Interleuchina 4

IMMUNITA’ UMORALE: esercita i suoi effetti attraverso gli anticorpi. Questo tipo di immunità
può essere trasferito attraverso il sangue, oppure dalla madre al feto. Alla base c’è il Linfocita B,
capace di produrre soltanto degli anticorpi specializzati contro un agente specifico.
Meccanismi:
- Gli anticorpi bloccano gli aggressori nel livello dei recettori epiteliali e tissutali.
- Gli anticorpi bloccano l’infezione delle altre cellule. Dopo la distruzione delle prime,
l’aggressore può continuare ad aggredire le altre cellule.
- Gli anticorpi bloccano il legame delle tossine con dei recettori di membrana, impedendo gli
effetti patogeni delle tossine sulle cellule
- Il conflitto Antigene- Anticorpo nelle reazioni allergiche:
➢ Sensibilizzazione: i primi contatti con l’antigene allergico stimola la formazione degli
Anticorpi IgE. Una parte di questi circola nel sangue, l’altra si fissa sulla membrana
➢ Degranulazione: provoca la fuoriuscita delle citochine pro-infiammatorie.
IMMUNOGLOBULINE
Dette anticorpi. Possiamo individuare 5 tipi di immunoglobuline:
-IgG: presenti nelle infezioni acute
-IgM: infezioni croniche
-IgA: sulla membrana della mucosa, per immunità locale
-IgE: allergie, parassiti
-IgD: importanza minore
Buona immunità zero malattie auto-immunitarie
Normalmente, gli anticorpi che riconoscono e attaccano le proteine dell’organismo stesso, vengono
eliminati prima della nascita perché altrimenti questa causerebbe la comparsa di malattie AUTO-
IMMUNITARIE.
[es.
MALATTIA AUTOIMMUNITARIA ACQUISITA: FEBBRE REUMATICA:
inizia con un’infiammazione delle tonsille, causata dallo Streptococco β2 emolitico. Questo ha
somiglianza morfologica con l’epitelio renale, quindi, gli anticorpi Anti-streptolisine vanno ad
attaccare non solo l’agente, ma anche altre strutture, provocando endocardite, artrite.
SINDROME DELL’IMMUNO DEFICIENZA ACQUISITA: SIDA:
considerata una delle malattie più pericolose, causata dal virus HIV. Questo virus distrugge in
maniera irreversibile l’immunità dell’uomo. In questo modo, l’organismo perde le capacità di
difendersi e di combattere le infezioni e i tumori. Questa è una malattia senza cura, fa parte del
gruppo delle malattie sessualmente trasmissibili. L’infezione da HIV non è uguale alla SIDA. Le
manifestazioni cliniche di quest’ultima, possono comparire anche dopo 10-18 anni che la persona
sia contagiata dal virus HIV. Le nuove terapie possono aiutare i contagiati da HIV nel rimanere in
buone condizioni per lungo tempo, ma queste possono comunque trasmettere il virus. La SIDA è
un complesso di segni e sintomi che portano un danno irreversibile al sistema immunitario.
Fisiopatologia: il virus HIV distrugge il Linfocita TH1, che rappresenta una delle cellule principali
del sistema immunitario. Ogni conseguenza ulteriore è correlata alle multi-funzionalità del
Linfocita TH1 e il danneggiamento dell’immunità avviene in tutte le direzioni:
- Viene danneggiato l’attivazione che il Linfocita fa al macrofago, danneggiando la fagocitosi
- Viene danneggiata la resistenza contro i virus, perché manca l’effetto T Helper per
l’attivazione di Linfociti T Killer
- Viene danneggiata la capacità di produrre gli anticorpi contro diversi aggressori batterici
- Viene danneggiata l’attività e il numero delle cellule NK
- Viene danneggiata anche la difesa anti-tumorale.
Le vie di trasmissione del virus HIV sono 3:
- VIA SESSUALE: è la più comune. La predisposizione aumenta quando esiste una rottura
delle mucose degli organi sessuali, e quando esiste un’altra malattia sessualmente
trasmessa.
- VIA EMATICA: risulta attraverso il sangue, le siringhe, bisturi, tatuaggi, piercing
- DALLA MADRE AL BAMBINO: durante la gravidanza, il parto e allattamento
Quando non viene trasmesso:
- Tosse, starnuto
- Puntura di zanzara
- Uso di lenzuola/ asciugamani
- Uso pubblico dei WC
- Dare la mano, abbraccio, bacio
I primi segni clinici della SIDA possono manifestarsi anche come un semplice raffreddore. Dalle 3
settimane fino ai 6 mesi dopo l’infezione di HIV, nell’organismo si manifestano gli anticorpi HIV.
Questa si chiama la Sieroconversione da Siero NEGATIVO a Siero POSITIVO.
Per la diagnosi della SIDA si usano 2 metodi immunologici:
- ELISA: più veloce e serve come primo test di screeening. Attraverso questo metodo si
possono individuare molti risultati falso-positivi
- WESTERN-BLOTT: più sicuro, afferma i risultati positivi

GRUPPI SANGUIGNI
Nelle membrane degli eritrociti sono presenti degli Antigeni Gruppo Specifici. Questi sono
raggruppati del sistema AB0, quando hanno natura proteica e non glicolipidica, si tratta del
sistema RHESUS.
IL SISTEMA AB0 (1900) è quello più importante, soprattutto nelle trasfusioni di sangue:
-GRUPPO A: nel siero ha la presenza dell’antigene A e gli anticorpi ANTI-B
-GRUPPO B: ha la presenza dell’antigene B e gli anticorpi ANTI-A
-GRUPPO AB: ha la presenza sia dell’antigene A che B e assenza degli anticorpi ANTI-A e ANTI-B
-GRUPPO 0: ha l’assenza degli antigeni A e B e la presenza degli anticorpi ANTI-A e ANTI-B
Gli antigeni del sistema AB0, vengono codificati da 3 geni: a, B e 0, che si trovano sul cromosoma
9. I geni A e B sono dominanti a differenza del gene 0 che è recessivo.

Schema della reazione di


emoagglutinazione, usata
nella pratica clinica per
riconoscere il gruppo
sanguigno
I pazienti con gruppo 0 sono DONATORI UNIVERSALI, perché non hanno la presenza di antigeni
e di conseguenza non provocano reazioni emolitiche se il loro sangue è in circolazione in un altro
organismo. Mentre i pazienti del gruppo AB sono RICEVENTI UNIVERSALI.
Gli anticorpi dei gruppi sanguigni ABO sono di tipo IgM, non passano la barriera della placenta.
Questi anticorpi si trovano fisiologicamente nel sangue di tutti noi, a differenza del gruppo Rhesus.
In caso di trasfusioni sbagliate tra i gruppi AB0, viene indotta la produzione di un altro anticorpo
che fa parte del gruppo IgG. Questo è patologico, provoca la reazione emolitica di
emoagglutinazione e passa tramite la barriera placentaria.
SISTEMA RHESUS (1940)
Questo sistema è legato alla presenza o meno dell’Antigene D nella membrana eritrocitaria. Gli
individui che hanno questo antigene sono detti Rh positivi, mentre a chi manca l’antigene D
rappresenta persone Rh negativi. Gli antigeni Rh sono naturali, mentre gli anticorpi che sono
diretti contro di essi, non si trovano in modo naturale nel siero.
Anticorpi ANTI RHESUS
Gli anticorpi Rh possono essere creati solo in questi due casi:
-TRASFUSIONE INCOMPATIBILE
-GRAVIDANZA: madre Rh- con un feto Rh+
MALATTIA EMOLITICA DEL NEONATO

La condizione obbligatoria per la comparsa di questa malattia è Madre Rh- e il feto Rh+.
Circa il 75% dei bambini con padre Rh+ ereditano lo stesso Rh+.
Le conseguenze della reazione emolitica eritrocitaria nel bambino sono:
- ANEMIA EMOLITICA: perché l’emolisi riduce severamente la quantità degli eritrociti
- IPER-BILIRUBINEMIA: (bilirubina: prodotto di degradazione dell’emoglobina). Ciò porta
alla colorazione gialla della cute e delle sclere del bambino (ittero). Il fegato del bambino
non è in grado di eliminare la grande quantità di bilirubina, quindi questa iper-
bilirubinemia attraverso la barriera emo-encefalica passa nel liquido cerebro-spinale,
provocando danni irreversibili e l’ittero nucleare. Questi danni possono essere: paralisi,
cecità e sordità. Un’altra conseguenza molto grave dell’anemia emolitica è l’ABORTO
SPONTANEO durante la gravidanza e la morte del neonato dopo la nascita.
Misure di prevenzione della MEN:
- conoscenza dei gruppi sanguigni delle donne in gravidanza
- applicazione entro le 72 ore dopo la nascita del primo bambino, degli anticorpi anti-D, i
quali bloccano gli antigeni D degli eritrociti fetali che sono appena passati nel sangue della
madre. Quindi, i bambini delle gravidanze successive non saranno a rischio.
- Il livello degli anticorpi anti-D, deve essere monitorato durante tutte le gravidanze, la prima
e le successive. La priva gravidanza non deve essere considerata “prima”, se è preceduta da
un aborto.
- Se ci sono alti livelli di anticorpi anti-Rh, può essere provocato un parto precoce, in quanto
più andrà avanti la gravidanza, più alto sarà il rischio del bambino nello sviluppare l’anemia
emolitica.
- Se il bambino presenta segni dell’anemia emolitica, una delle misure da mettere in atto è la
FOTO-TERAPIA (bambini nudi vengono messi sotto i raggi ultravioletti, poiché essi
distruggono la bilirubina).
- La misura più estrema è l’EXTRASANGIGNO-TRASFUSIONE (vengono inseriti 2 aghi nel
cordone ombelicale, uno per prendere una piccola quantità di sangue del bambino, l’altra
per iniettare la stessa quantità di sangue 0 Rh-.
COMPOSIZIONE DEL SANGUE
Il sangue è composto da una parte CELLULARE (GR, GB, piastrine) e una parte liquida detta
PLASMA. Quando oil sangue coagula, il FIBROGENO si trasforma in FIBRINA. Dopo questo
processo, la parte liquida viene detta SIERO e non più PLASMA.
Le proteine del plasma sono di 3 tipi: albumine, globuline e fibrinogeno. Oltre alle proteine il
sangue contiene anche gli elettroliti, vitamine. Il sangue costituisce circa 1/13 del corpo.
Origine degli elementi del sangue
Tutte le cellule mieloidi e linfonodi derivano dalle cellule staminali pluri-potenziali. Questo
processo di produzione degli elementi sanguigni dalla cellula madre continua durante tutta la vita.
Nella vita embrionale, l’emopoiesi (processo della formazione delle cellule del sangue), si sviluppa
nel Sacco Vitellino. In seguito, l’emopoiesi passa nel fegato e successivamente alla milza. Nella 20
settimana embrionale l’emopoiesi si trasferisce nel midollo osseo.
Esame del sangue
Dette anche EMOCROMOCITOMETRICO, l’elettrocardiogramma contiene 2 tipi di analisi:
- ANALISI QUANTITATIVA: degli elementi cellulari del sangue
- ANALISI MORFOLOGICA: di queste cellule nel microscopio
Le norme dei globuli rossi:
Uomo: 4.5-6x106
Donna: 4.5 x106
Neonato: 4-6 x 106
Le norme dei globuli bianchi:
Adulti: 4 x 103
Neonati: 9 – 30 x 103
Le norme delle piastrine:
Adulti: 15 – 50 x 104
Neonati: 14 – 30 x 104
Che cos’è l’EMATOCRITO?
L’EMATOCRITO misura il volume che i GR occupano in rapporto con il volume totale del sangue.
Questa determinazione si effettua centrifugando in tubi sottilissimi graduati, un piccolo volume di
sangue eparinato, calcolando poi il rapporto fra il volume occupato dai GR e quello occupato dal
plasma.
L’ematocrito è espresso in percentuale, ed I valori normali sono:
Nell’uomo: 40-50%
Nella donna: 37-47%
Nel neonato: 14-20g/dl.
La quantità di emoglobina
La quantità di emoglobina si misura con uno spettrofotometro, calcolando la densità ottica
dell’emoglobina trasformata in cianometaemoglobina.
I valori normali dell’emoglobina sono:
Nell’uomo: 13-18g/dl
Nella donna: 12-16g/dl
Nel neonato: 14-20g/dl.
ESAME MORFOLOGICO
L’ESAME MORFOLOGICO si realizza strisciando una goccia di sangue su un vetrino. Questo
esame permette di osservare la morfologia dei GR, di riconoscere la varietà dei leucociti e di
stabilire le relative proporzioni. Serve per la FORMULA LEUCOCITARIA:
Tipi di leucociti Formula (%)
• Linfociti 20-40%
• Neutrofili 45-70%
• Eosinofili 1-3%
• Basofili 0-1%
• Monociti 3-10%
La prima cosa da vedere nella striscia di sangue sono gli eritrociti (cellule prive di nucleo, con
sopravvivenza di 120 gg). Se questi sono ridotti, si parla di ANEMIA, se sono più alti, si parla si
POLICITEMIA. Successivamente nella striscia di sangue, si determina il livello e la morfologia dei
leucociti. Se il loro livello è alto, abbiamo una condizione di infezione acuta di tipo batteriologico.
Mentre nelle malattie virali, si aumenta soprattutto il numero dei linfociti e monociti. Se le
percentuali dei leucociti sono basse, questa condizione si trova nei deficit immunitari.
MIDOLLO OSSEO
Il MIDOLLO OSSEO rappresenta la sede dell’emopoiesi post-natale. Distribuzione del midollo
emopoietico nell’adulto:
• Bacino-30%
• Corpi vertebrali-25%
• Cranio-20%
• Sterno e costole-20%
• Epifisi delle ossa lunghe-5%
Mielogramma e biopsia midollare
Il midollo osseo può essere esaminato attraverso 2 tipi di esami:
-MIELOGRAMMA: esame citologico del midollo. L’esame si esegue pungendo con un ago la spina
iliaca posteriore, oppure lo sterno, dopo aver fatto un’anestesia locale. Attraverso siringa si aspira
una piccola parte di materiale del midollo. Questo poi viene strisciato sul vetro e in seguito
colorato.
-BIPSIA: consente di ottenere un piccolo frammento di osso, inoltre valuta il rapporto fra le cellule
midollari e quelle adipose.
EMOPOIESI e CELLULA STAMINALE
Il midollo rosso del neonato è il luogo dove avviene l’EMOPOIESI, processo di formazione del
sangue. Il midollo osseo ha una consistenza gelatinosa/semiliquida e risulta costituito dalle cellule
emopoietiche, il resto da cellule adipose, un complesso cellulare e una matrice extra-cellulare. Le
cellule emopoietiche sono immerse nella matrice, il quale rappresenta il luogo dove avvengono sia
i processi di stimolazione, che quelli di inibizione dell’emopoiesi.
I processi di regolazione dell’emopoiesi sono:
- PROLIFERAZIONE: cresce il numero delle cellule emopoietiche
- DIFFERENZAZIONE: sono create cellule con un profilo specifico
- MATURAZIONE: le cellule diventano mature per esercitare le loro funzioni
- AMPLIFICAZIONE: le cellule si dividono per produrre un maggior numero di cellule dello
steso tipo
L’emopoiesi è un processo che si può regolare da fattori STIMOLATORI (eritropoietina,
interleuchine) e fattori INIBITORI (interferone).
Caratteristiche:
-le cellule mature non tornano indietro per diventare di nuovo cellula madre.
-le cellule staminali compongono solo il 0,o1% della popolazione cellulare del midollo osseo.
Essendo poche, possiedono l’AUTOMANTENIMENTO, non permette loro di esaurirsi nel tempo.
CELLULE STAMINALI NON-EMOPOIETICHE E EMOPOIETICHE
Le cellule staminali possono essere di 2 tipi:
- EMOPOIETICHE: producono i progenitori delle cellule del sangue periferico
- NON-EMOPOIETICHE: si possono trasformare in altre cellule (muscolari, osteoblasto,
fibroblasto)
CELL TERAPIA
È l’applicazione moderna del ruolo rigenerativo delle cellule staminali. I luoghi da dove queste
possono essere prese cono: midollo osseo, cordone ombelicale, liquido amniotico. Le cellule
staminali si possono iniettare nel sangue del paziente e possono permettere di rigenerare il tessuto
malato. Ad oggi, esistono anche le banche delle cellule staminali, dove le persone conservano le
proprie cellule per una eventuale necessità in futuro.
COMPLESSO MAGGIORE DELL’ISTOCOMPABILITA’
Questo è un sistema molecolare che è situato in tutte le cellule, e serve per il riconoscimento di se
stesso, e per la presentazione di un antigene estraneo nel linfocita T.
[Il trapianto di un tessuto o di un organo da un individuo ad un altro, spesso provoca la reazione
del rigetto, che porta nel fallimento del trapianto. Di conseguenza, le cellule trapiantate possiedono
sulla superficie delle loro membrane molecole diverse da quelle del ricevente di trapianto. Queste
molecole sono antigeni che stimolano una risposta immunitaria, e che determinano il fatto se il
trapianto e immunologicamente compatibile con il ricevente: l’istocompatibilità.]
Gli antigeni della compatibilità tissutale, formano il COMPLESSO MAGGIORE
DELL’ISTOCOMPABILITA’. I geni responsabili per la fabbricazione di questi antigeni formano i
geni HLA. Le molecole MHC vengono divise in 2 classi:

-CLASSE 1: si trovano in tutte le cellule dell’organismo. Nelle strutture molecolari di questi c’è una
specie di tasca che serve per legarsi ai peptidi antigenici derivati dalle cellule anormali o cellule
tumorali. Il COMPLESSO MHC1 + PEPTIDE serve per presentarsi ai linfociti T Killer.
-CLASSE 2: li troviamo solo nei Linfociti B, macrofagi e cellule del Sistema Reticolo Endoteliale.
Anche la classe 2, ha un luogo a forma di tasca, il quale serve per legarsi ai peptidi antigenici dei
batteri estranei. Il Complesso MHC2 + PEPTIDE serve per presentarsi ai Linfociti T Helper.
Il Complesso MHC è in grado di catturare e di presentare diversi peptidi ai Linfociti, proteggendo
così il nostro organismo da diversi aggressori. Per quanto riguarda i trapianti, questo conflitto non
serve per una ragione positiva.
I tipi del rigetto del trapianto:
- RIGETTO IPERACUTO: accade entro pochi minuti oppure poche ore dopo il trapianto
- RIGETTO ACUTO: accade entro 10 gg
- GIGETTO CRONICO: si manifesta dopo alcuni mesi o anni dopo il trapianto
Per frenare il rigetto vengono usati medicinali immunosoppressori (idrocortisoni). È ovvio, che
tentando di frenare le reazioni immunitarie, questi soggetti riceventi possono soffrire di effetti
collaterali degli immunosoppressori (abbassamento difese immunitarie).
TRASFUSIONI DI SANGUE E DEI SUOI COMPONENTI
Sangue intero: deve essere preso da donatori sani, e deve essere conservato in ambiente sterile, in
buste di plastica che contengono sostanze anticoagulanti. Un’unità di sangue è 450 ml e contiene
65gr di emoglobina. Se viene conservato a freddo, il sangue può essere conservato fino a 6
settimane.
L’uso pratico di trasfusioni viene riservato solo in alcune situazioni cliniche:
- GRAVI EMORRAGIE ACUTE
- ANMEMIA EMOLITICA DEL NEONATO
Negli ultimi anni viene praticata anche l’AUTOTRASFUSIONE, con questo vengono evitate
complicazioni in relazione alle trasfusioni.
Criteri della donazione
Si considera molto importante la conoscenza clinica e l’anamnesi del donatore. Il 15% della
popolazione “sana” soffre, a volte senza sapere, delle malattie che sono contro-indicate alla
donazione del sangue: diabete, epilessia, malattie cardiache, drogati, malattie del sangue.
Criteri del prelievo del sangue
-Il tempo del prelievo deve essere 12 minuti per un’unità di 450ml.questo breve tempo garantisce
la preparazione del plasma fresco, concentrazione di piastrine, eritrociti, neutrofili.
-L’emoglobina del donatore deve essere uguale/sopra 12.5gr/dl per le donne e 13.5g/dl per gli
uomini.
-l’intervallo da una donazione all’altra non deve essere minore di 90gg.
Uomini: 4 volte all’anno
Donne: 2 donazioni all’anno.
-i donatori devono avere un’età di 18-65 anni, con un peso superiore ai 50 kg.
PLASMA
È un derivato del sangue intero, che si ricava attraverso PLASMAFERESI. Normalmente, per i
donatori di plasma viene misurato anche il livello delle proteine nel sangue (no <6gr/dl). Il plasma
fresco viene congelato e viene dato solitamente ai pazienti con problemi di coagulazione. 250ml di
plasma aumenta di 5% il livello dei fattori della coagulazione.
Nel plasma possono essere trovati 3 tipi di proteine:
- ALBUMINA: proteina che viene usata in casi di ipo-proteinemia e in caso di abbassamento
del volume del sangue. Il meccanismo che agisce in questo caso è la pressione oncotica ( che
esercitano le proteine nel sangue). Questa pressione ritira i liquidi extravascolari dentro i
vasi sanguigni, correggendo il volume del sangue in casi di perdita di sangue.
- IMMUNOGLOBULINA: viene usata non solo per l’immunità passiva, ma anche per una
terapia anti-Rhesus
- FATTORI DI COAGULAZIONE: fibrinogeno, protrombina
MASSA ERITROCITARIA
Viene ricavata dopo la centrifugazione del sangue intero, processo che distingue gli eritrociti dal
plasma. La trasfusi9one di globuli rossi è necessaria quando il numero degli eritrociti è molto
basso e in questo modo il medico riesce a restaurare la capacità di trasporto dell’O2, evitando il
rischio del sovraccarico dei volumi. Ogni unità di eritrociti aumenta l’emoglobina di 1gr/dl, e
l’ematocrito aumenta di 3 punti. La massa eritrocitaria non si deve applicare se l’emoglobina del
paziente è più di 7 gr/dl.
PIASTRINE
• Le trasfusioni con le piastrine sono consigliate per le malattie dove si trova basso il livello
delle piastrine (p.es la purpura trombocitopenica).
• Un altro caso tipico dove si potrebbe usare la massa trombocitaria, è nei pazienti con
leucemia o tumori, dove i trombociti si abbassano fino a 20.000/m3, come conseguenza
della chemio o radioterapia.
• Mentre, ci sono casi in cui il donatore e il ricevente hanno un conflitto immunologico a
causa della incompatibilità del sistema HLA tissutale.
GRANULOCITI
La LEUCOFERESI è il processo che divide i leucociti dal resto del sangue.
Dopo gli anni ’70, il sangue cominciò ad essere conservato nei contenitori di plastica. Il loro
utilizzo ha comportato vantaggi come:
- Contenitori di plastica non si rompono
- C’è la possibilità di separare l’emocomponenti in comportamenti diversi
- La garanzia di una maggiore sterilità
- Si può ridurre il numero necessario di donatori
Le sostanze conservanti e anti-coagulanti sono:
- CITRATO DI SODIO: anti-coagulante
- ACIDO CITRICO: conservante per rallentare il metabolismo cellulare
- CPD: fosfato che serve come un sorgente energetico alimentare per gli eritrociti,
aumentando la loro sopravvivenza.
Reazioni causate dalle trasfusioni del sangue sono:
- EMOLITICHE: accompagnate da febbre, brividi, dolore toracico, addominale, lombare,
dolore alla testa, stato di ansia. Le forme più drammatiche sono 3: Stato di shock,
coagulazione intravascolare disseminata, insufficienza renale (ANURIA).
Le reazioni emolitiche dalle trasfusioni
• Dal punto di vista fisiopatologico, alla base di questa c’è la reazione antigene- anticorpo, che
nella maggior parte dei casi è una conseguenza della incompatibilità sangue, e che porta
all’emolisi degli eritrociti. Nel momento della lisi, nel sangue vengono liberati le citochine,
come la BRADICHINA, che causa la vasodilatazione e di conseguenza, l’ipotensione. Per la
compensazione di questo stato di shock, viene eccitato di maniera il sistema nervoso
simpatico che provoca la vasocostrizione generale (per I tessuti come l’intestino, il rene, la
cute). La natura “sacrifica” questi tessuti, per permettere il sangue di concentrarsi ai 2
organi più importanti per la vita: il cuore ed il cervello. Se questa situazione succede in una
donna incinta, anche il suo feto è “sacrificato” a causa della vasocostrizione dei vasi
dell’utero. Questa fa sì che il sangue si dirige in direzione del cuore e del cervello della
mamma, aiutando cosi la sua sopravvivenza.
• Nel MEN (Malattia Emolitica dell’Neonato) abbiamo notato la bilirubina, come prodotto
dell’emolisi degli eritrociti, la quale oltrepassa dal sangue al liquido cerebrospinale, e cosi
causa dei danni irreversibili nei nuclei cerebrali (l’ittero nucleare).
- NON EMOLITICHE:
◼ SOVRACCARICO DEI VOLUMI: il sangue ricevuto, provoca l’EDEMA POLMONARE. Per
evitare ciò, la trasfusione si deve effettuare ad una velocità calcolata di 2-4 ml/kg (peso del
ricevente/ora). I segni di sovraccarico sono: dispnea, alta pressione arteriosa, mal di testa,
cianosi. Ai pazienti in questo stato deve essere somministrato ossigeno e diuretico. Se non ci
sono miglioramenti, si può applicare la procedura del salasso (taglio di vena per indurre
un’emorragia).
◼ INFEZIONE: evento che può succedere per trasmissione. [es. EPATITE B e C, aids]
◼ COMPLICAZIONI METABOLICHE: EMOSIDERASI DA SOVRACCARICO DI FERRO, si
riscontra nei pazienti che subiscono trasfusioni ripetute. Ad un paziente che necessita 3
unita di sangue al mese, si accumulano entro 1 anno, 8 gr di ferro,che si deposita nel
miocardio, nelle cellule epatiche, nei reni, e nelle diversi organi. Le conseguenze sono
aritmia, necrosa delle cellule epatiche e di quelle renali. Questa complicazione può essere
evitata se si prendono le misure con una terapia apposta con agenti che legano il Fe (agenti
chelanti), le quali facilitando la sua eliminazione, contribuiscono a inibire la sua
deposizione negli organi.
RACCOMANDAZIONI:
- Evitare trasfusioni non necessarie
- Rispettare la compatibilità dei gruppi sanguigni. Viene raccomandato di effettuare gli esami
della compatibilità IN SITU (in una piastrina si mescola il sangue del donatore con quello
del ricevente, e dopo si vede la presenza di micro coaguli)
- Rispettare la velocità della trasfusione e la temperatura del flacone
- Prevenire le infezioni
I TEST VIRALI PER I RISCHI DI TRASMISSIONI PER LE MALATTIE INFETTIVE:
- METODO IMMUNO-ENZIMATICA: cerca gli anticorpi contro l’epatite B o C, HIV
- METODO GENOMICA: è molto più sensibile della prima perché cerca le parti di RNA del
virus nel sangue del donatore, prima della comparsa degli anticorpi.
Ogni trasfusione è preceduta da un documento di approvazione del paziente che serve come prova
legale.

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